In una Foresta di Segni - Studio Arena

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ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI URBINO - SCUOLA DI SCENOGRAFIA

IN UNA FORESTA DI SEGNI



Indice

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Prefazione

Metodo 2.1 Istruzioni per l’uso 2.2 Prime intuizioni 2.3 Canovaccio 2.4 Experimentum Crucis 2.5 Risoluzione Progetto 3.1 Città 233 3.2 Città 1597 3.3 Città 89 Epilogo 4.1 Colmare i vuoti 4.2 Note tecniche Biografie



PREFAZIONE

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La Città non dev’essere Roccaforte per trasmettere conforto e protezione: l’abbraccio di mura alte e inespugnabili non è che la prima fra mille peculiari caratteristiche che la rendono asilo ideale. Al contrario, la serenità può essere trovata in cima a torrioni e campanili esposti alla luce e al vento speziato, o in ettari di terra calda e profumata che culla bulbi e semi di ogni sorta.

In una Berlino del 1987 ad esempio, è l’occhio di riguardo di una creatura ineffabile ciò che rincuora gli spettatori dietro il teleschermo. Ne ‘’Il cielo sopra Berlino’’, Wim Wenders racconta di angeli immortali, testimoni dell’esaurirsi del mondo, incaricati di preservare e ricordare il fluire del tempo ascoltando il formicolare dei pensieri urbani dall’alto dei palazzi.

Questa dedizione incondizionata è il fulcro e l’oggetto d’interesse del nostro studio, nonché il punto di partenza, e l’Angelo di Wenders è trasposto in modo uguale e contrario in una forza riparatrice e conservatrice proveniente dalla terra piuttosto che dal cielo.

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METODO

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2.1 Istruzioni per l’uso A causa delle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria, il lavoro è stato svolto a distanza su piattaforme digitali, suddivisi in cinque studi i quali hanno lavorato ciascuno in modo indipendente. In seguito ad un’analisi collettiva della consegna assegnata, ciascun membro del nostro studio dava individualmente forma alle proprie idee con schizzi preparatori.

Durante un successivo incontro a studio riunito, si procedeva alla creazione e la consegna dell’elaborato finale, assegnando a ogni componente un compito differente: realizzazione accurata dei bozzetti, disegni tecnici , scrittura dei testi ed impaginazione.

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2.2 Prime Intuizioni Il quesito inziale fu l’individuare la miglior disposizione possibile per la collocazione di diciotto praticabili teatrali, mediante uno studio accurato dell’Aula Teatro di Via Timoteo Viti, al fine di gestire al meglio lo spazio a nostra disposizione. Inizialmente le nostre proposte prevedevano la creazione di blocchi geometricamente interessanti, ma infine risultati poco funzionali. Una volta individuata una conformazione soddisfacente in seguito al confronto a classe riunita, i diciotto praticabili sono stati divisi fra i cinque studi, tre dei quali affidati a noi.

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2.3 Canovaccio L’idea di partenza è stata per noi quella di una città viva, che cambiasse ed evolvesse secondo le necessità: una sorta di Creatura Protettrice in grado di difendersi da sola dal mondo esterno, sul cui dorso riposa una comunità. Il concetto di respiro e di adattabilità ci ha condotto verso forme che ricordassero una colonna vertebrale o un organismo corazzato e la disposizione dei praticabili prevedeva inizialmente un movimento oscillatorio (poi accantonato per il rimando troppo esplicito all’idea di sospensione) al fine di rendere l’idea di una struttura viva.

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Richiamare un esoscheletro o un guscio non è stata una scelta casuale. La famiglia dei rettili è infatti simbolicamente associata alla longevità, la pazienza, la resilienza e la tenacia; secondo il folklore cinese, sul guscio della tartaruga è appoggiato il mondo intero.


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2.4 Experimentum Crucis Al fine d’indentificare al meglio le città che volevamo progettare, è stato opportuno comprendere in primo luogo chi vi abitasse. Attraverso un esercizio di scrittura è stato possibile delineare in modo più accurato il nostro obiettivo finale. Il compito assegnatoci era descrivere quattro personaggi facendo riferimento a spunti comuni ai cinque studi riguardo problematiche sociali che sentivamo particolarmente vicine, al fine di cristallizzarne i pensieri, le gioie e le paure derivanti, all’interno delle maschere dei singoli personaggi.

