CASA&CLIMA #89

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Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

ISSN: 2038-0895

N. 89 I Anno XVI I GENNAIO/FEBBRAIO 2021 I Bimestrale

SERRA BIOCLIMATICA AI PIEDI DELLE ALPI Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

SMART BUILDING REPORT Edifici intelligenti: la strada è ancora lunga RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA Il target nZEB negli edifici pubblici: una guida passo per passo INTERVISTA “Comfort e qualità dell’aria? Non sono trend passeggeri” DENTRO L’OBIETTIVO La luce al primo posto Organo ufficiale

SPECIALE CENTRALI TERMICHE Calcolare le prestazioni energetiche di caldaie e pompe di calore Superbonus: sfide e opportunità


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IN QUESTO NUMERO GENNAIO/FEBBRAIO 2021

BIMESTRALE Organo ufficiale di:

Comitato consultivo Carla Tomasi (Finco) Angelo Artale (Finco) Giorgio Albonetti (Quine) Marco Zani (Quine)

10 4 EDITORIALE 6 TECH KLIMAHOUSE

8 Bilancio della prima

a cura della redazione

32 Pompe di calore: guida alle prestazioni

IN COPERTINA w w w. c a s a e c l i m a . c o m

di Patrizia Ricci

Per PENSARE, PROGETTARE e COSTRUIRE SOSTENIBILE

a cura della redazione

N. 89 I Anno XVI I GENNAIO/FEBBRAIO 2021 I Bimestrale

SMART BUILDING REPORT

10 Edifici intelligenti:

la strada è ancora lunga a cura della redazione

RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA

14 Il target nZEB

negli edifici pubblici: una guida passo per passo di Giulia Paoletti e Giulia Leghissa

INTERVISTA

20 “Comfort e qualità

dell’aria? Non sono trend passeggeri” a cura di Sebastian Bendinelli

SPECIALE CENTRALI TERMICHE

23 Il calcolo delle

Direttore responsabile Marco Zani Redazione Silvia Martellosio, Sebastian Bendinelli redazione.casaeclima@quine.it Grafica e Impaginazione Emanuela Contieri

SMART BUILDING REPORT Edifici intelligenti: la strada è ancora lunga RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA Il target nZEB negli edifici pubblici: una guida passo per passo INTERVISTA “Comfort e qualità dell’aria? Non sono trend passeggeri”

DENTRO L’OBIETTIVO

Fondata da Andrea Notarbartolo

SERRA BIOCLIMATICA AI PIEDI DELLE ALPI

39 Superbonus e impianti di riscaldamento: sfide e opportunità

ISSN: 2038-0895

Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010

edizione completamente digitale

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DENTRO L’OBIETTIVO La luce al primo posto

SPECIALE CENTRALI TERMICHE Calcolare le prestazioni energetiche di caldaie e pompe di calore Superbonus: sfide e opportunità

Organo ufficiale

48 La luce al primo posto

SERVIZIO A PAGINA

di Erika Seghetti

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52 Uno “spigolo” dorato alle pendici delle Alpi di Marco Caprari

LIBRO BIANCO DEL VERDE 2021

della cura e gestione del Verde

58 Riqualificazione e risanamento di un edificio anni ’50: cantiere, stavolta ci siamo

a cura di ASSOVERDE

SMART MOBILITY

elettriche cresce ancora di Roberto Corti

ELEZIONI UNI 2021-2024

prestazioni energetiche di Patrizia Ricci

a cura di FINCO

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Traffico, Abbonamenti, Diffusione Rosaria Maiocchi Editore Quine srl - www.quine.it Amministratore Delegato Marco Zani Direzione, Redazione e Amministrazione 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 e-mail: redazione@quine.it Servizio abbonamenti Quine srl, 20141 Milano – Via G. Spadolini, 7 – Italy Tel. +39 02 864105 – Fax +39 02 70057190 e-mail: abbonamenti@quine.it Gli abbonamenti decorrono dal primo fascicolo raggiungibile. Costo copia singola: euro 2,30

Responsabilità Tutto il materiale pubblicato dalla rivista (articoli e loro traduzioni, nonché immagini e illustrazioni) non può essere riprodotto da terzi senza espressa autorizzazione dell’Editore. Manoscritti, testi, foto e altri materiali inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. Tutti i marchi sono registrati. INFORMATIVA AI SENSI DEL D.LGS 196/2003 Si rende noto che i dati in nostro possesso liberamente ottenuti per poter e ettuare i servizi relativi a spedizioni, abbonamenti e similari, sono utilizzati secondo quanto previsto dal D.Lgs.196/2003. Titolare del trattamento è Quine srl, via G. Spadolini 7, 20141 Milano (info@quine.it). Si comunica inoltre che i dati personali sono contenuti presso la nostra sede in apposita banca dati di cui è responsabile Quine srl e cui è possibile rivolgersi per l’eventuale esercizio dei diritti previsti dal D.Lgs 196/2003.

62 Il mercato delle auto

il rinnovo delle cariche sociali

Pubblicità Quine Srl 20141 Milano - Via G. Spadolini, 7 - Italy Tel. +39 02 864105 - Fax +39 02 70057190 - dircom@quine.it

Stampa Aziende Grafiche Printing Srl – Peschiera Borromeo (MI) Casa&Clima è stampata su carta certificata Chlorine Free Iscrizione al Tribunale di Milano N.170 del 7 marzo 2006. Poste Italiane Spa – Posta target magazine – LO/CONV/020/2010 Iscrizione al Registro degli Operatori di Comunicazione n. 12191

di Davide Gigli

68 Soddisfazione per

Hanno collaborato a questo numero Assocaaf, Assoverde, Marco Caprari, Roberto Corti, Davide Gigli, Giulia Leghissa, Giulia Paoletti, Patrizia Ricci, Erika Seghetti

Presidente Giorgio Albonetti

69 Per un Neorinascimento

WORK IN PROGRESS

Comitato scientifico Antonio Arienti (Aif) Alfio Bonaventura (Aifil) Cesare Boffa (Fire) Gianfranco Borsatti (Anfus) Sergio Fabio Brivio (Finco) Francesco Burrelli (Anaci) Paolo Cannavò (Fecc) Riccardo Casini (Unicmi) Davide Castagnoli (Anacs) Innocenzo Cipolletta (Aifi) Italo Cipolloni (Anisig) Daniela Dal Col (Anna) Gianluca De Giovanni (Assofrigoristi)

