Hiking on the Moon #10 - Neve y ghiaccio - By Quechua

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Numero 10 NEvE & GHiACCio MADE BY QUECHUA


© Svein Arne Brygfjeld - Sverre Hjørnevik - Terje Rakke - Morten Brun - Innovation Norway - Bård Løken - RCS 572 042 745 -

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EDITORI ALE IL NUMERO 10

L'inverno non è proprio un periodo di tregua per tutti. Accanto a coloro che migrano verso orizzonti più clementi, molti aspettano ansiosamente i primi fiocchi venuti a fare scintillare le cime. La neve e il ghiaccio, al tempo stesso ornamento e scrigno delle nostre montagne, da noi fanno eco a un mondo di tranquillità e di sogno. Niente di più appropriato, allora, della magia di questi materiali effimeri per celebrare il decimo numero di Hiking on the Moon! Dieci numeri attraverso i quali abbiamo fatto di tutto per farvi viaggiare e vivere la montagna sotto tutte le sue sfaccettature. E non è finita, perché con il succedersi degli incontri, dei reportage, dei ritratti di appassionati ma anche delle vostre numerose testimonianze, siamo più motivati che mai a contribuire a questa bella storia che scriviamo insieme. Quindi, per questo numero anniversario, vi proponiamo di partire in viaggio nel cuore delle cime innevate dello Yukon, di tuffarvi negli abissi azzurri dei ghiacciai, di scoprire l'incanto proprio alla scultura su ghiaccio e neve oppure vedere come la fauna e la flora si adattano a questo regno bianco. Lungo le pagine, ritroverete anche delle specificità proprie di questo numero, tra cui l'inedita copertina della rivista. Sta a voi ritrovare ogni dettaglio disegnato minuziosamente dalle 8 mani che hanno lavorato a questa bella realizzazione. Un vero lavoro di squadra, riflette lo spirito Hiking on the Moon di Quechua. E poiché questo numero non è assolutamente come gli altri, ma anche per ringraziarvi della vostra fedeltà e del vostro entusiasmo crescente, abbiamo una piccola sorpresa per voi. Si tratta di un regalo riflettuto e scelto con cura, in modo che sia adatto ai globe-trotter, ai montanari preparati e agli avventurieri in erba! E siccome preferiamo conservare il meglio per la fine, questo regalo vi aspetta pazientemente nell'ultima pagina della vostra rivista. Buon viaggio in un mondo di neve e di ghiaccio e ancora un grandissimo grazie per fare parte dell'avventura Hiking on the Moon.


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INDICE DI NEVE E DI GHIACCIO

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NEWS BooKS i VoSTRI CoMMENTI

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TrAvEL

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DoSSiEr

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APPRoFoNDIMENTo

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porTFoLio

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CHEZ quECH'

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ANiMAli

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CoS'È?

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CuLTurA

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5 DoMANDE A

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TENDENZE

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TEST

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GNAM GNAM CoNCoRSo iN BREVE

INTO THE WILD I GHIACCIAI: GIGANTI IN MOVIMENTO COME PASSA L'INVERNO LA FLORA? UN MONDO DI NEVE E DI GHIACCIO CHARLOTTE, LA NOSTRA STAR DI UN GIORNO PER UNA PUBBLICITÀ QUECHUA QUANDO GLI ANIMALI INDOSSANO IL LORO MANTO INVERNALE

IL CENTRO MONDIALE DI CREAZIONE

I FESTIVAL DI SCULTURE SU GHIACCIO E NEVE DUE SCULTORI SUL GHIACCIO E LA NEVE IMMERGIAMOCI NEL DIETRO LE QUINTE DELLE TENDENZE QUECHUA! IL COMPLETO DA SCI ESCURSIONISTICO BIONNASSAY SKI TOUR


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NEWS

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10 COME... 10 ANNI CON DAWA SHERPA AL NOSTRO FIANCO!

I partner tecnici Quechua sono sportivi e montanari esperti, che accompagnano il marchio nella sua quotidianità, apportando la loro competenza durante la progettazione dei prodotti. Ma le nostre relazioni non si possono certo riassumere in scambi professionali e tecnici. Si tratta prima di tutto di una storia umana, di una visione comune della montagna e di condivisione di valori, come mostra la nostra partnership di lunga data con Dawa Sherpa. E cosa c'è di meglio del decimo numero di Hiking on the Moon per tornare sui nostri 10 anni di collaborazione con quest'uomo eccezionale?

IL BAMBINO DELLE MONTAGNE

Dawa Dachhiri Sherpa, ben noto per le sue performance sportive in mountain trail, lo è altrettanto per la sua personalità. Per capire meglio da dove trae questa forza di carattere e il suo ottimismo a prova di bomba, bisogna tornare indietro di qualche anno. Dawa cresce in Nepal, nel distretto di Solukhumbu, e passa i primi anni della sua vita in un monastero. Prima dei suoi 7 o 8 anni, non aveva mai messo le scarpe, viveva tutto l'anno a piedi nudi e semplicemente vestito di un lungo abito. Questa prima esperienza della vita, non sempre facile, gli ha permesso di diventare un uomo determinato. Da questa infanzia a fianco dei monaci ricorda una filosofia di vita che applica nella quotidianità: qualsiasi cosa succeda, trarre solo il meglio da ogni situazione. Una ventata di ottimismo a cui ciascuno può ispirarsi per godersi dei semplici piaceri. Avendo vissuto a contatto permanente con la natura, quando si tratta di ritemprarsi, è nella montagna


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NEWS che Dawa trova la sua ispirazione. Questa fonte di benessere e di energia la condivide attraverso trail ed escursioni. Riconoscerete senza dubbio in questo un valore comune a Quechua!

APRIRE IL NEPAL SUL MONDO Dawa è un ottimo corridore, ma anche un organizzatore. Da molti anni, è all'origine di svariate corse: il Trail delle 3 valli (Nepal), lo Zanskar & Ladhak Aventure Trail (India), il Solukhumbu Trail (Nepal) e i Vulcani dell'Estremo (Indonesia). Nonostante ci siano delle tappe cronometrate, questi eventi sono prima di tutto delle vere e proprie avventure umane. Per Dawa, quando si pratica uno sport, l'essenziale è «scoprire dei paesaggi, fare escursioni con persone che amano la montagna e che cercano l'armonia con la natura".

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• Garantire le prime cure alla popolazione locale, tramite il ripristino del dispensario di Taksindu. Attualmente, un infermiere presente quotidianamente fornisce le principali cure mediche. L'obiettivo a termine è di assicurare la continuità di questa struttura. Le cause difese da Dawa stanno a cuore anche a noi, è per questo che Quechua desidera che la dimensione umanitaria di questa partnership sia al centro di questa bella collaborazione.

UNA PARTNERSHIP RICCA DI SCAMBI

Dato che è sempre un piacere interagire con Dawa, la squadra di Hiking on the Moon l'ha intervistato su ciò che ha ricavato da questi 10 anni di stretta collaborazione con Quechua. Ecco cosa ci ha detto! "Quechua mi ha enormemente arricchito: incontri, un'esperienza differente " CoN qUECHUA E della montagna, viaggi, ricordi ... Ho Tramite queste manifestazioni, Dawa potuto scoprire il funzionamento di un valorizza la ricchezza del territorio Ho RITRoVATO LA grande marchio così come i retroscena nepalese e del suo popolo. Desidera SEMPLICITÀ DELLE della progettazione di un prodotto. Sono condividere con la popolazione lostato a contatto con molte persone da cale ciò che riceve e aiutarla a miglioRELAZIoNI CHE SI HA Quechua e ho ritrovato la semplicità rare la sua quotidianità. I benefici di IN MoNTAGNE " delle relazioni che si ha in montagna. ciascuna delle corse sono riversati sui 10 anni di collaborazione non sono poco, progetti umanitari che sostiene con sono anzi piuttosto rari. Sono contento e fiero di questa fervore: fedeltà. Oltre al mio attaccamento ai valori del mar• La scolarizzazione dei bambini nepalesi, che pur- chio, ho molta considerazione per questa partnership troppo non hanno tutti la possibilità di imparare a eccezionale!" leggere e scrivere. Dawa opera perché possa essere dispensato un insegnamento alle popolazioni più povere o che vivono nei villaggi isolati. Questa volontà si traduce nel sostegno dei bambini e nella costruzione della scuola monastica di Mera, uno spazio di formazione prezioso per i monaci che permette di accogliere 50 allievi. • L'accoglienza e l'alloggiamento delle persone anziane nel suo villaggio natale. Passata una certa età, diventa complicato vivere nelle case familiari. Dawa lavora alla costruzione di un luogo di vita, in cui queste persone possano vivere in autonomia, disponendo di una sorveglianza e di un controllo medico.

Oggi, a nome di tutte le squadre Quechua, Hiking on the Moon ringrazia Dawa per il suo sostegno incrollabile e la sua fedeltà. È sempre un piacere parlare con lui! Una cosa è sicura, il tempo passa ma i valori restano e la collaborazione tra Dawa e Quechua dovrebbe continuare a far nascere dei bei progetti! Un bellissimo film sulla storia di Dawa, la sua filosofia e la sua terra natale è disponibile sulla web TV di Hiking on the Moon http://www.hikingonthemoon.com/webtv o tramite il QR code qui accanto.


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B O O KS C I È P I AC I U T O

Ghiacciai, memoria del pianeta Sylvain Jouty et Sylvain Coutterand, Edition Hoëbeke Ecco un panorama più che completo dei ghiacciai del mondo. Al tempo stesso riflesso della nostra storia, testimoni delle evoluzioni climatiche, attori del modellamento del paesaggio e del popolamento di un territorio, i ghiacciai vi sono presentati sotto tutte le loro sfaccettature! Con testi molto accessibili e quasi 500 immagini (incisioni, dipinti, foto, immagini di sintesi, ecc.), preparatevi per un viaggio nell'universo affascinante dei ghiacciai! 40 €

Avventuriero dei ghiacci Nicolas Dubreuil, Edition Broché Nicolas Dubreuil è un esploratore che il freddo non spaventa! Passando più della metà dell'anno vicino ai poli, solca queste terre ghiacciate in slitta, con gli sci o in kayak e conosce tutto sul mondo dei ghiacci. In questo racconto di viaggio, ripercorre i momenti passati accanto ai popoli dell'Artico, l’evoluzione della loro modalità di vita così come le gioie ma anche i rischi di una vita in seno al Grande Nord. 18 €

Le più belle montagne del mondo Claude Gardien, Edition Glénat - Volume 2 Ogni escursionista, alpinista o qualunque appassionato di natura ha la sua specifica visione della sua montagna ideale. Per alcuni, è lo splendore di un ghiacciaio che rivela tutta la sua bellezza, per altri l'eleganza selvaggia dei picchi rocciosi o delle cime innevate. Qualunque sia il vostro punto di vista, troverete senz'altro ciò che fa per voi in queste 210 pagine. I più grandi fotografi del pianeta hanno partecipato a quest'opera, che fa l'inventario, non esaustivo, delle più belle montagne del nostro pianeta. 50 €

"White pAss" con gli scii Claude Vallier, Edition YukonBackCountrySkiing La regione di White Pass nello Yukon (Canada) è un campo da gioco ideale per gli adepti dello sci escursionistico. Per pianificare le vostre uscite e approfittare di queste vaste distese di neve, questa topoguida, la prima dedicata a questo territorio, sarà la vostra migliore amica. Sono proposti itinerari di tutti i livelli, per un'uscita con gli sci, lo snowboard o in telemark, ogni volta con le indicazioni sull'accesso, la difficoltà, l'attrezzatura necessaria o la sicurezza. 28 €

il suggerimento pratico di Hiking on the Moon per vedere i ghiacciai in movimento! Luc Moreau, Edition Espope Publicité Chamonix Grazie ai flipbook creati da Luc Moreau, glaciologo di fama, potete osservare in un'occhiata il movimento dei ghiacciai. Sfogliando rapidamente questi libretti di immagini, le foto dei ghiacciai scattate a intervalli regolari si animano come per magia e danno vita a questi mostri di ghiaccio. Il flipbook n°1 ritraccia l'evoluzione del Mer de Glace (Francia) e del Perito Moreno (Argentina), quanto al n°2, è dedicato ai movimenti dei ghiacciai d'Argentière (Francia) e d'Eqip Sermia (Groenlandia). 8 €


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I VO S T R I COMMENTI Che sia per comunicarci le vostre osservazioni, le vostre impressioni, per farci ridere, per inviarci i vostri incoraggiamenti o solo per rivolgerci un piccolo saluto, è sempre un piacere per noi leggere le vostre e-mail! Allora un grande ringraziamento a tutti voi per la vostra fedeltà alla rivista e al blog! Ecco una piccola selezione di cosa riceviamo...

