Dimensione Pulito n.9 - novembre/dicembre 2022

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SOSTENIBILITÀ Il ruolo delle energie rinnovabili ATTUALITÀ I servizi industriali nel sistema europeo FOCUS ON Mercato lavasciuga pavimenti NOLEGGIO Evoluzione dell’attività ANNO 31 n. 9 NOVEMBRE/ DICEMBRE 2022 ISSN: 2612-4068 dimensionepulito.it ECONOMIA Il turismo sostiene l’economia italiana RICERCA Contaminazione da muffe su superfici morbide IAQ Ventilazione degli ambienti indoor PEST CONTROL Blatte giganti in albergo ANNO 31 n. 9 NOVEMBRE/ DICEMBRE 2022 IGIENIZZANTE MADE IN ITALY www.rubinochem.it *Rimozione meccanica germi batte non un biocida, rgen igienizzante. Disponibile in 23 inimitabili fragranze PIÙ RISPETTO PER L’AMBIENTE, FLACONE CON PLASTICA RICICLATA FINO AL 50% Hotellerie
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Sommario

IN COPERTINA

Kemika, dal 1976, sviluppa, produce e distribuisce specialità chimiche e attrezzature per le pulizie professionali e per il settore Horeca. Propone inoltre macchine che commercializza con il marchio NOVA: lavasciuga, spazzatrici, monospazzole, aspiratori, macchine iniezione - estrazione, battitappeto. Azienda certificata UNI EN ISO 9001:2008.

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IMPIANTI NEGLI NZEB: EPB, LE NOVITÀ DELLE NUOVE NORME IMPIANTI AD ARIA PRIMARIA VS VAV FOCUS COMMISSIONING FILTRAZIONE QUALITÀ DELL’ARIA SOTTORAFFREDDAMENTO FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE #42 COMMISSIONING RISPARMIO ENERGETICO NEL TERZIARIO Organo ufficiale ANGAISA LA VOCE PIÙ AUTOREVOLE DEL SETTORE IDROTERMOSANITARIO Poste italiane Target Magazine LO/CONV/020/2010 Omologazione DCOCI0168 #251 Bosch riparte CLASSIFICHE 2015 Produttori e distributori: ce la si può fare! Quando la differenza TREND bagno che calza pennello www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL STRUMENTI principi programmazione AVID PRO TOOLS DOCK soluzione per tutti IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA STORIA ITER PROGETTUALE Passo obbligato grande opportunità A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL Ogni 15 giorni raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS SPECIALE Innovazione e cambiamento Un CNI eletto per dare risposte In USA volano infrastrutture Eucentre per ricostruire sicurezza Ancora trattative consultazioni? 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Un anno logistica MATERIA www.bluerosso.it LA VOCE AUTOREVOLE DEL CANALE IDROTERMOSANITARIO PIÙ DINAMICA LA PIATTAFORMA ITALIANA DELLA PRODUZIONE MUSICALE E DELL’AUDIO PROFESSIONALE www.audiofader.com WEBSITE AGGIORNATO QUOTIDIANAMENTE MAGAZINE MENSILE DIGITALE IVO GRASSO e MASSIVE ARTS Lo studio di modernoregistrazione SALVATORE ADDEO L’amore per l’SSL ALTERNATIVI IL PUNTO DI RIFERIMENTO PER CHI OPERA NEL CAMPO DELLA PULIZIA INDUSTRIALE, SANIFICAZIONE E FACILITY MANAGEMENT www.pulizia-industriale.it DA 50 ANNI LA VOCE AUTOREVOLE DEL CLEANING www.casaeclima.com L’INFORMAZIONE EFFICIENTE, COMPLETA E IN TEMPO REALE OLTRE 200.000 UTENTI MESE Organo ufficiale FINCO LA RIVISTA CHE HA PORTATO LA PROGETTAZIONE SOSTENIBILE IN ITALIA MEDAGLIE D’ORO UNA SCELTA A SCUOLA DI EFFICIENZA Per PENSARE, PROGETTARE COSTRUIRE SOSTENIBILE www.commercioelettrico.com Organo ufficiale FME IL BUSINESS MAGAZINE DEI DISTRIBUTORI E GROSSISTI DI MATERIALE ELETTRICO 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE INGEGNERI E ARCHITETTI – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL raggiunge oltre 42.000 iscritti FOCUS SPECIALE PartiteIVAdalprossimoanno eletto per dare risposte In USA volano le infrastrutture Eucentre per ricostruire la sicurezza Ancora trattative consultazioni? 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Disponibile in 23 inimitabili fragranze PIÙ RISPETTO PER L’AMBIENTE, FLACONE CON PLASTICA RICICLATA FINO AL 50% Hotellerie
Avvicinati al nuovo anno con determinazione per trovare le opportunità nascoste in ogni nuovo giorno. Buone feste! ➥ RETRO INTERVISTA MATTIOLI 22
HANNO COLLABORATO
Pier
Angelo Cantù, Cristina Cardinali, Simone Ciapparelli, Graziano Dassi, Marcello Falvo, Giulio Guizzi, Maurizio Pedrini, Joe C. Spurgeon, Loredana Vitulano

LAVORO

Prospettive sociali e di occupazione nel mondo Cristina Cardinali

Nuovi obiettivi per un futuro di leadership Simone Ciapparelli

Uno speed date di successo Cristina Cardinali

Lavasciuga pavimenti Maurizio Pedrini

Come si definisce il noleggio del futuro? Pier Angelo Cantù

RUBRICHE

TIPS a Ecomondo per parlare di re-internalizzazione

News dal settore

ISSA PULIRE 2022 Maurizio Pedrini

DIMENSIONE PULITO

Adiatek II Copertina 4CleanPro 8 Accu Italia 41

SPECIALE HOTELLERIE

Angelini S39

Arco Chimica II Copertina

Christeyns S59 Comac S4 Envu S78-79 Essecinque S13 Essity Tork S9

Diversey 39 Kemika I Copertina Kunzle & Tasin 37

Falpi S14-15 Falvo S32-33

Hygenia S6 Hygienic S25 Industrie Celtex S3 Italsan S66-67 MK S41-42-43-60-61

Paperdi 6 Synclean 4-5 We Italia 31

Polychim S55 Rentokil S72-73

Rubino Chem I Copertina Steam Italy S53 TTS S19 Zep Italia S22-23

SOMMARIO 26 32 42
46 INDICE INSERZIONISTI
DALLE AZIENDE
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NOLEGGIO PROFESSIONALE MERCATO ATTUALITÀ
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Afidamp tra storia e mercato

La storia si racconta in due modi: restando al livello di chi l'ha fatta o scrutando lo scenario dall'alto. Il primo modo lo si trova narrato nel fascicolo del XXV di AFIDAMP. Con l'aggiunta che le 17 giovani aziende fondatrici, nel gennaio 1981, hanno voluto consociarsi davvero animate dalle finalità elencate sull'ingiallita velina sottoscritta che appare oggi in cornice ad una parete della sede. Avevano compilato quella dichiarazione di intenti, intristite perché senza visitatori in Roma Eur, auspicando elevazione professionale tramite la loro nuova associazione tra "fabbricanti, importatori, venditori, attrezzature e macchine per la pulizia". In realtà intendevano dare maggiore visibilità alla loro offerta di mezzi meccanici e chimici, sostituendo, alla povera immagine delle donne delle pulizie, non delle semplici "fantesche meccaniche", ma figure qualificate, equipaggiate. Per pulire non interni, ma grandi ambienti, industrie, ospedali, scuole ed uffici… I primi associati si proponevano di mostrare l'autonomia tecnico-economica di un settore che andava sottratto alla deprimente idea che se ne faceva la pubblica opinione che lo assimilava alle operazioni olio di gomito con stracci e scope. L'intendimento era far crescere, produttivamente e cultu-

ralmente, tutta una nuova articolata attività, via via arricchita di apporti formativi che riuscissero a creare anche in Italia, come stava avvenendo all'estero dove già esistevano la "cleaning science" e la "sanitization", un universo ed un mercato della pulizia industriale. Per conseguire il target i promotori superavano bene il tipico risentimento concorrenziale antiassociativo; loro si univano a piantare un seme!. Il grande successo della successiva crescita significa però che quel seme è caduto su un terreno pronto a riceverlo, come mostra la panoramica che parte ora dall'alto. L'"italietta giolittiana" puliva tendaggi e tappeti con battipanni e, qualche volta, con battitappeto in legno ed "aspiratori" manovrati a mano a guisa di pompe per bicicletta. Tutti attrezzi che arrivavano da Francia e Germania, come le scope di filaccia "in scatola". Ma alla Campionaria di Milano del 1928 la Marelli presentava il Primo, un vero "vacuum cleaner" che, in una versione, già abbinava l'aspirazione dei liquidi. Negli anni successivi altre aziende milanesi importavano dalla Svizzera macchine più grosse per incerare, trattare il legno, aspirare detriti. La nota Usuelli Imero, nel 1930, approntava una spazzatrice per la stazione centrale e, nel 1931, montava su ruote di bicicletta un grosso aspiratore da 3hp a completare la gamma per ventilare, filtrare e pulire nei vecchi polverosi stabilimenti.

Negli anni '50 un artigiano pavese lanciava un bidoncino aspirante rosso su ruote per garages, l'unico in circolazione, mentre negli anni '60 e ‘70 tutti o quasi i macchinari

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Stefania Verrienti, Direttore di Afidamp e Giulio Guizzi, Afidamp Ambassador

per le pulizie (nel frattempo sono arrivati anche quelli inglesi) erano di importazione europea o americana. Costosi, ma necessari al "boom" economico. Quando l'AFIDAMP viene pensata, il mercato della pulizia industriale era tutto in mano ai Distributori Importatori. Ad essi però si affiancavano i nuovi primi costruttori di lavasciuga, spazzatrici, aspirapolvere, carrelli e scope a frange. Praticamente assenti i chimici: non vedevano ancora le macchine come distributrici di sapone. Nessuna monospazzola, nonostante un importatore già ne avesse fabbricata una valida: la Golia. L'organizzatore della prima fiera Pulisan 1970, dichiarava : "….di italiano non era esposto proprio niente, tutto veniva da fuori: le macchine, i carrelli, le scope e perfino gli strofinacci!"

MERCATO

La Madonna della Scopa di Osio Sopra, dimenticata patrona dei fondatori, deve aver comunque rivolto il suo benevolo sguardo ai firmatari di quel progetto associativo in ingiallita velina. Ha infatti compiuto il miracolo di portarli in volo, nel 1981, all'Interclean di Amsterdam dove, atterrati ultimi, presto sono diventati primi. Un vero miracolo di mercato dovuto all'intraprendenza, al coraggio, alla volontà, di ciò va dato merito. Non è purtroppo successo così all'Olivetti di Ivrea, prima sul mercato internazionale, dove negli anni di crescita i suoi ragazzi, in una cantina, hanno

per primi creato, facendo anche loro un miracolo, il primo "personal computer", giudicato idea non interessante e quindi venduta.

Invece i nostri eroi, forse poco acculturati aziendalmente, ma commercialmente scatenati, sono entrati di slancio su un mercato nuovo, senza nemmeno rendersi conto che erano gli ultimissimi. Basta pensare, per farsene un'idea, che nel 1840 Joseph Whitworth, in Inghilterra, ha creato la prima spazzatrice stradale e che nel 1850 un ingegnere del Comune di Vienna, un certo Bepi Strauss, ha realizzato la sua di spazzatrice, trainata dai cavalli, prima di tornare in orchestra a suonare richiamato dal più famoso fratello Johann. Cosa ne sapevano i nostri, che al massimo avevano maneggiato il Folletto, che nel 1880 in Usa Bissel e compagni hanno cominciato a produrre in quantità le spazzolatrici lignee, anche aspiranti a soffietto, legate, guarda caso, e anche qui alla musica per via del mantice? E che nel 1901, sempre in Inghilterra, Hubert Cecil Booth ha brevettato il primo aspirapolvere moderno mobile, lui che aveva prima visto in America gli impianti fissi e centralizzati per pulire con bocchette per vapore, aria compressa ed aria aspirata? Da qui aveva preso il via la Hoover nel 1907, inventata da Murray Spangler, poi, in Danimarca nel 1910, la Nilfisk del matematico danese Fisker, in Svezia l'Electrolux nel 1915, la Siemens nel 1924, e così via fino alla tedesca Columbus del 1929, alle francesi Huglo e Bellanger-Jamet e alla inglese

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per la nascita di quella che diventerà la pulizia professionale, trovano le loro radici nel non troppo lontano1861, quando il medico ungherese Ignaç Fülöp Semmelweis pubblicò il primo libro sulla fondamentale importanza dell’asepsi per prevenire la febbre puerperale. Osteggiato dal mondo accademico dell’epoca, le sue ricerche furono però alla base dei lavori del 1879 di Louis Pasteur e del 1883 di Joseph Lister. E fu anche una presenza femminile a contribuire a questo profondo cambiamenrto: Florence Nightingale, tra il 1859 e il 1861, infermiera durante la guerra di Crimea, portò nel mondo anglosassone la sua esperienza, creando - con criteri che per l’epoca erano rivoluzionari - la prima scuola professionale per infermiere. Le problematiche sanitarie nel passato erano strettamente correlate allo scarso livello igienico: da questa scoperta, ecco la necessità di una maggiore pulizia non solo come fattore estetico ma come fondamento della salute delle persone. e da qui la spinta a cercare metodi di pulizia e attrezzature che aiutassero a compierla in modo migliore.

Cimex che nel 1939 consegna in un convento la prima lavasciuga elettrica semovente a cavo in concorrenza poi con la Columbus Dixon e la Truvox.

Certo i nostri industriali avevano intuito le enormi possibilità di quel mercato, che avrebbero fatto loro, vedendo al lavoro in Italia, importate perfino in Vaticano dall'America, le American Lincoln a batterie, le Clarke, le spazzatrici Wayne e le Tennant. E poi le svizzere Taski della Sutter e Buhler KT, vendute fin dal 1952.

Essi hanno affrontato il mercato industriale senza nessun timore reverenziale. Anche quando hanno visto arrivare a Linate dagli Usa, nel 1980, pilotando il proprio aereo personale, Bob Pond dell'Advance, l'incredibile personaggio, ora scomparso, che ha, in Minneapolis, la fabbrica in assoluto più grande del settore.

Bene, nonostante questo panorama tanto affollato quanto qualificato ed avanzato, quelli dell'AFIDAMP, passo dopo passo, fiera dopo fiera, con accordi internazionali e progetti innovativi, ce l'hanno fatta, hanno vinto per quantità ed anche, spesso, per qualità. Ma la loro vera genialità l'hanno sempre mostrata contenendo i prezzi e contribuendo così in modo decisivo alla crescita del mercato. Poi l’elettronica, la robotica e domotica, hanno modificato il mercato già in crisi economica. "Les aspirateurs robot ont franchement décollé" scrive "le Figaro" del 12 febbraio 2012. Sono quelli che si attivano da soli premendo un tasto e decidono come e quanto pulire. Ma non è finita. Perché il mercato, in continua evoluzione, ha conosciuto l’era del digitale e dell’Internet of things, attualmente in grande espansione, che ha sconvolto il modo tradizionale di utilizzare il manufatto. Il 2.0 prima e il 4.0 poi consentono infatti di controllare a distanza il lavoro di macchine e uomini, di verificarne l’usura e il buon funzionamento, di prevedere il rifornimento e di gestirne l’uso corretto. A questo si è aggiunto, negli ultimi due anni, l’effetto della pandemia Covid, anch’esso sconvolgente. L’industria del pulito, tradizionalmente impegnata sui pavimenti e sulle pareti, ha dovuto approntare macchine e sistemi di pulizia dell’aria per la lotta contro l’invisibile.

La vaporizzazione, la nebulizzazione, la ozonizzazione di prodotti contro batteri e virus e tutta la nuova normativa di messa in sicurezza dell’ambiente con la continua disinfezione delle mani hanno portato anche cambiamenti nel campo della pro-

duzione chimica già fortemente impegnata con ecologia e sostenibilità.

Proprio per questo, grazie alla sensibilità dell’Editore Quiner-LSWR Group di Dimensione Pulito, mi accingo ad aggiornare storicamente il mio libro, da tempo esaurito, “La sporca storia del pulito” con una riedizione di aggiornamento storico che metta anche in risalto come, nel contesto attuale, sia enormemente accresciuta l’importanza sociale di tutti gli operatori del “Cleaning“ alle prese, stavolta, con una più generale, riconosciuta e coinvolgente Sanificazione ambientale di valore scientifico.

5 • Giulio Guizzi, - anni fa tra i suoi gioielli - ancora oggi si rammmarica di non aver saputo dare un assetto museale agli oltre 2000 pezzi della collezione 6 • il sapone Pears profuma di giglio 7 • l’American Lincoln del 1927, la lavasciuga che ha lavorato in Vaticano, ha un

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TIPS a Ecomondo per parlare di re-internalizzazione

Il Tavolo Interassociativo delle Imprese di Pulizia (TIPS) è stato protagonista a Ecomondo di un workshop sul tema della qualità nel mondo dell’igiene

La re-internazionalizzazione è stato il grande tema affrontato in occasione del workshop “INDIETRO TUTTA. Il ritorno della re-internazionalizzazione delle pulizie e i rischi per la qualità e la sostenibilità del servizio”, tenutosi il 10 novembre a Rimini, in occasione di Ecomondo. Il mondo delle associazioni del settore delle pulizie si è incontrato per fare il punto su un tema di grande attualità, che rischia di compromettere la qualità dei servizi di pulizia negli ambienti della pubblica amministrazione: scuole, uffici, ospedali e luoghi pubblici generalmente frequentati da molte persone. Negli ultimi anni sono aumentate le amministrazioni che hanno re-internalizzato i servizi di pulizia, una tendenza che pone degli interrogativi sulla qualità del servizio reso, sulle garanzie rispetto a quanto l’Europa richiede in termini di sostenibilità ambientale e di tutela della concorrenza e sulla adeguata qualificazione del personale impiegato. Il workshop è stato voluto e promosso dal TIPS – Team Interassociativo delle Imprese di Pulizia, costituita da AFIDAMP, Confartigianato Imprese di Pulizia, CNA Imprese di pulizia, Casartigiani Imprese di Pulizie, Confcooperative Lavoro e Servizi, FNIP Confcommercio, Fondazione Scuola Nazionale Servizi, ISSA EMEA, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi. L’incontro è stato aperto da Vittorio Serafini, Direttore di Fondazione Scuola

Nazionale Servizi, insieme all’avvocato Massimiliano Brugnoletti, dello Studio B&A. In rappresentanza del TIPS erano presenti Nicola Burlin, Vicepresidente di Fnip Confcommercio; Gianni di Nunno, Vicepresidente Confcooperative Lavoro e Servizi; Andrea Loro Piana, Consiglio Direttivo di Afidamp; Antonio Serra, Vicepresidente Confartigianato Imprese di Pulizie. Ha moderato l’incontro Stefano Finotti, giornalista e dirigente scolastico, che ha portato anche la propria esperienza personale di gestione di diversi istituti scolastici. L’incremento della re-internazionalizzazione dei servizi di pulizia nella PA comporta un rischio reale di abbassamento della qualità del servizio stesso, spesso eseguito da personale non preparato adeguatamente e non competente in materia. Se è evidente che per gli uffici pubblici si tratta di una necessità legata prevalentemente al taglio dei costi, è anche vero che spesso i servizi eseguiti da personale non specializzato non permettono di essere controllati e verificati. E la mancanza di controllo ge-

MANIFESTO DI INTENTI

Visto il perdurare dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid 19, l’8 settembre 2021 si è costituito Interassociativo Pulizie e Servizi – che riunisce le principali associazioni del comparto delle imprese nato Imprese di Pulizia, CNA Imprese di pulizia, Casartigiani Imprese di Pulizia, Confcooperative Lavoro fcommercio, Fondazione Scuola Nazionale Servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi AFIDAMP associazione nazionale dei fornitori di strumentazioni per la pulizia professionale. Il TIPS imprese del comparto coinvolgendo diversi grandi operatori, migliaia di imprese artigiane e Piccole

Numero imprese Numero addetti Fatturato 23.300 526.000 oltre 21

N.B. I dati rappresentano la totalità del comparto.

Il TIPS intende valorizzare il grande impegno di tutta la filiera operante nel campo delle pulizie confronti di uno sviluppo sostenibile del settore, perseguito su tutti i fronti a partire dalla promozione circolare fino alla fattiva partecipazione ai processi di sviluppo di norme e regolamenti, ritenendo virtuoso proponibile ad altri comparti economici del Paese.

Il TIPS inoltre rileva il preoccupante calo di attenzione verso i processi di pulizia, disinfezione e evidenziato il ruolo fondamentale cui è nuovamente chiamato tutto il settore della pulizia professionale tica situazione che il Paese sta attraversando, stante la necessità di garantire un elevato standard ambienti e decontaminazione degli spazi per la tutela della salute pubblica.

Il TIPS, raggruppando una percentuale di operatori estremamente significativa e rappresentativa cando e lavorando per l’inclusione di altri Soggetti utili allo scopo, in totale spirito di servizio nei si propone come punto di riferimento per tutte le problematiche relative alla pulizia, disinfezione sanificazione e auspica il proprio coinvolgimento, da parte delle Istituzioni, nei processi decisionali mento dell’epidemia da SarsCoV2 e, nello specifico, alla ricerca delle migliori soluzioni per il contenimento infettivo legato alla salubrità e alla pulizia delle strutture pubbliche e private.

Oltre ciò, il TIPS pone l’accento sulla necessità e l’urgenza di un intervento teso il conseguimento dei seguenti obiettivi:

nera incuria e scorretta gestione. Inoltre le associazioni di categoria sottolineano anche il rischio legato a un meccanismo che rischia di penalizzare la libera concorrenza. Le associazioni che compongono il TIPS sono impegnate su tutti i fronti per la tutela del mantenimento della qualità dei servizi offerti, realizzata da personale qualificato e adeguatamente formato. Come sottolineato dai relatori presenti a Ecomondo, collaborare con le strutture pubbliche è possibile, ma sono loro stesse a doversi affidare a operatori qualificati per i servizi di pulizia, partner affidabili e specializzati per gestire il tema dell’igiene in tutte le sedi. È quindi importante continuare a fare rete, portando avanti un messaggio forte di qualità e tutela del settore.

- La valorizzazione del settore e dei suoi operatori;

- La standardizzazione dei processi e dei protocolli di pulizia, compresa la predisposizione di un prezzario che tenga conto degli effettivi tempi e metodologie di esecuzione;

- Il chiarimento normativo del concetto di sanificazione e di quali siano i soggetti prestazione professionale, così come concordato nelle definizioni indicate all’interno di intenti sottoscritto tra le parti l’8 settembre 2021;

- Il contrasto al dumping contrattuale, alle forme di concorrenza sleale e la totale uscita del massimo ribasso per gli acquisti dei servizi da parte della pubblica amministrazione;

- Il riconoscimento e la valorizzazione delle competenze professionali volontariamente

sul lavoro anche attraverso percorsi di qualificazione degli operatori delle imprese

- Un rinnovato patto tra pubblico e privato improntato all’incremento della qualità

cabina di regia, composta dai rappresentanti di tutte le aderenti, che strutturi un set di proposte da portare all’attenzione del Legislatore e del nonché azioni di sensibilizzazione verso i portatori di interesse e l’opinione pubblica.

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WORKSHOP
Il TIPS costituirà da subito una

Energie rinnovabili un antidoto alla crisi energetica

Per far fronte all’emergenza che sta avendo pesantissime ripercussioni su famiglie e imprese, servono interventi urgenti da parte del governo italiano e dell’UE. Ma la strada per il futuro è quella del green, che non deve essere abbandonata Maurizio Pedrini giornalista di settore e direttore tecnico di Dimensione Pulito

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ECONOMIA

Le famiglie italiane, le PMI e l’economia intera appaiono in grossa difficoltà, trafitte e vilipese dalla travolgente impennata della bolletta energetica, in particolare dall’aumento esponenziale del costo del gas. Nella “caldissima” estate che ci siamo lasciati alle spalle – sconvolta, purtroppo, da temperature mai registrate prima, siccità e guerra - questo incremento si è immediatamente riversato, con devastanti conseguenze, sul valore del Prezzo Unico Nazionale (PUN), ovvero la spesa necessaria a sostenere il costo dell’elettricità all’ingrosso, cresciuto in maniera esponenziale, durante questi mesi convulsi, di quasi il 400% (da 61 a 288 €/MWh nei valori medi mensili). Insomma, si è abbattuta sull’Europa e sull’Italia una sorta di “tempesta perfetta” che ha portato ad aumenti mai registrati prima, davvero inimmaginabili, per le bollette di luce e gas. L’aumento del prezzo del gas naturale è dovuto non solo alla tragica guerra in Ucraina, che ha sconvolto il cuore del nostro continente e il mondo intero, o ad altri importanti elementi congiunturali, ma soprattutto a fattori speculativi. Il gas naturale è un bene fungibile, uguale indipendentemente dal produttore, oggetto di scambio presso le principali borse mondiali. In questo delicato periodo, per esempio, abbiamo imparato a conoscere il TTF (Title Transfer Facility), ovvero un mercato virtuale per lo scambio del gas naturale con sede in Olanda, tra i principali mercati di riferimento per lo scambio del gas in Europa. Dopo un inizio 2022 in cui si iniziava ad intravedere la luce in fondo al tunnel, lo scoppio della drammatica guerra in Ucraina ha aggravato ulteriormente la situazione facendo emergere la dipendenza dell’Europa, e dell’Italia in particolare, dal gas russo. A marzo di quest’anno si è quindi raggiunto il nuovo record storico del prezzo del gas che ha superato come quotazione TTF, l’indice di riferimento olandese, i 225 euro/MWh, superan-

do di 10 volte la media di prezzo degli anni precedenti. L’aumento del prezzo di riferimento del gas naturale ha trascinato con sé anche i prezzi all’ingrosso dell’elettricità. Questo è dovuto al fatto che, in Italia, ancora buona parte della produzione elettrica (circa il 40%) avviene tramite il gas utilizzato nelle centrali turbogas. Anche per il PUN gli aumenti sono stati drammatici con un prezzo medio passato dai 60 euro/MWh tra il 2004 e il 2020 ai 120 euro/MWh del 2021 e ai quasi 250 euro/MWh per i primi sei mesi del 2022. Se, ad esempio, compariamo il prezzo del gas medio mensile del mese di agosto 2021, con quello dello stesso mese del 2022, notiamo che esso si è quasi quintuplicato. Il che significa che la bolletta di gas e luce ha raggiunto poi, per le tasche di famiglie e imprese, un peso assurdo e insostenibile. Nelle ultime settimane, anche se il prezzo del gas è leggermente sceso, si è materializzato per molti italiani il tragico dilemma: pagare la bolletta, o mantenersi? Per molte aziende, specialmente di piccole e medie dimensioni e, in particolar modo per quelle cosiddette “energivore” che per la produzione di beni di consumo necessitano di elevati volumi di gas ed energia elettrica a ciclo continuo, si è paventato addirittura lo spettro della chiusura. Gli appelli allarmati delle categorie e delle filiere produttive si sono susseguiti ad un ritmo sempre più incalzante: l’escalation, ormai evidente e impietosa, dei costi di produzione, dovuta al diabolico mix tra incremento (e difficile reperimento) dei costi delle materie prime e dell’energia appare quasi inarrestabile. Il fenomeno non solo comporta rischi reali per la stessa sopravvivenza delle imprese, ma si sta abbattendo anche sulle aziende della distribuzione primaria, intermedia e finale. La catena si fa sempre più corta: l’esplosione di aumenti del costo di materie prime essenziali, come latte e farina - per esempio - rischia di rendere irraggiungibili per tanti italiani beni primari e di largo

consumo come il pane e la pasta, il cui prezzo non può essere scaricato a danno dei consumatori, con aumenti che risulterebbero davvero insostenibili. In questo contesto, così complesso, delicato e ansiogeno, si sono fatte strada da un lato la protesta – anche esasperata – con i falò di bollette bruciate per strada da cittadini sempre più esasperati, dall’altro la richiesta -sempre più pressante - da parte dell’opinione pubblica, alla politica e alle istituzioni italiane ed europee di trovare soluzioni che evitino un tracollo, sempre più vicino e probabile. Purtroppo, però, la soluzione è apparsa subito lontana, per certi versi remota. Il precedente governo guidato da Mario Draghi aveva emanato tre decreti a sostegno delle famiglie più povere e delle imprese, ma la politica del “bonus”, sinceramente, non sembra aver dato i frutti desiderati, apparendo – ai più – come una sorta di “tampone”, o piuttosto un vero e proprio palliativo. Il problema, in sostanza, non è stato affrontato con la dovuta determinazione, nonostante le strade, anche quelle perseguite da altri Paesi a noi vicini, non solo geograficamente, fossero comunque praticabili: nessuna seria tassazione degli extra profitti delle società energetiche, neppure dell’ENI, il cui 30% delle azioni è posseduta dallo Stato; tramontata anche l’ipotesi di una seria defiscalizzazione delle

Occorre investire, anche da parte delle aziende, per arrivare a produrre in piena autonomia, con impianti fotovoltaici o altre fonti rinnovabili, l'energia indispensabile a mandare avanti la produzione

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bollette, o di un consistente scostamento di bilancio per sostenere famiglie e imprese, al posto dell’erogazione di avvilenti bonus. Il tutto mentre in seno all’UE, sull’ipotesi di porre “una sorta di soglia invalicabile” al prezzo del gas, si scatenava la bagarre tra favorevoli e contrari, dando un evidente segnale di debolezza sia alla Russia di Putin, divenuta purtroppo nemica non solo dell’Ucraina, ma di Bruxelles e dei Paesi Nato, ma pure agli occhi di tutti i cittadini che credono ancora nell’Europa dei popoli.

PRICE CAP E CONTRADDIZIONI

Tra le ipotesi sul tavolo, dunque la più gettonata è apparsa fin da subito quella del cosiddetto price cap, pensata con due diverse opzioni per introdurre un tetto al prezzo del gas importato dalla Russia via tubo: fissare un tetto massimo (che si prefigurerebbe come nuova

sanzione contro Mosca), oppure istituire un’entità unica europea per acquistare il gas a un determinato prezzo, che non dovrebbe scendere sotto i 35 euro a megawattora. Al vaglio della Commissione UE è stata paventata anche l’ipotesi di creare una “zona rossa” per i Paesi più esposti ai tagli delle forniture russe, tra cui l’Italia, dove potrebbe essere fissato un prezzo temporaneo amministrato per il gas legato all’andamento del TTF. Proposte che hanno fatto subito esplodere contraddizioni ed egoismi tra Paesi produttori di gas, come la Norvegia e Stati dipendenti fino al collo dal gas russo: basti pensare che la Germania importa circa la metà del proprio gas dalla Russia, mentre la Francia ottiene solamente un quarto della propria fornitura dal Paese di Putin. I nostri alleati teutonici non sono stati però con le mani in mano: il governo guidato dal cancel-

liere socialdemocratico Olaf Scholz, tra la sorpresa generale dei partner europei, ha stanziato l’imponente cifra di 200 miliardi di euro per far fronte all’emergenza. E l’Italia? Il nostro Paese è giunto - come troppo spesso accade - completamente impreparato all’appuntamento con la storia. Negli ultimi vent’anni il problema energetico è stato completamente accantonato, ignorato dai governi: si è scelta la via della progressiva dipendenza dall’importazione di gas da altri Stati, anche a costo di rinunciare ad estrarlo laddove è presente nel nostro sottosuolo o nel mare, in quest’ultimo caso, smantellando le perforazioni e le piattaforme presenti nel mare Adriatico, per consentire alla vicina Croazia di sfruttare indisturbata quei giacimenti di metano che sarebbero anche nostri. Per quanto riguarda le forniture di gas nel nostro Paese, il quadro appare impietoso.

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ECONOMIA

Secondo i dati elaborati da Today, nel 2021 sono stati importati 72,7 miliardi di metri cubi di gas, di cui il 40% è arrivato dalla Russia, il 29% dall'Algeria, il 10% dall'Azerbaijan, il 4% dalla Libia e il 3% dal Nord Europa. Il 13,5% è arrivato da Gnl (gas naturale liquefatto). Il governo Draghi, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, le sanzioni imposte alla Russia e la decisione di stoppare il canale con il Paese aggressore, che ha scatenato questo sanguinoso conflitto, si è attivato per stringere alleanze con altri Stati fornitori, pensando all’acquisto di navi rigassificatrici. L’ex ministro della transizione ecologica Cingolani ha più volte tranquillizzato gli italiani in merito alla tenuta del sistema, magari con i piccoli accorgimenti e sacrifici delineati nel piano di risparmio energetico, ma assistendo alle enormi difficoltà di far approdare al porto di Livorno il Terminale di rigassificazione di OLT Offshore LNG Toscana, costituito da una nave metaniera, la Golar Tundra, opportunamente modificata e ancorata in modo permanente al fondale marino del porto della città, non c’è certamente da stare allegri. Il dato che fa maggiormente riflettere al riguardo è che altre città europee ne dispongono senza problemi da anni. Come ad esempio Barcellona, che dispone di uno dei più grandi rigassificatori d'Europa, piazzato proprio nel porto. L'impianto esiste dal 1969, nessuno si lamenta ed è talmente integrato nel sistema cittadino che i residenti praticamente neppure si rendono conto della sua presenza. In Italia, invece, qualsiasi scelta di politica energetica rappresenta un problema: 35 anni fa, come ben sappiamo, scioccati dalla tragedia di Chernobyl, tramite referendum si disse di no all’uso dell’energia atomica per scopi civili. Si decise per prima una moratoria, in attesa di sviluppi, poi nel 2011, nuovo referendum, stavolta contro l’idea del governo di rispolverare il nucleare, con una nuova moratoria, dopo l'incidente nucleare di Fukushima Daiichi in Giappone.

Intanto, paradossalmente, mentre le centrali di Caorso, in provincia di Piacenza, Trino Vercellese e altre in corso di costruzione nel 1986 venivano progressivamente lasciate marcire prima di essere definitivamente smantellate, cresceva in modo impressionante la dipendenza del nostro Paese dall’energia atomica, convertita in elettricità, che ci veniva e ci viene tuttora venduta a caro prezzo dalle centrali atomiche francesi, svizzere, slovene sorte ai nostri confini. L’Italia, unico Paese in Europa a non possedere proprie centrali di questo tipo, importa dai vicini circa il 10% dell’energia elettrica necessaria a mandare avanti la produzione delle nostre aziende e la vita delle famiglie. Paradossi sui quali varrebbe la pena di riflettere, come quelli dello sviluppo

impatto ambientale e inquinamento. Anche il fotovoltaico, che pure qualche anno fa ci aveva visti all'avanguardia, non naviga certo in buone acque, con una netta inversione di tendenza. Per non parlare delle incongruenze della soluzione non inquinante ipotizzata con la massiccia introduzione dell’elettrico, prevista anche dal piano di sostenibilità 4.0 che con il PNRR prevede la transizione energetica. Le domande sorgono spontanee: come si produce l’elettricità?  Bruciando combustibili o sfruttando elementi come acqua, sole e vento. Queste, in effetti, sono le fonti primarie di energia, rispettivamente chiamate fonti fossili e fonti rinnovabili. Ma davvero, nel nostro Paese, in pochi anni saremo in grado di sostituire alle tradizionali fonti fossili e al

delle fonti rinnovabili, strada per molti versi obbligata, ma ancora – purtroppo – solo parzialmente praticata da noi, che andrebbe invece sostenuta con la massima convinzione, approfittando al massimo delle opportunità offerte dal PNRR. Basti pensare a tutte le difficoltà che insorgono dai Comuni quando si ipotizza l’installazione di un impianto di pale eoliche su un determinato territorio comunale: una sorta di rivoluzione per i problemi derivanti da

dispendio di un bene sempre più prezioso come l’acqua, oggi terribilmente sprecata e preziosa in periodi di siccità, l’energia pulita prodotta dal sole e dal vento, senza un grande sforzo collettivo e l’impegno di tutti? Non sono forse lungimiranti le richieste di chi chiede con forza che l’idrogeno verde e pulito, grazie all’apporto di energia rinnovabile, entri a pieno titolo nel palcoscenico del nostro futuro? Occorre investire, anche da parte delle aziende, per ar-

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rivare a produrre in piena autonomia, con impianti fotovoltaici, o altre fonti rinnovabili, l’energia indispensabile a mandare avanti la produzione. Ma di fronte a questo futuro a medio termine, torniamo all’imminenza d’un problema di stretta sopravvivenza, come quello del caro energia, così impellente, che deve trovare risposte radicali e immediate. Per risolvere il nodo della profonda crisi energetica e il caro bollette, dopo il Consiglio straordinario Ue sul risparmio energetico, sul tetto ai ricavi delle società infra marginali ma ancora con un nulla di fatto sull'accordo sul tetto al prezzo del gas (l’Unione Europea, già impegnata nel risolvere il problema dello stoccaggio, ha infatti rimandato la ricerca di misure in tal senso) il nuovo governo italiano ha solo una strada da seguire: quella della difesa suprema degli interessi degli italiani, come stanno facendo gli altri Stati Ue, in barba alle dichiarazioni solenni. Se vogliamo che il Sistema Italia sopravviva, occorrono consistenti investimenti di risorse, che non possono limitarsi a qualche decina di miliardi, distribuiti con i soliti bonus. Tanto per capirci, serve una moratoria per famiglie e imprese sulle bollette non pagate, così come l’eliminazione (non la semplice riduzione) sulle accise relative ai carburanti, va allargato l’ombrello della garanzia Sace sulle piccole imprese di fornitori di energia che rischiano il crac se le aziende sono insolventi. E, infine, come non prevedere una seria e consistente tassazione degli extra profitti maturati sulla pelle dei consumatori dalle aziende energetiche che finora nulla, o quasi, hanno versato alle casse dello Stato? Non è solo una questione legata all’emergenza economica, ma una vera e propria questione di giustizia sociale. Senza contare che se queste disposizioni dovessero comportare una riduzione significativa dei prezzi dell'energia, ciò sarebbe positivo in quanto implicherebbe probabilmente una minore pressione sui clienti e

un rischio di credito al ribasso sulle vendite di energia effettuate. Insomma, saremmo di fronte a scelte che potrebbero andare a beneficio della collettività, evitando il rischio di fallimento e collasso che incombe sulle nostre teste.

LIBERARSI DALLA

DIPENDENZA DAL GAS RUSSO

Come per gli altri combustibili fossili (petrolio e carbone), anche per il gas l’Italia dipende fortemente da Paesi esteri. La produzione nazionale copre appena il 4% del fabbisogno complessivo di gas, mentre il restante 96% (circa 76 miliardi di m3 nel 2021) proviene da importazioni estere. L’alta dipendenza dall’estero non dipende dai livelli di sfruttamento delle risorse nazionali: le riserve di gas presenti nel sottosuolo italiano sono limitate e, anche se immaginassimo da un giorno all’altro di poterle sfruttare a pieno, potremmo coprire il nostro fabbisogno di gas solo per un limitato periodo di tempo – si parla di pochi anni, se non addirittura di pochi mesi - prima di averle esaurite per sempre. La nostra dipendenza dall’estero per il gas è concentrata in soli cinque Paesi. Il primo, com’è oramai noto anche ai non addetti ai lavori, è la Russia, da cui dipendiamo per il 40% del nostro fabbisogno. Il secondo è l’Algeria, che soddisfa il 31% del nostro fabbisogno. Storicamente questi due Paesi sono i principali fornitori di gas in Italia, con la Russia che ha acquisito il primato in particolare nell’ultimo decennio (come hanno sottolineato molti analisti, proprio in concomitanza con l’occupazione della Crimea): rispetto a inizio millennio, infatti, abbiamo aumentato il flusso di gas dalla Russia del 38%, mentre abbiamo ridotto quello dall’Algeria del 20%. Con l’entrata in funzione della TAP (il gasdotto Trans-Adriatic Pipeline che dal Mar Caspio arriva in Puglia), nel 2021 è entrato in scena un nuovo player delle importazioni di gas in Italia e in Europa: l’Azerbaijan, che oggi è

il nostro terzo Paese per import di gas, con il 10%. Ci sono, infine, il Qatar e la Libia, dai quali importiamo rispettivamente il 9% e il 4% del nostro fabbisogno. Nei mesi scorsi il governo Draghi ha agito considerevolmente a livello internazionale per aumentare l’importazione di gas da alcuni Paesi nostri fornitori per ridurre la dipendenza dalla Russia, pensando che questo renderà il nostro sistema energetico più sicuro. Ma i cinque Paesi da cui importiamo il 90% del nostro fabbisogno nazionale di gas, oltre ad avere abbondanti disponibilità di questo combustibile fossile, sono tutti caratterizzati dalla presenza di regimi classificati come autoritari. Per costruire un sistema energetico più sicuro (e sostenibile) non possiamo continuare a puntare sul gas diversificando le fonti, ma dobbiamo tagliare il prima possibile e il più possibile il nostro fabbisogno da questa fonte fossile e accelerare al massimo la transizione energetica.

