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ASPETTI DELL'ORGANIZZAZIONE DELLA CULTURA CATTOLICA 3/La sintesi cristiana: gli intellettuali alla ricerca della « trascendenza ». Profilo del Centre catholique des intellectuels franais di Jean Tavares
« Lo scritto che viene qui pubblicato è parte di una ricerca sul Centro cattolico degli intellettuali francesi (CCIF) che è stata compiuta nella prospettiva di un'analisi dei rapporti fra Chiesa cattolica e «campo intellettuale". Creato nel 1945, il CCIF è stato fino alla fine degli anni Sessanta l'istituzione più rappresentativa del mondo intellettuale cattolico francese. Dopo il 1947, cioè dopo le solenni consegne del cardinale Suhard, arcivescovo di Parigi, agli intellettuali, esso è stato il luogo di dialogo per eccellenza tra l'intellighentsia cattolica e gli altri intellettuali. Rompendo il metodo apologetico dello scontrocon fronto, il Centro ha seguito una strategia diversa, quella del dialogo cioè del «negoziato simbolico", con gli intellettuali non credenti e le ideologie profane. Il CCIF ha funzionato come un luogo «neutro" molto prima che questo tipo di luogo divenisse un metodo di manipolazione ideologica corrente alla fine degli anni Sessanta. A partire dal 1947 il Centro si consacra all'organizzazione regolare di dibattiti fra studiosi credenti e atei e alla pubblicazione della rivista Recherches et Débats. Sotto la sua egia'a si è tenuta ogni anno la Settimana degli intellettuali cattolici (SIC). Questo non è soltanto uno studio lessicologico costruito su una tipologia astratta e condotto indipendentemente dall'analisi delle condizioni in cui si producono i discorsi assunti come oggetto dell'interazione intellettuale. Questo testo si fonda sull'analisi delle condi zioni sociali che riguardano i produttori di "dialogo" e le strutture e il funzionamento di una istituzione come luogo di negoziato ». Così la rivista Actes de la recherche en sciences sociales ha presentato lo studio di Jean Tavares che pubblichiamo su questo fascicolo. Lo studio è condotto, sostanzialmente,
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in base al metodo dell'analisi dei contenuti che ha avuto negli ultimi tempi varie applicazioni nel campo della sociologia della conoscenza. I riduttivismi del metodo si col gono facilmente, ma non è di questo che qui si intende discuteré. Così come non è sulla sopravalutazione finale dei gruppi cattolici dell'estrema sinistra che intendiamo soflermarci. Quel che ci ha convintò a riproporre la ricerca di Tavares è che in essa c'è un interessante ritratto di quel cattolicesimo oltremontano di marca riformistica ma moderata che è stato in anni, forse ormai lontani, un punto di riferimento per il mondo cattolico italiano. Più, forse, nell'epoca pre-conciliare che in quella conciliare e post-conciliare. Se si tiene conto, ad esempio, del « riformismo » del mondo cattolico intellettuale italiano i legami con questa esperienza risultavano evidenti nella ricerca - a cui rinviamo - che fu compiuta anni fa da un gruppo di studiosi vicini alla redazione di questa rivista: ci riferiamo al libro Intellettuali cattolici fra riformismo e dissenso (Edizioni di Comunità, Milano 1975). Né, infine, mancano elementi di interesse sul piano della cronaca politica considerando come siano passati attraverso o nelle vicinanze del CCIF personaggi della toute Paris culturale o politica. Nella vicenda attuale dell'esperienza cristiana è probabile che il ruolo degli intellettuali così come rappresentato da iniziative qual è il Centro cattolico degli intellettuali francesi, sia un ruolo superato. Mancano alcuni presupposti. Uno era il mantenimento di un contesto ancora forte di presenza ecclesiastica nella società. I profondi mutamenti degli ultimi trent'anni •hanno in gran parte travolto questo contesto, anche se il processo della secolarizzazione della società potrebbe avere battute d'arresto. Un secondo presupposto era la convinzione che l'egemonia culturale comportasse una cultura della summa, una civiltà enciclopedica ordinata ideologicamente. La complessità sociale ha reso sempre più impraticabile questa pretesa. Certo, il problema del rapporto fra credenze religiose e mondo intellettuale rimane un. problema ricorrente della società e riteniamo che si riproporrà intensamente nelle società di vecchia civilizzazione cristiana. In ogni caso, riconsiderare retrospettivamente un episodio che ha avuto valore in qualche misura esemplare è importante anche al fine di valutare indirettamente qual è lo stato, oggi, dell'istituzione ecclesiastica cattolica.
queste istituzioni 1981/2 0 semestre Direttore: SERGIO RISTUCCIA - Condirettori: GIOVANNI BECHELLONI (responsabile) e MASSIMO BONANNL DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE, Casella postale 6199 - 00100 Roma Prati - Telefono 657.054. Conto corrente postale N. 57129009 - intestato a: GRUPPO DI STUDIO SU SOCIETÀ E ISTITUZIONI - casella postale 6199 - 00100 Roma Prati. « Queste Istituzioni » esce semestralmente in quattro o cinque fascicoli separati c'i dei quali dedicato ad un solo tema.
16-32 pagine ognuno
Un fascicolo L. 1.800. Abbonamento ordinario: annuale L. 15.000. Periodico iscritto al registro della stampa del Tribunale di Roma al n. 14.847 (12 dicembre 1972). Spedialone in abbonamento .postale - IV gruippo. STAMPA: Litospes - Roma.
Associato allUapi: Unione Stampa Periodica Italiana
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La sintesi cristiana: gli intellettuali alla ricerca della « trascendenza» Profilo del Centre catholique des intellectuels franais
di Jean Tavares
Nel confronto fra la fede e le idee profane ciò che distingue la via apologetica dall'atteggiamento del « dialogo », riguarda più il metodo che non le finalità. Schematicamente l'apologetica rifiuta ogni proposizione contraria alla fede per difendere e garantire intatti gli enunciati della credenza religiosa. Per il pensiero apologetico ogni incontro con il pensiero ateo è un affronto. La rimessa in questione della fede si trova esclusivamente dal lato profano rimanendo invece il credente inflessibile sull'affermazione intera della verità riconfermata integralmente dopo il confronto, vittorioso, con la positio adversariorum. Il metodo apologetico va di pari passo con un atteggiamento dogmatico che pone fin dall'iniziò l'enunciazione della fede in modo definitivo e che esclude ogni mediazione, ogni avvicinamento, anche solo di linguaggio, e a fortiori ogni concessione alle proposizioni avversarie o supposte tali. Se il metodo apologetico può riassumersi sommariamente come la difesa di una tesi contro una antitesi, l'atteggiamento del dialogo dà luogo ad un processo più complesso nei rapporti fra pensiero religioso e pensiero profano. La differenza fra i due atteggiamenti concerne non soltanto il loro metodo ma anche l'oggetto del loro lavoro intellettuale. Se l'apologetica può limitare la sua attenzione agli aspetti del pensiero laico in contraddizione con la fede, l'atteggiamento
del dialogo amplia il suo oggetto alle discipline profane senza implicazione religiosa diretta e aggiunge all'aspetto innanzitutto difensivo e dottrinario dell'apologetica una dimensione di promozione ideologica più larga.
IL METODO DI UNA « DIALETTICA » CRISTIANA
In luogo di rifiutare in blocco le posizioni laiche che mettono in causa la fede, il credente negozia con queste. Opera un filtro e una ritraduzione di certi aspetti del pensiero profano che egli integra alle proprie posizioni. L'idea di mediazione è essenziale a questo nuovo atteggiamento. Al pensiero d'embke affermativo dell'apologetica il dialogo sostituisce un pensiero interrogativo. In un primo tempo il credente prende in conto le obiezioni che il pensiero non religioso pone alla sua fede. Interroga la sua fede a partire dal pensiero profano. Così facendo, egli si appropria di questo e va in un secondo tempo a sottoporlo a sua volta ad interrogazione; cercando di dare risposte soddisfacenti alle questioni della sua fede, o alle questioni che suggerisce la difesa della propria fede. C'è una differenza essenziale fra i due momenti della messa in questione. La prima interrogazione procede da un dubbio metodologico, la seconda è una interrogazione reale. Da un lato le po-
4 sizioni della fede che il pensiero laico è venuto a contraddire sono considerate le une dopo le altre come non essenziali alla fede e le posizioni profane sono assunte come elemento di purificazione delle scorte temporali della fede la cui essenza è sempre altrove. Da un'altra parte si esige dal pensiero non confessionale che sappia rispondere a questioni di senso ultimo. In mancanza di che l'atto di fede o le sue risposte ultime ottengono la loro legittimità. Questa razionalizzazione della difesa della fede, che consiste nel mettere sempre più lontano e più in alto la barriera tra l'esplicato e l'inesplicato, il mistero, ha trovato una illustrazione assai evidente in una distinzione che una parte dell'intellighentsia cattolica fa, dopo alcuni anni, fra fede e religione. Distinzione che relega nel campo della religione i riti e le credenze che sono alla portata di -una spiegazione scientifica e che mette fuori la fede che trascenderebbe queste spiegazioni. Come -l'apologetica, il metodo del dialogo tende alla difesa della fede di fronte alla scienza: è un tentativo costante e sempre rinnovato per « limitare i guasti » che le acquisizioni scientifiche potrebbero causare alle differenti enunciazioni della fede o ai suoi fondamenti. Quando l'apologetica vuole conservare tutto in blocco e non importa a quale prezzo, la strategia del dialogo « apologetica anti-apologetica », come è stato detto - innova per meglio conservare. « Sotto lo sviluppo delle nuove teorie fisiche non c'è più il determinismo meccanicista del secolo scorso che fa ostacolo. La deviazione scientista che esso costituiva è totalmente superata, ma a profitto di una forma di determinismo che, per certi aspetti, è più pericoloso. Soprattutto, lo sviluppo della riflessione sulla scienza e, in particolare, l'analisi della dialettica dei concetti, hanno accresciuto, nello spirito soprattutto dei fisici, l'atteggiamento di dubbio nei confronti di ogni affermazione ontologica. Nelle scienze biologiche d'altra parte, l'ipotesi che i processi della vita sono puramente e semplicemente dei processi psico.chimici non cessa di trovare conferme sperimentali. E le mentalità che ne
risultano non cessano di porsi come ostacolo all'incontro della fede con i miracoli che riguardano i processi relativi al vivente. ( ... ) Se, per nostra parte, non vogliamo che l'espressione intellettuale della nostra fede sia superata dal ritmo del movimento
generale è necessario dunque procedere a dei seri a,ggiorna,nenti » ( da un Documento del CCIF del 1968).
Se la difesa apologetica sembra più ferma, l'atteggiamento del dialogo produce risultati più sicuri. La prima, presentando le idee laiche come una cosa da respingere in toto, difende intatto « il deposito della fede » ma conduce all'isolamento e dunque alla marginalizzazione. Il secondo, invece, pur al prezzo di alcune concessioni razionalizzate attraverso la distinzione tra « l'essenziale della fede» e le sue « formulazioni temporali »', rende le posizioni di fede più adatte a una diffusione intellettuale: si serve del profano per legittimare il religioso, sia in modo negativo, cioè utilizzando i silenzi della scienza sulle questioni ultime come l'argomento (per difetto) della possibilità del trascendente, sia in modo positivo integrando alla fede elementi di altri filoni di pensiero. Il « dialogo » dà così alla fede uno statuto di legittimità intellettuale o, almeno, di non-illegittimità intellettuale. Il dialogo - come negoziato simbolico fra la fede e il mondo - mira a stabilire una « sintesi cristiana » fra il religioso e il profano. Certuni hanno parlato di «convergenza ». Per seguire l'analogia filosofica, non si tratta di sintesi del senso stretto del termine. La tesi e l'antitesi non sono trattate nello stesso modo: il cristiano - non assume totalmente l'antitesi. La « sintesi » resta cristiana poiché essa non è altro che la tesi cattolica legittimata attraverso il superamento dell'antitesi, quest'ultima superata dal fatto della sua incapacità a fondare le attese metafisiche della fede. La negazione ri-fonda negativamente l'affermazione. Il superamento non è aldilà dei due termini ma nel senso del primo dei due, verso il trascendente. L'insufficienza metafisica profana chiarisce in-
5 somma la legittimità dell'affermazione metafisica religiosa. Nello stesso modo che il sèmplice fedele, ignorante di cose teologiche e scientifiche, trova nel fatto che dei saggi siano credenti un argomento che conforta la sua « fides implicita », il sapiente trae dalle insufficienze della scienza e poi dai suoi silenzi sulle questioni ultime un argomento per difetto che giustifica le sue credenze o quanto meno il suo atto di fede: « ii successo del pensiero di Teilhard de Chardin è venuto (...) da ciò che esso portava a una soluzione (...) per questo problema del superamento filosofico della scienza, 'necessario a un dialogo fra scienza e religione » Se la via apologetica è una via di reazione alla messa in causa della fede attraverso gli sviluppi del pensiero laico, nell'atteggiamento del dialogo la reazione può qualche volta precedere l'azione per meglio controllarla. L'apologetica può limitarsi a rispondere alle obiezioni profane; il dialogo tenta anche di prevenirle. Se attraverso l'apologetica l'istituzione si limita al ruolo del prete che tenta di contenere gli attacchi profetici profani, attraverso il dialogo si fa essa stessa profetica rendendo così più efficace la salvaguardia dei patrimonio sacerdotale. Contro l'atteggiamento .apologetico il CCIF si proponeva, fin dal 1947, di «porre .il maggior numero di questioni possibili » e questo scopo è stato una delle sue caratteristiche costanti: « ... in particolare non lasciare agli altri il compito di porre le questioni » . Nell'anticipare le obiezioni, nel porre per primo delle questioni alla propria fede, il credente si dà i . mezzi di meglio controllare il problema appropriandosi del modo di . porlo. Il che condiziona la .risposta o permette di affermare che nessuna risposta sia adeguata alla questione, con ciò preservando la necessità di una trascendenza.
