11 minute read

di Vanessa Alberti e Federico Viero

SVEZIA

1a parte LA REGINA SCANDINAVA DELLA BIRRA ARTIGIANALE

Stoccolma e i suoi ponti. In un anno particolare e incerto come il 2020 abbiamo cercato una via di fuga per le vacanze estive e la Svezia si è rivelata una scelta vincente. Questo paese dall’atmosfera rilassata e dal design famoso in tutto il mondo offre migliaia di isole lungo le coste, laghi e foreste nell’entroterra oltre a zone glaciali nel nord. Inoltre, la presenza di un nutrito numero di birrifici rende la Svezia la migliore meta birraria tra i paesi scandinavi.

Un paese dall’antica tradizione birraria

La produzione di birra in Svezia ha radici antiche: una recente scoperta dell’Università di Lund indica che era già attiva fin dall’età del ferro. Come in altri paesi europei la birra era diffusa tra la popolazione e prima dell’utilizzo del luppolo venivano aggiunte erbe medicinali e aromatiche per conferire sapore alla bevanda. La coltivazione del luppolo fu introdotta in Svezia intorno al 1100 e pare che anche i vichinghi lo avessero importato come bottino delle varie spedizioni. Il notevole consumo di birra dei primi anni del 1400 obbligò il governo a imporre ai contadini di piantare filari di luppolo, ma questa legge fu poi abolita. Nel diciannovesimo secolo il movimento proibizionista crebbe d’importanza influenzando e limitando il mercato delle bevande alcoliche: le birre vennero classificate in base al contenuto alcolico e si definì che solo quelle con 3,5% di gradazione massima potessero essere vendute nei normali negozi di alimentari e quindi nei supermercati. Considerando che questa

regola è ancora valida, per acquistare birre con una gradazione maggiore dovrete recarvi nei Systembolaget, letteralmente “aziende del sistema”, istituiti nel 1955, dove si possono trovare birre di diversa provenienza a prezzi calmierati. E qui si tocca il punto dolente di un viaggio in Svezia: la vita è cara e le birre non sono da meno, dato che il prezzo medio di una bottiglia è di circa 80-90 corone, 8-9 euro: i Systembolaget rappresentano quindi un’ottima soluzione per assecondare la nostra passione senza ritrovarci il conto in rosso.

Birre anticonformiste all’Omnipollos Hatt

Il nostro viaggio nella zona centrale della Svezia inizia da Stoccolma dove arriviamo nel tardo pomeriggio. La capitale svedese è una città elegante i cui magnifici edifici sono distribuiti su diverse isole collegate da ponti. Il nostro alloggio si trova a Södermalm, la più grande tra le isole cittadine dove sono situati molti locali in cui trovare birra artigianale. La nostra prima tappa è l’Omnipollos Hatt, una pizzeria che la beer-firm Omnipollo ha aperto in città. Omnipollo è un birrificio che divide il pubblico con le sue birre stravaganti e anticonformiste, che cambiano la concezione della birra classica; il marketing aggressivo e accattivante ha sicuramente contribuito al loro successo. Accompagniamo le buone pizze con la Perikles, una lager da 4,3% prodotta con frumento e avena dal gusto citrico e amaro, e con la Zodiak, una IPA da 6,2 % con aspetto dorato opalescente e un bouquet floreale e tropicale dal finale decisamente amaro, realizzata con luppoli Simcoe, Citra e Centennial.

Lo Stigbergets Fot, per chi ama l’America

Poco lontano si trova lo Stigbergets Fot, dove un neon giallo a forma di piede (fot) ci accoglie all’ingresso di un pub moderno, che rappresenta appieno il design minimal svedese. Il birrificio Stigbergets di Göteborg ha iniziato la produzione nel 2013 e in pochi anni ha vinto diversi premi affermandosi sul mercato svedese e internazionale. Il suo stile richiama l’America e, per quanto ci riguarda, le birre sono tutte ben eseguite. La Amazing Haze è una buona IPA dai toni juicy prodotta con Mosaic e aggiunta di avena, una birra che ci regala sia al gusto sia all’olfatto un’esplosione di luppolo con forti note agrumate e tropicali. Stessa valutazione per la Double Headed DDH West Coast IPA, dall’aroma e gusto fruttato dove spiccano pesca, mango e ananas. Ci conquista anche la Never Lose A Feather, una Coffee Stout da 8% prodotta in collaborazione con il birrificio americano Modern Times, dai toni avvolgenti di malto tostato, caffè, cioccolato e caramello.

L’Omnipollo Flora a Stoccolma.

