SchioThieneMese Lira&lira n 888 e La Piazza n 835

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Periodico di informazione dell’A lto Vicentino

anno IX n. 83 - ottobre 2020

Schio: È la volta che si deforesta il Leogra, p.8 ◆ Si vota per i quartieri, p.12 Thiene: In centro scatta il “quadrilatero”, p.6 ◆ Nuova sede in vista per l’Ipsia “Garbin”, p.10

La sicurezza a 360 gradi A colloquio con il comandante della Polizia locale Giovanni Scarpellini e con il presidente del Consorzio Alto Vicentino Albino Mosele sui temi della sicurezza a 360 gradi, tra i controlli per il rispetto delle regole anti-Covid, la lotta allo spaccio di droga, il contrasto alle baby gang e il codice della strada.


Di mese in mese

Liliana Segre cittadina onoraria? Bene, l’avevamo proposto un anno fa

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SchioThieneMese

Periodico di informazione dell’Alto Vicentino

Supplemento mensile di

Lira&Lira e La Piazza Direttore Stefano Tomasoni Redazione Elia Cucovaz Omar Dal Maso Mirella Dal Zotto Camilla Mantella Grafica e impaginazione Alessandro Berno Per inviare testi e foto: schiothienemese@gmail.com Per le inserzioni pubblicitarie Pubblistudio tel. 0445 575688

Stefano Tomasoni

unque, pare che a novembre Liliana Segre diventerà cittadina onoraria di Schio. “La giunta ha fatto propria la proposta fatta prima dall’Anpi e poi dal consigliere regionale Giacomo Possamai, ora toccherà al consiglio comunale ratificarla”, ha informato pochi giorni fa il Giornale di Vicenza. La notizia è arrivata soltanto pochi giorni dopo il triste episodio del biglietto ingiurioso rimasto affisso per qualche ora nella bacheca accanto alla palestra delle ex scuole Marconi, dove un ignoto beota ha attaccato la senatrice a vita con una manciata di confuse e sgrammaticate parole antisemite: “La senatrice ebrea che si domanda dovera Dio. Era la dove lai messo tu. L’ebreo a la memoria corta. Dio no”. Un biglietto che ha ovviamente ricevuto tutte le necessarie reazioni di condanna. Il sindaco Orsi è stato il primo: “Purtroppo devo prendere atto che anche in questo caso la mano è stata più veloce del cervello, senza peraltro avere il coraggio di firmarsi e assumersi la responsabilità dell’azione. Condanno questo tipo di comportamento e mi dissocio a nome della città, certo di interpretare il sentire comune su questi temi”. A seguire, il presidente provinciale dell’Anpi Andriollo ha proposto all’amministrazione scledense di “riconsiderare scelte sbagliate, compiute negli anni scorsi”, facendo riferimento in particolare al respingimento della collocazione delle pietre d’inciampo, e riprendendo la proposta di attribuire la cittadinanza onoraria alla senatrice Segre, “una scelta dal forte contenuto simbolico e insieme risarcimento a una donna straordinaria”. Proposta fatta propria anche dal neoconsigliere regionale Pd Giacomo Possamai. Su onda diversa il consigliere comunale di Prima Schio Alex Cioni, secondo il quale Liliana Segre “viene usata come se fosse una bandierina” e “anche i Comuni dovrebbero tirare il freno a mano evitando di fare a gara per darle la cittadinanza”. Quanto a noi, il fatto che la città si stia pre-

parando a questo atto ci rende sicuramente soddisfatti. Anche perché – questa dobbiamo dirla - prima del presidente dell’Anpi e del consigliere regionale Possamai siamo stati noi ancora un anno fa, a proporre la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Dispiace doverci citare, ma è per una buona causa. In queste stesse colonne, a novembre 2019, prendendo spunto dalla notizia che alla senatrice a vita era stata assegnata la scorta per una ripetuta serie di minacce ricevute sul web da ignobili ignoti, abbiamo scritto: “Lanciamo una proposta al sindaco e all’amministrazione comunale tutta: conferiamo la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, in occasione della prossima Giornata della Memoria. Lo ha già fatto qualche comune italiano, altri invece hanno rigettato l’idea con la scusa della mancanza di un legame specifico tra l’interessata e la città. Ora, è evidente che di norma la cittadinanza onoraria si riconosce per un particolare merito legato a quella specifica comunità, ma in questo caso si parla di una persona che, attraverso la sua stessa testimonianza di vita, ha il merito universale di essere un esempio di come non ci sia negazione dell’umanità che possa vincere sulla dirittura morale e sulla semplicità del bene. Quindi sì, Liliana Segre ha a che fare anche con Schio e con tutti noi”. Siamo tornati sul tema il mese dopo a margine delle polemiche nate dopo che il consiglio comunale non aveva approvato la proposta del Pd di installare a Schio una serie di “pietre d’inciampo” nei luoghi dove abitavano gli scledensi vittime della Shoah: “La vicenda delle pietre d’inciampo, fin qui indubbiamente incresciosa, può ancora cambiare registro e diventare un’occasione per favorire una ritrovata concordia civica e politica. Un modo per farlo può passare anche per la proposta che abbiamo avanzato nel numero scorso, quella di attribuire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre. Iniziativa che altrove è già stata intrapresa e che in alcuni casi si è rivelata divisiva. Ma proprio per questo una cosa del genere a Schio – se preparata bene, stavolta, attra-


Di mese in mese verso un dialogo politico maturo e rasserenato - potrebbe invece essere una ‘terapia d’urto’ in grado di rappacificare tutti in modo largo e duraturo. Si può pensare all’effetto che avrebbe una giornata nella quale la senatrice Segre arrivasse a Schio per la cerimonia di conferimento della cittadinanza e fosse previsto un momento pubblico di ricordo sia delle vittime della barbarie nazista sia delle vittime dell’eccidio. Non faremmo un favore a Liliana Segre, che certo non ha bisogno della cittadinanza onoraria di Schio. Faremmo un favore a noi stessi”. Continuiamo a pensarla così e speriamo che la cittadinanza possa essere davvero assegnata, con un voto il più possibile unanime da parte del consiglio comunale. Sarebbe un ben segnale. L’importante, però, è che non arrivi motivato dal fatto che l’imbecille di turno ha farneticato su una bacheca, ma da una convinzione collettiva e condivisa. Dopodiché, si organizzi una cerimonia in occasione della prossima Giornata della Memoria, a fine gennaio. Non sarà possibile probabilmente avere la presenza fisica della senatrice Segre per motivi sia anagrafici che di emergenza sanitaria, ma si

Lo Schiocco Primo premio, un viaggio a Rovereto Viene il dubbio se questo, alla rotonda del “cono di luce” di Schio, sia un cartellone stradale o una cartella della tombola. Magari di un tipo un po’ particolare, con i disegnini al posto dei numeri e con in palio un viaggio a Rovereto. Sembra una cartella in buona posizione per vincere il premio grosso, peraltro: dalle caselle già coperte si vede che ha fatto quaterna nella prima e anche nella seconda riga e sta “andando per tre”. Mancano da uscire soltanto il camper, le maschere e il parcheggio è poi è fatta: tombola! [S.T.] potrebbe ovviare pensando a qualcosa di alternativo e ugualmente efficace per coinvolgere la cittadinanza. Ad esempio si potrebbe prevedere quel giorno un collegamento video con Liliana Segre, per una cerimonia virtuale a cui far seguire un intervento della senatrice, il

tutto seguito dagli studenti delle superiori nelle aule magne delle loro scuole e dagli scledensi che lo vorranno al Teatro Astra e al cinema Pasubio. Una cosa da un’ora in tutto, tempi da webinar su Zoom ai quali ormai ci siamo un po’ tutti abituati. Ma un’ora che lascerebbe il segno. ◆


[4] ◆ Schio Copertina «Quello delle baby gang in centro è un problema che possiamo considerare risolto, anche grazie all’ordinanza specifica emessa contro i bivacchi con bevande e musica ad alto volume. Nel tempo, inoltre, alcuni di quei giovani hanno trovato lavoro e si sono dati una regolata”.

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Elia Cucovaz

nvitiamo a prestare particolare attenzione al rischio di furti, in particolare nel fine settimana, in orario pomeridiano-serale. Le effrazioni, comprensibilmente, erano scese a zero durante i mesi del lockdown, ma ora sta arrivando il ‘rimbalzo’. Nel mirino dei malviventi ci sono anche le bici elettriche”. I diversi casi segnalati nell’ultimo periodo si concentrano nei giorni e orari in cui le persone abbassano maggiormente la guardia. Il richiamo alla prudenza rivolto a tutta la cittadinanza arriva dal comandante della Polizia locale Giovanni Scarpellini e dal presidente Albino Mosele nell’ambito di una disamina dei punti di maggior rilievo

Il comandante Giovanni Scarpellini e il presidente del Consorzio Albino Mosele

La sicurezza a 360 gradi A colloquio con il comandante della Polizia locale Giovanni Scarpellini e con il presidente del Consorzio Alto Vicentino Albino Mosele sui temi della sicurezza a 360 gradi, tra i controlli per il rispetto delle regole anti-Covid, la lotta allo spaccio di droga, il contrasto alle baby gang e il codice della strada.

dell’attività del Consorzio Alto Vicentino degli ultimi mesi. Un’azione che si snoda tra gli effetti del Covid e i controlli legati alle misure a contrasto dei contagi, ma che tocca anche altri punti “caldi” della sicurezza urbana.

Una nuova sinergia tra Schio e Bassano Una premessa legata all’attualità, anche se non direttamente al territorio scledense, riguarda l’azione di supporto che i consorzi Alto Vicentino e N.E.VI (Nord est Vicentino) stanno prestando alla polizia locale di Bassano del Grappa, con l’intervento di pattuglie da Schio e Thiene per servizi specifici, come pattugliamenti notturni. “Questa sinergia era già prevista da una convenzione stipulata nel 2007 e risponde a una precisa richiesta arrivata dall’amministrazione locale - precisano il presidente

Mosele e il comandante Scarpellini - Questa collaborazione non toglie risorse a Schio, ma consente un’equa sussidiarietà tra gli enti”. Un chiarimento, questo, che anticipa la risposta che arriverà in Consiglio comunale all’interrogazione presentata dal Partito democratico, che ha chiesto se l’invio di pattuglie nel Bassanese è avvenuto a detrimento delle risorse destinate al controllo del territorio scledense. Il nuovo asse con Bassano, in ogni caso, ruota anche intorno alla figura di Scarpellini, già comandante condiviso tra Thiene e Schio, che l’amministrazione bassanese ha voluto come consulente per riorganizzare la propria polizia locale. “Si tratta di un ulteriore riconoscimento della nostra capacità di rispondere alle istanze del territorio, nonostante le difficoltà legate agli organici ridotti”, afferma Mosele.


Schio ◆ [5] Nell’Alto Vicentino, in effetti, c’è un rapporto di un agente di polizia locale per oltre 2000 abitanti: circa la metà della media nazionale.