L'UMANESIMO CRISTIANO
C'è un secondo aspetto del dialogo che bisogna analizzare. Esso prende come oggetto di lavoro intellettuale non più solamente le. materie di dominio del pensiero profano che hanno rapporti diretti con la fede,. ma ttuti gli aspetti di questo pensiero. In questo caso, «lo sforzo della sintesi cristiana » tende non più solamente a « purificare la fede » attraverso l'integrazione dei dati scientifici o a « neutralizzare » e a « superare » gli aspetti anti-cristiani del pensiero laico, ma tende anche a fondare intellettualmente e .a promuovere socialmente una visione globale del mondo. Questo è stato chiamato « l'umanesimo cristiano ». Un « nuovo umanesi mo » come visione del mondo fondata sì sulla fede ma allargata, con l'apporto del pensiero non credente, fino a farsi progetto globale di portata intellettuale. Con la pre. tesa di acquisire uno statuto d'ideologia civile. Questo allargamento si opera a partire da una doppia integrazione: il pensiero religioso integra il pensiero profano o si integra ad esso. Nel primo caso, il cristiano assimila parzialmente le ideologie estranee che contengono una visione del .mondo concorrente ma di cui certi aspetti, una volta reinterpretati, confortino la propria visione del mondo. Nel secondo caso, il cristiano può limitarsi ad applicare la sua impronta alle ideologie che non suppongono una filosofia contraria ai fondamenti della fede. Se, per esempio nel marxismo, il cristiano respinge l'aspetto ateo del « materialismo dialettico », egli può integrare l'aspetto « materialismo storico » dopo aver fatto subire a questo una rilettura che, nél trasformare la lotta delle classi in tensioni sociali, lo sfruttato in povero, la rivoluzione in sete di giustizia, toglie a questi termini la loro origine materialista. « Ci si sforzerà. di comprendere il marxismo per salvare e liberare da un. sistema materialista-
ciò che ha di forte e di parzialmente valido » (Dépliant SIG, 1962). Per . contro il cristiano può accordarsi per l'essenziale con le ideologie profane, quali la storia, le filosofie o antropologie del soggetto, .0 ancora le sociologie, le politiche o le sociologie. politiche della libertà, le ideologie umanistiche che non costituiscono degli « ostacoli » per l'umanesimo cristiano e che vanno nel senso di ciò che egli pensa e pratica in quanto intellettuale. Ma non considerare che questo aspetto della transazione riporterebbe a prestare al religioso un carattere ipostatico e ad attribuirgli il dominio del suo proprio cambiamento che è subordinato all'evoluzione ideologica generale. Se integrando il profano l'ideologia religiosa viene a canonizzarlo, esso si trasforma nello stesso momento al contatto con il profano. La « purificazione della fede » è così una amputazione di certi aspetti del « deposito della fede », il cambiamento. di forma non va senza un cambiamento di sostanza, senza una contaminazione profana dell' ideologia religiosa. L'ideale della « civilizzazione cristiana » dei pensatori cattolici degli anni Trenta e dei fondatori del CCIF non è passata tal quale nella società. Non c'è trasposizione diretta della visione cristiana del mondo nel mondo. Ma se, da un lato, l'umanesimo cristiano non diviene parte dell'ideologia civile che al prezzo di una banalizzazione implica la perdita dei suoi attributi battesimali più evidenti, esso contribuisce dall'altro lato a mettere in atto un umanesimo più diffuso di umore o di sensibilità cristiani, che costituisce .per i fondamenti intellettuali della fede un ambiente sociale e ideologico favorevole. Per questo i due aspetti della vita del dialogo, difesa della fede e promozione di un certo umanesimo, sono complementari. Il secondo costituisce il fondo ideologico che condiziona la riuscita del primo. Se la « nuova sintesi cristiana » sembra al primo momento
lasciare da parte il divino e partire dall'uomo e dal mondo , non c'è contraddizione altro che in apparenza. E' appropriandosi di tutti gli aspetti dell'umano che si può mettere in rilievo tutti i limiti di questo. E' a partire dall'uomo incompleto che si può fare appello all'idea dell'Essere perfetto. E' a partire dagli enigmi dell'uomo che si .può parlare del mistero dell'uomo e fondare l'idea del Mistero. La rivendicazione di libertà diviene rivendicazione del mistero personale del soggetto contro i determinismi scientifici. La condizione storica dell'uomo diviene la « condizione itinerante dell'uomo » in marcia verso la salvezza. E' su un umanesimo delle insufficienze dell'uomo che si può fondare l'idea della sua pienezza al di fuori e al di là della storia. « Il legame che lega condizione umana e lavoro a qualche cosa di forte, di oscuro, di sentito, che crea enigma ( ... ). Come l'uomo fa, egli contesta e supera il suo proprio lavoro, non arrivando mai a f are di questo destino un destino totale» (Dp1iant SIC, 1962). « I sistemi e i modelli coerenti che (le scienze) costruiscono, se rendono conto dei fenomeni, esauriscovo il senso, la verità dell'uomo e del mondo? ( ... ). La Settimana degli Intellettuali Cattolici suggeriva che il rapporto dell'uomo al vero non cessa di rimanere problematico... » ( Dépliant SIC, 1969). « ... questo orizzonte della Storia (la speranza e la felicità) si inscrive, enigmatico e necessario, nel cuore di ogni impresa umana » (Dpliant SIC, 1970). «Infine, alla conoscenza dell'uomo per via delle scienze che rischiano di diluire la consistenza del
soggetto umano e di far perdere ogni significato all'idea stessa di salvezza, si vorrebbe opporre una espressione di salvezza in Gesù, che tiene conto delle nuove dimensioni riconosciute oggi al fenomeno umano » (Documento del 1968, per la SIC).
La via del dialogo che va di pari passo con il riconoscimento del valore, quanto meno parziale, delle idee profane, implica l'azione di metodi di lavoro nuovi almeno come condizioni obiettive della sua efficacia. Si esige dall'intellettuale cattolico una conoscenza accresciuta e una attenzione sempre nuova agli sviluppi di altre correnti di idee « uno sforzo di presenza nel pensiero contemporaneo ». Dalla fondazione il CCIF ha voluto « essere presente su tutti i fronti », e l'estrema va-
7 rietà dei soggetti intellettuali che ha affrontato ne fanno fede . Ma tutti i fronti non avevano per il Centro la stessa importanza né il medesimo carattere d'urgenza. I temi potevano andare dalla promozione dell'umanesimo cristiano alla difesa delle posizioni della fede attraverso il confronto con le ideologie avverse. Tuttavia si può trattare semplicemente di un atto di presenza che può divenire « testimonianza» nel campo intellettuale « per controbilanciare sociologicamente le influenze non cristiane ». Trattando di tutti i soggetti intellettuali, anche i più lontani dalle preoccupazioni della fede, gli intellettuali cattolici, occupano una parte del terreno scientifico e pongono nello stesso tempo una rivendicazione implicita di competenza universale che fonda la loro legittimità a trattare, in quanto intellettuali di tutti i soggetti, ivi compresi dei soggetti di interesse più specifico. Creano così le condizioni della « sintesi cristiana » del mondo.
che non è un'apertura senza limiti o un abbandono intellettuale. Ma il pluralismo non può essere sentito altro che come la condizione preliminare di una relativizzazione del profano (superamento) che prepara il terreno alla « sintesi cristiana ».
I. 'OCCUPAZIONE DEL TERRENO
Per avere una visione d'insieme delle attività del CCIF e del suo rapporto con il campo intellettuale, noi abbiamo compilato delle tabelle in cui sono compresi tutti i dati riguardanti i soggetti trattati dal Centro dal 1947, nei dibattiti organizzati, negli articoli della rivista Recherches et débats e nelle sedute della Settimana degli intellettuali cattolici.
Costruite a partire dai titoli dei dibattiti, degli articoli e delle riunioni della Settimana, queste tavole comportano alcuni limiti inevitabili. Lo stesso titolo avendo spesso rapporto con più discipline ci ha «- Perché volevate essere presenti su tutti i fron- posto la necessità di ridurre il più possibile il numero delle stesse discipline rilevate per ciascun titi? tolo senza che sia tuttavia possibile assegnare cia- Era il postulato dell'impresa. In effetti si può scun titolo a una sola disciplina culturale. Ciò dire che era insieme la nostra forza e la nostra despiega perché il totale della colonna di destra subolezza. In effetti ci si può chiedere perché. Quanpera sempre il numero dei titoli reali. Nello stesdo si vuole con ogni forza apportare a un probleso tempo ogni dibattito o seduta ha avuto numema estetico, a un problema politico un Dunto di virosi conferenzieri e il soggetto è stato spesso affronsta cristiano, di che si tratta se non del modo di tato sotto degli angoli che appaiono conformi alla falsare le cose? Non si dà una consistenza alle colettura dell'enunciato. Per classificare certi titoli se culturali che è sufficiente a se stessa? Perché d'ordine generale è stato necessario scegliere fra volere a ogni costo che si abbia una parola crimolteplici discipline possibili, per esempio, « prostiana, cattolica, religiosa su degli argomenti che blemi della società» o « cultura », « politica » o non lo sono necessariamente? Oggi si è in un mon« filosofia », «economia» o « società ». Non è pardo frammentato. Era un postulato, o un pregiudiso utile dare delle tavole più dettagliate poiché l'in. zio come voi volete, dell'impresa. ( ... ) Eravamo in ventatio quantitativo rischiava sempre di mascheun'epoca in cui si credeva ancora a una sintesi. rare l'essenziale operando un livellarnento di tutti - L'umanesimo cristiano. i dibattiti sia quelli di circostanza e di routine, sia - Ecco, esattamente. Non un umanesimo già co- i dibattiti attorno ad un tema capitale per la ridefinizione delle posizioni di fede, livellamento falstituito ma che si aveva là... per esenpio, io prenso fra discipline d'inportanza ineguale per gli ordo Teilhard (...) era quello che c'era presso Teiganizzatori così come falso all'interno stesso di cialhard e che si accordava assai col nostro spirito era il suo sforzo di sintesi. Non c'è qui scien- scuna disciplina. Così, per esempio, sono classificati come filosofici dibattiti strategicamente imporza e religione come due cose assolutamente divertanti sulla nozione di natura umana e altri su un se ma c'è una metascienza, la scienza pone i prooscuro filosofo, organizzato « per fare piacere alla blemi che.., ed ecco... ( ... ) che saranno, voi vedesua vedova », o come politici il dibattito di semte... Il punto omega è insieme il termine ultimo dell'evoluzione e può essere così il Cristo. Questo. plice scienza politica sulla carta elettorale francese e il dibattito molto impegnato sulla tortura in Alè corretto » (dall'intervista a un dirigente del Cengeria e così via. tro).