PUNTARE SULLE FONTI RINNOVABILI

Tra gli interventi da mettere in campo: pare indispensabile che entro marzo 2023 il governo a guida Meloni si impegni ad autorizzare la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata da realizzare entro cinque anni, aggiornare il quasi ignorato Piano Nazionale Integrato per l'Energia e il Clima 2030 (PNIEC), che rappresenta lo strumento principale per cambiare la politica energetica e ambientale del nostro Paese verso la decarbonizzazione, con obiettivo 100% elettricità da rinnovabili da centrare entro il 2035; va inoltre fissato subito un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio. Deve essere messo a punto e approvato un Decreto sblocca rinnovabili per sostituire le centrali a gas costruite dopo il blackout nazionale del 2003 e per ridurre i consumi

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ECONOMIA

di 36 miliardi di metri cubi  entro il 2026. In buona sostanza, l’esplosione della catastrofica guerra in Ucraina e la crescente preoccupazione di molte persone per l’aumento delle bollette, impone di accelerare la transizione energetica del nostro Paese, come unica soluzione per uscire dalla dipendenza dal gas, a partire da quello della Russia. Molto interesse ha suscitato la proposta avanzata da alcune note associazioni ambientaliste che hanno indicato possibili vie da seguire per affrontare in modo strutturale la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento del gas. Si tratta di interventi normativi e autorizzativi da mettere in campo nei prossimi mesi che, se attuati almeno in parte, permetterebbero di ridurre i consumi di gas di 36 miliardi di metri cubi all’anno entro fine 2026. Come? Sviluppando l’eolico offshore e a terra, il fotovoltaico sui tetti, anche nei centri storici, e sulle aree compromesse (discariche, cave, ecc), il moderno agrovoltaico che garantisce l’integrazione delle produzioni agricole con quella energetica, la produzione del biometano (sviluppata in un chiaro contesto di riduzione del numero complessivo di capi allevati e senza sottrazione di terreno alla produzione di cibo), gli accumuli, i pompaggi e l’ammodernamento delle reti. In particolare le associazioni chiedono in primis di auto -

rizzare, entro marzo 2023, nuovi impianti a fonti rinnovabili per 90 GW di nuova potenza installata, pari alla metà dei 180 GW in attesa di autorizzazione, da realizzare entro fine 2026; aggiornare entro giugno 2022 il PNIEC (Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima), valutando l’obiettivo di produzione del 100% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2035; fissare subito un tetto ai profitti delle aziende che estraggono e trasportano gas fossile o petrolio; attivare al più presto il dibattito pubblico sugli impianti a fonti rinnovabili al di sopra dei 10 MW di potenza installata; sviluppare la produzione di biometano da FORSU (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano), scarti agricoli, reflui zootecnici e fanghi di depurazione. E poi di escludere entro aprile 2022 l’autorizzazione paesaggistica per il fotovoltaico integrato sui tetti degli edifici non vincolati dei centri storici; rivedere i bonus edilizi. Infine, anticipare l’eliminazione dell’uso delle caldaie a gas nei nuovi edifici; istituire un fondo di garanzia per la costituzione delle comunità energetiche; attivare una strategia per efficienza e innovazione nei cicli produttivi e sulla mobilità sostenibile. Da mesi, ormai, il problema energia è stato al centro del dibattito politico, anche grazie ad un’incessante campagna mediatica sul tema dei fortissimi rin-

cari in bolletta e a inaccettabili dinamiche speculative, alimentate prima dall’aumento dei prezzi di acquisto del gas fossile sui mercati internazionali messi in campo dalle oligopoli delle fonti fossili, in seguito alla ripartenza dell’economia mondiale dopo le prime ondate del Covid-19, e poi dalle tensioni internazionali sfociate nella terribile guerra innescata dall’invasione russa in Ucraina. Un’ultima considerazione di fronte alla devastante emergenza che stiamo vivendo, un passo indietro rispetto al percorso avviato con il PNRR e la transizione energetica sarebbe assai negativo: pensare di riattivare gruppi termoelettrici a carbone o a olio combustibile è un’opzione irrilevante: se pure ripartissero 1.000 MW di potenza installata, aggiuntivi a quelli già in attività, con questi due combustibili fossili, ad esempio per 5mila ore/ anno, si potrebbero produrre 5 TWh all’anno che nei fatti permetterebbero di risparmiare solo 1 miliardo di metri cubi  di gas fossile all’anno. Praticamente nulla al confronto del contributo strutturale e rispettoso degli obiettivi climatici e di lotta all’inquinamento atmosferico che garantirebbe lo sviluppo convinto delle fonti rinnovabili, dell’efficienza energetica, del sistema di pompaggio e accumulo e della rete di trasmissione e distribuzione.

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Nuovi obiettivi per un futuro di leadership

Nonostante le difficoltà che affliggono il mondo dell’industria, Paredes non si ferma e ha grandi piani di sviluppo, che tracciano la strada verso un ruolo sempre più da protagonista nel mercato dell’igiene professionale

Per Paredes è stata una giornata importante quella del 18 ottobre, data che ha visto l’inaugurazione dei nuovi uffici di via Scarsellini a Genova. La multinazionale francese ha presentato il nuovo quartier generale italiano ai suoi clienti e ai media in occasione di un evento al quale ha partecipato anche il CEO Francois Thuilleur, che abbiamo intervistato insieme al General Director Enrico Soliani. Con i due dirigenti abbiamo parlato dei piani presenti e futuri di Paredes e dei suoi obiettivi di crescita, inquadrati nell’attuale contesto economico che tanti problemi sta creando al mondo dell’industria.

Paredes inaugura oggi i suoi nuovi uffici di Genova: perché avete scelto di intraprendere questo progetto e quali necessità soddisfa?

Il progetto riguardante il nuovo quartier generale in Italia è iniziato un anno fa, ed è parte dei cambiamenti che hanno coinvolto Paredes negli ul-

timi 5-6 anni, cambiamenti iniziati in Francia e proseguiti poi qui nella Penisola, non ultimo l’abbandono causa pensionamento di due membri storici come Girolamo Lo Presti e Marco Minuto, fondatori nel 1987 di Paredes Italia. Sull’onda di queste novità, l’insediamento in un nuovo edificio ci consente di dare a Paredes un’imma-

Da sinistra, Enrico Soliani (General Director), Francois Thuilleur (CEO), Frederic Lopez (International & Partnership Director)

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INTERVISTA

gine di rinnovamento con la quale presentarsi ai clienti e al mercato. Inoltre, volevamo dare a tutti i nostri dipendenti l’opportunità di lavorare in un ambiente gradevole e moderno, in modo da migliorare ulteriormente la loro esperienza professionale in Paredes. Questi nostri nuovi uffici vanno inoltre visti in un’ottica di miglioramento generale dell’immagine aziendale, che ci consente di attrarre più facilmente talenti che possano lavorare con noi, aspetto sul quale puntiamo molto.

L’industria è in difficoltà a causa dei forti incrementi dei prezzi di materie prime ed energia. Come si è organizzata Paredes per fare fronte a questa situazione?

Il mercato era molto stabile prima dell’esplosione, alla fine dell’anno scorso, di queste problematiche. Nell’industria della carta, i prezzi sono cresciuti improvvisamente dal 62 al 100%, a seconda della tipologia di materiale richiesto. Innanzitutto, ci siamo dovuti assicurare di avere a disposizione la materia prima per poter lavorare: a Lucca abbiamo un’azienda di trasformazione della carta, la Paredes Mapedo Fab, che necessitava di essere rifornita per continuare la sua attività. Avevamo la necessità di continuare a produrre per soddisfare le richieste dei nostri clienti, mantenendo però dei costi sostenibili. Per ottenere

questo risultato abbiamo negoziato con i nostri fornitori, cercando di trovare soluzioni che potessero soddisfare entrambe le parti, e abbiamo purtroppo dovuto aumentare il prezzo finale dei nostri prodotti. Tra i nostri clienti figurano ospedali e altre strutture che non possono assolutamente fermarsi, continuare la produzione è per noi anche un impegno etico e sociale, e posso dire che siamo riusciti nel nostro obiettivo. Negli ultimi mesi si è aggiunto anche il problema del prezzo dell’energia, che ha reso la situazione ancora più complicata; alzare i nostri prezzi è stata una scelta sofferta, ma necessaria. Dato che non sappiamo come la crisi energetica evolverà nei prossimi mesi, dal mese di giugno stiamo facendo grande scorta di bobina madre per poter far fronte all’inverno, che sarà per tutto il settore un grande punto di domanda.

Efficienza e attenzione all’ambiente sono sempre stati principi fondanti per la vostra azienda. Quali progetti e soluzioni state sviluppando per venire incontro alle esigenze di sostenibilità che stanno sempre più caratterizzando il mondo del cleaning? Come da nostra policy, abbiamo quasi solo prodotti Ecolabel e derivanti da materia riciclata, sui quali stiamo spingendo molto perché crediamo realmente nelle loro potenzialità. È im-

portante sapere che i materiali riciclati sono più costosi di quelli “puri”, ma siamo disposti a sostenere questo sforzo perché crediamo che questi prodotti siano un passo importante verso il futuro. Inoltre, pochi mesi fa abbiamo acquisito una startup francese che produce acqua ozonizzata, un prodotto biocida a basso contenuto di sapone e cloro che, in lavatrice, è in grado di disinfettare i tessuti a una temperatura di soli 20°C. Siamo molto attenti anche all’impatto ambientale dei trasporti: avere dei centri di trasformazione a Lucca per l’Italia e a Lione per quanto riguarda la Francia evita lunghi trasporti, i quali rappresentano una grande fonte di inquinamento. Per quanto riguarda le certificazioni, in Francia abbiamo ottenuto la medaglia Gold di Ecovadis, un provider di valutazione di sostenibilità, e stiamo lavorando per ottenere la medaglia Platinum, un riconoscimento ancora più elevato. Sempre in Francia abbiamo ottenuto anche diverse altre certificazioni di sostenibilità.

Quali sono i vostri piani futuri, avete individuato altri Paesi e mercati nei quali espandervi?

Vogliamo crescere ancora di più e per fare ciò abbiamo lanciato un nuovo piano, Cap n° 1, attraverso il quale miriamo, attraverso crescita organica e acquisizioni, a raddoppiare il fatturato entro il 2030 portandolo a 500 milioni di euro, per diventare leader nell’igiene professionale in Francia. In Italia siamo tra le prime quattro aziende del settore, e l’obiettivo è quello di diventare la numero uno, cercando di sviluppare nei prossimi anni un fatturato di 30 milioni di euro. Per quanto riguarda nuovi mercati nei quali fare il nostro ingresso, abbiamo individuato quello dell’ozono, nel quale vediamo grandi potenzialità. In Italia vogliamo svilupparci nel settore della protezione, che include guanti e mascherine, settore nel quale siamo già presenti ma per ora solo in minima parte.

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I servizi industriali nel sistema europeo

I programmi della presidenza italiana al vertice dell’Associazione europea che riunisce le imprese del cleaning e del facility. A colloquio con il manager, presidente di ANIP Confindustria e della Federazione Confindustria Servizi Hcfs, eletto alla guida di Efci (European cleaning and facility services industry) per un biennio

Lorenzo Mattioli, presidente di ANIP Confindustria e della Federazione Confindustria Servizi Hcfs, guiderà per il prossimo biennio la Efci (European cleaning and facility services industry), l’Associazione europea con sede a Bruxelles che riunisce le imprese del cleaning e del facility. Efci raccoglie 14 associazioni d’impresa europee, rappresentando oltre 4 milioni di lavoratori e circa 300mila imprese. Si tratta senz’altro di un importante riconoscimento per Mattioli, che con Anip Confindustria ha avviato il progetto di rappresentanza dei servizi in Italia ampliato con Confindustria Servizi Hcfs, ed ora attraverso la federazione europea Efci. Abbiamo incontrato il neo presidente per parlare dei suoi programmi di lavoro, dopo il prestigioso incarico, senza trascurare però di analizzare alcune delle principali problematiche

di cui si sta occupando alla guida di due tra le principali realtà associative italiane, alle quali fanno riferimento migliaia di addetti al prezioso setto -

re della pulizia professionale, oggi più che mai alla ricerca di un adeguato riconoscimento sociale che gli spetta a pieno titolo.

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INTERVISTA LORENZO MATTIOLI

La sua nomina al vertice dell’associazione d’imprese europea Efci com’è maturata?

“Anip Confindustria, che ho l’onore di rappresentare da diversi anni, ha da sempre svolto una intensa attività istituzionale anche al di fuori dell’Italia, in particolare là dove molte delle politiche italiane nascono: nella comunità Europea. Non dimentichiamo che essa rientra tra i soci fondatori di Feni-Efci la Federazione che raccoglie tutte le maggiori rappresentanze dell’industria del cleaning e del Facility services in Europa, la quale dallo scorso anno ha designato per la prima volta alla presidenza la componente Italiana, che a

giugno 2022 è stata confermata con la mia elezione.”

THE CLEANING  INDUSTRY

IN EUROPE  EFCI’S REPORT 2021 COVID-19 IMPACT ANALYSIS

Possiamo tracciare un quadro d’insieme dell’associazione e del settore delle imprese di servizi in Europa, anche fornendo qualche interessante dato economico? Qual è lo stato di salute del comparto?

“Per meglio delineare il comparto del cleaning e del Facility services l'Efci ha realizzato un Trend Report che considera l'evoluzione del settore nell’ultimo ventennio. Questo report mostra che il settore ha registrato una crescita impressionante in questo arco di tempo: il fatturato è triplicato a 130 miliardi di

euro e l'occupazione arrivata a c.ca 4,2 milioni di addetti, è aumentata dell'80%, performance che è in parte spiegata dalla capacità di diversificazione delle attività del settore delle 297.000 aziende coinvolte (è possibile consultare il Trend Report sul sito efci.eu).”

Veniamo alla sua presidenza, che onora la sua persona e il nostro Paese, riconoscendo il prezioso lavoro svolto da lei e ANIP: quali sono le priorità che si è dato nei due anni in cui resterà al vertice?

“Intendo operare prevalentemente affinché si comprenda e valuti ancora più correttamente il ruolo e il peso dei servizi industriali nel sistema europeo, implementando l’attività di lobby presso le Istituzioni europee, affinché il mondo dei servizi industriali possa essere compreso al meglio. Ciò aiuterebbe sicuramente una migliore comprensione

Confindustria

e presidente di ANIP Confindustria - l’Associazione Nazionale Imprese di Pulizia e Servizi Integrati. È inoltre Business Strategy and Development Advisor di KONI, società controllata dalla holding statunitense ITT. Da gennaio 2021 è Business Strategy & Development Senior Advisor di Sicuritalia SpA, società leader in Italia nel settore della sicurezza. Da settembre 2021 è inoltre Presidente del CdA di Sicuritalia Multiservice. Designato Presidente della Efci - European

Cleaning and Facility Services Industry, assume tale incarico a partire dal 2022, subentrando a Juan Díez de los Ríos. Nato e cresciuto nella Capitale, dopo la Maturità Scientifica, consegue una Laurea in Architettura presso l’Università La Sapienza di Roma. A metà degli anni Novanta avvia la sua carriera di Architetto con il lancio, assieme ad alcuni architetti compagni di studio, di uno studio professionale. Nel 2000 avvia una collaborazione con il Gruppo Ciarrapico, occupandosi di immobili e cliniche private. Circa un anno dopo, la collaborazione evolve in ambito editoriale, quando diviene presidente del Gruppo Editoriale Ciarrapico. Negli anni successivi sarà protagonista del lancio di una serie di testate locali, tra cui Latina Oggi (2002) e Abruzzo Oggi (2003). Nel 2005 intraprende un’importante esperienza manageriale e istituzionale, nel ruolo di Head of Italian Branch per una Banca d’Affari internazionale. Nel 2007 avvia il suo percorso nel settore del Facility Management occupandosi in un primo momento di Rapporti

Istituzionali per un’azienda del settore. Nel 2012 è nominato vice presidente di ANIP, Associazione di categoria che rappresenta e tutela a livello nazionale e comunitario le imprese multiservizi e che erogano servizi di pulizie. Nel 2014 Lorenzo Mattioli ne diviene presidente e guida l’Associazione verso l’adesione a Confindustria, che si verifica nell’anno successivo. Nello stesso anno entra inoltre a far parte del Tavolo Ambiente di Confindustria all’interno del Board del Presidente Squinzi e del Vice Presidente Maccaferri. Successivamente, da luglio 2016, farà parte del Gruppo Tecnico Organizzazione Confindustria del Presidente Boccia e della Vice Presidente Mansi. Nel 2016 Mattioli ricopre l’incarico di Consigliere nell’ONBSI, l’Organismo Nazionale Bilaterale Servizi Organizzati. Dal 2017 è inoltre Vice Presidente dell’ASIM, il Fondo di Assistenza Integrativa per le Imprese e i Multiservizi. Nel 2019 promuove la nascita di Confindustria Servizi HFCS e ne diviene presidente.

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Lorenzo Mattioli, eletto alla guida della Efci (European cleaning and facility services industry), è anche presidente di Servizi Hcfs (Hygiene, Cleaning and Facility Services)

del settore anche all’interno dei singoli Stati membri; per dare avvio ad una serrata interlocuzione con il Parlamento europeo su tutte le questioni ora in discussione, quali quelle sul salario minimo, sul public procurement, soprattutto in considerazione delle modifiche che verranno attuate in merito al Codice dei Contratti Pubblici e delle concessioni; il tema attualissimo della revisione dei prezzi negli appalti pubblici, quale conseguenza dell’aumento dei costi delle materie prime; il PNRR; le iniziative che mirino a far comprendere il valore delle aziende dei servizi e una maggiore conoscenza delle stesse; intendo migliorare e implementare l’attività di comunicazione e promozione, soprattutto in questo periodo di emergenza e al fine di supportare le aziende associate; infine per incrementare il dialogo e i momenti di condivisione dei temi tra le singole Associazioni membri Efci, in modo che possa essere ristabilito quello spirito associativo che sembra essere stato un po' perso, sarebbe importante stabilire un calendario di riunioni itineranti tra tutti gli Stati Membri.”

La crisi sanitaria dovuta alla Pandemia ha dimostrato che questa filiera dei servizi non è più una semplice commodity, ma una macchina operosa ad alta professionalità, con milioni di addetti.

Qual è la “lezione” più importante che la Pandemia ha lasciato al settore delle imprese di pulizia?

“La crisi sanitaria dovuta alla Pandemia ha dimostrato che questa filiera dei servizi non è più una semplice

commodity, ma una macchina operosa ad alta professionalità, con milioni di addetti che si prendono cura delle nostre città, degli spazi dove viviamo e lavoriamo e spesso delle stesse persone che costituiscono le nostre comunità. È da qui che vorrei partire. Vorrei che la mia presidenza fosse una grande occasione anche per il settore italiano che rappresenta 600mila lavoratori. Le imprese dei servizi e tutti gli addetti impiegati, in maggioranza donne, garantiscono la ripartenza in Europa e in Italia.”

Purtroppo, però, si ha la sensazione che l’interesse verso il settore della pulizia professionale, da parte dell’opinione pubblica, stia lentamente scemando - in Italia così come in ambito continentale. Cosa bisognerebbe fare? Quali sono i programmi di EFCI a tale proposito? “Negli ultimi due anni la Pandemia ha letteralmente sconvolto gli assetti e gli equilibri di tutte le Organizzazioni presenti in Efci. Il contesto emergenziale che purtroppo stiamo ancora vivendo, ci ha imposto di ripensare la progettualità di tutti noi, delle nostre imprese ed ogni processo decisionale futuro. Efci ha colto queste evidenti difficoltà ed incertezze, incrementando i lavori delle Commissioni, i webinar e la campagna di comunicazione. In particolare, tra le attività, è stato da tutti apprezzato il Trend Report 2020, come lo SK-Clean project, attività a cui l’Italia ha partecipato attivamente e con innegabile entusiasmo. È stato, dunque, un periodo di grande lavoro ed assicuro, per il futuro, il mio massimo impegno affinché Efci continui, incrementandolo, quel percorso di crescita della propria rappresentatività e di accreditamento verso le istituzioni che tanta strada ci ha consentito di fare, dispiegando davanti a noi un tragitto lungo e sfidante.”

Analizziamo brevemente anche il mercato italiano, con le sue po -

tenzialità e criticità in questa fase così complessa e difficile per l’economia, le aziende e l’intera società. Cosa può dirci al riguardo? “Credo che il nostro mercato di riferimento in questi anni sia profondamente cambiato e stia vivendo ancora - a dispetto di tutti i gravosi problemi - una fase di grande, positiva evoluzione. Quelle che ieri erano semplici aziende di pulizie, sono ora solide imprese di servizi integrati, un comparto sul quale sono in molti, fortunatamente a scommettere, convinti che su di esso e sulla sua crescita si giochi buona parte del futuro del Paese. Per questa ragione sono necessari interventi urgenti di sostegno alle imprese, ora in grande difficoltà per le ben note ragioni congiunturali e strutturali del Sistema Paese, che chiediamo con forza al nuovo Governo. È altrettanto urgente aggiornare la normativa e rivedere profondamente un modus operandi, purtroppo ancora caratterizzato dalla frammentazione smisurata delle Stazioni appaltanti, dalla scarsa qualità - sia sotto il profilo tecnico che giuridico - della domanda pubblica. Vanno inoltre rispettate le dimensioni e la qualità delle nostre aziende; la Pubblica Amministrazione che beneficia delle prestazioni di servizio deve finalmente premiare la reale capacità d’impresa e non solo il fatturato che la caratterizza. Soprattutto, va eliminata la logica del massimo ribasso del prezzo che, purtroppo, ancora imperversa, nella gestione degli appalti pubblici, a dispetto della legislazione e di tutti i nostri sforzi.”

È fiducioso sul futuro del settore? A quali condizioni le premesse ottimistiche di crescita potranno essere mantenute?

“La nuova stagione della pulizia, dopo l’esperienza del Covid-19 dovrà vedere ancor più protagonista il comparto dei servizi di pulizia e multiservizi: bisognerà far ben comprendere alle istituzioni, all’opinione pubblica e alle con-

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INTERVISTA LORENZO MATTIOLI

IDENTIKIT DELL'ASSOCIAZIONE

ANIP, Associazione

Nazionale delle Imprese di Pulizia, aderente a Confindustria, rappresenta attualmente circa 500 imprese, che danno lavoro ad oltre 90mila lavoratori, con un fatturato globale annuo che supera i due miliardi di euro.

ANIP rappresenta numerose imprese, che occupano migliaia di lavoratori, con un fatturato globale annuo di circa 2 miliardi di euro, operanti nelle diverse attività di pulizia, disinfestazione, derattizzazione, sanificazione e servizi ausiliari, manutentivi e gestionali secondo le previsioni del CCNL Pulizie/ Multiservizi. Questo variegato e complesso settore economico avanzato ha, oggi, una grande sfida davanti a sé: costruire una nuova

identità di comparto produttivo capace di interpretare i tratti comuni di attività anche molto diverse tra loro ma accomunate da una identica dimensione “funzionale”, esplorare tutti gli spazi e gli ambiti di “comunanza”, indagare e ripensare a quello che si intende con il termine “servizio”, recuperare una nuova consapevolezza del valore economico, produttivo e sociale della propria attività, sono solo alcuni dei tratti del percorso strategico che potrà portare alla definizione di una nuova “identità” del mondo dei servizi. ANIP è membro fondatore di EFCI-FENI, Federazione Europea delle Imprese di Pulizia, con sede e uffici a Bruxelles, che rappresenta le Associazioni nazionali della categoria di 17 Paesi europei

e partecipa al Dialogo Sociale settoriale presso la Commissione europea. ANIP aderisce ad UNI, Ente Nazionale di Unificazione normativa ed è componente del CPP – Comitato Pulizie Professionali -  costituito nel 2009 insieme a LegaCoop Servizi, Federlavoro/Confcooperative, CNA e AFED/Afidamp per dare un sostegno tecnico-professionale allo sviluppo del settore. ANIP, nella sua qualità di Parte sociale stipulante per Confindustria il CCNL di settore, è inoltre componente dell’ONBSI, Organismo Bilaterale di settore costituito con le competenti Organizzazioni sindacali dei lavoratori. L’Associazione è inoltre, nella sua qualità di Parte sociale, componente del Fondo ASIM di assistenza sanitaria integrativa del settore delle imprese esercenti servizi di Pulizia, Servizi Integrati/Multiservizi.

troparti che le prestazioni dei professionisti dell’igiene e della sicurezza hanno un costo. Le stazioni appaltanti dovranno smetterla di privilegiare le ditte che offrono di meno, in una rincorsa al massimo ribasso destinata, purtroppo, ad avvantaggiare il lavoro nero, un problema - quello della concorrenza sleale - particolarmente grave per le nostre aziende. Dobbiamo sentirci tutti impegnati a un nuovo “racconto” del mercato del cleaning, che sia narrato da imprese sempre più professionalizzate, che possa contare sul dialogo sociale, sul riconoscimento di un adeguato salario minimo per i lavoratori. Le buone premesse ci sono tutte: siamo riusciti a rinnovare un Contratto Collettivo Nazionale che era scaduto da ben otto anni. Senza contare che il GPP detta nuove regole sostenibili in materia di pulizie e igiene agli appalti pubblici, che vanno assoluta-

mente rispettate, perché il tema della transizione ecologica, affrontato anche dal PNRR, è davvero fondamentale per quanti, come noi, erogano servizi di elevato valore ecologico. Vanno previste nuove politiche di lobby in ambito europeo, sia verso le istituzioni dell’Unione Europea, non solo per dare pieno riconoscimento alle imprese del cleaning e del facility operanti nel Vecchio Continente, ma anche per tutelare meglio gli interessi nazionali. Basti pensare che l’Italia non aveva una presidenza nell’ambito associativo europeo di settore da venticinque anni. Altro aspetto essenziale da trattare al più presto, che rappresenta peraltro uno dei sei punti cardine del PNRR, è quello dell’inclusione, con l’obiettivo preciso di eliminare al più presto le barriere d’ingresso al mondo del lavoro: la situazione, per certi aspetti, è drammatica. Il nostro è un mondo ancora troppo poco appetibile

per i giovani in cerca di occupazione, per aspetti motivazionali, di scarso riconoscimento sociale, retributivi, ma anche perché scarseggiano percorsi adeguati di formazione degli addetti ai vari livelli. Insomma, c’è molto da fare, ma noi continueremo a fare al meglio la nostra parte. In questi anni di presidenza, mi sono impegnato nel non semplice compito di costruire un’associazione sempre più forte e aperta al mondo esterno, capace di parlare con l’opinione pubblica, le istituzioni, i media, il mondo della politica. Questo perché ritengo che ANIP Confindustria possa essere un interlocutore fondamentale, necessario e autorevole, di tutte le istituzioni e delle controparti sindacali. Continuerò a dare il massimo, sperando di poter contare sempre anche sull’apporto della stampa di settore. Per questo ringrazio lei e la sua rivista di questa intervista.”

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Prospettive sociali e di occupazione nel mondo

Nella maggior parte dei Paesi, le chiusure che hanno interessato i luoghi di lavoro sono state gradualmente eliminate, soprattutto per quanto riguarda le più rigorose. Solo l'Asia orientale ha recentemente visto un aumento del numero di lavoratori interessati da misure severe

L'andamento positivo delle ore lavorate si è bloccato e rischia di invertirsi. Il numero di ore lavo -

rate nel mondo è diminuito nel primo trimestre del 2022 e rimane del 3,8 per cento al di sotto del livello del quar-

to trimestre del 2019 (il benchmark pre-crisi), equivalente a un deficit di 112 milioni di posti di lavoro a tempo pieno, indicando una significativa battuta d'arresto nel processo di recupero. Le recenti misure di contenimento in Cina rappresentano la maggior parte di questo calo. Queste stime per il primo trimestre del 2022 presentano un netto deterioramento rispetto alle precedenti proiezioni ILO di gennaio 2022 (2,4 per cento al di sotto del livello pre-crisi, pari a 70 milioni di posti di lavoro a tempo pieno). Il conflitto in Ucraina non ha avuto solo un impatto localizzato, ma ha anche colpito l'economia globale aumentando l'inflazione, soprattutto per quanto riguarda i prezzi alimentari ed energetici, e interrompendo le catene di approvvigionamento globali. Le stime orarie settimanali si riferiscono alle ore lavorate di lavoro retribuito e non includono il lavoro domestico non retribuito o l'assistenza ad altri. Il gender gap nelle ore lavorate rimane ampio, nonostante gli

26 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 LAVORO

sviluppi positivi nei paesi ad alto reddito. La ripresa non sta colmando il divario di genere in termini di ore lavorate, già considerevole prima della crisi e ulteriormente ampliato durante la crisi. Sebbene siano stati compiuti alcuni progressi nella riduzione del divario nei paesi ad alto reddito, le donne a livello globale lavorano 18,9 ore a settimana, ovvero il 57% delle ore medie lavorate dagli uomini (33,4 ore).

GRANDI DIVERGENZE IN TERMINI DI OCCUPAZIONE E REDDITO DA LAVORO

Entro la fine del 2021, l'occupazione era tornata ai livelli pre-crisi o addirittura li aveva superati nella maggior parte dei paesi ad alto reddito, mentre i disavanzi persistevano nella maggior parte delle economie a reddito medio. Nel complesso, il reddito da lavoro globale ha superato dello 0,9% il livello pre-crisi nel 2021, trainato dai paesi ad alto reddito e dalla Cina. Tuttavia, questa tendenza generale nasconde notevoli disparità. Nel 2021, tre lavoratori su cinque vivevano in paesi in cui i redditi da lavoro non erano ancora tornati ai livelli precedenti la crisi. Le lavoratrici irregolari sono state colpite più duramente della loro controparte maschile. La quantità di occupazioni irregolari è crollata del 20 per cento al culmine della crisi nel secondo trimestre del 2020, il doppio dell'impatto registrato tra i lavoratori con occupazione regolare. E nell'ambito del lavoro informale, le donne sono state colpite più duramente degli uomini. Nel secondo trimestre del 2020, il numero di donne in tale ambito è diminuito del 24% rispetto alla situazione pre-crisi, a fronte di una diminuzione del 18% tra gli uomini. I settori in cui le donne sono generalmente impiegate irregolarmente e le loro responsabilità assistenziali sproporzionate spiegano questo impatto altamente diseguale. Nell'ultimo trimestre del 2021, la ripresa dell'occupazione informale ha superato quella dell'occupazione formale,

aumentando la quota dell'occupazione informale sull'occupazione totale. Nel complesso, la velocità di ripresa dell'occupazione è stata più lenta per le donne che per gli uomini, il che ha contribuito a un crescente divario occupazionale di genere a livello globale.

INFLAZIONE, SALARI E OCCUPAZIONE

Il forte aumento delle offerte di lavoro nelle economie avanzate alla fine del 2021 e all'inizio del 2022 ha portato a una contrazione dei mercati del lavoro.

In 39 paesi con dati disponibili, la contrazione del mercato del lavoro è aumentata in media del 32 per cento, con notevoli differenze tra i Paesi. Nel complesso, non vi sono prove evidenti che i mercati del lavoro siano saturi, poiché il pool di disoccupati e manodopera sottoutilizzata continua a essere considerevole nella maggior parte dei paesi analizzati. Inoltre, le economie in via di sviluppo continuano a risentire di un notevole rallentamento del mercato del lavoro. L'inflazione globale, guidata principalmente dall'aumento dei prezzi di cibo ed energia e dalle interruzioni dell'approvvigionamento, aggiunge ulteriori rischi alla ripresa e all'erosione dei redditi reali per i lavoratori e le loro famiglie. In assenza di incrementi salariali proporzionati, la domanda aggregata potrebbe diminuire sensibilmente, minacciando così la crescita economica e l'occupazione. Sulla base dei paesi con dati disponibili, nel 2020-21 i salari reali sono cresciuti dell'1,6% nei Paesi a medio sviluppo, che è 0,7 punti percentuali al di sotto della crescita mediana nel 2019. Nonostante l’inasprimento delle condizioni sui mercati del lavoro, quindi, il rischio complessivo di una spirale prezzi-salari attualmente rimane bassa.

L’UOMO AL CENTRO DELLA RIPRESA

Il moltiplicarsi delle crisi ostacola più che mai gli sforzi per rendere i mercati del lavoro più inclusivi e resilienti,

mettendo a rischio la recente ripresa. In questa situazione complessa e incerta, i responsabili politici devono affrontare con attenzione sia gli effetti persistenti della crisi COVID-19 che gli shock effettivi e potenziali del conflitto in Ucraina, compreso l'impatto dell'inflazione sui posti di lavoro e sui salari reali. Particolare attenzione dovrebbe essere data a:

• Fornire un sostegno tempestivo ed efficace per mantenere il potere d'acquisto del reddito da lavoro e il tenore di vita generale dei lavoratori e delle loro famiglie.

• Adeguamento accurato dell'orientamento della politica macroeconomica per far fronte alle pressioni inflazionistiche e alla sostenibilità del debito, riconoscendo nel contempo la necessità di facilitare una ripresa inclusiva e ricca di posti di lavoro.

• Garantire la protezione dei gruppi e dei settori duramente colpiti attraverso la protezione sociale dei lavoratori e il sostegno alle imprese, in particolare alle PMI e a quelle che operano nell'economia informale.

• A lungo termine, sostenere politiche settoriali ben concepite che promuovano la creazione di posti di lavoro dignitosi, abbinate a solide istituzioni del mercato del lavoro e dialogo sociale.

• Monitorare e valutare gli impatti di molteplici crisi sul mondo del lavoro, con un focus particolare nell'affrontare la disuguaglianza, i mezzi di sussistenza e la sostenibilità.

Nel complesso, ciò richiede un approccio globale e un coordinamento internazionale, come esemplificato nell'iniziativa del Segretario generale delle Nazioni Unite, nell'Acceleratore Globale per l’Occupazione e la Protezione Sociale per le Transizioni Giuste, e come auspicato dall'invito all'azione dell'ILO per una ripresa incentrata sull'uomo, adottato in giugno 2021.

(Fonte: ILO Monitor on the world of work. Ninth edition, 23 May 2022)

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Uno speed date di successo

Formazione diretta per la forza vendita del concessionario. Un nuovo modo di crescere insieme

Il 3 e 4 ottobre, a Bologna nella splendida cornice del Savoia Regency Hotel ha avuto luogo la terza edizione del WE Workshop 2022. Una giornata di formazione non convenzionale che We Italia organizza per far incontrare, in un unico evento, la forza vendita dei 35 Concessionari e oltre 30 fornitori, con la formula dello “speed date” commerciale. Una tipologia di evento che mette direttamente in comunicazione i produttori con la forza vendita. “La formula dello speed date - ci racconta Simone Bertocci direttore di We Italia - l'ho sempre ritenuta molto interessante, perché offre la possibilità di incontrare molte persone e quindi numerosi potenziali clienti. Inoltre, la formula scadenzata del tempo ti mette nelle condizioni di dover

dare il massimo in poco tempo e questo è molto stimolante per un venditore.” Il WE Workshop 2022 è stato un grande successo di presenze: oltre 250 persone si sono incontrate, hanno giocato, hanno imparato, si sono scambiate pareri e informazioni.

“È un evento che mette tut-

ti d'accordo - aggiunge Bertocci - i produttori sono contenti perché hanno l’opportunità di poter venire in contatto con 35 reti vendita diverse senza doversi spostare sul territorio nazionale, il venditore si sente parte di un qualcosa che va al di là del distributore locale, si sente inserito in un contesto nazionale ed anche europeo, perché noi come WE Italia siamo all'interno di un gruppo europeo”.

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we-italia.it
Simone Bertocci, direttore generale di We Italia
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La cena finale è stata allietata dal comico Paolo Cevoli che ci ha spiegato che "Ai clienti ci devi volere bene, perchè se fai la felicità del cliente fai anche la tua!"

IL FORMAT

Gli Speed Date sono stati suddivisi in due mezze giornate. Nella prima giornata sono stati previsti 15 incontri, nella seconda giornata 16 incontri. I 31 fornitori sono stati tutti visitati da ogni forza vendita, c'è solo un ordine di partenza iniziale. Ogni 20 minuti i fornitori hanno proposto quiz interattivi, giochi da tavolo, proiezioni 3D o test di utilizzo di prodotti e attrezzature per presentare le novità con

un pizzico di fantasia e creatività che consente di imparare divertendosi. Poi al suono della campanella si cambiavano gli abbinamenti. In occasione dell’evento We Italia aveva anche un proprio banchetto per proporre il nuovo catalogo dei prodotti a marchio del gruppo.

PRODOTTI A MARCHIO

La gamma di prodotti e di sistemi di pulizia disponibili sono in grado di coprire ogni tipo di necessità, in ogni ambito.

Le numerose soluzioni di prodotti chimici consentono un’accurata pulizia a tutti i livelli, tra questi le linee We Clean, We Care, la linea Ecolabel

We Clean Green, We Mix, la famiglia Fast & Go. Si prosegue con un ampliamento di gamma, le microfibre We Cleaner, mentre per il settore Ho.Re. Ca. è stata appositamente studiata la linea cortesia Feel Wellness Eco.

L’offerta dei prodotti in carta include i marchi We Soft e We Tissue: carta igienica, bobine, asciugamani intercalati, tovagliato e altro.

L’ampia gamma di servizi e prodotti è frutto della ricerca e dell’esperienza dei più grandi produttori nazionali e internazionali con i quali We Italia ha una partnership consolidata: per ogni cliente questo rappresenta la garanzia di soluzioni che mettono d’accordo qualità e prezzo.

30 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 EVENTI

IL GRUPPO DEL PULITO PROFESSIONALE INSIEME DA 10 ANNI

Intuizione, sfida e un’idea che guardava al futuro: nel 2012 nasceva We Italia, il più grande gruppo italiano di distribuzione di prodotti per l’igiene e il pulito professionale. Ora, dieci anni dopo, celebriamo un traguardo importante, con l’orgoglio di chi sa che “rendere il mondo un posto più pulito” resta una mission appassionante. A confortarci sono i nostri numeri che rappresentano la spinta per fare sempre meglio. Noi, insieme, siamo in totale sinergia. Questo vuol dire rendere ancora più omogeneo il network con una politica di vendita comune e condivisa, esercitando un unico servizio con concessionari sul territorio, diffondendo in maniera capillare la nostra cultura, puntando sullo scambio di competenze e migliorando il nostro servizio di consulenza, di assistenza e formazione.

