Punto Effe n. 15/2019

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ISSN 2612-3983 Anno XX | N° 15 18 ottobre 2019 | www.puntoeffe.it

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SOMMARIO

Editoriale | La sfida e-commerce

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Interventi | Confusione social

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Un farmacista a scuola | L’utile e il dilettevole

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PARLIAMONe FILIERA | Convention Federfarma Servizi e Federfarmaco 10

primo piano ECHI DAL WEB | Un passo avanti 14

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INCONTRI | Luca Guizzon

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PAPER BLOG | Educatori nutrizionali

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PROFESSIONE | Il Progetto Respira 24 VETERINARIA | Il nostro amico pet

FARMACOLOGIA | Opzioni naturali 28

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RUBRICHE Intervista a... | Passaggio di consegne Legale | Il clerico vagante Fiscale | Un nuovo sistema Il libro | Conquistatori e conquistati Dalle aziende | Occhi a rischio anche in autunno Consigli

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Direzione, Redazione, Marketing Via Spadolini, 7 - 20141 Milano Tel.: 02.88184.1 - Fax: 02.88184.302 www.puntoeffe.it Reg. Trib. di Milano n. 40 - 14/1/2000 ROC n. 23531 (Registro operatori comunicazione)

Editore EDRA S.p.A. Direttore responsabile Giorgio Albonetti

2

Collaboratori Rachele Aspesi, Carla Carnovale, Sergio Cattani, Stefano De Carli, Francesca Giani, Luigi Marafante, B.R. Nicoloso, Luca Pani, Ivan Tortorici Responsabile pubblicità Stefano Busconi dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.404 Traffico Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it - Tel. 02.88184.292 Ilaria Tandoi - i.tandoi@lswr.it Tel. 02.88184.294

Direttore editoriale Ludovico Baldessin

Abbonamenti Tel. 02.88184.317 - Fax: 02.56561.173 abbonamentiedra@lswr.it

Coordinamento redazionale Giuseppe Tandoi - g.tandoi@lswr.it

Grafica e Immagine Emanuela Contieri - e.contieri@lswr.it

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The Blind Spot | Pericolo vaping

Produzione Walter Castiglione w.castiglione@lswr.it - Tel. 02.88184.222 Immagini Shutterstock, Thinkstock.

I diritti di riproduzione delle immagini sono stati assolti in via preventiva. In caso di illustrazioni i cui autori non siano reperibili, l’Editore onorerà l’impegno a posteriori.

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menti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.lgs 196/03. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Edra S.p.A. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Edra S.p.A., Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.lgs 196/03.

Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione

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Per il periodo 1/1/2018 - 31/12/2018 Periodicità: Quindicinale Tiratura media: 8.720 Diffusione media: 8.482 Società di Revisione: RE.FI.MI. S.r.l.


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DiosmectalGo La diarrea è un sintomo che compare in caso di infezioni batteriche o virali, e non solo. Il disturbo è molto frequente, colpisce indifferentemente adulti e bambini e può presentarsi in qualsiasi momento dell’anno.

Il consiglio qualificato Si tratta di un tema con il quale il farmacista si confronta quotidianamente, come conferma il fatto che almeno nove acquisti effettuati ogni giorno in farmacia riguardano prodotti antidiarroici1. Un ambito, di conseguenza, che consente al professionista dietro al banco di esercitare con assiduità la sua capacità di consiglio. Oggi con una opzione terapeutica in più.

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Per cosa è indicato e come si assume DiosmectalGo è indicato per il trattamento della diarrea acuta e cronica o del dolore addominale negli adulti, e della diarrea acuta nei bambini di età superiore a otto anni. In particolare nei bambini dagli 8 ai 15 anni, una soluzione reidratante orale deve essere presa per reintegrare i liquidi persi e prevenire la disidratazione2. DiosmectalGo è disponibile come sospensione pronta da bere, in confezione da 12 bustine monodose per somministrazione orale. 1. Elaborazione dati sell out NewLine MAT 04/2019, media totale universo. 2. Foglietto Illustrativo DiosmectalGo. 3. Dupont C, et al. Oral diosmectite reduces stool output and diarrhea duration in children with acute watery diarrhea. Clin Gastroenterol Hepatol 2009;7:456-62. 4. Chang FY et al. Efficacy of dioctahedral smectite in treating patients of diarrhea-predominant irritable bowel syndrome Journal of Gastroenterology and Hepatology 22 (2007) 2266–227. 5. Khediri F, et al. Efficacy of Diosmectite (Smecta®) in the treatment of acute watery diarrhea in adults: a multicentre, randomized, double-blind, placebo-controlled, parallel group study. Gastroenterol Res Pract 2011;2011:783196. 6. Guarino A, Clinical role of diosmectite in the management of diarrhea. Expert Opin. Drug Metab. Toxicol. (2009) 5(4):433-440.


editoriale

L

di Ludovico Baldessin direttore editoriale di Punto Effe

L’annuale convention promossa da Federfarma Servizi e Federfarma.co ha posto al centro del dibattito il ruolo dei mercati online. Gli acquisti online negli ultimi anni hanno avuto crescite vertiginose, sfiorando in Italia i 30 miliardi di euro di vendite annue. Il segmento dei prodotti e delle soluzioni per la salute, seppure in significativa crescita, è ancora molto contenuto rispetto ad altre categorie, a testimonianza del fatto che, nonostante la maggiore consapevolezza del cittadino, la salute non sia paragonabile alle scarpe o alla carta igienica e che la mediazione del professionista sui temi di salute rimane centrale. Le maggiori discussioni si sono sviluppate attorno al tema dell’e-commerce, che ha ricadute professionali e gestionali importanti. La disintermediazione che si crea nell’acquisto online dei prodotti per la salute rischia di svalorizzare la professionalità del farmacista, la preziosa mediazione culturale del consiglio, e mina l’importante lavoro promosso dalle rappresentanze della categoria per una remunerazione delle prestazioni cognitive. Il canale online, più che rappresentare canale di vendita, dovrebbe essere un ulteriore spazio di dialogo del farmacista con il cittadino: un farmacista omnicanale nella relazione con i cittadini che si

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a sfida

e-commerce avvalgono, dentro e fuori le mura della farmacia, della sua professionalità. Intrigante l’analisi dell’attuale venduto ecommerce in materia di salute: pochi player rappresentano la larga maggioranza del mercato, con la sottesa evidenza che l’e-commerce è di beneficio economico solo per pochi (tendenzialmente grandi) mentre per molti determina perdite più che guadagni. È altresì evidente che l’assenza di confini geografici dei mercati online amplia l’agone competitivo e rischia di innescare dinamiche deleterie sulla riduzione dei prezzi o sulla rivalità tra farmacie; i prodotti venduti online hanno quote maggiori nella grande distribuzione piuttosto che nelle farmacie e risultano di minore valore aggiunto. Parrebbe quindi, a oggi, che il canale online sia utile al cittadino per ottenere il miglior prezzo su prodotti a cui riconosce minor valore, mentre per prodotti e soluzioni cui riconosce un valore superiore egli predilige il consiglio e la mediazione del farmacista. Quest’ultima dinamica rende imprescindibile una scelta di campo della farmacia, nel lungo termine, nella definizione delle soluzioni offerte al cittadino: è evidente che non sarà conveniente tenere in farmacia prodotti che risultino fortemente spinti nell’e-commerce (magari dalle stesse aziende produttrici), in cui il primo motivo di scelta da parte del cittadino diventa più di risparmio che di valore.

Mercato online e farmacia: rischi e opportunità



interventi

C

di Davide Petrosillo, presidente Fenagifar

onfusione

social

In rete anche il dibattito tra gli addetti ai lavori è a rischio fake news. Il caso del progetto di nuova remunerazione presentato da Federfarma

Facciamoci una domanda: è tutto bene quel che deriva dai social? In questi giorni, ho avuto occasione di fare una piccola riflessione sui pro e i contro, in ambito professionale. In verità, il tema non mi è nuovo perché, proprio per ostacolare le dannose fake news in ambito salute e, in particolare, per diramare corrette informazioni, Fenagifar ha realizzato il progetto FarmaCommunity (www.farmacommunity.it). Quando però ci si riferisce a canali riservati agli addetti ai lavori, allora il tema diventa forse più spinoso e, credo, non meno pericoloso. Pare ora che voglia introdurre un giudizio assolutamente negativo, ma non è così. Prendiamo il recente FarmacistaPiù. Tra le cronache in diretta video e i commenti on line dei colleghi partecipanti all’evento è stato praticamente possibile seguire in diretta la due giorni di convegni anche a chi non era fisicamente presente. Una opportunità non da poco, solo qualche anno fa difficile da realizzare. Venendo invece ai casi di tematiche particolarmente delicate, non sempre si regi-

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notizie dubbie, risposte azzardate a quesiti inoltrati on line, tesi astruse presentate con assoluta sicurezza strano vantaggi e il clamore suscitato dalla riforma della remunerazione delle farmacie per la dispensazione di farmaci in regime Ssn lo dimostra ampiamente: notizie con-

fuse, risposte azzardate a quesiti inoltrati on line, tesi astruse spesso presentate con assoluta sicurezza; un’improvvisazione sorprendente, specie quando proveniente da soggetti insospettabili. Non voglio pensare ad azioni strumentali ma di certo la confusione provoca danno, sia per chi ne cade vittima, sia per chi ha la responsabilità di guidare i progetti. Così si è data la stura a coloro che hanno iniziato a fare i conti sui possibili danni della nuova remunerazione, senza in realtà averne precisa contezza o, peggio, senza conoscerne i meccanismi più intimi, alimentando così i timori e le incertezze. Poi, tutto si è puntualmente risolto in ambito assembleare dove, a larghissima maggioranza e a ragion veduta, l’organo istituzionale ha dato mandato al presidente e al Consiglio di presidenza di proseguire nell’interlocuzione con le istituzioni e le organizzazioni della filiera. Sarebbe il caso che su certe tematiche, così delicate, si usasse più prudenza? Ooccorrerebbe una maggiore riservatezza quando si tratti di percorsi che prevedono fasi di trattativa? Sarebbe opportuno che in certi casi si sia meno leoni da tastiera per abbandonarsi alla saggia riflessione? Io, sinceramente, credo di sì.



un farmacista a scuola

L’

di Sergio Cattani, farmacista ed educatore

utile e

il dilettevole Anche un pranzo solidale può essere l’occasione giusta per fare educazione sanitaria

Quando sono entrato nella sala da pranzo, ho trovato due grandi tavolate. Una di sole donne, un’altra con due uomini, seduti a distanza l’uno dall’altro. Non mi ci è voluto molto per capire dove andarmi a sistemare. Non per una questione di appartenenza di genere, bensì perché quei due uomini erano soli e guardavano davanti a sé senza dire nulla. Uno dei due, chiamato Pierino, aveva davanti una bottiglia di plastica, di un famoso integratore di proteine e vitamine venduto in farmacia. Questo mi pareva cozzasse con la sua struttura fisica solida e in forma. Quando ho visto che versandolo ne usciva un liquido rosso rubino intenso, ho capito che l’abito non faceva il monaco e mi ero ingannato: si trattava di vino rosso. Ho rotto il silenzio con una sonora risata, facendogli presente che ero un farmacista e non avrei mai immaginato per quale motivo venivano usati certi prodotti presenti sui nostri scaffali: svuotati e riempiti con qualcosa di sicuramente più piacevole, ma probabilmente meno sano. Mi trovavo nel bel mezzo del pranzo solidale che abbiamo organizzato nell’ambito di un progetto chiamato “Welfare a km zero”, una serie di iniziative che hanno come

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obiettivo la salute delle persone anziane e sole, di un quartiere popolare di Trento (ne ho già parlato su Punto Effe n. 6/2018). Quale modo migliore per convincere una persona a uscire di casa che un incontro conviviale? Così abbiamo costruito un format nuovo: pranzo e chiacchierata con il farmacista. Appena finito di mangiare, prima del caffè, ho preso la parola per parlare di vaccinazione antinfluenzale, piccole patologie stagionali, modi per limitarne la diffusione, proteggersi e proteggere gli altri. Pochi minuti, solo per dare qualche spunto. Ha funzionato molto bene, le domande sono state tante e alla fine della chiacchierata molte signore sono venute a chiedermi qualche chiarimento, o solo a presentarsi e raccontare la loro storia. Così ho conosciuto Irma, 103 anni e una forma invidiabile; Valeria, che amava il trekking finché una patologia

rara l’ha quasi costretta sulla sedia a rotelle (ma persevera con le stampelle e non rinuncia a fare la spesa da sola); Luigi, 65 anni e la voglia di costruire un gruppo musicale che canti di incontro tra culture e integrazione. E soprattutto ho conosciuto Pierino, che mi ha raccontato del suo viaggio in Cile a vent’anni e del ritorno nel 1985 con la moglie conosciuta laggiù. Ma il destino gliel’ha portata via dopo pochi anni: «E adesso vivo in un appartamento di tre stanze solo come un cane. E non ho un cane, e neppure un gatto. Cosa vivo a fare?». Ma in quelle due ore trascorse insieme ha dimenticato per un po’ la difficoltà di andare avanti e la solitudine, tanto da chiacchierare felice e cercarmi tra le persone per venirmi a salutare, prima di andarsene. Hasta pronto, Pierino, ci rivedremo sicuramente. E la prossima volta il vino lo porto io.