[ rémi ]

Buongiorno Hiking on the Moon, Sono ammirato per il lavoro, la cura e il troppo raro buon gusto che si sprigiona da questa rivista. Ci tengo a congratularmi con tutta la squadra che si nasconde dietro di essa. Mi piacerebbe poi sapere come funziona la redazione, se siete una squadra fissa, ci sono dei collaboratori che si alternano ecc.… Caro Rémi, Prima di tutto, sappi che ci fa sempre molto piacere quando i nostri lettori trovano il tempo di comunicarci i loro complimenti! La creazione della rivista così come la sua redazione sono 100% "fatte in casa". Tutta la squadra Quechua è regolarmente sollecitata per proporre un argomento, realizzare un'intervista, fare condividere un viaggio ma anche parlare del proprio mestiere o della passione per la montagna. Questo funzionamento è applicato anche alla grafica della rivista. Per ogni numero, riuniamo designer e grafici per realizzare il menabò così come le illustrazioni che ornano le nostre pagine. Hai un esempio molto concreto di questo lavoro di squadra sulla copertina di questo numero! Attraverso questo funzionamento, speriamo di offrirti degli articoli vari e di comunicarti la nostra passione per la natura e tutte le belle cose che offre da vedere. A presto! [HKG]

[ jeAn-mArie ]

[ BApTiSTE ]

Buongiorno, Innanzitutto, tutti i miei complimenti per il sito che è magnifico: le foto e i video sono una gioia per gli occhi! In compenso, non trovo i negozi in cui si può trovare la rivista, che, anch'essa, ha un'aria interessante. Grazie in anticipo per la vostra risposta e buona continuazione nel vostro progetto, a cui auguro il più grande successo! Baptiste, Siamo felici di constatare che gli articoli del blog ti offrono una dose quotidiana di evasione, un obiettivo che ci sta a cuore dal lancio di questo progetto. Per quanto riguarda la rivista, è disponibile in numerosi negozi Decathlon ovunque in Francia e anche al Mountain Store di Domancy. L'elenco di questi negozi è disponibile su www.hikingonthemoon.com, sezione "Magazine". È sempre in questa sezione che puoi ritrovare le versioni web dei numeri precedenti. Buona lettura e a presto. [ HKG ]

[ pedro ]

Buongiorno alla squadra di Hiking on the Moon! Un grandissimo grazie per la rivista e il super zaino che mi avete inviato in seguito al concorso al quale ho partecipato sulla pagina Facebook di Quechua! Questi regali sono veramente meravigliosi! Pedro, Tutta la squadra di Hiking on the Moon è lieta che questi regali ti piacciano! Non esitare a ritentare la fortuna, per completare il tuo corredo del perfetto escursionista. [ HKG ]

Buongiorno, Essendo appassionato di escursionismo, trail e altre attività di svago, possibilmente sui rilievi, apprezzo enormemente il lavoro prodotto sulla piattaforma Hiking on the Moon! Il contenuto come l'impianto visivo sono eccellenti. Sarebbe possibile ricevere una versione cartacea della rivista? Benché appassionato di letture digitali, dei documenti di una tale bellezza meritano di essere toccati, esposti, sfogliati di tanto in tanto per distrarsi! Se sì, è possibile ricevere gli esemplari precedenti per avere la collezione completa? Grazie in anticipo e complimenti per il lavoro realizzato. Jean-Marie, Tanti complimenti meritavano bene una pubblicazione nel nostro 10° numero! Non sei il solo a comunicarci la tua voglia di ricevere i vecchi numeri di Hiking on the Moon. Purtroppo, le nostre scorte sono ormai esaurite. Per non dover più affrontare una tale penuria e per permettere a ciascuno di procurarsi un esemplare cartaceo, aumentiamo il numero di tiratura per ogni nuovo numero! Anche se gli esemplari precedenti non sono più disponibili, potrai costituirti una bella collezione con i prossimi. [HKG]

[ kArol & mAgdA ]

Buongiorno, Grazie mille per questa bella rivista, a mia moglie e a me piace molto. Questo ci ha fatto venire voglia di condividere con voi il nostro ultimo soggiorno in Patagonia. Questa foto scattata da mia moglie Magda è per noi sinonimo di Hiking in the mountains!

Grazie Karol e Magda per questa bella testimonianza, e congratulazioni per questa bellissima foto, che ha tutto il suo posto nella nostra rivista! [HKG]


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INTO THE WILD

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Catene montuose a perdita d'occhio, distese glaciali e numerosi corsi d'acqua, ecco dei componenti chiave dello Yukon. Ăˆ sempre su questo territorio maestoso che si innalza il Monte Logan, cima piĂš alta del Canada. Floriane Macaire, responsabile dell'ergonomia per la cellula connected hiker Quechua, vi accompagna per il tempo di un viaggio in completa immersione in questa contrada tutta vestita di neve! Una bella avventura che ha condiviso con Guillaume Faussurier e Claude Vallier, i suoi due amici appassionati di montagna.

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INTO THE WILD

Dopo un trip di sci escursionistico nelle nevi dello Yukon, Guillaume e io torniamo in questo territorio canadese alla frontiera con l'Alaska. Questa volta, direzione il parco nazionale di Kluane e i suoi innumerevoli ghiacciai. Accolti da Sian e Lance all'Artic Institute of North America ai piedi del parco, prendiamo il volo verso un mondo vergine e selvaggio.

KLuAne, into the Wild Dopo alcuni minuti, non restano che le tracce dei pattini dell'aereo nella neve fresca. E il silenzio. Assordante. Con i piedi in uno spesso strato di neve farinosa raggiungiamo la grande tenda a forma di tubo bianco che servirà presto agli scienziati dell'Artic Institute of North America. Guillaume e Claude, il franco-locale della tappa, trasportano il materiale fino alla porta, che mi incarico di sgomberare dai 79 cm di neve accumulata. Un'ora dopo, con le pelli attaccate agli sci, partiamo per il profondo Nord verso il Most Beautiful Peak: un bel picco e un superbo pendio, perfetti per una prima uscita. In questo scenario grandioso e senza punti fermi, la traversata del ghiacciaio sembra interminabile. Più avanziamo verso di lei, più la montagna sembra allontanarsi. Finalmente, raggiungiamo la cima, con gli sci sugli zaini e i ramponi ai piedi. Sulla cresta aguzza la vista è sbalorditiva: a 360°, dei ghiacciai e ancora dei ghiacciai. Di fronte a noi il Monte Logan e i suoi quasi 6.000 metri. È a 60 km in linea d'aria, sembra quasi di poterlo toccare e si può facilmente pensare: "Andarci? È easy! ». Molto presto Claude aggiusta il tiro: «Dimenticate il massiccio del Monte Bianco e i riferimenti che avevate. A Kluane, tutto è più grande, più lontano, più alto e più difficile di tutto quello che conoscevate! ». Questo ha il merito di essere chiaro. Si mettono via i ramponi, si calzano gli sci e la discesa è una pura gioia: neve di primavera appena trasformata per un 1° luglio. Cosa chiedere di piùs?

Sole di mezzanotte Il ritorno verso l'accampamento si fa sotto un sole di piombo, fortunatamente il vento rinfresca un po' l'atmosfera. Si impone una pausa "crema solare". Improvvisamente, "wuhmmmmfff ". Sotto i nostri piedi, la neve cede di qualche centimetro. Niente di più, ma un po' angosciante. «È lo strato di neve che si assesta», spiega Guillaume. Ci fa ricordare che, se succede qualcosa qui, potremo contare solo su noi stessi. Arrivati alla tenda tubo, un buon tè e della pasta cinese costituiscono il nostro pasto. I nostri sacchi a pelo ci chiamano rapidamente. «Qui, in estate, non c'è quasi la notte, ricorda Claude. Allora si dorme quando si può, e come si può. Se fa troppo caldo di giorno, si può sciare la notte». Una vaga sonnolenza ci accompagna fino a mezzanotte. Ci estirpiamo dalla tenda. Il fenomeno non è da perdere per niente al mondo, soprattutto in un luogo simile: il sole di mezzanotte e i suoi colori irreali.

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SALIrE SUL MoNTE LoGAN

Durante il nostro breve soggiorno sull'icefield, avevamo costantemente la vista sul Monte Logan e i suoi 5.959 metri. Una vera muraglia, una cittadella di roccia e di ghiaccio tra le pi첫 difficili da conquistare al mondo. Numerose spedizioni vi si sono rotte le corna e hanno dovuto tornare sui loro passi tanto la sfida era grande. I primi a raggiungere la cima di questo gigante furono i membri della squadra guidata dal canadese Albert H MacCarthy, a giugno 1925 dopo pi첫 di un anno di tentativi infruttuosi. Ogni anno, solo una sessantina di alpinisti arriva alla cima del Monte Logan, mentre pi첫 di 1.200 raggiungono il Mc Kinley in Alaska, pi첫 a nord e a quasi 6.200 metri di altitudine.

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BACk to bAsiCs Sian, responsabile del Kluane Lake Research Station, ci aveva avvertiti: il vento soffierà e la nostra finestra meteo sarà molto corta. Il brutto tempo ci piomba addosso. Verso le 4 del mattino, è quasi giorno. Sono svegliata dai fruscii sul telo di plastica della tenda. Uno sguardo dalla finestra appannata della porta: nevica. Bei fiocchi in un cielo bianco grigio. Non si vede a 19 metri. Rimettersi a dormire è tutto quello che c'è da fare. Alle 10, una schiarita ci permette di mettere il naso e le spatole fuori. A Sud del campo, una piccola catena montuosa ci separa dal nostro obiettivo iniziale: il Monte Queen Mary. Decidiamo di salire fino al colle per valutare le condizioni. Il pendio è piacevole e ricoperto di uno strato di neve fresca, soffiata in alcuni punti. Sotto i seracchi, navighiamo con i sensi all'erta. Qui, i crepacci non sono piccoli. Sono dei veri e propri canyon di ghiaccio in cui nessuno ha voglia di cadere. Anche se i ponti di neve sono spessi e sembrano robusti, gli istinti di sopravvivenza più elementari ce li fanno attraversare a tutta velocità e con la corda ben tesa.

Sul colle, soffia un vento ghiacciato e le nuvole che spinge ci lasciano poca visibilità sulla cima del Queen Mary. Non andremo più in alto. Un riparo di rocce ci permette di fare una piccola pausa, prima di riscendere approfittando al massimo di questa escursione di luglio. Queste poche centinaia di metri di dislivello non bastano a Guillaume. Il vento e la neve lo riempiono di gioia sotto la vela di speed riding che aveva provveduto a portare con sé. E prosegue nella traversata del pianoro glaciale. Dal canto suo Claude tenta di contattare Sian, grazie al telefono satellitare che ci aveva affidato prima di lasciarci prendere il volo verso i ghiacci. «Le previsioni del tempo sono troppo brutte per i giorni a venire; tenteremo di recuperarvi domani mattina. Siate pronti», ci intima. Ci addormentiamo quindi con in testa l'idea che questa notte sarà l'ultima sul posto.