Caterina Epis (Fondazione Promozione Acciaio) Nicola Antonio Fornarelli (Acmi) Fabio Gasparini (Assites) Potito Genova (Assobon) Gabriella Gherardi (Aises) Donatella Guzzoni (Sismic) Iginio Lentini (Union) Giuseppe Lupi (Aipaa) Antonio Maisto (Assoverde) Carlo Miana (Assoroccia) Laura Michelini (Anfit) Fabio Montagnoli (Pile) Francesco Morabito (Assografene) Daria Pasini (Archeoimprese) Paolo Pastorello (Restauratori Senza Frontiere) Marco Patruno (Fisa) Massimo Poggio (Fias) Carmine Ricciolino (Aiz) Walter Righini (Fiper) Marcello Rossetti (Aicap) Kristian Schneider (Ari) Angelo Sticchi Damiani (Aci) Daniele Succio (Anipa) Paolo Taglioli (Assoidroelettrica) Eleonora Testani (Ancsa) Bruno Ulivi (Ait)

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EDITORIALE

L’export è il nostro (quasi unico) punto di forza

ANGELO ARTALE, Direttore Generale Finco

Dal progetto CaseItaly alla Cabina di Regia per l’Italia Internazionale: le iniziative di FINCO a sostegno delle PMI nel settore casa e involucro edilizio

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n un precedente numero di questa rivista abbiamo cercato di dare conto del perché l’Italia non cresce più da oltre vent’anni (si veda Casa&Clima 84, marzo-aprile 2020). Non è nostra intenzione tornare sull’argomento che, tuttavia, offre un dato acclarato rispetto al quale, purtroppo, non si riscontrano prospettive di una decisa e radicale inversione di tendenza, in particolar modo in riferimento ai temi della burocrazia (il più delle volte inutilmente oppressiva rispetto alle iniziative dei singoli e delle imprese), dell’anacronistica gestione della giustizia e dei ritardi nel settore della ricerca e dell’innovazione. Il problema è troppo complesso per essere trattato approfonditamente in questa sede; tuttavia, quello che ci preme affrontare, seppur brevemente, è un tema legato a uno degli asset della bilancia commerciale del nostro Paese, ossia l’export, presentando le iniziative di internazionalizzazione per le piccole e medie imprese (PMI) italiane intraprese da FINCO nel settore in oggetto. L’export è uno degli storici punti di forza (ormai forse l’unico) dell’economia italiana. Il nostro Paese è all’ottavo posto fra i venti principali Paesi esportatori a livello mondiale. Escludendo gli effetti del Covid-19 sugli scambi commerciali nel corso dell’anno appena conclusosi, l’export italiano è stato in crescita costante negli ultimi 10 anni. Nel 2019 ha raggiunto i 585 miliardi di euro (considerando sia beni che servizi), pari al 31,7% del PIL nazionale, generando 53 miliardi di euro di saldo

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positivo della bilancia commerciale. Oltre il 50% del totale del valore prodotto deriva dagli export delle PMI. Le 14.500 imprese che aderiscono alle 40 associazioni federate a FINCO realizzano tra il 15% e il 35% del loro fatturato proprio attraverso l’export, un valore che presenta importanti margini di miglioramento. Consapevole di questo, FINCO ha intrapreso, con il supporto di MAECI e ICE, una serie di iniziative per supportare e promuovere ulteriormente la presenza all’estero delle imprese aderenti alle associazioni federate, la cui dimensione media (specchio del panorama tipicamente italiano dominato dalle PMI) è tale da necessitare spesso di un ausilio nello sviluppo delle proprie potenzialità espansive.

L’area del Mediterraneo come bacino di rilancio Di particolare importanza a tal proposito è il progetto “CaseItaly”, al cui interno la Federazione ha lanciato un nuovo progetto per l’internazionalizzazione nell’area del Mediterraneo rivolto al mercato del Marocco. Tale prima iniziativa (“Espace.Caseitaly.MA”) offrirà una vetrina permanente di promozione per le componenti tecniche dell’involucro e per la formazione su di esse. Il “Progetto Libano” nasce invece all’interno di un’ottica di cooperazione, volta al restauro di aree di particolare valore architettonico e artistico di Beirut danneggiate dalla deflagrazione che ha colpito l’area portuale della città nel mese di agosto. Sempre nell’ambito di una naturale propensione delle imprese aderenti


Le 14.500 imprese che aderiscono alle 40 associazioni federate a FINCO realizzano tra il 15% e il 35% del proprio fatturato attraverso l’export

Consolidare la presenza nei mercati europei Ciò non preclude che, in termini di iniziative per l’internazionalizzazione, il focus della nostra Federazione sia sempre rivolto al recupero e al rilancio delle aziende rappresentate sui tradizionali mercati europei che, in termini di peso percentuale sul totale dell’export italiano, costituiscono una parte prevalente (67,2% nel 2019). Nello specifico, la Germania (primo partner commerciale per l’export italiano, con una percentuale del 12,5% sul totale) resta senza dubbio uno snodo fondamentale anche per le porte di ingresso che la presenza in quel mercato può aprire. Con l’obiettivo di consolidare e incrementare ulteriormente i contatti commerciali con il mercato tedesco, in collaborazione con ICE e ICE Berlino, FINCO porta avanti un progetto specificatamente volto alla partecipazione delle sue associate alle principali fiere internazionali organizzate in Germania, quali: la fiera R+T di Stoccarda, che si terrà in modalità virtuale quest’anno (fra il 22 e il 25 febbraio) e successivamente in presenza nel 2022; la fiera Fensterbau Frontale 2022, a Norimberga, tra le più importanti fiere a livello mondiale nel settore delle finestre, delle porte e delle facciate; Bau 2023, a Monaco di Baviera, importante fiera internazionale per l’architettura, i materiali e gli impianti. Infine, un altro importante appuntamento a livello internazionale a cui FINCO prenderà parte sarà la fiera Big Five di Dubai, attualmente programmata per settembre 2021. Anche in questo caso a condizioni di assoluta agevolazione per le imprese.

per i mercati geograficamente più prossimi, FINCO ha altresì aperto un canale di dialogo con il Ministero degli Affari Esteri per la ricerca di nuove opportunità di espansione anche nella regione dell’Africa subsahariana, con particolare riferimento ai mercati del Senegal, della Costa D’Avorio e del Kenya.

