Servizi Ambientali
LINEE GUIDA
Un decalogo per un disciplinare sostenibile ZANZARE Arginare la diffusione del virus del Nilo RODITORI
Metodi di lotta tra presente e futuro VOLATILI
Controllo della diffusione dei piccioni in città
Un decalogo per un disciplinare sostenibile ZANZARE Arginare la diffusione del virus del Nilo RODITORI
Metodi di lotta tra presente e futuro VOLATILI
Controllo della diffusione dei piccioni in città
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HANNO COLLABORATO
Cristina Cardinali, Simone Ciapparelli, Chiara Dassi, Graziano Dassi, Michele Ruzza, Marco Pellizzari, Alex Pezzin, Luca Priori, Loredana Vitulano
Dassi
ASSOCIAZIONI
Un comparto che guarda al futuro di Simone Ciapparelli
REGOLAMENTI
Linee guida per un disciplinare “sostenibile”
cura di Graziano Dassi
FORMAZIONE
Un nuovo percorso di crescita professionale di Luca Priori
ZANZARE
C’era una volta il West… di Alex Pezzin
TRATTAMENTI
Un esempio virtuoso di lotta al West Nile Virus a cura di Alex Pezzin
VIROSI
Un po’ di fantaentomologia a cura di Chiara Dassi
PROFESSIONE
Dei e demoni a cura di Chiara Dassi
PEST CONTROL Le più comuni formiche in Italia a cura di Chiara Dassi
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SALUTE
Ratti e patologie a cura di Simone Ciapparelli
ZOONOSI Il vaiolo: storia di vaccini, vaccinazioni e politica sanitaria a cura di Chiara e Graziano Dassi
50 54 56
L’evoluzione del controllo dei roditori sinantropici di Michele Ruzza CONTROLLO VOLATILI Piccioni in lista d’attesa a cura di G. Dassi Colombi urbani: rischi, danni e possibili soluzioni di Marco Pellizzari
Azione fulminante sui topi di ogni età. Degradazione rapida della sostanza attiva dopo l’ingestione per una maggiore sicurezza d’uso. Necessari consumi minimi per raggiungere la dose letale.
Mi verrebbe da iniziare questo disinfestastorie con una frase di Paolo Cevoli, comico, ca barettista e attore riminese che, in una sua famosa esibizione in cui racconta va del suo impegno come assessore alle attività varie ed eventuali in un pic colo paese romagnolo, alla domanda: “Con ciò cosa vuole dire?” risponde: “Non lo so! Però ho ragione!”. Questa è la chiave di lettura che suggerirei di
L’arte di ottenere ragione di Arthur Schopenhauer fornisce trentotto stratagemmi, leciti e illeciti, a cui ricorrere per “ottenere” ragione:In questo libro quanto mai utile, Schopenhauer ci indica “le vie traverse e i trucchi di cui si serve l’ordinaria natura umana per celare i suoi difetti”. La prima pubblicazione risale al 1831 ma è un libro ancora utile per districarsi nelle numerose notizie circolanti a piede libero nel Web.
quelli che non abbiamo (ma che sareb be opportuno ricercare). A questo pro posito, il nostro professore emerito narra che, passeggiando in una via lon dinese, notò un signore anziano che disponeva mucchietti di polvere al centro della carreggiata a intervalli di 15 metri. Incuriosito, Hand chiese il per ché di tale attività. La risposta fu scon certante: “È una polvere per gli elefanti, serve a tenerli lontani, perché proprio non la possono sopportare”. La replica che ognuno di noi farebbe è questa: “Ma a Londra non ci sono elefanti!”. “Esatto!” risponde con entusiastica soddisfazione il vecchietto “vede che funziona che è una meraviglia!”. Pur troppo nei nostri edifici, fabbriche e parchi le entità biologiche infestanti mi sembrano sempre più a loro agio nono stante il nostro darsi da fare per contra starne la diffusione. Quindi il nostro im
zionari pubblici giocoforza non le pos sono ignorare, i disinfestatori devono trovare la quadratura del cerchio fra la soluzione del problema e il rispetto del le norme e delle varie circolari a volte contraddittorie e con differenti disposi zioni dalle Regioni, per non dire da Co mune a Comune. In tutto questo coa cervo non si possono dimenticare i produttori delle risorse tecniche. Ora, le associazioni di categoria hanno o do vrebbero avere un ruolo assolutamente non trascurabile. La loro voce è di fatto la voce di chi agisce in prima linea. La soluzione a questo bailamme può esse re rappresentata dalla realizzazione di carte e/o planimetrie entomologiche dettagliate da tenere aggiornate anno dopo anno per gli interventi sul territo rio, con un aggiornamento più frequen te soprattutto per la filiera alimentare e sanitaria.
Lo sviluppo sostenibile è un tema ancora più importante quando si parla di attività strategiche ed essenziali per la tutela della salute umana come quelle di Pest Management. Con AIDPI facciamo il punto sugli attuali e prossimi obiettivi del settore
Ciapparelliest Management sostenibile: opportunità e sviluppi futu ri” è il tema scelto da AIDPI (Associazione Imprese Disinfestazione Professionale Italiane) per il suo con sueto Forum biennale, che quest’anno si terrà il 13 e il 14 ottobre 2022 presso il Palacongressi di Rimini. Due giorni di conferenze tenute da autorevoli esper ti del settore che si concentreranno su una questione sempre più sentita dall’opinione pubblica, quella che vede la conciliazione delle attività produtti ve con la tutela ambientale e la riduzio ne dell’impatto inquinante sul pianeta: anche il mondo della disinfestazione è chiamato a fare la sua parte, mettendo in atto strategie operative che garan tiscano la salute umana e quella degli ecosistemi.
A pochi giorni da questo evento, ab biamo incontrato Licia Rosetti Betti, direttrice di AIDPI, per meglio capire come il settore del pest management si evolverà nel prossimo futuro, come sta affrontando questo delicato mo mento storico e quali sono gli obiettivi presenti e futuri dell’Associazione.
Tra crisi energetica e rincaro delle materie prime, quello attuale non è un momento facile per l’economia mondiale: in che modo queste difficoltà stanno toccando il vostro settore, e come stanno affrontando la situazione le imprese vostre associate?
Sia i prodotti da utilizzare che le at trezzature necessarie al nostro lavoro stanno registrando im portanti aumenti dei co sti di acquisto e per que sto motivo molte aziende del pest management hanno adottato la stra tegia di acquistare con mesi di anticipo i ma teriali necessari per le attività del 2023, in pre visione che possano re gistrarsi ulteriori rialzi nel prossimo futuro. Per
quanto riguarda le strategie interne, le aziende stanno applicando aumen ti dei prezzi dei servizi limitati alla sola parte relativa ai materiali e ai costi di trasferimento. Vi è inoltre una forte preoccupazione per quanto riguarda le gare di appalto per servizi nell’am bito pubblico. Storicamente infatti gli enti pubblici, condizionati dal Patto di Stabilità, formulano le gare di appalto basandosi sugli importi a base d’asta
che mancava erano gli strumenti per consolidare e attestare questi aspetti. Rispetto al passato ora vi sono diversi standard e norme che aiutano le azien de ad adottare procedure professio nali: oltre alle già note ISO 9001 per la qualità e ISO 14001 per l’ambiente, si è aggiunta nel 2015 la UNI EN 16636 che, oltre ad aver definito il processo di erogazione del servizio, ha identificato ed evidenziato i necessari requisiti e le
applicati negli anni precedenti. Per le gare future è necessario che vengano eseguite correzioni sugli importi basati sulla realtà del periodo e non sul mero calcolo basato su un coefficiente di in dicizzazione dell’inflazione impostato molto prima dell’attuale crisi. Il rischio conseguente è che non sia possibile garantire la qualità dei servizi a causa di importi non più adeguati.
Il mondo della disinfestazione è sempre più orientato alla professionalità e all’utilizzo consapevole delle competenze: quali sono le caratteristiche che contraddistinguono il pest control odierno e lo differenziano rispetto al passato?
Riteniamo che professio nalità e consapevolezza facessero parte da tempo del bagaglio della mag gior parte delle aziende di disinfestazione. Ciò
competenze in capo agli Operatori del Pest Control. Inoltre, l’adesione all’As sociazione di categoria permette alla Imprese associate di essere costante mente aggiornate sui cambiamenti e le evoluzioni del settore. Sebbene le attività di disinfestazione civile abbia no un impatto enormemente inferiore rispetto ai trattamenti fitosanitari in agricoltura, era ed è comunque ne cessario mettere in atto strategie per rendere gli interventi di contenimento degli infestanti sempre più sostenibili ma comunque efficaci. In ottica di so stenibilità, anche il settore del Pest Ma nagement si sta da tempo orientando verso un approccio più “green” predi ligendo tecniche, dispositivi e prodot ti che riducano al minimo l’impatto sull’ambiente.
Sentiamo infatti sempre più spesso parlare di pest management sosteni bile: cosa significa per voi, e in che modo si può arrivare a soddisfare questa necessità? Nel 2019 è nato il
‘‘PLicia Rosetti Betti, direttice AIDPI
progetto “Disinfestazione Sostenibile”, quali obiettivi si pone?
A fronte della richiesta oramai univer sale di promuovere i concetti di soste nibilità e di sviluppo sostenibile nei pro cessi economici, anche il settore della disinfestazione da tempo si interroga sulle modalità di applicazione di que sti aspetti nell’operatività quotidiana. Un’esigenza, questa, resa ancora più urgente per il comparto del Pest Con trol, a fronte delle disposizioni legisla tive nazionali e comunitarie e di una sempre più sensibile opinione pubbli ca, che implicano una drastica riduzio ne di prodotti chimici nelle attività di contrasto agli infestanti, promuovendo il consolidamento di soluzioni a basso impatto ambientale.
Per essere in linea anche con gli obiet tivi che Agenda 2030 si è data e che riconosce una stretta connessione tra benessere umano, salute, tutela degli animali e rispetto ambientale, AIDPI ha avviato il “Progetto Disinfestazione Sostenibile” per realizzare un Proto collo orientato ai principi dello Svilup po Sostenibile ed alla specificità della produzione biologica alimentare. Il progetto iniziato nel 2019, e ripreso a causa della pandemia solo a metà ottobre 2021, intende realizzare un protocollo per l’erogazione dei ser vizi di Pest Management che, da un lato, tenga conto della sostenibilità ambientale in relazione alle metodo logie, alle attrezzature ed ai prodotti utilizzati, e, al tempo stesso, sia ricon ducibile al settore alimentare ope rante nel biologico, con particolare riferimento al Biologico 3.0. AIDPI ha deciso di imboccare da subito la via della Normazione ufficiale, ed ha pre sentato il progetto “Disinfestazione Sostenibile” ad UNI (Ente Italiano di Normazione), che lo ha ritenuto non solo interessante, ma anche strategi co, in quanto non esiste nel comparto un percorso avviato per giungere ad una normazione volontaria nell’ambi to delle attività di Pest Management e soprattutto con una specificità sul
la sostenibilità. Il progetto, quindi, ha intrapreso un percorso parallelo che porterà ad una doppia Normativa uf ficiale UNI: la prima (NORMA) rivolta all’intero settore dei servizi di Disin festazione, la seconda (P.d.R.) per la pubblicazione di un vero e proprio protocollo operativo ad uso dell’im portante comparto che riguarda l’in tero FOOD Biologico.
In occasione di Ecomondo, AIDPI farà parte, insieme ad altre associazioni, del progetto “Villaggio della sanificazione”, istituito nel 2021: di che cosa si tratta?
Si tratta di un’area all’interno del la Fiera esclusivamente dedicata al tema della Sanificazione in cui saran no organizzati incontri, eventi e tavo le rotonde, dedicati all’argomento e alla sua evoluzione. Saranno inoltre presenti espositori di prodotti e tec nologie per la prevenzione e salubrità degli ambienti pubblici e privati. Nel 2021 AIDPI, presente all’interno del Villaggio, ha organizzato interes santi incontri quali: “Cambiamenti climatici e gli infestanti critici”; “Trat tamenti di sanificazione e possibili nuovi scenari”; “Nuove frontiere della disinfestazione professionale soste nibile” con lo scopo di confrontarsi e dialogare su tematiche sempre in evo luzione.
Anche quest’anno AIDPI non man cherà all’appuntamento e farà parte del progetto organizzando incontri sull’evoluzione delle attività di sanifi cazione alla luce del “rientro” dell’e mergenza sanitaria. Segnaliamo in particolare la partecipazione del no stro Vicepresidente, Dino Gramellini, alla tavola rotonda sul tema “La sanifi cazione e le nuove aspettative di igie ne collettiva. Come i sistemi pubblico e privato potranno rispondere?”
Quali sono i traguardi raggiunti dall’associazione negli ultimi anni che considerate più degni di nota, e quali iniziative avete in cantiere per il
L’Associazione AIDPI è stata costitu ita a fine 2018 e in pochi anni i passi percorsi ed i traguardi raggiunti sono stati tanti. Il compito principale che ci siamo dati è di tutelare e sviluppare gli interessi legittimi dei nostri Associati, che ad oggi sono più di 200, e di pro muovere la professionalità nella tran sizione da Pest Control ad Integrated Pest Management. Tra gli obiettivi più importanti raggiunti vorrei ricor dare la pubblicazione, nel 2019, delle linee guida per la gestione dei rifiuti allo scopo di individuare la tipologia e la classificazione di quelli che de rivano dalle attività di pest control e di consentire alle aziende di operare in un contesto di difficile gestione; la Prassi di riferimento del 2020 per la UNI EN 16636 (PdR 86/2020), conte nente linee guida per l’applicazione della Norma; l’adesione a Unionservizi Confapi, per meglio tutelare il ricono scimento della specificità dei servizi di Pest Control e della professionalità degli operatori; la rivista + Pest Mana gement, interamente dedicata al set tore della disinfestazione; il Progetto Disinfestazione sostenibile, del quale abbiamo già parlato.
Sono momenti qualificanti anche gli attesi appuntamenti biennali, il Semi nario sul controllo dei Culicidi, il Fo rum che affronta ogni anno tematiche di attualità, dal controllo dei roditori del 2020 alla Sostenibilità di quest’an no, la Fiera Disinfestando, la consoli data Formazione targata Sinergitech e gli incontri di approfondimento e aggiornamento che riprenderanno a breve. Insomma: tanti Eventi che han no caratterizzato questi ormai quattro anni di intensa attività associativa. AIDPI nel prossimo futuro intende continuare a guardare sempre più lon tano e individuare gli spazi e le oppor tunità che la domanda di Pest Mana gement sta proponendo: ma ricordiamoci che non sempre occorre scrutare l’orizzonte, perché a volte il futuro è già presente.
per superare le più importanti sfide con cui oggi tutti si confrontano in questo settore.
“Come leader di fiducia del settore, sappiamo che per garantire un successo costante ai nostri clienti sono necessari partnership forti e una nuova prospettiva” ha affermato Gilles Galliou, presidente della divisione Environmental Scien ce Professional di Bayer e futuro CEO della nuova azienda indipendente. “Per questo Envu si impegnerà a offrire ai clienti soluzioni inno vative per aiutarli a promuovere la loro attività e a superare le più difficili sfide con cui oggi ci confrontiamo nel nostro settore”.
Envu lavorerà al fianco dei clienti, guardando le sfide con i loro occhi, combinando diversi punti di vista e una visione che va oltre la chimica: “Il fatto che la nostra nuova azienda si concen tri esclusivamente sull’ambito environmental science ci consentirà di risolvere i problemi in modo più rapido, più intelligente e più efficien te” ha affermato Galliou. “Abbiamo il chiaro obiettivo che il nostro lavoro per superare le sfi de di oggi aiuti a garantire un futuro più sano” ha sottolineato Galliou.
È stato annunciato il futuro nome che la divisione Bayer Environmental Science Professional assumerà con la conclusione dell’acquisizione da Bayer da parte di Cin ven. Come azienda indipendente diventerà ENVU: il nome, che si pronuncia “en-viu”, deriva da “environment” (ambiente) e “vision” (visione). Envu viene fondata nel 2022, una nuova azienda nata sui molti anni di esperien za di Bayer, con un unico obiettivo: promuovere ambienti salubri per tutti, ovunque. Offrirà servizi dedicati nell’am bito della disinfestazione professionale, del controllo del le zanzare, dei vivai forestali e ornamentali, della gestio ne professionale di campi da golf, tappeti erbosi, parchi e giardini, prati e pascoli, del diserbo industriale. In tutte le sue linee di business lavorerà per soluzioni che vadano oltre la chimica, collaborando con i suoi clienti per solu zioni innovative per il presente e per il futuro. Envu si impegnerà a offrire ai clienti soluzioni innovative per aiutarli a promuovere la loro attività e a collaborare
Il sottotitolo di questo articolo potrebbe essere “Andare contro vento”, perché mi sembra di ravvisare una certa incoerenza fra le istanze di principio e i risultati concretamente raggiunti a cura di Graziano Dassi
la vexata quaestio fra l’enunciato di una legge, i decreti attuativi, la sua applicazione e la misu razione dei risultati che si prefiggeva che, a parer mio, ha portato a una si tuazione piuttosto ingarbugliata. Dalla leggendaria storia della Torre di Babe le sono passati parecchi secoli, ma le confusioni linguistiche hanno trovato nei social media e in certe norme una attuale rinvigorita attuazione. A tal proposito mi sembra pertinente citare un’affermazione di Saint-Just (17671794): “Le lunghe leggi sono calamità pubbliche”, (nel suo caso anche priva
te visto che un tribunale lo condannò alla ghigliottina).
Esamino alcune definizioni del termi ne dalle quali deriverò quella che più si avvicina ai miei intendimenti:
• Dalla Treccani: dal tardo latino disci plinaris: (omissis) Nel diritto ammini strativo, atto adottato dall’autorità am ministrativa, che contiene le modalità da osservarsi sia dall’amministrazione sia dall’altra parte nello svolgimento di determinati rapporti; o che specifica le norme e gli obblighi che devono esse
re osservati, nell’interesse generale, da chi esercita una particolare attività (per es., il disciplinare «per la tutela delle de nominazioni di origine dei mosti e dei vini», emanato nel dic. 1963).
• Da un paio di vocabolari d’italiano: Verbo: 1 Abituare, sottoporre qualcu no a una disciplina: ad esempio disci plinare i figli, i cittadini, gli automobi listi, i fedeli, gli iscritti a un sodalizio 2 estendendone il significato: ordinare secondo certe norme ad es. discipli nare il traffico; in senso fig., frenare un sentimento, un istinto; 3 (Riflessivo): assoggettarsi a una disciplina; impor sela. 4 (Aggettivo): diretto a garan tire la disciplina o a punire episodi di inosservanza o di insubordinazione. 5 (Sostantivo): complesso di disposizio ni che regolano l’esercizio di un’attività o le caratteristiche di un prodotto o di un servizio.
Le definizioni convergono verso l’at tenersi a delle regole nell’interesse generale. Detta così appare lineare, ma l’interesse generale non è facile da
definire: alcuni lo potrebbero intende re in senso ambientale, altri in senso sanitario e altri dal punto di vista igie nico. Nell’ars disinfestandi a parer mio molto dipende dalla gravità dell’infe stazione e conseguentemente dagli aspetti igienico-sanitari, dalle risorse tecniche e farmacologiche disponibili, dal tempo a disposizione per risolve re il problema, dallo stato di degrado più o meno grave in cui si opera. Ma la cosa non si esaurisce in queste va riabili perché le disponibilità econo miche non possono essere trascurate. Naturalmente le capacità professionali sono un prerequisito imprescindibile, ma vale quel detto che recita: “La salu te è una gran cosa, ma la salute senza soldi è quasi una malattia”.