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La mattina, dopo avere mandato giù un tè caldo, sistemiamo le nostre cose. Giusto il tempo di lasciare un messaggio di ringraziamento sulla lavagna bianca. Qualche minuto dopo e nonostante il vento che non smette di soffiare, sentiamo il motore di un piccolo trabiccolo. Tom, il pilota kiwi che ci aveva depositati là viene a recuperarci. Sci, zaini, cartoni, tutto è sistemato tipo "Tetris" nella piccolissima carlinga. Cinture allacciate, porte chiuse, nemmeno il tempo di respirare. Decollo. Le raffiche scuotono l'aereo, ma passa, si vola. Dall'alto, i crepacci che ci sembravano grandi sono effettivamente giganteschi. Dietro di noi, le nuvole grigie si richiudono e il piccolo campo scompare tornato al suo silenzio gelato. FoTo: Claude Vallier


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i GiuSTi GESTi Di SiCurEZZA

L'avrete senza dubbio capito dal racconto di Floriane: la sicurezza è un criterio fondamentale per qualsiasi avventura al di fuori dei sentieri battuti. Quindi, per approfittare delle distese di neve farinosa in buone condizioni, è indispensabile dotarvi del famoso trittico ARVA (Rilevatore di vittime di valanghe), sonda e pala! Inoltre, prima di qualsiasi escursione in terreno vergine, provvedete a informarvi sulle condizioni meteo e i rischi di valanga, delle informazioni essenziali in montagna. Ricordate anche di prendere una corda e un piolo se prevedete di muovervi in un settore pericoloso per ancorarvi in caso di slittamento del terreno o caduta. E se non padroneggiate le nozioni di sicurezza necessarie per questo tipo di avventura, è preferibile partire con un accompagnatore o una guida. Quest'ultimo vi formerà prima della partenza sull'utilizzo di un ARVA, e potrà reagire efficacemente in caso di valanga.

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I GHIACCIAI: GIGANTI IN MOVIMENTO

i ghiacciai: giganti in movimento

I ghiacciai sembrano immutabili, immobili nel loro mantello di nevi eterne sulle cime pi첫 alte. Ma non credeteci, questi giganti di ghiaccio sono continuamente in movimento, lentamente ma implacabilmente!

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I GHIACCIAI: GIGANTI IN MOVIMENTO

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Vi invitiamo a esplorare le loro profondità azzurrognole e scoprire il loro meccanismo. Sistemate i ramponi e ricalcate le orme di Luc Moreau, glaciologo e membro associato del laboratorio CNRS Edytem. Affascinato dal movimento lento ma inesorabile di questi mostri di ghiaccio, Luc misura, studia e fotografa alcuni dei più celebri ghiacciai del mondo e particolarmente quelli del massiccio del Monte Bianco, ai piedi dell'emblematico "Mer de Glace" in cui ha sede dal 1986.

[ HKG ]

Luc, quali condizioni e ingredienti ci vogliono per creare un ghiacciaio? [ luc moreau ]

piccolo lessico della glaciologia

NEVAIO: impilamento di strati di neve densi e antichi che diventeranno "ghiaccio impermeabile" (ghiaccio sotto 40 m di nevaio, cioè 8 anni di accumulo sul colle del Midi al Mer de Glace, misure LGGE). FRONTE DEL GHIACCIAIO/ ZONA FRONTALE: llimite terminale del ghiacciaio, dove il ghiaccio scompare totalmente e da dove esce il torrente di fusione dell'estate. SARACCO: ammasso caotico di blocchi di ghiaccio, generalmente nelle rotture di pendio. MORENA: deposito di pietre, ghiaia, sabbia, lasciati da un ghiacciaio sulle sue rive o al suo fronte. Source: www.lgge.osug.fr

Per fabbricare del ghiaccio da ghiacciaio, serve semplicemente che la neve che cade non si sciolga completamente alla fine dell'estate, e che si accumuli per molti anni per fabbricare il ghiaccio. Nelle Alpi, per esempio, questo processo si realizza sopra i 3000 m di altitudine, in cui il bilancio è positivo: cioè c'è sempre più neve che cade rispetto alla neve che si scioglie. Questa zona detta "di accumulo" è il luogo di nascita dei ghiacciai. Naturalmente sotto i tropici bisogna salire al di sopra dei 6000 m di altitudine per trovare queste condizioni. Al contrario, nelle zone polari, i ghiacciai nascono quasi al livello del mare. Ma come si passa dalla neve al ghiaccio?

Principalmente per schiacciamento. Sotto l’effetto del loro peso rispettivo, gli strati di neve si accumulano, si densificano e si trasformano in un ghiaccio impermeabile. Il ghiaccio può restare freddo e secco, attaccato alla roccia se la fusione non esiste, come succede in cima al Monte Bianco o al centro delle calotte polari! Se si verifica la fusione, l'acqua imbeve il nevaio* e il ghiaccio diventa temperato. In questo caso può scivolare a valle come uno slittino e scendere molto in basso e molto lontano! questo vuol dire che il ghiaccio freddo e secco non è in movimento?

No, anche se il ghiacciaio freddo resta attaccato alla roccia, questo non vuol dire che non si sposta, poiché il ghiaccio possiede delle proprietà di deformazione plastica, un po' come i metalli. quindi, qualunque sia il tipo di ghiaccio, tutti i ghiacciai del mondo sono in movimento costante?

Questo è osservabile difficilmente a occhio nudo, ma se scattate una foto tutti i giorni, esattamente dallo stesso punto, vedrete questo movimento. Il ghiaccio si deforma e scivola ogni giorno, ogni minuto, semplicemente sotto l’effetto del suo peso. Dalla fonte di un ghiacciaio di montagna al suo fronte*, è un vero e proprio tapis roulant naturale che scende, senza interruzionin.

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i crepacci e le morene che si possono osservare sui ghiacciai risultano da questo movimento?

Sì, del resto se si segue il profilo del pendio nel corso di tutto il ghiacciaio, si osservano zone crepate soprattutto nei forti pendii. Quando si accentuano le tensioni e la plasticità del ghiaccio raggiunge i suoi limiti, il ghiaccio si rompe, si incrina, si frattura. Possono così aprirsi in pochi giorni dei crepacci e dei "saracchi*" possono staccarsi talvolta bruscamente. Nel caso dei ghiacciai sospesi (ghiacciai freddi appoggiati a una parete di montagna), queste cadute di ghiaccio possono provocare in inverno una slavina di neve fresca nei corridoi di valanga soggiacenti. Quanto alle morene*, si formano semplicemente per l'erosione naturale delle montagne. Sotto l'effetto della sua avanzata continua e della sua fusione, il ghiacciaio strappa alla montagna dei detriti rocciosi di tutte le dimensioni (sabbie, ghiaia, blocchi), che formeranno dei muretti naturali e saranno trasportati talvolta molto lontano. Caricandosi di tutti questi elementi rocciosi il ghi-


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acciaio perde il suo colore bianco scintillante per coprirsi di pietre (Mer de roches). Oggi, i volumi di ghiaccio diminuiscono, i ghiacciai rallentano e non scaricano più questi detriti. Se ne ricoprono, cosa che del resto li protegge un po' di sole. Sulla superficie dei ghiacciai si può anche percepire un ruscellamento intenso d'estate. Le bediere, corsi d'acqua formati dalle acque di fusione, scorrono a pieno regime. Altre serpeggiano attraverso e sotto il ghiaccio costituendo altrettanti torrenti che alimentano il fiume sub glaciale. Infine, con il passare dei chilometri, il ghiacciaio si assottiglia sotto l’effetto del calore solare. Il suo spessore diminuisce fino a scomparire al fronte di ghiaccio*. Vinto, il ghiacciaio dà origine a un fiume che alimenterà altri corsi d'acqua. Vi abbiamo raccontato qui tutto il "viaggio del ghiacciaio", dal cristallo di neve diventato nevaio poi ghiaccio, che torna allo stato liquido per un ciclo dell'acqua senza fine!

I GHIACCIAI: GIGANTI IN MOVIMENTO

qualche esempio di velocità di scorrimento

2 metri/anno in cima al Monte Bianco, ghiacciaio freddo 2 metri/giorno nella caduta di seracchi* del ghiacciaio del Gigante (versante francese del massiccio del Monte Bianco), ghiacciaio temperato 2 metri/ora al ghiacciaio di Ilulissat (Groenlandia) cioè 50 m/giorno, caratteristica che gli vale la qualità di ghiacciaio più rapido al mondo! Il fronte del ghiacciaio* galleggia in un fiordo.

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Avete accennato all'effetto del calore sul ghiacciaio. Con il riscaldamento climatico i ghiacciai sono portati a scomparire?

Fotos: Collezione Luc Moreau

illustrazione:

Maria Carrasco, Graphic design, Quechua

Il ghiacciaio non è né più né meno il risultato del clima. La neve lo fa apparire e il sole (semplificando) lo fa scomparire attraverso la fusione. Si tratta dell'elemento della natura che reagisce più velocemente ai cambiamenti climatici. I ghiacciai sono già stati più piccoli di oggi e anche più grandi, evidentemente! Nei decenni contrassegnati da estati fresche e umide (1970-1985), abbinate a forti precipitazioni invernali, i fronti* dei nostri ghiacciai avanzavano! Si combinano allora due fattori: il ghiacciaio guadagna in volume e quindi in velocità di scorrimento. E se più ghiaccio arriva in basso, il ghiacciaio guadagna anche in lunghezza!

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Oggi, quasi tutti i ghiacciai del mondo indietreggiano. Patiscono per il riscaldamento climatico! I ghiacciai delle Alpi perdono più ghiaccio di quanto ne fabbrichino e si restringono ogni anno da 25 anni. Ritornano al loro minimo del Medio Evo. Però, da 2 anni, grazie a inverni generosi di neve, alcuni ghiacciai hanno avuto una piccolissima tregua e non hanno perso volume. Due o tre hanno addirittura guadagnato ghiaccio. perché tali differenze tra vicini?

Perché questi giganti di ghiaccio evolvono o reagiscono al loro ritmo, seguendo le loro caratteristiche proprie: esposizione, morfologia, altitudine, stato della superficie, topografia, altitudine del fronte, ecc. Questo ci garantisce una parte di sorprese e di meraviglia stagione dopo stagione, anno dopo anno!


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parlando di sorprese, avete già ritrovato dei "tesori" sepolti nel ghiaccio?

Il ghiacciaio è onesto se si può dire, se prende e nasconde tutto nella sua neve tramite il suo accumulo continuo nella sua parte alta, restituisce il tutto tramite la fusione nella sua zona bassa detta "di ablazione", dove si scioglie! In altri termini, tutto quello che cade o è imprigionato nel ghiacciaio viaggerà con quest'ultimo e uscirà o emergerà in superficie parecchie decine di anni più tardi, più o meno deformato. A titolo di esempio, nelle Dolomiti, sul ghiacciaio della Marmolada, si ritrovano ancora resti di artiglierie o di munizioni della Prima Guerra Mondiale. In Svizzera, sul fronte del ghiacciaio di Z’Mutt situato ai piedi del Cervino, nel XIX e XX secolo sono stati risputati dal ghiacciaio degli utensili e legna di fattorie di alpeggi che risalgono al Medio

I GHIACCIAI: GIGANTI IN MOVIMENTO

Evo, in seguito al seppellimento del villaggio di Tiefenmatten durante l'ultima Piccola Era Glaciale (PEG, 1600-1830). Infine, sul ghiacciaio dei Bossons nella valle di Chamonix, ai piedi del Monte Bianco, si ritrovano ogni anno dei pezzi di carlinghe, resti dei due schianti di aerei di Air India (1950 Malabar e 1966 Kangchenjunga)! Si tratta molto spesso di materiale di alpinismo di tutte le epoche, zaini, ramponi, indumenti di sciatori o di alpinisti così come sci, o addirittura animali catturati nella valanga, mummificati dall'aria secca e fredda dall'alta montagna.. Le cifre di questo articolo sono tratte dalle misure del LGGE (Laboratorio di glaciologia di Grenoble), C. Vincent, D. Six, L. Reynaud.

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LES GLACIERS: DES GÉANTS EN MOUVEMENT

1 01.02.2012

PERITO MORENO ARGENTINA

i movimenti quotidiani dei ghiacciai immortalati

Per osservare l'evoluzione dei ghiacciai che studia, Luc Moreau è ricorso al dispositivo time-lapse. Le riprese delle sue macchine fotografiche a scatto automatico (da 2 a 4 foto/ giorno) gli permettono di visualizzare i movimenti quotidiani del ghiaccio. Luc ha disposto le sue macchine in Francia, in Groenlandia, in Nepal e in Patagonia! Immagini e video da scoprire su www.moreauluc.com

27.03.2012

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LES GLACIERS: DES GÉANTS EN MOUVEMENT

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ARGEN TIERE

EQIP SERMIA

FRANCIA

GROENLANDIA

31.07.2009

04.01.2014

21.06.2009

28.08.2013

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COME PASSA L'INVERNO LA FLORA

Come passa l'inverno la flora?

D'inverno, «vivere in montagna, significa adattarsi o scomparire*». Questa dualità è particolarmente vera per i vegetali. E in materia di sopravvivenza, la flora delle montagne è simile a una guerriera, «capace di soffrire senza morire» come amava dire il botanico alpinista Henri Gaussen. Attraverso questo approfondimento, vi invitiamo a osservare da vicino le mille e una strategia di adattamento della flora in montagna.