parliamone

U

di Francesca Giani

n supporto

reciproco

Farmacia e distribuzione intermedia dialogano alla sesta convention di Federfarma Servizi e Federfarma.Co, a Sorrento. Tra i temi centrali la graduale ascesa dell’e-commerce

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idee per fare in modo che anche qui, come al banco, la professionalità e l’approccio al paziente tipico del farmacista diventi elemento distintivo e di tutela della salute dei cittadini. Per fare questo è quanto mai indispensabile valorizzare al massimo tutto il sistema che ruota attorno alla farmacia indipendente, dalle cooperative e società di farmacisti alla Centrale, come elementi propulsori di innovazioni e servizi. Questi alcuni dei messaggi partiti dalla sesta Convention annuale di Federfarma Servizi e Federfarma.Co, dedicata a “Il futuro delle reti di farmacie indipendenti: opportunità nell’era dell’innovazione digitale” e tenutasi a Sorrento, che per la prima volta ha ricevuto il patrocinio del ministero della Salute.

qualità della risposta assistenziale, ma anche la capacità di essere sempre al passo con i tempi, è quanto mai indispensabile che tali movimenti siano coordinati e integrati. Mai come oggi, infatti, per portare la farmacia a esprimere al massimo il potenziale di professionalità, e al contempo tutelare la propria presenza anche in comparti emergenti, come l’online, si rende necessario imprimere uno slancio alla sinergia e alla collaborazione tra la farmacia e la distribuzione intermedia di proprietà di farmacisti, perché se è vero che la distribuzione intermedia non potrebbe compiere la sua funzione senza la farmacia, è vero anche che la farmacia, in uno scenario in cambiamento come quello attuale, ha bisogno di un supporto a 360 gradi da parte di una struttura che condivida la stessa visione di servizio al cittadino». Proprio per questo «urge la sottoCOOPERATIVE, SOSTEGNO scrizione di un patto stringente tra la farmaAL CAMBIAMENTO cia che vuole mantenersi libera e «In uno scenario in cambiamento come indipendente e le aziende della distribuzioquello attuale», sottolinea Antonello Mirone, ne che si riconoscono in questi valori e che presidente di Federfarma Servizi (foto a da sempre fanno parte di Federfarma Servipag. 13), «il ruolo della farmacia nell’assizi. Un patto che preveda diritti e doveri vistenza ai pazienti e, di conseguenza, quello cendevoli, slegato da oppor tunità della distribuzione intermedia sono chiamaestemporanee di carattere speculativo, ma ti a evolvere, ma, per poter garantire al mas% integratori Farmacia che affondi le proprie radici in una identità simo la tutela della Var salute, l’universalità canale di di valori e in una comunione di principi e viun servizio farmaceutico al cittadino, la

Grafico 1 eCommerce B2c in Italia: un focus sui prodotti farmaceutici Vendite online canale farmacie italiane

+ 61%

+64%

Automedicazione (Otc e sop) + integratori Cura persona

+38%

Nutrizionali Parafarmaci 155 mln € 96 mln €

37,1 mln €

30,9 mln €

51,2 mln €

50,8 mln €

Altro

+138%

8,8 mln €

21 mln €

+97% 6,9 mln €

13,6 mln €

+ 46% 17,9 12,3 mln € mln €

3$12+'%"$(; TOTALE

2017

2018

Fonte: Iqvia

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È vero che il giro d’affari dell’e-commerce in farmacia - che riguarda farmaco senza ricetta ed extrafarmaco - rispetto al fatturato generato all’interno del negozio fisico dalle stesse categorie di prodotto, rappresenta ancora una piccola quota, pari a un totale a valori di 155 milioni di euro nel 2018. Ma è anche vero che l’online fa registrare una crescita delle vendite costante e a due cifre, che fa pensare a uno sviluppo sostanzioso in un prossimo futuro. In questo quadro è necessario che la farmacia inizi a presidiare questo comparto vitale - verso il quale stanno indirizzandosi sempre più gli interessi di altri player - mettendo in campo progetti e


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sione. Solo così potremo ancora difendere il modello di farmacia nel quale ci siamo sempre riconosciuti, quello in cui un professionista, libero nelle sue scelte, possa servire al meglio la collettività e resti il primo interlocutore sul territorio in campo sanitario per il cittadino. Per quanto ci riguarda siamo pronti alla sfida e consapevoli di avere tutte le carte in regola. C’è bisogno però, in questa direzione, di una scelta di campo: solo così tutti i nostri progetti possono trovare concretezza e applicazione». Concorda Francesco Turrin, presidente di Federfarma.Co, che, in una intervista a margine della convention, commenta: «Siamo molto soddisfatti di questa due giorni sia per la profondità dei contenuti toccati, sia per i valori che, complessivamente, sono emersi. Federfarma.Co e Federfarma Servizi, inaugurando, sei anni fa, l’idea di fare una convention congiunta hanno voluto trasmettere un messaggio chiaro: solo attraverso il “fare insieme” è possibile essere più incisivi, tanto nell’affrontare il futuro e le sue sfide, quanto nel saper innescare quel cambiamento che, nello scenario attuale, è quanto mai necessario».

IL NUOVO RUOLO DELLA CENTRALE E proprio da questi lavori congiunti «è emerso un punto importante, anche attraverso la sessione che abbiamo organizzato il mercoledì: Federfarma.Co, oggi, risulta essere ancora più accreditata come soggetto in grado di fare Ricerca e Sviluppo per le reti di farmacie afferenti alla filiera di proprietà dei farmacisti. D’altra parte, in questa ultima fase, abbiamo sperimentato un nuovo ruolo nei servizi e nelle attività di pharmaceutical care - un ruolo, per altro, che ci viene riconosciuto sempre più anche da soggetti esterni alla filiera - mettendo a disposizione know how e strumenti creati ad hoc. Tra questi va ricordata, in primo luogo, la Scheda elettronica cliente, indispensabile per accompagnare il farmacista e il paziente nel processo di pharmaceutical care e nella relativa raccolta dati, ma anche il portale di formazione certificata, Edufarma, fondamentale per offrire una formazione di qualità e omogenea su tutto il territorio». A oggi, «grazie anche ai progetti realizzati - tra i quali va ricordata la sperimentazione in Liguria - possiamo davvero rivendicare un ruolo di primaria importan-

Un quadro complessivo della composizione e delle attività di Federfarma Servizi

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za nell’evoluzione della distribuzione di proprietà di farmacisti e della farmacia stessa». E questo è ancora più vero «anche alla luce dell’ok della Conferenza Stato-Regioni all’Accordo sulle linee di indirizzo per la sperimentazione dei nuovi servizi in farmacia, che indica criteri e modalità per accedere ai 36 milioni di euro previsti dalla Legge di bilancio 2018. Non va dimenticato, infatti, che proprio strumenti come quelli messi da noi a disposizione sono indispensabili per rispondere ai requisiti fissati per la remunerazione, per esempio la raccolta dei dati».

LA SFIDA ONLINE Ma, se i servizi in farmacia e la pharmaceutical care rappresentano la linea evolutiva per eccellenza della farmacia, non bisogna trascurare i cambiamenti del contesto, in generale, in cui opera la farmacia. E tra questi, appunto, anche l’e-commerce, vero filo conduttore della due giorni di Sorrento. Un ambito, ha ripreso la parola Mirone, «che sta evolvendo rapidamente e che, di conse guenza, non possiamo più trascurare. A parte i medicinali senza prescrizione, di esclusiva pertinenza della farmacia, il resto


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anche se la maggior parte delle operazioni transitano su computer desktop, va osservata, in particolare, la rilevanza dello smartphone, mezzo utilizzato nel 39 per cento degli acquisti e con una preferenza che cresce negli anni (+32 per cento rispetto al 2019).

I NUMERI DELLA FARMACIA

del comparto salute, se non presidiato dalla farmacia, troverà uno sviluppo da parte di altri attori. Non bisogna pensare, d’altra parte, che si tratti di una attività al di fuori del nostro raggio di interesse, perché in realtà, nella sua componente legata alla salute, costituisce un terreno nel quale è davvero possibile esprimere il valore della nostra professionalità, che rimane, anche per questo canale, l’elemento distintivo rispetto ad altri player e l’elemento di tutela per i cittadini». Tutto sta, come evocato da più parti, nel trovare un modello appropriato e non a caso, «una riflessione», emersa nel corso della tavola rotonda di confronto che ha visto, tra gli altri, la partecipazione anche di Adelmo Lusi, comandante del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute, e Domenico Di Giorgio, dirigente dell’Ufficio contrasto al crimine farmaceutico dell’Aifa, «è che man mano che si diffonde la propensione ad acquistare online farmaci, pur senza prescrizione, l’extrafarmaco e tutti quei prodotti inerenti l’area salute, può aumentare il rischio di esposizione dei cittadini a prodotti contraffatti, laddove la ricerca e l’acquisto non venga fatto su siti di farmacie autorizzate, così come riportate sulla lista del ministero della salute». Un elemento, questo, che sembra in qualche modo tracciare una strada di ulteriore intervento da parte del farmacista: «L’esigenza messa in rilievo nella tavola rotonda è quella di una corretta informazione ed educazione del cittadino, che va indirizzato verso pratiche che non mettano a rischio la sua salute. Con un invito, rivolto a farmacie e farmacisti, di costruirsi sempre di più un ruolo in questo campo, in modo che venga

valorizzato il più possibile il messaggio dei rischi per la salute dal farmaco contraffatto e della tutela fornita, invece, dalla filiera tradizionale, anche nel canale online».

E-COMMERCE IN CRESCITA Intanto, di particolare interesse sono i dati relativi alle vendite online, presentati nel corso della mattinata di giovedì. In particolare, nell’intervento di Riccardo Mangiaracina, direttore scientifico Osservatori Digitali - School of Management del Politecnico di Milano, è stato sottolineato come la domanda online segni, in generale, una forte crescita Nel 2018 pesava, infatti, 27 miliardi di euro, con un +16 per cen o rispetto al 2017; una situazione confermata anche nel 2019, dove gli acquisti online hanno superato quota 31,5 miliardi e il tasso di crescita si è attestato intorno al 15 per cento. I dati, tuttavia, sono frutto di dinamiche differenti: in particolare, la componente relativa ai servizi (assicurazioni, couponing, ricariche, ticketing, turismo e trasporti) supera i 12 miliardi nel 2018 per raggiungere gli oltre 13 nel 2019, con una crescita, tra i due anni, del 7 per cento, mentre quella dei prodotti, che passa dai 15 ai 18 miliardi, mostra un incremento più sostenuto, di circa il 21 per cento. Va detto, comunque, che, in generale, il mercato in Italia è ancora poco maturo. Il tasso di penetrazione online - cioè il rapporto dei consumi online rispetto ai consumi totali - è del 7,2 per cento nel 2019, in costante crescita, ma più indietro rispetto a principali mercati più evoluti, occidentali e orientali. Uno spunto di riflessione riguarda, poi, la situazione dei diversi mezzi che contribuiscono alla generazione degli acquisti:

A emergere è anche un focus sulle vendite online nel canale farmacia (grafico 1): secondo recenti dati Iqvia, il fatturato complessivo è passato dai 96 milioni di euro del 2017 ai 155 del 2018, con un +61 per cento, e il comparto che registra più vendite è quello dei prodotti da banco di automedicazione e degli integratori (vitamine, minerali, probiotici) che insieme rappresentano una crescita di circa il 64 per cento passando dai 30,9 milioni del 2017 ai 50,8 del 2018. E se i prodotti per la cura personale - creme, cosmetici, igiene personale - toccano nel 2018 i 51,2 milioni di euro (+38 per cento), contro i 37,1 dell’anno precedente, segnano dall’altra parte un rapido aumento (+138 per cento) le vendite online dei prodotti nutrizionali - latte in polvere, alimenti dietetici o senza glutine che passano da 8,8 a 21 milioni nel 2018. Anche il mercato dei parafarmaci - siringhe, termometri, dispositivi medici - è cresciuto molto, con un +97 per cento che ha visto il risultato del 2018 attestarsi a 13,6 milioni di euro (contro i 6,9 dell’anno precedente). Analizzando più nel dettaglio il fatturato dell’e-commerce generato in farmacia e in parafarmacia - come sottolineato da Francesco Cavone, Associate Director, Offering Innovation & Strategic Partnership Iqvia - è sì caratterizzato, per quanto riguarda il settore salute nel complesso, da una costante crescita, ma appare anche molto concentrato, sia rispetto alla categoria, sia in relazione ai prodotti top seller. In generale, poi, per il cliente digitale, il prezzo è una leva molto importante, anche se privacy e comodità sono altri fattori determinanti nella scelta del canale. E proprio sull’aspetto del prezzo, è stato messa in evidenza la forte variabilità anche in relazione allo stesso prodotto, con oscillazioni, in determinati casi, fino al 71 per cento in meno.