Il virus che ritorna e le attività di controllo «Non ci saranno controlli nelle abitazioni. Né, tantomeno, sanzioni». Mosele e il comandante Scarpellini sgombrano il campo da possibili equivoci circa gli effetti delle ultime normative anti-Covid. Il DCPM del 13 ottobre contiene sì la “forte raccomandazione” di evitare ritrovi in casa con più di 6 persone, «ma non ci sono i presupposti per l’intervento della Polizia locale, né di altre forze dell’ordine». Nemmeno in caso di segnalazioni da parte di altri cittadini. Ma se si parla di pubblici esercizi è tutto un altro paio di maniche. «Su questo fronte abbiamo già iniziato i controlli, con riferimento al rispetto degli orari (il nuovo decreto impone la chiusura alle 24), obbligo di mascherina e distanziamento sociale». Il Consorzio e l’amministrazione comunale, in ogni caso, si sono messi anche a disposizione degli esercenti e delle associazioni di categoria per fornire chiarimenti e sulle nuove norme di prevenzione e coinvolgerli nella loro applicazione. I TSO in tempo di lockdown Anche nei primi, complessi momenti dell’emergenza sanitaria, la Polizia locale di Schio è riuscita a mantenersi pienamente operativa. «Questo, va detto, anche grazie alla intuizione del comandante Scarpellini di rifornirsi con ampio anticipo di mascherine e altri dispositivi di protezione individuale necessari» sottolinea Mosele. La scrupolosa applicazione delle misure interne di prevenzione ha fatto registrare zero contagi tra gli agenti, che sono stati periodicamente sottoposti a test sierologici. Una premessa doverosa. Perché, nonostante il congelamento del traffico e degli spostamenti, le forze del Consorzio Alto

Vicentino non sono rimaste inoperose durante i mesi del lockdown. «In particolare - spiega Scarpellini -, abbiamo dovuto eseguire numerosi TSO su persone affette da patologie connesse alla tossicodipendenza. Questo perché l’interruzione dei programmi terapeutici ha portato molte delle persone normalmente seguite dal Servizio per le dipendenze in uno stato di agitazione sfociato in tensioni tra le mura domestiche o verso i vicini». Che in alcuni casi hanno portato a provvedimenti dell’autorità giudiziaria.

Sicurezza urbana tra droga e baby gang Tra i vari compiti della polizia locale, nel tempo ha assunto sempre maggior rilevanza quello che riguarda la sicurezza urbana, ovvero tutti gli interventi volti a migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso la promozione della legalità, la lotta al degrado e il recupero della vivibilità degli spazi pubblici. Un tema su cui il Consorzio Alto Vicentino è impegnato in stretta collaborazione con l’amministrazione e le altre forze dell’ordine del territorio. Il Coronavirus non ha fermato questo ambito operativo, in particolare per quanto riguarda il contrasto alla circolazione di droga. «Nei giorni scorsi, per esempio - riportano Scarpellini e Mosele - uno specifico servizio svolto allo Skate Park dai nostri agenti ha portato a segnalare due giovani per possesso di marijuana. La circolazione di stupefacenti è un problema che viene fortemente avvertito dalle persone, anche se il legislatore non offre strumenti per agire in modo incisivo contro questo fenomeno». Parlando di miglioramento della vivibilità degli spazi urbani e di contrasto del degrado, un tema che al centro delle cronache cittadine negli ultimi anni è stato quello delle gang giovanili, che avevano fatto base in Piazza Falcone Borsellino. «È un problema che possiamo considerare risolto, anche grazie all’ordinanza specifica che fu emessa contro i bivacchi con

La bolletta virtuale vale 5 mila euro di solidarietà La smaterializzazione delle bollette vale oltre 5 mila euro per i bisognosi di Schio. L’iniziativa attuata da Ascopiave Energie “Insieme per Caritas” prevede la donazione di 2 euro per ogni attivazione della bolletta via mail. In città sono state oltre 2.600 le richieste di digitalizzazione, che si sono tradotte in un assegno consegnato dall’amministratore delegato di Ascopiave Energie Albino Belli al direttore ai volontari della Caritas scledense. Alla consegna erano presenti anche il co-parroco di S.Pietro-S.Cuore-Poleo don Carlo Guidolin e il direttore della Caritas diocesana don Enrico Pajarin. Il contributo aiuterà l’associazione di volontariato cattolica ad assistere le 220 famiglie bisognose che gravitano intorno ai cinque punti di ascolto del territorio. «Il contributo ricevuto è di grande aiuto - ha affermato don Pajarin - perché ci permette di sostenere con gesti concreti persone in difficoltà, il cui numero, potrebbe aumentare in seguito all’emergenza socio-economica nata dalla pandemia».

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bevande e musica ad alto volume - spiega Scarpellini -. Nel tempo, inoltre, alcuni di quei giovani hanno trovato lavoro e si sono dati una regolata. Il contrasto di questi fenomeni da parte delle forze dell’ordine è importante, ma alla lunga è il lavoro, come elemento di inclusione sociale, la vera medicina contro questi fenomeni».

Autovelox Un altro tema di attualità, anche se passato in sordina a causa del virus, è quello dell’entrata in vigore del nuovo codice della strada, che ha aperto la possibilità di installare autovelox fissi sulle strade comunali. Dispositivi diversi dai “VeloOk” arancioni già presenti sulle strade scledensi, in quanto completamente controllati da remoto, come quelli recentemente posti sulla SP del Costo. La possibilità di installare un autovelox fisso in passato era emersa per Via Maestri del Lavoro, a causa dell’elevato numero di sinistri dovuti alla velocità eccessiva che era stato registrato nel tratto. Una possibilità che comunque oggi appare remota per i vertici del Consorzio Alto vicentino. «Nel tempo, su quella via il numero di incidenti è calato e oggi l’esigenza di installare rilevatori di velocità non si ravvisa più. In generale, comunque, questi dispositivi vengono installati laddove sorgano specifiche richieste da parte dei cittadini, dopo un’analisi sull’incidentalità e dietro presentazione di apposita istanza al prefetto da parte dell’amministrazione comunale. Ad oggi non è allo studio l’installazione di autovelox fissi». ◆


[6] ◆ Thiene Attualità

Da sinistra l’assessore alla sicurezza Alberto Samperi, il sindaco di Thiene Giovanni Casarotto e il comandante Giovanni Scarpellini

La lotta al consumo di droghe leggere, schiamazzi e danneggiamenti, aggressioni fisiche, furti e rapine passa per l’istituzione di una sorta di “quadrilatero” nel cuore cittadino.

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Omar Dal Maso

lla disciplina ci devono (dovrebbero?) pensare i genitori e in generale le famiglie, ma dell’ordine, quello pubblico, si occupano in maniera più stringente le forze di polizia e i militari del territorio, in accordo con chi gestisce la cosa pubblica. Dal 7 ottobre il centro di Thiene è ancora più “battuto” dai garanti della sicurezza, dopo l’entrata in vigore di un’ordinanza urgente in ragione dei numerosi episodi post lockdown che hanno consigliato un deciso giro di vite. Rispetto del bene pubblico, decoro urbano e prevenzione di comportamenti al limite (e spesso oltre) della legge le parole... d’ordine. Appunto. Lo scopo? Facile intuirlo: riportare calma e percezione di serenità e sicurezza nel centro cittadino, con particolare riferimento all’area che va dai parcheggi interrati del Teatro Comunale a Villa Fabris, covo a cielo aperto di alcune piccole bande di ragazzi scapestrati che più di qualche grattacapo hanno creato negli ultimi 6 mesi a commercianti, residenti thienesi e anche ai coetanei. Spesso vittime, questi ultimi, come dimostrano i fatti di cronaca in tema di microcriminalità. La lotta al consumo di droghe leggere, schiamazzi e danneggiamenti, aggressioni fisiche, furti e rapine passa per l’istituzione di una sorta di “quadrilatero” in cui gli agenti del comandante della polizia locale Giovanni Scarpellini hanno ora ogni strumento possibile a loro disposizione. La zona identificata comprende Piazza Nova Thiene, via Gorizia, vicolo Del Teatro, piazzale Divisione Acqui, viale Bassani, Piazzetta Belvigo, via Pecori Giraldi e, come cita una porzione del testo dell’ordinanza, riguarda anche “le superfici pubbliche, a uso pubblico o comunque aperte al pubblico anche se private, collegate con l’area del Teatro Comunale, sia sul piano stradale che sotterraneo”.

In centro scatta il “quadrilatero” Un “Patto” tra carabinieri, amministrazione e polizia locale contro la microcriminalità. Dal 7 ottobre il centro di Thiene è ancora più “battuto” dalle forze dell’ordine, dopo l’entrata in vigore di un’ordinanza urgente a causa dei numerosi episodi post lockdown.

Il giro di vite sancito nelle nuove disposizioni integra il regolamento di polizia urbana, vietando nel “quadrilatero” gli schiamazzi e la musica ad alto volume con qualsiasi mezzo che disturbi della quiete pubblica. Non sarà concesso lo stazionamento in gruppo con consumazione di alimenti e bevande e la presenza immotivata nei parcheggi sotterranei sarà oggetto di sanzione. Riguardo agli assembramenti, saranno impediti se creano disturbo alla pedonalità o intralcino il passaggio o l’accesso ad attività pubbliche o private, oltre a quanto contemplato nelle disposizioni governative e regionali in tema di lotta alla diffusione del contagio. “Questi divieti - spiega l’assessore alla sicurezza Alberto Samperi - saranno validi per due mesi, in attesa che venga modificato il regolamento di polizia urbana, proprio per prevenire ulteriormente fenomeni di violenza e degrado urbano”. La nuova ordinanza ha un obiettivo ben preciso: conferisce agli agenti della polizia locale strumenti in più per intervenire su comportamenti non adeguati. Da verificare poi se sposterà semplicemente il problema in altre zone più periferiche.

“In questi ultimi mesi - spiega il sindaco Giovanni Casarotto - la cronaca registra una recrudescenza di fatti criminosi a tutti i livelli, e anche Thiene non si esime da questa escalation. Nonostante la sicurezza pubblica sia una prerogativa statale, la collaborazione con le forze dell’ordine da parte della polizia locale è un dato di fatto importante in materia. Al consorzio Nord Est Vicentino riconosciamo la gran mole di lavoro portata sul campo con impegno ed eccellenza nelle attività di controllo.Anche grazie a investimenti mirati in risorse e nuove tecnologie a supporto degli agenti”. Da ricordare infine altre istanze connesse con questi temi,vale a dire la richiesta dell’istituzione di un Commissariato di Polizia di Stato per l’Altovicentino e il progetto del controllo di vicinato. “La procedura è stata avviata – ha spiegato il primo cittadino thienese – ma il progetto presenta ancora punti da risolvere: per la messa in pratica serve un adeguato strumento informatico e non va dimenticata l’esigenza di istituire gruppi opportunamente formati, a garanzia che non si verifichino fenomeni come la cultura del sospetto o che si degeneri in strumentalizzazione per per fini personali”. ◆



[8] ◆ Schio Attualità

È la volta che si deforesta il Leogra

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Stefano Tomasoni

orse è la volta buona che si pensa alla salute del Leogra. Arrivano buone notizie dal Genio civile di Vicenza, che annuncia di avere in programma a breve un intervento di manutenzione sulle sponde e sul letto del torrente nel tratto che va dal ponte di via Trento Trieste al confine con Torrebelvicino. Un intervento sollecitato da tempo da più parti, a cominciare dal Comune, davanti al progressivo e ormai preoccupante fenomeno di “forestazione” che negli ultimi anni ha interessato il Leogra in tutto il suo percorso scledense e, ovviamente, anche in quello a monte, tra Torre e Valli. Un imboschimento che in lunghi tratti, specie dal Quartiere Operaio fino appunto ai confini con Torrebelvicino, ha visto crescere dentro l’alveo del torrente una vegetazione sempre più invasiva e anche veri e propri piccoli boschi con piante alte 7-8 metri. Una situazione che aumenta i rischi idrogeologici, specie nella stagione delle piogge torrenziali cui si va incontro (le piene e le alluvioni, si sa, colpiscono proprio in novembre) e rende il torrente terreno ideale per presenze sgradite come topi, nutrie, bisce e serpi.