La “definizione del problema a tutto tondo” presuppone un lavoro di mo
nitoraggio, planimetrico ed entomo logico (in senso lato) tanto complesso quanto indispensabile. Molto è stato fatto nella filiera alimentare di alto li vello, meno a livello del territorio. Vi sono Comuni in cui da anni si effet tuano servizi di lotta alle zanzare dove l’analisi territoriale non è sufficiente mente dettagliata. Magari il Capitolato d’Appalto prevede relazioni di fine la voro che non sottolineano la dinamica dell’infestazione, in estrema sintesi:
• determinazione delle specie
• stima quantitativa area per area
• periodo di massimo fastidio
• autocontrollo dei risultati ottenuti
• modifiche tecniche e organizzative da adottare nel futuro.
Ciò esposto, sia pure a volo radente, affronta il tema dei controlli. Ritenen do che la stima quali-quantitativa delle zanzare sia oggettivamente difficile, ne deriva che i controlli dovrebbero
basarsi su metodi statistici in cui si in tegrano:
• dati numerici (catture per mezzo di trappole, conta delle punture) valutati cum grano salis ossia usando la testa e tenendo conto della teoria degli errori;
• raccolta ordinata e tempestiva delle la mentazioni dei cittadini: data, ora e luo go incrociando il tutto con i dati meteo;
• riscontri sanitari di natura sia umana che veterinaria.
Orbene il tutto può sembrare oneroso, se non addirittura eccessivo, ma è al trettanto vero che in molte realtà la lotta alle zanzare e ai roditori vanta decenni di storia eppure molti dati mancano ad un esame critico dello storico. In fondo è interesse di tutti che i servizi di disinfestazione risolvano i problemi in modo sostenibile e il me todo per approssimazioni successive mi sembra tecnicamente rigoroso ed economicamente fattibile.
1 Definizione del problema a tutto tondo
2 Obiettivi raggiungibili a breve, medio termine
3 Competenze professionali per raggiungere gli obiettivi
4 Risorse tecniche e farmacologiche necessarie
5 Progetto di fattibilità e tempo di realizzazione
6 Computo metrico estimativo
Metodiche di valutazione dei risultati
Esposizione sintetica e univoca
Da completare caso per caso
Vuota per aggiunte da parte dei lettori
Gravità della situazione. Conoscenza del contesto in cui si opera con formalizzazione cartografica: chi, quanti/e, dove.
Molto dipende dalla gravità e dalla situazione ambientale e dallo storico
Il responsabile del servizio, deve avere le conoscenze necessarie, l’autorità per realizzarle e le risorse economiche per concretizzarle
Selezionarle in funzione dell’efficacia e della sicurezza in senso lato e delle norme che spesso sono “disarmanti”
Quanto detto deve essere integrato in un progetto atto a raggiungere gli obiettivi: perché lo faccio, come lo faccio, quando lo faccio, chi ne è il responsabile, chi controlla i risultati
Definizione analitica dei costi di produzione e controllo dei risultati
Una volta definiti gli obiettivi, la stima dei risultati è il mezzo per valutare se ci sono stati errori progettuali per correggere il tiro oppure esecutivi e quindi agire sulla formazione dei tecnici o altro (ad esempio cambiamenti significativi meteorici/climatici)
La descrizione dei criteri valutativi e/o tecnici non deve lasciare adito a dubbi interpretativi e soprattutto a contraddizioni
esempio sottolineare criticità storiche o peculiarità ambientali
Luca Priori
ufficio stampa
Apresentarci la nuova iniziativa A.N.I.D., volta ad offrire ai pro fessionisti della disinfestazione una formazione che vada oltre le com petenze tecniche e abbracci anche quelle relazionali, sempre più richieste dal mercato, è il presidente dell’Asso ciazione Marco Benedetti: “L’obiet tivo prioritario è stato quello di com prendere al meglio come proseguire e migliorare la percezione che i clienti hanno delle aziende nostre associate”. Dalla segreteria, al direttore tecnico per arrivare al tecnico disinfestatore, tutti devono utilizzare al meglio la co municazione. È esattamente seguen do questo percorso concettuale che Benedetti, coadiuvato da tutto il con siglio direttivo, intende dare un forte segnale di rilancio e crescita all’interno del settore e più in generale nel mare magnum del mercato. “In questa dire
zione va anche l’attenzione che voglia mo dedicare a tutto il personale che fa parte delle aziende associate. Per questo motivo il primo segnale che vo gliamo dare è proprio quello di fare un “percorso” di crescita personale che applicato su me stesso ha fatto la dif ferenza nel mio modo di relazionarmi”.
In che modo A.N.I.D. vuole intraprendere nella pratica questo innovativo passaggio?
“Percorrendo la strada per primi. Sa remo infatti noi membri del direttivo A.N.I.D. a frequentare in anteprima il corso in programma il prossimo 5 ot tobre per tutta la giornata, dalle 10,30 alle 18,30 all’Hotel AirPort di Bologna”.
Nello specifico quali sono gli obiettivi che poi, a vostra volta, dovrete pro porre ai vostri associati?
Marco Benedetti, presidente A.N.I.D.“Il primo obiettivo è quella di capire noi, per far capire ai nostri associati, quanto sia importante diventare con sapevoli di come le competenze tecni che possono ricevere un rinforzo fon damentale anche da un elemento fino ad oggi forse valutato meno, specie in un campo apparentemente distante quale può essere il nostro, ovvero l’ac quisire migliori competenze relaziona li, le cosiddette soft skills”.
Di cosa si tratta in concreto?
“Si tratta di capire insieme quanto, quan do e soprattutto come usare la voce in modo consapevole perché possa aiutar ci in tutte le mansioni che svolgiamo”.
Un percorso che pone le capacità co municative e relazionali come valore aggiunto in termini di produttività an che in un lavoro molto pratico e ma-
“Il corso sarà tenuto da un’eccellenza nella materia quale il vocal-coach An drea Bordin. Nelle sue attività ha messo a punto e coniugato due tecniche re lazionali, una che predilige il controllo del corpo e delle emozioni e l'altra che punta a sviluppare un naturale flusso di energia attraverso il corpo e la voce. Nel corso degli anni ha formato miglia ia di persone su tematiche relative alla leadership, ai processi decisionali, alle tecniche di vendita e negoziazione e sull’uso della voce come strumento per ottenere grandi risultati in tutti que sti ambiti, ma anche per aumentare la propria autostima e il benessere per sé stessi e per gli altri. Per questo abbia mo scelto proprio lui per approcciarsi a questo importante salto in avanti che ci porti a fare la differenza e a percepirla noi per primi nella rinnovata qualità del servizio che andiamo a offrire ai clienti”.
In un settore come il nostro quale impatto può avere la voce del disinfestatore?
“La voce ha un enorme potere sulle re lazioni in ogni ambito della nostra vita, incluso quello lavorativo. Basti pensare a quando un cliente si rivolge con pre occupazione al disinfestatore. Risul terà ansioso, spaventato, preoccupato, a volte anche agitato per la presenza di infestanti e con una carica emotiva sproporzionata rispetto alla situazione. Proprio in quei casi la voce del disin festatore può diventare uno strumento di soluzione riuscendo per prima cosa nell’impresa di calmare il cliente par landogli nel modo corretto”.
Oltre questa novità quali saranno le proposte che A.N.I.D. proporrà ai propri associati, in termini di formazione?
“Puntiamo alla crescita e all’innova zione, rispondendo a tutte le sfide che la modernità pone quotidianamente. Vogliamo consolidare sempre di più la grande e pienamente riconosciuta esperienza che alberga in questa as
sociazione che si fregia di erogare un servizio di formazione professionale di assoluto riferimento per chiunque intenda diventare trained professio nal nell’ambito del pest management Il percorso ideato e sviluppato dall'As sociazione è unanimemente ricono sciuto come scientificamente rigoroso, tecnicamente corretto ed eticamente super partes. Rivolgendosi da sem pre non solo alle aziende associate ma anche ad altri utenti, pubblici e priva ti, A.N.I.D. ha inventato quegli schemi formativi divenuti nel tempo il modello standard per la preparazione di tutte le figure professionali operanti nelle imprese del comparto oppure a que sto connesse, trovando progressiva mente sponda anche nelle istituzioni. Oggigiorno un Tecnico Disinfestatore, com'è richiesto dalle normative vigen ti, da quelle in divenire e dal mercato, deve possedere competenze tali da poterne identificare con certezza la professionalità. A.NI.D., per questa ra gione, offre una formazione non solo comprovatamente adeguata e avvalo rata dal criterio della terzietà, ma addi rittura suffragata e documentata dalla "certificazione delle competenze" del "trained professional" con cui ha de ciso di alzare ulteriormente l'asticella della qualità dell'offerta formativa.
L'evoluzione della figura del tecnico in corso, che da disinfestatore diven
ta pest manager, ha spinto dunque l'Associazione ad ideare un peculiare programma di altissimo valore didat tico, inserito in uno schema elaborato secondo la norma volontaria UNI CEI EN ISO/IEC 17024. Il nuovo percor so formativo, che si dipana in 80 ore complessive, tocca tutti gli aspetti tec nici, scientifici, normativi, relazionali ed operativi inerenti al pest manage ment, fornendo le informazioni, abilità e conoscenze ritenute ad oggi indi spensabili per un tecnico che s'intenda realmente trained professional, inclu dendo anche i concetti di sostenibilità ed eco-compatibilità. La "certificazio ne delle competenze", come noto, è su base volontaria, riguarda le persone fisiche ed è rilasciata da "CEPAS", che è ente di certificazione terzo, previo apposito esame cui possono accedere coloro che hanno all'attivo le 80 ore di corso, o direttamente quanti possiedo no i requisiti di legge.
Da settembre A.N.I.D. ha introdotto un nuovo modello formativo, rivolto anche alle figure "non trained professional" ma che tuttavia hanno per diversi moti vi a che fare con il pest management. Questa proposta formativa, che affron ta degli argomenti specifici inerenti al settore in una modalità più divulgativa, è denominata “formazione A.N.I.D. ap proved”, ed è caratterizzata anch'essa da un alto standard qualitativo”.
La modalità principale di trasmissione del virus del Nilo occidentale è rappresentata da diverse specie di zanzare, che sono il primo vettore. Tra queste, in particolare, riveste un ruolo primario il genere Culex
Alex Pezzin Technical and scientific manager Biblion SrlTra le arbovirosi che possono es sere trasmesse dalle zanzare, quella che riguarda Il virus del Nilo occidentale (noto anche con la
denominazione inglese West Nile Vi rus, WNV) rappresenta da alcuni anni uno spettro che si materializza con picchi di incidenza maggiori ad ogni
fine estate. Il suo nome viene dal di stretto di West Nile in Uganda, dove è stato isolato per la prima volta nel 1937 in una donna che soffriva di una febbre
particolarmente alta. Nel susseguirsi degli anni è stato rile vato, indagato, studiato e ricercato in molte zone planetarie anche perché era emerso un fatto, molto appariscen te dal punto di vista mediatico, dovuto alla elevata moria di corvidi risultata essere causata da quel virus negli Stati Uniti d'America. Nazione dove la pri ma epidemia (nei confronti degli esseri umani) è stata dichiarata nello Stato di New York nel 1999.
Oggi Il WNV è ormai diffuso a livello mondiale, con ceppi differenti a secon da dei luoghi ove si manifesta, eviden ziando così una buona capacità di mu tazione e variazione virale (Lineage). In Italia è in vigore dal 2008 una ordi nanza del Ministero della Salute che dà il via a un piano di sorveglianza stra ordinaria della West Nile Disease, per tanto, vengono emanate da alcuni anni Ordinanze Regionali che recepiscono le Linee guida nazionali e ottempera no a monitorare in primis il livello di circolazione virale nel territorio [inve stigando sia l’incidenza nel vettore, le zanzare appunto, tramite analisi e ri cerca con tecnica PCR della presenza del patogeno in pool di insetti adulti
catturati attraverso dispositivi specifi ci (trappole), sia a livello degli animali serbatoio, uccelli in primo logo.
Le organizzazioni di volontariato dei donatori di sangue, nel periodo estivo, indagano le donazioni e redigono ap positi questionari per avere maggiore certezza di intercettare il virus, poten zialmente nascosto anche nelle sacche di sangue. Oggi, Il virus del Nilo è stato infatti dichiarato endemico nel nostro Paese.
La modalità principale di trasmissione del virus del Nilo occidentale è rappre sentata da diverse specie di zanzare, che sono il primo vettore. Tra queste, in particolare, riveste un ruolo prima rio il genere Culex. Ovviamente tutti i fattori che favoriscono la proliferazio ne delle zanzare, come ad esempio le piogge abbondanti, le irrigazioni dei terreni agricoli o condizioni climatiche con temperature alte, determinano l'aumento dei contagi.
Gli uccelli, stanziali, migratori o dome stici, giocano un ruolo cruciale nella disseminazione del virus essendo l'a nimale più comunemente infettato e rappresentando il primo serbatoio. Tra gli uccelli sono soprattutto i passeri
formi (il più grande ordine) a rappre sentare il serbatoio naturale del virus. Gli uccelli migratori permettono inve ce lo spostamento del virus dall'Africa, prima zona endemica, verso altre zone temperate.
Le zanzare, in particolare del genere Culex, pungendo gli uccelli migrato ri asportano sangue infetto, infettano sé stesse e quindi ogni altro animale, uomo compreso, per mezzo del “pasto di sangue”.
Il virus WNV è stato trovato in varie specie di zecche, ma la ricerca attua le suggerisce come queste non siano vettori statisticamente importanti del virus. Come ci si può difendere da un nemico così potenzialmente diffuso?
È importante sapere che purtroppo, a differenza dei cavalli, non esiste, ad oggi, un vaccino contro il West Nile vi rus per l’uomo.
Le uniche misure efficaci per prevenire l'infezione sono quelle di protezione individuale per evitare il più possibile le punture di zanzara, soprattutto in certi periodi stagionali quando la sua circo lazione nei territori viene segnalata con maggior forza dai sistemi di sorve glianza.
Le zanzare sono tra i più importanti infestanti a cau sare gravi danni a livello economico e soprattutto igienico-sanitario. Uno stu dio mostra come questi in setti siano gli animali che causano il maggior numero di morti al mondo, arrivan do ad uccidere 1.000.000 di persone nel 2022, in quanto vettori di virus e pa rassiti responsabili di mala ria, febbre dengue, febbre del Nilo, febbre gialla, l'infe zione da Zika virus, Chikun gunya e filariosi linfatica. Orma presenta il rivoluzio nario Sistema Antizanzare Inzecto, ideato dal Dr. Phil Koehler, professore emeri
to di Entomologia Urbana presso il Dipartimento di Entomologia dell’Università della Florida e cofinanziato dal Pentagono in quanto interessato ad avere uno strumento per proteggere le truppe da malattie tra smesse da insetti volanti come le zanzare. Questo sistema controlla le popo lazioni di zanzare agendo sui primi stadi di sviluppo, ovvero le larve che si tro vano in acqua, impedendo loro la metamorfosi nello stadio successivo di pupa e poi in quello di adulto. Di conseguenza le larve, non potendo completare il pro prio ciclo, muoiono. Il Siste
ma Antizanzare Inzecto è composto da una trappo la da riempire con acqua, il Mosquito trap, e da una tavoletta ceramica, il Mo squito chip, che va inserita all’interno della trappola. Il chip rilascia il piriproxifen, un regolatore di crescita, che va ad interferire con il processo di metamorfosi.
Durante lo stadio di larva viene prodotto l’ormone giovanile, il cui compito è quello di attivare il gene Krh1 che impedisce alla larva di diventare pupa preco cemente. Quando la larva
è pronta a diventare pupa questo ormone smette di essere secreto, così che la metamorfosi possa avveni re. Il compito dell’inibitore della crescita piriproxifen è quello di mimare l’azione dell’ormone giovanile ed en trare in azione quando que sto smette di essere secreto così da impedire la meta morfosi. A livello tecnico, la superficie del mosquito chip è trattata con un rivestimen to brevettato micro-poroso i cui pori hanno il compito di proteggere il piriproxifen da un precoce deterioramento e allo stesso tempo ne per mettono un lento rilascio nel tempo, andando a coprire un periodo di 3 mesi. Con temporaneamente la Mo squito trap è stata disegnata per ricreare un ambiente di coltura per le zanzare il più attrattivo possibile grazie alla sua forma e struttura in terna, al colore nero e rosso da cui questi insetti sono at tratti e alla presenza all’inter no di un attrattivo organico biodegradabile per zanzare. Una volta preparata la trap pola, questa va posizionata in zone ombrose evitando la diretta luce. Una singo la trappola copre 100 mq, è di facile manutenzione in quanto basta rabboccare con acqua quando necessa rio e inoltre è sicura per gli altri animali e l’uomo: il lar vicida è a bassissima tossici tà e rimane all’interno della trappola accessibile solo ai target.
di consulenza, formazione e supporto agli operatori del settore e alle aziende, attra verso corsi e seminari ideati sulle esigenze specifiche del cliente.
I punti cardine della divisione Vebi Tech sono innovazione, competenza e partnership. Nell’ambito dell’innovazione due sono le novità che negli ultimi due anni hanno carat terizzato l’offerta Vebi Tech: l’App Vebi Tech, un modo semplice e veloce per con sultare tutti i prodotti della gamma nonché accedere ad approfondimenti e alle spe ciali funzionalità, e il Sistema Spectre, un innovativo strumento da remoto per il controllo e la cattura dei ro ditori.
La Divisione Vebi Tech si rivolge alle aziende e ai professionisti della disinfe stazione, offrendo un’am pia gamma di prodotti e soluzioni con molteplici tipi di formulazioni e princi pi attivi per la lotta a topi, ratti e insetti nocivi. Inoltre, l’assortimento si completa con diserbanti, repellenti, disinfettanti, lampade U.V, attrezzature per la sanifica zione e soluzioni per la cura del verde.