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n passo

avanti

Sunifar e Uncem avviano il lavoro per la realizzazione di nuovi servizi e opportunità nelle farmacie dei territori rurali montani

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L’associazione delle farmacie rurali (Sunifar) e l’Unione nazionale comuni comunità enti montani (Uncem) hanno aperto il primo tavolo di lavoro per realizzare nuove proposte e nuovi servizi per le farmacie dei territori rurali e montani. Le proposte, che verranno sottoposte al ministro della Salute Roberto Speranza, includono: l’effettiva trasformazione delle farmacie rurali in farmacie dei servizi; l’attuazione di quanto previsto dal Decreto Calabria per la mancanza di medici di base, compresi gli incentivi economici per i medici che scelgono di aprire ambulatori nei comuni montani. «Le farmacie non lasciano i territori montani», dichiara Silvia Pagliacci, presidente del Sunifar, «vogliono investire e vi è bisogno di un supporto. Siamo un servizio in concessione e vogliamo crescere, in stretto accordo con gli enti locali». I piani sui quali si concentreranno le due associazioni, in armonia con il Ministero, sono due: quello dei fondi europei della nuova programmazione 2021-2027 e quello dell’innovazione applicata ai servizi. «Telemedicina e teleassistenza sono già presenti. Non sono il futuro lontano», sottolineano Pagliacci e Marco Bussone, presidente Uncem. «Dobbiamo utilizzarli subito per dare più opportunità ai territori rurali e montani. Per questo crediamo nella Strategia aree interne, quale vettore di nuove soluzioni. Si devono accelerare gli investimenti e la spesa e definire un massiccio intervento continuativo nella nuova programmazio-

Pagliacci (Sunifar): vogliamo crescere in stretto accordo con gli enti locali ne comunitaria. L’importanza delle farmacie rurali è anche nella capacità di garantire “continuità assistenziale”, fondamentale per una popolazione sempre più anziana e con molte cronicità. Nelle valli alpine e appenniniche si devono provare soluzioni di Iot (Internet delle cose) applicate all’assistenza e alla medicina. L’Agenda digitale deve vedere le “farmacie dei servizi” coinvolte in un processo smart e inclusivo. Su questi fronti lavoreranno Sunifar e Uncem nei prossimi due mesi, auspicando di ottenere il massimo supporto dal ministro Speranza». A questo primo tavolo di lavoro hanno partecipato, oltre ai presidenti Pagliacci e Bussone, Mario Flovilla (presidente Federfarma Avellino e Sunifar Campania), Clara Mottinelli (presidente Sunifar Federfarma Lombardia), Daniele Dani (consigliere Sunifar), Andrea Garrone (segretario Federfarma Piemonte e presidente rurale Federfarma Torino), Achille Bellucci (sindaco di Acuto e presidente Uncem Lazio), Agnese Benedetti (sindaco di Vallo di Nera e presidente Uncem Umbria), Vincenzo Luciano (vicepresidente nazionale Uncem e presidente Uncem Campania).



incontri

L

di Sergio Cattani

La farmacia Campedello di Vicenza ha investito nella creazione di un laboratorio galenico di altissimo livello, pur non potendo contare su una superficie molto ampia. A colloquio con uno dei soci, Luca Guizzon

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e mani del

farmacista Nel palazzo Eccheli-Baisi di Brentonico (Trento), c’è un interessante museo della farmacia. La sua particolarità è che i curatori hanno smontato pezzo a pezzo una farmacia di paese (Farmacia Maturi di Condino) e l’hanno ricostruita in una delle sale. Così, si può offrire ai visitatori non una simulazione ma una vera e propria farmacia nella sua forma reale. La prima volta che la visitai ciò che mi impressionò fu la presenza nell’entrata (una sorta di piccolo atrio) di due panche di legno, dove potersi sedere. La loro funzione era permettere alle persone una comoda attesa durante la preparazione dei medicinali prescritti dal medico, dal momento in cui per buona parte del Novecento essi venivano realizzati nel laboratorio galenico. Il farmacista quindi si metteva dietro al banco e pesava, frantumava, miscelava sotto gli occhi dei clienti. Qualche decina di anni dopo, il lavoro del farmacista preparatore è cambiato radicalmente: le Norme di buona preparazione impongono un locale a parte, con adeguate misure di controllo della filiera, della carica batterica e della salute del lavoratore. Tutti aspetti presi con grande serietà da Luca Guizzon, farmacista vicentino salito recentemente agli onori delle cronache sui media generalisti per essere stato il primo in Italia a ricevere la cannabis coltivata nei laboratori dell’Istituto farmaceutico militare di Firenze. Non a caso, in quanto ha

creato nella sua Farmacia Campedello di Vicenza, un laboratorio galenico di altissimo livello, come sono presenti ormai (quasi) solo nelle aziende farmaceutiche e negli ospedali. Guizzon, tra le altre cose, è consigliere dell’Ordine di Vicenza, presidente e socio fondatore di Agifar Vicenza e socio delegato regione Veneto della Sifap. A lui - che è anche un collaboratore di Punto Effe - dedichiamo la storia di copertina di questo numero.

Qual è la storia della farmacia Campedello, di cui è diventato socio da poco tempo? Campedello è una quartiere di Vicenza, rimasto sprovvisto di farmacia fino al 1974, anno in cui la precedente titolare la vinse a concorso. Fu lei a gestire la farmacia fino al 1993, quando mia madre, Marisa Rappo, la rilevò. Essendo nata in questa zona, si è subito inserita nella comunità partecipando e organizzando eventi, pure con me e mia sorella piccolini. Cambiò lo spirito della farmacia, mettendo in pratica la sua passione per la fitoterapia e la galenica. Tra le altre cose entrò a far parte della Società italiana farmacisti preparatori già nel 1994. Dieci anni fa decise di rinnovare l’arredamento e la disposizione interna della farmacia, permettendone la specializzazione in vari reparti, seguendo soprattutto le neo mamme, celiachia e veterinaria. Tre anni fa si è poi deciso di rin-


incontri

LA SCELTA DELLA GALENICA NASCE DAL MIO PERSONALE DESIDERIO DI SODDISFARE LE ESIGENZE TERAPEUTICHE DEI NOSTRI PAZIENTI

novare il laboratorio galenico per ampliare le possibilità formulative. Subito dopo completò il percorso di studi mia sorella, che andò a sviluppare in primis il reparto veterinario. A questo punto mia madre decise di preparare con calma (e la consueta precisione) l’evoluzione della farmacia: da unico titolare a società insieme a noi due.

Molti farmacisti considerano il laboratorio un inutile orpello, voi invece avete deciso di puntarci con decisione, sia in termini economici sia di superficie. Come mai questa scelta? La galenica è sempre stata una passione di mia madre, che però l’ha tenuta in sordina per mancanza di spazi e di tempo. Dirigere una farmacia e farla crescere curandone tutti gli aspetti richiede grande dedizione e questo aspetto non è mai riuscita a seguirlo come avrebbe voluto. Quando sono “arrivato” io però abbiamo avuto modo di sviluppare il reparto e di seguirlo con l’attenzione che merita. La scelta di investire sul laboratorio è conseguente al mio personale desiderio di di soddisfare le esigenze terapeutiche dei nostri pazienti, anche le più particolari e personalizzate. Per questo, abbiamo deciso di sviluppare anche il settore sterile della galenica, di cui c’era carenza in zona. Inoltre, con il preparato salutistico, mi

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incontri

dallA Idea alla realizzazione del laboratorio galenico sono passati oltre due anni

ha dato modo di mettere in pratica le conoscenze acquisite con il Master in fitoterapia.

Ci descriva il laboratorio galenico “nuovo di zecca” (è stato completamente rivoluzionato nel 2016) che avete realizzato nella vostra farmacia. Il laboratorio è completamente classificato: dalla prima zona, dedicata alla galenica “non sterile” - classe D, si procede a un ambiente in classe C e uno in classe B per accedere infine alla cabina sterile in classe B con cappa a flusso laminare classe A. In tutte queste zone il flusso d’aria passa attraverso filtri assoluti ed è in sovrapressione. A corollario, abbiamo allestito una stanza dedicata alla manipolazione di tutte le sostanze classificate H340 (mutageni), H350 (cancerogeni) e H360 (reprotossici, ovvero tossici per la riproduzione), con cappa specifica per citotossici e flusso in depressione.

Due locali classe B e uno classe C, con in aggiunta stanza per citotossici in tredici metri quadri. Fanno ricredere coloro che pensano che per avere un laboratorio galenico efficiente servano grandi superfici. Dall’idea alla realizzazione del laboratorio sono passati oltre due anni, durante i quali

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si sono susseguiti incontri con ingegneri, consulenti, enti pubblici, servizi farmaceutici, al fine di riuscire a progettare il laboratorio innanzitutto dal punto di vista strutturale. Non esistono infatti dei modelli simili, almeno a livello italiano, e quindi abbiamo dovuto concretizzare un’idea innovativa di laboratorio ex novo. Successivamente altri sei mesi sono stati spesi per mettere a punto e confermare procedure in grado di garantire la sicurezza dei preparati allestiti. In accordo con essa infatti vengono effettuate analisi su campioni di preparati e sugli ambienti del laboratorio.

Per la gestione sono necessarie grandi capacità teoriche e tecniche: quanto ci ha messo a svilupparle, farle diventare routine e come ha organizzato il lavoro nel laboratorio? Dal punto di vista organizzativo abbiamo formato una professionista (proveniente dal corso di studi di Tecnico di laboratorio biomedico), che è diventata preziosa per le operazioni di routine. Le lavorazioni più delicate invece vengono svolte dal sottoscritto concentrando le attività in giorni specifici. La pulizia ha assunto un ruolo di


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primo piano, poiché tutte le aree e strumentazioni del laboratorio vengono sanificate almeno una volta al giorno e si fa utilizzo di tutti i dispositivi di sicurezza individuale e del preparato.

Quali sono diventati i prodotti di punta e com’è il rapporto con i medici prescrittori? I prodotti di punta in termini di volumi rimangono i preparati salutistici, seguiti dai preparati destinati ai piccoli animali. Pur se con la loro stagionalità, i colliri stanno diventando una richiesta importante. Con i medici prescrittori vi è un clima di reciproco rispetto e collaborazione. Non è raro che veniamo contattati per sapere la fattibilità di una certa preparazione o per consulti anche legislativi sulla corretta compilazione delle ricette. Anche la cannabis continua a figurare tra i primi posti in termini di richieste.

A questo proposito, che idea si è fatto della cannabis in farmacia? Diventerà sempre di più un punto di forza per un laboratorio galenico di alto livello oppure piano piano l’industria se ne approprierà, come già successo per altri farmaci? Nella mia piccola realtà ho visto che la cannabis ha avuto un’esplosione di richieste nei passati due anni, salvo poi riscontrare una contrazione delle prescrizioni nell’ultimo periodo. Sicuramente si stanno concentrando le prescrizioni sugli usi più

consolidati e confermati dalla ricerca e sempre più sono i casi dove viene fornita direttamente dalla farmacia ospedaliera. Sussistono poi ancora difficoltà di approvvigionamento per certe varietà, che rendono non sempre così semplice garantire la continuità terapeutica.

Quali sono gli altri punti di forza della sua farmacia? Seguendo gli interessi e la formazione mia, di mia madre e di mia sorella, sicuramente un occhio di riguardo è dedicato al reparto di integrazione fitoterapica. Anche le richieste dei pazienti celiaci e delle neomamme sono tra le esigenze che più spesso ci vengono richieste e che tenia-

mo particolarmente a soddisfare. A completare il quadro abbiamo un fornito reparto di medicinali per animali da compagnia, che ci ha permesso di farci conoscere dai veter inar i anche come preparatori.

Che ruolo ha avuto sua madre Marisa, farmacista titolare capace dal carattere forte e con grande voglia di sperimentare, nel suo percorso professionale? Fondamentale, sia per la crescita culturale, sia come fonte di idee che poi mi ha permesso di sviluppare o individualmente o in condivisione anche con mia sorella.

Avete progetti per il futuro che coinvolgano sia il laboratorio che la farmacia? Attualmente la nostra attenzione è volta alla continua implementazione del laboratorio, sia dal punto di vista qualitativo sia quantitativo. Inoltre, stiamo valutando di coprire altri settori. Sempre facendo precedere lo sviluppo in termini di spazio da un lavoro di approfondimento personale e complessivo dei colleghi, per poter dare i consigli e il servizio più professionale possibile ai nostri clienti.

