Infilliving: case per studenti a Milano

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Politecnico di Milano FacoltĂ di Architettura esocietĂ -Sede Leonardo-Milano Laurea Specialistica in Progettazione Architetonica e Urbana

INFILLiving residenze per studenti e vuoti urbani

Relatore: Professore Gennaro Postiglione Studente: Laura Moretti 198818 Studente: Elena Naldi 198832

Tesi di laurea Anno Accademico 2005/2006 I


II


indice incipit SCENARIO POSSIBILE

3 0.1

identificazione della MATRICE osservazione della città. densità di vuoti

principio insediativo matrice urbana.

principi urbanistici di riferimento indagine sulla città di milano regolamento edilizio del comune di Milano piano regolatore 1948/1953: piano albertini 1932-33 piano beruto 1884. i sopralzi_ accenni e riferimenti L’evoluzione degli ultimi anni in Italia

SCENARIO POSSIBILE

0.2

identificazione del SOGGETTO osservazione della popolazione

indagine sulla mobilità mobilità generale Quanto Quando mobilità a milano

principio identificativo frammenti di cronaca bacheca annunci identikit: studente universitario

7 7 11 11 30 31 34 36 36 38 39 39 40 42

49 49 51 63 63 64 65 66 69 70 76 78

III


SCENARIO POSSIBILE

0.3

identificazione dell’ OGGETTO Dimorare temporaneo.

identikit dell’oggetto dispersione dell’oggetto/dispersione dell’abitare mercato delle offerte e proposte analisi delle proposte di convenzione della regione e del comune linee guida per i nuovi interventi_proposte della regione

SCENARIO POSSIBILE

0.4

83 83 85 95 97 102 102 103

109

identificazione della GESTIONE mercato immobiliare Project Financing

109 111 112

SCELTE URBANE

123

1.0

identificazione dei suoli disponibili principio apllicativo cerchie e assi principali

123 127 129

RIFERIMENTI MORFOLOGICI

131

sguardo “nella città”

133 135 153 165

lotto stretto a terra sopralzo un corpo in più

ABACO VUOTI

1.1

identificazione dei suoli disponibili analisi aree urbane assi radianti prima cerchia seconda cerchia

disponibilità di suoli IV

181 181 183 184 188 190 195


RIFERIMENTI TIPOLOGICI

197

minimal spaces

199 201 217

residenza per studenti alloggio minimo

ABACO FUNZIONI

1.2

identificazione degli ambienti minimi normativa vigente

237

standard abitativi ipotesi di dimensionamento componenti della dispersione

237 239 239 240 241 243 248 251

STUDENTS’ MAP

257

L.14 novembre 2000 n.338 D.M. 9-5-2001, n. 116 D.M. 9-5-2002 n.118

1.3

disponibilità di suoli/ambienti 1 sistema residenziale indice dei luoghi e delle funzioni mappa dello studente

257 261 262 273

RIFERIMENTI TECNOLOGICI

275

nuove tecniche costruttive

277 281 299 307

prefabbricazione tridimensionale prefabbricazione bidimensionale prefabbricazione monodimensionale

MODULO ABITATIVO 2.0

323

alloggio per l’individuo/coppia di individui modulo e matrice urbana modulo e matrice funzionale

323 326 327 V


modulo e matrice strutturale componente orizzontale componente verticale

montaggio modulo modulo_abitabilità CORSO GARIBALDI

3.0

residenze per l’individuo/vuoti urbani

328 329 330 333 335

339

osservazione della matrice fronti_quinte scenografiche

339 343 344 367 372

AREAar013/pc001

377

dispersione dell’oggetto Catalogo vuoti/funzioni

4.0

moduli abitativi/sale studio

area ar013/pc001

377 380 383 384 387

explicit

391

bibliografia

395

ASPETTI URBANISTICO-MORFOLOGICI ASPETTI SOCIOLOGICI ASPETTI ECONOMICI ASPETTI TECNOLOGICI

397 400 405 406

Area di intervento Inserimento dell’intervento sul territorio/rapporto con l’esistente Descrizione dell’intervento

VI


indice figure Fg.1 Mappa di Milano Fg.2-3 Infrastruttura: Aree Ferroviarie Fg.4-5 Corsi D’acqua: viste Naviglio Grande Fg.6-7 Aree Residuali: Interstizi Corso Garibaldi Fg.8-9 Aree Bombardate: centro storico Fg.10-11 Aree Metropolitane: Stazione Lambrate Fg.11-12 Linea di Gronda: via Mercato Vetero Fg.13-14 Aree Industriali dismesse: Spazi ai margini della città storica Fg.15 Vuoto lungo la linea di Gronda Fg.16 Vuoto interstiziale Fg.17-22 Casi significativi di sopralzi a Milano Fg.23 bambini e adolescenti, soggetti legati al nucleo familiare. Dipendenti dalla componente adulta. Dimora stabile all’interno della città. Spostamenti interni alla matrice urbana. Fg.24 giovani coppie: nuclei familiari appena formatisi, instabilità economica e lavorativa. Dimora all’interno della città legata ad esigenze lavorative e dinamiche sociali Fg25 famiglie. Nuclei radicati nella città, relazioni sociali e culturali interne alla matrice urbana. Ambito lavorativo e dinamiche familiari interne alla città. Fg 26 single abitano la città per motivi di studio, lavoro, dinamiche sociali e culturali. Elementi dinamici all’interno della matrice urbana, intensità delle relazioni, generatori di flussi interni ed esterni. Fg 27 anziani: dimora sedentaria, memorie della vita e della trasformazione nella città. Abitano una dimensione di quartiere, spesso isolati. Fg 28 pendolari: gruppo adulto della società. Generatore di flussi quotidiani in entrata ed uscita dalla città connessi ad esigenze lavorative. Maggior offerta occupazione offerta dalla matrice urbana. Fg 29 giovani studenti: generatori di flussi periodici all’interno della città mobilità a medio termine connessa agli studi universitari. Permanenza in città 3-5 anni. Fg 30 flusso quotidiano in entrata nella città generato da motivazioni personali, visita a parenti, shopping e svago. Spostamenti non sistematici all’interno della città. Fg 31 spostamenti non sistematici, a breve o medio termine, periodici determinati dal turismo e dai viaggi culturali. Spostamento di individui per vacanza. Fg 32 flussi causati da motivazioni personali e private. Spostamenti giornalieri a medio e breve termine. Fig.33-35 Spaccato del modello; Veduta interna del modello; Pianta di Minimal Dwelling with kinetic stairs Fig.36-37 Veduta del fronte; Piante dei diversi livelli di House in Nipponbashi Fg.38-40 Veduta del fronte; Particolare della corte interna; Piante dei due livell di Kim house Fg.41-42 Vedute del fronte; Piante dei diversi livelli di Schtzennattstrasse Fig.43-45 Veduta del fronte; Veduta corte interna; Piante dei diversi livelli di Nihonbashi House Fg.46-48 Veduta del fronte; Terrazza panoramica del settimo livello; Piante dei diversi livelli di Max Ray headquarters building Fg.49-51 Veduta del fronte; Veduta spazio interno; Piante dei diversi livelli di Gramergasse Fg. 52-54 Veduta del fronte; Veduta dello spazio del soggiorno; Piante del primo e del secondo livello di house in shimogamo Fg. 55-57 Veduta del fronte; Veduta dell’affaccio sulla corte; Piante dei quattro livelli di House in Kamigyo-Ku Fg. 58-60 Vedute del fronte; Piante del primo e secondo livello di Binnenwieringerstraat Fg.61-62 Veduta del fronte; Piante dei diversi livelli di Haarlemmerstraat Fg.63-66 Vista dalla stanza da letto e vista del secondo piano; Vista del fronte più largo esposto a nord; Piante dei tre piani di Skin-House Fg. 67-70 Vista antecedente all’intervento; Vista dell’intervento; Viste dell’ingresso e della lastra con luci interattive di Floating Grounds Fg. 71-73 Vista del prospetto da strada; Pianta di Kemper Trautmann House Fg. 74-77 Vista prospetto anteriore; Vista prospetto posteriore; Vista di un interno di Villa in città a Tubingen Fg. 78-79 Viste esterne del progetto di Town House Fg. 80-83 Vista esterna del sopralzo; Vetrata del sopralzo; Vista della sala pranzo; pianta di Penthouse a stoccarda Fg. 84-88 Viste eterne dei sopralzi_lucernari; Vista interna dell’inserimento dei corpi aggiunti; pianta corpi aggiunti su edificio esistente di Rimessa a Berlino Fg. 89-92 Vista esterna del sopralzo; Viste interne dello spazio alto nel centro soli 2.40 m; pianta di Intervento di sopralzo a Vienna Fg. 93-96 Vista antecedente all’intervento; Vista dell’intervento; sezione di Over the top Fg. 97-100 Viste del corpo aggiunto; Sezione schematica di extension “Symbiont” Fg.101-103 Veduta del fronte anteriore; Veduta del fronte posteriore; Pianta di Edificio Residenziale e commerciale a Colonia Fg. 104-107 Bunker prima dell’intervento; Vista dell’intervento da strada e dal porto; Sezione schematica di Culture Bunker Fg. 108-112 Vista esterna del sopralzo; Viste interne; Sezione schematica di Boros collection art Bunker Fg. 113-114 Vista inserimento a lato di un edificio esistente; Vista inserimento sopra un edificio esistente di Polis Fg. 115-117 Vedute dell’esterno; Veduta dell’interno di LoftCube Fg. 118-121 Veduta dell’interno; Particolari delle pareti divisorie; Pianta tipo e possibili variazioni e modalità aggregative di LoftCube Fg. 122-124 Diverse location: la prima per l’Expò ini Svizzera e l’attuale sul museo a Leipzing di Hotel Everland Fg.125-127 Viste dall’interno sulla Parigi con la torre Eiffel e sul lago in Svizzera; Pianta schemattica di Hotel everland Fg.128-129 Veduta esterna; Veduta struttura di Rucksack House Fg. 130-135 Diverse possibilità di applicazione; Vista dall’interno dello spazio pubblico sottostante; Pianta; Sezione di Rucksack House Fg. 136-137 Vista panoramica; Vista dell corpo aggiunto di Edificio parassita a Rotterdam

9 12 14 16 18 20 22 24 32 33 47 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 155 156 157 158 159 160 161 162 163 167 168 169 170 171 172 173

VII


Fg. 138-141 Vista precedente all’intervento; Viste intervento; Sezione con identificazione dell’inserimento di Museo per bambini e per giovani a Berlino Fg.142-145 Vista prospetto anteriore; Vista prospetto laterale e posteriore; Dettaglio canale di scolo integrato nella lamiera di zinco di Casa Plurifarmiare a Dortmund Fg. 146-149 Vista del corpo aggiunto al retrostante in pietra; Corpo aggiunto chiuso; Vista interna; Pianta piano terra di house Extension Fg. 150-151 Vista posteriore; Vista anteriore della casa di Casa in Rue Galvani a Parigi Fg.152-153 Vista dall’esterno; Vista dall’interno di Stanza di un fotografo a Londra Fig. 154-156 Prospetto laterale; La composizione in alzato del fronte principale; Pianta di una cellula tipo di 16 mq di Casa Albergo a Milano Fig.157-163 Facciata verso il fiume e verso la strada; Tipologia d’alloggio singolo e doppio; Schema dell’impianto dell’intera residenza; Pianta di una cellula tipo doppia di 32 mq di Baker House Fig. 164-167 Prospetto Nord; Prospetto Sud; Pianta di una cellula tipo; Vista interna di un alloggio di Pavillion Suisse Fg. 168-174 Vista dell’intero complesso;Viste interne degli alloggi; Pianta tipo di alloggio singolo+appartamento senza camera; Pianta tipo di alloggio singolo+alloggio doppio di Peabody terrace Fg. 175-178 Vista d’insieme; Viste dell’esterno; Schema planimetrico di distribuzione degli alloggi di Student Housing Calslaan Fg. 179-183 Vista d’insieme del complesso; Viste dell’esterno; Schema planimetrico di diverse tipologie di alloggi singole e doppie di Hochscule fur Gestaltung Fg. 184-188 Viste interne del complesso; Prima tipologia_Unità per quattro persone; Seconda tipologia_Unità per otto persone di Kresge college a Santa Cruz Fg. 189-192 Viste esterna di un corpo residenziale a stecca; Vista da un ingresso del volume centrale; Vista schematica dall’alto di due alloggi; Vista interna di un alloggio di St. Andrew’s University Residential Building Fg. 193-197 Viste esterna dell’impianto generale; Viste interne di due stanze; Vista esterna di una cellula; Pianta di una cellula-stanza di SpaceBox Fg. 198-201 Viste esterne dell’edificio; Vista di uno spazio comune; Vista di un alloggio tipo di Residenza Universitaria Cambridge Fg. 202-205 Prospetto principale; Veduta laterale; Particolare di facciata; Flessibilità di un alloggio di Casa per studenti a Garching Fg. 206-209 Vista facciata; Vista scala interna; Dettaglio di facciata Fg. 210-213 Vista prospetto principale; Vista prospetto laterale; Vista prospetto aperto; Pianta tipo di Ostello per studenti a Coimbra Fg. 214-216 Veduta dal corridoio; Vista frontale delle capsule; Vista interna di una capsula di Capsule Hotel Fg.217-220 Viste interne delle unità abitative; Vista esterna dell’unità da inserire in una struttura di appoggio di Polis Fg. 221-222 Vista esterna; Spaccato assonometrico di Step Fg. 223-224 Pianta stanza doppia; Sezione di Step Fg.225-226 Vista esterna di un modulo; Vista generale dello spazio industriale di inserimento di IndustrialShelters Fg. 227-228 Pianta modulo tipo; Sezione modulo tipo di IndustrialShelters Fg. 229-231 Viste del modulo chiuso e aperto, singolo o doppio di Elle Fg. 232-234 Vista della possibile trasformazione; Spaccato assonometrico con arredi; Schema di montaggio di IperCubo Fg.235-238 Vista del modulo; Viste interne; Vista dello spazio riposo di Polycarbonate House Fg. 239-242 Viste esterne; Vista dell’interno; piante della casa e dell’atelier di Casa di Abitazione con atelier a Weimar Fg. 243-245 Vedute dell’esterno; Modalità aggregativa dei moduli di Micro-Compact Home Fg. 246-250 Vedute esterne; Scorcio interno; Sezione; Pianta di Rotatable Housing cube in Dipperz Fg. 251-253 Viste delle cellule; Viste del prototipo realizzato; Modello 3D di due capsule di alloggio temporaneo del Proyecto Durmibus Fg. 254-256 Vista esterna della casa; Vista di una parte dell’interno; Piante dei due livelli di Casa unifamiliare a Kobe Fg. 257-259 Viste esterne dell’edificio; Pianta con stanza da letto e bagno di Casa 4x4 Fg.260-262 Dettaglio della facciata rivestita con tavelle in laterizio idrorepellenti sostenute da sottostruttura in acciaio zincato; Vista della corte interna. La facciata è rivestita con pannelli a doghe di cedro rosso di Murray Grove Fg. 263-264 Sollevamento, accostamento,sovrapposizione dei moduli; Dettaglio costruttivo della soluzione di chiusura con l’aggancio delle solette in ca di Murray Grove Fg. 265-266 Prospetto a sud, le facciate sono rivestite con pannelli dogati di cedro rosso montati a secco di Tang Hall Fg.267 Sollevamento e sovrapposizione dei moduli di Tang hall Fg. 268-269 La scelta delle diverse tonalità cromatiche della facciata è opera dell’artista Charlotte Ingle; Il corpo che ospita l’ingresso è realizzato con una struttura di acciaio in profilati a caldo, solidale con le solette rampanti delle scale e i pianerottoli in cemento armato di Raines Dairy Fg. 270-273 Viste interne ed esterne della costruzione di Cocobello Fg. 274-277 Viste di alcuni dettagli; Schema di trasporto e collocamento della cellula; sezione di cocobello Fg. 278-283 Viste dell’intervento generale; Predisposizione degli impianti; Collocamento cellule di spacebox Fg.284-287 Esempi di applicazione del m odulo Algeco; Vista interna di una possibile camera da letto; Pianta di una possibile camera con bagno di casse con forma di casa Fg. 288-290 Concept; Viste esterne della possibili combinazioni di M House Fg. 291-294 Vista esterna; Montaggio cellule; Trasporto cellule; Schema costruttivo prospettico di Hotel a Bezau Fg. 295-299 Vista del prospetto principale; Prospetto principale schermato; Fasi di montaggio; Dettaglio del sistema di facciata di Edificio per uffici a Fellbach Fg. 300-303 Possibilità di unione e sovrapposizione dei moduli base; Trasformazione_ampliamento del modulo di Mokka Fg. 304-306 Apertura del contenitore con base e due “nuclei sonno”; Apertura e trasporto di un nucleo dove dormire di Temporary mobile living space Fg. 307-308 Elementi costituenti il modulo trasporto del modulo stesso di BWMH Fg. 309-313 Viste esterne dell’edificio; Dettagli di facciata; Schema costruttivo assonometrico di Edificio bancario provvisorio a Norimberga Fg. 314-316Vista generale dell’esterno; Elementi bidimensionali che arrivano finiti in cantiere; Schemi degli elementi verticali_orizzontali separati e assemblati di Casa Tipo di Archteam 4 Fg.317-323 Viste esterne dell’edificio; Trasporto e localizzazione del modulo; Fasi di montaggio di Case prefabbricate bifamiliari a voralberg Fg. 324-327 Viste esterne; combinazioni moduli; Schema montaggio di Centro residenziale a Nuova Ulm Fg. 328-332 Viste esterne dell’intero edificio; Viste esterne di parti della facciata; Dettagli costruttivi pianta_sezione di Palazzina residenziale a Trofaiak

VIII

174 175 176 177 178 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 301 302 303 304 305


Fg. 333-339 Vista esterna della casa; Viste interne; Dettagli tecnologici; Schemi costruttivi di Case di abitazione unifamiliare a Sakurajousli Fg. 340-343 Veduta esterna del modulo; dettagli della struttura in legno; Fasi di montaggio_costruzione di Modulo abitativo a Olching Fg. 344-345 Vista esterna della casa; Viste della nicchia letto di House in a plum grove Fg.346-348 Terrazza come una sorta di stanza in più; Camera del figlio con pannelli di legno di 16 mm e pareti esterne di 5 cm (dall’esterno:intonaco_lastra d’acciaio_isolante_gesso); pianta del piano terra di House in a plum Grove Fg.349-351 Vista interna della scuola; Schema strutturale; Sistema impiantistico di Scuola cantonale a Baden Fg. 352-354 Vista interna dell’abitazione; Viste ravvicinate della struttura di Casa d’abitazione a Los Angeles Fg.355-357 Vista esterna; vista del montaggio e dello schema strutturale di Yacht House Fg.357-359 Vista della facciata con legno lamellare; Vista generale del prospetto principale di O sole mio Fg. 360-361 Vista del prospetto; Schema dell’assemblaggio della struttura di Casa unifamiliare a Kobe Fg. 362-365 Viste dei due fronti; Particolare di facciata; Dettaglio pacchetto murario di Scuola professionale alberghiera a Nivillers Fg. 366-368 Veduta esterna; Veduta del fronte; Pianta di Studio in Utrecht Fg. 370-372 pianta e sezioni del modulo (alle pagine 335-337) Fg. 373 Corso Garibaldi Fg. 374-376. Pianta e sezioni area di intervento (alle pagine 387-389)

309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 337 344 389

IX


indice grafici Gr. 1 Distribuzione percentuale di aree vuote Gr.2 Città/Trasporti/Cerchie Gr.3 Tipologie di vuoti scelti Gr.4 Principi normativi Gr 5 Scomposizione in pecentuale della popolazione di Milano Gr.6 Spostamenti interni alla città Gr.7 Dati statistici Gr.8 Attività private/Attività collettive Gr.9 Distribuzione percentuale studenti per ateneo a Milano Gr.10 tipologie di strutture ricettive e loro servizi Gr.11 Permanenza nelle strutture Gr.12 Rapporto tra funzioni e individui Gr.13 Dispersioni funzioni lungo l’asse viario Gr.14 Ricomposizione della residenza Gr.15 Mercato dell’offerta Gr.16 Componenti primarie del metodo di Project financing Gr.17 Analisi costi/ricavi Gr.18 Soglie di espansione storica a Milano Gr.19 Assi principali e cerchie storiche Gr.20 Abaco Dei Vuoti (nelle pagine 180-189) Gr. 21 Standard minimi-funzioni e dimensionamento (alle pagine 239-243) Gr. 22 Dimensionamenti possibili nuovi moduli abitativi Gr. 23 Sitema della dispersione Gr. 24 componenti del sistema insediativo Gr. 25 Dimensionamento modulo abitativo Gr. 26 Colocazione modulo abitativo Gr. 27 Aree funzionali modulo abitativo Gr. 28 Schema elementi strutturali del modulo Gr. 29 fasi di montaggio del mdulo abitativo Gr. 30 Kit di montaggio modulo abitativo Gr. 31 collocazione corso Garibaldi Gr. 32 assegnazione funzioni a vuoti urbani Gr. 33 Area 001 Gr. 34 Area 002 Gr. 35 Area 003 Gr. 36 Area 004 Gr. 37 Area 005 Gr. 38 Area 006 Gr. 39 Area 007 Gr. 40 Area 008 Gr. 41 Area 009 X

26 29 30 35 62 67 75 79 81 93 94 97 98 99 101 112 119 127 129 193 247 249 251 255 325 326 327 328 333 334 341 342 345 346 347 348 349 350 351 352 353


Gr. 42 Area 010 Gr. 43 Area 011 Gr. 44 Area 012 Gr. 45 Area 013 Gr. 46 Area 014 Gr. 47 Area 015 Gr. 48 Area 016 Gr. 49 Area 017 Gr. 50 Area 018 Gr. 51 Area 019 Gr. 52 Area 020 Gr. 53 filtri urbani quali elementi riconoscitivi del nuovo intervento Gr. 54 Tipologie di griglie possibili per le nuove scene urbane Gr. 55 Tipologie di filtri semiopachi possibili per le nuove scene urbane Gr. 56 Rappresentazione dell’intervento su corso Garibaldi Gr. 57 collocazione dell’intervento tipo Gr. 58 contestualizzazione area intervento Gr 59-60 Apllicazione dei filtri/scene urbane all’area di intervento Gr 61 Schema funzionale area di intervento Gr 62-63 Pianta e sezione schematica area di intervento con indicazione delle aree funzionali

354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 367 368 369 375 379 380 382 385 386

XI


XII


XIII


XIV


1


2


3

incipit


INFILLiving_residenze per studenti/vuoti urbani

“dare asilo allo spazio”: descrizione dello spazio del deserto presente nel territorio urbano come frammento, come porzione di territorio incolto, sterrato, all’interno delle corti, spazi ove vi è promiscuità di vita, animali, infanti, donne…in cui vi è un ordine caotico come nelle gerarchie nomadi” Baudrillard

Dalla volontà di indagare gli ambienti delle popolazioni nomadiche, i terreni striati delle mutazioni continue, si è giunti a un’indagine territoriale osservando gli spostamenti continui delle popolazioni pendolari all’interno della città. Osservazioni di campi striati prossimi, indagini sui flussi in entrata quotidianamente nella città di Milano al fine di individuare un ambito di studio specifico Matrice urbana. indagine sulla città, Milano territorio stratificato; ricerca di volumi interstiziali e aree dismesse nel tessuto della città storica. Occupazione dei vuoti urbani residuali. Osservazione di un territorio urbano densamente edificato, striato. Milano quale matrice urbana complessa e frenetica. Volontà di insediarsi nel tessuto storico in stretta relazione con la città. Catalogazione dei vuoti interstiziali, frammentati. La città storica quale matrice urbana, scenario denso di servizi e fenomeni culturali, ambiente fertile per l’insediamento di una nuova rete di offerte per lo studente, alloggi e funzioni dispersi per nuclei minimi nell’edificato esistente. Occupazione di vuoti urbani secondo due principi generatori: ricostruzione di una linea di gronda continua lungo gli assi urbani occupazione dei vuoti interstiziali a terra ospitando microarchitetture 4


Osservazione al fine di individuare una categoria di individui peculiare all’interno della moltitudine dei flussi. Individuazione del soggetto, l’individuo e la città. Indagini statistiche e individuazione di esigenze e priorità. Studente fuori sede quale elemento di riflessione e osservazione Le esigenze dello studente quale campo di indagine e osservazione. L’individuo e la sua relazione con la città. Disponibilità di alloggi quale suolo di ricerca. Mappatura delle strutture esistenti. Principi di distribuzione e gestione. identificazione dell’oggetto. Scenari residenziali possibili. Dispersione delle funzioni nel tessuto storico. Dispersione delle residenze universitarie, dispersione dell’abitare attraverso l’occupazione di suoli disponibili, ricostruzioni di unità all’interno della dimensione del quartiere, l’asse urbano quale elemento di riconnessione e distribuzione delle attività. Luogo di incontro e socializzazione. Definizione di ambienti fondamentali per l’individuo. Scomposizione della matrice residenziale in due aree specifiche. L’ambito del singolo: spazio intimo e privato, luogo della cura del corpo, del riposo dei sentimenti. L’ambito della collettività: ambienti del ristoro e della conversazione, luoghi dello studio e della socializzazione; aree sonore e silenziose, spazi per il bucato. Ambiti autonomi dispersi nell’edificato, ricostruiscono sistemi funzionali e dimensionali nel rispetto dei principi del benessere, del risiedere. indagine economica. Osservazione dei principi regolatori del nuovo modello insediativo; soggetti promotori e finanziatori. Ipotesi di flussi e gestione. Definizione del modulo abitativo. Ambiente del risiedere quale luogo amniotico. Ambito intimo nel quale le attività si dispongono liberamente, generando principi distribuzione e modalità di occupazione dello spazio. Quattro aree, della lettura, del nutrimento, del benessere, del riposo, distribuite in un ambiente minimo fluido e omogeneo; dimensionate per il risiedere di un individuo o coppia di individui. La scena urbana quale dimensione nuova dell’abitare. Nuove prospettive urbane in un processo di risemantizzazione dei vuoti lungo la linea di gronda, vuoti interstiziali. Abitare i suoli dimenticati, e sopra essi generare nuovi sistemi effimeri della socializzazione dello svago. Non semplici coperture ma nuovi spazi per a vita collettiva. Corso Garibaldi quale scenario di analisi specifica. Catalogazione dei vuoti, dispersione di un sistema (matrice) pensato per 150 studenti. Progettazione di uno spazio specifico collocato all’angolo tra corso Garibaldi e via Pontaccio. Inserimento di dodici alloggi e due sale studio. Approfondimento dell’aspetto architettonico, delle connessioni tra moduli standard ed esistente, del rapporto con gli edifici adiacenti, in particolar modo per quanto riguarda l’affaccio su strada. Individuazione dei caratteri principali della Milano storica e dei principi base di ogni possibile intervento. 5


6


SCENARIO POSSIBILE

01

matrice : suolo residuale spazi minimi all’interno della città storica interstizio urbano frammenti

identificazione della MATRICE 7


andrea branzi_ “la città di oggi è un ipertesto, è un ecosistema che trae significato dalle relazioni che si stabiliscono tra parti fisiche e non fisiche della città, tra relazioni locali e situazioni globali

8


milano_italy

Fg.1_mappa di Milano

9


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osservazione della città. Indagine conoscitiva di un territorio denso e stratificato. Sguardo sulla città. Morfologia urbana e scenari quotidiani. Analisi dei flussi di percorrenza, dei luoghi di scambi. Aree della sosta e del dialogo. Ricerca di aree interstiziali; suoli dell’urbano lasciati in stato di degrado e abbandono, microaree percepite come ambienti di risulta. Ricerca dei tessuti striati e frammentati all’interno di un edificato denso e saturo. Luoghi del non vissuto. Indagine conoscitiva del suolo urbano. Il vuoto come potenzialità. elemento di indagine e analisi. osservazione delle peculiarità, delle differenze di aree residuali collocate ai margini del vissuto cittadino. Aree non comprese nello sguardo pubblico perchè minime, perchè esigue.

densità di vuoti Possibilità di catalogazione. [vuoti infrastrutturali:aree situate ai margini della città lungo le grandi arterie di comunicazione. Vuoti compresi nei volumi dei ponti ferroviari e stradali, lasciati in stato di degrado e abbandono] [vuoti lungo le vie d’acqua: vuoti presenti lungo la linea dei navigli. Sottrazioni di materia lungo gli argini] [vuoti in aree residuali: cubature possibili, aree residuali all’interno dell’edificato storico. Possibilità di generare microarchitetture] [vuoti in aree bombardate: edifici bombardati all’interno della città storica. Aree in stato di degrado e rovina. Memorie urbane.] [vuoti lungo i tracciati metropolitani: aree prive di destinazione funzionale lungo i tunnel metropolitani. Spazi di sosta privi di organizzazione e gestione] [vuoti lungo la linea di gronda: interruzioni della linea urbana. Cubature disponibili nei vuoti interstiziali dei fronti degli assi urbani principali.] [vuoti di aree industriali dimesse: vuoti lasciati dalle grandi aree industriali un tempo collocate all’interno della città storica.] 11


aree delle infrastrutture

Fg.2-3 Infrastruttura: Aree Ferroviarie

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aree delle infrastrutture

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corsi d’acqua

Fg.4-5 Corsi D’acqua: viste Naviglio Grande

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corsi d’acqua

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aree residuali

Fg.6-7 Aree Residuali: Interstizi Corso Garibaldi

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aree residuali

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aree bombardate

Fg.8-9 Aree Bombardate: centro storico

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aree bombardate

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aree metropolitane

Fg.10-11 Aree Metropolitane: Stazione Lambrate

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aree metropolitane

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linea di gronda

Fg.11-12 Linea di Gronda: via Mercato Vetero

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linea di gronda

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aree industriali dismesse

Fg.13-14 Aree Industriali dismesse: Spazi ai margini della cittĂ storica

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aree industriali dismesse

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5% vuoti infrastrutturali

composizione 4% vuoti lungo le vie d’acqua

18% vuoti in aree residuali

9% vuoti in aree bombardate

5% vuoti lungo le linee metropolitane

43% vuoti lungo la linea di gronda

Gr. 1 Distribuzione percentuale di aree vuote

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16% vuoti di aree dismesse industriali


Suolo Suolo edificato, striato. Maglia di infrastrutture. Tracciati pedonali, automobilistici e metropolitani, tranviari; si sovrappongono e intrecciano su livelli distinti. Necessità di operare entro la cerchia storica della città. Analisi e mappatura delle aree di interesse attraverso l’osservazione di moduli campione. Osservazione delle aree residuali in tre distinte matrici urbane.

Area omogenea 01: Nucleo storico stratificato e compatto. Sedimentazione e sovrapposizione delle differenti soglie storiche. Interstizi e frammenti lungo i principali assi storici. Porzioni minime di suolo non edificato. Vuoti lungo le linee di gronda di dimensioni minime, residuali. Interstizi generati dalla irregolarità dei tracciati storici, dai conflitti bellici.

Area omogenea 02: Cerchia di sviluppo intermedia, racchiusa tra le due mura. Densità di vuoti maggiore. Porzioni maggiori di suolo in stato di inutilizzo. Maglia urbana più ampia e razionale. Vuoti di dimensioni maggiori.

Area omogenea 03: Area esterna e periferica sviluppo più recente della città. Porzioni di territorio non ancora occupate. Maggior disponibilità di suoli di dimensioni ampie. Tessuto urbano eterogeneo , all’edificato storico si sovrappongono interventi residenziali degli anni 50 e complessi terziari di nuova realizzazione.

Scelta 01 Identificazione della prima area omogenea quale suolo delle possibilità, matrice urbana in cui la presenza di vuoti interstiziali di ridotte dimensioni è maggiore, ove la ricostruzione di una linea di gronda continua appare più significativa in relazione all’edificato storico presente. Volontà di generare una rete di possibilità all’interno della prima area omogenea delineando sistemi spaziali discreti, insediandosi nelle fessure dell’edificato; operando per cuciture minime e saturazioni di microvuoti all’interno della città storica. Rapporto di vicinanza e confronti con l’edificato passato. Generare un filtro di riconoscibilità del nuovo intervento che non operi per mimesi ma che sappia costituire una scena urbana complessa e articolata nel rispetto dei vincoli paesistici e urbanistici.

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Matrice urbana capace di ospitare ambienti intimi e luoghi collettivi nel tessuto denso della cittĂ storica. Scelta della cittĂ storica, entro il limite delle due cerchie interne, quale luogo delle relazioni e della vita urbana. Scenario delle esperienze sociali e culturali. Scena urbana in cui la rete dei servizi pubblici si sovrappone e si densifica offrendo maggior ausilio ai cittadini e ai frequentatori pendolari della cittĂ .

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osservazione della cittĂ

percorrenze urbane

limite della analisi

Gr.2 CittĂ /Trasporti/Cerchie

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principio insediativo

ripristino della linea di gronda

occupazione dei vuoti interstiziali

Gr.3 Tipologie di vuoti scelti

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matrice urbana. Nella molteplicità di vuoti disponibili, la scelta di interagire con alcune categorie specifiche. Non i vuoti infrastrutturali, perchè situati lungo le grandi arterie di scorrimento e linee di comunicazione ferrotranviaria; non le superfici disponibili lungo i corsi d’acqua cittadini, perchè aree limitate, con caratteristiche insediative peculiari, di carattere naturalistico e paesaggistico; non le aree dismesse, aree memoria storica dei bombardamenti bellici subiti dalla città, perchè aree di significato simbolico; non i vuoti delle infrastrutture metropolitane perchè ambienti di scorrimento veloce, ambienti ipogei situati nei punti di confluenza e concentrazione dei flussi pendolari; non le aree industriali dismesse, perchè aree di interesse per interventi di riqualificazione urbana a grande scala. La scelta di operare per microarchitetture e interventi di cucitura: ripristino della linea di gronda: generare scene urbane continue, creando un sistema di ambienti che ricostituisca un fronte stradale unitario, in accordo con i principi paesistici del piano regolatore generale. Occupazione dei vuoti interstiziali: generare un sistema di ambienti che si insediano nelle fessure del tessuto urbano andando a colmare i vuoti a terra di dimensioni minime attraverso la realizzazione di microarchitetture.

scomposizione del campo di analisi: tre aree di catalogazione dei suoli disponibili: assi radiali, prima cerchia, seconda cerchia Individuazione per segmenti di suoli fertili con cui interagire [Corso Garibaldi-Via mercato vetero-Via Broletto-Piazza Mercanti-Via San Marco-Corso di Porta Nuova-ViaTurati-Via Manin-Via Manzoni-Corso Venezia-Corso Monforte-Corso di Porta Vittoria-Corso di Porta Romana-Via LaMarmora-Corso di Porta Vicentina-Corso Italia-Via Mazzini-Corso Di Porta ticinese-Via Torino-Corso GenovaVia Correnti-Via Olona -Corso Magenta-Via Meravigli -Via Porrone-Via Alessandro Volta][Via Della Moscova][Via Pontaccio-Via Fatebenefratelli-Via Senato-Via san Damiano-Via Umberto Visconti di Modrone-Via Francesco Sforza-Via Santa Sofia-Via Molino delle Armi-Via De Amicis-Via G. Carducci][Viale Francesco Crespi-Bastioni di Porta Nuova-Bastioni di Porta Venezia-Viale Majno-Viale B. Maria-Viale Regina Margherita-Viale Emilio CaldaraViale Angelo Filippetti-Viale Beatrice D’este-Viale Gian Galeazzo-Viale Gabriele D’Annunzio-Viale Papiniano-Viale di Porta Vercellina-Via Enrico Toti-Via Venti Settembre-Via G. Revere-Via Mario Pagano-Via Antonio Canova-Via Francesco Melzi D’Eril-Viale Douhet-Viale Elvezia-Viale Montello]. 31


linea di gronda

Fg.15 Vuoto lungo la linea di Gronda

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vuoto a terra

Fg.16 Vuoto interstiziale

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principi urbanistici di riferimento Volontà di confrontarsi con i vincoli urbanistici e paesistici, scelta di operare nel rispetto della normativa esistente e passata, ricercando quei testi che tutelassero il mantenimento di fronti stradali continui e omogenei, che tutelassero i manufatti storici e gli assi viari principali. Sguardo alla normativa esistente. analisi di piano regolatore della città, in relazione ai vincoli paesistici e urbanistici. Analisi delle soglie storiche di sviluppo della città, fasi di espansione e crescita urbana; osservazione dei periodi di incremento del suolo edificato e delle fasi di densificazione del territorio. Ricerca dei principi regolatori dello sviluppo della città. Norme relative ai locali sottotetto e ai sopralzi al fine di avere un parametro di confronto per la nuova proposta insediativa. La lettura dei piani storici di Milano, dal piano Beruto, al Piano Albertini del 1932, al Piano del 1953, sino all’attuale piano regolatore, ha generato la consapevolezza dell’assenza di una reale regolamentazione edilizia capace di rispettare e tutelare il tessuto urbano preesistente, generando un processo speculativo determinato principalmente dalle leggi di mercato e dal costante incremento della popolazione residente nel centro della città. un flusso migratorio, per soglie storiche, che ha determinato la trasformazione urbana della città trasformando il tessuto edilizio originario. In assenza di un piano regolatore dettagliato, privo di norme di riferimento per la ricostruzione e nuova costruzione, la crescita urbana di Milano, è sempre stata condizionata dalle regole di mercato e dalla speculazione edilizia, generando un tessuto caotico in cui gli indici di edificabilità raggiungevano valori elevatissimi. Da questa scena urbana articolata e caotica, la volontà di operare nel rispetto dei vincoli paesistici e delle normative di riferimento a livello nazionale ed europeo; operando all’interno dei vincoli legislativi al fine di tutelare e proporre modelli insediativi adeguati agli standard qualitativi dell’urbanistica.

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ordonnance di parigi 1600-1700:mantenimento della linea di colmo negli assi viari principali

piano 1953: arretramento fronte stradale, possibilitĂ di maggiori altezze e volumi

legge regionale 11-03-2006_n°12: recupero dei sottotetti

Gr.4 Principi normativi

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indagine sulla città di milano regolamento edilizio del comune di Milano Testo approvato dal consiglio Comunale il 20 luglio1999. Deliberazione reg. n. 81/99 esecutiva dal 7 agosto 199 art .9 (Qualità degli interventi progettati) 1. La qualità dei singoli progetti edilizi e il loro impatto sull’ambiente urbano, oltre che nei termini previsti dalla vigente legislazione, sono oggetto di specifica valutazione, anche dal punto di vista degli obiettivi di cui al precedente comma. 2. Gli interventi sulle facciate degli edifici di nuova edificazione o oggetto di ristrutturazione, con particolare riguardo a quelli prospicienti gli spazi pubblici, devono risultare di alta qualità, ottenuta attraverso il corretto uso di rivestimenti e materiali di finitura, atti a resistere, per le loro caratteristiche tecniche o dei trattamenti adottati, all’aggressione degli agenti atmosferici, agli atti vandalici, nonché atti a garantire sicurezza ed in grado di armonizzare l’edificio oggetto di intervento con il contesto urbano circostante. 3. Le sistemazioni esterne ai fabbricati costituiscono parte integrante del progetto edilizio. Il progetto e la realizzazione delle superfici filtranti ed occupate concorrono al corretto inserimento dell’intervento nel contesto urbano e alla valorizzazione dello stesso. Il progetto di illuminazione costituisce a sua volta parte integrante del progetto edilizio e dovrà risultare coerente con il piano urbano d’illuminazione art. 28 (Edificazione sul confine) 1. In deroga alle previsioni del precedente comma, è ammessa l’edificazione in fregio al confine di spazi privati nei casi di: 1.1. nuove costruzioni, conformi a previsioni di strumenti esecutivi del PRG; 1.2. nuove costruzioni per le quali sia consentita in confine l’apertura di prospetti di locali abitabili e la realizzazione, anche in aggetto, di fronti architettoniche compiute, a seguito di costituzione di servitù; 1.3. nuove costruzioni anche in aderenza a muri nudi di fabbricati esistenti; 1.4. nuove costruzioni, anche di maggiore estensione sia verticale che orizzontale, in aderenza a muri nudi di fabbricati esistenti così da realizzare un corretto inserimento edilizio e ambientale; 1.5. nuove costruzioni pubbliche o di interesse pubblico; 1.6. nuove costruzioni a uso industriale, artigianale e commerciale ovvero da adibire a servizi speciali, limitatamente a un’altezza di 5 m., sulle aree a ciò destinate esclusivamente dal P.R.G.; art 31 (Locali sottotetto) 1. I locali sottotetto di nuova edificazione ed esistenti privi dei requisiti di abitabilità, possono essere adibiti - con esclusione dell’abitazione - a locali accessori alla residenza, quali ripostiglio - guardaroba, lavanderia nonché, 36


come previsto dal precedente comma4, servizi igienici con superficie minima di mq. 2 e lato minimo di m. 1.20 anche a ventilazione forzata. Se condominiali, i locali sottotetto sono accessibili dal vano scala comune, se privati sono accessibili da scala interna all’unità di pertinenza attraverso disimpegno chiuso, solo nel caso in cui non siano forniti di impianto di riscaldamento. Essi possono essere dotati di impianto elettrico e di riscaldamento art 73 (Recupero dei sottotetti) 1. Il recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti è previsto per gli immobili a sola destinazione residenziale e per gli immobili con destinazione mista, purché la funzione residenziale sia già presente al momento della presentazione della domanda di concessione. 2. Sono ammesse opere necessarie per ottenere la traslazione della quota di imposta dell’ultimo solaio al fine del raggiungimento dell’altezza media ponderale prevista per legge per l’ammissibilità dell’intervento di recupero, purché sia rispettata l’altezza minima richiesta dalle norme vigenti nei locali sottostanti. 3. Quando, ai fini del calcolo della volumetria da recuperare, sia utilizzata un’altezza minima superiore a m. 1,50, è necessario realizzare tavolati o arredi fissi a delimitazione fisica tra il volume abitabile e quello escluso dal calcolo della s.l.p.. Tale delimitazione non è necessaria qualora venga utilizzata l’altezza minima di m. 1,50 per il calcolo dell’altezza media ponderale secondo la legislazione vigente. 4. Agli effetti della volumetria utile, per la determinazione dell’altezza media ponderale, il calcolo del volume corrispondente ad abbaini a cappuccine, esistenti o da realizzare, è ammesso esclusivamente in misura e quantità necessarie per assicurare i requisiti minimi di aereoilluminazione di cui agli art. 39-53. 5. Il calcolo del K termico di dispersione delle strutture deve essere equiparato al calcolo di tutta la scatola termica. 6. Gli interventi non devono costituire alterazione della morfologia urbana. Sono esclusi dal recupero i volumi interpiani e i vani tecnici. In armonia con il contesto dell’edificato e nel rispetto del decoro e dell’architettura dell’edificio oggetto dell’intervento, devono essere individuati gli elementi compositivi più idonei. 7. Gli edifici interessati devono risultare dotati di tutte le urbanizzazioni primarie; tale requisito può essere dichiarato tramite autocertificazione. Gli oneri di urbanizzazione vengono calcolati sulla base del volume reale. 8. La richiesta di concessione edilizia per opere di ristrutturazione volte al recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti non può essere presentata a sanatoria di opere abusive già realizzate, per le quali si applicano le disposizioni vigenti in materia. 9. Qualora l’intervento sia finalizzato alla creazione di nuove e autonome unità immobiliari, le norme di cui agli art. 14-15 si applicano limitatamente ai requisiti di visitabilità ed adattabilità dell’alloggio.

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piano regolatore 1948/1953: Piano della ricostruzione e della speculazione, in un contesto in forte espansione demografica. In questi anni la città cresce in modo frenetico, al centro come nella periferia, si assiste ad un rapido stravolgimento dei principi positivi di azzonamento e privilegio di aree verdi e sociali enunciate nella proposta di piano del 1948. Nei primi anni 50 il regime immobiliare assume un ruolo sempre più significativo nelle trasformazioni edilizie della città. La scena demografica assume un ruolo significativo nell’analisi degli sviluppi della città: la ripresa economica del paese è ormai inizia, ma attraverso profonde contraddizioni. la popolazione residente nel 1953 arriva a 1281000 unità, ma circa 200000 sono ormai i cittadini presenti ancora privi di residenza. sono stati costruiti centinaia di nuovi palazzi, ma la precedenza non l’ha certo avuta l’edilizia popolare; le auto sono ormai quasi 300000, ma migliaia e migliaia di pendolari si muovono ch’è notte dalla provincia verso le fabbriche milanesi, viaggiando su treni vetusti o su traballanti corriere. il centro della città ricostruito, contrasta profondamente con la squallida periferia e le coree; le contraddizioni dello sviluppo milanese dicono chiaramente che la gestione urbanistica della città è ancora nelle mani del regime immobiliare capitalistico. Antonello Boatti_Un secolo di Urbanistica a Milano La città di Milano viene suddivisa in tre grandi categorie, tre fasce omogenee concentriche: una prima fascia esterna, riservata al verde agricolo; una sorta di corona circolare più interna, pianificata e azzonata; la zona centrale, soggetta solamente alle norme del regolamento edilizio. Il piano del ‘53, affidando alle cure del regolamento edilizio tutta la sua parte edificata, offre in realtà alla speculazione nuove spinte e incentivi notevoli per intervenire sul tessuto esistente. Il meccanismo consentito dal regolamento edilizio per tali operazioni si poggia su due elementi fondamentali: innanzi tutto la vecchia politica degli allineamenti stradali, con chilometri e chilometri di strade sovrapposti talvolta per pochi centimetri alle cortine edificate; in secondo luogo la possibilità, offerta arretrando il fronte strada dell’edificio, di utilizzare maggiori altezze, e quindi maggiori volumi, con un’edificabilità concessa in base al rapporto altezza dell’edificio/profondità dello spazio libero prospettante. Da un lato questi regolamenti hanno impedito la possibilità di ristrutturare centinaia e centinaia di edifici che si trovavano in conflitto con i nuovi allineamenti accelerando il processo di degrado, dall’altro l’allineamento stradale è stato utilizzato come pretesto per innescare la demolizione di edifici, costruiti con arretramento del fronte strada, con maggiori volumetrie, come si può ancora oggi constatare osservando le interruzioni della cortina edilizia di molte vie centrali di Milano Antonello Boatti_ Un secolo di urbanistica a Milano 38


piano albertini 1932-33 Il piano è una fitta rete viaria, che ricopre quasi interamente il territorio municipale considerando tutto fabbricabile e ritenendo di regolamentare l’edificazione con un semplice tracciato stradale, che lascia ai privati l’iniziativa di saturare i vari isolati, attendendosi alle norme del vigente regolamento edilizio. All’interno della cerchia dei Bastioni gli interventi proposti dall’Albertini smembrano ulteriormente il già provato tessuto urbano, attraverso una serie di sventramenti e allargamenti di sedi stradali; operazioni che accelerano il processo di terziarizzazione dell’area centrale di Milano, già manifestatasi nel decennio 1921-1931. La città viene distinta in un nucleo centrale destinato a funzioni direzionali e in una larga fascia periferica destinata ad accogliere i ceti meno abbienti e popolari. In assenza di vincoli urbanistici dettagliati i piani particolareggiati hanno consentito nuovi indici di edificazione nelle aree centrali della città favorendo un ulteriore incremento della speculazione edilizia.

piano beruto 1884. Il piano Beruto, primo piano urbanistico della città di Milano, limita gli interventi all’interno dei Bastioni e dei Navigli, per dare il massimo sviluppo all’espansione esterna della città. Il piano Beruto è certamente il miglior piano che sia mai stato proposto per Milano, in quanto fu l’unico a non svilupparsi sotto la pressione determinante della proprietà fondiaria e del regime immobiliare, bensì a rappresentare le ambiziose vedute europee della borghesia industriale. Giuseppe Campos Venuti_ Un secolo di urbanistica a Milano.

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i sopralzi_ accenni e riferimenti

«Da noi il tetto è una sovrapposizione, non una composizione. Al nord invece l’architettura finisce al sommo del tetto, il tetto è una sua capigliatura monumentale, il tetto è metà dell’architettura di una casa, l’abitazione lo occupa tutto, la struttura di quei tetti è un’architettura sapiente e complicata. Il tetto, fatto Architettura, è lassù bello, ordinato e vivente con i suoi comignoli e abbaini. Da noi, fuori come sono dall’Architettura, i tetti sono disordinati, i comignoli, gli sfiatatoi, vi spuntano a caso: pochi architetti disegnano il tetto. […] I nostri tetti sono morti. […] Però o è copertura, e allora niente solai, o è Architettura e allora ai solai sostituiamo belle stanzette; oppure abitiamo il tetto e facciamo giardini pensili chiusi da mura o da reti metalliche, Una città che fiorisce al sommo tutta di giardini: città felice. Metà –dico io– della superficie della città (i tetti) nessuno la gode». Gio Ponti_Amate l’architettura

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Con la Legge (L.15/96) per il recupero a fini abitativi dei sottotetti, si è offerta la possibilità a spazi morti di vivere ed entrare a far parte integrante della vita dell’edificio e della città. Tuttavia osservando il proliferare delle coperture che si stanno realizzando un po’ ovunque, si ha l’impressione che i sottotetti anziché trasformarsi in completamento vivo dell’edificio sottostante, appaiono piuttosto come protesi o innesti che poco hanno a che spartire sia con l’edificio che con la vita; ciò è probabilmente da imputare al fatto che questa tipologia di coperture e, analogamente, l’elemento architettonico dell’abbaino, non appartengono alla cultura progettuale sud europea. L’abbaino è infatti un elemento caratteristico delle architetture nordiche. La sua introduzione nasce dalla necessità di dare luce e aria alle spaziose soffitte ricavate al di sotto delle falde, in forte pendenza, tipiche dei tetti nordici. I primi abbaini comparvero sicuramente nella Francia del nord, nelle Fiandre e nella Germania settentrionale, regioni dove le condizioni climatiche, generose di abbondanti nevicate, imponevano una forte inclinazione del tetto, che raggiungeva di media i 45°. Man mano che si diffonde la consuetudine di utilizzare gli ambienti del sottotetto quali locali di abitazione, gli abbaini vengono realizzati in muratura, anziché in legno, e portati sul filo di facciata per dare agli ambienti la possibilità dei godere della vista della strada, o del cortile, o del giardino sottostante. Gli abbaini assunsero così maggiore importanza architettonica e vennero utilizzati anche quale ornamento di facciate troppo severe e spoglie, interrompendo aritmicamente la linea orizzontale di gronda, e coronando artisticamente prospetti a volte uniformi e pesanti. L’abbaino assume la sua importanza maggiore fra il 1300 e il 1440, in epoca tardo gotica, grazie all’opera degli architetti francesi e fiamminghi. Esso non costituisce più una semplice fonte di luce, ma assume un vero ruolo di elemento architettonico che concorre alla composizione della facciata. Non è raro trovare, soprattutto nel secolo XVI, abbaini addirittura a più ordini di aperture. Con la diffusione del Rinascimento anche oltralpe, le decorazioni e le modanature degli abbaini assumono le forme classiche del nuovo stile anche se, inizialmente, non abbandonano le caratteristiche salienti dello stile gotico: il movimento verticale delle masse, e i pinnacoli. A coronamento dell’abbaino si introduce l’ampio frontone classico, che può essere presentato o semplice e nudo, ridotto alla sue linee essenziali, oppure più frequentemente decorato con piccole fiaccole stilizzate. Successivamente, in piena epoca barocca e tardobarocca, anche l’abbaino assume i caratteri sontuosi voluti dal nuovo gusto; gli abbaini degli edifici barocchi si arricchiscono spesso di un pesante attico, costituito da semicolonnine che inquadrano o una targa, o un nicchione per una statua oppure sorreggono un frontone spezzato, o festonato, o raccordato con volute alla parte inferiore dell’abbaino. L’abbaino arriva ad avere l’importanza di un edificio in miniatura collocato a completamento della facciata, le sue dimensioni si ampliano a tal punto che se ne riduce notevolmente il numero, perdendo così l’incalzante ritmo caratteristico invece dell’epoca gotica. Alla fine del 1600, nella Francia settentrionale, si diffonde l’uso di ornare gli abbaini esclusivamente con gruppi di sculture. Contrariamente all’Europa settentrionale, l’Italia non possiede una tradizione così ricca per quanto 41


riguarda l’abitazione nel sottotetto e, di conseguenza, la necessità di creare delle aperture in copertura che ne consentano illuminazione e aerazione. Ciò naturalmente dipende dalle condizioni climatiche del nostro paese; la scarsità di frequenti e abbondanti nevicate non ha introdotto, in architettura, la realizzazione di tetti a forte pendenza; di conseguenza l’esiguità degli spazi del sottotetto non ha fatto sorgere la necessità di un loro utilizzo. Solamente in questi anni, esigenze di contenere il consumo di nuovo territorio per l’espansione delle nostre città, ha portato al riutilizzo degli spazi di sottotetto per realizzare nuove abitazioni.