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Questa apertura al profano in tutti i suoi Le indicazioni generali date dalle tavole reaspetti implica un atteggiamento pluralista stano tuttavia valide a condizione di non de-
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durre meccanicamente dal peso quantitativo assegnato a ciascun tema il suo valore qualitativo nella gerarchia dei temi nodali del dialogo. L'evoluzione del peso accordato nel tempo a una stessa disciplina è in generale più significativa che la comparazione delle discipline fra loro. Non si può effettuare questa comparazione senza tener conto del fatto che il CCIF, che non funzionava praticamente durante l'anno scolastico, aveva un ritmo assai sostenuto di lavoro, il che costituiva per esso un mezzo per guadagnarsi un pubblico e per mantenere un quadro ampio di relazioni. Per lungo tempo il Centro 'ha organizzato quasi un dibattito per settimana, il che di per sé ta a significare che non tutte le riunioni potevano avere la stessa importanza ed esigere il medesimo lavoro di preparazione. Per certe discipline, la messa a punto del dibattito era senza problemi perché gli oratori erano facili a trovarsi o le implicazioni religiose senza grandi conseguenze: sono naturalmente quelle che comportano il più gran numero di dibattiti. Così può essere spiegata, in maniera apparentemente paradossale, la costante abbondanza relativa a dibattiti strettamente religiosi, nonché - in un certo periodo - di 'dibattiti letterari e artistici. In effetti, molti dei dibattiti strettamente religiosi sono dei dibattiti di celebrazione o di volgarizzazione a uso interno per i quali i conferenzieri erano facili a trovarsi: bastava qualche chiamata telefonica a dei preti amici del Centro. L'importanza relativa dei dibattiti letterari e artistici, se traduce il desiderio dei cattolici d'essere presenti nel settore letterario, 'può essere dovuta anche alla parte accordata alla celebrazione degli scrittori cattolici e al fatto che l'arte e la letteratura costituirono dei terreni più neutri che altri. Paradossalmente (messe a parte certe facili percentuali che, come per il diritto o la medicina, traducevano una evidente mancanza d'interesse), è
nelle discipline meno trattate che sarebbe forse fondatò ricercare la più forte percentuale di preparazione richiesto, cioè al carattere la modesta quantità relativa dei dibattiti essendo allora dovuta al più importante lavoro di preparazione richiesto, cioé al carattere « delicato » del dibattito o, il che è lo stesso, all'importanza del tema. Se i dibattiti costituiscono un nostro punto di riferimento privilegiato in' rapporto agli articoli di Recbercbes et débats e ai temi della Settimana, è perché essi rappresentano l'attività non solamente più normale e importante del Centro ma anche e soprattutto la più significativa dal punto di vista del dialogo tra Chiesa-Mondo. In effetti, in un processo di ricostruzione, la fase privata è più significativa che la fase pubblica, e quanto ad ef ficacia l'informale la spunta sul formale: più una fase è pubblica e formale, meno è strategicamente importante. Dopo la fase privata di negoziato (pranzi, riunioni, ecc.) i dibattiti sono la meno formale delle attività pubbliche del CCIF. Come gli incontri conviviali erano più significativi del « negoziato» in corso che la manifestazione pubblica che essi preparavano, i dibattiti sono più rappresentativi degli articoli di Recherches et débats o le sedute solenni della Settimana Intellettuare dei Cattolici °. Avendo minore pubblicità che le Settimane, non erano destinati ad essere pubblicati e, di conseguenza, erano meno sottoposti all'attenzione gerarchica, essi esigevano meno che altre manifestazioni l'autocensura degli oratori. 'Essi erano una sorta di primo negoziato che preparava il negoziato formale dato come compito alle Settimane e tradotto negli articoli della rivista. Fin dai primi dirigenti del CCIF certe materie che si cominciavano a saggiare nei dibattiti, erano in seguito ripresi nelle Settimane o nella rivista. Se le Settimane e la rivista dànno piuttosto i risultati di un negoziato intellettuale temporaneamente con-
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Dibattiti che trattano esclusivamente soggetti religiosi.
2 Dibattiti che mettono in rappòrto la religione con altri soggetti (per en., religione e politica, ecc.).
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n ciuso e ne assicurano la diffusione, i dibattiti rappresentano meglio il processo stesso della transazione intellettuale . E' ai dibattiti che sono invitati i non credenti fin dal 1947. Le Settimane, che sono una celebrazione del pensiero cattolico prima di prendere più apertamente il tono del dialogo della Chiesa (la percentuale dei soggetti che ha legame diretto alla religione è del 66%) dovevano, molto più che altre manifestazioni, sottostare al controllo gerarchico e sacrificare all'impostazione ideologica che fosse consona alle istanze ufficiali della Chiesa. Ciò soprattutto prima del Concilio. Quanto a Recherches et débats, essa è piuttosto diffusa nell'ambiente cattolico e i non credenti non vi hanno quasi mai scritto. La percentuale degli articoli aventi legami con la religione è superiore a quella che si riscontra nei dibattiti. La tavola concernente gli articoli di Recberches e débats, oltre ai limiti generali segnalati innanzi, contiene delle insuilicienze proprie che riguardano la presentazione della rivista, pubblicata solitamente a numeri speciali intorno a un tema, con una parte di articoli iniscellanei su altri argomenti. Può darsi di conseguenza che la variazione di numero di articoli da colonna a colonna sia dovuto in parte al fatto che certi numeri abbiano 'più articoli che altri senza che ciò comporti maggior attenzione complessiva su un determinato tema. Fatte co munque queste ed altre premesse sulla validità dei temi, rimane che i dati della tavola concernenti gli articoli, confermano, nel più dei 'casi, le tendenze che si ricavano dalla tavola sui « dibattiti » e sono tuttavia in grado di segnalare alcune tendenze globali e alcune indicazioni, sui rapporti del CCIF con la Chiesa e con il campo intellettuale.
Il periodo del dopoguerra è così significa tivo in se stesso e per rapporto ad altri periodi. E' il periodo in cui l'interrogativo sull'uomo e sul suo posto •nella -storia è all'ordine del giorno in tutti i punti del campo intellettuale e conseguentemente gli intellettuali cattolici sentivano finalmente le loro speranze all'unisono con i problemi intellettuali del tempo. I dibattiti religiosi che rappresentano una forte percentuale (36,5%) - che è dovuta soprattutto ai di-
battiti che mettono in rapporto la religione con le altre discipline (24,7%) - ma, parallelamente, i temi di filosofia e di storia riuniti rappresentano solo un terzo degli argomenti trattati (33,4%). E' così nel dopoguerra che la psicanalisi, venuta dagli Stati Uniti, penetra in forza nel campo intellettuale francese. Già trattata nel periodo fra il 1945 e il 1947, essa diviene l'oggetto di molti dibattiti nel periodo 1947-1951 ma perde in seguito d'importanza. L'Enciclica Humani Generis (1950) dà il segnale della repressione condotta dal Sant'Uffizio e che andrà accentuandosi fino alla morte di Pio XII: si può qui vedere una diminuzione sensibile dei dibattiti religiosi nel periodo seguente e il forte aumento di dibattiti sulla letteratura (31%) che ha minori implicazioni religiose 8 A partire dagli anni Sessanta, la percentuale dei temoi concernenti la reliione 9 è in progresso costante sia nei dibattiti che negli articoli della rivista. Questa progressione è legata all'evoluzione del campo religioso. Gli anni 1960-1965 sono gli anni dell'euforia religiosa del Concilio. Dopo il 1968 molti dei temi religiosi sono discussi e messi in causa all'interno stesso del campo cattolico e il CCIF, quasi obbligato di apparire più pressato, accentua il suo sforzo in questo campo. Il numero degli argomenti religiosi che si chiedeva fossero studiati aumentano mentre i numeri della rivista, e soprattutto dei dibattiti diminuiscono in numero assoluto a partire da questo momento. Di conseguenza, la parte degli argomenti religiosi in rapporto agli altri temi non poteva che accrescersi in peso assoluto e relativo. L'evoluzione dei temi -profani trattati dal CCFI ha accompagnato l'evoluzione dei temi dominanti il campo intellettuale, e corrisponde all'evoluzione del reclutamento dei dirigenti e degli intellettuali del Centro. Si può sottolineare che una disciplina tradizio.
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13 nàle come il diritto è in decrescenza costante mentre l'attenzione data alla sociologia cresce con il tempo. Se il posto accordato alle discipline intellettuali classiche, come la filosofia, la storia, l'arte, la letteratura, diminuisce regolarmente e cade brutalmente in certi periodi, si constata in senso inverso l'aumento regolare della percentuale dei temi relativi alla società e alla cultura'°. L'espressione verbale, che è una espressione interessata (potremmo dire un « progetto ») della « fine delle ideologie », del declino delle « utopie », prepara e accompagna l'affermazione di un realismo gestionario. L'analisi teorica della società cede il posto alle impressioni sincretiche di senso comune (il mondo, la civilizzazione), che fondano il ritorno alle « utopie concrete ».
L'EVOLUZIONE DELLA PROBLEMATICA
Per avere una visione più significativa dei rapporti del CCIF con il campo intellettuale, è necessario andare al di là di queste tavole statistiche. Se si percorre la lista dei temi trattati dal CCIF nelle differenti epoche avendo riguardo all'evoluzione del campo intellettuale, si possono meglio cogliere i punti di riferimento che caratterizzano gli sforzi dei cattolici per controllare i nodi del campo intellettuale. Ma la lista dei temi mostra anche come i cattolici, all'insegna della frazione spiritualistica del campo intellettuale, sono in tutte le dispute che si aprono fra le differenti frazioni di questo campo. Nella lista dei dibattiti del periodo 19471950 si trovano tutte le tétes de chapitre delle interrogazioni intellettuali del dopoguerra, filosòfia della storia, umanesimo o positivismo, coscienza e conseguenze dell'azione, nonché le questioni che toccano i fondamenti filosofici (tornisti) dell'umanesimo cristiano. I dibattiti sul diritto si piaz-
zano anch'essi nella problematica della natura. Certi dibattiti concernono soprattutto le preoccupazioni cattoliche, come l'inserimento del cristiano nel mondo, altri implicano delle questioni religiose molto importanti, al momento per i cattolici: si tratti del dibattito scienza-fede e soprattutto del dibattito già antico sull'evoluzionismo (per lungo tempo colpiti dal problema, gli intellettuali cattolici più avanzati trovano infine nell'opera di Teilhard da Chardin la mediazione che permette loro di uscire da una posizione poco confortevole), o si tratti ancora della concorrenza più recente della psicanalisi sul terreno della « cura d'anime ». A partire dagli anni Cinquanta, il Centro accentua il suo sforzo in direzione degli altri settori della vita intellettuale e delle preoccupazioni intellettuali in senso largo, che dominano l'epoca. I quaderni di Recherches e débats fanno ampiamente il punto dei dibattiti e dei problemi in corso. Il CCIF segue da vicino la vita letteraria e artistica, accompagna la rinascita del teatro, organizza serate talvolta con proiezioni dei films che attraggono l'attenzione dei critici, s'interessa ai nuovi romanzi. I problemi sociali che si pongono in Francia a metà degli anni Cinquanta trovano nel Centro un osservatorio attento, ma si iscrivono in un contesto d'espansione economica che trova nel Centro una eco particolare. Nel campo politico l'attività del CCIF si svolge in due direzioni: l'impegno contro gli « eccessi della colonizzazione » e l'Europa, tema prediletto dai cattolici dopo gli anni Trenta. Non abbandona pertanto la ricerca filosofica e umanista e segue lo sviluppo delle scienze sociali mantenendo la guardia sul fronte della scienza e della psicanalisi. E' verso la fine degli anni Cinquanta che si opera in Francia una trasformazione profonda del campo intellettuale. Con lo sviluppo delle scienze sociali 11 si vede apparire un nuovo tipo di clientela e di doman-