Il Genio annuncia lavori imminenti Dopo tante insistenze, dunque, qualcosa pare si stia per muovere. Il sindaco Valter Orsi ha scritto a metà settembre una lettera ai direttori dei tre enti che hanno competenza sui corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale, ovvero il Genio civile di Vicenza (che ha in carico la manutenzione degli alvei in buona parte di pia-

Il Genio civile di Vicenza ha risposto a una lettera del sindaco e ha annunciato lavori imminenti: “A breve inizieranno due interventi finalizzati all’eliminazione di alberature in alveo e ripristino della sezione idraulica: uno a monte del ponte sul Leogra di via Trento Trieste, l’altro a monte del ponte Canale fino al confine con il comune di Torrebelvicino”.

nura), il Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta (che lavora su alcuni altri tratti di pianura) e la Direzione difesa del suolo della Forestale (che ha competenza sui tratti collinari e montani). Già dal fatto che per i corsi d’acqua che bagnano Schio ci sia da fare riferimento a tre enti diversi fa capire

In attesa degli interventi sul torrente, Schio ha realizzato il cosiddetto PIA, ovvero il Piano di assetto idrogeologico, uno studio che prende in esame l’intero territorio comunale per riconoscere e monitorare tutte le situazioni meritevoli di attenzione. Il Piano ha segnalato 62 punti con diversi livelli di criticità. i livelli di burocrazia che occorre superare prima di arrivare a farsi ascoltare. “La gestione delle acque si dimostra e si dimostrerà sempre più tema strategico per la salvaguardia e la sicurezza, in particolare

gli alvei dei torrenti che, se occupati da arbusti e piante, rischiano di essere un serio pericolo – ha scritto Orsi nella lettera -. Ritengo che una vostra richiesta congiunta alla Regione sarebbe sicuramente necessaria alla messa a disposizione di maggiori fondi per le manutenzioni. Come amministrazione ci troviamo spesso a dover gestire le lamentele dei cittadini che, a fronte degli evidenti imboschimenti degli alvei, si rivolgono a noi, tra l’altro mettendoci nelle condizioni di dover indicare le responsabilità, quasi fosse uno scaricabarile”. Un modo gentile per dire: guardate che glielo diciamo, ai cittadini, che se le cose stanno così è colpa vostra. Una prima risposta è arrivata con solerzia dal Genio civile, ente che ha competenza su oltre 800 chilometri di arginature in tutta la provincia. “Operare una manutenzione periodica ed efficace richiede un impegno finanziario considerevole, ma anche un’adeguata dotazione organica formata da dedicare alle attività di controllo, rilievo, progettazione e direzione lavori – scrive il Genio -. Il mancato turn over del personale ha messo in difficoltà l’operatività dell’ufficio nonostante il massimo impegno profuso”. Fin qui niente di nuovo: si mettono le mani avanti per dire che le cose da fare sono


Schio ◆ [9] tante e i mezzi pochi. Ma è la seconda parte della lettera a riservare la buona notizia. “Per quanto riguarda il territorio scledense – informa il Genio Civile - a breve inizieranno due interventi finalizzati all’eliminazione di alberature in alveo e ripristino della sezione idraulica: uno a monte del ponte sul Leogra di via Trento Trieste, l’altro a monte del ponte Canale fino al confine con il comune di Torrebelvicino”. Evviva, dai che ci siamo.

L’importanza di intervenire sia a monte che a valle Gli ultimi lavori di un certo rilievo per liberare i torrenti dalla vegetazione fuori controllo sono stati fatti all’incirca 4 anni fa, sempre dal Genio, sul Timonchio dalle parti della zona industriale. Ma il fatto è che se non si interviene con cadenza annuale, nei corsi d’acqua a carattere torrentizio e che quindi spesso rimangono a secco o quasi, il verde ci mette poco a crescere in modo incontrollato e a prendere possesso anche degli alvei. “Se non si fa almeno un passaggio annuale l’arbusto o il rovo diventa pianta, c’è poco da fare – osserva Orsi -. E gli interventi andrebbero fatti su tutta l’asta del torrente. Ma le risorse economiche a disposizione degli enti competenti sono sempre insufficienti e i Comuni cercano sempre di portare... l’acqua al proprio mulino, cioè di ottenere finanziamenti per far pulire i propri tratti. Ecco allora che se la manutenzione non viene fatta su tutta l’asta, quando poi arrivano le bombe d’acqua, con i torrenti che si riempiono e scaricano in velocità, là dove è stato pulito l’acqua scorre via, ma poi si ferma con molta più violenza dove non è stata fatta la manutenzione, creando a volte anche problemi di esondazione”. Il riferimento di Orsi è chiaro: se sul Leogra si interviene a Valli o a Torre ma non a Schio, si finisce col creare uno “scivolo” che risolve i problemi “a monte” ma fa arrivare l’acqua di gran carriera “a valle”, dove impatta sulla vegetazione e sui “boschi di torrente” e rischia di creare problemi seri. Orsi: “Dateci le risorse e ci pensiamo noi” Ricapitolando: ci sono più enti competenti e poche risorse, così si interviene quando si può invece di quando si deve, e a macchia di leopardo invece che con organicità. Uscire da questo inghippo non è facile. Schio, però, una proposta l’avrebbe anche fatta. “Il Genio civile non gestisce direttamente i lavori, ma riceve risorse dalla Regione per fare manutenzione, risorse che sono sempre minori di quelle necessarie – premette il sindaco -. Per superare il problema ave-

vamo cominciato a lavorare con il Genio civile proponendo una possibile convenzione. Siamo partiti da un ragionamento: se il Genio civile riceve, poniamo, 300 mila euro per fare pulizia su tratti di alvei all’interno del comune di Schio, deve fare un’assegnazione di gara, il che comporta una serie di costi di gestione dell’appalto che vanno a togliere potenzialità agli interventi e a ritrovarsi con 220-230 mila euro potenziali, avendo oltretutto una ditta in appalto, con quelle che possono essere anche le problematiche di gestione. Le basi della nostra proposta al Genio sono queste: se dovete fare degli interventi nel nostro comune, voi

date i fondi stanziati a noi e noi, attraverso accordi con la Protezione civile e con altre strutture sul territorio, li realizziamo. Così, con gli stessi soldi, invece di tot chilometri di pulizia se ne potrebbero sistemare quasi il doppio, perché di fatto noi non andiamo a pagare le persone a ore, ma diamo un sostegno economico alle realtà che svolgono i lavori. Così si ampliano molto le possibilità di intervento”. La proposta finora non ha prodotto risultati, ma Orsi intende ripresentarla in Regione, ente chiamato a dare il placet, dopo che la nuova giunta sarà diventata operativa. “Servirebbe un coordinamento provinciale, si potrebbero trovare delle formule per fare più lavoro con gli stessi soldi – continua Orsi -. Allo stato attuale, invece, cercare di far realizzare gli interventi è sempre una lotta. Una rincorsa continua. Lo vediamo nella gestione del verde pubblico: quando

Attualità hai una stagione in cui si susseguono un giorno di pioggia e due di sole e poi ancora pioggia e sole, è normale che l’erba in una settimana cresca di 20 centimetri”.

Un Piano per l’assetto idrogeologico Intanto, in attesa che qualcosa si muova per mettere in sicurezza i corsi d’acqua, Schio è tra i pochi comuni vicentini ad aver realizzato il cosiddetto PIA, ovvero il Piano di assetto idrogeologico, uno studio che prende in esame l’intero territorio comunale proprio per riconoscere e monitorare tutte le situazioni meritevoli di attenzione. Il Piano ha segnalato 62 punti con diversi livelli di criticità; in alcuni costoni del Tretto, in particolare, sarà opportuno intervenire con chiodature a monte per evitare che a valle si verifichino frane o cadano muretti. “Nel complesso dal PIA sono arrivati dei dati importanti – spiega Orsi -. Emerge ad esempio che le nostre colline si muovono. I sensori che sono stati inseriti in punti strategici mostrano che ci sono dei movimenti, che in casi eccezionali possono finire col creare dei problemi, anche di esondazione. Non dimentichiamo che il nostro territorio è attraversato da tre faglie sismiche, che arrivano dalla Vallarsa: una passa sopra Poleo, una al centro di Schio e una nella zona di Magrè. Le piccole scosse sismiche che a volte sentiamo le riceviamo dalla Vallarsa, sono movimenti che non creano danno e non sono percepibili, però portano dei piccoli movimenti al terreno. In determinate situazioni, dunque, sono necessari degli interventi di chiodatura e gabbiatura e di messa in sicurezza preventiva. Quest’anno ci sono 400 mila euro di lavori di sistemazione di questa natura”. La progettazione complessiva del PAI sarà inviata al Ministero dell’ambiente, il cui titolare, Sergio Costa, è stato di recente in visita in città. “In quell’occasione abbiamo toccato con lui anche questo tema – dice Orsi -. Ha spiegato che ha in programma di mettere a disposizione risorse per interventi di messa in sicurezza del sistema idrogeologico su tutto il territorio nazionale. Per parte nostra, se riceveremo dei contributi sarà possibile accorciare i tempi degli interventi che possiamo fare con le sole nostre risorse”. Intanto che si aspettano notizie anche da Roma, chissà che quelle arrivate da Vicenza si traducano al più presto in realtà. Le piogge non aspettano la burocrazia. ◆


[10] ◆ Thiene Il rendering dell’intervento di ampliamento e riammodernamento dell’Ipsia “Garbin” thienese

Attualità La nuova sede ospiterà circa 400 studenti, oltre al personale amministrativo e al corpo docente. Saranno 14 le aule didattiche destinate ciascuna a un massimo di 27 alunni, 4 laboratori e un’aula polivalente.

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Omar Dal Maso

enderà l’idea di un gigantesco trapezio agli occhi di chi la osserva, la futura nuova sede di Thiene dell’Istituto professionale statale per l’industria e l’artigianato “Garbin”, a due passi dal centro storico. Per costruirla – si tratta in realtà di un ampliamento dello stabile originario – serviranno 4,3 milioni di euro. Il progetto è stato di recente approvato e sarà reso esecutivo nelle prossime settimane, con garanzie offerte dall’ente Provincia di Vicenza che per competenza gestisce l’istruzione e quindi le opere infrastrutturali per le scuole “superiori”. Il nuovo edificio sorgerà attiguo alla sede di via Rasa, dando respiro e insieme un tocco di modernità all’istituto dedicato all’imprenditore laniero Giovanni Battista Garbin e sorto giusto 50 anni fa nella prima sede a Schio, poi “sdoppiata” a Thiene. In sede di presentazione del progetto, definito dagli amministratori pubblici come “innovativo ed ecosostenibile, un atelier didattico a servizio del territorio”, sono stati sciorinati dati e cifre che rendono l’idea della valenza di un’opera attesa da tempo a Thiene, visto che le scuole professionali necessitano di nuovi spazi, comprensivi di laboratori e aule più capienti. A maggior ragione visti i tempi pandemici correnti, anche se le istanze erano precedenti allo scoppio dell’epidemia di coronavirus. Secondo le stime attuali la nuova sede ospiterà circa 400 studenti, oltre al personale amministrativo e al corpo docente. Saranno 14 le aule didattiche destinate ciascuna a un massimo di 27 alunni, 4 laboratori, un’aula polivalente e una passerella coperta al primo piano

Nuova sede in vista per l’Ipsia “Garbin” Sta per diventare esecutivo un progetto da 4,3 milioni di euro che darà all’istituto professionale thienese una sede ampliata e rinnovata. Il grande cantiere, salvo imprevisti, partirà nell’estate 2021.

