SchioThieneMese La Piazza di Thiene n 843

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Periodico di informazione dell’A lto Vicentino

anno X n. 91 - luglio 2021

Schio: “Qui l’economia è sana e le imprese tornano a investire” - p.8 ◆ Area ex Lanerossi, dica trentadue - p.12 Thiene: Svolta per la bretella A31-Gasparona - p.6 ◆ Hockey Montecchio, i giovani sono tricolori - p.28

Vola colombo (e torna a casa)

Allevare e curare colombi capaci di volare per centinaia di chilometri per tornare a casa è una passione che nell’Alto Vicentino ha una lunga storia e ancora oggi conta su un buon numero di appassionati “colombofili” concentrati tra Marano Vicentino, Malo, San Vito e la valle dell’Agno. Ecco la storia e l’esperienza di uno di loro, il maranese Valentino Carlo Zaltron.


Di mese in mese

Po-poropo-popoooopo...

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SchioThieneMese Periodico di informazione dell’Alto Vicentino

Supplemento mensile di

Lira&Lira e La Piazza Direttore Stefano Tomasoni Redazione Elia Cucovaz Omar Dal Maso Mirella Dal Zotto Camilla Mantella Grafica e impaginazione Alessandro Berno Per inviare testi e foto: schiothienemese@gmail.com Per le inserzioni pubblicitarie Pubblistudio tel. 0445 575688

Stefano Tomasoni

ensa te, ci voleva la Nazionale per riuscire nell’impresa di mettere in secondo piano, a Schio, le manifestazioni e le contrapposizioni legate all’anniversario dell’Eccidio. Erano anni che il 7 luglio, e poi la domenica che gli veniva dietro, non finivano così in secondo piano come stavolta. Tutte le volte la solita storia, con il triste spettacolo del centro “blindato” dalle camionette dei carabinieri per prevenire possibili scontri nell’immancabile stucchevole appuntamento delle provocazioni ideologiche sulla pelle delle 54 vittime dell’assalto alle carceri. Ogni anno la solita “settimana nera” delle polemiche sui giornali e delle dichiarazioni di questo e di quello, con gli scledensi sempre più lontani e disinteressati da tutto questo teatrino, visto che la maggior parte di chi se ne fa protagonista viene da fuori, per una scampagnata ideologica fuori dal tempo. Quest’anno è andata meglio. Un po’ perché, dopo la gazzarra dello scorso anno con un accenno di scontri di piazza, i familiari delle vittime hanno evitato la messa di ricordo in Duomo, diventata troppo visibile e pretesto di ulteriori polemiche, e hanno optato per una più raccolta funzione nel santuario di Bakhita alle Canossiane. Un po’ (forse anche più di un po’) perché nei giorni dell’anniversario e delle manifestazioni, eh bè, signori miei, c’erano gli Europei di calcio. Con la Nazionale impegnata prima nella semifinale con la Spagna e, domenica, nell’esaltante finalissima con l’Inghilterra. E per parafrasare la mitica scena di “Per un pugno di dollari”, quando l’uomo che manifesta per l’Eccidio incontra l’uomo che manifesta per la Nazionale, l’uomo che manifesta per l’Eccidio è un uomo che può anche tornarsene a casa. Adesso per l’anno prossimo speriamo nei Mondiali. Se l’Italia in Qatar arriverà il più in fondo possibile, potrebbe capitare di nuovo che nei giorni del teatrino ci siano gli Azzurri in televisione impegnati in qualche partitona e che, a quel punto, della faccenda dell’Eccidio manco ci si accorga.

Motivo in più, se ne serviva uno, per tifare Italia. Intanto, c’è da tifare per i vaccini. Perché s’è capito che non è ancora il momento di cantar vittoria. La campagna di vaccinazione prosegue, il tasso di contagio è sceso, siamo tutti in zona “bianca”, all’aperto si può andare in giro senza mascherina, i tavolini dei bar sono tornati a essere affollati come ai bei tempi, si festeggia per i successi della Nazionale tutti belli accalcati e abbracciati e, come per una pericolosa magia, parole come “distanziamento” e “precauzioni” sono improvvisamente diventate ostrogoto. C’è una gran voglia di “liberi tutti”, si può capire, ma non è mica finita. Adesso c’è la variante Delta, fra un po’ ce ne sarà un’altra, perché i virus mutano di continuo. E il problema numero uno, in questa fase, è riuscire a garantire la riapertura delle scuole “in presenza”, a settembre. E’ importante farlo, ma c’è l’ostacolo del 15% di docenti e operatori scolastici italici che ancora non si sono vaccinati e che rischiano di far saltare tutta l’operazione rientro. La scelta governativa pare sia quella di continuare con l’opera di convinzione nei confronti di chi non ha ancora fatto il vaccino, ma forse a questo punto sarebbe il caso di mettere un paletto definitivo: sei un insegnante o un operatore scolastico e non ti vaccini? Va bene, non ti si costringe, però finché dura il rischio Covid per il bene dei ragazzi e della collettività a scuola non ci torni, resti a casa ovviamente a stipendio (e contributi) zero e al tuo posto chiamiamo un supplente. Lo stesso per i medici: se non ti vaccini, a contatto con i pazienti non ci devi arrivare, quindi anche loro a casa fino a emergenza finita. L’obiettivo è fare di tutto per impedire che le varianti possano far tornare alti i numeri dei contagi e delle loro conseguenze e i non vaccinati, essendo un possibile vettore di contagio, mettono a rischio questo obiettivo. Se lavorano a contatto con grandi numeri di persone, meglio, per un po’, evitare che lo facciano.


Di mese in mese E poi c’è da tifare anche per la ripresa dell’economia. Le buone notizie, in questo caso, ci sono, sia a livello nazionale che locale. La Commissione europea ha rivisto al rialzo le stime di crescita dell’Italia: il Pil quest’anno salirà del 5% e nel 2022 del 4,2%. Percentuali da fantascienza per un paese abituato a crescite dello zero virgola, frutto peraltro non di un improvviso “miracolo italiano” post lockdown, ma delle risorse europee attese con il Recovery fund. Anche a livello scledense e altovicentino in generale l’economia dà buoni segnali. Le imprese hanno lavoro, anzi potrebbero accettare anche più ordinativi se riuscissero a trovare da un lato il personale che cercano e dall’altro le materie prime, rincarate a livelli insostenibili e spesso indisponibili. Che ci sia aria di ripresa lo conferma, nelle pagine interne, il presidente della nuova BVR Banca, ovvero l’istituto di credito nato dalla fusione della Banca Alto Vicentino e della Cassa rurale e artigiana di Vestenanova. “In quest’anno e mezzo di emergenza – dice Maurizio Salomoni Rigon, che guida appunto quella che in origine fu la storica Cassa rurale di Monte Magrè - nel nostro territorio ci

Lo Schiocco Welcome to Schio Beach (Louisiana) I commercianti del “Cuore di Schio” ci stanno prendendo gusto ad animare la città, e adesso lo fanno con uno scatto in più, ricorrendo a immagini suggestive e iperboliche per costruire una nuova immagine del centro. Ecco allora che prima hanno rilanciato l’estate di via Carducci sotto lo slogan “La spiaggia di Schio”, dove in sostanza i locali hanno ampliato i plateatici e aumentato la presenza di verde grazie a un gioco di piante, ombrelloni da bar e tappeti verdi. Poi hanno pensato a momenti musisono stati insoluti minimi, del tutto ordinari, da tempi anti-Covid. Qui la gente ha onorato gli impegni, ha pagato. È sintomatico di un tessuto economico sano, che funziona”. Certo il commercio, la ristorazione e il turismo sono ancora del tutto in mezzo al guado. Ma, confidando che un po’ alla volta si ri-

cali come “l’aperitivo post San Piero” in via Fusinelle dopo la festa del patrono, inventando il marchio “Schiorleans” e giocando nientemeno che con la mitica New Orleans delle band musicali. Bravi, idee originali e spumeggianti per una piazza che, dopo il Covid, aveva bisogno di una scossa. Ora, continuando su questa strada, per il prossimo 29 giugno ci si potrebbe occupare di rilanciare la tradizione dei quadri della Sareo, anche qui con un bel marchio in linea con la nuova tendenza: “Schiolouvre”.[S.T.] prendano anche questi settori, strategici per l’economia del paese, intanto la buona notizia è che l’industria, il pilastro senza il quale verrebbe giù il paese, è tornata a crescere. E allora, dopo le gioie arrivate dagli Azzurri del calcio, non resta ora che tifare per i vaccini e per la ripresa. ◆


[4] ◆ Schio Copertina “La mia colombaia conta attualmente circa 60 esemplari - racconta Valentino Zaltron -. Da quando sono in pensione posso trascorrere anche 3 o 4 ore al giorno nutrendoli, ripulendoli e facendoli allenare. È meraviglioso osservare i propri colombi volare e attendere che tornino a casa dopo una lunga gara”.

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Camilla Mantella

anno volare per centinaia di chilometri. Alcuni assomigliano a velocisti, altri a maratoneti. Vengono allenati per lunghi periodi durante l’anno, soprattutto con l’arrivo della bella stagione, mentre vengono fatti riposare dal tardo autunno fino a tutto l’inverno. Sanno sempre come tornare a casa: ovunque si trovino, il tempo di un breve momento di orientamento e poi si dirigono, più rapidamente possibile, verso il luogo dove abitano. Sono i colombi viaggiatori: animali da affezione, curati con grande amore dai “colombofili”, che li crescono e li nutrono. Veri e propri appassionati che, organizzati nella Federazione Colombofila Italiana, dedicano tempo e impegno a questa specie, sfidandosi in competizioni che si tengono su tutto il territorio nazionale. Il primo gruppo di colombofili della nostra provincia, il gruppo Vicenza, è nato nel lontano 1929. Col tempo il numero degli appassionati è cresciuto, tanto da portare alla formazione di quattro gruppi principali: il Valleogra, attivo nelle nostre zone, il Valdagno, il Pasubio e il Vicentina. Negli ultimi anni molti colombofili, in là con l’età,

Valentino Carlo Zaltron controlla il piumaggio di uno dei suoi colombi. Sotto, uno stormo in volo dopo essere stato liberato per una gara.

Quelli che allenano i colombi viaggiatori Allevare e curare colombi capaci di volare per centinaia di chilometri per tornare a casa è una passione che nell’Alto Vicentino ha una lunga storia e ancora oggi conta su un buon numero di appassionati “colombofili” concentrati tra Marano Vicentino, Malo, San Vito e la valle dell’Agno. Ecco la storia e l’esperienza di uno di loro, il maranese Valentino Carlo Zaltron.

hanno smesso di competere e si è tornati all’attuale raggruppamento unico del Gruppo Nuova Vicenza: la maggior parte dei colombofili altovicentini si concentra tra Marano Vicentino, Malo, San Vito di Leguzzano, Valdagno, Cornedo e Trissino, anche se non mancano appassionati che abitano nei comuni limitrofi.