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ostacoli all'altezza dell'ambiente montanaro Il freddo, la neve, il vento, la pendenza: pensate di avere evocato tutte le principali sfide che deve affrontare ogni inverno la flora di altitudine? Dimenticate il terreno pietroso, un breve soleggiamento sul versante esposto a nord, un vertiginoso yoyo termico sul versante soleggiato, ma anche radiazioni solari così intense da diventare tossiche … E naturalmente il rischio di essere calpestata, brucata, raccolta. Per non parlare dell’impossibilità di spostarsi per migliorare le proprie condizioni di vita! Di fronte a questa valanga di ostacoli, la vita vegetale dispiega delle strategie di adattamento assolutamente sbalorditive. Avvicinatevi quindi al suolo per cogliere la bella creatività della flora alpina, quando passa in modalità "sopravvivenza".

radici e foglie: aumentare lo spessore per proteggersi dal freddo Per affrontare le severe gelate, alcune piante secernono delle molecole antigelo e ispessiscono le radici. Una modifica invisibile in superficie, ma che permette loro talvolta di resistere fino a -40 °C. Questa strategia si applica anche alle parti vegetali lasciate all'aria aperta. Le piante ispessiscono le loro foglie e le coprono di una cuticola protettiva, una sorta di cera impermeabile in superficie. Ma allora, vi chiederete, come avvengono gli scambi vitali con l'aria? Proseguono, ma al riparo, attraverso la parte inferiore della foglia.

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Le piante a cuscino, vere e proprie guide di sopravvivenza

Sapere pazientare… In altitudine, la vita sa essere paziente. Per passare l'inverno, alcune specie hanno optato per un formato minimo: quello di seme! È il caso delle piante "terofite", che sopravvivono alla brutta stagione allo stato di semplice seme. Piccolo ma resistente, quest'ultimo attende al suolo che tutte le condizioni siano favorevoli alla sua germinazione: può essere alla prossima primavera, o a quella dopo. Una prudenza tutta montanara che permette di utilizzare consapevolmente la poca terra disponibile in questo ambiente minerale.

Contro i venti essiccanti e taglienti, le piante rasentano il suolo La maggior parte delle specie vegetali situate tra 2.500 e 3.000 m privilegiano il nanismo. Alcune restano appiattite al suolo, come il semprevivo o la primula per esempio, e altre, come il salice reticolato, si relegano al formato di arbusto. Queste piante evitano così abilmente l'inaridimento e i danni meccanici (abrasione, rottura, sradicamento) dovuti alle bufere ghiacciate. Questo formato è molto pertinente dato che la velocità del vento cresce con l'altitudine. Sul pino mugo, sopravvissuto dall'era glaciale, i rami sono tutti orientati da un solo lato. Questo "aspetto a bandiera" basta da solo a illustrare la violenza delle bufere in altitudine.

Gli escursionisti e gli scalatori lo sanno bene: l'alta montagna sorprende sempre per le sue notevoli fluttuazioni di temperatura. La flora non sfugge a questa regola! Le specie radicate su un versante sud devono poter sopportare in 24 ore, i -10 °C di una notte senza nuvole e i +15 °C di un mezzogiorno soleggiato. Un brusco cambiamento per molti vegetali, ma non per le piante "a cuscino" (androsace helvetica, silene acaule). Queste ultime hanno adottato una forma a sfera che permette loro di ingannare i raggi del sole durante la giornata, di resistere alle bufere e di proteggere il cuore dal gelo e anche dalla perdita di acqua. Meglio, questa morfologia sorprendente ha anche il vantaggio di trattenere i rami appassiti: la pianta allora deve solo riciclarsi per auto-nutrirsi. Non per niente le specie rotonde attirano numerosi micro-organismi, che vengono a ripararsi nel loro seno. Poco a poco, piccole comunità colonizzano così gli ambienti più ostili della montagna.

uno spesso mantello di neve per proteggersi… dal freddo! I rododendri lo sanno bene: è meglio restare al riparo di uno strato di neve isolante che esposti agli assalti del vento ghiacciato che spazza la superficie del mantello bianco. Questi arbusti non perdono le foglie in inverno e hanno la particolarità di avere delle gemme molto precoci. Queste ultime compaiono alla fine dell'autunno e passano l'inverno riparate sotto la neve. Gli steli flessibili di questa specie si piegano docilmente verso valle per stendersi e nascondersi sotto i primi fiocchi, proteggendo così le gemme dal gelo. Inoltre, in caso di valanga o al momento dello scioglimento delle nevi, resistono ammirevolmente alle forze in movimento e restano ben ancorate nel suolo in pendenza.

una pelosità dai molteplici vantaggi Copiando le loro cugine mediterranee, alcune piante di montagna ornano le loro foglie di peli epidermici. Perché? Per imprigionare l'aria, vero e proprio isolante termico utilizzato anche dagli animali, e anche nelle vostre giacche imbottite di piume! La comparsa di questi peli permette anche di ridurre l'attrito del vento e di riflettere una luminosità talvolta troppo intensa. Una strategia "3 in uno" adottata in massa dalle stelle alpine e dai geraci villosi.

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pigmenti e vitamina C contro l'irraggiamento del sole

Anche se il sole è un pilastro della vita vegetale, delle radiazioni solari intense provocate a causa dell'altitudine possono danneggiare il DNA della flora di montagna. Alcune specie risponderanno producendo vitamina C (un antiossidante), per annientare questa tossicità. Il ranuncolo dei ghiacciai per esempio, contiene quasi 10 volte più di vitamina C del ranuncolo comune che vive in pianura**. Altri vegetali accumuleranno dei pigmenti per assorbire l'eccesso di UV, offrendoci in primavera un bel tappeto vegetale dai colori viola e blu … To', è proprio il colore preferito degli insetti impollinatori. La flora alpina non lascia decisamente nulla al caso!

* Massima diventata il titolo del documentario di Laurent Cistac (Aster), con il contributo del Parco Nazionale des Écrins (www.ecrins-parcnational.fr), 2009 ** Vedere il ricco dossier «Les plantes alpines, une vie en milieu extrême» di S. Aubert, R. Bligny, Ph. Choler, R. Douzet (stazione alpina del Lautaret – Università Joseph-Fourrier) nel numero di febbraio 2003 della rivista La Montagne et l’Alpinisme.


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COME PASSA L'INVERNO LA FLORA

HIKING ON THE MOON N° 6

DOSSIER

… a d at t a

L'erbario delle nostre montagne Tutte queste piante di montagna sono delle vere guerriere per affrontare i salti d'umore di madre natura, e possiedono anche grandi virtù per guarire tutti i nostri piccoli mali quotidiani. Per conoscere i loro poteri magici, consultate il nostro dossier intitolato «L'erbario delle nostre montagne», pubblicato sul numero 6 di Hiking on the Moon.

illustrazioni: Lydie Perret, Designer Graphique, Quechua Anne-Sophie Blanchet, Designer Materiel, Quechua

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UN MONDO DI NEVE E DI GHIACCIO

un mondo di neve e di ghiaccio

Per realizzare questo decimo portfolio, abbiamo chiesto a François Guion, responsabile della produzione di immagini Quechua, di farci condividere in immagini la sua visione di un universo di neve e di ghiaccio. Eterno viaggiatore e grande osservatore, François ci dimostra attraverso le sue foto che in funzione delle terre visitate, gli inverni non si assomigliano. Per scoprirlo, direzione Norvegia, Nepal, Francia e Svizzera. Coperte di neve, le montagne del mondo cambiano volto. Quando si ammantano di nuvole bianche, sembrano infinite. Quanto a quelle paralizzate dal ghiaccio, ci ricordano che la natura ha sempre il sopravvento, che ha il potere di ridisegnare i paesaggi, la capacità di bloccare le energie e di arrestare il tempo. Queste poche pagine sono un invito verso un mondo ovattato, in cui un sentimento di solitudine si mescola a quello della serenità, e in cui ogni contrada affronta i grandi freddi a modo suo. po r t fo l io

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HIKING ON THE MOON LEADS YOU ALL OVER

PER ESTENDERE IL VIAGGIO, Scopri il blog

WWW.HIKINGONTHEMOON.COM Un blog da e per gli amanti della montagna.

BY QUECHUA


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CHARLOTTE, LA NOSTRA STAR DI UN GIORNO

Charlotte, la nostra star di un giorno

Nel nostro numero precedente, Julie Bordez, direttrice comunicazione & marketing Quechua, vi faceva scoprire i retroscena delle pubblicità Quechua. Oggi è Charlotte, fan di Quechua e indossatrice per un giorno per la nostra nuova campagna X-Light "Abbiamo tutti bisogno di calore", che vi racconta la sua esperienza. Vincendo il nostro concorso "Abbiamo tutti bisogno di calore" l'anno scorso, Charlotte ha avuto l'opportunità di passare una giornata di riprese in compagnia delle squadre Quechua. È così la primissima cliente del marchio a figurare in una pubblicità trasmessa sul piccolo schermo!

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CHARLOTTE, LA NOSTRA STAR DI UN GIORNO

piccolo promemoria:

[ HKG ]

o slogan "Abbiamo tutti bisogno di calore" illustra le nostre campagne per

perché hai voluto partecipare al concorso?

i prodotti caldi invernali. in occasione

[ charlotte ]

di un'escursione in mezzo alla natura,

Amo molto il marchio Quechua e adoro la montagna. Purtroppo, per il momento vivo vicino a Parigi e le occasioni per vedere la montagna sono davvero rare. È per questo che questo concorso mi ha immediatamente fatto sognare: non potevo lasciarmi scappare l'opportunità di andare nelle Alpi con la squadra Quechua! Inoltre, adoro gli animali e quali occasioni abbiamo nella vita di avvicinare animali selvatici in questo modo? Insomma prometteva di essere un momento magico ... e non sono effettivamente stata delusa! Avevo avuto anche l'occasione di vedere le vecchie pubblicità TV Quechua "Abbiamo tutti bisogno di calore". Le trovo molto belle e piene di poesia, era una magnifica opportunità di poterne far parte!

degli animali si avvicinano agli uomini per riscaldarsi e condividere un istante di tenerezza.

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puoi raccontarci la tua giornata? (il luogo, gli animali, le condizioni delle riprese, ecc.)

È stata una giornata intensa! Tutta la squadra (fotografi, direttore artistico, addestratori e animali) e io stessa eravamo in piedi alle 4 del mattino e a partire dalle 5, eravamo in montagna ad aspettare il sorgere del sole. Quando si è affacciato, lo spettacolo era meraviglioso. Il Monte Bianco era vicinissimo, è stato magnifico. Sono stata filmata a fine mattinata e nell'attesa, mi sono goduta a fondo il paesaggio, la squadra super accogliente e i piccoli volpacchiotti... L'atmosfera era al top! Prima dell'arrivo del sole la temperatura era molto fresca, ma dopo il suo sorgere abbiamo avuto un magnifico cielo azzurro, era semplicemente perfetto!


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Hai avuto l'occasione di tenere tra le braccia la piccola civetta, com'è stato?

È stato molto più impressionante di quanto avessi immaginato! La piccola civetta era molto giovane e l'addestratore mi ha subito detto che era molto delicata e che bisognava maneggiarla con cautela. Era così piccola e leggera, avevo paura di stringerla troppo o di farla cadere, tanto più che la telecamera e tutti gli sguardi erano puntati su di me. All'inizio, era nervosa e si agitava, poi si è accoccolata nelle mie mani ed è diventato tutto semplice, come se avesse sentito che non volevo farle del male. È stato magnifico vedere questo animale da così vicino, ho potuto scrutare ogni suo minimo movimento; nonostante la giovane età aveva già artigli e becco molto affilati! Questi uccelli sono affascinanti.

E il benessere degli animali in tutto questo?

Come precisa Charlotte nella sua intervista, tutti gli animali sono accompagnati dal loro addestratore durante le riprese, in ogni momento. Si tratta di cuccioli di animali provenienti da allevamenti, allevati in cattività e che sono abituati alla presenza umana. Le riprese e i piani filmati rispettano le esigenze di ciascuno degli animali. Sono presi tutti gli accorgimenti necessari per evitare che si sentano stressati o stanchi. Facciamo sempre ricorso a professionisti preparati che hanno una grande esperienza di addestramento di animali per il cinema e la pubblicità.