che funge da connessione tra il nuovo edificio e l’istituto principale. La Provincia di Vicenza, che ha competenza in materia di edilizia scolastica superiore, ha stanziato per la precisione oltre 4 milioni di euro per accentrare in un’unica sede gli studenti dell’Ipsia attualmente ospitati in tre diversi edifici, ma dislocati nella stessa area. La sede unica permetterà di agevolare la logistica e l’organizzazione scolastica generale, compresi gli spostamenti di docenti e studenti “sotto un unico tetto”. In sintesi, sorgerà una nuova cittadella degli studi, poco lontano – meno di 500 metri – da quella occupata dagli altri istituti secondari thienesi. “Con questo ampliamento, che si porterà

a termine dopo la procedura di appalto e la consegna dei lavori, risponderemo non solo all’esigenza di una scuola, ma più in generale di una comunità - spiega il presidente della Provincia, Francesco Rucco -. Progettare e costruire una scuola è un vero e proprio evento pubblico, e comprende un impatto positivo nel contesto urbano dove si inserisce. Oltre a dover tenere presente una connotazione socialmente sostenibile e fortemente educativa. L’opera, infine, è frutto di un confronto costante e continuo tra Provincia di Vicenza, Comune di Thiene e dirigenza scolastica”. Il risultato a cui si tende, in sintesi, mira a rendere concreto un progetto innovativo basato sulla volontà di nobilitare le attività artistiche e artigianali del territorio e offrire loro una sede didattica adatta, funzionale e all’avanguardia, con attenzione all’esigenza di ecosostenibilità dell’edificio, dove il dispendio di energia mira ad avvicinarsi allo zero. Riguardo alle tempistiche del progetto mancano ancora alcuni dettagli che saranno risolti entro la fine dell’anno, per renderlo effettivamente esecutivo. Dopo l’approvazione definitiva, via alla gara d’appalto con previsione di apertura del grande cantiere di lavori nell’estate del 2021, al termine dell’anno scolastico in corso. ◆



[12] ◆ Schio Attualità “Perfino il centro, che quattro anni fa non era riuscito ad esprimere il proprio Consiglio, può ora contare su ben 10 candidati – dice il consigliere delegato Sergio Pavan –. Ed è un piacere notare che alcuni di loro si faranno portavoce delle idee e delle esigenze delle comunità immigrate da cui provengono”.

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Camilla Mantella

l prossimo 15 novembre i cittadini scledensi potranno recarsi a votare per eleggere i rappresentanti dei propri rispettivi Consigli di Quartiere, associazioni che consentono un’attiva partecipazione democratica alla vita comunitaria e che sono state oggetto di una profonda trasformazione nell’ultimo anno. I Consigli, che rimangono in carica quattro anni, avevano registrato nell’ultimo periodo – soprattutto in alcuni quartieri – delle difficoltà in termini di partecipazione e coinvolgimento dei cittadini, cosa che ha portato l’amministrazione a interrogarsi su come poter rivitalizzare delle realtà ritenute fondamentali per portare a Palazzo Garbin idee e suggerimenti per una migliore gestione della vita pubblica locale e degli spazi condivisi che la animano.

Si vota per i quartieri Domenica 15 novembre gli scledensi sono chiamati a votare per rinnovare i Consigli di Quartiere, organismi che nell’ultimo anno sono stati molto rinnovati e “rinfrescati” per renderli più vicini ai cittadini. Un contributo di animazione e proposta “I Consigli di Quartiere sono un punto di contatto imprescindibile tra cittadini e istituzioni del territorio - spiega Sergio Pavan, consigliere comunale con la delega agli Istituti di Partecipazione -. Il quartiere è lo spazio che il cittadino vive di più: la sua accessibilità, la sua sicurezza, la sua offerta in termini di servizi e spazi di aggregazione è davvero importante. Per questo, quando quattro anni fa i residenti che si sono recati a votare i Consigli hanno faticato a raggiungere il quorum del 15% indispensabile per eleggere i propri rappresentanti – e nel caso del quartiere Centro il quorum non è stato raggiunto – abbiamo iniziato a riflettere su come lavorare per evitare che nel 2020 si ripresentasse lo stesso problema”. Il Consigli, istituiti ora in associazioni, hanno non solo il compito di animare la

vita comunitaria proponendo iniziative e dando il loro contributo nell’organizzazione di eventi che si svolgono sul territorio, ma sono soprattutto delle piattaforme di discussione dove dibattere i problemi concreti del vissuto quotidiano, dalla viabilità alle infrastrutture, dall’ambiente al sostegno sociale, dal commercio alle proposte per bambini e ragazzi. “La ricchezza delle competenze dei Consigli di Quartiere merita di essere valorizzata - dice Pavan -. Per questo motivo in occasione delle nuove elezioni di novembre abbiamo coinvolto ALDA, Associazione Europea per la Democrazia Locale, la cui consulenza è stata preziosa per mettere in moto un nuovo processo partecipativo che portasse le persone più attive delle varie comunità di quartiere a lavorare per approfondire le finalità solidali, culturali, ricreative e propositive che sono alla base della missione di ogni singolo Consiglio”.


Schio ◆ [13] ALDA ha contribuito a stimolare la partecipazione di rappresentanti vecchi e nuovi che si sono poi candidati per la prossima tornata di elezioni. “Il progetto ha avuto inizio prima della pandemia e sicuramente il Covid ha influito soprattutto sulle sue tempistiche di realizzazione – spiega ancora Pavan -. Inizialmente, infatti, avevamo ipotizzato di rinnovare i Consigli in primavera, ma è poi tutto slittato a causa del lockdown. Fino a prima delle chiusure avevamo lavorato molto con incontri in presenza e attività che stimolassero la creatività e la partecipazione; abbiamo dovuto rinunciarci durante il lockdown, ma siamo comunque riusciti a creare dei gruppi di lavoro affiatati che ora si presentano alla cittadinanza con veri e propri programmi”.

E stavolta c’è anche il Centro La soddisfazione più grande, finora, è stata quella di riuscire a coinvolgere potenziali candidati per tutti i sette quartieri scledensi. “Perfino il centro, che quattro anni fa non era riuscito ad esprimere il proprio Consiglio, può ora contare su ben 10 candidati ed è un piacere notare che alcuni di loro si faranno portavoce delle idee e delle esigenze delle comunità immigrate da cui provengono”, continua Pavan. “I quartieri di Schio hanno tutti le loro specificità – osserva il consigliere delegato -. Il Tretto è molto diverso da Santa Croce, come sono diversi Santissima Trinità rispetto a Magrè: ognuno ha la sua conformazione, la sua popolazione – che in alcuni casi arriva a 10 mila abitanti – e le sue esigenze. Per il Tretto, ad esempio, sarà necessario fare una riflessione sulla partecipazione a iniziative turistiche di valorizzazione del territorio e sul mantenimento di servizi chiave come l’ambulatorio di quartiere, mentre altri quartieri dove la partecipazione attiva ha una storia lunga e sentita, come ad esempio Santa Croce, si rivelano fondamentali nel supporto ai contesti limitrofi e stanno fornendo ottimi consigli ai propri ‘colleghi’. Sono stati proprio i rappresentanti attuali di Santa Croce ad affiancare i candidati del quartiere Centro per formarli sulle attività dei Consigli: la forza di progetti come quelli di ALDA sta nella capacità di fare sistema, mettere a frutto tutte le competenze e scambiarle tra quartieri per arricchire, insieme, l’intera città”. I candidati, oltre una settantina, provengono dalle estrazioni sociali più varie: molti di loro sono giovani residenti, a cui i rappresentanti storici dei quartieri hanno lasciato spazio. “È stato bello notare, nelle giornate di la-

Attualità

voro organizzate, come ci fosse un vero e proprio passaggio di testimone - afferma Pavan -. Persone che per anni hanno dedicato molto tempo libero alle loro comunità mettono ora a disposizione la loro esperienza a ragazzi e ragazze che portano nuove idee e prospettive”.

Informazione via social e al mercato Insomma, si nota un certo entusiasmo nei confronti della trasformazione dei Consigli di Quartiere, da poco dotati di un nuovo regolamento in linea con gli aggiornamenti normativi sul terzo settore. “Ai Consigli verrà chiesto di proporre un piano delle opere di quartiere, una sintesi delle proprie proposte – che saranno ab-

Cosa sono i C.d.Q. I Consigli di Quartiere sono organismi apartitici di partecipazione democratica senza fine di lucro che operano per il soddisfacimento degli interessi collettivi e per il bene comune del quartiere rappresentato. Per poter costituire il direttivo è necessario arrivare a un quorum del 15%, calcolato sulla base del numero degli elettori residenti nel quartiere. Per poter votare è necessario essere iscritti alle liste elettorali comunali e sulla scheda è possibile esprimere una sola preferenza. Il giorno delle votazioni è necessario presentarsi al seggio con un documento di riconoscimento valido.

bozzate anche nei rispettivi programmi per le elezioni di novembre – che potranno anche essere discusse in occasione di assemblee di quartiere”, dice Pavan. La pandemia, tuttavia, sta rendendo complicato coinvolgere la cittadinanza perché si rechi a votare e le stesse assemblee, se perdurano queste condizioni, potranno essere partecipate solo da un numero limitato di residenti. “La comunicazione non è semplice - interviene Maria Grazia Dal Prà, responsabile del Servizio comunicazione del Comune che ha seguito il progetto di rinnovamento dei Consigli fin dai suoi esordi e ha coordinato le varie forze in gioco -. Punteremo sulla pubblicità via social e su banchetti al mercato, anche se l’idea iniziale era quella di organizzare delle vere e proprie feste di quartiere per invitare la cittadinanza a votare. Purtroppo non sarà possibile farlo, ma ci auguriamo che gli scledensi rispondano comunque all’appello e premino l’impegno dei vicini di casa che si sono resi disponibili a rappresentarli con costanza e impegno”. L’appuntamento per le votazioni è quindi fissato per domenica 15 novembre dalle 8 alle 20. I cittadini riceveranno volantini sulle modalità di voto e sui luoghi dove recarsi per esprimere le proprie preferenze, ma potranno anche approfondire queste informazioni sui canali social del Comune e sui comunicati che verranno appesi sulle bacheche pubbliche solitamente utilizzate durante le elezioni amministrative o politiche. “L’invito – conclude Pavan - è quello di partecipare al voto per poter contare su un ulteriore spazio di rappresentazione e gestione del bene comune locale”. ◆




[16] ◆ Thiene L’assessore alla famiglia Anna Maria Savio e il sindaco Casarotto

Attualità

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n nuovo link tra famiglia e istituzioni in generale, un filo diretto tra i servizi che offre il Comune e i thienesi più in particolare. È sbarcato in rete il 1 ottobre lo Sportello Famiglia in modalità virtuale sì ma con effetti pratici, a portata di mano e immediatamente a disposizione degli utenti. Un maxi contenitore che racchiude servizi, agevolazioni, modulistica e altro su temi come prima infanzia, scuola, genitorialità, anziani, disabilità, donna e sussidi per la povertà, per citare i menù principali. A beneficiare del nuovo servizio, che costituisce in pratica un compendio di indicazioni a cui attingere evitando spostamenti fisici, saranno in tutto 10.296 nuclei familiari registrati in città (dato aggiornato al 31 dicembre scorso). In sede di presentazione dello strumento consultabile dal divano di casa, è stato definito come una sorta di “bussola”, da comandare con il mouse del proprio pc o con il dito indice dal display dello smartphone. Promotrice dell’iniziativa lanciata da poco è l’assessore ai Servizi alla Persona e alla Famiglia, Anna Maria Savio. “L’obiettivo iniziale è informare tutte le famiglie del nuovo portale ad accesso diretto e di tutti i servizi disponibili - spiega –. Lo Sportello Famiglia Thiene costituisce un nuovo canale informativo virtuale che diffonde in-

Una “bussola” per 10 mila famiglie È sbarcato in rete lo Sportello Famiglia. Un maxi contenitore per servizi, agevolazioni, modulistica e altro su temi come prima infanzia, scuola, genitorialità, anziani, disabilità, donna.

formazioni a 360 gradi, a cui le famiglie possono accedere per conoscere agevolmente tutte le opportunità e le forme di sostegno a cui hanno diritto. È un servizio innovativo che si affianca alla più ampia attività dei Servizi sociali, diventando un’ulteriore opportunità all’accesso fisico agli uffici, in modo semplice e diretto”. A fare da eco è il commento del sindaco

Tornano i nonni vigile In quattro hanno risposto al bando del Comune per essere “difensori stradali” dei giovani pedoni. Per loro anche un piccolo obolo per premiare il loro impegno sociale: circa 13 euro (lordi) al giorno.