Una passione lunga 40 anni “Ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo fin da piccolo - racconta Valentino Carlo Zaltron, colombofilo maranese attivo dal 1976 -. Uno zio aveva dei bei colombi con gli anellini sulle zampe e mi incuriosiva capire perché. Per parecchio tempo la mia è rimasta solo una curiosità, anche se i volatili mi sono sempre piaciuti: a un certo punto, ormai oltre 40 anni fa, ho barattato alcuni canarini che avevo allevato in casa con dei colombi viaggiatori e ho iniziato ad addestrarli. Mi sono subito appassionato, tanto da desiderare di iniziare a far competere i miei animali con quelli degli altri. Le prime vittorie mi hanno dato delle belle soddisfazioni e da allora ho continuato: ho

pensato più volte di ridurre la colombaia, occupandomi di meno esemplari per poi cessare del tutto le gare, ma è così emozionante che è difficile dire basta”. I colombi viaggiatori sono una specie affascinante. Durante gli allenamenti li si può vedere volare in gruppo, ma sono anche animali molto indipendenti, capaci di trovare da soli la strada di casa. Grazie alla loro forte territorialità e a un raffinato senso dell’orientamento sono in grado, anche a centinaia di chilometri dalla loro colombaia, di riconoscere la direzione corretta per far ritorno al luogo dove vivono. Questa caratteristica particolare, che nelle epoche passate faceva sì che venissero utilizzati come portatori di messaggi, dispacci e informazioni, oggi viene sfruttata nelle competizioni a cui partecipa, tra gli altri, anche il Valentino Zaltron. “Ogni colombofilo conosce bene gli esemplari della sua colombaia, quelli più adatti a percorrere lunghi tragitti e quelli, invece, che danno il meglio di sé sulle distanze corte volate velocemente – spiega -. Durante l’anno la Federazione propone un calen-


Schio ◆ [5] Copertina

Il momento della liberazione dei colombi, lanciati dal camion che li trasporta sul luogo di partenza per il... ritorno.

dario di gare e ci si deve organizzarsi per poter competere senza affaticare troppo gli animali, suddividendoli con intelligenza. Tipicamente si gareggia con appassionati della propria regione: il giorno prima della gara si ingabbiano i colombi scelti per affrontarla e li si porta in un punto di ritrovo. Per il Gruppo Nuova Vicenza il punto di ritrovo è a Malo, dove un camion di proprietà del gruppo stesso, appositamente attrezzato, carica le varie gabbie e parte in direzione di Padova, dove c’è ad attenderlo un tir che carica tutte le gabbie dei colombofili veneti e trasporta gli animali verso il punto dove avrà inizio la gara. L’indomani mattina le gabbie vengono aperte e i colombi rientrano a casa: vince il proprietario il cui colombo, a parità di spazio percorso e tempo impiegato, arriva per primo. Ogni colombaia, infatti, è dotata di un cronometro digitale che fissa il tempo nel momento il cui il colombo, anellato sulla zampa, rientra in casa. Una volta era un’operazione che si faceva a mano, fissando i tempi con un apposito orologio, ma ora la tecnologia ci è venuta in soccorso e si è potuto automatizzare il tutto”.

L’emozione di assistere al ritorno La cura riservata a questi animali è quella che si avrebbe per un qualsiasi atleta. “La mia colombaia conta attualmente circa 60 esemplari - racconta Zaltron -. Da quando sono in pensione posso trascorrere anche 3 o 4 ore al giorno nutrendoli, ripulendoli e facendoli allenare. Quando lavoravo mi alzavo prima la mattina per poter dar loro da bere e da mangiare e la sera li facevo volare; i weekend, poi, erano dedicati alle gare e quando c’era l’orologio analogico rimanevo vicino alla colombaia tutto il tempo in attesa dei miei animali. A dire la verità, anche oggi, che ci sono i cronometri digitali, se c’è una competizione rimango sempre nei paraggi. L’emozione di accogliere uno dei propri colombi dopo centinaia di chilometri di volo è fortissima”. Uno dei tratti più sorprendenti di questo sport, soprattutto per chi non lo conosce da vicino, è proprio constatare come colom-

bi che vengono liberati dopo una notte di viaggio sui camion anche a 600 chilometri di distanza dalla loro colombaia riescano a tornare senza quasi mai perdersi. Una delle ultime competizioni a cui Zaltron ha partecipato – e che l’ha visto vincere – si è tenuta con partenza nei dintorni di Foggia. “È stata una gara a cui hanno partecipato tutti i gruppi veneti (oltre a quello di Vicenza, in Veneto ci sono gruppi che raccolgono i colombofili del Monte Grappa, della zona Venezia-Padova, di Treviso e di Rovigo, ndr) e ci siamo giocati il tutto per tutto. Ognuno di noi ha ingabbiato i suoi esemplari migliori. È stata una competizione complicata e alla fine alcuni colombi non sono rientrati a casa: è sempre una grande sofferenza quando non rientrano tutti gli esemplari”. A testimoniare il rapporto profondo che si instaura tra i colombofili e i loro animali, Valentino Carlo Zaltron racconta un episodio che ricorda in modo molto vivido. “I miei colombi partecipavano a una gara con partenza da Paola, in provincia di Cosenza, il tragitto era di 800 chilometri lineari, uno dei maggiori mai affrontati in una sola giornata. Contando che solitamente i colombi, sfruttando i venti, riescono a muoversi tra i 70 e gli 80-85 chilometri orari, ci aspettavamo che i primi rientrassero dopo una decina di ore di volo, considerando che a volte si fermano per bere e riposarsi. Era ormai l’ora del tramonto e avevo dato per perso il mio esemplare. Allora tenevo la colombaia nel solaio del sottotetto. All’improvviso ho visto un piccolo puntino, in direzione sud, che si avvicinava verso casa: era davvero lontano. Quando ho capito che si trattava del mio colombo è stata una gioia infinita”.

Una passione che scarseggia di nuove leve E i colombi che non rientrano in giornata? “Non tutti si perdono. Alcuni si fermano nelle colombaie di altri colombofili: è così che ho conosciuto persone con cui sono ancora in contatto - spiega Zaltron -. Una volta uno dei miei colombi si è fermato nella zona di Reggio Emilia, in una co-

lombaia, per ristorarsi. Il proprietario della colombaia l’ha accudito, sfamato e, una volta riposato, l’ha rilanciato perché potesse volare a casa, legandogli sulla zampetta un messaggio col suo numero di telefono. L’ho contattato e l’ho ringraziato: è una cosa che, tra colombofili, si fa abitualmente e che dà vita a delle belle amicizie”. C’è della poesia in questi colombi viaggiatori che tornano sempre a casa, nel loro rapporto con gli esseri umani che li curano e nel loro eccezionale senso dell’orientamento. Una volta era più comune, anche nelle nostre zone, soprattutto nelle sere d’estate, scorgere stormi di colombi volare in cerchio vicino alle loro colombaie: oggi è molto più raro incrociarne. “Mancano i ragazzi – osserva Zaltron -. Una colombaia richiede moltissimo impegno e una grande passione e chi, come me, la vive da anni inizia a essere anziano e fatica a continuare a portare avanti questa tradizione che interessa e ha interessato molti abitanti dell’Alto Vicentino. Le nuove leve scarseggiano, ci sono altri interessi. Ma è qualcosa di meraviglioso osservare i propri colombi volare e, una volta allenatili, attendere che tornino a casa dopo una lunga gara. È magico”. ◆

Lo Schiocco I baby-nonni Il Comune di Schio informa che scade il 6 agosto il termine per candidarsi come “nonno vigile”, per il controllo delle uscite degli alunni dalle scuole. Per presentare domanda, si spiega, “è necessario essere in pensione” e “essere nati tra il 1946 e il 1971”. Qui c’è da intendersi. Fino a qualche anno fa si era considerati anziani sopra i 65 anni, poi di recente, con la scusa che l’età della pensione si alza di continuo e la speranza di vita aumenta, si è preso a dire che si è anziani addirittura sopra i 75. Adesso con la pandemia di fatto si sono accomunati alla voce “anziano” tutti quelli sopra i 60. In questo ottovolante della terza età si inserisce ora il Comune considerando potenzialmente nonno e pensionato anche un cinquantenne. Al che non si capisce bene: si cercano pensionati che diano un occhio ai baby o semplicemente baby-pensionati? [S.T.]


[6] ◆ Thiene Attualità

Svolta per la bretella A31-Gasparona

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Omar Dal Maso

oco più di 1.350 metri di asfalto, a oggi ancora virtuale, che fanno discutere ormai da oltre quarant’anni. Si sarebbe giunti finalmente alla svolta dai primi di maggio sull’opera di raccordo viario tra lo svincolo dell’A31 Valdastico Thiene/Schio e l’inizio della Nuova Gasparona, (peggio) conosciuta anche come Sp111. Un paio di mesi fa è spuntato un nuovo progetto che sembra assurgere ai crismi del “definitivo” e, nella seduta del consiglio comunale thienese del 28 giugno scorso, si è di fatto dato il via all’iter secondo procedura conoscitiva che porterà a eventuali osservazioni da presentare, pur trattandosi di un’opera pubblica di interesse provinciale e statale che trascende quello locale. Piani e costi sono in mano alla società di gestione dell’Autostrada A4 Brescia-Padova: 23,5 milioni di euro la previsione di spesa, interamente a carico della stessa, tempistiche più difficili da prevedere viste le “resistenze” residue ma soprattutto l’incognita espropri. La miglior ipotesi possibile? Secondo i bene informati tra il 2026 e il 2027, con cantiere al via entro due anni da oggi. Della nuova bretella si parla da metà anni ‘70. Se ne trova traccia documentale già nel 1975, e precisamente nel Piano Regolatore ormai su carta ingiallita d’epoca. Guardandola dal fronte est, quindi da Bassano, si tratta di un prolungamento della Nuova Gasparona già oggetto di lavori e modifiche nell’ultimo triennio a causa costruzione della Spv. Se si guarda dal casello di Thiene dell’A31, invece, una sorta di “ponticello” che dall’Altovicentino indirizza verso Marostica e il Bassanese, saltando a piè pari la zona industriale e commerciale locale. La via più rapida non a pedaggio per avvicinare le due roccaforti della provincia, un raccordo viario su cui si è discusso

Dopo oltre quarant’anni di discussioni, previsioni e attese, potrebbe essere la fatidica volta buona (espropri e diffide permettendo) per l’opera di raccordo viario tra lo svincolo della Valdastico Thiene/Schio e l’inizio della Nuova Gasparona. Costerà 23,5 milioni per 1,3 chilometri.

per decenni prima nel merito, poi su questioni formali e di principio, ma che dopo l’accelerazione recente sembra destinato a realizzarsi. In realtà, assicurano in tanti a Thiene e dintorni, la stessa percezione si ebbe anche nel 2007. Stavolta però “nel mezzo del cammin” dell’anno 2021 inoltrato è arrivata la fatidica “volta buona” per il varo ufficiale del progetto, con rendering grafico e note tecniche già note.

Per il sindaco di Thiene Casarotti, “si tratta di un’opera di grande importanza per tutto il territorio, con l’obiettivo di ridurre il tempo di accesso all’autostrada e all’ospedale dell’Alto Vicentino e di drenare sostanziosi flussi di traffico”.

A delineare i benefici futuri di un’opera che pare “scalpitare” dopo aver rischiato l’oblio perenne è, tra gli altri, il sindaco Giovanni Casarotto, che si è espresso all’indomani del Consiglio Comunale. Favorevole anche Confidustria Vicenza che spinge per avviare i lavori. “Si tratta di un’opera di grande importanza per tutto il territorio - ha affonda-

to il primo cittadino di Thiene -, che ha il duplice obiettivo di ridurre il tempo di accesso all’autostrada A31 e anche all’ospedale dell’Alto Vicentino e di drenare sostanziosi flussi di traffico che oggi congestionano la viabilità urbana, soprattutto, ma non solo, nelle ore di punta. Stiamo parlando di un’opera inserita nel piano finanziario della società Brescia-Padova fin dal luglio 2007, che finalmente sembra ormai in dirittura d’arrivo anche se a seguito degli espropri che dovranno essere prima attuati”. Sul piano delle autorizzazioni ambientali la partita era già chiusa da tempo, così come le valutazioni sul piano urbanistico e del traffico veicolare, che secondo le stime degli operatori ridurrebbe del 25% il flusso di mezzi nelle arterie cittadine interne. Di anno in anno, però si sarebbero accumulate nuove proposte di ulteriori modifiche e rivalutazioni su un tracciato “scavato” nel sottosuolo – nel gergo tecnico si parla di “trincea” – fino a 7 metri di profondità per quasi tutto il percorso (1,1 km su 1,3, solo 250 metri in superficie) che lambirà anche il Centro Commerciale Thiene e toccherà il sottopasso della stazione ferroviaria. Quattro i cavalcavia previsti con rampe di immissione e di svincolo, giusto per gradire, per un’opera complessiva che visivamente rivoluzionerà l’area ovest della città di sicuro. Se dopo l’inaugurazione della Superstrada Pedemontana Veneta anche la bretella A31-Nuova Gasparona contribuirà a snellire il traffico e dirottare le emissioni dei veicoli, poi sarà altra rivoluzione ben gradita ai thienesi. ◆



[8] ◆ Schio

Il nuovo consiglio di amministrazione della nuoba BVR Banca all’ingresso della sede di Schio. Sotto, il presidente Maurizio Salomoni Rigon

Economia “In quest’anno e mezzo di emergenza nel nostro territorio ci sono stati insoluti minimi, del tutto ordinari, da tempi anti-Covid – dice il presidente di BVR Banca, Salomoni Rigon -. Possiamo dire che qui la gente ha onorato gli impegni, ha pagato. È sintomatico di un tessuto economico sano, che funziona”.