Ricerca continua, investi menti in innovazione e mi glioramento costante, con traddistinguono l’attività di Ricerca e Sviluppo di Vebi Tech. La Divisione vanta una profonda conoscenza del settore, frutto del lavoro di esperti professionisti, speri mentazione sul campo e in laboratorio, sinergie di idee in collaborazione con pro fessionisti, enti accreditati, clienti, fornitori e Università. Vebi Tech garantisce attività
L’App Vebi Tech è stata ideata pensando proprio ai professionisti del settore, per aiutarli nell’utilizzo dei prodotti e supportarli al me glio in caso di necessità. All’interno dell’App è molto semplice reperire le varie informazioni: una volta ef fettuato l’accesso, tramite il menu laterale è possibi le avere rapido accesso al Catalogo, consultare i nuo vi prodotti e trovare la so luzione ideale in base a un target specifico. Tra le funzioni più interes santi e particolari, troviamo il “Calcola il dosaggio”, un plus molto utile nell’attività quotidiana di un disinfesta
tore. Infatti, grazie a questa opzione il professionista può eseguire il trattamento con estrema sicurezza, co noscendo la dose corretta di prodotto da utilizzare. Il Sistema Spectre è sta to studiato per soddisfare le esigenze delle moderne aziende di disinfestazione per garantire ottimizzazio ne delle risorse nella gestio ne del cliente e aumento dell’efficienza grazie a un controllo H24 e 7/7. Il si stema Spectre è composto da una centralina e da una rete di sensori. Il sensore ri leva il passaggio o la cattu ra del roditore, la centralina trasmette l’informazione al server, il quale invia una no tifica tramite SMS, e-mail o tramite APP. Ciò consente all’operatore di concentra re l’attività di controllo nei punti esca in cui è stata rile vata un’attività, evitando di dover monitorare in conti nuazione tutta l’area. Vebi Tech offre un servizio di consulenza personalizza ta per ogni cliente, tramite la valutazione tecnica del singolo cantiere, il suppor to nell’attivazione del Siste ma Spectre e il suo corretto funzionamento.
a cura di Alex Pezzin
Technical and scientific manager di Biblion Srl
Da alcuni anni, nel periodo di fine estate, lo scenario della lotta alla diffusione del virus West-Nile entra nella sua fase più cru ciale. Prendiamo in esame le strategie adottate dalla Regione Emilia-Roma gna che, quest’anno, vista la circola zione precoce del virus e il rischio di un rialzo dei contagi, coinvolge i Comuni, ricordando quali sono gli strumenti a disposizione:
• lotta antilarvale;
• controllo e sostegno alle attività dei privati;
• interventi straordinari in caso di ma nifestazioni all’aperto nelle ore serali;
• manutenzioni dei parchi pubblici;
• monitoraggi entomologici e sanitari.
Nei Comuni ove è risultata maggiore la circolazione virale, inoltre, saranno effettuati trattamenti adulticidi set timanali fino alla metà di settembre negli ambienti frequentati dai più an
ziani (per esempio le RSA). Per il Piano regionale di sorveglianza e controllo delle cosiddette “arbovirosi”, la Giun ta regionale ha confermato anche per il 2022 il proprio impegno economico, stanziando 1 milione di euro destinato a tutte le Aziende Usl e ai Comuni che contribuiscono ad attuare sul territorio molteplici azioni per contrastare la dif fusione e ridurre la presenza di zanzare comuni e tigre. Già in giugno il siste ma regionale di sorveglianza previsto dal Piano Regionale Arbovirosi 2022 ha evidenziato la circolazione del virus West-Nile nelle zanzare del genere Cu lex, vettore principale del virus.
La presenza del virus è stata verificata in zanzare catturate nelle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Mode na e Ferrara già a partire dall’inizio del mese di luglio, con un anticipo di circa 10 giorni rispetto al 2021.
I casi di incidenza su uomo, a metà agosto, hanno evidenziato la positività
di 25 casi di forma neuro-invasiva della malattia, con il primo caso di decesso di una persona anziana (88 anni) nel la provincia di Ferrara. Il rischio che la Regione vuole scongiurare è quello di ripetere il dato del 2018, anno in cui si registrò il maggior numero di casi di forma neuro-invasiva di malattia, con 101 casi registrati: anche allora era sta ta rilevata una circolazione precoce del virus. La stagione estiva in corso, tuttavia, non è peraltro caratterizzata da un’alta densità di popolazione di Culex : i dati di monitoraggio mostra ti dalla rete di trappole che catturano e rivelano “l’abbondanza numerica” dell’insetto nei vari territori provinciali, dopo un picco raggiunto nella settima na dal 4 al 10 luglio, ha messo alla luce un calo numerico fino all’8 agosto (cur va di flessione), dopo di che il trend è tornato a crescere. La popolazione di insetti al momento risulta inferiore alla media del quinquennio 2013-2019, ma
rimane opportuno tenere alta la guar dia soprattutto in virtù del rinvenimen to del virus in uccelli e zanzare anche in ambito urbano. La circolazione vira le non è omogenea in tutto il territorio regionale: al 10 agosto i territori più in teressati dal fenomeno sono le zone di pianura e pedecollinari delle province di Piacenza, Parma, Reggio Emilia, Mo dena, Ferrara e Ravenna.
A tutti i Comuni dell’Emilia-Romagna il cui territorio si estende nelle zone di pianura, pedecollinari e collinari, è chiesta l’attuazione rigorosa degli in terventi di lotta antilarvale che ad essi competono. Questo vuol dire inten sificazione delle attività di controllo, sostegno alle attività effettuate dai privati, programmazione di interventi
straordinari preventivi con adulticidi qualora sia in programma una mani festazione che comporti il ritrovo di molte persone (oltre le 200 presenze) nelle ore serali in aree all’aperto, ade guata manutenzione dei parchi pub blici, con particolare attenzione alla rimozione dei potenziali focolai larva li eliminabili e al trattamento di quelli non eliminabili. Nelle province al momento più inte ressate è salito il livello di guardia e le procedure di trattamenti adulticidi si sono rese necessarie, con cadenza settimanale, fino alla metà di settem bre, anche nei luoghi frequentati da gli ultrasessantenni, quali ad esempio ospedali, strutture socio assistenziali e di aggregazione di persone anziane. Si ritiene che il protocollo adottato sia sufficiente anche perché se una persona viene contagiata e rimane in
quarantena in casa non sono necessa ri interventi di disinfestazione attorno alle residenze degli ammalati, dato che l’uomo è un ospite a fondo cieco, cioè non può contagiare altre persone. Que sto fatto è rassicurante perché la forma neuro-invasiva si manifesta quando sono passati presumibilmente 15-20 giorni dall'infezione, periodo che sareb be estremamente virale se il contagiato fosse potenzialmente pericoloso.
La presenza del virus è stata verificata in zanzare catturate in varie provincie dell’Emilia Romagna, con un anticipo di circa 10 giorni rispetto al 2021
Il consiglio per i cittadini, in particolare nelle province interessate da circolazio ne virale, è quello di proteggersi dalle punture, in particolare di sera e di notte quando è attiva la zanzara comune, ap plicando repellenti cutanei e adottando gli opportuni accorgimenti in casa uti lizzando zampironi, elettroemanatori, zanzariere. Occorre, poi, eliminare tutti i possibili ristagni d’acqua e usare pe riodicamente i prodotti larvicidi: alle zanzare basta poca acqua stagnante per depositare le uova e riprodursi.
Per ottemperare alle “azioni straordi narie” (soprattutto nel periodo di fine estate) è richiesto un impegno orga nizzativo non di poco conto ma l’obiet
tivo è proteggere la popolazione con interventi tecnici precisi, mirati e svol ti con il massimo della professionalità tramite attrezzature adeguatamente collaudate e con prodotti insetticidi specifici miscelati sempre alla corret ta diluizione e in osservanza alle indi cazioni, come da etichetta. È anche necessario dialogare con i cittadini dando loro una corretta informazione, motivandoli alla collaborazione e adot tare comportamenti auto-difensivi.
Le verifiche da fare prima di effettuare il trattamento sono le seguenti:
• per quanto ovvio possa apparire, bi sogna accertarsi che sussista la neces sità dell’intervento, in quanto possono verificarsi errori nei flussi di informa zione ed essere trascorso del tempo
fra la segnalazione e l’intervento;
• regolamentazione della fruizione dello spazio all’aperto; è un aspetto fondamentale per la sicurezza nei con fronti dei cittadini e degli animali da compagnia.
• adozione dell’attrezzatura più idonea per ottenere un sufficiente potere ab battente senza derive inopportune;
• verifica del buon funzionamento dell’attrezzatura (è un aspetto da non trascurare, i tecnici in alcuni casi ten dono a farlo);
• Regolazione della portata in funzione della velocità di avanzamento. Anche la pressione di erogazione ha la sua importanza in quanto è la variabile che determina il diametro delle micro-goc ce erogate;
• Verifica delle condizioni meteo, che
• Diametro medio delle goccioline da erogare desunto dal manuale d’uso e manutenzione ≈ 20-30 μm (1 μm = 0,001 mm);
• velocità media di avanzamento del veicolo ≈ 6 km/h verificata anche con un GPS al fine di avere un riscontro tec nico anche in tempo reale sulla qualità dell’intervento svolto (tempi, velocità del mezzo, percorsi e grado di coper tura dell’area trattata);
• il biocida utilizzato era a base di estratto naturale di piretro;
• volume di erogazione medio-basso;
• Due tecnici addetti all’esecuzione del lavoro (un caposquadra con la re sponsabilità della corretta esecuzio ne del trattamento, della verifica del rispetto delle norme di sicurezza e del rapporto con i cittadini e un tec nico-autista responsabile sia del buon
funzionamento del veicolo e dell'at trezzatura sia di tutti parametri neces sari al rispetto dei dosaggi).
Importante è considerare l’attività di volo della specie di zanzara bersaglio. Ad esempio, per Aedes albopictus, ca ratterizzata da un’attività in gran parte diurna, i trattamenti vanno condotti con irrorazioni fatte nelle prime ore della sera. Contro Culex pipiens inve ce, attiva durante tutta la notte, i trat tamenti massimizzano la loro efficacia in questa fascia temporale; infine, con tro popolazioni di Aedes caspius, Ae. vexans e Ae. detritus la massima effica cia si otterrà con trattamenti al crepu scolo o sul finire della notte. In certe situazioni, come ad esempio nel caso di acclarata circolazione vira le e in aree di limitata estensione con folta vegetazione può risultare conve niente l’irrorazione omogenea di tutta la vegetazione con la miscela insettici da in modo da creare un deposito sulle
foglie (trattamento abbattente resi duale): l’intento, oltre a quello di agire sugli esemplari riparati nel microam biente fresco creato dalla vegetazione, è quello di sfruttare l’azione residuale repellente o letale degli insetticidi cre ando una sorta di barriera all’invasione da parte di zanzare provenienti dall’e sterno. In questo tipo di trattamento l’irrorazione deve essere rivolta verso la vegetazione fino ad un’altezza mas sima di circa 3-4 m avendo cura di irro rare omogeneamente la superficie ver de senza creare gocciolamenti a terra. I trattamenti ad effetto residuale han no il punto critico insito proprio nella loro residualità, che potrebbe intera gire maggiormente con gli artropodi non bersaglio. Prima di decidere l’in tervento, dovrà essere posta particola re attenzione alla presenza di fioriture in atto e quindi di insetti pronubi la cui presenza potrebbe rendere necessario rimandare l’intervento.
Tutti i prodotti utilizzati e presenti sul mercato italiano per la lotta alle zanza re devono essere obbligatoriamente Biocidi o PMC per i quali sia stata ef fettuata una valutazione della sicurez za per la salute umana e per l’ambien te. Tali prodotti devono riportare sulla loro etichetta le diciture “Prodotto bio cida Autorizzazione del Ministero della Salute n. IT/…/00…/AUT (ai sensi del Reg. UE n.528/2012) oppure Presidio Medico Chirurgico Registrazione n… del Ministero della Salute (ai sensi del D.P.R. 392/1998)”.
Ci sarebbero molti altri aspetti da inda gare e approfondire, quello che può sembrare un lavoro abbastanza sem plice, da un punto di vista esecutivo, in realtà maschera dietro di esso una se rie elevata di aspetti tecnici, normativi, funzionali e valutativi tali per cui si può benissimo affermare che, oggi, i tratta menti adulticidi contro le zanzare rap presentano una parte operativa tra le più difficili. Oltre al classico e sempre raccomandato buonsenso, è quindi doveroso riversare in campo la massi ma dose di virtuosa professionalità.
Le virosi potenzialmente trasmesse dalle varie specie di zanzara sono ormai considerate endemiche per cui, al di là del fastidio, sarebbe opportuno non trascurarne l’aspetto sanitario
Icentri neuronali delle astronavi d’attacco hanno registrato alcune linee di calore interessanti associa te a una concentrazione di anidride carbonica che fanno ben sperare. La nave ammiraglia ordina, data l’ora po meridiana, alla squadra nero-bianca di disporsi in formazione e attaccare a volo radente; in breve tempo la mag
sole, da parte delle riserve costituite dalle giovani reclute che necessitano di addestramento.
La comandante in capo della flotta d’attacco, visto il successo della mis sione, concede ai piloti un periodo di franchigia preceduto però da una visi ta medica. I risultati sono incoraggianti tranne che per una bassa percentua
West Nile Virus =
dai dati in nostro possesso frutto di at tente elaborazioni statistiche, sembra che sui vari fronti d’attacco solo in un numero limitati di casi tali controffen sive abbiano sortito risultati degni di nota. In ogni caso la comandante rac comanda di accelerare la fornitura di nuove astronavi in particolare il model lo A. koreicus.
Presente per
Usutu = Presente per
Japanese encephalitis virus (JEV)
Dengue
Chikungunya
Zika virus
Non rilevata: si ritiene utile ripetere i test
Presente per
Presente per
Presente per
Virus Rift Valley Fever Presenza <
Flavivirus della febbre gialla Presente per
3%
5% =
2% =
Presenza < all’1 % =
=
=
Plasmodio = = Presenza < all’1 %
Filaria
Sospetta: ripetere gli accertamenti
gior parte delle astronavi ritorna alla formazione a pieno carico: missione compiuta! La squadra grigia aspetterà l’imbrunire per avvicinarsi con circo spezione al bersaglio, per poi atter rare e attivare gli strumenti che indi cano il punto di perforazione. Anche in questo caso la mis sione ha successo, sia pure con qualche per dita dovuta alla reazio ne del donatore messo in allarme dal rumore causato dai flap ne cessari all’atterraggio a velocità ridotta. La percentuale maggiore di perdite è avvenuta al crepuscolo, invece non se ne registrano per i caccia attrezzati al volo notturno. Co munque la comandan te della flotta ordina un attacco mattutino, prima del sorgere del
Presente per il 3
(§)
le di pilote affette da virosi, zoonosi e filariosi tutte in forma asintomatica (vedi tabella).
I dati sanitari sono stati trafugati agli ospiti (donatori di sangue) e fanno presagire un inasprimento delle lotte nei confronti della flotta. Pur tuttavia,
Non rilevata: si ritiene utile ripetere i test
Da un vecchio libro di entomologia edito oltre sessant’anni fa (1958) cer co di ricavare metodologie che ritengo ancora più che corrette. Al più dovran no essere aggiornate sia per le specie
Figura
allora ancora non presenti nell’area mediterranea, sia per le nuove tecno logie oggi utilizzabili.
Il primo suggerimento si può ricavare dalla Figura 1 che riporta i principali biotopi del mediterraneo meridionale (in particolare della Camargue). Inutile entrare nei dettagli fra quelli tempo ranei e permanenti incrociandoli con le specie che amano le acque dolci e quelle che riescono a colonizzare quelle saline. Il concetto chiave è che le specie non sono poche, tant’è che l’Autore (Jean A. Riuoux) si limita a ri portare quelle più significative. Il secondo spunto di riflessione si de sume facilmente dalla Figura 2 che schematizza le specie e le loro aree di ovo-deposizione nella città di Montpel lier, a cui oggi aggiungeremmo sicura mente l’Aedes albopictus e qualche al tra specie. Il concetto su cui meditare è che il monitoraggio “zanzarifero” è una cosa così complessa che trascurare una specie limitandosi a quelle di cui ci
occupiamo storicamente potrebbe es sere la spiegazione per cui alcune viro si si sono radicate veicolate da specie
passate sotto traccia, diventando poi endemiche (malattie costantemente presenti o molto frequenti in una po polazione o territorio, per cause varie). Orbene, visto che ogni affermazione dovrebbe essere supportata da dati statisticamente significativi, sottolineo che la mia resta un’ipotesi che credo meriterebbe di essere approfondita. La terza area di approfondimento si ricava dallo schema (Figura 3) di 22 righe con 22 colonne (matrice quadra ta) in cui sono magistralmente ripor tare 22 specie di zanzara per cui, ad esempio, alla riga 14 relativa all’Aedes (Ochlerotatus) caspius si rileva dalle colonne 11, 12, 13, 15,16, 17,18, 20 e 22 la “coabitazione” con Theobaldia annula ta, A. detritus, T. litorea, A. vexans, Culex modestus, Anopheles maculipennis, C. theileri, gruppo C. pipiens. Ora queste pungenti coabitazioni hanno anche cicli biologici e siti di ovo-deposizione non coincidenti. Quindi se quanto riportato dall’istituto di Montpelier è attendibile e nulla ci autorizza a metterlo in dub bio, le derivate di monitoraggio, la tipo logia di lotta e di controlli dei risultati presuppongono l’attivazione di tutta una serie di modifiche metodologiche
di quanto è consuetudine fare. Niente paura, per quanto un viaggio sia lungo comincia sempre dal primo passo.
Irrorazione locali e candelotti fumogeni a cura del disinfestatore.
Per le risorse tecniche vedi punto 1). Regolazione: ugello in erogazione con getto “mirato” e al massimo della micronizzazione nella fase finale: Dosaggio unitario di formulato: 200 ml per una superficie stimata di 400 m2. Candelotti fumiganti da 30 g in n° di 5 Tempo di realizzazione di sola erogazione 55 min. (NB: la trasferta e la preparazione non calcolata).
Da quanto esposto emerge principal mente che le virosi potenzialmente trasmesse dalle varie specie di zanza ra sono ormai considerate endemiche per cui, al di là del fastidio, sarebbe opportuno non trascurarne l’aspetto sanitario. Emerge quindi la necessità di rivedere gli schemi di lotta e di esa minare in termini critici la tendenza di privare i professionisti del settore del le necessarie risorse farmacologiche. Chiunque legga una bugiardina di un qualsivoglia farmaco si rende conto delle controindicazioni, sta al medi co valutarle e decidere per il meglio, informando con rigore professionale il paziente. Lo stesso principio vale per i PMC e i Biocidi utilizzati nella lotta alle zanzare: bisogna leggere attentamente le etichette e seguirne correttamente le indicazioni, così da massimizzare l’efficacia, contenendo i rischi.
posano sulla vegetazione e i piani di lotta ne dovrebbero tenere conto (sia pure sottolineando le necessarie cau tele), ciò nonostante corre voce che scatteranno forti limitazioni, al limite del veto. A tal proposito è importante l’opera di monitoraggio entomologico
Bonifica locali a cura del
54 6e sanitario da cui derivare piani plu riennali razionali, tenendo in conside razione che gli equilibri naturali sono sempre stati dinamici, oggi molto più di ieri, e che il clima ci potrebbe riser vare delle sorprese consentendo al Diavolo di metterci la coda.
Bombolette a svuotamento totale nella legnaia a cura del ristoratore.
DPI: maschera naso bocca, occhiali, guanti e caschetto
Posizionamento contenitori gel anti formiche e biocida a base di imidacloprid più pistola erogatrice a cura del disinfestatore. Consumo una cartuccia da 40 g più 20 contenitori di sicurezza
Mi preoccupa un poco il futuro: ad esempio, è noto che le zanzare si ri
Nel 1917 George Norman Douglas (1868 – 1952) scrittore britannico famoso per il suo romanzo "Vento del sud" pubblicato nel 1917 scrisse:
“Non credere sempre a ciò che vedi. Ricorda che anche il sale sembra zucchero”.
"Si possono capire gli ideali di una Nazione dalla sua pubblicità". A nostro parere l'assunto vale anche per il nostro modo di comunicare.