L’evoluzione degli ultimi anni in Italia Negli ultimi cinque anni a Milano il fenomeno del recupero dei sottotetti a fini abitativi ha conosciuto una crescita esponenziale; si va dai 23.400 mq recuperati nel 1999 ai 157.200 mq del 2003, stando ai dati finora messi a disposizione dal Comune di Milano. La larghissima diffusione di questo fenomeno architettonico ha monopolizzato il dibattito culturale di questi anni e purtroppo mette in luce un problema ben più grave. A differenza di altre capitali europee dove l’architettura e l’urbanistica conducono alla realizzazione di nuovi brani di città che entrano a pieno titolo nella storia dell’architettura contemporanea (Berlino ne è un esempio eclatante), la metropoli milanese è stata solo in grado di produrre speculazione a danno degli edifici esistenti. In questa maniera l’attenzione si è spostata su cappuccine e abbaini, spesso di rara bruttezza, dimenticando le grosse ferite ancora aperte nella grande città: l’area della stazione Garibaldi, quella della stazione di Porta Vittoria, il Sieroterapico e la realizzazione del parco dei Navigli che attendono da decenni una soluzione urbana che li riconduca a nuova vita. Il dibattito cittadino non verte su queste aree, in compenso i media scrivono fiumi di parole sui sopralzi, primo fra tutti quello della Scala, perfettamente in linea con la tendenza snaturante dei recuperi di sottotetto. Il problema dell’abitazione in città è reso evidente dalla richiesta di recupero di quegli spazi che prima non erano preposti alla vita, quali appunto i sottotetti e le aree industriali. Ciò crea pesanti risvolti su un assetto urbanistico e viabilistico metropolitano già seriamente provato. Probabilmente con la legge del recupero dei sottotetti a fini abitativi si è cercato di arginare entro le mura della città il consumo di territorio dovuto all’espansione residenziale dei centri abitati. Al fine di contenere quanto avvenuto negli anni ’80 con il dilagare del fenomeno che ha portato alla saturazione di vaste aree di pianura padana nel triangolo compreso fra Milano, Como e Bergamo caratterizzato dal prezioso paesaggio delle rogge, dei fontanili, delle risorgive, dei campi delimitati dai filari, delle piccole frazioni, delle risaie, delle cascine storiche, dei mulini, dei campanili, dei boschi e delle brughiere, paesaggio formatosi gradualmente nell’arco dei secoli e oggi compromesso irreparabilmente nell’arco di pochi decenni. La possibilità di recuperare i sottotetti ha arginato l’espansione nell’hinterland risparmiando vaste aree agricole 42


ancora superstiti. Quello che però è mancato alla progettazione delle nuove coperture residenziali è il retaggio culturale che caratterizza il nord Europa, già esperto utilizzatore dei tetti quali porzioni di abitazione. La scarsa preparazione stilistica sull’elemento architettonico della “cappuccina” ha purtroppo condotto alla proliferazione di “cucce per cani”, “cabine da spiaggia”, “villette in miniatura”, affiancate da extracorse di ascensori, parabole, antenne e antiestetici impianti di condizionamento. La legge 15/96 per il recupero abitativo dei sottotetti non consentiva la modifica della copertura all’imposta di gronda, al colmo e nella sua inclinazione; per il raggiungimento dell’altezza media ponderale minima di 2,40 m per ciascun locale abitabile era consentito utilizzare il volume della cappuccina; di conseguenza minore era l’altezza del colmo del sottotetto esistente, maggiore doveva essere il volume della cappuccina per consentire il recupero abitativo. Molti sottotetti comunque, avendo un’altezza interna insufficiente, non avrebbero potuto essere recuperati; con l’introduzione della Legge Regionale n. 22 del 1999 si è consentita la modifica della pendenza nell’imposta di gronda, al colmo e nella pendenza al fine esclusivo del raggiungimento del minimo delle altezze medie interne. grazie a questa modalità è stato possibile inserire nel mercato edilizio tutta quella massa di sottotetti troppo bassi che con la precedente legge erano sfuggiti al recupero. Così anche inesistenti intercapedini tecniche di poche decine di centimetri assunsero l’ambito titolo di sottotetto e poterono essere trasformate a pieno diritto in un nuovo piano residenziale. Solo nel 2004 una circolare del Comune di Milano pone un minimo all’altezza che deve avere il sottotetto esistente per poter essere recuperato, pari a 1,80 m al colmo. La Legge Regionale n. 22 e la contemporanea introduzione della super-DIA, pratica comunale a totale responsabilità del proprietario e del progettista che non viene sottoposta nemmeno al parere della commissione edilizia, portarono alla totale liberalizzazione degli interventi. Una volta perso il controllo del fenomeno sottotetto, si è cercato di far fronte alle polemiche insorgenti con una serie di circolari interpretative interne emesse dall’ufficio tecnico del Comune di Milano, fino alla circolare n. 16 del 17 ottobre 2003 che impone il rispetto delle linee guida per l’esame paesistico dei progetti, come previsto dall’art. 30 delle norme di attuazione del Piano Territoriale Paesistico Regionale, anche nel caso di interventi di recupero abitativo dei sottotetti. La circolare ha restituito al Comune il controllo dei progetti, sfuggitogli tre anni prima dall’introduzione della super-DIA e, soprattutto, ha riaperto il dibattito sulla qualità architettonica degli interventi. Parallelamente ai dibattiti sulla qualità dell’architettura moderna, ad ogni scala, la legge sul recupero abitativo dei sottotetti ha, in questi primi 8 anni di applicazione, avuto un enorme seguito soprattutto in quei grandi centri urbani dove il fabbisogno di abitazioni è molto elevato. Ciò ha portato alla diffusione sui nostri tetti di nuovi elementi che non esistevano precedentemente e che nemmeno appartenevano al linguaggio architettonico di quel sito. Alla luce degli interventi realizzati e della crescente polemica sulla bontà della legge per il recupero abitativo dei sottotetti la Regione Lombardia ha recentemente introdotto la “Valutazione di impatto paesistico” per gli inter43


venti di recupero dei sottotetti. Ciò ha restituito alla Commissione edilizia il controllo estetico dei progetti senza che si potessero sviluppare criteri di interventi o linguaggi autonomi per il nuovo tipo di intervento ma catalogando una serie di regole rispettando le quali l’intervento avrebbe avuto parere favorevole da parte della Commissione edilizia. Ciò non ha prodotto nuova bellezza per la città bensì posticce imitazioni di un piano anonimo di un palazzo storico al di sopra della sua copertura. Non è possibile pensare di pianificare la bellezza urbana stipulando il decalogo del buon costruttore di finestre alla cappuccina. In fondo la stessa legge sul recupero abitativo dei sottotetti è una legge speculativa che va in deroga a qualunque prescrizione del Piano Regolatore e che non tiene in minimo conto la già carente situazione degli standard, della capacità viabilistica e di parcheggio dei tessuti urbani consolidati, della frequenza dei mezzi pubblici e dell’ampiezza delle strade; quello che oggi è visibile non è altro che il risultato di una speculazione così come avvenuto nel dopoguerra per i sopralzi. Questa legge ha da un lato rappresentato un’ottima occasione progettuale per i progettisti ma dall’altro non ha fatto che legalizzare quegli interventi che prima venivano realizzati abusivamente, ciò è evidente dal numero di sottotetti condonati nel 1996.

Consapevolezza del sito urbano e pertinenza dell’intervento sono criteri progettuali che non si possono tradurre in un decalogo morfologico ma che non possono mancare al progetto per fare di esso un intervento complementare e necessario al quadro urbano. Oggi Milano non è più la città ottocentesca, in cui un intervento edilizio nel segno della continuità riproponeva un senso estetico consolidato. Non esiste più un linguaggio univocamente codificato, di conseguenza il nuovo intervento pone un problema non esclusivamente di qualità ma di necessità di valutare, luogo per luogo, la pertinenza al luogo dove si interviene. La pertinenza si può avere sia proponendo una sorta di continuità con il contesto sia con la trasgressione ad esso confermando o smentendo il quadro urbano circostante. Per questo tipo di operazione è assolutamente necessaria la consapevolezza del proprio intervento quale segno tangibile di una posizione nei confronti della città. L’aspetto estetico della città o di qualunque contesto edificato non può essere considerato un dato indifferente o aggiuntivo.

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sopralzi a milano_nuove forme dell’architettura?

sopralzo “in stile�

perdita della linea di gronda

arretramento fronte strada ampia copertura in rame

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semplificazione dello stile originario

mantenimento del cornicione conclusivo

sopralzo di un sopralzo

Fg.17-22 Casi significativi di sopralzi a Milano

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SCENARIO POSSIBILE

02

soggetto: studente universitario fuori sede permanenza temporanea nella cittĂ disponibilitĂ economica limitata

identificazione del SOGGETTO 49


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osservazione della popolazione Popolazione. Popolo nomade, popolo sedentario. Intreccio di percorsi e dinamiche quotidiane. Indagine sui flussi di mobilità, in entrata, in uscita, all’interno della matrice urbana. Sguardo sugli scenari possibili. Mobilità dei nuclei familiari, dei soggetti singoli, dei giovani e degli anziani. Verifica delle dinamiche causa-effetto. Spostamenti per motivi lavorativi, di svago, per studio per vacanza… shopping, divertimento, visita a parenti, partecipazione ad eventi sociali e culturali. Analisi dati statistici ISTAT e dati della regione. Analisi dei flussi pendolari e delle dinamiche interne alla città. Intensità degli spostamenti in relazione alla distanza, alle necessità. Individuazione di categorie omogenee di utenti e fruitori della città.

Flusso di individui. Soggetti isolati o spostamenti collettivi. Flussi nel tessuto striato della città, generatori di una fitta rete di relazioni. Connessioni disomogenee, occasionali o periodiche nella maglia edificata. Flussi di individui in estensione rizomatica lungo i principali assi della viabilità [su gomma-rotaia], spostamenti quotidiani in entrata e uscita lungo i punti di connessione e dispersione. Elementi catalizzatori, punti di dispersione lungo la rete delle comunicazioni. Densità di flussi.

9080242 abitanti 100% 98972 abitanti 100% 51


popolazione residente:bambini

bambini

1246243 abitanti 13,7%

Fg.23 bambini e adolescenti, soggetti legati al nucleo familiare. Dipendenti dalla componente adulta. Dimora stabile all’interno della città . Spostamenti interni alla matrice urbana.

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popolazione residente:giovani coppie

giovani coppie

284183 abitanti

3,1%

Fg.24 giovani coppie: nuclei familiari appena formatisi, instabilità economica e lavorativa. Dimora all’interno della città legata ad esigenze lavorative e dinamiche sociali

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popolazione residente:famiglie

famiglie

3423960 abitanti 37,7%

Fg25 famiglie. Nuclei radicati nella cittĂ , relazioni sociali e culturali interne alla matrice urbana. Ambito lavorativo e dinamiche familiari interne alla cittĂ .

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popolazione residente:single

singoli

2548529 abitanti 28,1%

Fg 26 single abitano la città per motivi di studio, lavoro, dinamiche sociali e culturali. Elementi dinamici all’interno della matrice urbana, intensità delle relazioni, generatori di flussi interni ed esterni.

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popolazione residente:anziani

anziani

1577327 abitanti 17,4%

Fg 27 anziani: dimora sedentaria, memorie della vita e della trasformazione nella cittĂ . Abitano una dimensione di quartiere, spesso isolati.

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popolazione non residente:pendolari

lavoro

16283 abitanti

16,4%

Fg 28 pendolari: gruppo adulto della societĂ . Generatore di flussi quotidiani in entrata ed uscita dalla cittĂ connessi ad esigenze lavorative. Maggior offerta occupazione offerta dalla matrice urbana.

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popolazione non residente:studenti

studio

43000 abitanti

Fg 29 giovani studenti: generatori di flussi periodici all’interno della città mobilità a medio termine connessa agli studi universitari. Permanenza in città 3-5 anni.

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43,5%


popolazione non residente:shopping

shopping 17439 abitanti

17,6%

Fg 30 flusso quotidiano in entrata nella città generato da motivazioni personali, visita a parenti, shopping e svago. Spostamenti non sistematici all’interno della città .

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popolazione non residente:turismo

vacanza

6284 abitanti

Fg 31 spostamenti non sistematici, a breve o medio termine, periodici determinati dal turismo e dai viaggi culturali. Spostamento di individui per vacanza.

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6,3%


popolazione non residente:svago

altro

15966 abitanti

16,2%

Fg 32 flussi causati da motivazioni personali e private. Spostamenti giornalieri a medio e breve termine.

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Gr 5 Scomposizione in pecentuale della popolazione di Milano

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indagine sulla mobilità mobilità generale Indagine sulla popolazione presente nel tessuto urbano, osservazione della mobilità quotidiana e periodica in entrata e uscita dalla città. Meccanismi e dinamiche degli spostamenti attraverso la consultazione di dati statistici e rapporti ISTAT.

Documentazione ISTAT L’indagine su 750.000 residenti o domiciliati all’interno del territorio regionale, ha consentito di individuare informazioni di tipo socio-economico (età, sesso, professione, disponibilità di auto, etc.), E diari giornalieri degli spostamenti (origine, destinazione, orario, motivo, modo di trasporto, etc), con un dettaglio di scala nazionale, regionale, provinciale e comunale, in particolare per i comuni sopra i 50.000 abitanti. Chi si sposta, mediamente, compie 2,65 spostamenti al giorno, per i quali spende circa 1 ora e 12 minuti: se potessimo solo eliminare i 12 minuti per ogni persona mobile in Lombardia (circa 5,7 milioni di individui) otterremmo un notevole risparmio di tempo; stimabile in base annua in 285 milioni di ore/uomo, conseguentemente, economico. Poter dedicare un tempo maggiore a famiglia e lavoro, muoversi quotidianamente in situazioni di minore congestione e stress porterebbe certamente molti benefici a tutti. Per non parlare, inoltre, dell’investimento e del risparmio che questo guadagno di tempo porterebbe dal punto di vista sia sociale che infrastrutturale (riduzione dei carichi di traffico, intersezioni in sicurezza, etc.). Da rilevare è l’incremento negli ultimi anni della mobilità non sistematica in particolare in ambito urbano. Sul totale degli spostamenti censiti con l’indagine alle famiglie, gli spostamenti sistematici (lavoro, studio) rappresentano circa solo il 29%. Negli spostamenti non sistematici prevalgono motivi legati al tempo libero, come svago e acquisti. Milano si conferma la città con il maggior utilizzo dei mezzi pubblici: complessivamente il trasporto collettivo (metropolitana, mezzo di superficie, treno e autobus extraurbano) assorbe quasi il 50% del totale.

_ Sono più di 15 milioni gli spostamenti effettuati dai lombardi, dei quali la maggior parte, il 95%, avviene all’interno dei confini regionali. _ Le persone mobili, cioè che compiono almeno uno spostamento, sono circa il 70%, pari a 5.7 milioni di individui. _ Chi si sposta, mediamente, compie 2,65 spostamenti, per i quali spende circa 1 ora e 12 minuti. _ 7 milioni sono le ore consumate in spostamenti. _ Il 22% di tutti gli spostamenti viene effettuato tra le 7 e le 9 del mattino. 63


_ Il 72% degli spostamenti viene effettuato con un mezzo privato motorizzato, il 14% con il trasporto collettivo, il 12% con i modi lenti (bicicletta e a piedi), la restante parte (2%) rientra nella voce “altro”. _ Sono circa 155.000 i non residenti in Lombardia che entrano nel territorio regionale tra le 7.00 e le 19.00.

_ Gli ingressi dei non residenti sono così distribuiti: 69% in auto, il 18% in treno, il 9% in aereo, il 3% con un mezzo di navigazione e l’1% in autobus. Si registrano differenze di mobilità in base al sesso, all’età e alla condizione professionale degli intervistati. Gli individui mobili sono in prevalenza maschi, occupati, di età compresa tra i 25 e i 44 anni.

Gli individui che non compiono alcuno spostamento sono invece in prevalenza donne, dai 65 anni in su, caratterizzate da una condizione non professionale, ossia per la maggior parte pensionate. La condizione influisce sensibilmente sulla mobilità degli individui: tra gli occupati, sia maschi che femmine, la percentuale di mobili supera l’85%, mentre tra i non occupati si attesta intorno al 55%. Per quanto riguarda il rapporto tra mobilità e caratteristiche familiari, si segnala che la maggior percentuale di individui mobili, superiore al 70%, si registra in corrispondenza dei nuclei familiari che contano almeno 3 componenti. Infatti, tale percentuale aumenta progressivamente al crescere del numero di componenti familiari, raggiungendo il valore più elevato (77%) nelle famiglie di 4 componenti.

Quanto La fascia di popolazione che compie più spostamenti è quella compresa tra i 25 e 44 anni e appartiene alla categoria professionale degli “occupati indipendenti”, costituita da lavoratori autonomi, artigiani, negozianti, imprenditori e agricoltori; La popolazione anziana è quella che denota la minor propensione agli spostamenti; le persone a più alta scolarità si muovono maggiormente delle altre; i pensionati, gli studenti e i disoccupati sono le categorie meno mobili. Nell’ambito della fascia tra i 25 e i 44 anni, sono soprattutto gli individui d’età superiore ai 35 anni a compiere il maggior numero di spostamenti, il che può essere spiegato facendo riferimento ad alcune variabili familiari che influenzano la mobilità. Infatti, si può ipotizzare che gli individui di circa 35 anni appartengano a nuclei familiari caratterizzati da significative esigenze di mobilità connesse, almeno in parte, con la presenza di uno o più figli, verosimilmente in età scolare. Inoltre, sono proprio le famiglie con bambini (minori di 10 anni) quelle in cui si registrano i valori più elevati di spostamenti giornalieri per componente. Per approfondire ulteriormente il discorso relativo alla quantificazione degli spostamenti, è importante rilevare che la durata media degli spostamenti compiuti dai residenti nell’ambito del territorio regionale è di circa 27 minuti. Ciò significa che, facendo riferimento al dato medio dei 2,65 spostamenti pro-capite, ogni residente mobile spende giornalmente, per i suoi spostamenti, circa 1 ora e 12 minuti. 64


La mobilità delle persone nasce dall’esigenza degli individui di svolgere delle attività in luoghi diversi da quelli in cui si trovano. Le motivazioni degli spostamenti descrivono quindi i diritti, i doveri, le necessità e i piaceri che richiedono la realizzazione di uno spostamento. _ Andare alla sede di lavoro; _ Visitare clienti/riunioni di affari; _ Andare a scuola/università; _ Fare acquisti/spesa; _ Effettuare commissioni personali (posta, banca, visite mediche, municipio, ecc); _ Accompagnare/andare a prendere persone; _ Visitare parenti/amici/conoscenti; _ Svago/turismo/altri impegni (cinema, musei, ristoranti/bar, ecc); _ Tornare a casa; _ Altro. I motivi andare al lavoro e andare a scuola/università individuano gli spostamenti sistematici, ripetuti nel tempo, mentre tutti gli altri motivi, legati alla gestione personale e familiare, definiscono la mobilità non sistematica. Sul totale degli spostamenti censiti con l’indagine alle famiglie, gli spostamenti sistematici (lavoro, studio) rappresentano circa il 29%.

Quando Per quanto riguarda la distribuzione oraria degli spostamenti, la concentrazione massima si ha tra le 7.00 e le 9.00, fascia oraria in cui in Lombardia si originano più di 3,4 milioni di spostamenti, pari al 22% del totale giornaliero. Le punte di mezzogiorno e sera sono meno accentuate essendo gli spostamenti di ritorno a casa distribuiti su più ore. Osservando la distribuzione oraria degli spostamenti secondo il motivo, è evidente che gli spostamenti per lavoro e studio sono maggiormente concentrati in termini temporali. Tra questi i più vincolati agli orari di inizio attività sono gli spostamenti diretti a scuola o università: più del 50% di essi parte tra le 7.00 e le 8.00. La punta degli spostamenti compiuti per gli acquisti, meno concentrata, è compresa tra le 9 e le 11 del mattino. In generale gli spostamenti non sistematici, come quelli effettuati per commissioni personali, acquisti, riunioni di lavoro e tempo libero, tendono a “occupare” le fasce orarie di morbida. Milano è la città con il maggiore utilizzo dei mezzi pubblici: il 40,3% degli spostamenti che si concludono a Milano o che lì prevedono un cambio modale, avviene con un mezzo pubblico urbano (metropolitana, mezzo di superficie); il 5,8% con il treno e il 2,1% con un autobus extraurbano. Complessivamente il trasporto collettivo assorbe quindi quasi il 50% del totale. 65


mobilità a milano Analisi origine/destinazione della mobilità interna ed esterna al fine di individuare i fattori che delineano il fenomeno della pressione sul capoluogo, in particolare del traffico privato, pressione che determina tutta una serie di impatti, dalla congestione all’inquinamento atmosferico e acustico. Sono circa 800.000 gli arrivi giornalieri a Milano, di cui circa il 27% si concentra tra le 8.00 e le 9.00. La distribuzione è abbastanza diffusa ma, oltre alla forte generazione di tutti i comuni dell’hinterland, si nota una leggera predominanza delle origini dalla area nord. La conoscenza degli interscambi modali consente di approfondire tale aspetto per le principali modalità di ingresso a Milano. In particolare è interessante analizzare la propensione a cambiare il mezzo di trasporto prima dell’ingresso in città. Per gli 800.000 spostamenti in arrivo, l’avvicinamento a Milano avviene in auto per il 60% circa, mentre il treno e l’autobus coprono, rispettivamente, il 21% e l’8%. La restante parte è divisa sulle altre modalità. Chi utilizza l’auto per andare a Milano nell’89% dei casi con essa arriva a destinazione e solo nell’11% dei casi interscambia con il sistema di trasporto urbano. Al contrario, i passaggi al mezzo pubblico urbano arrivano al 56% per il treno e addirittura al 71% per l’autobus extraurbano. Per quanto riguarda il luogo di interscambio per l’auto, nel 20% dei casi il passaggio alla metropolitana avviene nelle stazioni di Lampugnano e Famagosta. Per il treno la Stazione Nord di Cadorna è il principale nodo di interscambio: sono circa 25.000 i passeggeri che arrivano in treno e prendono la metropolitana per spostarsi in città. Analizzando la mobilità interna a Milano, gli spostamenti con origine e destinazione nel comune sono circa 1,7 milioni che generano a loro volta più di 1,8 milioni di segmenti, cioè di movimenti nei diversi modi di trasporto. Osservando la relativa ripartizione modale è rilevante la quota del trasporto pubblico (44%), contro un uso dell’auto che scende al 34% dei casi. Entrando poi nel dettaglio dell’ora di punta e considerando tutti i segmenti interni, sia di chi arriva da fuori e si sposta dentro Milano sia di chi compie spostamenti totalmente interni, tra le 8.00 e le 9.00 le percentuali cambiano ancora: il trasporto pubblico raggiunge il 62% contro il 22% dell’auto (guidatori e passeggeri). La metropolitana raggiunge addirittura il 33% con più di 160.000 passeggeri, il che significa che la capacità offerta è praticamente saturata. Gli altri mezzi di superficie, tram, filobus e autobus, che nell’ora di punta catturano quasi il 28% del totale, nel complesso della giornata prevalgono sulla metropolitana anche perché assorbono quote di spostamenti non sistematici (commissioni personali e acquisti) meno vincolati alla rigidità di orario.

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Gr.6 Spostamenti interni alla cittĂ

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principio identificativo Volontà di individuare un’utenza specifica, gruppo di individui omogeneo. Necessità di individuare un soggetto mobile e flessibile all’interno della città capace di interagire e abitare gli spazi minimi, attratto dalla matrice urbana per motivazioni precise e stabili. Individuazione dello studente universitario fuori sede quale matrice sociale: Soggetto ad alta mobilità, domanda di inserimento nella città a condizioni economiche calmierate, soggetto con un elevato grado di partecipazione alla vita sociale e mondana della città, necessita di inserirsi nel nucleo storico dell’edificato in relazione alla sua dipendenza dalla rete di trasporto pubblica; permanenza nella città per la durata del corso di studi. 3-5 anni. La condizione dello studente universitario all’interno della città risulta sempre più precaria. Condizioni di alloggio e affitto e costi degli atenei determinano una diminuzione costante degli studenti residenti nella città, generando un fenomeno di pendolarismo anche per quegli studenti che, con condizioni pubbliche adeguate [affitti convenzionati-agevolazioni..], avrebbero preferito un alloggio nella città.

La figura dello studente universitario diviene quindi soggetto privilegiato di analisi. Osservazione delle esigenze insediative Osservazione delle necessità e priorità, tratti caratteristici del risiedere degli individui in questa fascia di età. Figura dello studente quale elemento problematico all’interno della città di Milano: carenza di alloggi convenzionati mercato privato sempre più inaccessibile 69


frammenti di cronaca caro affitti per gli studenti. “così si svuotano le università” In aumento i prezzi dei posti-letto. I rettori: Milano penalizza le matricole, mancano le residenze convenzionate

Gli occhi scorrono veloci sulla bacheca. Camera in via Giambologna, 650 euro al mese. Bilocale in viale Misurata, 950 più spese. Piazza Piemonte, 500euro. C’è anche un annuncio in inglese: singola 600 euro in zona Blingny <for foreignes only>. Michel arriva da Trento, prende appunti e si dispera: “Le lezioni in Bocconi iniziano tra un mese, non so ancora dove andare”. Il ragazzo riflette: retta universitaria, più trasporti, più alloggio. Troppo. E c’è una novità: gli affitti sono aumentati anche del 15% rispetto lo scorso anno. Alloggi per studenti: tutto in nero, o quasi. E nessuna garanzia, contratti capresto, un’offerta sempre troppo scarsa rispetto all’esercito dei 40mila fuori sede. Risultato: affitti alle stelle. Se l’anno scorso una stanza in città costava in media 425 euro al mese, oggi si raggiungono i 480. La denuncia arriva dai sindacati della casa. Stefano Chiappelli, segretario del Sunia, conferma tutto: “Il mercato è completamente senza regole, ognuno fa quello che vuole. E i ragazzi sono disposti a tacere, pur di rimanere vicino ai loro atenei”. I prezzi crescono soprattutto vicino alla Cattolica, alla Bicocca, e nelle due sedi del Politecnico: Leonardo da Vinci e Bovisa. Aumenti che non piacciono al rettore dell’ateneo, Giulio Ballio: “Milano -dice- si sta approfittando dei propri studenti. Purtroppo, al momento, non esiste nessun’iniziativa che abbassi in maniera sensibile i canoni.” Ballio è pessimista: “ Le aree che il Comune aveva concesso non sono utilizzabili perché nessuno vuole costruire e gestire le residenze universitarie ai prezzi della convenzione. Se diminuirà il numero di matricole provenienti da fuori città (sono già 15mila i pendolari <forzati>, che vivrebbero a Milano se l’offerta d’alloggi fosse adeguata alle loro possibilità), non sarà colpa nostra.” Eppure il Politecnico da due anni propone “prendi in casa uno studente”, il progetto di convivenza tra giovani e anziani. “Sta andando bene –conclude il rettore-, ma sono pur sempre cento ragazzi. E questo dimostra che c’è troppa diffidenza da parte dei milanesi nei confronti di chi studia.”. Diffidenza e richieste particolari. Basta guardare gli annunci: solo ragazze, meglio se serie, non fumatori; preferiti gli stranieri; settimana corta (come se un ragazzo di Catania potesse tornare a casa ogni weekend); matricole. La Cattolica mette in linea le offerte immobiliari: su si trovano tutte le soluzioni libere da settembre. Posto letto in viale Papiano, 500 euro; tre locali per tre persone, 1100euro più 250 euro di spese in via Gavirate. C’è anche chi non chiede nulla: in corso San Gottardo, una coppia di milanesi offre alloggio gratuito a chi è disposto ad occuparsi di due bambine di 3 e 5 anni per quattro ore al giorno (dopo le 16). Anche nei collegi universitari le rette sono salate: 700 euro al mese per una singola al Torrescala di via Golgi (compresi i tre pasti), 440 (vitto escluso) al collegio Castelbarco, 9mila euro annui al Collegio Città Studi. In ottobre la Bicocca, annuncia il rettore, Marcello Fontanesi, sarà inaugurata una nuova residenza: 210 posto letto a prezzi calmierati. “Ma è una goccia nel mare”, sospira il Fontanesi. In cantiere, anche il progetto da tremila posti promosso da Statale, Politecnico e Bicocca in collaborazione con l’Inal. “ Ma Tremonti l’ha bloccato”, dice Enrico Decleva, a capo della Statale. 70


Poche stanze e prezzi tropo cari. “E affitti in nero, mobili da pagare a parte, clausole assurde –commenta Leo Spinelli, segretario generale del Sicet, il sindacato vicino Cisl -: la nostra normativa è un gruviera. Gli aumenti? Tutto vero, anche se è difficile conoscere l’entità del problema, visto che il settore è particolarmente sfuggente”. Fuori dalla Cattolica, Giulio e Marisa, in arrivo da Bari con la famiglia, osservano gli annunci. Segnano qualche numero telefonico. Sguardo teso. Due conti fatti a mente. Poi un commento quasi all’univoco: “ Ci aspettano anni duri”. Corriere della Sera_Conaca Milano_Sabato 12Agosto2006

Caro affitti, gli studenti rinunciano a Milano» I rettori: battaglia comune contro l’ emergenza casa. Cinquantamila giovani costretti a fare i pendolari. Il Comune: costi da abbattere

Sono stanchi, stressati. Vorrebbero vivere a Milano ma non se lo possono permettere. Vorrebbero abbandonare, una volta per tutte, il treno che li costringe a due ore di viaggio al giorno. Sono gli studenti pendolari. Novantottomila universitari che macinano centinaia di chilometri alla settimana per seguire le lezioni. E per non pagare affitti esorbitanti. Mentre le bacheche degli atenei milanesi continuano a riempirsi di annunci per l’ affitto di camere, letti, appartamenti e mobili, l’ ass... Corriere della Sera_16settembre 2004

Per 40 mila «fuori sede» solo 3.300 alloggi. Denuncia dei sindacati: basta pagamenti in nero. La Regione: la città non riesce a far fronte alla domanda

Caro-affitti, studenti in fuga. I rettori: Milano li aiuti Fino a 350 euro per un letto. «Prezzi troppo alti, università a rischio crisi» Il Sunia: subito canoni amministrati con massimi stabiliti e sgravi fiscali per chi dà un tetto

Davanti alle bacheche le future matricole si disperano: cinquecento euro la singola, 350 il letto in una doppia. Ma più ci si avvicina al centro e alle stazioni del metrò, più i prezzi salgono. Fino a 600 euro al mese per una camera. In nero, ovviamente. Università: è partita la caccia agli alloggi. E già arrivano le lamentele. Dei sindacati, dei rettori (da Giulio Ballio, del Politecnico, a Marcello Fontanesi, della Bicocca, ad Angelo Provasoli, della Bocconi), delle istituzioni: «Prezzi troppo... 71


Corriere della Sera_23luglio2005

Aumenti del 20% in un anno. Borghini: i fondi pubblici non bastano, coinvolgere privati e non profit

Caro-affitti per gli studenti. «Milano li aiuti» «Anche 650 euro per un posto letto». I rettori: un abuso, difendiamo il sistema università

Università e caroaffitti. Per un posto letto si arriva anche a 650 euro al mese, record dell’anno accademico 2005-06. A segnalare l’ emergenza che sta facendo tremare anche le famiglie più abbienti è il Sunia, il sindacato degli inquilini. Dopo avere analizzato le bacheche degli atenei e verificato un centinaio di proposte, ecco il risultato dell’ indagine: la soglia dei 600 euro per un posto letto che l’ anno scorso sembrava invalicabile, oggi sempre più spesso viene superata. In un anno i prezzi sono aumentati anche del 20 per cento. E mentre i rettori attaccano il sistema Milano - «Così perdiamo studenti», dice Marcello Fontanesi, a capo della Bicocca - l’assessore regionale alla Casa, Piero Borghini, commenta: «I fondi pubblici non bastano più, bisogna coinvolgere privati e non profit». Oggi a Milano la laurea è indispensabile a un neoassunto su cinque. Corriere della Sera_10ottobre 2005

Anziani, affitti con lo «sconto» agli studenti Parte l’ iniziativa del Politecnico: stanze a poco prezzo agli universitari che si prestano a piccoli lavori domestici Nelle prossime settimane, con l’ aiuto di uno psicologo, saranno realizzati gli abbinamenti Migliaia di giovani obbligati a fare i pendolari e i fuorisede ormai non ce la fanno ad arrivare a fine mese. LA DENUNCIA: I rettori degli atenei milanesi la scorsa settimana hanno affermato: «Le università devono risolvere una volte per tutte il problema degli alloggi e del carovita». LA PROPOSTA: L’ associazione MeglioMilano, ha lanciato il progetto: «Prendi in casa uno studente»

Cinquecentosessanta euro al mese per una stanza in zona Bocconi, disponibile da settembre (ma solo per studentesse non fumatrici che abitano a Milano dal lunedì al venerdì). Quattrocento euro al mese (compreso riscaldamento) per una singola in un bilocale a cinque minuti di bus dalla Bovisa. Trecento euro per una doppia nel quartiere Bicocca. Camere in affitto per studenti dai prezzi record. In una Milano in cui prende il via la caccia al posto letto tra gli oltre 19 mila universitari fuorisede ... Corriere della Sera_26luglio2004

Studenti: affitti cari e noleggiano in nero anche i mobili I sindacati: troppe speculazioni, boom di case vendute a Bovisa e Bicocca, vicino agli atenei. Predolin: una vergogna per Milano Denuncia del Sunia e nei siti degli universitari «Cento euro al 72


mese per divano e frigorifero» Il Comune: iniziative per limitare i costi

«Monolocale a Sesto San Giovanni, vicinissimo all’ università Bicocca. Sono 4.800 euro l’ anno. Più altri 4.800 euro per il noleggio di mobili ed elettrodomestici. No, è un altro contratto, non rientra nell’affitto. Lo facciamo in nero, ci guadagna anche lei». È questa l’ ultima frontiera della speculazione. A danno degli studenti universitari, di quei 49 mila ragazzi «fuorisede» (il 30 per cento del totale) che arrivano da ogni parte d’ Italia per studiare negli atenei milanesi. La denunci... Corriere della Sera_26agosto2004 Accordo tra Politecnico, Bocconi e Cattolica. Venti borse di studio assegnate a giovani dell’ area mediterranea, Est Europa, Asia e America Latina

Università «con lo sconto» per studenti stranieri Agevolazioni per master, alloggi e testi. Rocca: più trasparenza e competizione tra gli atenei

Vincere la sfida per rilanciare l’ università - «altrimenti tra qualche anno nessuno verrà a studiare nei nostri atenei» - e puntare su una Milano più accogliente: «Affitti e carovita scoraggiano le iscrizioni». I rettori di Politecnico, Bocconi e Cattolica lanciano una campagna di reclutamento per studenti eccellenti: è di ieri l’ accordo «per l’ internazionalizzazione del sistema universitario» (siglato anche dal segretario generale della Camera di Commercio, Pier Andrea Chevallard) che preved. Corriere della Sera_13dicembre2005 Aperta una serie di sportelli di consulenza legale. Parte una campagna contro la penuria di appartamenti e le truffe in agguato

®Diamo una casa popolare agli studenti fuorisede Caro affitti e contratti irregolari, l’ Unione degli universitari e il sindacato inquilini lanciano la proposta a Palazzo Marino

Aperta una serie di sportelli di consulenza legale. Parte una campagna contro la penuria di appartamenti e le truffe in agguato ®Diamo una casa popolare agli studenti fuorisede¯ Caro affitti e contratti irregolari, l’ Unione degli universitari e il sindacato inquilini lanciano la proposta a Palazzo Marino Le case dell’ Aler agli studenti. Il Sunia, il sindacato degli inquilini, insieme con quello studentesco, l’ Udu, si uniscono per venire incontro ai moltissimi studenti universitari fuori sede ... Corriere della Sera_11ottobre2000

«Un posto letto 500 euro vicino all’ università» Un piano per gli studenti La crescita ininterrotta dei prezzi degli affitti registrata in questi ultimi anni mette a dura prova gli studenti che scelgono Milano per studiare. Una città nella città, fatta di 55 mila fuorisede che frequentano gli atenei cittadini (stima dell’ associazione MeglioMilano). Giovani costretti a pagare fino a 500 euro per una stanza. Per fare fronte al fabbisogno degli universitari, il Comune ha destinato cinque aree alla costruzione di nuovi alloggi. «In primavera partiranno i cantieri», assicu... 73


Corriere della Sera_21novembre2005 Canoni aumentati del 20 % in un anno. Borghini: mancano 20000 alloggi, privati e non profit intervengano

«Anche 650 euro per un posto letto. Milano troppo cara» Denuncia degli studenti universitari. Rozza, Cgil: contratti irregolari, servono controlli

Dura la vita dello studente. Stare chini sui libri è il meno: il difficile è battere cassa da mamma e papà. Prendiamo l’ affitto. Per una stanza si arriva anche a 650 euro al mese. Un record che fa traballare anche i bilanci delle famiglie più abbienti. A segnalare i picchi raggiunti dal caro-affitti a misura di studente è il Sunia. Il sindacato degli inquilini ha spulciato le bacheche delle principali università milanesi. E ha verificato un centinaio di proposte. Risultato: la soglia dei 600 eu... Corriere della Sera_10ottobre2005

la via crucis dei pendolari Pavia Milano: 4 mila abbonati al ritardo su treni freddi e sporchi

------------------------- PUBBLICATO ------------------------------ DISSERVIZIO FERROVIARIO . Viaggio con operai e studenti in trasferta quotidiana nella metropoli TITOLO: La via crucis dei pendolari Pavia Milano: 4 mila abbonati al ritardo su treni freddi e sporchi - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - PAVIA . Sono le sei del mattino, e’ ancora buio in città’ , ma un piccolo esercito sta per mettersi in marcia: quello dei pendolari. Sono circa quattromila i pav... Corriere della Sera_23gennaio1994 LO STUDENTE

«Prezzi alle stelle, ho rinunciato Sono costretto a fare il pendolare» Iscritto alla facoltà di Ingegneria, ogni giorno prende il treno da Bergamo per seguire le lezioni a Milano

Sveglia alle 6. Partenza dalla stazione di Bergamo alle 7,25. Poi 45 minuti di treno, fino a Lambrate. «La mia giornata? Stancante. Anche perché, una volta arrivato a Milano, vado dritto al Politecnico». Paolo C., 23 anni, iscritto al quinto anno della facoltà di Ingegneria per l’ ambiente, è un pendolare dello studio. Uno dei tanti universitari «messi alla porta» dai prezzi proibitivi degli affitti a Milano. «Vivo con i miei, a Bergamo. Facendo due conti, alla fine si risparmia». Non che no... Corriere della Sera_26agosto2004

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30.000

matricole che ogni anno si iscrivono negli atenei milanesi

200.000

gli studenti che sono iscritti nei sette atenei milanesi

40.000

i fuori sede che arrivano da ogni parte di italia

10-15%

l’aumento dei canoni mensili di affitto

15.000

i pendolari forzati che vivrebbero a milano se l’offerta alloggi fosse adeguata alle loro possibilitĂ

Gr.7 Dati statistici

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bacheca annunci Affitto: euro: 270.00

N. camere: 1 Ragazzo offre condivisione a studente serio in stanza doppia, cucina abitabile, vicino a Maciachini e BOVISA Politecnico, adiacente supermarket e fermata ATM, linea ADSL, lavatrice, nell’affitto sono compresi condominio e riscaldamento, 2 mesi di deposito dati: mikie@interfree.it 320-2346820 Zona/Quartiere: Milano Milano, 20128 Via: Viale Monza Affitto: euro:700.00 Per Mese

Dati personali: cinzia, 35 Anni , Donna , Lavoratore , Non Fumatore Disponibile: 03/10/2006 Commenti: E’ disponibile un appartamento completamente ammobiliato e corredato( TV, Dvd, lavatrice, lavastoviglie, frigorifero). L’appartamento (con 4 posti) è utilizzabile per brevi periodi (da qualche settimana ad qualche mese

Milano, Via: Certosa Affitto: euro: 350.00 Per Mese

Dati personali: Leo, 85 Anni , Uomo, Studente/essa , Fumatore Disponibile: 03/10/2006 Commenti: Camera solo per ragazza in alloggio su 2 piani con due ragazze e mezza, ogni comfort, davanti a Rinascente di Viale Certosa, uso cucina e servizi, aria condiz. Il proprietario è medico in pensione non residente Milano, 20145 Via: Francesco Ferrucci Affitto: euro: 580.00 Per Mese

Dati personali: Monica, 35 Anni , Donna , Lavoratore , Non Fumatore Disponibile: 31/10/2006 Commenti: Stanza singola, grande, luminosa. 580 euro al mese tutto incluso. Arco della Pace/Sempione 39. grande appartamento, comfort, bello, arredato e corredato. con altri due conquilini. Aria condizionata, parcheggio ...

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WANTED: studentessa o lavoratrice per condivisione bilocale, ben arredato con tutti i comfort, composto da ingresso, soggiorno cucinotto, bagno camera da letto. Via Alfonso Corti a 2 minuti dal politecnico Affitto: euro 294 al mese

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AFFITTASI: n°4 posti letto a studenti in camera doppia vicino a Linea verde, biblioteca comunale, Uso cucina, computer, bici, lavatrice, bagno. 6° piano con ascensore. incluse nelle spese vengono fornite: detersivi per casa bagno lavatrice, carta igienica, generi alimentari: pasta di grano duro, sale iodato, olio extravergine di oliva biologico, caffè macinato, zucchero semolato, pepe macinato, rigano, rosmarino. Affitto: euro 330 cadauno, tutte le spese incluse(condominiale, riscaldamento, luce, gas) 77


identikit: studente universitario Osservazione di una scena urbana inaccessibile. Lo studente fuori sede costretto ad un pendolarismo forzato a causa della carenza di alloggi convenzionati, in conseguenza di un mercato di affitti illegale sempre più inaccessibile. Indagine sui modi di vita dello studente. Esigenze e necessità. Modalità peculiari del risiedere: soggetto ad alta mobilità, partecipazione attiva alle manifestazioni socio-culturali dell’ambito urbano, permanenza massima negli spazi della vita collettiva e pubblica. Tratti che generano la possibilità di un nuovo modo del risiedere delineato dal principio della dispersione. Definizione di un nuovo principio del risiedere. Dispersione dei nuclei residenziali negli spazi interstiziali della città. Dispersione degli ambienti della dimora tradizionale all’interno del nucleo urbano. Solo gli spazi intimi divengono cuore della dimora temporanea per lo studente. Uno spazio minimo e raccolto accoglie le funzioni primarie e personali quali il riposo, la cura del sé, la cura dell’anima. Le componenti collettive del risiedere divengono frammenti dispersi nel tessuto urbano, elementi catalizzatori di una molteplicità di individui. Preparazione dei pasti, lettura, studio e lavoro, connessioni internet e svago, divengono cellule che si sviluppano in aree limitrofe della città, indipendenti dalla cellula madre [alloggio minimo]; connessioni rapide tra i diversi nuclei dispersi con percorrenze medie di 10 minuti di cammino.

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Gr.8 Attività private/Attività collettive

Osservazione 01:

perché la scelta di individui tra i 20 e i 27 anni. volontà di fornire nuovi ambienti, spazi alla matrice studentesca. Scelta determinata da un indagine sulla conformazione della città di Milano, indagine sociale legata agli spostamenti interni alla città, alle motivazioni prime che determinano migrazioni temporanee e periodiche, programma all’interno del nucleo urbano. Un’indagine che ha rilevato una forte concentrazione di studenti fuori sede. Una densità di individui, una domanda cui non corrisponde una risposta adeguata. A fronte di una domanda potenziale di 43.000 posti letto, l’offerta al momento è limitata a 5257 posti letto messi a disposizione degli ISU milanesi, dei collegi diocesani, da Collegi universitari gestiti dalle Fondazioni Ceur e Rui e dal Collegio di Milano. In questo scenario, un numero molto elevato di studenti è costretto a rivolgersi al mercato dell’alloggio privato. [dato ISTAT] Osservazione 02: Volontà di collocare l’individuo all’interno della città storica, in prossimità alle linee di trasporto, in prossimità dei luoghi di relazione e scambio sociali. In opposizione alla tendenza di collocare centri per studenti, residenze comunitarie alla periferia della città in complessi articolati e compatti secondo la tipologia del campus, emerge la volontà di inserire l’individuo nel tessuto fitto e articolato della città storica operando secondo un principio di dispersione e saturazione della città industriale, generando una maglia di relazioni fitte, nella dimensione del quartiere, tra le diverse componenti del risiedere disperso. Osservazione 03:

Volontà di offrire ambienti e locazioni a costi calmierati, in opposizione al mercato degli affitti dei privati, per offrire una reale possibilità di soggiorno in città ai 40.000 studenti fuori sede. Una offerta adeguata alle loro esigenze e disponibilità economiche. 79


STUDENTI ISCRITTI

175000:

studenti fuori sede studenti pendolari studenti residenti

STUDENTI ISCRITTI

Bocconi Bicocca Cattolica Iulm Politecnico Statale Altro

11812,5 27125 26110 7262,5 33477,5 64137,5 5075

6,75% 15,50% 14,92% 4,15% 19,13% 36,65% 2,90%

7918 3673 6679 2932 9633 11270 895

18,4% 8,5% 15,6% 6,8% 22,4% 26,3% 2,0%

STUDENTI FUORI SEDE

Bocconi Bicocca Cattolica Iulm Politecnico Statale Altro 80

43000 25% 96250 55% 35000 20%


Gr.9 Distribuzione percentuale studenti per ateneo a Milano

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82


SCENARIO POSSIBILE

03

oggetto: unità abitativa dimensionamento minimo dispersione nella città alloggio a gestione economica

identificazione dell’ OGGETTO 83


norberg schulz: “l’abitare assume tre significati: incontrare altri esseri umani per scambiare prodotti, idee e sentimenti (abitare collettivo); accettare un certo numero di valori comuni (abitare pubblico) e infine essere se stessi, ossia scegliere un piccolo mondo personale (abitare privato)�

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Dimorare temporaneo. Il risiedere nei suoi differenti aspetti e conformazioni. Lo spazio dell’abitare in relazione alle condizioni di permanenza in un sito, in un contesto. Abitare sedentario, abitare nomadico. Volontà di operare lungo la linea di confine tra queste due realtà. Un risiedere temporaneo all’interno di dispositivi specifici. “molti degli abitanti di Milano sono temporanei. Non cercano una casa per metterci le radici ma un alloggio per un periodo a termine ; è una temporaneità dovuta ai diversi cicli di vita: studente, lavoratore, anziano, malato, ma anche alla fragilizzazione della famiglia, alla mobilità e flessibilità nel lavoro ai ritmi crescenti e accelerati della globalizzazione e alla presenza a Milano di popolazioni non utenti che ruotano attorno alle sue eccellenze nei campi della moda, editoria, design, ricerca sanitaria”. [Boeri_cronache dell’abitare]. Oggetto del risiedere diviene quindi un involucro minimo, in cui gli spazi del privato divengono essenziali, un ambiente confortevole per un benessere qualitativo del risiedere che si è però spogliato di tutti quegli ambienti superflui, quelle protesi che l’abitare borghese aveva inserito alla dimora. Ritorno alla genesi. Una stanza, un ambiente amniotico in cui la sensorialità delle azioni determinano gli spazi, definiscono confini e limiti in uno spazio continuo. Risiedere temporaneo per periodi prestabiliti. Volontà di generare involucri dell’abitare capaci di ospitare la molteplicità di individui che si susseguiranno al loro interno. Residenze fisse per un abitare in movimento. Creare una rete di alloggi sul territorio che ospitino i soggetti tra i 20-27 anni, un riparo confortevole che si adatti alle esigenze specifiche dei singoli utenti che periodicamente occuperanno quei suoli minimi.

Osservazione e confronto delle diverse morfologie del risiedere temporaneo. Spazi codificati dalle normative, ambienti convenzionali del risiedere per periodi di tempo brevi, limitati, intermedi. Caratteri e distinzioni. Mappatura delle possibilità esistenti 85


alberghi Sono alberghi le strutture ricettive aperte al pubblico a gestione unitaria, che forniscono alloggio ed eventualmente vitto e altri servizi accessori, in camere, suite, junior suite e unità abitative. Le suite sono camere composte da almeno due vani distinti, di cui uno allestito a salotto ed uno a camera da letto con almeno un bagno. Le junior suite sono camere composte da un unico vano avente una parte allestita a salotto e un bagno privato. Le unità abitative sono costituite da uno o più locali allestiti a camere da letto, soggiorno, sono dotate di servizio autonomo di cucina e bagno privato, sono consentite nel limite massimo del quaranta per cento della ricettività autorizzata in termini di camere, suite o junior suite. Requisito minimo: almeno 7 stanze. Nelle camere, nelle suite, nelle junior suite e nelle unità abitative è consentito aggiungere, in via temporanea e solo su richiesta del cliente, un ulteriore posto letto in deroga ai limiti dimensionali stabiliti dalla legislazione in materia, con obbligo di ripristino del numero dei posti letto autorizzato al momento della partenza del cliente

DIMORA STORICA: Attività svolta in stabili di pregio storico o monumentale MOTEL: Fornisce servizio di autorimessa, con box o parcheggio in numero uguale al numero delle camere; fornisce servizio di prima assistenza ai turisti motorizzati e rifornimento carburante. VILLAGGIO ALBERGO: Aree attrezzate per lo svago del cliente all’interno della struttura. ALBERGO CENTRO BENESSERE: se dispone di attrezzature adeguate al relax del cliente_ sauna bagno turco centro estetico_ con requisiti minimi non inferiori alla classificazione a tre stelle. MEUBLE’: alloggio in camere con il solo servizio di prima colazione 86


ostelli Sono ostelli per la gioventù le strutture ricettive, che forniscono i servizi minimi ed in possesso dei requisiti previsti ed attrezzate per il soggiorno e il pernottamento, per periodi limitati, dei giovani e dei loro accompagnatori, gestite, in forma diretta o indiretta, da enti o associazioni riconosciute Servizio 1 stella: Camera a più posti letto, eventualmente disposti anche con il sistema a castello, di superficie non inferiore a mq. 4 per ogni posto letto; nel caso di biletti a castello, la superficie utile per posto letto può essere ridotta del 10% purché la cubatura minima per persona non risulti inferiore a mc. 10,80 o, nelle località situate a quote superiori a 750 mt. di altitudine, a mc. 9,60; 2 wc ogni 20 posti letto o frazione, 2 docce ogni 24 posti letto o frazione (in settori separati per uomini e donne), un lavabo ogni 10 posti letto o frazione, dotato di asciugamani elettrico, specchio e spina per rasoio; locali comuni di soggiorno, di norma distinti dalla sala da pranzo di ampiezza complessiva minima di mq. 25 per i primi 10 posti letto, aumentata di mq. 0,50 per ogni posto letto in più; camera da letto separata per la guida, ove possibile. Servizio 2 stelle: Gli ostelli per la gioventù per poter essere classificati a due stelle devono possedere, oltre ai requisiti comuni di cui al precedente art. 10, i seguenti requisiti igienico-sanitari minimi: camere con un massimo di 6 posti letto, tutti a terra, con una superficie utile non inferiore a mq. 5 per ogni posto letto; 2 wc ogni 12 posti letto o frazione, 2 bagni o docce ogni 20 posti letto o frazione (in settori separati per uomini e donne), un lavabo ogni 6 posti letto o frazione, con specchio e spina per rasoio; uno o più locali comuni di soggiorno, distinti dalla sala da pranzo di ampiezza complessiva minima di mq. 1 per ogni posto letto, e comunque con un minimo di mq. 24; camera da letto separata per la guida.

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pensioni Sono pensioni le strutture ricettive aperte al pubblico a gestione unitaria, che forniscono alloggio e vitto e altri servizi accessori in camere.

Sono foresterie per turisti le strutture ricettive normalmente adibite a collegi, convitti, istituti religiosi, pensionati e, in genere, tutte le altre strutture pubbliche o private, gestite senza finalità di lucro che, anche in deroga alle disposizioni di cui alla presente legge, previa comunicazione al comune e per periodi non superiori a sessanta giorni all’anno, offrono ospitalità a persone singole e a gruppi organizzati da enti e associazioni che operano nel campo del turismo sociale e giovanile, per il conseguimento di finalità sociali, culturali, assistenziali, religiose e sportive. Sono esercizi di affittacamere le strutture che assicurano i servizi minimi composte da non più di sei camere, ciascuna con accesso indipendente dagli altri locali, destinate ai clienti ubicate in non più di due appartamenti ammobiliati di uno stesso stabile, nei quali sono forniti alloggio ed eventualmente servizi complementari, compresa l’eventuale somministrazione dei pasti e delle bevande alle persone alloggiate Bed and Breakfast. Pernottamento e prima colazione. Alloggio in camere di abitazioni private messe a disposizione dei turisti 88


case religiose di ospitalità Sono case religiose di ospitalità le strutture ricettive che forniscono i servizi minimi ed in possesso dei requisiti previsti, caratterizzate dalle finalità religiose dell’ente gestore che offre, a pagamento, ospitalità a chiunque lo richieda nel rispetto del carattere religioso dell’ospitalità stessa e con accettazione delle conseguenti regole di comportamento e limitazioni di servizio.

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campeggi Sono campeggi le strutture ricettive aperte al pubblico, a gestione unitaria, allestite ed attrezzate su aree recintate destinate alla sosta ed al soggiorno di turisti in prevalenza provvisti di propri mezzi mobili di pernottamento. I campeggi possono anche disporre di unitĂ abitative mobili, quali tende, roulotte o caravan, mobilhome o maxicaravan, autocaravan o camper, e di unitĂ abitative fisse, per la sosta ed il soggiorno di turisti sprovvisti di propri mezzi mobili di pernottamento.

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appartamenti Sono unità abitative ammobiliate a uso turistico le case o gli appartamenti, arredati e dotati di servizi igienici e di cucina autonomi, dati in locazione ai turisti, nel corso di una o più stagioni, con contratti aventi validità non inferiore a sette giorni e non superiore a sei mesi consecutivi e che forniscono i servizi minimi senza la prestazione di alcun servizio di tipo alberghiero; con contratti aventi validità non superiore a tre mesi consecutivi e non inferiore a 7 gg. Le case e gli appartamenti per vacanze devono essere arredati in modo decoroso, anche se sobrio. Le camere da letto devono essere dotate di letto con rete, materasso e cuscino, sedia o sgabello, scomparto armadio, comodino e lampada, per persona. La cucina (o l’angolo cottura) deve essere completa di fornello con due fuochi a piastra e relativa alimentazione, frigorifero, lavello con scolapiatti, stoviglieria e posateria. La zona pranzo-soggiorno deve essere arredata con mobile-credenza, tavolo e sedie in numero sufficiente per gli ospiti. Il bagno deve essere completo di tazza wc con cassetta di cacciata d’acqua, lavandino, bidet, doccia o vasca. Nelle case ed appartamenti per vacanze devono essere assicurate le seguenti prestazioni minimali: 1) fornitura costante di energia elettrica, acqua calda e fredda, riscaldamento (l’obbligo non sussiste per gli esercizi con licenza stagionale estiva) ed eventualmente gas; 2) manutenzione ordinaria, ai fini della piena efficienza, delle unità abitative e degli arredi. ..

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centri sogiorno studio Sono centri soggiorno studi le strutture ricettive, gestite da enti pubblici, associazioni, organizzazioni sindacali, soggetti privati operanti nel settore della formazione dedicati ad ospitalità finalizzata all’educazione e formazione in strutture dotate di adeguata attrezzatura per l’attività didattica e convegnistica specializzata, con camere per il soggiorno degli ospiti dotate dei requisiti previsti per le strutture alberghiere classificate a due stelle.