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Stefano Tomasoni

a prima a bussare alle porte della sede ad archi e mattoni a vista di Magrè, nel 2014, è stata la Bcc di Pedemonte. Tre anni dopo è stata la volta della Cassa rurale e artigiana di Roana. Nell’un caso e nell’altro, la Bav – acronimo della Banca Alto Vicentino – ha aperto e fatto gentilmente entrare. Da ultimo, a farsi avanti è stata una banca in arrivo stavolta dall’est Veronese, la Cassa rurale ed artigiana di Vestenanova, che, avendo deciso che fosse il momento di unire le proprie forze a quelle di una realtà bancaria più grande, ha guardato a sua volta verso quegli archi e quei mattoni di via Pista dei Veneti. Risultato: dal primo luglio la Banca Alto Vicentino ha aggregato anche la consorella veronese, al termine di un’operazione che a questo

“Qui l’economia è sana e le imprese tornano a investire” La Banca Alto Vicentino ha completato la nuova aggregazione con la Cassa rurale di Vestenanova ed è nata BVR Banca. Con il presidente Maurizio Salomoni Rigon facciamo il punto sulla situazione economica del territorio, al giro di boa dell’anno che punta sulla ripresa del dopo-pandemia.

punto, dopo la terza fusione, ha comportato anche un cambio di nome. Non più Bav, dunque, ma Bvr Banca. Ovvero Banche Venete Riunite. Una nuova realtà di punta per il mondo del credito cooperativo regionale, che conta ora 37 filiali tra le province di Vicenza e Verona, 182 dipendenti e oltre 5.300 soci, con 116 comuni coperti (105 tra Vicentino e Veronese e 11 in Trentino) e che fa parte del gruppo Cassa Centrale Banca. Le masse amministrate arrivano a 2,1 miliardi di euro, la raccolta diretta sfiora i 970 milioni, lo sviluppo della raccolta gestita supera i 48 milioni di euro. Maurizio Salomoni Rigon, thienese di residenza ma scledense di professione (nel senso di territorio dove “esercita” come commercialista), è il presidente della nuova Bvr Banca, mentre il direttore generale è Roberto Rigato, già direttore generale di Bav. Con lui facciamo il punto sulla situazione economica del territorio visto dall’osservatorio di una banca che più sul territorio non potrebbe essere. Presidente, cominciamo comunque dalla nuova fusione. Da quali presupposti nasce? E perché adesso l’allargamento guarda al Veronese?

“È stata un’operazione importante tra due banche importanti del territorio, che hanno tutte le carte in regola per essere com-

petitive. Abbiamo realizzato una fusione con una banca ambìta da molti altri istituti e che ci consente di entrare in un territorio importante come quello veronese, fondamentale per continuare a crescere. In questo modo diventiamo, insieme, una realtà che può avere i numeri per andare avanti da sola, in piena autonomia, con il rispetto del territorio, dei soci e dei clienti”. Quindi tutto nel solco di quel processo di aggregazione in corso nel credito cooperativo per formare realtà bancarie più competitive?

“Certo. Sotto l’aspetto organizzativo, una banca troppo piccola non riesce a dare il meglio: soprattutto dopo l’ingresso della Bce c’è stata una complicazione di normative e di adempimenti sempre più difficile da gestire per chi ha dimensioni troppo ridotte. C’è un processo di aggregazione per motivi organizzativi, dunque, e poi per aspetti di bilancio. Fino a dieci anni fa c’erano 40-45 banche di credito cooperativo in Veneto, oggi siamo in 20. Banca Alto Vicentino è una banca di ‘classe 1’, vuol dire che su quattro classi siamo nella migliore, e facciamo parte del gruppo Cassa Centrale Banca. Anche la banca di Vestenanova è di ‘classe 1’, ma cominciava ad avere un problema dimensionale, organizzativo. E ha scelto di venire da noi, così come avevano deciso di fare Pedemonte e Roana”.


Schio ◆ [9] Com’è che le altre banche, quando decidono di aggregarsi, vengono tutte in riva al Leogra?

“Perché abbiamo un modo di fare credito cooperativo che è ancora tradizionale, dove non c’è il grande che prende il piccolo, ma c’è un’unione di pari dignità per arrivare a una banca più forte, più patrimonializzata e più competitiva. E nel rispetto del territorio e delle persone che qui lavorano: con la fusione non abbiamo ridotto la pianta organica di nemmeno una unità.Anzi, uno degli obiettivi sarà crescere”. Ma queste aggregazioni, che creano una realtà più grande e geograficamente estesa rendendo di conseguenza necessario occuparsi di territori e realtà sempre più diversificate, non rischiano di andare ad annacquare la presenza della banca là dove è nata, cioè a Schio e in val Leogra?

“Questo è un tema importante. Si tratta naturalmente di non perdere l’attenzione verso il territorio, proseguendo sulla strada seguita finora. Non è che se si diventa più grandi si cambia la mentalità o la cultura legata al credito cooperativo, quindi a sostegno del territorio in cui si opera. Le fusioni con Pedemonte e Roana non hanno portato a diminuire la vicinanza alle proprie comunità, anzi. Del resto, nel nostro Cda sono presenti amministratori che rappresentano le realtà e le basi sociali di ogni territorio”. Adesso la dimensione raggiunta è quella giusta o ci saranno ulteriori allargamenti?

“Pensiamo che con questa operazione abbiamo raggiunto una dimensione più che adeguata. Poi non si sa mai, però non è necessario, abbiamo numeri che ci rendono competitivi”. Come avete visto affrontare la “tempesta perfetta” della pandemia dalle famiglie e dal mondo delle piccole imprese?

“Le famiglie, rispetto a una banca, sono generalmente di due tipi: ci sono quelle che depositano e quelle che non ne hanno la possibilità e chiedono finanziamenti, soprattutto importanti per l’acquisto della prima casa. In tema di mutui e rate, con l’emergenza pandemia è intervenuto immediatamente il governo a concedere le moratorie, bloccando di fatto tutte le rate. Noi dal canto nostro abbiamo concesso tantissime moratorie. Per le piccole aziende – commercianti, esercenti e piccoli artigiani – ci sono state le agevolazioni previste con il Decreto rilancio, provvedimento che ha permesso di sostenere quasi tutte le domande che ci sono arrivate”. Non ci sono state situazioni pesanti legate a difficoltà di far fronte ai pagamenti?

“Nella prima fase di lockdown molte imprese erano chiuse e temevamo che ci fossero molti insoluti, perché se io sono un fornitore e vendo a lei l’acciaio per fare la

macchina, se lei non ha liquidità non mi paga. In realtà ci sono stati insoluti minimi, del tutto ordinari, da tempi anti-Covid. Possiamo dire che qui la gente ha onorato gli impegni, ha pagato. È sintomatico di un tessuto economico sano, che funziona. Nel quale si è consapevoli che se nella catena di produzione uno non paga, rischia di saltare tutto il meccanismo. La catena ha funzionato ed è rimasta virtuosa: le banche hanno finanziato, i fornitori hanno fornito i materiali, la sublavorazione li ha pagati e poi ha fornito il semilavorato a chi produce il lavorato finito… Insomma, sistema funziona”.

Economia no programmi di crescita. Si sta riaprendo anche l’estero, che rappresenta il punto di forza del nostro tessuto produttivo. Come banca stiamo tornando a erogare crediti normali, che non sono derivanti da sostegni statali o da decreti, ma nascono proprio da scelte di investimento. Sono tutti segnali di ripresa che ci fanno essere fiduciosi nel futuro. Anche i bilanci 2020 che stanno arrivando non sono affatto male. Questa sembra un’isola in mezzo al mare in burrasca. Qui c’è ancora una grande tecnologia, e poi l’imprenditore qui è uno che non si stanca mai. Attualmente il problema non è tanto legato alla mancanza di lavoro, ma piuttosto all’aumento dei prezzi delle materie prime – ferro acciaio, zinco, materie di base per tante nostre produzioni - e soprattutto alla loro mancanza. Ci sono aziende ferme perché non trovano le materie prime”. Ma in definitiva, si può ritenere che il 2022 sarà l’anno del pieno ritorno alla normalità?

Adesso, dal suo osservatorio, che momento sta vivendo l’economia scledense e altovicentina in generale?

“Io sono fiducioso, sperando naturalmente che il problema sanitario vada un po’ alla volta a risolversi. Il mondo imprenditoriale della nostra zona, a parte le attività commerciali e della ristorazione, in qualche modo ha tirato avanti bene. Le imprese hanno fatto scorta di liquidità per prudenza, ma le aziende meccaniche, che rappresentano il settore più forte del territorio, stanno lavorando e sono tornate a investire in macchinari e tecnologia, han-

“Ecco, il momento della verità in effetti arriva adesso, con le moratorie che vanno a scadere. Finora siamo vissuti un po’ in un limbo. Nel momento in cui bisognerà ripartire a pagare i mutui e le imposte che sono state dilazionate, può essere che alcune aziende si troveranno con una concentrazione di scadenze e con una conseguente difficoltà di liquidità per sostenrre sia il ciclo produttivo che il ciclo finanziario e quello fiscale. Questo potrebbe essere un problema. Noi, dal canto nostro, abbiamo comunque riserve di liquidità per finanziare le imprese. Ci siamo”. ◆

Lo Schiocco Odissea per una festa Per una festa di laurea in quel di Schio, la signora aveva deciso di affittare uno spazio pubblico, in parte all’aperto, e di servire delle monoporzioni agli invitati. Per raccogliere informazioni sulle norme anticovid ha telefonato a una cinquina di uffici diversi. I vigili urbani hanno consigliato di rivolgersi al ministero (numero verde 1500). Al ministero, dopo due estenuanti attese di venti minuti l’una, le hanno detto che forse era meglio sentire la Regione Veneto, perché magari c’erano delle differenze rispetto alle linee naziona li. La Regione ha rimpallato all’ufficio Infocovid dell’Ulss 7, che gentilmente e giustamente ha osservato che si occupa di vaccini e non di fe-

steggiamenti ha consigliato di rivolgersi all’ufficio sanità pubblica. Dopo aver chiamato tre volte questo ufficio senza successo, la povera signora ha alzato bandiera bianca e, colta ormai da disperazione burocratica, ha richiamato l’ufficio Infocovid, dove gli addetti erano sembrati più disponibili: dopo un rapido giro di consultazioni si è arrivati al dunque: pass, termoscanner, raccolta dati e nominativi da conservare per una quindicina di giorni, monoporzioni; attenzione sempre e comunque agli incontri ravvicinati, anche a quelli del terzo tipo, sia mai. Festa di laurea? Forse piuttosto Odissea del Tramezzino. [M.D.Z.]