Così scrive Umberto Eco.
NB: Vento del sud narra dei dialoghi fra i cosmopoliti frequentatori di un'isola del Mediterraneo di nome Nepente (Capri) durante la Belle Époque (1871-1914) periodo esuberante soprattutto nella Parigi del Moulin Rouge (locale situato nel famoso quartiere a luci rosse di Pigallee) dove imperava il Can can di Offenbach e i quadri di Henri-Marie-Raymond de Toulouse-Lautrec-Montfa
Potrebbe essere un suggerimento per i nostri clienti e per chi si occupa di comunicazione.
Gli insetti volanti sono con siderati infestanti poiché mettono a rischio la salute e se non controllati posso no causare un’infestazio ne in poche settimane, è bene quindi adottare misu re preventive di controllo. Rentokil mette a disposi zione delle imprese la linea
di lampade cattura insetti Lumnia: soluzione di disin festazione ecologica per eccellenza, permette di eli minare rapidamente insetti volanti che possono minac ciare l’integrità di materiali e l’igiene ambientale, evitando composti insetticidi nemici dell’ambiente. Lumnia è ido
nea a tutti gli ambienti inter ni, uno strumento utile per il controllo delle infestazioni, in aree industriali, per l’in dustria alimentare, per bar e ristoranti e per tutte le realtà dove è necessario rispettare le procedure HACCP. Una nuova gamma di lampa de cattura insetti specifiche
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Una delle unità più grandi della gamma, ideale per aree industria li. Ha tre lampade LED da 10 watt e un pannello adesivo per cattu rare gli insetti che si riavvolge in automatico per gestire il rischio di contaminazione legato alla presen za di frammenti di insetti. Copertu ra: 156m2; Dimensioni: 54.7cm, 36.5cm, 15.6cm; Caratteristiche: Colore argento, Montata a muro.
La lampada dalle dimensio ni ridotte, ideata per essere facilmente montata a pa rete o appoggiata diretta mente in piano. Copre aree a medio-basso rischio come bar, reception e piccoli punti vendita. In grado di attirare insetti per intrappolarli sul pannello collante posto sul retro dell'unità. Copertura: 36m2; Dimensioni: 55cm, 24cm, 15.5cm; Ca ratteristiche: Colore: argento, nero, blu, rosso, oro, Montata a muro o su piedistallo.
Il modello di lampada più piccola e discreta; ideale per aree a diretto contatto coi clienti e a basso rischio come bar, ristoranti e receptions di hotel. Utilizza un LED da 10 watt, in grado di attirare e catturare gli insetti da una maggiore distanza, e tenerli fuo ri dalla vista dei clienti. Copertura: 36-100m2; Dimensioni: 55.3cm, 18.8cm, 7.18cm; Caratteristiche: Colore: nero, bianco; Montata a muro o su piedistallo.
L’innovativa lampada installabile a soffitto, per aziende alimentari, farmaceutiche, logistica ed impianti in dustriali. Viene appesa al centro della stanza, con un tubo su ciascun lato e uno sotto per una copertura a 360 gradi. La pellicola adesiva e il meccanismo ad incapsulamento, contengono igienicamente le mosche catturate e impediscono che frammenti di insetti vengano dispersi nell'ambiente. Copertura: 312m2 fronte/re tro; Dimensioni: 55.1cm 32.5cm, 39.9cm; Caratteristiche: Colore argento, Appesa al soffitto o su staffa laterale.
Lumnia è la gamma di lampade cattura insetti approvata secondo lo standard HACCP che utilizza: la tecnologia LED, un pannello collante e un sistema ad incapsulamento, senza rinunciare ad un design elegante e in grado di adattarsi a tutti i tipi di ambienti. Lumnia consente di ottenere vantaggi in termini di:
Minore consumo energetico fino al 79%
Risparmio economico fino a 12 mila euro
Riduzione delle emissioni di carbonio del 62%
rentokil com/it/
Lumnia Ultimate Lumnia Stardand Lumnia Suspended Lumnia Slim Lumnia CompactQuesto articolo vorrebbe es sere un suggerimento per ampliare la gamma degli ar gomenti aggiungendo quello motiva zionale che potrebbe trovare giova mento nell’esposizione di argomenti culturali e naturalistici. A tal propo sito mi associo all’affermazione di Fulvio Giachino, dottore in scienze forestali e ambientali e autore dell’ot timo libro Insetti: dei e demoni, nel definire gli insetti animali straordi nari e complessi che contribuiscono alla biodiversità del Pianeta Terra con più di un milione di specie estrema mente variabili per forma, biologia, comportamenti e interazioni con noi “sapiens”. Molto pertinente la citazio ne di Darwin che definisce la Natura un universo di infinite storie bellissi me. Ora noi che, a vario titolo, agiamo nell’ars disinfestandi non dovremmo limitarci agli aspetti tecnici, giuridici e di marketing del nostro lavoro, ma completare il bagaglio professionale anche dei concetti (seri) naturalistici, ecologici (nel significato originale del termine) e bio-etologici. Ritenendo che la nostra professione abbia molti punti in comune con la medicina e che i nostri interventi siano paragonabili a terapie ambientali nei box nell'artico lo riporto alcuni punti del giuramento (sia antico sia moderno) di Ippocrate.
Giuro per Apollo medico e per Asclepio e per Igea e per Panacea e per tutti gli Dei e le Dee, chiamandoli a testimoni, che adempirò secondo le mie forze e il mio giudizio questo giuramento e questo patto scritto. (…) Metterò a parte dei precetti e degli insegnamenti orali e di tutto ciò che ho appreso i discepoli che avranno sottoscritto il patto e prestato il giuramento medico e nessun altro. (NdA: Mi pare un punto importante valutare il profilo professionale di chi rendiamo partecipe dei nostri insegnamenti).
Sceglierò il regime per il bene dei malati secondo le mie forze e il mio giudizio, e mi asterrò dal recar danno e offesa. Non somministrerò a nessuno, neppure se richiesto, alcun farmaco mortale [dannoso, inappropriato (NdA)]… Questo aspetto deve vedersela con le controindicazioni che ogni farmaco comporta, vedi l’assioma di Paracelso “è la dose che fa il veleno”.
Conserverò pia e pura la mia vita e la mia arte. Non opererò neppure
chi soffre di mal della pietra, ma cederò il posto a chi è esperto di questa pratica (NdA: difficile risalire con esattezza alla diagnosi del mal della pietra, con buona probabilità si tratta di calcolosi, ma importante è il concetto per cui ogni medico dovrebbe astenersi da pratiche su cui non ha sufficiente competenza). In tutte le case che visiterò entrerò per il bene dei malati, astenendomi da ogni offesa e da ogni danno volontario… (vero è che quelli involontari o basati sulla presunzione di sapere possono avere conseguenze disastrose).
Tutto ciò che io vedrò e ascolterò nell'esercizio della mia professione, o anche al di fuori della professione nei miei contatti con gli uomini, e che non dev'essere riferito ad altri, lo tacerò considerando la cosa segreta.
Se adempirò a questo giuramento e non lo tradirò, possa io godere dei frutti della vita e dell'arte, stimato in perpetuo da tutti gli uomini; se lo trasgredirò e spergiurerò, possa toccarmi tutto il contrario.
L’arte della disinfestazione ha diversi punti in comune con la scienza della medicina, e gli interventi effettuati da noi professionisti del settore sono assimilabili a terapie ambientali
Continuando il parallelismo con la me dicina potremmo sottolineare che, nel la nostra opera di divulgazione, esisto no contesti in cui il problema (malattia) può essere risolto rispettando una corretta integrazione tra terapia e sti le di vita che, nel nostro caso, si tratta
di interventi preventivi e manutentivi (pest e rat proofing) e comportamenti virtuosi da parte della Direzione delle Maestranze (vedi, ad esempio blattelle, cimici dei letti e roditori, naturalmente con le dovute eccezioni). In altre realtà i nostri interventi saranno sintomatici
ovvero, per quanto correttamente ese guiti, avranno l’obiettivo di contenere l’infestazione.
Questa affermazione non deve esse re un alibi per giustificare compor tamenti inadeguati. Come spunto di riflessione per quanto concerne la lot ta larvicida: essa non si esaurisce nel solo trattamento ai tombini, ma deve essere integrata dalla collaborazione consapevole dei cittadini e da un cen simento territoriale di notevole preci sione. Per la lotta adulticida la scelta dei biocidi deve essere coerente con i calendari dei trattamenti, con la gravi tà sanitaria, con le attrezzature scelte, con il rispetto dei dosaggi unitari e a dove detti trattamenti sono diretti.
Se la comunità medico-scientifica ha come obiettivi prioritari farmaci che agiscono in modo mirato e terapie per sonalizzate dobbiamo condividerne gli obiettivi.
Sia detto senza intenzione polemica, ma le specie di zanzare pungenti sono tante, ognuna con habitat particolari e cicli biologici differenti; e tale asserzio ne diventa imprescindibile con l’avven to di meritorie tecniche di lotta basate su maschi sterili o geneticamente modi ficati che per la loro caratteristica sono altamente specifiche.
Consapevole dell'importanza e della solennità dell'atto che compio e dell'impegno che assumo, giuro: (omissis)
- di non intraprendere né insistere in procedure diagnostiche e interventi terapeutici clinicamente inappropriati ed eticamente non proporzionati, senza mai abbandonare la cura del malato; (NdA: in alcuni momenti di scelte terapeutiche c’è da farsi tremare i polsi, e vale a pieno titolo per chi deve scrivere un capitolato, stilare un contratto per cui deve scegliere in scienza e coscienza
come armonizzare l’obiettivo con le inevitabili controindicazioni vedi, ad esempio, le varie strategie per il contenimento del West Nile Virus). (omissis)
- di ispirare la soluzione di ogni divergenza di opinioni al reciproco rispetto; (NdA: il richiamo al reciproco rispetto mi pare di grande importanza, a tutela dell’immagine della categoria; si può sostenere con forza le proprie opinioni senza rischiare di ergersi a deus ex machina). (omissis)
Merita fare un accenno anche alla lot ta ai piccioni (colombi) urbani che as somma la possibilità di risultati risolu tivi, se si basa sull’allontanamento e protezione degli edifici, e diventa sin tomatica quando ha come obiettivo il loro contenimento numerico. In quest’ultimo caso la continuità degli interventi è la conditio sine qua non per ottenere dei risultati, al contrario se i trattamenti vengono eseguiti in modo saltuario anche il loro esito di venta altalenante, col rischio di vanifi care anche il lavoro svolto. In conclu sione ritengo che sia sempre valido il trinomio sottolineato dalle norme sul la Sicurezza: informare, formare e ad destrare, aggiungendo che nel nostro obiettivo di divulgatori è fondamenta le aggiungere quello di motivare.
La presenza delle ci mici dei letti (Cimex Lectularius) è un problema diffuso in Italia e all’estero tra gli operatori del settore alberghiero, con rischi rilevanti per la repu tazione e la credibilità delle strutture. Questi piccoli in setti parassiti si posizionano nelle fessure e negli inter stizi (per esempio nelle pie ghe dei materassi, dietro le testate dei letti, dietro i co modini), e comunque, nelle immediate vicinanze di un ospite; agiscono general mente di notte, provocando degli arrossamenti sul corpo che spesso vengono confusi per punture di insetto o di zanzara.
Un'infestazione da cimici dei letti va affrontata con meto di risolutivi, efficaci e rispet tosi dell’ambiente e della salute delle persone. Polti Cimex Eradicator è la solu zione rapida e naturale per effettuare una disinfesta
zione da cimici dei letti. È un Dispo sitivo di Disinfe zione a Vapore (DDV) conforme alla norma AFNOR NF T72110 di - ambito medicale -, ed è in grado di eliminare in maniera risolutiva le cimici dei letti e le uova senza l’uso di insetticidi. Il suo utilizzo ha inoltre dimostrato effetto virucida, battericida, spori cida, fungicida e levuricida: uccide fino al 99,999% dei microrganismi*. Il suo vapore saturo secco surriscaldato fino a 180°C, generato all’interno della pistola erogatrice brevet tata Polti, uccide per shock termico il 100% delle uova e il 90% delle cimici dei letti adulte già al primo passag gio**. A dimostrarlo esperi menti in vitro e test sul cam po (contesti reali infestati come hotel e case private).
Per quanto riguarda l’utiliz zo di Polti Cimex Eradicator, i pro sono molteplici: agisce senza l’utilizzo di insetticidi e quindi senza rilasciare al cuna sostanza chimica po tenzialmente pericolosa per l’ambiente e le persone; il va pore riduce più rapidamente le cimici dei letti rispetto al trattamento con insetticidi spray (a dimostrarlo un re cente studio di maggio 2022 condotto dal dipartimento di Entomologia dell’Università americana Rutgers); il va pore può essere erogato su tutte le superfici, i tessuti anche in presenza di per sone; non ci sono tempi di attesa in quanto non lascia le superfici e i tessuti umidi e non causa danno o altera i materiali su cui viene ero gato; i locali possono essere immediatamente riutilizzati al termine delle operazioni; il flusso di vapore può esse re direzionato nelle zone di annidamento, raggiungendo anche gli spazi più difficili; il vapore erogato insieme al detergente HPMed abbatte l’odore tipi co delle cimici dei letti e aiuta a scio gliere la sostanza collosa che lega le uova alle super fici.
*Test e/o studi di laboratori ter zi e indipendenti attestano che Polti Cimex Eradicator uccide fino al 99,999% di microrgani smi (virus, germi, batteri, funghi, spore e lieviti)
**Test effettuati da un laborato rio terzo e indipendente attesta no che Polti Cimex Eradicator uccide il 100% delle uova e il 90% delle cimici del letto adulte già al primo passaggio.
cimici dei letti e per la disinfezione contro virus, germi
vapore saturo secco surriscaldato fino a 180°C generato
cimici
stadio tardivo e delle larve in una sola
Cimex
(DDV)
alla norma AFNOR NF T72-110** in grado
cimici dei letti e le uova senza l’uso di insetticidi. Il suo utilizzo ha inoltre dimostrato effetto virucida, battericida, sporicida, fungicida e levuricida.
*Test effettuati
laboratorio
Cimex Eradicator
delle uova e
del
delle cimici del letto adulte già al primo passaggio.
Cimex Eradicator è stato testato in conformità alla norma AFNOR NF T72-110
ambito medicale e ha dimostrato effetto virucida, battericida, sporicida, fungicida, levuricida
Qualche decennio fa, le formi che sarebbero state etichetta te appartenenti al Regno degli animali (invertebrati); Classe degli insetti (per i più dotti preceduta dal Phylum Arthropoda); Ordine degli imenotteri Famiglia delle formiche.
Attualmente la classificazione scienti fica è più articolata per far fronte a dei criteri di classificazione più circostan ziati (vedi Universo formiche Chiara Dassi, Dimensione Pulito n. 5 2022).
A differenza della classificazione scientifica, la classificazione per ha
bitat che segue, probabilmente si avvicina di più al nostro vivere quo tidiano, collocando le nostre formi che negli edifici, nei prati (giardini e orti) e nei boschi. Naturalmente que sta suddivisione non è assoluta, ad esempio non è raro trovare formiche
Il discorso sulle formiche è tutt’altro che concluso: di questo universo complesso se ne possono tuttavia tratteggiare le linee essenziali
del genere Lasius spp nelle case an che se il loro habitat abituale sono i giardini.
Formica argentina (LinepithemaIridomyrmex - humilis) Compare nel bacino del Mediterraneo ai primi del ‘900 sottraendo spazio alle formiche indigene. Le operaie, di colore castano opaco, sono lunghe 2-2,5 mm mentre la regina raggiunge i 5 mm ed il maschio 4 mm. Le colo nie hanno più regine (poliginiche) e il formicaio può ospitare migliaia di indi vidui, ne deriva la necessità di procu rarsi abbondante cibo (sia zuccherino che proteico). Convive con gli afidi e le cocciniglie in quanto produttori di “melata”.
Le dimensioni variano da 3-5 mm (la regina sfiora il centimetro di lunghez za). È una specie molto diffusa e molto apprezzata dagli allevatori di formiche per la sua grande adattabilità.
fermato, le formiche acrobate non pungono.
Si nutrono di carne, insetti vivi e morti, cadaveri di piccoli animali, ma non di sdegnano anche alimenti di origine ve getale e come quasi tutte le formiche nostrane adorano gli zuccheri. Sono state utilizzate anche nella lotta biolo gica delle processionarie.
Specie molto diffusa facile da reperi re durante le sciamature (fine giugno primi di agosto) e semplice da allevare. Monoginica anche se è possibile la cooperazione di più regine durante la fase di fondazione, ma poi sopravvive una sola regina. La pallidula può risul tare aggressiva nei confronti di altre colonie. Nidifica prevalentemente nel terreno in spazi aperti e assolati, ma per la sua adattabilità alimentare può essere considerata una specie sinan tropica.
Danni: danneggia la frutta matura e preda miele dagli alveari. Specie molto invasiva per le abitazioni e per le industrie alimentari in cui nidi fica all’interno ma può nidificare all’e sterno per poi penetrare all’interno in cerca di cibo. Sembra utilizzare la rete fognaria per i suoi spostamenti; forse per questo è una specie potenzialmen te vettore di patogeni. Le sue morsica ture possono nuocere in modo impor tante ai nidiacei e ai piccoli vertebrati e arrecare disturbo anche agli umani.
Formica nera o formica nera dei giardini (Lasius niger) Presenta formicai con una sola regina. Pur tuttavia i nidi possono arrivare ad alcune decine di migliaia di individui.
Si nutre di insetti di piccola taglia, vivi e morti (es. zanzare, moscerini…) me late, miele, frutta molto matura, pic coli avanzi di cucina.
È fra le formiche “rizzaculo” detta an che “formica acrobata” per la partico lare posizione di difesa, nella quale ri piega in avanti l’addome minacciando l’avversario con il suo pungiglione. A dispetto di quanto solitamente af
Alcune informazioni su questa specie, di medie dimensioni (4-6 mm di lun ghezza): difficile da contenere (quindi anche in natura è una specie invasi va. Utilizzano le proprie deiezioni per indebolire il materiale e scavare con maggiore facilità (gesso e persino cemento). Si arrampicano su tutte le superfici e la colonia cresce veloce mente fino a raggiungere dimensioni notevoli (12.000-15.000 esemplari) in pochi anni. In genere la colonia ha una sola regina. L’addome termina con un corto pungiglione che è in grado di espellere una sostanza irritante. Pos sono rappresentare un problema nelle sugheraie e nelle travi, infissi e fessure dei muri degli edifici. La sua presenza è segnalata dalla formazione di una fine segatura.
(Monomorium pharaonis)
Di colore giallo ocra con l’estremità dell’addome bruno. < 2mm di lunghezza. Polifaga e lucifuga, predilige gli ambienti caldi. Molto comune nelle industrie alimentari (succhi di frutta, sciroppi, dolciumi, carni) quindi è frequente anche nei supermercati, alberghi, ospedali (reparti di pediatria per la presenza del latte) ed abitazioni.
Le origini di questa specie sono tropi cali per cui nelle aree calde umide delle nostre latitudini le colonie > 100.000 unità.
Nidifica sia all’esterno che all’interno degli edifici e nel terreno. I nidi son dif ficili da individuare poiché le operaie visitano ambienti anche molto distanti dal nido stesso. È una specie annovera ta fra i possibili vettori di patogeni.