Nel corso della Cabina di Regia, FINCO ha anche presentato alcuni progetti concreti per il continuo avanzamento dell’internazionalizzazione delle PMI italiane, con l’obiettivo di trovare proposte di soluzione ai limiti strutturali all’accesso dei mercati esteri posti dalle piccole dimensioni delle imprese italiane. In questo senso la proposta riguarda anche il ruolo svolto dai soggetti associativi, la cui azione è centrale nell’attuazione dei processi di internazionalizzazione e a cui sarebbe opportuno riconoscere un certo grado di autonomia nell’organizzare, sempre di concerto con ICE, missioni e iniziative all’estero, concordando i capitoli di destinazione di spese e superando alcuni aspetti di tipo burocratico/procedurale. Altra proposta concreta, presentata nel corso della Cabina di Regia per l’Italia Internazionale, è l’estensione delle agevolazioni per la promozione di marchi all’estero anche ai marchi individuali, attualmente esclusi dalle agevolazioni previste dal Decreto “Crescita”, ma che tuttavia rappresentano una collettività di imprese.

Proposte concrete per l’Italia Internazionale Nel corso della riunione della Cabina di Regia per l’Italia Internazionale che si è tenuta lo scorso 15 dicembre, oltre agli specifici progetti sopracitati, FINCO ha presentato una proposta di progetto dedicata al settore manifatturiero delle costruzioni denominata “CoreItaly”, il cui obiettivo è quello di creare una piattaforma tecnologica per le PMI italiane e, nello specifico, per quel vasto campo di imprese specialistiche e super specialistiche del settore delle costruzioni che rappresentano l’eccellenza e il cuore (“core”) del sistema FINCO, ma che tradizionalmente sono state scarsamente destinatarie di promozioni e visibilità sui mercati esteri.

La fiera R+T di Stoccarda si terrà dal 22 al 25 febbraio in modalità virtuale

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TECH

Selezionare le migliori microalghe per la produzione di biodiesel Un gruppo di ricercatori argentini ha elaborato una metodologia per classificare le specie di microalghe più adatte

Un progetto europeo per la sicurezza dei nanomateriali multicomponenti Il Progetto SUNSHINE mira a sviluppare strategie Safe and Sustainable-by-Design per l’implementazione su scala industriale di questi materiali

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resenti in tutti gli ecosistemi terrestri, le microalghe sono da tempo utilizzate per la produzione di biocarburanti, grazie alle proprietà che le rendono più vantaggiose di altre materie prime (come quelle provenienti dalla filiera agricola). Ma quali sono le specie più adatte? In uno studio pubblicato sul Journal of Renewable and Sustainable Energy, un gruppo di ricercatori argentini elabora una metodologia che permette di analizzare le proprietà delle differenti specie di microalghe da usare come fonte di energia, prendendo in considerazione aspetti non solo biologici, ma anche economici e ambientali. Applicando questo schema di classificazione a nove specie diverse, i ricercatori hanno ristretto il campo di osservazione al gruppo delle Diatomee, che si sono rivelate particolarmente adatte alla produzione di biodiesel su larga scala: in particolare, le tre specie che hanno ottenuto il punteggio più alto sono Halamphora coffeaeformis, Navicula cincta e N. gregaria.

Questo strumento offre un criterio utile per selezionare le specie di microalghe adatte alla produzione commerciale di biodiesel. La cosa più sorprendente è stato il basso punteggio ottenuto da specie che sono ampiamente studiate per la produzione di biodiesel, come la Chlorella vulgaris LUCAS MARTÍN, Universidad Nacional del Sur, primo autore dello studio

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egli ultimi anni si è parlato molto delle proprietà innovative offerte dai materiali di dimensione nanometrica (compresa tra 1 e 100 nm), sempre più utilizzati in molteplici settori industriali, tra cui quello edilizio. I nanomateriali multicomponenti (multi component nanomaterials, MCNMs) sono caratterizzati da due o più componenti di dimensione nanometrica, da un nanomateriale modificato in superficie tramite un opportuno rivestimento (come ad esempio un polimero) o da un nanomateriale incluso in una matrice solida. Questi materiali suscitano preoccupazioni riguardo alla salute umana e al loro impatto ambientale, a causa della difficoltà nello stimare i tassi di degradazione e la tossicità che può derivare dalle singole componenti integrate. Da questi presupposti nasce il Progetto SUNSHINE, finanziato dal programma Horizon 2020 della Commissione Europea con 6,5 milioni di euro, finalizzato allo sviluppo e la validazione di strategie Safe and Sustainable-by-Design per prodotti che incorporano nanomateriali multicomponenti al fine di facilitarne l’implementazione su scala industriale. Il progetto coinvolge oltre 30 partner internazionali ed è coordinato dal gruppo di ricerca del professor Antonio Marcomini dell’Università Ca’ Foscari di Venezia. Una prima fase sperimentale riguarderà la caratterizzazione chimico-fisica dei MCNMs, prima e dopo aver applicato un processo di invecchiamento accelerato che potrebbe influenzare il rilascio di nanomateriali potenzialmente pericolosi per la salute umana e l’ambiente. Si cercherà di ridurre il potenziale pericolo dei nanomateriali multicomponenti studiati già nella fase iniziale di formulazione, ad esempio, modificandone la superficie con opportuni rivestimenti, e cercando nel contempo di garantire le performance iniziali di prodotto e la fattibilità economica. Verrà per questo sviluppato anche un software per promuovere il dialogo, la collaborazione e lo scambio di informazioni tra i vari partner del progetto.


Risultati sempre più promettenti per le celle solari in perovskite Un team di ricercatori giapponesi è riuscito a produrre moduli solari efficienti più grandi del solito, grazie a una nuova tecnica costruttiva

Un contatore “intelligente” per monitorare i consumi idrici Brevettato da ENEA, Idro Smart Meter permette di individuare consumi nascosti e scongiurare allagamenti

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dro Smart Meter è il contatore intelligente brevettato da ENEA per integrare in una “smart home” anche il monitoraggio dei consumi idrici, oltre a quelli di gas e elettricità. Il contatore prevede una componente hardware da installare al posto (o subito a valle) del contatore dell’acqua preesistente e un’altra software implementata su una piattaforma cloud, dove risiedono i programmi di calcolo e vengono integrate le informazioni provenienti anche dagli altri contatori presenti nell’abitazione. Il software prevede una fase di apprendimento dei profili dei carichi idrico, elettrico e gas specifici dell’abitazione monitorata. Il contatore provvede quindi all’automazione della gestione della risorsa idrica, per individuare e prevenire consumi nascosti e scongiurare allagamenti improvvisi, soprattutto in assenza dell’utente. “Il sistema è in grado di individuare perdite sia di bassa portata che massive, queste ultime da imputare a una rottura improvvisa, al fine di inviare allarmi e, se abilitato, anche di chiudere l’impianto azionando un’elettrovalvola per bloccare l’afflusso dell’acqua nell’abitazione”, spiega Sabrina Romano, ricercatrice ENEA del Laboratorio Smart Cities and Communities.