GLOBALE, PROFESSIONALE

T. +39 051268601 info@we-italia.it we-italia.it

31 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 WE ITALIA 2012-202 2
WE ITALIA, 10 ANNI DOPO ANCORA PIÙ FORTI.

Lavasciuga pavimenti Il mercato tiene e si rafforza ancora

In crescita nel 2022, fatturato e volumi di vendita, nonostante le enormi difficoltà economiche e geo-politiche che gettano tante ombre di incertezza sull’immediato futuro Maurizio Pedrini

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MERCATO

l 2022, che stiamo per lasciarci alle spalle, è stato davvero un anno terribile, che ha sommato una serie impressionante di negatività: ultima, solo in ordine cronologico, la siccità. Il dato che emerge, anche per la macchina “principe” dell’industria del pulito meccanizzato, la lavasciuga pavimenti, è che la domanda ha subito ancora un trend positivo, nonostante una minor propensione all’acquisto in certi settori, dovuta ai molteplici fattori congiunturali negativi. L’onda lunga della pandemia si fa ancora sentire: da un lato, positivamente, con una più marcata richiesta di macchine in grado di igienizzare e sanificare perfettamente le superfici, dall’altro con tutte le difficoltà connesse all’imbuto creatosi nell’accesso sui mercati dei fornitori, sia alle materie prime che alle componenti più sofisticate dell’elettronica. In questo contesto, l’elemento forse più stimolante è la dialettica progettuale fra industrie che si sono spinte ancora avanti, nella ricerca di soluzioni sempre più tecnologicamente avanzate, specie nel controllo da remoto, rispetto ad altre le quali stanno puntando ancor più sulla meccanica tradizionale, privilegiando la tenuta e robustezza dei modelli. Il quadro d’insieme che emerge dalla nostra inchiesta offre comunque più luci che ombre, con un Made in Italy che, almeno per quanto concerne questo comparto produttivo, appare più che mai dinamico e competitivo. Abbiamo interpellato alcune aziende protagoniste del comparto per raccogliere la loro testimonianza a bilancio dell’anno che volge al termine, per raccogliere le loro esperienze di fronte alle enormi difficoltà del momento e conoscere i loro progetti di fronte alle grandi sfide dell’innovazione e della sostenibilità ambientale.

IPartiamo dal vostro bilancio, sia in termini di volumi produttivi che di fatturato, in relazione allo scorso anno e al primo semestre del 2022: com’è andata? Quali segnali stanno pervenendo dal mercato, in particolare dalle esportazioni?

“Non possiamo che essere più che soddisfatti - spiega Raimondo Aldrovandi, Direttore Commerciale del Gruppo IPC. Il 2021 è stato un anno ottimo in termini di fatturato e il 2022 lo ha addirittura superato! Nel mercato interno abbiamo visto una crescita del 20% e questo incremento è dovuto sostanzialmente alle innovative tecnologie sviluppate ed applicate alle nostre nuove lavasciuga, sempre più affidabili e robuste. Pur prevedendo un possibile rallentamento della domanda, stiamo mettendo in campo soluzioni innovative per poter mantenere la nostra posizione sul mercato”. “Per noi - commenta Gian Paolo Accadia, AD di Adiatek - i primi nove mesi del 2022 si sono conclusi con un aumento di fatturato del 7,15% rispetto all’anno precedente. In termini di volume produttivo abbiamo avuto solo un piccolo incremento”. “Durante la pandemia - afferma Paolo Taoso, Marketing Manager di Comac - il mondo del cleaning professionale ha avuto una notevole crescita, oggi infatti viene data maggiore attenzione alla pulizia e al livello di igiene degli ambienti per tutelare la salute delle persone. La sanificazione è diventata fondamentale nella prevenzione per ridurre il rischio di contagio e molte aziende hanno iniziato a utilizzare dispositivi professionali per la pulizia dei luoghi di lavoro. Questa tendenza ha causato un impatto positivo sul bilancio della nostra azienda, segnando una crescita dei volumi di vendita e delle esportazioni. Un mercato sempre più attento e rivolto all’adozione di tecniche di sanificazione innovative, ha permesso a Comac di ampliare la gamma prodotti presentata, in modo da soddisfare pienamente tutte le esigenze della clientela. La mission di Comac è infatti quella di dare valore alla pulizia offrendo soluzioni che la rendano profes-

sionale e migliorino la vita delle persone. L’impegno verso i clienti è uno dei punti cardine di Comac che da sempre cerca di soddisfarlo attraverso la realizzazione di soluzioni personalizzate”. “Abbiamo chiuso il 2021 con dati in crescita per tutte le linee di lavasciuga Lavor - spiega Dante Rossetti, Responsabile Marketing di Lavorwash. In generale il 2021 si è caratterizzato per dati incoraggianti di crescita sia dal mercato interno che per quanto riguarda l’export. Nel primo semestre 2022 questo trend si è confermato. Un leggero rallentamento, sia per il mercato nazionale che per l’export, lo stiamo vedendo per il secondo semestre 2022”. “Il nostro bilancio, relativo alle lavapavimenti, contrariamente alle attese, vista la pandemia e la situazione geopolitica non proprio delle migliori - interviene Daniele Sambati, Sales Director di RCM - è comunque positivo. Abbiamo avuto una buona crescita, ed in particolare in Italia, anche se le esportazioni hanno continuato il trend che abbiamo da parecchi anni di una discreta crescita. D’altra parte, come più volte detto, RCM esporta quasi il 70% della propria produzione e, per fortuna, a parte la pandemia, non tutto il mondo risente degli effetti negativi della situazione attuale”. “Dal nostro punto di vista - dice Stefania Re, Responsabile Vendite e Marketing di Dierre - i volumi tra il primo semestre 2022 e il primo semestre 2021 sono rimasti sostanzialmente stabili, senza significative variazioni. Certo, un dato emerge con forza: c’è grande interesse per le lavasciuga usate, dunque per modelli robusti e affidabili, che offrano reali garanzie di buone prestazioni”. “Quello che ci lasciamo alla spalle - risponde Eugenio Cagna, CEO di KlinMak - è stato un un anno altalenante con alti e bassi. Un Interclean promettente, con tuttavia un contenuto prosieguo postfiera e un fine anno ricco di timori. L’anno, probabilmente, si concluderà per Klinmak con un incremento molto significativo, tuttavia anche con tante nuvole nere all’orizzonte”. “Il 2022 - precisa Michele Massaro, presidente di Lindhaus - è in linea con

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il 2021 in termini di fatturato con un leggero incremento nel mercato italiano e una crescita più sostanziosa nel mercato statunitense. L’Europa in generale sta soffrendo l’emergenza pandemica ed ora quella energetica. Il fatturato leggermente crescente non è un dato significativo visto che costi di materie prime e componenti sono schizzati alle stelle. Gioco forza è stato necessario adeguare i listini di vendita e quindi le quantità sono in flessione. La politica italiana dall’entrata nell’euro in poi ha portato l’Italia dal 4° all’8° posto come potenza industriale, ha fatto quasi triplicare il debito pubblico in 20 anni. Parlando poi della svendita sistematica delle aziende di stato e la privatizzazione dei servizi pubblici hanno portato a costi sempre maggiori con servizi sempre peggiori. A questo è seguita l’agenda Draghi per la distruzione e svendita della piccola e media industria Italiana. La logica è quella di dare in mano alle multinazionali straniere tutto il comparto produttivo. Questo ovviamente è dichiaratamente contro l’Italia, minando costantemente la nostra competitività. Non parliamo poi delle grandi aziende e le multinazionali (Amazon in testa) che sfrutta manodopera a basso costo in Italia, distrugge la piccola e media distribuzione e paga una miseria di tasse in Irlanda, altri gruppi in Olanda o Lussemburgo. La concorrenza sleale, il livello esagerato di tassazione, la difficoltà a trovare personale, sono tutti elementi fortemente penalizzanti e demotivanti. Non a caso migliaia di imprenditori hanno venduto

le aziende a fondi o gruppi”. “Per noiinterviene Massimiliano Borra, Responsabile Marketing di Dulevo International - quello delle lavasciuga pavimenti è un mercato di nicchia, che però anche nel 2022 è andato molto bene. Abbiamo puntato specialmente sulle uomo a bordo, con richieste e indici di crescita che in parte non ci aspettavamo. Credo che oggi la domanda principale da porsi, per noi produttori, sia se l’evoluzione di questa tipologia di macchinari sia legata solo ad una tecnologia sempre più sofisticata, oppure se la vera forza risieda nella meccanica. Un altro aspetto che abbiamo notato che sono sempre più richieste macchine di piccole dimensioni, in grado di operare senza operatore: oggi a richiederle sono soprattutto i magazzini”. Stefano Grosso, Direttore Commerciale ISC Group, è positivo: “Sostanzialmentespiega - il 2022 si concluderà in pareggio di bilancio e ci vedrà allineati, per quanto concerne le lavasciuga pavimenti alla condizione pre Covid-19. Oggettivamente è meglio fermarsi qui, perché fare previsioni risulta assai complicato. L’obiettivo che ci eravamo dati era quello di salire di qualche punto, in termini di fatturato e volumi di vendi-

ta, ma bisogna fare i conti con un sistema di supply chain che oggi risulta davvero sofferente. Poi bisogna riconoscere che il problema più grosso per il mondo dell’industria è quello del reperimento dei materiali: attualmente parecchie produzioni sono ferme”. Alessandro Fiorentini,

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Raimondo Aldrovandi, Direttore Commerciale del Gruppo IPC Gian Paolo Accadia, AD di Adiatek Paolo Taoso, Marketing Manager di Comac Dante Rossetti, Responsabile Marketing di Lavorwash Daniele Sambati, Sales Director di RCM
MERCATO
Stefania Re, Responsabile Vendite e Marketing di Dierre

AD dell’omonima azienda, è ottimista. “Le confesso - esordisce - che quest’anno non siamo riusciti a star dietro agli ordini. Le nostre vendite sui principali mercati sono aumentate considerevolmente, forse a causa delle difficoltà di approvvigionamento da parte della concorrenza. Semmai, l’unico vero problema che ci assilla è quello delle spedizioni, proprio perché sono tanti. Forse il segreto del nostro successo è che, anche nel campo delle macchine lavasciuga, abbiamo investito molto in Italia: non dimentichiamo che la nostra è una delle poche aziende del settore che produce interamente sul territorio nazionale, inoltre non siamo dei semplici assemblatori, ma realizziamo in autonomia l’intero ciclo della catena produttiva”. Pietro Mambrini, Marketing and Product Mgmt presso Künzle & Tasin, è prudente: “Credo - afferma - che per quanto attiene il mercato delle lavasciuga pavimenti in generale sia un po’ azzardato fare delle previsioni. Per quanto ci riguarda, ci stiamo allargando molto in questa nicchia e siamo soddisfatti. Noi produciamo solo macchine uomo a terra, con funzione sia di spazzatrici polveri che lavasciuga. Si tratta perciò di una minuscola combinata vincente che opera perfettamente in certi ambienti, soprattutto nelle aziende che necessitano di un trattamento misto. Non solo: la macchina va a nozze anche sui campi da tennis in terra battuta, operando sia a secco che con acqua. Le nostre aspettative per il 2023 sono assai positive”.

Possiamo brevemente esaminare le problematiche maggiori attualmente sul tappeto, a livello produttivo e aziendale, e le modalità attraverso le quali avete cercato di farvi fronte al meglio?

“Ovviamente - spiega Borra - anche noi siamo stati colpiti da questa impressionante serie di eventi che non potevamo in gran parte prevedere: inutile nascondere che stiamo soffrendo, come tutte le aziende italiane. Questa situazione ci ha suggerito tutta una serie di cambiamenti: per esempio nel modo di montare le macchine; inoltre abbiamo organizzato in

modo nuovo il magazzino, monitorando costantemente il flusso e l’impiego delle materie prime e della componentistica, acquisendo tempestivamente soprattutto le parti che ritenevamo più difficilmente reperibili sul mercato, in particolare nelle componenti elettroniche”. “La crisi che stiamo vivendo - afferma convinto Massaro - è frutto di enormi errori fatti dai politici italiani e dalla sudditanza con gli Stati Uniti, a mio avviso unici responsabili della guerra in Ucraina e unici che ne traggono enormi benefici: vendita di armi, vendita di gas a prezzi cinquanta volte più cari del gas Russo, impove-

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Eugenio Cagna, CEO di KlinMak Michele Massaro, presidente di Lindhaus Massimiliano Borra, Responsabile Marketing di Dulevo International Stefano Grosso, Direttore Commerciale ISC Group Alessandro Fiorentini, AD di Ing. O. Fiorentini Pietro Mambrini, Marketing and Product Mgmt presso Künzle & Tasin

rimento e schiavizzazione dell’Europa. Le politiche italiane per l’indipendenza energetica sono state nulle o negative: no nucleare, no termovalorizzatori, quantità infinita di impianti fotovoltaici non collegati per lungaggini burocratiche, piattaforme di estrazione di gas e petrolio inattive. Ogni cosa importante in Italia è frenata, purtroppo, dall’estero o da politici corrotti e pilotati per distruggere l’Italia. Per quanto riguarda la transizione ecologica, ci sono cose importanti da fare per portare veri benefici: riduzione dei consumi energetici di qualsiasi apparecchio elettrico, riduzione delle emissioni di camion, aerei, navi, caldaie, industrie e per ultime le auto da euro 5 e antecedenti. Sostituire i carburanti fossili con bioetanolo, più acqua, uguale inquinamento zero: questa è la soluzione semplice, realizzabile in poco tempo e senza costi elevati per l’adeguamento dei motori endotermici. Il Brasile dal dopoguerra ad oggi ha il parco auto circolante alimentato a etanolo. L’accanimento ingiustificato ma facile contro le auto con motore endotermico che rappresentano il 5% dell’inquinamento globale (EU) è solo una giustificazione per favorire un enorme business per la Cina che è il principale produttore di batterie al litio e delle solite multinazionali. L’estrazione dei minerali necessari a produrre una sola batteria da 500 kg per auto elettrica, richiede scavi di 250 Tn di roccia con caterpillar diesel. Stanno devastando l’ambiente come

mai prima. Sfruttano manodopera anche minorile e sottopagata. La produzione è tutt’altro che green come pure i rischi (quando prende fuoco un’auto elettrica non è possibile spegnere l’incendio e la nube tossica che sprigiona per ore è fortemente inquinante) e smaltimento. Purtroppo il main stream pilotato dalle multinazionali ci racconta tante favole. Lo smantellamento delle fabbriche Europee di motori endotermici e del suo indotto produrrà milioni di disoccupati, la perdita di un patrimonio e know-how di 100 anni, la nostra storia a favore dei soliti cinesi e speculatori vari. Nel frattempo la Cina si sta preparando a produrre i motori endotermici (loro non vogliono auto elettriche) che poi venderanno all’EU che nel frattempo ha perso completamente la sua industria trainante”. “Noi - spiega Re - siamo l’importatore italiano di macchine Wetrok dalla Svizzera, non siamo perciò produttori, non siamo perciò in possesso di informazioni dettagliate sui problemi riscontrati dalla produzione. Certamente ci rendiamo conto che il momento è estremamente delicato e complesso”. “Il modo migliore per far fronte alla carenza delle materie prime, causata dalla guerra in Ucraina, come ad esempio il legname, la carta e l’acciaio - afferma Aldrovandi - è quello di coinvolgere i fornitori di tutte le classi merceologiche che si trovano nelle vicinanze dei nostri stabilimenti in modo da poter risolvere i problemi contingenti legati e

creati dalla globalizzazione: sicuramente avere la totalità dei fornitori italiani aiuta a trovare sempre soluzioni nel breve termine. Per quanto riguarda la questione energetica, assai spinosa, e di non facile e/o veloce risoluzione, il gruppo IPC si è immediatamente attivato investendo ingenti somme in energie alternative per rendersi il più possibile autosufficiente e ridurre così in futuro il forte impatto economico. Essendo infatti IPC produttore diretto e avendo stampaggio plastica interno, non nascondiamo di avere ultimamente risentito dei forti aumenti. “Chiaramente - risponde Accadia - dal marzo 2020 ad oggi abbiamo dovuto affrontare pandemia, mancanza di materie prime, aumento dei costi industriali e, per finire l’impatto della spesa energetica. Purtroppo, non sembrano esserci all’orizzonte buone notizie anche per i prossimi mesi. I mercati hanno inciso sull’Italia per un +11,3% e sulla CEE per un +19,6% e per quanto concerne quelli Extra CEE con una piccola diminuzione del 2,2%; va precisato, però, che dall’inizio del 2021 ad ora abbiamo dovuto sostenere un vero crash sul reperimento delle materie prime. Basti solo pensare che alcuni materiali venivano consegnati a distanza di tempo di cinquantadue settimane dalla data dell’ordine. Mai, negli ultimi cinquant’anni, ci siamo trovati ad affrontare una situazione del genere ed è stato veramente faticoso riuscire a tamponare per poter far lavorare gli operai e consegnare ai clienti. Inoltre, mai ci era capitato, nella nostra storia aziendale, di avere un portafoglio ordini clienti per sei, o addirittura sette mesi di produzione. Ora, per fortuna, la situazione dei materiali è decisamente migliorata sotto il profilo dell’approvvigionamento, a prezzi molto più alti, e questa, purtroppo, sarà la vera criticità di tutte le aziende che hanno aumentato molto i loro magazzini di materie prime. Nel momento che ci sarà, per mancanza di domanda, un crollo dei prezzi, quelle che hanno investito la loro liquidità sulle co-

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MERCATO

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siddette rimanenze di materie prime si troveranno un grande valore finanziario deprezzato in maniera importante. Chi, invece, riuscirà a gestire al meglio questa futura situazione potrà acquisire quote di mercato a discapito di quanti hanno riempito i loro magazzini. “Abbiamo dovuto affrontare il periodo della pandemia non ancora conclusa - prosegue Accadia - visto che anche adesso registriamo dei dipendenti positivi al virus SARS CoV 2, facendo i conti con un aumento dei costi industriali di ben ventiquattro punti percentuali, tuttora in crescita. Anche i costi dei trasporti hanno avuto una vera e propria esplosione, ancor più grave considerando che l’export italiano è sempre maggioritario nel nostro business: essi si sono infatti quintuplicati e siamo arrivati a pagare un container diretto verso gli USA anche 12mila euro. Infine, come accennavo, dall’inizio del 2022 pure gli aumenti dei costi energetici, direttamente o indirettamente, hanno colpito tutti

con percentuali in tripla cifra. Negli ultimi diciotto mesi non abbiamo mai avuto un giorno in cui i costi variabili dei nostri prodotti siano rimasti invariati e, sinceramente, far digerire a clienti abituati ad avere una durata media del listino di almeno un anno, tali aumenti con mesi di ritardo, ci porterà senz’altro ad erodere in maniera significativa il margine operativo per l’anno 2022 e prevedo anche per il 2023”.

“La difficoltà per quanto riguarda il reperimento delle materie prime - precisa Taoso - si sta facendo sentire anche nel nostro settore, Comac comunque gode di una rete di fornitori solida, e questo ci ha permesso fino ad ora di creare un mercato stabile, che ci garantisce approvvigionamenti continui e che ci permette di rimanere vicini ai clienti adottando prezzi adeguati. L’aumento dei prezzi dell’energia non ha colpito in modo significativo la nostra azienda in quanto l’unico processo che ne richiede un elevato consumo è quello della produzione dei serbatoi per le lavasciuga pavimenti, ramo che ha infatti subito un considerevole aumento dei prezzi. A breve termine l’unico modo per contrastare l’inflazione è adattare i prezzi dei prodotti al mercato, anche se questi risultano avere una velocità di adattamento ben più lenta delle continue variazioni del prezzo delle commodity. La tendenza alla graduale ripresa delle interazioni e del commercio speriamo possa bilanciare l’aumento dei costi e riportare il mercato a una situazione pre-pandemia. Il 2022, con le nuove esigenze del mercato ha visto un aumento delle vendite che hanno portato ad un bilancio positivo per l’azienda, il 2023 si preannuncia un anno difficile a causa della possibile recessione, ma per il momento abbiamo un bel portafoglio ordini che ci permette di guardare positivamente al 2023. Con il tempo ci auguriamo che questa situazione di crisi passi e lasci il posto ad una nuova condizione di equilibrio e stabilità”. “Il 2022, inutile negarlo - afferma Rossetti - è stato un anno particolare per la produzione. Per il reperi-

mento delle materie prime, quando non di importazione, abbiamo sfruttato il magazzino esistente e ordini di lungo periodo con quantitativi aumentati proprio per l’allungamento dei tempi di consegna da parte dei fornitori. Per il costo dell’energia, non essendo la nostra una produzione energivora e avendo contratti di lungo periodo siamo stati abbastanza avvantaggiati e non abbiamo subito aumenti importanti sul costo del prodotto finito. Problemi logistici avuti e affrontati soprattutto per la componentistica di importazione, anche in questo caso riprogrammando le forniture siamo riusciti a non subire eccessivi ritardi”. “Le problematiche maggiori - spiega Sambati - sono legate all’approvvigionamento dei materiali (come in tutti i settori industriali) alle quali si può far fronte pianificando sempre a più lungo termine. Il problema non si risolve comunque perché si somma, alla tempistica lunga, l’approssimazione della data di consegna dei fornitori che spesso non viene rispettata. Tutto questo complica la pianificazione e la gestione della Produzione che si trova a dover gestire ritardi e mancanze quotidianamente. RCM ha definito da tempo, comunque, un piano di acquisti che è stato in grado di limitare, almeno fino ad oggi, i problemi di approvvigionamento e, almeno su alcune linee, non abbiamo risentito in maniera significativa dei ritardi. Per quanto riguarda il costo dell’energia, RCM ha da molti anni implementato una vasta schiera di pannelli fotovoltaici dai quali ricava l’energia sufficiente a gestire il proprio fabbisogno risultando una delle prime aziende sul mercato a pensare ‘green’. “KlinMak - riprende Cagnaha da sempre ‘affettato il prosciutto’, termine folcloristico per identificare che un ordine inviato alle 16:45 alle 17:15 veniva consegnato. Ciò significa che noi ci siamo sempre mossi per avere uno stock adeguato di materie prime, pianificando a fine 2021 un extra stock di sicurezza. Tuttavia quest’anno abbiamo faticato come mai nella nostra storia per i noti motivi: mancanza del materiale, aumenti dei componenti molto spesso a due cifre

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MERCATO

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e più volte all’anno, aumento dei trasporti, aumenti dei costi in generale. Un disastro. La guerra impatta terribilmente sulla propensione all’acquisto oggi ridotta a soddisfare il solo bisogno impellente. Lo stock presso la distribuzione sta scomparendo”. “Anche se la nostra non è un’azienda di produzione - ammette Grosso - viviamo tutte le difficoltà del momento. La nostra clientela è rappresentata dalle industrie e sappiamo quanto faccia male ogni bolletta che ricevono, per non parlare del mondo dei supermercati o di altri settori economici che vivono un disagio profondo. Tutto ciò sta portando ad un clima di attesa, con il rinvio di importanti decisioni anche in termini di decisioni d’acquisto. Il cliente che normalmente procede a cambiare periodicamente la macchina lavasciuga pavimenti, preferisce ripararla o affidarsi al noleggio. Direi, insomma, che in giro c’è un po’ di paura”. “Non amo lamentarmi - ammette Fiorentini - e unirmi al coro di lamentele, piuttosto sterili, del momento. Noi, in questi anni abbiamo pensato al

futuro, investendo moltissimo per essere il più possibile autosufficienti anche sul piano energetico: la nostra politica è che se guadagni cento, devi investire almeno l’80% degli utili. Così abbiamo fatto, in capannoni e infrastrutture, impegnandoci a migliorare le condizioni di lavoro dei nostri dipendenti, a partire dagli impianti di condizionamento dell’aria per mantenere negli stabilimenti produttivi i 27 gradi di temperatura anche d’estate. Inoltre, come accennavo, non siamo mai andati a costruire in Cina: mi domando che senso abbia marchiare una macchina lavasciuga pavimenti con il Made in Italy se poi la si va a fabbricare in Cina”. “Ritengo oggettivamente - riprende Mambrini - che tutte queste complesse problematiche non siano risolvibili a breve termine e ci stiamo attrezzando per farvi fronte, per quanto possibile, in modo strutturale, stilando – per esempio – accordi a lungo termine con i nostri fornitori. Tutto ciò per limitare al massimo l’aumento del prezzo dei nostri prodotti, senza andare

a scaricarli interamente sulla nostra clientela. L’azienda si è organizzata anche per gestire meglio la supply chain, aumentando la flessibilità interna e quella della produzione”.

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MERCATO

Come si definisce il noleggio del futuro?

Mettere a disposizione un bene per un tempo prefissato a una tariffa predefinita. Così viene descritta solitamente l’attività di chi offre macchine a noleggio. È ancora attuale o l’evoluzione del mercato richiede un diverso approccio?

"Le parole sono importanti” diceva Michele Apicella (Nanni Moretti) nel film “Palombella Rossa” (1989). E lo sa bene il noleggio che, pur evolvendosi, nel corso degli anni non ha modificato le parole che lo definiscono, frenandone l’evoluzione.

“Mettere a disposizione un bene per un tempo prefissato a una tariffa predefinita”.

È questa la definizione sintetica attorno alla quale il noleggio si è ritagliato uno spazio di business nell’era dell’accesso, come l’ha descritta Jeremy Rifkin nel suo celebre libro omonimo, pubblicato ormai più di vent’anni fa. Rifkin profetizzava uno scenario che, in effetti, ha sconvolto a ogni latitudine l’approccio all’uso delle cose, sia a livello personale sia per le necessità produttive. Il noleggio, in realtà, ha

un’origine più antica che risale addirittura alla condivisione dell’uso dei mezzi agricoli in epoca romana. Negli ultimi anni è tornato al centro dell’economia, complice l’espansione del digitale e della sharing economy. Noleggio e tecnologia incrociano i loro percorsi nei primi anni ’50, quando vengono concepiti e realizzati i primi “centri meccanografici”, la cui espansione modificherà in poco tempo il modo di lavorare di tutti. Oggi abbiamo un pc sulla scrivania, un tablet sul comodino e uno smartphone in tasca. Ma i primi “mainframe” erano macchine complesse e dai costi di acquisto e gestione elevatissimi. Oltretutto, diventavano presto obsoleti. Proprio per questa ragione, i maggiori produttori hanno cominciato a offrire queste apparecchiature imponenti a noleggio piuttosto che venderle.

Le aziende potevano così sostituire agevolmente i calcolatori man mano che la fame di nuove applicazioni e l’evoluzione informatica rendevano insufficienti quelli vecchi. Questo particolare aspetto (utilizzare anziché acquistare), capace di liberare risorse e fornire un accesso più rapido e snello alle nuove soluzioni, è però passato inosservato ai produttori.

Negli anni ’80, infatti, la riduzione delle dimensioni e dei costi, la maggiore diffusione dei prodotti tecnologici e l’accresciuta disponibilità di denaro, hanno spinto i produttori a tornare alla semplice vendita.

Ma a quel punto, l’attitudine al noleggio si era ormai radicata e nuovi soggetti imprenditoriali erano comparsi sul mercato, anche in settori più industriali, proponendosi come intermediari tra la produzione e l’uso, attraverso il no -

42 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 NOLEGGIO PROFESSIONALE

leggio. L’utilizzo temporaneo dei mezzi produttivi entra così gradualmente in mercati diversi, come l’auto, le costruzioni, la logistica, la manutenzione industriale e l’energia.

Questo breve excursus ci aiuta per comprendere la ragione per cui il noleggio si è cristallizzato attorno a due concetti strategici riduttivi, che da un lato lo hanno aiutato a diffondersi, dall’altro lo hanno progressivamente svuotato dei contenuti di valore a favore di un aspetto che è tipico della vendita, cioè il prezzo.

Il primo è quello di considerare il noleggio un prodotto sostanzialmente finanziario, identificato soprattutto nel lungo termine, e che va a sovrapporsi con il leasing vero e proprio, riducendo i vantaggi a una pura dilazione di pagamento di un bene acquistato. In questo caso, alla lunga è impossibile competere con le strutture finanziarie vere e proprie, incluse le società di leasing operativo, sia in uno scenario di tassi al ribasso (poiché restano pochi

margini al produttore o al distributore) sia in quello attuale che vede i tassi crescere (perché gli oneri finanziari rendono meno appetibile l’acquisto, pur dilazionato).

L’altro aspetto è quello commerciale: attraverso il noleggio, il produttore del bene presume di poter vendere più prodotti sostituendosi al soggetto finanziario, “noleggiando” cioè il bene per qualche mese e “scontando” questi primi canoni sull’acquisto finale, determinando il prezzo a monte. È la pratica del cosiddetto “noleggio con riscatto” adottata da alcuni distributori per presunta furbizia o totale ignoranza delle norme, con contratti separati e tenuti sottobanco. Un meccanismo che solo i soggetti finanziari autorizzati possono praticare.

In entrambe le fattispecie, è evidente l’aspetto della compressione dei margini, che invece il noleggio moderno e organizzato attorno alla gestione della relazione con il cliente, permette di ampliare a dismisura.

IL NOLEGGIO MODERNO

A questo punto, entra in gioco una definizione nuova e completamente diversa del noleggio, che lo inquadra nella logica dell’evoluzione del marketing e dell’espansione dei guadagni per chi lo offre e dei risparmi (non solo finanziari) per chi lo adotta: “Fornire un insieme di servizi e soluzioni per la gestione economica delle necessità di persone e aziende”. Questa definizione ci permette di comprendere meglio la natura evolutiva del noleggio, collocando i noleggiatori su un piano diverso da chi semplicemente affitta le macchine. Il noleggiatore moderno è sempre più un “general provider”. Un’identità che proviene dalla cultura dell’esternalizzazione e che si è imposta con lo sviluppo della sharing economy.

Sì, perché anche noi come persone noleggiamo abitualmente; ma non lo facciamo sempre per una pura ragione economica (pagare solo quando usiamo qualcosa) bensì per un insieme di

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necessità più evolute, in linea con i trend dell’economia condivisa. Ad esempio, accedere a nuovi prodotti senza essere legati alla proprietà ci consente di spostare il focus dal bene (ad esempio l’auto) al bisogno (ad esempio, le variegate esigenze di mobilità).

Nel noleggio moderno, il prodotto di scarso valore non sarà funzionale, a vantaggio di una qualità delle soluzioni a tutto tondo. Per un dealer, il cui cliente oggi è a rischio perché potrebbe trovare conveniente acquistare online, il noleggio consente di mantenere una relazione costante, diversificata e fidelizzata. Ad esempio, moltiplicando le occasioni di contatto e offrendo servizi in linea con le necessità della sua clientela, che cambiano a un ritmo elevato.

Le necessità delle imprese utilizzatrici possono essere molte e sofisticate: dal bisogno di gestire e tracciare la movimentazione di merci al bisogno di portare persone a lavorare saltuariamente in quota; dalle necessità temporanee di costruire o fare manutenzione di edifici utilizzando diversi mezzi che seguono l’evoluzione del cantiere alla gestione di eventi grandi e piccoli che, per definizione, nascono e muoiono nel giro di pochi giorni. E perché non le necessità evolute e integrate della pulizia professionale, inclusi i nuovi bisogni di sanificazione o di rispetto delle temperature negli ambienti dove si conservano merci o lavorazioni par-

ticolari?

Ecco che, partendo da una definizione completamente nuova, abbiamo tratteggiato l’identità del noleggiatore moderno, che non lotta quotidianamente per abbassare il prezzo dei propri prodotti, mettendo a rischio i margini. Ma tiene alto il valore delle proprie soluzioni e le rende interessanti a apprez-

zate (in tutti i sensi) dalla sua clientela. Attenzione però, si tratta di una professione nuova, che ha bisogno di essere avviata e sviluppata con molta attenzione e consapevolezza che necessita di competenze specifiche. Di contro, regala un ritorno dell’investimento tra i più elevati oggi sul mercato.

L’autore dell’articolo ha lavorato nel marketing e nella formazione per un importante Istituto di credito. Dopo aver coordinato un progetto di outsourcing, ha fondato nel 2001 la prima rivista italiana interamente dedicata al noleggio, sviluppando successivamente un network consulenziale specializzato nella crescita professionale dei noleggiatori. Del network fanno parte anche Rental Blog rentalblog.it, il portale italiano del noleggio professionale e Rental Academy rentalacademy.it, la prima scuola di formazione esclusivamente dedicata al settore.

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44 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
NOLEGGIO PROFESSIONALE

UVC, UNA TECNOLOGIA AL SERVIZIO DEL PULITO

“La nuova tecnologia UVC ci offre una maggiore garanzia che l'ambiente sia pulito. Nonostante gli operatori svol-

gano il loro lavoro al meglio, è comunque molto difficile che da soli riescano ad eliminare i microbi da ogni porzione di superficie - afferma il Dr. Ian Hosein, consulente microbiologo inglese , in occasione di Interclean 2022 - Il problema è che la contaminazione residua potrebbe portare alla trasmissione dell'infezione. Le operazioni di pulizia dovrebbero quindi essere coadiuvate dall’utilizzo della luce ultravioletta che è biocida e può denaturare il DNA. I dati che emergono dalle persone che

NUOVO GOVERNO: NECESSARIA

DELEGA MINISTERIALE PER I SERVIZI

li utilizzano sono sempre più e sempre più convincenti. I prodotti UVC si differenzieranno per prezzo, dimensioni ed efficacia. Questo alimenterà la concorrenza, ma ciò favorirà l'innovazione e, forse, la riduzione dei costi.

ECOLABEL UE 2022: I PREMIATI

“Confidiamo nella capacità di dare nuovo impulso ai temi legati all’industria, vista l’attenzione posta dallo stesso Presidente al tema della produzione, con particolare riferimento alle forti criticità che incontrano le impre -

se in questo momento: in particolare energia e caro prezzi - ha commentato Lorenzo Mattioli , Presidente di Confindustria servizi HCFS e Federazione europea EFCI - Il comparto dei Servizi ha dimostrato in questi anni di essere a pieno titolo al centro della questione legata alla politica industriale del Paese. 2,5 milioni di lavoratori e migliaia di imprese che si prendono cura, ogni giorno, di sanificazione, trasporti e mense. Per questo crediamo che il modo migliore per riconoscere la centralità del settore sia quello di istituire finalmente un’apposita delega ministeriale”.

In occasione di un convegno svoltosi il 14 ottobre a Roma per celebrare i 30 anni del marchio, sono state premiate le aziende italiane che hanno concorso alla quinta edizione del Premio Ecolabel italiano organizzato dal Servizio Certificazioni Ambientali della sezione Ecolabel di ISPRA e dal Comitato per l'Ecolabel e l'Audit. In tema di certificazioni i numeri italiani sono ottimi: il nostro Paese conta 350 licenze attualmente in vigore e oltre 12.000 prodotti e servizi certificati, collocandosi al primo posto a pari merito con la Germania con il 16% di licenze in vigore e al secondo posto, alle spalle della Spagna, con il 14% dei prodotti europei certificati. Tra i prodotti certificati al primo posto in Italia si collocano quelli del tessuto carta e prodotti in tessuto carta. Seguono tessili e prodotti per la detergenza. Si riportano di seguito le aziende premiate. Vincitori per i prodotti: Sutter Industries spa, Interchem Italia, I.CE.FOR spa, Falpi srl, De Fazio; Menzione per i prodotti: Lucart srl, TTS cleaning srl, Kroll; Vincitori per i servizi: Markas srl, La Pulita & service scarl; Menzione per i servizi: L'Ambiente srl.

45 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 NEWS DAL SETTORE
FIERE E CONVEGNI CLEANINGPIÙ DIGITALE, 1/3 FEBBRAIO THE CLEANING SHOW LONDRA, 14/16 MARZO PESTEX LONDRA, 20/21 MARZO EUROPROPRE PARIGI, 4/6 APRILE

Forum ISSA PULIRE 2022 Una riflessione sui servizi nel post pandemia

Al Centro Congressi Stella Polare di Milano, due intense giornate di dibattito e confronto tra autorevoli relatori su temi culturali di grande attualità, con lo sguardo proiettato al futuro del settore

Due intense giornate di confronto e dibattito, utili a far crescere la cultura della memoria e il senso civico, ma dedicate anche a tematiche che investono direttamente la pulizia e il settore dei servizi integrati. Il Forum ISSA Pulire 2022, svoltosi il 18 e 19 ottobre nel Centro Congressi Stella Polare di Fiera Milano Rho, ha visto tra i supporter anche la nostra rivista e non ha tradito le attese dei non troppi convenuti, rivelandosi, ancora una volta, avvenimento di grande prestigio e interesse. Nato nel 2012, su iniziativa e regia dell’architetto Toni D’Andrea, attualmente CEO di ISSA Pulire network, questo appuntamento biennale è divenuto un importante momento di riflessione sulle dinamiche evoluti-

ve del settore, in una prospettiva di progresso e miglioramento. Sotto la conduzione di Andrea Pancani, giornalista TV e vice direttore di La7 che segue l’evento sin dalla sua prima

edizione, il Forum ha posto sotto i riflettori noti personaggi della cultura, dell’economia e delle associazioni di categoria, italiani ed europei, tutti autori di stimolanti interventi. Tanti i

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ATTUALITÀ

relatori che si sono alternati sul palco dell’Auditorium Testori per affrontare i tre temi selezionati. Formazione, digitalizzazione e sinergia tra industria, sanità e politica sono tra gli elementi chiave emersi durante la sessione dedicata al tema: Progettare per la salute e la sicurezza sul lavoro. Da Cesare Damiano, Consigliere di Amministrazione di INAIL, Consulente del Ministero del Lavoro, già ministro del

della formazione presentando il programma Tork Interactive Clean Hospital training e Tork Clean hand Hygiene. Applauditi anche gli interventi di Piero Martello, Magistrato, già Presidente del Tribunale del Lavoro di Milano, Giuseppe Milanese, Presidente di Confcooperative Sanità, Patty Olinger, Direttore Generale GBAC, Luigi Sbarra , Segretario Generale Cisl e Luigi Zucchelli , Direttore Area

aziende poiché, come ha spiegato Paolo Crepet , psichiatra e sociologo “la memoria ci attiva, la paura paralizza”. Crepet ha anche esortato il pubblico a cercare nuovi orizzonti “se volete innovazione nelle vostre aziende scegliete quello che fate con passione e sarete rivoluzionari; meglio ancora: incontratevi!”. A chiudere la sesta edizione di Forum ISSA PULIRE è stato il panel dedicato alla gestione inte -

Lavoro e della Previdenza Sociale nel secondo Governo Prodi, che ha riconosciuto la complessità della filiera del cleaning, sottolineando che “la pulizia e la sanificazione possono e devono convertirsi da settore elementare a esperto” a Walter Ricciardi , consigliere del ministero della Salute, ordinario di Sanità Pubblica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha elogiato l’importanza del settore dicendo “forse neanche in voi c’è la consapevolezza di quanto siate importanti non soltanto come valore assoluto, ma proprio come garanzia di sostenibilità del servizio sanitario nazionale”. Un’accurata progettazione della salute e sicurezza sul lavoro non può prescindere da un'adeguata formazione del personale. Jenny Logenius , Global Brand Manager Hygiene Essity-Tork, ha ribadito l’importanza

Tecnica Integrata e Sviluppo CNS. La mattina del 19 ottobre si è parlato del valore della memoria come strumento per evitare di ripetere errori già commessi in passato, come ci hanno ricordato Franco Arminio, poeta, scrittore e regista e Raffaele Bruno, Direttore della Clinica di Malattie Infettive Fondazione IRCCS Policlinico San Matteo che hanno ripercorso storie di tragedie che hanno colpito il nostro Paese tra cui il terremoto in Irpinia o l’esperienza drammatica del Covid. Giordano Bruno Guerri , scrittore, storico, Presidente presso Vittoriale degli italiani, ha invece offerto un profilo inedito della complessa figura di Gabriele D’annunzio. L’invito di tutti i relatori sul palco, è stato quello di ricercare nella memoria, propria e di questo paese, i valori che possono portare nuova linfa nelle

grata dei servizi nella nuova normalità. I tratti in comune, emersi negli interventi dei relatori, riguardano: un nuovo utilizzo degli spazi lavorativi, digitalizzazione, e una diversa concezione del servizio di pulizia che non è più visto come una commodity, ma come un servizio essenziale. Stefano Cervone, Amministratore Delegato NEXT RE SIIQ Spa, Lara Paemen, Direttore IFMA EMEA, e Lynn Webster, consulente ISSA-Lynn Webster Consultants LTD, Lorenzo Mattioli, Presidente di EFCI, di Confindustria Servizi HCFS e di Anip Confindustria, Avril McCarthy, Direttore Generale ICCA, e Andrea Laguardia , Responsabile

Nelle foto, da sinistra, Paolo Crepet, Giordano Bruno Guerri, Franco Arminio, Raffaele Bruno e Moni Ovadia

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Pulizie, Servizi Integrati, Fm, Igiene Ambientale, Ristorazione LEGACOOP, hanno sottolineato quanto la pandemia abbia da un lato acceso un faro sul settore della pulizia professionale, che viene finalmente considerata come una vera e propria professione e dall’altro lato ha modificato l’utilizzo degli spazi. A distanza di poco tempo, questi due trend registrati durante il lockdown hanno portato a due risultati: lo spazio viene sempre più inteso come servizio e sarà compito delle imprese fornire pacchetti integrati che tengano conto delle necessità dell’utenza

finale; tuttavia, non appena finita l’emergenza sanitaria, stiamo già assistendo a un pericoloso ritorno alle logiche delle gare al massimo ribasso e ai tagli dei servizi di pulizia. A delineare un nuovo percorso per il futuro della filiera dei servizi integrati è stato Fulvio Passalacqua , che ha presentato il progetto realizzato su iniziativa di Lucart, Main Sponsor dell’evento, e in collaborazione con Enel X e Intesa San Paolo che si propone di creare una nuova prospettiva nel mondo dei servizi attraverso una filiera integrata volta alla sostenibilità. L’obiettivo del progetto è quello di

aiutare le piccole e medie imprese della filiera  nell'avviare processi che riducano il loro impatto ambientale e che vede Lucart, azienda cartaria che ha fatto della sostenibilità ambientale uno dei suoi valori fondanti, in qualità di garante e promotore dell’iniziativa nei confronti dei propri clienti, Enel X mettere a disposizione le proprie conoscenze studiando progetti di sostenibilità realizzabili e Intesa San Paolo mettere a disposizione pacchetti finanziari sviluppati ad hoc per l’impresa che intende intraprendere un percorso di sostenibilità energetica.