Formica vaga (Camponotus vagus) È una specie che presenta operaie di varie taglie (il che può indurre a pen sare, erroneamente a una infestazione mista): di piccola, di media e di grande taglia (queste ultime possono arrivare a 14 mm) mentre le regine arrivano a 18 mm (queste presentano una peluria addominale di colore grigio chiaro).
“soldati” per la difesa, che presenta no il capo. Una particolarità di questa specie è che le operaie, cacciano soli tarie, secondo la tecnica dell’agguato differentemente dalle altre specie che bottinano girovagando. Il morso è po tente, può tagliare in due le formiche delle altre specie europee; la produzio ne di acido formico è abbondante.
È di colore bruno-ocra e le operaie sono lunghe circa 2 mm, mentre i sol dati arrivano sino a 4 mm.
Polifaga, nidifica in piccole fessure. È molto diffusa nell’Italia centro-me ridionale. Probabilmente di origine africana.
Formica delle zolle (Tetramorium caespitum) È una formica molto comune, lunga 2-3 mm (operaie) di colore nerastro. Sebbene preferisca i terreni soleggiati, si annida anche nelle fessure di marcia piedi, pavimenti; nei nidi sono presenti più regine.
Formica carpentiere bruno-nera (Camponotus ligniperda)
Ne approfitto per fare riferimento ad una ulteriore differente classificazione: Tribù: Camponotini; Genere: Campo notus; Sottogenere: Camponotus Dimensioni: Regina 16-18 mm, Maschio 8-12 mm, nero, operaie 14 mm. In genere ama le quote collinari fra i 500 e 1500 m.
Quando la colonia cresce, nascono
Presentano una sorta di ibernazione invernale tanto più lunga quanto più il nido è posto a quote alte. Periodo di sciamatura: giugno. Ciclo biologico: Uovo > larva: circa 10-16 gg Larva > pupa: circa 10-14 gg Pupa > adulto: circa 10-24 gg.
Diverse specie possono danneggiare il legno da opera negli edifici ove costru iscono il loro nido, che può contare fino a qualche migliaia di individui. Interes sante per una corretta lotta è tenere conto che in alcune occasioni la colo nia è una sorta di dependance di una colonia ben più vaste proporzioni posta all’esterno. I danni possono provocare notevoli danni strutturali anche impor tanti nelle strutture lignee portanti.
(Paratrechina longicornis)
In genere gli attacchi provengono dall’esterno penetrando negli edifici attraverso screpolature e fessure. È on nivora e notturna ma anche molto ag gressiva.
Formica del prato dal dorso nero (Formica pratensis)
Appartiene al gruppo delle formiche rosse europee. I loro nidi sono costruiti con erbe, aghi di pino e paglia e posso no raggiungere un metro di diametro. I maschi e le femmine alati possono essere presenti nei nidi da fine aprile
a settembre, poiché questa specie ha due generazioni separate. Questa spe cie si nutre principalmente di insetti e altri piccoli animali e raccoglie la mela ta dagli afidi.
Dimensioni (lunghezza): le regine dai 7 ai 9 mm, i maschi dai 3 ai 4 mm e le operaie variano dai 2 ai 4 mm. NB: non esiste la casta dei soldati. La specie predilige fare i nidi nei prati o nei campi evitando terreni aridi. I nidi quasi totalmente sotterranei e quindi difficilmente visibili. Si nutrono di me lata di afidi, con cui vivono in simbiosi, e di insetti ed aracnidi di piccole o me die dimensioni che riescono a predare. Dopo il volo nuziale due o più regine si associano per iniziare la fondazione a cose fatte le operaie decideranno qua le regina rimarrà uccidendo le altre. Raramente entrano negli edifici.
Le dimensioni: operaie 3-4.5 mm le re gine arrivano 5–6 mm. Habitat: zone relativamente umide.
NB: non vado oltre perché anche se vi sono altre numerose specie di grande interesse naturalistico come il genere Serviformica fra cui la S. rubra, cinerea, picea l’ampliarne troppo l’esposizione esula dallo scopo che mi sono prefis sata.
Formica rufa-rufa (esistono altre 4 specie molto simili a questa specie al punto di poter parlare quasi del gruppo “rufa”).
Formica nera o formica nera dei giardini (Lasius niger) Già descritta (vedi sopra negli edifici)
Formica rossa (Myrmica rubra)
Le specie appartenenti a questo grup po non possiedono pungiglione ma sono dotate di potenti mandibole. Una colonia di formiche è stato calco lato che riesca a catturare ogni giorno fino a 4 mila larve di coleotteri e 50 mila insetti!
I mirmecologi ci complicano la vita in dicandone due sottospecie: C. hercule anus eudokiae (Ruzsky, 1926) e C. her culeanus herculeanus (Linnaeus, 1758)
La colonia ospita una sola regina, l'u nica in grado di deporre uova fertili. È una specie tipicamente boschiva e ni difica nel legno marcio e sotto i ceppi. La livrea presenta una colorazione ros so-cupo sul torace e sulle zampe, men tre il resto del corpo (testa e addome) è nero lucido. Interessante è che le for me sessuate (future regine e maschi) sono “prodotti” alla fine dell'estate, ma rimangono nel nido fino a primavera, quando avvengono le sciamature.
Formica sanguigna (sanguinea) Questa specie è caratterizzata dallo schiavizzare altre formiche apparte nenti al genere Formica
Si tratta di una specie dal morso parti colarmente irritante. Nei nidi convivo no fino a 4-5 regine.
Nei boschi infestati dalla processio naria sono stati introdotti i nidi delle “rufe” con buoni risultati. Fautore atti vo di questa lotta biologica è stato il Mario Pavan (1918 – 2003) entomolo go, speleologo, accademico e politico italiano (ha ricoperto anche la carica di Ministro dell’ambiente).
La specie più soggetta a essere schia vizzata è la Formica fusca. Le colonie di Formica sanguinea vivono per con to proprio o come parassita sociale di altre specie del genere Formica. In questo caso, la regina di F. sanguinea entra nel nido della regina di un'altra specie e la uccide, facendosi così accu dire dalle operaie della sua vittima. In alcuni casi le operaie rapiscono larve e pupe di altre specie per farle diventare
operaie al servizio della loro. Una spe cie invero poco raccomandabile.
Nelle colonie possono convivere più regine fecondate, tuttavia la popola zione delle operaie non è mai molto numerosa (fra le 500 e le 2000 formi che).
Le operaie sono di dimensioni rag guardevoli arrivando fino a 8–10 mm).
Sono caratterizzate da una grande ra pidità di movimenti ma un comporta mento scarsamente aggressivo.
Si nutrono di piccoli insetti, melata di afide e anche di nettare. I voli nuziali
avvengono in luglio agosto.
NB: anche se vi sono altre numerose specie di grande interesse naturalisti co come il Rufoprotensis minor e R. major l’ampliarne l’esposizione esula dall’obiettivo che mi sono prefissata.
Euspinolia militaris, ph. Chris Lukhaup
La formica panda possiede un aspetto davvero strano: ha la testa pelosa, il corpo è bianco con macchie nere. In realtà non è neanche una formica, ma si tratta di una vespa molto speciale. Questa specie è autoctona del Cile. Durante il periodo di sviluppo, le larve si alimentano delle larve di altri insetti, mentre l'esemplare adulto si ciba del nettare dei fiori. Per tutte queste ragioni la formica panda è sicuramente uno degli insetti rari e velenosi più spettacolari in natura.
Api, formiche e il variopinto mondo degli insetti – G. Ferretti - Corriere della sera; Disinfezione Disinfestazione e Derattizzazione E. Guzzanti e E. Bergami – Il Cerilo editrice; Entomologia urbana e sanità ambientale – G. Domenichini e A. Covetti – Utet; Formiche Storia di un’esplorazione scientifica – B. Hölldobler e E. O. Wilson – Ed. Adelphi; Gli infestanti delle derrate conservate e delle industrie alimentari – Luciano Süss – MEC edizioni; Guida alla Disinfestazione – A. Scirocchi – Ed. Cesi; Insetti dannosi all’agricoltura e moderni metodi e mezzi di lotta – Giuseppe Della Beffa – ed Hoepli; MIti e leggende nel mondo della disinfestazione – Gli insetti del legno di C. Marchesini e C. Dassi Gli insetti sociali di I. Regazzi e P. Fedeli Ed. Spazio Tre; Trattato di Zoologia – Umberto D’Antona – Unione Tipografico - Editrice Torinese; Vector control in international health – World Health Organization; Oltre alle navigazioni in Wikipedia e dintorni.
La ricerca e la selezione delle notizie è stata fatta con la massima attenzione, pur tuttavia non posso escludere qualche imprecisione soprattutto nella parte dei criteri tassonomici, nel caso chiedo venia ai sistematici, accolgo con riconoscenza eventuali correzioni e precisazioni. C.D.
In ambito urbano la presen za di topi e ratti è un proble ma rilevante per la sicurezza dei cittadini, soprattutto dal punto di vista igienico-sani tario.
Le zone urbane sono quel le maggiormente esposte alle infestazioni sia per l’al ta densità abitativa che per la presenza di habitat ideali per la proliferazione dei rodi tori sinantropici. L’affermarsi di nuove tecnologie costrut tive, come ad esempio l’u tilizzo di materiali organici per l’isolamento termico e acustico, hanno aumentato le possibilità di infestazioni. Inoltre, anche la mancata attuazione di azioni di mi tigazione del rischio, come pulizie scrupolose e una cor retta gestione dei rifiuti, per mette a questi infestanti di proliferare.
Gli ambiti di intervento per contrastare questa proble matica sono sia di tipo pre ventivo che di azioni di mo nitoraggio e controllo. L’evoluzione tecnologica ha consentito di migliorare no
tevolmente i processi di mo nitoraggio della presenza dei roditori. L’offerta di Copyr in questo ambito è ampia e completa e comprende erogatori, esche atossiche e trappole a controllo remoto. La linea di erogatori Gulp Box, prodotta interamente in Italia e realizzata in mate riale plastico riciclabile anti
vazione è rappresentata da NARA®, linea di esche at trattive virtuali atossiche composte da materiale pla stico e senza allergeni, ideali per ambienti sensibili come l’industria alimentare, dove non si possono introdurre sostanze alimentari diver se da quelle prodotte. La linea, composta da diverse
UV e antiurto, si caratterizza per la sua modularità e facili tà di adattamento a qualsiasi esigenza di utilizzo. Com prende accessori che rendo no possibile trasformare cia scuna postazione in trappola multi-cattura, erogatore di esche e trappola a scatto. Un’altra importante inno
fragranze, ha efficacia per lungo tempo in quanto resi stente all’acqua e all’umidità. Emitter è un’altra grande innovazione nel campo del monitoraggio e della de rattizzazione. Si tratta di un
sistema che consente il mo nitoraggio da remoto delle trappole di cattura. Le po stazioni sono autonome, in fatti non necessitano di altri componenti o strumenti per funzionare, sono facilissime da installare, e permettono di sapere con estrema tem pestività il momento preciso in cui un roditore è stato cat turato, grazie al cloud dedi cato, raggiungibile da com puter e smartphone. Molto interessanti sono poi le informazioni che si posso no avere dalle PestCam (vi deocamere con sensore di passaggio, di temperatura e di movimento), con le quali si possono conoscere e ca pire con estrema precisione i luoghi frequentati dai rodi tori e i “passaggi” utilizzati da essi senza che l’operato re sia costretto a distribuire polvere su tutto il pavimento o che debba perdere ecces sivo tempo per le ispezioni in loco.
Le infestazioni da roditori rappre sentano un pericolo soprattutto perché diverse specie di questi animali sono in grado di trasmettere all’uomo svariate tipologie di patoge ni, capaci di scatenare malattie anche molto pericolose e mortali. Il caso più emblematico dal punto di vista stori co è sicuramente quello della peste, malattia trasmessa dai topi che si ma
nifestò attraverso cicliche infezioni pandemiche nei secoli XIV e XV e so prannominata, proprio a causa della sua pericolosità, come “morte nera”. In molti casi i roditori costituiscono il serbatoio epidemiologico dell’agen te patogeno (che causa la malattia), mentre in altri casi rimangono solo ospiti secondari. La trasmissione del patogeno all’uomo può avvenire per
inoculazione, ingestione, contatto o inalazione. Con il termine “inoculazio ne” si intende il momento nel quale l’infezione passa attraverso un altro animale, come nel caso delle malattie trasmesse da zecche e pulci. Il con tagio attraverso ingestione avviene quando si assumono alimenti o liquidi che sono stati contaminati dai roditori o dalle loro feci. La trasmissione tra mite contatto avviene quando la pel le viene contaminata dall’urina o dagli escrementi del roditore, e il patogeno penetra nel corpo umano attraverso piccole lesioni presenti sulla cute uma na, come nel caso della Leptospirosi o della febbre da morso di ratto. La tra smissione tramite inalazione o aerosol (sospensione di particelle liquide di piccole dimensioni) avviene soprattut to per i virus, che sono più piccoli dei batteri.
La maggior parte delle volte i roditori sono portatori sani, ossia non presen tano nessun segno o alterazione cau sata dalla malattia. La migliore strate gia di prevenzione contro le malattie trasmesse dai topi è rappresentata dalla lotta a questi roditori, principali serbatoi epidemiologici, da effettuare
Oltre ai severi danni che sono in grado di provocare ad oggetti e materiali, topi e ratti rappresentano un importante problema sanitario, perché sono portatori di parassiti e patogeni che possono trasmettere malattie anche molto gravi
cura di Simone Ciapparelli
sia all’interno che all’esterno delle abi tazioni. In caso di infestazione da topi, la soluzione più indicata consiste nel rivolgersi a professionisti del settore che, oltre a risolvere il problema, forni ranno le istruzioni necessarie ad impe dire una futura reinfestazione.
• La leptospirosi è la malattia infettiva più conosciuta e diffusa legata ai topi, che veicolano batteri spirocheti del genere Leptospira. Le leptospirosi – al cune delle quali trasmesse anche da altri animali – possono avere un venta glio molto ampio di sintomi, che passa no dal semplice mal di testa con dolori muscolari sino ad emorragie polmona ri e meningiti. La malattia si trasmette attraverso il contatto con l'urina infet ta dei topi, che è possibile trovare non solo nelle acque stagnanti, ma anche su alimenti o utensili contaminati dagli animali. La pelle riesce a proteggere dall'infezione, ma basta un semplice graffio per permetterne l’ingresso.
• Le Rickettsiosi rappresentano un gruppo di malattie le cui cause sono da attribuire a batteri gram negativi appartenenti al genere Rickettsia. Al cune di queste malattie sono note da molti secoli, altre invece sono state identificate solo negli ultimi anni. Esse sono tutte comunque trasmesse da parassiti dei roditori siano essi acari, pulci o zecche. Le rickettsiosi sono un gruppo eterogeneo di malattie causa te da microrganismi facenti parte di una stessa famiglia; ogni specie, però, nel momento in cui infetta l’uomo dà origine ad una patologia specifica. Queste patologie infettive hanno dei nomi caratteristici che rispecchiano la loro principale distribuzione geografi ca o le loro caratteristiche cliniche. Tra le più presenti in Italia, e in particolare in Sicilia, Sardegna, Calabria, Lazio e Liguria, si segnala la febbre bottono sa, causata da R. conorii e che dà come sintomatologia febbre alta, cefalea ed esantema. Il termine “bottonosa” deri
va dal fatto che l’esantema si caratte rizza per la formazione di papule in ri lievo sulla cute, che ricordano i bottoni della camicia.
• I protozoi sono organismi unicellulari, alcune specie tra le 35.000 conosciu te sono parassiti infettivi, si muovono e sopravvivono sempre in ambienti umidi. Sono presenti nei mari e nelle acque dolci, e possono vivere anche all’interno del corpo umano e in quello dei ratti. Un esempio di malattia cau sata da protozoi è la Toxoplasmosi, una zoonosi causata dal Toxoplasma gondii e che scatena una sintomato logia simil-influenzale, ma può essere pericolosa se contratta in gravidanza, in quanto può causare ritardi mentali nel feto o aborto.
• I roditori possono essere ospiti di nu merose specie di elminti (vermi) che eliminano le loro uova attraverso le feci degli animali infetti, escrementi di roditori che a loro volta infettano ani mali domestici e non (volpi, altri pre datori). L’infezione dell’uomo molte volte è casuale ma non rara. I sintomi dell’elmintiasi comprendono diarrea, dolori addominali, debolezza, ridotte capacità cognitive, indebolimento del lo sviluppo fisico, anemia e problemi nutrizionali.
• Il tifo murino è un'infezione che si trasmette attraverso il contatto con le feci delle pulci, attraverso le ferite della pelle o strofinando le mani sulle aree infette per poi passarle su mucose e bocca. I sintomi comprendono un rash cutaneo sei giorni dopo l'infezione,
mal di testa, febbre, dolori muscolari e articolari, nausea, vomito. I sintomi possono assomigliare al morbillo o alla rosolia. Il Tifo murino è curabile con gli antibiotici.
• La salmonellosi è una malattia tra smessa dal genere di batteri Salmo nella che può essere contratta anche venendo a contatto con le feci di un animale infetto, se il batterio riesce a giungere in qualche modo nel cavo orale di un individuo sano o penetra re attraverso ferite o lesioni della pelle. La gravità della malattia dipende dalla carica batterica e dalla virulenza del sierotipo infettante. La salmonella pro voca tipicamente diarrea, dolori addo minali crampiformi, febbre, nausea e vomito.
Quanto esposto rende facile capire quanto sia importante il controllo dei ratti e dei topi in campo industriale e civile, per salvaguardare non solo beni e attrezzature, ma anche la salute umana. Oltre ai problemi igienico/sani tari, c’è anche da considerare la que stione del pericolo per l’ambiente e del danno d’immagine che comporta la presenza di topi. Per questi motivi, un vero professionista del settore deve concepire la derattizzazione come un intervento atto a salvaguardare la salu te e, al contempo, riequilibrare l’am biente circostante dall’eccessiva proli ferazione di questi animali, tenendo presente che gli interventi effettuati comportano pazienza e continuo mo nitoraggio.
La fase di controllo di ogni strategia di gestione integrata degli infestanti (IPM) può includere un trattamento con rodenticidi. Tuttavia, per alcuni siti potrebbe essere necessario utilizzare le esche a scopi preventivi piuttosto che di controllo. Questo utilizzo preventivo dell’esca è chiamato pasturazione permanente. Non tutte le esche possono però essere utilizzate per la pasturazione permanente. Le esche autorizzate a questo scopo sono chiaramente indicate in etichetta. Sono autorizzate come esche anticoagulanti per pasturazione permanente alcune, ma non tutte, le esche a base di bromadiolone o difenacoum, tuttavia sono
noti casi di resistenza a questi due principi attivi. Le esche contenenti potenti anticoagulanti quali brodifacoum, difetialone o flocoumafen, per i quali non sono note resistenze, non sono autorizzate per un uso a pasturazione permanente. Di conseguenza, tutte le esche anticoagulanti consentite per la pasturazione permanente contengono un principio attivo rispetto al quale i roditori hanno già sviluppato resistenze. Pertanto, tale tecnica potrebbe essere inefficace contro questi roditori resistenti.