Da alcuni anni si parla di smart meter, ovvero contatori intelligenti, riferendosi in genere ai contatori dell’energia elettrica e del gas, meno a quelli idrici

SABRINA ROMANO, Laboratorio Smart Cities and Communities, ENEA

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a perovskite è uno dei materiali più promettenti per il futuro delle celle fotovoltaiche: in alcune ricerche recenti, le celle di perovskite – in combinazione con il silicio – hanno raggiunto un’efficienza del 25,5%, risultati impensabili soltanto fino a un decennio fa. Gli ostacoli sulla strada della commercializzazione sono soprattutto la mancanza di stabilità a lungo termine e le difficoltà di una produzione su larga scala, ma una nuova ricerca pubblicata a gennaio sulla rivista Advanced Energy Materials indica una possibile via d’uscita. I ricercatori dell’Okinawa Institute of Science and Technology Graduate University (OIST) sono riusciti infatti a creare moduli solari in perovskite più stabili ed efficienti utilizzando una nuova tecnica di fabbricazione: invece di applicare uno strato di perovskite spesso soltanto 500 nanometri – come la maggior parte delle celle fotovoltaiche di questo tipo – hanno creato dei moduli solari di formato 5x5 cm2 e 10x10 cm2, usando un livello di perovskite spesso il doppio. I moduli 5x5 hanno ottenuto un’efficienza del 14,55% e sono riusciti a mantenerla all’80% per più di due mesi, mentre i moduli 10x10 hanno mantenuto alti livelli di efficienza (al 10,25%) per quasi 46 giorni. “È la prima volta che si riesce a misurare la vita utile di moduli solari di questa dimensione”, spiega il dott. Guoqing Tong, primo autore dello studio. Il prossimo passo è cercare di ottimizzare ulteriormente la tecnica costruttiva fabbricando moduli ancora più grandi, nel formato 15x15 cm2.

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© Marco Parisi

KLIMAHOUSE

Il bilancio della prima edizione completamente digitale Qualità dell’aria indoor e Superbonus sono stati al centro della Klimahouse Digital Edition che si è svolta dal 27 al 29 gennaio a cura della REDAZIONE

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causa dell’emergenza sanitaria, anche l’appuntamento annuale con Klimahouse si è “trasferito” online, con una Digital Edition che per tre giorni, dal 27 al 29 gennaio, ha portato i temi consueti della manifestazione fieristica – efficienza energetica, risanamento in edilizia, nuove tecnologie – sulla piattaforma digitale di Fiera Bolzano. 57 ore di live streaming per un totale di 30 eventi online, tra conferenze, dibattiti e award, con la partecipazione di 150 speaker italiani e internazionali, sotto il claim “Costruire bene, vivere bene”. La risposta è stata positiva: sul portale sono stati registrati circa 20 mila accessi, a riprova di un mercato reattivo e in grande

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fermento nonostante le difficoltà del momento presente. Grazie alla formula digitale, i partecipanti hanno anche la possibilità inedita di rivedere tutti i contenuti della manifestazione, accedendo al sito con il proprio Digital Pass. Soddisfatto Thomas Mur, Direttore di Fiera Bolzano: “Il primo grande evento digitale di Fiera Bolzano, a cui hanno partecipato migliaia di spettatori da tutta Italia, ha superato le nostre aspettative. Contrariamente alla tendenza di offrire contenuti online gratuiti, abbiamo deciso di puntare su un programma diversificato e stimolante a pagamento: siamo davvero contenti che il concetto sia stato ben accolto e che gli spettatori siano stati soddisfatti”.


Molti gli eventi dedicati al tema della salute e al nuovo ruolo che, a causa della pandemia, l’ecosistema “casa” ha assunto nelle nostre vite, non più come semplice abitazione ma come uno spazio quasi omnicomprensivo di vita e di lavoro. Di qui l’importanza assunta dalle tematiche legate alla salubrità indoor, a partire dalla qualità dell’aria, argomento al centro della prima mattinata del Klimahouse Congress, il 27 gennaio, con una presentazione di Philomena Bluyssen, Professoressa Ordinaria di “Indoor Environment” presso la Delft University of Technology, una delle massime esperte in tema di qualità dell’aria all’interno degli edifici, e di Marcella Ucci, Professoressa alla UCL di Londra. Nel corso della giornata è stato presentato anche il progetto QAES, che fa parte del programma di Cooperazione Interreg V A “Italia – Svizzera 2014-2020” e mira allo sviluppo di nuovi standard per il miglioramento della qualità dell’aria all’interno delle scuole, attraverso soluzioni tecnologiche a basso impatto architettonico e un approccio metodologico per classificare, progettare, realizzare, misurare e gestire le condizioni di IAQ. Si è parlato molto, naturalmente, anche di incentivi fiscali e Superbonus, con diversi talk e tavole rotonde distribuite nel corso delle tre giornate, con la partecipazione dei rappresentanti del mondo delle imprese – come CNA e Confartigianato, che hanno rinnovato il proprio invito a prorogare le coperture finanziarie per il Superbonus almeno fino al 2023, sottolineando l’importanza di quest’opportunità – ma anche con approfondimenti dedicati agli aspetti tecnici e normativi del provvedimento. Consueto anche l’appuntamento con il Klimamobility Congress, che ha fatto il punto sul presente e sul futuro della mobilità elettrica in Italia.

I VINCITORI DEL KLIMAHOUSE PRIZE Il Klimahouse Prize, premio in quattro categorie organizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano, è stato tra gli eventi di punta di questa edizione. La giuria, presieduta da Niccolò Aste – professore del Dipartimento di Architecture, Built Environment and Construction Engineering – ha premiato le migliori soluzioni proposte dalle 60 aziende e 13 start up partecipanti. Per la categoria Innovation, dedicata all’eccellenza in termini di progresso tecnico-costruttivo, ha vinto l’azienda FBP con Fybra, un sensore che monitora la qualità dell’aria negli ambienti confinati e – grazie a un algoritmo che calcola i tempi di ricambio dell’aria in base alle caratteristiche dell’ambiente – segnala quando è il momento di aprire le finestre per disperdere virus, batteri e altri agenti inquinanti. Per la categoria Performance ha vinto invece Compact P di EXRG, un aggregato compatto di ventilazione e recupero di calore, considerato dalla giuria, oltre che efficiente a livello energetico e di comfort, particolarmente performante in quanto soluzione all-in-one. Per la categoria Circle, focalizzata sull’implementazione delle logiche di circo-

Questa edizione speciale è la prova che la pandemia non ha fermato le nuove idee, i nuovi progetti, la creatività e l’intraprendenza delle aziende e di tutti gli attori del mercato THOMAS MUR, Direttore di Fiera Bolzano

COMFORT E SALUBRITÀ AL CENTRO

larità e sostenibilità, ha vinto Holzius, il sistema costruttivo in legno massiccio non trattato brevettato dall’azienda omonima, del gruppo Rubner. Infine, per la categoria Startup si è aggiudicato il premio il sistema intelligente per la protezione antisismica degli edifici I-PRO 1, sviluppato da Isaac.