[10] ◆ Thiene Attualità

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l “papà” della fontana di piazza Scarcerle è stato per così dire trovato: a progettare il monumento con tracce di stile déco che ancora oggi zampilla acqua nel centro di Thiene fu un giovane Tommaso Buzzi, architetto lombardo a fine anni Venti, in età matura di fama riconosciuta. E intorno a questa paternità, ora attribuita con una certa sicurezza, anche la storia e l’età dell’opera sono state ricostruite con dovizia di particolari, e riportate fedelmente in un nuovo totem di recente installazione. La storica fontana della piazza di fronte alle sede centrale delle Poste e in prossimità delle scuole “Scalcerle”, ha quindi compiuto 90 anni dalla sua installazione, nel luogo dove si trova ancor oggi. Fu acquistata nel 1930 dal podestà di Thiene per conto del Comune, su proposta di un architetto bassanese – Francesco Bonfanti sarebbe il suo nome, ma si tratta solo di un’ipotesi - che la notò durante la mostra triennale di Monza, ai tempi “sotto” Milano. Un “affare”, secondo gli scritti d’epoca, visto che l’intera opera con tanto di posa compresa nel prezzo costò “solo” 6.500 lire. Una delibera del 17 febbraio 1931 lo conferma, con firma del podestà Luigi Rossi che parla di “favorevolissima occasione”. Questi e altri dettagli che sembravano ormai destinati all’oblio dei nove decenni trascorsi sono stati rispolverati, consentendo di arricchire di curiosità e particolari tecnici un totem informativo che ne racconta la storia e le caratteristiche, donato alla città dall’accoppiata Rotary e Rotaract di Thiene e Schio. La fontana è costituita da una grande vasca circondata da una balaustra ornata da panoplie, trofei marini, vasi e pesci stilizzati secondo un elegante stile neoclassico rivisitato in chiave di art déco. Tuttavia solo pochi thienesi erano a conoscenza del

Scoperto il “papà” della storica fontana Dopo ricerche risalite fino agli anni Trenta del Novecento, si è riscoperta l’origine del monumento di piazza Scarcerle. Costò 6.500 lire, pagate “in saldo” dal Comune.

suo valore storico e artistico. Infatti si era persa quasi del tutto la memoria delle sue origini. Solo di recente, a seguito di accurate ricerche, è stata classificata come una delle opere del celebre architetto lombardo. Tra le più apprezzate, con il senno di poi. Il progetto dell’opera venne presentato alla Triennale d’Arte di Monza nel 1930, come si legge in una rivista dell’epoca, “Domus”: “Tommaso Buzzi ha disegnato la grande balaustra da fontana che gli artigiani vi-

Il Carrefour diventa Tosano

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l marchio francese “Carrefour”, che circa 20 anni fa aveva rilevato quello spagnolo “Continente” degli albori all’apertura del centro commerciale, ora lascia il campo al veronese “Tosano”. Proprio alla vigilia del trentennale dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 1992. L’ipermercato interno per la vendita di pro-

dotti al dettaglio passa il testimone quindi, con data ufficiale fissata al 1 agosto. Nel frattempo i primi scaffali vuoti iniziano a comparire in questo caldo luglio, con buona pace dei clienti thienesi più affezionati, a cui fa da contraltare la trepidazione di quelli che invece hanno accolto di buon grado la notizia e attendono con fameli-

centini, ai quali è affidata la tradizione di quest’arte monumentale, hanno tradotto nella bionda pietra vicentina, tenera al lavoro che il tempo poi patina e indurisce”. Il pannello informativo è stato inaugurato ai primi di luglio, inserito in un totem in legno su un palazzo attiguo alla fontana, alla presenza delle autorità e dei rappresentanti delle associazioni che lo hanno ideato e donato alla cittadinanza. ◆ [O.D.M.]

ca sete di risparmio l’avvicendamento in corso. Da evidenziare che la galleria commerciale con i circa 40 negozi rimarrà sotto la gestione della multinazionale francese, visto che la cessione riguarda il solo ramo d’azienda del punto vendita, e che i circa 130 dipendenti dell’ipermercato avrebbero ricevuto garanzie di riassunzione, in attesa del “nero su bianco” con la mediazione dei sindacati. Sparirà, però, il reparto dedicato a informatica, tecnologia e telefonia. ◆



[12] ◆ Schio Attualità

Il rendering che mostra come dovrebbe essere il futuro dell’area ex Lanerossi una volta realizzati gli insediamenti previsti dal progetto. Nella pagina a destra la piantina particolareggiata dell’area con gli edifici e le altre opere previste

Stefano Tomasoni

Si inizia a vedere un futuro definito e un progetto concreto per l’area ex Lanerossi in zona industriale. È stato finalmente superato il “braccio di ferro” tra l’amministrazione comunale - che aveva espresso da tempo più che giustificate esigenze di un equilibrato riuso del territorio e delle sue funzioni - e la proprietà rappresentata dalla società “Immobili e Partecipazioni”, con i suoi programmi tesi inevitabilmente a un utilizzo dell’area economicamente redditizio. La giunta comunale ha adottato a fine giugno il Piano urbanistico attuativo (la sigla è brutta, ma tant’è: PUT) destinato a far rinascere un’area diventata ormai una sorta di assenza sempre più... presente nel tessuto della zona industriale e nel territorio scledense in generale. È il caso di riordare soltanto en passanti, in effetti, che l’area è quella dove per trent’anni ha battuto il più grosso cuore industriale cittadino, quello dei due stabilimenti della Lanerossi, che insieme arrivavano a un’estensione di oltre centomila metri quadrati coperti. Nel primo dei due “giganti” era concentrata la produzione di tessuti medi e pesanti, nel secondo si realizzavano le coperte e c’era il reparto della filatura cardata. A fine anni Sessanta, per dare l’idea di cos’era in quel momento l’azienda, erano in funzione 750 telai quasi tutti automatici, capaci di battere ogni anno 18 milioni di metri quadrati di tessuto. Oggi, quest’area abbandonata, che in totale insiste su una superficie di circa 320 mila metri quadrati, rappresenta uno spazio strategico, perché di fatto è l’ultimo ancora disponibile all’interno di una zona in-

Area ex Lanerossi, dica trentadue Tanti sono – appunto 32 – i lotti edificabili previsti nella grande area produttiva dismessa in zona industriale, così come definito dal Piano urbanistico presentato dalla proprietà e approvato dalla giunta comunale. Pare proprio che l’area vada verso un nuovo futuro. dustriale per il resto totalmente occupata e urbanizzata. Dunque, era necessario arrivare a darle un futuro in linea con i tempi, definendo con la proprietà un progetto chiaro e sostenibile: per l’ambiente, certo, ma anche per il tessuto commerciale cittadino, evitando il rischio che l’area possa diventare sede di qualche megastruttura di vendita capace di mettere ancora più in difficoltà il terziario scledense. Ecco dunque il risultato finale: nel Piano è prevista la realizzazione di 32 lotti edificabili, di cui 5 a destinazione commerciale,

“Negli ultimi tempi abbiamo ricevuto diverse richieste di spazi da parte di aziende per ampliare i propri stabilimenti – dice il sindao Valter Orsi -. Spazi che nella nostra zona industriale non ci sono più. Questo intervento garantirà, quindi, la possibilità per gli imprenditori di investire nell’ambito di una zona industriale d’eccellenza”.

situati ai margini dell’area, e 27 a destinazione artigianale-produttiva, per un totale di superficie di circa 190 mila metri quadrati. «Il PUA tiene in considerazione il rispetto della qualità architettonica degli interventi, da raggiungere sia impiegando materiali e finiture di valore che utilizzando cromie in armonia con le peculiarità ambientali e paesaggistiche dell’area circostante – spiega l’assessore all’urbanistica, Sergio Rossi -. La zona industriale di Schio è considerata la migliore in Veneto per caratteristiche estetiche e funzionali e tale deve rimanere». ll Piano prevede anche 5 mila metri quadrati di piste ciclabili che attraverseranno tutta l’area e collegheranno via Maestri del Lavoro con viale dell’Industria. L’ambiente sarà tutelato con una quota destinata al verde di circa 13 mila metri quadri di superficie pubblica e 63 mila di superficie privata. Sono previsti poi quasi 27 mila metri quadrati di viabilità interna, circa 3700 metri quadrati di marciapiedi e 15 mila metri quadrati di parcheggi. «Ora inizia il percorso di verifica da parte di Provincia e Regione e quello delle osservazioni per tutti i cittadini – dice il sindaco Valter Orsi -. Negli ultimi tempi abbiamo


Schio ◆ [13] ricevuto diverse richieste di spazi da parte di aziende che si trovano nella condizione di ampliare i propri stabilimenti produttivi. Spazi che nella nostra zona industriale non ci sono più. Questo intervento garantirà, quindi, la possibilità per gli imprenditori di poter investire nell’ambito di una zona industriale d’eccellenza, dotata di servizi e infrastrutture, innovativa e ricca di professionalità”. «Questo è solo l’inizio di un percorso che ci auguriamo possa portare allo sviluppo e riqualificazione dell’area – dice Maurizio Cornale, amministratore delegato di Immobili e Partecipazioni -. Siamo consapevoli che il lavoro che ci attende è molto impegnativo per la sua dimensione e per le sue caratteristiche, ma siamo certi della forza imprenditoriale di Schio”. Di certo ci vorrà una discreta quantità di tempo per vedere diventare realtà, in tutto o almeno in parte, il progetto che si intuisce nel rendering che pubblichiamo qui sopra. Ma dopo averne visto passare così tanto nell’abbandono, a spaventare non sarà il tempo necessario per veder rinascere questo rettangolo che ha segnato la storia industriale del secondo Novecento scledense. ◆

Attualità

Recupero delle masiere, arrivano i contributi Il Comune ha pubblicato un bando per il finanziamento di interventi di recupero e conservazione dei muretti a secco. L’importo stanziato è di 30 mila euro complessivi

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alvaguardare il territorio collinare e montano e tutelare il paesaggio agrario, valorizzandone le peculiarità. Per perseguire questi obiettivi l’amministrazione comunale ha pubblicato un bando per il finanziamento di interventi di recupero e conservazione dei muretti a secco, meglio conosciuti come “masiere”. L’importo stanziato è di 30 mila euro complessivi ed è garantito il finanziamento degli interventi in linea con i requisiti del bando fino a esaurimento delle risorse. Il contributo riconoscibile è pari a 100 euro a metro quadrato fino a un massimo di 3 mila euro. Potranno beneficiarne i proprietari, conduttori

o possessori delle aree interessate e le imprese agricole singole o associate. Gli interventi potranno essere realizzati unicamente sul territorio collinare e montano scledense e non devono prevedere l’impiego di materiale legante e cementizio. Le domande per ottenere i contributi devono essere presentate entro il 10 settembre e le opere finanziate dovranno essere concluse entro il 31 maggio 2022. «Questo bando, primo nel suo genere per Schio, era in cantiere già dallo scorso anno – spiega l’assessore alle politiche collinari e rurali, Alessandro Maculan –. Si tratta di un’operazione importante non solo dal punto di vista della salvaguardia del territorio,

ma anche dal punto di vista culturale. Le masiere hanno una tradizione millenaria nella nostra zona, che risale al XII secolo. Sono state realizzate come vie di comunicazione per scendere a valle da parte delle popolazioni montane e per rendere coltivabili alcune aree che per pendenza naturale non potevano esserlo. Senza contare che i muretti a secco sono stati riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Il ripristino e la conservazione di queste strutture murarie, poi, sono fondamentali per la tutela del territorio sotto il profilo idrogeologico. I muretti a secco sono da secoli parte integrante del paesaggio collinare del Tretto e Monte Magrè e sono armoniosamente inseriti nel contesto naturale circostante, ma necessitano di risorse e manutenzione per la loro conservazione, oltretutto mediante tecniche ormai quasi perdute». Per promuovere la valorizzazione delle masiere è previsto anche un corso di formazione per apprendere le corrette tecniche di recupero, tenuto da esperti dell’associazione trentina “Sassi e non solo”. In programma in ottobre, il corso è organizzato in collaborazione con il Cai di Schio ed è a frequenza obbligatoria per chi presenterà richiesta di contributo. ◆




[16] ◆ Schio Attualità Una delle associazioni protagoniste è Ecotopia: “Abbiamo lavorato molto per un programma che permetta a bambini e ragazzi di passare bene l’estate giocando, imparando, stando a contatto con la natura, in sicurezza”, dice Ezio Sartore.