Birrifici locali all’Oliver Twist

Concludiamo la serata all’Oliver Twist, uno dei pub storici della città aperto nel 1993. L’atmosfera accogliente e le proposte ben assortite tra spine e frigo ci danno modo di conoscere altri birrifici locali. Partiamo dalle birre di Nynäshamns Ångbryggery, un microbirrificio situato sulla costa a sud di Stoccolma che dai primi anni Novanta produce birre che prendono il nome dei luoghi presenti nell’arcipelago di Nynäshamn. La Spinnaker Session Ale da soli 3,5% è stata un’ottima partenza con le sue note leggermente luppolate, mentre la Stenstrand Sommar Ale, una Pale Ale da 6,9%, ci è piaciuta molto con le sue fragranze erbacee e agrumate. Vista la qualità delle birre continuiamo le

Gli originali bicchieri dell’Omnipollo Flora.

nostre bevute con il loro cavallo di battaglia, nonché prima birra prodotta, la Bedarö Bitter: fatta con luppoli Chinook e Cascade, ha un aroma floreale e il gusto fruttato dalle sfumature maltate. Terminiamo la serata con le birre di Oppigårds Bryggeri. Fondato nel 2003 a Hedemora, nella Svezia Centrale a nord di Stoccolma, è un birrificio a conduzione familiare che produce birra nell’azienda agricola che la famiglia possiede da quasi 300 anni. Beviamo la New Sweden IPA da 6,2% con luppoli Citra, Equanot e Mosaic, con note resinose e un perfetto mix di pesca e frutta tropicale. Passiamo all’Amarillo, una Pale Ale da 5,9% prodotta per il settimo anniversario del birrificio, una birra ben eseguita dall’amaro piacevolmente persistente, e concludiamo con la Thurbo Stout, una Imperial Stout da 8,7%. Le complesse note tostate evolvono nel bicchiere insieme ai sentori di caffè e cioccolato, regalandoci un’ottima bevuta. Torniamo in albergo soddisfatti e il giorno seguente iniziamo la scoperta della città.

Tanta Germania allo Zum Franziskaner

Lo Zum Franziskaner è il locale che Stene Isaksson ha aperto dopo aver lasciato l’Akkurat, storico pub di Stoccolma. Un pub dagli interni in legno molto curato anche nei dettagli e nelle decorazioni, dove la proposta si concentra sulla Germania con la presenza di qualche birrificio svedese. Scegliamo la Zumen Schwarz che Nynäshamns produce in collaborazione con Gänstaller Braumanufaktur, noto birrificio francone. L’unione di questi due produttori non delude: la Schwarzbier da 5%, dalle note tostate con un tocco di crosta di pane e dal finale secco e amaro, è un’ottima birra. Terminiamo le bevute con la Gamla Stans Porter che il microbirrificio Skebo Bruksbryggeri produce per questo locale, una buona Porter da 5,9% dai sentori di liquerizia.

Akkurat, dal 1995

Torniamo a Södermalm e terminiamo la giornata all’Akkurat, che dal 1995 serve birra nella capitale svedese. Accompagniamo la terrina da 1 kg di cozze con diverse birre di Oppigårds, tra cui la Harlequin Brewmance, una classica American Pale Ale da 5,4%, e la Everyday IPA, dove i luppoli Columbus, Citra e Simcoe donano un aroma luppolato molto intenso. Non poteva mancare il birrificio Nynäshamns, che si conferma un ottimo produttore con la Ankarudden Aussie Pale Ale, dal sapore fruttato con ananas e frutto della passione in evidenza e dall’amaro bilanciato. Ottimo giudizio anche per la Guldgränd, una Golden Ale da 4,5% dal corpo rotondo e dalle note luppolate con una piacevole amarezza finale.

Il birrificio Närke a Örebro

È ora di lasciare Stoccolma. Ritiriamo la macchina a noleggio e ci dirigiamo verso Örebro, che raggiungiamo dopo un paio d’ore di viaggio. Nonostante la piccola cittadina di Örebro sia piacevole, con un bel castello e diversi parchi nei dintorni, siamo qui principalmente per visitare il birrificio Närke, che prende il nome dalla provincia della Svezia centrale dove è situato. Il birrificio si trova in un ex insediamento militare

ALLA SCOPERTA DI STOCCOLMA

Partiamo dalla piccola isoletta Riddarholmen, dove la Riddarholmen kyrkan domina la terrazza sul mare. Costruita nel 1270 dai francescani e luogo di sepoltura dei sovrani svedesi, fu colpita nel 1835 da un fulmine che distrusse la guglia originale, poi sostituita con quella attuale di metallo traforato alta 90 metri. La terrazza su cui si affaccia la chiesa è uno dei migliori punti panoramici della città: la vista spazia sulle altre isole e sul municipio di Stoccolma, dove vengono consegnati i premi Nobel con una cerimonia dalle tradizioni centenarie. Ci spostiamo nella vicina isola di Gamla Stan, cuore storico della capitale svedese. La nostra prima tappa è il Kungliga Slottet, il palazzo reale dove assistiamo al cambio della guardia che si svolge quotidianamente a mezzogiorno. Poco lontano si trova la Storkyrkan, la cattedrale dove un tempo venivano celebrati i matrimoni reali ed erano incoronati i sovrani svedesi, molto interessante per i suoi tesori artistici, e visitiamo infine il vicino museo dei premi Nobel. Percorriamo la Mårten Trotzigs gränd, la via più stretta di Stoccolma i cui gradini si restringono fino a soli novanta centimetri di larghezza e poi la fame si fa sentire. Uno dei posti più economici per mangiare a Stoccolma è lo Nystekt Stromming, un piccolo chiosco che serve ottime aringhe che potrete scegliere tra marinate, fritte o in umido.

