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Il contesto economico: l’Italia cresce, il potere di acquisto decresce

Lucio Poma – capo economista Nomisma, società di consulenza strategica e aziendale – ha presentato uno scenario economico che vede l’Italia come il Paese che tra 2021 e 2022 è cresciuto di più al mondo (+3,9% contro il 3,2 del mondo), ma in cui l’inflazione è più alta che in altri Paesi (+8%) e dove aumenta la povertà (il potere di acquisto delle persone decresce). È però aumentata l’occupazione (la disoccupazione è scesa del 7,9% e, sottolinea Poma, “dobbiamo andare indietro di 15 anni per trovarla a questi livelli”) e gli investimenti in costruzioni sono tornati a crescere (+10% nel 2022).

“Una crescita – rimarca Luca Dondi Dell’Orologio, Amministratore Delegato Nomisma – ancora molto positiva nel terzo trimestre del 2022. Al di là del risparmio compresso durante la pandemia, il Superbonus ha dato senz’altro un contributo fondamentale a questa crescita”. Il Superbonus edilizio ha fatto crescere il PIL interno lordo, generando un valore economico di circa 200 miliardi di euro, con quasi 1 milione di nuovi posti di lavoro.

Made in Italy

L’evento si è chiuso con due importanti testimonianze legate alla produzione Made in Italy: Margherita Amarelli, Direttore

Commerciale e Marketing di Amarelli Fabbrica di Liquirizia

Srl, e Giulia Giuffré, Consigliere d’Amministrazione e Ambasciatrice di Sostenibilità di Irritec, hanno parlato di brand, innovazione, ricambio generazionale e sostenibilità.

“Quindi, un effetto economico di grandissima rilevanza di cui ha beneficiato il settore, di cui hanno beneficiato i settori collegati, di cui ha beneficiato l’intera economia. Nel senso che si produce ricchezza attraverso l’aumento dei consumi delle risorse impiegate sia nel settore delle costruzioni, sia nei settori collegati al settore delle costruzioni. Non solo un effetto economico, ma alcun effetto ambientale in termini di riduzione di CO2 sul singolo intervento e ovviamente a livello aggregato e lungo tutta la durata del provvedimento. E ovviamente per gli anni a venire. Benefici che derivano dall’installazione di energia rinnovabile, quindi, possibilità di produrre con un minor impatto una maggiore capacità di contenimento della dispersione in termini di rilascio nell’atmosfera. Valori che sono ecologici, ma sono anche economici”. Conclude Dondi: “È stata distribuita un’enorme ricchezza. Il problema che vedo io è che non si è dato il tempo all’industria, e in particolare al settore delle costruzioni, di strutturarsi. Rischiamo, perciò, di uscire da questa eccezionale sbornia con un settore delle costruzioni più debole rispetto a quello che avevamo nel momento in cui siamo entrati. Abbiamo sicuramente qualche imprenditore che si è arricchito, una maggiore occupazione e il rischio che sia un’occupazione temporanea all’interno di un settore che uscirà con le ossa rotte da una misura di straordinario valore in termini di espansione e potenziale ecologico”.

Per il 2023 è previsto un rallentamento: le famiglie investiranno meno negli interventi di efficienza e riqualificazione energetica come si evidenzia, peraltro dalla ricerca condotta da Nomisma sulla propensione delle famiglie italiane a investire sull’efficientamento energetico delle abitazioni.

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