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Mirella Dal Zotto

olte e variegate sono le proposte dei centri estivi in città, rivolte a bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni; le attività sono organizzate da associazioni e società sportive scledensi e promosse dall’amministrazione comunale, che ha messo a disposizione gratuitamente edifici pubblici, scuole e impianti sportivi. Da giugno a settembre, dal lunedì al venerdì, le famiglie hanno la possibilità di scegliere i tempi di attività più adatti: mezza giornata, giornata intera, una settimana o più, con o senza pasto; le tariffe sono variabili e sono previsti sconti per l’iscrizione alla stessa attività di fratelli e sorelle. Nel “cartellone” di quest’anno non mancano natura, sport e musica. La cooperativa Ecotopia propone giochi, passeggiate, laboratori immersi nel verde del Tretto e di Magré. Nei locali della scuola primaria “Palladio” e della scuola dell’infanzia “SS. Trinità”, invece, l’associazione “Fate per Gioco” organizza laboratori ricreativi, giochi a tema e piccole escursioni, così come l’associazione “Quelli di Strass” negli spazi della scuola “don Gnocchi”. Per chi ama lo sport, invece, ci sono corsi di tennis full time con il Tennis Club, corsi di minibasket e nuoto con il Famila Basket Summer Camp, attività di avviamento allo sport con Novatletica nell’area aperta dello stadio di via Riboli e giornate dedicate al calcio, al rugby e alla pallavolo con Junior Camp allo stadio “Nelson Mandela”. Non mancano le attività dei Salesiani nell’oratorio di Via Marconi e il centro estivo “Summer in Wonderland” della cooperativa Mano Amica nei locali della scuola elementare Rosmini. Mano Amica organizza anche un servizio estivo per bambini e ragazzi dai 6 ai 14 anni con disturbi del neuro–sviluppo per divertirsi insieme, incrementando le capacità sociali e le au-

L’estate dei bambini Molte sono le proposte dei centri estivi in città, rivolte a bambini e ragazzi dai 3 ai 18 anni; le attività sono organizzate da associazioni e società sportive scledensi. Nel “cartellone” di quest’anno non mancano natura, sport e musica.

tonomie, nel rispetto delle peculiarità di ognuno. Per i bambini della primaria e i ragazzi delle medie, inoltre, sarà possibile partecipare ad “AgriEstate”, una proposta itinerante tra le fattorie didattiche del territorio, nell’ambito del progetto Paesaggi Didattici, nato dalla collaborazione tra venti aziende agricole locali, i Comuni di Schio, Malo, Marano e l’Ulss 7 Pedemontana. L’Accademia Musicale di Schio organizza un programma di quattordici settimane dedicate ad arte, teatro e musica. Anche le Canossiane, autonomamente, stanno realizzando per tutto luglio attività estive per i bambini di prima e seconda elementare. “Lo scorso anno i centri estivi sono stati un grande respiro dopo una lunga apnea dice Ezio Sartore della “storica” Ecotopia -. Oggi è palpabile l’energia accumulata che vuole trovare uno sbocco e cerchiamo che ciò avvenga senza dimenticare la lezione che questo periodo sta provando a insegnarci. Pesa sempre lo spettro del Covid, un’ombra cupa che ha intaccato la libertà e talvolta anche la fiducia. Ce ne rendiamo conto perché siamo condizionati costantemente dalla progettazione all’esecuzione

di tutte le nostre attività, le poche che siamo riusciti a realizzare nelle scuole a maggio e quelle che abbiamo avviato o sono in corso per l’estate. Non è certo un periodo facile e le difficoltà tendono a prevalere sulle soddisfazioni ma comunque, in base all’età, abbiamo lavorato molto per la messa a punto di un programma che permetta a bambini e ragazzi di passare bene l’estate Giocando (con la G maiuscola), imparando, stando a contatto con la natura, in sicurezza. Noi facciamo scoprire il quartiere, le colline che permettono brevi passeggiate, i sentieri meno frequentati… Avevamo tutti un po’ dimenticato la dimensione del fuori porta, non ci accorgevamo che lungo il tragitto per andare al Pian delle Fugazze o a Posina esistono numerose valli secondarie, contrade, percorsi che non abbiamo mai conosciuto, dimensioni ‘local’ di scoperta introspettiva”. «Quest›anno i centri estivi sono un’occasione particolare per bambini e ragazzi – asserisce l›assessore all›istruzione Katia De Munari –. Le realtà del nostro territorio che organizzano queste proposte si sono sempre rivelate fondamentali per la crescita, che passa soprattutto attraverso le relazioni, l›amicizia e l›attività sportiva. I centri estivi sono un’opportunità per far vivere a bambini e ragazzi l›estate che si meritano, dopo un anno particolarmente complesso». Grazie a fondi ministeriali, tutte le scuole di Schio si sono attivate per promuovere da fine agosto a inizio anno scolastico una nutrita serie di laboratori gratuiti ludico-formativi, con personale interno ed esterno: un’ulteriore e qualificata proposta per permettere a bambini e ragazzi di socializzare e imparare divertendosi. ◆


Schio ◆ [17] Attualità

Per il turismo è ora di puntare sulla natura I siti dell’archeologia industriale sono spesso chiusi e le sistemazioni in città vengono percepite come troppo costose rispetto a ciò che viene offerto dal nostro centro urbano: è ora di pensare a come rileggere l’offerta turistica del territorio

C

Camilla Mantella

i siamo più volte occupati, su questo mensile, dell’attrattività turistica del nostro territorio. Dall’ultima volta che ne abbiamo scritto, il portale VisitSchio.it è cresciuto e si è arricchito di contenuti, diventando una vetrina esaustiva sull’offerta turistica scledense. Su Tripadvisor l’area del nostro Comune più commentata e apprezzata è nel frattempo diventata quella del Tretto, che ha superato di gran lunga gli spazi di archeologia industriale, peraltro purtroppo per la maggior parte chiusi. Sembra che, soprattutto dopo il successo del centenario della Strada delle 52 Gallerie, le persone cerchino un’offerta turistica meno concentrata sui fasti del passato industriale e più focalizzata sulla promozione del paesaggio naturale e del turismo verde e lento. Tutto in linea con quelle che sono le tendenze del viaggiare contemporaneo, sopratutto post pandemia, che fa rima con esperienze in mezzo alla natura e vacanze più attive. Sulla carta sembra che ci siamo, dopo anni passati a capire se la città potesse ritagliarsi degli spazi di sviluppo economico alternativi a quelli prettamente industriali fiaccati pesantemente dalle crisi degli anni 2000. Eppure, non decolliamo. Schio non è

percepita come una destinazione turistica. Persino altre zone della regione con una storia turistica meno importante alle spalle, riescono a emergere con più sicurezza. Il problema, come spesso accade nell’Alto Vicentino, ha molto a che fare con attività che lavorano in solitaria, senza una vera e propria regia che coordini tutti gli sforzi e

“Prenotare un appartamento o una camera d’albergo a Schio è sempre stato difficile e più costoso rispetto a località vicine con più attrazioni come Vicenza, Bassano, Marostica o Padova”, osserva Lynda Myers, statunitense che vive da anni a Schio. che dia all’offerta turistica un’identità precisa e differenziata rispetto ad altri territori. Chi arriva nota sistemazioni troppo care rispetto a ciò che si percepisce che la città possa dare: i prezzi, facendo un giro sulle piattaforme di prenotazione viaggio più note, sono in linea con quelli di destinazio-

ni turistiche più conosciute e le persone, probabilmente, si aspettano di pagare meno da una città che sentono offrire meno. “Prenotare un appartamento o una camera d’albergo a Schio è sempre stato difficile e più costoso rispetto a località vicine con più attrazioni come Vicenza, Bassano del Grappa, Marostica o Padova” - commenta Lynda Myers, statunitense che vive da anni a Schio e che, per lavoro e per piacere, ha viaggiato a lungo attorno al mondo -. Molti hotel sono specializzati nella clientela che si sposta per affari: le loro camere sono piuttosto costose per quello che offrono, spesso risultano prenotate e chiudono nel periodo estivo. Alcuni di questi alberghi mancano di fascino e potrebbero essere ubicati ovunque nel mondo, proprio per il tipo di clientela a cui si rivolgono, senza contare che sono spesso situati fuori dal centro. Negli anni abbiamo ospitato parenti ed amici in queste strutture, dovendo di fatto farci carico dei loro spostamenti. Su AirBnB l’offerta è inadeguata: pochissimi sono gli appartamenti che vengono affittati per intero. La maggior parte sono camere in dimore dove convivere con i proprietari: stanze molto essenziali, proposte a prezzi troppo cari rispetto ad altre città. Pensiamo poi all’offerta turistica: Schio ha un’archeologia industriale eccezionale, ma gran poco può essere visitato. La Fabbrica Alta cade a pezzi e nonostante questo continua ad essere descritta come il cuore pulsante della città. Realtà come Prato o Stia, in Toscana, hanno trasformato le loro ex fabbriche tessili, con spazi enormi, in straordinari musei che attirano visitatori internazionali”. Probabilmente con le forze e le disponibilità attuali avrebbe più senso puntare sulla natura e le attività outdoor, più che sull’idea di un grande passato che viene promosso senza che, una volta arrivato, il visitatore ne possa fruirne. Le premesse per una rilettura dell’offerta turistica scledense – e le piattaforme per farlo - ci sono. Negli ultimi anni il Tretto ha ospitato l’apertura di agriturismi green e vegan, ristoranti stellati, B&B meravigliosi che hanno recuperato antiche contrade e molti progetti – come quello sulle Colline di Schio – sono stati promossi per valorizzare l’area. Bisogna però lavorare su una sua reale rivitalizzazione e su una regia forte e consapevole, capace di superare le croniche diffidenze di una zona che non si è mai davvero aperta all’esterno. ◆


[18] ◆ Schio Politica

E

Elia Cucovaz

conomia ed ecologia: due parole assonanti, ma che in passato non sembravano poter andare più di tanto a braccetto. La necessità di far procedere questi due concetti su un unico binario è uno dei temi ricorrenti di questa conversazione con l’assessore al bilancio, tributi e patrimonio del Comune di Schio, Matteo Trambaiolo. Una chiacchierata partita da un argomento molto terra-terra - il nuovo bidone per il rifiuto “secco” - per arrivare a considerazioni personali sul senso dell’impegno politico: “Sì, sono un assessore “tecnico”. Ma non credo ai tecnici in politica. Questa parola dovrebbe significare impegno per gli altri, ma oggi viene ingiustamente svilita”. Assessore Trambaiolo, partiamo da un argomento che non è direttamente di natura finanziaria, ma che ha comunque un impatto significativo sul bilancio del Comune: la raccolta dei rifiuti. Il nuovo bidone del “secco” fa discutere. Ma ci farà anche risparmiare?

“Il cambiamento nel sistema di raccolta porta a porta, a partire dal prossimo ottobre, è legato ad alcune criticità emerse nell’uso dei sacchetti microchippati. Detto questo, la scelta di usare il nuovo contenitore porta diversi vantaggi sia sotto l’aspetto ecologico che economico. Tra i primi, ad esempio, c’è il fatto che, essendo più capiente, permetterà un minore numero di esposizioni in strada, che si traducono in minori emissioni legate alla raccolta”. E sul piano economico?

“Sotto questo aspetto le efficienze che ne derivano sono numerose. La stessa minore frequenza di conferimento avrà un impatto anche sui costi del servizio di raccolta, inoltre si potranno utilizzare mezzi diversi da quelli attuali con una ottimizzazione anche dell’impiego di risorse umane. Infine il Comune eviterà di acquistare grandi quantità di sacchetti con microchip, il cui costo, va ricordato, sarebbe stato pur sempre a carico della collettività”. E che conseguenze avranno questi risparmi sulla tassa sui rifiuti pagata dagli scledensi?