STATO DEL MERCATO DEL CLEANING PROFESSIONALE IN NORDAFRICA

Secondo l’indagine presentata da ICE, in un evento promosso da AFIDAMP che ha preceduto l’inizio dei lavori di Forum Issa Pulire, i Paesi del Nord Africa, Algeria, Marocco ed Egitto, offrono grandi opportunità alle aziende del comparto delle pulizie professionali. Emergono le grandi opportunità di crescita per le aziende italiane in tutti e tre i Paesi, nei quali l’Italia è già presente con successo. In Marocco, l’andamento positivo delle esportazioni italiane registrato nel 2021 (+29%), si è riconfermato

nel primo semestre 2022, con un incremento del 25% rispetto a giugno 2021. L’Italia, con una quota del 21,7%, si trova al secondo posto come il principale fornitore di macchinari di pulizia del Marocco dopo la Cina e la Germania. Si posiziona al terzo posto, come fornitore di prodotti chimici, con una quota del 13% e come fornitore di prodotti con una quota media del 11,7%. L’Italia ha tutte le carte in regola per poter diventare il principale partner commerciale nel settore della pulizia industriale. Anche

sul mercato egiziano il nostro Paese è già ben presente, ma con opportunità di crescita consistenti. L’Italia e la Germania sono i secondi maggiori fornitori del mercato egiziano con una quota di circa il 10% per ogni paese. Al primo posto la Cina. Le opportunità per le aziende italiane sono in divenire. Il 55% delle aziende egiziane che lavorano nel campo della pulizia professionale sia dal lato dell'offerta (materiali e strumenti per la pulizia professionale), sia dal lato della domanda (servizi di outsourcing della pulizia professionale) sono interessate a comunicare con i fornitori italiani. In particolare è alto l’interesse nei confronti dei prodotti chimici. Diversa la situazione in Algeria, Paese in cui l’industria è fortemente nelle mani del settore pubblico. Per il settore delle Pulizie Professionali si registra interesse da parte delle imprese di pulizia, dell’industria alberghiera, delle strutture ospedaliere, dei trasporti e dell’industria. L’Italia, già tra i principali fornitori dell’Algeria, avrà l’opportunità di incrementare il proprio business in questo Paese lavorando sulla fornitura di prodotti di gamma medio-alta.

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ATTUALITÀ

La voce dei protagonisti

Al termine delle sessioni del Forum dedicate al mondo della pulizia e dei servizi integrati abbiamo intervistato alcuni degli autorevoli relatori intervenuti alla Fiera di Milano.

Si è parlato molto di lavoratori delle pulizie durante la pandemia, ma ora si ha già la sensazione che su di essi stia calando il sipario: che ne pensa?

“La mia presenza al Forum sta a testimoniare l’esatto contrario. Credo che la risposta stia nella memoria, argomento affrontato precedentemente alla seduta alla quale sono intervenuto. Se davanti a eventi della storia recente quali il Covid-19 e la guerra, non ci renderemo conto che esistono cose importanti, che devono diventare di sistema, allora non ne usciremo vivi. Quando si parla di nuova normalità io spero che, anche per ciò che riguarda le pulizie e i servizi integrati, nessuno si rassegni alla situazione di prima. Le cose cambiano: chi non capisce tutto ciò, rischia davvero di scomparire”.

La CISL si è impegnata a più livelli per combattere la pandemia… “Direi proprio di sì: abbiamo offerto costantemente, e con enorme senso di responsabilità, al Governo e alle istitu-

zioni, un prezioso e fattivo contributo nella ricerca di soluzioni percorribili, in grado di contemperare il sacrosanto diritto alla tutela della salute dei lavoratori con quelle economico-produttive. Abbiamo svolto un ruolo da protagonisti anche in ambito sindacale, producendo anche numerosi documenti anche di natura tecnica di cui in più occasioni si è tenuto conto”.

Come valuta il settore delle pulizie e dei servizi integrati?

“Si tratta di un comparto prezioso per il Paese, come lo sono tutti i lavoratori e le imprese che vi si dedicano. Crediamo che, in condizioni di regolarità contributiva e salariale, combattendo i fenomeni del lavoro nero e sottopagato, valorizzando al meglio le aziende sane e le regole normative, esso possa avere un grande sviluppo. Per questa ragione, l’intesa contrattuale raggiunta il 9 luglio dello scorso anno, per la quale ci siamo battuti, crediamo rappresenti un passo importante. Il contratto nazionale applicato a 600mila lavoratori e lavoratrici addetti delle imprese di pulizia, servizi integrati/ multiservizi, rappresenta una pietra miliare. Non dimentichiamo che tale comparto, operante prevalentemente in regime di appalto, si è distinto svolgendo un ruolo davvero strategico per il Paese, operando con grande senso di responsabilità”.

La ripresa economica di cui tanto si

parla è a rischio?

“Purtroppo sì. Stipendi e salari sono taglieggiati dall’inflazione, la guerra in Ucraina non accenna a concludersi, mentre le aziende vivono in condizioni di grande precarietà. Siamo perfettamente consapevoli che i costi energetici incideranno soprattutto sulle fasce più deboli della popolazione: giovani, pensionati, famiglie a monoreddito. Per non parlare della drammatica situazione di molte aziende, anche del vostro settore economico. Sono a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e il comparto delle imprese di pulizia e dei servizi non è certo immune da questa crisi”.

Il Forum ha affrontato temi di grande importanza, ma è mancata la partecipazione degli industriali di settore. È un po’ deluso?

“In parte sì, anche se la qualità delle sessioni è stata assai elevata, con relatori di assoluto prestigio. Direi che il confronto è stato a trecentosessanta gradi, sia a livello culturale, sia sulle principali problematiche che oggi investono il comparto dei servizi integrati. Gli spunti di riflessione sono stati davvero parecchi, spero che possano essere approfonditi per far compiere un salto di qualità a questo settore, al quale mi sento particolarmente legato”.

49 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
Andrea Pancani Walter Ricciardi Cesare Damiano Andrea la Guardia Luigi Sbarra

A bilancio di queste due giornate, cosa possiamo dire?

“Credo sia emersa con forza la volontà di non mollare, ora che la pandemia ha messo al centro dell’attenzione pulizia e sanificazione. Credo però che la scarsa partecipazione ad eventi culturali come questo rappresenti un elemento negativo e critico che alla fine si ripercuote sulle stesse imprese del settore che, invece, non solo col Forum, ma anche grazie attraverso di esso, dovrebbero prendere sempre più consapevolezza del loro ruolo. Purtroppo il comparto appare oggettivamente assai frammentato: in Italia esistono settori, anche meno importanti, che sanno fare massa critica in modo da presentarsi uniti e compatti all’appuntamento con le istituzioni e il Governo. Il settore delle pulizie e dei servizi integrati deve comprendere che queste sono grandi occasioni per esserci, cambiare e fare sinergia, scambiandosi esperienze e affrontando anche le criticità. L’altro elemento che mi pare sia emerso è il senso civico, che bene interpretano le imprese di pulizia”.

Possiamo dunque sostenere che il ruolo dell’informazione è strategico?

“Certamente, l’informazione deve essere permanente e continua, e non mi riferisco solo a quella delle riviste di settore come Dimensione Pulito o a quella generalista. È necessario che tutti si sentano impegnati al massimo in questa direzione, perché solo così i settori produttivi possono vivere e fare business, ma soprattutto immaginare il futuro. Senza compiere questo sforzo, a mio avviso, non si va da nessuna parte al di là del caro energia, della crisi del gas o dell’aumento del costo delle materie prime che rappresentano questioni enormi ma saranno contingentate in un determinato arco di tempo. La prospettiva, invece, anche per il comparto delle pulizie e servizi integrati deve essere quella di guardare ad un futu -

ro anche prossimo che deve affrontare grandi sfide”.

Perché questo settore bussa da anni alle porte delle istituzioni e della politica senza riuscire ad avere adeguata attenzione?

“Ci sono settori che hanno gli stessi problemi di fondo. Purtroppo spesso le istituzioni non toccano con mano i reali problemi. Oltre alla preziosa opera svolta dalle associazioni di categoria, c’è un lavoro che dovrebbero fare quanti ricoprono ruoli istituzionali o politici, ovvero andare nelle aziende, informarsi, vedere, guardare e sapere. Bisognerebbe approfittare di eventi come il Forum ISSA Pulire per conoscere da vicino le reali difficoltà e le preziose opportunità che offre il settore”.

WALTER RICCIARDI PROFESSORE DI IGIENE E SALUTE PUBBLICA ALL’UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE DI ROMA

Non trova che si sia parlato troppo poco di quanti, in tempo di pandemia, hanno rischiato la vita per pulire gli ospedali?

“Molto è dipeso e dipende tuttora da chi fa informazione. Personalmente, ho avuto modo di sottolineare più volte, anche presso il ministero della Salute, il valore enorme del contributo dato da questi lavoratori e dalle imprese di pulizia nel combattere la diffusione del virus SARS CoV-2. La pulizia e la sanificazione rappresentano, insieme ai vaccini, i veri baluardi per prevenire il diffondersi di questa e altre malattie. Per questa ragione credo sia vietato abbassare la guardia, non solo di fronte al Covid-19 ma anche rispetto al tragico fenomeno delle infezioni correlate all’assistenza (ICA) che vedono il nostro Paese detenere un triste primato a livello europeo”.

Pulizia, dunque, come valore assoluto e imprescindibile negli ospeda-

li, nei luoghi di cura e in qualsiasi luogo?

“Pulire, igienizzare e sanificare equivale a salvare delle vite umane. Ribadisco che bisogna fare molta attenzione. Il rischio è che una sorta di omologazione politica e sociale ci porti a sottovalutare i rischi: il virus SARS CoV-2 circola ancora e mieterà altre vittime, specie tra i soggetti più fragili. La distanza di sicurezza, le mascherine e la ventilazione dei luoghi chiusi sono presìdi fondamentali che vanno utilizzati, insieme alla pulizia, per combatterlo efficacemente. Tutti gli strumenti di sanificazione sono centrali già in tempi ordinari, in questo momento ancora di più. Credo che l’imperativo categorico sia concentrato in una parola: prevenzione”.

Il mondo accademico-scientifico e il settore delle pulizie e dei servizi dovrebbero dialogare maggiormente?

“Ne sono più che convinto: occasioni come questa sono davvero apprezzabili per il confronto e lo scambio di esperienze. I nostri sono “mondi” paralleli, chiamati a collaborare strettamente per raggiungere i grandi obiettivi dell’igiene, della prevenzione e della salute. Spero che occasioni come questa si possano ripetere con sempre maggiore frequenza”.

CESARE DAMIANO CONSIGLIERE

PREVIDENZA SOCIALE

Come mai in Italia manca un percorso di formazione per i lavoratori del settore pulizie, mentre in Francia c’è addirittura un’Università dedicata alla preparazione dei professionisti del settore?

“La Francia è nota per avere una scuola della Pubblica Amministrazione

50 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
DI AMMINISTRAZIONE DI INAIL, CONSULENTE DEL MINISTERO DEL LAVORO, GIÀ MINISTRO DEL LAVORO E DELLA
ATTUALITÀ

tra le migliori al mondo, quindi non mi stupisco del fatto che ci sia pure un’Università dedicata a questo settore di lavoro. È evidente che quando parliamo di pulizie ci riferiamo ad un mondo assai variegato: la pulizia civile, quella degli uffici, quella tecnica delle industrie, quella aeraulica e tante altre ancora, che comportano – per chi le compie – il possesso di specifici requisiti professionali. Ci sono, cioè, pulizie di alto profilo che riguardano ambiti specialistici, con l’impiego di macchine, attrezzature, prodotti chimici ed elevate tecnologie che vedono le nostre industrie sul tetto d’Europa. La pubblica opinione è portata assai spesso a considerare, purtroppo, solo la parte più bassa, considerando la pulizia un lavoro a scarso valore aggiunto. Di conseguenza, essendo questa una delle principali caratteristiche del settore, accanto alle imprese sane, che operano in modo tradizionale, applicando puntualmente i contratti di lavoro alla loro attività, ci sono cooperative spurie e cooperative sociali che celano in realtà semplicemente l’obiettivo di pagare poco e non avere nessuna particolare tutela per questi lavoratori. Non è un caso che, se noi esaminiamo il cosiddetto salario minimo contrattuale, che purtroppo di legge non abbiamo e non so nemmeno se lo avremo nel breve periodo, tra le varie categorie produttive, una delle peggio pagate è proprio quella del settore delle pulizie”.

Si va affermando un modo nuovo di concepire la pulizia, sempre più specifico e professionale?

“Dopo la pandemia, il sistema delle pulizie si è caricato di nuovi compiti, come ad esempio la sanificazione degli ambienti. Naturalmente, a differenza del 2020, anno dello scoppio della pandemia, attualmente abbiamo a disposizione il vaccino, un’arma efficace che ha cambiato il rapporto con il virus. Sappiamo però che questo rimane un virus potenzialmente mortale perciò, quando parliamo di sanificazione dob -

biamo allargare il campo della nostra osservazione dalla semplice, antica, tradizionale pulizia dedicata, abbracciando una visione che comprenda igienizzazione, sanificazione necessaria, trattamenti anti acari, atti di intervento sulle allergie per la prevenzione in un asilo nido, in un ambiente scolastico o in un qualsiasi luogo di lavoro”.

Anche nell’ambito delle pulizie, abbiamo il grosso problema degli infortuni sul lavoro… “Il doloroso tema dei morti e degli infortuni sul lavoro, al quale aggiungo quello delle malattie professionali, rappresenta una vera e propria piaga sociale. L’INAIL, censendo i primi otto mesi di quest’anno, ha rilevato come gli infortuni non mortali siano cresciuti del 37% rispetto al 2021; le malattie professionali del 7%, mentre diminuiscono gli incidenti mortali del 13%. Però il dato non ci deve ingannare perché in qualche modo risulta condizionato dalle morti da Covid-19, che come sa è stato equiparato a infortunio sul lavoro. Quindi se noi togliamo le morti da Covid vediamo che le morti esclusive da luogo di lavoro e in itinere aumentano del 16%. Si tratta di un dato particolarmente preoccupante che ci dice che abbiamo bisogno di lavorare molto sulla prevenzione, soprattutto sulla ricerca applicata al ciclo produttivo”.

Si ha la sensazione che il settore delle pulizie, dopo la relativa notorietà acquisita durante la pandemia, stia tornando nel dimenticatoio. Che fare per evitare ciò? “È necessario avviare quanto prima un costruttivo rapporto con il nuovo Governo che speriamo sia in grado di operare fattivamente e al meglio anche a beneficio del nostro settore, con provvedimenti normativi attesi da tempo. L’auspicio è che questo dialogo

coinvolga tutto il mercato, non solo le imprese e le associazioni che lo rappresentano, ma anche i sindacati e in primis la Pubblica Amministrazione perché la questione delle pulizie non riguarda più solo il nostro sentimento o l’opinione pubblica, oppure il racconto che si fa – da parte dei media – del nostro settore. Ci sono anche delle evidenze scientifiche, le quali dimostrano in maniera inequivocabile come la pulizia non sia solo una questione di igiene ma investa direttamente la sanità pubblica. È evidente che questo settore ha un grosso problema di bassa redditività dei lavori ed è un aspetto che dobbiamo assolutamente modificare, però tutto ciò sarà possibile solo a due condizioni: da un lato invertendo il sistema della spesa pubblica dedicata in Italia al comparto, dall’altra cambiando il sistema delle regole, perché con l’attuale codice degli appalti le stazioni appaltanti, di fatto, fanno gare al massimo ribasso. Quindi, solo invertendo questa pericolosa tendenza riusciremo ad aumentare il reddito dei lavoratori.”

Perché da parte delle istituzioni permane la cronica difficoltà a rendersi partecipi dell’importanza strategica del settore delle pulizie e dei servizi integrati, investendo con risorse e mezzi adeguati, in formazione e professionalità?

“Purtroppo, oggi, nella classe politica prevalgono alcuni miti che andrebbero smontati: la spending review e la parità di bilancio a fine anno. Il politico di turno si sente bravo se a fine anno ha fatto risparmiare lo Stato. Però non dimentichiamo che la spesa pubblica riguarda anche i nostri servizi, per cui magari ad anno concluso si festeggia la parità di bilancio, mentre poi il Paese sprofonda nell’inefficienza. È proprio da qui che deve avvenire l’inversione di tendenza: occorre intendere questi servizi come una questione strutturale del Paese che, attraverso efficienti politiche industriali ed economiche deve investire nel settore risorse adeguate”.

51 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
Argomenti
Dossier di approfondimento tematico su una tecnologia o un tema di interesse per il settore Tavola rotonda Analisi normative Tutorial di aggiornamento professionale Case history selezionate dal comitato Ricerche nazionali e internazionali Analisi dei casi di studio Profilo dei lettori Progettisti d’impianti, società di engineering, contractor, manager, esco, enti, associazioni di categoria, decisori Piano editoriale NumeroArgomento Focus Impiantistica ospedaliera VRF-VRV Data Center Sistemi Qualità dell’ambiente IAQ IEQ Ventilazione filtrazione BEMS Accumulo Recupero calore Edifici scolasticiPompe Quine Business Publisher I LSWR Group Via G.Spadolini 7 - 20141 Milano nazione - Domotica, dei - Nuove -Recupero sparmio -Sistemi -Accumuli Distribuito Klimahouse MCE SAIE Ecomondo Oltre Attualità, notizie, mercato, news e trends in tempo reale IL PIÙ COMPLETO PORTALE DEL CLEANING PROFESSIONALE QUINE BUSINESS PUBLISHER I LSWR GROUP Via G. Spadolini 7 - 20141 Milano Tel +39 02.88188400 eMail: dircom@quine.it www.dimensionepulito.it Newsletters L’aggiornamento completo e puntuale sulle novità del settore. Una vetrina virtuale per la massima visibilità delle soluzioni di mercato
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ECONOMIA

Il turismo dà lavoro all’Italia Cristina Cardinali
S16 Sanificazione ambientale nell’ospitalità Maurizio Pedrini
HISTORY S26 L’eccellenza del pulito al Byblos ART Hotel Villa Amistà Maurizio Pedrini Sommario ECONOMIA Il turismo sostiene l’economia italiana RICERCA Contaminazione da muffe su superfici morbide IAQ Ventilazione degli ambienti indoor PEST CONTROL Blatte giganti in albergo ANNO 31 n. 9 NOVEMBRE/ DICEMBRE 2022 IGIENIZZANTE MADE IN ITALY www.rubinochem.it *Rimozione meccanica germi batteri non un biocida, un detergente igienizzante. Disponibile in 23 inimitabili fragranze PIÙ RISPETTO PER L’AMBIENTE, FLACONE CON PLASTICA RICICLATA FINO AL 50%
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Asciugamani in carta, la scelta migliore

Si ritorna alla normalità, ma le nostre esigenze in materia di igiene, sicurezza e pulizia sono cambiate. Aree bagno sporche o sovraffollate non sono più tollerabili. La pandemia ha modificato gli atteggiamenti e i comportamenti di noi tutti, ci ha reso più attenti rispetto ai rischi per la salute associati al livello di igiene negli ambienti che frequentiamo, in particolare nelle aree bagno. Tutti ci

sentiamo più a rischio di prima nel frequentare strutture con aree bagno poco igieniche e l’81% di noi si aspetta ambienti più curati, igienici e sicuri. Questa maggiore preoccupazione ha determinato anche un cambiamento nella frequenza e nella scelta delle soluzioni per il lavaggio e l'asciugatura delle mani. Sappiamo che lavarsi spesso le mani con acqua e sapone e asciugarle bene con un prodotto monouso funziona contro il diffondersi di tutte le malattie virali e tutela la salute. E i dati ci confermano che il 68% delle persone desidera che nelle strutture ci siano asciugamani di carta in alternativa agli asciugamani ad aria.

Le ragioni più comuni indicate per questo cambiamento sono la percezione che gli asciugamani di carta siano più igienici (80%), che le mani si asciughino più rapidamente (42%) e che si diffonda-

no meno batteri nell'aria (39%). Aree bagno sempre ordinate e attrezzate con prodotti e materiali per l’igiene adeguati possono dire molto di noi e della nostra attenzione verso clienti e collaboratori. E all’interno di aree ad alto traffico con un ampio numero di visitatori, la vera sfida è mantenere un buon flusso di traffico ed evitare code. La soluzione è Tork PeakServe, il rivoluzionario dispenser a erogazione continua che permette di servire il 250% di ospiti in più tra una ricarica e l’altra grazie alla straordinaria capacità di 2.100 asciugamani di carta, che vengono dispensati rapidamente e senza interruzioni. Le risme compresse possono essere caricate rapidamente in qualsiasi momento, trasportate e stoccate senza difficoltà in modo da consentire al personale di dedicarsi all’attività di pulizia piuttosto che alle ricariche.

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Il Turismo dà lavoro all’Italia

Secondo il World Travel & Tourism Council, prima della pandemia il contributo offerto dal settore dei viaggi e del turismo al prodotto interno lordo italiano era di circa 269,8 miliardi di dollari, pari al 13,1% del PIL stesso. La spesa totale degli stranieri nel nostro Paese è stata pari nel 2019 a 44,3 miliardi di euro. Gli esercizi ricettivi italiani ospitano ogni anno più di 430 milioni di pernottamenti. Il settore offre lavoro a 1,8 milioni di persone, di cui circa 1,3 milioni di lavoratori dipendenti. In altre parole: il Turismo lavora per l’Italia, il Turismo dà lavoro all’Italia. E, se sapremo assecondarne lo sviluppo, ne potrà dare sempre di più. Federalberghi offre il proprio contributo al dibattito sulle prospettive dell’economia turistica richiamando l’attenzione delle istituzioni e delle forze politiche e sociali su quegli aspetti dello sviluppo che richiedono un’azione di riforma, con una serie di riflessioni e proposte per sostenere lo sviluppo dell’economia turistica italiana, generando importanti ricadute positive sulla produzione di reddito e sulla crescita dell’occupazione. In relazione a ciascuno dei temi proposti, accan-

to agli obiettivi di carattere generale, Federalberghi indica, a titolo esemplificativo, alcune azioni concrete: più di cento misure, molte delle quali possono essere realizzate in tempi brevi, in alcuni casi senza oneri a carico delle finanze pubbliche.

In questo articolo ne riportiamo alcune.

GOVERNARE IL SISTEMA

Dotare l’Italia degli strumenti istituzionali necessari per sviluppare una politica di sistema.

• Inserire il turismo tra le materie attribuite alla competenza concorrente tra Stato e regioni, modificando l’articolo 117 della Costituzione.

STANZIARE RISORSE ADEGUATE

Catalizzare le risorse necessarie per realizzare le politiche di sviluppo, incentivando gli investimenti privati e finanziando i necessari interventi pubblici.

• Restituire al settore turismo una quota del gettito IVA prodotto da tutte le attività produttive, non solo terziarie, che traggono beneficio dall’economia turistica.

• Potenziare la sezione turismo del Medio credito centrale e definire criteri ad

hoc per il rating delle imprese turistiche.

• Aggiornare il cosiddetto de minimis, cioè il tetto di duecentomila euro nel triennio indicato dalla Commissione Europea per l’erogazione degli aiuti alle imprese, che è fermo ai livelli del 2006.

RIQUALIFICARE L’OFFERTA

Sostenere il processo di riqualificazione del sistema di offerta turistica, premiando le imprese che intendono effettuare investimenti e accompagnando l’uscita delle imprese che non sono oggettivamente in condizioni di rimanere sul mercato.

• Incentivare gli investimenti mirati alla qualità, all’accessibilità, alla sostenibilità e all’innovazione, rendendo strutturale il credito d’imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive e degli stabilimenti termali.

• Sostenere la riqualificazione delle imprese coinvolte nei grandi eventi, a partire dal Giubileo 2025 e dalle Olimpiadi invernali 2026.

• Favorire l’acquisto della struttura ricettiva da parte delle imprese che non ne sono proprietarie e che quindi non possono provvedere alle ristrutturazioni integrali che pure in alcuni casi

S•10 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 ECONOMIA TURISTICA
L’economia turistica offre un contributo decisivo alla produzione della ricchezza italiana, allo sviluppo dell’occupazione, all’attivo della bilancia valutaria

Federalberghi da oltre cento anni è l’organizzazione nazionale maggiormente rappresentativa degli albergatori italiani. La federazione rappresenta le esigenze e le proposte delle imprese alberghiere nei confronti delle istituzioni e delle

organizzazioni politiche, economiche e sindacali.

Federalberghi aderisce dal 1950 a Confcommercio ove, insieme alle principali federazioni di categoria che operano nel Turismo, ha dato vita a Confturismo, l’organizzazione di rappresentanza imprenditoriale di settore.

www.federalberghi.it

sarebbero necessarie.

• Semplificare l’iter amministrativo per il cambio di destinazione d’uso degli immobili per le imprese non più remunerative.

SOSTENERE LA RIPARTENZA

Aiutare le imprese a ristabilire una si-

tuazione di equilibrio economico.

• Definire un percorso agevolato per la ristrutturazione dei debiti delle aziende nei confronti del sistema bancario.

• Prorogare le misure previste dal decreto liquidità a sostegno delle imprese del turismo.

• Prorogare i termini per l’adempimen-

to di obblighi e l’esecuzione di opere, al fine di evitare aggravi di oneri a carico delle imprese.

• Riconoscere agli alberghi e agli stabilimenti termali le tutele previste per le imprese energivore.

• Eliminare i vincoli all’installazione dei sistemi fotovoltaici nei centri storici.

• Consentire la realizzazione di comunità energetiche anche tra soggetti che non sono alimentati dalla stessa cabina di trasformazione.

SEMPLIFICARE LE PROCEDURE

Alleggerire il carico degli oneri burocratici che gravano sui cittadini e sulle imprese.

• Non chiedere alle imprese di fornire dati che sono già in possesso della pubblica amministrazione, come oggi accade con la doppia comunicazione sull’imposta di soggiorno.

• Porre in capo a un unico soggetto la riscossione dei compensi per diritti d’autore e diritti connessi.

S•11 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022

• Accelerare i tempi di rilascio dei permessi di occupazione di suolo pubblico necessari per le ristrutturazioni degli immobili ricettivi.

• Abrogare l’obbligo di comunicazione e di esposizione delle tariffe.

• Semplificare le procedure per il subingresso nell’esercizio dell’attività.

• Commisurare al rischio effettivo gli adempimenti in materia igiene degli alimenti, sicurezza sul lavoro e prevenzione incendi.

RIDURRE

LA PRESSIONE FISCALE

Diminuire la pressione fiscale che grava sulle imprese turistiche, affinché l’imposizione assuma un peso equo e ragionevole.

• Abolire definitivamente l’IRAP, per tutte le classi di impresa. Commisurare il peso dell’IMU e della TARI al numero dei giorni in cui la struttura ricettiva è aperta e al tasso di effettiva occupazione.

• Applicare alle attività ricettive, che producono rifiuti assimilati a quelli urbani, la tariffa rifiuti prevista per le utenze domestiche e considerare unicamente le superfici di vendita.

• Ampliare il regime di deducibilità per gli ammortamenti degli immobili strumentali, degli interessi passivi, delle spese telefoniche, etc.

• Adottare una regolamentazione omogenea dell’imposta di soggiorno valida per tutto il Paese.

• Destinare il gettito dell’imposta di soggiorno a interventi in materia di turismo, da individuare d’intesa con i rappresentanti delle imprese.

• Ridurre gli importi del canone speciale RAI, commisurarli all’effettiva durata del periodo di attività e correggere le sperequazioni attualmente vigenti.

PROLUNGARE

LA DURATA DELLE STAGIONI

Favorire il prolungamento dei periodi stagionali di attività attraverso iniziative in grado di accrescere i flussi turistici e di migliorare le condizioni econo-

miche di operatività del settore.

• Migliorare la distribuzione dei periodi destinati alle vacanze scolastiche.

• Promuovere l’organizzazione di eventi, grandi e piccoli.

• Modulare i periodi di attività dei servizi pubblici e privati tenendo conto della necessità di garantire l’accoglienza dei turisti per tutto l’anno.

• Consentire la deduzione integrale ai fini IRAP del costo del lavoro relativo al personale stagionale.

• Incentivare il prolungamento della durata dei rapporti di lavoro stagionali, riducendo il prelievo contributivo e fiscale che grava sugli stessi.

• Garantire una adeguata copertura dei trattamenti di disoccupazione per i lavoratori stagionali.

• Rifinanziare il sistema dei buoni vacanza, coinvolgendo nuove fasce di utenti e semplificando le modalità di gestione.

RILANCIARE LE CITTÀ TERMALI

Promuovere il rilancio delle città termali, trasformandole nelle nuove capitali del turismo del benessere.

• Sostenere politiche di prevenzione basate sull’integrazione tra il termalismo e le altre prestazioni sanitarie necessarie allo sviluppo del turismo della salute e del benessere.

• Rifinanziare i bonus terme, correggendo le criticità emerse.

• Istituire un fondo per la rigenerazione urbana delle città termali.

• Assegnare budget specifici per accreditare e convenzionare le strutture termali alle prestazioni di riabilitazione funzionale.

• Riformare la legge quadro sul termalismo, incentivare la ricerca scientifica termale e promuovere la qualificazione delle professionalità sanitarie termali.

TUTELARE IL TURISMO BALNEARE Assicurare la sopravvivenza delle imprese che operano sulle aree demaniali.

• Definire una tutela rafforzata per i casi in cui l’attività svolta su suolo in concessione è connessa con un’altra

attività svolta su suolo privato, come accade per le spiagge che ospitano i clienti delle strutture ricettive prospicienti o comunque collegate con le strutture stesse.

• Tener conto delle esigenze delle aziende che gestiscono una pluralità di strutture (per le quali è necessaria una spiaggia per ogni albergo o campeggio) e le aziende di più grandi dimensioni (che necessitano di spiagge di dimensioni adeguate alla capacità ricettiva).

• Assicurare alle imprese concessionarie di beni demaniali il diritto al loro uso produttivo per un tempo sufficiente ad ammortizzare gli investimenti effettuati.

• Commisurare l’entità dell’indennizzo spettante al concessionario uscente al valore complessivo dell’attività e del danno che alla stessa viene arrecato e non unicamente al valore dei beni che insistono sull’area demaniale.

SALVAGUARDARE LE COMUNITÀ DEI BORGHI

Contrastare la desertificazione delle aree interne e lo spopolamento dei borghi, promuovendo la sostenibilità delle imprese turistico - ricettive durante tutto l’anno.

• Valorizzare le aree interne, anche utilizzando le risorse attivate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

• Incentivare i giovani e le famiglie a stabilire la propria residenza nei borghi.

• Definire una fiscalità di vantaggio per le imprese che operano nelle aree marginali.

• Migliorare la qualità delle infrastrutture di trasporto e comunicazione a servizio dei borghi.

• Superare i vincoli urbanistici e amministrativi che ostacolano la realizzazione di interventi volti a favorire accessibilità e sostenibilità.

• Svolgere azioni promozionali mirate, coinvolgendo tutti gli attori interessati (Regioni, ENIT e aggregazioni imprenditoriali del territorio.

(Fonte: Il turismo lavora per l’Italia, Federalberghi, agosto 2022)

S•12 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
ECONOMIA TURISTICA

Superfici pulite con Essecinque

I prodotti Essecinque sono appositamente progettati per portare a termine il lavoro con rapidità ed efficienza: articoli in cotone e altre fibre tessili, lavorate utilizzando il più innovativo know-how. In catalogo il Flat Mop a filo continuo, cotone e microfibra, sistema a strappo di Essecinque, permette una pulizia perfetta e senza aloni gra-

zie al particolare intreccio tra la Microfibra e il Cotone. La microfibra rimuove sporco e polvere e allo stesso tempo il cotone permette al prodotto di conservare la giusta umidità, mantenendo il mop bagnato per più tempo e consentendo così di pulire molti più metri di superficie. Al termine dell’utilizzo l’operatore può facilmente rimuovere il mop per

il suo lavaggio: il sistema a strappo assicura praticità e velocità nelle operazioni di cambio mop. Il prodotto si presenta anche nella versione solo Microfibra, per un uso più tradizionale di questo tipo di prodotto.

MOP PER PINZA IN TNT RITORTO

Il Mop per pinza è stato il primo prodotto realizzato da Essecinque a partire dal 2005: da allora più di qualche milione di mop è uscito dallo stabilimento per pu-

lire ogni tipo di ambiente e pavimento. Il prodotto può essere di varie grammature ed è possibile a richiesta la sua personalizzazione, grazie all’etichetta cucita direttamente sul mop riportante il logo del cliente. Il Tessuto Non Tessuto ha un’elevata capacità assorbente e consente una pulizia priva di cattivi odori. Nella versione a filo ritorto risulta più resistente all’usura e ai lavaggi. La banda centrale è disponibile in più colori, consentendo la classificazione del prodotto in base alla sua destinazione d’uso, indispensabile a garantire la riduzione di contaminazione batterica degli ambienti.

Essecinque offre tutti gli articoli per la pulizia in cotone e nelle altre fibre tessili, assieme alle attrezzature correlate.

Essecinque offers all the articles of cotton and other textile fibers with the related equipment.

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Solight HouseKeeping: carrelli dal design discreto e minimalista

L’immagine dell’albergo è frutto dell’atmosfera creata da un insieme di elementi: la professionalità degli operatori, la qualità degli arredi, la pulizia, l’ordine. Da anni ormai Falpi ci ha abituato all’eccellenza dei prodotti, ma anche dei clienti serviti. L’ospitalità di alto livello è uno dei palcoscenici più importanti in questo senso. Non c’è nemmeno bisogno di sottolineare quanto, in quest’ambito, la pulizia e l’igiene rappresentino un biglietto da visita irrinunciabile.

RESPONSABILITÀ

DI HOUSEKEEPING

All’interno delle strutture alberghiere la governante ha la responsabilità di un terzo della gestione alberghiera: il reparto piani, ossia le camere, rappresenta un terzo della soddisfazione del cliente generale, ma in particolar modo, essendo prodotto diretto della vendita alberghiera, la camera si rivela un punto focale e di estrema importanza per una sana e produttiva gestione. Difatti il cliente, pur usufruendo di altri servizi, quali la ristorazione, la Spa,

la palestra individua nella camera il fulcro del proprio soggiorno. Per rispondere alle aspettative del cliente è opportuno agire con professionalità: attenzione all’ordine, alla pulizia, al decoro ma anche alle spese, ai costi, al rapporto qualità-prezzo.

DETTAGLI CHE FANNO LA DIFFERENZA

Il personale deve essere messo nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro con strumenti idonei per una corretta gestione del tempo disponibile, e per una suddivisione intelligente del lavoro quotidiano in funzione delle attività da svolgere. Per contribuire a comunicare al cliente che il

servizio di housekeeping è svolto con cura, è indispensabile che l’hotel sia dotato di attrezzature funzionali, robuste e che rispecchino, dal punto di vista estetico, il livello qualitativo generale dell’albergo.

CARRELLI D’ECCELLENZA PER SPAZI PRESTIGIOSI

Per adattarsi agli spazi più prestigiosi sono nati i carrelli hotel Falpi della linea Solight Housekeeping, eleganti e funzionali, quasi non si notano, armonizzandosi con qualsiasi tipo di arredamento, dal più classico al più moderno e tecnologico. Tra i loro punti di forza la solidità, un’elegante struttura in acciaio e alluminio e la possibilità di essere personalizzati secondo le diverse esigenze attraverso il configuratore Falpi.

IL CONFIGURATORE FALPI

I carrelli della gamma Solight per hotel e alberghi possono essere configurati per adattarsi alle esigenze di ogni struttura e sono personalizzabili con numerosi accessori della linea, secondo le esigenze della struttura alberghiera. Sono disponibili con differenti tipologie di ruote per adattarsi meglio alle pavimentazioni. I carrelli Solight Housekeeping 1 sono più compatti, mentre gli Housekeeping 2, più ca-

pienti, sono ideali per le grandi strutture. Entrambe le tipologie di carrello possono essere completamente chiuse per nascondere alla vista il contenuto. Il carrello Housekeeping 3 permette di personalizzare la raccolta della biancheria e può essere fornito anche con coperchio superiore di chiusura.

DAL MINIBAR

AL “DIETRO LE QUINTE”

Il carrello Service Bar permette di organizzare il ripristino del minibar in modo impeccabile, discreto e ordinato. Il carrello Couverture permette di trasportare tutto il necessario con l’utilizzo di un unico carrello, per il ripristino del mini-bar e il riassetto serale della camera. Un servizio veloce svolto in maniera ineccepibile. Il carrello Housekeeping Clean, grazie al suo cassettone di dimensioni generose, permette di ospitare attrezzi e detergenti per la pulizia, lontano dalla vista dei clienti. Soluzioni professionali per un servizio perfetto anche “dietro alle quinte” con gamma Laundry che risponde alle esigenze di quegli hotel che non lasciano nulla al caso. Attrezzature per organizzare il servizio di raccolta, lavanderia e distribuzione dei tessili: il tutto con carrelli professionali, dal design discreto e minimalista.