SPAZIO ALLE AZIENDE La mancanza della dimensione “relazionale” della fiera in presenza ha spinto gli organizzatori a trovare soluzioni innovative per permettere a professionisti e aziende di cercare, anche a distanza, nuove opportunità di business. In collaborazione con la Camera di Commercio di Bolzano e EEN - European Enterprise Network è nata così la piattaforma Klimahouse Business Match: in due giorni più di 600 realtà, collegate da tutto il mondo, hanno preso parte a più di 500 meeting virtuali tra domanda e offerta (di cui 210 transnazionali). Le aziende hanno avuto poi la possibilità di “riunirsi” all’interno del Klimahouse Marketplace, una sorta di catalogo digitale che da inizio gennaio è stato visitato da più di 6000 utenti e che, con le sue 100 novità di prodotto, resterà accessibile gratuitamente fino a giugno 2021.

L’HACKATHON DEDICATO ALLA GENERAZIONE Z Anche quest’anno si è svolto OndaZ@Klimahouse, l’hakathon digitale ideato da Onde Alte, in collaborazione con Fiera Bolzano e l’Agenzia provinciale per l’ambiente della provincia autonoma, e dedicato alla “Generazione Z”: 60 ragazzi tra i 19 e i 30 anni, provenienti da 15 diverse regioni d’Italia, si sono sfidati nel corso di una maratona di 30 ore a colpi di progetti per individuare “progettualità d’impresa, politiche e servizi pubblici da proporre affinché i cittadini e le imprese possano ridurre il proprio impatto sull’ambiente e attivare processi rigenerativi”. Il vincitore è stato “Lokalana”, un progetto ideato da un team di sei studenti e studentesse della Libera Università di Bolzano, che propone di utilizzare la lana delle pecore per creare coperture e fertilizzanti per l’agricoltura: un’alternativa ecosostenibile a supporto della valorizzazione del processo biodinamico. Nella speranza che la prossima edizione si possa svolgere in presenza, l’appuntamento per Klimahouse 2022 è a Fiera Bolzano dal 26 al 29 gennaio. www.casaeclima.com    n.89

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SMART BUILDING REPORT

Edifici intelligenti: la strada è ancora lunga Secondo l’ultimo report elaborato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, su 8 miliardi di investimenti nel 2019 soltanto 2 miliardi sono stati spesi per soluzioni davvero “smart” a cura della REDAZIONE 10

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u un valore complessivo di 8 miliardi di euro di investimenti in smart building nel 2019, solo il 25% degli interventi effettuati, ovvero circa 2 miliardi, hanno riguardato soluzioni effettivamente “smart”: è questo il dato più rilevante che emerge dallo Smart Building Report 2020 redatto dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, presentato in videoconferenza lo scorso 10 febbraio. L’analisi annuale, condotta grazie al supporto di numerose aziende partner, illustra lo stato dell’arte degli agli edifici “intelligenti” in Italia, soffermandosi in particolar modo sui servizi integrati e interattivi per gli utilizzatori. Diviso in cinque capitoli, il report traccia una panoramica completa della situazione degli smart building pre-pandemia – i dati su cui si basa sono riferiti infatti al 2019 – ma prova anche a tracciare una proiezione del volume d’affari del mercato nel prossimo quinquennio.

IL QUADRO COMPLESSIVO DEGLI INVESTIMENTI Dei circa 5,47 miliardi di euro investiti nel 2019, il 55% è riferibile al settore Energy, a conferma dell’importanza del tema dell’efficienza energetica e della produzione da fonti rinnovabili, ancora preponderante nel paradigma degli smart building. Seguono la categoria Comfort (25%) e Safety & Security, mentre è ancora marginale il contributo delle tecnologie legate alla categoria Health (0,3%). Limitando lo sguardo alle sole tecnologie smart, al comparto Energy sono riconducibili 808 milioni di investimenti (pari al 53,2% degli investimenti complessivi). Per quanto riguarda invece le tecnologie di automazione e le piattaforme di gestione e controllo, nel 2019 gli investimenti in entrambe le categorie hanno superato il miliardo di euro. Dall’analisi dell’Energy & Strategy Group emerge però che gli investimenti in piattaforme di gestione e controllo sono ancora nella maggior parte dei casi (circa 80%) relativi all’installazione di piattaforme dedicate, mentre solo il 20% viene effettuato in piattaforme per la gestione integrata di tutti i dispositivi presenti nell’edificio (o in più edifici).

quota smart di installazioni di fotovoltaico stand-alone e di solare termico si attesta attorno al 5%. In totale, quindi, solo 242 milioni su 830 investiti sono riconducibili a impianti smart: in percentuale significa il 29,2%, in crescita di 3 punti rispetto al 2018.

Tecnologie di efficienza energetica In questa categoria, all’interno del report, rientrano pompe di calore, caldaie a condensazione e chiusure vetrate (Grafico 1). In totale 2,2 miliardi di investimenti nel 2019 – un valore stabile rispetto al 2018 – in cui la parte maggiore è costituita dalle pompe di calore (oltre 1,5 miliardi). Per queste ultime la quota di smartness è calcolata tra il 20 e il 25%, mentre per le caldaie a condensazione la percentuale si aggira attorno al 45%. Anche in questo caso, dei circa 2,2 miliardi di investimenti totali in tecnologie di efficienza energetica, soltanto 565 milioni (circa il 25,6%) sono riconducibili a impianti realizzati in ottica smart.