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ornano i nonni vigili a Thiene, in supporto alle forze di polizia locale impegnate all’uscita delle scuole, dopo un bando di selezione promosso dal Comune. Si sono proposti 4 candidati, i cui requisiti sono in questi giorni al veglio degli uffici dell’ente pubblico. Si tratta di pensionati della città – o residenti nei comuni limitrofi come si specifica nelle condizioni – “ingaggiati” come addetti al servizio di vigilanza sociale. I loro compiti consistono nel garantire sorveglianza all’esterno degli istituti scolastici thienesi e favorire l’attraversamento di incroci e strade di alunni e studenti. Circa

5 mila in tutto quelli stimati che quotidianamente frequentano Thiene dalle primarie alle superiori. Una “mossa” utile, concordata con i dirigenti scolastici, in supporto agli agenti già impegnati,in virtù dell’emergenza sanitaria che impone ingressi e uscite scaglionati dalle classi, dilatando gli orari del servizio richiesto. Gli stessi nonni vigili, pensionati dai 60 ai 75 anni di età, saranno poi chiamati a disposizione di eventi eccezionali o manifestazioni patrocinate dal Comune. Per loro anche un piccolo obolo, poco più che simbolico, per premiare il loro impegno sociale: circa

Giovanni Casarotto: “Il Comune così facendo entra direttamente nelle case dei nostri cittadini e facilita loro la vita, proseguendo la strada che abbiamo già intrapreso nella digitalizzazione dei servizi. Importante sarà tenere aggiornato lo sportello, che apprezzo anche per l’approccio semplice, chiaro e intuitivo alla portata di tutti”. ◆ [O.D.M.]

13 euro (lordi) al giorno, conteggiando due ore per svolgere l’incarico richiesto loro. Ogni nonno “arruolato” nei ranghi sarà coordinato dal Consorzio di Polizia Locale NordEst Vicentino che provvederà anche a istruire le nuove ma esperte leve attraverso un corso di formazione, sia pratico che teorico, in modo da fornire le nozioni basilari. A ciascuno sarà poi consegnata paletta, tesserino e divisa in modo da contraddistinguere la sua figura. Affiancheranno le due pattuglie che stazionano ogni giorno al “Bosco” in autostazione e nella zona degli istituti superiori, oltre ad un agente che presidia l’area di via Rasa, via Corradini e via Vanzetti. Oltre ai pensionati disposti a mettere a disposizione un po’ del loro tempo libero, si contano anche tre volontari. Ai quattro nuovi “moschettieri” dell’attraversamento sicuro, sarà dato il benvenuto sia dall’amministrazione comunale che dal comando di polizia locale di via Rasa, prima di scendere “in campo”. ◆ [O.D.M.]


Schio ◆ [17]

Vaccini contro l’influenza alla palestra Marconi Per le categorie Quest’anno il vaccino gratuito è stato esteso a tutti i cittadini da 60 anni in su (anziché 65), oltre ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni e agli adulti di qualsiasi età e bambini affetti da malattie croniche.

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a preso il via in questi giorni la campagna di vaccinazione antinfluenzale. Per quanto riguarda i vaccini gratuiti messi a disposizione dall’Ulss per le categorie più esposte, quest’anno vengono somministrati nella palestra comunale di via Marconi. È il frutto di una collaborazione tra il distretto Alto Vicentino dell’Ulss e l’amministrazione comunale che ha messo a disposizione lo spazio della palestra, sufficientemente grande per garantire il distanziamento ed evitare il rischio di assembramenti che quest’anno ci sarebbe stato negli ambulatori dei medici di famiglia.

Adeseguire la vaccinazione sono comunque sempre i medici di base: per facilitare la campagna di vaccinazione è stato pre-

“Si alzi il sipario!” per sostenere gli spazi culturali Si è conclusa sulla rete una campagna di crowfunding per aiutare e valorizzare chi fa cultura sul territorio.

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i è da poco conclusa, in rete, una lodevole iniziativa per sostenere gli spazi culturali dell’Alto Vicentino, promossa da oltre una decina di associazioni del territorio che sono in prima linea nella valorizzazione di una cultura messa a dura prova dall’attuale situazione sanita-

ria, sociale ed economica. La campagna di crowdfunding denominata “Si alzi il sipario!”, è stata promossa per immaginare assieme come uscire da questo periodo particolarmente negativo per chi si occupa di cultura e spettacoli. Da mesi infatti molte realtà che vivono di

Attualità disposto un calendario con giorni e orari in cui presentarsi, suddiviso in base all’iniziale del cognome e disponibile sul sito internet del Comune. «ll Ministero della Salute, la Regione e l’Ulss hanno esteso la gratuità del vaccino a tutti i cittadini di età uguale o superiore ai 60 anni (anziché 65 come in passato), oltre ai bambini tra i 6 mesi e i 6 anni e agli adulti di qualsiasi età e bambini affetti da malattie croniche – spiega l’assessore alle politiche sociali, Cristina Marigo -. La campagna vaccinale antinfluenzale quest’anno è ancora più importante in quanto l’aumento di soggetti vaccinati per l’influenza comporta una diminuzione di pazienti con sintomi sospetti riconducibili al Covid-19». Per garantire il rispetto delle norme anti Covid-19, durante gli orari di vaccinazione, sono presenti i volontari della sezione scledense della Croce Rossa, della Protezione Civile, dell’A.N.A Val Leogra-Schio e dell’associazione Carabinieri. ◆

lavoro volontario e non ricevono sovvenzioni sono sempre più in ginocchio con affitti, utenze e fornitori da pagare. È stata così creata una pagina Facebook e un sito a disposizione di tutti i gruppi in difficoltà: uno spazio virtuale per amplificare le iniziative e immaginare nuovi eventi e momenti d’incontro da costruire insieme in un futuro che si spera il più prossimo possibile. Quanto raccolto finora permetterà in parte di assolvere pagamenti e soprattutto di riuscire a donare momenti di condivisione. Sono state anche previste simpatiche ricompense (shopper, magliette, poster) per chi ha contribuito. ◆ [M.D.Z.]

Onetti Muda, la natura da interpretare Si tiene fino al primo novembre, a Palazzo Fogazzaro, la mostra fotografica “Faunus”: un’esposizione di fotografie che racchiudono i sentimenti della natura millenaria in grado di riproporsi a noi in forme sorprendenti. L’artista, il fotografo vicentino Leonardo Onetti Muda, cerca di catturare nei suoi scatti il carattere di una natura prepotente e maestosa, quasi a ricordarci il suo primato su tutto il resto. Sono vecchie radici e ceppaie a essere protagoniste, lasciando carta bianca all’immaginazione dell’osservatore che può interpretare tali forme nei modi più svariati. Risulta sorprendente come soggetti di così scarsa importanza agli occhi umani possano celare fascino e dinamicità unici, resi grazie ai giochi di luce e al

contrasto di bianco e nero delle inquadrature degli scatti. Muovendosi tra le sale del palazzo, si è in grado di sentire la natura più vicina, personificata e quasi amica; ma anche austera e rigida, in alcuni casi persino “matrigna”, che fa emergere ricordi di leopardiana memoria. È interessante notare anche come i ruoli cambino inavvertitamente: l’uomo non è più al centro, ma subisce una sorta di capovolgimento delle parti, la natura prende vita, si anima e nella sua spontaneità riacquista l’importanza primordiale assegnatale. Onetti Muda è perfettamente in grado di rendere tale sentimento, anche grazie alla scelta del titolo della personale: il Fauno era infatti il protettore dei boschi, della natura e dei suoi abitanti. [T.F.M.]


[18] ◆ Schio Attualità

Il mercato in cerca di rilancio Q

Stefano Tomasoni

ualche vuoto qua e là, più frequente di una volta anche nelle giornate di bel tempo. E qualità della merce più bassa rispetto al passato. Il mercato cittadino non sta passando propriamente un periodo florido. Paga la crisi generale che colpisce ormai da alcuni anni tutto il mondo del commercio, con l’aggiunta degli evidenti problemi legati all’emergenza pandemia, che in primavera ha fermato tutto per qualche tempo e adesso, con i nuovi dati autunnali di diffusione del virus, torna a dare serie preoccupazioni sulla possibile frequentazione nei prossimi mesi.A questo si accompagna, un po’ come causa e un po’ come effetto, un calo di appeal che riguarda una discreta parte dei banchi. Insomma, dire che “non c’è più il mercato di una volta” non è in questo caso una frase fatta di sapore nostalgico, ma la realtà. I meno giovani ricordano ancora l’atmosfera frizzante e quasi di festa che aveva il mercato negli anni d’oro, decenni Settanta-Ottanta, con quel vociare di fondo e le grida di richiamo dei venditori, della serie

Il mercato cittadino non sta passando un periodo florido. A girare tra piazza Statuto e piazza Almerico si vede a colpo d’occhio che ci sono alcuni settori che si sono impoveriti e altri che invece mantengono un buon tono.

“vardè che roba done, vardè che prezzi”. Atmosfera scemata da quel po’ e ormai ritrovabile soltanto nei mercati del meridione.

Meno qualità, ma pur sempre fonte di movimento A girare tra piazza Statuto e piazza Almerico si vede a colpo d’occhio che ci sono alcuni settori del mercato che si sono impoveriti e altri che invece mantengono un buon tono e prodotti interessanti. Qualche tempo fa si era registrato un incremento di presenze da parte delle bancarelle di prodotti “a un euro”, che poi si sono ridotte dopo che la polizia locale aveva fatto scattare una serie di controlli e staccato multe anche salate perché, ad esempio, non sempre venivano esposti i cartelli con la provenienza della merce. “Il mercato è visto come un avvenimento che definirei social-commerciale – osserva

Guido Xoccato, presidente dell’Ascom del mandamento di Schio -. È un momento di aggregazione sociale, Covid permettendo ovviamente: la gente va al mercato, beve il caffè, si trova con gli amici, fa due chiacchiere, vive il centro città. Certo il il mercato di oggi non è più quello di 5-10 anni fa, c’è stato un decadimento qualitativo e di offerta, a volte anche con sicurezze sanitarie discutibili, perché tutti toccano, palpano... In tutti i casi, il mercato può avere ancora una funzione di vivacità del centro, che sappiamo essere in sofferenza. Vedere un po’ di gente non fa male”. Essendoci stato nel tempo un qualche calo nella qualità dell’offerta, dunque, di fatto si è allargata la forbice tra la tipologia di clientela che si rivolge al mercato e quella che guarda ai negozi stanziali del centro. Nel senso che la prima cerca in partenza prodotti a prezzo più contenuto, mentre la seconda guarda più alla qualità avendo un budget di spesa più elevato. “Sotto l’aspetto puramente commerciale oggi molti negozi di vicinato hanno perso interesse nei confronti del movimento mercatale perché effettivamente ci sono due clientele molto differenti nell’approccio al consumo.”, osserva Xoccato.