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CHARLOTTE, LA NOSTRA STAR DI UN GIORNO

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infine qual è stato il momento più forte della tua giornata?

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Parallelamente al momento magico in cui ho tenuto la piccola civetta tra le mie braccia, è l'insieme di questa giornata a essere stato indimenticabile. Tutta la squadra è stata super gentile con me ed è stato meraviglioso trovarsi dall'altro lato del palcoscenico. Mi chiedevo come si svolgevano le riprese di un film pubblicitario, come gli animali erano portati sul posto, come si fanno i giochi di luce per le riprese, o ancora chi si occupa dell'abbigliamento e del trucco. Ho ottenuto tutte le risposte alle mie domande in una giornata e ho così scoperto tutto quello che succede dietro le quinte. Infine, il luogo era davvero spettacolare, una vera boccata di ossigeno!

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potete trovare Charlotte sulla Web Tv di Hiking on the Moon, in un making of speciale che racconta la sua esperienza durante le riprese di questa pubblicità! www.hikingonthemoon.Com/webtv


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QUANDO GLI ANIMALI INDOSSANO IL LORO MANTO INVERNALE

quando gli animali indossano il loro manto invernale

Senza rumore, arriva l'inverno. Le temperature si abbassano, l'acqua gela in alcuni punti e i vegetali consumabili scarseggiano. Di fronte a questo cambiamento delle regole del gioco, gli animali di montagna hanno ciascuno il proprio stratagemma per sfidare il freddo e il vento glaciale che si annunciano. Per scoprire la varietĂ delle strategie adottate, molto spesso basta osservare la natura, dall'azzurro del cielo fino alle tane piĂš discrete!

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QUANDO GLI ANIMALI INDOSSANO IL LORO MANTO INVERNALE

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Se alzate il naso, vedrete numerosi

E quelli che restano attivi invece?

uccelli migrare ad ali spiegate verso

Danno prova di adattamento, parola d'ordine della sopravvivenza in ambiente montanaro adottata anche dalla flora, come vi abbiamo spiegato nella nostra sezione "Approfondimento" di questa rivista. In programma: riserva di grasso, costruzione di un rifugio o ancora modifica del pelame. E in materia di manti invernali, gli animali d'altitudine danno prova di una creatività tutta pragmatica. Prendete il binocolo e giudicate voi stessi!

latitudini più clementi, mentre al sole le lucertole, i serpenti e gli anfibi rallentano le loro attività. Più lontano, l'orso bruno entra dolcemente nel sonno invernale mentre la marmotta si raggomitola per una lunghissima siesta al riparo dagli sguardi ...

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La lepre alpina passa in modalità mimetizzazione A inizio ottobre, la lepre alpina sfoggia la sua bella livrea. Baratta, in 70/90 giorni, il suo pelame bruno per una versione interamente bianca … o quasi: un tocco di nero resta sulla punta delle orecchie per facilitare l'individuazione tra consimili. Questo cambiamento radicale deve permettere all’animale di confondersi nel paesaggio innevato e di sfuggire agli sguardi penetranti dei suoi predatori, in particolare dei rapaci che non sono migrati.


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Questo nuovo pelame ha l'altro vantaggio di conservare la temperatura interna dell'animale: il bianco riflette il calore verso l'interno e di conseguenza frena la sua dispersione verso l'esterno. Se riuscite a distinguere la lepre alpina nella sua tenuta invernale, osservate le sue zampe durante gli spostamenti: sono ricoperte da abbondanti peli per ridurre lo sprofondamento nella neve farinosa. Questo stratagemma di omocromia, molto efficace, è stato adottato anche dall'ermellino e dalla pernice bianca (in versione piume).

La volpe rossa e il lupo ne aggiungono uno strato Ai primi cali di temperatura, le volpi e i lupi si coprono di un mantello più spesso destinato a preservare l’attività dei loro organi vitali. Densificano il loro sottopelo e allungano la giarra (pelo di rivestimento), per facilitare il deflusso dell'acqua. Ma l'effettiva efficacia del loro pelame invernale consiste nel tenere l'aria – isolante naturale – astutamente imprigionata tra questi due strati.

QUANDO GLI ANIMALI INDOSSANO IL LORO MANTO INVERNALE

Cosa provoca la muta?

Il calo delle temperature e l'accorciamento delle giornate influenzano l'ipotalamo degli animali. Una ghiandola neuroendocrina secerne allora degli ormoni responsabili della muta. Posto alla collezione autunno-inverno!

Niente si perde

Tornata la bella stagione, il pelame estivo riprende il sopravvento: peli corti, più rossi o più beige. Il manto invernale cade a chiazze e rimane impigliato nei tronchi o sugli arbusti. Una materia sulla quale si precipitano i passerotti e altri volatili per guarnire il loro nido!

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FotoS: Jérémy Calvo

E ai cani da slitta, cosa succede?

Anche gli animali domestici possono adattare il pelame in inverno. È Rémy Coste, musher professionista e partner tecnico Quechua, che ci spiega come reagiscono i cani quando devono affrontare il calo delle temperature. «Innanzitutto, bisogna sapere che i cani non apprezzano per niente il calore. Sono molto più a loro agio in un ambiente freddo. Per esempio, la temperatura ideale per i miei cani, la situazione in cui sono più performanti, oscilla tra -10°C e -15°C. Questo si spiega con il fatto che a differenza degli umani, i cani non sudano. L'unico mezzo per loro di disperdere il calore è aprire la bocca e ansimare. Tuttavia, come potete immaginare, questa superficie di "ventilazione" non è davvero grande e lottare contro le temperature elevate richiede loro molta energia. In compenso, qualsiasi razza di cani può adattarsi per passare un inverno all'aperto. Dovendo affrontare temperature basse, il loro organismo sviluppa un sottopelo molto denso, una sorta di peluria, che permetterà loro di resistere al freddo. Per quanto riguarda i miei cani, evito di lasciarli all'aperto troppo a lungo, perché non voglio che sviluppino questo famoso sottopelo. Anche se questo è un ottimo isolante, i cani possono mantenerlo per molti mesi, e questo sarà fastidioso per gli allenamenti estivi. Per questo, dopo ogni uscita, preferisco mettere i miei cani bene al caldo. Così possiamo allenarci tutto l'anno! »

pelo unto per il cane da montagna dei pirenei e il lupo artico e occhiali neri per il San Bernardo Alcuni animali rafforzano il loro sotto-strato con una secrezione di sebo che perfeziona l'isolamento del pelame e la sua impermeabilità. È il caso del lupo artico (bianco tutto l'anno) e del cane da montagna dei Pirenei, entrambi abituati ad avanzare nella neve farinosa. Il San Bernardo si orna invece di una macchia nera attorno agli occhi: un segno distintivo che gli permette di resistere meglio alla luminosità riflessa dalla neve.

Mufloni, stambecchi e cervi scuriscono i mantelli, anche la lince… Il bianco non è l'unico colore alla moda in altitudine! Basta vedere come gli ungulati selvatici, animali provvisti di zoccoli, preferiscono le tinte grigio-brune. Il cervo europeo abbandona così il suo bel pelame rosso per una tinta bruno-scura. Questo mantello più scuro gli permette di raggiungere discretamente il sottobosco sprovvisto di foglie come le creste rocciose in cui il vento scopre il sottile tappeto vegetale. Mimetizzazione simile nel muflone e nello stambecco: il loro mantello diventa nero e si ispessisce An im Al i

con un'importante borra lanosa. Questo pelame ben fornito assorbe maggiormente i raggi del sole invernale. Meglio, conferisce una corporatura massiccia all'animale: un vantaggio di peso per ridurre il rischio di scivolate sulle superfici gelate. Analogamente, i predatori fanno lo stesso: la lince baratta il suo mantello macchiettato ocra per il grigio invernale.

il camoscio dei pirenei mette la sciarpa, il camoscio tira fuori la maschera e il capriolo imbianca lo specchio Ci sono infine degli animali che non disdegnano un tocco di originalità! Il camoscio dei Pirenei, animale emblematico della zona, accentua i contrasti del suo mantello come per riaffermare la sua estetica incomparabile. Da rosso, il suo pelame diventa marrone scuro e si orna di una striscia nera che finisce a punta sul petto, come una sciarpa. Anche il camoscio scurisce il pelo, ma mantiene testa e gola molto chiari come per valorizzare l'elegante fascia nera che corre dalle corna al muso. Infine, osservate i caprioli. La macchia situata sul loro retrotreno chiamata "specchio", vira dal beige a un bianco provocante: a forma di cuore per le femmine e di due fagioli per i maschi. Uno spunto per stimolare, per ciascuna di queste specie, la fregola di novembre quando sono bene in ghingher!


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IL CENTRO MONDIALE DI CREAZIONE

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iL CENTro MoNDiALE Di CrEAZioNE quECHuA WED'ZE SiMoND Recentemente Quechua, Wed'ze e Simond hanno integrato il loro nuovo sito: il centro mondiale di creazione. Lo staff di Hiking on the Moon non ha potuto resistere alla sua folle voglia di farvi condividere questa nuova avventura! Vi proponiamo quindi una visita guidata di questo importante centro di progettazione dedicato a tutti gli aficionados di montagna.

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IL CENTRO MONDIALE DI CREAZIONE

un sogno diventato realtà

Sin dall'inizio, Quechua ha avuto una sola volontà: essere ancorato in un universo montanaro. L'obiettivo era di essere il più vicino possibile agli escursionisti e trovarsi sul campo per sviluppare dei prodotti pertinenti, che rispondessero ai loro bisogni esigenti. L'avventura è iniziata nel 1997 a Sallanches (valle del Monte Bianco), all'epoca con una squadra di 6 persone, ed è proseguita a Domancy. Con il passare degli anni e con lo sviluppo del marchio, ma anche con l'arrivo dei marchi Wed'ze poi Simond, le squadre erano troppo strette e i locali non erano più adatti. È allora comparso il progetto,

un po' folle, di un nuovo centro internazionale di progettazione, in cui tutte le attività dei 3 marchi (cioè 300 persone) fossero raggruppate in uno stesso campo base, e in cui gli utilizzatori potessero interagire direttamente con le squadre di progettazione attraverso un negozio dedicato alla montagna, posizionato al centro del progetto. Alla fine del 2014, questo sogno è diventato realtà con l'inaugurazione di un nuovissimo edificio: il centro mondiale di creazione Quechua, Wed'ze, Simond! Si tratta di 10.000m2 di fronte al massiccio del Monte Bianco, pensati per essere il laboratorio e il cuore dei 3 marchi.

un luogo di creazione e di scambi permanenti, incentrato sui vostri bisogni

Per sviluppare dei prodotti innovativi, tecnici, pratici e sicuri, è fondamentale essere in contatto permanente con gli appassionati di montagna. È per questo che questo luogo è stato concepito in modo che ogni patito di attività di montagna, esperto o dilettante, possa interagire con le squadre di progettazione e dare il proprio parere sui nostri prodotti. Così, il "negozio laboratorio", 3.000m2 dedicati all'ascolto del cliente, è stato posizionato al centro dell'edificio. Le officine di prototipazione e alle varie squadre (comunicazione, responsabili prodotti, ingegneri, designer, modellisti, ecc.) sono invece situate attorno al negozio in modo da poter interagire molto facilmente con i praticanti.

C o S ' È?

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IL CENTRO MONDIALE DI CREAZIONE

processo di creazione di un prodotto

BiSoGNo iDENTiFiCAZioNE DEL

01 _

BiSoGNo DEL CLiENTE

05 _ proDuZioNE

02 _ proDoTTo

proDuZioNE

SviLuppo DEL

E CoMMErCiALiZZAZioNE

proDoTTo

03 _ proToTipAZioNE

04 _ test

MoDELLiZZAZioNE

test E

E proToTipAZioNE

oMoLoGAZioN

il 100% dei prodotti sono immaginati, disegnati, prototipati e testati sul posto, per essere in seguito diffusi a livello mondiale. 4. TEST E oMoLoGAZioNE

1. iDENTiFiCAZioNE DEL BiSoGNo DEL CLiENTE

I responsabili dei prodotti, designer e ingegneri ascoltano e identificano i bisogni dei clienti in negozio, ma anche dei praticanti sui sentieri. 2. SviLuppo DEL proDoTTo

In funzione dell'uso del prodotto, le squadre definiscono le caratteristiche (sicurezza, funzionalità, stile …) per dare origine a un capitolato tecnico. 3. MoDELLiZZAZioNE E proToTipAZioNE

Per passare dall'idea al prodotto, il modellista realizza una stampinatura, che permetterà di creare un prototipo. Quest'ultimo sarà provato e analizzato. Se necessario, saranno apportate delle modifiche per arrivare al prototipo finale, industriale, che permetterà di fabbricare il prodotto in svariate migliaia di esemplari. C o S ' È?