14 da intellettuale, le imprese e l'alta Amministrazione, e parallelamente un nuovo tipo di intellettuale e di produzione intellettuale. La sociologia empirica di tipo americano prende il passo sulla sociologia che era predominante nel periodo precedente: inizialmente centrata sui problemi della classe operaia (sociologia del lavoro e sociologia industriale), essa risponde poi, via via adattandosi, alla domanda tecnocratica (sociologia dell'organizzazione e delle amministrazioni). Nell'euforia dello sviluppo economico, alla angoscia esistenziale e alle interrogazioni sull'Uomo succede il discorso planetàrio sulla modernità, la civilizzazione delle masse e dei loisirs, alle discussioni filosofiche sull'engagement e il senso della storia il discorso ottimista sulla crescita, il progetto di « razionalizzare » l'azione nella storia concreta, la prospettiva, il consumo, i media, le estrapolazioni sulla « società di domani ». Ormai le parole chiavi sono assai meno «l'alienazione » o la « libertà » che « l'organizzazione », « la pianificazione », « la partecipazione ». La dominazione intellettuale passa dal filosofo al « tecnocrate ». L'intellettuale umanista cattolico s'interroga meno sui grandi principi e tenta di più di realizzare l'umanesimo pratico integrando un progresso che tenga conto dell'uomo. Perdendo di altezza, l'umanesimo cristiano sembra così perdere qualcosa del suo sapore originale, da umanesimo cristiano si banalizza in semplice umanesimo. Ma in questa « secolarizzazione » non c'è la condizione, e il prezzo da pagare, della sua messa in opera in una società secolarizzata, la controparte della sua pretesa di occupare per se stesso tutto il posto dell'umanesimo? Questa « laicizzazione » non è la sua realizzazione civile? La rivista Esprit ha seguito assai rapidamente la corrente tecnocratica" che essa stessa ha contribuito a creare e a sviluppare, e le cui premesse ideologiche si rivelano
molto più in affinità con il personalismo che con le posizioni marxisteggianti della rivista negli anni Quaranta-Cinquanta. La Revue d'action populaire dei Gesuiti, organo di divulgazione della dottrina sociale della Chiesa, diviene Projet nel 1965. Il nuovo titolo, se significa continuità, è anch'esso da solo un programma e l'illustrazione più evidente della impostazione ideologica dell'epoca. Al CCIF, dove si possono di già percepire i segni delle nuove preoccupazioni intellettuali verso la fine degli anni Cinquanta e soprattutto a partire dall'inizio degli anni Sessanta, la lista dei dibattiti e degli articoli di Recherches et débats cambiano completamente d'aspetto. I grandi dibattiti filosofici e soprattutto letterari del periodo precedente si fanno rari e cedono il posto a dei seminari i cui titoli riassumono da se soli i luoghi comuni del nuovo credo ideologico, dell'evoluzione della classe operaia verso la riforma dell'impresa, dalla fine dei partiti politici alla fine dei contadini, dai media all'opinione pubblica. Sociologi come Michel Crozier, Edgar Morin o Alain Touraine, dopo un rapido passaggio a Esprit, fiancheggiano nel CCIF i più prestigiosi sostenitori della nuova ideologia, per la più parte di origine cristiana. Già della JEC, (Jeunesse étudiants catholique), della Revue d'action populaire o di Esprit, che, detentori di alte responsabilità nell'economia o nell'amministrazione, spesso anche professori a Sciences Po, specialisti della « prospettiva » e nuovi profeti dell'avvenire, questi intellettuali sono all'origine di molte iniziative tecnocratiche della Quinta Repubblica (come per esempio la fondazione della contabilità nazionale francese al Ministero delle Finanze). Si può d'altra parte trovare nell'Enciclica Quadragesimo Anno del 1931 l'enunciazione dei principi che assicureranno più tardi il •passaggio della carità cristiana tradizionale alla dottrina della ripartizione attraverso l'accrescimento della produzione e l'aval-
15 lo religioso della teoria della pianificazione. tecnocratica dal volto umano: « Dai principi posti dal Dottore angelico (San Tornmaso d'Aqu.ino), noi deduciamo senza fatica che colui che consacra le risorse più larghe di cui dispone
fessore a Sciences Po e alla Facoltà di Diritto), Roger Grgoire (consigliere di Stato, presidente della Commissione al Piano, membro del Consiglio dei Centre d'Etudes a sviluppare una industria, fonte abbondante di lavoro remuneratore, ogni volta che questo lavoro sia des revenus et des cots, ecc.), Bertrand impiegato a produrre dei beni realmente utili, prade Jouvenel (presidente-direttore generale tica in maniera rimarcabile e particolarmente appropriata ai bisogni del nostro tempo l'esercizio della della Société d'Etudes et de Documentation virtù della generosità » (S 110). &onomique, direttore della rivista Analyse « Allo stesso modo che non si potrebbe fondare l'uet Prévision, membro della Commissione nitù del corpo sociale sull'opposizione delle classi, così non si può attendere dal libero gioco della con1985 al Piano, ecc.), Pierre Massé (memcorrenza l'avverarsi di un regime economico ben ordinato. (...) Senza dubbio, contenuta nei giusti li- bro del Consiglio del Centre d'Etudes des miti, la libera concorrenza è cosa legittima e utile; revenues et des coùts, direttore del Piano, mai pertanto potrebbe servire di norma liberatrice professore alla Facoltà di diritto di Parigi, alla vita economica. I fatti l'hanno abbondantemente provato dopo aver messo in pratica i postulati ecc.), Jean Saint-Geours (ispettore delle Fid'un nefasto individualismo. E' dunque assolutamente necessario ricollocare la vita economica sotto la nanze, direttore generale del Crédit Lyonlegge di un principio direttivo giusto ed efficace » nais, amministratore della SNIAS e di mol(S 149). te società, professore a Sciences Po e alE' dopo gli anni Sessanta che si vedono l'Ecole des Hautes Etudes Commerciapartecipare ai dibattiti del CCIF i princi- les, ecc.). pali ideologi della tecnocrazia quali Fran- A partire dal 1965 essi si affiancano o rimois Bloch-Lain (membro del Club Jean piazzano nelle Settimane dei cattolici i ma2Moulin, ispettore generale delle Finanze, tres à penser classici dell'intellighentsia catpresidente del Credit Lyonnais, amministra- tolica. E' così, per esempio, che oratori deltore di molte grandi società, membro del la seduta « Morale, storia e società » (SIC consiglio di Amministrazione dell'ORTF, 1966) sono Pierre Massé e Georges Vedel membro del Consiglio Superiore del Piano, (professore a Sciences Po e decano della professore a Sciences Po, ecc.), Jacques De- Facoltà di Diritto), alla seduta « Dove inlors (membro della CFTC e della Vie Nou- contrare Gesù Cristo oggi? » (SIC 1968) vele, del Commissariato al Piano, più tardi si vede fra gli oratori Claude Gruson (ispetpensatore della « nouvelle societé » al se- tore generale delle Finanze, già direttore guito del Primo ministro Jacques Chaban- dll'INSEE, presidente del Centre de ReDelmas, attualmente professore al Centre cherche et Etudes sur la consommation, preDauphine e presidente del Club Echange sidente di molte società, direttore di studi et Pro jets, [attualmente Ministro dell'Eco- all'EPHE, ecc.) e alla seduta intitolata « Fanomia del Governo Mauroy, dopo l'elezione re la città felice » (SIC 1970 che aveva per del Presidente Mitterand, Ndr]), Paul De- titolo generale « Sì alla felicità ») dànno la louvrier (ispettore generale delle Finanze, replica finale, nell'ordine: Jean Boissonnat presidente dell'EDF, membro del Consiglio (già dell'JEC direttore di Expansion, prod'Amministrazione dell'ORFT, professore a fessore a Sciences Po), Paul Delouvrier, Sciences Po, ecc.), Jean Fourastié (del Com- E. Decarnps (già della JOC [Jeunesse oumissariato generale al Piano, membro del vrière catholique], presidente della CFDT), Comitato dei programmi dell'ORTF, profes- Jean - Marie Domenach e il Cardinale Marsore a Sciences Po, al CNAM e direttore ty. Non è un caso se il nuovo periodo è madi studi all'EPHE, ecc.), Georges Lavau gurato al CCIF da un Colloquio e da un nu(del Club Jean Moulin e di « Esprit », pro- mero di Recherches et débats che è consacra-
16 to nel 1962 a Teilhard de Chardin' 3 la cui opera, condiiando la trascendenza e lo sviluppo, Fede e fede nel progresso, gioca nella nuova fase il medesimo ruolo di mediazione fra religioso e profano che avevano giocato nel passato le opere di Maritain o di Mounier opere che avevano permesso. ai cattolici di ritrovarsi su temi comuni con gli umanisti di qualsiasi sponda. Se le opere di questi ultimi, avevano permesso agli intellettuali del €CIF di. trovarsi pienamente nei dibattiti .i cui titoli potrebbero fare ugualmente da soggetti di una « a,grégation » di filosofia, Teilhard de Chardin inaugura e assicura il passaggio ai temi di un esame orale all'ENA o a Sciences Po. Il CCIF aveva anche organizzato, come s'è detto, dei dibattiti intorno a libri importanti, spesso in presenza dei loro autori 14 , e delle serate consacrate all'omaggio, alla volgarizzazione o alla discussione dell'opera di uomini celebri, filosofi, scrittori, artisti 15 . Queste serate, assai numerose fino al 1960, sono diveniste assai rare nel seguito.
STABILITÀ E MUTAMENTI DELLA FEDE
La grande diversità e il rinnovamento dei temi profani trattati dal CCIF contrastano singolarmente con l'uniformità e l'invariabilità dei temi religiosi. Il constatarlo porta a fare la. distinzione fra l'evoluzione del campo intellettuale e gli argomenti di difesa delle posizioni, fondamentali della fede nei confronti del mondo, la cui ortodossia si vuole stabilire una volta per tutte e i cui temi fondamentali sono in numero limitato. Ad alcuni anni d'intervallo, a parte le attività di informazione e di volgarizzazione a uso interno su dei punti di dottrina (scrittura-esegesi, spiritualità, storia della Chiesa, ecumenismo, stato del cattolicesimo in altri paesi), ci sono sempre i medesimi temi religiosi che esprimono i nodi fondamentali della fede confrontati al mondo: la Chiesa, i rapporti della fede confrontati al mondo: la Chiesa, i rapporti della fede con il mondo, l'esisten-
za di Dio o la trascendenza, con i differenti problemi che vi sono legati (rapporto fede-scienza come nodo centrale 'la ,questione dell'origine della vita che pone il 'problema della casualità), la conoscenza (rapporto mistero-ragione); la pratica cristiana, cidè il nodo della morale e. soprattutto l'esistenza . de,l peccato e dunque della necessità della •salvezza I temi religiosi della SIC, che erano la manifestazione più rappresentativa dell'affermazione della fede nei confronti dél mondo, hanno nella loro quasi totalità un asse centrato intorno a queste problematiche. Si potrebbero classificare i titoli delle' Settimane in alcuni principali: il soprannaturale e il rapporto del soprannaturale al temporale 17, la conoscenza del soprannaturale 18 Chiesa e religione 19, la morale 20 la scienza attraverso i problemi della vita ,. Se invece di guardare al tema generale di ciascuna Settimana, si prendono in conto differenti titoli di ciascuna riunione, si nota che il ritorno dei medesimi temi è ancora più frequente al punto che si può ritrovare nel corso delle sedute di certe Settimane tutte queste problematiche riunite. Ma il fatto che gli stessi temi ritornino tutte le volte non significa che gli intellettuali cattolici intendano salvaguardare un approccio immobilista della loro fede. Se i problemi restano i medesimi nel fondo il rinnovamento si manifesta nel modo di poni. Le differenze di formulazione sono allora degli indici che testimoniano delle concessioni della fede al pensiero profano nel corso del tempo, cioè, in definitiva, delle modificazioni della fede stessa. Così nel 1949 si pone la fede come dato primario e si parla dei « cammini della fede » 22, nel 1971 ci si interroga e si parla di « fede dubitata » e di « ambiguità del sacro »; nel 1950, si parla di « determinismo psichico e vita della grazia », nel 1953 di « psicologia profonda e senso di Dio» e nel 1965 di «scienze umane e condizionamento della fede »; nel 1950, si parla di « biologie
17 e trascendenze », nel 1957 di «biologie e umanesimo »; la Settimana del 1956 parla di « peccato » - le sedute si articolavano intorno ai peccati capitali: «il piacere e la passione », « l'avarizia e il mondo del denaro », « il potere, l'odio e la violenza » e si termina su « la conversione del peccatore, gloria di Dio »; nel 1960, si parla del « disordine dell'uomo », del «normale e del patologico », del « deregolamento del senso del prossimo » e ci si interroga per sapere se è necessario « rivedere la nozione del peccato »; nel 1966, si fa questione della « crisi della morale », della « morale davanti alla biologia e alla psicanalisi » e ci si domanda: « cambia la morale cristiana? ». Nel 1959, si parla di « scienza e mistero », del «'senso del mistero », nel 1969, di « scienze e verità », di « crisi della verità ». Nel 1950, si dice « teologia della croce, teologia della gloria », nel 1970, « felicità e beatitudine ». Nel 1954 « l'uomo è votato alla morte », nel 1970 «l'uomo e il suo desideiro », « fare la città felice ». Mentre nel 1955 i titoli delle sedute sono quasi degli inni alla gloria della Chiesa, nel 1969 si osa domandare: « la Chiesa: ostacolo o via d'accesso alla verità?». Si potrebbero dare altri ,esempi e ritrovarne altrettanti nei dibattiti e nella rivista 23