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struttura/servizi offerti

Gr.10 tipologie di strutture ricettive e loro servizi

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permanenza nelle strutture

Gr.11 Permanenza nelle strutture

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identikit dell’oggetto Osservazione delle strutture esistenti. Comprensione dell’inadeguatezza dei sistemi di permanenza temporanea, inadeguati alle esigenze di uno studente universitario. Riflessione sulla natura di nuove condizioni spaziali che sembrano richiedere nuove definizioni traendo significato dalle relazioni che si stabiliscono tra le parti fisiche e non fisiche della dimensione urbana, fra relazioni locali e situazioni globali_ l’intento è quello di lavorare con la città, come essa si presenta con interventi puntuali in zone di natura instabile. Immaginare nuovi scenari significa provocare delle interferenze, intese come variazioni, visive e negli usi, capaci di stimolare le diverse esigenze spaziali. “presenze” architettoniche sorte per territori metropolitani instabili e mutevoli, andranno a costruire una differente identità del luogo, una nuova qualità di spazio, un inatteso concetto di estetica. Soddisfare una reale emergenza di spazio organizzato per venire incontro a quelle persone che rispondono a uno stile di vita nomadico, che vivono per un periodo breve, medio e determinato in una grande città offrendogli sia uno spazio privato che sociale. Studenti stranieri, giovani designer al salone del mobile, turisti: tutti hanno bisogno di un posto per dormire. Ma non solo. Anche per socializzare, per scambiare idee, opinioni, per comunicare. In un’epoca di progetti che non mutano le condizioni del risiedere la cellula abitativa ha spesso evocato condizioni di abitabilità alienanti e di possibile degrado, è anche vero che la sua uniformità standardizzata ben si presta a una reinterpretazione moderna dell’alloggio temporaneo e di una condizione nomadica intesa come sogno di una maggiore libertà insediativa. Colonizzare quindi uno spazio abbandonato. Installare una “casa madre” e legarvi tante cellule. E’ lo standard comune per tutte le richieste di spazio organizzato. Esperienza comune e privacy. Spazi pubblici e privati, di interscambio e di passaggio, di sosta, spazi aperti e spazi chiusi. Generare un nuovo habitat quale sovrapposizione di sottosistemi autonomi e indipendenti ciascuno dotato di una propria dimensione artificiale ed evocativa. Capsule nelle quali la distensione dell’organismo sia l’esigenza primaria L’ambiente dovrà considerare materiali tattili, dovrà esprimere matericità specifiche L’ambiente dovrà contemplare la luce, conoscenza di una illuminazione coerente con l’intorno intimo L’ambiente dovrà generare un rilassamento_distensione corporea attraverso dispositivi sonori.

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Generare un Ambiente amniotico nel quale l’individuo partecipi dei sensi, faccia esperienza. Generare ambienti specifici per il soddisfacimento di una esigenza. Specificità quale elemento connotativo, in una società in cui l’individuo sembra esser circondato da ogni bene, la riscoperta di valori essenziali, di sensazioni primarie quale elemento di rigenerazione. Ambienti del riposo Ambienti della tecnologia Ambienti dell’alimentazione Ambienti della comunicazione Definizione di aree, di categorie entro cui sviluppare temi specifici che definiranno la matericità di ogni ambiente o conglomerato di ambienti Riposo: lettura_ rilassamento_ distensione dell’organismo_ ascolto di una sinfonia, melodia.. Tecnologia: connessione internet_ ricarica apparecchiature elettroniche_ stampa.. Alimentazione: cucine autosufficienti_ preparazione consumazione pasti.. Comunicazione: socialità_ conversazione_ gioco e cura_ mercato/mostra di beni e opere..

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dispersione dell’oggetto/dispersione dell’abitare

Gr.12 Rapporto tra funzioni e individui

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Gr.13 Dispersioni funzioni lungo l’asse viario

La residenza assume una nuova dimensione urbana. Oggetto di un abitare temporaneo diviene elemento disperso nel tessuto edificato. Estensione rizomatica degli elementi. Ad una nuova condizione del dimorare nomadico corrispondono nuovi ambienti del risiedere. Dimensione urbana del risiedere, l’asse urbano quale elemento di connessione tra i differenti nuclei autonomi del risiedere. Asse delle relazioni urbane, l’elemento viario diviene ambito della nuova dimensione domestica dispersa. Scomposizione del modello insediativo in due componenti principali: privacy

Un ambiente in cui l’individuo tutela la sua privacy, assolve le attività intime del riposo e della cura del corpo, spazio dei sentimenti e delle emozioni collettività

Ambiente della collettività. Condivisione degli ambienti altri della residenza tradizionale. La preparazione degli alimenti, lo studio, lo svago, le comunicazioni telematiche divengono luoghi di condivisione e socializzazione dispersi nella città e fruiti dalla molteplicità degli individui. 98


18 mq alloggio minimo 2.5 mq spazio preparazione alimenti 1.5 mq spazio studio/lavoro 0.75mq connessione internet 2.5 mq musica/svago = 27 mq residenza dell’individuo

Gr.14 Ricomposizione della residenza

99


Permanenza erm manenz en a continuativa co on ativa 20% 0% sono sono studenti stud den Erasmus rasmus

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Dccesso

FONDA AZ ZIONE LA V NCENZIANA CENTRO CENT BOTTICE ELLI

CENTRO UNIV. FONDAZIONE OPE ERoE SOCIALI CAR RIPLO PENSIONATO BELLONI PENSIONATO ARCIVESCOVILE SA A PA AOL O O FON OND DAZ A . A V NCENZIAN AZ

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milanesi, dai collegi diocesani, dai colleggi universitari gestiti dalle fondazioni Ceur e Rui e dal collegio di Milano. in questo quadro, un numero molto elevato di studenti è obbligato a rivolgersi al mercato dell’alloggio privato

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studentati case dello studente ud de e

CASA DEL GIOVANE domanda potenziale diFONDAZIONE 43.000 DONNINA posti letto, l’offerta al momento è limitata a PENSIONATO UNIVERSITARIO SEMERIA 5257 posti letto messi a disposizione dagli ISU FONDAZIONE LA VINCENZIANA Pensionato Bocconi a fronte di una

LA M

via Bocconi 12 Residenza IULM via Santander 5 Casa dello studente v.le Romagna 62 Residenza Santa Sofia via Santa Sofia 9/1


VI

0$ Chiusura ad agosto per manutenzione

project financial

ORFD]LRQL DJHYROD WH

accesso ai servizi collettivi tramite servizi di abbonamenti per studenti iscritti in università

DFHVVR DL VHUYL]L FROOHWWLYL WUDPLWH WHVVHUD SHU L UHVL GHQWL

Organizzazione di attività socio culturali e sportive da parte di rappresentanti degli studenti della residenFRVWR GL ORFD]LRQH za ILVVR SUH]]R XQLWDULR 8QLWj LQGLSHQGHQWL LQGLVWLQWR DFFHVVR LQGLYLGXDOH

NA) A)

Via Mario Pagano-Via g Antonio Canova residenza dispersa alloggi minimi

2

portierato, manutenzione, fornitura biancheria e materiali di consumo per bagno, letto; cambio una volta a settimana)

2

Via Pontaccio-Via Fatebenefratelli Via Senato-Via san Damiano

Via Umerto Visconti di Modrone

Via Francesco Sforza-Via Santa Sofia Via Molino delle Armi-Via De Amicis a G. CarduccI

JHVWLRQH DXWRQR PD GHOOH XQLWj DELWDWLYH

Sala prove

FHOOXOH DXWRQRPH GLPRUH PLQLPH Sala computers VSD]L FRPXQL GLVSHUVL Sala giochi QHO WHUUWRULR XUEDQR

Sala TV

Sala studio

Palestra

Campo di calcetto

Posti auto interrati

Parcheggio bici e moto recintato

Lavanderia

Via mercato vetero-Via Broletto Piazza Mercanti-Via San Marco Corso di Porta Nuova-ViaTurati Via Manin-Via Manzoni Corso Venezia-Corso Manforte di Porta VittoriaàCorso di Porta Romana Via LaMarmoraàCorso di Porta Vicentina Corso ItaliaàVia Mazzini Corso Di Porta ticinese

Via Torino-Corso Genova

Via CorrentiàVia Olona Corso Magenta-Via Meravigli Via Porrone-Via Alessandro Volta

&XFLQH FROOHWWLYH GLPHQVLRQDQWH RJQL XWHQWi

Servizio posta

Bacheche per comunicazioni

Self-service e caffetteria (dal lunedì al sabato dalle 11:00 alle 20:30) aperto anche al pubblico

Servizio prestito giochi in scatola e video registratori

Corso Garibaldi

Via Della Moscova

ria-Viale Regina g Margherita g

sco Crespi-Bastioni di Porta Nuova stioni di Porta Venezia-Viale Majno j

milio Caldara-Viale Angelo Filippetti Beatrice B t i D’este-Viale D’ t Vi l G Gian Gi Galeazzo

Viale Gabriele D’Annunzio-Viale Papiniano Viale di Porta Vercellina-Via Enrico Toti

Via Venti Settembre-Via G. Revere

Via Francesco Melzi D’Eril-Viale Douhet Viale Elvezia-Viale Montello

Gr.15 Mercato dell’offerta

101


mercato delle offerte e proposte analisi delle proposte di convenzione della regione e del comune Analisi delle proposte progettuali per la realizzazione di nuovi insediamenti universitari autosufficienti ai margini della città

La Regione Lombardia ha sancito il valore di servizio alla città della residenza universitaria, assimilandola a tutti gli effetti agli Istituti Universitari. Ha così reso possibile realizzare edifici destinati ad alloggi e residenze per studenti universitari sulle aree, pubbliche e private, attualmente destinate a servizi dal Piano Regolatore Generale (Aree per spazi pubblici e attività collettive a livello comunale – Sc – art.37 delle NTA del Prgc; Aree per attrezzature pubbliche di interesse generale di livello intercomunale – SI – art 39 delle NTA del PRGC), nonché sulle aree ricomprese in Programmi Integrati di Intervento. La regione pone l’attenzione del tema della residenza universitaria in quello più ampio dell’emergenza abitativa in merito alle esigenze di carattere temporaneo, La scena del mercato delle offerte appare frantumata e insufficiente; un vuoto e una distanza tra domanda e offerta che, negli ultimi anni, ha raggiunto proporzioni tanto più insostenibili se lette in relazione alla condizione del mercato della locazione. La mancanza di prescrizioni e parametri per gli interventi da realizzarsi su aree con destinazione a servizi e la volontà di promuovere un’offerta abitativa che sia rilevante anche in termini di qualità e innovazione, hanno portato alla definizione delle presenti linee guida di indirizzo per gli interventi proposti da soggetti privati. Le stesse linee guida, proposte dalla regione si propongono di dar spazio a forme di sperimentazione di modelli anche innovativi aprendo la strada ad una ricerca, quella sulla tipologia residenziale universitaria, che in Italia ha una storia ancora sporadica e frammentaria.

L’Amministrazione, con Deliberazione di Giunta Comunale 14.09.2004, n. 2016 ha, da parte sua, approvato i criteri per la valutazione delle proposte di intervento di edilizia residenziale universitaria in aree di proprietà privata e l’iter procedurale per la valutazione e approvazione delle proposte di intervento. Redatte in relazione ai contenuti delle leggi 14.11.2002, n. 338 e 23.12.2002, n.388 e ai rispettivi allegati (Gazzetta ufficiale n.117 del 21.5.2002 – suppl. Ordinario n. 107) che dettano norme in merito agli standard minimi dimensionali e qualitativi e alle linee guida relative ai parametri tecnici ed economici concernenti la realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari, nonché alle procedure e modalità per la presentazione dei progetti ai fini dell’erogazione dei finanziamenti relativi: in previsione della partecipazione a eventuali bandi di finanziamento, la progettazione dovrà tenere conto di tutti i vincoli, parametri e requisiti richiesti nel bando e nelle leggi citate.

102


linee guida per i nuovi interventi_proposte della regione Le relazioni con la città e il contesto di riferimento Accessibilità e servizi

Le aree proposte per i nuovi interventi di edilizia residenziale universitaria devono essere facilmente raggiungibili dalle sedi universitarie e in localizzazioni in cui sia facile l’accesso ai servizi di cui può necessitare la popolazione studentesca. Deve pertanto essere verificata la presenza di mezzi di trasporto pubblico efficaci per un buon collegamento con il tessuto urbano e con il centro città e la presenza nell’area di intervento di servizi primari, compreso il commercio di vicinato e/o supermercati o centri commerciali, raggiungibili facilmente a piedi o in bicicletta. Integrazione con il contesto

La volontà è quella di realizzare un brano di città a tutti gli effetti, inserito nel contesto urbano di riferimento e con questo in grado di avere scambi significativi. Dell’edificio quindi deve essere evidente dall’esterno la sua funzione, quasi fosse un vero e proprio nuovo “land-mark”, un punto di riferimento per gli abitanti. Nel caso in cui si tratti di una ristrutturazione di un edificio pre-esistente, devono comunque essere evidenti i segni di un cambiamento della funzione e del ruolo che l’edificio dovrà avere. Il programma funzionale e di locazione degli alloggi:

tipi di alloggi, tipi di servizi, relazioni ricerca di nuove opportunità spaziali per servizi alla residenza e al quartiere, hanno lo scopo di favorire l’integrazione e lo scambio sociale e culturale tra soggetti di diversa provenienza e tra gli studenti stessi e gli abitanti del quartiere in cui si inserisce l’intervento. L’offerta di servizi di supporto alla didattica e alla ricerca e alle funzioni culturali e ricreative deve, d’altra parte, costituire un reale appoggio alla didattica sia dal punto di vista della qualità del servizio offerto, sia dal punto di vista della qualità spaziale e ambientale del servizio stesso. Tali servizi dovranno essere accessibili anche agli studenti universitari non residenti nelle strutture. Il rapporto quantitativo e qualitativo tra residenza e servizi di supporto alla residenza stessa potrà privilegiare un modello più comunitario o un modello più privatistico ma comunque essere improntato alla maggiore offerta possibile di situazioni spaziali e tipologiche differenti e garantire il giusto equilibrio tra spazi individuali e spazi collettivi e semicollettivi destinati alle diverse attività di socializzazione, studio, ricerca, ricreazione. La residenza è occasione per creare dei nuovi spazi pubblici, che si privatizzano gradualmente, man mano che ci si addentra nelle abitazioni, generando diversi livelli di socialità e di interfaccia, superando la rigida Distinzione tra interno ed esterno. Questo perché è fondamentale garantire spazi “privati”, “domestici” nei quali gli abitanti della residenza possano sentirsi a casa, spazi con una marcata propensione all’apertura verso l’esterno, e spazi “filtro”, nei quali le due funzioni si mescolano e garantiscono l’integrazione tra la residenza e il contesto locale. La caratterizzazione di questi tre ambienti distinti sono determinate dal tipo di funzioni previste nei vari spazi, e dal tipo di localizzazione all’interno dell’edificio (per esempio per piani). 103


L’offerta tipologica

Le nuove residenze universitarie dovranno tenere in primo piano il carattere abitativo della loro struttura: gli studenti “fuori sede” hanno infatti bisogno di una soluzione (abitativa) che non sia solo una ‘sistemazione’, ma un alloggio nel quale poter ritrovare e ricreare i caratteri dell’abitare domestico. Studenti, ricercatori, borsisti, stagisti, personale, professori residenti devono essere visti non solo come “utenti”, ma come abitanti, soggetti attivi nella struttura e nel contesto in cui è inserita. Si riportano le principali tipologie di alloggi e residenze per studenti a cui far riferimento. Tipologia a camere singole o doppie disposte lungo un corridoio e dotate di bagno di pertinenza (minimo un bagno per due stanze). I servizi residenziali collettivi (cucine collettive, consumazione pasti, spazi di soggiorno…) sono concentrati in zone separate e definite e in genere nella misura minima di almeno una zona cotturapranzo ogni 20 studenti. Tipologia a minialloggi per uno o due utenti, autonomi in quanto dotati di zona cottura, servizio igienico ed eventuale soggiorno; richiedono servizi comuni minimi (portineria, lavanderia). Tipologia ad appartamento, ovvero a nuclei di più camere, preferibilmente singole, in grado di ospitare da due a otto studenti, organizzate intorno a zone di servizio comuni (cucina, pranzo, soggiorno…). Questa soluzione permette di mediare tra esigenze di privacy e socialità facilitando la realizzazione di situazioni spaziali articolate e non uniformi. Superfici utili minime Tipologia a camere: Superficie minima camera da letto singola (posto letto-posto studio) minimo 12 mq Superficie minima camera da letto doppia (posto letto-posto studio) minimo 18 mq Tipologia a mini alloggio: Superficie minima da adibire a posto alloggio 28 mq/pl Superficie minima da adibire a due posti alloggio 38 mq/pl Tipologia ad appartamenti: Superficie minima da adibire a tre posti alloggio 55 mq/pl Superficie minima da adibire a quattro posti alloggio 77 mq/pl… 89mq/pl, 99 mq/pl, 115 mq/pl, 125 mq/pl per ogni posto letto in più fino a un massimo di otto utenti - Non sono ammesse stanze con più di due letti. - Deve essere previsto minimo 1 servizio igienico ogni 3 posti letto minimo 4 mq - Il 5% della dotazione complessiva di posti letto dovrà essere progettata per portatori di handicap, con Un incremento della superficie a posto alloggio pari al 10% Canoni di locazione differenziati I canoni di locazione sono determinati assumendo, quale costo parametrico di riferimento, i valori indicati al par. 13.5 dell’Allegato A alla DGR n. VII/20911 del 16.02.2005 (Bando per l’erogazione di finanziamenti per la realizzazione di strutture alloggiative per studenti iscritti a corsi universitari e postuniversitari), in cui sono stabiliti 104


i corrispettivi massimi per le diverse tipologie di posti alloggio. In generale, il canone di locazione deve essere commisurato e remunerare il costo di realizzazione dell’intervento e di acquisto degli arredi, nonché i costi relativi al riscaldamento, alle utenze e ai servizi indicati dalla D.G.R. sopra richiamata. Sono ammessi servizi aggiuntivi, purché coerenti con la funzione. Ai fini del soddisfacimento dei bisogni primari della popolazione studentesca, deve essere garantita la possibilità di accedere a un servizio pasti convenzionato, sia che esso avvenga in sede o fuori sede. I servizi: carattere comunitario e di servizio della residenza universitaria

Deve essere garantito il carattere comunitario degli interventi e quindi la presenza di spazi comuni di servizio. E’ possibile declinare tre tipologie principali di servizi a seconda che essi siano servizi di prima necessità legati alla residenza e, quindi, all’abitare, e servizi integrativi attinenti alle attività di studio, ricreazione, socializzazione. I servizi integrativi, dovendo essere fruiti anche dagli studenti universitari non residenti nelle strutture, devono essere collocati in modo da essere facilmente accessibili e quantificati in base ad una stima quantitativa degli utenti esterni. In generale, è auspicata la valorizzazione e lo sviluppo di possibilità di usi molteplici degli spazi di servizio della residenza universitaria. I servizi devono essere previsti in una misura minima compresa tra i 5 e gli 8mq/studente a seconda dei singoli programmi residenziali e in funzione del carattere più o meno comunitario a cui si ispira l’intervento. Servizi di supporto alla residenza

Possono comprendere: lavanderia, stireria e parcheggio biciclette (indicativamente 1posto ogni 1,75 studenti previsti in parte al chiuso e in parte anche all’aperto ma coperti). Tra i servizi di supporto può essere realizzata la mensa/self service, il minimarket e un bar-caffetteria. Servizi integrativi alla residenza

Devono essere aperti all’utenza esterna (di cui è necessario fare una stima quantitativa) .Si possono distinguere in: Servizi culturali e didattici: es. sale studio e riunioni, biblioteca. Requisiti: presenza di attrezzature informatiche e connessione alla rete internet. Servizi ricreativi: es. sale video-tv, musica, spazio internet, sale giochi, palestra con spogliatoio e servizi igienici commisurati all’utenza esterna prevista. A completamento di tali servizi può essere prevista la realizzazione di un bar caffetteria. Le sale destinate alle attività sono pensate per un utilizzo massimo di circa 20 persone. I servizi integrativi devono poter essere usufruiti e condivisi anche da studenti non residenti. Nel rispetto della dotazione minima, per garantire la quantificazione dei servizi integrativi in riferimento all’utenza esterna, si può applicare al numero di studenti residenti un coefficiente di incremento pari a 1,3

105


Prestazioni di natura tecnologico-impiantistica e funzionale

Le soluzioni adottate devono essere improntate ai seguenti principi: Sostenibilità ambientale Limitare i consumi di energia (regolazione dei sistemi energetici utilizzati, regolazione del microclima degli ambienti, ricorso ove possibile all’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili) Adottare soluzioni atte a ridurre il consumo di acqua potabile (adozione di sistemi impiantistici integrati che favoriscano il risparmio energetico, riutilizzo delle risorse idriche depurate, riciclo acque piovane) Utilizzare materiali a basso impatto ambientale nell’ottica del riciclo e riutilizzo Manutenzione La residenza deve rispondere a requisiti di controllabilità delle prestazioni negli anni, di facilità degli interventi manutentivi, di curabilità e sostituibilità dei materiali e componenti Integrazione di tecnologie informatiche e multimediali Sia gli spazi individuali (camere-posto studio) che gli spazi collettivi e gli uffici devono essere predisposti e realizzati per l’integrazione delle tecnologie informatiche e multimediali. Gli spazi comuni dovranno essere dotati di accorgimenti per garantire la corretta gestione e protezione delle apparecchiature. La gestione della residenza universitaria

E’ fortemente auspicata la ricerca di forme gestionali che siano in grado di massimizzare la qualità sociale della residenza universitaria, sviluppare soluzioni innovative e integrative di gestione e contenere i costi di esercizio al fine di calmierare le tariffe di affitto e dei servizi base, Il modello “global service” e modelli di gestione complessa. La gestione della grande maggioranza delle residenze universitarie che fanno capo agli Istituti per il Diritto allo Studio viene attualmente affidata a società di global service che si occupano di funzioni varie (portierato, manutenzione ordinaria della struttura, pulizie). Queste aziende (o cooperative) forniscono un servizio completo di gestione e manutenzione di patrimoni immobiliari e possono far affidamento sull’esperienza acquisita nella gestione di altre stabili. Piano Finanziario

Il piano finanziario è lo strumento attraverso il quale l’amministrazione valuta come gli impegni convenzionali si collocano entro il quadro dell’investimento iniziale e di costi gestionali attesi per il progetto. Per tale ragione il piano finanziario deve illustrare, oltre ai principali dati relativi al conto economico e allo stato patrimoniale, anche le ipotesi utilizzate e come esse si raccordano con gli aspetti tecnici e gestionali del progetto.

[fonte di riferimento: Comune di Milano Settore Piani e programmi Esecutivi per l’Edilizia Pubblica Edilizia Residenziale Universitaria Linee guida per gli interventi su aree private aprile 2005] 106


107


108


SCENARIO POSSIBILE

04

gestione: pubblica economica finanziamento privato canoni di locazione fissi

identificazione della GESTIONE 109


110


mercato immobiliare matrice: disponibilità abitative agli studenti.offerte contrattuali per dimore temporanee presenti sul mercato

Osservazione della scena immobiliare nell’area milanese. Mercato privato delle agenzie di mercato. Canoni di affitto elevati in opposizione alla insufficiente offerta di residenze e alloggi convenzionati. Breve analisi delle tipologie di contratto offerte allo studente fuori-sede; comparazioni e modelli al fine di individuare canoni di locazioni adeguati, analisi con lo scopo di ipotizzare un processo di realizzazione e gestione del nuovo principio insediativo che, attraverso l’incontro e la copartecipazione di capitale privato e finanziamento pubblico, possa offrire allo studente residenze a prezzi calmierati.

mercato immobiliare privato/pubblico convenzionato contratto libero

Contratto in cui il compenso economico viene stipulato tra le parti in gioco, [affittuario e studente] con modalità autonome e personalizzate. Contratti a scadenza quadriennale: 4 anni + 4 anni di rinnovo contratto concordato convenzionato

Canone di fittanza stabilito in relazione alla zona di locazione ed alle caratteristiche dell’appartamento. Contratto con scadenza triennale: 3 anni + 2 anni di rinnovo. Contratto da 1 a 18 mesi per abitazioni di durata transitoria. Canoni e alloggi specifici per studenti universitari. locazione concordata con privati

Canoni di locazione convenzionata attraverso programmi di assistenza agevolata tra gruppi sociali distinti: programma di residenza agevolata: “prendi in casa uno studente” locazione di studenti in case di anziani soli; lo studente riceve un alloggio in cambio di servizi alla persona anziana e pagando una quota fissa per le spese di gestione. locazione concordata con enti pubblici Canoni di locazione convenzionata. tariffe prestabilite dall’ente gestore in relazione ai propri principi religiosi o sociali. Canoni di fittanza moderati, con tariffe prestabilite nel rispetto delle norme e delle regole dell’ente gestore, religioso o statale. locazioni convenzionate

Canoni di locazione convenzionata. Tariffe differenziate secondo i criteri ISU; criteri di merito e criteri di reddito, in relazione alla tipologia di alloggio assegnata. Locazioni e assegnazioni degli alloggi annuali. [alloggi opzionati per tutta la durata del corso di studi ma con riconferma annuale]. 111


Project Financing

PROMOTORE

CONCESSIONARIO

FINANZIATORE

AMMINISTRAZIONE AGGIUDICATRICE

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RICAVI

Gr.16 Componenti primarie del metodo di Project financing

Leggi di riferimento: 109_1994: Merloni 1: introduzione del project financing 166_2002: Possibilità del promotore di presentare proposte di progetto per il soddisfacimento di bisogni non individuali nella fase di programmazione. Possibilità di coinvolgimento di capitale privato nelle opere pubbliche 167_2002: Merloni quarter: il capitale pubblico può quasi corrispondere al 100% del capitale di investimento 112


Project Financing Legge 109/94

Il project financing, ossia la realizzazione di opere pubbliche senza oneri finanziari per la pubblica amministrazione, costituisce un modello per il finanziamento e la realizzazione di opere pubbliche del tutto nuovo nella disciplina di settore che, nelle aspettative dei suoi sostenitori, dovrebbe porre rimedio alla scarsità di fondi pubblici. Si configura innanzitutto come una complessa operazione economico-finanziaria rivolta ad un investimento specifico per la realizzazione di un’opera e/o la gestione di un servizio, su iniziativa di promotori (sponsors) privati o pubblici. Aspetti qualificanti sul piano economico di un’operazione di project financing sono i seguenti: a) la finanziabilità del progetto, ossia la sua attitudine a produrre nel suo ciclo vitale un flusso di cassa (cash flow) sufficiente a coprire i costi operativi, remunerare i finanziatori e fornire un congruo margine di profitto al promotore dell’operazione: si suole dire che il progetto deve essere self-liquidating; b) la concentrazione del finanziamento in un autonomo centro di riferimento giuridico e finanziario (Special Purpose Vehicle: spesso una società di progetto), cui vengono affidati i mezzi finanziari e la realizzazione del progetto, con conseguente separazione (ring fence) giuridica e finanziaria del progetto dagli sponsors, il che si concreta in una collocazione fuori bilancio (off-balance sheet financing) del project financing rispetto alle altre attività dei promotori o degli azionisti dell’eventuale società di progetto; c) la costituzione a favore dei finanziatori esterni dell’iniziativa di “garanzie indirette”, basate su una vasta gamma di accordi tra le parti interessate al progetto fondati a loro volta sugli studi di fattibilità del progetto, sul piano economico-finanziario, con i relativi flussi di realizzo e sulle analisi del rischio, con la conseguenza che la possibilità di rivalsa dei finanziatori e degli altri creditori (appaltatori dei lavori, delle forniture, ecc.) nei confronti degli sponsors rimane limitata al valore delle attività finanziate. Il tutto è disciplinato dall’art. 37 bis, che prevede: a) Il riconoscimento dell’autonomia della figura del promotore e della fase della promozione dell’opera pubblica; b) la precisa individuazione nella concessione di costruzione e gestione della forma giuridica idonea a realizzare un finanziamento di progetto, con l’introduzione di significative modifiche all’istituto, tra le quali la possibilità di conferire al concessionario diritti non direttamente correlati all’opera che si intende realizzare; c) la rimessione alla volontà delle parti del contenuto negoziale, in particolare per ciò che concerne la determinazione e l’aggiornamento delle tariffe dei servizi previsti nel progetto, in modo da consentire la copertura dei costi di esercizio e del servizio del debito e un’adeguata remunerazione del capitale; d) la determinazione del procedimento con cui pervenire legittimamente alla scelta del progetto e del concessionario; e) il riconoscimento della possibilità di realizzare la separazione giuridica e finanziaria dell’iniziativa dalle altre attività degli sponsors attraverso la costituzione di società di progetto, con la previsione di deroghe al diritto societario al fine di massimizzare la capacità di finanziamento della medesima società; f) la previsione di adeguate, o almeno certe, forme di tutela del privato nel caso di revoca o inadempimento dell’ente concedente; 113


g) la disciplina delle garanzie dirette in favore dei finanziatori, riconoscendo agli stessi la facoltà di subentrare al concessionario nel rapporto con l’amministrazione. L’art. 37bis definisce l’ambito oggettivo di operatività del project financing con riferimento alla “realizzazione di lavori pubblici o di lavori di pubblica utilità”. L’espressione va coordinata con quella utilizzata dal legislatore nella nuova formulazione del secondo comma dell’art. 19, ove si ricomprende nell’oggetto dell’affidamento in concessione di costruzione e gestione “la progettazione definitiva, la progettazione esecutiva e l’esecuzione dei lavori pubblici, o di pubblica utilità, e di lavori ad essi strutturalmente e direttamente collegati, nonché la loro gestione funzionale ed economica”. L’estensione dell’oggetto della concessione di costruzione e gestione ai lavori di pubblica utilità realizza diversi obiettivi, alcuni connessi in particolare alle caratteristiche del project financing. Sotto quest’ultimo profilo, la norma assicura al promotore un’ampia libertà nella progettazione complessiva dell’iniziativa e la possibilità di fare affidamento, nella previsione dell’equilibrio economico-finanziario della stessa, sui flussi di cassa generati da tali lavori. Un fattore considerato molto importante nella predisposizione di operazioni di project financing è infatti l’assenza di limiti dimensionali del progetto. L’assoggettamento alla disciplina prevista per i lavori pubblici garantisce inoltre la soluzione dei problemi relativi alle compatibilità ambientali urbanistiche ed edilizie dei lavori di pubblica utilità, assicurandone la celere realizzazione. I “nuovi” servizi di pubblica utilità

Anche sotto questo aspetto, pare evidente l’intenzione del legislatore di ricomprendere tutte le attività rivolte all’utenza, ove la specificazione di pubblica utilità prescinde sia dalla natura del soggetto che la esercita che dal carattere “riservato” all’amministrazione della gestione, per riferirsi, secondo un criterio finalistico, all’insieme dei soggetti che ne possono usufruire. Ma il concetto ha significato soprattutto economico: in questo senso esso rappresenta la traduzione dell’espressione anglofona di public utilities, indicando quei servizi suscettibili di gestione con criteri imprenditoriali, necessità tanto più evidente in considerazione del fatto che frequentemente dalla gestione del servizio si genera la parte più rilevante del cash flow dell’iniziativa. Quanto all’aggettivo “nuovo”, esso non può certo essere interpretato in senso assoluto, con la conseguenza che il promotore debba andare alla ricerca un quid nuovi rispetto alle attività che già costituiscono un servizio di pubblica utilità. Il carattere di novità del servizio rimane strettamente collegato all’opera che si intende realizzare: in altre parole il servizio è nuovo perché nuova è l’infrastruttura strumentale alla sua gestione. C) Opere calde e opere fredde Sotto il profilo strettamente economico-finanziario l’ambito di operatività del project financing è fortemente condizionato dalla finanziabilità dell’opera o del servizio, come sopra precisato: caratteristica che ha portato a distinguere le opere pubbliche in opere fredde e opere calde. Le opere fredde sono opere in cui la funzione sociale è assolutamente predominante e che non consentono, per tale motivo, l’applicazione di tariffe o in cui il livello socialmente accettabile delle tariffe è talmente basso da non generare flussi di cassa in grado di consentire il rimborso dei fondi impiegati. 114


Le opere calde sono invece opere per le quali è possibile applicare un prezzo del servizio, come controprestazione che l’utente è tenuto a effettuare per fruire del servizio stesso; si tratta quindi di opere che consentono di svolgere un’attività organizzata di tipo imprenditoriale, con costi e ricavi.

Il carattere self-liquidating dell’opera o del servizio ai fini della fattibilità di un’operazione di project financing è stato preso in considerazione anche dal legislatore nell’art. 14, in cui si stabilisce che nell’ambito della programmazione triennale le amministrazioni aggiudicatrici individuano con priorità i bisogni che possono essere soddisfatti tramite la realizzazione di lavori finanziabili con capitali privati, in quanto suscettibili di gestione economica, ove all’espressione si attribuisca il significato di gestione imprenditoriale dell’opera. 3. Ipotesi spurie di project financing Diversamente da altre proposte di legge, in cui l’applicazione del project financing alla realizzazione di opere pubbliche era concepito esclusivamente nella forma “pura”, vale a dire con esclusivo impiego di capitali privati (cd. Disegno di legge Di Pietro) (7), nel testo approvato si prevede che la proposta di finanziamento sia rivolta alla realizzazione di opere e servizi “con risorse totalmente o parzialmente a carico dei promotori stessi”. L’intervento da parte dell’ente pubblico può assumere diverse forme, dall’erogazione di finanziamenti a fondo perduto o, comunque, agevolati alla costituzione di garanzie a favore dei finanziatori del promotore. Il concorso dell’ente concedente è già previsto nel secondo comma dell’art. 19 della legge quadro, ove si prevede che “qualora nella gestione siano previsti prezzi o tariffe amministrati, controllati o predeterminati, il soggetto concedente assicura al concessionario il perseguimento dell’equilibrio economico-finanziario degli investimenti e della connessa gestione in relazione alla qualità del servizio da prestare, anche mediante un prezzo che comunque non può superare il 50 per cento dell’importo totale dei lavori ed il cui pagamento avviene a collaudo effettuato”. Il concorso dell’ente pubblico può realizzarsi in forme diverse dalla corresponsione di un prezzo (ad. esempio, come ricordato, attraverso la garanzia del promotore nei confronti dei finanziatori). Vale la pena di sottolineare che tale forma di concorso di capitali pubblici è sostanzialmente diversa dalla sottoscrizione del capitale di rischio (azioni dell’eventuale società di progetto) o del capitale di debito da parte di enti pubblici, i quali, in quest’ultima ipotesi, assumono la veste di finanziatori” del progetto. La figura del promotore: sponsor privati e pubblici

Il primo degli aspetti innovativi della nuova disciplina rispetto alle pregresse esperienze di finanziamento privato di opere pubbliche realizzate con lo strumento della concessione di costruzione e gestione è rappresentata dallo specifico riconoscimento della figura del promotore, il quale diventa il soggetto cardine della fase di promozione dell’opera pubblica da realizzare. L’art. 37-bis, comma 2 della Legge dispone che possono presentare le proposte di finanziamento i soggetti di cui agli artt. 10 e 17, comma 1, lett. f), eventualmente associati o consorziati con enti finanziatori e con gestori di servizi, rinviando al Regolamento l’individuazione delle ulteriori figure di promotore e dei relativi “requisiti tecnici, organizzativi, finanziari e gestionali”. 115


Pertanto, prima dell’entrata in vigore del D.P.R. 554/1999, potevano assumere autonoma veste di promotori solo i soggetti ammessi alle gare, e le società di ingegneria; mentre la partecipazione alla promozione dell’opera da parte di enti finanziatori o di erogatori (pubblico o privati) di servizi interessati alla gestione della stessa risultava ammessa solo in forma associativa (associazione o consorzio) con i promotori costruttori (8). L’art. 99 (comma 1) del Regolamento ha invece sancito che le proposte di cui all’art. 37-bis della Legge possano essere autonomamente presentate anche da coloro che svolgono professionalmente attività finanziaria, assicurativa, tecnico-operativa, di consulenza e di gestione nel campo dei lavori pubblici o di pubblica utilità o dei servizi alla collettività, sempre che negli ultimi tre anni abbiano partecipato in modo significativo alla realizzazione di interventi di natura ed importo pari a quello oggetto della proposta. Ai sensi dell’art. 99, comma 2, la proposta può essere presentata anche da soggetti costituiti ad hoc, purché composti in misura maggioritaria da soci in possesso dei requisiti di cui al comma precedente (ovvero da soggetti che possano essere autonomamente considerati promotori). In ogni caso, per l’ottenimento della concessione, il promotore deve essere in possesso, anche associando o consorziando altri soggetti, dei requisiti previsti per il concessionario di lavori pubblici di cui all’art. 98. Con riferimento ai tratti caratterizzanti della figura del promotore-non costruttore delineati dall’art. 99, comma 1, l’Autorità per la Vigilanza sui lavori pubblici, con determinazione n. 20/2001 del 4 ottobre 2001, ha precisato che: “(...) nel caso si tratti di promotori non costruttori-gestori, il riferimento alla natura di opere in precedenza realizzate va considerato in senso ampio, poiché si tratta soprattutto di valutare le esperienze pregresse nel settore specifico di appartenenza del soggetto promotore. Dette esperienze possono anche derivare da interventi di natura diversa da quello oggetto della proposta, purché attestino la capacità in termini finanziari ovvero gestionali e di marketing del promotore stesso”. La citata determinazione prosegue evidenziando la correttezza di “un’interpretazione [n.d.r.: dell’art. 99, comma 1] che consenta una maggiore apertura al mercato dei promotori, tanto più che, a garanzia dell’amministrazione è posta la necessità che il promotore stesso sia in possesso dei requisiti propri del concessionario al momento dell’indizione della gara, mentre al momento della presentazione della proposta appare sufficiente il possesso dei requisiti di cui all’art. 99 del D.P.R. 554/1999. I finanziatori: capitale di rischio e capitale di debito

Un’altra importante categoria di soggetti coinvolti in un’operazione di project financing è costituta dai finanziatori. In un’operazione di project financing con l’espressione finanziatori si intendono tutti i soggetti che concorrono all’iniziativa mettendo a disposizione del promotore i capitali necessari: quindi i sottoscrittori sia del capitale di rischio (azionisti della società di progetto) che del capitale di debito (mutui, obbligazioni e altri prestiti), anche se per questi ultimi è più corretto utilizzare l’espressione “investitori”. Peraltro nelle norme in cui tale espressione è utilizzata dal legislatore essa è riferita alla sola categoria dei soggetti che forniscono capitale di debito: così nell’art. 37septies, ove si prevede un vincolo di destinazione delle somme corrisposte al concessionario in caso di revoca o risoluzione del rapporto concessorio; nell’art. 37octies, a proposito del subentro nel rapporto concessorio in caso di risoluzione per fatto imputabile al concessio116


nario; infine, nell’art. 37nonies, relativamente al privilegio dei finanziatori sui beni mobili del concessionario. Tra i fornitori di capitale di debito occupano una posizione preminente le banche le quali, data la rilevanza dell’impegno finanziario richiesto dalle opere infrastrutturali di interesse pubblico, si uniscono in un pool guidato da una grande banca commerciale internazionale che coordina l’opera di tutti i prestatori nelle varie fasi di avanzamento e conclusione delle trattative, provvede a rappresentarli nei confronti di terzi e propone agli altri partner le condizioni generali di prestito. Più composita è invece la compagine degli investitori, ossia dei sottoscrittori del capitale di rischio della società di progetto. Tra questi meritano di essere menzionati: a) gli stessi promotori; b) i costruttori dell’opera; c) i fornitori; d) gli utenti del servizio erogato (si pensi ad esempio alla possibilità introdotta dall’art. 23 della legge n. 36 del 1994 in materia di risorse idriche); e) istituti di credito; f) mercati borsistici (se la società di progetto è quotata); g) società assicurative; h) fondi (fondi chiusi, fondi comuni di investimento, fondi pensione); i) gli enti pubblici a vario titolo coinvolti. Sul project financing (in particolare sull’asseverazione del piano economico-finanziario da parte degli istituti di credito) si confronti anche la determinazione 34/2000 del 18 luglio 2000 dell’Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici (riportata nell’apposito riquadro). Le persistenti difficoltà incontrate dai promotori nell’ottenere l’asseveramento da parte degli istituti di credito, unitamente all’esigenza di chiarire l’esatta portata della rilevanza pubblicistica conferita alla medesima attività con l’atto di regolazione n. 34/2000, hanno indotto l’autorità ad intervenire con l’ulteriore atto di regolazione 14/2001 che di seguito si riporta. Il modulo giuridico della concessione di costruzione e gestione

Il legislatore ha individuato, cogliendo ispirazione nella prassi operativa, nella concessione di costruzione e gestione la “cornice” giuridica delle operazioni di finanziamento privato di opere pubbliche. La legge quadro definiva la concessione di costruzione e gestione come il contratto concluso fra un imprenditore ed una amministrazione aggiudicatrice, in cui la “controprestazione a favore del concessionario consiste unicamente nel diritto di gestire funzionalmente e di sfruttare economicamente opere” (art. 19, comma 2). Si prevedeva inoltre che la concessione potesse essere affidata solo in base al progetto definitivo e, in generale, che gli affidatari dell’incarico di progettazione, a qualsiasi livello, non potessero partecipare alla gara per l’affidamento della concessione (art. 17, comma 9). Le innovazioni introdotte dal legislatore alla disciplina della concessione di costruzione e gestione in generale (attraverso la novella dell’art. 19) e in particolare con la disciplina del project financing, possono essere cosi 117


schematizzate: a) l’ampliamento dell’oggetto della concessione, in modo da ricomprendere: — la progettazione definitiva e la progettazione esecutiva (nuova formulazione dell’art. 19); — l’esecuzione dei lavori pubblici, o di pubblica utilità, e di lavori ad essi strutturalmente e direttamente collegati, nonché la loro gestione funzionale ed economica (nuova formulazione dell’art. 19); — la gestione di servizi di pubblica utilità (37quinquies e art. 37sexies); b) il superamento dell’incompatibilità tra progettazione e realizzazione, almeno per quanto riguarda la progettazione preliminare; c) la possibilità di affidare la concessione di costruzione e gestione sulla base del solo progetto preliminare (nuova formulazione dell’art. 20, secondo comma). Nella rigida separazione tra progettazione ed esecuzione era stato ravvisato uno dei principali elementi ostativi alla realizzazione di operazioni di project financing, nelle quali invece è fondamentale che i principali soggetti dell’operazione (promotori e finanziatori) possano intervenire nella progettazione dell’opera. In tale fase si stabiliscono le caratteristiche dell’opera da realizzare (dimensioni, livello di attività ecc.) con i relativi costi, sui quali costruire le posizioni di equilibrio del piano di investimento. Essendo quindi la progettazione finanziaria strettamente compenetrata con quella ingegneristica, risulta oltremodo limitante doverla adattare su un progetto già definito da altri, la cui realizzazione e gestione l’amministrazione pone quale oggetto di gara. La redazione del progetto preliminare viene ora affidata al promotore in sede di proposta di finanziamento. Occorre peraltro sottolineare che, per l’autonomia che assume la fase di promozione dell’opera rispetto alla fase di realizzazione del progetto, l’affidamento al promotore della progettazione preliminare non costituisce propriamente una deroga al divieto di cui all’art. 17, comma 9, né complessivamente la fattispecie può qualificarsi come concessione di committenza. Se infatti l’iniziativa parte unilateralmente dal promotore, questi non può considerarsi “affidatario” dell’incarico di progettazione ai sensi della norma citata, né può dirsi che, prima della gara di cui all’art. 37quater, il promotore si assuma l’obbligazione multipla di mettere a punto e gestire l’intero programma, costruttivo e gestionale. Va inoltre sottolineata la possibilità che al concessionario siano attribuiti diritti sull’opera realizzata diversi da quelli che costituiscono gestione della medesima, possibilità che risulta esplicitamente dagli articoli 37quinquies e 37sexies nei quali l’impiego della disgiuntiva “o” tra gestione dell’infrastruttura e gestione di un servizio di pubblica utilità introduce, per la prima volta in un testo normativo, una netta contrapposizione tra l’attività che costituisce gestione e l’attività che si concreta in erogazione di un servizio di utilità.

118


remunerazione finanziatori

costi operativi

spese di manutenzione

spese di riscladamento

servizi di pulizia

investimento iniziale strutture informatiche

investimento iniziale arredi

oneri finanziari

Impianti

opere civili

smaltimenti bonifiche

progettazione/direzione lavori

urbanizzazione secondaria

urbanizzazione primaria

vuoti urbani/concessione

COSTI

RICAVI

valore netto delle sttrutture informatiche

valore netto degli arredi

valore netto dell’immobile

ricavi da locazioni

ricavi da locazioni potenziali

finanziamenti a fondo perduto

finanziamenti di privati e sponsor

tempo

Gr.17 Analisi costi/ricavi

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iter progettuale Fase di programmazione

vengono stabiliti i criteri di realizzazione 01_impiego di capitale pubblico 02_impiego di capitale parzialmente pubblico 03_impiego di capitale privato

Progetto preliminare Piano economico finanziario

[materico/flussi di cassa] [valutazione monetaria-analisi costi-ricavi, analisi benefici] [valutazione non monetaria-analisi multicriterica] Bozza di convenzione

Fase legale, [rapporti tra promotore e amministrazione aggiudicatrice] Caratteristiche del servizio e della gestione

Selezione della proposta

[costo valore tecnico ed estetico tempo di realizzazione rendimento durata della concessione modalitĂ di gestione] ModalitĂ di selezione del progetto: 01_offerta al massimo ribasso 02_offerta dei prezzi per ogni singola voce di capitolato 03_concessione mediante offerta economicamente vantaggiosa Scelta del soggetto concessionario Progetto esecutivo Fase realizzativa 121


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SCELTE URBANE

1.0

sedimentazione storica

identificazione dei suoli disponibili 123


124


suolo territoriale_suolo urbano. Maglia delle infrastrutture e rete dell’edificato. Scelta di una matrice urbana su cui operare, definizione dei limiti e delle possibili espansioni del nuovo modello insediativo. Soglie di espansione per aree omogenee caratterizzate da peculiarità nell’edificato e nella maglia infrastrutturale. Limiti fisici di contenimento definiti dai tracciati storici delle mura perimetrali, soglie fisiche dei periodi di espansione della città. Scelta di interagire con la maglia urbana interna della città, fulcro dei servizi e dell’edificato storico, nucleo denso e stratificato nel quale le aree disponibili compaiono come interruzioni, pause, della cortina architettonica; area della città in cui i suoli disponibili si intrecciano ad un sistema di relazioni e servizi cittadini denso e molteplice. Volontà di offrire agli individui un suolo urbano capace di rispondere alle esigenze di vicinanza, alle necessità delle relazioni quotidiane. Scelta di confrontarsi con un tessuto storico, volontà di instaurare relazioni visive e contatti fisici, materici tra soglie temporali distanti. Generare nuove scene urbane nel mantenimento dell’equilibrio instabile tra antico e contemporaneo, definendo nuovi confini, saturando quei volumi dimenticati. Operare nel sedime storico della città quale matrice per il nuovo insediamento abitativo, ipotizzare due aree concentriche di espansione rizomatica dell’intervento secondo un principio di saturazione e completamento graduale delle aree disponibili.

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prima cerchia densità di popolazione: 110,8 ab/ha presenza di microvuoti: 22740 m2 146666 m3

Nucleo storico stratificato e compatto. Sedimentazione e sovrapposizione delle differenti soglie storiche Interstizi e frammenti lungo i principali assi storici. Porzioni minime di suolo non edificato. Vuoti lungo le linee di gronda di dimensioni minime, residuali. Interstizi generati dalla irregolarità dei tracciati storici, dai conflitti bellici disponibilità di mezzi di trasporto. Presenza di servizi necessari (cinema, palestre, parchi, teatri, biblioteche, attività commerciali, musei, gallerie d’arte...)

seconda cerchia densità di popolazione: 95,52 ab/ha presenza di microvuoti: 60434 m2 462983 m3

Cerchia di sviluppo intermedia, racchiusa tra le due mura Maglia urbana più ampia e razionale_densità maggiore di microvuoti. Porzioni maggiori di suolo in stato di inutilizzo; diverse soglie di sviluppo urbano_diversità di tracciati. Porzioni di suolo omogenee in differenti aree di crescita urbana Individuazione per segmenti di suoli fertili con cui interagire disponibilità di mezzi e servizi_vicinanza alle università centrali

terza cerchia densità di popolazione: 82,94 ab/ha

Sviluppo più recente della città Possibilità limite di espansione della proposta insediativa alla terza cerchia vicinanza e facile collegamento con il centro densità ancora elevata_vicinanza alle università Disponibilità di ogni tipo di servizio necessario all’utenza

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principio apllicativo 15

50

11

76

29

5

Gr.18 Soglie di espansione storica a Milano

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Sguardo sulla realtà urbana. Scomposizione della matrice territoriale in macro aree di indagine Individuazione per segmenti di suoli fertili con cui interagire. Sviluppo concentrico del territorio. Assi radiali segnati da porte, quali soglie storiche del limite territoriale rappresentato dalle cerchie, memoria delle antiche mura. Omogeneità di edificato all’interno delle vie concentriche, soglie temporali di espansione della morfologia urbana. Volontà di generare una rete di possibilità all’interno della prima area omogenea delineando sistemi spaziali minimi, insediandosi nelle fessure dell’edificato; operando per cuciture esili e saturazioni di microvuoti all’interno della città storica. 128


a nuov

po

rta

ve

ne

zia

porta

porta garibaldi

cerchie e assi principali

porta vercellin

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a jovi a t por

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porta tic

rta

Gr.19 Assi principali e cerchie storiche

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sopralzo corpo in pi첫

RIFERIMENTI MORFOLOGICI

lotto stretto a terra

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Future sistem: “tutto è architettura dalla più piccola graffetta di ufficio sino alle capanne, alla casa d’abitazione, ad una chiesa o a un museo fino ai grandi progetti urbanistici. E’ importante la qualità, la funzione e la relazione con gli uomini che vivono sulla terra, non la dimensione del progetto”

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sguardo “nella città” Sguardo sulla città, sul tessuto urbano, sulla sua composizione e varietà. Camminiamo per le vie e osserviamo piccoli spazi, piccoli vuoti, piccole fessure, spesso non notate di fronte alle dimensioni di interi fronti cittadini, di macroarchitetture e infrastrutture. Facciate, passaggi, ingressi, scale, appartamenti e minuscole corti, squarci, angoli abbandonati, vuoti non percepibili… compongono un insieme di piccoli flash urbani, atti soggettivi di decostruzione del tessuto, piccole finestre nel tessuto della città. Il fronte è il confine tra lo spazio pubblico e privato, le pareti segnano i margini volumetrici. Il confronto tra stato preesistente e planimetria dell’isolato e del quartiere indica il rapporto tra gli elementi di permanenza della struttura urbana e la ricerca di eccezionalità delle soluzioni architettoniche. Gli architetti e gli ingegneri proiettati verso l’innovazione, sanno quanto sia importante la giusta dimensione dell’architettura e dell’uomo, per cui l’uomo può trarre vantaggio dal suo intorno, dalla città e dalla natura. In questo senso la dimensione acquista un valore particolare. Molti famosi architetti hanno costruito architetture di piccola dimensione. Lo stesso Le Corbusier aveva insediato il proprio atelier in un edificio esistente di piccola dimensione e aveva progettato una piccola casupola in costa azzurra, come ritiro per lui e la moglie, di soli 16 mq. Riducendo le dimensioni di una struttura, si riduce automaticamente anche la quantità di materiale impiegato, si riduce l’energia necessaria per costruirlo e trasportarlo. La microarchitettura si accosta più con la natura e la tecnologia leggera che con l’high tech, per ridurne pesi e volumi. L’adeguata integrazione di materiali da costruzione moderni in progetti contemporanei, consente di incrementare il grado di efficienza di un adeguato standard di vita e con questo di “abbellire la natura”. Le case prefabbricate e le costruzioni orientate alla sistematizzazione, hanno già dimostrato che i pregiudizi provocati attraverso la costruzione industriale negli anni ’70, sono ingiustificati. La microarchitettura può essere destinata a svariate funzioni: abitazione per studenti o d’emergenza, short stay apartament, stanza per gli ospiti o per bambini, salotto urbano, atelier, studio… La microarchitettura può essere idealmente svincolata dal terreno e consentire al terreno e allo spazio stesso di “scorrere” intorno ad essa. Studiata nel minimo dettaglio come un oggetto che assume valore nelle sue piccole dimensioni, assume un’importanza particolare, tattile, sensoriale, emozionale. Può collocarsi sugli edifici esistenti come un parassita, insediarsi in un tessuto storico-compatto, collocarsi come abitazione temporanea in un parcheggio, o come alternativa ideale ad un caravan. Tra le diverse alternative, abbiamo preferito analizzare ed approfondire le prime due, considerando di dover intervenire in un tessuto stratificato come quello di Milano e di voler offrire spazi per studenti nel centro storico della città. I riferimenti di maggior interesse sono stati quindi gli interventi in lotti stretti tra costruzioni esistenti, i sopralzi e l’aggregazione di un nuovo corpo quasi anomalo e scultoreo ad un edificio già esistente, sia esso appeso o appoggiato o un’estensione/prolungamento. 133


Richard Horden: “Sarebbe facile descrivere le microarchitetture con degli esempi a noi familiari: amache, capanne, tende, pensiline per l’attesa e cabine del telefono. Razionalmente e visivamente le mettiamo, infatti, in relazione con tradizioni consolidate legate ad un luogo e con un ruolo fisso nel nostro stile di vita. Nei nostri progetti cerchiamo di svincolarci da questa tradizione, solleviamo gli oggetti da terra e siamo costantemente alla ricerca di nuove tipologie, cerchiamo di ottenere con poco, di minimizzare il peso e di sollevare lo spirito. La microarchitettura trae ispirazione dalla mobilità, dalla bionica e dalla microelettronica, segue il nostro desiderio di luce e luminosità, di nuove esperienze e di una migliore ed intensa relazione con la natura. In altri termini l’obiettivo è di ridurre al minimo l’impiego di materiale e di energia. “Microarchitettura” significa molto di più che creare artefatti; significa creare innovazione tecnica, nuove vie nella ricerca, nello sviluppo di prodotti e materiali, ma anche nuovi percorsi nella didattica. La microarchitettura avvicina l’architettura al product design. Occupa un settore che si trova in uno spazio intermedio tra le cose: tra abitazione e trasporto, tra acqua e terra, tra cielo e montagna, tra aerodinamica e architettura, tra ecologia ma soprattutto tra uomo e natura.”

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lotto stretto a terra

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Minimal Dwelling with Kinetic stairs Tokyo’s Nest

Orsolini.Berlin Yamasaki.Tokio Dalla carenza di spazi nel paesaggio costruito e anche per l’elevato costo dei terreni, è nata l’idea di sfruttare le superfici inutilizzate per ottenere spazi abitativi. Per non limitare lo spazio pubblico a livello di strada, l’edificio “inizia” al primo piano superiore. Per accedere all’abitazione, occorre in primo luogo aprire una saracinesca dalla quale si estrae una scala ad una rampa, elemento centrale del progetto. Con la scala si approda alla prima delle quattro piattaforme dove sono disposte le funzioni primarie. Se si desidera salire alla piattaforma superiore [servizi] è necessario far scorrere la scala verso l’alto, mentre un avvolgibile funziona quale pavimento. Girando la scala si giunge al secondo livello [soggiorno e camera da letto]. Per consentire questi movimenti, nelle pareti sono state predisposte le guide di scorrimento per i supporti della scala.

