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Oremeta
from TRAKS MAGAZINE #39
by Fabio Alcini
Tre amici di Ostia Lido ma anche tre menti capaci di viaggiare e di immedesimarsi in altre culture, come dimostra il nuovo “Saudade”
Ci presentate il vostro trio?
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Hola siamo gli Oremeta.Siamo tre amici di Ostia Lido, durante il lockdown abbiamo condiviso gli stretti spazi di casa, e per rimanere vivi “dentro” abbiamo deciso di
l’intervista
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comporre dei brani che raccontassero il nostro stato d’animo. Chiara Pisa, attrice, cantante e insegnante di teatro, Giulio Gaigher, batterista e compositore, Dario Cangreo, artista di strada e viaggiatore.
Non nascondete le influenze del lockdown su questo album. Pensate che in condizioni “normali” sarebbe stato molto diverso?
Sicuramente. La nostra musica è nata dal nostro desiderio di libertà, dalla nostra convivenza prolungata e dalla condivisione delle piccole cose, e quindi ci viene spontaneo pensare che in condizioni “normali” avremmo avuto altre spinte e altre ispirazioni, e quindi sicuramente il disco avrebbe avuto un suono differente. La musica ha un grandissimo potere curativo, e se a oggi siamo così legati ai brani del nostro album è perchè il comporli ci ha aiutato a rimanere centrati su noi stessi, a mantenere un equilibrio e una certa scintilla interna.
Mi piacerebbe saperne di più a proposito della nascita di Bakarak, che apre l’album
Bakarak è un pezzo di cuore. Nasce da una riflessione fatta con un amico congolese tempo fa. Parlammo del fatto che quando lasci la tua casa, e continui la tua vita in un altro paese, potrai parlare e comunicare in una nuova lingua, ma probabilmente continuerai a sognare e a pensare nella tua lingua madre. Questo pensiero diede vita a un flusso di coscienza che racchiude le storie di molti, anche le nostre. Questo brano vuole raccontare le emozioni di chi viaggia, o di chi è costretto a partire. Dover dire addio a una persona, ma continuare a immaginarla crescere, continuare a sognare in arabo, dovendo parlare in francese, guardare il mare immaginando l’altra riva.
Qualche nome che vi piace particolarmente della musica italiana di oggi?
Dario ultimamente ascolta principalmente musica latinoamericana, ma in quanto ad artisti italiani apprezza Moses Concas, Claver Gold, Murubutu, Dutch Nazari, Tedua, Vinicio Capossela, Lanz Khan. Giulio ha ascoltato molto il
maestro Max Gazzè, poeta e grande musicista, e negli ultimi tempi ha seguito con piacere il percorso di Willie Peyote, apprezzando la sua capacità di mescolare sonorità hip hop, soul, funk e indie pop. Chiara ascolta Levante quando vuole cantare a squarciagola, Caparezza quando c’è bisogno di muovere il corpo senza mai trascurare le parole, e Cosmo quando necessita di viaggi mentali.
Qual è il primo viaggio che farete dopo la fine della pandemia?
Sicuramente un viaggio tra le realtà sociali e culturali del sud Italia, e poi chissà probabilmente Andalusia e Portogallo. Quando questa situazione finirà ci piacerebbe viaggiare portando la nostra musica da una regione all’altra, vivendo tutto ciò che per molti mesi abbiamo soltanto sognato. Citando un nostro brano: “...e se nello zaino ho costumi e cappotti è perchè non so quanto durerà il viaggio”.
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