Spostare uno dei due mercati in periferia? Difficile Ma allora, a questo punto, avere due mercati alla settimana in centro non può essere per certi versi anche una scocciatura, sia per il commercio stanziale che per le attività direzionali? Un’osservazione di questo tipo arriva dal


Schio ◆ [19] prof. Giuseppe Piazza, attento osservatore delle dinamiche cittadine: “Il commercio scledense ha subìto una trasformazione che si è accelerata in questi ultimi anni – dice Piazza -. Nel centro storico molti negozi sono scomparsi, mentre si sono moltiplicati i supermercati in periferia. I negozi ancora aperti vendono poco e sono in difficoltà, ma una città senza negozi è prossima alla morte. Mi pare che il mercato sia settimanale in grande parte dei centri urbani, mentre a Schio avviene due volte alla settimana bloccando il centro storico. Non si potrebbe pensare ad un mercato settimanale (ad esempio al sabato) in centro e quello del mercoledì spostarlo in periferia? Sarebbe un bene per la città, per gli scledensi, per i negozi che ancora funzionano”. Giriamo l’osservazione e la proposta al sindaco Valter Orsi e al presidente dei Commercianti. “Il mercato ha un suo indotto, soprattutto per alcune fasce di attività commerciali del centro, penso ad esempio ai locali pubblici – osserva il sindaco -. Negli ultimi anni si è un po’ impoverito nella qualità delle merci, però è anche una vetrina, non credo che sia un disturbo per le attività commerciali stanziali. Pensare di spostare uno dei due mercati in un’altra area non è una

C’è chi propone di spostare uno dei due mercati in altra zona. Ma sindaco e presidente dei Commercianti non lo vedono fattibile: “Non è una cosa così semplice – dice Orsi -. Al di là degli aspetti burocratici, è piuttosto un problema di infrastrutturazione”. E Xoccato: “Verrebbe fuori una guerra sindacale, politica, strutturale. Pensare di spostare il mercato è come spostare il parlamento”. cosa così semplice: al di là degli aspetti burocratici che volendo si possono affrontare, è piuttosto un problema di infrastrutturazione. Negli ultimi anni tutte le colonnine per il collegamento all’energia elettrica che sono state posizionate in centro rispondono alle esigenze delle nuove norme di sicurezza per le attività mercatali. Se spostas-

Attualità simo un mercato, ad esempio in Piazzale Pubblici spettacoli, bisognerebbe fare dei lavori di adeguamento per l’alimentazione elettrica ma anche per l’acqua. Servirebbe, insomma, un investimento per preparare l’area. Peraltro io non ho indicazioni sul fatto che due mercati comportino un danno per il commercio residente, la stessa Ascom non mi ha mai segnalato un problema di questo tipo”. “Spostare un mercato è come spostare il parlamento – commenta da parte sua Guido Xoccato -. Sarebbe una scelta difficile da condividere con la gente. Ma è anche ben difficile poter dire a un ambulante che il sabato deve andare in centro e il mercoledì in Piazzale Pubblici spettacoli, in un posto dove magari non ci sono infrastrutture, non c’è vicina la stazione ferroviaria o comunque è difficile arrivare… ne verrebbe fuori una guerra sindacale, politica, strutturale. È come chiedere una grazia a Lourdes”. E allora, par proprio di capire che i due mercati resteranno dove sono. Magari, si spera, riuscendo a tamponare la perdita di qualità e a ritrovare appeal. ◆


[20] ◆ Schio Economia

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Camilla Mantella

l prossimo anno l’Alimentari Danubio, in viale Trento e Trieste a Schio, compirà dieci anni. Era il gennaio 2011, infatti, quando Snezana Milenkovic, di origine serba, inaugurò il negozio che, nel tempo, è diventato un punto di riferimento dell’Alto Vicentino per la vendita di specialità slave. “L’inizio è stato impegnativo - racconta la signora Milenkovic -. Prima di aprire la mia attività ho sostenuto sei mesi di corso RAC (agente e rappresentante di commercio, nda) e solo una volta completato il percorso di formazione ho potuto cominciare a vendere prodotti alimentari”. Il negozio offre prodotti tipici dell’area balcanica ed è frequentato soprattutto da connazionali e persone provenienti dalle zone della ex Jugoslavia. “Quando ho iniziato eravamo davvero pochi in provincia a fornire questi prodotti - spiega la titolare -. C’erano due attività aperte a Vicenza, ma l’Alto Vicentino era sguarnito, nonostante la numerosa comunità locale di residenti di origine serba, croata, albanese o bosniaca. Oggi le cose sono un po’ cambiate e ha aperto un nuovo negozio anche a Thiene, ma continuiamo a essere pochi esercizi commerciali di questo tipo sul territorio: per questo i miei clienti vengono da tutto l’Alto Vicentino”. I prodotti più apprezzati dai clienti sono soprattutto le carni affumicate, ingrediente essenziale della cucina balcanica, e le salse, come ad esempio l’amatissimo ajvar a base di peperoni. “Mi rifornisco soprattutto da un grande distributore di Trieste, che si occupa della commercializzazione di queste specialità dice Milenkovic -. Ma accade spesso che mi

La titolare dell’attività Snezana Milenkovic

Dall’estero per fare impresa/1 Storie di imprenditori di origine estera che hanno avviato a Schio e dintorni nuove attività economiche. È questo il fil rouge di una serie di articoli (ne abbiamo programmati cinque) che dedichiamo da questo numero a persone arrivate in tempi diversi a Schio da altri paesi e che hanno investito sul territorio come progetto di vita, professionale e familiare. Un ringraziamento va alle locali associazioni dei Commercianti e degli Artigiani, che ci hanno segnalato le storie che abbiamo raccolto.

Il sapore dei Balcani Era il gennaio 2011 quando Snezana Milenkovic inaugurò con il marito il negozio “Alimentari Danubio” in via Trento Trieste, diventato un punto di riferimento dell’Alto Vicentino per la vendita di specialità balcaniche. rivolgo anche ai produttori dell’Alto Adige, che hanno ottime alternative sulle carni affumicate. I miei clienti frequentano il negozio soprattutto quando ci sono ricorrenze particolari – feste religiose, occasioni familiari, compleanni – perché desiderano ritrovare i sapori della loro terra per celebrarle al meglio”. E i residenti italiani? “Ho anche clienti italiani: accade di frequente che chi è andato magari in Croazia per l’estate si innamori dei cevapcici, polpettine di carne speziata molto gustose, e che cerchi di procurarseli anche al ritorno dalle ferie”. Alimentari Danubio è un’attività che Snezana gestisce anche con l’aiuto del marito. “In realtà avevamo pensato a questo negozio per dare un’opportunità lavorativa a nostra figlia: nel frattempo, però, lei si è diplomata e ha deciso di proseguire i suoi studi all’estero, quindi il negozio è diventata più che altro un’impresa mia e di mio marito. È il nostro modo per tenere vive le tradizioni della cultura da cui proveniamo, per offrire sapore di casa a chi desidera ri-

trovare i gusti della terra natale ed è anche un’occasione per far conoscere le nostre specialità agli scledensi”, conclude Milenkovic. “Schio è il luogo dove siamo e dove abbiamo lavorato tanto per costruire il nostro presente e garantire il nostro futuro: mi spiace solo che negli anni l’ho visto un po’ spegnersi, ci sono meno residenti che frequentano il centro. Il Covid non ha sicuramente aiutato, anche se devo dire che, avendo un punto vendita di alimentari, abbiamo sempre lavorato e garantito la fornitura dei prodotti, grazie soprattutto alla rete di distribuzione che anche se internazionale non si è mai fermata”. Nonostante l’offerta concentrata su prodotti tipici slavi, lo sviluppo di queste attività etniche, che nascono prevalentemente per soddisfare i bisogni di comunità immigrate integrate e che si sono ingrandite grazie in special modo ai ricongiungimenti familiari, può essere un’opportunità per tutti, per sperimentare nuove tradizioni e incontrare la cultura dei propri vicini di casa. ◆



[22] ◆ Schio Pino Guzzonato al lavoro intorno a un’opera. Nella foto sotto, insieme a Ermanno Olmi.

Il personaggio

“Sono un artista-artigiano – dice di sé Guzzonato - e amo sperimentare con tanti materiali: dall’argilla al legno, dalla ceramica all’oro, dall’acciaio all’argento. La mia vera scuola è stata la materia duttile”.

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Mirella Dal Zotto

ino Guzzonato, di Marano Vicentino, è un grande artista, un demiurgo che crea con qualsivoglia materiale, ma che predilige la carta, che definisce “pelle vegetale e minerale del mondo”. L’artista parteciperà a un’importante mostra che verrà inaugurata il 6 novembre nella Biblioteca di Rovereto, edificio che condivide l’accesso con il Mart. Quando lo abbiamo contattato per parlare di lui e delle sue opere, ha preferito riceverci nell’abitazione di Marano, non nel suo “studio” in Acquasaliente, perché là “comincia a far freschino”. Però lassù, dove Rigoni Stern, Paolini, Eco, Bandini, Diamanti, Mazzacurati, Meneghello, Zanzotto… hanno messo piede, testa e bocca, assaggiando le prelibatezze dell’onnipresente signora Maria, ci recheremo senz’altro, perché conoscere un artista è sempre un’esperienza “in progress” che non finisce di sorprendere. “Devo molto al mio paese d’origine - esordisce – perché qui l’artigianato è dentro la gente e nella Marano dei tempi d’oro, su diecimila abitanti, ben quattrocento erano artigiani. Io, in fondo, sono un artista-artigiano e amo sperimentare con tanti materiali: dall’argilla al legno, dal-

“L’accoglienza è il primo modo di fare arte” Abbiamo incontrato Pino Guzzonato, l’artista-artigiano maranese, che alla vigilia delle 80 primavere continua con passione la sua ricerca artistica. Nel suo studio-laboratorio in contrada Acquasaliente sono passati scrittori, artisti e uomini di cultura del calibro di Mario Rigoni Stern, Umberto Eco, Luigi Meneghello, Fernando Bandini, Andrea Zanzotto, Carlo Mazzacurati e tanti altri.

la ceramica all’oro, dall’acciaio all’argento. La mia vera scuola è stata la materia duttile”.

Ma predilige la carta: qui siamo immersi nei libri che crea ricavandola dal legno e dal tessuto…

“Sì, da una ventina d’anni, anche se non abbandono certo altri materiali, è la carta che mi stimola maggiormente, per me diventa di tutto. Ho acquistato la mia “cosoteca” in Acquasaliente perché i grandi spazi che ho a disposizione mi permettono di lavorarla e stratificarla a dovere”. Signor Guzzonato, lei è un omone che, invidiabilmente, è rimasto bambino: ha la capacità di vedere oltre il visibile dell’adulto; ha una fantasia che, anche qui dentro la sua sala, esplode ovunque.

“Ma lo sa cosa facevo io, da bambino, a 4-5 anni? Prendevo gli escrementi dei lombri-

chi nei campi di famiglia, modellavo testine e le cuocevo nel forno della cucina. Da allora, ho sempre immaginato e creato. Ho anche insegnato educazione artistica e storia dell’arte, traendo sempre ispirazione dai miei allievi. Quando poi i miei nipoti frequentavano l’asilo, venivo invitato dalle insegnanti e realizzare qualcosa con loro e con i loro compagni. Come mi sono divertito e quanto ho imparato!” Altre fonti d’ispirazione?

“Beh, ovviamente il bagaglio culturale, legato soprattutto all’antropologia, alla storia, alla letteratura… In Acquasaliente hanno transitato grandi letterati, ma le confesso che ho appreso molto pure dal boscaiolo e dal contadino. Lassù mi piace accogliere tutti, perché per me l’accoglienza è il primo modo di fare arte”.