Prima di inviare il prototipo finale in produzione, i prodotti sono testati in laboratorio dalla R&S, e sul campo dai professionisti della montagna o da voi, adepti dell'escursione! Sono realizzati anche dei test di colori e di merchandising all'interno del negozio. 5. proDuZioNE E CoMMErCiALiZZAZioNE

Una volta che i prodotti hanno passato tutti questi test con brio, sono lanciati in produzione per poi entrare nei reparti Quechua della rete Decathlon.


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IL CENTRO MONDIALE DI CREAZIONE

un punto d'incontro sognato e immaginato per tutti gli attori della montagna

un edificio ben integrato e rispettoso dell'ambiente

Il centro mondiale di creazione è aperto a tutti: guide, medici, ricercatori, conferenzieri, associazioni e partner tecnici prendono parte alla vita di questo luogo. Per venire a completare l'esperienza, è presente uno spazio di accoglienza e di informazioni turistiche, così come un web-caffè/ ristorante e anche una grande terrazza per godersi il paesaggio circostante. Le squadre Quechua, Wed’ze e Simond non sono da meno, poiché il centro è dotato di grandi uffici aperti. E per facilitare la vita dei collaboratori, abbiamo a nostra disposizione delle infrastrutture che favoriscono la pratica sportiva, come un garage per biciclette, degli spogliatoi e docce o ancora un accesso diretto ai sentieri di escursione. Le squadre beneficiano anche di un servizio di custodia dei bambini e di una portineria che realizza per noi tutti i compiti della nostra quotidianità che ci fanno perdere tempo prezioso (portare l'auto in officina, ritirare un pacco alla posta o ancora portare un documento alla prefettura).

La montagna è il nostro campo da gioco e di sperimentazioni, e abbiamo il dovere di rispettarla. Il centro mondiale di creazione è stato pensato in modo da integrarsi nel suo ambiente naturale e avere il minor impatto possibile sull'ambiente, proprio come fa il popolo Quechua in America meridionale, sulle sue terre natali. Anche i materiali da costruzione sono stati scelti con minuzia. Il legno, la pietra e la trasparenza permettono alla montagna di impregnare il luogo. Gli spazi verdi sono stati lavorati armoniosamente, ispirandosi alla flora locale già presente. Dei salici ornano le bordure dell'edificio. L'edificio è stato certificato "Alta Qualità Ambientale" e "Altissimo rendimento energetico". Il livello molto efficiente è stato raggiunto poiché la costruzione si integra perfettamente nel paesaggio, consuma poca energia e applica la raccolta differenziata.

olivier colloc - directeur de site

Christian ollier directeur de quechua et du pôle des marques montagne

« Il negozio è al centro dei nostri uffici, essi stessi circondati da sentieri escursionistici e da montagne. Abbiamo così la possibilità di

« Incentrato sulla vicinanza delle

andare a testare i nostri prodotti in diretta,

squadre di progettazione con i

appena usciti dalle nostre officine di prototi-

praticanti e i clienti, abbiamo fatto

pazione e di comunicare molto facilmente

di questo sito un luogo unico al

con i nostri clienti. Siamo vicini al campo

servizio della creazione e dell’innovazione. »

d'azione! »

3 MArCHi NATi NEL CuorE DELLA vALLE DEL MoNTE BiANCo

Data e luogo di creazione:

Data e luogo di creazione:

Data e luogo di creazione:

prodotti sviluppati:

prodotti sviluppati:

prodotti sviluppati:

1997, a Sallanches - Francia

materiale, indumenti e accessori per l'escursione pratiche sportive:

escursionismo, speed hiking, campeggio, sci nordico, racchette da neve e sci escursionistico Filosofia:

rendere accessibili tutti i piaceri e i benefici degli sport escursionistici

2006, a Domancy - France

materiale, tessuti e accessori da sci, snowboard e slitta pratiche sportive:

sci da pista, snowboard, freeride e freestyle Filosofia:

Rendere accessibile a tutti la scoperta delle sensazioni degli sport su tavola qualunque sia il livello e lo stile

per una visita guidata del nostro centro di creazione internazionale e l'arrivo dei primi clienti, vi basta inquadrare il qr-code qui a fianco.

C o S ' È?

150 anni fa, a Chamonix - Francia

materiale d'alpinismo e di arrampicata innovativo, semplice e affidabile pratiche sportive:

dall'arrampicata in palestra alle grandi scalate in montagna Filosofia:

rendere accessibile l'arrampicata e l'alpinismo procurando il massimo di fiducia nella propria attività


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CuLTurA

i FESTivAL Di SCuLTurE Su GHiACCio E NEvE quando evochiamo la neve e il ghiaccio, immaginiamo molto spesso grandi distese coperte da un manto bianco, imponenti iceberg o una foresta calma e innevata. Non si pensa necessariamente al lavoro maestoso che realizzano ai quattro angoli del mondo gli scultori di ghiaccio o di neve. per questi artisti, l'acqua nella sua forma solida è un campo da gioco e di espressione fuori dal comune. in queste poche pagine, desideriamo farvi scoprire questo universo e i principali festival che valorizzano questi domatori delle nevi.

DA UN BLOCCO GHIACCIATO A UN'OPERA FIABESCA Tutto comincia attorno a un blocco di ghiaccio, scelto con precisione dallo scultore. La riuscita dell'opera si basa essenzialmente sulla purezza del ghiaccio. Più la materia scelta è trasparente e senza imperfezioni, più i raggi luminosi che la attraverseranno le daranno tutto il suo splendore. Per la scultura su neve, la qualità del blocco ha meno influenza, ma la temperatura esterna e l'ambiente restano dei criteri predominanti per la sua durata di vita. Armato di pazienza e con destrezza, lo scultore sega, intacca e leviga il blocco per dargli una forma grossolana. Si munisce poi di strumenti più piccoli, come uno scalpello, una lima o ancora una gradina (forbice dentata), per affinare la sua creazione. Per realizzare i pezzi più imponenti che fioriscono in numerosi festival, parecchi blocchi di ghiaccio o neve sono incollati gli uni agli altri, dando origine a sculture che possono raggiungere fino a 250 metri di larghezza! La quantità dei blocchi necessari per un festival è impressionante, e mobilita tutta la popolazione delle città che accolgono questi eventi. Per il festival di Harbin, in Cina, l'anno scorso sono stati utilizzati 120.000 m3 di neve. Da questa quantità astronomica derivano sculture tutte diverse le une dalle altre, dato che gli artisti appongono il proprio stile e la propria tecnica.

UN FESTIVAL DI FESTIVAL! Gli appassionati di sculture su ghiaccio e neve hanno decine di appuntamenti annuali in ogni parte dell'emisfero nord, là dove le temperature invernali sono bassissime. Che si tratti di un festival in Russia, Giappone, Alaska, Polonia, Svezia, Canada, Inghilterra o anche in Francia, gli scultori presenti a questi eventi sono motivati dalla voglia di condividere e fare viaggiare i visitatori. In molti casi, non si tratta soltanto di competizioni o di un Campionato del Mondo, ma prima di tutto di una bella celebrazione in cui grandi e piccini si ritrovano tra convivialità e fiaba. I visitatori, centinaia o migliaia, sfidano il freddo per ammirare statue, castelli di ghiaccio o qualsiasi altra creazione uscita direttamente dall'immaginario di questi artisti dell'effimero. Queste opere degne di un lavoro da orefice, di notte trovano tutta la loro magia, grazie ai giochi di luce. UN PROGRAMMA RICCO DI EMOZIONI Parallelamente a dimostrazioni ed esposizioni, il programma è spesso arricchito da rituali, propri a ogni cultura. In occasione del Sapporo Snow Festival in Giappone, uno dei festival più antichi, sono organizzati un concorso di canzoni, uno spettacolo di danza sul ghiaccio e una sfilata sugli sci. In Canada, dove la temperatura può raggiungere i -20°C, i più coraggiosi tentano la prova di un bagno nella neve. Talvolta, ci sono delle tematiche come filo conduttore di queste esposizioni, come per esempio il fumetto in occasione del festival "Brussel Ice Magic" in Belgio. Per l’occasione, 400 tonnellate di ghiaccio sono state trasformate in eroi dei fumetti, divertendo bambini e genitori.

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CuLTurA

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FotoS: Bernard Grange / Office de Tourisme de Valloire André Marastoni

quattro festival da non perdere Benché l'elenco dei festival di sculture su neve e ghiaccio sia molto lungo, ve ne abbiamo selezionati quattro propizi ai viaggi, e davanti ai quali non rimarrete di ghiaccio!

IL FESTIVAL DI SCULTURE SU GHIACCIO E DI NEVE DI HARBIN ■ Cina -Gennaio/febbraio Harbin è l'appuntamento imperdibile degli artisti internazionali più talentuosi. Qui le sculture tradizionali relative al folklore cinese convivono con creazioni moderne e astratte. Per un mese, i visitatori si avventurano in una città di ghiaccio, che ha come punto culminante una torre di 46 metri, dalla quale si scende grazie a uno scivolo gigante tagliato nel ghiaccio. Però, per visitare questa favola a grandezza naturale, bisogna essere pronti ad affrontare i -30°C ambiente! I L CARNEVALE DI QUÉBEC ■ Canada - Gennaio/febbraio La città di Québec accoglie tutti gli anni il più grande carnevale invernale al mondo. Da 60 anni, gli abitanti sono soliti decorare alcune strade con sculture di ghiaccio. "Bonhomme", il pupazzo di neve ambasciatore di questa grande festa, si vede costruire ogni anno un palazzo di ghiaccio, che può raggiungere fino a 20 metri di altezza.

I blocchi necessari a questa folle costruzione sono tagliati direttamente nel fiume, completamente gelato in quest'epoca dell'anno. IL FESTIVAL DEI GHIACCI DEL LAGO KHÖVSGÖL ■ Mongolia - Marzo Questo evento che celebra l'arrivo della primavera è il festival più autentico di tutti. In un paesaggio da togliere il fiato, sulla superficie gelata del lago Khövsgöl a nord della Mongolia, si susseguono corse di slitte, gare di pattinaggio sul ghiaccio e sculture su ghiaccio. Sono presenti i nomadi, allevatori di renne e altri popoli locali, vestiti con i loro indumenti più belli per condividere la loro cultura attraverso danze tradizionali, preghiere e cerimonie sciamaniche.

IL CONCORSO INTERNAZIONALE DI SCULTURE SU NEVE DI VALLOIRE ■ Francia Nascosta nel cuore delle Alpi, Valloire è l'unica stazione di Francia a organizzare un concorso internazionale di sculture su neve. Ogni anno migliaia di visitatori vengono a scoprire questa contrada fiabesca e percorrono l'impressionante viale di sculture. L'atmosfera è molto cosmopolita grazie alle venti squadre venute da tutto il mondo, pronte ad affrontare il freddo e a realizzare una performance fisica. Abbiamo incontrato Pascal Veuillet e André Marastoni, due scultori frequentatori abituali di questa manifestazione e molto spesso premiati. Per loro, il concorso di Valloire è un evento caloroso e tecnico, sinonimo di magia e di scambi tra gli scultori, i membri dell'organizzazione e i visitatori. La loro intervista completa è disponibile alla pagina seguente!


5 DoMANDE A

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5 domande a due scultori sul ghiaccio e la neve

Attraverso l'articolo precedente, avete potuto scoprire il mondo fiabesco dei festival di sculture su neve e ghiaccio. Hiking on the Moon ha voluto spingersi ancora oltre. Siamo quindi andati a incontrare due scultori dai palmarès molto ricchi: pascal veuillet e André Marastoni. questi due uomini, uniti dalla stessa passione, ci presentano il loro universo e ci parlano sulla squadra che hanno formato in occasione del Concorso internazionale di sculture su neve a squadre del Carnevale di québec. Tra l'altro, non sono tornati da oltre Atlantico a mani vuote, poiché hanno conquistato, nel 2013 poi nel 2014, il 3° e il 2° posto.

stato meravigliato dalla trasparenza del ghiaccio e dalla luce che lo attraversa. Parallelamente, amo molto la scultura su legno e su pietra.

effimero delle cose. Le opere hanno bisogno di essere realizzate su un tempo molto corto, e questo procura un vissuto molto intenso. Questo mi permette di vivere un istante presente!