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Dopo questo primo lavoro, sviluppato dal nostro studio in quattro personaggi battezzati rispettivamente “La Velina”, “L’Uomo Tuba”, “Il Re” e “La Ventriloqua”, è seguita una seconda fase: scegliendo personaggi presi da fonti letterarie preesistenti, il nostro scopo era unirli in una stessa narrazione, creando storie di individui che acquistino desideri e pulsioni umane rappresentative. La nostra scelta è ricaduta su tre testi che ben poco si assomigliano; i personaggi, sono stati uniti dal filo rosso della dimensione onirica e la stoica contemplazione dello scorrere della vita. - Il Professore (‘’L’Altro’’ da ‘’Il Libro di Sabbia’’, Jorge Luis Borges) -Axl e Beatrice (‘’Il Gigante Sepolto’’, Kazuo Ishiguro) -Il Narratore (‘’Il Golem’’, Gustav Meyrink)

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2.5 Risoluzione Nonostante la deviazione dalla struttura a esoscheletro, la collettiva riflessione sui concetti di ordine e disordine ci ha lasciato liberi mantenere un interesse per l’estetica dell’elemento naturale, termine decorativo ma al contempo simbolo della temporalità che abbiamo reso ricorrente nella ricerca. Nel nostro lavoro assume particolare rilevanza il confronto tra un’architettura curvilinea ed estrosa in cui la natura s’inserisce quale sostegno e conforto, e un mondo di distruzione in cui la vegetazione al contrario diventa un indice di abbandono e trasfigurazione. Abbiamo lasciato emergere le considerazioni che più rappresentavano le nostre esigenze, e i primi luoghi

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individuati sono stati una piazza, un cimitero, uno spazio verde e una zona industriale. Questi ambienti sono stati utilizzati come base per l’elaborazione di tre proposte definitive.


Menzione particolare va alla Città Ragnatela, appoggiata su un intreccio di fili fissati ai bordi del tavolato, come in una culla sospesa sul vuoto. Inizialmente pensata per essere posta all’interno di un praticabile senza copertura, poi come collegamento fra due di essi, e infine abbandonata.

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PROGETTO

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3.1 Città 233, Praticabile F13 La struttura si presenta come un’unica porzione di palazzo che si eleva sostenuta da rami o trattenuta da radici realizzate in filo di ferro rivestito.

Le piante verranno utilizzate per celare i veri sostegni del corpo dell’edificio, che dovrà apparire sospeso e il più possibile leggero.

La costruzione sarà posizionata al centro del praticabile, la cui superficie dovrà essere trattata pittoricamente per renderla simile a cemento o gesso frammentato.

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Città 233 Praticabile F13 Bozzetto e Pianta

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Città 233 Praticabile F13 Assonometria e Prospetti

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3.2 Città 1597, praticabile F17 Gli edifici sono sostenuti da palafitte per impedire una completa copertura di sabbia, che scende gradualmente dall’alto attraverso un meccanismo di ricaduta.

Le architetture verranno coperte dalla sabbia in maniera diversa poiché l’altezza delle palafitte varia per i singoli fabbricati. Per impedire alla sabbia di fuoriuscire, il perimetro del praticabile è circondato da un bordo di contenimento.

La disposizione prevede una schiera di palazzi di diverse altezze posti diagonalmente a unire le due estremità e due ali a base triangolare a completare gli altri angoli. Vengono così a formarsi, comprese tra i tre stabili, due strade parallele.

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Città 1597, praticabile F17 Bozzetto e Pianta

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Città 1597, praticabile F17 Assonometria e Prospetti

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3.3 Città 89, praticabile F11 Gli edifici vengono distribuiti su piani di sughero posti su sostegni con diverse altezze e inclinazioni che presentano nel complesso un dislivello verso il centro.

La superficie di base deve apparire rovinata e perciò presenterà dei pertugi e delle fratture. Per rendere la composizione più dinamica,

le varie abitazioni saranno posizionate senza controscivoli in modo da risultare in accordo con la pendenza dei rispettivi piani d’appoggio.