OCCUPAZIONE E' PREOCCUPAZIONE
Se si aveva convergenza globale tra i cattolici e il campo intellettuale nel campo dei temi che meritavano d'essere trattati, il confronto più dettagliato fra le produzioni del Centro e le produzioni intellettuali del medesimo tipo permettono di rendersi meglio conto dell'importanza accordata a un tema, delle sfumature di formu'lazione, della differenza degli angoli' di approccio e anche dei silenzi che sono ugualmente indici delle differenze di valore secondo il tema e l'importanza del soggetto per i cattolici. Per questo noi abbiamo formulato una ta-
vola comparativa delle materie trattate. dal CCIF e dalle riviste Esprit e Les Temps Modernes, di cui alcuni estratti .sono riprodotti qui di seguito. Si è raggruppato in tre colonne per tema e per ordine cronologico nll'interno di ciascun tema, tutti gli argomenti trattati che sono comuni al SCCIF e all'una o all'altra delle due riviste 24 La comparazione dei pieni e dei vuoti d una .prima indicazione generale sull'interesse ,che viene dato ad una e all'altra questione da ciascuna delle tre fronti 25 Il carattere strettamente laico di Les Temps Modernes appare in evidenza: la sua colonna è quasi vuota per tutti i temi religiosi, per le voci « politica e religione » e per < ateismo ». Esprit occupa una posizione intermedia fra le due altre riviste: meno preoccupata dal religioso che non il CCIF, essa lo è più che non Les Temps Modernes. Per ciò che concerne i soggetti, i temi e gli argomenti profani noi troviamo così nello spazio accordato dalle tre fonti delle differenze d'interesse significative. Si può ancora sottolineare una posizione più laica di Les Temps Modernes nel suo scarso interesse per i problemi sociali che sono affrontati sotto l'angolo dell'assistenza sociale più che dell'analisi politica: l'alcolismo, 'l'infanzia handicappata, le prigioni, la prostituzione, i problemi della gioventù, dell'edilizia, ecc. Nel campo dell'arte e della letteratura non ci sono differenze notevoli ma ogni rivista tratta più abbondantemente gli autori più vicini alla propria sensibilità. Come è assai più spesso trattato da Les Temps Modernes che da Esprit e dal CCIF. Ma Les Temps Modernes parla di più di Brecht, Esprit di Peguy e Claudel e il CCIF di Claudel, Graham Greene e Mauriac molto più che le altre due riviste. Lo stesso avviene per i filosofi: se Heidegger ha gli onori di Les Temps Modernes e del CCIF, il che potrebbe essere significativo dell'ambivalenza della sua opera, e se Esprit s'interessa a Nietzsche nello
18 stesso modo che Les Temps Modernes, ma più tardi, le preferenze di Esprit vanno a Mounier, Teilhard de Chardin e Pascal, quelle del CCIF vanno a Teilhard de Chardin, Mounier, Biondel, Pascal e Maritain, questi tre ultimi autori non interessano invece a
Les Temps Modernes. Merleau-Ponty che era stato « tala » all'Ecole Normale Supérieure prima di staccarsi dal cattolicesimo, interessa il CCIF e Les Temps Modernes ma non nello stesso momento. Nella rubrica « civiltà/cultura », si nota che Les Temps Modernes accordano meno posto che Esprit e CCIF ai concetti globali risultanti più dal senso che dall'analisi o ai termini che permettono meno un'analisi teorica, quali « civilizzazione di... », «mondo », termini che derivano dalla sensibilità cristiana. Les Temps Modernes s'interessano anche meno che le altre due riviste alla civiltà urbana », e diffidano dei temi alla moda se essi vengono da destra: non pàrlano della fine della classe operaia né della fine dei contadini e assai poco di cibernetica o di « perspectives ». Ma i temi ideologicamente ambivalenti come l'umanesimo e la storia ottengono l'attenzione delle i-re forze, con una preponderanza nel CCIF, e quasi negli stessi momenti. Per contro, vi sono dei temi ai quali il CCIF e Les Temps Modernes accordano un posto inversamente proporzionale. Ciò avviene per i problemi come la querelle del positivismo o del reale e soprattutto la libertà che tocca al fondamento dell'umanesimo cristiano e al quale il CCIF consacra più spazio che non Les Temps Modernes. L'inverso avviene in tutte le rubriche a colorazione politica: razzismo, colonialismo, comunismo, movimento operaio, rivoluzione, socialismo, terzo mondo, e quasi tutti i paesi stranieri, soprattutto Cuba, Indocina, Israele e Vietnam sono i temi di cui Les Temps Modernes trattano molto più abbondantémente che le altre due. I soli paesi ai quali il CCIF s'interessa più
spesso che Les Temps Modernes sono assai poco caratterizzati politicamente (tratta del Canada francese o dell'India), e il solo tema politico al quale il CCIF dà più spazio che Les Temps Modernes è l'Europa. Per lo spazio relativo che è accordato a tUtL ti i temi precedenti, Esprit si situa quasi sempre in una posizione intermedia talvolta più vicino al CCIF (per civiltà / cultura, libertà, razzismo, rivoluzione, cibernetica), talvolta più vicino a Les Temps Modernes (per il colonialismo, il movimento operaio, il socialismo e i paesi stranieri). Concede più spazio che le altre due all'urbanesimo, al comuhismo, al terzo-mondo, al Canada, all'India, alla Cina, all'URSS e soprattutto al personalismo che non sembra affatto interessare Les Temps Modernes. La percentuale relativamente alta dei temi politici trattati dal GCIF potrebbe indurre in errore circa il suo interesse per questo campo, soprattutto per il suo impegno. Anche se, secondo i propositi dei dirigenti, si trattava di essere « sempre presenti nell'attualità politica », il CCIF si è più interessato ai problemi di scienza politica che ai problemi politici propriamente detti. Se la rivista Esprit è passata dalla discussione sull'impegno verbale, il CCIF è sempre rimasto alle riflessioni sull'impegno, con distacco dalla politica concreta, ritenendo che non era nel suo ruolo prendere precise posizioni. Dopo una delle nostre interviste questo problema è stato spesso oggetto di controversia fra Jean-Mane Domenach e Remi Rémond nel corso dei -pranzi di lavoro al CCIF. Un bollettino interno del novembre 1953 faceva il punto sull'atteggiamento del Centro riguardo alla politica. Gli intellettuali cattolici riconoscevano che dovevano intervenire in quanto tali negli « avvenimenti della vita politica, sociale, economica, internazionale, quando vengono a toccare la nostra coscienza di cristiani e a provocare la sua reazione» e definirono alcuni principi d'azione «Gli interventi sul piano dell'attualità politica saranno eccezionali. ( ... ) Essi non potranno essere motivati che dalla consapevolezza che un principio essenziale della morale cristiana26 , che un valore cristiano fondamentale di giustizia e di carità, o di dignità o di libertà dell'uomo ( ... ) si trova tutto ad un tratto minacciato o misconosciuto ».
La sola occasione che gli intellettuali del CCIF avevano trovato per applicare questi principi alla politica francese fu la decolonizzazione, e ancora il loro bilancio resta abbastanza magro a fronte delle colonne di
-
LES ThMPS MODERNES
ESPRIT
CCIF
Algeria
Algeria
Algeria
L'Algeria non è la Francia (DOS) Un problema politico: la scolarità in Algeria Il nazionalismo algerino in marcia verso lunità Nazionalismo algerino: il senso di una rivoluzione La «pacificazione » in Algeria Algeria: miti e realtà (DOS) Il « libro bianco » delle sparizioni in Algeria (DOS) Sparizioni e torture in Algeria (DOS) L'Algeria... (DOS) L'alienazione colonialista e la resistenza della famiglia algerina La stampa di Parigi dopo il .putsch algerino I sottoproletari algerini L'avvenire della cultura algerina Riflessioni sociologiche su nazionalismo e cultura in Algeria Autogestione e lotte di classe in Algeria Algeria, atto primo
nov.
55
apr.
56
giug.
56
sett. mag.-giug. feb.-mar.
56 58 59
sett.
59
ott. mar.-giug.
59 *60
giug.
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giug. dic. ott.
61 62 63
mar.
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giug. feb.
.63
65
* Agosto-settembre '60: dichiarazione sui- diritti all'insurrezione in Algeria (in « numero speciale censurato »).
Il dilemma algerino ott. L'Algeria conquistata e pacificata apr.-giug. Situazione in Algeria feb. L'Algeria unanime ott La svolta algerina ott. Il patriottismo contadino in Algeia mar. L'Algeria con la Francia mag. Fermiamo la guerra d'Algeria lug.-ag., (DOS) nov. Negoziare in Algeria (DOS) mar.-giug. I negoziaii in Algeria (CR) genti-mar Algeria ecc. (G) apr. Algeria mag. Come funziona la giustizia in Algeria rnag. Algeria ecc. (G) ott. Algeria (DOS) mar. Una Algeria vivibile apr. Il dialogo franco-algerino - feb. L'Algeria e l'insubordinazione (G) ott. Per la pace in Algeria (DOC) nov. Algeria, guerra e pace (n° SP) genn. L'OAS e l'Algeria mag. Il dopoguerra (Algeria) (DOS) ott. L'Algeria algerina mar. Cultura algerina e cultura •francese (CR) mar.. Tornando sulla guerra d'Algeria (tavola rotonda) ott.
58 . L'Algeria (D,A) ' 50 La tragedia algerina (D) 51 La prova algerina (A) 51 51
ag. nov.-dic. mar.
55 57 60
55 55 55 56
Abbreviazioni
57 57 57
A , CF CR CR,, TD
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DD, A .
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DOC DOS G n° Sp.
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S TD Tes. Titolo S
Articoli su « Recherches et Dbats » Conferenza Cronaca Corso seguito da resoconto su « Travaux et Docuinents» Dibattito Dibattito seguito da resoconto su « Recherches et Débats» Documento Dossier Giornale Numero speciale Seduta della SIC Articoli su « Travaux et Documents » Testimonianza Titolo della SIC
72 72 pesentio qui, alcuni estratti di una tavola di materie cornparative complete di « Temps Modernes », « Esprit » e del CCIF, che è stata pubblicata integralmente in J. Tavares, LEglise catholique et les intellec:uels..., EHESS, Parigi 1980, tesi dattiloscritta. (
LES TEMPS MODERNES
ESPRIT
CCIF.
Brasile
Brasile
Brasile
Il Brasile paese « cristiano » Brasile (n° SP) La lotta armata in Brasile (DOS) La denazionalizzazione dell'industria La guerriglia urbana in Brasile La natura di classe dello Stato brasiliano Contro la repressione in Brasile
nov. ott. nov.
62
mar. nov.
70 70
.nòv. ott.
71
67 69
-
sett. genn. iug.-ag. giug.
62 66 67 72
La formazione religiosa del Brasile
50
73 Civiltà e cultura
Civiltà e cultura
Civiltà e cultura La civilizzazione tecnica Ambiente e progetto di civiltà Per una cultura senza demagogia Controcultura e militanza politica Quando la propaganda divora la cultura
Il Brasile e la rivoluzione Il Brasile Brasile 1967 (due articoli) Il sub-imperialismo, brasiliano
feb. nov. giug. febb.
52 72
ott.
73
65 71
La civiltà del « digest» (DOS) lug. I cristiani verso una civiltà del lug. lavoro genn. I paradossi della civiltà , ott. Lavoro e civiltà lug. L'estero e la cultura francese La secolarizzazione obbligata e i apr. problemi della ailtura popolare geiin, Politica e cultura feb. L'avvenire della cultura classica Civiltà universale e cultùre •nazio-' ott. nali ' L'azione culturale dei comitati di giug. impresa Sviluppo e movimento delle cui- ' mag. ture Il cristianesimo nella cultura congiug. temporanea ott. La cultura Politica e azione culturale mag. Il Mondo non è assurdo feb. Mondo cristiano-Mondo moderno ag. (n° SP)
48
52 53 56
45 47 48
55 61 69 70 71 72 73
45 46
Cristianesimo e civilizzazione Verso una civiizzaz. dei redditi fissi (CF) Fede cristiana e civilizzazione Verità ed equivoci della civiltà cristiana (S) La Chiesa non teme la civiltà della tecnica (S) Il cristiano crede alla civiltà (D) Riflessioni critiche sulla civiltà del lavoro (A) Le chanohes dell'uomo in una civiltà industriale (A) Verso una civiltà nuova (D) Verso una civiltà mondiale (S) La nostra civiltà è malata (S) Cattolicesimo 'e civiltà occidentale (.A) Civiltà del tempo libero (S) Processo di civiltà (A) Una 'organizzazione mondiale della cultura (CF) Scienza e cultura (D)
apr.
45 46147
mag.
49
nov.
55
nov. dic.
55 55
genn.
56
genn.
56
nov. nov. dic. nov. mar.
57 58 60 61 62 ' 69 46/47
51
Civiltà e cultura
Civiltà e cultura L'espropriazione del Mondo (CR) ott. Chiesa e Mondo feb. Fine dell'uomo e fine del mondo mar Nuovo Mondo e Parola di Dio (n° SP) ott.
Civiltà e cultura 64
65 66 67
•
Scienza e cultura o il problema dell'umanità mondiale (D) Aldilà della cultura universitaria (A) La scienza in una filosofia della cultura (A) Sulla acculturazione di una cultura scientifica (A) La cultura scientifica è una cultura femminile (A) Le grandi scuole formano gli uomini colti Europa e cultura (A) La cultura in un mondo che si unifica (A) Sapere e volgarizzazione ( n o SP) (democrazia e, per 'una 'fioosfia di, RTF e, progressione di, diffusione di, ecc.) La Chiesa e la cultura (D) La cultura e i nuovi modeffi diffusi del pensiero (A) La nostra cultura è borghese? (D) L'incontro delle culture è possibile? (D) Una teologia della cultura: Illich
51 lug.
54
ag.
55
ag.