Fig.33-35 Spaccato del modello Veduta interna del modello Pianta di Minimal Dwelling with kinetic stairs

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House in Nipponbashi naniwa-ku, Osaka

Waro Kishi Costruita su un lotto di dimensioni estremamente ridotte nel centro di Osaka [2,5x13metri], l’edificio presenta una facciata che rivela la sua struttura interna. Le altezze dei tre piani inferiori sono state tenute più basse possibili, mentre il soggiorno, con un soffitto alto sei metri, occupa la parte superiore della costruzione e copre i due terzi della pianta dell’intero edificio. Il terzo rimanente, in profondità, è occupato dallo spazio aperto di una terrazza. Di conseguenza l’intera struttura rivela la stretta profondità del terreno, oltre ad accentuarne la direzione verticale. L’edificio esibisce due motivi principali: il primo è la verticalità della vita urbana, l’altro la creazione di uno spazio soggiorno fluttuante -il piano superiore- isolato dalla strada e aperto verso il cielo. A questo fine sono occorsi pochi metri quadrati di terrazza e circa trenta di edificio, compreso il soggiorno. Nel progettare questa casa si è tentato di dare un nuovo significato al concetto di giardino pensile.

Fig.36-37 Veduta del fronte Piante dei diversi livelli di House in Nipponbashi

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kim house ikuno-ku, Osaka

Waro Kishi Questa piccola casa si trova in una delle zone del centro commerciale di Osaka, dove case unifamiliari a schiera con porzioni di terreno fiancheggiano vie disseminate di fabbriche e magazzini. Nell’area ricavata dalla parziale demolizione di una casa unifamiliare a schiera è stata così eretta, con un piccolo cortile al centro, una struttura di acciaio a due livelli con un fronte di una campata [2,58metri] e una profondità di tre [5,4x3metri]. La pavimentazione del cortile, come quella del soggiorno è a mattonelle bianche, cosicché le due zone, quando i divisori sono completamente aperti, formano un unico spazio senza distinzione fra interno ed esterno. Per ottenere il grado più alto possibile di produttività è stato ideato un metodo speciale, simile alla prefabbricazione, che ha ridotto al minimo le opere in cantiere. Prima di tutto, lungo i lati maggiori del rettangolo del lotto sono stati allineati a distanze eguali quattro telai di acciaio ad “H”. Poi sono stati realizzati il pavimento del piano superiore e le fondazioni. Con questo la struttura è completa. In un secondo tempo è stato sufficiente fissarvi dei pannelli di cemento premodellati e intelaiature in alluminio nella tecnica del curtain wall. Il progetto è stato realizzato in condizioni estremamente limitate, per le dimensioni ridotte del lotto e per l’eseguità delle disponibilità economiche. Questo ha contribuito a sviluppare l’immaginazione per trovare soluzioni istruttive e convincenti.

Fg.38-40 Veduta del fronte Particolare della corte interna Piante dei due livell di Kim house

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Schtzenmattstrasse Basel

Jacques Herzog & Pierre De Meuron La forma del lotto [23x6,3metri] ha condizionato il progetto di questo edificio per negozi e appartamenti situato nel centro storico di Basilea. La parte commerciale dell’edificio occupa il piano terra e il primo piano, lasciando libero un ambiente a doppia altezza immediatamente alle spalle del fronte sulla strada. Questo spazio è in parte occupato da un piccolo atrio che consente l’accesso all’ascensore mentre, percorrendo il corridoio laterale disposto lungo l’antico muro del lotto, si incontrano le scale, di accesso agli appartamenti e quindi il museo svizzero dei pompieri, collocato nella corte retrostante. Il fronte sulla strada è dominato dalle lame orizzontali dei solai che si prolungano oltre i serramenti per formare i balconi. Un sistema di serramenti mobili di ghisa, che possono essere completamente ripiegati, chiude la facciata davanti ai parapetti dei balconi. Quando i pannelli sono completamente chiusi la facciata diventa un grande foglio di ghisa che protegge l’edificio dal rumore della strada e nasconde la vista dell’interno.

Fg.41-42 Vedute del fronte Piante dei diversi livelli di Schtzennattstrasse

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Nihonbashi house chuo, Osaka

Tadao Ando Parte di un attivo quartiere commerciale di Osaka, il “minami”, l’area è un confuso miscuglio di negozi, ristoranti e vecchie abitazioni: un paesaggio disordinato, ma carico della caotica energia urbana caratteristica di Osaka. Come è comune in quest’area, il lotto destinato alla casa ha un fronte stretto e molto profondo. L’edificio, che copre una pianta estremamente angusta di 2,9x15metri, si innalza per quattro piani stretto tra i prefabbricati preesistenti. Il piano terra ospita un negozio, gli altri tre sono abitazioni. La sottile e profonda rientranza della pianta è divisa verticalmente da due vuoti. Il primo è uno spazio esterno a doppia altezza situato al terzo e quarto livello, direttamente raggiungibile dall’ingresso dell’edificio attraverso una stretta scala. Questo piccolo spazio inserito nel centro della zona abitazioni, permette alla luce di filtrare scendendo nello spazio di soggiorno e, nello stesso tempo, genera una corte percorsa da brezze che incornicia un segmento di cielo. L’altro vuoto è l’ampio spazio della stanza di soggiorno che occupa i tre livelli della zona abitazioni, dal primo all’ultimo piano dell’edificio. Questo spazio si affaccia direttamente sulla strada, isolato dal caotico contesto urbano solamente da una vetrata opaca.

Fig.43-45 Veduta del fronte Veduta corte interna Piante dei diversi livelli di Nihonbashi House

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Max Ray Headquarters Building Jyoto, Osaka

Tadao Ando Il lotto si trova in un tradizionale quartiere commerciale di Osaka, dove vecchie fabbriche sui retri delle vie si mescolano a edifici residenziali in degrado. A ovest si stende il parco industriale di Osaka, conseguenza di una nuova ristrutturazione urbanistica. A causa del caos del contesto urbano circostante, del carattere angusto del sito e della sua forma irregolare ad “L”, dove soddisfare le richieste del programma -una nuova sede centrale con showroom- ha costituito un’interessante sfida. Gli spazi per uffici devono essere ricchi e stimolanti, dal momento che i suoi occupanti vi passano la maggior parte della giornata. In questo progetto, che ospita la sede di un’azienda che si occupa di illuminazione, sono stati riesaminati a fondo i problemi tipici di una progettazione che, tradizionalmente, affronta solo le richieste funzionali definite soltanto da parametri economici. Chiudendo gli spazi degli uffici per isolarli da caos circostante, è previsto un grande atrio [4,8x13,8metri] sovrastato da una copertura mobile in vetro. L’atrio, destinato a varie funzioni, distribuisce gli accessi a tutti gli ambienti. L’edifico ha sette livelli al di sopra del terreno e un piano interrato. Gli uffici sono disposti sui lati est ed ovest, mentre la circolazione -corridoi, scale, ascensore- è concentrata nel lato sud.

Fg.46-48 Veduta del fronte Terrazza panoramica del settimo livello Piante dei diversi livelli di Max Ray headquarters building

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Gramergasse Linau/Bodensee

Dietrich Fink+Thomas Jocher Il lotto ha una larghezza minima di 2,90metri, e una profondità di 35metri. Per questo motivo dopo l’incendio cittadino del 1728, una parte del lotto, quella a sezione più stretta, rimase inedificata. Si aveva un duplice compito costruttivo: ristrutturare con lievi modifiche la casa preesistente e riempire l’esigua lacuna con un nuovo edificio. Ai piani alti dell’edificio vecchio si sviluppano due appartamenti, ognuno con il suo spazio aperto. L’appartamento al livello più basso ha una terrazza direttamente accessibile, mentre quello al livello superiore ha un giardino pensile collocato al di sopra del piano superiore dell’edificio nuovo, e unito all’appartamento da una passerella. La facciata completamente vetrata vista la profondità del lotto, risponde all’esigenza di assicurare il massimo di illuminazione naturale. La nuova facciata presenta infatti una vetrata a lastre incollate dove una porta si inserisce come elemento autonomo, mentre le fughe orizzontali delle lamelle riprendono la decorazione dell’edificio attiguo. Nella zona della loggia del terzo piano la facciata è a lamelle di vetro. La scelta delle superfici non intende accentuare ulteriormente l’inusualità della situazione, e quindi gli elementi metallici sono stati trattati con vernici antiriflesso e sono stati evitati materiali appariscenti. All’interno si è preferito utilizzare, oltre che pareti in cemento a vista, materiali sobri. L’edificio fa esplicito riferimento a quelli attigui e li reinterpreta rovesciandone la matericità, tanto che il fronte vetrato, elemento formale neutro, esalta l’effetto delle facciate adiacenti. Il progetto riprende la compresenza di destinazioni d’uso della città vecchia, a formula coscientemente una contraddizione formale con l’ambiente circostante e contribuisce alla stratificazione storica del tessuto urbano, alla sua complessità e, in ultima analisi, alla sua vivacità e vivibilità.

Fg.49-51 Veduta del fronte Veduta spazio interno Piante dei diversi livelli di Gramergasse

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House in Shimogamo Sakyo-ku, Kyoto

Waro Kishi Questa casa a due piani è ubicata in un’area urbana ai piedi dei monti Kitayama, nella zona settentrionale di Kyoto. Con un fronte di due campate [di 3,2metri] e una profondità di tre campate di quattro metri, occupa quasi interamente il lotto. Al centro della struttura di acciaio è stato creato un nakaniwa [cortile interno], che occupa due campate. Il resto della casa consiste in una struttura d’acciaio con muri esterni di lastre di cemento prefabbricate, intelaiature di acciaio e porte. La progettazione di questo edificio è fondata sulla consapevolezza che la casa urbana contemporanea può trasmettere un senso di realtà solo come soluzione ad hoc di un certo numero di precondizioni stabilite. Questo progetto si colloca come una sorta di prototipo di casa urbana. L’intento principale non è stato assicurare la privacy, ma porre l’accento sul rapporto tra lo spazio esterno e i locali che vi si affacciano. Il risultato è un unico grande spazio di soggiorno, con singole stanze indipendenti e nello stesso tempo interrelate. Per sostenere l’impressione di una singola unità funzionale, ogni elemento è stato considerato come componente di un sistema unitario.

Fg. 52-54 Veduta del fronte Veduta dello spazio del soggiorno Piante del primo e del secondo livello di house in shimogamo

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House in Kamigyo-ku Kyoto

Waro Khishi La casa si trova nel centro di Kyoto. L’edificio che occupa l’intera area del sito, consiste in una scatola rettangolare con un fronte di 4,2 metri e una profondità di 10 metri, e un orientamento est-ovest. La parte ultima del lotto è occupata da una piccola corte della profondità di 2,75 metri. Grazie a questa configurazione ogni piano fluttua nello spazio omogeneo della scatola di cemento; la corte e la scala connettono i diversi spazi dell’edificio. L’unità spaziale è ulteriormente accresciuto dai pavimenti a grata dei balconi del primo e secondo piano, in aggetto sulla corte, e dalle lastre di metallo perforate delle scale. Ai piani inferiori sia la corte che le scale sono isolati dall’ambiente esterno, e si aprono gradualmente man mano che si sale. In questo modo la corte sulla quale affaccia al piano terra una stanza in stile giapponese, è praticamente al riparo dai rumori della strada. L’intera costruzione sembra pervasa della stessa tranquillità che caratterizzava il tsuboniwa, il minuscolo cortile posteriore della tradizionale casa urbana giapponese.

Fg. 55-57 Veduta del fronte Veduta dell’affaccio sulla corte Piante dei quattro livelli di House in Kamigyo-Ku

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Binnenwieringerstraat Haarlemmerbuurt, Amsterdam

Felix Claus & Kees Kaan L’intervento si colloca su due lotti adiacenti affacciati su Binnenwieringerstraat: l’edificio al numero 10 è preservato in quanto monumento nazionale, il numero 8 poteva anche venire abbattuto. A causa della superficie limitata, 8x3,2 metri per piano, esistevano solo due possibilità: un’unica abitazione per lotto o un’abitazione per piano su due lotti. La scelta è caduta sulla seconda soluzione, collocando le stanze di soggiorno nella parte antica. Il nuovo inserimento, legato a quest’ultima come a un’infusione, contiene gli ingressi, i servizi, gli impianti e le scale. In questo modo si è potuto lasciare la parte antica inalterata. Le stanze di soggiorno sono spazi monumentali liberi, non interrotti da muri divisori o impianti. L’accesso dalla strada, comune ai due appartamenti, è risolto con una forma contemporanea. Questo contrasto architettonico è stato suggerito dal Comitato per la salvaguardia dei monumenti.

Fg. 58-60 Vedute del fronte Piante del primo e secondo livello di Binnenwieringerstraat

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Haarlemmerstraat Haarlemmerbbrt, amsterdam

Felix Claus & Kees Kaan Il progetto si colloca in un lotto libero situato in un lotto libero situato in Haarlemmerstraat accanto a un edificio del XVII secolo, dietro l’angolo dell’isolato si trova, su Herenmarkt, una casa del tardo XIX secolo considerata di pregio dal Comitato per la salvaguardia dei monumenti, perchè situata di fronte alla “West Indisch Huis”. poichè l’uscita antincendio dell’hotel adiacente doveva essere rispettata, il progetto definisce per i tre lotti una entrata comune. In questo modo l’edificio del XVII secolo e il nuovo inserimento sono collegati e lo spazio interno, estremamente angusto, trae beneficio dall’uso semipubblico e assume un nuovo significato nel tessuto urbano. Dal punto di vista architettonico, il nuovo inserimento dichiara la sua individualità, e questo “stagliarsi” è appropriato al carattere di Haarlemmerstraat che, come in un filo di perle, esibisce tutti i periodi, dal XVI secolo al classicismo, Dall’art Nouveau al contemporaneo.

Fg.61-62 Veduta del fronte Piante dei diversi livelli di Haarlemmerstraat

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Skin-House Lucky Drops

Atelire Tekuto + Masahiro Ikeda Co La forma è dovuta alle severe condizioni del sito, un lungo e stretto trapezio di 3.26 m di larghezza all’estremità maggiore, 0.79 m all’estremità minore, e 29.30 m di lunghezza, che necessita di 0.5 m per i muri perimetrali. Per avere un massimo uso delle caratteristiche di questo sito, e accertarsi della massima lunghezza della costruzione e del massimo uso dello spazio sotterraneo, si è cercato di rendere il più sottili possibili il basamento e le pareti esterne. I muri esterni sono in FRP + isolamento termico + uno strato di protezione antincendio, con una trasparenza che permette alla luce di filtrare all’interno della costruzione. Il pavimento del primo e secondo piano sono fatti di metallo espanso, in modo tale da permettere allo spazio sotterraneo di essere illuminato e areato.

Fg.63-66 Vista dalla stanza da letto e vista del secondo piano Vista del fronte più largo esposto a nord Piante dei tre piani di Skin-House

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Floating grounds Berlino

Hoyer und Schindele Architekten Floating House è stata progettata per colmare le lacune della struttura omogenea di veloce espansione industriale della Berlino del diciannovesimo secolo. Il progetto è pensato per lotti larghi dai 3 ai 5 metri, regolarmente presenti in differenti arre urbane. Ogni modulo chiude l’esistente linea di sviluppo della strada e al tempo stesso lascia aperto il piano terra. In questo modo pedoni, auto, viste e suoni possono passare sotto la lastra, lasciando agli abitanti il beneficio di una buona vista e di buone condizioni di soleggiamento. Tuttavia la posizione li unisce visualmente con il contesto urbano e provvede direttamente collegamenti coi dintorni. Il cortile è ancora accessibile. La statica della costruzione è indipendente dalle vicine case. La costruzione è veramente economica e ci dà la speranza di costruire appartamenti urbani economici. L’edificio non è conforme allo stile omogeneo degli edifici adiacenti, dà piuttosto un’idea alienante. Viste le condizioni apparentemente impossibili di costruzione, l’edificio appare come un parassita rispetto al preesistente. Lo stretto spacco precedente è trasformato in un’apertura che rivela una comunicazione speciale con la città. La relativa lastra chiara interattiva reagisce al passaggio dei pedoni illuminandosi. Le luci interattive non solo illuminano le unità abitative, ma creano anche illusioni, animazioni o interazioni rendendo le atmosfere desiderate.

Fg. 67-70 Vista antecedente all’intervento Vista dell’intervento Viste dell’ingresso e della lastra con luci interattive di Floating Grounds

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Kemper-Trautmann House Hamburg

Andrè Poitiers La Kemper Trautmann House è situata nel centro di Amburgo, vicino alla promenade Jungfernstieg e al lago Biennenalster. L’edificio a 9 piani per uffici riempie uno squarcio nel luogo dello shopping e degli affari cittadini. I muri bianche intorno all’edificio danno forma all’edificio stesso dalla facciata in vetro verde, permettendogli di presentarsi alla strada, e nel contempo di esprimere la sua relazione col contesto storico compatto rappresentato dagli edifici preesistenti. La facciata è caratterizzata da elementi architettonici desunti dalle costruzioni adiacenti, e in modo astratto riflette le loro finestre sporgenti e le cornici orizzontali. Nel retro è stato applicato un rivestimento con pannelli di pietra chiara lungo l’intera profondità dell’edificio. Il design dell’angolo di facciata arrotondato risponde alla necessità di arretrare l’edificio per inserirlo nel sito, massimizzando le aperture finestrate dei negozi al piano terra e definendo il punto d’ingresso. Ai piani superiori l’angolo arrotondato direziona la vista verso il fiume Alster. L’edificio si estranea dall’ordine lineare degli edifici adiacenti per offrire allo spettatore una visione dello spazio dell’intera città.

Fg. 71-73 Vista del prospetto da strada Pianta di Kemper Trautmann House

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Villa in città Tubingen

Krisch+Partner Con questo edificio, gli architetti desideravano interpretare in modo attuale la tipologia della casa di città che nell’Europa centrale e nel mondo anglosassone possiede una ricca tradizione. Su un terreno di soli 5,5 m di larghezza, compreso fra due pareti tagliafuoco si distribuisce una superficie utile di 200 mq organizzata in tre loft uguali e un penthouse con ampia terrazza sulla copertura. Per motivi di spazio, gli elementi di connessione verticale sono stati realizzati sulla parete longitudinale orientale. I tre livelli possono essere combinati a piacere con la scala e utilizzati come ufficio o abitazione. Per questo motivo, le piante hanno un taglio poco caratterizzato, neutralità che si riflette anche nell’articolazione della facciata a montanti e traversi parzialmente chiusa verso nord e completamente aperta verso sud, per permettere l’utilizzo passivo dell’energia solare. Verso la strada, la facciata si converte in copertura sotto forma di un’ampia vetrata inclinata. La copertura è stata realizzata in calcestruzzo a vista e, in corrispondenza della cucina abitabile, è dotata di isolamento in dislivello e tetto verde estensivo. Il prolungamento della piastra di copertura in cls sopra la terrazza è rivestito solo da nastri in materiale elastomerico saldati tra di loro: sulla terrazza, al letto di ghiaia libera si sovrappone un deck in legno.

Fg. 74-77 Vista prospetto anteriore Vista prospetto posteriore Vista di un interno di Villa in città a Tubingen

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Town House Berlino

David Chipperfield Architekten Il nuovo quartiere di Friedrichswerder vicino al Museo Isola nel Mittle, è parte del corrente sviluppo urbano del centro di Berlino e un esempio del concetto di “ricostruzione critica”. Il paradigma e l’ispirazione per questo nuovo progetto parte dalla griglia urbana storica e dalla sua trasformazione in file in altezza e dalle strette case a torre caratteristiche a Londra e Amsterdam. Gli elementi urbani tradizionali come la casa, il cortile, il blocco, la strada e la piazza costituiscono la scheletrica struttura di linee guida definite dall’ufficio di pianificazione urbana locale. Una varietà di architetti sono stati commissionati individualmente da committenti che hanno comprato i 47 lotti da dedicare a residenza ( con una percentuale permessa di uffici, se si desiderava) senza limiti di linee guida. Senza le forti restrizioni tipiche di un lotto stretto (6m) e profondo, Chipperfield realizza la casa torre di 22m di altezza . La qualità della luce naturale e dello spazio è più importante dell’ottimizzazione della superficie dell’area e della flessibilità. Inusualmente per una casa torre, la localizzazione della scala in facciata è coerente con l’aspetto verticale del concept di progetto. Mentre la facciata risulta quasi passiva dall’aspetto dei materiali, la composizione dei cubi verticali con fronti lustrati nello sviluppo in profondità della facciata stessa, dà una qualità quasi scultorea all’edificio. La casa sarà utilizzata da una famiglia benestante, è costituita da 7 piani con un atelier, un giardino e un garage al piano terra.

Fg. 78-79 Viste esterne del progetto di Town House

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sopralzo

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Penthouse Stoccarda

Schneider Architekten L’area urbana prominente della città di Stoccarda, prediletta dagli insediamenti residenziali, gode di splendide viste sui pendii coltivati a vitigno bordati dalla foresta. Il sopralzo dell’edificio plurifamiliare costruito negli anni ‘50 con scarsità di mezzi ha implicato lo smantellamento della copertura a falde e la limitazione delle misure di nuova edificazione ad un carico esiguo. La struttura risulta dall’assemblaggio di prodotti semindustriali. I montanti di facciata supportano anche la copertura, il cui intradosso è costituito da una lamiera grecata in aggetto. La vetrata, che cinge il volume della Penthouse, si dispone lungo tutti i lati trasmettendo anche all’interno la sensazione di essere all’aperto. Sei elementi scorrevoli vetrati, larghi 1.90 m con telaio in alluminio naturale, consentono una relazione diretta con l’esterno e provvedono ad un’efficiente aerazione trasversale che durante l’estate favorisce il veloce raffrescamento della leggera struttura dell’edificio. Durante l’inverno, l’aerazione controllata impedisce le dispersioni termiche. Ai primi due piani dell’esistente si dispongono, connessi da ballatoio, dei monolocali con struttura a setti, disposti regolarmente su un passo di 3.35 m, il nuovo volume pone un accento caratterizzante allo spazio. La nuova scala circolare disposta esternamente ha la funzione di accesso separato dagli appartamenti di pertinenza dell’ufficio e del piano mansardato.

Fg. 80-83 Vista esterna del sopralzo Vetrata del sopralzo Vista della sala pranzo pianta di Penthouse a stoccarda

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Rimessa Berlino

Augustin und Frank Architekten Nel cuore di Kretzberg-Berlino, la situazione di affaccio diretto sul fiume Sprea dell’ex deposito di una birreria inserito in un colorito contesto industriale, lo rendeva, nonostante il vincolo storico monumentale, attraente per una destinazione ad ufficio. Il committente decise di ristrutturare ed ampliare il piano superiore. In primo luogo si è proceduto a svuotare la sostanza storica per creare uno spazio continuo. La superficie è stata poi ampliata addizionando una nuova galleria illuminata da una successione di lucernari disposti in copertura. Il sopralzo è stato reallizzato sulla parte posteriore sfruttando le due pilastrate esistenti sovrastate dai lucernari; sorprendentemente, si tratta di volumi “vuoti” che portano luce nella parte storica dell’edificio raddoppiando l’altezza dello spazio. esternamente, il volume di addizione è completamente rivestito in tubolari di alluminio, immersi in una quadricromia irregolare che contestualizza l’edificio della corte dominata dalle due tonalità del mattone. La superficie drenante del volume si colloca dietro il reticolo di rivestimento, favorendo la rigorosa realizzazione di un piano continuo privo di elementi di disturbo quali canali e pendenze.

Fg. 84-88 Viste eterne dei sopralzi_lucernari Vista interna dell’inserimento dei corpi aggiunti pianta corpi aggiunti su edificio esistente di Rimessa a Berlino

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Intervento di sopralzo Vienna

Delugan Meissl Un architetto che desiderava ristrutturare un piano mansardato come propria abitazione, dopo una lunga ma inutile ricerca, è approdato all’idea di affittare una terrazza per costruirvi un sopralzo. Edificato in ottemperanza ai regolamenti e coerentemente alla posizione in un tessuto urbano centrale ad elevata densità, il volume è caratterizzato da rampe che connettono i diversi livelli e che trovano riscontro formale negli arredi e nei soffitti. L’insolita ampiezza delle luci e la rinuncia ai pilastri in corrispondenza delle sottili aperture a taglio nell’involucro, conferiscono un’ampiezza che non ci si aspetta in un ambiente alto 2.40 m nella parte centrale. Nel soggiorno la facciata può scorrere, aprendo lo spazio verso la piscina e il terrazzo da cui parte una scala che porta alla terrazza con vista sulla città.

Fg. 89-92 Vista esterna del sopralzo Viste interne dello spazio alto nel centro soli 2.40 m pianta di Intervento di sopralzo a Vienna

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Over the top Cologne

B+K Plus Il progetto è una sorta si connota come estensione di un edificio post-bellico nella città di Colonia, realizzato aggiungendovi un piano. Ciò che lo rende interessante è la forma che ha questo piano aggiuntivo. Il volume dei due piani ad attico deriva dalla connessione triangolare della topografia dei fronti esistenti di entramnbi i muri tagliafuoco laterali. I parametri morfologici sono desunti dal contesto urbano esistente e dai materiali locali disponibili. La ripetizione in orizzontale della finestra degli anni cinquanta preesistente, e la superficie della facciata coperta di tegole prosegue in estensione fino a raggiungere il tetto e successivamente il retro dell’edificio. Questo intervento è facilmente riconoscibile come chiara espansione dell’edificio sottostante e della struttura urbana circostante. Per gli architetti questo progetto non riguarda l’affermazione del reale, il ricorso alla forma pura o la rottura col locale mediante l’ironia, ma la sua architettura è definita attraverso un sistema aperto che include i termini e le circostanze, la normativa, le regole e le leggi degli edifici; portate al limite della loro efficacia, dove il significato letterale smette di esistere e si insinuano le differenze.

Fg. 93-96 Vista antecedente all’intervento Vista dell’intervento sezione di Over the top

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Extension “Symbiont” Merzing

FloSundK architektur+urbanistik La casa che fu costruita intorno agli anni ‘60 è localizzata nel cuore di una piccola torre vicino la vecchia città e un idilliaco piccolo fiume. La giovane coppia vive in 80 mq sul piano superiore del loro edificio di mattonelle placcate. Il senso dell’ìintervento era quello di creare spazio aggiunto e una sorta di balcone supplementare nella facciata nord con un grande tetto giardino così da dare al sopralzo più luce. FloSundik ricostruiscono il piano e danno al tetto un’ estensione aggiuntiva. Il muro tra le stanze precedentemente esistenti e la cucina sono state demolite per creare una nuova stanza spaziosa d’acciaio leggero, che funziona anche come parete schermante. L’estensione del tetto è diviso in due box: “living box” e “winter garden box”. Poichè il budget massimo a disposizione ha impedito di cambiare l’altezza attuale dell’edificio, FloSundK usa la casa come base della nuova stanza in alto. I box sono intenzionalmente non in sintonia con la geometria e i materiali della struttura originaria, che è coperta da una luce blu a da titoli in colore crema. Per questioni di tempo, i box sono costruiti in modo prefabbricato. I materiali distinti riflettono le diverse piastre di zinco che acquisteranno una patina naturale col passare del tempo. L’interazione tra nuovo ed esistente avviene tramite simbiosi, secondo una relazione benefica in mutazione.

Fg. 97-100 Viste del corpo aggiunto Sezione schematica di extension “Symbiont”

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Edificio Residenziale e commerciale Colonia-Bayenthal

Manuel Hertz La scelta di un rosso acceso per i tre volumi scultorei di copertura è stata una conseguenza logica del concept architettonico. Dell’intervento che ha coinvolto il quartiere di Bayenthal, un ex quartiere industriale di edilizia eterogenea. Il volume terminale di copertura è un corpo “illegale” che domina in modo provocatorio l’edificio largo 5,5 metri e lungo 25; scavalcando le convenzionali regole della fisica, le superfici in calcestruzzo inclinate si piegano annientando la differenziazione tra pareti, copertura e solette. Le aperture quadrate con infissi in rilievo, perforano il volume scultoreo della copertura, illuminando gli interni come se fossero spots. La pelle artificiale stabile alle intemperie e ai raggi UV, ottenuta per sovrapposizione di più strati di resina poliuretanica fluida, ricopre senza soluzione di continuità superfici e spigoli. Per la colorazione invadente e la ridotta differenziazione delle forme architettoniche, il volume di copertura assume un aspetto fumettistico. Davanti al corpo di fabbrica “illegale”, è leggibile un’arcata storica con vincolo di tutela, unico testimone di un ex capannone. Arretrando con chiarezza dall’esistente, il corpo di fabbrica “legale”, si dispone tra i due muri tagliafuoco dell’edificio adiacente.

Fg.101-103 Veduta del fronte anteriore Veduta del fronte posteriore Pianta di Edificio Residenziale e commerciale a Colonia

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Culture Bunker Frankfurt_Main

INDEX Architekten La ricostruzione del 1912 del porto est di Francoforte fu una pianificazione importante per la città. La zona intorno al mercato era spesso stata affettata da cambiamenti strutturali, ma l’area retrostante non era ancora stata toccata dalla mano umana ed era costituita da mucchi di ghiaia, derivata dal riciclo di depositi e container. Qui anche si eleva anche un bunker della seconda guerra mondiale su una via polverosa e dritta. Poiché i progetti di arte fungono spesso da magnete per ulteriore sviluppo nelle aree urbane con ridotte attività, l’idea era quella di convertire il bunker in un luogo culturale e di renderlo motore per una trasformazione a più larga scala. Il costo di riparazione del tetto era proibitivo, così come la demolizione, così è stato costruita una grande scatola di legno sopra al bunker stesso, uno studio di un’artista e un istituto per New Media. Gli studi di ripetizione per i musicisti sono collocati all’interno del nucleo pesante. Il leggero blocco di legno è aperto in tutta la sua circonferenza ed è in dialogo con la città. Allo stesso tempo, è un’apertura d’emergenza verso l’esterno. L’estensione verticale di questo bunker può essere vista come una metaforica casa leggera e luminosa, principio di cambiamento per il porto est di Francoforte.

Fg. 104-107 Bunker prima dell’intervento Vista dell’intervento da strada e dal porto Sezione schematica di Culture Bunker

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Boros collection_Art bunker Berlin

Realarchitektur Questo concreto “bunker” fu costruito nel 1942 in un angolo della città nel Mittle District di Berlino. Cinque piani ripetitivi contano 80 stanze che formano neutralmente un luogo adatto alle esposizioni d’arte contemporanea del cliente. I soffitti bassi della costruzione hanno portato a necessarie modifiche. Sono stati scelti alcuni muri e i soffitti e sono stati rimossi. Il nuovo spazio progettato gioca per piani verticali. I muri aggiunti nel post-guerra sono stati eliminati, le quattro facciate sono state pulite e rinnovate come richiesto. Per connettere la dimora recentemente creata all’estremità dell’edificio, intorno ai 150 metri cubi, sono stati tagliati fuori dal bunker tre metri di tetto a strati. L’appartamento è raggiunto attraverso una scala d’acciaio esterna e tramite un ascensore interno che è in parte costituito dallo stesso materiale. Gli spazi da vivere nell’appartamento sono caratterizzati da concreti muri rinforzati, da legno di quercia, e da un nuovo tetto rinforzato, supportato quasi interamente senza colonne, ma dai muri e dalle facciate in vetro autoportante, in contrasto al muro del bunker. Dall’alto sono offerte viste sull’intera città. Da sud a ovest, la linea del vetro si colloca indietro rispetto alla linea del tetto. Le schermature sono realizzate con una maglia di bronzo movibili lungo il perimetro del tetto , e danno privacy all’interno dello spazio dell’appartamento. Vi è inoltre un’ampia terrazza con un letto di fiori e una piscina. Il bunker diviene così una sorta di piedistallo per il soprlazo.

Fg. 108-112 Vista esterna del sopralzo Viste interne Sezione schematica di Boros collection art Bunker

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Polis Molteplici possibili realizzazioni

Tobia Huber Polis assume il concetto vincente delle case mobili americane e lo mette nei centri delle città urbane. L’azienda sviluppa delle unità abitative che vengono comprate e fissate agli impianti di case già costruite. Si tratta di mini-appartamenti container, prodotti in serie come auto, in diversi colori e con vari optional, da posizionare l’uno sull’altro, sui tetti, nei centri delle grandi città, con vista panoramica, o accanto ad edifici esistenti. Confrontando le unità del POLIS ai singoli appartamenti ordinari, si nota come offrano ad un prezzo ragionevole design e comodità. In conformità con i loro desideri ed esigenze personali, i clienti operano diverse scelte sui diversi spazi dell’unità, sulle connessioni tra questi e sull’arredamento. La disposizione delle unità è altamente flessibile ed offre un uso efficiente di dato spazio. A seguito del modello dell’industria automobilistica le unità sono adattate individualmente. I desideri dei clienti riguardano anche il colore della vernice dell’unità e i materiali delle superfici.

Fg. 113-114 Vista inserimento a lato di un edificio esistente Vista inserimento sopra un edificio esistente di Polis

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un corpo in pi첫

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Loftcube Amburgo

Aisslinger Werner L’idea che guida la realizzazione di questo prototipo, peraltro già abitabile, è dirompente. Da tempo molte intuizioni architettoniche inseguono l’idea della fabbricazione seriale di abitazioni: Loftcube ne è un esempio concreto, producibile, realizzato pionieristicamente in Germania ed ora in attesa di un’evoluzione. Si tratta di cellule abitative minime, confortevoli e personalizzabili, immaginate per abitanti solitari. Massima mobilità (leggerissime, le unità possono essere agevolmente trasportate da elicotteri), estrema flessibilità degli spazi interni, con una collocazione prefissata precisa: i tetti degli edifici metropolitani, per garantire in tal modo straordinarie viste panoramiche, per creare comunità alternative, per essere soli ed allo stesso tempo letteralmente dentro ai frenetici flussi cittadini. L’idea di una casa mobile prodotta in serie è diventata oggi realtà grazie al genio creativo del designer berlinese Werner Aisslinger, che ha collocato sul tetto di un edificio della sua città un prototipo realizzato con il contributo scientifico di DuPont e DuPont Textiles & Interiors, che hanno messo a disposizione i propri sperimentali materiali Corian®, Zodiaq® e Antron®. Il loftcube è composto da una struttura portante con elementi di facciata organizzata in un sistema di costruzione interna variabile. In modo simile ad una casa prefabbricata viene montata completamente con gli arredi interni entro 2-3 giorni. Nello stesso tempo può esser smontata e montata in un altro luogo. I due moduli, uno quadrato con una superficie di 6,25x6,25 metri ed uno rettangolare di 55mq, si possono comporre. L’intera struttura portante, appoggiata su quattro supporti in tubolare, è in alluminio per ridurre al minimo il peso aggiunto sulla soletta della copertura piana. I pannelli in resina rinforzata con fibre di vetro facilmente intercambiabili sono assemblati sulla struttura portante per mezzo di giunti a montaggio rapido.

Fg. 115-117 Vedute dell’esterno Veduta dell’interno di LoftCube

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La pianta, priva di pilastri, si basa su un reticolo di 62,5cm. I pannelli fissi o scorrevoli sono posati in guide a pavimento e soffitto. Anche i moduli di approvigionamento idrico o di corrente e i sistemi di comunicazione sono fissati nella medesima posizione con chips e connessi con accoppiamenti flessibili. I sanitari sono stati realizzati in polimeri acrilici solidi con miscela di farine lapidee. Un’ampia scelta di elementi consente di allestire il cubo con modalità originale. Il Loftcube di Aisslinger risponde ad una domanda di estrema attualità: “Come potrebbe essere una unità-casa minimale, un ricovero temporaneo, nel quale i nomadi delle grandi città possano ritrovare una propria intimità?” Anziché scrivere un trattato teoretico, od ipotizzare schemi diagrammatici, Werner ha deciso di rispondere a questa domanda presentando alla pubblica discussione un vero e proprio prototipo abitabile. Il Loftcube è collocato in maniera spettacolare sul tetto di un ex-deposito per la conservazione delle uova, ora sede della Universal Music Deutschland, collocato di fronte al fiume Spree che bagna la città di Berlino.

Fg. 118-121 Veduta dell’interno Particolari delle pareti divisorie Pianta tipo e possibili variazioni e modalità aggregative di LoftCube

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Hotel Everland Yverdon+Burgdorf_Lepzing_Paris

Sabina Lang und Daniel Baumann L’Hotel Everland è un hotel mobile capace di viaggiare e collocarsi sui tetti di differenti città. E’ stato originariamente creato per l’Expo Yverdon in Svizzera, dove fu collocato sul molo del lago di Meuenburger, ma ha poi iniziato il suo tour per diverse città situandosi in distinte situazioni urbane. Attualmente risiede sul tetto del GfzK (Galleria d’arte Contemporanea) in Leipzing dal quale si hanno viste “romanzesche” sulla città e sul quale rimarrà fino al 5 agosto del 2007. Il modulo comprende un salotto con una grande finestra, una sorta di cornice che fissa e incornicia l’immagine della città, focalizzando la vista degli abitanti come un periscopio. Everland deve essere letto come una metafora che riflette lo stato d’animo dell’ospite o dello sconosciuto. Il modulo è accessibile da un suolo pubblico e può essere occupato per poche ore al giorno, quasi come fosse un luogo esclusivo, uno spazio isolato per i pochi fortunati che prenotano la stanza. Ci sono anche aspetti irrazionali: _È una stanza d’hotel non costruita per motivi economici-finanziari, il costo di produzione e i ricavi non sono proporzionati _Il desiderio di esclusività contraddice il fatto che l’hotel è anche un oggetto d’arte da esibire in una galleria con pubblico accesso. _La stanza d’hotel è una forma di scultura sociale: come una sorta di zona franca privata che vive per la natura fortemente pubblica dello spazio della città e che sfida continuamente i visitatori e gli ospiti dell’hotel per negoziare di nuovo il confine tra interessi pubblici e privati in ogni differente situazione urbana. Questo hotel autonomo d’una stanza mini provvede ai relativi ospiti in modo del tutto usuale: wi-fi, stanza da bagno deluxe,

Fg. 122-124 Diverse location: la prima per l’Expò ini Svizzera e l’attuale sul museo a Leipzing di Hotel Everland

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con salviette dai ricami dorati, salotto con vista panoramica, prime colazioni sontuose e perfino cooper mini in prestito con parcheggio. E’ certamente una sistemazione di lusso per quei viaggiatori che desiderano qualcosa in più da ricordarsi del loro viaggio, qualcosa di unico e indimenticabile. E’ pensata per due persone

Fg.125-127 Viste dall’interno sulla Parigi con la torre Eiffel e sul lago in Svizzera Pianta schemattica di Hotel everland

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Rucksack House Leipzing Cologne Essen

Stefan Eberstadt + Thomas Beck La casa “sacco a pelo” è un progetto mirato a migliorare la qualità abitativa individuale e a sondare i limiti tra architettura e arte. I pannelli di rivestimento in legno, l’insolita disposizione delle finestre e l’arcaico sistema di sospensione la fanno sembrare un corpo estaneo: come un sacco a pelo, la gabbia in acciaio rivestita in legno è sospesa con funi in acciaio che fissate alla copertura dell’edificio esistente, si dipartono dalla facciata retrostante. Vi si accede dalla sfera privata attraverso la porta finestra per rimanere comunque nel privato benchè l’ambiente privato aggetti verso l’esterno. Realizzata come installazione espositiva temporanea nell’ex filanda di cotone a Lipsia, nell’estate 2005 è stata a Monaco di Baviera e a Colonia in occasione del Plan 05. A metà tra arte e architettura, forma e fusione, la casa Rucksack è una scultura percorribile con una sua propria qualità spaziale. Uno spazio sospeso illuminato che si pone a metà tra una scultura minimal e una impalcatura temporanea. Mobile come uno zaino, questo mini appartamento è inteso per essere una stanza aggiuntiva che può essere agganciata alla facciata di un qualsiasi edificio residenziale. Il cubo è uno spazio leggero e vuoto, libero da connotazioni e aperto a qualsiasi uso dell’utente. Rimanendo all’interno dell’atmosfera privata, si ha l’impressione di fluttuare al di fuori dei confini dell’abitazione attuale sopra lo spazio pubblico. Mobili ripiegabili e un gran numero di aperture incassate all’interno provvedono ad illuminare questo spazio vivibile alternativo con luce naturale. Parte dei muri nascondono, con l’aiuto di magneti una scrivania, mensole e una piattaforma per leggere e dormire. I cavi d’acciaio con cui è sospesa sono ancorati al solaio o alla facciata dell’edificio esistente. La costruzione è composta da

Fg.128-129 Veduta esterna Veduta struttura di Rucksack House

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una gabbia d’acciaio saldato con pannelli di legno compensato rivestiti da un sottile strato di legno di betulla. Il rivestimento esterno si compone di pannelli di legno compensato con una resina assorbente rivestita da inserti di plexiglass. La casa “zaino”offre un modo per migliorare la qualità della casa ad un livello prettamente individuale. E’ un segno visivo diretto ed un chiaro richiamo alla costruzione della casa sull’albero in legno, ma in modo strutturalmente ingegneristico a causa della posizione fortemente sporgente. Un modo semplice, chiaro e intelligente per ottenere nuovi spazi in edifici preesistenti.

Fg. 130-135 Diverse possibilità di applicazione Vista dall’interno dello spazio pubblico sottostante Pianta Sezione di Rucksack House

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Edificio parassita Rotterdam

Korteknie Sthulmacher Sulla copertura dell’ex laboratorio Las Palmas nel porto di Rotterdam, nel 2001 è stato costruito un prototipo di appartamento mansardato di nome “parassita” nell’ambito dell’omonimo progetto di architettura per volumi abitativi in luoghi urbani non comuni; è nato dall’idea di uno studio di architettura di Rotterdam che ha invitato 30 giovani architetti per sviluppare il progetto di una struttura mobile e leggera. L’ambiente parassita è un corpo estraneo che si attacca temporaneamente all’edificio, stravolgendone l’identità. Il progetto prevedeva che, ottenuto l’allacciamento ad acqua ed elettricità, il prototipo dovesse essere convincente dal punto di vista architettonico con la sua forma scultorea e da punto di vista strutturale con una struttura portante riciclabile resistente, ad esempio alla pressione del vento, attraverso l’impiego di legno ad alta densità. Tutti gli elementi per le parti interne, la scala, le pareti interne e l’involucro sono prefabbricati.

Fg. 136-137 Vista panoramica Vista dell corpo aggiunto di Edificio parassita a Rotterdam

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Museo per bambini e per giovani Berlino

Klaus Block Nella chiesa di Sant’Elia sul Prenzlauer Berg, invece di una silenziosa atmosfera di preghiera; regna da poco una frenetica attività. Sottoposto a vincoli di tutela, l’edificio sacro in mattoni era vuoto a causa di problemi finanziari: la chiesa evangelica si vide costretta a cercare un nuovo utente. Tra gli interessati c’erano gli esercenti del museo dei bambini e dei giovani che hanno locato la chiesa per 75 anni assumendosi non solo i lavori di conversione a nuova destinazione dello spazio sacro, ma anche la riparazione delle travi della copertura di legno, delle facciate, delle finestre e delle pareti soggette ad umidità. Diversamente da un museo convenzionale, le opere in esposizione sono autoprodotte, da bambini e da giovani. I nuovi volumi dovevano essere flessibili e consentire utilizzi molteplici. Al piano terra, si apre un ampio spazio per la reception, per le conferenze e un’area di lavoro. Al di sopra è stato collocato un nuovo livello su pilastri dove sono posizionati due scaffali speculari alti sette metri. In contrapposizione con i fronti interni del volume che sono placcati in tavole di legno di pino, sui fronti esterni il volume si apre con un involucro in rete metallica sullo spazio liturgico in un dedalo di nichhie, gradini, balconate e tavoli che invitano a giocare e a fare lavori manuali. Nella zona dell’abside, una tribuna collega nuovo e vecchio; qui si può fare teatro e intavolare discussioni. Anche gli annessi dell’ex-chiesa sono utilizzati come shop, come sala computer o biblioteca.

Fg. 138-141 Vista precedente all’intervento Viste intervento Sezione con identificazione dell’inserimento di Museo per bambini e per giovani a Berlino

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Casa plurifamiliare Dortmund

ArchiFactory.de_Bochum L’evoluzione dell’area della Ruhr è percettibile anche a Dortmund: l’area dell’altoforno Phoenix è destinata a diventare un luogo dell’innovazione, dove ricerca e sviluppo si integrano con l’offerta di strutture per la residenza e per il tempo libero. Qualche strada più in là è stato realizzato il progetto di ristrutturazione completa di una casa unifamiliare. La destinazione non è stata modificata ma l’aspetto dell’edificio ha subito una sostanziale trasformazione: Desiderando realizzare una soprelevazione di un livello, era necessario rinnovare ed isolare la facciata. Il risultato è un nuovo edificio piuttosto particolare. Le finestre sono state integrate a filo con la parete esterna, mentre sull’esistente, la parete è stata rettificata disponendo un doppio strato di composito isolante. Le pareti liscie intonacate continuano senza soluzione di continuità nella superficie di copertura rivestita da un manto di lamiera di zinco con canale di scolo integrato. La luce penetra dall’alto attraverso un pozzo di luce realizzato nell’adiacente corpo scala, evitando l’apertura di nuove finestre sul fronte. Le lamiere in alluminio stampato a colori conferiscono all’ambiente un aspetto multicolore e artistico che si contrappone al concept monocromatico della casa. L’appartamento al secondo piano modifica la piante dell’appartamento esistente con un’area di soggiorno e pranzo.

Fg.142-145 Vista prospetto anteriore Vista prospetto laterale e posteriore Dettaglio canale di scolo integrato nella lamiera di zinco di Casa Plurifarmiare a Dortmund

175


House extension Mountrouge_Francia

Fabienne Couvert_Guillaume Terver L’ampliamento dell’edificio esistente in pietra naturale è costituito da due corpi di fabbrica in legno che si aprono verso il giardino. Sia internamente che esternamente, le superfici parietali sono rivestite con grandi pannelli in legno. Ampi elementi chiudono, poi, i fronti vetrati. Una ripida scala in legno collega all’interno la camera dei ragazzi con la galleria notte. L’estensione si effettua secondo un principio di sviluppo che si può suddividere in tre sistemi: addizione di un corpo all’edificio, dilatazione dello spazio interno, espansione della facciata trattata. Una facciata intera della vecchia casa aperta e si innesta al nuovo intervento, un volume a piani sfalsati Il volume aggiunto si caratterizza da una sovrapposizione di strati, ma anche dalla negazione degli assemblaggi, dalla manifestazione dei giunti. La facciata pare come un mobile gigante e preziosa.

Fg. 146-149 Vista del corpo aggiunto al retrostante in pietra Corpo aggiunto chiuso Vista interna Pianta piano terra di house Extension

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Casa in Rue Galvani Parigi

Christian Pottgiesser Nella Parigi di Hausmann, le possibilità di trovare un suolo disponibile sono scarse. Quando si trova, le condizioni a cui si deve far fronte, derivate soprattutto dalla normativa urbanistica, sono numerose. Nel caso dell’ampliamento di una palazzina in via Galvani, gli obblighi normativi erano accompagnati dalle richieste funzionali del cliente, una coppia con cinque figli maggiorernni. La lista di requisiti comprendeva: il giardino esistente davanti la strada doveva essere conservato, inoltre doveva servire come base per la nuova costruzione; la casa non poteva superare due piani di altezza dal terreno; non si doveva ostacolare la vista dell’antico palazzo retrostante; l’accesso e il garage dovevano essere ubicati al piano terreno; la facciata principale doveva essere costruita con la pietra locale parigina; infine, oltre al programma residenziale convenzionale, dovevano essere previste una zona per gli invitati e una sala per proiettare film. La maggior parte del programma si sviluppa al piano terra, si è così aperto un patio vetrato dalla pianta quadrata. Uno dei lati illumina la sala da pranzo e la cucina, mentre gli altri tre un soggiorno. In fondo una scala conduce alle camere da letto, distribuite su entrambi i lati del perimetro del bagno.

Fg. 150-151 Vista posteriore Vista anteriore della casa di Casa in Rue Galvani a Parigi

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Stanza di un fotografo Londra

Adam Richards Architects Una protesi spaziale per una casa vittoriana, che si apre progressivamente sul giardino e ricorda il soffietto delle vecchie macchine fotografiche Il progetto deriva dalla richiesta di estensione del buio piano terra della casa e consiste in una proposta che si apre progressivamente verso il giardino permettendo diverse prospettive e viste degli alberi e del cielo. Si tratta di una struttura zinco placcata semplice di compensato che si ripete mutando e ricordando le immagini multiple permesse dalla fotografia. La struttura si deforma per soddisfare viste e circostanze a seconda dei momenti, e culmina in un perfetto quadrato con una porta che si apre sul giardino.