Schio ◆ [23] Menzionare qualche riconoscimento darebbe comunque l’idea della sua portata…

“Premi ne ho avuti tanti, riconoscimenti pure. Nell’ultimo periodo mi fa tanto piacere una corrispondenza con il presidente Mattarella, che sembra proprio apprezzare quello che faccio. E poi, che so, ricordo quando ho esposto la riproduzione in carta, fabbricata con i jeans, del portale di una chiesa alla Galleria d’arte moderna di Ca’ Pesaro, oppure quando alcuni miei libri d’arte sono andati agli Uffizi, o quando ho tenuto una lezione sempre sulla carta all’Accademia di Brera… L’anno scorso mi ha lusingato ricevere il premio Gentile da Fabriano. All’estero ho partecipato a “Vera Icon” (Accademia di Linz), a una mostra presso l’Istituto italiano di cultura a Vienna, a “Worke und Staub” (“Parole e polvere” a Weimar, in Germania), a “Sculpter la mémoire” (a Poitiers, in Francia). Adesso mi aspetto che questa mostra roveretana abbia successo; sono in compagnia di centocinquanta artisti: il catalogo digitale sarà nelle sale del Mart, l’esposizione vera e propria in biblioteca, dal 6 al 29 novembre prossimi”.

Ora però ci dica cosa sono questi strani esseri esposti nella teca qui di fianco: l’ultima creazione?

Il personaggio

“Sono umanoidi e animaloidi che il Covid mi ha ispirato e che ho realizzato in argento. Dalla pandemia è uscito un bestiario che sta interessando qualche gallerista e anche qualche biologo, pensi un po’. Ho poi in progetto una mostra con Enrico Tallone, uno dei più grandi stampatori italiani di libri realizzati come si faceva nel Rinascimento, alla Manuzio per intenderci”. Futuro, passato, presente: lei che ne pensa?

“Il futuro mi affascina: so che potrà essere doloroso, ma mi ispira. Il passato mi serve sempre per imparare. Il presente appartiene a un’umanità perduta nel consumismo e nello spreco, nel digitale usato male, nell’errata distribuzione delle risorse. La Terra darebbe da mangiare a dodici miliardi di abitanti, non solo a sette, se riuscissimo a rispettarla. Spero nei giovani, questo sì”. Quello dell’anno prossimo sarà un genetliaco importante. Cosa vorrebbe dai suoi ottant’anni?

“Solo poter continuare a creare, a liberare la mia mente. E magari andar per tartufi con Mori Mori, il mio cane”. ◆

La grande porta è in realtà un’opera di Guzzonato realizzata con la carta. Accanto siede la moglie, Maria.


[24] ◆ Thiene Sport “L’idea di un rapporto più diretto tra impresa e sport nasce anche dal periodo che stiamo vivendo, difficile ma nel contempo di stimolo per nuove opportunità – dice l’imprenditore Roberto Brazzale -. Poi, l’atletica è un bene da sostenere e su cui investire. Spero che altre aziende ci copino in questo”.

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Omar Dal Maso

al 1 settembre Laura Strati, atleta azzurra di livello internazionale nella specialità del salto il lungo (6,72 metri il suo personal record), divide in due le sue giornate: la prima metà, al mattino, dedicata agli allenamenti in pista, in palestra e a tutte le incombenze legate allo sport; la seconda, al pomeriggio, impegnata come assistente all’area export per la Spagna, assunta da Brazzale Spa, l’azienda casearia con sede madre a Zanè. Brazzale ha aperto una breccia: un nuovo modo di sostenere i talenti italiani dell’atletica leggera. Non solo ingaggiandoli come testimonial o con sponsorizzazioni a countdown, ma assumendoli. È il caso di Laura Strati, 30enne vicentina di Cassola ma con tanta vita vissuta a Madrid prima e a Roma di recente, e che ora, come spiega l’imprenditore Roberto Brazzale, “può contare su un lavoro vero”. Una sorta di “doppia vita” visto che si parla anche di “doppia impresa”. La prima, in senso letterale e più pratico, è proprio quella legata al marchio produttivo vicentino. La seconda invece si fonde in un sogno che da individuale – quello della saltatrice – sta via via divenendo un obiettivo condiviso: le Olimpiadi di Tokyo 2020. O meglio, 2020+1 visto lo slittamento a causa della pandemia Covid-19. Per trovarsi la prossima estate in “rampa di lancio”, l’azzurra della nazionale tesserata per il club Atletica Vicentina dovrà migliorare il proprio record di 10 cm e raggiungere così la soglia di 6,82 oppure piazzarsi nel ranking tra le migliori 32 atlete a livello mondiale. Le chance ci sono, il talento pure così come la determinazione e Laura,

Un salto in lungo e uno in azienda Un’azienda di Zanè vicina all’atletica leggera stringe un patto a doppia mandata - sportivo e professionale – con un’atleta vicentina, Laura Strati, che punta a essere protagonista alle Olimpiadi di Tokyo nel salto in lungo. Nasce un nuovo modo di sostenere i giovani talenti sportivi. che detiene la quarta miglior misura tra le donne italiane di sempre, grazie all’innovativo accordo presentato a metà ottobre proprio a Zanè è stata messa nelle condizioni ideali per potere esprimersi al meglio. Tra l’altro lei in Giappone non c’è mai stata. E assicura di volerlo visitare da turista solo e se avrà saltato alle Olimpiadi. “Se ci arrivo poi mi prendo un periodo di vacanza per visitarlo, lavoro permettendo però” dice con un sorriso. “Grazie al telelavoro cercherò di sviluppare un progetto commerciale in Spagna, dopo aver fatto il mio dovere di atleta al mattino. Ogni atleta ha bisogno di dimostrare a se stesso ciò che vale giorno per giorno. Per riuscire a perseguire obiettivi importanti, e i Giochi olimpici rappresentano l’apoteosi, bisogna poter contare sulla soddisfazione piena dai vari campi della vita. Servono condizioni ideali per allenarsi e per crescere in campo lavorativo, motivo per cui rin-

Sopra Laura Strati in azione e qui nel suo nuovo lavoro alla Brazzale di Zanè

grazio dell’opportunità l’azienda e Roberto Brazzale che la rappresenta”. Forte degli studi in lingue straniere completati all’Università Ca’ Foscari di Venezia, di tirocinio e varie esperienze di lavoro a Madrid dove ha vissuto per 3 anni incontrando anche l’animale gemella, Laura ha apparecchiato il tavolo sui due fronti. Si era proposta all’azienda come insegnante di inglese per i dipendenti. La controproposta, ancora più stimolante, ha finito per inaugurare un modello innovativo, rispetto alla consuetudine in Italia che prevede l’entrata degli atleti nazionali nei corpi militari. Un sistema che ha contribuito a valorizzare molti talenti, ma disperdendone altri per strada, anche a causa dei vincoli che la vita militare impone. “Dopo l’incontro con Laura mi sono chiesto come rendere la sua proposta attuabile in senso migliorativo – spiega Roberto Brazzale -. Un imprenditore credo che debba saper riflettere e poi osare, segnando strade nuove. L’idea di un rapporto più diretto tra impresa e sport nasce anche dal periodo difficile che stiamo vivendo, ma che sta anche stimolando nuove opportunità. Poi, da appassionato, ricordo che l’atletica è sì una passione, ma anche il simbolo della cultura della fatica, è uno strumento per coltivare la bellezza e la salute del corpo e non solo, e quindi un bene da sostenere e su cui investire. Speriamo davvero come azienda che altri ci copino: l’esempio di Laura, che con intelligenza pensa al proprio futuro professionale già ora, va premiato”. ◆



[26] ◆ Thiene Spettacoli

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Omar Dal Maso

ue spettacoli di recupero della 40ª stagione di prosa del Teatro Comunale già programmati, mentre nel dietro le quinte accelerano i contatti per garantire la prosecuzione del grande teatro thienese. L’edizione 2020/2021 slitterà ormai al nuovo anno ma, pandemia permettendo, il sipario si alzerà ancora.Anche se sarà una stagione in formato ridotto, si presume con 6 spettacoli in calendario anziché i canonici 10 che contraddistinguono solitamente la rassegna. A garantirlo è Maria Gabriella Strinati, vicesindaco di Thiene ma su questi lidi nel ruolo soprattutto di assessore alla Cultura, al lavoro da settimane insieme ai suoi collaboratori e al circuito Arteven per allestire un carnet di eventi di pregio, visti i “piatti forti” a cui sono inclini gli spettatori dai palati fini dell’arte teatrale. Tanti, a Thiene, e abituati ad applaudire autori e compagnie di livello nazionale. E per questo, naturalmente, sempre esigenti. Le buone notizie tra fine estate e inizio autunno consistono nella riapertura dei battenti del simbolo in stile liberty della cultura in città, in occasione del “Manhattan Short Film Festival”. Dopo aver messo a puntino i sistemi di ingressi contingentati e segnati i posti a sedere. Ora la capienza

Il teatro riapre, in arrivo una mini-stagione In autunno si recuperano due eventi dal cartellone sospeso a marzo. E i lavori sono in corso per garantire ora un’edizione ridotta, ma di qualità.

è passata da 450 ad appena 199, un numero massimo di presenze consentito incrociando gli spazi tra poltrone distanziate e quelle invece disponibili per persone congiunte. L’altra lieta novella consiste nelle due accoppiate di date “di recupero” imminenti di altrettanti eventi in cartellone sospesi per l’insorgere dell’epidemia, lo scorso mese di marzo. Si tratta di “Mi amavi ancora” di Florian Zeller sospeso in marzo, riprogrammato allargando il carnet in quattro serate consecutive di replica, in modo da consentire a tutti gli aventi di diritto di assistere allo spettacolo con Ettore Bassi, Simona Cavallari e Giancarlo Ratti. Appuntamenti da venerdì 23 a lunedì 26 ottobre. E in sostituzione dell’altra rappresentazione “Bella figura”, non riproponibile per la compresenza di troppi attori sul palco per le attuali norme, da martedì 17 a venerdì 20 novembre ci sarà “La parrucca”, di Natalia Ginzburg, con Maria Amelia Monti e Roberto Turchetta, per la regia di Antonio Zavatteri. “Queste due proposte per completare la stagione teatrale scorsa ci permetteranno anche di testare le nuove modalità – spiega Strinati – e anche di rivedere gli storici abbonati thienesi, ricevendo da loro un feedback importante per il futuro. La risposta per i due recuperi sembra già soddisfacen-

te nonostante le molteplici difficoltà per l’edizione 41. Stiamo lavorando a un calendario compatibile con i tempi, una sorta di mini-stagione che partirà credo a gennaio. In ritardo rispetto a quanto siamo abituati ma ci sarà”. Tra le difficoltà incontrate si annoverano la raccolta di risorse dagli sponsor e quella di reperire compagnie di recitazione tornate in piena attività dopo il lockdown. Come dire che l’offerta è meno ampia rispetto al passato. Ma la macchina organizzativa risulta a buon punto, e pazienza se si andrà incontro a un calo fisiologico di abbonati visti i tempi. “Stiamo procedendo con passi accorti come è giusto che sia – continua la promotice -. Offriremo spettacoli di qualità a spettatori di qualità, degni di una rassegna di respiro nazionale che tanti in Italia invidiano a Thiene. Devo dire poi che la risposta da parte dei partner commerciali abituali è stata fin qui buona, tutt’altro che deludente come ci si poteva aspettare. Anticipazioni sul nuovo cartellone è meglio non farne visto il periodo che non ci consente certezze, inoltre le tournée devono essere confermate e i contratti da siglare, però posso anticipare che ci saranno tra gli attori alcuni nostri ospiti affezionati, qualche bel nome che i thienesi e gli altovicentini sono abituati ad applaudire”. ◆