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E

di Rachele Aspesi, farmacista (http://nutrirelasalute.farmacista33.it)

ducatori

nutrizionali Riflessioni sul convegno Afen a FarmacistaPiù

Resto particolarmente legata a FarmacistaPiù. Sarà perché ancora ricordo con emozione quando, anni fa, ebbi l’opportunità di presentare il progetto di educazione alimentare da me organizzato per l’Ordine dei farmacisti di Varese in vista di Expo2015 e da cui si aprirono strade di collaborazione mai immaginate. Oppure sarà perché ogni volta ritrovo colleghi, diventati amici negli anni, con cui confrontarsi e sentire che, in fondo, si è tutti sulla stessa barca, ma se si naviga in flotta si vince con più facilità. Resto legata a FarmacistaPiù anche perché lo riconosco come un’occasione di condivisione delle tematiche più disparate, dalla farmacoeconomia al marketing, dalla formazione alle opportunità giovanili. In base ai propri interessi, si sceglie liberamente a quale convegno partecipare. Anche quest’anno il ruolo del farmacista come educatore sanitario è stato protagonista di moltissimi interventi dedicati alla farmacia dei servizi, che forse vede finalmente il traguardo. In particolare, ho avuto il piacere di apprezzare, anche in questa edizione, l’intervento dedicato al farmacista esperto in nutrizione organizzato da Afen (Associazione farmacisti esperti in nutrizione), porta-

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voce della necessità di regolamentare la deutica all’attività di consulenza al banfigura di noi farmacisti specializzati in co quando proponiamo in maniera ambito alimentare. ragionata un integratoIntrinseca alla profesre alimentare oppure intrinseca sione di farmacista è quando capiamo la nealla infatti l’attività di concessità di inviare il panostra sulente sanitario, conziente al medico o ad fermata dalla Fofi professione altro professionista. attraverso un’interQuando si mastica la è l’attività pretazione più ampia materia nutrizionale, di del Dlgs n. 206/2007, parlarne al proprio paconsulente segnalando, in una ziente diventa naturale nota, che la consulenper ogni sintomatolosanitario za «può essere erogagia, disturbo acuto o ta come prestazione libero-professionale, cronico o condizione fisiologica possiamo in spazi appositamente adibiti all’interno trovare di fronte a noi. Viene naturale dare della farmacia o anche in uno studio al di un consiglio in più quando abbiamo di fronfuori della stessa e il farmacista può chiete un paziente stitico cronico; una ragazza dere un onorario come corrispettivo con cistite ricorrente che vi chiede l’ennesidell’attività svolta». mo integratore; una donna in menopausa Resta ora indispensabile, chiarire che il con le vampate e l’aumento della circonfepercorso per definire un farmacista renza vita; una mamma in gravidanza o un esperto in nutrizione debba avere alla anziano con evidente sarcopenia. base una formazione specializzata di alto Come possiamo non accennare all’imporlivello come una seconda laurea o un matanza dell’alimentazione quando, attraverster, senza nulla togliere a corsi di formaso un’autoanalisi, scopriamo una glicemia zione che, seppur validi, non possono borderline o un colesterolo leggermente competere in termini professionali con sballato? Potrei stare a farvi cross-selling una preparazione più completa e certifinutrizionale per ogni paziente vi entri ogcata. È evidente che la nostra tanto sudagi in farmacia. Non possiamo non far valeta laurea in Farmacia ci possa già di per re l a no s t ra vo c e : for m i a mo c i , sé rendere in grado di valutare fabbisoinformiamoci e diventiamo educatori nugni nutrizionali, energetici e terapeutici trizionali sanitari completi. È un titolo che del cliente/paziente, valutazione propeci spetta di diritto.


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U

di Chiara Romeo

professione

na strada

da percorrere Malattie respiratorie: il ruolo del farmacista nel counselling e nel favorire l’aderenza alla terapia. I primi dati raccolti dal Progetto Respira presentati a FarmacistaPiù

Del ruolo del farmacista nell’aderenza alle terapie croniche e della necessità di ampliare tale impegno, si è parlato in diverse sedi, anche istituzionali. Ulteriori dati sull’importanza del farmacista e della farmacia territoriale in questo ambito arrivano dagli esiti di un questionario e dall’auto-misurazione spirometrica realizzati nell’ambito del Progetto Respira, promosso da Edra con il patrocinio di Federfarma e il contributo non condizionato di Chiesi Italia, la filiale italiana del Gruppo Chiesi. Tale progetto unisce

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un corso Ecm Fad alla raccolta ed elaborazione di dati provenienti dai pazienti reclutati e seguiti dal farmacista. I primi risultati sono stati presentati in occasione della sesta edizione di FarmacistaPiù, nel corso dell’incontro su “Le malattie respiratorie nella pharmaceutical care: le evidenze del Progetto Respira”.

NEL DETTAGLIO Se per il paziente affetto da asma e Bpco è fondamentale tenere sotto controllo i pa-

rametri funzionali respiratori attraverso l’uso dei device corretti, il supporto a questi pazienti può arrivare anche dalla farmacia, che diventa luogo di counselling per l’auto-misurazione della funzione respiratoria, grazie all’auto-spirometria. «Il territorio sarà sempre più coinvolto nella gestione della cronicità e della fragilità con nuovi modelli di organizzazione», afferma Ludovico Baldessin, Chief Business & Content Officer di Edra, «e in questo contesto il farmacista dovrà avere un ruolo cruciale sia nell’empowerment del paziente, sia nella presa in carico, per offrire una assistenza personalizzata, garantire prevenzione primaria e secondaria, migliorare la qualità di vita del paziente». Al cuore del progetto un corso Ecm Fad dal titolo “Respira. Il ruolo del farmacista nel supporto al counselling nelle patologie respiratorie e l’importanza dell’automisurazione spirometrica”. Il corso, che ha già preso il via ed è accessibile fino al dicembre 2019 (vedi box), permette di formare i farmacisti su aspetti chiave delle patologie respiratorie, sull’utilizzo dello spirometro e sulla corretta interpretazione dei parametri misurati, attraverso contributi video. Inoltre, attraverso l’attivazione di un protocollo in farmacia, permette di supportare il paziente nell’automonitoraggio dei parametri funzionali respiratori. Il progetto determina benefici clinici per il paziente e per il sistema salute traducibili


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Grafico 1 Risultati dell’automisurazione spirometrica Pazienti NON affetti da patologia respiratoria

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Ostruzione

Ostruzione Restrizione

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Restrizione

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Titolo: Respira. Il ruolo del farmacista nel supporto al counselling nelle patologie respiratorie e l’importanza dell’automisurazione spirometrica Responsabili scientifici, docenti: Fulvio Braido (specialista in Malattie respiratore e tisiologia e in Allergologia e immunologia clinica, Clinica malattie respiratorie e allergologia, Aou San Martino di Genova); Nicola Scichilone (Azienda ospedaliera universitaria, Policlinico Paolo Giaccone (Università di Palermo, Dipartimento biomedico di medicina interna e specialistica); Marco Bacchini (presidente di Federfarma Verona)

Ostruzione

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N. crediti Ecm: 8 Periodo di svolgimento: 25 febbraio - 31 dicembre 2019 Destinatari: farmacisti Ostruzione

13%

to di essere affetto da patologia respiratoria con “restrizione», in base ai dati, ha un’aderenza terapeutica più alta rispetto agli altri gruppi. In generale l’aderenza terapeutica è più alta tra le pazienti donna che tra agli uomini.

IN CONCLUSIONE

Si deduce da questi primi dati che ancora Alta aderenza 16% Alta aderenza c’è molto da fare nel controllo e nel moni16% toraggio della patologia a livello territoriaPazienti affetti da patologia respiratoria le. «Chiesi Italia ha supportato il progetto Alta aderenza perché crediamo che alla luce di un invec16% Media aderenza chiamento progressivo della popolazione, Alta aderenza Bassa aderenza con un sistema sanitario a rischio, lo screMedia aderenza 19% Ostruzione 65% ening delle patologie e il monitoraggio delMedia aderenza 13% Bassa aderenza 19% Ostruzione la terapia siano azioni che permettono 13% anche di risparmiare risorse», afferma Gianluigi Pertusi, Business Unit Consumer Il 65% soggetti che ha dichiarato di essere Media aderenza affetto da patologia respiratoria presenta Healthcare Director di Chiesi Italia. «Pen19% una bassa aderenza; soltanto il 16% presenta siamo che la formazione del farmacista e un’alta aderenza la crescita di competenze rientri nel supTotale Pazienti affetti da patologia respiratoria: 209 porto alla sostenibilità del sistema».

terapeutica

19%

Il 68% dei soggetti che hanno dichiarato di NON essere affetti da patologia respiratoria presentano restrizione/ostruzione Totale Pazienti NON affetti da patologia respiratoria: 1499

Grafico 2 Aderenza

Il programma Ecm Fad

professione

la percentuale scende all’11 tra coloro che in migliore controllo della patologia, maghanno meno di 65 anni. giore appropriatezza e aderenza, migliori Per quanto riguarda i dati sull’auto-misuraoutcome clinici. zione spirometrica, il 55 per cento dei pa«Un primo passo, fondamentale, è far capire Restrizione 55% l’importanza dell’aderenza, un zienti che ha dichiarato di non essere ai pazienti Normalepresenta affetto da patologia respiratoria concetto ancora non chiaro soprattutto nel 32% “restrizione”, cioè ridotta distensibilità dei caso di malattie croniche e asintomatiche, polmoni, compromissione dell’espansione dove è ancora più necessario lavorare sulla polmonare; mentre un 13 per cento presenmotivazione», spiega Marco Bacchini, presita “ostruzione” cioè riduzione della ventiladente di Federfarma Verona e docente del zione causata da un ostacolo che corso. «Un esempio è proprio la Bpco, patoimpedisce l’ingresso dell’aria nei polmoni. logia che presenta un ulteriore problema. InAggregando i dati tra restrizione e ostrufatti, la terapia prevede l’utilizzo di ausili non zione il 68 per cento dei pazienti che sono sempre di facile impiego, e qui il farmacista entrati in farmacia convinti di non avere può essere di grande aiuto, proprio in qualipatologie respiratorie hanno una forma di tà di esperto del farmaco. Se il futuro della compromissione dell’espansione polmonafarmacia è legato ai servizi, ritengo che quere (Grafico 1). sti debbano rimanere legati al farmaco, speRestrizione cificità della nostra professione. Il Progetto55% Per quanto riguarda coloro che hanno diNormale 32%rechiarato di essere affetti da patologia Respira riesce a unire tutti questi aspetti». Normale spiratoria, il 53 per cento dei pazienti Durante il percorso di formazione i farmaOstruzione presenta “restrizione” e il restante 27 precisti iniziano l’attività di counseling e racRestrizione senta “ostruzione”. Quindi l’80 per cento colgono in forma anonima alcuni dati sui dei soggetti che hanno dichiarato di espazienti e i risultati ottenuti dai monitoragsere affetti da patologie respiratorie pregi con il device. Al momento sono stati sentano restrizione/ostruzione. completati 1.708 questionari rivolti ai paAnalizziamo ora i dati sull’aderenza tezienti raccolti dai 518 farmacisti partecirapeutica. panti, dei quali è stata fatta una 32% Normale I risultati per elaborazione statistica. Il 71 per cento del 55% raccolti mostrano che il 65 Ostruzione Restrizione Normale cento dei pazienti che ha dichiarato di campione ha meno di 65 anni e il 91 per 32% 13%patologia respiratorio essere affetti da cento è di origine caucasica. Degli intervipresenta una bassa aderenza terapeutistati, il 12 per cento è affetto da patologia ca e solo il 16 per cento ne presenta una respiratoria. Il 16 per cento di coloro che alta (grafico 2). hanno dichiarato di essere affetti da patoRestrizione 55% Il 61 per cento dei pazienti che ha dichiaralogia respiratoria ha più di 65 anni, mentre

Alta aderenza

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veterinaria

I

di Ivan Tortorici

l nostro

amico pet Il racconto in prima persona di un titolare siciliano sul suo amore per gli animali. E sull’esperienza di moderatore a FarmacistaPiù

Amo gli animali, certe volte possono anche darti quel qualcosa che tra uomini è sempre più cosa rara: l’affetto incondizionato. Ma quest’anno mi è successo qualcosa di inaspettato, che ha messo a dura prova la mia passione per le bestie. Gennaio 2019 Torno a casa, apro il cancello, entro con l’auto, due grossi pittbull si introducono, io non me ne accorgo subito, aggrediscono il gatto da guardia (un gattone di dieci chilogrammi) del mio giardino, io mi butto nella mischia. Morale della favola, me ne esco con lacerazioni e una frattura multipla alla mano, il gatto si salva e sono certo che abbia persino pensato di avermi salvato dai cagnacci. Il mio è un calvario che dura da nove mesi, dovrò persino subire un intervento chirurgico, praticamente una gravidanza ma senza il bello del felice esito. Settembre 2019 «Ciao Ivan, ti andrebbe di moderare un convegno a FarmacistaPiù di Milano?». «Un convegno? Interessante. E di che parlerebbe?». «Salute animale». «Ah, ehm... sssi, bellissimo… amo follemente gli animali». Ottobre 2019 Ed eccoci a FarmacistaPiù. Il tema è “Ruolo e potenzialità della farmacia nella

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tutela e nella promozione della salute animale”. Io, moderatore su Facebook del Gruppo Pillole Di Informazione, ho il compito di moderare Elena Folpini, direttore generale di New Line Ricerche di Mercato, Alessandro Ciorba, veterinario, docente all’Università di Perugia, e il collega farmacista Domenico Di Tolla, presidente dell’Ordine di Lecce. Cari amici e colleghi farmacisti lettori, avreste mai pensato che in Italia esistono 32 milioni di animali domestici? 53 bestiole ogni 100 umani. Cioè un animaletto per un umano sì e uno no. Più di un animale per nucleo familiare... Insomma, sono tanti. Ma noi quanti ne vediamo nelle farmacie? Dove si nascondono? Beh, bestiole sono, ma i loro proprietari da qualche parte si procurano certamente il loro cibo, gli shampoo, gli integratori, gli antiparassitari, ed è il dettagliato e preciso quadro esposto da Folpini che ci fa riflettere, che non lascia alcun dubbio sulla necessità di meditare e passare all’azione per consentire un agevole “One step, one stop” ai nostri utenti, come aggiunge Ciorba. Ovvero assecondare chi entra nella farmacia come in una vecchia pubblicità di una compagnia telefonica, “Tutto intorno a te”: entri con una ricetta per un antibiotico ed esci con l’alimento bio o ne approfitti per un autoesame, poi ti ricordi dell’antiparassitario del tuo cane

o del prodotto per l’antipediculosi per tuo figlio, eccetera.