[ pASCAL vEuiLLET ]

Nella mia famiglia, alcuni dei miei antenati sono stati intagliatori di pietra, il mio bisnonno era orafo e mio nonno doratore su metalli. Forse i misteri della genetica hanno agito sull'essere umano che sono! Circa diciassette anni fa un conoscente è venuto a trovarmi perché gli realizzassi una scultura su legno. A partire da questa esperienza tutto è successo poco a poco, con l'elaborazione di sculture su legni nobili. Sono passati gli anni e dopo l'incontro con la pietra che lavoro sempre assiduamente (marmo), ho ceduto al richiamo del ghiaccio e della neve.

Quali sono le difficoltà incontrate quando realizzate delle sculture su ghiaccio o su neve?

Cosa vi piace in questo mestiere?

[ pv ] Parallelamente ai due elementi evocati da André, bisogna anche dire che le materie sono diverse le une dalle altre. Per esempio, la neve francese non è uguale a quella di altre regioni del mondo. Le differenze climatiche invernali fredde, o addirittura molto fredde, apportano delle specificità alla neve, è questa materia che apprezzo in modo particolare. Idem per il ghiaccio che da noi è fabbricato, mentre in altri paesi lontani è una materia naturale. Il colore, la densità del materiale, la

[ AM ] Le difficoltà sono legate principalmente al tempo così come al luogo. L'elemento più temibile sono le temperature positive e l'effetto del sole sulla materia. Quando le temperature sono alte, l'irraggiamento del sole sul ghiaccio crea delle micro-fessure nella materia e la scultura può crollare molto rapidamente. In questo contesto, bisogna allora proteggere il ghiaccio con teloni o coperture di sopravvivenza.

[ HKG ]

Come avete scoperto questo mestiere e da quanto tempo lo fate? [ andré marastoni ]

Ho realizzato la mia prima scultura su neve nel 1993. Sono partito da un blocco di polistirolo che ho tagliato con una sega per metalli e carta di vetro. Ho presentato questo progetto per il concorso di sculture su neve di Valloire e sono stato selezionato! Quanto alla scultura su ghiaccio, l'ho scoperta nel 2000 e ho iniziato nel 2004. Si è trattato di un vero e proprio colpo di fulmine, sono

[ pv ] I piaceri di questo mestiere sono vari. Permette innanzitutto di far nascere dei progetti e di vederli concretizzarsi. C'è la nozione importante della libertà di creare e di poter gestire il proprio tempo come lo si desidera. Infine, questo mestiere favorisce e migliora gli incontri, gli scambi e la conoscenza. [ AM ] Quello che mi interessa nella scultura su neve o ghiaccio, è il lato


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5 DoMANDE A sua omogeneità, la sua finezza e il suo aspetto non sono gli stessi. Con queste differenze abbiamo un'altra percezione e un altro approccio all'elaborazione della scultura. Queste variazioni influenzano la scelta degli strumenti utilizzati per lavorare. Nel processo di creazione, cosa differenzia le sculture realizzate in squadra, dalle realizzazioni individuali? [ pv ] Se ci si mette al posto di un osservatore non molto. In compenso, se guardo come capitano della squadra, le differenze sono importanti. La gestione dei componenti della squadra è indispensabile, sia in termini di verifica della costruzione, che in termini di sostegno e di motivazione delle truppe. È necessario avere una visione d'insieme perché la squadra viva e costruisca il progetto scelto. A livello dell'organizzazione, ciascuno lavora forme diverse dai due lati del blocco di neve, ma queste forme scolpite si raggiungono, si completano ed elaborano la scultura finale. [ AM ] Nelle realizzazioni in squadra, non si sente per niente che è la scultura di uno più che di un altro. C'è naturalmente un capitano, ma ciascuno è attore e responsabile. C'è una vera omogeneità che permette a tutti di trovare il proprio posto. Inoltre, siamo uniti dalla passione e le difficoltà ci avvicinano. Sappiamo che bisognerà dare il meglio di noi stessi e che in caso di problemi, la solidarietà e l'amicizia ce li faranno superare. Facciamo questi concorsi per l'atmosfera, ciò che importa non è la ricompensa, ma vivere un'esperienza incredibile, dove si mescolano convivialità, aiuto reciproco e miscela di culture! Ringrazio Pascal per avermi trascinato in questa meravigliosa avventura. Il posto sul podio è davvero la ciliegina sulla torta.

Qual è il vostro momento più bello al Carnevale di Québec, il più grande carnevale invernale al mondo che accoglie il "Concorso internazionale di scultura su neve"? [ pv ] Sono numerosi! Intanto la soddisfazione che il progetto sia selezionato. È sempre una grande gioia e una responsabilità rappresentare il proprio paese all'estero. Il seguente riguarda la finitura della scultura. Quel momento è molto particolare. La pressione diminuisce e istintivamente si scambiano abbracci, sguardi complici e gesti di amicizia. È una grandissima soddisfazione avere vissuto e realizzato in comune una bella opera che sboccia sotto la luce quebecchese. Infine, la cerimonia di chiusura è sempre un momento intenso, ricco di emozioni. [ AM ] In occasione delle nostre due partecipazioni, nel 2013 e 2014, abbiamo realizzato delle sculture la maggior parte delle quali formava una

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sorta di volta. Durante la costruzione, parecchi pilastri servivano da supporto a queste realizzazioni, affinché gli elementi in sospensione non crollassero. All'approssimarsi della fine del concorso, questi pilastri dovevano essere segati per dare alle sculture il loro aspetto finale. Quando ho segato uno dei pilastri, è stato un momento molto intenso. Questa suspense era condivisa da tutta la squadra, ma anche dagli altri scultori e visitatori venuti ad assistere con noi a questo "parto". È stata un'esplosione di gioia così come un orgoglio immenso quando ci siamo resi conto che tutto veniva a meraviglia! [DOMANDA BONUS] Potete dare un consiglio ai nostri lettori per scolpire un bel pupazzo di neve e tentare di vincere il concorso proposto alla fine della rivista? [ AM ] Cominciate formando una palla o un blocco con la neve che avete a disposizione. Una volta raggiunta la dimensione desiderata, potete scolpire il vostro pupazzo di neve e dargli la sua forma finale. Vi possono aiutare molti strumenti, basta dare prova di un po' di immaginazione. Per esempio, potete utilizzare un coltello per il pane o ancora una grattugia da formaggio! [ pv ] Siate originali, divertitevi a creare il pupazzo di neve con gli accessori che vi piaceranno. Non dimenticate che più la neve è schiacciata, più facilmente potrete fare delle aggiunte di neve per ornare la realizzazione con alcuni piacevoli dettagli.

FotoS: André Marastoni Bernard Grange / Office de Tourisme de Valloire


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TENDENZE

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immergiamoci nel dietro le quinte delle tendenze queChuA

Finora, in ogni sezione "tendenze" di Hiking on the Moon vi abbiamo parlato dell'evoluzione della pratica sportiva e degli stili di abbigliamento che ne derivano. Dall'infatuazione per i piumini all'escursionismo connesso, passando per il trekking ultralight, abbiamo esplorato per voi le ispirazioni del momento. per questo 10° numero, risaliamo alle origini per sapere come sono state definite le tendenze e le grandi linee di ogni collezione quechua! Ăˆ ClĂŠment pinson, responsabile Design quechua, che ha voluto prestarsi al nostro piccolo interrogatorio


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[ HKG ]

Puoi presentarci la tua squadra e spiegarci il suo ruolo? [ Clément pinson ]

Siamo una squadra di 28 persone, composta da parecchi mestieri: designer di scarpe e materiale, designer di colori, stilisti, modellisti e grafici. Immaginiamo e disegniamo i prodotti che risponderanno al meglio alle esigenze dei praticanti: riflettiamo sulla forma del prodotto, la sua dimensione, il suo colore e i materiali da utilizzare. Come decifrate e definite le tendenze? Il lavoro di individuazione delle tendenze si fa per tutto l'anno. Tutta la squadra è sempre in guardia per captare nuove ispirazioni, in termini di prodotti, materiali, colori, grafica, componenti e usi. Per la nostra situazione geografica, ai piedi del Monte Bianco, abbiamo la fortuna di essere a contatto permanente con gli appassionati di montagna. Grazie al nostro centro internazionale di creazione, che è un luogo di scambi con gli escursionisti, possiamo comprendere le minime evoluzioni e interagire con gli innamorati degli sport di montagna. Parallelamente, partiamo circa due volte all'anno in viaggi d'ispirazione, per un grosso lavoro d'osservazione e di analisi del mercato in funzione dei paesi. Partecipiamo anche ai saloni, sia per il grande pubblico (moda, arredo, automobili, ecc.) che professionali. Questo ci permette di confermare le tendenze. Infine, Internet ci è di grande aiuto, siamo connessi costantemente a siti di tendenze.

TENDENZE

Come scegliete le destinazioni dei vostri viaggi d'ispirazione? Selezioniamo dei luoghi noti per essere dei motori della creatività. La Corea e il Giappone per esempio, sono dei luoghi molto interessanti, nei quali succedono delle cose che non si vedono altrove. Oggi, è laggiù che si rinnova in gran parte lo stile adottato nell'escursionismo, e nel mondo dell'outdoor in modo più generale. Hanno un'immagine molto più colorata ed elegante dell'escursionismo che in Europa. Anche l'America settentrionale è un paese che influenza le tendenze mondiali dello sport e dell'outdoor. Parallelamente, seguiamo anche le tendenze nel prêt-à-porter e per questo ci rechiamo nei centri importanti della moda che possono essere New York, Parigi oppure Londra. Come procedete durante questi viaggi d'ispirazione? Sul posto, visitiamo dei negozi, in relazione con gli sport di montagna naturalmente, ma non solo. Le tendenze urbane hanno un impatto inevitabile sul nostro mercato, quindi visitiamo numerosissimi negozi, dedicati sia all'all'ambiente che all'elettronica e alla moda. Passeggiando per le strade e frequentando gli indirizzi giusti, ci si impregna enormemente dell'atmosfera, della cultura e della modalità di vita, degli elementi essenziali nel nostro lavoro di osservazione. Passiamo anche del tempo "sul campo" con i nostri praticanti, per osservarli e individuare meglio le esigenze a venire. Per esempio, in occasione di escursioni, studiamo l'attrezzatura degli escursionisti, i colori che indossano o ancora i prodotti utilizzati.

Come trae profitto da tutte le informazioni che raccoglie durante questiviaggi? Quando torniamo dai viaggi, facciamo dei rapporti per mettere nero su bianco tutto quello che abbiamo potuto osservare, prima di fare un lavoro di sintesi per cogliere delle tematiche e delle grandi tendenze. A questo si aggiunge un grande laboratorio di riflessione per ogni stagione (primavera-estate e autunno-inverno), in cui tutta la squadra è riunita per definire le creazioni a venire. Si tratta di una fase veramente concreta, in cui decidiamo gli orientamenti da prendere, i prodotti da sviluppare per completare la nostra offerta così come i colori, gli elementi distintivi quando si tratta di tendenze! A partire da questo momento, bisogna calcolare 24 mesi prima che gli appassionati di montagna come voi possano trovare le nuove collezioni in reparto! in occasione dei prossimi numeri di Hiking on the Moon, esploreremo ancora più a fondo questo universo, mettendo in palio un piccolo suggerimento per personalizzare i vostri prodotti preferiti!

