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Breve storia dei cambiamenti climatici
Dalle glaciazioni ai periodi di siccità, la vita sul nostro pianeta è sempre stata influenzata da questi eventi. Ma i fenomeni che attualmente interessano la Terra sono di natura diversa e destano preoccupazione
A cura di Chiara Dassi
Nella convinzione che i tecnici addetti all’ars disinfestandi (intendo con questa definizione l’insieme di ogni attività atta a migliorare il rapporto con i parassiti e l’ambiente in modo “sostenibile”.
Vedi box “definizioni” per una spiegazione di questi tre termini) trarrebbero motivazioni professionalmente
Un Richiamo Storico
Confucio: in cinese K ng Fūz P, Wade-Giles: K'ung-fu-tzu, "maestro Kong"; Qufu, 27 agosto 551 a.C. –Lu, 479 a.C. grande filosofo cinese che elaborò una concezione etica atta a migliorare i singoli esseri umani affinché ne derivasse un miglioramento a tutto tondo della società. Forse una riflessione sul confucianesimo varrebbe la pena di farlo anche oggi.
Definizioni
Parassiti: in una visione necessariamente antropocentrica direi che sono entità biologiche [virus, microbi, invertebrati (ad esempio gli insetti), vertebrati (ad es. topi, ratti e piccioni) e flora spontanea infestante] la cui presenza non è in armonia con gli esseri umani e/o con le loro attività dal punto di vista igienico, sanitario, agro-zootecnico, industriale fino ad arrivare al fastidio “estetico” e/o psicologico.
Ambiente: è un termine che ha a che vedere con lo spazio per cui contempla il pianeta Terra se stiamo analizzando ad esempio l’ecologia dell’astronave sulla quale viaggiamo per arrivare alla sala di degenza di un ospedale o a microambienti come la zona sotto il lavello di una cucina. In questi ultimi tempi una particolare attenzione è posta alle positive nell’ampliare il loro spettro di interesse oltre le indispensabili competenze tecniche, tratteggerò alcune ipotesi sui motivi che sono o sarebbero la causa delle glaciazioni e mi soffermerò su quelle che la comunità scientifica indica come le più probabili. Nella seconda parte si indagherà, il più obiettivamente possibile, sugli attuali cambiamenti climatici azzardando, nella terza parte, delle ipotetiche cause-effetti con il gigantismo di alcuni “scarafaggioni” sia pure in uno stile da fanta-entomologia.
CHIAVE DI LETTURA
Si narra che alcuni discepoli del saggio Confucio, passeggiando lungo le sponde del fiume giallo, ebbero a domandare al loro maestro se la sua sapienza derivasse dal suo tanto studiare. Il filosofo rispose che non era lo studio l’origine del suo “sapere” bensì il disporre di un “metodo” che gli consentiva di apprendere e capire quello che leggeva. Forse mettere a punto un nostro metodo basato sul buon senso e sulla valutazione logica delle caotiche e spesso contraddittorie notizie che ci assalgono, potrebbe portare a farci una nostra opinione basata sulla razionalità. Opinione rispettosa delle altrui affermazioni, pur nella consapevolezza che alcune sono bizzarre, fantasiose e magari tendenziose. interazioni che si possono avere sulle attività che vengono svolte in uno spazio ridotto e il contesto planetario. Appare evidente la complessità di realizzare metodi di valutazione il più oggettivi possibile.
La tesi è: se i cambiamenti climatici trovano nelle attività umane la loro origine è importante accelerare i tempi di revisione, se invece sono la conseguenza anche di eventi astrali di cui l’umanità subisce gli effetti è condizione indispensabile ad un futuro rassicurante una politica lungimirante tesa a perseguire umani comportamenti virtuosi ma agire sul lungo termine preparandosi a situazioni ambientali che comunque si verificheranno sia pure attenuate da processi e comportamenti rispettosi dell’ambiente.