“Sarebbe irrealistico dire che questa iniziativa si tradurrà in una riduzione della Tari. Il nostro obiettivo è quello di razionalizzare il servizio oggi in modo da non vedere domani un aumento incontrollato dell’imposta. È noto infatti che il costo della gestione dei rifiuti, che deve essere coperto dalla Tari, non è destinato a diminuire. Anzi. Ed essendo uno degli obiettivi primari

“Puntiamo a evitare aumenti delle imposte locali” “Il 2020 per la città è stato un anno pesantissimo che ha obbligato a rivedere priorità e obiettivi – dice l’assessore al bilancio, Matteo Trambaiolo -. Il Comune non solo ha retto, ma siamo anche riusciti a investire 6 milioni di euro in lavori pubblici, cifra non lontana dalla media degli ultimi anni”.

di questa amministrazione quello di evitare aumenti delle imposte locali riteniamo che la nostra impostazione consentirà di contenere la spesa per il futuro molto più di quanto sarebbe stato possibile con l’attuale sistema”. Quindi tanto vale abituarsi all’idea che il bidone arriva nelle nostre case per restare...

“Ci sono realtà, anche in Veneto, in cui contenitori simili sono utilizzati anche per il vetro e la plastica. Certo sarà difficile pensare di tornare indietro senza una radicale evoluzione del nostro rapporto con la produzione di rifiuti. Un cambiamento che francamente non si vede all’orizzonte, anche se bisogna dire che la mentalità sta mutando. Da questo punto di vista le politiche pubbliche possono avere - e stanno avendo - un ruolo guida importante. Tanto che oggi vediamo che sempre più imprese stanno cogliendo le opportunità legate alla transizione ecologica. Un altro esempio in questo senso sono i bonus per le riqualificazioni energetiche degli edifici: tantissimi scledensi stanno approfittando di questa occasione che ritengo epocale”.

Un altro tema che non riguarda direttamente le sue deleghe di assessore, ma visto che l’ha introdotto lei…

“Anche in questo caso la nostra amministrazione ha fatto delle scelte che si riflettono sul bilancio. Gli uffici comunali infatti stanno ricevendo da parte dei professionisti moltissime richieste di documentazione necessaria per ottenere le agevolazioni statali e questo ha comportato un aumento di carichi di lavoro. Abbiamo deciso quindi di potenziare le strutture coinvolte, in modo da poter rispondere velocemente ai cittadini che intraprendono questa strada, già di per sé abbastanza tortuosa. Vogliamo che gli scledensi possano sfruttare al massimo questa opportunità che porta benefici sul piano individuale, ma con ricadute positive anche per la collettività e riguardano l’economia e l’ecologia. Da una parte si velocizza il rinnovamento degli edifici che grazie a una maggiore efficienza porta a diminuire le emissioni di CO2, dall’altra, riducendo il fabbisogno energetico, si affronta uno storico problema italiano che è la dipendenza dalle importazioni di idrocar-


Schio ◆ [19] buri. E infine si aiuta un settore trainante quello dell’edilizia - che è stato fortemente colpito prima dalla crisi economica e ora anche da quella legata alla pandemia”. Oltre che sulle imprese il Covid ha avuto un impatto anche sulla finanza pubblica. In che condizioni si trova quella di Schio dopo un anno e mezzo di pandemia?

“Il 2020 per la città è stato un anno pesantissimo, che ha obbligato a rivedere priorità e obiettivi. Per gestire l’emergenza è stato stanziato nel complesso circa 1 milione di euro. Da assessore al bilancio, però, sono orgoglioso di poter dire che non solo il Comune ha retto, ma che siamo anche riusciti a investire 6 milioni di euro in lavori pubblici: cifra non lontana dalla media degli ultimi anni. E questo senza creare nuovo debito: un altro principio cardine della nostra amministrazione. Dal 2014 al 2020, nei due mandati di Orsi, l’indebitamento della città è sceso da 37 a 29 milioni”. Quindi da dove sono arrivate le risorse necessarie a gestire l’emergenza e finanziare i nuovi investimenti?

“Un ruolo importante lo hanno avuto i trasferimenti statali, soprattutto nel sopperire alle mancate entrate dovute alla sospensione delle attività economiche. D’altra parte la stessa struttura comunale è stata

estremamente attiva e coinvolta nello studiare metodi per essere di supporto alla cittadinanza. Nel mio ambito di competenza, ad esempio, gli uffici hanno fatto sforzi notevoli per reperire tutte le risorse possibili senza uscire dai parametri di legge e senza mettere a rischio la stabilità finanziaria sul medio periodo”. E i risultati?

“Grazie a questo grande lavoro ad esempio è stato possibile posticipare il pagamento delle imposte comunali a settembre - parliamo di oltre 8 milioni di euro. Una manovra non semplice se si considerano i flussi di cassa di un ente come il Comune di Schio. Un altro risultato di cui sono orgoglioso, ottenuto grazie al contatto costante con le categorie economiche, è la riduzione dell’Imu per le attività proporzionale alla durata delle chiusure forzate subite”. Cosa si aspetta per prossimo futuro?

“Il grande obiettivo da centrare ora è il Recovery Plan. Un’occasione che richiederà ancora un grande lavoro per la struttura comunale per cogliere le risorse che ci saranno a disposizione e realizzare molti progetti legati alla transizione tecnologica ed energetica e all’adeguamento delle strutture comunali. Alcuni li abbiamo già pronti nel cassetto, ma cercheremo il

Politica coinvolgimento di tutte le forze politiche cittadine per raccogliere idee e proposte e per condividere obiettivi che - come dice il nome stesso del piano: Next Generation EU - devono guardare non al mandato elettorale, ma alle future generazioni”. E nel suo futuro? La sua intenzione sarebbe quella di continuare l’impegno nella politica scledense?

“Per me la politica è una passione che ha radici lontane. Ma l’amministrazione è un impegno gravoso e sento di non potermelo assumere ancora. Mi rendo conto, tuttavia, che lo svilimento della politica a cui assistiamo ormai da anni stia portando a una “crisi di vocazione”, in particolare per quanto riguarda l’ambito locale”. È un invito alla “next generation” a farsi avanti?

“Più che altro è la constatazione che nella vita, oltre alle soddisfazioni che possono arrivare dalla famiglia e dal lavoro, ci sono anche quelle legate al fare qualcosa per gli altri. Ed è questo lo spirito con cui si può avvicinarsi alla politica locale, che comporta anche dei sacrifici, ma è anche un modo di mettersi al servizio della comunità”. ◆



Thiene ◆ [21] Attualità

Maturandi a scuola in trattore Alcuni studenti di quinta dell’indirizzo agrario del “Ceccato” di Thiene si sono presentati a scuola a bordo dei macchinari agricoli. Strappando sorrisi

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er chi naviga da tempo nel mare placido (si fa per dire) degli “anta”, l’associazione di idee immediata è con il mitico Artemio, “Il ragazzo di campagna” interpretato da Renato Pozzetto in un film “rustico” ma di culto nel filone della comicità italiana, girato nel 1984.Allora era lui a “sfrecciare” (anche qui si fa per dire) nel traffico di Milano, con il Duomo sullo sfondo, a bordo di un macchinario agricolo.

Nelle scorse settimane la stessa emozione è toccata, prima di sostenere l’esame di maturità, a qualche studente di quinta superiore dell’Itet “Ceccato” di Thiene, indirizzo agrario ovviamente, presentatosi a scuola alla guida di un trattore. Erano almeno 5 o 6, di diversi modelli ed equipaggiati perfino con i clacson “melodici”. Dalla campagna alla città, anche in questo caso, insomma, sì per ridere e scherzare

Strabacino Day, buona la prima Una serie di eventi intrecciati con sullo sfondo l’area delle Risoergive tra Villaverla e Caldogno

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rotagonisti l’area delle Risorgive e del bacino di laminazione come cornice, ma anche i bambini seguiti dalla Fondazione Città della Speranza ai quali è stata dedicata la giornata e, non ultimi, i vigili del fuoco che si sono cimentati in una corsa. E hanno fatto divertire tanti piccolo apprendisti pompieri per un giorno. Si è svolta con successo di meteo e di pubblico, e ha unito i comuni di Villaverla e Caldogno, la prima edizione della “Straba-

cino Day”, che ha attirato tante famiglie della zona, runners sul circuito immerso nella natura e i più aitanti tra i pompieri con la passione della corsa giunti da mezza Italia per la sfida di categoria. Una novità che ha dato il benvenuto all’estate, accontentando sia gli amatori che si sono goduti la camminata non competitiva sia chi si è cimentato nelle diverse gare nel corso della giornata: le 10 km open, quella per gli appassionati di nordic oltre alla corsa riservata agli operatori delle Fiamme Rosse.

ma anche come simbolo significativo del legame con la terra. Nel senso di suolo da cui ricavare risorse e sostentamento, il bene basilare più prezioso insieme all’acqua. Nessun intralcio al traffico cittadino, scene ben diverse dalla pellicola ironica sopracitata con ambientazione meneghina. Tra l’altro, con preventiva informazione al sindaco e soprattutto al comando di polizia locale per autorizzare la “capatina” in centro a bordo di un macchinario più a proprio agio a dissodare i campi che sull’asfalto. I maturandi che avevano a disposizione il mezzo agricolo dalle attività di famiglia hanno scelto l’ultimo giorno di lezioni per la passerella fino al parcheggio dell’istituto Ceccato, facendo divertire gli altri studenti delle classi alle finestre e anche i docenti. Risate e goliardia che non si sono fermate qui: basti pensare a uno scherzo riuscitissimo fatto a un insegnante prossimo alla pensione, che si è ritrovato l’auto coperta di post-it colorati con tutte le sue sue “frasi celebri” pronunciate dalla cattedra. Poi, per dimostrare la… maturità messa per un attimo da parte in un clima di lecita allegria, ci sono stati gli esami con la prova unica orale.A seguire, quella “pratica” delle vacanze per tutti. ◆ [O.D.M.] Un multievento intitolato “Strabacino Day“ in omaggio all’area naturale che si snoda dalla frazione di Novoledo fino alle Risorgive del Bacchiglione, con il centro Sport Power Arena di Villaverla a far da quartier generale e scendere in campo per affiancare la Fondazione, a favore della ricerca sulle malattie oncologiche infantili. “Un modo per ripartire e riavvicinarsi” come avevano spiegato alla vigilia i promotori. E anche per valorizzare un’area cruciale nella prevenzione agli effetti del maltempo, legata alle opere di contrasto alle esondazioni fluviali, a 10 anni e oltre dalla sua ideazione. Collaudata “sul campo” a dicembre 2020 per la prima volta. Evento clou della giornata è stata la “Marcia della Ricerca”, su tre percorsi adatti a tutti sulle distanze di 5, 7 e 10 chilometri. Poi nel tardo pomeriggio le gare con la Strabacino vera e propra – in 300 gli atleti al via - e le competizioni riservate ai pompieri e alla tappa del circuito del nordic walking. Con il valore aggiunto del Trofeo Supereroe che ha visto al via una ventina di ragazzi con disabilità e circa 60 corridori in formato… mini alla Minirun dei più piccoli. Scontata la riedizione per il 2022. ◆ [O.D.M.]


[22] ◆ Schio Cultura e spettacoli

“Sbandi Musicali è un progetto sul quale crediamo molto – dice l’assessore Barbara Corzato -. Permette di diffondere cultura attraverso la musica e allo stesso tempo ha un valore educativo legato all’esperienza di crescita condivisa con i propri pari”.