Fg.152-153 Vista dall’esterno Vista dall’interno di Stanza di un fotografo a Londra

178


Dalle analisi delle diverse tipologie di inserimenti nei differenti contesti urbani, la nostra riflessione si sofferma sulle tipologie di vuoto maggiormente presenti nelle prime due cerchie di Milano. Dovendo rispondere ad una domanda piuttosto grande di alloggio universitario, la nostra attenzione si focalizza maggiormente sulle prime due tipologie di vuoto: la fessura a terra e il sopralzo di edifici esistenti, inteso però, come riempimento di un vuoto potenzialmente identificabile, nel rispetto delle principali altezze degli assi presi in considerazione. Escludiamo la possibilità di intervenire con corpi appesi, o corpi plastici parassita, o semplicemente con corpi che si adagiano sul tetto degli edifici esistenti; in quanto, interventi troppo caratterizzanti per essere ripetuti in notevole numero nelle diverse vie milanesi; e in quanto, importanti e pieni di significato se considerati nella loro unicità, e non in un intervento a larga scala. La situazione di alta densità non resta solo un’ occasione d’invenzione, ma diventa un’ipotesi di condizione sostenibile, compatibile con uno stile di vita di alta qualità. Dalla compattezza del tessuto storico si coglie l’energia connettiva, tanto sul piano sociale che architettonico, che contemporaneamente comprende ed esalta un sistema fondato sulle differenze. I progetti fissano, attraverso il mutamento e l’innovazione, il modello urbano cui appartengono, e agiscono all’interno di un ciclo naturale virtuoso, che costituisce e alimenta il divenire delle città del mondo. 179


180


ABACO VUOTI

1.1

identificazione dei suoli disponibili 181


Aree interstiziali e vuoti urbani quali suoli vergini su cui insediare nuovi principi abitativi e distributivi. Necessità di appropriazione dei territori dispersi all’interno del volume costruito. Codificazione di aree fertili, accessibili al nuovo principio insediativo; porzioni di territorio non contemplate nei piani regolatori e lasciate in stato di degrado e abbandono, prive di reali normative. catalogazione di quei vuoti residuali che divengono matrici progettuali. Aree interstiziali considerate come cubature possibili all’interno dell’edificato storico. Vuoti lungo la linea di gronda interpretati come interruzioni della linea urbana degli assi principali da colmare. Generare un archivio, abaco delle aree disponibili attraverso un principio di numerazione matematico e razionale, scomposizione del tessuto urbano per assi radiali e cerchie concentriche, codificazione delle singole aree Generare schede tecniche delle matrici attraverso l’individuazione delle superfici e cubature specifiche al fine di individuare la disponibilità totale di suolo. Ipotesi di sistemi insediativi autonomi attraverso il principio della dispersione delle funzioni lungo gli assi urbani, generando sistemi abitativi che nella dimensione dell’isolato, del quartiere divengono unità autosufficienti in connessione con la rete di servizi cittadina. 182


analisi aree urbane

vuoti urbani: assi radianti: 41106mq/242515mc prima cerchia: 12702mq/85375mc seconda cerchia: 24709mq/191328mc

aree iterstiziali: assi radianti: 630mq/10164mc prima cerchia: 437mq/7692mc seconda cerchia:3690mq/72474mc 183


ar 002 192m2 672m3

ar 003 ar 004 460m2 10m2 1610m3 190m3

ar 005 665m2 6982m3

ar 006 ar 007 ar 008 72m2 83m2 31m2 252m3 290m3 480m3

ar 042 1162m2 3486m3

ar 059 248m2 3 3472m 184

ar 043 162m2 567m3

ar 060 193m2 5351m3

ar 044 181m2 633m3

ar 061 286m2 3003m3

ar 045 570m2 1995m3

ar 062 164m2 574m3

ar 046 156m2 546m3

ar 063 136m2 1428m3

c.so monforte

ar 022 ar 023 ar 024 ar 025 ar 026 ar 027 ar 028 ar 029 259m2 98m2 223m2 56m2 160m2 102m2 27m2 247m2 906m3 588m3 2341m3 196m3 640m3 1071m3 283m3 864m3

ar 064 496m2 5208m3

ar 009 351m2 1228m3

ar 030 361m2 1263m3

ar 047 103m2 721m3

ar 031 144m2 1512m3

ar 048 379m2 1326m3

ar 065 325m2 1137m3

ar 066 252m2 882m3

ar 011 280m2 980m3

ar 010 205m2 717m3

via turati

ar 001 367m2 1284m3

c.so p.ta nuova

c.so garibaldi

assi radianti

ar 032 300m2 1200m3

ar 049 1524m2 5334m3

ar 067 181m2 633m3

ar 068 68m2 238m3


ar 070 90m2 315m3

ar 071 490m2 5145m3

ar 037 367m2 1284m3

ar 053 793m2 5551m3

ar 072 46m2 322m3

ar 073 363m2 3811m3

ar 054 83m2 290m3

c.so venezia

via manzoni

ar 036 183m2 732m3

ar 019 169m2 676m3

ar 038 353m2 2471m3

ar 074 ar 075 48m2 224m2 168m3 784m3

ar 039 372m2 1302m3

ar 055 152m2 1064m3

ar 056 87m2 2131m3

ar 076 120m2 420m3

ar 020 216m2 756m3

via san marco

p.za mercanti

via broletto

via mercato

ar 018 287m2 2009m3

c.so p.ta romana

ar 069 346m2 1211m3

ar 015 ar 016 ar 017 65m2 64m2 61m2 682m3 448m3 427m3

ar 051 ar 052 281m2 57m2 4917m3 199m3

via la marmora

ar 050 460m2 3220m3

ar 014 138m2 966m3

ar 035 623m2 2180m3

ar 034 211m2 738m3

c.so p.ta vittoria

ar 033 260m2 910m3

via manin

ar 012 ar 013 86m2 138m2 301m3 1499m3

ar 040 330m2 1155m3

ar 057 356m2 3738m3

ar 077 398m2 2786m3

ar 021 971m2 3398m3

ar 041 450m2 1575m3

ar 058 121m2 2117m3

ar 078 37m2 129m 185 3


186

ar 123 ar 124 247m2 220m2 1729m3 770m3

ar 144 155m2 1085m3

ar 145 371m2 861m3

c.so italia

ar 105 657m2 4599m3

ar 147 52m2 364m3

ar 085 ar 086 96m2 137m2 336m3 479m3

ar 107 125m2 437m3

ar 106 238m2 4599m3

ar 125 ar 126 135m2 243m2 945m3 2551m3

ar 146 52m2 1298m3

ar 084 645m2 2257m3

ar 127 364m2 5096m3

ar 108 219m2 1533m3

ar 128 147m2 514m3

ar 148 70m2 735m3

c.so magenta

ar 104 237m2 829m3

ar 083 348m2 6090m3

via moscova

ar 143 79m2 553m3

ar 122 187m2 654m3

via porrone

ar 121 210m2 735m3

ar 082 564m2 1974m3

via olona

ar 101 ar 102 ar 103 53m2 66m2 196m2 185m3 231m3 2744m3

via tornio

ar 081 417m2 2919m3

via a.volta

c.so porta vigentina

ar 079 ar 080 171m2 174m2 598m3 609m3

ar 149 355m2 2345m3

ar 087 202m2 707m3

ar 109 255m2 892m3

ar 129 418m2 1463m3

ar 150 383m2 4021m3

ar 088 ar 089 118m2 35m2 1239m3 122m3

ar 110 236m2 2478m3

ar 130 826m2 5782m3

ar 151 159m2 556m3

ar 111 180m2 2520m3

ar 131 340m2 1190m3

ar 152 37m2 647m3


ar 132 198m2 693m3

ar 153 582m2 4074m3

ar 155 466m2 3262m3

ar 133 ar 134 222m2 257m2 777m3 899m3

ar 135 176m2 1232m3

ar 154 ar 155 126m2 212m2 2205m3 742m3

ar 156 45m2 472m3

ar 116 484m2 3388m3

ar 136 322m2 1127m3

ar 157 791m2 2768m3

ar 117 371m2 1298m3

ar 137 279m2 976m3

ar 097 80m2 560m3

ar 098 313m2 2191m3

ar 118 201m2 703m3

ar 138 ar 139 153m2 117m2 1071m3 919m3

via correnti

ar 112 ar 113 ar 114 81m2 122m2 170m2 1701m3 427m3 2975m3

ar 092 ar 093 ar 094 ar 095 ar 096 120m2 173m2 105m2 433m2 370m2 420m3 1211m3 367m3 1515m3 1295m3

via meravigli

ar 091 353m2 1235m3

c.so porta ticinese

via mazzini c.so genova

ar 090 161m2 1127m3

ar 119 266m2 2793m3

ar 140 279m2 1953m3

ar 158 ar 159 ar 160 ar 161 142m2 26m2 52m2 108m2 1491m3 455m3 1092m3 1512m3

ar 099 197m2 689m3

ar 100 73m2 1022m3

ar 120 398m2 2786m3

ar 141 168m2 588m3

ar 162 429m2 3003m3

ar 142 239m2 836m3

ar 163 282m2 1974m3 187


pc 005 394m2 1379m3

pc 006 pc 007 97m2 86m2 339m3 301m3

pc 022 pc 023 pc 024 pc 025 pc 026 pc 027 pc 028 282m2 260m2 137m2 167m2 86m2 180m2 168m2 1974m3 910m3 479m3 584m3 301m3 630m3 2940m3

pc 043 183m2 1281m3

188

pc 044 pc 045 96m2 39m2 3 336m 136m3

pc 046 356m2 2492m3

pc 047 130m2 455m3

pc 048 301m2 1053m3

pc 049 315m2 1102m3

via fatebenefratelli

pc 004 394m2 1379m3

pc 008 130m2 455m3

pc 029 348m2 6090m3

pc 050 70m2 1470m3

pc 009 669m2 2341m3

pc 030 277m2 1939m3

pc 031 208m2 728m3

pc 051 249m2 871m3

pc 052 250m2 875m3

pc 010 499m2 3493m3

via santa sofia

via modrone

pc 001 pc 002 pc 003 100m2 66m2 309m2 3 3 1550m 231m 1081m3

via f.sforza

via pontaccio

prima cerchia

pc 032 251m2 3514m3

pc 053 199m2 696m3


pc 054 217m2 759m3

pc 055 306m2 1071m3

pc 036 pc 037 65m2 427m2 3 1137m 2989m3

pc 056 pc 057 104m2 329m2 728m3 1151m3

pc 058 121m2 1694m3

pc 059 178m2 2492m3

via la san damiano

pc 018 205m2 717m3

pc 019 200m2 700m3

pc 020 97m2 339m3

pc 038 pc 039 pc 040 pc 041 173m2 140m2 101m2 314m2 1211m3 1470m3 707m3 1099m3

pc 060 pc 061 pc 062 pc 063 99m2 133m2 99m2 106m2 1732m3 2793m3 1386m3 742m3

pc 021 323m2 1130m3

via de amicis

pc 035 357m2 6247m3

pc 016 pc 017 135m2 177m2 945m3 619m3

via molino armi

pc 034 226m2 3955m3

pc 013 pc 014 pc 015 106m2 61m2 144m2 371m3 640m3 504m3

via g.carducci

pc 033 252m2 3528m3

via lsenato

pc 011 pc 012 73m2 79m2 255m3 276m3

pc 042 163m2 1141m3

pc 064 441m2 4630m3

189


sc 066 266m2 931m3 190

sc 067 210m2 3675m3

sc 047 242m2 2541m3

sc 048 sc 049 sc 050 75m2 325m2 159m2 787m3 1137m3 3895m3

sc 068 sc 069 340m2 44m2 1190m3 616m3

sc 070 454m2 3178m3

sc 071 177m2 1858m3

sc 027 sc 028 sc 029 467m2 50m2 275m2 6538m3 875m3 962m3

sc 051 665m2 6982m3

sc 052 sc 053 102m2 144m2 2499m3 2520m3

sc 072 507m2 5323m3

b. di p.ta venezia

sc 009 193m2 675m3

sc 030 182m2 5096m3

sc 073 sc 074 253m2 581m2 2656m3 14234m3

viale e. caldara

v.le r. margherita

sc 026 170m2 595m3

sc 007 sc 008 71m2 102m2 994m3 714m3

viale g. d’annunzio

sc 046 155m2 3255m3

sc 025 367m2 2569m3

sc 006 457m2 4798m3

viale g. galeazzo

sc 045 186m2 3255m3

sc 024 212m2 3710m3

sc 004 sc 005 157m2 281m2 3846m3 5901m3

viale p.vercellina

sc 021 sc 022 sc 023 421m2 368m2 382m2 1473m3 3864m3 5348m3

bastioni p.nuova

sc 002 sc 003 48m2 32m2 168m3 448m3

v.le b. d’este

sc 001 575m2 4025m3

v.le b.maria

viale f.crespi

seconda cerchia

sc 010 472m2 1652m3

sc 031 50m2 525m3

sc 054 sc 055 37m2 388m2 259m3 2716m3

sc 075 427m2 1494m3


sc 013 247m2 1729m3

sc 014 sc 015 98m2 256m2 205m3 3584m3

sc 016 512m2 1792m3

sc 017 538m2 1883m3

sc 018 sc 019 64m2 51m2 896m3 178m3

sc 078 445m2 1557m3

sc 059 sc 060 66m2 179m2 924m3 626m3

sc 079 289m2 1011m3

sc 061 193m2 4728m3

sc 080 834m2 2919m3

sc 062 200m2 1400m3

sc 063 431m2 1508m3

sc 081 273m2 955m3

sc 020 540m2 1890m3

sc 044 234m2 3276m3

sc 064 sc 065 70m2 544m2 3 11424m 1715m3

sc 082 392m2 1372m3

via canova

sc 077 707m2 2474m3

sc 058 850m2 8925m3

via m. pagano

sc 057 163m2 1141m3

via g. revere

sc 076 645m2 4515m3

viale e. toti

sc 056 203m2 1421m3

viale papiniano

sc 032 sc 033 sc 034 sc 035 sc 036 sc 037 sc 038 sc 039 sc 040 sc 041 sc 042 sc 043 608m2 117m2 134m2 241m2 89m2 68m2 72m2 256m2 181m2 231m2 89m2 222m2 6384m3 1638m3 1407m3 843m3 1849m3 1428m3 1764m3 896m3 4434m3 1617m3 2180m3 3885m3

viale a.filippetti

sc 012 427m2 4483m3

viale majino

sc 011 119m2 2082m3

sc 083 48m2 1008m3 191


192

sc 085 sc 086 sc 087 sc 088 sc 089 sc 090 sc 091 239m2 75m2 192m2 232m2 463m2 387m2 41m2 2509m3 1575m3 2016m3 1624m3 1620m3 2709m3 430m3

via f.melzi d’eril

sc 084 177m2 1239m3

sc 092 sc 093 148m2 112m2 518m3 1568m3

sc 094 6531m2 4571m3


sc 099 sc 100 sc 101 61m2 33m2 23m2 1281m3 231m3 241m3

viale montello

sc 097 sc 098 39m2 115m2 409m3 1610m3

viale elvezia

via dohuet

sc 076 141m2 2961m3

sc 102 sc 103 sc 104 sc 105 sc 106 280m2 463m2 413m2 419m2 425m2 4900m3 4861m3 1445m3 1466m3 1487m3

Gr.20 Abaco Dei Vuoti (nelle pagine 180-189)

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disponibilitĂ di suoli vuoti di un piano: ar 83 vuoti: 22000 m2/ 80632 m3 pc 36 vuoti: 7506m2/ 28149 m3 sc 30 vuoti: 10766m2/ 37672 m3

vuoti di due piani: ar 35 vuoti: 10131 m2/ 70877 m3 pc 11 vuoti: 2524m2/ 17668 m3 sc 15 vuoti: 4669m2/ 32683 m3

vuoti di tre piani: ar 20 vuoti: 6084 m2/ 55214 m3 pc 03 vuoti: 642m2/ 6740 m3 sc 16 vuoti: 5707m2/ 59919 m3

vuoti di quattro piani: ar 09 vuoti: 1908 m2/ 18592 m3 pc 04 vuoti: 901m2/ 12596 m3 sc 07 vuoti: 11610m2/ 22540 m3

vuoti di cinque piani: ar 06 vuoti: 983 m2/ 17201 m3 pc 01 vuoti: 996 m2/ 17429 m3 sc 05 vuoti: 738 m2/ 12915 m3

vuoti di sei piani: ar 00 vuoti: 0 m2/ 0 m3 pc 01 vuoti: 133m2/ 2793 m3 sc 05 vuoti: 1219m2/ 25599 m3

vuoti a terra: ar 10 vuoti: 630 m2/ 10164 m3 pc 36 vuoti: 437m2/ 7692 m3 sc 30 vuoti: 3690m2/ 72474 m3

a.s. 41 736m2 252680m3 p.c. 13139m2 93067m3 s.c. 28399m2 263803m3 195


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alloggio minimo

RIFERIMENTI TIPOLOGICI

residenza per studenti

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Walter Gropius “Per giungere ad adeguate dimensioni di unità abitative, è necessario determinare nuovi moduli, analizzando i profondi mutamenti che avvengono negli anni nella struttura sociale e nelle nazioni. La presa di coscienza dello sviluppo evolutivo dei processi vitali biologici e sociologici dell’uomo conduce alla definizione del lavoro da compiere, ossia alla determinazione di un programma concreto per la realizzazione dell’alloggio minimo. Per consentire il crescente sviluppo di individualità vitali più marcate entro la società e per la giustificata esigenza individuale di allontanarsi occasionalmente dal proprio ambiente, è necessario, fissare la seguente esigenza minima individuale: ogni adulto deve avere la propria stanza per quanto piccola essa possa essere. L’alloggio base che questa esigenza implica rappresenta allora il minimo pratico che realizza il suo scopo e le sue intenzioni: l’alloggio-tipo”

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minimal spaces Riflessione sul “vivere urbano” degli studenti. Problemi di affitto, di contratti, di alloggi convenzionati, di residenze… Riflessione sulle vere esigenze di uno studente fuori sede, sugli spazi che ha a disposizione all’interno dell’università di appartenenza o della città in cui si trova per motivi di studio. Riflessioni sulle nuove proposte fatte a Milano: costruzione di residenze per studenti in periferia, in grandi aree urbane dimesse. Analisi dei cambiamenti e delle evoluzioni avvenute nel campo delle residenze universitarie. La situazione italiana risulta piuttosto preoccupante, la risposta di residenza studentesca ricopre solo un 10% dell’effettiva domanda, gli studenti sono costretti a ripiegare su affitti di stanza private, spesso in condivisione, accedendo a spazi rigidi, senza possibilità di usufruire di spazi e strutture di relazione che incentivino i rapporti sociali. Ma i problemi più rilevanti risultano legati alla qualità abitativa, in termini di tipologia abitativa, di servizi, attrezzature e trasporti. Si fa sempre più urgente la necessità di creare un ambiente articolato e stimolante per la crescita umana, un ambiente che assicuri luoghi per l’individuo, nel rispetto della privacy e luoghi che favoriscano la socializzazione e lo svolgimento di attività culturali, sportive e umane. La nostra attenzione si sofferma in particolar modo sugli spazi intimi e privati, spazi minimi, ma che garantiscono all’individuo momenti di riposo, riflessione, svago, concentrazione… La ricerca si indirizza sul tema degli standard minimi di spazi per studenti, sull’analisi degli spazi tipici di una residenza studentesca e delle tipologie di aggregazione, sul tema dell’alloggio minimo, ancora molto attuale. Ritorniamo ai grandi progetti e alle sperimentazioni di metà ‘900, iniziate ed introdotte con il CIAM del 1929. I principi enunciati in quell’epoca, risultano ancora molto attuali. Con il CIAM del 1929, si stabiliscono principi importanti riguardo al problema dell’alloggio minimo. Ci si rende conto che devono innanzitutto essere chiariti i dati sociologici per trovare il minimo ideale che soddisfi una necessità vitale, l’alloggio e il minimo costo della sua produzione, tenendo conto che il mutamento dei principi riguardanti il programma per un alloggio minimo non si risolve, naturalmente, riducendo l’ampio alloggio tradizionale nel numero delle stanze e nell’area effettiva. Si richiede piuttosto una formulazione completamente nuova fondata sulla conoscenza delle esigenze minime e sociologiche, senza lasciarsi confondere dalle necessità storiche che vengono tradizionalmente immaginate. Si fa forte la necessità di stabilire livelli minimi per tutti i paesi, basati su fatti biologici e su condizioni climatiche e geografiche. Il problema dell’alloggio minimo diventa quello di stabilire il minimo elementare di spazio, aria, luce e calore necessari all’uomo per essere in grado di sviluppare completamente le proprie funzioni vitali senza le restrizioni dovute all’alloggio, cioè un “modus vivendi” minimo anziché un “modus non moriendi”. Il minimo reale varia in base alle condizioni locali della città e del paese, del paesaggio e del clima, una data cubatura dell’alloggio ha significati diversi a seconda di dove si localizza Dalle prime sperimentazioni di alloggio minimo degli anni ’40, dirigiamo il nostro sguardo sulla panoramica italiana, europea, mondiale contemporanea, alla ricerca di nuove soluzioni, di nuovi spunti, di nuovi spazi abitativi giovani e flessibili. Analizziamo le nuove “microcompact home”, che sviluppano un concetto spaziale che consente all’abitante di sfruttare in modo ottimale il suo ambiente attraverso la variabilità dello scenario spaziale su superficie minima. 199


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residenza per studenti

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Casa Albergo Milano

Luigi Moretti Costruzione del 1947-1950. In questi edifici l’architetto obbligato dal tema ad adottare tipologie e modelli distributivi ormai acquisiti, e contemporaneamente teso alla conquista di forme inedite e originali, si traduce in soluzioni diverse e qualificate: nella casa albergo in via Corridoni torna la preferenza dell’autore per le pareti piene, che qui sono bucate da coppie di finestre quadrate. Il complesso si compone di due fabbricati lamellari di 12 m per 60: il primo su sei piani allineato al filo stradale, il secondo su 12 piani arretrato di 12 metri. I due corpi principali sono raccordati al piano terra da corpi bassi per i servizi e le attrezzature comuni, uno con l’atrio d’ingresso sul lato sud e uno a due piani sul lato est. Le facciate, pareti estese sviluppate in altezza, sono rivestite di tessere a mosaico bianche. Il prospetto laterale è caratterizzato da un profondo taglio verticale che corrisponde alle finestre dei corridoi comuni, mentre le aperture sulle facciate principali risultano scandite a due a due. Lo schema planimetrico è piuttosto semplice: ogni piano si compone di un corridoio centrale fiancheggiato su entrambi i lati da unità di alloggio standard di 16 mq. L’area coperta è di 1650 mq, comprende 408 posti letto. I singoli appartamenti prevedevano uno spazio d’ingresso con angolo per posa ombrelli e soprabito, un gruppo servizi igienici (lavabo, doccia, w.c.); Un soggiornoletto, un armadio di stagione con annessa cucinetta minima per caffetteria, armadio per valigie e bauli. L’organizzazione funzionale era arricchita da infrastrutture comuni come il bar-ristorante, le sale di soggiorno e lettura, posta, telefono, cambio, ufficio di copia dattilografica, palestra al piano cantinato e uno stabilimento di bagni a vapore, sartoria, camiceria, calzoleria. I corpi di collegamento erano destinati, invece, a negozi e uffici.

Fig. 154-156 Prospetto laterale La composizione in alzato del fronte principale Pianta di una cellula tipo di 16 mq di Casa Albergo a Milano

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Baker House Dormitory of Massachussets institute of tecnology

Alvar Aalto L’edificio, costruito tra il 1947-48 è situato su una via molto trafficata da un lato e lungo il Charles River dall’altro. La forma a serpentina è dovuta a due ragioni: il perseguimento dell’andamento del fiume, in modo tale da offrire degli affacci ottimizzati delle camere (sul fiume stesso); il tentativo di evitare il più possibile la vista diretta della strada. Nessuna stanza è stata orientata perpendicolarmente alla via trafficata, le finestre vi si affacciano diagonalmente, in modo tale che le stanze siano più silenziose e tranquille. Sono quindi evidenti gli interessi di tipo regionalista e contestualista che rimandano ad una nuova fase dell’evoluzione di Aalto consolidatasi negli anni ‘50. La costruzione offre 413 posti letto in 7 piani. Dall’atrio d’ingresso si sviluppano due rampe divergenti che permettono il progressivo ampliamento delle aree di soggiorno ai vari piani. Aalto ha infatti cercato di rispondere alle esigenze di privacy e al tempo stesso di relazione degli studenti, grazie a salottini, sale comuni, soggiorni, caffetteria e mensa. Quest’ultima è collocata nel corpo basso e squadrato, che si presenta a doppia altezza, con la parte centrale illuminata da lucernai, da cui penetra anche luce artificiale proveniente da alcune lampade fissate sulla copertura piana. Gli alloggi sono di due tipologie: singoli (18 mq) o doppi (32 mq). L’arredo di ogni stanza è costituito da elementi standard componibili in diverse combinazioni.

Fig. 157-163 Facciata verso il fiume e verso la strada. Tipologia d’alloggio singolo e doppio Schema dell’impianto dell’intera residenza Pianta di una cellula tipo doppia di 32 mq di Baker House

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Pavillon Suisse Città universitaria di Parigi

Le Corbusier Opera di Le Corbusier del 1930-31, situata nella città universitaria di Parigi, chiara espressione dei suoi cinque punti: pianta libera, facciata libera, grandi finestre, tetto-giardino, doppia fila di pilotis che liberano il piano terra; unita ad una nuova concezione dei volumi. Con il Pavillon Suisse l’architetto attuò il suo progetto di alloggio sociale, una struttura per giovani, funzionale ed essenziale a costi contenuti. Costruzione per l’epoca assolutamente sperimentale. Il Pavillon Suisse, dopo la ristrutturazione, dispone di 46 camere singole e doppie (disponibili solo per due presone che prenotino insieme), tutte con doccia e lavabo. Toilette ai piani. Le stanze sono disposte lungo il lato sud dei corridoi. La superficie vetrata delle stanze era concepita come una macchina biotecnica che forniva luce, aria, vista. Dato che questo espediente non produceva l’ambiente interno ottimale, ben presto furono aggiunti dei frangisole, riducendo l’aspetto brillante e tecnologico della parete. Su ogni piano vi è un cucinotto per preparare le prime colazioni. Vi è anche una lavanderia, una sala di informatica, una biblioteca e un luogo di riposo con salotto e televisione. Un ampio ingresso, reception e sala comune sono allestiti, come a proteggere l’edificio, in un piccolo immobile antistante l’entrata dell’edificio stesso, che ospita l’affresco di Le Corbusier “La Peinture du Silence”, strepitosa rappresentazione mitologica. È questo un ambiente dove gli studenti possono incontrarsi e socializzare seduti sui comodi divani e poltrone che arredano la sala.

Fig. 164-167 Prospetto Nord Prospetto Sud Pianta di una cellula tipo Vista interna di un alloggio di Pavillion Suisse

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Peabody terrace Harvard Cambridge USA

Josep Luis Sert Il progetto consiste in una combinazione di edifici alti e bassi. All’interno degli edifici bassi si trovano gli spazi più grandi con forme principalmente quadrangolari. L’ oggetto principale dello studio è però l’abitare temporaneo dello studente, esplorato sia da un punto di vista quantitativonumerico, per delineare attraverso dati confrontabili e standard dimensionali le condizioni attuali della residenza per studenti, in un panorama non soltanto europeo; sia in riferimento a criteri tipologici, per individuare le invarianti e gli elementi soggetti a modifiche e reinvenzioni, in funzione delle esigenze specifiche dei fruitori, delle scelte del progettista e delle condizioni poste dal sito. Il complesso comprende blocchi di appartamenti con distribuzione a corridoio, sale comuni, parcheggio, parco giochi. Le tipologie di appartamento sono principalmente due: singoli o doppi, ma tutti forniti di cucina, living e bagno.

Fg. 168-174 Vista dell’intero complesso Viste interne degli alloggi Pianta tipo di alloggio singolo+appartamento senza camera Pianta tipo di alloggio singolo+alloggio doppio di Peabody terrace

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Student Housing Calslaan Enschede the Netherlands

Felix Claus+Kees Kaan Il complesso residenziale Calslaan fu edificato nel 1965, a seguito di un concorso internazionale vinto da Van Wensveen. Il progetto era di concezione strutturalista: quattro edifici disposti in uno spazio verde , suddivisi in sette unità residenziali accostate, ospitanti diciotto alloggi per studenti ciascuna ed un soggiorno attrezzato con cucina al pianterreno. Il centro di ogni unità era un open space dove si trovava il volume della scala che metteva in comunicazione i piani sfalsati. Servizi e cucina erano in comune. L’intervento di Claus e Kaan del 1996-97 aveva l’intento di ampliare la superficie degli alloggi, riorganizzandoli in gruppi più piccoli, composti al massimo da sei alloggi. le stanze sono state allargate semplicemente aggiungendo un’ulteriore striscia di due metri su ambo i lati dell’edificio. In questa maniera è stato possibile mantenere e riusare la struttura esistente dell’edificio. Le aperture sono alte e strette in modo da dare luce ai lunghi e stretti alloggi degli studenti senza rinunciare ad un certo grado di intimità e di privacy. Gli alloggi totali sono 476 distribuiti su tre piani. I servizi sono 144, le cucine, le lavanderie e i locali accessori 84 ciascuna.

Fg. 175-178 Vista d’insieme Viste dell’esterno Schema planimetrico di distribuzione degli alloggi di Student Housing Calslaan

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Hochschule fur Gestaltung Ulm

Max Bill La Hochschule Fur Gestaltung Hfg (Scuola superiore per la formatività) di Ulm è l’opera più significativa di Max Bill. Il complesso, ubicato sulla collina del Oberer Kuberg, ad ovets della città, si divide in differenti edifici indipendenti tra di loro, che accordano le funzioni lavorative, abitative e sociali. Il complesso si articola in fabbricati, a ciascuno dei quali è associata una funzione, collegati da un corridoio. Alla struttura puramente razionale è contrapposta una organica che la integra creando un’unità formale. La costruzione contenente gli spazi di circolazione si imposta come una spina dorsale adattata all’andamento della topografia e ricongiunge i singoli edifici in un unico organismo. Rispetto ai volumi ortogonali, questa spina dorsale genera una propria forma, sviluppandosi come stretto corridoio che attraversa lo stabile contenente gli atelier, come passaggio coperto o come zona di soggiorno a imbuto. Gli alloggi totali sono 102 di cui 24 doppi, per un totale di 126 studenti. Ogni alloggio ha il lavabo, mentre i servizi sono esterni. La residenza dispone anche di una lavanderia, luogo di ristoro, aule studio, aule della didattica e atelier.

Fg. 179-183 Vista d’insieme del complesso Viste dell’esterno Schema planimetrico di diverse tipologie di alloggi singole e doppie di Hochscule fur Gestaltung

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Kresge College Santa Cruz USA

Moore+Turnbull Complesso localizzato a 75 miglia a sud di San Francisco su una riserva naturale di 2000 acri guardante la baia Montray. Gli ideali ecologisti di quel periodo condizionarono a tal punto i progettisti da farlo diventare quasi un paradigma di progetto. Ne risulta il provocatorio complesso caratterizzato dagli elementi naturali, poichè i progettisti crearono un paesaggio fuori scala rispetto alle convenzionali accademie. L’effetto è quello di un villaggio mediterraneo seppur immerso nella Red-Wood forest. La bassa piazza è solcata da una arena a gradoni pensata come un luogo di relax. Nel mezzo di una piazza vi è una pubblica tribuna. Le tipologie abitative sono varie. La prima, duplex di 100 mq, è pensata per otto persone. L’ingresso è a livello della cucina e la cabina doccia e i servizi sono nel seminterrato. Gli oggetti d’arredo sono pochi e possono essere disposti in vari modi, in modo tale da permettere la personalizzazione dello spazio. La seconda tipologia, di 72 mq, accoglie quattro studenti e comprende due stanze doppie, un bagno, una cucina e una zona living. L’ultima tipologia è una sorta di suite, di 130 mq, per otto persone, con sei stanze ( 2 doppie e 4 singole), un bagno e una cucina. Gli appartamenti sono quindi dei mini-dormitori adattati alle necessità degli studenti più indipendenti, per permettere uno stile di vita familiare.

Fg. 184-188 Viste interne del complesso Prima tipologia_Unità per quattro persone Seconda tipologia_Unità per otto persone di Kresge college a Santa Cruz

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St. Andrew’s University Residential Building St. Andrew

James Stirling L’intervento risale agli anni 1964-68. La struttura è composta da un volume centrale e due corpi residenziali a stecca, orientati a est-ovest, con affacci sulla corte interna e sul collegamento con la città e l’università. La struttura dell’intera costruzione è puntiforme in ca gettato in opera ed elementi di completamento prefabbricati in cls. Gli alloggi sono in totale 303, tutti singoli di 10.6 mq, dotati di mobili, letto, riscaldamento e solo lavabo. L’edificio minore ospita 117 alloggi, che dispongono di 16 bagni; mentre quello maggiore ospita 186 alloggi con 27 servizi. Le cucine sono collocate nel volume centrale. Sono inoltre previste sale tv, mensa e terrazze panoramiche, luoghi di incontro e di riposo.

Fg. 189-192 Viste esterna di un corpo residenziale a stecca Vista da un ingresso del volume centrale Vista schematica dall’alto di due alloggi Vista interna di un alloggio di St. Andrew’s University Residential Building

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Spacebox_Residenze per studenti Utrecht

Mart de Jong_De Vijf Gli studenti abitano tre stecche molto colorate che ricordano le costruzioni con il Lego. La prefabbricazione, l’economicità e la velocità di realizzazione sono alla base dello “spacebox system”, ideato da Mart de Jong come soluzione temporanea al problema della carenza di alloggi universitari. Ogni cellula abitativa ha una superficie di 19.5 mq (6.5 x 3 m), è alta 2.8 m , pesa solo 2200 kg, in modo da essere facilmente montata e smontata, e può essere assemblata ad altre cellule a formare edifici con altezza massima di tre piani, dotati di scale e corridoi modulari. La cellula cucina è di 14 x 5 m, ed è dotata di un contatore, lavelli, forno, miscelatore, frigorifero, due blocchi cottura di ceramica, armadietti. L’unità bagno è di 1.4 x 1.4 m, mentre l’area living/riposo è larga 15.3 m. Vi sono inoltre dei magazzini/sgabuzzini a disposizione della cucina e dei bagni e della sala living.

Fg. 193-197 Viste esterna dell’impianto generale Viste interne di due stanze Vista esterna di una cellula Pianta di una cellula-stanza di SpaceBox

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Residenza universitaria Cambridge Massachusetts

Steven Holl+Timothy Bade Parte di un ambizioso programma d’ampliamento del campus. L’architettura, che esteriormente sembra una fortezza inespugnabile, distribuisce su 10 piani spazi comuni: un caffè e una mensa, sale per manifestazioni e meditazione, laboratori fotografici, sale musica e gioco; e privati per studenti in un singolare microcosmo. Gli architetti hanno trapiantato su una superficie di 120 x15 m il concetto di ”architettura porosa”. Su tutti i lati, il volume è chiaramente limitato e definito dal punto di vista costruttivo attraverso la rete muraria composta di elementi prefabbricati coibentanti con un rivestimento d’alluminio sabbiato. I profondi imbotti delle finestre proteggono naturalmente l’interno da un eccessivo irraggiamento solare. La struttura portante sviluppata appositamente per l’edificio consente grandi aperture ed aggetti. Insieme a vuoti spaziali di ampie dimensioni che talvolta attraversano l’intera profondità dell’edificio, la struttura conferisce all’edificio una plasticità che si diffonde nello spazio e dimostra la volontà di dialogare con l’intorno. Le finestre e le aperture sulla copertura di forma organica si dilatano verso l’interno degli ambienti di svago, simili a caverne architettoniche, o nei pozzi di luce che connettono gli spazi verticalmente tra loro. Le stanze per gli studenti sono raggruppate in diverse unità abitative e ciascuna camera ha delle dimensioni piuttosto ampie che si rispecchiano in facciata con un modulo di tre finestre per tre. Anche gli arredi sono stati progettati dallo studio di Holl, realizzati in legno essi sono costituiti da una serie di elementi componibili, che permettono di organizzare la stanza a piacere dello studente, per esempio il letto può essere messo a terra o sollevato su pilastri ed ospitare nella parte bassa la scrivania.

Fg. 198-201 Viste esterne dell’edificio Vissta di uno spazio comune Vista di un alloggio tipo di Residenza Universitaria Cambridge

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Casa per studenti Garching

Fink_Jocher In prossimità del campus universitario, sono stati realizzati appartamenti per studenti: 32 singoli e 32 unita abitative collettive per due e per quattro studenti ognuna. Il progetto consente la disposizione individuale degli spazi con mobili su ruote e la regolazione delle condizioni visive e di luminosità tramite persiane orientabili. I pergolati e le balconate fungono da connettivo. La rete in acciaio inox che avvolge completamente il volume costituisce anche una protezione contro le cadute. In corrispondenza del parapetto, la trama della rete si intensifica creando una struttura reticolare differenziata particolarmente espressiva. La rete e fissata in orizzontale con funi perimetrali di 12 mm di diametro ancorate allo spessore in aggetto dei solai. Le funi perimetrali che si estendono sull’intera superficie del fronte –dal cornicione alle fondamenta- contribuiscono a stabilizzare la rete agli angoli dell’edificio. Nel tempo, la vite selvatica rivestirà completamente la rete; in autunno, invece, la caduta delle foglie lascerà permeare la luce naturale negli appartamenti. La variazione del colore del fogliame da verde saturo in estate a rosso caldo in autunno contrasta con la sobrietà del grigio dei solai rastremati e della facciata in vetro arretrata con porte in alluminio grigio scuro.

concentrazione

contatto

cena

party

Fg. 202-205 Prospetto principale Veduta laterale Particolare di facciata Flessibilità di un alloggio di Casa per studenti a Garching

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Ostello per studenti Amsterdam

Claus en Kaan Architecten Inizialmente, gli architetti desideravano una connessione con il costruito adiacente realizzato da Berlage nel 1908, ricostruendone la parte danneggiata negli anni 60 nello stile dell’ostello per studenti di nuova costruzione. Il cambio di proprietà del terreno ha implicato, successivamente, anche la variazione del progetto. Sebbene il fronte strada dovesse essere ripristinato in seguito ad alcuni interventi sul piano stradale, si decise di rinunciare ad ogni sentimentalismo, progettando il nuovo edificio senza evidenti richiami con l’intorno storico. I 61 appartamenti per studenti sono disposti sopra il piano terra dove si distribuiscono le funzioni amministrative e burocratiche. Dato che il target clienti esigerà il massimo contenimento dei costi, il dimensionamento delle superfici rispetta esattamente i parametri del regolamento edilizio. L’edificio, con struttura a setti portanti in calcestruzzo armato, e stato tamponato verso strada con pareti in materiale leggero cui e stata anteposta una parete ventilata in muratura. L’inserimento di superfici in vetro ed acciaio inossidabile di dimensione variabile al piano terra ravvivano la facciata integrando gli infissi profondamente incassati negli intradossi delle finestre.

Fg. 206-209 Vista facciata Vista scala interna Dettaglio di facciata di Ostello per studenti ad Amsterdam

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Ostello per studenti Coimbra

Aires Mateus e Associados Nel Campus di Coimbra, il secondo costruito in tutta Europa, è sorto un volume monolitico bianco lucido a pianta triangolare stretto fra due vie dove sono distribuiti 52 monolocali per la residenza di studenti; doccia e bagno sono in comune a due appartamenti. L’edificio, su due lati, sembra privo di finestre, mentre sul terzo si apre con bucature che nel gioco di apertochiuso ravvivano la facciata modificandosi in relazione al ritmo di vita degli studenti.

Fg. 210-213 Vista prospetto principale Vista prospetto laterale Vista prospetto aperto Pianta tipo di Ostello per studenti a Coimbra

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alloggio minimo

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Capsule Hotel Tokyo

Kurokawa Kisho I capsule hotel o capuseru hoteru sono nati in Giappone negli anni 70. Oggi i capsule hotel si presentano come cubicoli in plastica di 150 cm per 200 destinati per lo più agli uomini d’affari giapponesi che perdono il treno per tornare a casa. Nei pressi delle stazioni di Umeda ad Osaka e di Shinjuku a Tokyo i capuseru hoteru affitano camere a prezzi che vanno dalle 2800 Yen (24,05 Euro) ai 4000 Yen (34,36 Euro). Fino a poco tempo fa i capsule hotel erano esclusivamente riservati agli uomini. Oggi hotel-capsula misti (ancora pochi) con cubicoli per le donne e uomini sistemati su piani diversi. I servizi in camera sono sconosciuti, il bagno è in comune. Le cuccette sono divise su 2/3 piani. Ogni “camera” ha aria condizionata, radio AM/FM, sveglia, lenzuola inamidate e una mini tv. Una tendina di stecche di bambolo che copre una finestrelle (che funge anche da porta) può essere abbassata per la privacy ma non è sufficiente a isolarsi dal rumore. Per i nottambuli è offerta una sala TV e bar dove è possibile fumare e gustare i famosi spaghetti di riso. Inoltre è possibile fare ginnastica in palestra, lasciarsi andare nelle lussuose terme con piscina con alghe marine e una cascata gelata per la riattivazione della circolazione. Una volta entrati in questi hotel, per prima cosa è necessario togliersi le scarpe e depositarle in un apposito armadietto e consegnare le chiavi al personale dell’hotel. Prima di sistemarsi in camera è buona norma accomodarsi in bagno per una veloce rinfrescatina. Infatti, a pagamento, è disponibile una chiave per un armadietto personale dove il cliente può indossare comodi calzoncini di cotone e un accappatoio stile yukata. Nell’hotel sono compresi spazzolino da denti, rasoi usa e getta, asciugamani, shampoo, olio per capelli, asciugacapelli, acqua di colonia e una miriadi di altri cosmetici per la toletta inclusi nel prezzo.

Fg. 214-216 Veduta dal corridoio Vista frontale delle capsule Vista interna di una capsula di Capsule Hotel

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Polis Molteplici possibili realizzazioni

Tobia Huber Polis assume il concetto vincente delle case mobili americane e lo mette nei centri delle città urbane. L’azienda sviluppa delle unità abitative che vengono comprate e fissate agli impianti di case già costruite. Si tratta di mini-appartamenti container, prodotti in serie come auto, in diversi colori e con vari optional, da posizionare l’uno sull’altro, sui tetti, nei centri delle grandi città, con vista panoramica, o accanto ad edifici esistenti. Confrontando le unità del POLIS ai singoli appartamenti ordinari, si nota come offrano ad un prezzo ragionevole design e comodità. In conformità con i loro desideri ed esigenze personali, i clienti operano diverse scelte sui diversi spazi dell’unità, sulle connessioni tra questi e sull’arredamento. La disposizione delle unità è altamente flessibile ed offre un uso efficiente di dato spazio. A seguito del modello dell’industria automobilistica le unità sono adattate individualmente. I desideri dei clienti riguardano anche il colore della vernice dell’unità e i materiali delle superfici.

Fg.217-220 Viste interne delle unità abitative Vista esterna dell’unità da inserire in una struttura di appoggio di Polis

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Step Prototipo

Erbetta_Perdetti Le tematiche legate all’accoglienza nell’ambito più specifico del basso costo sono state il punto di partenza per questo progetto, unite agli obiettivi di trasportabilità, modularità e aggregabilità delle cellule ospitali che costituiscono il nostro “campeggio metropolitano”. L’analisi di questi temi ha indirizzato il progetto verso proposte che interessavano in particolar modo la relazione e l’interazione fra spazio pubblico e spazio privato all’interno di uno spazio per l’ospitalità. Proprio gli spazi privati sono gli elementi determinanti dello spazio collettivo: moduli ospitali dotati di due letti singoli bassi che sfruttano l’intero volume, una barra appendiabiti e un blocco servizi. Questo spazio minimo è ricavato all’interno di un modulo a tribuna che quindi viene utilizzato all’esterno come spazio collettivo sia per gli altri utenti della struttura sia per una apertura al pubblico e alla città più generalizzata. Il materiale utilizzato per i moduli è il Laripan (sandwich in legno e polistirene espanso), che ha buone caratteristiche strutturali e di isolamento termico ed acustico. Il blocco servizi è invece termoformato in vetroresina e i collegamenti impiantistici sono predisposti al di sotto del modulo. Le zone di colore si riferiscono ai quattro elementi d’arredo interno fondamentali a rendere la cellula abitativa. 1:Il letto ha un materasso di spessore contenuto ma attento alle caratteristiche necessarie ad un buon riposo,esso è staccato dal pavimento da un elemento isolante in fibra naturale. 2: Il bagno è termoformato in fibra di vetro, processo per l’ottenimento sia della struttura perimetrale dello stesso, sia per i due sanitari e il vano tecnico per il contenimento degli impianti necessari.

Fg. 221-222 Vista esterna Spaccato assonometrico di Step

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3: I punti luce sono mobili. La lampada prodotta dalla Flos, MayDay, essendo posizionabile sia a terra che sospesa, permette di illuminare la cellula a diverse altezze, sfruttando diversi supporti. 4: Appendiabiti sospeso che viene fissato alla struttura della cellula e non prevede ingombro a terra Spaccato assonometrico della cellula. La vista dell’interno abitativo evidenzia uno spazio minimo in tutte e tre le dimensioni, che tuttavia, grazie ad una rigoroso progetto dell’arredo, organizzato onde evitare sprechi di spazio, permette di svolgere tutte le funzioni necessarie per un piacevole soggiorno. L’interno è spartano ma confortevole e attento alle necessità dell’utente. Sezione laterale che mi permette di intravedere l’interno abitativo e l’esterno strutturale della cellula. Nella figura si evidenzia la componente materica che caratterizza la composizione strutturale dei pannelli in legno di Laripan del modulo. Vista dall’alto di tre cellule aggregate tra loro: si intravede la potenzialità di creare uno spazio teatrale con la loro unione, fattore che permette di dare una funzione significativa alla forma a tribuna (assolutamente agibile), di ciascuna di esse.

Fg. 223-224 Pianta stanza doppia Sezione di Step

222


IndustrialShelters Prototipo

Butti_Fossati_Ghirardelli_Odelli Il progetto nasce in un’industria. Essere in un’industria. Piccoli rifugi, costruiti assemblando pallets, illuminano il cielo del mondo racchiuso in questo spazio. Questi, senza tetto né porta, diventano le stanze. Protette all’interno da una pelle di policarbonato, si accendono E si spengono nella catasta di pallets. All’interno di uno spazio spartano c’è un’alcova e c’è getto d’acqua. Tutti i servizi offerti sono automatizzati. Al nostro arrivo, un computer ci riceve e ci informa. Vending-machine diventano carte da parati nella biblioteca del consumismo. La fucina di idee sforna continuamente arte, musica, informazioni e cibo. Ci si accomoda fianco a fianco su lunghe panche. Benvenuti all’Industrial Shelters. Industrial Shelters è una struttura ricettiva low cost, caratterizzata da una permanenza temporanea e permeata fortemente dall’atmosfera industriale dell’involucro che la ospita. Ogni sua componente è smontabile, trasportabile e contenuta nei costi di gestione. Industrial Shelters può essere collocato in qualsiasi involucro; per questo motivo ha una forte vocazione internazionale. La comunicazione e l’immagine di questa struttura ricettiva sono progettati per essere compresi facilmente da persone di lingua e paese diversi. Il fatto di trasformare parole in simboli fa sì che non si debbano sostenere i costi della produzione di più versioni dello stesso oggetto, rispettando così l’ottica low cost dell’albergo. Le camere, cellule abitative, sono composte da pallet EUR assemblati. Questo garantisce l’economicità del materiale e la

Fg.225-226 Vista esterna di un modulo Vista generale dello spazio industriale di inserimento di IndustrialShelters

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facile sostituzione di parti danneggiate. La vista dell’interno è schermata da lastre in policarbonato che assicurano la privacy. Nello spessore dei pallet sono alloggiati dei neon che illuminano l’interno la camera e creano all’esterno Un interessante gioco di luci. Tutti i servizi di Industrial Shelters sono automatizzati. All’ingresso, nell’area reception, un totem permette di visualizzare la propria prenotazione e di effettuare il pagamento. Inoltre, esso stampa una ricevuta che contiene la Service Card, con la quale si accede a tutti i servizi. Il ristorante, Fucina di Idee, offre cibi locali che si possono consumare al tavolo o essere portati altrove, grazie ad un packaging studiato ad hoc. Oltre ad offrire la possibilità di mangiare, questo luogo si propone di essere un salotto multifunzionale dove conoscersi. Il servizio di cortesia ed altri oggetti si trovano, in vendita, in questa grande macchina chiamata Vending Shelter. Una vetrina, assurdamente infinita, dove oggetti confezionati in carta velina bianca invitano alla scoperta. Per il bisogno di scartare un nuovo utile-inutile oggetto. Come i bambini vogliono una monetina per il distributore automatico dei, giochini, questo, allo stesso modo, è un gioco per adulti. In ogni vano c’è un oggetto diverso, da scoprire. Dove è stata messa mano rimane un buco, testimone del passaggio di qualcuno.

Fg. 227-228 Pianta modulo tipo Sezione modulo tipo di IndustrialShelters

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Elle Prototipo

Della Rosa_Perospado Cellula abitativa modulare: la sua forma tende a ridurre al minimo gli spazi spesso inutilizzati Dai “nomadi metropolitani” che viaggiano con bagagli minimi e sfruttano gli alloggi quasi solo Esclusivamente per dormire. “Elle” offre all’interno di uno spazio ridotto (248 x 248 cm) un letto, un appendi-abiti e una sorta di scaffale. La cellula è composta da pannelli di Laripan di dimensioni standard (124 x 248 cm) dello spessore di 6 cm montati su un telaio metallico. Le aperture sono costituite da 2 breise-soleil poste una sulla porta e una sulla finestra; questi assicurano sia intimità all’interno sia partecipazione verso ciò che accade all’esterno.

Fg. 229-231 Viste del modulo chiuso e aperto, singolo o doppio di Elle

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Ipercubo Prototipo

Giuseppe Mecca La filosofia alla base del progetto è quella di realizzare un modulo che se pur di limitate dimensioni, riesca a garantire il benessere abitativo, nel rispetto dell’ambiente e quindi dei principi su cui è fondata l’edilizia ecologica; un elemento scomponibile realizzato con materiali riciclati che possono essere facilmente recuperati, riutilizzati o smaltiti al fine di non generare ulteriori inquinanti. Dai presupposti sopra indicati nasce IPERCUBO che prende il suo nome dalle dimensioni del modulo stesso; un cubo di 3,3 x 3,3 x 3,3 metri. Tali dimensioni sono il risultato derivante sia dalla necessità di realizzare un’unità costituita da un blocco prefabbricato facilmente trasportabile che dalle scelte di carattere progettuale intraprese. Un contenitore capace di espandere il suo spazio interno per accogliere le attività del vivere quotidiano. IPERCUBO in versione stoccaggio e trasporto si riduce ad un cubo di legno laminato che si apre raddoppiando la sua volumetria, per trasformarsi in una casa pronta all’uso. Al suo interno le funzioni sono ridotte al minimo; la zona soggiorno/pranzo; un angolo cottura; un bagno con lavandino, doccia e w.c. e una zona notte possono essere ricavate, in base alle esigenze, all’interno delle quattro strutture scorrevoli l’una all’interno dell’altra. I moduli così concepiti possono essere associati tra loro, orizzontalmente e verticalmente, a formare unità abitative più grandi o piccoli agglomerati.

Fg. 232-234 Vista della possibile trasformazione Spaccato assonometrico con arredi Schema di montaggio di IperCubo

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Polycarbonate House Tokyo

Mirti_Otsuka_Poncellini_Volpe_Tognazzi C-House (Polycarbonate House) è il progetto di una casa in policarbonato alveolare realizzato nel maggio 2000 a Tokyo. C-House è il progetto di una casa temporanea per due persone, delle dimensioni massime di 6x6x3 metri. La casa nasce da una riflessione in merito ai modi d’abitare e di costruire abitazioni temporanee ad opera degli homeless giapponesi. Queste persone vivono dentro scatole di cartone che nelle ore serali si trasformano in case pieghevoli per una o due persone. Si tratta di un minimo abitativo alquanto singolare per come viene vissuto, per il materiale utilizzato, per i livelli di comfort ambientale che intende assicurare. C-House vuole essere quindi lo sviluppo progettuale di un’abitazione a basso costo per tempi limitati, che non garantisca unicamente le prestazioni funzionali, tecnologiche, ambientali, ma anche quelle performance estetiche, emozionali e sensoriali che fanno spesso la vera differenza tra la sensazione affettiva di casa e quella commerciale di packaging. Un simile progetto, nelle sue ambizioni più proiettive, potrebbe configurarsi come la soluzione più idonea per housing economico in situazioni di emergenza, di provvisorietà, di estrema flessibilità territoriale e abitativa. Costruire una casa, in Giappone, così come abitarla, vuol dire adeguarsi a spazi limitati, ad un uso degli spazi privati secondo regole e ruoli differenti, muoversi nello spazio seguendo gestualità inconsuete per un occidentale, sfruttare gli spazi secondo economie domestiche di altra origine… C-House intende realizzare una piccola casa giapponese per due persone in cui attraverso le scelte ambientali, sensoriali, compositive, tecnologiche si riesca ad ottenere un ambiente domestico giapponese attuale.

Fg.235-238 Vista del modulo Viste interne Vista dello spazio riposo di Polycarbonate House

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Casa d’abitazione con atelier Weimar

Dudler Max Il nuovo quartiere urbano e sorto ispirandosi al progetto di un complesso residenziale del Bauhaus (1923). Diener & Diener, Adolf Krischanitz e Luigi Snozzi sono responsabili della progettazione urbanistica e della realizzazione sul terreno dell’ex caserma a confine con l’area su cui sorge l’ “Haus am Horn”, l’unica realizzazione modello del progetto del Bauhaus boicottato dall’amministrazione locale. Il linguaggio formale minimale, un rapporto responsabile con le risorse naturali e una struttura flessibile sono stati il leitmotiv del progetto. Il lotto d’intervento e stato parcellizzato secondo un rigido sistema modulare: su ogni parcella dovevano sorgere solo volumi semplici con coperture piane. Su uno di questi terreni di soli 7,5 metri di larghezza si contrappongono due cubi neri dalle facciate identiche che contengono funzioni abitative e atelier. Le pareti monostrato sono realizzate in mattoni alleggeriti forati rivestiti da un intonaco liscio. Gli architravi di porte e finestre sono realizzati in gusci ad fi con riempimento in calcestruzzo armato. La connessione interna e garantita da una scala ad una rampa continua. In modo simile e stato realizzato anche l’atelier. Tutti gli ambienti sono intonacati in bianco con parquet in legno chiaro.

Fg. 239-242 Viste esterne Vista dell’interno piante della casa e dell’atelier di Casa di Abitazione con atelier a Weimar

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Micro-Compact Home Monaco di Baviera

Richard Horden Una casa confortevole e hi-tech che si trasporta come una roulotte. Un alloggio temporaneo di dimensioni minime [un cubo di 9 piedi, cioè 2,66metri], relativamente economico [costa 40.000 euro] e di ottimo design. Elegante casetta minimalista ridotta dalla Micro Compact Home Ltd. “I modelli a cui sia ispirati sono le case da tè giapponesi, con il loro concetto i spazio libero utilizzabile di volta in volta per una funzione diversa., l’auto di lusso in miniatura Smart e le poltrone di prima classe dei jumbo jet, espressione di un ambiente tecnologico ultraconfortevole.” L’idea si basa su uno studio condotto dal Politecnico di Monaco e dall’Istituto di Tecnologia di Tokyo. Per alloggiare tutte le funzioni abitative in un cubo di 2,65metri di lato, lo spazio è stato diviso in zone: la cella umida compatta con il wc e doccia costituisce insieme alla cucina il nucleo delle installazioni. Il pavimento della cucina serva anche da elemento di seduta per l’area da pranzo ribassata. La modularità dei volumi consente di disporre cubi con diversa funzione montati su un diverso sistema portante. La realizzazione si colloca a metà tra una roulotte e una maxi cabina docciaarmadio, un concentrato domestico che con la sintesi condensa le funzioni di un appartamento di 30 metri quadri. Il cubo in realtà è di soli 6 metri quadrati, sfruttati estremamente. Tavolo e sedie per una cena di cinque persone scompaiono, all’occorrenza, inghiottiti dal pavimento. Su un lato sono allineati la cucina la toilette e la doccia, mentre al soffitto volteggia un letto a due piazze ripiegabile che può suddividersi in due capsule monoposto. Riscaldamento, aria condizionata e illuminazione sono improntati a criteri ecologici di risparmio enegetico e minimo impatto ambientale. Per Horden non è il primo esperimento di micro-casa:tree-village_red Huis_Villaggio 02.

Fg. 243-245 Vedute dell’esterno Modalità aggregativa dei moduli di Micro-Compact Home

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Rotatable housing cube Dipperz

Sturm und Watzeck Il progetto è parte di un concetto spaziale in cui le unità funzionali di un’abitazione sono disposte in cubi separati. L’unità spaziale fino ad ora realizzata è un volume abitativo. Tre pareti in pannelli di legno coibentate ad elevato potere termoisolante cingono uno spazio autonomo alimentato da pannelli fotovoltaici. La quarta parete è composta da una vetrata che apre la superficie limitata dell’ambiente verso un ampio panorama. Gli sgabelli, il piano del tavolo e il materasso sono estraibili o ribaltabili dalle pareti o dal pavimento e trasformano l’involucro astratto e meditativo in un ambiente di lavoro, in un soggiorno o in una camera da letto.

Fg. 246-250 Vedute esterne Scorcio interno Sezione Pianta di Rotatable Housing cube in Dipperz

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proyecto durmibus Barcellona

Della Rosa_Cocco_Santo Costa L’azienda dei trasporti metropolitani di Barcellona insieme al dipartimento Area del Bienestar Social e al Consorcio del Turismo, ha presentato il prototipo di “Durmibus”, un autobus ripensato come alternativa di alloggio temporaneo dotato di una serie di capsule monoposto e biposto provviste dei servizi igienici base. La sua caratteristica principale è quella di essere un elemento urbano dinamico, che raggiunge gli utenti nei luoghi dove serve asilo e che svolge la sua funzione ricettiva anche in movimento. Il progetto nasce dall’osservazione dei flussi diagrammatici della rete dei trasporti che connotano fortemente il tessuto urbano contemporaneo e suggeriscono la necessità di un servizio di ospitalità diverso dal tradizionale, capace di inserirsi in quella rete, diventandone elemento di collegamento fluido e flessibile. Queste qualità permettono al Durmibus di risolvere efficacemente varie funzioni ordinarie: l’accoglienza di turisti che si fermano poche notti in città o hanno bisogno di riposarsi qualche ora e fare un bagno prima di riprendere un viaggio, l’assistenza ai senzatetto e straordinariamente il servizio di ristoro e trasporto durante i fine settimana per i giovani che vivono la notte, in modo da prevenire incidenti stradali, l’offerta di alloggio in caso di catastrofi o di avvenimenti straordinari quando la capacità ricettiva della città è esaurita.

Fg. 251-253 Viste delle cellule Viste del prototipo realizzato Modello 3D di due capsule di alloggio temporaneo del Proyecto Durmibus

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Casa Unifamiliare Ko

Mitsuhiko Sato La piccola costruzione di Mitsuhiko Sato rientra nella pratica diffusa nella città giapponese di costruire edifici raffinati con l’apparente aspetto dell’ordinarietà. Il volume appena segnato dalle aperture sul filo della facciata mostra un aspetto di costruzione pragmatica; in realtà produca un’interiorità domestica protetta e confortata da una luce copiosa che scende in corrispondenza del vano scala ricavato in uno spazio che percorre tutta l’altezza dell’edificio. L’interno è un grande vuoto suddiviso nelle tre parti caratteristiche dalla struttura a ponte in legno. La casa unifamiliare è inserita in un lotto di piccole dimensioni di un quartiere residenziale di Tokyo, nelle vicinanze di un’importante arteria commerciale. L’edificio si presenta sostanzialmente come un volume interno libero: la struttura è costituita da una scatola di cemento armato suddivisa all’interno in una fase successiva. Un’ulteriore scatola in legno fissata internamente definisce tre livelli distinti: la zona notte, posta alla quota dell’ingresso della strada, è contenuta nella scatola; l’ambiente del bagno tradizionale giapponese e la sala danza sono situate al livello inferiore; la zona giorno si trova al livello superiore. I percorsi verticali si articolano attraverso una scala di metallo, mentre la luce penetra dal lucernario in tutti gli ambienti della casa.

