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Vienimi a trovare perché…
Visitare un punto vendita può essere un’occasione per scoprire curiosità, location e siti interessanti che si trovano nei dintorni. Con l’aiuto dei distributori, Blu&Rosso porterà i lettori a conoscere itinerari inediti, senza tralasciare suggerimenti per una piacevole sosta enogastronomica
Stefano Lorini – terza generazione della Lorini S.r.l., che dagli anni ‘50 ha la sua sede a Castelliri (FR) – suggerisce per i lettori suggestivi luoghi da visitare come, per esempio, la cascata di Isola del Liri e
La ciambella sorana
tipiche specialità culinarie del posto (la ciambella di Sora e la ratafia ciociara). L’azienda, ancora oggi a conduzione familiare, è specializzata nella distribuzione di prodotti per la manutenzione e ristrut-
La ciambella di pane, detta anche “cìammèlla”, è una vera e propria istituzione. Le ricette per ogni paesino sono diverse, ma c’è una cosa che le accomuna tutte: la forma rotonda. Ha origini antichissime e nasce a Sora (FR) come alternativa al pane che dopo pochi giorni si induriva e seccava. La ciambella di pane, infatti, grazie alla sua cottura, si mantiene fresca e morbida per giorni. Ben presto però diventa un vero e proprio simbolo dei momenti felici e delle festività: viene infatti regalata dai fidanzati per festeggiare l’unione o anche ai nascituri e, in base al sesso, si decora con un fiocco azzurro o rosa. In occasione delle festività religiose, invece, assume forme diverse. Per la Pasqua, per esempio, viene realizzata a forma di colomba. La ciambella di Sora è un prodotto povero, ma che ha dato i natali a numerose imprese familiari. Le più famose ciambellerie a Sora sono senza dubbio la storica ciambelleria della famiglia Tatangelo – le cui generazioni attuali portano avanti la tradizione di famiglia e la ricetta originale dei nonni – e anche la ciambelleria Alonzi, che si trova nel caratteristico borgo di ”Cancègliè” con due punti vendita; il giovedì al mercato con il suo banco che offre anche la versione integrale.
Abbazia di Casamari
Arpino
turazione della casa. L’esperienza maturata negli anni garantisce un’offerta ampia e completa: dalla ferramenta al riscaldamento, dall’arredobagno alla progettazione degli interni.
Arpino è uno dei centri più antichi della provincia di Frosinone. È dominata dall’Acropoli, il borgo fortificato della Civita Vecchia, nella quale si può ammirare una straordinaria porta ogivale con arco a sesto acuto e quasi metà dell’originale cinta muraria formata da blocchi di pietra ciclopiche definite, vista la loro forma geometrica, Mura Poligonali. La cittadina è adagiata fra due colli il cui profilo è proprio a forma di arpa e la sua posizione offre incantevoli panorami sul territorio circostante. Per questa sua posizione dominante fu roccaforte dei Volsci, dei Sanniti e dei Romani e anche nel Medioevo venne scelta per le sue caratteristiche difensive. Fin dall’epoca romana, il borgo si distinse come centro laniero di grande rilevanza. Diffusissima era la produzione artigianale, organizzata all’interno delle famiglie che ospitavano telai e arcolai tra le mura domestiche che oggi si possono ammirare nel Museo dell’Archeologia Industriale della Lana. Il vasto territorio arpinate ha dato i natali a uomini illustri, quali Marco Tullio Cicerone e Giuseppe Cesari, il Cavalier d’Arpino, al quale si devono alcune opere pittoriche custodite nelle chiese cittadine e del quale è possibile visitare il Palazzo in via Cesari.
L’abbazia di Casamari è uno dei più importanti monasteri italiani di architettura gotica cistercense. Situata nel Comune di Veroli (FR), l’abbazia fu eretta sulle rovine dell’antico municipio romano di Cereatae Marianae, così denominato in onore della dea Cerere, cui il luogo era consacrato, e del generale romano, Caio Mario, che qui nacque e trascorse i primi anni della sua giovinezza; a lui si deve anche l’attuale denominazione di Casamari “casa di Mario”. Secondo fonti documentali si apprende che l’abbazia sorse agli albori del XI secolo, nel 1005, per iniziativa di una comunità benedettina che edificò il primo monastero. Quando poi, per l’opera spirituale di Bernardo di Clairvaux e per l’appoggio dei Pontefici, l’Ordine di Citeaux (Cistercium) in Borgogna si diffuse in Italia, nel 1152 l’abbazia passò ai Cistercensi. Questi nel 1203 intrapresero una radicale ricostruzione dell’antico monastero secondo la planimetria tipica dell’Ordine. La chiesa fu iniziata con la benedizione di Innocenzo III e consacrata nel 1217 da papa Onorio III. Dal 1152 i Cistercensi ininterrottamente vivono ancora qui a testimonianza della solidità della loro comunità.