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Sanificazione ambientale nell’ospitalità

La pandemia ha rafforzato l’alleanza strategica tra il mondo alberghiero e quello del professional cleaning

S•16 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
GLI INCONTRI DI DIMENSIONE PULITO

Il tema della sanificazione ambientale nell’ospitalità è stato affrontato e ampiamente dibattuto dal live webinar proposto dalla nostra rivista che si è svolto martedì 15 novembre, a partire dalle 16.30, in diretta streaming. Condotto dal giornalista Maurizio Pedrini, direttore tecnico di Dimensione Pulito, l’incontro ha visto gli apprezzati interventi di Alessandro D’Andrea , Presidente di ADA, Associazione Direttori d’Albergo, che ha relazionato su “Massima igiene, una grande sfida per i direttori d’albergo; Margherita Zambuco, Presidente AIH, Associazione Italiana Housekeeper (“La governante, una professionista protagonista dei processi di pulizia”) e Roberto Spaggiari, Team Manager Divisione Alberghi (“L’importanza della pulizia e sanificazione delle strutture alberghiere”).

Al centro dell’attenzione la riflessione sui nuovi bisogni di igiene e sanificazione emersi con forza durante e nel post pandemia. Queste esigenze, assieme al comfort, sono divenute ormai due elementi imprescindibili e selezionanti negli orientamenti dei potenziali clienti nella scelta dell’hotel in cui soggiornare. In sostanza, sempre più negli alberghi, colpiti come tutto il settore del turismo dalla pandemia SARS CoV-2, oltre all’accoglienza e ai servizi offerti, il successo di una vacanza è decretato anche dall’igiene e dalla pulizia degli

ambienti. La sanificazione nel contesto alberghiero è un’operazione delicata e complessa, che richiede elevata professionalità, l’uso di macchinari, attrezzature e prodotti chimici specifici. La pandemia da SARS CoV-2 non ha certo trovato impreparate le strutture alberghiere, da sempre particolarmente attente e sensibili al problema della pulizia, ma ha certamente accentuato la necessità del rispetto di procedure e interventi sempre più mirati e certificabili, non solo al fine di un’ottimale gestione interna delle risorse, ma soprattutto a garanzia di prevenzione e sicurezza verso la clientela. I vantaggi della misurazione di correttezza ed efficacia delle operazioni di cleaning eseguite nell’albergo, insomma, appaiono destinati a “pesare” in modo sempre più marcato anche in termini di competitività. Proprio su questi e altri “nodi” strategici, si è soffermata la riflessione degli esperti e autorevoli relatori, seguita da alcune stimolanti domande poste sia dal dottor Pedrini che da alcuni spettatori dell’evento.

D’ANDREA: “COME I DIRETTORI D’ALBERGO HANNO VINTO LA SFIDA DELLA PANDEMIA SARS COV-2”

“L’albergo - ha esordito Alessandro D’Andrea - è un’azienda assai complessa nella sua organizzazione: quan-

do, al sorgere della pandemia, si è cominciato a parlare di disinfettare, sanificare e igienizzare per combattere il Virus ci siamo trovati in grosse difficoltà, privi di precise indicazioni. Tralasciando quanto veniva detto sul web, ovvero informazioni spesso inattendibili, ci siamo rimboccati le maniche impegnandoci a creare, un po’ alla volta, tutte le necessarie procedure di cui eravamo privi. In questo percorso ci siamo rivolti innanzitutto alle governanti, ovvero alle persone più esperte di pulizia, ma non solo, all’interno delle nostre strutture. In seconda battuta abbiamo interagito con le aziende specializzate, le quali ci hanno offerto fin da subito precise indicazioni sulla differente efficacia dei diversi prodotti che venivano impiegati. Certo - ha aggiunto - non partivamo da zero perché i nostri alberghi, anche prima del Covid-19 sono sempre stati puliti a fondo, ma ci siamo impegnati a capire meglio cosa significasse attuare al meglio quella sanificazione che, di fatto, era già praticata come routine nei nostri interventi. Non dimentichiamo, infatti, che questa pulizia profonda ha rappresentato per noi una sorta di imperativo categorico, il primo step per rendere un ambiente sano, rimuovendo lo sporco dall’ambiente. Un’operazione alla quale far seguire la disinfezione, cioè la distruzione o inattivazione di tutti gli

S•17 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
Alessandro D’Andrea, Presidente dell’Associazione Direttori d’Albergo Margherita Zambuco, Presidente dell’Associazione Italiana Housekeeper Roberto Spaggiari, Team Manager Divisione Alberghi

agenti patogeni responsabili, nel caso del SARS CoV-2, delle infezioni. Tutte queste attività sono state possibili nei nostri alberghi grazie all’impiego di procedure studiate e definite in completa autonomia, facendo leva sulle nostre risorse. In questo modo, con grande impegno da parte nostra, sono nati i protocolli che hanno cercato in qualche modo di compensare la mancanza di indicazioni operative da parte istituzionale”. Oggi, a parere del Presidente di ADA, la pulizia è entrata a pieno titolo tra i costituenti del comfort legato all’ospitalità: “Avere un ambiente alberghiero sano - ha evidenziato - è fondamentale alla pari della cura dell’illuminazione, della climatizzazione o dell’insonorizzazione e contenimento dei rumori. In questi ultimi due anni, alla ricerca del comfort per far stare bene l’ospite, mettendolo al meglio a suo agio, si è aggiunta – come priorità - quella di preservarlo dal rischio di contrarre il virus. La nostra sfida vittoriosa durante la pandemia - ha detto D’Andrea - è stata quella di coccolarlo, più del normale, data la situazione di particolare fragilità dettata dalle circostanze. Non dimentichiamo, infatti, in quali condizioni si viaggiava, magari per lavoro, nei primi mesi del 2020, immediatamente successivi alla riapertura: serpeggiavano il timore e l’incertezza nel frequentare luoghi estranei alla propria dimora; il cliente, appena giunto in hotel, si chiudeva nella sua camera che costituiva una sorta di guscio. Questo luogo-rifugio non bastava che fosse ben pulito, doveva anche essere perfettamente sanificato e igienizzato. In qualche caso, questo sforzo così imponente doveva essere dimostrabile, tramite l’esposizione di tutte le procedure scritte che erano state rigorosamente seguite. In camera bisognava fargli poi trovare un adeguato calore, un servizio accurato, la possibilità di consumare il pasto: tutti aspetti che vanno a toccare sfere psicologiche e relazionali

assai delicate, intimamente connesse a quella della pulizia. Senza dimenticare, infine - ha specificato D’Andrea - che quando si parla di igiene e prevenzione delle infezioni in generale, non ci si riferisce solo alla pulizia, ma si chiama in causa anche la sanificazione e purezza degli ambienti, di cui ci siamo dovuti occupare come categoria chiamata a combattere in prima linea. Fortunatamente, non siamo rimasti soli, ma abbiamo fatto fronte comune con le governanti e tutto il personale. A tale riguardo, sento di dover rivolgere un plauso a tutte le posizioni e associazioni che rappresentano le professioni alberghiere”.

ZAMBUCO: “LA GOVERNANTE PROTAGONISTA DELLA PULIZIA E REGISTA DELLA QUALITÀ NELL’ALBERGO"

La signora Margherita Zambuco, fondatrice e anima dell’Associazione che da ormai tanti anni rappresenta la voce delle governanti italiane, ha posto in evidenza come l’AIH, fin dalla sua costituzione abbia rappresentato un punto di riferimento prezioso, data la mancanza di scuole o università pubbliche per la preparazione di questa specifica e indispensabile figura professionale, alla quale fa capo – in primis – l’organizzazione e la gestione della pulizia negli hotel stellati di alta fascia. “La governante - ha affermato convinta la relatrice - è la regista della qualità della pulizia alberghiera, in quanto presiede a tutte le attività che sottendono al raggiungimento dello scopo della massima igiene in questa struttura. Con la pandemia - ha aggiunto - alla housekeeper è stato affidato il compito più gravoso, quello di predisporre e mettere in atto tutti gli interventi per prevenire il rischio del diffondersi del contagio. Spetta proprio a noi il compito di controllare costantemente il raggiungimento degli standard di qualità, stimolando costantemente il personale a migliorare e la pandemia ci ha fatto compiere un ulteriore

balzo in avanti, facendoci predisporre una serie di procedure che hanno comportato la messa a punto di tutta una serie di scelte organizzative e lavorative alle quali in precedenza non si era pensato. Ci siamo dovute inventare dei protocolli di pulizia e sanificazione, operando a tavolino in team, prevedendo procedure rigide e meticolose. Si è cercato di mettere fine alla giungla di disposizioni, a volte contraddittorie, che regnava sovrana. Un’azione determinante è stata, anzitutto, quella della formazione del personale, predisponendo le nostre maestranze al rispetto di regole ben definite. Poi ci siamo rivolte a dei validi fornitori di prodotti, che sono stati dei veri e propri partner, in grado di seguirci passo dopo passo lungo questo difficile e complesso percorso. Fronteggiare il problema della sanificazione non è stato affatto semplice, anche a causa della presenza sul mercato di produzioni specifiche proposte per la sanificazione che andavano scelte e testate con estrema oculatezza: perossido di idrogeno, ozono, alcol, solo per citarne alcune. Ci siamo inventate anche dei registri, sui quali annotare puntualmente i vari interventi, offrendo ulteriori garanzie a quanti avessero richiesto una specifica documentazione del lavoro svolto. Credo comunque che, al di là della burocrazia, la chiave di volta che ci viene richiesta sia la serietà. Ora i nostri clienti che entrano negli alberghi sono estremamente sereni, perché sanno che le norme adottate durante l’emergenza pandemica sono ormai diventate pratiche quotidiane consolidate e diffuse, che ispirano il nostro operare quotidiano. Siamo perfettamente consapevoli che una scarsa igiene provocherebbe danni incalcolabili alla salute degli ospiti e a quella dei nostri collaboratori. Pulizia e sanificazione, per noi, a maggior ragione dopo l’esperienza della pandemia, significa anche estrema cura dei dettagli: il cliente che entra in camera deve trovare il bagno perfettamente igienizzato, così come la cor-

S•18 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 GLI INCONTRI DI DIMENSIONE PULITO

netta del telefono o quel telecomando, spesso bistrattato e gettato alla rinfusa da qualche parte. Per non parlare delle maniglie, degli interruttori della luce, che – come ben sappiamo – rappresentano una grande criticità. Competenza tecnica e professionalità rappresentano gli indispensabili requisiti per poter svolgere bene il nostro lavoro: in passato il reparto housekeeping poteva anche essere costituito da personale non adeguatamente formato. Oggi tutto ciò non può più assolutamente avvenire perché la formazione è essenziale: la governante deve poter contare su una squadra di lavoro efficiente, preparata, davvero all’altezza dei delicati compiti che le sono affidati.”

SPAGGIARI: “ABBIAMO SPERIMENTATO COME L’IGIENE ALBERGHIERA DEBBA ESSERE ALL’ALTEZZA DI QUELLA OSPEDALIERA”

Roberto Spaggiari, apprezzato operatore del settore professional cleaning,

da sempre impegnato nella consulenza per le forniture a importanti catene alberghiere, è partito, per raccontare la sua esperienza, ricordando una memorabile data: quella del 22 febbraio del 2020, che ha fatto da spartiacque: “eravamo in piena pandemia e non si poteva circolare essendo l’Italia intera individuata come zona rossa - ha detto - noi fornitori non potevamo frequentare le strutture alberghiere. Come posso fare a recarmi in strutture come quelle frequentate da Margherita e Alessandro a dire loro che devono disinfettare le camere dell’albergo con il cloro, mi sono chiesto?”. Spaggiari ha confermato, a sua volta, il senso di impreparazione che – come lui – hanno provato in molti: “Eravamo talmente frastornati di fronte all’insorgenza del virus: non vi erano evidenze scientifiche alle quali far riferimento e nemmeno nessun disinfettante che ci potesse garantire di contenere o distruggere il virus del Covid-19. Allora abbiamo cominciato a pensare a tutto ciò che

avremmo dovuto e potuto fare quando gli alberghi avrebbero ripreso a funzionare. Il lavoro, che mi ha coinvolto in prima persona, da quel momento, è stato intenso: ho partecipato alla stesura di vari protocolli di pulizia rivolti agli alberghi, trattando queste strutture alla stregua degli ospedali, con le stesse, identiche procedure: cambiando, ad esempio, i panni per la pulizia di ogni camera, effettuando il risciacquo tra l’una e l’altra. Solo per fare un esempio, mi vengono in mente hotel di due-tremila camere che hanno dovuto acquistare centinaia e centinaia di panni di diverso colore. Siamo andati avanti così per mesi e mesi, arrancando per non perdere il passo delle nuove direttive che giungevano, a volte ingarbugliando la situazione. Ci siamo adeguati a procedure che avevano un solo, grande obiettivo: garantire la massima tranquillità all’ospite. Per me, come credo per tutti noi, è stato un periodo veramente traumatizzante, che ci ha messi a dura prova, ma siamo ri-

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usciti, con grande fatica, nell’intento di orientare al meglio le governanti nella scelta dei migliori prodotti possibili per far fronte alla situazione. Siamo stati al fianco specialmente alla governante che per me, lo dico a chiare lettere, rappresenta il supervisore di tutto ciò che accade nell’albergo, coordinando e sovrintendendo – con grande professionalità e passione - al lavoro di una marea di persone che stanno alle sue dipendenze. Il direttore d’albergo, certo, ha un ruolo primario, ma – per quanto ci riguarda – ha la funzione preminente di vigilare sui costi, puntando giustamente al miglior risparmio nella qualità. Per fare bene la governante, oltre a specifiche competenze, occorre tanta esperienza, che si può acquisire solo sul campo, soprattutto quando si fanno i controlli. Quando vado in albergo e mi relaziono con il personale ricordo sempre che l’obiettivo primario di ogni dipendente addetto alle pulizie, o meno, non è tanto quello di far contento il direttore, ma di far sì che il cliente ritorni volentieri ospite della struttura. Il Covid-19 - ha concluso - ci ha posto un’esigenza in più: quella di sanificare e disinfettare con cura ancora maggiore le stanze, i bagni e le parti comuni dell’albergo, con un occhio di riguardo per le rifiniture, ovvero per tutti gli oggetti che vengono usati dall’ospite. Ricordo ancora, di quel periodo, i facchini che nella reception avevano sempre con sé la bottiglia del disinfettante e la usavano per disinfettare continuamente le maniglie delle porte d’ingresso, i tavolini, i telecomandi e quant’altro. In particolare, la problematica della sanificazione è emersa prepotentemente: si è parlato di cloro, di alcol, di perossido di idrogeno, finchè il Ministero della Salute ha finalmente emanato le raccomandazioni sulla sanificazione delle strutture non sanitarie sdoganando i disinfettanti a presidio medico chirurgico con attività biocida rispettosi della norma internazionale 14476. Questo provvedimento ha finalmente aperto il mercato, offrendo la possibilità agli

operatori di settore, come me, di proporre alle strutture alberghiere qualcosa di nuovo, incisivo e diverso, capace di salvaguardare e non rovinare le superfici e i tessuti, risultando efficace per la sanificazione.”

Rispondendo ai quesiti posti dal conduttore e a quelli, numerosi del pubblico, i relatori hanno convenuto sul fatto che sanificare un hotel in maniera corretta significa disporre di tutta la documentazione che attesti, agli occhi dei clienti, i percorsi e i processi eseguiti, la frequenza degli interventi, le procedure adottate. In particolare, la relazione certificata e il documento DVR garantiscono la sicurezza non solo degli ospiti ma anche del personale. L’obiettivo, per gli alberghi stellati italiani, che intendono restare protagonisti assoluti del turismo internazionale, è quello di offrire tutte le migliori garanzie di sicurezza igienica alla clientela, puntando su procedure di

disinfezione e sanificazione sempre più efficaci e collaudate, nella consapevolezza, però, che il lavoro svolto finora corrisponde già a ottimali standard di qualità. Un concetto, quest’ultimo, che è stato ribadito con forza dalla presidente dell’Associazione Governanti, Zambuco. “Si potrebbe valutare - ha suggerito D’Andrea - anche una dichiarazione nella quale il direttore d’albergo dichiari all’ospite la correttezza e la congruità degli interventi igienici e di sanificazione, salvo poi dimostrarlo, su eventuale richiesta, con la documentazione cartacea o digitale in suo possesso. Come è facile intuire, si aprono in proposito scenari inediti, che andranno certamente esplorati da due mondi, l’alberghiero e quello del professional cleaning, che facendo fronte comune di fronte all’aggressione della pandemia, hanno imparato a conoscersi ancor meglio per crescere insieme.”

S•20 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 GLI INCONTRI DI DIMENSIONE PULITO

Parole d’ordine: maneggevolezza e autonomia con batteria litio

sono estremamente difficili da rovinare con ricariche non eseguite correttamente.

MANUTENZIONE

DI UNA BATTERIA LITIO

Se il livello di carica delle batterie litio è superiore al 35% della carica massima, possono essere lasciate scariche per lunghi periodi in quanto non soffrono di autoscarica.

Inoltre, sopportano le ricariche parziali, senza correre il rischio di guastarsi dopo un fermo prolungato e/o senza la manutenzione prevista.

Qualità e performance elevate sono caratteristiche imprescindibili nella pulizia dei pavimenti in modo particolare per le cosiddette strutture ricettive quali Hotel, Ristoranti o Bar.

Per far fronte a queste esigenze Adiatek propone una gamma di Lavasciuga pavimenti pensate a garantire il miglior risultato di pulizia.

Le famiglie “baby” e “ruby” ne sono l’esempio perché dotate di ruote Anti Traccia e di una perfetta aspirazione tale da non lasciare residui d’acqua anche in presenza di fughe larghe.

Le loro misure compatte, rendono possibile anche l’entrata negli ascensori permettendo così di poter operare su più piani e di essere parcheggiate in piccoli vani quando non vengono utilizzate.

L’altezza delle lavasciuga

baby e la rotazione del tergi pavimento di 180° sul modello Baby 43, consentono una comoda pulizia sotto tavoli e angoli stretti.

Baby 43 e tutta la gamma ruby, sono disponibili con sistema di generatore ozono, indispensabile per sanificare senza l’uso di detergente anche ambienti molto stretti come uffici, aule scolastiche e/o piccoli locali.

Questi modelli possono essere anche dotati di batterie al litio. Baby plus Li permette inoltre di essere ricaricata durante il lavoro semplicemente sfruttando il suo apposito cavo di 18 metri fornito in dotazione con la macchina.

PERCHÉ UNA

DOTAZIONE LITIO?

Il vantaggio più evidente delle batterie agli ioni di litio

è rappresentato dalla loro efficienza. A parità di volume d’ingombro, rispetto alle batterie “tradizionali” come quelle al piombo, sono in grado di erogare una quantità maggiore di energia.

In poche parole: sono più piccole, meno pesanti, abbattono i tempi di lavoro e

La loro durata di vita si attesta intorno ai 1000 cicli di ricarica. Sono dotate inoltre di un involucro in acciaio inossidabile che le isola da eventuali schizzi.

Un'ulteriore caratteristica migliorativa è la presenza di un BMS che protegge la batteria da corto circuito e sovraccarica/sotto scarica.

MACCHINE
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Il controllo della legionella nell'Hotel

L’acqua che scorre dai rubinetti nelle abitazioni o nei luoghi di lavoro (industrie, comunità, ecc.) viene fornita dagli acquedotti comunali, o, in alternativa, è acqua di pozzo potabilizzata. In relazione alle sue caratteristiche chimiche, e all’uso che ne facciamo, l’acqua nasconde potenziali problemi di possibili infezioni (legionella), corrosioni e incrostazioni che vanno affrontati e risolti. Le  Linee guida per la prevenzione e il controllo della legionellosi stabiliscono l’obbligo di elaborare il relativo documento di valutazione dei rischi (DVR) ai fini dell’autocontrollo per le attività ricettive. Effettuare un regolare controllo anti legionella per le strutture è tra le responsabilità più importanti del gestore al fine di garantire la sicurezza degli ospiti e non incorrere in sanzioni, anche penali.

METTERE IN SICUREZZA L'IMPIANTO IDRICO

La legionella si annida e si sviluppa nell’acqua potabile, nelle condutture dell’acqua calda, nei soffioni delle docce, nell’acqua delle vasche per idromassaggio, nei bacini delle torri di raffreddamento e nell’acqua di condensa dei condizionatori d’aria. Le analisi e le attività di controllo e prevenzione della malattia, vanno effet-

tuate dunque sugli impianti di acqua sanitaria e di aria condizionata. Si tratta infatti di due facce della stessa medaglia che non vanno assolutamente sottovalutate bensì gestite con la massima attenzione, tuttavia senza grandi complicazioni se affrontate con il giusto approccio e il trattamento con i prodotti attrezzature adatti. Nei circuiti di acqua sanitaria bisogna agire attraverso un efficace trattamento di ossidazione con cloro, un programma di prevenzione delle incrostazioni e delle corrosioni compatibile con la potabilità dell’acqua, la pulizia periodica dei circuiti degli impianti e la verifica della presenza della legionella mediante analisi specifiche di laboratorio. Con l’aiuto di speciali pannelli di controllo e dosaggio di prodotti specifici e registrati NSF è possibile contrastare efficacemente il rischio.

IL RISCHIO NEGLI IMPIANTI DI CONDIZIONAMENTO

Nell’ambito degli impianti AC la gamma detergenza e disinfezione copre tutti gli aspetti della manutenzione igienica di split, fancoil e UTA degli alberghi. Le diverse tipologie di prodotti infatti permettono di agire proprio dove il rischio di sviluppo del batterio è più alto ma non solo. Non dobbiamo dimenticare anche le parti esterne per mantenere ottimizzata la resa termica delle unità. La semplicità d’uso dei prodotti permette che gli stessi team di manutenzione

interni alle strutture possano effettuare le operazioni periodiche di igienizzazione.

Da sempre Zep, con i suoi specialisti, segue le strutture ricettive clienti attraverso programmi di analisi e manutenzione personalizzati e il supporto tecnico necessario per prevenire i rischi legati alla legionella. A tutto questo si affiancano due linee di prodotti e attrezzature che completano il servizio offerto. Richiedere una visita di controllo da parte di uno specialista WT è gratuito e senza alcun impegno.

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Anche il bagaglio è sanificato

Dalla pandemia abbiamo ricevuto senza dubbio, tra le varie eredità, una grande attenzione all’elemento sicurezza, a tutela dei rischi da contaminazioni degli ambienti, che ha incentivato l’attivazione di tutti i protocolli utili alla difesa, ma, soprattutto, ha dato una importante accelerazione della creatività e dell’ingegno posti a servizio dell’umanità. Nel settore dell’ospitalità, quanto e più che altrove, questo processo ha assunto un ruolo primario, divenendo un elemento fondante da aggiungersi all’offerta, essenziale per la tutela del cliente, quanto per quella

di chi opera all’interno delle strutture.

La creatività e l’ingegno italico hanno dato ancora una volta voluto offrire il proprio contributo ad un settore tra i più penalizzati dalla recente tragedia, con “Hygienic Trolley” nato dalla lunga esperienza della Hygienic Srl

L’avvento della pandemia ha portato all’attenzione della società un rischio sinora non considerato: anche un semplice bagaglio può essere un pericoloso veicolo di infezione. Hygienic Trolley è una corretta e rapida soluzione del problema. Una macchina esclusiva che consente di

sanificare personalmente, in soli 5 secondi, lasciandolo asciutto, qualunque tipo di bagaglio, sia esso imbarcato su aereo, nave, treno o semplicemente portato con sé in albergo. L’adozione di questa sana prassi, oltre a tutelare i viaggiatori e gli ambienti, contribuisce a ridurre, in ogni struttura che la adotti, i rischi di contagio veicolati da bagagli potenzialmente infetti. Hygienic Trolley è un sistema tecnologicamente avanzato totalmente Made in Italy, che sanifica tutti i bagagli, eliminando il 99,8% (certificato) di germi e batteri e rendendo inattivi i virus.

Nove anni fa, Hygienic Srl ha sentito l’esigenza di creare una barriera ad ogni agente nocivo all’ingresso dei supermercati, e lo ha fatto con Hygienic Cart, il sanificatore per carrelli e cestini della spesa, che ha avuto un determinante riscontro in Italia a partire dai tragici eventi del 2020, da allora ad oggi milioni di persone hanno fruito di un servizio realmente percepito quale valore aggiunto, che li ha portati a preferire chi questo servizio offre.

Al centro del pensiero di Hygienic c’è la tutela della salute di utenti e lavoratori, negli alberghi, nei negozi, super-

SANIFICAZIONE
hygieniccart.it

mercati, stazioni, porti, aeroporti, ospedali; ovunque ci sia un ingresso, c’è una

soluzione Hygienic nata per garantire serenità. Come già affermato, la

salubrità degli ambienti, per una struttura ricettiva, dall’essere già un fattore importante nella valutazione da parte dell’acquirente, è divenuta un elemento discriminante, da tenere in assoluta considerazione. Tutti auspichiamo un sostanziale ridimensionamento del fenomeno pandemico, la cui eredità immediata sono i protocolli tuttora in vigore, che comportano dispendio di risorse economiche e lavorative, ed è proprio al fine di non vanificare tali sforzi che è suggerita l’adozione di uno strumento pratico e performante, che funga da solida barriera all’ingresso di ogni albergo. Hygienic Trolley è nata per arricchire la gamma dei servizi essenziali, offerti da chi ha realmente interesse per la prevenzione e la tutela della salute, pensiamo sia

un dovere etico l’utilizzo di tale strumento, e crediamo che ciò sia un valore aggiunto per l’immagine di una azienda.

Un albergo, grande o piccolo che sia, ma che possa vantare una tradizione di ospitalità riconosciuta, attraverso l’adozione di questa piccola, grande rivoluzione, portata da Hygienic Trolley, non può che accrescere le propria credibilità, con gli evidenti benefici che ne derivano.

Il credo di Hygienic consiste nel considerare un diritto sacrosanto di ogni individuo, l’accedere e sostare con fiducia in un ambiente sicuro, perché “la fiducia, comincia all’ingresso”.

Contatti HygienicSrl Amministratore unico Ing. Claudio Barbieri + 39 347 8652079

La fiducia, comincia all’ingresso!

Hygienic Trolley

Soluzioni per chi viaggia Nata per eliminare virus e batteri da borse e valigie, dal Coronavirus ad ogni potenziale presenza di agenti biologici nocivi spesso anche letali. In soli 5 secondi sanifica i bagagli all’ingresso di aerei, navi, treni, alberghi e comunità di ogni genere, a tutela degli utenti e degli ambienti interessati evitando l’accesso di potenziali veicoli di infezione.

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L’eccellenza del pulito al Byblos Art Hotel Villa Amistà

A colloquio con Stefano Gaiofatto, il giovane direttore del prestigioso albergo alle porte di Verona dove sono esposte in permanenza esclusive opere d’arte contemporanea e design

La pulizia è un formidabile “biglietto da visita” anche in albergo 5 stelle lusso come il Byblos Art Hotel Villa Amistà, nel piccolo paesino di Corrubbio di Negarine, a pochi chilometri da Verona, immerso nella Valpolicella, terra di straordinari vini, particolarmente amata dagli antichi Romani. lo testimonia in ogni suo aspetto una struttura, dal raffinato design, che accoglie ospiti in un meraviglioso parco, impreziosito da fontane e giardini. Nella cinquecentesca villa è custodito un patrimonio di opere d’arte contemporanea da far invidia ad un museo, il che rende davvero esclusivo questo hotel, frequentato dai turisti in visita alla “Città dell’Amore”, che vi

soggiornano in ogni stagione dell’anno. Al timone c’è un giovane direttore, Stefano Gaiofatto, appena trentaseienne, ma già con alle spalle una

lunga esperienza manageriale, soprattutto nella conduzione di reparti food & beverage in prestigiosi luxury hotel italiani. Capace e determinato, amante della cultura del pulito, forte delle conoscenze maturate lavorando anche in Svizzera, ha cercato subito di migliorare ulteriormente i già elevati standard igienici di uno dei fiori all’occhiello dell’ospitalità scaligera.

Direttore, come sono organizzate le pulizie in questo meraviglioso ed esclusivo hotel, dove ogni luogo profuma d’arte e di gioiello?

“La pulizia, a mio parere, è uno degli aspetti più importanti dell’ospitalità alberghiera, che comporta, da parte di chi ha in mano l’hotel, non solo investimenti in termini di risorse umane, tecnologiche, ma anche accuratezza nella scelta dei prodotti e delle attrez-

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Stefano Gaiofatto, Direttore Byblos Art Hotel Villa Amistà

zature, formazione del personale e aggiornamento continuo. Insomma, nulla può essere lasciato al caso. Quest’anno al nostro interno abbiamo avviato e stiamo portando avanti un sostanziale cambiamento: dall’esternalizzazione siamo passati ad una gestione interna. Abbiamo assunto tre governanti, assai preparate, che ora sono impegnate a curare al meglio la pulizia di ben 58 camere e tutti gli altri spazi vitali dell’albergo, ovvero due ristoranti, due bar, la piscina esterna, la SPA interna e tanti altri spazi comuni, come le sale riunioni, compresa quella in cui ci troviamo”.

Pulire e igienizzare questo albergo è un compito certamente complesso, che credo richieda grande pazienza e professionalità: me lo conferma? “Certamente. Le confesso che quando ho assunto l’incarico di direttore

ero un po’ preoccupato: prima ero responsabile di una struttura moderna: parti dritte, superfici perfettamente e facilmente lavabili, senza problemi.

Qui, invece, dobbiamo occuparci anche della pulizia di grandi opere d’arte: affreschi del Cinquecento e del Settecento, capolavori d’arte contemporanea e moderna, quadri di inestimabile valore, tavoli, sedie, poltrone e mobili dei maestri del design. Un ‘capitale’ fragile che va trattato con estrema delicatezza, da personale ben addestrato e motivato. Anche per questa ragione abbiamo deciso di potenziare considerevolmente i nostri investimenti con l’obiettivo della massima igiene, cercando di formare una task force davvero qualificata, con undici persone addette alle pulizie, senza contare i facchini, impegnati a pulire le parti più difficili muniti di deragnatore, stec-

ca lunga, con interventi mirati rivolti a soffitti, cassettoni, lampadari di murano ed altre parti solitamente difficili da raggiungere”.

In che orari vengono effettuati gli interventi di pulizia?

“Le pulizie delle camere vengono effettuate di giorno, ovviamente, poi ci sono quelle delle parti comuni che vengono eseguite in orario notturno. Quelle del ristorante, della hall della SPA si fanno quando tutto è chiuso o mentre gli ospiti dormono. In particolare, la pulizia della sala ristorante viene eseguita anche di giorno, tra servizio colazione e pranzo, tra il pranzo e la cena. Di notte possiamo contare su un facchino che si dedica alle pulizie di fondo. La nostra organizzazione ha subito un buon rodaggio: ci sono pulizie ordinarie e straordinarie, che si

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effettuano a cadenza settimanale, bisettimanale e mensili. Ad esempio, le facciate vengono pulite una volta al mese, utilizzando specifiche attrezzature. Aggiungo che in questi ultimi mesi, sono stati acquistati attrezzi, ma anche macchine come piccole lavasciuga e monospazzole, cercando di ispirarci sempre al principio della sostenibilità e del risparmio nei consumi di acqua ed energia”.

Un capitolo molto delicato è quello della pulizia delle camere, che chiama in causa anche il servizio di lavanderia, senza contare l’igiene dei bagni, che deve essere perfetta: come operate?

“I bagni negli spazi vengono puliti e perfettamente igienizzati ogni trenta minuti, lasciando traccia dell’intervento effettuato. Per le camere vale un discorso a parte: oltre alla quotidiana pulizia di routine, al momento dell’uscita dell’ospite, viene effettuata anche la couverture, ovvero la preparazione della camera per la notte che comporta un'ulteriore pulizia e riassetto, con tanti piccoli accorgimenti in gradi di rendere la camera quanto più accogliente e confortevole. Per la pulizia più accurata e l’igienizzazione totale

bisogna, ovviamente, attendere la partenza di chi l’ha occupata. Ogni cameriera conosce alla perfezione i prodotti chimici e i detergenti da usare, perché non possiamo permetterci assolutamente di sbagliare. Basta, infatti, l’uso anche di un semplice panno imbevuto d’acqua per lasciare un alone sulla superficie di un quadro, capace di danneggiarlo”.

Di particolare delicatezza è pure la pulizia della cucina, che investe tutte le problematiche connesse alla prevenzione delle contaminazioni e della sicurezza: è un luogo al quale dedicate un’attenzione speciale?

“Le cucine stellate, come la nostra, oggi hanno decisamente una marcia in più rispetto alle altre: ci sono tanti protocolli da rispettare, in primis l’HACCP, solo per fare un esempio. Sanificare, ossia detergere e disinfettare un determinato ambiente e tutte le superfici presenti al suo interno, è un’operazione obbligatoria per eliminare tutti i microorganismi patogeni. Per questo è necessario disporre dei relativi detergenti professionali e industriali, da scegliere in base all’impiego e alla natura dello sporco. Si tratta di operazioni che i nostri addetti svolgono con estremo

rigore, indossando dispositivi di protezione come guanti e mascherina, in base al prodotto adoperato. Vengono eseguiti precisi protocolli che sono stati messi a punto grazie all’aiuto del dottor Massimo Giubilesi, una persona di straordinaria competenza nel settore, che stimo moltissimo. La sua consulenza costante, per noi, rappresenta davvero una guida sicura”.

La pandemia da SARS CoV 2, ha posto l’esigenza di definire nuove strategie e attuare interventi di sanificazione che prima non venivano effettuati? “Le rispondo francamente con un no, perché la sanificazione costante era già prevista dai nostri rigorosi protocolli di sicurezza. Non siamo ricorsi né alla sanificazione con ozono, né a quella con aerosol, né con altri sistemi tipo raggi UV-C; abbiamo invece proseguito lungo il solco di una strada segnata da tempo, che potremmo definire tradizionale, rivelatasi però assai efficace e in grado di garantire ottimi risultati. Ovviamente, i nostri protocolli di sicurezza per prevenire la diffusione del virus Sars CoV 2 prevedevano e prevedono tuttora precise regole. Siamo infatti tornati a prevedere l’obbligatorietà della mascherina nella SPA, dopo

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aver impiegato all’interno della stessa quella FFP2 durante l’intera stagione estiva. I dispenser per l’erogazione del gel da impiegare per lavarsi le mani sono posizionati un po’ ovunque, mentre abbiamo tolto le barriere plexiglass che erano state usate per preservare la salute delle persone da noi ospitate.

L’attenzione, comunque, resta e sarà sempre al massimo livello”.

Quanto conta, a suo parere, la formazione del personale preposto, in materia di pulizia e sicurezza igienica? “Credo tantissimo, perché c’è bisogno di personale sempre più addestrato e

PROTAGONISTI ARTE E DESIGN

In un’originale Villa Veneta del XVI secolo, rivisitata per ospitare un elegante artistico hotel di lusso, si vive l’esperienza di una mostra permanente d’arte e di design contemporanei. ‘Byblos Art Hotel Villa Amistà’ è una realtà unica nel panorama dell’accoglienza internazionale, situata nel Valpolicella, in provincia di Verona, territorio famoso per le eccellenze enologiche, per l’arte, la musica e le opere rappresentate presso la famosa Arena, per la vicinanza a città come Venezia, Milano, e il suggestivo Lago di Garda. L’edificio, originariamente disegnato dal grande architetto Michele Sanmicheli, è stato rilevato dalla famiglia Facchini, proprietari del marchio di moda Byblos e grandi

collezionisti di arte contemporanea, e restaurato dal celebre architetto Alessandro Mendini  per l’intero progetto d’interior design. Nelle 59 camere dallo stile individuale e in ogni sala dell’hotel si trovano oggetti e arredi dei più importanti designer internazionali (fra i quali Gio Ponti, Eero Saarinen, di F.L. Wright, di Aldo Rossi, Philippe Starck, Ron Arad, Gaetano Pesce, Anna Gili, Patricia Urquiola, Harrison & Gil, Marcel Wanders, Ettore Sottsass, Luca Sacchet) che convivono con opere di artisti rinomati ed alternativi come Marina Abramovic, Vanessa Beecroft, Peter Halley, Demian Hirst, Anish Kapoor, Marc Quinn, Cindy Shermann. Pernottando al ‘Byblos Art Hotel’ si

professionalmente qualificato. Non mi riferisco solo agli addetti alle pulizie, ma anche alla categoria alla quale appartengo. Andrebbe sviluppata anche la capacità di effettuare bene i controlli sul lavoro svolto, al pari del possesso di adeguate competenze nella scelta dei prodotti per la pulizia. Oggi da noi

vive in un’affascinante scenografia per una ospitalità senza eguali certificata da ‘Small Luxury Hotels of the World’, Condè Nast Traveller e molti altri ancora. A disposizione degli ospiti, un ristorante gourmet, degustazioni guidate da sommelier nell’antica cantina quattrocentesca, e lo spazio benessere ‘Espace’ con Spa, solarium, piscina e vitality pool all’aperto, sauna, bagno turco, idromassaggio e preziosi trattamenti per il benessere psico-fisico firmati dal marchio Anmin. Colori accesi e forme plastiche si fondono con gli affreschi e i marmi dei saloni secenteschi in un sapiente mix fra classico, moderno e contemporaneo secondo la filosofia Art is living, living is art

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questi compiti sono assegnati principalmente alle governanti, che si interfacciano con i nostri consulenti esterni e con il medico competente, in modo da non correre rischi legati a potenziali reazioni allergiche, anche tramite la corretta lettura delle schede tecniche. Inoltre dedichiamo molta attenzione al corretto impiego di tutti i necessari dispositivi di sicurezza a tutela della salute dei nostri lavoratori”.

A suo parere, la pandemia ha portato ad una maggiore considerazione

dell’importanza della pulizia alberghiera come fattore discriminante nella scelta di un hotel, al pari del comfort, anche al fine della reputazione stessa della struttura? “Penso che l’igiene dell’albergo rappresenti un elemento assolutamente discriminante rispetto alla scelta effettuata dal potenziale fruitore del servizio: oggi chi sceglie un hotel al nostro livello si aspetta, più che legittimamente, l’eccellenza del pulito. Attualmente in Italia, la risposta degli hotel di lusso è decisamente all’altez-

za, ma temo non lo sia altrettanto quella degli alberghi con due o tre stelle, anche se sarebbe ingiusto generalizzare perché tutto dipende dalla sensibilità del singolo gestore rispetto al valore del pulito. Personalmente, in prospettiva, per la nostra categoria di alberghi di lusso vedrei bene anche un’eventuale certificazione, da fornire su richiesta al cliente, attestante la qualità e la rigorosità degli interventi di pulizia, ma anche l’uso adeguato di prodotti detergenti Ecolabel, biodegradabili e green”.

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CASE HISTORY

INFIBRA VENUS: quando eleganza e sostenibilità convivono

Il settore alberghiero è un mondo in continua evoluzione. Immagine impeccabile, qualità del servizio e rispetto dell’ambiente: questi sono i driver del mercato dell’hospitality.