Fg. 254-256 Vista esterna della casa Vista di una parte dell’interno Piante dei due livelli di Casa unifamiliare a Kobe

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Casa 4x4 Kobe_Giappone

Tadao Ando La casa è una torre di pianta quadrata (4x4 m) che cerca di ricordare il terremoto che nel 1995 distrutto il sito e che rimane nella memoria collettiva dei cittadini. Il cliente voleva una residenza adattabile ai suoi cambiamenti di vita e quindi alle sue esigenze future, così si decise di non utilizzare elementi fissi. Dal piano interrato di cemento destinato a magazzino, emergono i quattro piani che compongono la casa: vestibolo di accesso sulla strada e camera nel primo livello e studio nel secondo; il terzo è un cubo di quattro metri di lato spostato rispetto alla pianta generale, dove vi sono la sala di pranzo e la cucina addossata al muro della scala. Questo spostamento finale di un metro rafforza la condizione di edificio con vista panoramica: la facciata davanti al mare è una lastra di vetro divisa in quattro, così le viste lontane si osservano così come nella lente di un periscopio; nel lato opposto del cubo, un lucernario riquadra un porzione di cielo, come se fosse una sorta di quadro che cambia i suoi toni. La torre di 13.4 m di altezza e quasi senza vuoti (accetto quelli già descritti) riesce ad ammortizzare i rumori lontani della strada e del treno. Il pavimento è in legno, mentre i muri interni combinano cemento a vista e carton gesso.

Fg. 257-259 Viste esterne dell’edificio Pianta con stanza da letto e bagno di Casa 4x4

233


234


Dalle analisi delle diverse tipologie di residenza e di alloggio minimo, riflettiamo su cosa oggi significhi avere spazi propri, che garantiscano la propria privacy; e al tempo stesso spazi di relazione che permettano di socializzare ed arricchirsi, conoscendo e condividendo esperienze con l’altro. E’ importante anche capire le strategie progettuali per rendere un piccolo spazio funzionale e flessibile, rispondente ad ogni esigenza del committente, nonostante le sue piccole dimensioni. La nostra volontà diviene quella di creare spazi intimi, confortevoli, non dispersivi, che assicurino un’ottima qualità di vita. Al tempo stesso importante risulta essere la creazione di un sistema che possa comunque garantire ad uno studente tutte le funzioni offerte da una normale residenza. La metropoli viene considerata come un insieme di rapporti sociali mobili e mutevoli, dove la casa può divenire un’unità modulare. La continua evoluzione delle tecnologie trasformano di continuo il modo di vivere e di rapportarsi con lo spazio reale e virtuale portando a nuove riflessioni sull’abitare contemporaneo. 235


236


ABACO FUNZIONI

1.2

standard abitativi scelte funzionali

identificazione degli ambienti minimi 237


238


normativa vigente L.14 novembre 2000 n.338 art1, comma1 La seguente legge viene promulgata “per consentire il concorso dello stato alla realizzazione di interventi necessari per l’abbattimento di barriere architettoniche, per l’adeguamento alle vigenti disposizioni in materia di sicurezza e per la manutenzione straordinaria, il recupero e la ristrutturazione di immobili già esistenti, adibiti o da adibire ad alloggi o residenze per studenti universitari, nonchè di interventi di nuova costruzione e acquisto di aree ed edifici da adibire alla medesima finalità” art1, comma2 “Lo Stato cofinanzia interventi attraverso un contributo non superiore al 50% del costo totale previsto dai progetti esecutivi immediatamente realizzabili” Lo stato stanzia 60 miliardi di vecchie lire per l’anno 2000,2001,2002. I fondi sono stornati da quelli destinati all’edilizia universitaria, dal 2003 la spesa è determinata dalla legge finanziaria. I finanziamenti possono essere integrati con somme residue dal capitolo destinato a borse di studio e prestiti d’onore, nel caso che le relative graduatorie siano esaurite. art1, comma4 “Gli alloggi e le residenze universitarie hanno la finalità di ospitare gli studenti universitari, nonchè di offrire agli studenti iscritti alle università servizi di supporto alla didattica e alla ricerca e attività culturali e ricreative. A tale fine [...] sono definiti gli standard minimi qualitativi degli interventi per gli alloggi e le residenze universitarie [...] nonchè linee guida relative ai parametri tecnici ed economici per la loro realizzazione. Il decreto prevede parametri differenziati per gli interventi di manutenzione straordinaria, recupero, ristrutturazione e per gli interventi di nuova costruzione, al fine di assicurare la tutela dei valori architettonici degli edifici esistenti [...]” art1, comma6 “Gli alloggi e le residenze realizzati con i benefici di cui alla presente legge sono prioritariamente destinati al soddisfacimento delle esigenze degli studi capaci e meritevoli privi di mezzi sulla base dei criteri di valutazione della condizione economica [...]”.

239


D.M. 9-5-2001, n. 116 art1, comma1 “Il presente decreto [...] disciplina le procedure e le modalità per la presentazione dei progetti e per l’erogazione dei finaziamenti relativi agli interventi per alloggi e residenze per studenti universitari, da cofinanziare con i fondi previsti dalla stessa legge.” art1, comma2-3 “La procedura di selezione degli interventi è diretta alla formazione di un piano triennale”, il quale “ assume come riferimento la programmazione degli interventi per il diritto allo studio universitario, nel rispetto delle competenze attribuite alle regioni ed alle province autonome dalla normativa vigente in materia” art3, comma1 “Sono ammissibili: 1. I seguenti interventi su immobili già esistenti, adibiti o da adibire ad alloggi o residenze per studenti universitari: abbattimento delle barriere architettoniche; adeguamento alle vigenti disposizioni in materia di igiene e sicurezza, manutenzione straordinaria, recupero, ristrutturazione edilizia e urbanistica, restauro, risanamento 2. Gli interventi di nuova costruzione o ampliamento di alloggi o residenze per studenti universitari [...] 3. L’acquisto di edifici da adibire ad alloggi o residenze per studenti universitari [...]

240


D.M. 9-5-2002 n.118 Allegato A: STANDARD MINIMI Finalità “La realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari deve garantire allo studente le necessarie condizioni di permanenza nella città sede di università, tali da agevolare la frequenza degli studi e il conseguimento del titolo di studio, sia per quanto attiene alle funzioni residenziali e alle funzioni di supporto correlate, sia per quanto attiene alle funzioni di supporto alla didattica e alla ricerca e alle funzioni culturali e ricreative. Il servizio abitativo inoltre deve favorire l’integrazione sociale e culturale degli studenti nella vita cittadina.” Gli utenti “Le residenze per studenti devono rispondere alle esigenze degli utenti: studenti residenti, personale di gestione. Devono consentire inoltre, anche agli studenti che gravitano nello specifico bacino d’utenza, di usufruire e condividere i servizi culturali, didattici e ricreativi offerti dalla struttura. Tra gli studenti residenti sono identificabili due categorie: studenti capaci e meritevoli privi di mezzi, studenti non beneficiari di assegni e borse di studio o studenti nell’ambito dei progetti di mobilità ed interscambio.” Funzioni “Nelle residenze per studenti deve essere garantita la compresenza delle funzioni residenziali e dei servizi correlati, in modo tale che siano ottemperate entrambe le esigenze di individualità e socialità.” Le arre funzionali sono: AF1 Residenza AF2 Servizi culturali e didattici AF3 Servizi ricreativi AF4 Servizi di supporto AF5 Servizi gestionali e amministrativi Accesso e Distribuzione Parcheggio auto e servizi tecnologici Criteri generali relativi ai requisiti degli interventi di edilizia residenziale per studenti “Nella progettazione e realizzazione degli interventi di edilizia residenziale studentesca devono essere rispettati i criteri relativi ai seguenti requisiti: _Compatibilità ambientale: I nuovi edifici devono tener conto dei principi di salvaguardia ambientale. Tali principi dovranno essere rispettati, quanto possibile, anche negli interventi di manutenzione straordinaria, 241


recupero o ristrutturazione di edifici esistenti. Lo studio di fattibilità deve prevedere in proposito un’esauriente caratterizzazione del sito e dei fattori ambientali che possono essere influenzati dall’intervento, in modo da orientare l’intervento stesso al loro rispetto [...] _Integrazione con la città e i servizi: L’intervento deve essere integrato nel contesto cittadino in cui è previsto al fine di costituire un continuum nel tessuto sociale e dei servizi. Le destinazioni urbanistiche e le localizzazioni relative all’edilizia residenziale studentesca devono discendere dallo studio dei fattori relativi al contesto fisico-ambientale, sociale, storico, urbano dell’intervento [...]. Il servizio abitativo deve essere dislocato in modo da poter usufruire dei necessari servizi complementari alla funzione residenziale e alle funzioni connesse alle attività di tempo libero degli studenti. La dislocazione delle residenze per studenti deve tener conto della facile raggiungibilità delle sedi universitarie e dei servizi che maggiormente possono interessare la popolazione studentesca. A tal fine devono essere considerate le distanze percorribili a piedi o in bicicletta e la vicinanza alle fermate dei mezzi pubblici. _Compresenza dei livelli di individualità e socialità nella fruizione: la residenza per studenti deve rispondere alla duplice esigenza degli studenti di individualità e socialità attraverso un’adeguata previsione e ripartizione degli spazi a carattere privato e semiprivato, e spazi a carattere collettivo e semicollettivo. Per quanto riguarda i servizi devono essere previsti ambiti collettivi di svolgimento delle attività comuni di tipo socializzante in cui siano presenti i diversi livelli di appropriazione e fruizione dello spazio sia da parte del piccolo gruppo che del gruppo di maggiori dimensioni. Lo spazio di connettivo può essere utilizzato per creare opportunità di incontro e socializzazione. _Integrazione delle tecnologie informatiche e multimediali _Orientamento Ambientale: la residenza per studenti deve consentire una fruizione autonoma da parte di tutti gli studenti e degli utenti esterni; a tal fine ogni ambito funzionale e le diverse unità ambientali devono essere facilmente riconoscibili; negli spazi di distribuzione devono essere previsti accorgimenti specifici per facilitare l’orientamento, tenuto conto delle esigenze di tutti gli utenti, in rapporto alle capacità fisiche, sensoriali e percettive. _Manutenzione e gestione: La residenza per studenti deve rispondere a requisiti di massima manutenibilità, durabilità e sostituibilità dei materiali e componenti e di controllabilità nel tempo delle prestazioni, in un’ottica di ottimizzazione del costo globale dell’intervento.” Requisiti delle unità ambientali Questa sezione suddivide le varie aree funzionali in spazi più specifici definendo i metri quadri minimi per ogni spazio e le attrezzature che devono essere obbligatoriamente fornite.

242


standard abitativi Standard minimi per persona

camera L‘ambito spaziale di uso individuale è costituito dalla stanza ove l’utente svolge la maggior parte delle funzioni per soddisfare le necessità primarie del vivere quotidiano e il bisogno di socialità. A causa della plurifunzionalità di tale ambito si considera necessario che esso sia per intero di pertinenza individuale.

Standard minimi per funzione 2

9m

2

2

18m modulo doppio

12m modulo singolo

ogni 2 stud

ogni stud

x stud

bagno Ambito spaziale adibito alla cura del corpo. Si colloca negli ambiti individuali, camera singola o doppia, o a uso collettivo di due unità per un numero di utenti non superiore a tre. Ambiente dotato delle adeguate attrezzature, di aerazione naturale o forzata in relazione alla configurazione della struttura ricettiva.

2

2m

3m modulo standard

2

ogni 1/3stud

x stud

+

cucina_mensa_zona pranzo comprende lo spazio della preparazione dei pasti. Presenza di una molteplicità di servizi: servizio mensa-selfservice, servizio con cucine diffuse nella residenza e gestibili direttamente dagli utenti. La cucina può esser usata a rotazione con continuità dal 50% degli utenti. Deve esser attrezzata con punti di erogazione energia elettrica, lavelli e contenitori per la refrigerazione degli alimenti.

2

5m

2

x2 stud

+

2m

2

x ogni stud in più

21m modulo standard ogni 10 stud

+ 243


Standard minimi per persona

Standard minimi per funzione 2

soggiorno collettivo

20m modulo standard

Per salotto o soggiorno si considera quell’ambiente a diretto contatto spaziale e funzionale con stanze; opportunamente attrezzato e di superficie adeguata ad ospitare le riunioni conviviali e la socializzazione degli studenti, anche riuniti in piccoli gruppi.

ogni 20 stud

1m

2

x stud

sala studio Rappresentano spazi attrezzati della residenza nei quali si possono svolgere attività di studio individuale o a piccoli gruppi che, per la necessità di dotazioni speciali non possono esser svolti nella stanza singola. Ambienti attrezzati con tavoli per lo studio di gruppo, installazione pc e tecnigrafi

2

30m modulo standard ogni 40 stud

0,75m

2

x stud

sala riunioni All’interno della residenza, un unico spazio va riservato ad attività di riunione tra gli utenti che intendono organizzare attività di supporto e/o gruppi, attività culturali di supporto alla didattica autogestite. Dotato di tavolo per riunioni e sedie adatte ad ospitare 10-15 utenti a rotazione. Deve esser prevista 1 ogni 70 utenti totali

2

37m modulo standard ogni 15 stud

2,5m x stud

244

2


biblioteca

Standard minimi per persona

Standard minimi per funzione 2

25m modulo standard

Comprende lo spazio di deposito librario e le postazioni di consultazione e studio. Deve prevedere almeno una postazione dotata di connessione internet per la consultazione informatica dei cataloghi. La sua capienza deve essere di max 20 postazioni di consultazione e studio; oltre tale dimensione deve essere prevista l’articolazione in più unità ambientali.

ogni 40 stud

0,6m

2

x stud

auditorium Sale comuni per la partecipazione collettiva a manifestazioni, spettacoli, proiezioni, conferenze. Ambiti spaziali di questo tipo possono esser utilizzati per iniziative culturali di cui si fanno promotori gli utenti stessi. 0,9m

2

x stud

sala tv

2

25m modulo standard

Sale comuni per la visione collettiva di avvenimenti televisivi o film, nonchè l’ascolto collettivo di musica. Ambiti spaziali di questo tipo possono esser utilizzati per iniziative culturali di cui si fanno promotori gli utenti stessi

ogni 40stud

0,6m

2

x stud

245


sala video

Standard minimi per persona

Standard minimi per funzione 2

25m modulo standard

La sala musica deve consentire l’ascolto di brani musicali in forma collettiva. La sala musica deve avere una capienza max di 20 postazioni di ascolto, oltre tale dimensione deve esser prevista l’articolazione in unità ambientali

ogni 40stud

0,6m

2

x stud

internet

2

25m modulo standard

Lo spazio internet è costituito da una serie di postazioni attrezzate con personal computer e dotate di connessione alla rete internet. Lo spazio internet deve avere una capienza di max 20 postazioni internet.

ogni 40stud

0,6m

2

x stud

sala giochi Prevista per trascorrere nella residenza momenti di svago nel tempo libero, la sala gioco è l’ambiente nel quale gli utenti si ritrovano per svolgere in piccoli gruppi attività ludiche che comportano l’impiego di attrezzature leggere. A causa della produzione di rumore è indicata la collocazione di questo spazio in modo tale da non interferire con le attività di studio dei residenti

2

50m modulo standard ogni 150stud

0,3m x stud

246

2


palestra_vani accessori

Standard minimi per persona

Standard minimi per funzione

Spazio di natura opzionale. La palestra sarà dotata di macchinari ginnici in numero variabile: sarà opportuno prevedere anche uno spogliatoio con doccia annesso, un deposito separato per attrezzi di piccole dimensioni e ricambi. Dovranno esser previsti adeguati impianti di riscaldamento, aerazione, illuminazione. 0,6m

2

x stud

lavanderia_stireria Indispensabile per gli utenti di provenienza nazionale e internazionale. Meno necessaria per coloro che pendolano settimanalmente. Deve esser previsto un ambiente nel quale si possano collocare macchinari per l’autogestione del piccolo bucato, in particolare macchine lavatrici ed asciugatrici.

2

20m modulo standard ogni 75stud

0,26m

2

x stud

deposito bici Deposito bici. Ambiente sempre più diffuso nelle residenze per studenti. Occupa notevoli dimensioni e può esser scomposto in spazi di rimessa esterni, con relative attrezzature, e spazi frazionati recuperati da ambiti di risulta interni.

2.3m

2

x stud Gr. 21 Standard minimi-funzioni e dimensionamento (alle pagine 239-243)

247


ipotesi di dimensionamento camera

bagno

cucina

soggiorno sala collettivo studio

modulo 0.6m2

1.2x15 1.8x10.2 2.4x7.8 3x7.8 3x6 4.2x4.2

1.2x2.4 1.8x1.8

1.2x17.4 1.8x12 2.4x9 3x7.2 3.6x6

2.4x12.6 3x10.2 3.6x8.4 4.2x7.2 6.6x4.8

modulo 1.5m2

3x6

1.5x1.5

3x7.5 4.5x4.5

3x10.5 4.5x7.5 6x6 7.5x4.5

modulo 2.0m2

12x10 4x4

2x2

2x12 4x6

2x16 4x8 6x6

modulo 2.5m2

2.5x7.5

2.5x1

2.5x10 5x5

2.5x12.5 5x7.5

248

sala riunioni


auditorium sala video internet

1.2x21 1.8x14.4 2.4x10.8 3.6x7.2 4.2x6 4.8x5.4 8.4x3 1.8x16.8 2.4x12.6 3x10.2 3.6x8.4 4.2x7.2 6.6x4.8

3x9 4.5x6 7.5x3 3x10.5 4.5x7.5 6x6 7.5x4.5

2x12 4x6 2x16 4x8 6x6

2.5x10 5x5 2.5x12.5 5x7.5

sala giochi lavanderia

1.2x16.8 1.8x11.4 2.4x8.4 3x6.6 4.2x4.8

Club -Caroli Health Studio

20 Hours- Activeline Center Crocetta-

American Contourella -- Brera Sport Club - Caroli Health -Down Town -Down Town -Fashion and Fitness -Fitness First Ladies Only -Palestra Forte -Sanbabila Sportclub -Santomasei -Skorpion -Sportsman Club 2 -Sportsman Club 7/8-

palestra

Riuso dei tetti dei moduli dei nuovi interventi come spazi ad uso collettivo per lo sport

Anteo-Apollo-Ariosto -

sala tv

Arlecchino-Arti-Auditorium S. Fedele-Auditorium S. Carlo -Brera Multisala-Cavour-Centrale Multisala-Cineteca Museo Del Cinema-Corallo-Eliseo Multisala-Excelsior Multisala-Gnomo Milano Cinema-Manzoni-Mediolanum -Nuovo Orchidea-Odeon Cinema 5-Orfeo Multisala-Pasquirolo-President

tro della Contraddizione-Anteo Spazio Cinema

Teatro alla Scala-Teatro San Babila-Teatro Manzoni-Teatro Filodrammatici-Teatro Verdi- Teatro Verga- Teatro degli Incamminati-Teatro Studio-Piccolo Teatro Grassi-Teatro Strelher-Teatro Nuovo-Teatro Litta-Teatro Carcano- Teatro Smeraldo- Teatro delle Erbe-Teatro Olmetto-Teatro Ariberto-Teatro Arsenale-Teatro dell’Arte-Tea-

di Psicoanalisi “Cesare Musatti”. Biblioteca Franco Fornari-Centro Nazionale di Studi Manzoniani-Centro per la cultura d’impresa. Biblioteca-Centro Sociale Ambrosiano.-Università Cattolica

pitolo Metropolitano. Biblioteca e archivio-Casa Musicale Lombardo-CDEC Fondazione Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea-Centre Culturel Français ç Biblioteca mediateca e centro di documentazione-Centro Milanese

Biblioteca Comunale Centrale- Bergamini- Parco Sempione- Vicentina-Camera di Commercio. Biblioteca-Ca-

biblioteca

1.5x13.3 3x7.5 4.5x4.5 6x3

2x10 4x6

2.5x7.5 5x5

Gr. 22 Dimensionamenti possibili nuovi moduli abitativi

249


Analisi e considerazioni su una nuova modalità dell’abitare: La residenza potrebbe acquisire una nuova dimensione... PiÚ ridotta ed essenziale. Nuclei prefabbricati costituiti dal luogo del riposare e da quello del lavarsi. Gli altri spazi tipici della residenza tradizionale si estendono come protesi indipendenti nel tessuto urbano. Dispositivi di funzioni specifiche quali protesi autonome nel tessuto edificato, fruibili dagli abitanti delle residenze minime.

250


componenti della dispersione

=

Gr. 23 Sitema della dispersione

251


La residenza universitaria perde il suo carattere di volume unitario. Gli ambienti tradizionali divengono unità autonome. I moduli abitativi e i servizi annessi si disperdono nel tessuto urbano ma mantengono un forte sistema di relazioni In un tessuto storico compatto, ricco, stimolante, denso di stratificazioni e tracce, andiamo ad inserire una tipologia di residenza dispersa. Non si tratta di contraddizione, ma di compenetrazione di due diversi sistemi che si supportano e si intrecciano: compattezza_dispersione. La città favorisce lo scambio, offre attività culturali, attività di svago fondamentali per l’individuo. Offre servizi, offre stimoli sempre nuovi. Per questo la nostra “residenza dispersa” non prevede cinema, auditorium, biblioteche, teatri, ecc... in quanto già presenti all’interno della città, in quanto servizi offerti e spesso non abbastanza utilizzati. Per restituire il centro della città ai giovani studenti bisognosi della città stessa, occorre però disperdere la residenza universitaria tradizionale nelle sue varie funzioni, che si collocheranno negli interstizi, nelle fessure abbandonate, in quegli squarci dimenticati e inutilizzati. La residenza filtra nel centro di Milano e si espande disperdendosi nelle prime due cerchie, ma al tempo stesso garantendo a ciascun individuo che vi risiede, ogni “funzione altra” dal risiedere, che le residenze convenzionali offrono. La residenza si disperde ma al tempo stesso rimane unita e ricompatta la città... e si fonde con la città comunicando con essa ed instaurando una stretta relazione con l’esistente. 252


offerta nuovo principio insediativo Alloggi dispersi 7350 Sistemi 49 Cubatura occupata da 1 sistema 12233m3 Cubatura occupata da 49 sistemi 599417m3

Principio della dispersione quale nuovo principio insediativo. Dispersione delle unitĂ nel tessuto urbano. Sistemi di vicinanza costituiti da: 150 unitĂ abitative/15 unitĂ cugina/4 sale letture/4 sale Internet/4 sale studio/3 sale video/2 lavanderie 253


sala internet

cucina superficie volume

254

superficie 30m2 volume 105m3 x10

superficie 21m 3 volume 73.5m 2

x40

superficie 30m 3 volume 105m 2

x40

e sale studio, lavoro collettivo, internet, video usufruibili da tutti

componenti di altri sistemi in particolar modo le sale comuni quali

quantitĂ

disponibilitĂ di ogni altro mezzo pubblico o di percorsi ciclabili presenti nel centro della cittĂ per raggiungere facilmente sedi universitarie, biblioteche, teatri, cinema, luoghi per lo sport, per lo svago, parchi

minuti a piedi

20m2 50m3

garanzia del raggiungimento di ogni componente del sistema con un massimo di dieci

camera unitĂ

componenti sistema

sala studio

componenti distanza 1 sitema 49 sistemi

150 7350

150 7350

15 735

150

4

160

4

160

7350

196

7840

196

7840


sala video

sala internet

x50

superficie 25m2 volume 87.5m3

x75

superficie volume 21m2 63m3

minuti a piedi

e sale studio, lavoro collettivo, internet, video usufruibili da tutti

componenti di altri sistemi in particolar modo le sale comuni quali

quantitĂ

disponibilitĂ di ogni altro mezzo pubblico o di percorsi ciclabili presenti nel centro della cittĂ per raggiungere facilmente sedi universitarie, biblioteche, teatri, cinema, luoghi per lo sport, per lo svago, parchi

garanzia del raggiungimento di ogni componente del sistema con un massimo di dieci

superficie 30m2 volume 105m3

componenti sistema

lavanderia

unitĂ distanza

x40

1 sitema 49 sistemi

4 196

160

3

150

7840

147

7050

2 98

150 7350

Gr. 24 componenti del sistema insediativo

255


256


STUDENTS’ MAP

1.3

disponibilità di suoli/ambienti 257


258


Abaco dei suoli disponibili, abaco delle funzioni. Generare sistemi di relazioni tra matrici territoriali e dimensioni standard degli ambienti. Intrecciare disponibilità di suoli ad una rete di ambienti in stretta dipendenza. Generare rapporti di prossimità capaci di intrecciare nella maglia urbana reti di sistemi interferenti con la scena quotidiana. Vuoti divenuti ambienti abitativi costituiscono le matrici statitiche di un sistema residenziale dinamico. Non la residenza tradizionale costituita da più ambienti ed un unico involucro; la dispersione degli ambienti del risiedere; unità specifiche scomposte e insediate nelle microaree disponibili. Involucri monofunzionali. Generare gli spazi del risiedere, dimensionati per il singolo, creare cellule protesi ed estensioni del modulo minimo contenenti le attività accessorie e complementari del risiedere, attività collettive. Generare insiemi complessi di unità indipendenti. I moduli dell’abitare e gli spazi del ristoro, della lettura, dello studio, della musica e della pulizia divengono matrice per la molteplicità dei sistemi dispersi nel tessuto urbano. Dispersione rizomatica dei sistemi abitativi. Le nuove residenze per studenti frammentate in microunità ambientali e macrounità per le attività si disperdono come un rizoma negli spazi interstiziali della città. Generano un tessuto di relazioni determinando sistemi di utilizzo specifico; generando raggi di percorrenza minimi. Il modulo abitativo fulcro delle percorrenze del singolo individuo; modulo collocato nella città in dipendenza delle unità ristoro e studio. Percorsi di pochi minuti per raggiungere le singole unità collocate nel medesimo sistema. Accessibilità a tutte le unità collettive per tutti gli studenti, iscritti negli atenei milanesi, che si sottoscrivono al nuovo circuito di servizi e disponibilità. Necessità di generare una mappa sintetica che mettesse in evidenza i rapporti di vicinanze tra le cellule abitative e le cellule di servizi, che spiegasse il rapporto proporzionale tra unità singole e servizi comunitari. Una mappa per spiegare la dispersione nella città del nuovo principio insediativo. Una mappa per mostrare il funzionamento del sistema per sottosistemi di 150 unità. Una mappa

259


Sistema insediativo minimo costituito da: [150 unità abitative: moduli minimi dimensionati per il risiedere di un individuo o coppia di individui] [15 unità ristoro: per l’utilizzo di 10 individui ogni singola unità] [4 sale studio: per laboratori di studio collettivi di 40 individui ogni singola unità] [4 sale lettura: per la lettura e studio individuale di 40 individui ogni singola unità] [4 sale internet: per la connessione veloce, media e di ricerca degli studenti, dimensionate per 40 individui ogni unità] [3 sale video: per l’ascolto e la visione multimediale, predisposte per l’attività di 15 studenti a rotazione] [2 lavanderie: predisposte per l’utilizzo a rotazione ogni 75 individui]

I sistemi sono dispersi nel tessuto urbano secondo un principio gerarchico di vicinanza; ogni modulo abitativo è collocato in prossimità -5 minuti a piedi- di un’unità ristoro, e di una sala studio per tipologia presente; gli altri servizi collettivi sono situati in prossimità del modulo secondo un principio di dispersione graduale, rimanendo compresi in una distanza percorribile in 10-15 minuti a piedi, o con l’ausilio di mezzi. Gli altri servizi collettivi, appartenenti agli altri moduli distribuiti nel tessuto urbano, sono raggiungibili dall’individuo attraverso l’impiego di mezzi urbani -tram-metrò-bus. 260


5 minuti

15 minuti a piedi

5 minuti a piedi

1 sistema residenziale 1 sistema

261


indice dei luoghi e delle funzioni

catalogazione vuoti disponibili: codice di riferimento: ar: assi radianti pc: prima cerchia sc: seconda cerchia dispersione delle funzioni all’interno dei suoli disponibili scomposizione in sistemi [150 unità residenziali] nella griglia viaria: alloggi cucine studio lavoro collettivo internet video musica lavanderia identificazione della localizzazione nello stradario urbano 262


via

n째

suoli

funzioni

corso gaibaldi E1_D2_D3

117 109 93 61 62 48 46 65 28 24 18 15 2 26 21 18 13 12 5 3

Ar001 Ar002 Ar003 Ar004 Ar005 Ar006 Ar007 Ar008 Ar009 Ar010 Ar011 Ar012 Ar013 Ar014 Ar015 Ar016 Ar017 Ar018 Ar019 Ar020

20 alloggi 9 cucine 25 alloggi 2 video musica 110 alloggi 3 cucine 4 alloggi 2 lavanderie/3 video musica 19 alloggi 11 alloggi 6 studio/2internet 4 cucine 12 alloggi 15 alloggi 6 lavoro collettivo 6 cucine 6 alloggi 31 alloggi 1 lavanderia/5interneet 12 alloggi

35 32 29 23 21 18 5 4 2

Ar021 Ar022 Ar023 Ar024 Ar025 Ar026 Ar027 Ar028 Ar029

53 alloggi 4studio/2internet 7 cucine 37 alloggi 1 video musica/internet 8 cucine 17 alloggi 2 lavanderie/1 sala 4 sale/2 video musica

40 38

Ar030 Ar031

20 alloggi 24 alloggi

Via mercato vetero D3_D4

via broletto E4_E5 piazza mercanti E5

via san marco E1_E2_E3

corso di porta nuova F1_F2_F3

263


via

n째

suoli

funzioni

via turati F2_F3

31 2

Ar032 Ar033

19 alloggi 14 alloggi

31 21 9 26

Ar034 Ar035 Ar036 Ar037

8 cucine/2 video musica 34 alloggi 2 studio/2 internet/2 lavoro collettivo/1 lavaneria 20 alloggi

58 52 49 44 41 27 19 14 10

Ar038 Ar039 Ar040 Ar041 Ar042 Ar043 Ar044 Ar045 Ar046

39 alloggi 4studio/4 lavoro collettivo/2 internet 18 alloggi 25 alloggi 55 alloggi 8 cucine 2 internet/2 lavanderie/2 video 31 alloggi 7 cucine

35 31

Ar047 Ar048

27

Ar049

9 cucine 2 studio/2 video musica/2 internet/ 2 lavoro collettivo/ 1 lavanderia 84 alloggi

corso di porta vittoria H5_H6_G5_G6

53 50 49 15 6

Ar050 Ar051 Ar052 Ar053 Ar054

17 cucine/4studio/4lavoro collettivo/4internet 78 alloggi 2 lavanderie 88 alloggi 2 video musica

corso di porta romana G8_G7_F7_F6_E6

129 132 128 122 120 112

Ar055 Ar056 Ar057 Ar058 Ar059 Ar060

14 cucine 33 alloggi 59 alloggi 33 alloggi 55 alloggi 10 sale

via manin G2_F3

via manzoni F3_F4_E4_E5 corso venezia H3_G3_G4

corso monforte H4_G4

264


via

via la marmora H7_G7

corso di porta vigentina F8_F7

corso italia E8_E7_E6

via mazzini

n째

suoli

funzioni

74 67 60 42 38 20 23 12

Ar063 Ar064 Ar065 Ar066 Ar067 Ar068 Ar069 Ar070

22 alloggi 82 alloggi 18 alloggi 8 studio 6 internet 1 video/1iternet 16cucine 2 video musica/2lavanderie

30 28 26 25 19 17 9 3

Ar071 Ar072 Ar073 Ar074 Ar075 Ar076 Ar077 Ar078

1internet 44 alloggi 4 studio 10 cucine 2 lavanderie 81 alloggi 4 cucine 44 alloggi

25 21 31 3

Ar079 Ar080 Ar081 Ar082

1 lavanderia/1video musica 8 cucine 46 alloggi 10 alloggi/5internet/3studio/6lavoro collettivo

55 41 35 29 12 8

Ar083 Ar084 Ar085 Ar086 Ar087 Ar088 Ar089

96 alloggi 25 alloggi/9 cucine 2 internet/1 video musica 6 cucine 10 allloggi 18 alloggi 2 lavanderie

13 11

Ar090 Ar091

4studio/4lavoro collettivo/2internet 14 alloggi/2video musica

120 108 104

Ar092 Ar093 Ar094

2 internet 19 alloggi 2 video musica/2lavanderie

265


via

via torino D6_D7_D8

corso genova C7

via correnti C6_D6

266

n째

suoli

funzioni

98 80 75 70 62 65 56 3 20 67 59 54 46 43 42 28 12

Ar095 Ar096 Ar097 Ar098 Ar099 ar100 ar101 ar102 ar103 ar104 Ar105 Ar106 Ar107 Ar108 Ar109 Ar110 Ar111

24 alloggi 4 alloggi/8 lavoro collettivo 8 alloggi 34 alloggi 6 studio 10 cucine 2 video musica 2 internet 43 alloggi 3 cucine/4 sale 73 alloggi 2 lavanderie/4 video musica 4 internet 24 alloggi 10 cucine 39 alloggi 32 alloggi/7cucine

37 27 22 16 13 9 1 37 28 24 27 17 7

Ar112 Ar113 Ar114 Ar115 Ar116 Ar117 Ar118 Ar119 Ar120 Ar121 Ar122 Ar123 Ar124

9 cucine/7 lavoro collettivo/4 internet 2 lavanderie/ 3 video musica 47 alloggi 51 alloggi 53 alloggi 20 alloggi 9 cucine 44 alloggi 44 alloggi 7 studio 2 lavanderie/3 video musica /3internet 27 alloggi 10 cucine

40 37 35 19

Ar125 Ar126 Ar127 Ar128

11 cucine 30 alloggi/3 lavoro collettivo/3 internet 80 alloggi 2 studio/2video musica/1lavanderia


via

via torino D6_D7_D8

corso genova C7

via correnti C6_D6

n째

suoli

funzioni

97 80 74 71 58 53 41 37 18 12 3 39 10 6 5 28

Ar129 Ar130 Ar131 Ar132 Ar133 Ar134 Ar135 ar136 ar137 ar138 ar139 ar140 ar141 ar142 ar143 ar144

23 alloggi 91 alloggi 18 alloggi 2 lavanderie/3 video musica/3 internet 7 lavoro collettivo 12 cucine 19 alloggi 17 alloggi 15 alloggi 17 alloggi 2 cucine/6 internet 31 alloggi 2 lavanderie/ 4 studio 11 cucine 2 video musica/3studio 17 alloggi

26 21 3

ar145 ar146 ar147

10 alloggi/3 cucine 20 alloggi 1studio/1lavoro collettivo/1internet

68 63 58 55 53 49 46 30 31 25 21 14

ar148 ar149 ar150 ar151 ar152 ar153 ar154 ar155 ar156 ar157 ar158 ar159

10 cucine 37 alloggi 63 alloggi 7 cucine 2 lavanderie/4lavoro collettivo 64 alloggi 35 alloggi 10 cucine 5 video musica 44 alloggi 24 alloggi 4 lavoro collettivo

12 11

ar160 ar161

7 cucine/ 5internet 2 lavanderie/3 video/10 sale

267


via

via pontaccio D3_E3

via fatebenefratelli E3_F3

via senato F3_G3_G4

via san Damiano G4

via visconti di modrone G4_G5

via f. sforza

268

n°

suoli

funzioni

9 8

ar162 ar163

47 alloggi 31 alloggi

20 19 13 10 9 5 3 3 8 13 17 21 30 27 21 18 5 3 11 16 19 43 38 34 28 25 22 15 5 16 43 9 11 23

pc01 pc02 pc03 pc04 pc05 pc06 pc06 pc07 pc08 pc09 pc10 pc11 pc12 pc13 pc14 pc15 pc16 pc17 pc18 pc19 pc20 pc21 pc22 pc23 pc24 pc25 pc26 pc27 pc28 pc29 pc30 pc31 pc32 pc33

2 lavoro collettivo 3 cucine 17 alloggi 5 lavoro collettivo /2internet 21 alloggi 5 alloggi 2 video musica/1 lavanderia 7 cucine 37 alloggi 55 alloggi 2 internet 1 lavanderia/2 video musica 3 studio 10 alloggi 7 cucine 15 alloggi 9 alloggi 11alloggi 5 studio/� video musica/2 internet 4 cucine 17 alloggi 31 alloggi 14 alloggi 4 internet 8 cucine 2 video/1 lavanderia 6 lavoro collettivo 46 alloggi 96 alloggi 25 alloggi/2 lavanderie/2studio 10 cucine 55 alloggi 56 alloggi 62alloggi


via

via milino delle armi E7_D7

via e.de amicis C7_C6

via g. carducci C3_C4

Viale f. crispi D1_E1

n째

suoli

funzioni

27 29 32 8 12 14 27 1 10 15 17 21 25 26 27 29 41 46 50 54 63 39 36 37 33 31 25 19 10 2

pc35 pc36 pc37 pc38 pc39 pc40 pc41 pc42 pc43 pc44 pc45 pc46 pc47 pc48 pc49 pc50 pc51 pc52 pc53 pc54 pc55 pc56 pc57 pc58 pc59 pc60 pc61 pc62 pc63 pc64

99 alloggi 12 cucine 28 alloggi/8 lavoro collettivo/2internet 2 lavanderie/3 video/7 internet 18 cucine 6 studio 3 video musica/2 lavanderie/3studio 16 alloggi 20 alloggi 4 cucine 1 internet 39 alloggi 2 lavanderie/3 video 15 alloggi 15 alloggi 20 alloggi 4 lavoro collettivo /2 internet 11 cucine 4 studio /1 internet 10 alloggi 15 alloggi 10 cucine 5 studio/4 video/3 lavanderie 26 alloggi 39 alloggi 27 alloggi 44 alloggi 4 alloggi/5 lavoro collettivo/5 internet 10 cucine 73 alloggi

9 7 3

sc01 sc02 sc03

63 alloggi 2 lavanderie 6 cucine

2 2 14 18

sc04 sc05 sc06 sc07

7lavoro collettivo/7studio/2internet 3 video/30 alloggi 93 alloggi 76 alloggi 269


via

bastioni di porta venezia G2_H2

viale majino H3_H4

viale b.maria H4_H5 viale r.margherita H6_H7

Viale e.caldara H7_H8

270

n째

suoli

funzioni

20 26 23 34 26 26 10 60 58 54 50 51 42 41 34 22 9 4 10 18 26 22 11 2 64 62 58 54 47 40 34 26 15 12 8 4 1

sc08 sc09 sc10 sc11 sc12 sc12 sc13 sc14 sc15 sc16 sc17 sc18 sc19 sc20 sc21 sc22 sc23 sc24 sc25 sc26 sc27 sc28 sc29 sc30 sc31 sc32 sc33 sc34 sc35 sc36 sc37 sc38 sc39 sc40 sc41 sc42 sc43

13 cucine 1 lavanderia/ 1video musica /5 internet 9cucine 21 alloggi/2 video musica /1 lavanderia 18 alloggi/12 cucine 71 alloggi 12 alloggi/ 3studio/3internet/3lavoro collettivo 32 alloggi 56 alloggi 28 alloggi 14 cucine/2 lavoro collettivo /6studio 2 video musica/3internet/4 lavanderie 2 video musica 14 cucine/6 lavoro collettivo/2 internet 22 alloggi 60 alloggi 84 alloggi 47 alloggi/7 studio 11 cucine/27 alloggi 5 iternet 95 alloggi/ 5 video musica 6 lavoro collettivo/3 lavanderie 13 cucine 80 alloggi 2 lavanderie/4 video musica 101 alloggi 26 alloggi 12 cucine/5 studio 5 alloggi/5 lavoro collettivo 29 alloggi 5 cucine/ 10 internet 28 alloggi 3 lavanderie/3 studio/3 lavoro collettivo 70 alloggi 18 cucine/3 video musica 34 alloggi 61 alloggi


via

n°

suoli

funzioni

viale a. filippetti G6

41 35 29 23 21 29 38 25 13 4 41 17 7 5 68 64 65 61 35 29 29 17 16 14 10 8 4 23 21 20 16 14 9 2 1

sc44 sc45 sc46 sc47 sc48 sc49 sc50 sc51 sc52 sc53 sc54 sc55 sc56 sc57 sc58 sc59 sc60 sc61 sc62 sc63 sc63 sc64 sc65 sc66 sc67 sc68 sc69 sc70 sc71 sc72 sc73 sc74 sc75 sc76 sc77

32 alloggi/4studio/4internet/4lavoro collettivo 40 alloggi/10 cucine 44 alloggi/3 video musica/2 lavanderie 34 alloggi/5 cucine 2 lavanderie/6 internet 11 cucine/ 3 video musica 61 alloggi 110 alloggi 33 alloggi/5 cucine 40 alloggi 2 lavanderie/1 studio 43 alloggi 12 cucine/5 studio 2 video musica /9 lavoro collettivo 140 alloggi 3 lavanderie/3 lavoro collettivo /3 internet 8 cucine 75 alloggi 13 studio 8 video musica 7 internet 180 alloggi 22 cucine 2 lavanderie/7 lavoro collettivo 58 alloggi 16 cucine 9 alloggi 50 alloggi 25 cucine 84 alloggi 5 studio/10 internet/ 4 video musica/ 5lavanderie 200 alloggi/5 studio/10 lavoro collettivo 15 cucine/4 video musica 71 alloggi 39 alloggi

viale b.d’este F8_E8

Viale g. galeazzo E8_D8

viale g.d’annunzio D8_C8

viale papiniano C7_B7_B6_A6

viale p.ta vercellina A5

271


via

n°

suoli

funzioni

via g. revere B3

16 12 9 12 24 3 6 10 13 24 22 31 38 46 36 29 27 14 8 16 10 6 10 16 31 22 15 9 2

sc78 sc79 sc80 sc81 sc82 sc83 sc84 sc85 sc86 sc87 sc88 sc89 sc90 sc91 sc92 sc93 sc94 sc95 sc96 sc97 sc98 sc99 sc100 sc101 sc102 sc103 sc104 sc105 sc106

24 alloggi 13 cucine 46 alloggi 2 lavanderie/2 video musica/6 sale 21 alloggi 16 alloggi 19 alloggi 39 alloggi 10 lavoro collettivo/ 5 studio 32 alloggi 17 cucine/4 video musica 25 alloggi 43 alloggi 4 internet 4 internet 24 alloggi 72 alloggi 13 cucine 47 alloggi 2 lavanderie/3 video musica 8 alloggi/15 cucine 20 alloggi 2 internet 2 lavanderie/1 video 77 alloggi 77 alloggi 7 cucine/9 sale 2 video musica/9 lavoro collettivo 23 alloggi

via m.pagano B3 via a. canova B3_B2

via f. melzi d’eril B2_C2

viale douhet C2 viale elvezia C2_D2 viale montello D1

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mappa dello studente

STUDENTS’ MAP 273


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prefabbricazione bidimensionale prefabbricazioen monodimensionale

RIFERIMENTI TECNOLOGICI

prefabbricazione tridimensionale

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“Il problema dello standard è la sua definizione. Un tempo standardizzazione significava industrializzazione, e viceversa. Oggi la standardizzazione è comunicazione funzionale, e viceversa. Il problema dello standard è sviluppare l’interazione, il collegamento con altri standard: l’interfaccia sostituisce la discontinuità. “ Le Corbusier “Non si tratta di standardizzare le case, case piccole, case più grandi o case grandissime; si tratta di standardizzare un sistema di strutture... abbastanza ricco di conseguenze da poter determinare una varietà infinita di piani, rispondere a molteplici modi di vivere, a diversissime concezioni dell’esistenza.” Dietmar Steiner “Lo standard, secondo un pensiero comune, sarebbe nemico dell’individualità e dell’originalità. Eppure oggi assume un nuovo ed esaustivo interesse. Lo standard diviene uno strumento di orientamento tra tutte le soluzioni possibili. O uno strumento di marketing. O un’infrastruttura minima dell’architettura.”

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nuove tecniche costruttive Scomposizione di funzioni e attività, creazione di moduli distinti da disperdere nella città, necessità di utilizzare metodi di costruzione veloci, economici e ripetibili ad ampia scala. Il problema maggiore risulta essere l’adattabilità e la flessibilità di tale sistema, in quanto le nostre cellule si andranno a disporre ogni volta in un sito diverso, con forma e caratteristiche proprie. L’intento principale diventa quello di trovare un metodo di costruzione adeguato di semplice realizzazione, con dei moduli di dimensioni fisse e un sistema di connessione flessibile. La ricerca, naturalmente, non si è basata solo sulle ultime realizzazioni o proposte di standardizzazione, ma un po’ su tutta la storia e lo sviluppo della prefabbricazione, utilizzata ogni volta che vi erano richieste di scomponibilità, facilità di trasporto, impiego economico ed ottimale degli strumenti, per capirne i principi base ed essere coscienti delle sperimentazioni effettuate nel corso degli anni. Non è difficile capire, nonostante le discordanti opinioni che ci sono al riguardo, l’importanza che gli standard hanno rivestito nell’insediamento umano. Dai popoli nomadi risalendo sino all’antichità, le abitazioni e i loro elementi sono sempre stati standardizzati, il mondo della produzione si serviva, ancora prima degli architetti, dell’industrializzazione per la standardizzazione; fino ad arrivare ad assumere una forte importanza durante l’era del movimento moderno, soprattutto nel campo della casa unifamiliare. Partendo dagli inizi dell’800 nell’edilizia residenziale, sotto la spinta dell’emergenza sociale e delle misere condizioni abitative, i passi più importanti nel territorio ancora inesplorato della prefabbricazione, furono compiuti dall’Inghilterra, Francia e Stati Uniti. Dai pochi tentativi di sistemi industrializzati in legno, che si basavano su componenti pretagliati di pochi formati e forniti già confezionati per realizzare case di varie tipologie, si arrivò ad un sistema di case componibili realizzate attraverso l’assemblaggio di pochi pannelli standard e di elementi intercambiabili. Verso fine ‘800 un nuovo campo di sperimentazione fu quello delle costruzioni in calcestruzzo e cemento, anche se si limitavano a fornire elementi costruttivi semplici, che conservavano sembianze tradizionali. Un importante ruolo lo ebbe Walter Gropius, che inseguì durante tutta la sua carriera il sogno della casa prefabbricata industrialmente. I principi tayloristici impiegati da Ford nella produzione di massa di automobili vennero assunti continuamente dagli architetti come un punto di riferimento e come un obiettivo molto ambizioso. Un altro importante passo fu attuato da Hans Fritz, autore del “Sistema costruttivo Mathmah”: una parola composta che indicava l’utilizzo di un elemento costruttivo disegnato matematicamente, assemblato a macchina e formato da cellule di legno. Il progettista prevedeva una serie di elementi costruttivi simili a un gioco di costruzioni, permettendo sfumature e variazioni personalizzate. Nella prima metà del ‘900 un’importanza storica nel campo della produzione anonima e industrializzata di case in serie va ascritta alle imprese austriache Gebr. Bòhler e Vogel & Noot, per le case in serie in acciaio, e alle ditte Kawafag e Wenzl Hartl, per le case in legno. Anche gli Stati Uniti stavano molto avanzando nella ricerca con notevoli influssi in Europa, nonostante non riuscirono mai a raggiungere una proposta di casa prefabbricata di “marca”, risultato forse ottenuto nell’epoca contemporanea. 277


Viollet-le-Duc “ la costruzione è una scienza; è anche un’arte, vale a dire che è necessario al costruttore il sapere, l’esperienza e un sentimento naturale. L’architettura e la costruzione devono essere praticate simultaneamente; la costruzione è il mezzo, l’architettura il risultato. Costruire, per l’architetto, significa impiegare i materiali in ragione delle loro qualità e della loro propria natura, con l’idea preconcetta di soddisfare ad un bisogno con i mezzi più semplici e più solidi; di dare alla casa costruita l’apparenza della durata, delle proporzioni convenienti sottomesse a certe regole imposte dal senso del ragionamento e dell’intuito umano. I metodi del costruttore debbono comunque variare in ragione della natura dei materiali, dei mezzi di cui dispone, dei bisogni che deve soddisfare e della civiltà in mezzo alla quale egli nasce.

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All’interno del contesto italiano degli anni ‘40 risultano interessanti le riflessioni di Banfi Belgiojoso e Peressut, insieme con Rogers e Zanuso, rispetto al tema della “Casa ideale”, quale critica e confronto con i limiti del paradigma funzionalista sulla “casa minima” avviato con il Ciam del 1929. Il periodo è da considerarsi come un decisivo e tragico momento di accelerazione tecnologica. I loro progetti si pongono come intento quello della definizione di un sistema di standardizzazione edilizia che, una volta divenuto patrimonio collettivo, sia in grado di assicurare una qualità individuale della casa. La scelta è quella del rifiuto della metafora macchinista: la ricerca non è fondata sulla definizione della cellula tipo di abitazione, standardizzabile e ripetibile, ma su un sistema di costruzione con un esteso campo di variazioni planimetriche e spaziali, in grado di assicurare la specificità della singola “casa dell’uomo”. La casa standard attuale si differenzia fortemente dai modelli estremamente astratti e teorici propri del modernismo classico. I vantaggi tecnologico-funzionali da soli non sono più determinanti. Ogni offerta e ipotesi deve avere un riscontro concettuale. Attualmente diversi architetti europei stanno sviluppando progetti per “case standard” al di fuori delle strategie di marketing. Il loro interesse è rivolto a nuovi metodi di esecuzione ottimizzati. Tuttavia si recuperano anche proposte degli anni Sessanta. L’avanguardia dell’architettura si interroga sul ruolo della standardizzazione in un contesto sociale e tecnologico più generale, interpretato anche in rapporto al nuovo nomadismo, interpretato in termini di temporaneità. Lo scenario cambia nel corso del ‘900. Durante la seconda guerra mondiale occorrevano spazi temporanei per ospitare le truppe dislocate per diversi anni in territorio nemico; negli anni ’50-’70 si desideravano luoghi per vivere alternativi, spesso legati alla riscoperta del nomadismo, lontani dalla società industrializzata; negli anni ’70, con la crisi energetica ed ambientale, la ricerca tecnologica si indirizza verso esigenze concrete e soluzioni che, sviluppatesi sull’estetica del container, fecero propri i concetti di geometria variabile, ampliabilità, scomponibilità, flessibilità, integrabilità, scomponibilità; verso la fine degli anni ’80 si passa alla progettazione di manufatti temporanei per l’emergenza, cominciando a prendere in considerazione nuovi requisiti, fino ad allora considerati marginali, come quello dell’autocostruzione (“do it yourself”), del riciclo, dell’uso di tecnologie povere, dell’idea di kit da assemblare in sito. Gli esempi e le sperimentazioni nel campo dell’abitazione temporanea e “movibile” sono tanti, da J.J.Oud con la casetta provvisoria, a Jeanneret e Prouvè con l’Emergency Housing, a Rudolph con l’alloggio per studenti sposati, proposte di cellule trasportabili su ruote e ampliabili; o a Shigeru Bau con la Paper Log House, progettata nel 1995 e caratterizzata dall’utilizzo di materiali riciclati e di una tecnologia estremamente povera. Negli ultimi anni la ricerca nel campo della prefabbricazione si è ancora evoluta ed indirizzata al raggiungimento di inedite modalità espressive e di decisi miglioramenti qualitativi. La cura della forma diviene fondamentale: a fianco delle esigenze funzionali si tengono in maggior conto quelle estetiche, alle quali gli utenti finali degli edifici sono diventati più sensibili. Si conferma pertanto l’esistenza di un legame indissolubile fra architettura contemporanea e sviluppo dei moderni processi di concepire la costruzione, il processo edilizio, un modo di pensare il manufatto, il componente e l’edificio come un prodotto industriale. 279


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prefabbricazione tridimensionale

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Murray Grove Hackney_Londra_1999

Cartwright Pickard architect È il primo esempio in Gran Bretagna di edilizia residenziale multipiano di tipo sperimentale, realizzata utilizzando moduli tridimensionali in CFS. L’obiettivo era quello di giungere ad un’innovazione tecnologica che qualificasse il progetto senza costituire però un onere economico. Tutto ciò utilizzando sistemi prefabbricati che garantissero un’effettiva riduzione dei tempi di costruzione e un maggior controllo della qualità del prodotto finale. Lo studio londinese Cartwright Pickard ha stabilito di proporre il sistema costruttivo a moduli tridimensionali CFS, già sperimentato in Scandinavia. L’edificio è costituito da due ali di alloggi accessibili tramite ballatoi disposti su cinque piani. All’angolo formato dai due corpi di fabbrica è collocata una torre cilindrica in acciaio e vetro che ospita la scala, realizzata con moduli prefabbricati ad anello in cemento armato, l’ascensore e l’ingresso principale. Il retro dell’edificio definisce una sorta di corte interna sulla quale si affacciano i balconi dei singoli appartamenti. Considerando il tipo di intervento le unità abitative risultano particolarmente lussuose. Esse sono dotate di un piccolo impresso, una o due camere da letto, bagno, cucina e una zona soggiorno-studio che affaccia sulla corte interna tramite un piccolo balcone. Tutti gli alloggi sono formati da moduli-stanza di dimensione 8x3.2x3 m, prodotti dalla Yorkon. Le unità con una stanza da letto sono costituite dall’unione di due moduli; quelle con due camere da letto hanno un terzo modulo al centro che fornisce la stanza da letto extra e una cucina più ampia. I moduli sono stati consegnati in cantiere già completi di porte, finestre, armadiature, elementi igienici, ecc. Particolare cura è stata posta nella scelta dei materiali, selezionati sulla base delle caratteristiche di durabilità e manutenibilità. I moduli sono

Fg.260-262 Dettaglio della facciata rivestita con tavelle in laterizio idrorepellenti sostenute da sottostruttura in acciaio zincato Vista della corte interna. La facciata è rivestita con pannelli a doghe di cedro rosso di Murray Grove

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stati rivestiti in cantiere con sistemi a secco sostenuti da sottostrutture in acciaio zincato: verso la strada sono stati utilizzati elementi con tavelle in laterizio idrorepellenti, sul lato interno della corte pannelli a doghe di cedro rosso. La copertura dell’edificio è formata da lastre in acciaio inox. I ballatoi esterni, larghi 1.5m sono realizzati in opera con solette in cemento armato di lunghezza pari ai moduli tridimensionali. Agli angoli interni le solette sono fissate ad un profilo scatolare 120x80 mm sostenuto da profili a L 150x90 mm, collegati a loro volta ai moduli. Sul fronte esterno le solette sono chiuse da un profilo a C e sostenute da una fila di otto colonne in acciaio alte quattro piani e controventate da cavi in acciaio inox di 14 mm. Le ringhiere sono bullonate sul profilo a C che chiude le solette in cemento armato. La sequenza delle principali operazioni in cantiere può essere così sintetizzata: consegna e montaggio dei moduli, realizzazione della copertura dell’edificio, montaggio dei ballatoi e dei balconi dei singoli alloggi, applicazione del rivestimento di facciata utilizzando come impalcature i ballatoi, realizzazione del nucleo scala, inserimento degli ascensori. In termini economici l’intervento di Murray Grove è costato circa il 20% in più rispetto allo stesso edificio realizzato con tecnologie tradizionali, ma tale differenza viene compensata dal pronto uso degli alloggi, grazie al consistente risparmio di tempo (30%) conseguito nella fase realizzativa. Gli alloggi sono inoltre risultati soddisfacenti da un punto di vista di isolamento acustico, luminosità, qualità delle finiture, con però alcuni limiti in isolamento termico e ventilazione.