In modo “sostenibile”: è un termine difficile da definire e in cui le contraddizioni la fanno, a parer mio, da padrone. Azzardo che un'attività possa definirsi “sostenibile” se è possibile prevedere che le sue conseguenze nel futuro non siano dannose. Per rafforzare la mia perplessità non trovo di meglio che sottolineare quante vite la scoperta di Alexander Fleming ha salvato. Infatti, questo medico, biologo scozzese e farmacologo (premio Nobel per la medicina nel 1945), partendo da un'osservazione quasi casuale sul potere battericida di alcune muffe (1895) dopo rigorosissimi studi portò alla messa a punto, 33 anni dopo, della penicillina, dando il via all’era degli antibiotici. Vero è che l’uso disinvolto di questi mezzi terapeutici un tempo considerati miracolosi oggi, pur continuando a salvare vite umane, sono guardati con sospetto, ma è il loro uso disinvolto che ha favorito l’insorgere di resistenze e i cosiddetti “super-batteri”. Mi par giusto sottolineare che il legislatore non è arrivato alla loro proibizione bensì si è impegnato a richiamare la classe medica ad una ricettazione più oculata e in parallelo a divulgare un uso più razionale da parte dei pazienti, regolamentando meglio anche il settore della distribuzione rendendo di fatto “sostenibile” il loro impiego. Dando per scontato che i cicli di produzione e smaltimento siano gestiti con senso della responsabilità.
Alcuni spunti di riflessione partono da lontano… dalle glaciazioni.
LE GLACIAZIONI GEOLOGICHE
E Nella Preistoria
L’approccio che il “mio” metodo mi suggerisce consiste nell’indagare i dati storici, cercare di fare una radiografia dello stato attuale e azzardare delle considerazioni, deducendo intuitivamente alcuni dubbi o convincimenti analizzando quanto viene divulgato in modo serio.
I DATI STORICI
Vero è che i cambiamenti climatici, in primis le glaciazioni, hanno accompagnato il pianeta Terra nelle varie ere geologiche:
• tra 2,7 e 2,3 miliardi di anni fa si annovera la prima di cui si abbia riscontro ed è nomata glaciazione uroniana;
• tra i 460 e i 430 milioni di anni fa vi furono una serie di glaciazioni minori;
• tra i 350 e i 260 milioni di anni fa le calotte polari furono particolarmente estese.
Per sintetizzare passiamo alle glaciazioni più recenti di particolare interesse per il continente europeo:
• da circa 680 000 a 620 000 anni fa, detta glaciazione di Günz;
• da circa 455 000 a 300 000 anni fa: detta glaciazione di Mindel;
• da circa 200 000 a 130 000 anni fa: detta glaciazione di Riss;
• da circa 110 000 a 12 000 anni fa: detta glaciazioni di Würm.
Naturalmente fra le varie glaciazioni (Il periodo attuale è appunto definito “postwurmiano”) il clima tornò ad essere clemente e in questo interca- ogni caso un dato è certo, i cambiamenti climatici ci sono stati e uno di questi, che sembra ormai comprovato, lo stiamo vivendo attualmente e alle cause, oltre a quelle che andrò ad indicare, va aggiunta l’attività umana. Le ipotesi più accreditate sull’origine delle glaciazioni sono:
• Variazioni dell'orbita terrestre
• Cambiamento dell’inclinazione dell’asse terrestre
• Meteoriti
• Attività vulcanica
Alcune Riflessioni
A questo punto è necessario sottolineare che le ipotesi enunciate non devono essere ritenute esaustive ma in ogni caso sottolineano le variabili più significative. Ritornando a Confucio e al suo rimarcare l’importanza del metodo: se condividiamo, sia pure in pri-
• tra gli 800 e i 600 milioni di anni fa, i geologi e i naturalisti ritengono di avere prove convincenti della sua portata tanto da credere che il nostro pianeta fosse diventato una vera palla di neve e ghiaccio; larsi di gelo e di temperature più miti gli esseri viventi dovettero o adattarsi o soccombere. Va detto che vi sono divergenze di opinioni nella comunità scientifica, ma i più concordano con quanto sinteticamente ho esposto, in ma approssimazione, i punti esposti, emerge che le glaciazioni sono la prova macroscopica di importanti cambiamenti climatici prima che l’uomo, con le sue attività, potesse influenzare l’ambiente. Quindi mi sembra meto - dologicamente corretto prenderne atto e poi ognuno trarrà le sue personali conclusioni purché siano coerenti con il postulato. Oppure, contestandone la validità o l’interpretazione, proponendone di differenti ma che siano supportate da ragionevoli considerazioni.