LA FORMAZIONE Ciorba poi ci ricorda altri aspetti che oggi ci sfuggono, per esempio la necessità di una migliore formazione veterinaria, entro i limiti delle nostre competenze, un’esigenza che probabilmente dovrebbe partire sin dalle università. Un cucciolo, per le attenzioni che merita e per le varie problematiche che lo riguardano, senza voler esagerare, è assimilabile a un bimbo, dove le paturnie di una mamma apprensiva sono assimilabili a quelle del proprietario/tutor dell’indifesa bestiola, a volte indifesa proprio dalle eccessive attenzioni del suo proprietario, che se potesse parlare.... Chi entra in farmacia per un animale domestico, è spesso una mamma che ha anche dei bimbi a cui pensare, o dei vecchietti a carico. È un/a single che vede nel pet persino un figlio; è un anziano che dopo aver cresciuto figli e nipoti si ritrova da solo e ripone il suo istinto protettivo, ancora vivo e strabordante, nel nuovo “figlio” peloso. Insomma, il farmacista che vuole assecondare le esigenze di questi utenti deve sicuramente approfondire le proprie conoscenze e le proprie capacità di accoglienza. I numeri di Folpini e i consigli di Ciorba sono davvero stimolanti. Ci dicono anche che quei colleghi che si sono


veterinaria dedicati al pet corner hanno raggiunto ottimi risultati commerciali e, cosa molto più interessante, una gran soddisfazione degli utenti che possono contare sul consiglio del proprio farmacista. Sì, proprio quello che già gli fornisce i medicamenti per il resto della famiglia.

UNA TESTIMONIANZA DIRETTA Ma se ancora non vi siete convinti della potenzialità della farmacia in questo settore, l’intervento del collega Di Tolla vi toglierà ogni residuo dubbio. Come ben sapete, la farmacia può produrre tanti preparati galenici per i nostri amici. Ebbene, Di Tolla fa bene a porre l’attenzione su questi prodotti, perché già tante aziende vi stanno concentrando le loro attenzioni e sarebbe un peccato non approfondire la materia, rinfrescando le formule racchiuse nei libri e nei cassetti, prevenendo e contrastando il rischio che l’industria possa toglierci pure questo.

Ultima cosa: probabilmente la Rev ci ha Infine, non si poteva non parlare della faaperto gli occhi sulla quantità di farmaci migerata Ricetta elettronica veterinaria, che da tempo non transitavano più dalle che tanto fatturato ci farà perdere fino a farmacie. Un augurio che prossimamente quando non saranno perfezionate alcune questi ritornino nel procedure e fatte riricordiamoci luogo deputato per spettare le leggi. Atantonomasia alla ditenzione però, presi che spensazione. dallo sconforto, a non la farmacia, Siamo giunti al termisostituire le prescriziotra le al tre ne. Chissà se son riuni veterinarie. Il metacose, scito a suscitare in voi bolismo dei nostr i piccoli amici infatti è può produrre stimoli proficui. Una cosa è certa, dialogare spesso diverso da molti con simili figure proquello umano e gli erpreparati fessionali e ragionare rori sono gravemente galenici su ciò che potremmo perseguibili. Il monito di Di Tolla, e anche di per gli animali fare in farmacia, entro i limiti delle nostre Ciorba, è di rispettare domestici competenze (mi ripeto ruoli e competenze: il intenzionalmente), ci restituisce un’idea di veterinario sia diagnosta e prescrittore di farmacia vitale, utile, e piena di risorse, farmaci, il farmacista elaboratore e diconsapevoli che anche i nostri amici anispensatore di medicine oltre che risolutomali meritano un farmacista. re di piccole problematiche veterinarie.

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O farmacologia

di Carla Carnovale, Pharmacovigilance Service, Unit Clinical Pharmacology, Department of Biomedical and Clinical Sciences, University Hospital Luigi Sacco, University of Milan

pzioni

naturali L’utilizzo della fitoterapia nella gestione del diabete

L’utilizzo di prodotti di origine vegetale, sia per il trattamento di diversi disturbi e patologie sia per il semplice mantenimento di una condizione di benessere, è sempre più diffuso in Italia e nel resto del mondo. In accordo ai dati epidemiologici forniti dall’Oms circa l’80 per cento della popolazione mondiale preferisce infatti ricorrere alla medicina tradizionale a base di piante per la prevenzione e cura di lievi disturbi non clinicamente rilevanti1. Negli ultimi decenni è aumentata sempre di più l’attenzione per la ricerca di validi prodotti naturali per il co-trattamento di numerose condizioni dismetaboliche, in particolar modo per la gestione del diabete di tipo 22, patologia che attualmente affligge circa 346 milioni di persone in tutto il mondo e la cui incidenza è in costante crescita3.

IN LETTERATURA Sempre più numerose le pubblicazioni scientifiche in merito, frutto di una ricerca più mirata e volta alla comprensione dei meccanismi alla base delle potenziali proprietà benefiche di un’ampia varietà di piante medicinali che agiscono su punti chiave del metabolismo glucidico. Attualmente gli studi clinici pubblicati sull’argomento sono circa 260 e le revisioni della letteratura oltre 400. I meccanismi di azione più comunemente studiati in profondità e a oggi identificati includono l’inibizione dell’ -glucosidasi

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(enzima deputato alla conversione del maltosio in glucosio) e dell’ -amilasi (enzima che idrolizza l’amido a zucchero), l’aumento dell’espressione del Glut-4 (il trasportatore del glucosio più conosciuto) e il potenziamento della secrezione di insulina e dell’attività antiossidante. Nonostante la vasta mole di dati disponibili presenti in letteratura (per lo più relativa alla medicina tradizionale cinese), l’effettiva efficacia clinica delle innumerevoli piante medicinali nel controllo dei sintomi correlati al diabete, rimane per certi aspetti, controversa per via dei risultati contrastanti che emergono dai vari studi clinici a oggi condotti. È necessario considerare che, a dispetto del simile approccio metodologico utilizzato in ambito sperimentale, l’intrinseca complessa variabilità della pianta e delle preparazioni utilizzate possono portare a una mancata riproducibilità dei risultati; ragion per cui la comunità scientifica è costantemente all’opera per approfondire aspetti chiave che consentono di sfruttare al meglio le potenzialità dei prodotti fitoterapici (vedi box).

LE PIANTE MEDICINALI PIÙ INDICATE Un’interessante revisione della letteratura scientifica, recentemente pubblicata, riporta un’esaustiva overview delle specie di piante che vantano diverse proprietà terapeutiche per la gestione del diabete. Tra

quelle il cui utilizzo è supportato da dati clinici rientrano l’Ocimum tenuiflorum (basilico sacro) e Trigonella foenum-graecum L (fieno greco). I vari componenti chimici contenuti all’interno del basilico sacro (originario dell’Asia, conosciuto anche come Tulsi) hanno dimostrato di possedere benefiche proprietà ipoglicemizzanti grazie alla capacità di potenziare la secrezione di insulina da parte delle cellule beta pancreatiche. Il basilico sacro è infatti riconosciuto come una delle piante tradizionali più potenti per la gestione del diabete e i suoi molteplici utilizzi sono riportati anche nelle Farmacopee e nelle monografie fornite dall’Oms4. Studi in vivo hanno dimostrato che gli estratti della pianta sono in grado di ridurre significativamente i livelli di glucosio ematico e aumentare l’attività dell’insulina nei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 25. Anche i semi di fieno greco, che contengono una quantità abbondante di aminoacidi isoleucina 4-idrossi, possiedono interessanti effetti ipoglicemizzanti grazie alla capacità dell’amminoacido di esercitare un effetto protettivo sul fegato e di stimolare la produzione di insulina6. In uno degli studi a supporto dell’utilizzo della pianta come ipoglicemizzante, sessanta pazienti affetti da diabete di tipo 2 in trattamento con la terapia standard sono stati arruolati e suddivisi in due gruppi ciascuno contenente trenta pazienti. Solo uno dei due gruppi è stato quoti-


FARMACOLOGIA dianamente esposto all’integrazione di 10 g di semi di fieno greco immersi in acqua calda. L’analisi statistica ha rilevato una riduzione significativa dei livelli di glicemia a digiuno nel quinto mese (P = 0,0421) e dell’emoglobina glicata al sesto mese (P = 0,0201) nel gruppo in trattamento con il fieno greco, suggerendo che la semplice aggiunta di estratti della pianta a un corretto stile di vita, grazie all’azione sinergica, possono rivelarsi un ottima strategia per favorire un adeguato controllo della glicemia e dei valori dell’emoglobina glicata7. Tra le molte altre piante medicinali il cui utilizzo è riportato nelle Farmacopee e nelle monografie dell’Oms, le più indicate per la gestione della ridotta tolleranza al glucosio includono Allium cepa (cipolla), Azadirachta indica (originario dell’India e della Birmania, conosciuto anche come Neem), Momordica charantia (pianta rampicante tropicale e sub-tropicale nota come zucca amara), Panax ginseng C.A. Meyer (la specie più preziosa del ginseng, proveniente dalla Cina) e Rehmannia glutinosa (una delle cinquanta erbe fondamentali utilizzate nella medicina tradizionale cinese, chiamata terra gialla).

NUOVE SPECIE Sebbene le specie sopra citate rappresentino quelle maggiormente studiate e utilizzate, molte altre piante sono state più recentemente considerate dalla comunità scientifica per il trattamento della ridotta tolleranza al glucosio. Tra quelle più promettenti spicca la Curcuma longa, una pianta erbacea il cui rizoma è ampiamente utilizzato come spezia nella cucina tradizionale di molte zone dell’Asia e del Medio Oriente. In accordo a recenti dati di letteratura, la curcumina, un potente antiossidante appartenente alla classe dei polifenoli contenuto nella curcuma, è in grado di ridurre in modo significativo il glucosio ematico a digiuno, l’emoglobina glicata e la resistenza l’insulina dopo 3, 6 e 9 mesi di trattamento. Inoltre, insieme a un potenziatore dell’assorbimento, i curcuminoidi (1.000 mg die) sono stati in grado di ridurre i livelli sierici di indici lipidici aterogenici, noti fattori di rischio per eventi cardiovascolari nei pazienti con diabete di tipo 28.

Diversi studi hanno dimostrato che la curcumina migliora gli eventi patologici nel diabete di tipo 2 attraverso diversi meccanismi e bersagli molecolari multipli. In particolare, è coinvolta nella regolazione del metabolismo lipidico, riduce l’espressione genica dei fattori di trascrizione coinvolti nella lipogenesi epatica e aumenta l’attività degli enzimi di mobilizzazione lipidica9.

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farmacologia 30

Effetto sinergico tra ipoglicemizzanti e fitoterapici

Anche l’estratto di Morus alba (mora di gelso), a elevato contenuto di antiossidanti, ha dimostrato di possedere efficaci proprietà antidiabetiche. In un trial randomizzato controllato contro placebo, la somministrazione dell’estratto di mora (5 g/die per quattro settimane) ha migliorato il controllo della glicemia post-prandiale nei pazienti con ridotta tolleranza al glucosio a digiuno, riducendo i livelli plasmatici di glucosio, insulina e C-peptide, rispetto al gruppo placebo10. Grazie alla presenza del miglitolo, inibitore degli enzimi glucosidasi che agisce rallentando la trasformazione dei carboidrati in glucosio (riducendo così l’aumento della glicemia dopo i pasti), l’estratto di mora vanta promettenti potenzialità come coadiuvante naturale nella cura del diabete di tipo 2 (è inoltre in grado di stabilizzare il peso corporeo, riducendo l’appetito). Negli ultimi anni l’interesse è stato inoltre indirizzato verso le promettenti proprietà della cannella, il cui utilizzo, in associazione con farmaci ipoglicemizzanti e/o integrato a uno stile di vita corretto, ha dimostrato di possedere modesti effetti sul glucosio plasmatico a digiuno e sull’emoglobina glicata, così come sulla riduzione dei livelli di trigliceridi, colesterolo totale e Ldl. In accordo a una recente metanalisi della letteratura, la somministrazione di dosi di cannella compresi in un range tra 1 e 6 grammi al giorno, è stata associata a una riduzione significativa dell’emoglobina glicata (0.09%; 95% CI: 0.04-0.14) e della glicemia a digiuno (0.84 mmol/l; 95% CI 0.66-1.02), in oltre 400 pazienti11. Le proprietà ipoglicemizzanti della cannella sarebbero riconducibili a uno dei principali principi attivi, la cinnamaldeide, e ai suoi molteplici meccanismi, tra cui la stimolazione del rilascio di insulina e l’attivazione e regolazione di enzimi chiave coinvolti nel metabolismo dei carboidrati, glicolisi e gluconeogenesi.