Dispositivi di Safety e Security Circa un quinto dei sistemi antincendio installati nel 2019 possiedono la sensoristica necessaria per monitorare le prestazioni

Il 55% degli investimenti è riferibile al settore Energy, mentre è ancora marginale il contributo delle tecnologie legate alla categoria Health

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Fotovoltaico

1200

Milioni di euro

Nel 2019 il valore degli investimenti riferiti a tecnologie di generazione di energia è stato di circa 830 milioni di euro: quasi l’80% riguarda investimenti in impianti fotovoltaici, seguiti dal solare termico (18%), mentre restano ancora limitati gli investimenti in impianti fotovoltaici dotati di sistemi di accumulo. Marginali anche gli investimenti in impianti di cogenerazione, che restano appannaggio quasi esclusivamente del comparto industriale. Il costo di installazione (euro per kW) diminuisce, ma il valore complessivo degli investimenti nel fotovoltaico si mantiene stabile grazie all’aumento della potenza installata nei comparti residenziale e terziario (+20% rispetto al 2018). Se guardiamo alla percentuale di smartness delle singole tecnologie, i risultati migliori riguardano l’accumulo e la cogenerazione: il 100% degli investimenti in queste tipologie risulta realizzato in ottica smart. Al contrario, la

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381

400

309

200 0

Pompe di calore

Caldaie a condensazione

Chiusure vetrate

di calore GRAFICO 1.Pompe Investimenti in tecnologie di efficienza energetica nel 2019. Caldaie a condensazione Rielaborazione da Smart Chiusure vetrate Building Report 2020, Energy & Strategy Group

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SMART BUILDING REPORT

GRAFICO 2. Visione d’insieme. Fonte: Smart Building Report, Energy & Strategy Group

degli impianti e una piattaforma di controllo e gestione dei dati rilevati. Meno rilevante, invece, la quota di investimenti in ottica smart relativa agli impianti di illuminazione d’emergenza (circa 10%). Complessivamente, sono riconducibili a un’ottica smart circa 60 milioni di euro di investimenti, sui 345 milioni investiti in tecnologie per applicazioni Safety all’interno degli edifici. Il dato è in linea con quello del 2018. Va molto meglio per il comparto Security, che comprende sistemi di videosorveglianza, impianti antintrusione e serrature: su 730 milioni di investimenti nel 2019, circa 298 milioni sono riconducibili a tecnologie intelligenti, specialmente nella videosorveglianza (60%). Circa un impianto antintrusione su quattro è dotato di sensoristica (movimento, contatto e temperatura), mentre è ancora bassa la componente smart nel comparto delle serrature, pari a circa il 15%.

Comfort e salute Nel settore Comfort la maggior parte degli investimenti è riconducibile a sistemi di illuminazione (930 milioni), seguiti da forze motrici (ascensori e montacarichi) e punti di ricarica, privati o privati ad accesso pubblico – ancora marginali ma in forte crescita (+136%) rispetto ai valori del 2018. Novità di quest’anno è invece l’inclusione nel report anche della categoria Health, che comprende le tecnologie per il controllo, il monitoraggio e la gestione della qualità dell’aria all’interno degli edifici: circa 16 milioni di euro di investimenti nel 2019, di cui 10 riconducibili a installazioni smart (circa il 65% delle unità installate). 12

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SMART READINESS INDICATOR: A CHE PUNTO SIAMO? Il terzo capitolo dello Smart Building Report è dedicato allo Smart Readiness Indicator, l’indicatore per calcolare la predisposizione alla “smartness” degli edifici, introdotto dalla Direttiva Europea n. 2018/844 e recepito in Italia con il D.Lgs. n. 48 del 10/06/2020 (si veda, per approfondire, l’articolo a p. 56 di Casa&Clima n° 86). Dalla survey condotta dall’E&S Group emerge che il 65% dei partecipanti ritiene lo SRI uno strumento utile, perché permette di identificare in modo standard e olistico il grado di intelligenza di un edificio, permettendo di effettuare attività di benchmarking tra edifici diversi (per il 54%), ma anche perché prende in considerazione il ruolo attivo degli occupanti (8%). Nessuno dei rispondenti lo considera uno strumento inutile, ma il 35% ha dichiarato di non avere piena consapevolezza del tema. Con riferimento all’Italia, circa il 55% dei partecipanti al questionario ha evidenziato una “media difficoltà” nell’adozione dello strumento, difficoltà che diventano “elevate” per il 30%. Ma quali sono i principali ostacoli alla sua applicazione? Secondo il 30% degli intervistati, la limitata sensibilità e consapevolezza degli attori coinvolti, mentre circa il 20% cita la scarsa conoscenza della normativa e la sua applicabilità, la vetustà del parco edilizio italiano e la scarsa valorizzazione del settore immobiliare, oltre agli impatti economici del nuovo strumento, l’elevata burocrazia e le lunghe tempistiche del processo. Poco meno del 6%, invece, indica i vincoli tecnologici e di accesso ai dati.


CHE COS’È UNO SMART BUILDING? Con il termine smart building si intende “un edificio in cui gli impianti sono gestiti in maniera intelligente e automatizzata, attraverso l’adozione di un’infrastruttura di supervisione e controllo degli impianti stessi, al fine di minimizzare il consumo energetico e garantire il comfort, la sicurezza e la salute degli occupanti, assicurandone, inoltre, l’integrazione con il sistema elettrico di cui il building fa parte”. I servizi offerti da un edificio intelligente variano a seconda della sua destinazione d’uso, ma possono essere raggruppati in sei macro-categorie: ■

Energy: servizi rivolti alla gestione e all’efficientamento dell’energia; Safety: servizi per la prevenzione e gestione dei rischi che possono compromettere l’incolumità degli occupanti; Security: servizi per la prevenzione e gestione dei rischi che possono compromettere la sicurezza degli asset dell’edificio o che in esso sono ospitati; Comfort: servizi che intendono migliorare il comfort e le condizioni di utilizzo dell’edificio; Health: servizi che mirano a preservare e migliorare la salute degli occupanti; General Services: servizi per la gestione infrastrutturale delle utenze dell’edificio che non rientrano direttamente nelle categorie precedenti.