Fg. 263-264 Sollevamento, accostamento,sovrapposizione dei moduli Dettaglio costruttivo della soluzione di chiusura con l’aggancio delle solette in ca di Murray Grove

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Sixth Avenue Apartments_Tang Hall York_ 2002

Cartwright Pickard architect Si tratta della realizzazione di ventiquattro alloggi a budget limitato con il sistema ad elementi tridimensionali in acciaio. L’intervento, promosso in collaborazione con la Yorkshire Housing, è finalizzato a soddisfare la forte domanda di alloggi a prezzi contenuti e non distanti dal centro della città. L’edificio è collocato nella zona residenziale di Tang Hall, in un lotto posto all’incrocio di due strade carrabili di diversa importanza e dimensione. E’ composto da due corpi di fabbrica di quattro piani ciascuno disposti ad L con ventiquattro unità abitative, composte da una, due o tre stanze da letto (compreso un alloggio per utenze speciali), aggregate a ballatoio. L’ingresso principale è posizionato sul retro dell’edificio, in un’ampia area destinata anche a parcheggio. Dalla torre con il nucleo scala-ascensore si raggiungono i diversi alloggi serviti da una serie di passerelle-ballatoi. L’esperienza svolta l’anno prima a Murray Grove ha indotto i progettisti dello studio Cartwright Pickard a ripensare alcune scelte tecniche effettuate in precedenza, allo scopo di contenere ulteriormente i tempi di costruzione. Si è pertanto scelto di utilizzare componenti completamente prefabbricati anche per i ballatoi e i balconi dei singoli alloggi. Questi elementi sono stati assemblati in officina e bullonati in opera alla struttura dell’edificio. I ballatoi, che affacciano sulla corte interna, sono realizzati con una soletta prefabbricata in cemento armato chiusa sul fronte da profili in acciaio sui quali sono collegate le ringhiere con pannelli microforati in acciaio. Lo stesso tipo di ringhiera chiude i singoli balconi il cui calpestio è costituito da doghe di legno sostenute da profilati in acciaio. I progettisti hanno inoltre deciso di utilizzare cellule tridimensio-

Fg. 265-266 Prospetto a sud, le facciate sono rivestite con pannelli dogati di cedro rosso montati a secco di Tang Hall

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nali in CFS di dimensioni maggiori (8x3.6x3 m) rispetto a quelli impiegati nell’intervento di Murray Grove. Tale scelta ha permesso non solo di ottenere spazi abitativi più ampi con un minor numero di moduli, ma anche di ridurre il numero degli allacciamenti impiantistici tra le cellule che formano i diversi alloggi. Anche in questo caso i moduli, realizzati nella vicina azienda Yorkon, sono giunti in cantiere completamente equipaggiati internamente. Tutte le facciate sono rivestite con pannelli dogati di cedro rosso montati a secco, ad eccezione di quelle dei moduli al pianoterra su Sixth Avenue. Questa zona, maggiormente esposta ai fenomeni di degrado, è rivestita con pannellature di tavelle in laterizio. La falda in acciaio del tetto ad unica pendenza sporge in avanti a proteggere i ballatoi e le balconate. La torre scala-ascensore è realizzata con un getto in opera di calcestruzzo armato: una scelta condizionata dagli elevati costi necessari ad attivare una linea di produzione esclusivamente per tale elemento. La torre è chiusa sui lati da lastre di vetro smerigliato montate su telai controventati in acciaio. La sequenza delle principali operazioni in cantiere non si è discostata da quella sperimentata nell’intervento di Murray Grove: un maggior contenimento dei tempi di realizzazione è stato determinato dalla decisione di ottimizzare l’utilizzo dei componenti prefabbricati.

Fg.267 Sollevamento e sovrapposizione dei moduli di Tang hall

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Raines Dairy Stoke Newington_Londra_2003

Allford Hall Monaghan Morris Edificio a sei piani, impianto a T composto da due distinti corpi collegati da passerelle: il corpo principale lungo Northworld Road, e quello ortogonale alla strada collocato sul retro, in un’area destinata a giardino privato. Il corpo che ospita l’ingresso, attraverso il quale si raggiunge il sistema di passerelle, è realizzato con una struttura di acciaio in profilati a caldo. L’edificio è costituito da 61 alloggi comprendenti 8 spazi casa-lavoro al piano terra, che operano da cuscinetti rispetto ai rumori provenienti dal traffico stradale. I 5 piani superiori del corpo lungo Northwold Road ospitano unità abitative con due stanze da letto, mentre quelli del corpo ortogonale sono occupati da alloggi con 3 stanze da letto. Un tipico appartamento da due letti è composto da due moduli completamente arredati (cucina-soggiorno e stanza da letto con bagno) e dispone di due piccole logge, delle quali quella interna, posta all’ingresso dell’alloggio, limita l’introspezione visiva dal ballatoio. Per ottimizzare i tempi di realizzazione è previsto l’utilizzo di moduli in CFS ampi (3,8m di larghezza, da 9,6 a 11,6m di lunghezza) e direttamente integrati con il rivestimento esterno. La facciata su Northworld Road presenta un rivestimento con pannelli in lamiera di zinco muniti di coprifilo necessari a mascherare le connessioni, sostenuti da una struttura metallica collegata ai moduli. Tale materiale, resistente alla corrosione, col tempo si ricopre di un sottile film polveroso di ossido biancastro che, insieme all’alluminio elettrocolorato nelle diverse tonalità di blu, giallo e verde delle porte di ingresso, compone una facciata dai colori particolarmente vivaci. I prospetti laterali e quelli del corpo retrostante sono rivestiti con pannelli in sottili doghe di larice. Il sistema di ballatoio-passerelle sistemato sul retro dell’edificio è composto da solette prefabbricate in cemento armato collegate alla struttura dei moduli. Fg. 268-269 La scelta delle diverse tonalità cromatiche della facciata è opera dell’artista Charlotte Ingle Il corpo che ospita l’ingresso è realizzato con una struttura di acciaio in profilati a caldo, solidale con le solette rampanti delle scale e i pianerottoli in cemento armato di Raines Dairy

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Cocobello_Atelier mobile Monaco di Baviera

Peter Haimerl La vitalità delle città, generata dalla contrapposizione tra immutata sostanza edilizia e vivace attività di strade e di piazze può essere stimolata con la presenza di edifici effimeri come padiglioni o stand commerciali. Ai sensi del regolamento edilizio, Cocobello è un edificio mobile che può essere utilizzato come showroom, posto di lavoro, sala stampa o atelier per artisti. L’ampio e luminoso atelier, sopraelevato rispetto al piano stradale, garantisce un tranquillo luogo di lavoro e, contemporaneamente offre uno spazio dove l’artista al lavoro è esposto come una vetrina agli occhi incuriositi dei passanti. La finalità urbanistica del progetto è quella di creare diversi atelier di questo genere percepiti dagli abitanti come elemento urbano unitario nel territorio. Il prototipo, fino ad ora, è stato allestito come pura superficie espositiva a Rotterdam, a Monaco di Baviera e a Vienna. Il volume concepito come atelier prevede al piano terra una cella sanitari, una cucina e un ripostiglio. L’atelier mobile è composto di tre gusci innestati uno sull’altro con possibilità di scorrimento orizzontale e verticale. Cocobello diventa un container compatto trasportabile con un semirimorchio. Il sistema di sollevamento proprio della struttura è composto di quattro tubolari d’acciaio e consente il carico e lo scarico senza l’intervento di elevatori. Con l’ausilio del medesimo sistema, il container può essere trasformato in un atelier di 42 mq: dalla parte superiore si estraggono, traslandoli lateralmente, due moduli a sbalzo, mentre la parte centrale è traslata sulla verticale e offre possibilità di

Fg. 270-273 Viste interne ed esterne della costruzione di Cocobello

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accesso all’unità. Il comando per il movimento verticale è posizionato al centro della piastra pavimento e consta di due motori. Il movimento verticale è innescato da un motore collocato a soffitto. Per eventuali modelli di dimensioni maggiori di successiva realizzazione, si è previsto di fabbricare i gusci esterni in fibra di carbonio e di movimentarli con un sistema idraulico.

Fg. 274-277 Viste di alcuni dettagli Schema di trasporto e collocamento della cellula sezione di cocobello

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Spacebox_Residenze per studenti Utrecht

Mart de Jong_De Vijf Gli studenti abitano tre stecche molto colorate che ricordano le costruzioni con il Lego. La prefabbricazione, l’economicità e la velocità di realizzazione sono alla base dello “spacebox system”, ideato da Mart de Jong come soluzione temporanea al problema della carenza di alloggi universitari. Le cellule abitative sono realizzate con pannelli sandwich dallo spessore di 9 cm, perfettamente isolati termicamente e acusticamente, disponibili in moltissimi colori primari, composti da diversi strati: rifinitura interna, resistenza al fuoco, pannello multiplo, strato di schiuma isolante e laminato esterno . Ogni cellula abitativa ha una superficie di 19.5 mq (6.5 x 3 m), è alta 2.8 m , pesa solo 2200 kg, in modo da essere facilmente montata e smontata, e può essere assemblata ad altre cellule a formare edifici con altezza massima di tre piani, dotati di scale e corridoi modulari. Queste 234 unità sono state assemblate e rese abitabili in due mesi.

Fg. 278-283 Viste dell’intervento generale Predisposizione degli impianti Collocamento cellule di spacebox

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Casse con forma di case Francia

Algeco Algeco fabbrica contenitori modulari che, anche se spesso si usano in cantieri, servono anche come elementi costruttivi base in numerosi McDonald’s o, recentemente, nel centro televisivo di Roland Garros. Algeco sviluppa un importante programma di case d’aspetto chiaramente moderno. Nel 2004, l’impresa organizzò un concorso d’architettura per studenti, che erano invitati ad immaginare un habitat per l’alloggio individuale a partire dal modulo Algeco. Grandi volumi vetrati, tetti terrazza, contenitori impilati, configurano il risultato del concorso. Il linguaggio abituale delle case da architetto si incontrava così espresso in uno, due, tre livelli. Il contenitore Algeco si poteva scoprire solo nella ripetizione dello stesso volume. Le case saranno considerate come alloggi di bassa categoria. La struttura delle case è metallica, il tetto piano e i materiali utilizzati sono da legno a metallo. Gli aspetti più importanti delle case modulari sono la loro versatilità e la velocità di montaggio. Un modello base si monta in sole 4 ore. Le case sono leggere, per questo possono essere costruite sopra piani finora non utilizzati.

Fg.284-287 Esempi di applicazione del m odulo Algeco Vista interna di una possibile camera da letto Pianta di una possibile camera con bagno di casse con forma di casa

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M House Nantes Francia

Actar Questo progetto è presentato come “un menu” di moduli intercambiabili. Questi moduli, che formano una griglia di 0.90 x 4.50 metri sul suolo, con un’altezza di 2.80 metri, sono il risultato di una sezione strutturale fissa, studiata con attenzione in modo da consentirne l’assemblaggio laterale e verticale complessivo e l’incorporazione successiva di pavimento, facciata e divisori costituiti da diversi materiali e da strutture e colori vari. Possono essere uniti tramite giustapposizione o sovrapposizione ed offrono un numero illimitato di configurazioni basate sulla variazione di un numero limitato di spazi standard e di elementi tecnici flessibili (accumulatori, pareti, sistemi verticali di circolazione…). La configurazione di questa costruzione non è basata solamente sulla scelta di colore e sulla facciata esterna, ma anche sul particolare design degli elementi standard. Il tema della casa catalogo è basato in questo caso su un rapporto fra industria e disegno, destinato a raggiungere a buon mercato e rapidamente sistemi semplici e soluzioni tecniche precise. Questa costruzione, che può essere continuamente cambiata, è anche costituita da una possibile relazione, modificabile nel tempo, col paesaggio.

Fg. 288-290 Concept Viste esterne della possibili combinazioni di M House

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Hotel Bezau_Austria

Kaufmann L’impianto alberghiero, che vanta una lunga tradizione di ospitalità, consiste in un eterogeneo agglomerato di edifici costruiti in momenti differenti (1850, preesistenza di una stazione postale con annessa locanda; 1970, nuovo hotel). L’hotel aveva l’esigenza di un ulteriore volume con camere e sala manifestazioni. La soluzione fu trovata grazie ad una serie di containers prefabbricati che potevano essere impilati l’uno sull’altro. Le camere-cellule per hotel prefabbricate di 7,5 x 4 m, prefinite e con impianti preinstallati, sono state trasportate in cantiere. Solo il muro vetrato del bagno e le rifiniture di legno sono installate in seguito. I box e il tetto sono montati in due giorni, e dopo solo un mese, la costruzione era pronta per ricevere ospiti.

Fg. 291-294 Vista esterna Montaggio cellule Trasporto cellule Schema costruttivo prospettico di Hotel a Bezau

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Edificio per uffici Fellbach

Dollmann+Partner Il progetto creato senza il riferimento di un terreno di costruzione, si definisce su alcune chiare esigenze: costi, tempi di costruzione e superficie. Edificio di un’azienda di servizi per le industrie, consta di una pelle esterna con due facciate opache e due vetrate; le funzioni si distribuiscono su quattro livelli di pianta quadrata di cui i tre superiori organizzati con il medesimo sistema, ma in modo tale che la scala possa girare elicoidalmente. Unità spaziali definite, come la sala riunione o i servizi, sono moduli inseriti nella struttura a scheletro in acciaio. Seguendo la stessa logica si inseriscono solette, pareti e scale. L’uso di materiali presenti sul mercato ha permesso un alto grado di prefabbricazione e quindi di soddisfare le esigenze del committente.

Fg. 295-299 Vista del prospetto principale Prospetto principale schermato Fasi di montaggio Dettaglio del sistema di facciata di Edificio per uffici a Fellbach

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Mokka Prototipo

Baldo Alessandro La proposta tenta di rispondere all’esigenza di avere una casa mobile, adatta ad essere abitata per periodi lunghi, ed in condizioni ambientali anche ostili, dovrà ospitare con dignità almeno una famiglia di 3-4 persone. Per essere rassicurante, il modulo abitativo, dovrà avere nel suo interno, parti fisse funzionali a garantire la preparazione dei cibi e per assolvere ai bisogni fisiologici ed igienici. Dovrà essere facile da installare e da smontare. Dovrà essere economico, quindi un unico modulo dovrà essere sufficiente per rispondere a tutte le esigenze descritte. Il nome MOKkA dato al progetto, è un esplicito riferimento alla macchinetta del caffè. La moka è uno di quegli oggetti capaci di creare un’intimità casalinga in qualsiasi luogo la si usi. Moka diventa sinonimo di semplicità, affidabilità, robustezza e soprattutto usabilità. Mokka è composto da due parti principali, una parte che costituisce il nucleo fisso portante, comprende le pareti superiore, inferiore e le teste. Questa prima parte è costituita da una scocca di lamiera grecata. L’utilizzo del metallo è necessario per garantire, robustezza nella sovrapposizione e durante il trasporto. Questa prima parte del modulo, è ben coibentata, da almeno 10-15 cm di lana di roccia o comunque pannelli ad alto potere isolante. Per quanto riguarda invece i fianchi, sia nella parte fissa che mobile, sono costituiti, da una struttura portante in tubi di acciaio, per la parte fissa, per contribuire alla robustezza del nucleo principale. La parte mobile dei fianchi, ha la struttura portante di tubi di alluminio, incernierati alla scocca principale. I fianchi infine, sono rivestite esternamente da una scocca di vetroresina, coibentate da almeno 10 cm di schiuma poliuretanica.

Fg. 300-303 Possibilità di unione e sovrapposizione dei moduli base Trasformazio_ampliamento del modulo di Mokka

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Temporary mobile living space prototipo

Slog Considerando il problema attuale degli homeless nelle grandi città, la casa mobile progettata dagli Slog cerca di ridurre tale problema, dando ai nomadi un tetto sotto cui stare. La casa è una sorta di scatola, che può essere distribuita in qualsiasi quantità in diverse parti della città. I nomadi provvisti di un luogo dove dormire non dovranno più preoccuparsi di quanto tempo trascorreranno in una città. Provvisti di una mappa troveranno rapidamente anche una “base”, dove potranno lavarsi e prepararsi un pasto caldo. Ciascuna casa individuale consta di tre parti, una base e due moduli per dormire. Questi ultimi sono pensati come elementi mobili, assemblati e completamente indipendenti. Una volta smontati divengono tre unità distinte spostabili come carrelli di trasporto. La forma della “scatola” pensata per due persone, favorisce forme di socializzazione. Presentando nel centro una parte costituita da cucina e bagno, potrebbe diventare anche uno spazio intimo e individuale delle due persone che vi alloggiano. All’esterno sono installate centraline che permettono il rifornimento facile di acqua, elettricità, così come svuotamento dei rifiuti, e contenitori per l’immondizia, senza interferire con la vita ordinaria dei cittadini. La casa scatola, è inoltre fornita di isolamento termico, di riscaldamento a pavimento e termostato, in modo da garantire benessere per tutto l’anno. Durante il trasporto il contenitore è fissato e chiuso con pannelli di alluminio. I due “Nuclei sonno” sono realizzati con materiale di alluminio riciclato facilmente reperibile, in modo da rendere la costruzione economica. All’interno vi è uno strato di legno.

Fg. 304-306 Apertura del contenitore con base e due “nuclei sonno” Apertura e trasporto di un nucleo dove dormire di Temporary mobile living space

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BVMH prototipo

B+V L’unità di BVMH è costituita da una stanza che deve rispondere a due circostanze primarie: la possibilità di essere trasportata e la possibilità di essere usata come dimora permanente. È chiaro, quindi, che la prima condizione è costituita dalle dimensioni ridotte, mentre la seconda da fattori di comfort e intimità, caratteristici di una casa fissa e non di un rifugio provvisorio. L’unità progettata è costituita da un blocco di servizio e da un involucro possibilmente modificabile. Il blocco è strategicamente disposto lontano dal baricentro dell’unità ed è costituito dalla cucina, dal bagno e da due membrane che lo separano dal resto dell’unità, formata da uno spazio per il riposo e da uno per le attività quotidiane. Il modulo base è un prisma rettangolare che risponde alle misure specifiche di un container: 12m di lunghezza x 2.4m di larghezza x 2.8m di altezza. Questo soddisfa l’esigenza di trasportabilità. Quando BVMH arriva si trasforma: due stanze si “spiegano” e cominciano a prendere forma ognuna da una parte diversa del blocco principale. In questo modo viene soddisfatta anche la seconda esigenza, quella dello svolgimento delle attività quotidiane in uno spazio di ragionevoli dimensioni. Poichè il modulo è un oggetto prefabbricato, che il cliente comprerebbe e chiederebbe di ricevere in un luogo specifico, la costruzione dovrà essere un prodotto di totale qualità. Il montaggio dell’unità dovrebbe richiedere poche azioni e dovrebbe essere terminato in officina, così da eliminare quasi completamente le azioni in cantiere. L’idea principale è quindi la riduzione della complessità costruttiva e l’aumento della qualità architettonica. Una volta giunta sul sito specifico, occorrerà soltanto predisporre una base metallica per disporla, collegarla alle reti locali e “spiegare” le parti laterali.

Fg. 307-308 Elementi costituenti il modulo trasporto del modulo stesso di BWMH

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prefabbricazione bidimensionale

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Edificio bancario provvisorio Norimberga

Aml architekturwerkstatt+Loebermann Matthias “Blue Box”, un sistema basato sul modulo di un elemento di dimensioni 3 x 9 m, studiato per offrire uno spazio provvisorio e flessibile, doveva garantire anche per un breve periodo benessere e comfort ai clienti e agli impiegati della banca. Tre moduli sono combinati per creare una singola struttura di 9 x 9 m con una ambiente di altezza di 2.50 m. Tutte le parti dell’edificio, come i pannelli di copertura, i pannelli parete o del pavimento, sono stati realizzati con telai in legno e strato di isolamento, rispettando le normali dimensioni per i trasporti standard. Una finestra della stessa altezza della stanza può essere installata in ogni modulo, con i brise soleil che permettono l’oscuramento. Il sistema è anche usato per il padiglione informativo in un solo modulo.

Fg. 309-313 Viste esterne dell’edificio Dettagli di facciata Schema costruttivo assonometrico di Edificio bancario provvisorio a Norimberga

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Casa tipo Prototipo

Thomas Schwarz_Architeam 4 Le case tipo degli Architeam 4 sono realizzate tramite un sistema costruttivo molto semplice, che parte dalla tradizione delle case di legno dei Grigioni. La struttura prefabbricata di torri massicce e pavimenti e soffitti di legno acquista rigidezze strutturale grazie a tiranti d’acciaio a vista. Sul lato settentrionale della struttura i pannelli sono fissati su un sistema di montanti verticali. Questi ultimi fanno da contenitori per gli impianti verticali che si distribuiscono nelle cavità degli elementi orizzontali. In questo modo tutti gli impianti sono perfettamente integrati. Un’ulteriore qualità di questa concezione è che il parametro esterno è completamente libero da ogni necessità di irrigidimento e da ogni funzione strutturale. Ciò significa che le facciate e le aperture possono essere progettate senza alcun vincolo. Nella facciata le aperture sono finestre con il telaio di larice, le parti chiuse sono pannelli di legno coibentati per pareti. Prefabbricazione, uso di elementi strutturali di legno, aperture sistemate secondo uno schema rigidamente ritmico: il vero aspetto di un “pianoforte solare”.

Fg. 314-316 Vista generale dell’esterno Elementi bidimensionali che arrivano finiti in cantiere Schemi degli elementi verticali_orizzontali separati e assemblati di Casa Tipo di Archteam 4

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Case prefabbricate bifamiliari Vorarlberg

Rummle+Strohle La produzione ottimizzata, l’efficienza, la riduzione dei costi e la produzione su un piccolo numero di piattaforme, stanno alla base del sistema flessibile creato per l’architettura residenziale. In 18 mesi è stato sviluppato il prototipo per una casa bifamiliare a Voralberg. La piastra comune alle abitazioni di diverso taglio è realizzata in cantiere con fondamenta, pilastri e soletta in cemento gettato in opera. Gli altri elementi che costituiscono la casa (l’involucro, il volume e gli impianti) sono standardizzati e prefabbricati. Le pareti esterne in legno sono dotate di porte, finestre in legno e balconi. La facciata con 36 cm di isolamento è protetta da una pelle esterna resistente ad urti e graffi in lastre di resina fenolica. Il giorno del montaggio, si effettua anche la consegna del materiale messo in opera in circa quattro ore. L’intero intervento richiede soli tre mesi. Costruzioni leggere complete di dotazioni e impianti vengono infilate nella struttura. La casa è dotata di un impianto ad area con recupero di calore regolato da un termostato computerizzato, da uno scaldacqua e da un accumulatore solare di calore. Con questo sistema è possibile realizzare anche case a schiera ed edifici multipiano per appartamenti, dotati di individualità data la possibilità del sistema di variare le dimensioni, la facciata , il cromatismo.

Fg.317-323 Viste esterne dell’edificio Trasporto e localizzazione del modulo Fasi di montaggio di Case prefabbricate bifamiliari a voralberg

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Centro Residenziale Nuova Ulm

G.A.S._Shaner A sud di Nuova Ulm, in mezzo a campi coltivati a maggese spiccano preesistenti edifici militari e nuove costruzioni. Ai margini un piccolo agglomerato residenziale al cui centro si trova un gruppo di edifici recentemente costruiti con il sistema LBS progettato in occasione di un concorso per un sistema costruttivo economico ed ecologico. La costruzione modulare con volume minimo permette l’ampliamento individuale dello spazio.

modulo minimo

Fg. 324-327 Viste esterne ombinazioni moduli Schema montaggio di Centro residenziale a Nuova Ulm

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sviluppo del modulo

modulo massimo


Palazzina residenziale Trofaiak_Steiermark

Hubert Riess Nelle vicinanze di Graz, è stato costruito un impianto residenziale composto da due isolati ognuno dei quali definito da due stecche su tre piani che creano un’area verde all’interno. Le scale che tagliano ripetutamente l’edificio sono su entrambi i lati visibili in facciata. La struttura è caratterizzata da un elevato grado di prefabbricazione che vede installati elementi di facciata larghi come un appartamento, collegati tra loro da pilastri in legno. La struttura portante è definita da una tecnologia a setti: tutte le pareti tra gli appartamenti e quelle esterne sono portanti. Anche copertura e scale sono state realizzate in prefabbricato.

Fg. 328-332 Viste esterne dell’intero edificio Viste esterne di parti della facciata Dettagli costruttivi pianta_sezione di Palazzina residenziale a Trofaiak

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prefabbricazione monodimensionale

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Casa d’abitazione unifamiliare Sakurajosui_Giappone

Toyo Ito & Associates Ideata in un quartiere di Tokyo, nell’ambito di un progetto di ricerca sul tema “sistemi modulari in alluminio”. La casa unifamiliare consta di uno scheletro in alluminio, con montanti che possiedono una dimensione di soli 70 mm, dato il profilo cruciforme inscatolato in un tubo di sezione quadra. Il sistema è basato su una griglia di 3.6 x 3.6 m (x 1.8 m in altezza). Sui montanti poggiano profili estrusi di sezione quadra posti a distanza alquanto ravvicinata (300 mm) e costituiscono un reticolato di copertura. All’interno domina il colore caldo del legno usato per mobili, porte e pavimenti.

Fg. 333-339 Vista esterna della casa Viste interne Dettagli tecnologici Schemi costruttivi di Case di abitazione unifamiliare a Sakurajousli

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Modulo abitativo Olching

Bernhard Nickel In un giardino nelle vicinanze di Monaco di Baviera è stato costruito un modulo abitativo con la funzione di proteggere dalle intemperie. Il sistema costruttivo consiste in uno scheletro prefabbricato di montanti e traversi facilmente e a basso costo assemblabile, smontabile ed ampliabile longitudinalmente secondo un modulo quadrato di lato 2,5 mt. Il prototipo si basa su 4 moduli concepiti uno come spazio interno isolato riscaldato dal sole che batte sulla copertura traslucida, due come spazi coperti, l’ultimo come spazio vuoto per un albero di melo.

Fg. 340-343 Veduta esterna del modulo dettagli della struttura in legno Fasi di montaggio_costruzione di Modulo abitativo a Olching

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House in a plum grove Tokyo

Kazuyo Sejima & Associates Gli alberi di prugne in un angolo del quartiere di Setagaya ornavano coi suoi fuori annuali questa zona residenziale dell metropoli giapponese, fino a quando una coppia acquistò il lotto per costruirvi una residenza familiare. Data la scarsità di spazio libero e l’identificazione che i vicini avevano con gli alberi di prugne, la coppia richiese che tali alberi rimanessero, e quindi che la superficie occupata dall’edificio fosse piccola. La seconda richiesta fu che tutti gli spazi della casa fossero comunicanti, come se si trattasse di uno spazio unico. L’edificio è così un prisma di tripla altezza a pianta trapezoidale, che si divide all’interno in 17 stanze connesse l’una all’altra e strettamente dimensionate in funzione delle distinte necessità. La disposizione in altezza del programma implica una gradazione diversa del livello privato degli spazi. Gli spazi di relazione (vestibolo, cucina, sala da pranzo, tatami, insieme ad un servizio e una camera ricavata nell’angolo acuto del trapezio) si trovano al piano terra; la biblioteca, due studi e le camere da letto occupano il primo piano, insieme col vuoto della sala da pranzo; infine, il salone del tè, vincolato alla terrazza, insieme a un bagno e a due nuovi vuoti, costituiscono il secondo livello. Una scala rinchiusa entro quattro pareti, serve i diversi livelli. Nelle partizioni interiori, costituite da pannelli di acero di 16 millimetri di spessore, che costituiscono anche la struttura principale, si sono aperti vuoti di diverse misure come finestre ( anche se non hanno vetri di separazione), in modo che una persona possa parlare dalla sala da pranzo con una che sia nello studio, Con i pannelli dipinti di bianco, la vista dello spazio vicino che si ottiene attraverso ciascun vuoto, appare un dipinto che,

Fg. 344-345 Vista esterna della casa Viste della nicchia letto di House in a plum grove

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sprovvisto di firma, decora la parete. Gli alberi di prugne, sradicati durante la fase di costruzione, sono stati ripiantati insieme ai quattro lati del prisma, in modo che il ciclo naturale degli stessi, contemplato dai nuovi inquilini, non è stato interrotto.

Fg.346-348 Terrazza come una sorta di stanza in piÚ Camera del figlio con pannelli di legno di 16 mm e pareti esterne di 5 cm (dall’esterno:intonaco_lastra d’acciaio_isolante_gesso) pianta del piano terra di House in a plum Grove

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Scuola cantonale Baden

Bruno e Fritz Haller L’impianto, progettato secondo un reticolato di coordinate con possibilità di ampliamento, si trova su un’area divisa in tre settori dai due viali di accesso: nel settore nord si trova l’edificio di Scienze Naturali, in quello centrale gli spazi comuni, le aule e l’amministrazione, in quello a sud la palestra. Lo scheletro portante in elementi assemblabili in acciaio e le superfici di riempimento si basano su un modulo di lato 8 metri è sono conformi alla distribuzione interna dello spazio. La struttura è composta da travi portanti principali poggianti sui pilastri e da un grigliato di travi secondarie. I fratelli Haller hanno indirizzato la loro ricerca su sistemi modulari, sulla variabilità che caratterizza un edificio con tutte le sue parti e sulla reciproca dipendenza di ogni parte dalle altre. Non si tratta solo di progettare uno scheletro portante in acciaio, anche l’interruttore elettrico, la pavimentazione, i soffitti e tutti gli altri elementi dell’edificio devono essere coordinati tra loro; questa è la grande sfida. Lo scheletro strutturale in acciaio può essere usato in facciata. Non ci sono problemi di tolleranza, tutto è omogeneo. L’elemento edilizio viene solo assemblato.

Fg.349-351 Vista interna della scuola Schema strutturale Sistema impiantistico di Scuola cantonale a Baden

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Casa d’abitazione Los Angeles

Helmut Schulitz Nel progetto della residenza dell’architetto sono stati tenuti in considerazione i seguenti criteri e le seguenti esigenze di un nucleo familiare composto da quattro persone: lungo un ripido pendio doveva essere trovata una soluzione costruttiva ingegnosa sia dal punto di vista strutturale che spaziale che permettesse di godere della splendida vista e offrisse spazi comuni. La costruzione ad un piano verso il pendio, a tre verso valle, possiede l’ultimo piano arretrato con un’ampia terrazza. L’ingresso avviene in corrispondenza del piano superiore sul dal lato del pendio. Una scala in acciaio conduce nel soggiorno dove domina un camino libero nel mezzo dello spazio e verso la valle la terrazza. Sullo stesso piano si trovano tre piccole camere da letto e un bagno. Al piano inferiore uno studio per l’architetto e uno spazio gioco per i bambini. La casa, che è stata progettata usando il metodo T.E.S.T., dimostra che l’applicazione diretta dello standard e di elementi prefabbricati, può condurre ad un’alta qualità costruttiva. L’architetto è interessato allo sviluppo e alla coordinazione di subsistemi e di elementi edili, che sono adatti ad una produzione industriale o in serie, in imprese industrializzate specializzate. Egli combina, in maniera differente elementi edili a seconda della struttura portante in acciaio e in legno. Il sistema ottiene una forma funzionale mediante la definizione di elementi e delle relative relazioni, oltre che presentare ricchezza di linguaggio nonostante il minimo impiego di materiali e di energia.

Fg. 352-354 Vista interna dell’abitazione Viste ravvicinate della struttura di Casa d’abitazione a Los Angeles

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Yacht House Esposizioni Londra_Dallas

Richard Horden La casa yacht progettata nel 1983 è stata completamente prefabbricata con elementi prodotti dal settore navale. Secondo Horder un sistema costruttivo è sostanzialmente un prodotto nel quale le nuove tecnologie sono integrate con forme e funzioni. Costruire con sistemi può essere considerato sotto alcuni aspetti un prodotto di design architettonico. Yacht, aerei, astronavi, sono stati creati per l’uomo che sotto un certo aspetto deve “sentirsi a casa”. In questo senso non c’è alcuna differenza con l’architettura tradizionale. E’ molto più importante che architettura e sistema vengano relazionati in un unico contesto che può essere la natura e lo spazio urbano, o anche l’utente stesso e le esigenze dell’utente. Qualsiasi tipo di costruzione può trovare personalità sulle divisioni del pannello nel telaio modulare, così come nel colore, nella luce, nell’opacità, nella trasparenza dei vari elementi.

Fg.355-357 Vista esterna vista del montaggio e dello schema strutturale di Yacht House

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o sole mio Austria

Matteo Thun Si tratta di una casa prefabbricata che nasce da un’attività eccezionalmente sinergica, generata dalla convergenza di più interessi. A Klegenfurt, infatti, opera già da alcuni anni EDD, Europaische Design Depot (Magazzino del Design Europeo): si tratta di una struttura originale e lontana da ogni convenzione, creata da uno studio di design, che ha tra i suoi scopi quello di far incontrare architetti e design di fama internazionale con aziende locali per sviluppare prodotti originali e innovativi. Uno di questi architetti e designer è Matteo Thun, che è anche uno dei padri fondatori dell’EDD, mentre il partner locale è in questo caso la Griffnerhaus, nota per le sue case prefabbricate ecologiche, originali e collocate in una fascia alta di qualità e di prezzo: EDD, Thun e Griffner hanno sviluppato dunque “o sole mio”, un’abitazione prefabbricata di concezione completamente nuova; del team ha fatto parte anche la Buchacher; uno dei più conosciuti ed affidabili produttori di strutture lamellari: questo aspetto è importante perchè il sistema strutturale dell’edificio è totalmente costituito da componenti in legno di questo tipo. L’ossatura strutturale genera un modulo base a due piani dalla superficie di 24 mq, che può essere ampliato per addizioni successive. Chiusa su entrambi i fianchi, con il fronte Nord che raccoglie le acque meteoriche, la casa si apre verso Sud grazie alla copertura a un solo spiovente a forte pendenza e alla facciata a vetri a configurazione variabile, che può essere oscurata per mezzo di lamelle in larice azionabili elettricamente. L’idea alla base del progetto è tanto semplice quanto originale: si tratta infatti di una vera e propria capanna primitiva, creata per la produzione in serie e nobilitata da un designer celebre, la cui esecuzione risulta accurata e ottimizzata dal punto di vista ecologico ed energetico.

Fg.357-359 Vista della facciata con legno lamellare Vista generale del prospetto principale O sole mio

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Casa unifamiliare Kobe_Giappone

Nobuaki Ishimaru Dopo il grande terremoto di kobe s’imponeva un’urgenza primaria. Era necessario costruire rapidamente nuove abitazioni, dato che le semplici case prefabbricate rappresentavano una soluzione provvisoria. Ishimaru ha analizzato le leggendarie “Case Study Houses” americane. Ovviamente il modello non era completamente trasferibile così com’era, a causa delle differenti condizioni climatiche e ambientali, di stile di vita, di scale di valori. Tuttavia offriva spunti di validità universale. Tra questi la priorità attribuita alle più fondamentali funzioni di un’abitazione: il riparo e la sicurezza; la riflessione sui vincoli, per realizzare attraverso di essi uno spazio che non generi abitudini di vita convenzionali ma invece infonda nella vita quotidiana nuovi valori; la realizzazione di questi obiettivi con materiali e tecniche comuni; e infine il fatto di attribuire il raggiungimento di questi obiettivi progettuali alla responsabilità individuale del progettista. Ishimaru ha così sviluppato una tipologia di casa standard che reagisce con flessibilità a condizioni di emergenza prendendo anche in considerazione le esigenze emozionali. E’ la cultura della semplicità abbinata alla tecnologia.

Fg. 360-361 Vista del prospetto Schema dell’assemblaggio della struttura di Casa unifamiliare a Kobe

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Scuola professionale alberghiera Nivillers_Francia

Tectone In un antico impianto con castello del XIV secolo e palazzina di caccia del XVIII sono state integrate una scuola professionale alberghiera e due residenze. Mentre le nuove facciate verso la corte sono completamente vetrate, il fronte sud con gli elementi in laterizio crea una unitĂ materica con le preesistenze. Si tratta di elementi cavi autoportanti in laterizio che offrono rispetto ai materiali tradizionali costi e tempi di posa ridotti, data anche la disponibilitĂ di pezzi speciali. Per il fissaggio alle fondamenta o tra gli elementi sono state usate barre di acciaio in parte montate in opera, in parte giĂ predisposte.

Fg. 362-365 Viste dei due fronti Particolare di facciata Dettaglio pacchetto murario di Scuola professionale alberghiera a Nivillers

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studio in Utrecht BikvanderPol. Rotterdam

Korteknie Stuhlmacher Architecten Leidsche Rijn, l’espansione urbana di Utrecht con i suoi 30.000 appartamenti è la più vasta dell’Olanda. Uno dei tanti progetti realizzati da un team di artisti che hanno partecipato alla progettazione del complesso, è Atelier Haus N19, realizzata per ospitare artisti internazionali a tempo determinato. L’edificio utilizzato anche per manifestazioni temporanee, si colloca tra l’idilliaco paesaggio naturale rigato di canali e terreni a pascolo e l’agglomerato urbano densamente costruito. Pensato come itinerante, è stato realizzato con una struttura in legno rinforzato in profili di acciaio, in dimensioni idonee al trasporto su strada. Gli architetti hanno auspicato ad avere un maggior numero possibile di ambienti ad elevata qualità con luce naturale e sufficienti spazi privati per gli artisti.

Fg. 366-368 Veduta esterna Veduta del fronte Pianta di Studio in Utrecht

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Analisi dei vantaggi e svantaggi delle diverse forme di prefabbricazione, considerazione di sistemi misti. La prefabbricazione tridimensionale, risulta nel nostro caso meno favorevole, in quanto il modulo risulta fin troppo definitivo e assolutamente rigido, ma soprattutto per i problemi di trasporto e innalzamento dei moduli che si possono incontrare a Milano. La prefabbricazione monodimensionale risulta a sua volta troppo dispendiosa da un punto di vista di tempi di montaggio. Ci indirizziamo, cosÏ, verso il sistema bidimensionale. In particolare sul Panel Construction, possibile combinazione strutturale di profili CFS. Tale sistema consiste nell’assemblaggio di parti bidimensionali orizzontali e verticali preassemblate in officina. Le singole pannellature, costituite da una fitta trama di profili collegati e controventati, vengono sollevate e posizionate in sito con l’ausilio di una piccola gru. Gli elementi che formano i solai intermedi sono costituiti da traversine a C o reticolari posti ad interasse variabile da 40 a 60 cm, sulle quali vengono posizionati gli elementi necessari al completamento. Tale metodo costruttivo permette un facile trasporto delle parti componenti il modulo, permette flessibilità di costruzione e velocità di montaggio. 321


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MODULO ABITATIVO 2.0 concept scelte tipologiche scelte tecnologiche

alloggio per l’individuo/coppia di individui 323


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identificazione dell’oggetto

300

= 300

780

superficie 20m2 Gr. 25 Dimensionamento modulo abitativo

cubatura 50m3

Modulo abitativo_componente prima del sistema abitativo. Cellula madre da cui generare spazi protesi e complementari. Un ambiente in cui l’individuo tutela la sua privacy, assolve le attività intime del riposo e della cura del corpo, spazio dei sentimenti e delle emozioni. La dimora tradizionale ricostituita nei suoi elementi fondamentali, ridotta agli spazi minimi del risiedere nella definizione di un ambiente qualitativamente confortevole. Volume minimo in cui le componenti strutturali divengono componenti funzionali, in cui il dimensionamento degli impianti diviene matrice per la definizione formale dei componenti fissi della dimora. Non una residenza scomposta in microspazi isolati ma un ambiente fluido nel quale l’individuo recupera la sua dimensione intima e profonda, nel quale l’individuo definisce modi, tempi d’uso personali. Spazio del quotidiano, per lo svolgimento delle funzioni primarie. Spazio intimo inserito nel tessuto urbano quale cellula autonoma. 325


modulo e matrice urbana

Modulo abitativo dimensionato in funzione di una matrice standard 60x60, definita in relazione ai moduli funzionali dell’abitare umano, ai dimensionamenti antropomorfici legati ai gesti dell’individuo, alle posture che assume all’interno dell’ambito domestico. Matrice che si sviluppa in un involucro [300x780x300], che accoglie al suo interno gli ambienti dell’abitare in rapida scansione spazio temporale. Non soglie fisiche ma cambiamenti percettivi, sensoriali dell’ambiente interno definiscono il passaggio a modi diversi dell’abitare. Modulo e suolo. Individuazione di un dimensionamento capace di adattarsi alle configurazioni del suolo. Un terreno specifico, costituito dalle coperture della città, che diviene matrice di appoggio e sviluppo del nuovo principio insediativo. Dimensionamento della cellula in relazione ai caratteri morfologici dell’edificato della città; la profondità media dei corpi di fabbrica di 10-12metri, in funzione dei principi del doppio affaccio, diviene vincolo alla configurazione dei nuovi spazi domestici. Il modulo si dispone sulla nuova matrice urbana attraverso un principio di adattabilità, gli elementi di connessione, le aperture verso la città divengono ambienti specifici dell’abitare che si dilatano o contraggono in relazione alle specifiche conformazioni del suolo. Elementi appendice capaci di ricomporre un quadro unitario, un piano continuo su di una matrice urbana che assume dimensioni specifiche e puntuali. Protesi dell’abitare che divengono filtro tra l’involucro interno e la scena urbana, filtro tra l’involucro e gli spazi di percorrenza, diviene elemento di socialità e comunicazione, mediazione tra il privato e il pubblico.

Gr. 26 Colocazione modulo abitativo

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modulo e matrice funzionale

Modulo abitativo, cellula autosufficiente del nuovo principio insediativo viene scomposta teoricamente in quattro componenti, aree che assumono specifici ruoli funzionali ma che si dispongono unitariamente e complementariamente lungo la superficie interna. Area della convivenza e dello studio_l’ambiente di introduzione alla scena domestica diviene luogo dell’incontro e del dialogo, ambiente della lettura e dello studio composti. Area del nutrimento_ componente minuta del risiedere disperso, mentre il nucleo vero e proprio del ristoro diviene elemento autonomo separato dalle unità abitative, in essa rimane un accenno al focolare domestico quale ambito della preparazione della colazione e conservazione di bevande e beni accessori. Area del benessere_ intreccio con l’ambiente del ristoro si scompone per elementi fissi della scena domestica. Componenti specifiche che divengono punti di definizione spaziale. Colonna doccia e lavabo si dispongono quali elementi fissi sul piano libero del modulo, il servizio viene compreso nella parete tecnologica che si sviluppa continua, longitudinalmente. Area del riposo_ costituisce il rifugio più intimo e riservato dell’abitare, spazio più interno e protetto della dimora, ambiente del sonno. Comprende al suo interno l’ambito per la dispersione e contemplazione , il rilassamento.

Gr. 27 Aree funzionali modulo abitativo

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modulo e matrice strutturale

Modulo abitativo quale elemento autoportante generato da un piano verticale e una superficie orizzontale. Struttura a secco che definisce un volume complesso e strutturalmente in equilibrio attraverso l’incastro con i moduli adiacenti. Il nuovo principio insediativo prevede la disposizione di una matrice, di un piano omogeneo che delimita i confini tra tessuto esiste e nuovo intervento, una superficie orizzontale che si pone quale mediazione tra struttura portante complessiva e singoli moduli abitativi autoportanti. Il piano tecnico costituisce l’intercapedine tra l’edificato esistente e il nuovo piano generatore. Spazio della manutenzione. Consente un accesso sicuro per i tecnici degli impianti idrici ed elettrici e per gli interventi di ordinaria manutenzione. Volume con un’altezza media di 150cm. Elemento che consente di generare una matrice architettonica omogenea e discreta, interruzione dell’edificio sottostante. Filtro di mediazione e separazione tra il nuovo intervento ed il tessuto urbano in cui si inserisce. Scomposizione del modulo abitativo in due macrocomponenti strutturali: Piano orizzontale: piano degli impianti, intercapedine dell’isolamento. Modulo verticale: definito da due parti: una componente strutturale esterna e una componente funzionale interna. Le due componenti, orizzontale e verticale, definiscono il modulo abitativo nella sua completezza nel momento in cui vengono legate, con nodi tecnologici specifici, agli elementi verticali e orizzontali adiacenti; incastri strutturali a secco, nodi tecnici predisposti con incastri specifici che consentono l’ancoraggio statico dei pannelli orizzontali e verticali, definendo volumi interni omogenei e tecnologicamente corretti per le unità abitative, fornendo il giusto grado di isolamento e comfort microclimatico interno. Gli elementi di chiusura hanno la funzione di delimitare gli spazi interni da quelli esterni, di contribuire al controllo microclimatico, degli scambi di calore tra interno ed esterno e al quadro illuminotecnico degli spazi. Gr. 28 Schema elementi strutturali del modulo

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componente orizzontale Volume tecnico che svolge una funzione portante [trave IPE100]; è predisposto per l’alloggiamento degli impianti di riscaldamento ed elettrico. Funzione di separazione e isolamento di due cellule, costituisce la copertura superiore del modulo e diviene matrice del piano di calpestio della cellula soprastante. Il piano orizzontale della cellula viene definito da elementi bidimensionali montati a secco e preassemblati per parti. I piani costituiti da pannelli di 60cmx300cm vengono disposti in successione fino a generare la matrice di 300x780cm [composizione: 12 pannelli 60x300 e due pannelli di chiusura 30x300 che si pongono a cornice del modulo abitativo]. Sul pannello strutturale, che costituisce anche la copertura superiore della cellula inferiore, viene disposto il pacchetto di isolamento e impianto di riscaldamento, vengono inserite le canaline e i nodi tecnici dell’impianto elettrico e infine viene posizionata la pavimentazione. Livello 01: [Panel construction Panel Construction: assemblaggio di parti bidimensionali orizzontali preassemblate in officina. Le singole pannellature, costituite da una fitta trama di profili collegati e controventati, vengono sollevate e posizionate in sito con l’ausilio di una piccola gru. Gli elementi che formano i solai sono costituiti da travi IPE100 posti ad interasse variabile di 60 cm, sulle quali vengono posizionati gli elementi necessari al completamento. Livello 02: [chiusura superiore cellula inferiore. Ancoraggio del sistema di finitura per pannelli del modulo inferiore. Livello 03: [membrana bituminosa con rivestimento in tessuto polipropilenico_ BITUVER-DECOTEX. Membrana bitume-polimero Bituver POLIMAT-TEX 4PH dallo spessore di 4mm armata con un tessuto non tessuto di poliestere da filo continuo, con flessibilità a freddo -10°C. La membrana sarà fornita di trattamento superficiale “DECOTEX” consistente nell’applicazione sulla faccia superiore di uno speciale tessuto polipropilenico]. Livello 04: [l sistema di riscaldamento Sistema a pavimento realizzato con tubi radianti collocati all’interno del vano tecnico orizzontale. Distribuzione uniforme della capacità radiante dell’impianto con possibilità di diversificare il funzionamento nelle differenti aree del modulo abitativo (area del riposo/del Benessere/del nutrimento/studio). L’impianto di riscaldamento si appoggia su di una centrale termica colloca nel vano impiantistico collocato alla base di ogni intervento puntuale. 329


Scelta di un impianto che consentisse il raggiungimento di temperature confortevoli, senza l’ingombro dei comuni radiatori. Scelta di un impianto a pavimento anche in relazione al risparmio energetico ottenuto rispetto ai tradizionali sistemi di riscaldamento [10%-15%] il trasferimento di calore dal massetto riscaldato dal tubo all’ambente del modulo, avviene per irraggiamento, questo processo genera una stratificazione del calore tra pavimento e soffitto; in cui la temperatura è più alta vicino al pavimento e diminuisce in prossimità del soffitto. Questo genera l’avvicinamento alle condizioni ottimali di benessere termico.] Livello 05: [Impianto elettrico. Predisposizione, all’interno del vano tecnico orizzontale, tramite specifiche forature della trave IPE100, della canalizzazione e degli elementi di connessione per l’impianto elettrico; predisposizione di asole tecniche per la connessione della canalizzazione verticale predisposta nei pannelli e il sistema a pavimento.] Livello 06: [Pavimentazione. Pannelli di chiusura del vano tecnico inferiore realizzati mediante un sistema di pavimentazione galleggiante che consente un processo di manutenzione e ispezionabilità rapido e costante. Pannelli fissati su appoggi collocati ad un interasse di 60cm. I pannelli sono realizzati in linoleum, silicone e materiali plastici. Le materie plastiche sono meravigliose: sono le materie create dall’uomo per l’uso dell’uomo. Le materie plastiche sono le materie tecniche che hanno finalmente le prerogative dell’uso dell’uomo, forme (tutte le forme), colori, (tutti i colori), dimensioni (tutte le dimensioni occorrenti), plasticità, formati, modellabilità, incombustibilità, rigidità o no, trasparenza o no, resistenza... Gio Ponti_Amate l’Architettura]

componente verticale La componente verticale del modulo si compone di livelli distinti: Una parte tecnologico-strutturale caratterizzata da pannelli preassemblati e autoportanti che definiscono il limite esterno della cellula e generano la scansione interna della parete attrezzata. Una componente funzionale e formale costituita dai componenti del modulo che determinano la scomposizione per funzioni della cellula stessa. Componente 01: [Parete tecnica realizzata per pannelli bidimensionali CFS Panel Construction: assemblaggio di parti bidimensionali orizzontali e verticali preassemblate in officina. Le singole pannellature, costituite da una fitta trama di profili collegati e controventati, vengono sollevate e posizio330


nate in sito con l’ausilio di una piccola gru. Il sistema panel construction viene realizzato secondo il tipo Platform, in cui la struttura è costruita piano per piano, così che ogni livello serve da piattaforma di lavoro per la realizzazione di quello superiore, e le pareti portanti sono interrotte a livello del piano e i solai appoggiano direttamente sulle pareti stesse. Il sistema prevede l’impiego di profili in CFS ottenuti da coil in acciaio galvanizzato con spessori che vanno da 0,4 a 3,5 mm (gli spessori più utilizzati sono quelli che vanno da 1,2 a 2,4 mm). I profili sono collegati tra loro in azienda o in cantiere con bulloni, chiodi, viti o tramite la clincatura, deformazione plastica della lamiera effettuata in officina con punzonatrice idraulica che, premendo su una delle lamiere, la fa espandere in quella sottostante bloccandola saldamente e lasciando intatto lo strato protettivo anticorrosione della lamiera stessa. La struttura portante svolge anche la funzione di sottostruttura di sostegno dell’involucro esterno ed interno. La vicinanza dei montanti verticali delle pareti e la varietà della loro morfologia permette infatti un diretto montaggio a secco di pannelli esterni ed interni. Gli elementi di chiusura e tamponatura sono pannellatture in abet laminati: pannelli di finitura esterna realizzati con moduli 3050x130, colori e decorazione scelti in relazione al contesto specifico. Laminati specchiati e opalescenti che intercettano la luce sulle loro superfici metalliche. Gli impianti trovano alloggio nelle intercapedini verticali. Utilizzando un sistema di allineamento e calibratura si sovrappongono successivamente le cellule dei piani superiori che vengono collegate a quelle del livello sottostante tramite appositi perni guida e piastre distanziatici in acciaio. I moduli forniscono un elevato livello di isolamento acustico in quanto ognuno costituisce una cellula indipendente. La presenza di profili perforati in corrispondenza degli angoli del modulo permette il collegamento anche in orizzontale. La struttura modulare dell’intervento consente di collocare gli impianti all’interno delle pareti e in cantiere si provvede solo all’allacciamento tra i diversi moduli. Terminato il montaggio e il collegamento dei moduli si procede alla messa in opera del rivestimento esterno e alla realizzazione delle opere accessorie. Si assiste quindi ad un’integrazione tra elementi costruttivi ad alto grado di precisione e ad elevato standard qualitativo (moduli tridimensionali), con prodotti e sistemi versatili e adattabili ai diversi contesti, anche con tecniche tradizionali (elementi di completamento). Tale integrazione è sicuramente percepita come valore aggiunto in quanto capace di conciliare la richiesta di un alloggio ad alte prestazioni abitative con l’offerta di un “prodotto-casa” da un punto di vista formale il più possibile lontano dall’estetica del container. Componente 02_ [Chiusure verticali trasparenti. Infissi vetrati a tutta parete, fissi o con possibilità di apertura a portafinestra apribile con scorrimento su guide orizzontali , infissi vetrati scorrevoli con conformazione a finestra, realizzati con telai fissi in alluminio; a taglio termico dotato di vetrocamera di sicurezza realizzato con vetri interni ed esterni di tipo accoppiati 5+5mm. finestre e portefinestre in alluminio-legno:serramenti eseguiti con profililati in alluminio-legno costituiti da allu331


minio verniciato e legno massello interno, tipo ramino, trattato con tinte impregnanti. Spessore profili 80mm a tagliafuoco. Profili a giunto aperto. -controtelaio da fissare a secco ai pannelli CFS in lamiera zincata sendzimir spessore 8-10/10 con traversi a incastro. -telaio perimetrale: in lega di alluminio 6060-T5 secondo NORMA UNI9006/1 con profili unificati per camera europea con sistema di tenuta a giunto aperto con guarnizione centrale inEPDM. -traverso superiore con sede con aggancio continuo del profilato di falso telaio. -traverso inferiore con asole protette per il drenaggio dell’acqua. Telai mobili. In lega di alluminio 6060-T5 secondo Norma UNI9006/1 con profili a sezione tubolare e guarnizione supplementare di tenuta interna. -profili con fermavetro a scatto. -sistema a taglio termico in cui la separazione dei profili avviene con barrette di poliammide. vetro base con camera 4/12/4 posto in opera con guarnizione interna ed esterna in EPDM. Componente 03_ [componenti funzionali_parete tecnologica. Una seconda componente interna al modulo definisce la scansione per ambienti dello spazio interno generando una parete attrezzata lungo tutta la sezione longitudinale che contiene elementi tecnici e servizi, elemento del servizio sanitario, blocco cucina.. Parete tecnico-funzionale del modulo che diviene componente strutturalefunzionale e formale dell’unità abitativa. Configurazione degli elementi attraverso superfici lisce e continue realizzate con piani omogenei e monocromatici in corian. Corian è un composito avanzato formato da minerali naturali e polimeri acrilici di elevata purezza. Non poroso, privo di giunzioni visibili, è un materiale che si mantiene pulito con facilità. Sopporta senza problemi usi e abusi quotidiani tipici degli ambienti della preparazione alimenti e si mantiene come nuovo per anni e anni, senza particolari trattamenti di manutenzione. Corian aiuta a conferire elevata qualità e funzionalità al modulo ridotto della “cucina” inserito nel cellula quale spazio di preparazione del caffè, conserva di bevande e piccoli alimenti. Igienico e di facile manutenzione si adatta agli ambienti del bagno scomposti nel modulo per elementi verticali [doccia-colonna lavabo- servizio] Igienico: essendo un materiale non poroso, muffe e batteri non trovano appigli. Corian significa pulizia e igiene. Ripristinabile: le superfici in Corian sono rinnovabili, ciò vuol dire che si possono riportare all’aspetto originale con l’aiuto di un detersivo e di una spugnetta non abrasivi. Con questo sistema si rimuovono, per esempio, le bruciature causate da sigarette. Normalmente sono riparabili i danni dovuti a uso improprio del materiale. Ripristinabilità e durevolezza rendono Corian un materiale intrinsecamente eco-compatibile. 332


montaggio 0re 0 tempo 01

montaggio modulo

ora 3

tempo_01

predisposizione dei tracciati sul piano della cellula sottostante [pacchetto tecnologico degli impianti elettrico e di riscaldamento

tempo 02 tempo 03

tempo_02

ancoraggio dei pannelli verticali alla struttura orizzontale. elementi autoportanti della cellula, preassembati in fabbrica e montati con tecnica a secco in cantiere

ora 9

tempo 04 tempo_03

montaggio dell’impianto idrico tempo_04

montaggio delle componenti fisse della parete tecnologica. ancoraggio degli elementi premontati del blocco doccia e della colonna-lavabo.

ora14

tempo_05

montaggio degli elementi di chiusura verticale. ancoraggio infissi montaggio dell’elemento di chiusura superiore: pacchetto tecnologico orizzontale predisposto per l’alloggiamento degli impianti; elemento autoportante

tempo 05

montaggio modulo completo ora24

tempo_06

collocamento dell’elemento di chiusura verticale della cellula attraverso il montaggio del modulo adiacente, o con il collocamento di un pannello di chiusura in caso di inserimento di un unico modulo abitativo

tempo 06

Gr. 29 fasi di montaggio del mdulo abitativo

ora48

333


01/unloading the container_ Gr. 30 Kit di montaggio modulo abitativo

334

02/ opening up the kit-house_

03/assembilg the element_

04/fueling the house


modulo_abitabilità Definire una nuova modalità dell’abitare, del risiedere, implica un confronto, un dialogo, con i tradizionali sistemi che si sono insediati nella società. Il risiedere in dimore confortevoli e spaziose, all’interno di un nucleo familiare espanso, in dimore di mille stanze piccole, medie, grandi, contorte e spaziose, affollate di individui, deserte. Insediare un nuovo principio dell’abitare implica un confronto con la società, con l’individuo specifico che abiterà il nuovo territorio; tempi della vita, caratteristiche del risiedere intimo e della socialità. Nuova dimensione dell’abitare. Uno spazio omogeneo, fluido, in cui le attività si susseguono e intrecciano: ambito dello studio e della conversazione ambito del ristoro area del benessere area del riposo. Scansione del modulo in quattro ambienti nei quali l’individuo ricostituisce la propria personalità. Spazi intimi del vivere quotidiano. La dimensione domestica ha assunto nuove dimensioni: minute ridotte, dedicate al singolo o la coppia di individui. Spazi quali rifugi dell’abitare domestico. Separazione delle necessità del giovane individuo: ambito della collettività ambito del privato Volontà di generare involucri intimi e protetti, di dimensioni minime, in cui la vita si potesse insediare con alti standard qualitativi 335


Volontà di generare insediamenti economicamente accessibili. Spazi e standard nel rispetto di un equo canone di locazione capace di contrastare il mercato immobiliare privato, della speculazione. Generare un’unità abitativa autonoma, non la residenza tradizionale studentesca ma microcellulle disperse nel tessuto metropolitano. Microspazi dell’individuo intrecciati in una rete di connessioni e servizi nella città. Un nuovo modo del risiedere innovativo, che recupera i vuoti della città dimenticati. Un sistema insediativo che, attraverso moduli minimi dell’abitare si insedia nel tessuto storico della città. Nuova qualità della vita, nuovi spazi per lo studente universitario.