Per un ospite interessato a un viaggio esperienziale a 360°, dove estetica e sostenibilità trovino il loro giusto equilibrio, anche l’apparecchiatura della tavola riveste un aspetto importante. Per rispondere alle nuove necessità del consumatore contemporaneo Infibra, brand di Industrie Celtex specializzato nella produzione di arredo tavola monouso rivolto al settore professionale

Ho.Re.Ca., ha deciso di ampliare la propria offerta con una nuova proposta premium. Dalla continua attenzione alle tendenze della ristorazione collettiva nasce, infatti, Venus, la nuova linea tavola in airlaid dall’animo green, che combina eleganza e sostenibilità in un’unica soluzione. Coordinati tavola composti da tovaglie 100x100 e tovaglioli 40x40 che, grazie alla loro consistenza, restituiscono le sensazioni tattili e visive di un supporto in tessuto, assicurando al contempo elevate performance di utilizzo e di arredo. La tavola dei locali diviene così bella e funzionale, cattura l’occhio

del commensale e garantisce al contempo armonia, raffina-

tezza e igiene. I prodotti Venus, grazie ai loro colori vividi e intensi, sono adatti a definire mise en place eleganti, trasformandosi nel giusto elemento di connotazione per la sala di un ristorante. Una scelta che non fa rimpiangere il tovagliato classico. All’aspetto estetico della gamma si accompagna il portato ecologico. Venus è dalla parte della terra, grazie alla carta che, non solo è certificata FSC, ma anche compostabile e conferibile nella raccolta differenziata insieme all’organico. Un prodotto che riduce i costi di gestione e smaltimento del rifiuto, non impatta sull’ambiente e fa dimenticare al ristoratore l’impegno e i costi del lavaggio della classica biancheria da tavola in tessuto. Infibra Venus, la sostenibilità incontra l’eleganza.

MISE EN PLACE
industrieceltex.com
AERO DEGREASER Che cos’è AERO DEGREASER Come funziona AERO DEGREASER
ANNI 1967 - 2017 Ditta Falvo di Marcello Falvo S.a.s. e-mail info@falvo.info www.falvo.info è un sistema di abbattimento degli accumuli di grasso nelle cappe Tel. 0765-40.00.03 I vantaggi di AERO DEGREASER

Pulizia e sanificazione, Comac al servizio delle strutture alberghiere

adatti a lavorare in ambienti dove il livello di rumore, la qualità dell’aria e la praticità di utilizzo sono prerogative essenziali. Nella gamma troviamo anche l’aspiratore CA15 Silenzio, dotato di un particolare selettore che permette la riduzione del rumore fino a 53 dB.

La pulizia nel settore Ho.Re. Ca. svolge un ruolo di primaria importanza, la prima impressione è infatti quella che determina se l’esperienza dell’ospite sarà positiva o negativa.

Per questo motivo l’igiene è fondamentale nelle hall di un hotel, all'ingresso dei ristoranti e nelle aree comuni. Comac, azienda operante nel settore della pulizia professionale da oltre 45 anni, propone nella sua gamma una vasta scelta di macchinari in grado di soddisfare le più svariate esigenze.

Tra i modelli proposti da Comac possiamo trovare:

• Vispa EVO la lavasciuga pavimenti compatta e potente che non teme lo sporco più difficile. Vispa EVO è l’evoluzione delle lavasciuga pa-

vimenti compatte di Comac perché unisce numerose caratteristiche, combinando agilità, potenza, affidabilità e innovazione tecnologica in un’unica espressione di puro piacere di utilizzo.

• E-Spray la pistola spray sanificatrice progettata per distribuire sulle superfici soluzioni disinfettanti in modo efficace e uniforme. E-Spray sfrutta il principio dell’induzione elettrostatica grazie alla quale le gocce igienizzanti sono attratte dalla superficie su cui sono dirette e, posandosi su di essa, creano un vero e proprio rivestimento. Questa pistola spray è leggera e confortevole perché alimentata con una batteria al litio che consente di igienizzare per diverse ore, liberamente e ovunque.

• CS700 la spazzatrice versatile, confortevole ma estremamente robusta, nata per offrire semplicità di utilizzo e grande comfort per l’operatore. CS700 è stata progettata per offrire grande produttività e una pulizia efficace ed economica, disponibile con alimentazione a batterie o con motore a benzina, risulta essere estremamente efficace anche in presenza di sporco pesante.

• CA Dry la gamma di aspiratori professionali progettata per garantire ottimi risultati di pulizia rimanendo semplici da utilizzare. Il design di questi aspiratori è compatto e li rende maneggevoli e facilmente trasportabili, la gamma CA Dry si contraddistingue anche per essere composta da aspiratori

• CM43 F Orbital Spray la monospazzola roto-orbitale versatile, comoda ed efficiente, adatta alla pulizia di tutti i tipi di pavimenti. CM43 F Orbital offre tutti i vantaggi del movimento roto-orbitale come il risparmio di energia, il risparmio di acqua e detergente e la riduzione del tempo impiegato rispetto all’uso di una monospazzola tradizionale.

Particolarmente indicata per le applicazioni frequenti come lavaggi o pulizia di fondo, grazie alla vibrazione CM43 F Orbital Spray rigenera i tappeti ed elimina le particelle di sporco anche in profondità.

La vasta scelta di macchine prodotte da Comac permette di rispondere a tutte le esigenze di mercato, riuscendo a pulire in modo efficace sia spazi ristretti che di grandi dimensioni. Le tecnologie all’avanguardia di cui sono dotate le macchine Comac consentono inoltre di risparmiare acqua e detergente e ridurre così l’impatto ambientale complessivo delle lavasciuga.

MACCHINE
comac.it

Soluzioni sostenibili per la cura dei tessuti

generati. I risultati di lavaggio e i risparmi dei consumi sono certificati dai Laboratori Hohenstein – un istituto indipendente e accreditato per le ricerche in lavanderia.

sostituzione della biancheria. Tuttavia esistono nuove tecnologie che consentono di ottimizzare i costi operativi e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.

Il sistema di lavaggio Clax Advanced di Diversey offre la soluzione di cui i clienti professionali hanno bisogno per ottenere i risultati desiderati – igiene superiore, costanza dei risultati e biancheria impeccabile – lavando a basse temperature e riducendo i costi operativi e l’impatto sull’ambiente.

I principali benefici possono essere sintetizzati come segue:

Massimizza l’efficienza

operativa

• Processi di lavaggio ottimizzati

• Risparmio di acqua e di energia grazie alle basse temperature

• Cicli di lavaggio brevi

• Incremento della produttività Produce risultati effettivi

• Punto di bianco e morbidezza superiori

• Supera gli standard industriali di rilavaggio

Il cambiamento climatico è reale e ci coinvolgerà per diversi decenni.

Sulla base di queste preoccupazioni, la riduzione dell'impronta ambientale delle attività alberghiere sta diventando un obbligo.

Negli hotel, l’attività della lavanderia consuma molta acqua ed energia, per questo motivo gli hotel si pongono obiettivi di sostenibilità per ridurre i consumi e sono alla ricerca di nuove tecnologie e soluzioni per ridurre l'impatto ambientale delle proprie attività.

Qualsiasi mezzo per ottenere una maggiore efficienza ha un enorme vantaggio per l'ambiente e per i profitti, soprattutto in un momento come quello attuale in cui vi-

viamo rincari di energia esorbitanti.

Talvolta ci si concentra sull’aumento dei costi, senza considerare i benefici sottostanti che ne derivano, come la riduzione del consumo di acqua, C02 ed energia e la riduzione dei costi di manodopera e di

Diversey è impegnata a supportare i propri clienti a raggiungere livelli business più sostenibili, riducendo in contemporanea i gas serra e i costi operativi. Il successo di Clax Advanced è stato convalidato in numerosi paesi in tutto il mondo, inclusi hotel di lusso e case di riposo, con risparmi operativi notevoli nei consumi di energia (fino al 15%) e di acqua (fino al 35%), e dei rifiuti

• Freschezza superiore, grazie alle fragranze che si riattivano quando gli ospiti usano le spugne – aiuta a migliorare l’esperienza degli ospiti

• Livelli di igiene eccellenti Riduce l’impatto ambientale

• Riduce i consumi di elettricità e di vapore

• Riduce i consumi di acqua

• Riduce le emissioni di CO₂

• Estende la vita della biancheria

• Include prodotti con basso impatto ambientale.

LAVANDERIE
diversey.it

Garantire ai clienti qualità, comfort massima igiene

Oggi il tema della sicurezza è diventato centrale, da intendersi come valore assoluto, da coniugare con le parole pulizia e igiene

Abbiamo incontrato il presidente dell’Associazione Direttori d’Albergo, Alessandro D’Andrea, a Milano, dove lavora, per analizzare insieme il complesso momento di transizione vissuto dal mondo alberghiero, chiamato a nuove, impegnative sfide imposte dalla nuova dimensione del turismo post-pandemia, nel quale aleggiano le preoccupazioni per la difficile congiuntura internazionale, che minaccia di vedere molti alberghi di montagna costretti a chiudere nella stagione invernale per l’impennata dei costi dell’energia.

Riprendiamo il filo del discorso interrotto qualche mese fa, a proposito di come è cambiata l’offerta turistica a seguito della pandemia da SARS CoV2. Intanto, com’è andata la stagione estiva?

“Come operatori del settore, siamo soddisfatti. È andata bene per tutte le destinazioni turistiche italiane: preva-

lentemente per quelle marine ma anche per le città d’arte e la montagna. Non solo, posso testimoniare personalmente che, dal mese di giugno in poi, c’è stato un forte e improvviso incremento della domanda anche in destinazioni come Milano, con positive ricadute per le strutture di accoglienza e l’occupazione. La domanda è stata buona anche durante i mesi autunnali di settembre e ottobre, specialmente per merito degli eventi e dei congressi in presenza, che sono stati parecchi, essendo stati rinviati nel tempo a causa del Covid-19. Per quanto riguarda il futuro, anche immediato, le incognite sono parecchie. Anche il mondo alberghiero è pesantemente investito dal problema dei costi, che non sono connessi esclusivamente all’emergenza energetica, ma stanno investendo il comparto su tutti i fronti. I nostri fornitori stanno aumentando genericamente i prezzi. Basti pensare alle attività energivore, come ad esempio le

lavanderie, senza dimenticare quanti ci forniscono le materie prime: i nodi da sciogliere che ci riguardano direttamente sono molteplici, legati, per esempio, alla logistica. Temo che andremo incontro ad un periodo difficile: ci aspetta un inverno irto di difficoltà, nel quale assisteremo certamente ad un calo di richieste e a una consistente diminuzione di posti di lavoro. Ho già sentito parlare di alberghi in montagna indecisi se aprire o meno perché impossibilitati a sostenere i pesantissimi costi che si prospettano nella stagione invernale.”

Ha parlato spesso di una necessità di Rinascita del turismo, non solo alberghiero, in Italia. Ne è ancora convinto?

“Certamente. Il settore ha sofferto tantissimo ma può essere il volano per la ripartenza economica, non solo di questo specifico comparto economico, ma di tutto il Paese. Più che di

S•36 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
IL DIRETTORE D'ALBERGO

Il logo di A.D.A. Associazione dei Direttori d’Albergo, è un timone, lo stesso che ne guida l’attività fin dall’anno della sua fondazione, risalente al 1955. L’associazione, con sede centrale a Roma e varie sedi periferiche territoriali sparse in tutta Italia, conta attualmente circa settecento soci. Obiettivo principale è quello di affrontare le problematiche riguardanti l’attività e la formazione manageriale del

direttore d’hotel, nonché la gestione dell’hotel con la conoscenza delle normative vigenti. Attualmente conta circa mille iscritti su tutto il territorio nazionale. La struttura organizzativa si avvale di una sede nazionale a Roma che si occupa delle macro problematiche inerenti gli interessi comuni ed il coordinamento delle attività e sedi regionali che operano, a livello locale, per integrare il lavoro svolto dalla sede centrale, restando così a contatto diretto con le esigenze specifiche della base associativa.

ripartenza, si può parlare a ragione di Rinascita, di un vero e proprio nuovo inizio, perché è ragionevole attendersi un futuro diverso, soprattutto relativamente alle modalità con cui si è lavorato fin oggi. Ospiti e turisti, che verranno nel nostro Paese, avranno sicuramente aspettative e abitudini di viaggio diverse rispetto a quelle del passato. La sicurezza sanitaria, ad esempio, sarà posta al centro di ogni

struttura ricettiva che dovrà garantire la sicurezza e la tranquillità del soggiorno dei suoi ospiti.”

A fronte di un quadro così incerto, quali sono i principali obiettivi che il mondo dell’hotellerie più qualificato intende perseguire per affrontare le tante criticità del momento?

“Il primo step è quello di poter continuare a praticare la qualità. In Italia

studi superiori presso l’Istituto Tecnico Sperimentale per il Turismo di Milano nel 1992 e due stage in ambito turistico a Milano e a Parigi, inizia a lavorare come portiere notturno in una piccola catena alberghiera a gestione famigliare. Presso la stessa struttura nel 1997 assume per la prima volta il ruolo di direttore d’albergo.

Nel 2000 intraprende una carriera internazionale presso le catene Starhotels e Accorhotels. Nel 2003 è direttore del Novotel Brescia 2, parte della catena Accorhotels, dove resta fino al 2006. Nel 2006 riceve l’incarico di direttore generale presso l’hotel 5 stelle Imperiale Palace Hotel

possiamo ancora vantarci di possedere un’offerta turistico-alberghiera assai qualificata e competitiva. Il che rappresenta, indubbiamente, un punto forte a nostro favore. Il secondo investe il tema della sicurezza: vorrei che scrivesse questa parola con l’iniziale maiuscola perché oggi vi è l’esigenza che sia un valore assoluto, da coniugare con le parole pulizia e igiene. In questo periodo, purtroppo, stiamo assistendo ad un nuovo aumento di contagi e ricoveri da Covid-19. Se, giustamente, non si pensa di effettuare ulteriori chiusure o di procedere a restrizioni, come è avvenuto in passato, bisogna compiere un grande sforzo per prevenire il rischio di nuove contaminazioni. Le strutture alberghiere devono essere impegnate in prima linea in questa direzione. Una terza importante direzione di marcia è quella che investe la destinazione. L’Italia è sempre stata considerata una meta privilegiata dal turismo internazionale. Subito dopo questa scelta di fondo, però, arriva quella che privilegia una regione, una città e l’albergo in cui l’ospite sceglie di soggiornare: qui il turista deve assolutamente trovare ordine, pulizia,

di Santa Margherita Ligure, ruolo che ricopre fino al 2009, quando si sposta presso il Bentley Hotel di Genova, sempre nel ruolo di direttore generale. Dopo l’acquisizione della struttura da parte della catena spagnola Melià Hotels International, D’Andrea segue il passaggio di proprietà dell’hotel Bentley fino al 2011. Nel 2011 diventa direttore operativo dell’hotel Melià Roma Aurelia Antica, per poi spostarsi poco dopo presso l’hotel Melià Milano fino al 2014, quando assume l’incarico di direttore generale del boutique hotel Senato Milano, di proprietà della Famiglia Ranza e di cui ha seguito l’inaugurazione e la pre-apertura.

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Alessandro D'Andrea, nato a Milano nel 1973, presidente nazionale di ADA Associazione Direttori d'Albergo e direttore generale del Senato Hotel Milano. Terminati gli

comfort, servizi efficienti e tanto altro ancora. Mi riferisco ad una qualità a tutto tondo. In Italia possiamo contare su destinazioni nelle quali questi requisiti sono certi, oltre ogni ragionevole dubbio, mentre altre destinazioni non forniscono tali garanzie. Insomma, dobbiamo alzare l’asticella in modo tale da assicurare che gli standard di riferimento siano rispettati ovunque, a prescindere dall’hotel prescelto.”

Globalizzazione, digitalizzazione, sostenibilità ambientale: sono solo alcuni dei grandi processi che stanno investendo anche il turismo e l’ospitalità alberghiera. In che modo vi state preparando per affrontarli al meglio? “Credo che lo stiamo facendo al meglio delle nostre possibilità. Dobbiamo avere la flessibilità e la capacità mentale per restare al passo con i tempi, affrontando tempestivamente tutti

questi grandi cambiamenti, che a volte sono improvvisi, repentini e molto importanti. Per esempio le attività digitali e informatiche ci stanno portando ad avere la possibilità di offrire servizi sempre più avanzati e all’avanguardia. Certo, questo percorso comporta investimenti finanziari, formazione del personale, ma è davvero indispensabile per non restare indietro rispetto alla rapida evoluzione del mercato. In merito alla globalizzazione, dobbiamo fare un ragionamento legato al fatto che, così com’è, prevede l’accorpamento e l’accentramento di servizi, offerte e proposte, con l’aggregazione in consorzi, cooperative, catene e quant’altro. Ribadisco un concetto fondamentale: bisogna essere aperti mentalmente e non pensare più a coltivare semplicemente il proprio orticello. Il comparto alberghiero ha sempre vissuto di rendita e declinato al singolare: il mio hotel,

il mio ristorante, la mia casa. Oggi occorre una vera apertura alla collaborazione, per fare rete, creare sinergie ed affrontare con più forza, tutti uniti, la fase emergenziale e il futuro. L’albergo che sorge di fianco o di fronte al nostro non deve più essere visto come il concorrente che spaventa e va combattuto, ma va inquadrato come un alleato, un partner per riuscire a migliorare l’offerta, rendendola più accattivante nei confronti del turista.”

Un’offerta turistico-alberghiera, dunque, sempre più mirata e professionale che passa dalla formazione, in particolare dal ruolo primario del direttore d’albergo: questa figura, a suo parere, è sufficientemente considerata? “Di primo acchito, mi verrebbe da rispondere negativamente, nel senso che attualmente esistono ancora molte (continua a pagina 40)

Il direttore d’albergo è il vertice della struttura ricettiva per cui lavora, di cui cura e organizza le attività sotto il profilo tecnico e gestionale. È un professionista altamente qualificato con funzioni organizzative, direttive, di controllo e di verifica. È soprattutto un manager che coordina il lavoro dei dipendenti assicurandosi di mantenere alta la qualità dei servizi. Nella gestione del personale provvede alla selezione, alla formazione e all’organizzazione del lavoro dei propri subordinati. Le sue attività variano a seconda delle dimensioni e del livello dell’albergo, dalla tipologia di clientela e dall’eventuale associazione a una catena di hotel. Da un punto di vista amministrativo, è incaricato della gestione del budget di spesa in accordo con la società proprietaria, ed è il responsabile del raggiungimento degli obiettivi aziendali di fatturato. Compito del Direttore

d’albergo è selezionare i fornitori e le merci, sovrintendendo la fase di acquisto in base alle risorse disponibili. Mantiene i rapporti con gli operatori turistici e le relative aziende. È inoltre il responsabile delle attività di marketing e di pubblicità, partecipa alle fiere e convegni per promuovere la struttura. Per lo svolgimento del suo lavoro si avvale di computer, fax e software applicativi dedicati. Il Direttore d’albergo si interfaccia abitualmente con i clienti, accogliendoli nella propria struttura e gestendo eventuali problematiche connesse al soggiorno (quali ad esempio l’overbooking). Cura gli aspetti relativi alla sanità e alla sicurezza degli ambienti di lavoro, nonché l’applicazione delle normative igienicosanitarie. A tal proposito, è incaricato del controllo della manutenzione delle macchine. Collabora a stretto contatto, in base alla dimensione della

struttura, con l’Assistente di direzione e il Vice-direttore intervenendo nel coordinamento dei vari reparti, verificando l’efficienza dei singoli settori e la qualità dei servizi offerti. L’orario di lavoro è piuttosto variabile e dipende in buona parte dalle necessità dell’albergo, dalla stagione e dall’affluenza dei clienti. Si tratta di un mestiere che richiede dei ritmi impegnativi e una forte resistenza allo stress, per l’orario e per le grandi responsabilità che comporta. Generalmente negli esercizi di piccole dimensioni, la figura del Direttore coincide con quella del proprietario, mentre nelle strutture medio-grandi o nelle catene alberghiere, ricopre funzioni prettamente manageriali e imprenditoriali. Se la figura non coincide con il proprietario della struttura, il Direttore d’albergo lavora principalmente con contratto a tempo determinato.

S•38 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
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realtà nelle quali non ci si affida a un direttore d’albergo, il che comporta sicuramente un danno all’azienda, se non nel breve, nel medio lungo termine. Lo affermo con convinzione, non muovendomi da una visione di parte, ma cercando di essere obiettivo. Questo perché il direttore d’albergo ha un quadro panoramico completo della situazione. È in grado non solo di saper gestire l’albergo a livello operativo, ma anche di conoscere bene il mercato, valutandone l’evoluzione, lo sviluppo e la concorrenza. È capace inoltre di saper negoziare con il fornitore, gestendo validamente il team, sapendo individuare - questo è davvero importante - facendo leva sulla sua preziosa esperienza, i migliori collaboratori. Ripeto spesso, a quanti me lo chiedono, che l’albergo è un’azienda estremamente delicata e complessa, perché al suo interno si svolge qualsiasi attività lavorativa: noi direttori d’albergo siamo tenuti a possedere competenze che spaziano dalle risorse umane, alle abilità tecnologiche, al marketing, all’amministrazione, al digitale, solo per citare quelle di maggior rilievo. Dunque, un bravo direttore d’albergo deve sapersi scegliere validi collaboratori, dando loro fiducia, senza cadere nel tranello di volerli poi telecomandare minuto per minuto.”

Quindi sono richieste al direttore d’albergo anche le capacità psicologiche e relazionali per individuare chi meglio può lavorare al proprio fianco? “Sì, salvo poi dare a questi collaboratori l’opportunità di formarsi costantemente, per adeguarsi a tutti i grandi cambiamenti in atto, di cui parlavamo prima, gestendo il team dei capi reparto che sono in prima linea davanti al cliente e ci mettono la faccia, ma anche coloro che lavorano alle loro dipendenze. Anche il fattore sicurezza diventa di fondamentale rilievo: per esempio, al di là del danno fisico che un dipendente subisce in caso di infortunio durante il lavoro, c’è anche il rischio

reale - da parte dell’azienda - di vedere l’intera realtà gestionale rallentata, se non addirittura bloccata. In definitiva, il direttore d’albergo deve essere un bravo padrone di casa a tutto tondo, pronto a fornire qualsiasi genere di risposta alla clientela, che sa di poter contare sempre su validi collaboratori, capaci di far sentire gli ospiti sempre coccolati e considerati da re, per un piacevole soggiorno in albergo.”

Va prendendo piede l’idea di una certificazione di qualità degli interventi di pulizia alberghiera, visti come un’offerta di prevenzione e sicurezza ad una clientela giustamente sempre più selezionata ed esigente, che non si accontenta più del solo comfort e dell’ospitalità, ma chiede un ulteriore salto di qualità. Lei cosa ne pensa? “Sono assolutamente favorevole a portare avanti questa idea e la considero di fondamentale importanza affinchè i nostri ospiti si possano sentire davvero tranquilli. In situazioni così complesse e delicate, in effetti, non basta più la parola, nemmeno la fiducia nei confronti degli operatori, siano essi interni o esterni, che effettuano gli interventi di pulizia e sanificazione. Certo, per raggiungere lo scopo, serve la massima cooperazione e sinergia: tra chi guida e gestisce l’albergo e le aziende e/o il personale in grado di svolgere al meglio l’attività, impiegando prodotti e tecnologie adeguati, a loro volta certificati. A volte si ritiene, semplicisticamente, che pulire sia molto facile, perché lo fanno abitualmente le donne e gli uomini nelle loro case,

ma invece si tratta di un processo che richiede professionalità, competenza conoscenze ed esperienza. In questo particolare momento di post-pandemia è richiesta, anche negli hotel, un’igienizzazione ancor più accurata di tutti i locali. Oltre a pulire, devi garantire una perfetta sanificazione, per scongiurare o almeno limitare il rischio del contagio. Certificare tutto ciò significa dichiarare, con delle prove effettive e scientifiche che quanto è stato fatto è corretto, misurabile, il più possibile oggettivo. Ripeto, oggi la certificazione, anche per il nostro settore, dovrebbe riguardare anzitutto i prodotti chimici impiegati nella pulizia, i macchinari usati, le procedure messe in atto, non solo all’interno dell’albergo ma nell’ambito dell’intera filiera. Solo così potremmo dichiarare con serietà al nostro ospite che la camera è igienicamente sicura o che il bagno è perfettamente igienizzato, oppure che la biancheria presente in camera è stata adeguatamente sanificata e sterilizzata. Certo, mi rendo conto che non sarà semplice possedere tutte queste certificazioni, anche per poterle esibire al cliente che ne farà eventualmente richiesta. Nel frattempo, potrebbe essere utile e sufficiente una dichiarazione nella quale il direttore d’albergo dichiari all’ospite la correttezza e la congruità degli interventi igienici, salvo poi dimostrarlo con la documentazione in suo possesso. Così, senza dover esporre al cliente tutto il materiale cartaceo o digitale, potrò comunque certificare che l’albergo è pienamente pulito.”

S•40 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
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La continua evoluzione del mercato Hotellerie ha comportato un incremento della dimensione media degli alberghi passando da 18,2 letti per esercizio nel 1950 a 69,2 letti per esercizio nel 2020. La forte espansione delle strutture dell’Hotellerie implica però un maggiore sforzo in termini di igiene e pulizia. La pulizia, infatti, è il fattore predominante che influisce positivamente o negativamente sul sentiment dei clienti. Le tendenze degli ultimi anni in tema di ospitalità, dimostrano

chiaramente che l’ospite è sempre più esigente e che la qualità e i servizi offerti dalla struttura ricettiva costituiscono un importante fattore di scelta. Un ottimo riscontro della customer experience è dettato anche dalla corretta valutazione che una struttura ricettiva svolge in merito ai prodotti utilizzati per le attività di cleaning, ai suoi costi in uso e ai costi generali per la pulizia degli ambienti in un hotel. Entrando nel vivo dell’azione, facciamo una rapida riflessione su quali sono i

fattori che influiscono sulle tipologie di prodotti da utilizzare e sui costi di pulizia

di una camera. Il primo fattore è facilmente identificabile nella tipologia di sporco

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da trattare. All’interno delle camere di hotel, è possibile trovarsi di fronte a due macro categorie di sporco: Sporco non aderente: peli, capelli, polvere. Sporco aderente: impronte digitali, macchie di inchiostro e pennarelli, fango, impronte di scarpe, grasso organico, segni delle valigie, sporco di creme, olii o altri liquidi e cosmetici. Ogni tipologia di sporco può richiedere un intervento di cleaning specifico mediante l’utilizzo di prodotti professionali con formulazioni e principi attivi ad hoc per la tipologia di sporco da trattare. Pertanto, è di fondamentale importanza saper riconoscere la tipologia di sporco, ma soprattutto i detergenti utilizzati per trattarlo. L’utilizzo di prodotti professionali permette di coniugare performance e rapidità di intervento. Il secondo fattore che influisce sulle attività di cleaning

nel mondo Hotellerie è la tipologia di camera da trattare. Parlando di camera in partenza, si fa riferimento ad una situazione in cui l’ospite provvederà ad effettuare il check-out e lascerà la camera libera per l’ospite successivo. In questo caso l’intervento di cleaning deve essere molto accurato e prevede un’attività di circa 20-30 minuti.

La camera in fermata, invece, rappresenta la situazione in cui l’ospite ha lasciato momentaneamente la propria camera ma non è in partenza. In questo caso, è prevista un’attività di cleaning più rapida con tempi di intervento che si aggirano tra i 18 e i 24 minuti. MK, con il suo servizio Consulting, si impegna ad affiancare i propri partner per seguirli e supportarli in termini di controllo qualità e costi, mediante attività di monitoraggio del rispetto delle procedure e degli obiettivi,

formazione, visite periodiche dei cantieri di applicazione e analisi preventive dei costi in uso. I dati, derivanti dalle ricerche di MK Consulting in ambito Hotellerie, dimostrano che l’utilizzo di prodotti professionali altamente performanti im-

patta positivamente da un lato sui tempi di intervento e quindi sul costo totale per la pulizia delle camere hotel, e dall’altro sul grado di igiene e pulizia degli ambienti, migliorando sempre più il sentiment dei clienti e quindi la customer experience.

Marka si impegna a creare soluzioni che rispondono in modo innovativo ai più diversi bisogni di pulizia e igiene, a casa come negli ambienti professionali. Per questo ogni prodotto Marka nasce da anni di studio e di ricerca, e viene realizzato con materie prime di qualità superiore. Marka è made in Italy. L’intera filiera è interna all’azienda, dal concept di prodotto alla formulazione chimica, dall’imbottigliamento all’etichettatura. Ogni singola fase della produzione è rigorosamente controllata per garantire elevati standard di qualità. Nella filosofia di Marka rientra anche la capacità di prendere decisioni responsabili per il benessere di tutti e per la salvaguardia delle risorse ambientali. Per questo l’azienda contribuisce attivamente ai Global Goals delle Nazioni Unite lavorando sugli obiettivi di sviluppo sostenibile fissati per il 2030. Marka ha eliminato le microplastiche e le nanoplastiche dai prodotti cosmetici e si impegna a eliminarle entro il 2026 anche dai prodotti detergenti. Sostiene inoltre pratiche di consumo responsabile e si impegna in progetti per il benessere della comunità. Nel 2025, l’80% delle confezioni Marka sarà per il 50% di plastica riciclata e completamente riciclabile dopo l’uso.

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Contaminazione da muffe su superfici morbide

Un confronto tra due metodi di accertamento del grado di contaminazione fungina di una superficie, in modo da valutarne la possibilità di recupero

Joe C. Spurgeon, Ph.D

Questo articolo è tratto dal numero 2, volume 1, di Cleaning Science Quarterly, la rivista ufficiale di peer-review di CIRI, l’istituto di ricerca del settore della pulizia professionale

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Gli appaltatori di bonifica, in America, spesso seguono le linee guida dell’Institute of Inspection, Cleaning and Restoration Certification (IICRC) per il restauro e la bonifica, che si basano su tre condizioni definite1 . In sostanza, gli elementi della Condizione 1 non sono influenzati dalla contaminazione fungina, gli elementi della Condizione 2 sono interessati da spore e frammenti depositati e la Condizione 3 è rappresentata dalla crescita effettiva della muffa. La condizione di un articolo può essere valutata mediante ispezione visiva o campionamento per contaminanti fungini. I risultati della valutazione determinano se l’oggetto deve essere pulito e restaurato, sottoposto a una riparazione più ampia o eliminato. Quando la Condizione non è chiara, può essere richiesto il campionamento per distinguere tra Condizione 1 e 2, o Condizione 2 e Condizione 3. I metodi di campionamento applicabili alla valutazione della Condizione variano da metodi semplici come prelievo su nastro adesivo a metodi più sofisticati come micro- cassette microvuoto. I campioni di cassette utilizzati per valutare la condizione vengono spesso analizzati mediante coltura. Un meto-

do di analisi che viene utilizzato più frequentemente è l’analisi quantitativa della reazione a catena della polimerasi (qPCR). Simile alla coltura, questo metodo è tuttavia più sensibile3-5. Un’analisi qPCR rileva spore sia vitali che non vitali, oltre ad alcuni frammenti di spore e ife. Pertanto, i risultati di un’analisi qPCR sono riportati come equivalenti di spore anziché come spore. Inoltre, l’analisi qPCR rileva solo quei funghi inizialmente inclusi nell’analisi (includendo le loro coppie di primer nell’analisi). Tuttavia, questa in genere non è una limitazione pratica, poiché è comune richiedere un’analisi qPCR che includa i 36 funghi ERMI. Questa sigla sta per Environmental Relative Moldiness Index (Indice di muffa relativa ambientale), un metodo per valutare la presenza di 36 tipologie di funghi nella polvere dei tappeti, utilizzando l’analisi qPCR e confrontando poi il punteggio ERMI con un database di campioni di polvere6,7. I 36 funghi includono 26 contaminanti appartenenti a un Gruppo 1 e 10 funghi ambientali comuni appartenenti a un Gruppo 2. Le concentrazioni fungine nei due gruppi vengono confrontate per calcolare il punteggio ERMI. Una problematica nell’uso di questa

analisi è il costo relativamente alto. Un secondo problema è che i punteggi ERMI sono limitati alla valutazione della polvere dei tappeti e non sono applicabili ai campioni di polvere raccolti da altre superfici, come altre superfici morbide e dure. Inoltre, l’associazione tra punteggi ERMI e condizione è stata messa in dubbio e l’EPA non ha convalidato ERMI come strumento di valutazione “per l’uso pubblico di routine in case, scuole o altri edifici”, ma solo come strumento di ricerca8. Questi fattori combinati hanno limitato l’uso dei punteggi ERMI all’interno della più ampia comunità IAQ.

L'AUTORE

analytical chemistry 2012, has been and currently works contaminants. He has served science, asbestos

NBS Lead-Based Laboratory, the EPA Assessment Division, Safety and Health. He welcome).

SYNOPSIS

Joe C. Spurgeon ha un dottorato multidisciplinare in chimica analitica e salute ambientale. È stato un igienista industriale certificato fino al 2012, ha lavorato su indagini IAQ residenziali e commerciali dal 1993 e attualmente lavora come testimone esperto in IAQ microbico e contaminanti da fumo di incendi. Ha servito come docente a contratto e/o

5-milligram portion of dust, and the results are reported area basis.

author conducted a study with three objectives: 1. Demonstrate that there are differences in the expected concentrations of fungal contaminants on various types of surfaces.

Compare qPCR and culturing methods for detecting on surfaces.

Compare the CAP and ERMI methods for assessing Condition of surfaces.

findings of the study included the following: • Samples analyzed by culturing detect culturable (viable) fungi while qPCR detects both viable and nonviable spores, as well as some fragments. Therefore, different assessment criteria should be

istruttore in inquinamento atmosferico, introduzione alla scienza del fuoco, abbattimento dell’amianto. Il Dr. Spurgeon ha lavorato per diverse agenzie federali, tra cui il NBS LeadBased Paint Poisoning Program, il FAA Combustion Toxicology Laboratory, l’EPA Residential Initiative on Indoor Air Quality, la CDC/ATSDR Health Assessment Division e come consulente per il PHS Divisione federale per la sicurezza e la salute sul lavoro.

Tuttavia, il metodo di analisi qPCR è generalmente accettato3-5. Un’alternativa all’ERMI, denominata metodo CAP ( Cladosporium - Aureobasidium - Penicillium), è stata proposta come un modo per conservare i vantaggi dell’analisi qPCR, estenderne l’applicabilità ad altri tipi di superficie (superfici morbide e dure) e ridurre i costi limitando il numero di funghi inclusi nell’analisi9. Ricapitolando, qPCR è il metodo utilizzato dal laboratorio per analizzare i campioni. ERMI e CAP sono due differenti metodi che possono essere utilizzati dall’IEP per valutare il significato dei campioni di polvere superficiale. Un’analisi CAP può includere 2, 4, 8 oppure 14 tipologie di funghi. L’analisi CAP-4 è stata progettata come strumento di screening per capire se una superficie è classificabile come Condizione 1 o meno. Questo metodo verrebbe utilizzato per valutare la necessità di ripristino e le verifiche post bonifica. I funghi inclusi nell’analisi CAP-4 sono Cladosporium cladosporioides, Aureobasidium pullulans, Penicillium brevicompactum e Penicillium chrysogenum. Questi quattro funghi sono stati selezionati perché rappresentano il 96% dei 36 funghi ERMI rilevati in uno studio condotto dall’autore su 82 campioni di polvere superficiale. I risultati selezionati di quello studio sono discussi in questo articolo. Tale percentuale era basata sui tassi com-

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binati di rilevamento e sulla presenza dei funghi nei campioni di polvere superficiale. Pertanto, un’analisi CAP-4 avrebbe dovuto misurare circa il 96% dei funghi totali rilevato da un’analisi ERMI-36.

L’analisi CAP è potenzialmente vantaggiosa rispetto a quella ERMI:

1. Poiché un’analisi CAP-4 include solo quattro funghi, riduce il costo dell’analisi qPCR di circa il 60%.

2. Il metodo CAP può essere applicato a qualsiasi tipo di superficie compresi tappeti, superfici morbide e superfici dure.

3. Il metodo CAP si basa sul totale dei funghi nel campione anziché su un punteggio.

4. Viene analizzato l’intero campione, non solo una porzione di polvere da 5 milligrammi.

5. I risultati sono riportati per area. È stato dimostrato che i risultati riportati in base all’area sono correlati agli effetti sulla salute, mentre i risultati riportati sull’analisi del peso non sono correlati agli effetti sulla salute10,11.

METODOLOGIA

Per campionare tappeti e superfici morbide è stata utilizzata una cassetta con filtro da 25 mm contenente un filtro MCE da 0,8 micron12. I campioni sono stati coltivati su agar derivante da estratto di malto (MEA) o analizzati mediante qPCR per i 36 funghi ERMI. L’area di una cassetta da 25 mm è di 4,9 cm2. L’area campionata è stata calcolata registrando il numero di spot che sono stati assegnati e i risultati sono stati ridotti in base all’area in unità di cfu/100 cm2 (colture) o sp-eq /100 cm2 (qPCR). I campioni sono stati analizzati mediante qPCR e i risultati sono stati ridotti in unità di cfu/campione o sp-eq/campione.

RISULTATI

Questo studio tende a tre obiettivi: 1. Dimostrare che esistono differenze nelle concentrazioni previste di conta-

minanti fungini su vari tipi di superfici.

2. Confrontare qPCR e metodi di coltura per rilevare i funghi sulle superfici.

3. Confrontare i metodi CAP ed ERMI per la valutazione della Condizione delle superfici.

CONCENTRAZIONI FUNGINE PER TIPO DI SUPERFICIE

Gli 82 campioni di polvere superficiale sono stati raccolti da 39 tappeti, 18 superfici morbide, 9 filtri dell’aria e 16 condotti di alimentazione dell’aria. Le differenze negli intervalli di concentrazione dei 36 funghi ERMI rilevati per i cinque tipi di superficie sono illustrate nella Figura 1.

È importante notare come le gamme variassero sostanzialmente. Ad esempio, le concentrazioni mediane (50° percentile) dei funghi totali nella Figura 1 variavano da circa 1.000 sp-eq/campione per gli indumenti a quasi 500.000 sp-eq/campione per i filtri dell’aria.

Un modello simile si è verificato anche per le concentrazioni dei singoli funghi. Ad esempio, una concentrazione

di Stachybotrys chartarum di 250 speq/campione era la concentrazione del 95° percentile nella polvere dei tappeti, del 75° percentile sui condotti di alimentazione dell’aria e del 50° percentile sui filtri di ritorno dell’aria. Per questi campioni, la stessa concentrazione di Stachybotrys ha comportato valutazioni diverse della condizione per ciascun tipo di superficie.

CONFRONTO TRA METODI DI COLTURA E qPCR

Figura 1. Differenze nelle concentrazioni mediane dei 36 funghi ERMI su varie superfici.

I campioni sono stati raccolti dai condotti dell’aria utilizzando tamponi sterili. I campioni sono stati analizzati utilizzando la tecnica della diluizione in piastra. Ciò ha consentito di dividere e analizzare ogni campione sia mediante coltura su mezzi MEA che mediante qPCR. I risultati del campione duplicato nella Tabella 1 sono stati utilizzati per confrontare l’analisi qPCR con la coltura per i sei campioni. La tabella 1 contiene un confronto dei risultati per le concentrazioni totali di funghi ERMI, Aspergillus fumigatus e Stachybotrys per il tampone campioni analizzati con i due metodi. C’era una differenza sostanziale tra l’analisi qPCR e la coltura su MEA. Le concentrazioni per i 36 funghi ERMI in genere superavano

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1.000.000 sp-eq/campione mentre i risultati in coltura erano in genere inferiori a 20.000 ufc/campione. I sei campioni contenevano un totale di 16.856 sp-eq contro 400 cfu di Aspergillus fumigatus; e 5.630 sp-eq contro 5 cfu di Stachybotry schartarum

COMPARAZIONE

DEI METODI CAP E ERMI

Il coefficiente di correlazione (r) tra i funghi CAP-4 ed ERMI-36 era 0,94, indicando un buon accordo tra i due criteri per la valutazione della Condizione.