“S

Mirella Dal Zotto

bandi musicali” è un’interessante iniziativa nata cinque anni fa, nel tentativo di dare spazio a una delle esigenze giovanili più diffuse, quella cioè di poter esibirsi in pubblico, su un palco o comunque in uno spazio adeguato. L’amministrazione comunale interviene a favore dei giovani partecipanti sostenendo le spese di affitto delle location, pagando direttamente i diritti d’autore e impostando un piano di comunicazione adeguato alla promozione delle iniziative: mica poco, in un mondo come quello musicale che richiede quasi sempre spese per poter farsi conoscere. L’organizzazione è seguita da un tecnico senior, esperto in organizzazione di eventi, che accompagna i ragazzi trasmettendo anche le competenze necessarie a quelli che volessero in seguito procedere in modo autonomo. Negli anni pre-pandemia erano state raccolte diverse richieste, sia da band che volevano esibirsi dal vivo nel periodo estivo (ad esempio nell’anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra), sia da parte di vere e proprie composizioni orchestrali, anche molto numerose, che avevano invece bisogno di un palco coperto o di un teatro come il Civico. Ovviamente il 2020 è stato l’anno più critico, quello in cui i gruppi hanno riscontrato più difficoltà, legate ovviamente alle restrizioni dettate dalla pandemia: alcuni hanno rinunciato mentre altri, come le CapGirls Giulia e Ilenia, sono riusciti a realizzare il loro progetto musicale nel mese di luglio dello scorso anno, rispettando tutte le regole imposte dai protocolli previsti per l’emergenza sanitaria. Quest’anno, finora, è stato organizzato un concerto presso il parco di Palazzo Bo-

Così i giovani “sbandano” bene “Sbandi musicali” è un’iniziativa nata cinque anni fa per dare spazio a una delle esigenze giovanili più diffuse, quella di poter esibirsi in pubblico, su un palco o in uno spazio adeguato.

schetti, alla presenza di un pubblico di circa duecento persone e venerdì 11 giugno è stata la volta dell’Ensemble TronZanella nella Chiesa di S. Francesco, trasmesso in streaming su canale youtube. Dal 23 al 28 agosto, negli spazi del Faber Box, è stato programmato uno stage di violoncelli dell’Associazione ArchiSonanti, aperto a tutti i giovani, anche neofiti, che desiderano prendere parte a questa esperienza di residenza musicale. Il laboratorio, condotto da maestri ed educatori, si concluderà con un evento musicale aperto al pubblico, domenica 29 agosto, nell’anfiteatro di Palazzo Toaldi Capra. Agli “Sbandi” hanno finora partecipato le orchestre degli indirizzi musicali delle scuole di Schio, Piovene, Marano Vicentino, l’ensemble dell’IIS Tron Zanella, il coro inclusivo del Liceo Martini, il duo CapGirls, la band giovanile Backwater, la formazione musicale Egoway e l’Associazione Archisonanti. In cinque anni sono state registrate oltre cinquecento presenze di giovani musicisti, che hanno potuto sperimentare la bellezza della musica d’insieme e l’esperienza dell’essere ascoltati e applauditi da un pubblico. “Sbandi Musicali è un progetto vincente sul quale crediamo molto – dice l’assessore Barbara Corzato. - Permette di diffondere cultura attraverso la musica e allo stesso tempo ha un valore educativo legato all’e-

sperienza di crescita condivisa con i propri pari, con percorsi di musica d’insieme e di cittadinanza attiva, in cui i giovani si sentono da un lato valorizzati dal pubblico che li ascolta, dall’altro responsabili della promozione e della realizzazione di un evento. Da non sottovalutare poi il fatto che “Sbandi Musicali” consente di intercettare dei giovani talenti da seguire”. ◆

Partito anche “Cinema Estate”

A metà giugno è partito anche Cinema Estate, organizzato come di consueto da Cineforum Altovicentino nell’anfiteatro di Palazzo Toaldi-Capra. Trentatré le pellicole in programmazione, a cui si aggiungono cinque documentari di Internazionale, in lingua originale con sottotitoli in italiano. Si raccomanda la prenotazione sul sito cinemapasubio.it, in quanto la capienza in anfiteatro è ridotta nel rispetto delle norme anticovid. Il biglietto costa sei euro, ridotti a cinque per under 14, over 65 e soci del Cineforum. [M.D.Z.]



[24] ◆ Schio Cultura e Natura

È

aperta fino al 26 settembre al Lanificio Conte la mostra dedicata ad Antonio Caregaro Negrin, architetto di Alessandro Rossi, in occasione dei 200 anni dalla nascita (13 giugno 1821). Il Comune, in collaborazione con l’associazione Trama, propone un percorso espositivo per scoprire la storia e le opere di un personaggio che ha segnato profondamente la città. All’inaugurazione, presenti il sindaco Valter Orsi, il sindaco di Marano e consigliere delegato provinciale per la cultura Marco Guzzonato, il pronipote ed omonimo Antonio Caregaro Negrin, è la dirigente del Comune Lidia Zocche ha annunciato una nnaio sulle opere mostra fotografica a gennaio cia a cura del Cirsparse in tutta la provincia nse e una pubblicolo Fotografico Scledense cazione redatta da una nota studiosa riale scledell’archeologia industriale ta Ricatdense, la prof. Bernardetta ti Tavone. azione Alla nutrita documentazione ernaesposta in mostra si alternaiali e no contributi multimediali pone la voce di un attore propone alcuni passi tratti dagli scrititetto ti e dai discorsi dell’architetto archisu temi a lui cari: l’arte, l’archiisitatotettura e il paesaggio. I visitatogire con ri possono inoltre interagire edere a uli materiali esposti e accedere

Caregaro Negrin, l’architetto di Schio Fino a fine settembre è visitabile al Lanificio Conte la mostra realizzata in occasione dei 200 anni dalla nascita dell’uomo che ha progettato la Schio di Alessandro Rossi.

teriori conte contenuti resi disponibili attraverso Q QR code e schermi touch screen. L’esposi L’esposizione si articola in più sezioni viene presentata la fisezioni: gura d dell’architetto dagli esornell di nell’impresa di famiglia, agli studi e ai modelli di riferimento fino all’esperienza di patrioing ta e ingegnere militare; si passa poi alle realizzazioni più importanti ese eseguite a Schio, con tre sotto-sezioni sul Giardino Jacquard, il O Quartiere Operaio, le strutture scola-

stiche e di servizio; si prosegue sul ruolo centrale che Caregaro Negrin ha avuto nei maggiori dibattiti culturali del tempo, come quelli sullo stile, sull’arte del giardino e sul restauro; si fornisce una panoramica su chiese, palazzi, piazze e monumenti cittadini che portano l’impronta del suo intervento, con un excursus sulle numerosissime realizzazioni in provincia, attraverso una mappa interattiva. Il percorso su Caregaro Negrin continua infatti al Museo del Risorgimento e della Resistenza di Vicenza, a Villa Zileri Motterle di Monteviale e al Municipio di Arzignano. ◆ [M.D.Z.]

Il Gruppo Caronte in quattro concerti

L’

Agriturismo Maggiociondolo a San Rocco di Tretto ha ospitato il primo dei quattro appuntamenti della rassegna estiva di musica e arte nelle nostre zone collinari e montane. Protagonista assoluto il Gruppo Caronte, che gli scledensi, e non solo, hanno conosciuto e apprezzato già lo scorso anno e che si è di recente esibito con successo alla Fonderia VDP. A San Rocco, dunque, il gruppo ha proposto “Il Sole eterno”, omaggio al tenore dei tenori, Enrico Caruso, nel centenario della sua morte. Opera, arie da camera e canzoni napoletane sono state proposte in un mix originale dalla voce rock di Luigi Signori e da quella del tenore napoletano Francesco Tuppo.

La seconda data è stata programmata a Bosco di Tretto, all’Agriturismo Picchio Bruno; si tratterà di un suggestivo concerto all’alba, ripetendo così un’esperienza molto gradita dal pubblico anche lo scorso anno: alle 5.30 del 24 luglio si avrà modo di ascoltare il repertorio e la storia dei Beatles, partendo dal primo brano in classifica fino all’ultimo album, uscito dopo il loro scioglimento. A Dante Alighieri, invece, sarà dedicata la serata del 12 agosto, alle 21: “Il cielo di Dante. Cosmologia dantesca” sarà un dialogo di musica e parole con la partecipazione dell’astrofisico Fabio Peri, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Milano. I brani di Bob Dylan, Lou Reed, Prince, Nirvana e i Clash saranno poi i protagonisti dell’ultimo appuntamento della rassegna,

intitolato “Onda D’Urto – Musicisti di Rottura”, programmato per il 22 agosto a Monte Magrè, alla trattoria Da Bocale, in orario da definire. Gli appuntamenti della rassegna sono gratuiti, ma è necessaria la prenotazione allo 0445691285. ◆ [M.D.Z.]



[26] ◆ Schio Sport

S

L’area di arrivo della corsa. Sotto, Maria Pia Chemello, “punta di diamante” di Sportrace, già campionessa mondiale di corsa in montagna

Alessandro Rossato

i scrive “7,8km-1200 D+”. E si legge fatica, sudore, ma anche tanta soddisfazione. Perché quella che ai più potrebbe sembrare un’astrusa formula matematica, in realtà altro non è che lo SportRace Vertical sotto forma di numeri, ovvero una delle più impegnative e affascinanti corse in montagna delle nostre zone. Con i suoi otto chilometri scarsi di lunghezza (7.800 metri per essere precisi) potrebbe quasi sembrare una passeggiata per chi è abituato a macinare strada e a consumare suole. Peccato che per percorrere questo breve tratto ci si innalzi dai 300 metri dello stadio di Poleo, dove è fissato il nastro di partenza, sino ai 1.500 della Malga Davanti sul Monte Novegno, luogo d’arrivo. Dopo aver dovuto rinunciare all’edizione 2020 causa pandemia, l’associazione guidata da Stefano Triches ha fissato per domenica 26 settembre il prossimo appuntamento con quella che da più parti è stata considerata una delle manifestazioni meglio riuscite degli ultimi anni. “Siamo davvero contenti e un pizzico emozionati – commenta Triches – all’idea di poter tornare a organizzare questa gara. Dopo il successo della prima edizione il rammarico di doverci fermare causa Covid è stato grande, ma ora possiamo dire che se le aspettative sono aumentate noi siamo pronti a soddisfarle”. SportRace Vertical non è propriamente una passeggiata per famiglie. Certo il percorso che si snoda praticamente tutto tra i meravigliosi sentieri delle nostre zone è un autentico inno alla natura, ma considerati i tempi che gli atleti partecipanti hanno fatto registrare alla prima edizione, il pros-

Tornano i runner della Sportrace Vertical Dopo lo stop del 2020, il 26 settembre si svolgerà a Schio la seconda edizione di una corsa davvero speciale: dallo stadio di Poleo a Malga Novegno. La prima volta il più veloce ha impiegato meno di un’ora per compiere l’impegnativo percorso.

simo 26 settembre è meglio fermarsi lungo il percorso a incitare quell’autentica forza della natura che sono gli sky-runner. E dal momento che la prima edizione ha fatto tanto parlare di sé, per il 2021 gli organizzatori hanno deciso di allargare il numero dei partecipanti. Saranno ben 150 i pettorali messi a disposizione di tutti coloro che, oltre a essere maggiorenni, siano in possesso di regolare certificato medico per l’attività agonistica. In realtà iscriversi a questa corsa è piuttosto semplice: basta compilare l’apposito modulo che si può scaricare anche dal sito stesso di SportRace e versare la relativa quota. Il gioco è fatto. Ma poi viene il bello. Infatti il percorso, pur essendo sicuro e privo di pericoli, presenta un dislivello significativo e passaggi impegnativi che richiedono cautela e prudenza. Gli organizzatori raccomandano di indossare un abbigliamento idoneo, a seconda delle condizioni meteorologiche. Ma chi ha partecipato a gare simili sa benissimo che questi runner non vanno oltre canotta e pantaloncini, nonostante sia previsto che la manifestazione si svolga anche in caso di brutto tempo. Ovviamente l’organizzazione si riserva la possibilità di annullare o sospendere la gara qualora le condizioni meteo fossero tali da mettere a rischio l’incolumità dei partecipanti, ma tutti si augurano in una splendida giornata di sole come quella del 2019.