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Sono diversi gli studi preclinici che documentano una vantaggiosa sinergia fra fitoterapici e medicinali ipoglicemizzanti, la quale si manifesta con un potenziamento degli effetti e con una riduzione degli effetti collaterali. L’aglio, la zucca amara e il ginseng, se combinati con i farmaci ipoglicemizzanti utilizzati comunemente per la gestione del diabete, agiscono sinergicamente e ne potenziano l’azione, così come le sostanze fitochimiche quali l’acido ferulico, l’acido clorogenico, l’acido caffeico, l’acido cumarico, l’acido cinnamico, l’eugenolo e la berberina. È importante considerare che sebbene la terapia di combinazione possa considerarsi una strategia terapeutica efficace per la gestione dell’iperglicemia, anche per ridurre gli effetti collaterali causati dai medicinali, l’eventualità che possano manifestarsi reazioni avverse (come un’eccessiva ipoglicemia), suggerisce una certa precauzione nella concomitante assunzione di fitoterapici con farmaci antidiabetici nella pratica clinica12,13. La fitoterapia moderna è sempre più attenta a incanalare i propri sforzi alla ricerca delle proprietà, del meccanismo d’azione e dell’adatta posologia delle sostanze naturali utilizzate per il controllo dei valori glicemici nel trattamento delle forme lievi e medio-gravi del diabete mellito di tipo II. In particolar modo, tra gli aspetti che devono essere ulteriormente approfonditi, spiccano l’azione complessiva dei fitocomplessi, la stabilità, la selettività, la biodisponibilità dei prodotti naturali, i dosaggi più opportuni e le eventuali interazioni sfavorevoli tra fitoterapico e farmaco combinato. L’uso dei fitocomplessi, in considerazione della loro complessità, va attentamente valutato caso per caso in accordo al quadro farmacologico soggettivo.

BIBLIOGRAFIA 1. http://www.sifit.org/fitoterapia.html | 2. Kooti W et al. “The role of medicinal plants in the treatment of diabetes: A systematic review”. Electron. Physician 2016; 8, 1832-1842. | 3. http://www.euro.who.int/en/health-topics/noncommunicable-diseases/diabetes | 4. Raiya A et al. “Antihyperglycemic effect of Ocimum plants: A short review. Asian Pacific Journal of Tropical Biomedicine”. 2017; 7, 755-759. | 5. JM Hannan et al. “Ocimum sanctum leaf extracts stimulate insulin secretion from perfused pancreas, isolated islets and clonal pancreatic b-cells”. J Endocrinol, 189 (1) (2006), pp. 127-1366. | 6. Pradeep SR et al. “Attenuation of diabetic nephropathy by dietary fenugreek (Trigonella foenum-graecum) seeds and onion (Allium cepa) via suppression of glucose transporters and renin-angiotensin system”. Nutrition. 2019;67-68:110543. | 7. Ranade M et al. “A simple dietary addition of fenugreek seed leads to the reduction in blood glucose levels: A parallel group, randomized singleblind trial”. Ayu. 2017; 38(1-2): 24–27. | 8. Demmers A et al. “Effects of medicinal food plants on impaired glucose tolerance: A systematic review of randomized controlled trials”. Diabetes Res. Clin. Pract. 2017; 131, 91-106 | 9. Pivari F et al. “Curcumin and Type 2 Diabetes Mellitus: Prevention and Treatment”. Nutrients. 2019;11(8). pii: E1837. | 10. Kim JY et al. “Mulberry leaf extract improves postprandial glucose response in prediabetic subjects: A randomized, double-blind placebo-controlled trial”. J. Med. Food 2015, 18, 306-313. | 11. Akilen R et al. “Cinnamon in glycaemic control: Systematic review and meta-analysis”. Clin. Nutr. 2012, 31, 609-615. | 12. Governa P et al. “Phytotherapy in the Management of Diabetes: A Review”. Molecules. 2018;23(1). | 13. Prabhakar PK et al. “Combination therapy: a new strategy to manage diabetes and its complications”. Phytomedicine. 2014;21(2):123-30.


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INTERVISTA A...

di Giuseppe Tandoi

Passaggio

di consegne Per la prima volta al vertice di Boiron non c’è un componente della famiglia che l’ha fondata. A colloquio con Valérie Poinsot, direttore generale del gruppo francese

Valérie Poinsot, direttore generale di Boiron

L’autorevole testata economica francese Les Echos in una recente intervista l’ha definita un mix di «fuoco e ghiaccio», una donna dal portamento elegante e dallo sguardo benevolo dietro al quale però si nasconde una «combattività» senza pari. Valérie Poinsot dal gennaio scorso ha preso le redini di Boiron, primo gruppo mondiale nell’area dell’omeopatia. Ma la notizia vera è che, per la prima volta, ai vertici del gruppo c’è una manager che non appartiene alla famiglia che quel gruppo ha fondato. Un onere non da poco, tanto più se si considera che il passaggio di consegne è avvenuto in un periodo nel quale l’omeopatia, in Francia, attraversa una fase non proprio serena. La cosa però non pre-

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occupa più di tanto il direttore generale, che ci concede un po’ del suo tempo.

Per la prima volta dalla fondazione dell’azienda, il timone del Gruppo Boiron è passato a una persona che non fa parte della famiglia. Sente molto il peso di questa responsabilità? Innanzitutto lo considero un onore. Lavoro in Boiron da diciotto anni e insieme a Christian Boiron abbiamo preparato questo passaggio nei dettagli. Il fatto di non chiamarmi Boiron è anche un punto di forza, perché mi dà maggiore libertà. Non esito a prendere posizione, soprattutto in questo momento in cui

l’omeopatia è oggetto di forti attacchi, in particolare in Francia. Ovviamente è una responsabilità enorme, considerando la questione della rimborsabilità dei medicinali omeopatici che si profila in Francia. Personalmente, ritengo che la causa dell’omeopatia sia entusiasmante e sono determinata a far sì che chiunque nel mondo possa usufruire di medicinali omeopatici sicuri e utili.

Quali sono le maggiori sfide che deve affrontare una azienda leader come la vostra per l’immediato futuro? Al momento siamo mobilitati interamente per difendere la legittimità dell’omeopatia, facen-

done conoscere l’utilità per la salute pubblica e le sue peculiarità. Nonostante la decisione del governo francese, continueremo a comunicare e a spiegare i vantaggi di questa terapia. Una cosa è certa: a spingerci e a trascinarci sono i milioni di pazienti che hanno bisogno di noi. In base alle nostre capacità, continueremo il nostro sviluppo internazionale, che rimarrà un asse importante della nostra strategia nei prossimi anni.

E per quanto riguarda il mercato italiano? Ha vissuto alcuni anni difficili ma si sta stabilizzando. L’Italia è uno dei nostri principali mercati esteri, a cui siamo molto legati perché Boiron Italia è stata


Dottoressa Nencioni, nei mesi scorsi in Francia si è discusso a lungo del rimborso dei medicinali omeopatici, i quali non sono rimborsati in Italia. È vero, il dibattito sul mantenimento della rimborsabilità in Francia ha avuto un’eco molto forte sul territorio francese. Non va dimenticato, tuttavia, che la revoca della rimborsabilità di un medicinale è una prassi molto comune ed è spesso dettata da esigenze di tipo economico. E poi occorre fare dei distinguo. In che senso? La questione del rimborso degli omeopatici ha coinvolto ultimamente diversi Paesi in Europa: se da un lato il ministro della Salute francese ha confermato la revoca, quello tedesco ha da poco annunciato che i medicinali omeopatici continueranno a essere rimborsati dalle assicurazioni sanitarie. Alla Germania si è poi aggiunto il Lussemburgo, i cui ministri della Salute e della Sicurezza sociale hanno preso un’analoga decisione. E l’Italia? In Italia i medicinali omeopatici sono sempre stati a carico dei pazienti e non c’è mai stata alcune richiesta da parte delle aziende del settore affinché venissero rimborsati dal Servizio sanitario nazionale. Essendo medicinali, possono tuttavia essere portati in detrazione nella dichiarazione dei redditi, come tutti gli altri farmaci.

la prima filiale aperta all’estero, circa quarant’anni fa.

Restando alla Francia, le voci di un ridimensionamento dell’omeopatia per la questione della rimborsabilità sono sempre più frequenti. Qual è al momento la situazione, siete preoccupati? Come avviene sin dalla sua nascita, l’omeopatia sta attraversando un nuovo periodo di turbolenza, in particolare in

Francia, dove il governo ha sollecitato l’eliminazione della sua rimborsabilità. Eppure, vorrei richiamare l’attenzione su alcuni elementi.

Quali? Milioni di francesi scelgono regolarmente, da diverse generazioni, di beneficiare dell’efficacia e della sicurezza dei medicinali omeopatici. A essi si aggiungono più di trecento milioni di pazienti in tutto il mondo. Il medicinale omeopatico utilizzato in prima intenzione contribuisce regolarmente a garantire l’uso corretto dei me-

Il nostro è uno dei principali mercati per Boiron. Rimborso a parte, quali sono le principali differenze rispetto alla situazione dell’omeopatia in Francia? L’Italia è il terzo mercato in Europa dopo Francia e Germania. Gli omeopatici sono presenti nel nostro Paese da oltre cinquant’anni ed è dal 1995 che un Decreto legislativo ne riconosce lo statuto di medicinali. Attualmente è in corso una procedura di registrazione che prevede, entro la fine di quest’anno, il rilascio delle Aic da parte dell’Aifa e l’inserimento nel Prontuario farmaceutico come Sop.

intervista a...

La realtà italiana: Silvia Nencioni, presidente e Ad di Boiron Italia

Permangono però delle criticità Proprio così. Rispetto alla Francia, a causa di un diverso recepimento della Direttiva comunitaria europea su questi medicinali, nel nostro Paese non è possibile inserire le indicazioni terapeutiche e la posologia. L’Italia è uno dei pochi Paesi europei dove questo accade. Tra l’altro, il divieto di inserire le indicazioni terapeutiche è strettamente connesso all’impossibilità di fare pubblicità sui medicinali omeopatici; anche su questo punto la realtà francese, così come quella della maggior parte dei Paesi europei, è completamente differente.

dicinali che presentano rischi di tossicità, come è stato dimostrato dallo studio EPI3 condotto in Francia. Infine, l’eliminazione della rimborsabilità corre il rischio di aumentare di fatto la spesa sanitaria, poiché la prescrizione si sposterebbe verso farmaci più costosi. Rimaniamo più che mai mobilitati per difendere il contributo dell’omeopatia e i suoi benefici per tutti i francesi.

Parlando di strategie internazionali, quali sono i mercati, in prospettiva, più

attrattivi per i prodotti Boiron e dove il gruppo è già ora molto presente? Il potenziale in tutto il mondo è notevole. La tendenza a livello globale è quella di una crescita del numero di persone desiderose di curarsi senza danneggiare la propria salute. L’omeopatia - efficace, sicura e priva di effetti collaterali - è una risposta molto attuale e in linea con le esigenze dei cittadini di tutto il mondo. La richiesta è particolarmente forte nelle Americhe, ma anche in Asia, nello specifico in India e in Cina.

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Legale

I

a cura dello studio dell’avvocato Bruno Riccardo Nicoloso, Firenze-Roma (b.r.nicoloso@icloud.com)

l clerico

vagante

No al direttore part time nelle farmacie delle società speziali

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Gli esegeti del ministero della Salute hanno ancora una volta aperto l’ombrello nel dire, con Nota 0035043-P-14/06/2019, che: «L’articolo 7, comma 3, della legge 8 novembre 1991, n. 362, recante “Norme di riordino del settore farmaceutico”, così come modificata dalla Legge n. 127/2017, dispone che “la direzione della farmacia gestita dalla società è affidata a un farmacista in possesso del requisito dell’idoneità previsto dall’articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475 e successive modificazioni, che ne è responsabile». Il successivo comma 4 stabilisce, altresì, che: «Il direttore, qualora si verifichino a suo carico le condizioni previste dal comma 2 dell’articolo 11 della Legge 2 aprile 1968, n. 475, come sostituito dall’articolo 11 della presente legge, è sostituito temporaneamente da un farmacista in possesso del requisito dell’idoneità previsto dall’articolo 12 della legge 2 aprile 1968, n. 475, e successive modificazioni. La Legge 124/2017 se da un lato ha introdotto, tra l’altro, la significativa innovazione con riguardo alla possibilità che la direzione della farmacia di cui è titolare una società sia affidata anche a un farmacista non socio, in possesso del requisito dell’idoneità, che ne è responsabile, dall’altro non ha apportato modifiche sostanziali al ruolo del direttore di farmacia e al rilievo che questi riveste

considerazioni sulla nota del ministero della salute riguardo alle novità apportate dalla legge 124/2017

nella conduzione professionale della farmacia; tanto che nel sopracitato articolo 7, comma 4, conferma l’estremo rigore con riferimento alle cause che consentano una sostituzione temporanea del direttore equiparando, in tale ambito, quest’ultimo al titolare individuale. D’altro canto, anche l’articolo 14 del Dpr n. 1275 del 1991 recante il regolamento per l’esecuzione della Legge 2 aprile 1968, n. 475, recante norme concernenti il servizio farmaceutico, nel prevedere i casi di sostituzione temporanea, dispone che il direttore della farmacia deve personalmente attendere alla direzione della farmacia e alla conduzione economica della stessa. Previsione, questa, da leggere parallelamente con quella contenuta nel primo comma dell’articolo 11


Legale della Legge 362 del 1991 sulla base del quale il titolare della farmacia ha la responsabilità del regolare esercizio e della gestione dei beni patrimoniali della farmacia e nel primo comma dell’articolo 119 del Tullss che enuncia la inscindi-

bilità tra il farmacista-imprenditore e il farmacista-professionista. Ad avviso della scrivente, l’attuale quadro normativo non è compatibile con forme contrattuali di affidamento dell’incarico di rettore di farmacia che non ne

garantiscano una presenza piena e ininterrotta o con la possibilità che una stessa persona ricopra tale assorbente ruolo in più farmacie, tanto più se si considera che, per effetto del recente intervento del legislatore, la compagine

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Legale 36

sociale di una società titolare di farmacia può essere costituita per intero da non farmacisti e che pertanto la figura del direttore di farmacia, responsabile del regolare svolgimento del servizio farmaceutico, rappresenta, in tali casi, garanzia di professionalità e competenza nell’esercizio di farmacia».