Cambiamenti Climatici
Inizierei questo complesso capitolo sui cambiamenti climatici parlando dell’Impero Ittita che ebbe il suo massimo splendore più o meno 3300 anni fa (gli atlanti storici lo datano nel 1290 a.C.). Gli ittiti furono maestri nella metallurgia sia nel realizzare gioielli che nel forgiare armi. Molto è il materiale a disposizione degli storici, essendo rimasta una ricca massa di tavolette scritte, ma sull’origine della decadenza di questo popolo molto ancora si discute. Vero è che l’analisi degli anelli di crescita di alberi millenari avvalorano l’ipotesi che vi furono, in quei territori, tre anni di siccità assoluta che portò quelle popolazioni al disastro e al crollo di un impero che fu in grado di combattere alla pari e a volte vincere contro gli eserciti dei faraoni egiziani. Ne deriva che la siccità di questi ultimi anni, che ha portato alla fame intere popolazioni africane, è un evento non nuovo al nostro pianeta.
Ciò rimarcato ne deriva che i cambiamenti climatici in atto e le molte aree soggette a lunghi periodi di mancanza di pioggia dovrebbero farci riflettere sulla preziosità dell’acqua come fattore indispensabile alla nostra vita.
Da una parte le nazioni ricche di territori desertici li stanno valorizzando con piantagioni di ulivi irrigati razionalmente e realizzando orti in cui l’acqua è gestita quasi a ciclo chiuso. Tale atteggiamento tecnico-culturale comincia solo ora ad essere argomento proposto dai media.
In parallelo anche il mondo dei parassiti, appartenenti alla fauna, alla flora, al mondo microbico e all’universo dei virus sembra prendere provvedimenti in modo assai più pronto di quanto le autorità politiche e sanitarie riescano a concretizzare. Senza fare l’uccello del malaugurio, penso che i disinfestatori e le loro associazioni siano una realtà che quotidianamente si scontra con le nuove specie e con il fluttuare di popolazioni parassitarie sempre più numerose e agguerrite, fra l’altro chiedendo norme e leggi il meno demago - giche possibile.
Ciò detto andiamo a spasso spigolando argomenti che hanno una attinenza con il clima più di quello che una lettura distratta possa destare la nostra attenzione. In primo luogo mi sembra utile proporre una estensione del termine bio-diversità riportando una sintetica ma interessante nota del biologo Livio Marossi:
I cicli climatici hanno sempre dominato lo sviluppo della flora e della fauna terrestre. Per l’uomo primitivo, cacciatore raccoglitore, essi condizionavano gli spostamenti per seguire le prede e raccogliere i frutti. Dall’inizio dell’era agricola (circa 10.000 a.C.) hanno condizionato lo sviluppo ed il crollo di tutte le grosse civiltà. Pensiamo a babilonesi, egiziani, greci e Romani, fino ai tempi nostri.
