gruppo 21-cairoli

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RELAZIONE DI PROGETTO Riflettendo sull’ampliamento della scuola già esistente nel villaggio rurale di Tintareni, ci siamo interrogati in prima istanza sull’importanza di definire un atto fondativo che, ricollegandosi con le origini storiche delle realtà limitrofe, ci accompagnasse nel disegno del nuovo sistema scolastico. Indagando il contesto emerge come gli impianti storici di molte città della Romania siano riconducibili alla figura del “castrum” romano, che con i suoi due assi principali, cardo e decumano, è diventato la chiave di lettura del nostro progetto grazie alla sua matrice ordinata e riconoscibile che lo rende indicato alla composizione di un ambiente scolastico. Elaborando l’immagine iniziale della “crux” abbiamo tracciato due percorsi preferenziali di cui, il primo esteso da nord-ovest a sud-est coincidente con la direttrice generata dalla scuola preesistente, e il secondo, perpendicolare al primo,che si sviluppa da sud-ovest a nord-est identificato come linea generatrice dell’espansione architettonica nuova e futura. Mentre il primo si pone come elemento di connessione tra il vecchio e il nuovo, il secondo rappresenta l’asse sul quale si organizzano i nuovi ambienti progettati: un’ aula per 25 alunni, un’ aula didattica polifunzionale ed interposta la zona riservata ai servizi igienici. Mentre l’asse del costruito si configura come trama unica del giardino, gli assi orizzontali lo scandiscono in differenti ambiti più facilmente riconoscibili e caratterizzabili; inoltre data la loro dimensione ridotta sono maggiormente gestibili in termini di sicurezza e attività didattica. Architettonicamente il progetto riprende l’archetipo della capanna primigenia, composto da una tettoia a doppia falda sotto la quale si articolano spazi differenti e ibridi in cui interno ed esterno si compenetrano; un lungo corridoio porticato crea un cono ottico che accompagna lo sguardo verso la valle e allo stesso tempo distribuisce negli ambienti interni. Questo termina con un’area didattica esterna, coperta da un tendone avvolgibile, attrezzabile nella stagione estiva, che si connota come connettivo tra l’aula polifunzionale e gli spazi esterni. Il porticato è quindi spazio diaframmatico che implicitamente amplia lo spazio delle aule e dei servizi, diventando asse del “non finito” che potrebbe ospitare un ampliamento futuro gettando le basi della struttura portante. Il progetto prevede un’accezione sistemica dell’ambiente che non è più il sottofondo,ma bensì piattaforma su cui avviene l’azione didattico-educativa: la proposta formativa è data dalla strutturazione dell’ambiente cioè dal complesso di relazioni tra soggetti e oggetti, a cui concorre il continuo rapporto tra pieni e vuoti. In base a questa concezione la struttura, quindi, non è più statica e limitata ma bensì vivente e interconnessa al suo interno; gli spazi del giardino diventano didatticamente importanti, suddividendosi a seconda delle diverse funzioni: sport, ricreazione, attività interdisciplinari. Confrontarsi con la progettazione di una scuola significa riflettere sull’importanza pedagogica delle scelte architettoniche pensando all’ambiente


come soggetto che partecipa al progetto educativo e quindi capace di promuovere la socialità e stimolare conoscenza e creatività. Siamo partiti dal concetto di ambiente preparato ovvero ambiente educativo liberante e costruttivo: liberante in quanto privo di ostacoli o pressioni, fondato sulla libera scelta individuale all’interno di una serie limitata di opzioni, e al tempo stesso costruttivo, poichè indirizza verso uno scopo esterno definito gli impulsi e le energie interiori del bambino, rispondendo così al loro bisogno interiore di ordine. L’ordine appunto è essenziale per la costruzione di un senso interno, il quale non è dato dalla distinzione tra le cose, ma dalla distinzione dei rapporti tra le stesse. Si tratta di un ambiente in cui ogni elemento trova il proprio posto nel rapporto con gli altri e mira a ottenere una mente flessibile e ordinatrice. La scuola ospita un’utenza particolarmente sensibile e ricettiva; per questo, utilizzando i concetti dello spazio naturale nel quale al centro del progetto c’è l’essere umano, si arriva all’architettura bio-ecologica e quindi sostenibile, all’importanza della vivibilità intesa come ricerca di benessere, alla sicurezza come diritto e cultura della salute e all’educazione all’ecologia. Concretizzare queste tematiche significa effettuare scelte progettuali nell’ottica del benessere ambientale e del risparmio economico ed energetico. L’orientamento secondo l’asse nord-est sud-ovest dell’edificio garantisce un ottimale esposizione che insieme ai diversi pacchetti murari concorre all’ottenimento di un buon livello di benessere termo-igrometrico. La tettoia contribuisce a schermare i raggi solari d’estate generando molte zone d’ombra e permettendo invece d’inverno di far penetrare nelle classi la luce naturale; la parete ventilata a sud-est favorisce il ricircolo dell’aria raffrescando gli interni in estate, mentre la parete a nord-ovest rivestita in legno una maggiore conservazione del calore nella stagione invernale. L’edificio è dotato di quattro cisterne per la raccolta e il riciclo delle acque meteoriche;queste sono collocate nella zona retrostante i bagni, protette da una siepe che impedisce l’accesso ai bambini.


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