336


Fg. 370-372 pianta e szioni del modulo (alle pagine 335-337)

337

ambiente della convivenza/studio

ambiente del nutrimento

ambiente del benessere

ambiente del riposo


338


CORSO GARIBALDI

3.0

concept scelte tipologiche scelte tecnologiche scelte formali

residenze per l’individuo/vuoti urbani 339


340


identificazione della matrice

corso Garibaldi

porta Garibaldi

piazza Duomo

Gr. 31 collocazione corso Garibaldi

Zoom su Corso Garibaldi, uno degli assi radianti preso in analisi, prolungamento di un importante asse viario, che, passando per Porta Garibaldi, entra all’interno della seconda cerchia di mura di Milano e, trasformandosi in Via Mercato e Via Broletto, giunge in Piazza Mercanti e direttamente in Piazza Duomo. Corso Garibaldi risulta una via fortemente stratificata, con edifici di varie epoche, da edifici storici a popolari a razionalisti. Reso pedonabile da pochi anni, offre viste e momenti di sosta differenti, ampliandosi e stringendosi nella sua larghezza, muovendosi nel suo percorso grazie alle notevoli rientranze e sporgenze, che si traducono in momenti intimi o in edifici che spezzano le visuali e acquistano maggiore importanza. Ricco di storia, presenta diversi tipi di fessure e squarci: da aree bombardate, a tagli tra prospetti di edifici differenti, a evidenti vuoti in alzato, a muri lasciati bianchi, senza aperture, sfondo a aree di riposo o supporto per manifesti pubblicitari. 341


Ad ogni vuoto, a seconda delle sue dimensioni e cubature, viene assegnata una funzione, garantendo la formazione di un intero sistema lungo Corso Garibaldi. Gli spazi in alzato piÚ grandi vengono occupati dalle cellule alloggio, mentre i minori da sale internet, studio, lavoro collettivo o da cucine. I vuoti a terra divengono solitamente sale video/musica e lavanderie, funzioni spesso accoppiate in quanto lo spazio relax dove ascoltare musica diviene anche il luogo d’attesa, dove aspettare che la lavatrice finisca il lavaggio. gr. 32 assegnazione funzioni a vuoti urbani

342


CONOSCENZA/STUDIO/CONNESSIONE area11-sapere collettivo-laboratori-wirezone-comunicarzione

dispersione dell’oggetto

MANGIARE/BERE/DIALOGARE

area12-nutrimento-preparazione

alimenti-conversare-comunicare

ABITARE/RISIEDERE

area13-riposo-cura del corpo-individualità

ABITARE/RISIEDERE.

ABITARE/RISIEDERE

area01-riposo-cura del corpo-individualità

area14-riposo-cura del corpo-individualità

CONOSCENZA/STUDIO/CONNESSIONE area15-sapere collettivo-laboratori-wirezone-comunicarzione

MANGIARE/BERE/DIALOGARE.

MANGIARE/BERE/DIALOGARE

area02-nutrimentopreparazione alimenti-conversare comunicare

area16-nutrimento-preparazione alimenti-conversare-comunicare

ABITARE/RISIEDERE area17-riposo-cura del corpo-individualità

ABITARE/RISIEDERE area18-riposo-cura del corpo-individualità

ABITARE/RISIEDERE area03-riposo-cura del corpo-individualità

PROIETTARE/ASCOLTARE area04-riproduzione del suono-ascolto-visione-sensazioni ABITARE/RISIEDERE

area05-riposo-cura del corpo-individualità

PROIETTARE LAVARE/STIRARE area08riproduzione del suonoascoltovisionesensazioni

MANGIARE/BERE/DIALOGARE alimenti-conversare-comunicare ABITARE/RISIEDERE area07-riposo-cura del corpo-individualità CONOSCENZA/STUDIO/CONNESSIONE area06-nutrimento-preparazione

area19-sapere collettivo-laboratori-wirezone-comunicarzione

ABITARE/RISIEDERE

area09-riposo-cura del corpo-individualità

ABITARE/RISIEDERE

area10-riposo-cura del corpo-individualità

ABITARE/RISIEDERE area20-riposo-cura del corpo-individualità

CONOSCENZA/STUDIO/CONNESSIONE area11-sapere collettivo-laboratori-wirezone-comunicarzione

MANGIARE/BERE/DIALOGARE

area12-nutrimento-preparazione

alimenti-conversare-comunicare

343


Catalogo vuoti/funzioni

Fg. 373 Corso Garibaldi

344


Gr. 33 Area 001

Collocazione:quadro sinottico:E1_ mappa urbana civico n°117_ corso garibaldi:area 01

ar 001 367m2 1284m3

unità abitativa. modulo 3x7.8x3h_collocazione 20 unità su ogni livello. 20unità disposte su di un livello

20m²[3x7.8] 345


Collocazione:quadro sinottico:D1_ mappa urbana civico n°109_ corso garibaldi:area 02

Gr. 34 Area 002

ar 002 192m2 672m3

unità ristoro. modulo 4.5x5x3h_collocazione 9 unità su ogni livello. 9 unità disposte su di un livello

ogni singola unità

21m² 346


Gr. 35 Area 003

Collocazione:quadro sinottico:D2_ mappa urbana civico n°93_ corso garibaldi:area 03

ar 003 460m2 1610m3

unità abitativa. modulo 3x7.8x3h_collocazione 25 unità su ogni livello. 25unità disposte su di un livello

20m²[3x7.8] 347


Gr. 36 Area 004

Collocazione:quadro sinottico:D2_ mappa urbana civico n°61_ corso garibaldi:area 04

ar 004 10m2 190m3

unità video modulo 4.5x6x3.5h_collocazione 2 unità su 5 livelli. 2 unità disposte su 5 livelli

ogni singola unità

25m² 348


Gr. 37 Area 005

Collocazione:quadro sinottico:D2_ mappa urbana civico n°62_ corso garibaldi:area 05

ar 005 665m2 6982m3

unità abitativa. modulo 3x7.8x3h_collocazione 16 unità su ogni livello. 48unità disposte su 3 livelli

20m² [3x7.8] 349


Gr. 38 Area 006

Collocazione:quadro sinottico:D2_ mappa urbana civico n°48_ corso garibaldi:area 06

ar 006 72m2 252m3

unità ristoro modulo 4.5x5x3h_collocazione 3 unità su ogni livello. 3 unità disposte su di un livello

ogni singola unità

21m² 350


Gr. 39 Area 007

Collocazione:quadro sinottico:D2_ mappa urbana civico n°46_ corso garibaldi:area 07

ar 007 83m2 290m3

unità abitativa. modulo 3x7.8x3h_collocazione 4 unità su ogni livello. 4 unità disposte su un livello.

20m²[3x7.8] 351


Gr. 40 Area 008

Collocazione:quadro sinottico:D2_ mappa urbana civico n°35_ corso garibaldi:area 08

ar 008 31m2 480m3

unità video/lavanderia modulo video 4.5x6x3.5h_collocazione 2 unità su 2 liv.. modulo lavanderia 3x6x3.5h_collocazione 2 unità su 2 livelli 4 unità disposte su 4 livelli

20m² 352

25m²


Gr.41 Area 009

Collocazione:quadro sinottico:D2_ mappa urbana civico n°28_ corso garibaldi:area 09

ar 009 351m2 1228m3

unità abitativa modulo 3x7.8x3h_collocazione 13 unità su ogni livello. 13unità disposte su di un livello

20m2[3x7.8] 353


Gr. 42 Area 010

Collocazione:quadro sinottico:D2_ mappa urbana civico n°24_ corso garibaldi:area10

ar 010 205m2 717m3

unità abitativa modulo 3x7.8x3h_collocazione 11 unità su ogni livello. 11unità disposte su di un livello

20m²[3x7.8] 354


Gr. 43 Area 011

Collocazione:quadro sinottico:D3_ mappa urbana civico n°18_ corso garibaldi:area11

ar 011 280m2 980m3

unità studio/internet modulo 4x8x3.5h_collocazione 7 unità su ogni livello. 7 unità disposte su di un livello

ogni singola unità

30m² 355


Gr. 44 Area 012

Collocazione:quadro sinottico:D3_ mappa urbana civico n°15_ corso garibaldi:area 12

ar 012 86m2 301m3

unità ristoro modulo 4.5x5x3h_collocazione 4 unità su ogni livello. 4 unità disposte su di un livello

21m² 356


Gr. 45 Area 013

Collocazione:quadro sinottico:D3_ mappa urbana civico n°2_ corso garibaldi:area 13

ar 013 138m2 1499m3

unità abitativa modulo 3x7.8x3h_collocazione 4 unità su ogni livello. 12unità disposte su 3 livellli

20m² [3x7.8] 357


Gr. 46 Area 014

Collocazione:quadro sinottico:D3_ mappa urbana civico n°26_ via mercato vetero:area 14

ar 014 138m2 966m3

unità abitativa modulo 3x7.8x3h_collocazione 4 unità su ogni livello. 4 unità disposte su un livello

20m² [3x7.8] 358


Gr. 47 Area 015

Collocazione:quadro sinottico:D4_ mappa urbana civico n°21_ via marcato vetero:area 15

ar 015 65m2 682m3

unità studio/internet modulo 4x8x3.5h_collocazione 2 unità su ogni livello. 6 unità disposte su 3 livelli

ogni singola unità

30m² 359


Gr. 48 Area 016

Collocazione:quadro sinottico:D4_ mappa urbana civico n°18_ via mercato vetero:area 16

ar 016 64m2 448m3

unità ristoro modulo 4.5x5x3h_collocazione 3 unità su ogni livello. 6 unità disposte su 2 livelli

ogni singola unità

21m² 360


Gr. 49 Area 017

Collocazione:quadro sinottico:D4_ mappa urbana civico n°13_via mercato vetero:area 17

ar 017 61m2 427m3

unità abitativa modulo 3x7.8x3h_collocazione 3 unità su ogni livello. 6 unità disposte su 2 livelli

20m²[3x7.8] 361


Gr. 50 Area 018

Collocazione:quadro sinottico:E3_ mappa urbana civico n°12_ via mercato vetero:area 18

ar 018 287m2 2009m3

unità abitativa modulo 3x7.8x3h_collocazione 15 unità su ogni livello. 30unità disposte su 2 livelli

20m² [3x7.8] 362


Gr. 51 Area 019

Collocazione:quadro sinottico:E5_ mappa urbana civico n°5_via broletto:area 19

ar 019 169m2 676m3

unità studio/internet+lavanderia m. studio 4x8x3.5h_collocazione 1 unità per livello. m. lavanderia 4x6x3.5_collocazione 1 unità per livello 4 unità disposte su 4 livelli + 1 lavanderia

ogni singola unità

30m² 20m² 363


Gr. 52 Area 020

Collocazione:quadro sinottico:E5_ mappa urbana civico n°2_ piazza mercanti:area 20

ar 020 216m2 756m3

unità abitativa modulo 3x7.8x3h_collocazione 12 unità su ogni livello. 12unità disposte su di un livello

18m²[3x7.8] 364


(L’ALLUMINIO) è una materia bellissima ha portato all’estrno un colore nuovo, un colore che non c’era, l’argento ben anodizzato è vellutato fate semplici case, mosaico di gres bianco e serramenti e blaustre (semplici) di balconi in alluminio: basta così negli interni alluminio anodizzato oro pallido ho faticato ad introdurlo nell’arredamento delle navi l’ho messo sul Conte Grande, sull’Africa (un soffitto specchiante), sul Giulio Cesare, sull’Andrea Doria (IL FERRO) è una materia meravigliosa è una materia meravigliosa nell’architettura? dipenderà “il se degagerera” dalle prigioni nelle quali lo rinchiude una architettura pseudo-muraria: da ossatura diverrà struttura palese, cioè diverrà elemento di architettura (L’ACCIAIO INOSSIDABILE) (lo adopererò o amici Lerici e Guzzoni: è bellissimo) certe lastre rigidizzate sono stupende Gio Ponti_Amate l’Architettura 365


Quesito del rapporto col fronte strada. Intento di voler dare al volto scenografico degli assi un nuovo volto, piÚ omogeneo, piÚ armonico e continuo. Sorge il problema di come porsi nei confronti dell’esistente e del contesto urbano, di una Milano stratificata negli anni, piena di evidenti tracce. Allo stesso tempo si pone il problema di dover trovare una soluzione omologante per ogni intervento, in quanto si tratta di un macro progetto puntuale, molteplice a larga scala. Necessita un metodo unificante, equilibrato e armonioso. 366


osservazione della matrice

quinta urbana

quinta urbana

quale elemento

quale elemento

filtro grigliato

filtro semiopaco

tra nuovo intervento ed esistente

INFILLiving

tra nuovo intervento ed esistente

Gr.53 filtri urbani quali elementi riconoscitivi del nuovo intervento

367


Rispetto degli allineamenti esistenti dell’edificio sottostante Intenzione di generare nuove scene urbane nel rispetto dei principi compositivi e armonici del tessuto preesistente. riproposizione degli allineamenti di facciata principali tramite l’utilizzo di diversi tipi di griglie o tramite la medesima griglia ma di differente densità nelle forature

lamiera fori tondi L01

lamiera fori oblunghi lamiera fori L02 triangolari L03

lamiera alveolatea L05

lamiera fori rettangolari L06

Gr. 54 Tipologie di griglie possibili per le nuove scene urbane

368

lamiera fori imbutiti L04

lamiera fori lamiera fori per insonorizzazione tondi piccoli acustica L08 L07

lamiera fori decorativi esagonale L09

lamiera stirata L10


Rispetto dei caratteri principali degli edifici adiacenti. Intenzione di generare nuove scene urbane nel rispetto dei principi compositivi e armonici del tessuto preesistente. riproposizione degli allineamenti di facciata principali tramite l’utilizzo di diversi tipi di trasparenza del materiale plastico utilizzato come facciata/filtro. riproposizione delle gradazioni cromatiche classiche della via e degli edifici milanesi.

semiopaco rosa C1.1

semiopaco giallo C1.2

semiopaco verde C1.3

semiopaco beige C1.4

semiopaco avorio C1.5

Gr. 55 Tipologie di filtri semiopachi possibili per le nuove scene urbane

369


Negli ultimi decenni si sono resi disponibili molti prodotti non tradizionalmente legati alla consuetudine del costruire. E’ recente l’impiego, in edilizia, di tessuti metallici, affacciatisi vistosamente sul mercato, forti di alcune realizzazioni internazionali di grande rilievo. Per tessuto metallico si intende un componente costruito dall’intreccio a telaio di “fili” molto particolari, normalmente di acciaio inossidabile ( tipo UNI 1.4301 e UNI 1.4401). A seconda del tipo di filo usato e del passo fra trama e ordito, può configurarsi un tessuto assai diverso per caratteristiche, aspetto, disegno. I tessuti metallici trovano differenti interessanti impieghi, che comprendono applicazioni per esterno oppure per interni e design. Il primo caso è sicuramente quello più complesso ed interessante, in quanto rappresenta una sfida alle effettive potenzialità di questo componente. Facendo riferimento al caso del Complesso Sportivo realizzato da Dominique Perrault a Berlino, la funzione svolta dal tessuto metallico, in conformità con quanto indicato dalla norma UNI 8979, è quella di strato di protezione, quindi collocato esternamente alla parete , con funzione di barriera contro gli agenti atmosferici, eventualmente dotato di funzione decorativa. In generale, un tessuto metallico può essere scelto per un’applicazione in facciata con funzione di rivestimento in virtù dei suoi requisiti prestazionali. Se opportunamente tesato ed ancorato alla struttura di supporto può resistere al sistema delle sollecitazioni derivanti dal peso proprio e dal carico di servizio senza deformazioni tali da pregiudicarne la stabilità; essendo permeabile può resistere facilmente all’azione del vento senza subire deformazioni permanenti, anche per superfici d’impatto considerevoli. Consente una buona resistenza agli urti che possono prodursi nel corso d’uso, ed inoltre fornisce un’efficace barriera non vandalizzabile. Per quanto riguarda la sicurezza, inoltre, i tessuti metallici sono normalmente realizzati utilizzando funi e barre d’acciaio inossidabile, e pertanto dotati di ottima resistenza al fuoco, che portano a classificare i tessuti metallici generalmente in Classe O. Per quanto riguarda la protezione al sole va evidenziato come un tessuto metallico possa svolgere parzialmente la funzione di filtro, in proporzione variabile a seconda del tipo di maglia o griglia scelta e della sua densità.

“Schermatura esterna, filtro alla luce, partizione, rivestimento: la rete metallica si va prefigurando come un nuovo componente di facciata” 370


Ridisegno dei prospetti di corso Garibaldi fino alla linea di gronda, linea che vogliamo cercare di ripristinare. Ci rendiamo conto che le altezze che si ripropongono in entrambi i fronti sono principalmente tre e che coincidono in entrambi i lati della via. Cerchiamo di colmare i vuoti in alzato ponendo i nostri moduli e studiando schematicamente in sezione e in prospetto una possibile proposta progettuale. In facciata i contorni definiti dei moduli retrostanti scompaiono, per dare spazio ad una suddivisione della griglia filtro che riprende gli allineamenti principali degli edifici preesistenti, sottostanti o adiacenti. Per ogni vuoto individuiamo un tipo di tessuto metallico da utilizzare nelle sue differenti densità. L’intento è quello di ridare alla via maggior armonia, tramite un sistema di filtri che fungono da mediatori tra ciò che c’è al di qua e al di là della quinta scenografica che costituisce i fronti di un intero asse radiante. 371


fronti_quinte scenografiche

372


373


374


Gr. 56 Rappresentazione dell’intervento su corso Garibaldi

375


376


AREAar013/pc001

4.0

concept scelte tipologiche scelte tecnologiche scelte formali

moduli abitativi/sale studio 377


378


identificazione della matrice

abitare/risiedere

x 12

conoscere/comunicare

x 40

Gr. 57 collocazione dell’intervento tipo

Suolo urbano. Estensione del nuovo principio insediativo entro le due cerchie storiche della città; Scelta di u asse significativo in cui espandere la ricerca e l’analisi. Corso Garibaldi diviene asse privilegiato di indagine, matrice per la dispersione di un sistema abitativo. Scelta di un vuoto specifico per condurre l’indagine dalla scala urbana ad una architettonica al fine di individuare i rapporti specifici tra i moduli abitativi e la trama delle connessioni verticali e orizzontali. Suolo specifico_ scena urbana definita dall’intorno. Scena quale maglia metallica, mediazione tra nuovo e preesistente. Scena quale filtro opaco traslucido, elemento segnaletico nella città del nuovo insediamento. Area ar013 in connessione con area pc001; individuazione di caratteri e peculiarità; vuoto lungo la linea di gronda; vuoto interstiziale. Generazione di un sistema complesso: moduli abitativi/alloggi minimi e unità studio. Aree verdi e luoghi della sosta, del gioco, per il benessere dell’individuo. 379


cio og ar iba ldi

tac

rs

pon

ar 013 138m2 1499m3

co

via

pc 001 100m2 1550m3

Gr. 58 contestualizzazione area intervento

Area di intervento Localizzazione: L’oggetto della proposta progettuale si colloca su un suolo disponibile catalogato nella prima fase di ricerca. Area ar013, appartenente a corso Garibaldi, area pc001, situata in Via Pontaccio. Asse radiale e prima cerchia nel loro punto di intersezione generano un vuoto peculiare, classificato inizialmente come due entità distinte, con doppio affaccio, un unico ingresso a terra collocato su via Pontaccio, un’area interna che si sviluppa continua tra i due affacci, penetrando nella cortina edilizia. Le due aree distinte divengono quindi oggetto di una riqualificazione unitaria, complessa e articolata. Il primo suolo disponibile situato in corso Garibaldi prevede l’insediamento di unità residenziali autonome, alloggiamento dei moduli abitativi minimi per studenti fuori sede. La seconda area, localizzata in via Pontaccio, prevede invece la collocazione di unità studio/lavoro collettivo, e servizi di connessione verticale. Vuoto urbano lungo via Pontaccio, interruzione di un fronte continuo in Corso Garibaldi, la superficie si presenta disarticolata e disomogenea costituita dai volumi di risulta di occupazioni urbane inappropriate; mentre la superficie disponibile su corso Garibaldi appare come la copertura di un edificio di due piani, nel secondo vuoto in esame la superficie di appoggio appare generata da connessioni verticali precarie, terrazzi e coperture di microarchitetture abusive. Necessità prima di generare un piano di intervento omogeneo, una matrice uniforme che sia in grado di creare un filtro tra esistente e nuovo insediamento, che generi una superficie continua

AR013/PC001: Generazione di un frammento del nuovo principio insediativo. Residenza per studenti fuori sede dispersa nel tessuto storico della città. Frammentazione della superficie necessaria alla realizzazione in microaree interstiziali. Scomposizione della residenza tradizionale in sottosistemi autosufficienti dimensionati per gruppi di utenza di 150 individui. 380


AR013/PC001 codificazioni di due superfici disponibili. In esse trovano insediamento dodici unità abitative, moduli autosufficienti dimensionati per la dimora di un individuo o coppia di individui; due unità studio/lavoro collettivo dimensionate per l’attività di quaranta studenti ogni singola unità; tra questi due sistemi autonomi generazione di una rete di connessioni, superfici della conversazione aree della sosta, percorsi verticali e orizzontali di accessibilità, aree verdi quali pause nella città, superfici per attività sportive sulle nuove coperture dei moduli. Sistema per il benessere degli individui, il dialogo , lo studio e il riposo, sistema integrato di funzioni (abitare, risiedere, dialogare, comunicare, leggere, dormire, connettere, correre) attività individuali e collettive, attività dello studio, attività all’aria aperta. Un microsistema all’interno della città in stretta dipendenza dagli altri involucri generati nei differenti suoli disponibili. Una città che si anima prende vita in quelle porzioni e volumi non considerati, in quelle pause degradate dell’edificato urbano. Ar013/Pc001 vuole dunque essere la generazione di un suolo specifico, l’insediamento di un microtessuto abitativo all’interno di un edificato storico, una esemplificazione delle modalità di insediamento e dialogo del nuovo principio abitativo con la città. Generazione di aree private, spazi pubblici e percorsi interni. Sistema complesso di relazioni e attività. La componente su corso Garibaldi destinata ai soli residenti dei moduli abitativi, la componente su via Pontaccio accessibile anche dagli studenti milanesi inscritti negli atenei milanesi tramite servizio di abbonamento. (nuova rete di sevizi generata dal nuovo principio insediativo.)

381


ripristino della linea di gronda_vuoto in alzato utilizzo di una quinta scenica, di connessione tra strada e nuovo intervento, costituita da una griglia metallica

“riempimento di un intestizio_vuoto a terra utilizzo di una quinta scenica di connessione tra nuovo intervento e strada, costituito da una parete semiopaca plastica

con scritte serigrafata

gr 59-60 Apllicazione dei filtri/scene urbane all’area di intervento

382

INFILLiving

che varia nella forma delle bucature e nella loro densitĂ


Inserimento dell’intervento sul territorio/rapporto con l’esistente Vuoto urbano situato nell’area centrale della città, compreso entro il limite della prima cerchia [situato sulla linea di demarcazione della prima cerchia e l’intersezione di un asse radiante, asse storico di uscita/entrata dalla città]. Collocazione sull’intersezione di corso Garibaldi con via Pontaccio. Sedime storico e urbano complesso, importanza del tessuto edificato circostante quale matrice del nuovo intervento. Edificato presente nel lotto quale matrice di insediamento. Non un processo di demolizione e ricostruzione ma un intervento per stratificazione e sovrapposizione. Coperture e aree dismesse presenti nell’area quale suolo per la generazione del nuovo piano distributivo. Memoria visiva che permane nell’insediamento dei nuovi tracciati architettonici delle nuove funzioni dell’abitare. Nuovo insediamento_insediamento esistente. Rapporto di vicinanza, adiacenza. Necessità di generare un involucro neutro e leggero che sappia dialogare con la morfologia esistente. La generazione di superfici e involucri, volumi minuti all’interno di una scena urbana consolidata genera l’interruzione e scomposizione di un equilibrio precario. Disegno di una nuova condizione spaziale che richiede definizioni nuove, traendo significato dalle relazioni che si costituiscono dalle componenti fisiche e non della dimensione urbana, fra relazioni locali e situazioni globali. La nuova scena urbana quale differente identità del luogo, interferenza nella scena precostituita, nuova qualità spaziale; inattesi concetti di estetica. Vuoto urbano_residenza per studenti. Scelta di operare nel tessuto della città storica; generazione di nuove dinamiche sociali e culturali, insediamento di un nucleo, cellula autonoma dipendente da un sistema di funzioni, all’interno di un contesto residenziale specifico, introduzioni di nuovi soggetti alla scena urbana, determina reazioni tra gli abitanti del territorio generando nuovi principi relazioni e dinamiche spaziali, nuove condizioni di uso di uno spazio urbano, la strada, che diviene componente stessa dell’intervento, principio distributivo e di connessione tra le distinte unità disperse nell’edificato urbano.

383


Descrizione dell’intervento Predisposizione del piano Insediamento su un territorio striato, necessità di generare una superficie liscia quale matrice al nuovo intervento. La struttura si colloca quale piano metallico poggiante su travi reticolari che ripartiscono i carichi del nuovo intervento agli elementi portanti dell’edificato sottostante, situati nei muri perimetrali dell’area disponibile. Creazione di un piano tecnico per componenti prefabbricate. Il suolo del nuovo insediamento si configura come un’area tecnica, interstiziale (altezza 1,50cm) predisposta per l’alloggiamento degli impianti idrici ed elettrici collettivi: disposizione di asole tecniche e nodi di giunzione che consentano alle canalizzazioni verticali degli impianti di raggiungere i singoli moduli abitativi. Piano dei servizi che consente manutenzione e controllo costante delle strutture e degli impianti. Definizione delle superfici Insediamento distinto in due componenti edificate principali. L’intervento si caratterizza per una successione di situazioni e ambienti caratterizzati da differenti gradi di utilizzo pubblico e privato. Delineazione di un percorso dal piano pubblico all’area privata. Accesso da via Pontaccio: piano delle connessioni verticali. Il vuoto a terra si configura come matrice delle connessioni, interruzione dell’edificato preesistente che diviene superficie di riconoscimento del nuovo intervento, scena urbana modificata. Distribuzione per componenti del nuovo insediamento caratterizzate da diversi gradi di accessibilità. Il suolo è stato scomposto in tre aree monotematiche: la prima, in adiacenza al piano delle connessioni verticali, contiene i moduli dei servizi pubblici, 2 unità studio accessibili dagli studenti residenti nell’area e dagli studenti iscritti negli atenei milanesi; ambiente filtro. Patio interno, sguardo verso il cielo. Luogo della riflessione e dello svago, spazio di mediazione tra la prima area pubblica e la seconda a carattere privato; area verde capace di generare un microclima interno ottimale, aria pura benessere del risiedere. La seconda fascia si compone dei moduli delle unità abitative. Area dell’abitare privato che occupa il suolo disponibile sino ad affacciarsi su corso Garibaldi. Moduli dell’individuo, ambienti intimi della residenza dispersa. I due nuclei dell’insediamento, realizzati con un sistema di prefabbricazione bidimensionale, CFS, autoportanti, vengono completati da piani di connessione e spazi della sosta, aree di pertinenza del risiedere e luoghi comuni generati da esili passerelle metalliche che intrecciano la rete dei percorsi e delle connessioni. Sguardo verso il cielo, la copertura dei moduli abitativi, delle unità studio, diviene nuovo suolo disponibile, piano vergine su cui tracciare i percorsi di attività sportive, campi di basket, e calcio…, per una nuova modalità dell’abitare che sappia comprendere i differenti aspetti del vivere quotidiano, che sappia rivalorizzare quegli 384


spazi non considerati, abbandonati. Nuova scena urbana complessa e articolata al suo interno. Si presenta sull’asse urbano quale griglia neutra, esile, filtro tra preesistente e nuovo insediamento che consente illuminazione e aerazione naturale all’interno dei moduli dell’abitare e dello studio, che permette di costituire un fronte unitario, leggero che si adatta alle modulazioni e allineamenti del piano sottostante attraverso modeste variazioni dei tracciati metallici, variazioni di intensità e densità.

scale_ascensori fascia di

distribuzione tra i diversi livelli

2moduli studio 12 alloggi piano di mediazione tra esistente e nuovo intervento quinta scenica_tra strada e nuovo intervento

filtro griglia quinta scenica_tra strada e nuovo intervento

Filtro /semiopaco edifici esistenti

Gr 61 Schema funzionale area di intervento

385


L’area di intervento è costituita dall’unione di due diverse tipologie di vuoto: il primo su corso Garibaldi e l’altro su via Pontaccio. La proposta progettuale lavora per elementi e per fasce distinte

alloggi Distribuzione_

ingresso e fascia i connessioni tra i differenti piani Studio_

fascia di due moduli sovrapposti Verde_

filtro tra moduli studio e moduli alloggio Alloggi_

accostamento di quattro moduli sovrapposti per tre piani Le quattro fasce si notano e ripetono anche in sezione, si connettono senza sovrapporsi

Gr 62-63 Pianta e sezione schematica area di intervento con indicazione delle aree funzionali

386

verde

studio

distribuzione


via pontaccio PC001

area ar013/pc001 01

corso garibaldi AR013 387


388


Fg. 374-376. Pianta e sezioni area di intervento

389


390


391

explicit


392


L’osservazione della città, delle infrastrutture dei servizi e della rete dei trasporti, l’indagine sulla popolazione residente e pendolare, lo studio di luoghi dell’abitare temporaneo, hanno generato maggior consapevolezza della città, conoscenza delle dinamiche di insediamento sul territorio, leggi di mercato e norme urbanistico-architettoniche che hanno consentito lo sviluppo di un nuovo principio insediativo. Analisi e osservazione del suolo urbano, conoscenza dei flussi e spostamenti della popolazione al fine di individuare soggetti e oggetti specifici del principio insediativo. Dispersione della residenza universitaria, occupazione di microaree nel tessuto storico di Milano: le due componenti primarie del processo di analisi e sviluppo. Dispersione diviene elemento di qualità per una nuova modalità del risiedere che rende l’individuo indipendente. Ai grandi complessi unitari per studenti situati ai margini della città, gestiti da società private, in cui i tempi del risiedere sono scanditi da tempistiche e norme collettive, sostituiamo spazi dell’abitare intimi e autosufficienti, ambienti dispersi nell’urbano. Nuovo sistema insediativi frammentato nella città storica, microunità monofunzionali; del risiedere, del ristoro e dello studio, divengono servizi allo studente inseriti nella trama dei servizi alla città. Nuova modalità del risiedere, nuovo principio di occupazione dei suoli, uno sguardo verso l’alto che ha generato la consapevolezza di superfici disponibili negli interstizi tra differenti edifici. Non più tetti abbandonati e degradati, non più pareti di immagini pubblicitarie, ma un nuovo insediamento leggero, fondato sull’esistente, i tetti non più semplici coperture ma suoli da occupare, per abitare, studiare, leggere, osservare, riposarsi e nutrirsi. Generazione di un’architettura leggera, distribuita per punti nella città, insediamenti architettonici attraverso un processo di standardizzazione delle parti, generazione di moduli dell’abitare, del ristoro e dello studio per componenti prefafabbricate, per elementi predefiniti. Moduli standard al fine di generare sistemi omogenei di insediamento, affinchè la realizzazione in sito divenga un montaggio rapido, che non ostacoli le dinamiche urbane, processo di standardizzazione per la realizzazione di moduli del risiedere economici, nel mantenimento di un benessere abitativo, di una qualità degli ambienti del risiedere.

INFILLiving_residenze per studenti/vuoti urbani 393


394


395

bibliografia


396


ASPETTI URBANISTICO-MORFOLOGICI LIBRI Un secolo di urbanistica a Milano/ G.Campos Venuti, A. Boatti, A.P.Canevari, V.Erba, F.Oliva; CLUP città studi edizioni s.r.l., Milano, 1996 Milano storica nelle sue vie nei suoi monumenti/ A.Anselmi; Forni, Bologna, 1975 Aspetti di questione urbana a Milano dal fascismo alla ricostruzione/ G.Consonni, G.Tonon, Milano, 1976 Milano dismessa: il rilevamento della dismissione industriale e l’iniziativa di dibattito di ACLI e CISL milanesi/ S.Grazioni, L.Mangoni, Milano, 1988 La città che non c’è/ C.Moretti; Electa, Milano, 1986 TAZ. Zone temporaneamente autonome/ Bey Hakim; Shake, 1993 Metamorfosi dello spazio. Annotazioni sul divenire metropolitano/ M.Patrizia; Bollati Boringhieri, 2002

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RIFERIMENTI NORMATIVI Regolamento Edilizio del Comune di Milano, testo approvato dal consiglio comunale il 20 luglio 1999. Deliberazione reg. n° 81/99 esecutiva dal 7 agosto 199 Circolare n. 4/2001 - (progressivo n. 15) - Chiarimenti sul recupero abitativo dei sottotetti: altezze ammissibili. Circolare n. 6/2002 - (progressivo n. 23) - Recupero abitativo dei sottotetti. Disposizioni operative di dettaglio. Circolare n. 2/2004 - (progressivo n. 31) - Caratteristiche minime dei locali sottotetto recuperabili ai sensi della Legge Regionale 15/1996. Legge Regionale 11-03-2005 n°12: “Legge per il governo del territorio in materia di recupero abitativo dei sottotetti esistenti” Testo integrato L.R. 12/05, titolo IV, “attività edilizie specifiche, capo I, recupero ai fini abitativi dei sottotetti esistenti”, art. 63 (finalità e presupposti) Legge Regionale 27 dicembre 2005 n. 20 - Modifiche alla L.R. 12/2005 in materia di recupero abitativo dei sottotetti

TESI DI LAUREA ”Spazi della precarieta’ nella citta’ odierna : incursioni per un avvicinamento empirico”, Davide Mazzi, rel. Arturo Lanzani, Milano:Politecnico, 2003/04 397


“La città disgelata: lo spazio urbano teatro di eventi: dottorato di ricerca in architettura di interni e allestimento”, A.Rebaglio, rel. A.Seassaro, correl. P.Bertola, Coord. C.Stevan, Milano:Politecnico, 2004

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Corriere della sera, Cronaca Milano, 26-08-2004 “studenti: affitti cari e noleggiano in nero anche i mobili” Corriere della sera, Cronaca Milano, 26-08-2004 “Prezzi alle stelle, ho rinunciato, sono costretto a fare il pendolare” Corriere della sera, Cronaca Milano, 23-07-2005 “caro affitti, studenti in fuga. I rettori: Milano li aiuti” Corriere della sera, Cronaca Milano, 10-10-2005 “caro affitti per gli studenti, Milano li aiuti” Corriere della sera, Cronaca Milano, 10-10-2005 “Anche 650 euro per un posto letto. Milano troppo cara” Corriere della sera, Cronaca Milano, 21-11-2005 “un posto letto 500 euro vicino all’università, un piano per gli studenti” Corriere della sera, Cronaca Milano, 13-12-2005 “università con lo sconto per studenti stranieri” Corriere della sera, Cronaca Milano, 12-08-2006 “caro affitti per gli studenti, così si svuotano le università” Lotus n°124, 2005, “People“, pag.4-130

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401


ASPETTI TIPOLOGICO-FUNZIONALI LIBRI Architetture temporanee, studio di architettura di Simone Micheli /S. Micheli; Alinea Editrice, Firenze, 2002 L’inquieta scena urbana. Tra architettura e allestimento / a cura di Pierluigi Salvadeo; Libreria CLUP, Milano, 2004 Manuale del design nomade / Anna Cottone, Marinella Polizzi; Grafill, Palermo, 2004 Move House/ Sean Topham; Prestel, Monaco, 2004 Abitare I collegi/ S.Belforte; Franco Angeli Editore, Milano, 1991 Intimacy/M.Brizzi, P.Giaconia; Mandragora, Firenze, 2004 L’architettura della casa: sulla tipologia dello spazio domestico/A.Cornoldi; Officna, Roma, 1988 La casa calda: esperienze del nuovo design italiano/A. Branzi, prefazione di A.Isozaki; Idea Books, Milano, 1984 L’arte e lo spazio/ Martin Heidegger, introduzione di G.Vattimo; Il melangolo, Genova, 1984 Housing: new alternatives, new systems/ M.Gausa; Actar, Barcelona, 1998 Abitare la temporaneità: l’architettura della casa e della città: attività avolta nell’ambito del dottorato di ricerca in progettazione architettonica; Epos, Palermo, 2003 Single family housing: the private domain/ Jaime Salazar, Manuel Gausa; Actar, Barcelona, 2002 Franchise: Atelier Van Lieshout_ Antwerpen: openluchtmuseum voor Beeldhouwkunst Middelheim/ Atelier Van Lieshout; Rotterdam, 2002 Mobile: the art of portable architecture/ J.Siegal, Princeton architectural press, New York, 2002 Portable architecture/ R.Kronenburg; Architectural Press, Oxford, 2000 L’abitare: l’insediamento, lo spazio urbano, la casa/ C.Norberg Schulz; Electa Mondatori,Milano, 1984 Soundings: a work by John Heyduk/ K.Shkapich; Rizzoli, New York, 1993 Amate l’architettura, l’architettura è un cristallo/ Gio Ponti; società editrice cooperativa CUSL, Milano, 2004 Spazio di relazione e spazio privato. Verso una nuova architettura umanistica/ Serge chermayeff e Christopher Alexander; traduzione di Giuliana De Carlo; Il Saggiatore di Alberto Mondatori Editore, Milano, 1968 Storie di architettura attraverso i sensi nebbia, aurorale, amniotico…/ Anna Barbara; Paravia Bruno Mondatori editore, Milano, 2000 Architettura a Teatro/P.Salvadeo; Libreria CLUP, Milano, 2004 La forma dell’effimero. Tra allestimento e architettura: compresenza di codici e sovrapposizione di tessiture/ Pier Federico Caliari; Edizione Lybra Immagine, Milano 2000 La progettazione nella residenza universitaria, esperienze italiane e straniere/ F.Turri; Tipografia prime editrice s.r.l., Pavia, 1996 Houses in Motion: The Genesis, History and Development of the Portable Building/ Robert H. Kronenburg; Academy Editions,2002 Architetture ad assetto variabile/ F. Carmine; Alinea, 2000 Collapsible: The Genius of Space-Saving Design/P.Mollerup; Chronicle Books, San Francisco, 2001 402


MATERIALE MULTIMEDIALE Evento NO MADE, mostra Salone del Mobile 2006; Politenico di Milano Facoltà del Design

RIFERIMENTI NORMATIVI Legge 14 Novembre 2000, n°338 (in GU 23 novembre, n°274), “Disposizioni in materia di alloggio e residenze per studenti universitari” Decreto Ministeriale 9 maggio 2002 n°118, “Standard minimi dimensionali e qualitativi e linee guida relative ai parametri tecnici ed economici concernenti la realizzazione di alloggi e residenze per studenti universitari di cui alla Legge 14 novembre 2000, n°338” Legge regionale 4 novembre 2002, n. 33 (BUR n. 109/2002).Art. 22, “Strutture ricettive alberghiere” DGR 16 febbraio 2004. N. 7/20845, Attuazione Programma Regionale per l’Edilizia Residenziale Pubblica 2002-2004 – Avvio dei Programmi regionali per l’edilizia residenziale sociale Comune di Milano, Settore piani e programmi Esecutivi per l’Edilizia Pubblica, Edilizia Residenziale Universitaria, Linee Guida per gli interventi su aree private.

TESI DI LAUREA “Un luogo per studenti”, G.F.Bufo, rel. G.Postiglione, Milano:Politecnico, 2004-2005 “Residenza per studenti: privaticità individuale e convivenza collettiva”, V.Bormolini, P.Satalino, rel. G.Postiglione, Milano:Politecnico, 2004-2005 “L’inquieta scena urbana_Inattesi processi di risemantizzazione”, Davide Fabio Colaci, rel. Pierluigi Salvadeo, Milano:Politecnico, 2003-04 ”Spazio temporaneo organizzato. Sistema pneumatico di insediamento”, Stefano Panzanini, rel. Giampiero Bosoni, Milano:Politecnico, 2002/03 “Non solo una questione di dimensioni: microarchitetture e rifugi dell’anima tra tradizione e arte contemporanea”, C.Borgonovo; rel. M. Galbiati, correl. B. Finessi, Milano:Politecnico, 2000/01 “Sistema abitativo per esigenze a carattere temporaneo”, Andrea Aimone Ceschin, rel. Luciano Crespi, Milano: Politecnico, 2002/03 ”Provvisorio flessibile : unita’ abitativa ad alta flessibilita’ per esigenze a carattere temporaneo”, Angelo D’Ariano, Alessandro Laterza, rel. Andrea Campioli, correl. Alessandra Zanelli, corr. est. Vittorio Cicognetti, Franco Guagliumi, Carlo Alberto Zerbini, Milano:Politecnico, 1998/99 “Home is where I want to be”, D. Guardigli, rel. M.Vogliazzo, Milano:Politecnico, 1985/86 “Gli sfridi spazio temporali di mobilità 3[elevato alla terza] installazioni possibili, M.Re Sarto, rel. D.Guardigli, Milano:Politecnico, 1999/00

PERIODICI Abitare, n°421, 2002, “Moculi di Emergenza in Cile”,F.Gallanti, pag.147-150 403


Abitare, n°459, 2006, “SpaceBox”,M.G.Zunino pag.150-151 Abitare, n°459, 2006, “Proyecto Durmibus”, L.Panozzo pag.78 AV, n°108, 2004, “Casa 4x4 Kobe Giappone”, pag.10-13 Detail n°7+8, 2003, “Students’ Hall of residence in Cambridge ”, pag. 768 Detail n°7+8, 2003, “Student Hostel in Coimbra ”, pag. 774-777 Detail n°12, 2004, “Microcompact Home in Munich”, pag.1470-1471 Detail n°12, 2004, “Rotatable Housing Cube in Dipperz”, pag.1472-1473 Detail n°10, 2005, “House and Studio in Weimar”, pag.1105-1107 Detail n°10, 2005, “Student Hall of residence in Amsterdam”, pag.1112-1115 Detail n°11, 2005, “Students’ Hostel in Garching”, pag.1274-1277 Lotus n°116, 2003, “Mitsuhiko Sato_SGW House”, pag.30-33

SITI INTERNET www.spacebox.info Nuovo tipo di casa per studenti,semipermanente. Progetto dello studio De Vijf di Rotterdam www.durmibus.com Alternativa di abitazione urbana in movimento, che si sviluppa per mezzo di capsule abitabili dentro un bus. www.fink-jocher.de/frame_prj_garching.html Residenza per studenti a Monaco www.alvaraalto.fi/info/houses.htm Le case progettate da Alvar Aalto, espressioni del tempo www.grandistazioni.it Nuovi progetti per le grandi stazioni, con spazi di riposo e attrezzature per i momenti di attesa www.muji.net/infill/ Casa prefabbricata proposta da muji www.aler.mi.it Azienda lombarda edilizia residenziale a Milano www.europaconcorsi.com/db/rec/concorso.php?id=11502 Milano: comune di Milano. Concorso internazionale di progettazione: Abitare a Milano; nuovi spazi urbani per gli insediamenti di edilizia sociale_ giugno 2005 Milano: comune di Milano. Concorso internazionale di progettazione: Abitare a Milano; nuovi spazi urbani per gli insediamenti di edilizia sociale_ settembre 2005 www.regione.lombardia.it/rlservices/externallink/link.jsp?url=http://www.casa.regione.lombardia.it/locazionestudenti.htm locazione studenti http://www.casa.regione.lombardia.it/locazionestudenti06.htm 404


case per studenti www.regionelombardia.it programma regionale - locazione temporanea II www.provincia.como.it/turismo/faq/index.asp Strutture ricettive www.infopoint.it/bollettini/codice/regionale/dati/CE0602/UR16.pdf L.R. 12/97 classificazione alberghiera www.comune.milano.it/webcity/documenti.nsf/0/1BE0F91A4BD3B92EC1256F850033C79F?opendocument Programma per l’edilizia residenziale universitaria www.comune.milano.it/webcity/documenti.nsf/0/48B2431FC03771CFC12569AB0057AE7E?opendocument abitazione alloggi per studenti www.politicheperlacasa.regione.lombardia.it/locstudentitabproposte.htm PROPOSTE AMMISSIBILI per la realizzazione di strutture alloggiative per studenti universitari e post universitari (dgr 7/20911) www.comune.milano.it/WebCity/documenti.nsf/0/48b2431fc03771cfc12569ab0057ae7e/$FILE/PENSIONATI%20 PER%20STUDENTI%20E%20LAVORATORI%20A%20MILANO.doc pensionati per studenti e lavoratori a milano

ASPETTI ECONOMICI RIFERIMENTI NORMATIVI L.109/1994 Merloni: legge quadro in materia di lavori pubblici Decreto Ministeriale 9 maggio 2001 n°116, “ Procedure e modalità per la presentazione dei progetti e per l’erogazione dei finanziamenti relativi agli interventi per alloggi e residenze universitarie” L.166/2002 : disposizioni in materia di strutture e trasporti, collegata alla finanziaria 2002 L 167/2002: “Ratifica ed esecuzione degli Emendamenti alla Convenzione EUTELSAT (Organizzazione internazionale di telecomunicazioni via satellite) relativi al processo di privatizzazione, con annessi, fatti a Cardiff il 18-20 maggio 1999”,pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 183 del 6 agosto 2002 Decreto Ministeriale 10 dicembre 2004, prot. n°40/2004 (in GU 4 aprile 2005 n°77), “Decreto di piano-interventi per alloggi e residenze per studenti universitari” Decreto n° 4236 del 18 marzo 2005. Direzione generale opere pubbliche, politiche per la casa e la protezione civile

SITI INTERNET www.bosettiegatti.com/info/norme/statali/1994_0109.htm Legge 11 febbraio 1994, n. 109: La nuova legge quadro in materia di lavori pubblici 405


www.simone.it/appaltipubblici/projectfin/finanza_progetto.htm il project financing www.sunia.it/files/proposte_giovani.php le proposte per i giovani, le proposte per l’affitto

ASPETTI TECNOLOGICI LIBRI Trasportabile/Trasformabile, idee e tecniche per architetture in movimento/ A. Zanelli, Libreria CLUP, Milano,2003 Abitare e costruire in emergenza: tecnologie per l’adeguamento dell’habitat provvisorio/ a cura di Luigi Cavallai; Sala, Pescara, 2003 Procedimenti costruttivi industrializzati per l’edilizia residenziale/a cura dello IASM, Be-ma, Milano, 1982 Jean Prouvè: idee costruttive/ D.De Nardi; Teatro & Immagine, Torino, 2000

TESI DI LAUREA “Microarchitettura espositiva: progetto di un sistema modulare componibile per l’esposizione di opere d’arte”, L.Cavalletti, rel. Guido Nardi, correl. A.Zanelli, Milano: Politecnico, 1998/99 “O/A Look for look far: progetto di residenze cellulari prefabbricate nel cielo sopra Berlino”, L.Belladelli, rel. A.Campioli, correl. E.Garavaglia, G.M.Grandi, Milano:Politecnico, 2002/03

PERIODICI Arquitectura Viva, n° 102_2005, “Casas de catalogo” G.Allix, pag.27-33 AV, n°108, 2004, “Casa en un huerto de ciruelos Tokio”, pag.88-93 Costruire n°234, 2002 “Cold formed e strutture”, S.R.Ermolli, pag 103-108 Costruire n°240, 2003, “unifamiliare e nuove tendenze”, S. Calvelli, pag.85-92 Detail n°1, 2000, “Modular House in Olching”, pag.42-43 Detail n°1, 2000, “Gallery and Guest House in Kobe”, pag.61-65 Detail n°4, 2001, “Costruire con sistemi”, R.Krippner, pag.602-627 Detail n°4, 2001, “prefabricated houses in Voralberg”, pag.628-629 Detail n°4, 2001, “Temporary Bank in Nuremberg”, pag.638-641 Detail n°4, 2001, “Hotel Extension in Bezau”, pag.642-646 Detail n°4, 2001, “Housing development in Trofaiach”, pag.647-662 Detail n°4, 2001, “House in Sakurajosui”, pag.653-656 Detail n°4, 2001, “Scuola professionale alberghiera a Nivillers”, pag.664-667 Detail n°4, 2001, “Housing Estate in Neu-Ulm”, pag.668-673 406


Detail n°4, 2001, “Different forms of costruction for a modular unit building system”, G.Sahner, pag.690-707 Detail n°6, 2004, “Cocobello Mobile Studio”, pag.676-679 Detail n°12, 2004, “Mobile Artist’s Studio in Utrecht”, pag.1466-1469 Domus n°797, 1997, “La casa prefabbricata”, F. Burkhardt, pag.2-19 Domus n°797, 1997, “Architeam 4”, pag.28-29 Domus n°797, 1997, “Matteo Thun”, pag.30-31 Domus n°797, 1997, “Casa Unifamiliare a Kobe”, N.Ishimaru, pag.32-35 Il giornale dell’architettura n°41, 2006, “Tutti nelle scatole virtuali”, C.Curti, pag.11 Materia n°37, 2002, “Jean Prouvè e la prefabbricazione”, pag.30-34 Modulo n°289, 2003, “Prefabbricazione rivisitata”, S.Russo Ermolli, pag.142-151 Modulo n°289, 2003, “Tecno tessuti”, M. Picco, pag.162-167 The Mag 360° n°1, 2006, “dalla Svezia arrivano le case chiavi in mano”, pag.11-12

SITI INTERNET www.alho.de Sistemi di prefabbricazione tridimensionali. Ditta di Hammer www.livingbox.it Concorso di spazi abitativi prefabbricati.Progetti di case modulari prefabbricate. www.corian.com/corian/b/it/index.html Corian, composito avanzato per superfici da arredamento e architettura che offre superiori prestazioni e grande versatilità progettuale, utilizzabile per applicazioni in ambienti residenziali e commerciali. www.modulcasaline.com/ediliziaprefab/index.php Impresa che si occupa di edilizia prefabbricata www.isomec.it/italiano/contenitore.html Azienda produttrice di pannelli monolitici autoportanti e termoisolanti www.knauf.it/ Knauf, sistemi costruttivi a secco www.pretecno.it/ITALIANO/tecnicapiana.htm Prefabbricati Pretecno opera nel campo della progettazione, produzione e montaggio di edifici prefabbricati a destinazione www.rmig.com Applicazioni della lamiera forata nel settore delle costruzioni www.abet-laminati.it/ aminato plastico www.designmobile.com Progetti di edilizia residenziale prefabbricata 407


408


409


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