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Città 89, praticabile F11 Assonometria e Pianta

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Città 89, praticabile F11 Prospetti

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EPILOGO

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4.1 Colmare i vuoti La carta era già stata indicata come materiale da prediligere, ma tra le diverse consistenze disponibili abbiamo optato quasi interamente per cartone ondulato e carta velina.. Buona parte degli edifici sarà tuttavia composta da collage di texture differenti, ipotizzate attraverso numerose proposte grafiche: alcune sono semplici render di diversi tipi di carta o giustapposizioni di fogli di uso quotidiano come biglietti, liste della spesa e giornali; altre sono ottenute assemblando rettangoli colorati che lasciano spazi vuoti come possibili aperture; altre ancora hanno uno stile più evocativo e riproducono illustrazioni di Camillo Golgi sul sistema nervoso.

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4.2 Note tecniche Le pareti sono progettate per poter essere inserite con sistemi di aggancio alle stecche che compongono i moduli. Questi ultimi sono progettati come strutture di base delle unità e assemblati tramite snodi che permettano di raggiungere angolazioni variabili che possano dunque costituire altrettanti volumi di diversa forma. Per la struttura delle singole case abbiamo stabilito parallelepipedi irregolari anche con basi o lati di forma trapezoidale, per assecondare l’aspetto di apparente instabilità e rendere più dinamiche le strutture.

Il metodo di costruzione durante lo spettacolo consisterà nel montaggio dei rivestimenti sulle relative unità abitative, che andranno poi fissate le une sulle altre a formare le città nella loro interezza.

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Modulo di costruzione Pianta, Prospetto e Assonometrie

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Moduli per edifici

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BIOGRAFIE

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Maria Arena nasce a Bergamo il 15 novembre 1999, ma si diploma a Recanati (MC), presso il Liceo Linguistico Giacomo Leopardi ad indirizzo ESABAC. Di madrelingua italiana e inglese, padroneggia a livello B2 francese e spagnolo. Dal 2018 frequenta la Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle arti di Urbino con particolare trasporto per il costume di scena. Progetti teatrali pertinenti al percorso studi: 2020 America da Kafka Spazio Rossellini, Roma 2019 La Luna del Pomeriggio - Teatro Verdi, Sassari 2019 Vega - Teatro Sacro Cuore, Loreto 2019 A Christmas Carol Cineteatro Numana 2018 Le Troiane - Teatro Persiani, Recanati 2017 Serata Trash - Teatro Persiani, Recanati 2016 Il ritorno della Signora - Teatro Persiani, Recanati 46

Pierluigi Cantagallo nasce a Penne il 7 agosto 1999. Ha frequentato la scuola secondaria di primo grado presso l’Istituto Comprensivo Laura Ciulli Paratore, e successivamente il Liceo artistico Luca da Penne - Mario de Fiori con indirizzo Architettura e Ambiente. Attualmente frequenta la Scuola di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino .


Clelia Cerboni Bajardi nasce a Urbino il 29 ottobre 1999 e si iscrive al corso di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Urbino dopo aver frequentato il Liceo artistico “Scuola del Libro” nella stessa città. Nell’ambito del suo percorso accademico partecipa nel 2019 alla prima edizione della mostra Surprize al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e nel 2020 alla realizzazione dello spettacolo America da Kafka andato in scena allo Spazio Rossellini di Roma.

Elisa Marchetti nasce a Senigallia il 5 aprile 2000 e si appassiona al mondo teatrale fin dal suo primo approccio con esso, avvenuto in tenera età. Ama mettersi alla prova e sperimentare linguaggi e tecniche diverse, al fine di creare sempre qualcosa di nuovo. Frequentando l’indirizzo di scenografia al Liceo artistico Apolloni di Fano, apprende l’arte del disegno. Contribuisce alla realizzazione dello spettacolo Tutta Frusaglia di Fabio Tombari e allo spettacolo delle ombre Il Minotauro di Friedrich Durrenmatt. A partire dal 2019 intraprende il percorso accademico nella Scuola di Scenografia di Urbino, con l’ambizione di poter trasformare questa passione in un lavoro.

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