Il primo profilo riguarda la pur critica figufessionale» (articolo 22, Codice deontologira del direttore tecnico-professionale di co) che, a tacere di tale funzione, si può ciascuna farmacia ascritta alla titolarità di tradurre, secondo il quesito sottoposto al una società speziale, da parte dell’articolo Ministero, in una nuova categoria di far24, comma 3, del Codice deontologico apmacisti: i direttori part time, che si possaprovato dalla Fofi il 7 maggio 2018 seconno alternare tra loro, quali clerici vagantes do cui «qualora la proprietà della farmacia del XII secolo nella direzione di più farmanon faccia osservare le prescrizioni del Cocie. Il che appare grave, ma non serio, in dice deontologico il farmacista direttore quanto non è riconducibile alla appropriaha l’obbligo di segnalare l’inosservanza tezza della direzione tecnico-professionale IL PERCHÉ DEL QUESITO dell’Ordine». Una tale codificazione attradi una farmacia, quale affidataria di un Fin qui la Nota ministeriale, ma c’è da verso un atto amministrativo soggetto allo servizio pubblico e sociale (Corte Costituchiedersi perché mai sia stata fatta una tascrutinio della Giuzionale, 28 dicemle “richiesta d’informazioni” circa «l’orienstizia amministratibre 2006, n. 448) tamento di questo Dicastero in merito alla i direttori va (Consiglio di posto a tutela della possibilità (per le società titolari di farmap art time Stato, Sezione quarqualità e della dicia) di ricorrere alla nomina di un direttore non sono ta, 17 febbraio 1977, gnità della vita, con contratto di lavoro a tempo parziale e, n. 122) di un canoquale è il servizio in subordine, sulla possibilità per un farconciliabili ne deontologico fatfarmaceutico, che macista di ricoprire tale posizione in più con la natura to valere come deve essere garanfarmacie, ovvero alternarsi con altri diretdi servizio fosse una norma tito con continuità tori affinché sia comunque garantita la pubblico giuridica, che la ditemporale e territopresenza di un direttore per tutto l’orario e sociale ce lunga sull’eserciriale dal “sistema di apertura dell’esercizio» (così nell’incipit zio di una forzata farmacia”, (Corte della Nota ministeriale in risposta alla ridel sistema au t o n o r m a z io n e Costituzionale, 4 chiedente Federazione ordini farmacisti farmacia che ha addirittura febbraio 2003, n. italiani). ipotizzato la bizzar27), sotto la responQuesto interrogativo si pone, sotto un dura figura di farmacista «collaboratore desabilità del suo direttore. plice profilo, a valle di una preliminare ontologico» che «ha l’obbligo di segnalare Il secondo profilo, interamente connesso censura di metodo sulla stessa logica delall’Ordine di appartenenza ogni iniziativa al primo, riguarda la figura di un tale diretla richiesta, svolta da parte di una “assotendente ad imporgli comportamenti contore part time che si pone in contrasto con ciazione” - così ritenuta dal Ministero - e trari alle disposizioni che disciplinano l’ele logiche professionali ascritte alla direnon già di un “ente pubblico non economisercizio della professione o comunque non zione di una farmacia, e non dà certo il seco” ausiliario dello Stato, ma non sottordiconformi ai principi della deontologia progno del rispetto di tali logiche, che al nato al dicastero, come è la Fofi. contrario possono essere osservate attraverso la semplice previsione statutaria posta nell’atto costitutivo di ciascuna società speziale, titolare di farmacia, che Occhiali da vedere per vedere: deve essere perentoriamente comunicato Carlo de’ Medici alla Autorità sanitaria (articolo 8, comma 2, Legge n.362/1991) - di un organigramA tacere delle recenti comparsate apparse nelle serie televisive sui Medici è poco ma dei farmacisti addetti alla farmacia (arnota ai più la figura di Carlo de’ Medici, figlio naturale di Cosimo il Vecchio (e zio ticolo 100, T.U. n. 1265/1934), con la di Lorenzo il Magnifico, per non dire prozio di Leone X), se non per il suo ritratto, periodica indicazione del farmacista sostidipinto da Andrea Mantegna nel 1466 ed esposto agli Uffizi. tuto del direttore responsabile in caso di Si può dire che, a suo modo, sia stato egli pure un clericus vagans - canonico a Fisua temporanea e sporadica assenza, senrenze, pievano in Mugello, abate a Vaiano, prevosto della pieve di Prato (e qui diza dover ricorre a figure stravaganti. pinto da Filippo Lippi) prima di divenire un protonotaro apostolico - e che la sua carnagione scura testimoni non solo le origini circasse della madre Maddalena PER UN APPROFONDIMENTO: (conosciuta, diciamo così, dal padre nell’esilio di Venezia), ma come il suo cursus B. R. Nicoloso, “La riforma normativa honorum rappresenti l’indizio più evidente del livello avuto dalla globalizzazione della disciplina delle farmacie private”, della signoria medicea in terra di Toscana. in Rassegna di diritto farmaceutico, 2018, fascicolo 3, pag. 512 sgg.

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fiscale

U

di Stefano De Carli Studio Luce, Modena

n nuovo

sistema Ragionando sull’ipotesi di una remunerazione della farmacia a carattere misto

Il nuovo sistema di remunerazione è certamente l’argomento più pregnante degli ultimi tempi per il nostro settore. Al momento in cui vengono redatte queste note si è ben lungi dall’essere giunti a una definizione dei numeri che emergerebbero a favore e a carico dei vari componenti della filiera né il meccanismo di funzionamento. Anche se pare intenzione comune da parte dei principali attori della trattativa proporre un sistema “misto”, in parte legato al classico riferimento al prezzo al pubblico e in parte al numero di pezzi consegnati. Basandosi su questa ultima ipotesi pare opportuno fare qualche riflessione sulle problematiche applicative e sulle conseguenze contabili e fiscali del futuro provvedimento. Per quanto concerne la determinazione del margine di vendita è auspicabile che quanto verrà riconosciuto alla farmacia, necessariamente molto ridotto rispetto a oggi, comporti il mantenimento dell’attuale libero sistema di acquisto da parte degli esercizi nonché del “prezzo al pubblico” come base di commisurazione dello stesso. Tale ultimo elemento pare infatti imprescindibile, non fosse altro perché i farmaci possono essere venduti a prezzo pieno qualora non in Convenzione. Pare quindi plausibile che per stabilire la marginalità ridotta della farmacia si debba applicare al prezzo al pubblico una riduzione, sconto o trattenuta che dir si

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be versare 77.000 euro più Iva, per un totale di 84.700 euro. Altre soluzioni potrebbero essere indubbiamente trovate, come partire da un prezzo di prezzo di costo “a forfait” dal prezzo di vendita, cioè il cosiddetto prezzo ex factory, commisurato alle varie percentuali di margine riconosciute alla filiera, e operare in termini di PER FARE UN ESEMPIO ricarico anziché di sconto. Una farmacia esprime un fatturato mensiOltre a ciò, il sistema misto dovrebbe prele di 100.000 euro al netto di Iva, per un tovedere che il farmacista riceva un comtale quindi di 110.000 euro, e riceve quindi penso per ogni pezzo consegnato. in distinta, senza considerare i ticket e al Nell’ipotesi - si ripete, del tutto irrealistica netto dei vari sconti, un importo di 95.000 e a solo scopo esemplificativo - che l’aceuro, oltre a Iva, per un totale di 104.500 cordo preveda la reeuro. In ipotesi di comunerazione di un sto di acq uisto di un quesit o che euro a pezzo e che i 70.000 euro, la marginalità è di 25.000 euro, si pone è quello prodotti esitati siano stati 18.000, la farmapari al 25 per cento del relativo cia dovrà ricevere prezzo di vendita. Quaal tipo di mensilmente ulteriori lora il futuro sistema prevedesse un margi- configurazione 18.000, euro, oltre a fiscale che Iva. E qui si innesta il ne del 7 per cento, primo problema di casempre sul prezzo di deve avere rattere fiscale, non di vendita, questo comla quota poca importanza. Coporterebbe che il calnon legata me infatti considerare c olo del lo s t e s s o al prezzo tale quota della remudovrebbe prevedere nerazione, non trattanuna riduzione della badosi di una parte del prezzo di vendita ma se di commisurazione a 77.000 euro, dodel riconoscimento del lavoro svolto dal vendosi così introdurre una maxi riduziofarmacista? Chi scrive propende per clasne che, ragionevolmente, dovrebbe sificarla come “prestazione di servizi”, ex inglobare anche tutti gli attuali sconti, che articolo 3 della legge Iva, imponibile con diverrebbero anacronistici. La Asl dovrebvoglia, sul prezzo di vendita che permetta, con apposite funzioni matematiche, di calcolare quanto di spettanza della farmacia. Per esemplificare, e utilizzando numeri del tutto semplificati e non rispettosi della realtà, possiamo esporre il seguente caso.


fiscale l’ordinaria aliquota del 22 per cento e come tale non ricomprendibile nella “ventilazione” dei corrispettivi, adottata dalla stragrande maggioranza delle farmacie, anche qualora fosse riportata nella “nuova” distinta riepilogativa. Improbabile che possano essere considerate operazioni esenti ex. art. 10 punto 1) numero 18 della legge Iva in quanto non si ritiene che possano essere considerate «prestazioni sanitarie di diagnosi, cura e riabilitazione»; al contrario possono essere assimilate in tutto e per tutto ai servizi resi dal farmacista per la Dpc, anch’essi ad aliquota piena. Sul punto sarà auspicabile un intervento chiarificatore dell’Agenzia delle entrate, che potrebbe anche considerare tale tipo di prestazione un accessorio del margine e assimilarne il regime impositivo. Nessuna conseguenza invece avrebbe la dicotomia cessioni/prestazioni sul momento di “effettuazione” dell’operazione. Infatti entrambe assumono rilevanza Iva al

momento del pagamento: la cessioni di beni in Convenzione a norma dell’articolo 6 comma 2 punto a) (somministrazione di beni) e le prestazioni di servizi a norma dell’articolo 6 comma 3 della legge Iva. Ritornando al nostro precedente esempio, il debito dell’Asl verso la farmacia per la parte “professionale” ammonterebbe a 21.960. Con l’ulteriore conseguenza che l’esborso complessivo dell’amministrazione, a parità di remunerazione per la farmacia (il numero di pezzi consegnati è stato ovviamente indicato in tale misura proprio per omogeneizzare le due situazioni), assommerebbe a 106.660 euro invece di 104.500.

LE IMPOSTE DIRETTE Minori conseguenze si avrebbero sul terreno delle imposte dirette. Sia la parte di remunerazione “a margine” che quella “a prestazione” costituiscono componenti postivi di redditi senza differenze particolari da segnalare. Cambierà invece tutto

nell’analisi del bilancio: i consulenti e i farmacisti che sono abituati a considerare quasi esclusivamente la componente “vendite” dovranno abituarsi al nuovo scenario e creare qualche schema di raccordo con le situazioni precedenti, in modo da comparare in modo omogeneo la redditività lorda dell’esercizio. Anche la valutazione delle aziende ne sarà molto probabilmente colpita essendo al momento, inspiegabilmente, ancora rapportata al volume d’affari. Di certo dovranno adeguarsi le software house dei gestionali e i programmi contabili dei commercialisti, nonché i registratori telematici, che dovranno prevedere una voce apposita per la remunerazione a “pezzo” per un corretto invio dei dati all’Agenzia delle entrate. In definitiva, non sarà solo un problema dei numeri totali a carico dell’una o altra Regione, Provincia o singola farmacia, ma un intero sistema amministrativo verrà senza dubbio rivoluzionato.