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TEST

il completo da sci escursionistico Bionnassay Ski Tour

quando Frédéric Fortina, merchandiser zaini da quechua, ci ha annunciato che partiva per diversi giorni in Lapponia con l'associazione "Ensemble", questa notizia ha suscitato la nostra curiosità. Anche questa struttura desidera rendere la montagna accessibile a tutti e in particolare alle persone portatrici di handicap. È in questo contesto che Frédéric è partito per la Lapponia svedese, insieme a altri dieci accompagnatori, per permettere a due persone a mobilità ridotta di godersi cinque giorni di sci escursionistico. questo soggiorno si annunciava piuttosto sportivo, abbiamo chiesto a Fred di portare in valigia il completo da sci escursionistico "Ski Tour". Come tutti i prodotti quechua, è stato sviluppato con l'idea di garantire agli escursionisti il migliore comfort anche in movimento. Frédéric è tornato da questo viaggio con la testa piena di ricordi e un'analisi dettagliata del completo Bionnassay Ski Tou!

« Questo viaggio è stata una bellissima esperienza. Non avevo rimesso i piedi in Lapponia da 20 anni. Abbiamo passato ogni giornata sugli sci, a fare escursioni. In programma, traversate delle foreste innevate, picnic nella neve e soprattutto una grande convivialità. Era meraviglioso poter offrire i piaceri dell'escursione sugli sci a queste persone, in più con uno scenario da sogno. Durante questi pochi giorni, il mio completo Bionnassay Ski Tour è stato messo a dura prova. Ecco la mia valutazione di questo prodotto, che secondo me coniuga tutte le funzionalità necessarie alla pratica dello sci escursionistico! »

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TEST

DI NEVE E DI GHIACCIO

Giacca BionnAssAy Ski Tour

79,95 € Modello da uomo disponibile in nero, dalla S alla XL Modello da donna disponibile in verde, dalla XS alla L

pAntAloni BionnAssAy Ski Tour

69,95 € Modello da uomo disponibile in nero, dalla 38 alla 46 Modello da donna disponibile in verde, dalla 36 alla 44

+ Traspirabilità

Nello sci escursionistico, siete portati ad alternare salite e discese. Quando lo sforzo è intenso, il corpo genera vapore e quindi umidità. Con questo completo, avete la garanzia di restare bene all'asciutto, poiché i componenti tecnici utilizzati permettono un buon trasferimento del sudore e quindi un'asciugatura rapida. La funzione anti-vento sulla parte anteriore del completo è molto utile per scendere dalle vette che avevate scalato! + Libertà di movimento

Per praticare comodamente lo sci escursionistico, avete bisogno di una libertà di movimento totale, procurata dal taglio aderente di questo prodotto. Il retro di questa giacca e di questi pantaloni sono concepiti a partire da un componente bi-estensibile che si allunga facilmente, in orizzontale e in verticale.È molto piacevole avere un equipaggiamento che segue ogni movimento del vostro corpo!

+ Leggerezza

+ Solidità

Per le attività di resistenza, un equipaggiamento leggero è di rigore. I pantaloni e la giacca, insieme, non rappresentano nemmeno 1 kg. Pesano rispettivamente 510 g e 465 g, per una taglia L da uomo. Non sentirete quindi nessun peso legato al vostro abbigliamento.

Chi dice escursione sugli sci, dice lamine taglienti! Per evitare di impigliarsi e proteggere i pantaloni, è stata apposta un'applicazione sul fondo dei pantaloni. Inoltre, il componente utilizzato è famoso per la sua robustezza. Manca forse solo una ghetta perché questo prodotto sia perfetto!

+ isolamento termico

Il materiale grattato posizionato all'interno della giacca imprigiona l'aria per un migliore isolamento e il cappuccio apporta un comfort termico supplementare se si affrontano delle intemperie. Inoltre, questo completo offre una certa modularità. In funzione dell'intensità dello sforzo, potete facilmente infilare un collant o uno strato supplementare sotto la giacca. + praticità di utilizzo

Le due grandi tasche anteriori della giacca sono state pensate per riporre molto facilmente le pelli. Sono accessibili in qualsiasi momento, un vero guadagno in termini di tempo e di praticità.

Foto: © Rail&Ride

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Gnam gnam

BATTAGLIA DI PALLE DI NEVE Piccoli dolci ultra fondenti, queste palle di neve al cocco sono un classico delle tavole delle feste in Maghreb. Abbiamo deciso di farvele scoprire perché possiate a vostra volta approfittare della loro dolcezza senza pari. Semplice e saporito sono le parole chiave del gnam gnam di questo numero 10! I dolci sono passati nella noce di cocco che li rende tutti bianchi come delle piccole palle di neve, da cui naturalmente il nostro titolo.

Per il biscotto - 200 g di burro fuso - 250 g di zucchero - 1 bacca di vaniglia - 1 cucchiaino di aroma di vaniglia - 3 uova - 500 g di farina - 1 bustina di lievito chimico - 50 g di noce di cocco - 1 pizzico di sale Per la decorazione - vasetto di marmellata di albicocche (idealmente senza pezzetti) - 3-4 cucchiai di estratto di fiore d'arancio

Sbattere il burro fuso e lo zucchero finché non diventano bianchi. Aggiungere poi le uova una ad una assicurandosi di incorporarle bene alla miscela. Quindi poco a poco la maizena, il lievito, il pizzico di sale, la noce di cocco e infine la farina vengono a integrarsi alla miscela. L'impasto deve adesso essere ben compatto, ma non troppo secco né troppo appiccicoso. Adesso si può far pre-riscaldare il forno a 180°C. Mentre il forno si riscalda, modellare delle palline di impasto della dimensione di biglie. Uno scavino per melone può aiutare a trovare la misura giusta. Attenzione perché in cottura le palle di impasto si gonfieranno! Disporre le palle su una teglia di cottura ricoperta di carta da forno e infornare per 10/15 minuti. Estrarre la teglia di cottura e lasciare raffreddare i biscotti. Nell'intervallo fare sciogliere la marmellata a fuoco dolce, stemperare con il fiore d'arancia o semplicemente con acqua se si preferisce. Versare il preparato in una ciotola e preparare anche una ciotola con la noce di cocco. Fare inzuppare i biscotti per qualche minuto perché si impregnino bene dello sciroppo ottenuto con la marmellata. Attaccare i biscotti due a due poi passarli nella ciotola piena di noce di cocco. Rotolarli poi tra le mani perché la noce di cocco aderisca bene. Poi non resta che gustarseli. Buon appetito!

Disponibile nei negozi Decathlon e su www.decathlon.com

IDEA PRATICA: per dare un aspetto ancora più festoso raccomandiamo di appoggiarli, una volta effettuato il passaggio nella noce di cocco, in piccole cassette di carta di tutti i colori!


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YO U R M O UN TA I N

permettere di localizzare la vittima e di conoscere la profondità cui è sepolta.

Sicurezza en la montagna

Pala BionnaSSaY SKi tour

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DI NEVE E DI GHIACCIO

CoNCorSo Adesso che conoscete i trucchi degli scultori* su neve e ghiaccio, sta a voi giocare! Lasciate parlare la vostra immaginazione e fateci sognare realizzando il vostro più bel pupazzo di neve o qualsiasi altra creatura innevata!

viNCETE uNA NoTTE iN iGLoo! Per questo decimo numero di Hiking on the Moon, la nostra squadra ha deciso di viziarvi ancora più del solito! Gli scultori in erba che hanno dato prova della più grande creatività si vedranno ampiamente ricompensati, poiché questa volta non è uno ma tre vincitori che saranno premiati! I migliori di voi vinceranno una notte in igloo presso il nostro partner Alpes Bivouac, così come l'equipaggiamento necessario per una giornata indimenticabile nel cuore delle Alpi: racchette da neve, kit clic hike, giacca e accessori! Insomma, tutto il necessario per godersi pienamente un giro indimenticabile in uno scenario innevato.

Come partecipare?

Data limite di partecipazione:

Pubblicate la vostra foto sulla pagina Facebook di Quechua, su Twitter o su Instagram utilizzando l'hashtag #HKG10 e accedendo (@quechua), o inviateci la vostra foto su hello@hikingonthemoon.com

30 aprile 201 Partecipazione limitata a una foto a persona. Il regolamento completo del concorso è disponibile su richiesta: hello@hikingonthemoon.com

Una giuria composta dai membri della squadra Quechua avrà l'arduo compito di eleggere le 3 sculture più belle.

* Scoprite i consigli di Pascal Veuillet e André Marastoni nella sezione Cultura " p.60


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DI NEVE E DI GHIACCIO

in breve ventura per la nostra squadra, ritmata da incontri

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interessanti, emozioni, storie e scoperte di tutti i generi‌

Prodotti testati

Ogni numero di Hiking on the Moon è una nuova av-

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ma anche da qualche imprevisto. In occasione di questo decimo numero, abbiamo fatto un piccolo bilancio in cifre della vostra rivista preferita!

220.000

Ore di workshop

786

Riviste stampate

40 Pennarelli e penne usati

3

21

Battaglie di palle di neve

Designer motivati e ispirati per farvi delle belle illustrazioni

Foto pubblicate

863

7

E-mail ricevute a hello@hikingonthemoon.com

100%

Escursioni per trovare l'ispirazione

Delle squadre Quechua felici di condividere le loro avventure con voi

1641 Articoli sul blog

30 Paesi visitati

96 Persone intervistate


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DI NEVE E DI GHIACCIO

YOUR MOUNTAIN YOUR MOUNTAIN

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DI NEVE E DI GHIACCIO

INFORMAZIONI LEGALI

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Editore QUECHUA, una società del gruppo DECATHLON SA 4 boulevard de Mons, BP 299, 59665 Villeneuve d'Ascq, France Direttore della pubblicazione: Julie Bordez Direzione artistica: Timothé Blandin Redazione: Clothilde Drouet & Justine Briffaz Hanno collaborato a questo numero Articoli: André Marastoni, Charlotte Bouvier, Clément Pinson, Dawa Dachhiri Sherpa, Floriane Macaire, Les Navigauteurs, Luc Moreau et la Fondation Eau Neige et Glace, Pascal Veuillet, Pauline Martin, Rémy Coste et Victor Lièvre. Fotografia e illustrazione: Anne-Sophie Blanchet, Benjamin Simon, Bernard Grange / Office de Tourisme de Valloire, Caroline Olivier, Christophe Angot, Claude Vallier, Floriane Macaire, Guillaume Sailly, Jérémy Calvo, Jérémy Laurent, Lydie Perret, Maria Carrasco, Philippe Daguillon, Rail&ride et Ugo Fontaine. Portfolio: François Guion Concessionaria pubblicitaria: Stéphane Costantini +33 (0)6 60 68 15 95 scostantini94@gmail.com Copertina: Jeremy Laurent, Maria Carrasco, Philippe Daguillon, Timothé Blandin Logo: Studio ORES Traduzione: Nord Expansion, part of Powerling Impaginazione Alban Guerry-Suire alban@clickandwatch.net Stampa: Deux-Ponts Manufacture d'Histoire, 5, rue des Condamines, 38320 Bresson, France Data di pubblicazione: Gennaio2015 Deposito legale alla pubblicazione ISSN: 2257 – 4662 Periodicità: rivista trimestrale Qualsiasi riproduzione o rappresentazione integrale o parziale con qualsiasi procedimento delle pagine pubblicate nella presente rivista fatta senza l'autorizzazione dell'editore è illecita e costituisce una contraffazione. Sono autorizzate solo, da una parte, le riproduzioni strettamente riservate all'uso privato di chi le effettua e non destinate a un utilizzo collettivo, e dall'altra, le brevi citazioni giustificate dal carattere scientifico o informativo dell'opera in cui sono incorporate. (art L.122-4, L.122-5 e L.335-2 del Codice francese) Non può essere venduta


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I primi 100 che invierebbero un email a hello@hikingonthemoon.com riceveranno loro taccuino di viaggio Hiking on the Moon!

Per festeggiare il nostro decimo numero e ringraziarvi perché ci leggete da molti anni ormai, abbiamo voluto regalarvi un diario di viaggio! Strumento perfetto per tutti gli amanti dell'avventura, questo diario di bordo vi permetterà di ritrascrivere la spontaneità dei vostri viaggi, le vostre emozioni, le vostre impressioni, i vostri incontri e, perché no, una buona ricetta scoperta lungo il cammino! Numerose pagine bianche che non chiedono che di vivere attraverso i vostri aneddoti, schizzi, racconti e foto. Insomma, è un po' come se scriveste il vostro Hiking on the Moon! Qualunque sia l'uso che ne farete, prendetene cura e conservatelo gelosamente ... potrebbe esservi molto utile in occasione di un prossimo concorso!


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DI NEVE E DI GHIACCIO

Numero 10 NEvE & GHiACCio MADE BY QUECHUA


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