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Clinica Medica vs Clinica Ambientale

A

di Graziano Dassi

Premesso che l’intenzione era quella di trovare dei parallelismi fra la clinica medica e quella ambientale. Ma come vorrebbe il metodo scientifico cominciamo dalle definizioni. Cos’è la clinica medica? Fra le numerose definizione mi sembra di rara chiarezza quella che la definisce “l’insegnamento e l’applicazione della diagnostica e della terapia al letto del malato” con l’implicito scopo di raggiungere la guarigione del paziente. Per coerenza dovrei definire cosa intendo per diagnostica ovvero il complesso di dottrine e tecniche, manuali, strumentali e di laboratorio, relative alla formulazione di una diagnosi intendendo per diagnosi, nell’ambito della medicina, la determinazione della natura e/o della sede di una malattia in base alla valutazione dei sintomi. Il discorso potrebbe andare avanti definizione per definizione, ma credo non sia opportuno. Ora però ce la dobbiamo vedere con il termine “guarigione” che potrebbe sembrare semplice e intuitivo, ma è vero fino a un certo punto perché implica sì l’eliminazione della malattia, ma comporta anche l’indagare i motivi che l’hanno provocata, la sua guarigione ma implicitamente anche l’eliminazione delle cause e l’impedire che la malattia si riproponga. A questo punto il parallelismo fra clinica medica e clinica ambientale è lapalissiano. E la lotta ai parassiti ambientali diventa una pratica sovrapponibile a pieno titolo con gli aspetti clinici di una malattia umana che abbia come causa un parassita.

Se ciò ha un fondo di verità e nulla, a parer mio, ci può indurre a non ritenerlo vero assistiamo a uno strano fenomeno a fronte di una recrudescenza degli attacchi al territorio e alla filiera alimentare da parte di artropodi ed en- tità microbiche si riscontra una volontà legislativa che invece di aumentare i mezzi terapeutici sia pure con metodiche applicative sempre più mirate, si limita a ridurre il patrimonio terapeutico a disposizione degli addetti all’ars disinfestandi. C’è da sottolineare che meritoriamente le ditte del settore si sono fatte carico di ampliare la loro missione aziendale aggiungendo nel loro listino l'insegnamento teorico-pratico del corretto uso dei loro prodotti. Confesso che mai mi sono trovato a osservare un fenomeno complesso come quello a cui sto assistendo in questo periodo dove si intersecano e si contrappongono contrastanti scuole di pensiero. Il che ha sicuramente degli aspetti positivi, ma non dimentichiamoci la grande conquista intellettuale del metodo scientifico che richiede che ogni affermazione sia descritta con rigore e con rigore sia ripetibile ottenendo i risultati descritti. Sottolineo “ottenendo i risultati descritti” che, nel nostro caso, sono i protocolli operativi calati nei singoli contratti con finalità terapeutiche. Questo disinfestatorie non vuole che porre l’attenzione sul fatto che se le motivazioni per certi divieti fossero poste alla navigazione marittima e aerea risolveremmo buona parte del traffico delle entità infestanti aliene. Certo rischieremmo la paralisi dell’at- tuale civiltà, ma in fondo è questione di scegliere fra quello che è possibile e quello che ci piacerebbe che fosse. Sia come sia, per non fraintendere quanto esposto come un inno ai trattamenti classici sottolineo, ad esempio che non interagire negativamente sulla vita delle api è un obiettivo da non dimenticare mai! E parimenti ogni nostra azione deve essere il più rispettosa, a tutto tondo, nei confronti dell’ambiente in cui operiamo.

Il metodo scientifico è la modalità con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà affidabile e verificabile.

(Wikipedia) Soprattutto verificabile. È opinione condivisa dai più che il padre del metodo scientifico sia Galileo Galilei (15641642), ed è fondato sull'esperimento, perciò viene detto anche metodo sperimentale. La qual cosa getta un ponte che unisce il metodo scientifico con le applicazioni tecnologiche ambito in cui ci muoviamo noi che, a vario titolo, ci occupiamo di disinfestazioni.

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