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il libro

a cura della redazione

Conquistatori

e conquistati I Longobardi in Italia, la contaminazione con il mondo latino e la transizione verso l’età medievale

Graecia capta ferum victorem cepit. La citazione oraziana vanta l’innegabile merito di riuscire a riassumere in poche parole un complesso sistema di assorbimento di valori politici, sociali e culturali unico, dotato di portata storica incalcolabile. Il vinto sconfigge il vincitore, la Grecia (sottomessa a tutti gli effetti a partire dalla data simbolica della distruzione di Corinto del 146 a. C., ma di fatto annessa nella sfera di influenza romana già da tempo) conquista Roma grazie al potere delle lettere, dell’arte e della bellezza. Se pensare di poter estendere un processo simile alla vicenda dei Longobardi in Italia risulterebbe dilettantistico e semplicistico, in ragione della diversa natura dei popoli e dei loro rapporti, nonché dell’esito del contatto, nondimeno possiamo sfruttare il principio soggiacente: con l’arrivo dei Longobardi in Italia gran parte della Penisola si trova sotto il dominio di una popolazione barbara, che con il tempo inizia a subire l’influenza e il fascino del mondo latino. Un’influenza che non si traduce in una vera e propria assimilazione: i conquistatori vengono vinti dal rigore e dall’efficienza del diritto romano portato dalle ultime propaggini dell’aristocrazia, e subiscono meno l’influenza letteraria e artistica. Spesso bistrattata e affrontata a livello scolastico come un periodo di transizione e di barbarie, questa parte

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della nostra storia descrive un importante momento di discontinuità e di rottura. I Longobardi diventano padri, figure che hanno contribuito allo sviluppo della storia d’Italia, traghettandola di fatto verso il Medioevo. Quella che GianCarlo Signore - già presidente del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico - tenta di sviluppare è una trattazione che parte dal rigore del dato storico per suggerire una lettura delle fonti imparziale, libera da riletture politicizzanti e mirata al restituire la dignità a un’era di innegabile importanza. Tramite la rievocazione delle vicissitudini dei Longobardi, l’autore ci invita a riflettere sul nostro rapporto con la storia, sulla necessità di approfondire le conoscenze che ci mancano e rinnovare quelle che già crediamo di possedere, in quanto in esse si nasconde la chiave interpretativa del nostro presente. Con un movimento comune alla storiografia sin dalle sue origini, lo studioso parte dal passato per applicare un filtro eziologico agli eventi e riuscire a comprendere il presente. Ben conscio dei pericoli di una trattazione esclusivamente storiografica, Signore fornisce all’opera un taglio narrativo, che alterna agli eventi salienti del popolo germanico la dimensione biografica dei sovrani ed excursus su usi e costumi, sfruttando una delle fonti più celebri del

periodo: l’Historia langobardorum di Paolo Diacono. Il prodotto è un testo piacevole, godibile sia per il lettore comune, la cui curiosità verrà suscitata dalla cadenza narrativa e dalle tante curiosità biografiche, sia per lo studioso, alla ricerca del dato preciso e puntuale.

LONGOBARDI. I NOSTRI PADRI GianCarlo Signore Edizioni Lswr, 2019, pp.304



dalle aziende

di Guido Ippoliti, oculista Casa di Cura Di Lorenzo, Avezzano (AQ)

Occhi a rischio

anche in autunno Proteggere la superficie oftalmica grazie a una soluzione ad hoc

Se durante l’estate abbiamo imparato a proteggere gli occhi dall’effetto nocivo dei raggi solari, con il ritorno alla quotidianità non dobbiamo abbassare la guardia. Pochi sanno, infatti, che la Luce Blu tecnicamente invisibile poiché compresa tra i 380 nm e i 500 nm, dannosa per l’occhio - non proviene soltanto dalla radiazione solare ma anche da fonti di luce artificiale emessa dai dispostivi Lcd e Led, come i sistemi di illuminazione a basso consumo energetico, smartphone, tablet, Tv e Pc . Scopriamo come difenderci.

RAGGI ULTRAVIOLETTI E LUCE BLU: IL SOLE NON È L’UNICA FONTE I raggi solari sono composti da un fascio di onde luminose che colpiscono gli occhi quotidianamente e in maniera diversa. Tra questi vi sono i raggi ultravioletti (Uv), non visibili, che provengono dal sole ma anche dalle lampade abbronzanti e sono assorbiti dalla cornea e dal cristallino. Sono molto dannosi, proprio perché non si percepiscono: più penetrano in profondità, maggiori sono i danni che possono causare. Vi sono poi anche i raggi blu, radiazioni caratterizzate da una corta lunghezza d’onda con

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una più elevata frequenza ed energia, provenienti dalla radiazione solare e dalle fonti di luce artificiale sopra descritte: penetrano nell’occhio attraverso la cornea raggiungendo il cristallino e la retina e, con il tempo, possono causare danni ai tessuti oculari. Date queste premesse è facile quindi capire come i nostri occhi siano quotidianamente colpiti dai raggi solari, non solo durante la stagione estiva, soprattutto per quanto riguarda la Luce Blu. Basti pensare che, secondo una recente indagine, su sessanta milioni di italiani il 72 per cento usa internet, il 57 per cento gli smartphone e oltre l’80 per cento dichiara di usare questi dispositivi per oltre tre ore al giorno, mentre il 52 per cento afferma addirittura di usarne due in contemporanea. Tra le motivazioni principali di utilizzo, il 73 per cento degli intervistati ha dichiarato di utilizzarli per fare ricerche su internet; il 67 per leggere le ultime news; il 61 per prenotare viaggi; il 55 per attivare la sveglia; il 51 per controllare il meteo; il 37 per vedere l’ora.

I DANNI PROVOCATI DALLA LUCE BLU Gli effetti di una sovraesposizione da Luce Blu si manifestano su archi temporali di diversa durata. In particolare, nel breve

periodo (dopo sei-otto ore di esposizione), il 91 per cento delle persone avverte questi sintomi, dovuti a cause ben precise: arrossamento e occhi irritati, perché si fissano schermi retroilluminati; secchezza oculare, dovuta alla minor frequenza dell’ammiccamento e alla conseguente minor lacrimazione e lubrificazione dell’occhio; astenopia (stanchezza visiva), causata dallo sforzo della lettura per un tempo protratto

di caratteri molto piccoli sullo schermo retroilluminato; insonnia, poiché la Luce Blu inibisce l’increzione di melatonina, alterando l’equilibrio sonno-veglia; mal di testa, legato al maggiore affaticamento della vista; cali di concentrazione, legati all’alterazione dei ritmi circadiani in seguito all’inibizione della increzione di melatonina. Nel lungo periodo, invece, la Luce Blu può danneggiare la retina accelerando l’insorgen-


dalle aziende za di maculopatie, malattie in genere legate all’età e che conducono gradualmente alla perdita della vista.

QUALI LE STRATEGIE PROTETTIVE? Gli occhi possono essere protetti da occhiali con lenti con filtro Uv e trattamento anti luce blu e dall’utilizzo di colliri e lacrime artificiali, in grado di controllare i sintomi oculari legati all’impiego dei dispositivi digitali, come arrossamento degli occhi, irritazione, bruciore e sensazione di corpo estraneo. Inoltre, può essere utile adottare questi semplici accorgimenti: se si svolge una professione connessa all’utilizzo di un video terminale (per più di cinque ore al giorno), ogni venti minuti, osservare un oggetto distante per circa venti secondi;

evitare uso di dispositivi digitale nelle due ore precedenti il sonno; nelle ore serali, non utilizzare la Luce Blu del dispositivo digitale come unica fonte di illuminazione della stanza; utilizzare la funzionalità di “spegnimento della Luce Blu” integrata nei principali sistemi, che permette di continuare a utilizzare il device, minimizzando gli effetti negativi sugli occhi; sottoporre se stessi e i propri figli a regolari visite oculistiche.

HYABAK: PER DIFENDERE GLI OCCHI DAI RAGGI NOCIVI Indicato per tutti gli occhi e tutti i sintomi di discomfort oculare, Hyabak è una soluzione oftalmica a base di acido ialuronico e actinochinolo

utile per proteggere la superficie oculare dall’effetto nocivo dei raggi Uv e della Luce Blu, specialmente dopo una prolungata esposi zione allo scher mo di pc, ta blet o smartphone. Grazie ai suoi componenti garantisce infatti una duplice azione: 1. idratazione: l’acido ialuronico 0,15% offre sollievo immediato, con una sensazione di freschezza all’instillazione. Inoltre bastano poche gocce al giorno per un comfort prolungato; 2. protezione: l’actinochinolo 0,2% agisce come filtro anti Uv, per risolvere il discomfort in condizione di stress visivo - per esempio secchezza oculare o sensazione di affaticamento - e offre una protezione aggiuntiva per gli occhi sensibili.

Smartphone, tablet, pc e tv sono fonti di luce artificiale non prive di conseguenze su chi ne abusa Privo di fosfati e conservanti, dannosi per la superficie oculare, Hyabak è infine anche utilizzabile dai portatori di lenti a contatto.

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consigli

di Luigi Marafante

Contro

la cistite PER LA FUNZIONALITÀ DELLE VIE URINARIE NATURCIST è un integratore alimentare della linea Naturlabor a base di D-mannosio ed estratto vegetale di mirtillo rosso, in grado di favorire la funzionalità delle vie urinarie. La vitamina C contribuisce invece alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo, riducendo i radicali liberi generati dai processi infiammatori. L’estratto secco di mirtillo rosso cranberry inibisce l’ade-

sione batterica alla mucosa della vescica, agendo direttamente su strutture chiamate fimbrie o lecitine. Il D-Mannosio, un importante componente della mucosa vescicale, va a ricostituire lo strato protettivo laddove esso sia stato dis t r ut t o d a l le mol t epl ic i infiammazioni, inibendo l’adesione batterica alla mucosa vescicale. L’estratto secco di uva ursina (tit. 20% in arbuti-

na) è ricco in arbutina, sostanza idroli zzat a nel lume intestinale in un composto (il difenolo) che si ossida immediatamente a idrochinone e raggiunge l’urina come glucuronide e solfato. Essendo le urine alcaline, i composti coniugati si idrolizzano parzialmente dando l’idrochinone libero a cui si deve attività antisettica e astringente sulla mucosa delle vie urinarie. www.naturlabor.it

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Pericolo

vaping L’inalazione di liquidi dannosi attraverso le sigarette elettroniche ha già causato negli Usa casi di morte e di infezioni polmonari La metà di un campo da tennis, questa sarebbe l’estensione della superficie polmonare se riuscissimo a distendere i trecento milioni di alveoli che la compongono. La via di assorbimento polmonare è una strategia di somministrazione di medicinali sempre più usata nell’industria biomedica perché considerata rapida e, a parità di assorbimento, molto meno invasiva, rispetto alla via endovenosa. Tuttavia, affinché la somministrazione di medicinali sia sicura ed efficace, è necessario comprendere la struttura molecolare e le caratteristiche del trasporto trans-epiteliale, che contribuisce per il 95 per cento all’assorbimento polmonare di un agente terapeutico. L’assorbimento per la via polmonare può avvenire per via intra-nasale (ne è un esempio l’esketamina, recentemente approvata per il trattamento della depressione resistente) oppure per la via inalatoria orale. In questo secondo caso, come tutti coloro che sviluppano farmaci sanno bene, parametri come la grandezza delle particelle inalate, lo stato della mucosa e la ventilazione, il tipo di dispositivo utilizzato, influenzano l’assorbimento nell’organismo dei principi attivi, degli eccipienti e di eventuali contaminanti. Un simile destino hanno le particelle inalate attraverso le sigarette elettroniche, dei veri e propri dispositivi che, attraverso il riscaldamento, veicolano nei polmoni liquidi di varia composizione, inclusa quelli contenenti nicotina. Il fenomeno del vaping ha causato ventisei morti negli Stati Uniti e 1.300 casi di malattia polmonare, eppure gli scienziati

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non hanno ancora compreso perfettamente che cosa è successo. Dato che molti casi letali sono avvenuti quando il liquido inalato è stato sostituito da una sospensione fatta in casa e contenente tetraidrocannabinolo (Thc, la sostanza attiva della cannabis) diluita con olii chimici, si era pensato a una polmonite lipoide, dove i macrofagi polmonari attivati per rimuovere lipidi causano infiammazione alveolare e danneggiano la funzione surfattante. Questa teoria è stata però smentita da un recente studio pubblicato sul New England Journal of Medicine che ha riportato l’analisi anatomo-patologica del tessuto polmonare di diciassette casi di vaping letale e che non ha trovato alcun segno di polmonite lipoide, ma solo segni aspecifici di infiammazione da sostanze tossiche. Dovendo dunque ricominciare daccapo, per fare luce sul meccanismo della causa

di morte è stato necessario studiare, ancora una volta, i parametri fisici del dispositivo e le sostanze contenute nelle ricariche liquide. Bisogna però tenere presente che i dispositivi vengono alterati dagli utilizzatori e che, molto spesso, vengono aggiunte sostanze esterne ai liquidi autorizzati. Se quindi non comprenderemo che cosa è successo in tempi brevi, il problema andrà gestito in termini di salute pubblica per cercare di limitare i rischi. Se le sigarette elettroniche fossero farmaci, i numeri dei morti e i casi di polmonite grave elencati sopra sarebbero già sufficienti a farle uscire dal mercato in virtù delle strette maglie del sistema regolatorio. Ma un farmaco si definisce per la sua capacità diagnostica o terapeutica rispetto al rispristino di una funzione fisiologica e le sigarette elettroniche o le loro ricariche liquide non rientrano in questa definizione. Almeno per il momento.

PER APPROFONDIRE: https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMc1913069 http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/IDAN/2015/554174/EPRS_ IDA%282015%29554174_EN.pdf



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