Inoltre, la capacità di CAP-4 di valutare la condizione era coerente con la valutazione utilizzando i funghi ERMI-36. Questo risultato è stato fondamentale per valutare l’utilità del metodo CAP4. I risultati dei confronti sono descritti nella Tabella 2. Per ciascun tipo di superficie è stato in-

Tabella 1. Confronto della coltura (MEA) e dell’analisi qPCR per la rilevazione di funghi in campioni di tamponi di superficie.

Tabella 2. Numero di superfici classificate come Condizione 1 dalle analisi CAP ed ERMI (sp-eq/ Campione).

dicato il numero di risultati del campione valutati come Condizione 1 (aventi concentrazioni normali e tipiche di funghi). Ad esempio, 30 dei 39 tappeti sono stati valutati come Condizione 1 utilizzando un’analisi CAP-4. In confronto, 27 di quei 30 tappeti (90%) sono stati valutati come Condizione 1 sulla base dell’analisi dei 36 funghi ERMI. Questo è stato il peggior accordo per qualsiasi tipo di superficie incluso nello studio.

CRITERI PER LA VALUTAZIONE DELLA CONDIZIONE

La figura 2 (pagina successiva) contiene le concentrazioni di CAP-8 in ordine di classificazione per i 39 campioni di moquette. C’è stata una transizione iniziale (interruzione della curva) ad una concentrazione di circa 300 speq/100 cm2 e una seconda transizione a circa 1.000 sp-eq/100 cm2. Si presumeva che concentrazioni inferiori a 300 sp-eq/100 cm2 fossero rappresentative delle superfici della Condizione 1, mentre concentrazioni più elevate rappresentavano presumibilmente condizioni progressivamente più “contaminate”. Ad esempio, una possibile valutazione basata sulla Figura 2 potrebbe essere:

• Se inferiore a 300 sp-eq/campione, Condizione 1.

• Se è compreso tra 300 e 1.000 speq/campione, pulire e ripristinare.

• Se è maggiore di 1.000 sp-eq/campione, rimuovere ed eliminare.

Le concentrazioni di transizione per i vari tipi di superficie testati nello studio sono contenute nella Tabella 3. L’uso delle distribuzioni di concentrazione per valutare la Condizione, come nella Tabella 3, presenta i seguenti vantaggi:

• Fornisce il significato del risultato del campione (alto, basso, medio).

• Le valutazioni si basano su criteri oggettivi.

• I criteri possono essere applicati in modo coerente a tutti i progetti.

• La distribuzione delle concentrazioni fornisce una base stabile per confrontare i risultati futuri del campione.

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Figura 2. L’ordine di classificazione dei funghi CAP-8 per 39 campioni di polvere di moquette. (sp-eq/ campione).

DISCUSSIONE

La pratica attuale del settore consiste nel valutare la condizione di vari tipi di superficie utilizzando gli stessi criteri decisionali. Tuttavia, gli intervalli delle concentrazioni fungine variavano sostanzialmente per i vari tipi di superficie inclusi nella Figura 1. Questi dati suggeriscono che dovrebbero essere utilizzati criteri di valutazione diversi per valutare le condizioni di ciascun tipo di superficie. Ad esempio, la tabella 4 illustra la differenza nelle concentrazioni percentili cumulative per

Tabella 3. Concentrazioni transitorie per l’identificazione di Condizione 1 su superfici [quelle con una concentrazione fungina accettabile (sp-eq/campione)].

le superfici nella figura 1 sulla base di un risultato di esempio di 8.000 speq/campione. Questi dati sottolineano che la semplice interpretazione del numero riportato dal laboratorio, senza considerare il tipo di superficie o la distribuzione prevista delle concentrazioni per quella superficie, può risulta-

metodi è comune.

Tuttavia, la conclusione più rilevante è che gli stessi criteri numerici non dovrebbero essere utilizzati per interpretare i campioni analizzati mediante coltura e qPCR. Se un IEP non ha familiarità con qPCR, può inavvertitamente utilizzare criteri simili per valutare i risultati per entrambi i metodi.

Uno degli obiettivi dello studio era confrontare l’utilità relativa del metodo CAP-4 a basso costo, ma meno completo, con l’analisi ERMI. L’analisi di un campione di superficie per i 36 funghi ERMI fornisce la migliore valutazione dei potenziali di esposizione degli occupanti, ma a un costo sostanziale per campione. Tuttavia, se l’obiettivo è semplicemente valutare la Condizione di un oggetto per il restauro, può essere sufficiente un’analisi meno completa. Le valutazioni ottenute per i campioni di superficie morbida, e condutture dell’aria erano essenzialmente le stesse per le analisi CAP-4 ed ERMI

Tabella 4. L’ordine di classificazione dei funghi CAP-8 per 39 campioni Percentili cumulativi per 8.000 speq/campione di funghi ERMI totali per vari tipi di superficie.

re in una valutazione fuorviante della Condizione. Nella tabella 4, la concentrazione dei risultati riportati per i due

nella tabella 2. In secondo luogo, l’analisi CAP-4 a basso costo ha fornito le stesse valutazioni di CAP-8 o Analisi CAP-14. Questi risultati hanno suggerito che il numero limitato di funghi inclusi nell’analisi CAP-4 fosse sufficiente per valutare la condizione ai fini del ripristino e della verifica post-bonifica. I risultati nella tabella 3 illustrano un metodo per identificare i tappeti classificati nella Condizione 1 utilizzando l’analisi qPCR. La pendenza della curva nella figura 2 è cambiata ad ogni concentrazione di transizione, suggerendo un cambiamento nella condizione. Tuttavia, va notato che le concentrazioni transitorie nella tabella 3 erano basate su un numero limitato di campioni e la distribuzione delle concentrazioni può

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cambiare man mano che diventano disponibili più dati. La tabella 3 illustra semplicemente il concetto di utilizzare le distribuzioni di concentrazione per valutare la Condizione12

CONCLUSIONI

Il campionamento combinato con un metodo di analisi quantitativo può essere richiesto quando la Condizione di un articolo è in discussione. Questo studio ha confrontato l’utilità della coltura e dell’analisi qPCR per valutare la condizione di un elemento. I risultati includevano quanto segue:

1. Questo studio consisteva in un numero relativamente piccolo di campioni. Si trattava essenzialmente di uno studio di fattibilità. Sarebbe utile uno studio di convalida che valuti l’utilità di CAP-4 sulla base di campioni di dimensioni maggiori.

2. I campioni analizzati mediante coltura rilevano funghi coltivabili (vitali) mentre qPCR rileva spore sia vitali che non vitali, nonché alcuni frammenti di spore e miceli. Pertanto, criteri di valutazione diversi dovrebbero essere applicati ai campioni analizzati mediante coltura e analisi qPCR.

3. Diversi tipi di superficie non devono essere valutati utilizzando gli stessi criteri (figura 1, tabella 3). Piuttosto, il significato della concentrazione fungina su una superficie dovrebbe essere valutato facendo riferimento al risultato del campione corrente all’intervallo di concentrazioni fungine previste per un particolare tipo di superficie.

4. Il metodo CAP-4 è stato utilizzato per valutare la condizione di tappeti, superfici morbide e superfici dure mediante l’analisi qPCR. La valutazione della condizione fornita dal metodo

CAP-4 relativamente poco costoso era in buon accordo con la valutazione fornita dai campioni ERMI, più costosa, per il 90% dei campioni di moquette e per tutti i campioni di superficie morbida, e provenienti dai condotti d’aria. Questi risultati indicavano che CAP-4 era un metodo accettabile per determinare il significato delle concentrazioni di funghi nei campioni di polvere superficiale.

Bibliografia

1. Institute of Inspection Cleaning and Restoration Certification. ANSI/IICRC S520-2015 Standard and Reference Guide for Professional Mold Remediation 3rd Ed.; Vancouver, WA.

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3. Meklin, T.; Haugland, R.A.; Reponen,

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T.; et al.“Quantitative PCR analysis of house dust can reveal abnormal mold conditions.” J. Environ. Monit., 6, 615-620 (2004).

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5. McDevitt, J.J.; Lees, P.S.J.; Merz, W.G.; ey al. “Use of Green Fluorescent Protein-Expressing Aspergillus fumigatus conidia to Validate Quantitative PCR Analysis of Air Samples Collected on Filters.” JOEH, 2(12):633640 (2005).

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From Homes of Infants Who Developed Idiopathic Pulmonary Hemorrhaging.” JOEM, 46(6): 596-601 (2004).

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11. Lioy, P.J.; Freeman, N.C.; Millette, J.R. “Dust: A Metric for Use in Residential and Building Exposure Assessment and Source Characterization.” Environmental Health Perspectives, 110: (10), October 2002.

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13. Mulhausen, J.R.; Damiano, J. A Strategy for Assessing and Managing Occupational Exposures, 2ndEd, Fairfax, VA, 1998.

S•50 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
RICERCA

Kemika e il Progetto Pianeta Albergo

Da sempre attenta alle esigenze di un settore in continua evoluzione, qual è quello dell’ospitalità e considerando il delicato momento che tutto il comparto sta vivendo, Kemika ritiene che il proprio compito non possa esaurirsi nella produzione e commercializzazione di detergenti e disinfettanti destinati alle pulizie, ma debba porsi, tra i propri obiettivi, il fornire alle Strutture alberghiere un accurato servizio di consulenza, formazione e addestramen-

berghiero possono acquisire preziose informazioni che, trasferite nel loro lavoro quotidiano, permettono di ottenere il massimo rendimento sotto il profilo professionale ed economico.

Il “Progetto Pianeta Albergo” opera con la filosofia dell’intervento fornito “su misura”, vestito sulle esigenze del singolo Albergo.

In questa circostanza Kemika ha la possibilità di organizzare e svolgere delle prove pratiche e delle dimostrazioni sull’uso dei propri prodotti.

dei prodotti impiegati, comprese attrezzature, materiali vari ed eventuali macchine.

to delle figure professionali che svolgono e / o organizzano le operazioni di pulizia all’interno dell’Hotel.

Con questo obbiettivo nasce “Pianeta Albergo”, il progetto Kemika che ha l’ambizione di essere il riferimento, non occasionale ma continuo, dove gli Attori protagonisti del settore al-

Ogni Struttura ricettiva ha una sua unicità, una sua realtà, delle sue specifiche caratteristiche, deve, quindi, essere approcciato di conseguenza.

Di seguito la metodologia applicata da Kemika nell’organizzazione e nella pianificazione delle attività di detersione e disinfezione degli ambienti presenti in un hotel:

1. Presa visione della Struttura ricettiva per verificare le reali esigenze dell’Albergo.

2. Presentazione alla Direzione dell’albergo di una Relazione riportante tutte le informazioni necessarie su come deve essere impostato il lavoro quotidiano (manutenzione ordinaria) e le operazioni di pulizia periodica.

La relazione riporta una attenta analisi dei tempi necessari alla detersione e

3. Approvazione, da parte della Direzione Alberghiera, di quanto proposto nel Progetto e conseguente pianificazione degli interventi.

4. Addestramento, direttamente in Struttura, di tutto il Personale addetto alle pulizie con Training specifico sul tipo di lavoro che andranno a svolgere.

5. In fase di avvio dei lavori il personale Kemika è presente per verificare l’esecuzione corretta delle procedure predisposte.

6. Dopo 30 giorni dall’avvio dei lavori viene pianificato un primo intervento di controllo sullo stato degli ambienti con la verifica della corretta applicazione del sistema operativo da parte degli Addetti.

7. Dopo 60 giorni dal primo intervento, secondo sopralluogo di verifica dello stato dei lavori e di corretta applicazione delle metodologie operative da parte degli Addetti.

disinfezione delle camere e delle parti comuni.

Le camere suddivise per tipologia: Standard, Junior Suite, Suite.

Le parti comuni, divise per attività che in quei locali si svolge: hall, sala colazione, sala pranzo, bar. Sempre nella relazione è riportata la spesa giornaliera

8. Una volta l’anno check up completo per l’ordinaria presa visione dello stato della Struttura ricettiva, con controllo del costo manodopera, prodotti, attrezzature, materiali vari.

Oltre al Progetto Pianeta Albergo, Kemika si rende sempre disponibile ad intervenire su richieste specifiche delle Direzioni Alberghiere.

Chiedi supporto al Team Kemika: info@kemikaspa.com.

SISTEMI OPERATIVI
kemikagroup.com

Quanto è importante la pulizia negli hotel?

E quanto costa mantenere alti gli standard di pulizia e igienizzazione

La pulizia degli hotel, come un po’ tutti sappiamo, rientra in una delle caratteristiche per cui si viene votati nei siti di prenotazione.

Si parla di staff, se sono cordiali o meno, del cibo se è all’altezza di quanto racconti sul tuo sito, dei servizi che offri e se sono adeguati alla spesa della camera, del comfort in generale e della pulizia della camera, specie se sei un hotel per famiglie o di alto livello per il business… Difficilmente troverai una recensione dove non ci sia, quantomeno una frase, dedicata alla pulizia.

Se questo non fosse abbastanza anche nei programmi televisivi si sfidano alberghi e i partecipanti riescono a trovare lo sporco anche dove, un utente normale, non andrebbe mai a guardare.

Questo porta inevitabilmente il cliente a immedesimarsi nel programma tv e a imitare l’analisi della camera solo per il gusto di aver trovato l’errore nella pulizia e fornire una spietata recensione sulla pulizia della camera.

Fastidioso, vero?

Purtroppo, è una dura realtà alla quale ci si deve ade-

guare e, per la quale, si deve intervenire prontamente per evitare cattive recensioni sulla pulizia dell’hotel. Ma l’ospite non sa cosa si cela dietro le pulizie di un hotel; personale che cambia frequentemente, tempi ristrettissimi per le pulizie, personale poco formato e poi ci sono loro, i costi dei prodotti per la pulizia. Prodotti costosi che vengono utilizzati nella maniera errata partendo sempre dal presupposto che: “più ne uso più sarà pulito!” Sappiamo benissimo che non funziona così ma, in

mezzo ai tanti problemi, questo, troppo spesso, diventa un problema un po’ sottovalutato.

Ma esiste un rimedio a tutto questo senza gettare migliaia di euro di prodotti per la pulizia e mantenere comunque uno standard elevato di pulizia e igienizzazione?

Certamente! Una di queste soluzioni è la macchina a vapore. Strumento che, per quanto poco considerato, riesce a eliminare tre problemi costosi per l’hotel.

Uno strumento che dà la possibilità di mantenere uno standard elevato di pulizie e igienizzazione raggiungendo zone che con i normali strumenti di pulizia non si riesce a raggiungere. Elimina qualsiasi problema di allergia in quanto non utilizza nessun tipo di prodotto chimico.

Riduce i tempi di pulizia delle camere in quanto con un solo strumento puoi igienizzare materassi, tende, pavimenti, bagni, docce… Insomma, tutta la stanza.

Inoltre, grazie al Metodo Green Hotel è stato eliminato un ultimo problema, quello che non sembrerebbe avere soluzione: la formazione del personale. “Esatto, grazie al Metodo Green Hotel - spiega Stefano Fornoni, Sales Account di Steam

VAPORE

Italy - , i miei collaboratori insegneranno l’utilizzo corretto della macchina in qualsiasi situazione e, se questo non è abbastanza, ho realizzato una app per smartphone, consultabile in qualsiasi momento, dove vengono spiegati tutti gli accessori e come utilizzarli. Si potrà uti-

lizzare la nostra macchina anche per le pulizie straordinarie, per pulire e igienizzare anche i sistemi di climatizzazione delle stanze, il tutto in maniera facile e veloce. Riportare “a nuovo” la cucina dell’hotel sgrassandola a fondo, il tutto senza continuare a gettare denaro in

costosi (e dannosi) prodotti chimici. Ho anche realizzato un certificato che permette di comunicare agli ospiti dell’albergo che possono dormire sonni tranquilli in un letto igienizzato a fondo e privo di prodotti chimici”. I prodotti Steam Italy sono testati uno ad uno per garantirne la qualità e sottoposti ai test più severi sul mercato per avere la certezza dell’efficacia su qualsiasi su-

perficie contro virus, batteri e sporco in generale. Grazie a qualche ora di formazione, le macchine Steam Italy saranno da subito operative. Basta virus, batteri e cimici dei letti, le camere saranno pulite anche negli angoli più remoti, normalmente irraggiungibili con i classici metodi di pulizia, tutto questo utilizzando del “semplice” vapore, sicuro per i dipendenti e per i clienti.

steamitaly.it

Prodotti per un pulito sostenibile

Nella gestione ordinaria di una struttura alberghiera sono molte le voci di costo da monitorare: una fra queste è rappresentata dalla spesa destinata ai servizi di igiene e pulizia delle aree comuni e delle camere. La scelta su come gestire l’attività di pulizia e su quali sistemi operativi utilizzare, condiziona in maniera estremamente importante diversi aspetti, come ad esempio la sensazione di “pulito” che l’ospite percepisce, o l’impatto che essi possono avere sul costo camera, e non ultimo l’efficacia del prodotto che, se funzionale dal punto di vista della forza attiva, può contribuire a ridurre i tempi e i costi derivanti dalla manodopera. Altro aspetto da valutare bene quando si scelgono i prodotti detergenti è la loro “sostenibilità”, cioè l’impatto che la loro produzione, il loro uso ed il loro smaltimento hanno sull’ambiente durante l’intero ciclo di vita. L’obiettivo è quello di avere prodotti che, da un lato, consentano di contenere i costi in uso pur garantendo elevate performances di pulizia e, dall’altro lato, che siano sufficientemente “green”, cioè rispettosi dell’ambiente. Proprio per rispondere a queste esigenze Polychim, storica azienda Lombarda produttrice di detergenti destinati al settore professionale, ha studiato un sistema che possa rispondere in maniera positiva alle seguenti esigenze: economia,

sostenibilità, efficacia.

LA RISPOSTA

SI CHIAMA SYNTHESIS

Synthesis è un sistema di dosaggio per detergenti superconcentrati che consente di ottenere delle soluzioni pronte all’uso in modo semplice, veloce e sicuro, in flaconi spray o in secchi per pavimenti. L’impiego di flaconi riutilizzabili per le soluzioni pronte all’uso rende estremamente funzionale ed economico il sistema: si carica il flacone, si utilizza il detergente, si ricarica il flacone senza buttare ogni volta il contenitore, il trigger spray, l’etichetta, ecc…

Con una sacca di superconcentrato da 1,5 l si possono ottenere fino a 88 flaconi da 500 ml e fino a 60 secchi da 8/10 l per superfici e pavimenti. Al termine l’unico rifiuto prodotto sarà la sacca vuota (40 g di plastica riciclabile e 70 g di cartone riciclato equivalente ad 1⁄4 della scatola). Per ogni flacone utilizzato avremo creato rifiuti pari a 0,45 g di plastica e 0,8 g di cartone pari ad una riduzione di oltre il 98% (rispetto all’utilizzo di prodotti pronti all’uso da 750 ml). Parte integrante del sistema Synthesis sono i pratici e moderni sistemi di dosaggio che consentono di dosare i detergenti in modo comodo, preciso e sicuro, garantendo uniformità di concentrazione alle soluzioni diluite. Questi possono essere di due tipologie: con o

senza collegamento alla rete idrica. I primi sono dei diluitori Venturi che forniscono soluzioni di acqua e prodotto già miscelate. I secondi invece sono dosatori a pompa che forniscono una determinata quantità di prodotto per ogni pompata: l’acqua

necessaria alla soluzione lavante deve essere prelevata da un rubinetto prima dell’uso. Le sacche da 1,5 l sono alloggiate in un armadietto chiuso a chiave accessibile solo per gli addetti ai lavori. I vantaggi ottenuti con l’utilizzo del sistema Synthesis

informazione pubblicitaria

sono molteplici: si riducono sprechi, imballi da smaltire, spazi destinati alle scorte, frequenza dei trasporti per gli approvvigionamenti, energia ed emissioni di CO2 durante la produzione ed il trasporto. Inoltre viene completamente ottimizzato l’intero processo di pulizia con un abbattimento delle spese di esercizio stimato fra il 30 ed il 60%. I nuovi formulati C.A.M. sono quattro: A3 - Detergente Anticalcare per bagno e sanitari, indicato per la pulizia giornaliera di lavandini, rubinetterie, sanitari, docce, vasche da bagno, vetri, ceramiche ed acciaio inox; M2 - Detergente multiuso a base alcolica adatto per tutte le superfici lavabili quali, vetri, specchi, scrivanie, arredi in genere, metalli lucidi, laminati, plastici, ecc.; C8 - Detergen-

te sgrassante forte specifico per la rimozione dello sporco grasso sia animale che vegetale e dello sporco unto in genere; P6 - Detergente neutro per pavimenti, specifico per il lavaggio manuale e/o meccanico dei pavimenti di ogni tipo, anche protetti con cere. I Criteri Ambientali Minimi 2021 (D.M. 29/01/2021) mirano innanzitutto alla riduzione dell’impiego di sostanze pericolose, imponendo l’acquisto e l’uso di detergenti con formulazioni migliori sotto il profilo ambientale e della tutela della salute e, prescrivendo l’uso di sistemi di dosaggio e di diluizione tali da evitare che dosaggi e diluizioni siano effettuate in maniera arbitraria dagli operatori, consentendo di razionalizzare il consumo di prodotti detergenti e disin

fettanti. La Certificazione di conformità ai C.A.M. che abbiamo ottenuto da laboratorio accreditato ISO 17025

testimonia che il Sistema Synthesis è idoneo per essere impiegato in appalti pubblici e privati.

polychim.it

Biancheria Parametri per un lavaggio corretto

Per portare a termine le operazioni di lavanderia in modo ottimale ed evitare di rovinare i tessuti bisogna tenere ben presente l’importanza di un monitoraggio dei valori legati alla qualità dell’acqua di lavaggio, al dosaggio di ipoclorito e acqua ossigenata, e all’eventuale presenza di residui di lavaggio sui tessuti

Lavare la biancheria non è un’operazione semplice. Non basta infatti avere una lavatrice, riempirla di biancheria, avviare il ciclo, aggiungere un po' di sapone, candeggiante ed ammorbidente. Ragionare in questo modo porta, con ogni probabilità, a rovinare la biancheria ed ottenere pessimi risultati di lavaggio. Un buon lavaggio si può infatti ottenere solo combinando tre fattori fondamentali: utilizzo di prodotti di qualità, capacità del fornitore di mettere a disposizione del cliente un sistema di lavaggio adeguato alle varie esigenze (tipologia di sporco, situazione macchinari, ecc.), presenza di un’assistenza in grado di saper controllare e, all’occorrenza, saper modificare i principali parametri per l’esecuzione di un lavaggio corretto. Nel presente articolo saranno analizzati proprio questi ultimi parametri, che sono:

Misurazione della durezza dell'acqua di lavaggio Questo parametro è importante perché un eccessivo grado di durezza dell’acqua può creare problematiche quali l’aumento del consumo dei saponi, l’ingrigimento della biancheria, l’opacizzazione dei colori, la formazione di macchie di incrostazione sulla biancheria, l’eccessiva usura dei macchinari e della biancheria.

A partire da acque di media durezza, si consiglia di adottare sistemi di addolcimento. La misurazione si effettua con un kit specifico che indica la durezza dell'acqua dovuta a carbonati di calcio e magnesio disciolti nell'acqua.

Il kit è composto da due soluzioni: una complessante (soluzione H1), una titolante (soluzione H2) ed un bicchierino graduato.

Misurazione della presenza di ferro nell'acqua

La presenza di ferro nelle acque di lavaggio può portare a ingiallimento della biancheria e strappi causati dalla reazione del ferro con i candeggianti, primo fra tutti l’ipoclorito di sodio. La misurazione si effettua con un kit specifico che indica la concentrazione del ferro in ppm (parti per milione). Il kit è composto da una soluzione reagente da mettere nell' acqua da campionare e due bicchierini graduati. Se dal test si ottengono percentuali di ferro sopra a 0,1 ppm si consiglia l’installazione di un deferrizzatore.

Misurazione del pH dell’acqua nelle varie fasi di lavaggio Il pH indica l'acidità o l'alcalinità di una soluzione acquosa. Il pH ideale in fase di lavaggio e candeggio è compreso

S•56 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 LAVANDERIE INDUSTRIALI

tra 9 e 11, quello della biancheria a fine lavaggio è tra 5,5 e 6. Per la misurazione del pH si utilizzano le cartine indicatrici, che ne misurano il valore tramite la colorazione che assumono dopo essere state immerse in una soluzione.

Titolazione e corretto dosaggio dell'ipoclorito

Per la titolazione dell'ipoclorito sono particolarmente indicati i kit che si basano sulla reazione del sodio ipoclorito quando viene trattato con un eccesso di ioduro di potassio. La reazione si basa sulla cessione, da parte degli ioni di ioduro negativi, del loro elettrone in più agli atomi del cloro, che diventano così ioni cloruro, mentre gli ioni ioduro, avendo perso l'elettrone, si trasformano in atomi di iodio normali (neutri). Questa reazione crea un immediato riscontro visivo nel cambio di colore da trasparente a giallo scuro color

ambra. Una volta determinato il titolo dell'ipoclorito, si determina attraverso una formula la quantità da introdurre nel bagno di lavaggio per ottenere la concentrazione di cloro attivo in base alle proprie esigenze. La formula per determinare l’esatto quantitativo di ipoclorito da introdurre in lavatrice durante la fase di candeggio per avere nell’acqua la concentrazione desiderata di cloro attivo, è la seguente:

Q = (L x C x 100): T

funzione è quella di abbassare il pH della biancheria per facilitare lo stiro con un’azione disincrostante, non neutralizzano i residui di ipoclorito (se non molto parzialmente) quindi il loro

DOSAGGIO DELL'IPOCLORITO DI SODIO A SECONDA DELLO SPORCO E DEL COLORE DELLA BIANCHERIA

Q = Quantità di Sodio Ipoclorito in cc per L di acqua da usare per il candeggio.

Neutralizzazione dell’ipoclorito La neutralizzazione dell’ipoclorito è indispensabile perché, se non effettuata correttamente, comporta ingiallimento e forte usura della biancheria. La neutralizzazione avviene utilizzando acqua ossigenata o prodotti a base di sodio metabisolfito. Gli acidi, la cui

L = Litri d’acqua durante il candeggio.

C = Quantità desiderata di cloro attivo in volumi nel bagno di candeggio.

T = Titolo del sodio ipoclorito in cloro attivo.

100 = Numero fisso equivalente a 100 cl.

S•57 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022

utilizzo come neutralizzanti è inutile. Se si effettua la neutralizzazione con acqua ossigenata, la dose media è del 30% rispetto alla quantità di ipoclorito e per un tempo minimo di 6 minuti.

Titolazione e corretto dosaggio dell'acqua ossigenata

Al fine di effettuare un'azione candeggiante ed igienizzante corretta, è indispensabile verificare che la concentrazione dell'acqua ossigenata 130 vol. sia realmente al 35%, seguendo la seguente procedura: versare 1.000 ml di acqua in una caraffa da 2 L; prelevare con una pipetta 2,8 ml di acqua ossigenata, aggiungerli nella caraffa con il litro di acqua ed agitare piano per 30 secondi; immergere una striscia per l’analisi semi-quantitativa per un secondo; scuotere la striscia per eliminare il liquido in eccesso; attendere 5 secondi; confrontare il settore di carta reattiva con la scala cromatica. Se il risultato è di 1.000 mg/lt significa che la concentrazione dell'acqua ossigenata è del 35%. In caso di valori più bassi, applicare la seguente formula per determinare la reale concentrazione dell'Acqua ossigenata:

QT = [(LT x OA%) x 100]: CRP

piegare nel seguente modo: immergere la striscia per 1 secondo nel campione; scuotere la striscia per eliminare il liquido in eccesso; attendere 5 secondi; confrontare il settore di carta reattiva con la scala cromatica (in presenza di acqua ossigenata la cartina reattiva diventerà blu); determinare sulla scala cromatica il colore più prossimo assunto dalla carta reattiva. Le colorazioni o le variazioni di colore rilevate dopo un minuto non forniscono risultati positivi.

Rilevazione di eventuali residui di acqua ossigenata sulla biancheria L’acqua ossigenata è utilizzata nella lavanderia industriale non solo per smacchiare e candeggiare lenzuola, federe, asciugamani, accappatoi, tovaglioli e coprimacchie colorati, ma anche per neutralizzare il sodio ipoclorito. Poiché nelle lavacontinue l’acqua dei risciacqui è riutilizzata nel pre lavaggio con ipoclorito, è necessario che queste acque non contengano residui di acqua ossigenata perché andrebbero a neutralizzare parzialmente l’ipoclorito, riducendone il potere smacchiante e candeggiante. Per la misurazione dei residui di acqua ossigenata si possono utilizzare delle strisce reattive, da im-

Rilevazione di eventuali residui di cloro sulla biancheria Questa è una verifica importante perché previene problemi nella fase di asciugamento e stiro e ci aiuta a comprendere se il dosaggio dei prodotti che neutralizzano l’ipoclorito è corretto. I residui di cloro possono essere rilevati con un indicatore liquido, versando una goccia di indicatore direttamente sul tessuto da analizzare: in caso di presenza di cloro, il tessuto assumerà una colorazione giallognola. In caso di assenza di cloro non assumerà nessuna colorazione.

Rilevazione di eventuali residui di detersivo sulla biancheria I residui di detersivo, come quelli di ipoclorito, non devono essere presenti

poiché sono causa di ingrigimenti e usura della biancheria. La loro presenza ci indica che dobbiamo agire sul dosaggio degli acidificanti dell’ultimo bagno di lavaggio (la cui funzione è proprio quella di rimuovere i residui dei detergenti/saponi e non dell’ipoclorito) oppure, nei casi più gravi, che è necessario aggiungere un risciacquo. I residui di detersivo possono essere rilevati direttamente con un indicatore specifico, versando qualche goccia di indicatore sul tessuto umido appena lavato, in caso di presenza di residui di detersivo si avrà una colorazione verdastra. In caso di assenza di essi, la colorazione sarà arancione. La presenza di residui di detersivo sui tessuti causerà un ingiallimento della biancheria durante la fase di stiro.

QT = Quantità in litri di acqua ossigenata da mettere nella fase di candeggio.

LT = Litri d'acqua del bagno di lavaggio.

OA% = % di ossigeno attivo desiderata nel bagno di lavaggio. 100 = Moltiplicatore fisso della proporzione.

CRP = Concentrazione reale in % dell'acqua ossigenata misurata.

S•58 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022 LAVANDERIE INDUSTRIALI

Alta efficacia ad impatto contenuto con la gamma Green'r

I prodotti Christeyns con certificazione ecologica sono stati sottoposti a severi criteri di controllo: la loro efficacia, perciò, è uguale o addirittura superiore alle loro controparti classiche.

La gamma Green'r offre più di 88 prodotti con marchio Ecolabel, atossici, rispettosi dell'ambiente e

in grado di ridurre i rischi di allergia. Anche a bassi dosaggi i prodotti Green’r mostrano risultati impeccabili e massima efficienza risparmiando su acqua, costi di trasporto e imballaggio.

A seconda dell’area di utilizzo, sono disponibili diverse tipologie di prodotto:

IGIENE CUCINA

Include prodotti per la pulizia professionale, igiene della cucina e lavaggio automatico delle stoviglie. I detersivi sgrassanti e disin-

crostanti sono disponibili in diversi formati, concentrazioni e forme, solidi e spray, garantendo risultati impeccabili.

CURA DEI PAVIMENTI

I prodotti si concentrano sulla manutenzione e trattamento di diverse tipologie di pavimenti. I manutentori quotidiani proposti sono disponibili in diverse fragranze e varianti ecologiche, mentre una serie di prodotti per applicazioni specifiche garantiscono di avere un pavimento sempre pulito e protetto.

IGIENE SUPERFICI

La gamma per la pulizia degli interni è composta da prodotti per diverse superfici e finalità. I detergenti sono disponibili in formule concentrate o pronte all'uso e sono accompagnati da sgrassanti, disincrostanti e cere.

IGIENE BAGNI

La gamma per la pulizia dei bagni propone prodotti per la pulizia quotidiana e periodica di servizi igienici e bagni. I prodotti forniti sono pronti all'uso e concentrati.

christeyns.com KITCHEN HYGIENE FLOOR CARE INTERIOR CLEANING WASHROOM CLEANING PERSONAL CARE TEXTILE CARE CAMBIAMO LE REGOLE DEL GIOCO DELLA PULIZIA PROFESSIONALE CON PIÙ DI 85 PRODOTTI A MARCHIO ECOLOGICO CHRISTEYNS.COM informazione pubblicitaria

Pulizia nelle camere di hotel

Le statistiche degli ultimi anni in tema Hotellerie dimostrano che l’ospite è sempre più esigente e richiede un’alta qualità dei servizi offerti dalla struttura ricettiva, soprattutto in termini di cleaning. Ai tempi odierni, le richieste dei clienti sono incentrate su 3 pilastri fondamentali: igiene e pulizia, sicurezza e professionalità.

La customer experience diventa giorno dopo giorno il nodo centrale della qualità di un hotel, in quanto per-

mette di testare il livello dei servizi erogati e modulare la propria offerta secondo il metro di giudizio più prezioso: il sentiment dei clienti. Marka brand di MK Spa, grazie ai suoi tre Sistemi (Sistema Detergenza, Sistema Igiene, Sistema Ambiente) e alle sue ampie soluzioni di cleaning, offre alle strutture ricettive l’opportunità di concedere ai propri ospiti la possibilità di vivere in ambienti puliti e sicuri. Concentrandosi sulle camere di un hotel, si può affermare che

queste presentano diverse zone, ognuna delle quali è soggetta a tipologie di sporco differenti le une dalle altre che possono essere generate da capelli, cartacce, striature di suole di scarpe, impronte e sversamento di liquidi o prodotti cosmetici.

ZONA LETTO

Per questa area, nella quale è più probabile che siano presenti sporco libero, polvere e sporco organico, Marka consiglia due soluzioni: BH Gel e Sanispray

PMC . BH Gel è un detergente gelificato profumato ideale per le attività di spolvero. Può essere utilizzato su tutti gli arredi, sulle vetrate oltre che su schermi, monitor, PC e superfici laccate dove è più probabile che si generi sporco provocato da impronte e polvere. La sua speciale formula in gel, aderisce perfettamente alle superfici senza colare. La disinfezione delle superfici nella zona letto è la fase successiva a quella dello spolvero.

informazione pubblicitaria

Per questa esigenza, la soluzione ideale è Sanispray PMC, il disinfettante superfici e cute autorizzato Presidio Medico Chirurgico. La sua formulazione con alcool etilico >70% garantisce una profonda disinfezione di tutte le superfici lavabili ed è attiva contro virus, batteri e funghi. All’interno della zona letto, è possibile trovare anche tessuti e tendaggi che possono essere ricettacolo di polvere e odori sgradevoli. Per la loro pulizia è necessario prima utilizzare un’aspirapolvere per rimuovere lo sporco libero e poi procedere con il lavaggio utilizzando detergenti specifici in base alla tipologia dei tessuti. In una fase successiva, Marka consiglia l’utilizzo del suo Deo Hygiene , il deodorante igienizzante a base di sali quaternari d’ammonio. La sua speciale formulazione non unge e non macchia

e dona una fragranza fresca e persistente ai tessuti. Spostandosi dalla zona letto alla zona bagno della camera, è possibile trovarsi di fronte ad altre tipologie di sporco: da quello grossolano generato da cartacce e confezioni allo sporco libero provocato da peli e capelli fino allo sporco organico dovuto allo sversamento di creme, olii, cosmetici o altri liquidi.

ZONA BAGNO

Per la pulizia dell’ambiente bagno, Marka mette in campo Bh Bath , l’anticalcare a base di acido citrico specifico per una pulizia profonda di tutte le superfici del bagno resistenti agli acidi. Grazie alla sua speciale formulazione, con un solo passaggio rimuove velocemente calcare e sporco grasso, lasciando le superfici brillanti e lucide. L’anticalcare a base

acida è consigliato per superfici anche in porcellana. Per trattare superfici in marmo, invece, è consigliato l’utilizzo di un detergente anticalcare alcalino come il Klean Bath di Marka. Si tratta di un anticalcare a base di sali quaternari d’ammonio idoneo per marmo e pietre naturali, vasche idromassaggio, docce, sanitari e rivestimenti in ceramica. Per il WC, Marka consiglia il suo Bh Deo WC , il detergente a base di acido citrico con alto potere pulente e disincrostante che dona un piacevole e persistente profumo alla superficie.

PULIZIA

DEI PAVIMENTI

Dopo aver pulito tutte le zone della camera hotel, non rimane altro che dedicarsi ai pavimenti. Per questa esigenza, Marka mette in campo il suo Bh Floor, il detergente liquido profu-

mato con alto potere sgrassante indicato per la manutenzione quotidiana di tutti i pavimenti. La sua speciale formula è ideale anche per pavimenti protetti e superfici delicate. Durante la pulizia di una camera di hotel, è consigliato non utilizzare prodotti detergenti con profumazioni differenti l’una dall’altra in quanto potrebbe risultare invadente per l’ospite. È per questo motivo che Marka consiglia anche l’utilizzo dei prodotti della linea Bh in quanto, nonostante abbiano formulazioni, specifiche e destinazioni d’uso differenti, posseggono la stessa fragranza e donano all’ambiente una profumazione uniforme, rendendolo più accogliente e piacevole per l’ospite.

markacleaning.com mkspa.com

Wellness tourism

Il settore sconta ancora gli effetti della crisi pandemica

Secondo il gruppo di esperti di Vision Research Reports, entro il 2028 si registrerà il consolidamento dei flussi del wellness tourism e il fatturato globale del comparto crescerà del 60%, passando dai 684 miliardi di dollari del 2020 ai 1.100 miliardi di dollari

Nel 2020 gli incassi totali del settore termale si sono assottigliati del 63%, con un -60% di ricavi provenienti dal flusso delle cure termali convenzionate e un -64% i ricavi degli altri servizi erogati dagli stabilimenti (alloggio, ristorazione, medicina estetica, ecc.). Dati in controtendenza rispetto l’andamento 2014-2019: nel quinquennio prepandemico infatti il numero dei viaggi effettuati con l’intento di mantenere o potenziare il benessere personale ha registrato, a livello mondiale, una crescita esponenziale

con un tasso medio annuo di crescita raddoppiato rispetto a quello del settore turistico nel suo complesso. Secondo le previsioni di vari centri di ricerca, superata l’emergenza sanitaria e ripristinato il clima di fiducia sui mercati, il wellness tourism riprenderà a correre a ritmo sostenuto, grazie al

crescente contributo delle economie emergenti e, più in generale, alla maggiore propensione dei consumatori a spendere di più per la salute e il benessere. In particolare, secondo il gruppo di esperti di Vision Research Reports, il fatturato globale del settore lieviterà nel periodo 2020-2028 di oltre il 60%, passando dai 684 miliardi di dollari del 2020 ai 1.100 miliardi di dollari del 2028 e si prospettano anche per il mercato europeo e di conseguenza per l’Italia opportunità interessanti di guadagno.

PRESTAZIONI TERMALI: RINNOVO ACCORDO NAZIONALE

“Dopo due anni di trattative portate

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avanti da Federterme con le Regioni e la Commissione Salute, che ringraziamo per aver compreso la necessità non più rinviabile di supportare – gravemente danneggiato già dal Covid e ora dalla crisi energia - il settore termale, è stato firmato l’accordo di rinnovo per l’erogazione delle prestazioni termali per il triennio 2022-2024 che prevede, tra l’altro, un incremento delle tariffe per le cure erogate SSN che consentirà un recupero parziale dei costi, soprattutto di quelli energetici, che sono ‘esplosi’ in questo ultimo periodo.