[28] ◆ Schio Spettacoli

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Mirella Dal Zotto

a stagione teatrale 2019-2020, organizzata dalla Fondazione Teatro Civico, è stata interrotta a fine febbraio a causa dell’emergenza Covid-19. E questo ormai è il passato. Nel futuro c’è una notizia positiva: la stagione 2020/2021 di Schio Grande Teatro sarà particolare e di transizione, ma si farà. A dirlo è Federico Corona, direttore artistico della Fondazione. “Creare assembramenti è sempre stato il nostro lavoro: più grande era l’assembramento e più eravamo contenti - dice Corona -. Attualmente la situazione è radicalmente cambiata e in questi mesi ci siamo trovati a ripensare la nostra attività e le nostre modalità di rispondere alle istanze della comunità. È necessario continuare a lavorare e proporre progetti culturali, tuttavia non possiamo più tener conto dei numeri assoluti: gli spettatori, e di conseguenza gli incassi, pur mantenendo il loro peso assoluto ai fini della sostenibilità del progetto, diverranno marginali e si dovrà prestare maggior attenzione e cura al valore delle proposte e della progettualità, in sinergia con gli altri attori del territorio, cercando di sostenere gli artisti, i tecnici e le maestranze tutte”. È risaputo che purtroppo questo che stiamo vivendo è un periodo molto delicato per il comparto: si rischia di azzerare il lavoro di anni e di far venire meno quello speciale rapporto col pubblico che lega gli spettatori di Schio al loro teatro; c’è poi il pericolo

Una rassegna teatrale “sui generis” La Fondazione Teatro Civico assicura che la stagione 2020/2021 di Schio Grande Teatro ci sarà, ma sarà particolare e di transizione. Causa Covid ovviamente.

di disperdere professionalità molto importanti, come quelle del comparto tecnico, tra i meno tutelati della pandemia. “Proprio per proteggere questo tesoro, frutto di un lavoro che è partito diversi anni fa qui a Schio e che ho avuto il privilegio di poter portare avanti - continua Corona - abbiamo deciso di non demordere e di continuare a proporre i consueti progetti della Fondazione, ma con diverse modalità e trovando soluzioni creative. Credo sia una sfida da accettare”. D’altronde il teatro ha dimostrato di essere uno dei luoghi più sicuri dove andare: una recente ricerca di Agis ha contato un solo contagio durante tutte le attività estive di spettacolo dal vivo in Italia, per circa 350 mila spettatori. “A Schio ci stiamo attrezzando con mezzi e professionalità per garantire un livello di sicurezza eccellente – assicura Corona -. La stagione 2020/2021 di Schio Grande Teatro ci sarà, e questa è una buona notizia,

Il direttore artistico Fabrizio Corona Foto Luigi De Frenza

ma sarà particolare, di transizione. Stiamo pensando a una serie di eventi per abitare il Teatro Civico fino alla chiusura per i lavori di ristrutturazione e poi all’utilizzo del Teatro Astra, senza tralasciare spazi alternativi come la Sala Calendoli, lo Shed, la Chiesa di San Francesco. Ci saranno spettacoli diversi, per pochi spettatori alla volta e che consentiranno, anzi prevederanno, il distanziamento fisico. Troveranno spazio i progetti di formazione del pubblico come Campus Lab, con incontri dedicati ai ragazzi delle scuole e laboratori in presenza e on-line, si continuerà a danzare in totale sicurezza con Dance Well e proseguirà il cartellone del Teatro Scuola con attività di coinvolgimento per gruppo classe che prenderanno il posto degli spettacoli teatrali”. Racconteremo la stagione ai nostri lettori nel numero di novembre, convinti che anche un nuovo modo di fare teatro saprà regalare meraviglia e stupore. ◆

Festival organistico, concentrato di qualità La seconda edizione della manifestazione ha riservato tre soli concerti, ma di ottima fattura e successo di pubblico.

È

alquanto difficoltoso, in questo periodo, organizzare appuntamenti con gli spettacoli, ma i pochi in calendario godono di un buon afflusso di pubblico, stanato da comodi divani che in era Covid i più preferiscono alle poltroncine di cinema e teatri, alle sedie di chiese e altri luoghi di ritrovo collettivo. A settembre i tenaci organizzatori di Ludus Soni sono riusciti a mettere in piedi un festival organistico, partito nella nuova edizione solo lo scorso anno, di ottima qualità, ma limitato a tre appuntamenti, gli ultimi due concentrati domenica 27 settembre, con maltempo. I giovani, bravissimi, dell’Orchestra Euthalia di Rovereto, si sono

esibiti nella chiesa di S.Francesco anziché al Toaldi Capra, proponendo con entusiasmo e professionalità un godibile repertorio di musiche da film. Alla sera, invece, il Duomo ha ospitato l’unico concerto d’or-

gano in presenza, con il maestro Pier Damiano Peretti e il sassofonista Damiano Grandesso, che ha saputo dare un tocco originale e insolito ai pezzi proposti. Lo stesso Peretti ha trascritto per organo e sassofono contralto la Toccata IV per l’Elevatione di Girolamo Frescobaldi. Dopo un repertorio più tradizionale nella prima parte, eseguito all’organo positivo di scuola napoletana, la seconda parte all’organo Mascioni è stata dedicata a due autori contemporanei, Langlais e Alain, mentre nella lunga e complessa Fantasia e fuga sul corale “Ad nos, ad salutarem undam”, il maestro Peretti ha donato al pubblico autentici virtuosismi. Altri concerti, eseguiti in Duomo e nella Chiesa di S.Antonio Abate, verranno caricati su YouTube, in attesa di tempi in cui potranno essere goduti in presenza in tutta la loro maestosità. ◆ [M.D.Z.]



[30] ◆ Schio Cultura

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Mirella Dal Zotto

ariano Castello ha dato alle stampe la conclusione di una trilogia che ha avuto come oggetto alcune zone di Schio; dopo “Passuè” nel 2017 e “Cantarana” nel 2019, è ora la volta di “Quelli di Ressecco”, suo tredicesimo libro. La presentazione, a cura della Biblioteca Civica che ha chiamato a partecipare i Gruppi di Lettura e due ottimi musicisti (Daniela Dalle Carbonare al violino e Marcello Grandesso alla fisarmonica), ha avuto luogo nella chiesa di S.Francesco. Notevole la presenza dei “rasseccani”, ossia degli abitanti di Ressecco, quartiere che fino alla fine degli anni Cinquanta contava su parecchi esercizi commerciali che lo rendevano assolutamente autonomo rispetto al centro città. Infatti, ancor oggi, qualche anziano non dice “sono di Schio”, ma “son de Rassecco”, con vivo senso di comunità. Castello ha pazientemente raccolto le testimonianze di una dozzina di persone, sei uomini e sei donne per par condicio, che hanno narrato fatti, misfatti, quotidianità e varia umanità di una zona di Schio a sé stante, dove in tempo di guerra si “prende-

Detto tra noi

Che tipi, quelli di Ressecco Mariano Castello ha dato alle stampe “Quelli di Ressecco”, un libro che, attraverso i rticordi di una dozzina di residenti “storici”, narra fatti, quotidianità e varia umanità di una zona di Schio a sé stante. va” un carrarmato tedesco, dove le bande si affrontavano fiondando pesantemente, dove le donne lavoravano sodo in fabbrica ma si concedevano anche tante chiacchiere per strada dimostrando di non essere per nulla sottomesse, dove tanti erano comunisti ma preparavano il presepe a Natale, magari con la falce e il martello al posto della cometa. Un piccolo mondo ormai antico ma sempre vivo, ora oggetto di letteratura. Mariano Castello l’ha raccontato a suo modo, con quell’italiano dialettato, o dialetto italianizzato, che contraddistingue tutti i suoi lavori, rendendoli sempre piacevoli, scorrevoli, permeati di un velo di nostalgia che provoca sorriso e riso. Una ventina di foto d’epoca stimolano a cercare volti conosciuti del tempo che fu.

Per inviare lettere e contributi a SchioMese, scrivere a: schiothienemese@gmail.com Si prega di inviare i testi soltanto via posta elettronica e di contenere la lunghezza:

testi troppo lunghi non potranno essere pubblicati a prescindere dai contenuti.

A proposito di come scrivere Santissima Trinità Leggo sempre con piacere ed interesse quanto scrive il direttore, soprattutto quando gli articoli trattano di aspetti particolari della nostra Schio, quando riguardano la viabilità, a volte purtroppo il degrado, le piste ciclabili, la chiusura dei negozi in centro, gli Uffici Postali, ma anche “4 a 3 e palla al centro”, ecc. argomenti per cui anch’io a volte ho voluto dare dei contributi e ringrazio sempre per averli pubblicati. Non ho una “cultura classica”: sono in possesso di diploma di ragioniere anche se i miei insegnanti di lettere, alle scuole medie prima e alle superiori poi, che mi hanno fatto avvicinare alla letteratura pur in una scuola ad indirizzo tecnico, sono stati del calibro di Caterina Tabelli, Sigismondo Zambon e, dulcis in fundo, Livia Letter! Quindi, da veneto polenton, leggo e cerco di imparare per poter scrivere in maniera la più corretta possibile anche se,

“Non è un libro di storia ma di storie”, precisa Castello nella prefazione, magari elevate a epopea grazie a qualche mezzo litro in più. “Sulla ritirata tedesca di fine aprile ’45 è ormai stato scritto tutto, ma essuno storico locale, nemmeno il più decentrato, prenderà mai la penna per raccontarvi la storia di Joani, del Pera, della Miriam e di tanti altri che in modi diversi vissero quell’esperienza” spiega ancora l’autore. “Mi go senpre fato quel che go vussudo e me son senpre catà benon”, titola uno degli ultimi capitoli e forse questa frase chiosa i forgiati caratteri dei “rasseccani”, personaggi che lo stesso Castello, in chiusura di presentazione, ha tenuto a definire “gente senza paura, anche oggi”. ◆

devo dire la verità, mi attira, appassiona ed affascina molto “lo stile Mariano Castello” con sempre simpatiche ed argute derive dialettali. Stavolta faccio riferimento all’articolo, sempre a firma del direttore, a pagina 17 del numero di luglio riguardante le regole della grammatica: “Sbagliamo da sempre a scrivere SS.Trinità”. Ma a pagina 22 dello stesso numero dove si parla di centri estivi citando le varie realtà scledensi, si scrive ancora SS.Trinità. Aiaiaiaiaii dr. Tomasoni!: stavolta 3 a 4 e palla al centro. Io comunque tifo sempre Italia... Ottorino Orizzonte

Caro signor Orizzonte, si direbbe “preso in castagna”, visto che è anche la stagione giusta. Però un momento, vedo l’arbitro che fa segno di andare a controllare al VAR. Dalla regia gli hanno segnalato che l’articolo in questione, dopo aver precisato la forma corretta per ab-

breviare “Santissima Trinità”, riconosceva che nella lingua ci sono abitudini che col tempo prendono il sopravvento, e terminava mettendo le mani avanti: “Siccome alla fine, nel bene e nel male, è l’uso comune che la fa da padrone, continueremo ovviamente a scrivere SS.Trinità. Ma almeno si sappia che la forma corretta sarebbe SS.ma Trinità”. Ora l’arbitro sta controllando e ci sta pensando... Ancora un momento… Ecco, arriva la conferma: gol annullato e palla al centro. (S.T.)

A proposito del passaggio a livello Ringrazio il dr. Tomasoni per aver letto il pensiero mio (e di ogni persona di buonsenso) e averlo espresso molto bene riguardo il passaggio a livello alla rotonda di Nico. Buona continuazione di lavoro. Carla Volpe




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