55
ag.
55
ag. feb.
55 58
mag.
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giug.
62 65
(D)
• •
Fede e cultura moderna (D) Il valore del mondo per il cristiano(D) Visione sacramentale del mondo (D) L'Uomo nel Mondo e davanti a Dio (D) • Dio nel Mondo d'oggi (S) ' nov. La Chiesa crede nell'avvenire del Mondo•• nov. Presenza di Dio nel• Mondo che cambia
67 69 70 71 72 48
53 53 53 55 60
LES TEMPS MODERNES
ESPRIT
CCIF:
Colonialismo
Colonialismo
Colonialismo
I paesi colonialisti: analisi strutmar. turale e strategia rivoluzionaria •mag. La gioventù coloniale (DOC) L'etnografo di fronte al colonialiag. sino L'equilibrio sociale e il fenomeno set. coloniale giug. Logica del colonialismo Patto coloniale e democrazia giug. Dal colonialismo al razzismo... sett. Il colonialismo e la concezione ecogen.-feb. nomica lug. Le 301 voci di Mendès-France Il colonialismo yankee... in Ame•mag. rica Latina Mendès-France o delle ambiguità gen.-feb Un bilancio del colonialismo franapr. cese: Africa Nera Colonialismo e razzismo in Algeria nov. mar.-apr. La morte delle colonie mar.-apr. Il colonialismo è in sistema Ritratto di un colonizzatore di buoapr. •na volontà mar. Gollismo e neo-colonialismo L'alienazione colonialista... Algeria giug.-lug. mar. Il crimine del colonialismo Decolonizzazione e rivoluzione apr. (CR) Israele, fenomeno coloniale giug. L'Africa ricolonizzata? apr. Lo Stato nelle società post-colosett.-ott. niali A proposito del colonialismo eco- logico (in riferimento al...) apr.
47 49 50 51 52 52 52 53 54 55 55 5 56 56 57 61 61 62 62 67 67 72 73
L'emancipazione dei popoli colonizzati (in DOS « L'Union Frasilug. aise») Umanesimo contro le guerre co- apr. loniali (DOS) Colonialismo e feudalità in Algeapr. ria lug.-sett. Mendès-France Il cammino della decolonizzazione sett. Mendès-France, i cattolici e la poott. litica genn. I frutti della colonizzazione Gli studenti e il problema colo- giug. niale (G) apr. URSS e rivoluzione coloniale La decolonizzazione feb. •mag. Socialismo e anti-colonialismo I cooperatori e la cooperazione ( no ag. SP) Il fenomeno coloniale in Amenott. ca del Sud 1
Colonialismo e càscienza cristiana (n° SP) (i cattolici e, politica Codic. lonialista dei papi, ecc.) 49 Colonialismo e coscienza cristiana: l'Africa Nera (D) 59 La Chiesa e la colonizzazione (Africa Nera) (D) 54 I cattolici e MendèsFrance (D) nov.-dic. 54 54 La Chiesa e le aspirazioni dei popoli d'Oltremare (D). nov. 54 Aldilà dell'era coloniale (S) 55 Il neocolonialismo mito o realtà (D) 56 Il .CCIF e la decolonizzazione (A) apr. 57 58 60 70 71
53 53 53 54 58 58 63 66
LES TEMPS MODERNES
ESPRIT
CCIF
Comunismo
Comunismo
Comunismo
Comunismo, anticornunismo Io so di essere comunista Sociologia del comunismo Ritratto del comunismo Il comunismo e la pace Il comunismo I comunisti e la pace I comunisti e l'avvenire del socialismo Comunismo e Terzo Mondo Le tre correnti del comunismo
lùg. lug. dic. mar. Iug. nov. apr. sett. genn. feb.
48 Superamento del comunismo. 49 Una svolta della tattica comunista? 49 52 Della necessità del comunismo Il comunismo davanti a noi (DOS) 52 Comunisti e cristiani 53 Il decreto del Sant'Uffizio sulla 54 adesione al PC e i PC (CR) La Chiesa e il comunismo visti dal57 l'Europa O. 61 Gli intellettuali e il comunismo 64 Domande al Partito comunista (DOS) Revisioni del comunismo (DOS) I comunisti al bivio (DOS)
Europa
Europa
Discussione sul Piano Marshall: opinioni americane gen. L'esercito « europeo » contro l'Europa dic. Economia europea e economia mondiale ott. La rivolazione culturale in Europa lug. Lotta di classe e unità europea febb.
Le due facce del federalismo europeo (DOS) L'Europa e la pace Significato del Piano Schumann (CR) La falsa Europa Crisi dell'Europa L'Europa e l'avvenire La scelta dell'Europa (DOS) Il silenzio dell'Europa (DOS) L'Europa e la sinistra Il ritardo tecnologico dell'Europa L'altra Europa (Est, Ovest) (DOS) L'Europa e la riunificazione tedesca L'Europa dopo la guerra fredda (DOS).
53 54 69 73
dic. apr. ag. feb. feb.
44 La Chiesa comprende e rifiuta il comunismo nov 45 Nazionalismo e comunismo (S) nov
55 58
45 46 46
ag. sett. lug.
49
ott. mar. mag.
66 70 70
55
Europa nov. giug.
48 50
ott. apr. ag. ag. feb. nov. genn nov.
50 60 63 64 67 67
feb.
68
mar.
68
clic.
53 59
72
Per una ricostituzione spirituale dell'Europa (S) Verso gli Stati Uniti d'Europa: il problema economico (A) Verso gli Stati Uniti d'Europa: il contenuto sociale del federalismo (A) Strasburgo sede del Consiglio di Europa (A) L'Europa senza confini (D, A) L'Europa vista da Dandoeng (A) Quale Europa? (D, n° SP) L'Europa e il diritto sociale di domani (D) L'Europa a proposito della Settimaria Sociale (D) Il piano Schumann (A)
apr.
48
feb.
49
apr.
49
ag. mag. ag. 57/feb.
49
55 55 58 58
ott.
62 53
LES TEMPS MODERNES
ESPRIT
Storia
Storia
ott. Sul concetto di storia La tragedia e la commedia della flOV. storia lug. Responsabilità e storia lug. Qual è il passato storico (CR)
47 -
49
58 59
.
CCIF
Storia
Marxismo e. storia La Storia (CR) Sguardi sulla storia (CR) Storia e mistero (CR) Antropologia strutturale e storia .
giug. nov. feb. ott. nov.
48
55 56 63 63
Teologia e storia (D) Il materialismo storico è nel senso della storia (D) Concezione. soprannaturale della storia (D) Storia, conoscenza o mistero (IY, A) Filosofia della storia (n° SP) Profezia, provvidenza, e storia (5) La storia e lo storico (no SP) .
.
ott. Le delusioni della libertà iug. Libertà e libertinaggio Le piccole isole della libertà (Tes) nov. feb. Situazioni della libertà (CR) giug. Libertà sorvegliata (CR) Il potere, il socialismo e la storia giug.-lug.
45 49 49 67 67 71
L'avvenire della libertà Libertà e rivoluzione economica La libertà politica del cristiano Integralismo e libertà La libertà del credente Libertà La libertà rubata La libertà non si sviluppa in rosso La necessità della libertà
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48 54
55/mag. ott. giug. giug.
56 56 63 64
Libertà
Libertà
Libertà
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giug. dic. mag. feb. apr. mar. sett. ott. apr.
46 46
52 53 59 68 68 68 69.
45/46 mag. 46 Libertà e dogma (CR, TD) Libertà e determinismo, libertà e 45/46 psicanalisi (CF) La libertà dell'arte e della letteratura di fronte alla fede (S) mag. 49 Libertà e autorità nella Chiesa (A) ag. 49 Pressione sociologica e libertà umamag. 50 na (5) La Chiesa e la libertà (A) nov. 51 La Chiesa e la libertà (titolo S) (libertà e fede, arte, letteratura, 52 scienza, ecc.) mag. Cristianesimo e libertà (n° SP mag. 52 ripreso D) Sociologia della libertà (D) 53 Il Problema scolastico e la libertà (D) 53 L'evoluzione economica e la libertà umana (D) 53 Sociologia della libertà (CR) lug. 54 61 Autorità é libertà (S) nov. Lacordaire: la Chiesa e la libertà (D) nov.-dic. 61 -
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Libertà
Libertà
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Libertà
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Prospettiva e. libertà (5) Saggi sulla libertà religiosa ( no SP) (esigenza della libertà religiosa (D)) Libertà del cristiano (.S) La Chiesa' e 'la libertà (D) Legge e libertà (humanae vitae) (D) Verità e libertà (5) Censura.è libertà d'espressione (n° SP)
Movimento operaio Il proletariato come eroe e come ruolo Dati e problemi della lotta operaia (h° SP) ' Problemi dei movimento operaio ('n° SP) . Problemi del mondo operaio (n° SP) Problemi del movimento operaio (n° SP) Sul problema della dittatura del proletariato Una fabbrica chiude i battenti (DOC) ' Dittatura del 'proletariato, classi sociali e ideologia politica
Movimento operaio giug.
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sett.-ott.
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ag.-sett.
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dic.
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Verso l'unità operaia Condizioni 'della lotta operaia nel 48 Il proletariato, mito o realtà Condizioni proletarie e lotte operaie I lavoratori e la loro storia (DOS) '
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mar. .sett.
48 49
lug.-ag. dic:
' 51
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nov.-dic mar.
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mag.
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Movimento operaio ' Lavoro Privò di coscienza e co'scienza operaia (D) Il movimento operaio (A) genn. Soluzioni operaie: iiforma o rivoluzione (A) .genn. 'c'è ancora una classe operaia? (A) clic.
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26 Esprit o di Les Temps Modernes. Se alcuni dei loro dibattiti hanno avuto una grande eco nella stampa è perché degli intellettuali cattolici di gran nome, quale Franois Mauriac, si sono allora per la prima volta pubblicamente impegnati e nel senso che non era quello che da loro si attendeva. Il CCIF non s'interessa in generale alla politica degli altri paesi, e assai poco, quando si tratti di paesi « socialisti »: Cina, Cuba, Polonia, Jugoslavia. Per quanto riguarda i paesi stranieri, s'interessa soprattutto dei problemi della cultura, della Chiesa e del cattolicesimo, non alla politica. I casi più evidenti in rapporto a Temps Modernes e a Esprit sono quelli del Brasile, degli Stati Uniti e della Spagna. Contrariamente a Esprit, il CCIF non pai1a della Chiesa in Spagna che al momento in cui una parte di questa Chiesa, la frazione « conciliare », comincia a prendere le distanze dal regime franchista. Seguendo la strategia tipicamente clericale del linguaggio tacito, il Centro faceva conoscere o lasciava supporre che cosa pensava del franchismo non prendendolo come soggetto di dibattito ma invitando a parlare sulla Chiesa e il cattolicesimo degli intellettuali spagnoli anti-franchisti come José-Luis Arangurien o José Bergamin. E' necessario interpretare allo stesso modo l'invito fatto a Jacques Rabemananjara, uscito dalle prigioni malgasce da poco, di partecipare àlla Settimana cattolica del 1958. Lo stesso avviene per la Germania. Les Temps Modernes ed Esprit hanno pubblicato una serie di articoli politici su questo paesé fra il 1945 e il 1950. Nel senso della riconciliazione Esprit creava nel 1947 un Comitato di scambi con la nuova Germania 27 Il CCJF mostra il suo spirito di riconciliazione invitando alla Settimana del 1948 il professore tedesco Romano Guardini. I silenzi del CCIF, quando lo si compara a Esprit e a Temps Modernes, riguardano in gran parte la politica. Per non prendere che degli argomenti trattati dalle due riviste, si osserva il silenzio del CCIF
sui problemi della politica interna francese immediata (elezioni, sinistra, partiti di sinistra, repressione politica, polizia, obiezione di coscienza ecc.), i problemi politici d'ordine più generale (dittatura, fascismo, imperialismo, ecc.), e quasi tutti i grandi avvenimenti politici internazionali: non sono stati mai toccati temi come il regime di Salazar o la Chiesa portoghese, l'apartheid, l'Irlanda, il papolo palestinese, i regimi di dittatura di differenti paesi Sud americani, per non citare che le omissioni più evidenti. Il putsch cileno ha dato luogo a delle lunghe controversie fra i dirigenti del Centro che sono rimasti silenziosi e quei membri dell'Union catholique des scientifiques franais che, per iniziativa del Padre Roqueplo, avevano duramente condannato questo silenzio.