SCENARI E TREND DI SVILUPPO I dati del report indicano chiaramente che, nonostante il valore assoluto degli investimenti in tecnologie e componenti per gli smart building sia significativo, la strada per arrivare a una vera automazione degli edifici nelle nostre città è ancora molto lunga (Grafico 2). Gli sviluppi futuri dipenderanno da diverse variabili, a partire dall’impatto del Covid-19 sul mercato, ma anche in base agli sviluppi normativi e al grado di maturità raggiunto dal comparto tecnologico. L’Energy & Strategy Group ha quindi delineato tre diversi scenari: ■ Scenario base: i potenziali effetti negativi delle variabili considerate (ad esempio la pandemia) influenzeranno i volumi di mercato delle varie tecnologie in maniera preponderante rispetto ai potenziali effetti positivi di altre variabili (come l’incentivazione fiscale); ■ Scenario moderato: valori di mercato tendenziali del settore; ■ Scenario accelerato: i potenziali effetti negativi delle variabili influenzeranno i volumi di mercato in maniera limitata rispetto ai potenziali effetti positivi. Se dovesse concretizzarsi lo scenario base, il valore degli investimenti nei prossimi cinque anni attraverserebbe un periodo di sostanziale stagnazione. Con lo scenario moderato, invece, la rin-

Nonostante il valore significativo degli investimenti, la strada verso una vera automazione degli edifici è ancora molto lunga novata crescita degli investimenti a partire dal 2021 permetterebbe di tornare a valori pre-Covid entro il prossimo triennio. Lo scenario accelerato, invece, ipotizzando un significativo ampliamento del mercato, prevede una crescita notevole, a toccare i 9 miliardi di investimenti nel 2025. Come ha spiegato Federico Frattini, Vicedirettore dell’E&S Group, “molto dipenderà dall’andamento del mercato immobiliare: il rinnovamento del parco tecnologico e la penetrazione di tecnologie smart, oggi non ancora sufficientemente diffuse, sono strettamente correlati allo sviluppo del comparto edilizio, che in Italia è molto più vecchio rispetto alla media europea. La realizzazione di nuovi edifici e la ristrutturazione di quelli esistenti, comprese le riqualificazioni di alcune aree dismesse, sono infatti al centro delle principali modifiche urbanistiche che molte città italiane vareranno nel prossimo decennio, interventi che fungeranno da traino al mercato degli smart building”. Analizzando le diverse categorie tecnologiche, nel settore Energy si prevede che il mercato risentirà negativamente degli effetti della pandemia, ma le pompe di calore potrebbero avere un incremento dei volumi del 74% nello scenario moderato e arrivare fino a 3,3 miliardi di investimento in più in quello accelerato, grazie agli obiettivi vincolanti del PNIEC e alla maggiore penetrazione nei settori residenziale e terziario; per Automation technologies e piattaforme di controllo e di gestione, il volume di investimenti nello scenario moderato registrerà una crescita media del 16% annuo, poiché il settore ha risentito meno della crisi pandemica; infine, nel mercato della sensoristica e degli attuatori gli investimenti si attesteranno intorno a 2,7 miliardi di euro nel 2025; di rimando, invece, le piattaforme di raccolta, elaborazione e analisi dei dati acquisiti raggiungeranno i 2,5 miliardi.

VERSO UNA MAGGIORE INTEGRAZIONE Dall’indagine dell’E&S Group risulta predominante una configurazione degli edifici smart ancora in ottica di “silos” verticali, ovvero non integrati e non interoperabili in termini di tecnologie, piattaforme e servizi offerti. Sarebbe auspicabile, invece, spostarsi verso una soluzione integrata modulare, facendo “parlare” tra loro le diverse tecnologie a servizio dello stesso edificio: questo obiettivo presuppone la presenza di piattaforme modulabili e interoperabili, in modo che possano essere integrate tra loro. Allargando lo sguardo anche al di fuori dell’edificio, maggiore integrazione significa anche un’estensione del concetto stesso di smart building, che dovrà smettere di essere considerato come un ambiente “chiuso”, per integrarsi in ambienti più estesi configurati come smart district e smart city. www.casaeclima.com    n.89

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Credits: Achim Scholty / Pixabay

RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA

Il target nZEB negli edifici pubblici: una guida passo per passo Dalla scelta del sistema di finanziamento alle fasi operative del processo di ristrutturazione: i risultati del progetto eCentral GIULIA PAOLETTI E GIULIA LEGHISSA

Istituto per le energie rinnovabili – Eurac Research

L

o scopo principale dell’Energy Efficiency Directive (EED) e dell’Energy Performance Building Directive (EPBD) è quello di ottimizzare il consumo energetico e le prestazioni energetiche degli edifici pubblici. Per facilitare l’implementa-

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zione di processi di rinnovamento degli edifici esistenti e il raggiungimento del target prestazionale di edificio ad elevata efficienza e ridotto consumo energetico, è necessario che le amministrazioni pubbliche abbiano maggiore consapevolezza dei benefici di un edi-


FIGURA 1. Processo schematico di rinnovamento con le più comuni tipologie di appalto e opzioni di finanziamento pubblico e privato. ficio nZEB (edificio a energia quasi zero) e, allo stesso tempo, possano usufruire di particolari schemi di finanziamento. La Direttiva 2010/31/UE richiede che tutti gli Stati Membri seguano i processi di rinnovamento energetico degli edifici pubblici e privati al fine di raggiungere il target di decarbonizzazione ed efficienza energetica degli edifici entro il 2050. Raggiungere il target nZEB ha tre obiettivi principali: ridurre i consumi energetici e favorire i risparmi economici, aumentare l’uso delle fonti rinnovabili e migliorare la qualità dell’ambiente interno.

UNA GUIDA AL DECISION MAKING Il progetto eCentral1, focalizzato sul rinnovamento degli edifici pubblici, ha sviluppato strumenti e strategie innovative a supporto delle pubbliche amministrazioni, e testato in tre casi studio reali diversi tipi di finanziamento attraverso la partecipazione privata, quali il partenariato pubblico-privato (PPP), il contratto di prestazione energetica (EPC) e il crowdfunding (CF) rispettivamente in Croazia, Ungheria e Slovenia. Per aumentare la consapevolezza degli enti pubblici e col fine di facilitare la comprensione e la decisione sul tipo di finanziamento, sono stati sviluppati due vademecum sul processo decisionale nelle riqualificazioni energetiche degli edifici pubblici esistenti: uno descrittivo in cui si presenta il processo2, e uno più schematico in cui si visualizzano i flussi3. Entrambi mostrano le peculiarità di ogni fase del processo di rinnovamento energetico (dalla pianificazione, progettazione, costruzione e fase operativa) identificandone obiettivi, strumenti di analisi e operazioni di verifica da utilizzare per garantire gli obiettivi preposti, nei termini di qualità dell’opera e dell’investimento. Le due guide sono state sviluppate per il contesto