“Un traguardo - sottolinea Massimo Caputi, presidente di Federterme Confindustria - di grande rilevanza per il settore in un momento di difficoltà in cui tutto il Paese sta vivendo momenti complessi e un adeguamento economico che, insieme agli altri strumenti, che con lavoro costante e certosino siamo riusciti a fare

SPA come Salus Per Aquam. Dai secoli passati ad oggi l’Italia è la terra privilegiata per la quantità e la qualità straordinaria delle sue terme. Per gli Etruschi erano acque sacre dove ritrovare benessere e salute. Per gli antichi Romani molto di più: non solo conoscevano gli effetti benefici delle acque termali, ma le terme erano il luogo deputato a creare benessere, bellezza ma anche relazioni importanti.

La cultura degli stabilimenti termali della Roma Imperiale ha fatto scuola in tutta Europa ed ancor oggi, per tutto il mondo, l’Italia è sempre il Paese con la maggior offerta termale di qualità

scientifica.

Oltre 320 centri termali in funzione, il 90% dei quali accreditato al Servizio Sanitario Nazionale, un ingente patrimonio che coniuga, le proprietà curative delle proprie acque con la bellezza e l’offerta culturale del territorio.

Il termalismo è un valido aiuto nella prevenzione e nella cura di molte patologie croniche e contribuisce a ridurre la somministrazione di farmaci.

La riabilitazione termale riduce in modo molto significativo i tempi di recupero, anche per gli sportivi. Il sistema termale italiano accoglie e assiste 2 milioni e 790 mila clienti, di cui il 12% composto da stranieri.

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LE TERME IN ITALIA

attivare al Legislatore, ci ristora, in parte delle perdite subite a causa degli eventi degli ultimi due anni e mezzo, mentre permane un grave pericolo dalla crisi energetica. Peraltro il Sistema Termale Italiano sta dimostrando un ulteriore grande funzionalità nel trattamento delle patologie post Covid”.

RALLENTARE LA MORSA DEL CARO-ENERGIA

Ci sono le comunità energetiche nel futuro prossimo dell’industria delle cure termali. A dirlo Massimo Caputi, presidente Federterme - Confindustria. “Siamo pronti a dare vita alle comunità energetiche che consentono enormi economie nella produzione e nella gestione dell’energia. Purtroppo il loro decollo è legato a due decreti attuativi che dovevano uscire entro 90 giorni, ed entro 180 giorni dal decreto legislativo 199 del 2021, ma incredibilmente non risultano emanati, ritardando in modo inspiegabile il decollo di tale strumento”. In altre parole uno stop forzoso ed estremamente costoso che mette a rischio la sopravvivenza della manifattura italiana mentre il comparto termale nell’arco di sei anni ha visto moltiplicare il peso della componente energia ormai diventata la prima voce di costo. Fino al 2021 era intorno all’11% mentre oggi supera il 40%. Nel dettaglio, secondo le analisi di Federterme, il peso dell’energia elettrica è di circa il 25%, quello del gas è intorno al 13,3%, mentre l’acqua tra il 2016 e il 2022 è rincarata del 22%. Gli aumenti delle altre voci sono più o meno allineati con l’andamento dell’inflazione. Il costo del lavoro in media ora pesa per il 36,5% contro il 44,7% del 2016 ed è stato superato dall’energia. “Una situazione purtroppo comune ad altri settori - rincara il presidente - che sta devastando un sistema che dà lavoro a 60mila persone, supporta le cure di oltre tre milioni di italiani e ha un ruolo trainante per lo sviluppo di attività collaterali”. Per rallentare la morsa del caro energia Federterme è riuscita ad ottenere

dal governo del Premier Draghi l'inserimento nel Decreto Aiuti bis di una norma transitoria che liberalizza per 24 mesi l'installazione di pannelli fotovoltaici per l'autoproduzione di energia elettrica nei complessi termali, con una accelerazione dei tempi di esecuzione per poterli avere in “produzione” dopo pochi mesi. “Con l'obiettivo di ridurre i tempi di realizzazione. Federterme promuove la realizzazione di un consorzio di aziende”, sottolinea Caputi. Federterme ha scelto di percorrere la via delle comunità energetiche previste dalla direttiva europea Clean Energy Package (Cep), a cui partecipano utenti vicini tra loro, che hanno a disposizione impianti per le rinnovabili, la cui produzione è destinata all'autoconsumo. Lo

scopo è di fornire benefici ambientali, economici e sociali ai soci, privilegiando criteri di autonomia energetica e lo sviluppo locale. Si passa dal modello dell'azienda consumatrice a produttore in proprio dell'energia necessaria, che si aggrega per condividere la capacità disponibile riducendo la spesa energetica. I soci possono produrre, consumare, immagazzinare e vendere sul mercato le energie rinnovabili o scambiare all'interno della comunità l'energia prodotta o installare e gestire sistemi di stoccaggio per autoconsumo senza oneri di rete.

Fonte: visionresearchreports.com/ wellness-tourism-market/37033; federterme.it

LA FEDERTERME

La Federterme – Federazione Italiana delle Industrie Termali e delle Acque Minerali Curative – è stata fondata nel 1919 ed è l’unica organizzazione italiana rappresentativa delle Aziende termali del nostro Paese, che vi aderiscono per la quasi totalità. Federterme è uno dei soci di categoria del sistema di rappresentanza di Confindustria; nel 1993 ha contribuito alla nascita – come socio cofondatore – di Federturismo (Federazione Nazionale dell’Industria dei viaggi e del Turismo), portatrice delle istanze provenienti dal comparto turistico nazionale.

A livello internazionale, Federterme aderisce alla FEMTEC – Federazione Mondiale del Termalismo e del Climatismo, associazione che rappresenta, fin dal 1937, una rete tra le eccellenze del termalismo a livello mondiale, e dell’ESPA – European Spas Association – nell’ambito della quale convergono le maggiori rappresentative delle terme, dei resort e delle spa sanitarie europee.

Il compito istituzionale della Federterme è quello della rappresentanza e della tutela collettiva economica e sindacale delle imprese operanti nel settore termale e delle acque minerali curative, attraverso il superamento della frammentazione naturalmente esistente in un mondo composto da 320 aziende; unitarietà della rappresentanza e coesione conferiscono maggiore autorevolezza alle richieste e affidabilità al dialogo con le strutture istituzionali esterne.

L’attività sociale è svolta su tutto il territorio nazionale in relazione alla dislocazione delle centinaia di fonti di acqua termale presenti nelle 20 regioni italiane, “assecondando” la diffusione capillare della risorsa termale e delle connesse aziende sia direttamente, sia attraverso organismi regionali operanti nell’ambito di Federterme.

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ALADIN, sistema di diluizione automatico

Il sistema Aladin, progettato e realizzato da AR-CO Chemical Group, produttore italiano di detergenti professionali, permette, attraverso la nuova piattaforma web Aladin, la programmazione preventiva delle diluizioni del prodotto preparate sulla base delle attività da svolgere nel cantiere e in base alle esigenze del cliente.

Nello specifico, Aladin GT5 è un distributore automatico di detergente concentrato che ottimizza e controlla la diluizione e l’uso dei de-

tergenti, con l’ausilio di un software. Esso permette, infatti, una mirata valutazione dei consumi in funzione di tutte le operazioni di pulizia previste nei cantieri, per singolo operatore e per ogni prodotto. L’erogazione avviene attraverso un badge RFID in dotazione all’operatore.

Il sistema di erogazione Aladin è equipaggiato da una porta usb in cui è possibile caricare il file di configurazione della macchina, con i dati delle erogazioni da

effettuare. I dosaggi sono garantiti tramite l’ausilio di una bilancia elettronica. Si tratta di un sistema di cleaning sicuro per l’operatore poiché la corretta diluizione del prodotto, garantita dal sistema, permette un miglioramento o eliminazione della simbologia di pericolo da detergente super concentrato a prodotto pronto all’uso.

La piattaforma web di Aladin permette il controllo da remoto dei consumi dei prodotti erogati. Grazie a

questo sistema l’impresa ha la possibilità di verificare via remoto lo stato del consumato del cantiere.

Aladin GT5 si attiva esclusivamente con i prodotti della linea Aladin di Arco, grazie a un'etichetta posizionata sulla tanica del prodotto super concentrato, che permette ad Aladin di riconoscerla e quindi attivarsi. La gamma prodotti offre l’opportunità di sviluppare un piano di cleaning green a 360° grazie a prodotti certificati Ecolabel e a impatto zero. L’impresa di servizi che utilizza il sistema Aladin e prodotti Ecolabel,è agevolata nell’intraprendere l’iter di certificazione Ecolabel del servizio di pulizia all’interno di un cantiere specifico.

Aladin GT5 è la soluzione ideale per molteplici settori: Ospitalità, Sanitario, Assistenziale, Scolastico e Universitario, Wellness e benessere, Commerciale, Civile e Industriale.

ALADIN GT5

Peso | 49 kg

Altezza | 128 m

Larghezza | 67 cm Profondità | 30 cm Capacità | 4 taniche Tempo di riempimento flacone | 3 0’’

Sistema di erogazione Flaconi in soluzione pronto all’uso o ricarica

DETERGENZA
arcochimica.it

Depuratori d’aria UV-C AIR

A maggio 2020 l’Istituto Superiore di Sanità inserisce la luce UV-C nelle sue raccomandazioni sulla sanificazione durante l’emergenza Covid-19 dichiarando che “studi in vitro hanno dimostrato chiaramente che la luce UV-C è in grado di inattivare il 99,99% del virus dell’influenza in aerosol”.

Nello specifico ITALSAN ha progettato e realizzato due tipi di macchine che utilizzano lampade a luce ultraviolet-

ta germicida e virucida con raggi a 254 nm: Air Sanitizer 60-120 ed Air Sanitizer 240

Le radiazioni UV-C emesse da questi purificatori d’aria hanno la capacità di disattivare, distruggendo il DNA e l’RNA di virus e batteri, sino al 99,99% degli agenti patogeni presenti in atmosfera all’interno degli ambienti trattati. – Rif. (Fonte: ISS Istituto Superiore di Sanità). La loro efficacia è testata e certificata da prove di primari Laboratori di Analisi. Le macchine Air Sani-

tizer 60-120 ed Air Sanitizer 240 agiscono anche contro muffe, spore e funghi.

CARATTERISTICHE TECNICHE

I purificatori a raggi UV-C Italsan Air Sanitizer 60-120 ed Air Sanitizer 240 sono efficaci in ambienti come scuole, uffici, ospedali, palestre, aeroporti, alberghi, sale d’attesa, ristoranti, stazioni di servizio, condomini, ecc.

Non lasciano nessun residuo tossico in ambiente (ottengono l’effetto di sanificazione con i raggi UV-C; una volta spenti non lasciano alcun tipo di traccia chimica o organica). Sono veloci ed efficaci: una volta accesi iniziano immediatamente a sanificare e agiscono uniformemente in

tutto l’ambiente, sfruttando il riciclo continuo dell’aria presente nell’ambiente). L’effetto sanificante generato si replica e non diminuisce nel tempo. Nel momento in cui una persona passa nell’ambiente igienizzato, portando con sé nuove colonie di batteri e virus che entrano nel pulviscolo atmosferico e si propagano nell’aria, vengono velocemente aggredite e inattivate nel momento in cui sono irradiate dai raggi UV-C.

Le lampade hanno una durata di circa 9000 h e i filtri HEPA vanno cambiati ogni 3/4 mesi.

I purificatori d’aria Air Sanitizer 60-120 ed Air Sanitizer 240 sono equipaggiati con una serie di dispositivi per la sicurezza delle persone e degli animali.

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italsan.it
Prodotti per l'igiene e la profumazione nella comunità Depuratori d’aria a raggi UV-C per la sanificazione dell’aria in ambienti chiusi AIR SANITIZER 240 Tratta sino a 485 m3/h Lampade: 240 W-UV-C Doppio filtro HEPA Timer + telecomando 3 velocità Double safety system AIR SANITIZER 60/120 Tratta sino a 100 m3/h Lampade da 60-120 W Filtro HEPA - carboni attivi Timer + interruttore lumex Integrated security system I depuratori d’aria Italsan a raggi UV-C sono rigorosamente Made in Italy www.italsan.it italsan@italsan.it

Qualità dell’aria in albergo

Qualità dell’aria indoor e microclima, anche modulati dalle condizioni stagionali esterne, possono rappresentare fattori chiave nella trasmissione di infezioni e nei modelli epidemiologici stagionali negli ambienti chiusi

Una ventilazione adeguata e un regolare ricambio d’aria, oltre che per mantenere condizioni di comfort, sono necessari per garantire la salubrità, riducendo la concentrazione di particolato e inquinanti di

natura biologica. Inoltre, è opportuno ricordare che l’esigenza di ventilare e arieggiare periodicamente gli ambienti ha assunto particolare importanza a seguito dell’efficientamento energetico degli edifici, che ha determi-

nato una riduzione della ventilazione naturale per infiltrazione attraverso l’involucro edilizio. Diventano quindi di prioritaria importanza le condizioni che favoriscono la ventilazione degli ambienti indoor e, dove non sia possi-

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bile o sufficiente avvalersi della ventilazione naturale, è necessario installare apparecchi di ventilazione forzata che esigono una manutenzione appropriata soprattutto se si trovano in ambienti dove sussistono condizioni di aumentato pericolo di diffusione di malattie.

SISTEMI DI VENTILAZIONE E DI CLIMATIZZAZIONE

Di seguito vengono descritti i principali componenti dei sistemi di ventilazione e di climatizzazione che possono favorire la movimentazione dell’aria in ambienti indoor.

Unità di trattamento aria

Le UTA sono dispositivi impiegati nel trattamento e nella circolazione dell’aria all’interno degli edifici, quale parte integrante del sistema di riscaldamento, ventilazione e condizionamento dell’aria (HVAC, acronimo del termine anglosassone Heating, Ventilation, and Air Conditioning system). Sono fondamentalmente costituite da un contenitore in pannelli isolanti con rivestimento metallico, nel quale sono presenti i seguenti elementi, elencati in funzione della loro disposizione prevalente a partire dal punto di ingresso dell’aria sottoposta a trattamento: una o più batterie di filtri, costituite da elementi filtranti con grado di filtrazione da grossolano a fine ISO Coarse, ISO ePM10, ISO ePM2,5 e ISO ePM1 (UNI EN ISO 16890); la sostituzione o rigenerazione dell’elemento filtrante deve essere programmata con periodicità adeguata a garantire il corretto esercizio, oppure attuata in relazione all’effettiva usura, mediante monitoraggio della pressione differenziale attraverso il filtro; una o più batterie alettate (generalmente rame-alluminio) di riscaldamento e/o di raffreddamento, per il controllo della temperatura e la deumidificazione; un umidificatore di tipo evaporativo, a vapore, nebulizzazione, ultrasuoni o pacco bagnato, per l’umidificazione in periodo invernale; uno o più ventilatori, per la movimentazione

dell’aria trattata; altri dispositivi per la regolazione del flusso di aria, il recupero energetico, il controllo del processo, l’attenuazione acustica, nonché eventuali ulteriori stadi di filtrazione HEPA e ULPA. Le UTA, collocate abitualmente all’interno dell’edificio, in appositi locali tecnici, o sulla copertura, sono normalmente collegate ad un sistema di canalizzazioni di distribuzione dell’aria nell’edificio, nonché alle eventuali canalizzazioni di ripresa. In funzione della modalità operativa (aria primaria o tutt’aria), una parte più o meno significativa dell’aria di ripresa dell’UTA viene ricircolata, mentre è generalmente sempre prevista una quota significativa di aria di rinnovo prelevata all’esterno dell’edificio. In casi particolari, la circolazione dell’aria tra l’edificio e l’UTA avviene direttamente senza canalizzazioni. Una corretta gestione dell’impianto e interventi regolari di pulizia e manutenzione sono i mezzi con cui assicurare la buona qualità dell’aria fornita agli ambienti serviti.

Ventilconvettori o unità terminali idroniche del tipo fan coil I ventilconvettori, noti anche col termine anglosassone di fan coil, sono dei terminali per il controllo della temperatura ambiente, ad uso locale, costituiti da un filtro grossolano per l’aria, uno scambiatore di calore alettato per il riscaldamento o il raffreddamento dell’aria, un ventilatore e una vaschetta di raccolta per lo scarico della condensa eventualmente prodotta in fase di raffreddamento. I componenti sono racchiusi in un mobiletto dotato di griglie per l’ingresso e l’uscita dell’aria. I ventilconvettori sono situati all’interno o in prossimità dello spazio da condizionare con immissione diretta dell’aria nella zona o attraverso canalizzazione di modesta estensione. Trattano esclusivamente l’aria presente nei singoli locali dell’edificio. I ventilconvettori si distinguono in: dispositivi a bassa pressione (prevalenza), privi di canalizzazione; sono dotati di filtri

grossolani, ISO Coarse, (tipicamente G3, in grado di trattenere dall’80% al 90% del particolato); dispositivi ad alta pressione (prevalenza), concepiti per l’utilizzo di canalizzazioni di mandata e ripresa; possono essere dotati di filtri a media efficienza (tipicamente fino a M6, in grado di trattenere tra il 55% e il 65% di materiale particolato PM2,5 e del 60% di PM10). I ventilconvettori devono essere sottoposti ad interventi di pulizia e manutenzione al fine di prevenire la contaminazione degli ambienti serviti a seguito del rilascio di contaminanti chimici e microbiologici da filtri esausti.

Climatizzatori a espansione diretta o del tipo a split

Per climatizzatore ad espansione diretta si intende un sistema costituito da un’unità esterna e una o più unità interne (terminali o split) collegate tra di loro da tubi, all’interno dei quali fluisce un gas frigorifero (R407c, R410a o R32). L’unità esterna (contenente il compressore, un ventilatore e uno scambiatore di calore condensatore/ evaporatore) scambia calore con l’aria esterna. L’unità interna, similare ad un ventilconvettore, è costituita da un filtro grossolano dell’aria, uno scambiatore di calore alettato evaporatore/condensatore, un ventilatore e una vaschetta di raccolta per lo scarico della condensa eventualmente prodotta in fase di raffreddamento, nel funzionamento come evaporatore. I componenti sono racchiusi in un mobiletto dotato di griglie per l’ingresso e l’uscita dell’aria. Gli split sono situati all’interno o in prossimità dello spazio da condizionare con immissione diretta dell’aria nell’ambiente o attraverso canalizzazione di modesta estensione. Trattano esclusivamente l’aria presente nei singoli locali dell’edificio. Gli split si possono distinguere in: dispositivi a bassa pressione (prevalenza), privi di canalizzazione; sono dotati di filtri grossolani, ISO Coarse, (tipicamente G3, in grado di trattenere dall’80% al

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90% del particolato); dispositivi ad alta pressione (prevalenza), concepiti per l’utilizzo di canalizzazioni di mandata e ripresa; possono essere dotati di filtri a media efficienza (tipicamente fino a M6, in grado di trattenere tra il 55% e il 65% di materiale particolato PM2,5 e del 60 % di PM10). Gli split devono essere sottoposti ad interventi di pulizia e manutenzione al fine di prevenire la contaminazione degli ambienti serviti a seguito del rilascio di contaminanti chimici e microbiologici da filtri esausti.

Climatizzatori portatili monoblocco Sono dispositivi per il trattamento locale dell’aria facilmente trasportabili in tutti gli ambienti di un edificio, fermo restando la necessità di espellere all’esterno l’aria calda mediante un apposito tubo flessibile da collocare tra i serramenti della stanza, al di sotto delle tapparelle o attraverso un foro realizzato sul vetro o nella parete. Questa tipologia di dispositivi presenta lo stesso tipo di funzionamento dei climatizzatori a split e deve essere sot-

toposta alle medesime operazioni di pulizia ordinarie e straordinarie.

FAVORIRE IL RICAMBIO DELL’ARIA

Fra gli aspetti che l’impianto di climatizzazione di una struttura ricettiva deve essere in grado di soddisfare c’è la qualità dell’aria interna, fattore fondamentale per il raggiungimento del comfort ottimale: è quindi necessario disporre di un sistema che assicuri un adeguato ricambio dell’aria nella struttura. Nello specifico, bisogna tener presente che un hotel è caratterizzato da aree differenti (camere, cucine, ristoranti, palestre, piscine, sale congressi, ecc.), ognuna delle quali presenta esigenze diverse in merito.

Per calcolare la portata d’aria esterna da immettere in un ambiente, si fa riferimento alla UNI 10339: gli impianti, secondo questa norma, devono assicurare un quantitativo d’aria esterna almeno pari a specifici valori minimi, che variano a seconda della destinazione d’uso dei locali. Inoltre, il sistema deve garantire una filtrazione minima

dell’aria e la movimentazione della stessa, con velocità fissata entro limiti precisi. In genere, per consentire il rinnovo dell’aria negli ambienti e permettere un’adeguata umidificazione e deumidificazione, gli alberghi sono dotati di un impianto di aria primaria che ha come perno centrale unità di trattamento dell’aria (UTA). Come abbiamo visto, il sistema è costituito da canali e griglie per l’estrazione dell’aria viziata, da canali e bocchette per distribuire l’aria pulita e da un sistema di ventilazione. Il compito dell’unità di trattamento dell’aria è quello di purificare l’aria, grazie ai filtri, e di portarla ai giusti livelli di umidità e di temperatura prima di reimmetterla nell’edificio. Di frequente, le UTA sono dotate anche di recuperatore di calore che ne incrementa le prestazioni energetiche.

INDICAZIONI GENERALI PER UNA CORRETTA MANUTENZIONE

La manutenzione degli impianti di climatizzazione è fondamentale per garantirne l’efficienza energetica e per

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assicurare la salubrità dell’aria negli ambienti. Oltre ad influire sulle prestazioni energetiche dell’apparecchio, infatti, una regolare manutenzione dell’impianto dell’aria condizionata migliora la qualità dell’aria indoor, in quanto previene l’accumulo di agenti patogeni che, dall’impianto, potrebbero diffondersi, incidendo negativamente sulla salute degli ospiti e del personale: per questo è importante prevedere una periodica manutenzione dell’aria condizionata. Prima degli interventi di manutenzione, gli impianti devono essere spenti per 10 minuti, dopo il raffreddamento del componente a temperatura ambiente, al fine di consentire la sedimentazione del particolato più grossolano.

La pulizia delle superfici esposte delle apparecchiature di climatizzazione e ventilazione (griglie, bocchette, ecc.) deve essere integrata nella procedura di pulizia e sanificazione dei pavimenti, degli arredi e del resto degli ambienti. I componenti degli impianti di climatizzazione e ventilazione sono in prevalenza costituiti da acciaio verniciato o zincato, alluminio e diverse tipologie di plastica. Il rame presente negli stessi è limitato a pochi componenti di mode-

sta estensione.

La manutenzione degli impianti di ventilazione (UTA, VMC) deve essere eseguita come di consueto, con una particolare accortezza nel garantire il corretto esercizio dei filtri al fine di garantire l’erogazione della portata nominale della macchina (filtri sporchi riducono la portata di aria di ventilazione). Altrettanta cura deve essere posta nella pulizia e sanificazione ordinaria degli umidificatori e delle batterie di scambio termico con le consuete finalità di igiene.

I RESPONSABILI DELLA MANUTENZIONE

Chi deve occuparsi del controllo e della manutenzione dell’impianto di condizionamento? Come si legge nel D.P.R. 74/2013, “l’esercizio, la conduzione, il controllo, la manutenzione dell’impianto termico e il rispetto delle disposizioni di legge in materia di efficienza energetica sono affidati al responsabile dell’impianto, che può delegarle ad un terzo”.

Per quanto riguarda invece l’esecuzione materiale delle operazioni di controllo e di manutenzione, queste devono essere svolte da ditte abilitate ai sensi

del decreto del Ministro dello sviluppo economico 22 gennaio 2008, n. 37.

DISPOSIZIONI IN MERITO

ALLA SICUREZZA SUL LAVORO Anche il D.Lgs 81/2008, Testo Unico sulla salute e sicurezza sul lavoro, rimarca il fatto che gli impianti di condizionamento “devono essere periodicamente sottoposti a controlli, manutenzione, pulizia e sanificazione per la tutela della salute dei lavoratori”. Specifica inoltre che “qualsiasi sedimento o sporcizia che potrebbe comportare un pericolo immediato per la salute dei lavoratori dovuto all’inquinamento dell’aria respirata deve essere eliminato rapidamente”.

Infine, si ricorda che una corretta e regolare manutenzione dell’impianto di condizionamento di un hotel serve anche a ridurre il rischio di diffusione della legionella, batterio responsabile di una malattia chiamata Legionellosi che interessa principalmente le vie respiratore e che si acquisisce per via aerea.

(Fonte: Rapporto ISS COVID-19 • n. 33/2020. Versione del 25 maggio 2020 Gruppo di Lavoro Ambiente-Rifiuti COVID-19; https://www.mlgroup.it/)

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Ambienti sani e dall’aria pulita

Con l’autunno e i primi freddi in arrivo e con le nuove direttive per il risparmio energetico, all’interno degli spazi chiusi, ci sarà sempre meno la possibilità (e la voglia) di aprire le finestre per far arieggiare le aree di lavoro condivise. All’interno di contesti come questi, è maggiormente favorevole la proliferazione di batteri e la permanenza nell’aria di VOC – Composti Organici Volatili -, conseguenza che fa diventare la questione aria pulita negli spazi chiusi ancora più di primaria importanza per garantire la sicurezza fisica dell’individuo e il suo benessere. Ma, come è possibile garantire una maggiore sicurezza negli ambienti indoor? La soluzione la fornisce Initial, azienda rinomata a livello mondiale in sanificazione e in servizi per l’igiene, grazie a diversi dispositivi di purificazione d’aria che lo rendono specialista in questo settore.

Una vera e propria mission quella di Initial che, unendo innovazione, ricerca tecnica e prodotti, propone soluzioni mirate alla sicurezza e al benessere delle persone. Nasce con questo intento la linea di purificatori d'aria VIRUSKILLER™ in grado di rimuove il 99,9999% dei virus con un singolo passaggio d'aria, grazie a una innovativa tecnologia costituita da pre-filtri e da un reattore integrato composto da lampade UV-C e da filtri esago-

nali TiO2 cromati. L’alta tecnologia incontra il design e propone diverse opzioni di prodotto che rispondono all’esigenza di purificazione di spazi con diverse dimensioni. Come ad esempio il pratico e leggero modello Hextio, purificatore d’aria da tavolo ad uso personale o ancora il VIRUSKILLER™ 401, da installare a muro, ideale per bagni e spazi comuni di medie dimensioni come aule scolastiche, uffici e studi medici medio/ piccoli, sale meeting, sale d’attesa e ambulatori, fino a 60m². VIRUSKILLER™ 102 invece, è il dispositivo più grande della gamma ed è ideale per ambienti fino a 165 m², come studi medici e sale d’attesa, laboratori e ampi spazi comuni quali palestre e grandi lobbies di hotel. E se il rincaro bollet-

ta ha già bussato alla porta di aziende e privati, per un utilizzo 24/7, si può ricorrere al dispositivo Aeramax Pro AM3, silenzioso e a basso consumo energetico, adatto per ambienti affollati di medie dimensioni, fino a 55 m². Grazie a sensori automatici e modalità operative intelligenti, che si adattano in automatico alla qualità dell’aria, questo modello passa in standby quando non necessario così da garantire il risparmio di energia. Per ambienti più grandi, fino ai 72 m2 c’è Inspire Air 72 - disponibile anche con display digitalepotenziato con filtro HEPA H13 che garantisce un’efficacia del 99.95% su odori, virus, batteri, allergeni e composti organici volatili (es. benzene, formaldeide e fumo di tabacco).

Initial, grazie a una ricerca internazionale e alla sua ampia offerta di servizi e prodotti, ha la missione di creare un ambiente quanto più ospitale e naturale possibile, un percorso studiato a misura delle esigenze dei professionisti che ha come destinazione proprio il benessere. Star bene che parte dall’igiene del bagno, con servizi che rimuovono i cattivi odori e a dispenser che igienizzano le mani riducendo la contaminazione crociata, e a soluzioni di arredo con il servizio di piante da interni e una selezione di tappeti antipolvere personalizzati. Una cultura del benessere indoor a 360° composto anche da webinar di formazione incentrati su tematiche come la purificazione dell’aria e il wellbeing.

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initial.com/it

Un intervento difficile

SPECIALE HOTELLERIE DISINFESTAZIONE

Avolte avere una lunga anzianità di servizio, comporta una certa notorietà. Infatti, rispondo al telefono fisso, il numero non corrisponde ad alcun nominativo in rubrica per cui sono diffidente e, una voce garbata, mi chiede conferma delle mie generalità. Ricordandomi di non dover rispondere con un “SI” chiedo con chi sto parlando. Di colpo sono proiettato nel mio passato girovago come consulente di una multinazionale tedesca, chi mi parla (prossimo alla pensione) faceva parte del personale alla ricezione di un hotel 4 stelle della ospitale Campania. Dopo un sacco “si ricorda?” e “bei tempi” e un breve accenno al Covid e alla crisi energetica mi espone, in veste di vicedirettore (ha fatto carriera), il problema: “Saltuariamente si riscontrano presenze di blatte rossicce di notevoli dimensioni in alcuni mini appartamenti posti al piano terra e in alcune aree esterne particolarmente in prossimità della piscina anche in ore diurne, escludo si tratti di fochisti o “scarafoni”, da una ricerca sul Web sono quasi certo si tratti di Periplaneta americana ”. Mi ragguaglia sullo “storico” dicendomi che rari avvistamenti ci sono sempre stati (lo posso testimoniare per esperienza diretta) contrastati con i “soliti

trattamenti” di cui non mi sa specificare alcun ché. Da un anno la presenza è aumentata al punto di dover porre maggior attenzione al problema. Per cui la ditta di fiducia ha effettuato trattamenti mirati con irrorazioni di micro incapsulati a base di cipermetrina sinergizzata con PBO. I risultati hanno sortito un discreto effetto, ma di breve durata, con un risvolto assai negativo si vedevano periplanete morte o agonizzanti sui pavimenti. È

Chi Periplaneta americana

Dove

Saltuaria e generalizzata senza trovare un’origine certa su cui concentrarsi

Perché Danni di immagine e allarmismo

Come

Posizionamento di punti esca a base di gel (start up ± 70 p.e.) e una dozzina di trappole collanti

Quando Con la massima urgenza

urgente trovare una soluzione che salvi capra e cavoli, ovvero che risolva il problema nella maniera più “riservata” possibile.

SCELTA DELLA STRATEGIA DI LOTTA Come l’ortodossia metodologica richiede si cerca di rispondere alle seguenti domande: chi, dove, perché, come e quando? Senza dimenticare la condizione sine qua non di operare nella maggior sicurezza possibile.

Ciclo biologico: vedi scheda

Aiuole e alcuni mini appartamenti piano terra

Aspetti sanitari statisticamente non rilevanti, ma nemmeno trascurabili

Punto critico il posizionamento del gel e delle trappole collanti in Sicurezza

Data la difficoltà di stabilire le aree di origine dell’infestazione si stimano 6 interventi nel primo anno

Sicurezza DPI classici: guanti e scarpe antiscivolo

I punti esca saranno protetti da tubi trasparenti di ø 5 cm sezionati longitudinalmente lunghi 5-6 cm e fissati con nastro biadesivo. Con etichetta adesiva: non toccare e do not touch. Le trappole collanti saranno posizionate in punti inaccessibili e fissate con nastro biadesivo

S•75 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022

Senza entrare in dettagli operativi che immagino essere presenti nel bagaglio professionale della ditta di fiducia dell’hotel e di chi mi legge li riassumo nella numerazione dei punti esca e delle trappole su una planimetria, sul corretto smaltimento del materiale e nella raccolta dei dati. Pur non essendo in una filiera alimentare il sistema HACCP è un ottimo riferimento metodologico. Oltre tutto la ditta incaricata si occupa anche di servizi nelle industrie alimentari per cui siamo in ottime mani. Mi limito a descrivere il perché si è optato per le esche blatticide a base di imidacloprid.

IMIDACLOPRID

Classe chimica cloronicotinici neonicotinoidi

Formula di struttura (§)

Anno di introduzione 1989 (Bayer)

Attività

La scelta delle esche in gel si basa su alcuni aspetti tecnici (vedi tabella sotto).

PUNTO NAVE

È stata effettuata la terza applicazione e i risultati stimati sembrano avvalorare l’efficacia della strategia di lotta adottata. La stima dei risultati è incoraggiante tanto che è in atto il rinnovo del mandato.

Azione ritardata

Effetto domino

Efficacia sia sugli adulti che sulle neanidi

Sicurezza ambientale

Per ingestione e un’ottima azione sistemica (quest’ultima caratteristica che ne ampia l’utilizzo tecnico è anche un limite alla sua applicabilità indiscriminata)

DL50 acuta orale del p.a. 450 mg/kg sui ratti e 150 sui topolini domestici

DL50 acuta dermale 5.000 mg/kg (ratto)

DL50 acuta orale uccelli Quaglia (Collinus virginianus) 152 mg/kg

CL50 sui pesci Trota (Salmo gairdneri) 211 mg/l

CE (48 h) su crostacei Daphnia 85 mg/l

Api Tossico

(§) per evitare che le formule chimiche di struttura creino un atteggiamento allarmistico riporto quella di un metabolita della camomilla: l’azulene gli altri sono acido salicilico, acido oleico, acido stearico e l’alfa-bisabololo.

La blatta che ingerisce il gel ha il tempo di ritornare nel suo rifugio per cui si evita il rischio antiestetico di trovare blatte morte in bella vista

Dato il cannibalismo che contraddistingue questi insetti e il perdurare dell’effetto insetticida dell’imidacloprid anche nelle spoglie e nelle feci si ottiene un risultato particolarmente utile

Come tutte le esche il risultato si ottiene con l’avvenuta ingestione, per cui l’appetibilità è un fattore determinante.

Ciò premesso in letteratura e sui vari cataloghi e schede tecniche sono riportate queste 5 specie: Blattella germanica, Blatta orientalis, Periplaneta americana, Suppella longipalpa e Polyphaga aegyptiaca.

Il gel se utilizzato con professionale perizia e attenendosi alle indicazioni riportate in etichetta non comporta rischi ambientali e nei confronti di insetti non target

metabolita della Matricaria chamomilla chimicamente un idrocarburo aromatico, isomero del naftalene esplica un’azione calmante e lenitiva nelle irritazioni cutanee

S•76 SPECIALE HOTELLERIE DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
DISINFESTAZIONE

SPECIE: PERIPLANETA AMERICANA

NOME VOLGARE: BLATTA ROSSA

INQUADRAMENTO SISTEMATICO

Classe: Insecta Ordine: Blattodea Famiglia: Blattidae

DIMENSIONI

Ooteca: 8 mm Adulto: 25-44 mm

CARATTERISTICHE E DIFFUSIONE

Tra le blatte nocive è la più grande; di colore bruno-rossastro, piatta, con lunghe antenne filiformi. Sia il maschio che la femmina sono alati e volano raramente. Il primo possiede ali più lunghe e cerci situati all’estremità dell’addome. Le blatte sono lucifughe e hanno istinto gregario.

Cosmopolita, di origine afro-asiatica, diffusa in tutta Italia (più frequente nel meridione).

HABITAT

Ambienti caldo-umidi: porti, navi, magazzini, ristoranti, cucine, negozi di generi alimentari, industrie alimentari (soprattutto nella rete fognaria collegata a queste ultime). È poco comune negli appartamenti, ma diffusa in cantine, solai e nelle zone perimetrali. Non è infrequente anche all’aperto.

ABITUDINI ALIMENTARI

Onnivora, predilige i rifiuti alimentari.

CICLO BIOLOGICO

Uovo > neanide > ninfa > adulto (vive 1-2 anni)

Durata del ciclo: 80-1000 gg Schiusura ooteca: dopo 30-45 gg dalla deposizione N° generazioni/anno: policiclico N° uova femmina: 10-15 fino a 90 ooteche, contenenti 6-16 uova Svernamento: in ambienti confinati i cicli sono continui

LIMITI TERMICI PER LO SVILUPPO

Temperatura ottimale: 21-33°C

DANNI

Vettore potenziale di diversi patogeni, con particolare riferimento alle salmonelle ed enterobatteri in genere; contamina, sia con il proprio passaggio, che con feci e rigurgito, alimenti e suppellettili. Possibile insorgenza di manifestazioni allergiche in seguito al contatto con le deiezioni dell'insetto.

S•77 DIMENSIONE PULITO | NOV/DIC 2022
SCHEDA BIO-ETOLOGICA ECOPLAN

Ambienti più sani per tutti, in tutto il mondo

Dall'acquisizione della divisione Bayer Environmental Science Professional da parte di Cinven è nata una nuova azienda indipendente, ENVU: il nome, che si pronuncia “en-viu”, deriva da “environment” (ambiente) e “vision” (visione). Envu viene fondata nel 2022 ed è una nuova azienda nata sui molti anni di esperienza di Bayer, con un unico obiettivo: promuovere ambienti salubri per tutti, ovunque. L’obiettivo di Envu consiste nell’offrire servizi dedicati nell’ambito della disinfestazione professionale, del controllo delle zanzare, dei vivai forestali e ornamentali, della gestione professionale di campi da golf, tappeti erbosi, parchi e giardini, prati e pascoli, del diserbo industriale. I prodotti ereditati sono al centro dell’ identità di Envu e resteranno centrali in tutte le sue future inno-

vazioni. In ogni sua linea di business, Envu lavorerà per soluzioni che vadano oltre la chimica, collaborando con i suoi clienti per soluzio-

garantire un successo costante ai nostri clienti sono necessari partnership forti e una nuova prospettiva” ha affermato Gilles Galliou, presidente della divisione Environmental Science Professional di Bayer e futuro CEO della nuova azienda indipendente. “Per questo Envu si impegnerà a offrire ai clienti soluzioni innovative per aiutarli a promuovere la loro attività e a superare le più difficili sfide con cui oggi ci confrontiamo nel nostro settore”.

più efficiente” ha affermato Galliou. “Abbiamo il chiaro obiettivo che il nostro lavoro per superare le sfide di oggi aiuti a garantire un futuro più sano” ha sottolineato Galliou.

ENVU IN CIFRE

ni innovative per il presente e per il futuro. Envu si impegnerà a offrire ai clienti soluzioni innovative per aiutarli a promuovere la loro attività e a collaborare per superare le più importanti sfide con cui oggi tutti si confrontano in questo settore.

“Come leader di fiducia del settore, sappiamo che per

Envu lavorerà al fianco dei clienti, guardando le sfide con i loro occhi, combinando diversi punti di vista e una visione che va oltre la chimica: “Il fatto che la nostra nuova azienda si concentri esclusivamente sull’ambito environmental science ci consentirà di risolvere i problemi in modo più rapido, più intelligente e

Envu opera in più di 100 paesi nel mondo. Nel 2021 ha generato vendite pari a 700 milioni di dollari. In Envu lavorano quasi 900 persone delle quali il 39% sono donne. L’azienda dispone di quattro centri di ricerca: Cary (Carolina del Nord, USA), San Paolo (Brasile), Monheim (Germania), Singapore.

Envu – filiale italiana it.envu.com Tel. 800-166071

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Envu costituisce una nuova vision per un’azienda che nasce sulle fondamenta costruite da Bayer Environmental Science.

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Il nostro impegno sarà sempre nella cura degli ambienti dove tu i noi viviamo le nostre vite. Abbiamo quindi a ancato il nostro portafoglio prodo i con una rinnovata focalizzazione sulle soluzioni professionali per le vostre necessità. Insieme, saremo in grado di proteggere l’igiene in tu i gli ambienti.

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LEGGERE E SEGUIRE SEMPRE LE ETICHETTE DEI PRODOTTI.

2022 Environmental Science FR – liale italiana, u ci via Washington 70, 20146 Milano, tel. 800.166.071. Envu ed il logo Envu sono marchi registrati di titolarità di Environmental Science U.S. Inc. o di una delle sue consociate. ©2022 Environmental Science U.S. Inc.

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