La comparazione della colonna del CCIF con le altre due conferma il fondamento dell'analisi in termini di differenti interessi. Esiste una differenza molto evidente d'interessi fra il CCIF e Les Temps Modernes e Esprit per ciò che concerne la scienza e la psicanalisi. Nel discorso cattolico sulla scienza, ciò che è in causa è la difesa dei fondamenti de]la fede e più largamente dell'umanesimo. Il nodo del discorso sulla psicanalisi sono i fondamenti della morale cristiana e le pratiche che questa pretende ancora oggi di regolare in modo prioritario, come la sessualità, con le incidenze che questi problemi possono avere sui settori in cui la gerarchia ha sempre fatto oggetto privilegiato della sua pastorale: il matrimonio e la famiglia (educazione dei fanciulli). Il CCIF ha dato alla scienza uno spazio considerevole (8 numeri di Recherches et débats e 2 Settimane). Quasi tutti i temi si ordinano intorno a due problematiche: scienza e fede, scienza e uomo o, in altri termini, creazione-origini, determinismo e libertà. Mentre parlano di psicanalisi (5 numeri di Recherches et débat e una Settimana, e in più numerosi dibattiti), gli intellettuali cattolici esaminano i rapporti che questa disciplina ha con la morale e l'educazione così come la spiritualità, dimostrandone la vocazione religiosa e l'affettività ascetica delle loro pulsioni nello spirituale.
27 URGENZA E DIFESA
Una lettura della tavola delle materie in termini di sviluppo nel tempo conferma la distinzione fra differenti impostazioni. Per stabilire il programma dei temi da trattare i dirigenti del CCIF « sentivano su quale settore convenisse lavorare » dopo « che questo era nell'aria », « che questo cominciava ad apparire », o « dopo che un articolo aveva fatto choc », « un'opera era appena uscita », ovvero tenendo conto dell' « attualità », delle « idee dei membri », delle « suggestioni esterne ». Se si analizza nella tavola l'ordine nel quale le tre riviste affrontano i diversi soggetti si nota che fra il CCIF ed Esprit si stabilisce una relazione precisa che conferma questa rivista nel ruolo d'informatore esterno privilegiato del Centro. Se i titoli di « civilizzazione/cultura » sono troppo vaghi per permettere una comparazione, si nota, studiando la data d'apparizione degli altri temi profani, che il CCIF si interessa il più delle volte dopo Esprit, con spesso un assai modesto ritardo, a tutti i temi che esigevano dal Centro una presenza intellettuale ma che non richiedevano di mettere in gioco la fede. In questo caso il CCIF segue il movimento intellettuale e tratta un tema tra quelli che venivano ad apparire nel campo intellettuale: lo si vede assai raramente precedere Esprit o seguire immediatamente Les Temps Modernes quando questa rivista ha per prima l'iniziativa. Per contro il CCIF non ha ritardi sui due altri filoni dell'« umanesimo », della « storia » o della « libertà » e soprattutto precede le altre riviste sui temi essenziali della fede: si occupa di psicanalisi per primo, abbondantemente e assai prima di Esprit, e così avviene per la scienza. Il CCIF precede ancora Esprit sul problema del matrimonio, ma lo segue sul tema del controllo delle nascite che Les Temps Modernes è stata la prima a trattare.
Il ritardo del CCIF su Esprit, • a proposito di questo argomento, è dovuto senza dubbio al fatto che si tratta di un problema « scomodo » che, malgrado le .posizioni ufficiali della gerarchia, non ha mai ottenuto l'unanimità anche fra i moralisti cattolici. Una comparazione tra gli argomenti religiosi trattati da Esprit e dal CCIF conduce a delle constatazioni significative sullo spazio e il ruolo rispettivo di queste due istituzioni nei confronti del campo religioso. Se il CCIF che si voleva all'inizio come centro intellettuale, resta soprattutto un centro cattolico, Esprit lascia solo trasparire delle preoccupazioni religiose che tradiscono . una appartenenza di fatto malgrado le smentite ufficiali. Les Temps Modernes affronta assai raramente dei temi religiosi e li affronta su. un piano critico 2 mentre Esprit si impegna. ad illustrare l'aspetto religioso a proposito di ogni tema 29 Alcuni dei maggiori dossiers religiosi sono stati ripresi al CCIF per una parte o per l'altra con gli stessi intellettuali Mentre Esprit dà ai temi che riguardano i cattolici uno spazio più ridotto e più diffuso nel tempo , il che dà l'apparenza di un certo distacco, il CCIF mostra un'attenzione molto più concentrata e continua. Per contro Esprit tratta più spesso che il CCIF la questione scolastica che gli intel-, lettuali del Centro non potrebbero trattare abbondantemente senza essere .accusati di clericalismo o di parlare pro domo sua. La posizione autonoma di Esprit in rapporto alla gerarchia permette ad essa di giuocare un ruolo di franco tiratore nei confronti. del campo religioso, mentre la posizione del CCIF, ufficialmente indipendente ma sottomesso in ultima istanza, lo spinge ad una autocensura che appare dai suoi silenzi su certi soggetti religiosi, importanti ma delicati, sui quali la vigilanza gerarchica si eser-. cita in maniera più .puntigliosa. Così Esprit si dedica più che il CCIF su « cristiani e comunismo » e parla, soprattutto con la pen-
28 na di Mounier, del decreto del Sant'Uffizio, sull'adesione al Partito comunista; negli anni Cinquanta Esprit parla cli « maccartismo della Chiesa » e cli « paura nella Chiesa » mentre il CCIF celebra la Chiesa; Esprit tratta l'Enciclica Humani Generis nel 1950 mentre il CCIF gli consacra un articolo so!tanto dopo la morte di Pio XII. I soli argomenti religiosi dei quali Esprit si occupa più che il CCIF sono paradossalmente le Encicliche e i preti: se il CCIF parla di Mater et Magistra e di Pacem in terris, encicliche gloriose, prima di Esprit, l'inverso avviene a proposito di Humanae Vitae, enciclica scomoda, alla quale il Centro consacra un dibattito seguito da una cronaca in Recherches e: débats contro due articoli e due dossiers cli Esprit; Esprit torna più volte sul tema dei preti operai mentre il CCIF, con una cronaca, non gli riserva più spazio che Les Ternps Modernes con una testimonianza. Alla lettùra dei titoli appaiono anche le differenze d'enunciato e di tono che sono gli indici dell'orientamento specifico di ciascuno dei due gruppi. Certe parole-chiave si ritrovano nelle tre colonne, ma in termini generali si può dire che Les Temps Modernes è la rivista politica, la •più impegnata, la più teorica delle tre; che Esprit è più politica del CCIF e più neutra che Les Temps Modernes e che il CCIF, sempre più religioso, depolitizza sistematicamente i temi, ma ha tendenza, più che Esprit, •per mantenere i termini universali. Si potrebbero trovare degli esempi ad ogni pagina. A proposito del sottosviluppo Les Temps Modernes parlano di « politica socialista » o titolano « scoubidou e sottosviluppo », Esprit parla di « nuove classi », mentre il CCIF parla cli « nuovo senso della giustizia sociale» e di «problemi umani »; a proposito dell'Algeria, si rileva in Les Temps Modernes dei termini come « sparizione e tortura », « alienàzione colonialista », « lotta di classe », a Esprit si trovano nei termini più neutri co-
me « situazione », « svolta », « negoziato », « dialogo », il CCIF drammatizza tutto nel depolitizzare: «tragedia algerina », « prova algerina »; Les Temps Modernes s'interessano all'esistenzialismo in Hegel, Heidegger, Henri Lefebvre e all'a esistenzialismo o marxismo », mentre il CCIF s'interessa all'esistenzialismo di Pascal, all'a esistenzialismo e fede »; sotto la rubrica « colonialismo» il CCIF parla cli «colonizzazione » e di « coscienza », Esprit dice « colonizzazione », « decolonizzazione » e « emancipazione », Les Temps Modernes impiegano piuttosto il termine « colonialismo » che mettono in rapporto con « crimine », « razzismo », « rivoluzione »; Les Temps Modernes s'interessano al « partito rivoluzionario » mentre i titoli di Esprit e del CCIF riguardanti i partiti politici non sono altro che soggetti di dissertazione di Sciences Po; Les Temps Modernes parlano, dopo il 1968, di « vivere la rivoluzione» e della « rivoluzione riconosciuta », mentre Esprit titola « la rivoluzione sospesa »; Les Temps Modernes parlano di « Chiesa cattolica », ciò che suggerisce un rapporto di distanza, mentre Esprit e CCIF dicono solamente « la Chiesa ».
UN DIALOGO INTERESSATO
Al termine di questa analisi si può dire che il CCIF non ha mancato alcuno dei grandi dibattiti intellettuali del suo tempo. Ma si constata anche che quantitativamente non •ha accordato a certe correnti di pensiero una situazione adeguata alla loro importanza reale nel campo intellettuale. E' il caso del marxismo e soprattutto dello strutturalismo Ciò dipende senza dubbiò dal fatto che non tutte le correnti intellettuali contengono la stessa parte di elementi assimilabili per il pensiero cattolico e non sono ugualmente ricettivi alle influenze dell'umanesimo cristia-
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no. Per quanto concerne il marxismo, come sistema filosofico, esso è stato sempre visto come il nemico ateo, irriducibile e incompatibile con la fede cristiana, e il suo approccio è stato per lungo tempo considerato come rischioso per gli intellettuali cattolici e visto con paura dall'autorità gerarchica; in quanto teoria socio-politica, l'assimilazione al marxismo è presa in carico dai gruppi cattolici contestatari dopo il 1968. Per quello che riguarda lo strutturalismo, anche se molte opere di Lévi-Strauss appaiono negli anni Cinquanta, è solamente verso la metà degli anni Sessanta che s'impone come tale nel campo intellettuale. E' solamente a partire da questo momento che gli intellettuali cominciano a inquietarsi intorno alla « filofia senza soggetto » che lo strutturalismo sembra contenere. Esprit ha reagito più rapidamente che il CCIF, il quale non se ne preoccupa fino al 1968, nel momento in cui si occupa della « crisi della Chiesa » e in cui esso stesso entra in crisi: « .. dei sistemi si elaborano che non fanno più del soggetto pensante il centro di tutta l'organizzazione e l'attore principale della storia. Di qui un arretramento marcato dell'umanesimo e, per il pensiero cristiano, che su esso addossa la sua antropologia, delle questioni temibili e impreviste. ( ... ) E' in questo contesto che bisogna situare l'esplosione di questo "strutturalismo" che penetra oggi nelle discipline più diverse. ( ... ) All'origine, l'analisi strutturale non è che un metodo... ( ... ) Ma, assai presto, gli strutturalisti sono tentati di dire di più e, sotto l'impero del loro metodo, di giungere ad una filosofia che rifiuterà la specificità dell'umano e ridurrà l'importanza della storicità. Quale che sia in questa visione il risultato di una audacia eccessiva da estrapolare e che in particolare il passaggio dall'analisi strutturale e lo strutturalismo continui a fare problema, è ciò che rivelano le controversie che oppone agli strutturalisti Sartre o l'équipe di Esprit. Ciò non toglie che lo strutturalismo sia molto più che un metodo e che si costituisce come una filosofia implicita delle scienze umane in via di elaborazione. Di qui la celebrità attuale di un LéviStrauss o il successo folgorante dei libri di Foucault. Di fronte a un tale movimento, la riflessione cristiana è invitata a un doppio sforzo d'accoglimento e di critica. Poiché la difesa dell'umanesimo o della persona non esige il rifiuto ma un esame positivo della nozione di struttura. Sarà me-
glio situato allora per criticare gli abusi ai quali dà luogo l'interpretazione strutturalistica, e determinare la parte esatta d'ideologia di cui essa si fa vettore » 32
Per ciò che concerne la politica, la linea adottata dal CCIF — debole interesse per la politica impegnata e tendenza a confinarsi nella riflessione sui grandi principi — è del tutto conforme alla posizione delle più alte autorità gerarchiche. Questa posizione, che consiste nel non prendere posizioni salvo quando gli interessi della Chiesa o la morale cristiana siano messi in causa, conduce inevitabilmente ad una percezione deformata, perché selettiva, degli interessi religiosi implicati nella politica e dunque a una reazione selettiva, cioè a dire parziale, nei confronti degli avvenimenti e dei regimi politici concreti. La reazione politica del cristiano diviene una reazione di tipo primario che privilegia il « senso » nei confronti dell'analisi e l'istituzione nei confronti del messaggio. In effetti, gli attentati più evidenti agli interessi della Chiesa sono gli attentati ai suoi interessi corporativi, e le violazioni più facilmente riconoscibili dei principi della morale cristiana, cli cui la priorità è essa stessa definita dall'istituzione, sono quelli che concernono la morale personale, il che lascia in secondo piano le trasgressioni alla morale sociale e politica che non solo il fatto dell'individuo isolato. Di qui i silenzi che sono delle vere e proprie prese di posizione per difetto: non pronunciandosi il cristiano suggerisce non solamente che non c'è niente da dire ma anche che non trova niente da ridire. E' questo che esprimono nel 1968 i gruppi cattolici di estrema sinistra quando, facendo del capitalismo e del messaggio religioso una lettura più sensibile ai principi della morale sociale, vennero a denunciare la collusione della Chiesa costituita con il potere e li rigettarono tutti e due nello stesso obbrobio. E' a partire da questo momento che, rigettato da parte della Chiesa istitu-
30 zionale, il CCIF comincia a interrogarsi sul suo ruolo, incapace ormai di far dialogare i differenti gruppi cattolici. E' il momento in cui la contraddizione politica fa irruzione nel campo religioso, fonda la contraddizione religiosa: il Centro diviene a questo punto la linea di divisione delle differenti frazioni
del campo, incapace così di accompagnare il movimento intellettuale nel momento in cui le tendenze ideologiche riprendono la configurazione di demarcazioni politiche e in cui l'egemonia nel campo intellettuale torna, per un certo .periodo, alle correnti estranee all'umanesimo sia esso classico o rinnovato.