ed è nato nel 2003 dalla passione birraria di Hans-Göran Withorsson e della moglie Berith, che in pochi anni hanno raggiunto un livello qualitativo ottimo e vinto premi davvero meritati. Arriviamo davanti all’ingresso del birrificio dove un piccolo corridoio porta nel locale adibito a impianto e alla taproom recentemente annessa. HansGoran e la moglie sono in compagnia di amici e ci dicono che la taproom è chiusa, ma che possiamo rimanere a vedere la mostra fotografica di Hans, birraio poliedrico con molte passioni. Gli amici se ne vanno e rimaniamo soli con la coppia, chiacchieriamo un sacco e sono molto felici di sapere che siamo lì per loro e che veniamo dall’Italia dove hanno tanti amici. Hans ci racconta i retroscena delle foto che rappresentano bene lo spirito alternativo dei due coniugi, dopodiché ci mostra il piccolo impianto, esempio di vera artigianalità. Il birrificio Närke è votato al recupero e al riciclo di materiali e Hans si costruisce da solo i serbatoi di fermentazione riadattando serbatoi destinati ad altro uso. Questo incontro è stato davvero indimenticabile, due persone squisite dall’ospitalità eccezionale, anche in un periodo non propriamente felice a causa di un grave problema di salute di Hans, che purtroppo ci ha lasciato, a 68 anni, circa un mese dopo la nostra visita.

Birre e luce soffusa all’Oliver Twist.

L’Örebro Ölhall, pub moderno con vista sul castello

Con una camminata arriviamo allo Svampen, una torre dell’acqua alta 58 metri dove si gode della magnifica vista sulla contea, poi torniamo in città dove visitiamo il castello che domina la piazza di Örebro dal 1200. Costruito inizialmente come fortezza e prigione militare diventò una delle residenze preferite dei reali svedesi, che lo usarono per importanti eventi e celebrazioni. Girovaghiamo nel parco del castello e pranziamo nei dintorni, ma è ora di bere qualcosa. L’Örebro Ölhall è un pub dagli interni moderni, con un ampio patio con vista sul castello, dove ci dissetiamo con alcune birre di Närke, tra cui la Örebro Bitter, una bitter inglese da 5,9% prodotta con EKG e Cascade, aromi fruttati e maltati sorretti da un buon corpo con un finale leggermente amaro: una birra rinfrescante perfetta in ogni occasione, un “must drink” del birrificio. Proseguiamo con la Slättöl, un Pale Ale da 4,9% prodotta con luppolo Chinook dove predominano aromi erbacei e citrici uniti a un corpo snello e a un finale secco e amaro: terribilmente easy drinkable.

Il bancone dell’Oliver Twist.

La migliore birra del mondo, nel 2009

Terminiamo la nostra serata a Örebro al Dannes, luogo demodé ma piacevole dall’atmosfera familiare, con selezione delle spine non entusiasmante ma sicuramente compensata dalle lattine e dalle bottiglie presenti nei frigoriferi dietro al bancone. Non abbiamo dubbi sulla nostra scelta e assaporiamo parecchie birre di Närke. La Näipa, a dispetto del nome, ci è parsa più una English IPA, da 6,7%, dove il buon carattere maltato con note di biscotto si sposa con aromi di arancia e frutta tropicale: una classica IPA old school ben eseguita, sicuramente più di certe birre moderne. Continuiamo con una Single Hop IPA, la Rainbow Warrior, che deve il suo nome alla nave ammiraglia della flotta di Greenpeace affondata nel 1985 dai francesi in Nuova Zelanda in seguito alle proteste contro i test nucleari a Mururoa. È ottenuta con luppolo neozelandese Green Bullet e ancora una volta si ha di fronte una birra

La New Sweden IPA di Oppigårds all’Oliver Twist. L’impianto di Närke Kulturbryggeri a Örebro.

pulita, dai toni di resina e luppolo perfettamente bilanciati con i sentori fruttati. Arriviamo infine alla birra più attesa, decretata nel 2009 da RateBeer come la migliore al mondo: la Kaggen! Stormaktsporter è un’Imperial Stout da 12,2% prodotta con miele di erica e maturata per tre mesi in botti di bourbon e rappresenta il cavallo di battaglia del birrificio. Birra complessa ed elegante che sprigiona note tostate e di frutta secca, legnose con miele e liquerizia: eccellente. Infine beviamo la Tors Stormaktsporter 2015, un’Imperial Stout da 9% con la medesima base della Kaggen, ma in questo caso maturata per quattro mesi in botti di rovere svedese nuove. Al naso presenta profumi di tabacco e frutti di bosco, il corpo è pieno con l’aggiunta di tannini e note legnose. Närke per noi è un birrificio speciale gestito da persone stupende, che sanno produrre birre che ti conquistano una dopo l’altra, assolutamente da non perdere. ★

Le birre di Nynäshamns Ångbryggery e Narke al Dannes, a Örebro.

This article is from: