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Blatte giganti e dove trovarle

Globalizzazione e cambiamenti climatici hanno portato all’insediamento di diverse specie aliene sul nostro territorio. Se queste blatte dovessero mai arrivare nelle nostre case, per il disinfestatore ci sarebbe parecchio lavoro da fare…

A cura di Graziano Dassi

Il gigantismo ha avuto uno dei suoi momenti di massimo splendore con l’epoca dei dinosauri e, a parte la causa o le cause che ne hanno causato l’estinzione, si può dire che la natura abbia causato agli animali di grande taglia non pochi problemi; primo fra tutti le enormi necessità alimentari. In effetti, almeno da un punto di vista numerico, il piccolo sembra prevalere (insetti, batteri e virus sembrano avvalorare quanto detto). Non mi sembra casuale che il termine “biodiversità” (traduzione dall’inglese biodiversity, a sua volta abbreviazione di biological diversity) sia stato coniato nel 1988 dall'entomologo americano

Edward O. Wilson.

Per rimanere nell’ambito degli esapodi prendiamo in esame alcuni esempi di gigantismo e proviamo a immaginare se questi giganti dovessero arrivare numerosi, in virtù dei cambiamenti climatici, nei nostri edifici…

Polyphaga Aegyptiaca

Specie classificata da Linnaeus, nel lontano 1758. Presente nell’Italia meridionale e nelle isole. Presenta un notevole dimorfismo sessuale. I maschi sono alati ed hanno il corpo allungato (può arrivare a poco meno di 4 cm) e le femmine sono senza ali presentano una forma arrotondata di poco più di 2 cm di diametro (circa una superficie di oltre 6 cm2). Non è quindi un vero e proprio gigante ma si fa notare insieme alla Periplaneta americana (Linnaeus, 1758).

Periplaneta Americana

Questo è uno degli insetti che più comunemente convivono con l’uomo, infestando gli edifici di tutto il mondo. Pur non potendo essere classificata fra i giganti può raggiungere e superare i 5 cm. Entrambi i sessi sono muniti di ali ben sviluppate, che nei maschi superano la lunghezza dell’addome.

MEGALOBLATTA REGINA

E M. LONGIPENNIS

È forse la specie di blatta di più grandi dimensioni arrivando a sfiorare i 12 cm di lunghezza e i 22 cm di apertura alare (una vera superfortezza volante).

Per difendersi da predatori è in grado di emettere sibili. Le megaloblatte si trovano in Messico, Costa Rica, Panama, Nicaragua, Perù, Colombia ed Ecuador.

Blaberus Giganteus

È una specie ben studiata ed è nota anche con il nome volgare di scarafaggio gigante delle caverne centroamericano o scarafaggio brasiliano, le femmine possono arrivare a misurare 10 cm di lunghezza e i maschi “solo” 7-8 cm. I maschi riescono a fare voli planati soprattutto nel periodo degli accoppiamenti in virtù di una notevole apertura alare che può raggiungere i 15 cm, ricordando così il comportamento dei nostri scarafoni (Blatta orientalis). La durata della loro vita può arrivare a quasi due anni. La dieta alimentare, come la maggior parte degli scarafaggi, è onnivora con preferenza di materiale vegetale in decomposizione non disdegnando il guano dei pipistrelli, la pasta cotta, carne e dolci. Le nostre pasticcerie potrebbero essere un habitat di loro gradimento.

Lucihormetica Luckae

La luminescenza è prodotta grazie a un batterio simbiotico che vive nelle depressioni del corpo della blatta. Il fenomeno è intensificato dalla presenza di superfici riflettenti presenti nei punti di annidamento con un meccanismo che ricorda gli specchi adottati nei fari.

Canopy Cockroach

La specie è stata rilevata nelle chiome delle foreste pluviali (foresta con piovosità superiore ai 1.500 mm/anno) che rappresentano un ottimo rifugio con molte nicchie favorevoli al mantenimento delle popolazioni di scarafaggi: foglie vive e morte, rami, fessure della corteccia, nidi degli uccelli, tutti materiali ricchi di risorse organiche che rappresentano un ottimo cibo per questi super scarafaggi.

Polyzosteria Mitchelli

È uno dei pochi scarafaggi diurni. Il suo habitat sono gli alberi delle regioni semi aride delle zone temperate-calde dell’Australia. È privo di ali e spruzza un liquido pungente se disturbato.

Gromphadorhina

PORTENTOSA

Anche detta Blatta fischiante del Madagascar, può raggiungere gli 8 cm di lunghezza. I maschi presentano delle protuberanze simili a corni sul pronoto, le femmine ne sono prive ma hanno l’ultimo uretrite molto sviluppato. Entrambi i sessi non hanno ali ma hanno zampe forti e spinose che li rendono degli ottimi arrampicatori. La livrea è assai variabile in funzione del luogo di provenienza, dell’umidità e della temperatura di allevamento. Infatti è possibile trovare in commercio le varietà “Black", "Brown" e "Red". A suo tempo la G. portentosa era negli stabulari dell’Istituto di entomologia della Facoltà di agraria di Milano. Per chi volesse cimentarsi nell’allevamento di queste soffianti blatte, la temperatura ottimale è fra i 27-29°C. il box deve avere numerosi nascondigli bui e stret- ti. La dieta può essere costituita da cibo secco (crocchette per cani/gatti, mangime in scaglie per pesci, pond stick) e cibo umido (frutta e verdura).

Ultime Considerazioni In Ordine Sparso

L’ipotesi che specie aliene giganti si possano insediare nel nostro territorio non può essere esclusa sia per il fenomeno della globalizzazione sia dei possibili cambiamenti climatici. Ipotizzare fa parte della natura umana e in alcuni casi ciò ha portato a importanti scoperte scientifiche. Resta il fatto che il metodo scientifico è la modalità con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà affidabile e verificabile. Soprattutto riguardo a certi fenomeni, verificare non è sempre possibile, dando così libertà di fantasticare, in alcuni casi, al limite del lecito. Ricordiamoci che un nostro compatriota, Galileo Galilei (1564-1642), è considerato il padre del metodo scientifico e del metodo sperimentale. Di fatto l’esperimento getta un ponte che unisce il metodo scientifico con le applicazioni tecnologiche, ambito nel quale ci muoviamo noi che a vario titolo ci occupiamo di disinfestazioni.

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