Un problema a cui BASF risponde con l’introduzione
della nuova esca per roditori Selontra®, approvata per tecniche di pasturazione permanente. Questa esca controlla tutti i roditori, compresi quelli resistenti alle esche anticoagulanti. Inoltre, non sono note resistenze al colecalciferolo, il principio attivo alla base di Selontra®. Con Selontra®, la velocità di controllo è fino a tre volte più rapida rispetto ai rodenticidi anticoagulanti, grazie all’effetto stop-feeding. Ottenere il controllo più rapidamente grazie all’impiego di Selontra® significa contenere i danni e la contaminazione da roditori infestanti. Inoltre, la nuova esca sviluppata da BASF consente di raggiungere un perfetto equilibrio fra
prestazioni e impatto ambientale. Il colecalciferolo non persiste nell’ambiente né presenta un effetto di bioaccumulo.
Per un uso a pasturazione permanente, utilizzare per ogni punto esca la stessa quantità di Selontra® consigliata per il trattamento di infestazioni attive: 100-140 g (5-7 blocchi) per ratti; 20-40 g (1-2 blocchi) per topi domestici. Posizionare Selontra® all’interno di stazioni esche resistenti alle manomissioni. Ove possibile, ispezionare almeno ogni 4 settimane nel quadro della strategia IPM e valutare eventuali rischi di re-infestazione.
Programmare regolari ispezioni di controllo per verificare che il rischio di invasione da roditori sia ancora presente. Qualora il rischio non dovesse più sussistere, rimuovere l’esca permanente. Ispezionare regolarmente i siti, secondo le indicazioni riportare sull’etichetta Selontra® rispettando intervalli non superiori a quattro settimane, nel caso di pasturazione permanente in ambienti all’aperto. Rimuovere i punti di esca permanenti che mostrano segni di prelievo da parte di piccoli mammiferi selvatici, come topi di campagna e arvicole, o sostituire l’esca contenuta con un’esca di monitoraggio vuota.
Un articolo basato su tali argomenti ha rilevanza per il mondo della disinfestazione in quanto elemento di cultura generale, che a volte ha peso quanto quella specificatamente tecnica, come criterio generale dell’utilità di approfondire ogni argomento risalendo alle origini degli assunti a cura di Chiara e Graziano Dassi
Gli obiettivi di questo artico lo sono più d’uno: il primo, è quello di suggerire di andare indietro nel tempo per avere un’infor mazione di base per districarsi nell’af follato mondo di notizie che spesso fanno da corollario a un tema su cui i media e il Web puntano i riflettori e, spesso, le inesatte notizie fanno più scalpore di quelle degne di nota. Il secondo è quello di dimostrare la veridicità che la nuova generazione è un pigmeo seduto su un gigante che è il suo passato. Il terzo è quello di prendere come esempio il “vaiolo delle scimmie” sia per darne una bre ve descrizione (metodologicamente, a nostro giudizio, corretta) sia per sottolineare che chiamare la malattia vaiolo delle scimmie, che con le scim
mie non ha nulla a che fare, può inge nerare confusione e malintesi. Rimar chiamo che non è nostra intenzione, neppure implicita, di far riferimento alla pandemia in corso.
L’agente responsabile del vaiolo uma no appartiene al genere Orthopoxvi rus (il cui corredo genetico contiene DNA) e prende il nome di Variola vi rus. Vi sono poi altri virus della stessa famiglia Orthopoxviridae che possono infettare sia gli animali che l’uomo, fra questi il Cowpox virus e il Vaccinia vi rus (vaiolo dei bovini) e l’erroneamen te nomato vaiolo delle scimmie: Mon keypox virus. Certo la nomenclatura scientifica può apparire ostica, ma ha il pregio della precisione.
Ovvero il 17 maggio del 1749, quando nacque Edward Jenner, medico e na turalista britannico, noto per l'intro
duzione del vaccino contro il vaiolo e considerato il padre dell'immunizza zione. Ma la microbiologia empirica ha origini antichissime che possiamo far risalire agli antichi egizi che, facendo fermentare alcuni cereali circa 5000 anni orsono ottennero una specie di minestra semidensa leggermente ine briante che potremmo considerare l’antesignana della birra e che era frut to della trasformazione degli zuccheri in alcool ad opera del Saccharomyces cerevisiae che oggi chiamiamo "lie vito di birra". Ma torniamo a Edward Jenner: oltre a introdurre il vaccino contro il vaiolo, traguardo che da solo riempirebbe la vita di quasi tutti i me dici e biologi, mise anche a punto la chimica del tartaro emetico (farmaco capace di provocare il vomito senza causare notevoli effetti collaterali), si dedicò alla fisica delle mongolfiere, alla bio-etologia del cuculo, al letargo
degli istrici e alla biologia dei delfini. Curioso è come il caso mise lo zampi no nella vita del dott. Jenner: l’atter raggio di un suo aerostato riempito con idrogeno nel parco di Anthony Kingscote gli fece incontrare Catheri ne (figlia del proprietario della tenuta) che divenne poi sua moglie, mentre una pubblicazione sul cuculo la gli valse la nomina a membro della Royal Society. Diversa sorte l’ebbe la nota del 1801 presentata alla Royal Society sui positivi risultati dell’utilizzo del vaccino bovino (Cowpox virus) che venne rifiutata perché “troppo rivolu zionaria”. Stupefacente miopia scien tifica tenuto conto che la relazione era firmata anche dai dottori Gardner, Worthington e Hicks. Le cronache ri portano che Jenner non fu accettato all’università di Oxford perché ritenu to di cagionevole salute probabilmen te per i sintomi del vaiolo che aveva
contratto e superato in giovane età, acquisendo così l’immunità da contagi futuri. Ciò probabilmente contribuì a rafforzare i suoi capisaldi deontologici desunti anche dalle convinzioni dell’a mico dr. John Hunter: “se un tratta mento fallisce significa che è sbagliato, anche se imposto dalle autorità” e della moglie che sosteneva a spada tratta: “la verità innanzi tutto”.
La logica premessa è che nella fase at tiva del vaiolo la “trasmissione dell’in fezione avveniva per contatto diretto o indiretto con il virus presente nelle le sioni cutanee, o attraverso la diffusione di goccioline respiratorie emesse con la tosse e gli starnuti. Inoltre, il virus è stabile in forma essiccata per mesi ed è stato trasmesso da fomiti come la bian cheria da letto. La contagiosità iniziava con la comparsa delle prime lesioni cu tanee e durava fino alla scomparsa di tutte le croste (circa tre settimane)”.
•
≈ 1000 a.C. (3000 anni fa): in India sembra fosse in atto la tecnica della inoculazione o variolazione o vaioliz zazione anche se non tutti gli esperti sono d’accordo.
• 1549 d.C. (≈ 2500 anni dopo): la pri ma data certa della inoculazione delle pustole vaiolose da un malato ad un sano in Cina.
Turchia, Persia, e in Africa. Va sottoli neato che gli zingari dell'Impero otto mano la praticavano ancor prima.
• 1714 - 1716: pubblicazione di due re lazioni della Royal Society sulla vario lizzazione praticata presso l’impero ottomano.
variolizzazione.
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≈ 1570 (dinastia Ming) :la tec nica si affina e le croste va iolose ridotte in polvere vengono fatte inalare a soggetti sani in ducendo così una forma attenuata della malattia. La terapia non era priva di rischi (la mortalità arrivava persino al 2%, ma il tasso di mortali tà del vaiolo oscil lava fra il 20 e 30%.
• ≈ a metà del XVII secolo (1601-1700): in questo periodo la vario lazione è pratica comune in
• 1721: un'epidemia di vaiolo si dif fonde a Londra. Re Giorgio I e la sua famiglia ne sono terrorizzati. Venuti a conoscenza della tecnica di inoculazione vi fanno ricor so, facendola prima spe rimentare su prigio nieri “volontari” che superando pratica mente indenni tale prova avranno in premio la libertà.
I membri della fa miglia, convinti, si sottopongono a tale pratica, con tribuendone alla diffusione.
1746: a Londra vie ne inaugurato un ospe dale dedicato ai malati di vaiolo, dove si praticava la
• 1782: Jenner isola e descrive tre for me di vaiolo: quello umano, il più co mune, che colpisce gli esseri umani; il vaiolo bovino, che colpisce le mucche da latte e contagia i mungitori immu nizzandoli, e una terza che colpisce i cavalli. Da tali osservazioni il passo successivo diventerà consequenziale: iniettare il vaiolo bovino poteva sosti tuire la forma del vaiolo umano prati camente senza danni collaterali.
• 1800: a Berlino venne fondata la Royal Vaccine Institution.
• 1801: la Royal Society ricusa la pub blicazione di Jenner e dei suoi colla boratori che propone la vaccinazione bovina, ritenendola troppo innovativa. Nel frattempo, in Inghilterra, il vaiolo uccide 40.000 persone all’anno. Pur tuttavia la tecnica della vaccinazione bovina si diffonde velocemente in tut to il resto del mondo.
• 1820: l’inoculazione jenneriana è ormai pratica di profilassi universal mente accettata, tanto che Napoleo ne la rende obbligatoria presso il suo esercito. Dunning, un chirurgo di Ply mouth le cambia il nome coniando il
Era il 1 gennaio 1967, quando l’Organizzazione mondiale della sanità lanciava il programma intensivo per l’eradicazione del vaiolo. Fino ad allora l’unico modo possibile per sconfiggere la malattia era considerata la vaccinazione a tappeto dell’intera popolazione mondiale, in linea con quanto stabilito tre anni prima, nel 1964, dal Comitato di esperti sul vaiolo. Il comitato si basava sulle osservazioni compiute in India, dove una copertura vaccinale della popolazione vicina all’80% non era stata comunque sufficiente a
liberare il Paese dal vaiolo. La vaccinazione di massa era stata sufficiente a liberare il Sudamerica e la maggior parte dei Paesi africani, ma aveva avuto un’efficacia limitata in regioni densamente popolate come appunto l’India, il Bangladesh, l’Indonesia e il Pakistan. Nel 1966 lo scoppio di un’epidemia di vaiolo in Nigeria segnò l’inizio di una nuova strategia per contrastare la malattia. Circa il 90% dei nigeriani risultava già vaccinato, ma il vaiolo si diffuse comunque, probabilmente da una tribù che si era rifiutata
di immunizzarsi per motivi religiosi. Dal momento che le scorte di vaccino scarseggiavano, le autorità si videro costrette a localizzare rapidamente e isolare i villaggi colpiti, che sarebbero poi stati vaccinati con le scorte residue. Venne allestito anche un vero e proprio ponte radio per permettere al personale sanitario un coordinamento in tempo reale nella “caccia” ai nuovi focolai dell’epidemia. Il caso della Nigeria dimostrò che una strategia fondata sulla sorveglianza e il contenimento poteva bloccare la catena
di trasmissione del virus: un’alternativa alla vaccinazione di massa era dunque realmente possibile. Nel 1970 questo nuovo approccio viene messo in campo per la prima volta su larga scala, per contenere una vasta epidemia esplosa in India: si procede isolando un’area abitata da due milioni di persone, mobilitando tutto il personale medico e paramedico disponibile e setacciando la regione casa per casa. Le autorità sanitarie procedono a una vaccinazione mirata, nell’ambito specifico dei nuovi casi che via via
venivano scoperti. Nel giro di qualche settimana l’emergenza rientra: si tratta del primo grande successo messo a segno dalla nuova strategia della sorveglianza e del contenimento del virus. Queste misure, però, da sole non erano sufficienti per ottenere la completa eradicazione del vaiolo: al successo del programma contribuirono infatti molti altri fattori, primo fra tutti la produzione di massa di un nuovo vaccino di qualità superiore. Il programma del 1966 era dunque guidato da due approcci
diversi, ma complementari: immunizzazione di massa grazie a nuove scorte di vaccino di alta qualità e sistemi di sorveglianza epidemiologica capaci di rilevareimmediatamente e sul campo nuovi focolai. Questo protocollo permise di raggiungere ottimi risultati: nel 1974 il 75% delle epidemie veniva scoperto nel giro di due sole settimane dalla comparsa del primo caso e il contenimento iniziava già entro 48 ore dalla segnalazione del primo caso. Nel giro di 15-20 giorni dallo scoppio
dell’epidemia non veniva più segnalato alcun nuovo caso. Grazie al successo di questa campagna globale, a metà degli anni Settanta il vaiolo viene relegato nell’area del Corno d’Africa: l’ultimo caso isolato risale infatti al 1977, in Somalia. Dopo una serie di minuziosi controlli effettuati in tutto il mondo da una commissione di esperti, nel dicembre del 1979 l’OMS può finalmente annunciare ufficialmente l’eradicazione completa del vaiolo. Il direttore generale dell’OMS dell’epoca Halfdan Mahler definisce
l’eradicazione del vaiolo come “un trionfo dell’organizzazione e della gestione sanitaria, non della medicina”. Parole pronunciate in occasione di un meeting in Kenya, al quale partecipava anche il direttore del programma di eradicazione Donald Henderson, a cui fu chiesto quale fosse la prossima malattia da sconfiggere. Henderson rispose: “la cattiva gestione della sanità”. Fonte: EpiCentro (sito di epidemiologia dell'Istituto Superiore di Sanità rivolto agli operatori del servizio sanitario nazionale).
termine vaccinazione vaiolosa.
• 1881: Louis Pasteur propone di onorare la scoperta di Jenner utilizzando il ter mine anche per le nuove e future proce dure di vaccino/vaccinazione. Proposta accettata e ancora oggi in uso.
Furono individuate tecnologie sempre più raffinate per produr re vaccini più stabili, sicuri ed ef ficaci. Il successo della sua sco perta regala a Jenner fama e onori, ma sua moglie si ammala di tubercolosi e lui decide di tornare a Berkeley dove riprende la sua at tività di medico di campagna. Il 25 gennaio del 1823 Jenner è colto da un improvviso attacco di apoples sia e il giorno dopo muore per le complicanze dell’ictus. Tante sono le targhe e le statue erette in suo
Gli animali potenzialmente vettori di questo virus sembrano essere in primis i roditori
onore, una in particolare ci piace ri cordare: a Jenner è stato dedicato un cratere lunare di 73,66 km situa to nella parte sud-occidentale della faccia nascosta della Luna, all'in terno del Mare Australe. Nel 1940, Leslie Collier sviluppa un metodo di liofilizzazione per produrre un vac cino del vaiolo termostabile; grazie anche all’aggiunta di una compo nente proteica solubile (il peptone) con una azione rivitalizzante per la componente virale del vaccino in fase pulverulenta.
IL VAIOLO DELLE SCIMMIE
Premesso che si tratta di una malattia infettiva zoonotica e, per quanto ci è dato sapere, in Italia sono segnalati 644 casi in cui si è riscontrato il vi rus a doppio filamento a base DNA noto con il nome Monkeypox (MPX o MPXV), il contagio a livello dell’uo mo è avvenuto per la prima volta nel 1970 nei villaggi rurali delle zone del le foreste pluviali dell'Africa centrale e occidentale e successivamente del Congo. L’anno in questione coinci de alle fasi finali dell'eradicazione del vaiolo umano e quindi con il pa rallelo venire meno delle specifiche vaccinazioni. La qual cosa potrebbe
significare che il vaccino antivaioloso potrebbe con grande probabilità agi re anche su quello cosiddetto delle scimmie. Il venire meno delle campa gne di vaccinazione avrebbe quindi favorito il diffondersi dell’MPX. Per quanto riguarda gli animali serbato io e potenzialmente vettori, in primis i roditori (scoiattoli, ratti marsupiali, topi striati e ghiri), ma sussistono pa recchi dubbi sui serbatoi naturali di questo virus.
Emblematico il fatto risalente al 2003, in cui 47 casi di “vaiolo delle scimmie” sono stati segnalati da sei Stati USA, tutte le persone infettate dal virus MPX avevano avuto contat ti con piccoli animali domestici (cani della prateria, che non sono canidi bensì roditori simili alle marmotte, nome scientifico Cynomys ludovicia nus) i quali avevano contratto l’infe zione dopo essere stati vicino a pic coli mammiferi importati dal Ghana da un rivenditore dell’Illinois. Il che sottolinea, se mai ce ne fosse biso gno, l’importanza dei controlli nel commercio e veicolazione di animali, piante e merci.
In merito alla trasmissione, ci limitia mo a sintetizzare quanto riportato in letteratura, che ribadisce che il virus entra nell’organismo attraverso la pelle lesa, il tratto respiratorio o attra verso le mucose, quindi è necessario uno stretto contatto con un animale infetto, una persona infetta o con ma teriale contaminato dal virus (il virus MPXV non si trasmette facilmente da persona a persona). Le lesioni pre senti nelle mucose possono essere una via di penetrazione, perciò il vi rus può diffondersi anche attraverso la saliva o altri liquidi organici (quindi anche durante rapporti intimi). Sono state documentate anche altre vie di trasmissione, come quella attraverso la placenta, dalla madre al feto.
Il 23 luglio 2022 l'OMS ha dichiarato il vaiolo delle scimmie "'Emergenza di salute pubblica internazionale" (PHEIC - Public Emergency of Inter national Concern).
Recentemente si sono af facciate sul mercato nuove sostanze rodenticide aven ti modalità d’azione diver se dagli anticoagulanti. Tra queste emerge l’Alfacloralo sio, una sostanza narcotica capace di agire sul sistema nervoso dell’infestante pro vocando un rallentamento generale del metabolismo, della respirazione, dell’atti vità cerebrale e del battito cardiaco. I roditori si addor mentano, entrano in coma ed infine muoiono durante il sonno per ipotermia. L’azio ne rodenticida è molto vio lenta e si esplica nel giro di brevissimo tempo, tanto da rendere le esche formulate con questa sostanza attiva ideali per azioni correttive immediate. Al fine di garan tire ai propri clienti una ra pida quanto efficace disin
festazione, Newpharm® ha puntato sulla diversificazio ne dell’offerta del segmen to topicidi. Oltre alla qua lità intrinseca dei prodotti, Newpharm® associa i valori imprescindibili di professio nalità e competenza, cosic ché i consumatori possano sentirsi a proprio agio du rante gli interventi contro gli infestanti, anche tra le mura domestiche.
La continua ricerca di so luzioni all’avanguardia e di prodotti ad elevato li vello tecnologico, sprona Newpharm® a crescere con costanza, ma senza trala sciare la stabilità e l’impron ta pratica che ha sempre distinto questo Gruppo di aziende.
È un’esca rodenticida pron
ta all’uso ad altissima effica cia che agisce come depres sore del sistema nervoso e convulsivo dei roditori. È adatto alla lotta al Mus mu sculus. Per liberarsi dei topi domestici, applicare 8 g di esca per stazione di avve lenamento. Rattìpro si pre senta in pratiche cartucce da 300 g.
FLASH GRAIN®
Rappresenta una delle no vità più significative nel la gamma rodenticidi di Newpharm® per le stagioni 2022 e 2023. A base di Al facloralosio, Flash Grain® è una risorsa di assoluto li vello per risolvere in tempi brevissimi infestazioni di topi sia a livello domestico che civile. La sostanza at tiva agisce come depres sore del sistema nervoso in
tempi molto rapidi. Dopo l’assunzione di Flash Grain®, in quantità inferiori rispet to ad altri rodenticidi della categoria degli anticoagu lanti, il roditore sente il bi sogno di riposare. Aumenta pertanto la sonnolenza che porterà l’infestante in un torpore dal quale non tro verà risveglio. Il tutto può avvenire entro un’ora dal momento in cui si verifica l’assunzione della dose le tale. L’azione fulminante di Flash Grain® garantisce la risoluzione rapida ed effi cace delle infestazioni da topi che possono provo care seri danni ai materiali che potenziali malanni per la salute pubblica.
Un’esca rodenticida alter nativa ai tradizionali antico agulanti per il controllo del topo domestico (Mus mu sculus) dallo stadio giova nile a quello adulto all’inter no degli edifici. Si presenta sotto forma di pasta fresca confezionata in buste sin gole da riporre all’interno di idonei erogatori d’esca. Per combattere un’infestazione moderata, utilizzare da 10 a 20 g di Flash Paste all’inter no di contenitori distanziati 5 metri l’uno dall’altro. Non aprire le buste e manipolare con guanti monouso.
Da ieri a oggi, una panoramica sulle soluzioni che ci hanno permesso di combattere questi infestanti che accompagnano l’uomo sin dal passato più remoto. Con un occhio al futuro, che vede la Commissione Europea spingere sempre più verso soluzioni non-chimiche
Michele Ruzza Consultant and Pest Management AdvisorIl sinantropismo (dal greco syn-, “as sieme” + anthropos “uomo”) è quel fenomeno che si identifica nell’at trazione di animali selvatici verso am bienti alterati dall’uomo quali centri abitati, parchi, giardini, ecc. dove que sti individui, grazie alla presenza di risorse alimentari e all’assenza di pre datori specifici, proliferano indisturbati assumendo il ruolo di infestanti diven tando serbatoi o vettori di patologie, oltre che creare danni economici. Se volgiamo il nostro sguardo al passa to è facile identificare come i roditori, da sempre, rappresentino quegli in dividui che più hanno creato danno e rischio per l’umanità, stimolandola a sviluppare sempre nuove metodolo gie di controllo.
Il Reg. UE 528/2012 ha portato a un piano di rivalutazione dei principi attivi, in particolare degli anticoagulanti
Primi accenni della presenza e danni causati dai roditori si possono già tro vare in papiri egizi e manoscritti cine si risalenti a circa 3.000 anni prima di Cristo, con i primi tentativi di “derattiz zazione” che consistevano nell’utilizzo del fuoco per allontanare i roditori. Ma, come sempre nel passato, la storia si fonde spesso con la leggenda e, per tutti, il primo disinfestatore della storia può essere identificato nel “Pifferaio di Hamelin” che, grazie al suo flauto, era in grado di farsi ubbidire dai topi, lavo ro per il quale aveva chiesto un giusto compenso. Ma il “Pifferaio di Hamelin” non è stato l’unico grande disinfestato re del passato: in varie parti del mondo, altri si sono dedicati alla lotta ai topi e ratti, come il persiano Avicenna (9801037) che secondo una leggenda siria na avrebbe liberato la città di Aleppo
mediante una formula magica. Altro esempio risiede in un non meglio iden tificato straniero, vestito di abiti vario pinti, che avrebbe liberato la cittadina di Newton, nell’isola di Wight, da topi e ratti grazie al proprio flauto. Se la parte operativa nel passato ha prolife rato, anche la parte “legislativa” non è stata da meno, con il Vescovo d’Autun della Chiesa cattolica che, nel XV se colo, lanciò un anatema ai famigerati roditori ricorrendo alla loro scomunica, o la condanna a morte per i roditori, emessa dalle autorità sotto il regno di Francesco I di Valois (1494-1547), che portò nel XVI secolo al “processo ai topi” nel corso del quale i roditori era no difesi da un famosissimo avvocato, Bartolomeo Chassenè.
Il vasto problema dei topi aveva quin di portato sin dal medioevo a istituire una nuova “figura professionale”, quel lo dell’acchiappatopi, che metteva al servizio dei cittadini le proprie compe tenze e conoscenze per liberare città, magazzini e abitazioni da questi fami gerati infestanti, grazie a strumenti e attrezzature specificatamente studia te o all’utilizzo di alcune piante che an cora conservano nel loro nome la loro funzione, come il pungitopo (Ruscus aculeatus).
Se nel passato, le armi per gli acchiap patopi erano rappresentati dal loro ingegno e da sostanze naturali quali cianuro, stricnina e il fosfuro di zinco, a partire dal 1940 inizia una vera rincor sa e ricerca di sostanze chimiche che potessero aiutare a controllare i rodi tori sinantropici. Nel 1940 arrivarono le prime sostanze ad azione acuta come il fluoroacetato di sodio, che causa morte per insufficienza cardiaca o re spiratoria e l’alfacloralosio, narcotico a rapido effetto che inibisce l’attività cerebrale, cardiaca e respiratoria por tando alla morte del roditore. Succes sivamente si sviluppano sostanze ad azione sub-acuta quali la brometalina e il colecalciferolo (vitamina D3) che causa calcificazione dei vasi sanguigni e morte per insufficienza cardiaca. A causa però di una scarsa appetibilità delle esche trattate con questi princi pi attivi e il consumo in dosi sub-letali (mortalità del 70,0%), pochi anni dopo si ha una seconda grande rivoluzione nella chimica del controllo dei rodito ri con l’introduzione di prodotti anti coagulanti. A partire quindi dal 1950, inizia l’introduzione di anticoagulanti di prima generazione, quali la warfa rina, il clorofacinone, il difacinone e il
cumatetralil, e anticoagulanti di secon da generazione quali il bromadiolone, il difenacoum, il brodifacoum, il flocu mafen e il difethialone, rodenticidi che presentano il medesimo meccanismo d’azione, ovvero interferiscono con i fattori che determinano la coagulazio ne del sangue portando a morte per emorragia interna.
L’introduzione di queste nuove sostan ze chimiche se, da un lato garantiva una notevole riduzione della popola zione infestante, dall’altro presentava il forte rischio di intossicazioni primarie e secondarie, con un consumo indiscri minato da parte di soggetti no-target. Inizia perciò a svilupparsi la consape volezza che l’utilizzo di esche libere sono una notevole fonte di rischio e, oltre all’introduzione di una sostanza amaricante non percepita dai rodito ri (il denatonium benzoato), iniziano a fare la loro comparsa i primi erogato ri d’esca. Iniziano a diffondersi i primi impianti di derattizzazione in suolo pubblico e nelle realtà private, con una tecnica di controllo che, con l’e sperienza e il passare degli anni, si af fina sempre di più, facendo evolvere il vecchio acchiappatopi a disinfestatore professionista. In questi anni si svilup pano le teorie del Saturation Baiting,
che prevede la distribuzione di gran di quantitativi di esca, anche superiori alla capacità di consumo della popola zione infestante, a cui si contrappone il Pulsed Baiting, che basa la sua teo ria sull’eliminazione progressiva della popolazione evitando distribuzioni di prodotto eccessive e inutili (Dubock, 1984). Intanto la tecnica del Permanent Baiting, che prevede l’uso di derattiz zante all’interno degli erogatori anche dove non vi è presenza o rischio d’in festazione, fa si che nelle nostre città inizino a spuntare come funghi sca tolette agli angoli di ogni strada, nei giardini e nei parchi pubblici. Ancora ricordo i primi controlli di derattizza zione presso il Comune di Bologna con oltre 1.800 postazioni, o cambi di esca all’interno dei siti di produzione delle Aziende alimentari.
La grande rivoluzione per la derat tizzazione avviene, tuttavia, nel 2012 con la pubblicazione del regolamento biocidi (Reg. UE 528/2012), nel quale la Commissione Europea ha messo in atto un piano di rivalutazione dei prin cipi attivi, con particolare attenzione nei confronti degli anticoagulanti. Di
lì a poco, ovvero nell’Ottobre 2014, viene prodotta da parte della EBPF (European Biocidal Products Forum)
la “Linea Guida sulla buona pratica d’uso delle esche rodenticide ad uso biocida nell’Unione Europea”, la quale nell’introduzione riporta che I roden ticidi sono essenziali in tutta l’Unione Europea per salvaguardare la salute e il benessere delle persone e degli ani mali, per evitare che scorte alimentari vengano consumate o imbrattate dai roditori, per la prevenzione dei danni ad impianti, strutture ed oggetti, per l’eli minazione delle specie invasive estra nee e per la protezione delle popolazio ni della fauna selvatica vulnerabile. Al contempo, la linea guida identifica un concetto ancora poco noto nella disin festazione: quello dell’Integrated Pest Management (IPM). Troviamo infatti scritto che Per tutti coloro che sono coinvolti nella gestione di infestazioni da roditori è fondamentale considerare che le soluzioni chimiche al problema, da sole, raramente possono offrire so luzioni efficaci a lungo termine. Un ap proccio combinato di tutti gli strumenti di controllo dei roditori, compreso l’uso di anticoagulanti, è essenziale per mini mizzare l’uso dei rodenticidi; questo è a volte chiamato Gestione Integrata delle
Infestazioni; vengono introdotti come strumenti di controllo dei roditori, le “Misure per prevenire ai roditori l’in gresso agli edifici e altre aree sensibili (proofing)”, la “Modifica dell’habitat” e l'“Utilizzo di altri metodi per uccidere i roditori”, quali trappole a scatto, tavole a colla, e soprattutto il non utilizzo del le esche rodenticide oltre i 35 giorni… Possiamo affermare che nei primi anni del XXI secolo la derattizzazione as sume una nuova veste e con essa il di sinfestatore che, da semplice ciaparatt (come veniva definito in dialetto mene ghino) diventa un trained professional
Premesso che i principi attivi anticoa gulanti sono fin da subito considerati pericolosi a causa delle loro proprietà di persistenza, bioaccumulabilità e tos sicità (PBT) e inoltre identificati anche come molto persistenti e molto bioac cumulabili (vPvB) e quindi considerati come candidati alla sostituzione, (con rivalutazione quinquennale da parte degli organi competenti), negli ultimi anni si sta sempre più diffondendo il concetto di uso sostenibile dei prodot ti biocidi al fine di ridurre i rischi e l’im patto del loro uso sulla salute umana, degli animali e dell’ambiente, promuo vendo il ricorso a strategie alternative non chimiche.
Se da un punto di vista operativo, le Certificazioni Volontarie Europee di prodotto come BRC Food e IFS Food, si aggiornano in maniera costante sul le metodologie di controllo degli infe stanti, a livello europeo non esistono ancora delle linee guida univoche e aggiornate sull’uso sostenibile dei bio cidi: come conseguenza molti degli
Stati Membri creano regole proprie, introducendo proprie misure restrit tive sull’impiego e sulle categorie di prodotti utilizzati, dimenticando che i nostri amici roditori non devono esibi re il passaporto quando si spostano tra gli stati.
Nei Paesi Bassi, ad esempio, dal 2017 l’utilizzo dei rodenticidi è stato limitato al solo uso in esterno da parte di pro fessionisti formati e sembra che in pros simo futuro possano essere disponibili al consumatore solo prodotti a base di alfacloralosio. In Germania, invece, i rodenticidi sembra siano destinati ad essere trattati come prodotti fitosani tari, e quindi, venduti solo a personale qualificato. In Italia invece, alcune realtà locali hanno messo al bando l’utilizzo, la detenzione e la vendita delle colle, come il Comune di Parma (Regola mento per il benessere e la tutela degli Animali) e il Comune di Roma (Rego lamento Comunale Diritti Animali), to gliendo di fatto un’arma in mano ai di sinfestatori in un’ottica di I.P.M.
Queste decisioni mettono in luce come, per gli Stati Membri, il controllo dei ro ditori debba passare sempre di più per un uso del non-chimico, con utilizzo di trappole sempre più all’avanguardia legate al benessere animale… ma vie ne da chiedersi se le trappole presenti sul mercato siano effettivamente effi caci e siano da considerarsi una reale alternativa agli anticoagulanti presenti nelle esche rodenticide?
Proprio su questo punto, la German Environment Agency ha organizzato dei workshop con Organi Competen
ti, Produttori e Utilizzatori di esche rodenticide e trappole per reperire in formazioni in merito; questi tavoli di la voro hanno portato alla stesura di una linea guida per determinare l’efficacia e il benessere animale delle trappole (NoCheRo – No Chemical Rodenticide) suddivisa in tre parti. La prima parte, relativa alle trappole a scatto è già di sponibile, mentre le altre due saranno pronte entro la fine di quest’anno. Non è finita: gli incontri successivi avranno invece lo scopo di confrontare l’effi cacia delle trappole con le esche ro denticide, al fine di identificare se tali dispositivi possano essere considerati pari ai prodotti chimici o determinare un sistema integrato che preveda una sinergia di lotta.
Il futuro della lotta ai roditori ci riserva ancora molte incognite e incertezze ol tre al dubbio se, da qui a qualche anno, avremo ancora in mano gli stessi stru menti di controllo o se i prodotti chimi ci saranno progressivamente limitati sino quasi a scomparire, non dimenti candoci però che negli anni cinquanta, in una piccola isola dell’arcipelago del le Eniwetok l’esercito americano sgan ciò, per prove sperimentali, 14 bombe ad idrogeno e 1 bomba termonucleare. Dopo aver atteso, per non incorrere nel rischio delle radiazioni, un lasso di tempo ragionevole, l’esercito sbarcò sull’isola. Ogni forma di vita vegetale e animale era scomparsa, tranne una: si trattava di una colonia di ratti…
Nota dell’Autore: questo articolo è dedi cato alla memoria di Giampiero Stringa, un grande collega disinfestatore che ha avuto la pazienza di inserirmi in questo variegato mondo.
Dassi G. e altri - Miti e leggende nel mondo della disinfestazione – Anno 2000 – Ed Fuori Commercio, Proprietà letteraria A.T. Service s.r.l.
Capizzi D. Santini L. - I Roditori Italiani – Anno 2008 – Antonio Delfino Editore https://basilicata.wayglo.it/scheda/il-mestiere-dellacchiappa-topi-quando-affidarsi-ai-gatti-non-bastava/ https://guide.rrac.info/it/molecole-di-rodenticida/storia.html
https://www.aidpi.it/files/notiziario-tecnico-2-definitivo/download/?inbrowser=1
Inizierei questa nota con un an nuncio della compagnia aerea Co lumba livia: ‘‘La nostra compagnia aerea è lieta di annunciare che i suoi 300 aeromobili continueranno a vola re con qualche rottamazione per an zianità di servizio ma per il prossimo
anno prevediamo l’arrivo di una tren tina di nuovi modelli particolarmente adatti ai voli di breve raggio”.
Il Progetto sul quale è incentrato que sto articolo può essere descritto in nanzitutto fornendo i seguenti dati: Altitudine media ≈ 300 m; Area: ≈ 75
km ²; Meteo: clima mediterraneo; Po polazione: ≥ 9000.
Tra le caratteristiche salienti per quan to concerne il nostro caso, si segnala l'esistenza di una dozzina di edifici in cattivo stato di manutenzione con sottotetti aperti;
Particolare da approfondire: una no tevole struttura fortificata (non ispe zionata).
Stima numerica di Columba livia var. urbana: ≤ 300 (conteggio assai ap prossimativo dedotto da osservazioni dirette integrate con interviste a citta dini e a un paio di funzionari comunali, oltre al titolare di un’azienda di servizi locale, assai attendibile). I siti di nidifi cazione, ad un esame a volo radente, sono quattro di particolare interesse più una ventina di scarsa frequenta zione; quattro è anche il numero de gli stormi principali; i punti di alimen tazione sono sparsi per il territorio urbano, sarà quindi utile procedere a pasturare in luoghi il meno critici possibile. Il grado di fastidio perce pito dalla popolazione è classificabile come medio-alto senza allarmismi di carattere sanitario. Sono stati segna lati una decina di esposti per lo più per deturpazione degli edifici. Nessu na protesta da parte degli agricoltori e allevatori. Non sono state svolte in dagini sulle feci e non sono pervenute
segnalazioni riguardo a zecche.
In estrema sintesi il problema si rias sumeva in due punti salienti: il primo era la difesa dell’edificio comunale che però non si riteneva di attuare temen do una alzata di scudi da parte della cittadinanza: “Ma come, si provvede per il Comune e non si fa nulla per gli altri edifici?”. Il secondo era delegare a una ditta specializzata di fiducia per avere un'ordine di grandezza econo mica per la difesa degli edifici pubbli ci e per i tempi di realizzazione. Punto critico, se si fosse attuata tale difesa,e ra la probabilità di spostare i piccioni negli edifici non protetti. Come diminuire la consistenza nume rica degli stormi che bivaccavano nel territorio urbano, escludendo in fase progettuale la cattura? Le mie propo ste furono:
• Attivare la protezione di una scuola primaria vendendola come test di fat tibilità e creare un nucleo di consenso
da parte dei genitori, dando risalto all’iniziativa e preparandosi alle criti che degli altri plessi scolastici, genitori compresi;
• Realizzare un incontro con la citta dinanza per commentare i risultati e “cercare consenso e collaborazione”, sia con le associazioni protezionistiche locali sia con cittadini volonterosi;
• Indire una gara d’appalto il cui capi tolato tecnico potrebbe essere sup portato da un veterinario con specifica competenza;
• Realizzare un progetto triennale che contempli l’uso della Nicarbazina, sot to forma di farmaco veterinario, distri buita con apparecchiature dosatrici automatiche e temporizzate atte allo spargimento del mais medicato;
• Valutare il posizionamento di una torre piccionaia;
• Studiare un flusso di informazione per la cittadinanza.
Gli aspetti normativi e la stesura dei te sti delle eventuali ordinanze saranno approfonditi nei prossimi numeri della rivista.
Aseguito delle grandi modifica zioni ambientali e sociali degli ultimi decenni, nei centri urbani e nelle aree industriali si sono create situazioni microclimatiche che favo riscono la proliferazione dei colombi urbani, detti comunemente piccioni o, dal punto di vista tassonomico: Colum ba livia var. domestica.
Vista l’origine domestica del colombo di città, la sua confidenza nell’avvici nare l’uomo è alta per cui è molto fre quente la presenza di questo animale negli ambienti antropizzati, nei quali questi animali trovano grande disponi bilità di siti di nidificazione, abbondan ti fonti alimentari, temperature medie più alte, illuminazione prolungata e mi nore presenza di predatori. Di fatto i piccioni hanno perso i loro “predatori” principali, rappresentati fino a non molto tempo fa dagli esse ri umani che li usavano anche come risorsa alimentare, diventando quindi animali infestanti. La forte selezio ne operata dall’uomo nei millenni di convivenza con il piccione ha portato questo animale a sviluppare una sor prendente capacità riproduttiva; in
fatti esso può mettere al mondo fino a 14 nuovi nati all’anno! Quella che un tempo sembrava una risorsa si è trasformata ai nostri giorni in una grande potenzialità in festante. Purtroppo, l’eccessiva ed incontrollata presenza dei colombi nei luoghi antropizzati pone concreti rischi di tipo igienico-sanitario, evi denti danni e conseguenti costi, at tivi e passivi.
I costi attivi sono tutti quei costi ge nerati dalle misure volte ad arginare la presenza di questi animali e più preci samente da misure di controllo indi retto e misure di controllo diretto. Le misure di controllo indiretto sono azio ni che mirano a modificare l’ambiente in cui vive la specie target, in modo da renderlo poco gradito e/o diminuirne la capacità portante. Fra queste azio ni possiamo elencare: il controllo delle fonti trofiche, il controllo dei siti di pas saggio e sosta e dei siti di nidificazio ne, l’uso di “dissuasori biologici” (utiliz zo della falconeria), la lotta biologica e l’educazione culturale e sanitaria.
Le misure di controllo diretto sono in vece azioni intraprese direttamente sulla specie target e che tendono di rettamente alla sua limitazione: la cat tura con soppressione, l’abbattimento con armi da fuoco, l’adozione di torri piccionaie e il controllo farmacologico della riproduzione.
Particolarmente di attualità, fra le mi sure di controllo diretto, sembrano es sere l’adozione di torri piccionaie ed il controllo della riproduzione.
La presenza delle piccionaie può porta re essenzialmente a tre effetti positivi: • possono diventare punti di control lo sanitario della popolazione stan ziale;
• possono fungere da punto di distri buzione del farmaco antifecondativo; • possono diventare un punto di con tatto tra l’Amministrazione ed i citta dini animalisti ad ulteriore dimostra zione del rispetto della biodiversità e dell’ambiente.
Al contrario, sembra essere molto li mitato per l’ambiente circostante l’e ventuale controllo delle uova e dei nidi effettuato presso le torri.
La limitazione della fertilità degli ani mali infestanti è oggi considerata, a livello mondiale, un’attività di prima scelta sia dal punto di vista dell’effica cia sia dal punto di vista etico. Piani di contenimento farmacologico vengono utilizzati per molti animali selvatici an che all’interno di parchi naturali, dove è vietata la caccia e nei quali, per motivi vari legati all’ecosistema, alcuni anima li hanno perso nel tempo i loro rivali naturali, cioè predatori o competitor alimentari.
Così come in ambito naturale anche all’interno delle città o nei contesti in dustriali, l’intervento anticonceziona le rappresenta un’efficace attività nel controllo delle popolazioni di colombi urbani e un’alternativa “soft” da inse rire, quando possibile, all’interno di un protocollo integrato di controllo delle popolazioni di piccioni di città. Ormai da molti anni, il Ministero della Salu te italiano ha autorizzato sul territo rio nazionale l’utilizzo di un farmaco veterinario, con il nome commerciale Ovistop, che è in grado di ridurre la fertilità delle uova dei colombi urbani. Il suo principio attivo è la nicarbazina, molecola inventata negli Stati Uniti nel 1956 e ancora oggi utilizzata per il con trollo della coccidiosi aviare. Sin dagli inizi del suo utilizzo la nicarbazina ha dimostrato un effetto collaterale nega tivo nei confronti della produzione del le uova, diminuendone la grandezza e la capacità di schiusa. Per questo mo tivo il suo uso in zootecnia, come coc cidiostatico, è stato da sempre riserva to agli avicoli non produttori di uova. Questo effetto però, alla fine degli anni Novanta, è stato notato da un gruppo di ricercatori italiani che ha pensato di utilizzarlo, questa volta in modo posi tivo, per il controllo della fertilità dei colombi urbani.
Al giorno d’oggi il brevetto italiano è ampiamente utilizzato sul territorio nazionale e ha ormai varcato i confi ni per raggiungere i mercati europei
ed extraeuropei.
Il principio attivo è incorporato all’in terno di chicchi di mais che devono essere somministrati ai colombi di cit tà durante la stagione riproduttiva. I piccioni, che sono ghiotti di mais, im parano presto che in certi punti della città o del territorio industriale viene loro dispensato un pasto. Dopo alcu ni giorni di terapia, gli animali trattati perdono la capacità di depositare le uova o depositano uova che non si schiudono. La mancanza delle nascite unita alla mortalità naturale porta alla diminuzione del numero degli individui della colonia.
La letteratura scientifica riporta che il trattamento è in grado di far diminuire la quantità di piccioni in un’area tratta ta per circa il 30% all’anno fino almeno al terzo anno di trattamento, facendo raggiungere alla colonia una diminu zione totale anche del 70% dopo circa
quattro anni di trattamento.
Per quanto questi dati siano entusia smanti non dobbiamo però pensare che questo sistema funzioni a prescin dere dal suo inserimento in una serie di attività integrate. Sarà invece opportu no inserirlo all’interno di un program ma più complesso che parta da un at tento esame del territorio passando attraverso l’educazione dei cittadini e ad una dissuasione puntuale nei punti di maggiore criticità sanitaria. Da ulti mo vorremmo ribadire che non esisto no soluzioni isolate in grado di limitare il problema del sovraffollamento dei colombi ma solo un insieme di attività integrate potrà sortire un effetto posi tivo e duraturo. Inoltre, qualsiasi attivi tà utilizzata all’interno del sistema inte grato dovrà essere il frutto di un’analisi attenta, di una progettazione puntuale e di una verifica sia in corso d’opera sia a medio-lungo termine.
Le nuove proposte di Bleu Line confermano la volontà di continuare, come fatto in passato, a muoversi lungo un percorso di innovazione e di sviluppo della propria offerta di insetticidi, per pro muovere ed incoraggiare l’u so sostenibile degli insettici di adulticidi.
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M y E n t o m o l o g i s t è u n ’ a p p m o b i l e a d i s p o s i d e i s o l i O p e r a t o r i P C O B y r o n W e b , c h e d a f o t o p e r m e t t e i l r i c o n o s c i m e n t o d e g l i i n f e s f o r n e n d o d e l l e s c h e d e t e c n i c h e s p e c i f i c h i n c l u d o n o c a r a t t e r i s t i c h e e i n f o r m a z i o n i l o t t a i n t e g r a t a p e r o g n i i n f e s t a n t e . M y E n t o m o l o g i s t u t i l i z z a a l g o r i t m i d i A c r e a n o u n a v e r a e p r o p r i a r e t e n e u r a l e , i n s i s t e m i r i e s c o n o a d e l a b o r a r e r i s i m m e d i a t e , c o r r e t t e e p r e c i s e , i m p a r a n d o d a l l e i n f o r m a z i o n i c h e a p p r e n d o n o i n m o d o a u t o n o m o . P e r l o s v i l u p p o d e l l a r e t e n e u r a l e i l t e a m m a n a g e m e n t s i è a f f i d a t o a d u n a c o l l a b o r a z i o n e f o r m a t i v a c o n i l d i p a r t i m e n t o d i M a t e m a t i c a e I n f o r m a t i c a d e l l ' U n i v e r s i t à d e g l i s t u d i d i C a t a n i a , e c c e l l e n z a i t a l i a na n e l l a C o m p u t e r V i s i o n . L ' o b i e t t i v o d i M y E n t o m o l o g i s t è q u e l l o d i e l e v a r e g l i s t a n d a r d d i q u a l i t à d e l l e a z i e n d e , s e m p l i f i c a r e e p o t e n z i a r e i l l a v o r o d e l d i s i n f e s t a t o r e , r e n d e n d o l o u n v e r o e p r o p r i o e s p e r t o n e l r i c o n o s c i m e n t o d e g l i i n f e s t a n t i , r i u s c e n d o c o s ì a d a p p l i c a r e m e t o d o l o g i e s p e c i f i c h e b a s a t e s u l l a l o t t a i n t e g r a t a n e l s e t t o r e d e l P e s t C o n t r o l .
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nuovo mondo dell’intelligenza artificiale applicata al settore del Pest Control.
Pensare oggi a nuovi pro getti senza fondarsi sui criteri di sostenibilità e im pegno ambientale sarebbe anacronistico. Ekommerce, indiscussa protagonista e pioniera del cambiamento culturale in corso che vede al centro lo sviluppo soste nibile, sin dai suoi esordi, ha scelto di sposare questi principi con l’obiettivo di se guire la propria inclinazione naturale e non solo perché mossa dalla necessità di sta re al passo con i tempi. La soluzione offerta dall’azien da in termini di prodotto ha risposto, anticipandone le fattezze, al cambiamento in atto. I prodotti Ekommer ce non prevedono l’uso di sostanze tossiche e questa
scelta di campo, dimostra tasi vincente quanto difficile da percorrere, soprattutto in alcuni momenti storici, le ha dato inevitabilmente un ruolo centrale nel processo di transizione ecologica ver so una gestione del control lo degli infestanti sempre più sostenibile. Quando an cora la sostenibilità ambien tale, sociale ed economica era un concetto impopo lare e poco assimilato, con Ekomille, punta di diaman te dell’intera collezione a marchio, è stata proposta un’alternativa alle metodi che di derattizzazione tra dizionali introducendo, per la prima volta nel panorama del Pest Control, il concetto di derattizzazione ecologi
ca. Ekomille, nel corso degli anni, non solo è riuscito ad occupare un ruolo di rilievo nel mercato di categoria ma anche a cambiare profonda mente il concetto di derat tizzazione.
“Offrire soluzioni sostenibili per la derattizzazione e la di sinfestazione in genere rap presenta una grande oppor tunità di crescita per il Pest Control italiano - afferma Ilaria Casalanguida, Ammi nistratore Ekommerce - op portunità che siamo decisi a cogliere. Faremo la nostra parte affinché entro il 2030 i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile vengano raggiun ti. Nonostante le difficoltà dovute alle conseguenze di una pandemia mondiale, dei
forti rincari dei prezzi delle materie prime e una guerra, resta necessario focalizzare e perseguire l’obiettivo riflet tendo sul fatto che l’innova zione tecnologica è l’unica strada per favorire l’incre mento contestuale della pro duzione e della sostenibilità ambientale. Sensibilizzare la popolazione riguardo all’im portanza della tutela dell’am biente, promuovendo nelle azioni di tutti i giorni, scelte ecosostenibili – conclude Ilaria Casalanguida – è tra i nostri obiettivi principali ed è il motivo per il quale con entusiasmo abbiamo deciso di dare il nostro piccolissimo contributo, attraverso AIDPI, al festival dello Sviluppo So stenibile”.
Il suo funzionamento non prevede l'impiego di esche tossiche e veleni. Utilizzando come attrattivi sostanze alimentari naturali e trattenendo le carcasse nel serbatoio, il dispositivo garantisce una derattizzazione ecologica al 100%. Ekomille nasce come sistema di cattura. La soppressione, infatti, è una scelta facoltativa di chi dispone dello strumento. La sua meccanica integrata, senza aggiunta di nessun liquido all’interno del serbatoio, consente di catturare gli infestanti che, in un secondo momento, possono eventualmente essere liberati in natura. Quando invece il dispositivo viene impiegato quale strumento di soppressione, la morte dei roditori, a differenza dei tradizionali sistemi di derattizzazione come i rodenticidi e trappole collanti, avviene in modo incruento.
Upgrade di Ekomille, Ekomille RC è dotato di un sistema di controllo da remoto interfacciato a una piattaforma di gestione che consente di monitorare e intervenire sull’apparecchiatura da qualsiasi luogo o postazione e in qualsiasi momento.
In particolare il sistema permette di attivare il sistema di cattura, verificare lo stato in vita della macchina e la percentuale di carica della batteria, lo stato di verticalità e l'inceppamento della girante. Il tutto in tempo reale e con opzione di ricevimento di notifiche via e-mail ad ogni cattura o passaggio dell’infestante.
Sistema di cattura e soppressione indolore di roditori con Ekomille CO2 la soppressione avviene in uno stato di incoscienza e in un lasso di tempo inferiore ad un minuto. Questo dispositivo coniuga alle straordinarie capacità di Ekomille un sistema di soppressione rapida e infallibile che sfrutta le potenzialità biocide dell’anidride carbonica. Ekomille CO2 è considerato un biocidarodenticida a basso rischio, poiché al suo interno è veicolata anidride carbonica ad uso alimentare ovvero la stessa impiegata nella preparazione di acque minerali e bibite gassate.
Nato per rispondere al bisogno di tutelare il benessere degli animali Ekomille Z, così come Ekomille CO2, garantisce una soppressione animal-friendly dei roditori target . Gli stessi vengono soppressi attraverso l’elettrocuzione, classificata tra i metodi di soppressione umanitari. Il decesso avviene in un lasso di tempo massimo di due minuti e in uno stato di incoscienza determinato dalla morte cerebrale che anticipa quella definitiva per arresto cardiaco.
In un caseificio viene riscon trata, in termini di catture, la presenza di Nemapogon granella sulle basi collanti delle lampade elettrolumi nose. Il dato si contrappo ne, stranamente, a una loro quasi totale assenza nelle trappole a feromone. Questa non è una situazione comu ne, quindi per prima cosa è necessario escludere un er rore di posizionamento del le due tipologie di prodotti per il monitoraggio: in primo luogo sono state verificate la quantità e la densità delle trappole collanti innescate con il feromone. È stato poi controllato il loro posiziona mento: erano collocate a cir ca 2,5 m dal suolo e conte nevano il feromone corretto. Successivamente si è passati a esaminare le lampade elet troluminose: anche queste erano in numero sufficiente rispetto al luogo, tutte in stallate a 2 m dal suolo, in punti privi di correnti d’aria e competizione luminosa. I loro tubi neon erano stati so stituiti da poco più di 3 mesi
con frequenza mensile, so stituendo le piastre collanti ad ogni passaggio come evi denziato dai report di attivi tà e dalla data riportata sulle stesse.
A questo punto l’ultima va riabile da andare a indaga re era l’infestante e la sua bio-etologia. È noto che le basse temperature influen zano non solo lo sviluppo in dividuale, ma anche l'attivi tà degli insetti (movimento, respirazione, accoppiamen to...) e la loro sopravvivenza.
Ricordiamo che l’installazio ne e la periodica ispezione delle lampade elettrolumi nose è una pratica prevista dalla Norma UNI 11381:2010 per luoghi di produzione, conservazione e sommini strazione degli alimenti, e al tempo stesso è prope deutica a una ottimale ese cuzione dei servizi per le aziende certificate UNI EN 16636:2015.
Partendo da un caso così particolare, possiamo trarre alcune indicazioni di carat tere generale sempre valide:
Nel linguaggio comune è la falsa tignola del grano ed è un lepidottero della famiglia Ti neidae. Si nutre a spese di ali menti a lunga conservazione di vario genere (cereali, biscotti, farina, carne secca, noci, spezie, frutta secca, etc.) e prodotti in fase di stagionatura (salumi, formaggi).
Consultando i testi di riferi menti è emerso che la soglia minima di sviluppo indivi duale di N. granella è 7° C. Considerato che il fenomeno si è presentato in un locale di stagionatura del formag gio (che avviene tra 10°C e 15°C), si è ritenuto plausibile che l’attrattivo a feromoni non fosse “efficace” poiché le temperature erano tali da inibire l’accoppiamento e la ricerca del partner, ma non il movimento. Il volo attivo verso le fonti di luce po trebbe non aver risenti to delle temperature, per cui avveniva regolarmente la cattura sulle lampade UV.
• l’importanza di un Sistema di Monitoraggio progetta to tenendo conto di tutte le variabili connesse agli infe stanti target, possibilmente che associ vari dispositivi in modo da captare l’infestan te su più fronti;
• l’importanza di avere a di sposizione risorse tecniche di buon livello, posizionate e manutenute in modo corret to e costante nel tempo, con una cadenza significativa;
• l’importanza della compe tenza tecnica sia dal punto di vista entomologico, che di quello analiti co e statistico.
Le lampade Trapli ght di India sono tut te prodotte in Europa e realizzate con materiali di ottima qualità. Sono facili da installare e la loro ma
nutenzione è rapida grazie all’apertura totale del vano. Hanno starter ferromagneti ci intercambiabili. Sono predisposte alla tecno logia LED UV-A: basta sosti tuire lo starter e lampada è pronta per montare il tubo con la striscia LED! Tra i van taggi della tecnologia LED UV-A: un notevole risparmio energetico e una minor pro duzione di rifiuti.
La gamma Traplight propo ne tre linee di lampade elet troluminose: Decorative, dal design elegante, si prestano all’installazione in ambien ti sensibili o in presenza di pubblico e avventori; Com merciali, a muro e con piastra coperta da un coperchio se rigrafato; Professionali, ap pese al soffitto e disponibili anche in versione IP65 per tutte le situazioni di impiego.
Pyr è la nuova gamma di prodotti contenente estratto di Piretro, con effetto abbattente insuperabile per efficacia e rapidità. Le molecole che compongono il Piretro svolgono un’azione insetticida a ridotta tossicità degradandosi alla luce solare. Il profilo Green la rende applicabile in molteplici ambiti.
Linea
La combinazione tra l’ac cessibilità a qualsiasi tipo logia di terreno e il basso impatto ambientale offerto dall’alimentazione a batte ria, permettono una libertà di utilizzo pressoché illimi tata. Qualsiasi tipologia di terreno o restrizione am bientale non rappresente ranno più un ostacolo.
Spray Team è, da oltre 25 anni, sinonimo di atomizza tori di alta qualità operanti nei settori della sanificazio ne, disinfezione e disinfe stazione agricola e soprat tutto nei trattamenti in aree urbane e centri abitati. Il nostro obiettivo è da sem pre quello di ascoltare le necessità della nostra clien tela, combinandole con la volontà di soddisfare il più possibile ogni richiesta, e facendone cosi spunto per un costante miglioramento. Ed è proprio la ricerca di una continua innovazio ne tecnologica a spinger ci sempre oltre, arrivando a realizzare e proporre sul mercato soluzioni “green” e interamente ad impatto ambientale zero.
Questo ha permesso di per fezionare la produzione, riu scendo ad offrire, con le ver
sioni a batteria, importanti prestazioni in ottica di dura bilità nel tempo e di autono mia di lavoro in continuo.
Creato per soddisfare le esigenze della clientela, il modello di atomizzatore ELITE rappresenta il top di gamma nelle versioni per pick-up.
Questo apparato è perso nalizzabile scegliendo tra un’ampia disponibilità di diversi accessori che per mettono una configurazio ne a misura delle diverse esigenze dei nostri clienti, valutando soprattutto le differenti tipologie di trat tamenti da eseguire.
La versione a batteria del modello ELITE conferma un ulteriore passo avanti verso la concezione di atomizza tore del futuro.
Il modello DOLLY è in gra do di nebulizzare in moda lità Ultra Basso Volume, ed è la perfetta soluzione per effettuare qualsiasi tipolo gia di intervento prevalen temente indoor. L’atomizzatore DOLLY ab bina il notevole vantaggio delle dimensioni ridotte con prestazioni sorpren dentemente elevate e un serbatoio con capienza di 120 litri. Viene accessoriata con lancia modello “mitra” ad emissione regolabile e fornita di rullo avvolgi-tu bo per au mentarne ulterior mente la versatilità e permet tere quindi diverse ti pologie di in terventi mirati. Gli ato mizzatori Spray Team sono
quindi la soluzione ideale per qualsiasi tipologia di trattamento in differenti aree e ambienti. Inoltre, nel 2019, Spray Team strin ge una partnership con la Gate Srl, start up innovati va e spin off dell’Università di Ferrara, con la quale per feziona la tecnologia elet trochimica per il settore delle sanificazioni. La cella elettrolitica ideata da Gate, permette un processo di elettrolisi con acqua conte nente cloruri, a pH neutro, con produzione massima le di acido ipocloroso, che trova impiego principal mente nella sanificazione ambientale. Ed è con que sta tecnologia che l’azien da entra anche nel settore dell’hospitality. Un ulteriore passo avan ti verso un mondo sicura mente più sano, ma soprat tutto più pulito.