Alla prima edizione Ruggero Pianegonda, primo assoluto, ha percorso i 7.800 metri con 1.200 D+ (ora sappiamo come leggerli) in cinquantanove minuti e cinquanta secondi. Nemmeno un’ora di tempo... E tutti gli altri, sebbene più indietro, non sono certo rimasti a guardare. In ogni caso gli organizzatori attiveranno anche il classico “servizio scopa” che percorrerà il tracciato seguendo l’ultimo concorrente. E proprio l’arrivo dell’ultimo atleta darà il via ufficiale al celebre Terzo Tempo SportRace.Terminate infatti le fatiche sarà tempo di festeggiare. “Per noi la corsa è ovviamente fatica, ma anche tanto divertimento – commenta Massimo Dalla Costa, vicepresidente SportRace -. Per questo ci teniamo moltissimo che tutto funzioni anche quando l’ultimo concorrente ha tagliato il traguardo. Per questo prevediamo un ricco servizio di ristoro e garantiamo adeguata idratazione post gara”. A questo punto basta cominciare ad allenarsi, magari correndo ad iscriversi presso i negozi Montura AlpStation di Schio o presso PuroSport di Zanè e con l’iscrizione (20 euro fino al 23 settembre) ci si garantisce, oltre al pettorale gara, una T-shirt Montura e altri prodotti locali, oltre ai tre ristori lungo il percorso e al banchetto finale. Naturalmente al termine della festa il ritorno a Poleo avverrà rigorosamente a piedi, seguendo a ritroso lo stesso percorso della gara. Ma tanto è tutta discesa. ◆



[28] ◆ Thiene Sport

Hockey Montecchio, i giovani sono tricolori I ragazzi (e anche una giocatrice) hanno trionfato in Puglia regalando il secondo scudetto giovanile della storia della società, a coronamento di una stagione difficile, ma memorabile sul piano sportivo,

L

Omar Dal Maso

a linea biancoverde dell’Hockey Montecchio aggiunge una pennellata di rosso ai suoi colori del cuore e fa suo il titolo… tricolore. In un’annata costellata di soddisfazioni dai baby alla prima squadra di serie A2, il club festeggia lo scudetto in ambito giovanile: la squadra Under 17 guidata dalla gloria dell’hockeypista vicentino Davide Mendo è tornata dalla Puglia con lo scudetto di categoria, dopo aver battuto in una finale tiratissima i baresi del Giovinazzo. Proprio sul loro “rovente” parquet di casa, il Palapansini. Un derby tra squadre con in comune la stessa cromia e l’identica voglia di vincere, con il gruppetto vicentino a prevalere per 5-4. A coronamento di una stagione difficile da affrontare per le limitazioni correlate alla pandemia ma memorabile sul piano sportivo, con 23 incontri ufficiali disputati nell’arco dell’annata 2020/2021 in cui i baldi giovanotti del Montecchio non hanno mai masticato amaro: un pareggio e per il resto solo vittorie nell’album dei ricordi che rimarranno incisi nei ricordi degli adole-

scenti “armati” di pattini a rotelle e stecche di legno, oltre che di tanta passione e spirito di sacrificio. Ecco i loro nomi, tra cui spicca quello di Giorgia, di ruolo portiere, che a livello giovanile può scendere in pista con gli amici e coetanei dell’altro sesso sventolando insieme a loro la bandiera tricolore. Si tratta quindi di Giorgia Meneghello, Carlo Sanson, Liam Bozzetto, Michele Pesavento, Lorenzo Peruzzo, Giovanni Tagliapietra, Filippo Thiella, Lorenzo Vicino e Lorenzo Vendramin, guidati dall’allenatore Davide Mendo, con il prezioso aiuto di Gaetano Buson come mental coach, Gianni Stella preparatore dei portieri e il pilastro dell’hockey Roberto Zonta in vesti di preparatore atletico. Non si è trattato dell’unica soddisfazione per il vivaio di Montecchio, che in pratica con la stessa squadra “sotto età” si è guadagnato un 2° posto in Coppa Italia Under 19, mentre il trofeo è arrivato in bacheca grazie al team Under 15 guidato da Giorgio Carraro, vincitore in finale ai rigori sul Sarzana. Tra i ricorsi storici da evidenziare come si tratta del secondo scudetto giovanile assoluto nella storia del club che ha sede al Palavaccari: il primo fu con l’Under 13 una

decina di anni fa. E anche che solo il Roller Bassano trai team berici in pista ha conquistato uno scudetto – anzi due, in Under 11 e 13 – a livello giovanile nel 2021. Il giorno incorniciato in biancoverde, tornando alla finale di Giovinazzo, era domenica 6 giugno. Si è giocato l’ultimo atto dopo un tour de force con la Final Eight tra le migliori formazioni d’Italia giunte all’epilogo ospitato in Puglia in un week end. I boys di Montecchio sono stati abili anche a sopportare e battere il caldo afoso del Sud in quei giorni, giocando tra l’altro all’ora di pranzo e dando vita a una partita spettacolare tra due team che si equivalevano sulla carta e così è stato anche alla prova del campo. A dimostrarlo il 3-3 all’intervallo, con i vicentini a mettere in rete una pallina d’oro in più nella ripresa per il 5-4 che ha deciso la sfida tra le vincitrici delle due poule di qualificazione. Un torneo in crescendo per i teenagers, autori di una cinquina (5-0) in semifinale contro i toscani del Follonica, prima del duello con il Giovinazzo. Vinto in rimonta, sprigionando la gioia per l’impresa e contribuendo alla convocazione di un quintetto di atleti allo stage azzurro di metà luglio. ◆

Elena Bellò va a Tokyo B ello, bellissimo, Bellò. Ci sarà anche Elena Bellò, l’atleta di Villaverla ai vertici in Italia nel mezzofondo femminile, alle Olimpiadi di Tokyo 2020: la 24enne specialista del doppio giro di pista – gli 800 metri piani – è stata convocata tra i 76 atleti che vestiranno la casacca azzurra nella competizione a cinque cerchi, in programma dal 30 luglio al 8 agosto per quanto riguarda le prove in programma dell’atletica. La giovane emergente e tesserata con il club AV Brazzale fa parte del gruppetto dei 6 vicentini ufficializzati come componenti del team olimpico. Comitiva che conta anche un’altra Elena eccellente del panorama nazionale: la scledense Elena Vallortigara, interprete del salto in alto. Dopo la partecipazione agli Europei 2018 a Berlino e a quelli 2021 indoor a Torun in Po-

lonia si tratta di un nuovo upgrade di livello internazionale per la ragazza cresciuta a Villaverla, raggiungendo l’apice dei sogni di ogni atleta. E ci arriva con un ottimo stato di forma alla luce dei risultati recenti di avvicinamento al target principale di stagione. Agli Assoluti di Rovereto, infatti, si è laureata a fine giugno campionessa italiana degli 800 metri con il suo primato personale di 2’00’’44, settima miglior prestazione italiana di sempre. Medaglia d’oro al collo dopo un duello al fotofinish con Gaia Sabbatini, compagna di team militare (Aeronautica). Un crono appena 1’’ sopra il limite olimpico per ottenere la qualificazione automatica alla griglia di partenza (1’59’’50), ma il pass è giunto comunque grazie al buon piazzamento nel rankig internazionale.

A destra Elena Bellò all’arrivo di una gara

Nata a Schio, Elena Bellò ha frequentato le scuole dell’obbligo a Villaverla e ha mosso i primi passi con il club di atletica di Montecchio Precalcino. Il talento innato dimostrato sin da junior è stato confermato negli anni della maturità agonistica (ha compiuto 24 anni lo scorso gennaio) rosicchiando decimi su decimi fino ad avvicinarsi ora al “muro” dei 2 minuti. L’adrenalina olimpica potrebbe spingerla ancora oltre i suoi limiti attuali. ◆ [O.D.M.]



Detto tra noi

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Una scuola di politica che parli ai giovani dell’Alto Vicentino, per aiutare a capire “come funzionano le cose”

Siamo un gruppo di ragazzi di età diverse, comprese tra i 20 e i 30 anni, abbiamo esperienze diverse, siamo cresciuti in contesti diversi, nelle città e nei paesi dell’Alto Vicentino. Ma abbiamo una cosa in comune: ci sentiamo interpellati da quel “cosa possiamo fare noi”, per il nostro Paese e per il nostro territorio. Noi che siamo una generazione che non ha confini: siamo nati e cresciuti nell’Unione europea, abbiamo sempre contato in euro e mai in lire e non abbiamo paura di conoscere nuove culture. Ma siamo anche una generazione che scappa: il Veneto vede ogni anno i suoi giovani emigrare, senza offrirci abbastanza strumenti e stimoli per rimanere e dare il nostro contributo. Ed è così che abbiamo deciso di cercarci da soli gli strumenti e gli stimoli giusti per provare a cambiare la rotta. Di metterci in gioco per creare una Scuola di politica, che parli ai ragazzi, che li aiuti a capire “come funzionano le cose”. Partendo dalla realtà più vicina a noi: l’amministrazione del territorio. Politiche sociali, ambiente, comunicazione sono alcuni dei temi che affronteremo: la parola chiave sarà serietà. Vogliamo prenderci sul serio e affrontare le questioni con competenza, approfondendo e discutendo con i relatori che interverranno. In un Paese in cui i politici “giovani” hanno 45 anni e le tematiche più vicine alla sensibilità dei ragazzi non trovano spazio nei programmi dei partiti, vogliamo entrare nella cosiddetta stanza dei bottoni e seminare il terreno per una

nuova, giovane, classe dirigente. Per questo abbiamo deciso di organizzare una Scuola di politica che sia concreta fin dal titolo: l’abbiamo battezzata “Officina socio-politica Giovani”, in rete con un’iniziativa formativa simile organizzata a Castelfranco Veneto da Veneto Laboratorio Civico, un’associazione di respiro regionale che ci supporta fin dall’inizio. Siamo sostenuti anche da altre associazioni e istituzioni dell’Altovicentino: Valley Giovani di Valdagno, Oltre Altovicentino domani, una nuova associazione scledense che si occupa di politiche del territorio e l’Assessorato alle Politiche Giovanili e l’Informagiovani del Comune di Valli del Pasubio. La nostra Officina prevede 8 incontri, il sabato mattina, a partire dal 4 settembre per due sabati al mese fino ai primi di dicembre. Si terrà in tre diverse sedi: quattro incontri presso i Salesiani di Schio, gli ultimi al Municipio di Valli del Pasubio e nel mezzo tappa anche a Casa Leila a Valdagno. L’obiettivo è quello di conoscere il territorio osservando e frequentando da vicino anche le diverse realtà. I temi scelti, che stiamo svelando man mano sui canali social della Scuola, sono: la suddivisione delle competenze nelle amministrazioni locali, le politiche sociali e ambientali dei comuni, l’integrazione e le politiche di sviluppo dei territori e infine la comunicazione politica efficace. Tutti gli incontri prevedono l’intervento di relatori e formatori e un confronto laboratoriale a piccoli gruppi sul tema trattato di volta in volta, mentre gli ultimi due appuntamenti saranno dedicati alla ideazione di un progetto concreto da proporre alle amministrazioni del nostro territorio. La Scuola si rivolge ai giovani, dai 18 ai 35, dell’Alto Vicentino, desiderosi di mettersi in gioco e imparare. Chiediamo un piccolo contributo di 25 euro e ci sono trenta posti disponibili.

Le iscrizioni partiranno a breve sui nostri canali social: https://www.facebook. com/OfficinaSociopoliticaAltovicentino/ https://www.instagram.com/off.sociopolitica_altovic/ Officina Sociopolitica giovani Altovicentino

Lo Schiocco Invasioni di campo

Nel Quartiere Operaio, si sa, tutti parcheggiano in libertà. La tipologia abitativa è tale per cui non tutte le abitazioni sono dotate di parcheggio (ma tante comunque sì) e così si usano inevitabilmente le carreggiate o i marciapiedi per la sosta delle auto. Basta un giro per le vie del quartiere per vedere come vengono occupate senza tanti problemi le corsie di marcia, non di rado anche per comodità. Forse, pur tenendo conto della particolarità della zona, un freno all’uso improprio delle strade come parcheggio andrebbe messo, anche per motivi di sicurezza e per le continue strozzature che si creano nelle strade a doppio senso di marcia. Per non dire del pericolo delle auto lasciate appena dopo un incrocio o un intersezione, così che nemmeno si ha modo di vederle. Certo, purché poi non si faccia come il proprietario dell’auto nella foto (peraltro con targa straniera), che la carreggiata su via Cardatori non l’ha minimamente toccata e si è fatto bastare l’intero marciapiede. Una vera invasione barbarica. [S.T.]




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