Questa razionalizzazione delle trasformazioni della fede nel tempo in mutamenti delle sue formulazioni temporali in tanto è possibile, in quanto essa viene riferita ai modi della fede, cioè in quanto essa è misconosciuta in quanto tale. Ciò avviene perché essa viene operata « cum /undanento in re ». In effetti, il messaggio religioso ha un carattere globale, totale ed al tempo stesso sufficientemente astratto e diffuso da contenere, in germe, sviluppi molteplici e perfino contraddittori, ciò che permette e rende possibile l'atteggiamento intellettuale che consiste nel vedere in ogni nuova enunciazione di fede non una enunciazione di fede nuova, ma un aspetto nuovo della stessa fede, fino ad allora non sufficientemente messo in luce. I mutamenti delle priorità tra i differenti enunciati della fede nel tempo, ed i mutamenti storici di fondo divengono dunque, agli occhi del credente, semplici mutamenti di forma. Lo stesso fenomeno si può rinvenire in ogni ideologia a carattere sistematico, che pretenda di detenere una definizione totale dell'uomo e della società. Certi sviluppi del marxismo, e in particolare le sue proposizioni scolastiche, ne costituiscono un esempio. 2 E. BORNE, De la difticolté d'étre des intellectuels catholiques, « Recherches et débats », n. 54, aprile 1966, p. 33. Rendiconto della riunione interna di preparazione della Settimana degli Intellettuali Cattolici (SIC) del 1969. Sottolineato nel testo. ' Abbiamo contato per i soli titoli dei dibattiti e delle sedute della SIC: 52 volte la parola «uomo » o « umano », 27 volte « Dio» o « Cristo», (quasi sempre nelle SIC), 29 volte «libertà », 17 volte «mondo », 11 volte «moderno », 14 volte « storia », 18 volte « futuro », 16 volte « mistero » e 3 volte la parola « eternità ». Pressappoco nello stesso periodo, Sartre scriveva nel primo numero di « Les Temps Modernes »: «Non dobbiamo mancare nulla del nostro tempo ». ° L'attività che piui di ogni altra esprimeva il ruolo di negoziatore intellettuale del CCIF era quella dei Colloqui. Essi riunivano qualche dozzina di specialisti di una questione, credenti o anche non credenti a seconda del soggetto, per lo svolgimento di dibattiti nei quali, in assenza di qualsiasi pubblico, i differenti punti di vista potevano liberamente confrontarsi e affrontarsi: « qui ci si
può litigare ». Ma è impossibile farne una analisi significativa perché ce ne sono stati pochi e soprattutto perché si trattava di una attività privata, che in genere non ha lasciato traccia e che spesso si proponeva di non lasciarne. Quando ne restano delle tracce si tratta solo delle relazioni dei conferenzieri invitati in quanto tali ai Colloqui, e non dei gruppi in discussione. E inoltre queste relazioni non sono state tutte pubblicate: così, dopo il Colloquio sul Simbolo che si è tenuto nel 1959 a Poigny-la-For&, è stato pubblicato un numero di «Recherches et de'bats » sullo stesso tema, ma non vi si ritrovano tutte le relazioni, tra le quali quella di J. Beaufret e di J. Lacan, non credenti. Noi abbiamo defalcato le relazioni di colloqui che sono stati pubblicati come articoli di « Recherches et débats ». Solo un piccolo numero di dibattiti hanno lasciato tracce; più in generale le analisi che abbiamo svolto sul .processo di costruzione del discorso pubblico del Centro mostrano che la parte più significativa di esso è quella che si sfugge (di qui la priorità dell'analisi delle condizioni di produzione di un discorso sull'analisi del discorso in sé, priorità che s'impone nell'interpretazione di qualsiasi discorso, e specialmente nel nostro caso). 8 Abbiamo considerato questo periodo iniziare nel 1952 per tener conto della data di apparizione di «Recherches et débats », ma la censura entra nei dibattiti in maggioranza impegnati e compaiono materie meno compromettenti negli anni 1950-51. Perciò l'effetto della Humani Generis è soprattutto tra la fine del 1950 e la fine del 1952. Nelle prime due colonne sono raggruppati tutti i soggetti religiosi, cattolici e di altre religioni. » Abbiamo creato due categorie distinte per separare, nella misura del possibile, i problemi strettamente connessi a un settore della società (ad esempio: la gioventù) o problemi sociali specifici (es.: la casa) da problemi .più generali (es.: società dei consumi, tempo libero). ' Qualche punto di riferimento. 1955: A. Tourame, L'évolution du travail ouvrier aux usines Renault; 1959: pubblicazione della rivista « Socio. logie du travail »; 1960: pubblicazione di « Revue franaise de sociologie », «L'Homme », «Etudes rurales », « Archives européennes de sociologie »; 1962: G. Friedmann e P. Naville, Traité de so-
31 ciologie du travail; 1963: Festinger e Klatz, Méthodes de Recherche en sciences sociales; 1965: R. Boudon e P. Lazarsfeld, Le vocabulaire dea sciences sociales, A. Touraine, Sociologie de l'action. 12 M. Winock, Histoire politique de la revue « Esprit », 1930-1950, Edition du Seuil, Parigi 1975, pp. 373-374. « Esprit» ha dedicato a Teilhard de Chardin due dossier nel 1963 e nel 1964. 14 Oltre ai dibattiti sui libri già citati, e quelli dedicati agli scrittori cattolici (P. Claudel, F. Mauriac, G. Greene, ecc.), citiamo tra gli altri: La 25ème heure di V. Georghiu (1949), L'bomme révolté di A. Camus (1952), L'opium des intellectuels di R. Aron (1955), Le dernier des Justes di A. Schwartzbarth (1960), L'enracinement di S. Weil (1960), Paix et guerre entre les nations di R. Aron (1963), Les mots di Sartre (1964), L'Etat Sauvage di G. Conchon (1965), De l'intérprétation di P. Ricoeur (1965), Au nom de quoi di A. Grosser (1970). 15 Oltre ai dibattiti dedicati ai filosofi e scrittori cattolici, ricordiamo, tra le altre, le serate dedicate a: Einstein (1950 e 1953), Gide e Saint-Exupéry (1951), S. Weil (1952), Montherlant (1953), Sartre (1953), Malraux (1953), Dostoiewski (1954), Matisse (1955), Heidegger (1956), Tchekov (1957), Cézanne (1958), Rouault (1958), Camus (1960), Blondel (1961), Durrel (1962), 0. Messiaen (1962), Baudelaire (1967), Marcuse (1969), Illich (1973). 18 Quando parliamo del numero limitato degli asstinti della fede rispetto al mondo, intendiamo riferirci agli assunti prioritari indicati dal magistero in un certo momento e accolti come tali dalla maggioranza dei credenti. Ciò non esclude che il messaggio religioso possa contenere altri postulati, e che per frazioni marginali del mondo religioso, gli aspetti della politica siano più importanti di quelli morali, o le istanze di giustizia più di quelle di libertà, ecc. La definizione degli assunti è essa stessa il frutto di lotte che si svolgono all'interno del campo religioso. Così, parlare di pace agli inizi degli anni Ci'nquanta era, secondo un osservatore, <(considerato come un atto quasi rivoluzionario », quando per le autorità romane la pace coincideva con la «pax sovietica », e porre il problema della libertà <(era già un atto blasfemo », quando per Roma <(ciò che contava era la verità, non la libertà ,>. 17 <(Gli intellettuali di fronte alla verità di Cristo» (1948), <(Fede in Gesù Cristo e mondo d'oggi » (1949), «Chi è Gesù Cristo?» (1968), <(Mondo moderno e senso di Dio» (1953), « Dio oggi » (1965), <(L'umanesimo e la grazia» (1950), « Speranza umana, aspettativa cristiana » (1951), « La coscienza cristiana e il nazionalismo » (1958), «Che cos'è luomo? » (1954), <(Lavoro e condizione umana » (1962), « Oggi che cos'è essere cristiano? » (1973). 18 < Il mistero » (1959), « Cercare la verità » (1969). 19 « La Chiesa e la libertà » (1952), « La Chiesa e 13
• le civiltà » (1955), « Cattolicesimo uno e molteplice » (1961), « Fede e religione » (1971). 20 « Mondo moderno e senso del peccato » (1956), < I disordini dell'uomo » (1960), « Morale umana, morale cristiana » (1966). 21 « Che cos'è la vita » (1957), « Dominare la vita?» (1972). 22 Tutte le citazioni sono dai titoli delle sedute della SIC. 21 Per esempio, si passa da <(matrimonio, scuola di santità » (1947) a « matrimonio, impegno per la vita? » (1970), dalla « vocazione religiosa » (1959) a «perché dei preti? » (1968) e « reinventare la vita religiosa » (1970), da « la vita spirituale nella Chiesa » (1953) a «c'è ancora bisogno di Chiese? » (1969) e « reinventare la Chiesa» (1972), dalle « filosofie cristiane » (1955) a « c'è bisogno di una filosofia per il cristianesimo? » (1967), dall'< assunzione » (1951) a <i come parlare della resurrerione? » (1972) ecc. 24 Questa tabella è stata costruita partendo dalla lista degli argomenti trattati dal CCIF (titoli di corsi, conferenze, dibattiti, opuscolo « Travaux Ct Documenti » tra il '44 e il '47; titoli di dibattiti, articoli di « Rccherches et débats » e sedute della SIG tra il '47 e il '73) e dalla scelta completa degli indici dei numeri di « Esprit » (dicembre 1944dicembre 1973) e di « Temps modernes » (ottobre 1945-dicembre 1973). Non abbiamo considerato gli argomenti trattati dall'una o dall'altra rivista che non sono stati affrontati dal CCIF e quelli che sono Stati trattati solo dal CCIF. 25 Nella valutazione dello spazio, bisogna tener conto più che dello spazio occupato, dei dati indicati dopo certi titoli. Così un Numero Speciale (n° SP) implica tutti gli articoli di un numero, che non sono specificati, un Dossier (DOS) comprende in genere più articoli, un giornale (J) o una cronaca (CH) sono molto più brevi di un articolo, il titolo di una SIC (titolo S) si riferisce a tutte le sedute di una settimana, mentre una seduta (S), si riferisce ad una delle sedute della settimana. Inoltre va tenuto conto del fatto che il CCIF disponeva di un po' meno di spazio teorico delle altre due fonti, cioè le attività del CCIF nel corso di un anno (SIC, R-D e dibattiti) contengono un .po' meno dei titoli possibili di tutti gli articoli di « Tempi Modernes » o di « Esprit » durante lo stesso anno, R-D è trimestrale. I dibattiti (settimanali, tranne durante gli ultimi anni) non avevano luogo che tra ottobre-novembre e giugno e non bastano dunque a colmare interamente la differenza dello spazio teorico disponibile con «Esprit » e « Temps Modernes ». Bisogna, dunque, nel valutare lo spazio relativo delle tre colonne, rivalutare leggermente lo spazio riempito nella colonna CCIF prima di confrontarlo con gli altri. Malgrado ciò, le differenze di spazio tra le fonti restano troppo forti nella maggior parte dei temi, per permettere delle conclusioni fondate. 28 Sottolineato nel testo. 27 Cfr. Michel Winock, Histoire..., cit., p. 280. 28 Cfr. Brasile, Vietnam, papi.
32 2.9 Cfr. Civilizzazione-cultura, economia, Germania e America Latina, Canada e Ci.na, Spagna e Stati Uniti, Polonia e Cecoslovacchia, marxismo, colonialismo, comunismo, libertà, pacifismo, scienza, ecc. 30 < Mondo cristiano, mondo moderno », «Nuovo mondo e parola di Dio », «L'ateismo », «Scrittura, resurrezione », « Reinventare la Chiesa », ecc. Abbiamo osservato lo stesso fenomeno in alcuni dossier laici. 31 Per esempio ricordiamo un articolo di « Esprit » sulla filosofia cristiana e la « morale senza peccato ». 32 Documento del CCIF per Roma, 1968. Da noi sottolineato.