L’uomo, per sopravvivere nei momenti di siccità/ mini glaciazione, quindi di carestia, grazie alla sua innata capacità di osservare la natura e di trarne beneficio, ha notato che malgrado le avversità naturali alcune specie di cereali selezionate e coltivate con cura (grano, mais, riso) riuscivano a fruttificare meglio di altre, per cui i loro semi erano preziosi per tramandare la loro qualità alle generazioni future e quindi usarli come semenza. Questo fenomeno fa anch’esso parte della tanto decantata preziosità della biodiversità, cioè la capacità attraverso micro mutazioni di ben adattarsi anche in nicchie ecologiche avverse e in climi poco favorevoli. Biodiversità e bioplasticità si danno la mano.
Queste variazioni climatiche sia fredde che calde hanno selezionato queste nicchie genetiche, per questo possiamo avere a tutt’oggi 1000 varianti di frumento tenero ed oltre 250 specie di mais. Numeri destinati a crescere, perché genetisti ed esperti di biologia molecolare sono scienziati laboriosi.
La biodiversità non è solo un patrimonio del neo-pensiero bucolico ma appartiene anche all’agronomia più avanzata (lo spazio è dietro l’angolo) e integrandosi diventano un patrimonio dell'umanità. Ne deriva che gli istituti di ricerca devono intensificare i loro sforzi (la siccità è uno spettro che già miete vittime), il mondo politico oltre che legiferare deve concedere finanziamenti e i mezzi di comunicazione dovrebbero fornire informazioni assennate (purtroppo un grande fisico ebbe a dire che mentre le bugie fanno il giro del mondo la verità deve uscire dalle stanze delle redazioni).
Mi è di particolare consolazione sottolineare che nel mondo le banche dei semi autoctoni di tutte le specie vegetali, soprattutto quelle in grado di sopravvivere e di poter produrre alimenti nelle diverse condizioni climatiche stanno lavorando alacremente e alcune tesi di dottorato di ricerca hanno come obiettivo la ricerca di specie botaniche ritenute “erroneamente” estinte riportandole così a disposizione di noi tutti.
Se non vogliamo cadere in una situazione che rievochi la biblica Torre di Babele, proporrei di adottare i termini sanciti dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici:
• Variabilità climatica, che indica i cambiamenti derivanti da cause naturali.
• Mutamenti climatici, che identificano quelli causati dall’uomo.
• Cambiamenti climatici, ovvero l’insieme delle due cose. È evidente che il peso delle due cose può nascere da come ogni scienziato, esperto di climatologia o ognuno di noi interpreta i dati a sua disposizione.
Vero è che dal 1950 il peso dei mutamenti climatici indica l’attività entropica sempre più importante. Aggiungerei che è anche quella su cui l’umanità può interagire.
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Pur tuttavia vorrei riassumere alcuni periodi di variabilità climatica (quindi di origine naturale) quali:
• Dal 250 a.C. al 400 d.C., periodo detto di “caldo romano”.
• Dal 601 al 1400, detto “optimum climatico medievale”: rappresentato da un clima particolarmente caldo anche nelle regioni del Nord Atlantico in cui la Vitis vinifera prosperava nel sud dell’Inghilterra. Questo periodo viene spesso citato per sostenere che le variazioni climatiche sono reversibili.
• Dalla metà del XV alla metà del XIX secolo: piccola era glaciale e periodo caratterizzato da un brusco abbassamento delle temperature.
• Dalla fine del XX secolo all’inizio del XXI: in questo periodo i cambiamenti climatici interessano tutto il Pianeta Terra il che rende il fenomeno diverso da quelli prima descritti e, inutile nasconderlo, preoccupante.
Il breve e sommario excursus sulle preoccupazioni relative al clima non voleva che essere un esempio delle difficoltà in cui si dibattono gli esperti e della pressione mediatica a cui sono sottoposti. Assistiamo a due fenomeni da non sottovalutare, il primo ove l’Homo economicus marketing oriented tende a cavalcare l’onda emotiva e per fortuna non mancano esempi eccellenti rivolti a salvaguardare l’ambiente e il secondo che vede la biosfera (in particolare la micro-biosfera) modificarsi e prepararsi al meglio quasi sapesse cosa gli riserva il futuro.