europeo, considerando il processo di rinnovamento energetico degli edifici pubblici tramite appalti pubblici, e considerando sistemi di finanziamento con capitale privato. A livello europeo gli appalti pubblici sono rigorosamente regolarizzati da normative della Commissione europea al fine di creare un contesto equo di gara. Tali direttive sono la 2014/24/UE sugli appalti pubblici, la 2014/25/UE sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali, e la 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei contratti di concessione. La guida schematica è stata sviluppata per il contesto europeo in inglese, e successivamente è stata messa a punto per i Paesi coinvolti nel progetto, riportando le normative nazionali (Austria, Croazia, Italia, Slovenia e Ungheria) per quanto riguarda l’efficienza energetica negli edifici e gli appalti pubblici. La guida italiana4 riporta la normativa nazionale attualmente in vigore e quella specifica per la Provincia autonoma di Bolzano – Alto Adige. Per quanto riguarda gli appalti pubblici, si fa riferimento al D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50, che regola i contratti di appalto pubblici, e al D.P.R. 5 ottobre 2010, n. 207. Quest’ultimo è il regolamento di esecuzione ed attuazione del D.Lgs. 12 aprile 2006, n. 163 che riporta il “codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione delle direttiva 2004/17/CE e 2004/18/CE”. A questi decreti nazionali, nella Provincia autonoma di Bolzano si aggiungono la legge provinciale del 17 dicembre 2015, n. 16 con disposizioni su appalti pubblici e la legge provinciale del 16 aprile 2020, n. 3 con variazioni al bilancio di previsione della Provincia autonoma di Bolzano per gli esercizi 2020, 2021, 2022, e altre disposizioni. www.casaeclima.com    n.89

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RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA

TABELLA 1 – Panoramica dei sistemi di finanziamento, vantaggi e svantaggi raccolti dal progetto eCentral, FEEDSCHOOLS8, QualitEE9 Finanziamento azionario

Prestiti bancari

Basso rischio Tassi di interesse di implementazione bassi

Vantaggi

Impegno di risorse Svantaggi

Pieno rischio finanziario

Aumento del debito pubblico secondo la definizione di Maastricht. È necessaria una conoscenza finanziaria nella fase di richiesta del prestito Rischio finanziario completo

Investimenti raccomandati per nZEB

Misure di efficienza energetica comparabilmente semplici e progetti con bassi tempi di recupero dell’investimento

Alcuni esempi

Nella guida è sintetizzato lo schema decision making process, in cui le scelte prese dall’amministrazione pubblica tengono in considerazione le proprie possibilità in funzione del grado di autonomia economica e capacità tecnica a disposizione (know-how dell’amministrazione pubblica). Le possibilità di finanziamento dell’investimento possono essere di tipo tradizionale ovvero attraverso finanziamento pubblico o prestito bancario, seguito da una gara di appalto per la costru16

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Sussidi/ Sovvenzioni

Aumento del capitale

È necessaria conoscenza in tutto il processo di richiesta contributi

PPP

Diversi tipi di PPP disponibili Condivisione del rischio

EPC

Risparmio energetico garantito Condivisione del rischio

Crowdfunding La campagna di raccolta fondi può essere impostata abbastanza facilmente Possibilità di partecipazione dei cittadini

Fase di preparazione molto intensa, e complessa

Modello relativamente poco Scarso quadro legale conosciuto in alcuni in alcuni paesi paesi È necessaria una Scarsa esperienza in elevata conoscenza Requisiti progetti pubblici È necessaria una di implementazione elevata conoscenza Scarsa attenzione pubblica

Progetti innovativi

Progetti complessi e abbastanza grandi in termini di volume e investimento: solitamente superiori di € 5M. Solitamente usati per nuovi edifici

Consigliato per edifici con costi energetici annuali superiori di €70.000

Ristrutturazione di 48 edifici pubblici a Lubiana (Slovenia)5

Istituto Geologico Università di Monaco6

Progetti complessi con tempi di ritorno dell’investimento fino a 10 anni

Progetti solamente di dimensioni ridotte

Il crowdfunding civico sostenuto dal Comune di Milano (Italia)7

zione, o altrimenti con finanziamento privato, che può avvenire tramite partenariato pubblico-privato (PPP) o contratto di prestazione energetica (EPC). Entrambi i contratti (PPP e EPC) per essere stipulati necessitano di una gara pubblica, e le attività date in appalto posso includere parte della progettazione, solitamente il progetto esecutivo, i lavori di costruzione per la realizzazione (ristrutturazione) dell’opera, e negli EPC (contratti ripagati dai risparmi energetici ottenuti) la manutenzione e gestione dell’edificio. Il crowdfunding, invece, è un sistema innovativo di raccolta fondi di un numero elevato di persone sconosciute, e può essere usato per finanziare un’opera pubblica al posto di un prestito bancario.


PIANIFICARE UNA STRATEGIA EFFICACE ANCHE DAL PUNTO DI VISTA FINANZIARIO Al fine di realizzare un’efficace strategia di rinnovamento energetico è necessaria un’accurata pianificazione che fin dalle fasi iniziali del processo investa nella raccolta dati e informazioni al contorno, sia sull’edificio sia sui possibili miglioramenti legati al comfort interno. Per la definizione dei bisogni e delle migliorie è consigliato coinvolgere il gestore degli impianti, il manutentore, e gli utenti finali. È buona pratica redigere un audit energetico sullo stato dell’arte dell’edificio, che ne presenti carenze e possibili migliorie complete di costi di investimento e risparmi affinché possa essere delineata una strategia di rinnovamento anche dal punto di vista finanziario. È vivamente consigliata una valutazione e ottimizzazione dei costi sull’intero ciclo di vita dei componenti edilizi, dalla progettazione alla dismissione (analisi LCC), includendo all’interno del business plan anche i costi di manutenzione ordinaria. È inoltre consigliato l’uso di una progettazione energetica integrata (IED) che coinvolga, una volta identificato, l’intero gruppo di lavoro (progettisti, tecnici comunali, politici, etc.) affinché gli obiettivi finali siano condivisi e perseguiti in ogni fase del processo. Una gestione efficace in tutte le fasi di ristrutturazione significa un maggior investimento nella fase iniziale di pianificazione del progetto, in cui dovranno essere definiti gli obiettivi, le metriche di valutazione, le procedure di calcolo, di verifica e monitoraggio. Le fasi principali del processo di ristrutturazione sono quattro: (i) pianificazione, (ii) progettazione, (iii) costruzione, e (iv) funzionamento dell’edificio.

IL PROGETTO ECENTRAL - ENERGY EFFICIENT PUBLIC BUILDINGS IN CENTRAL EUROPE Il progetto eCentral, finanziato dal programma Interreg Central Europe, iniziato nel settembre 2017 è riuscito dopo 3 anni di lavoro a raggiungere alcuni risultati importanti: lo sviluppo nei paesi target (Croazia, Slovenia, Ungheria) di un strumento di calcolo per la redazione del certificato energetico prestazionale; lo sviluppo di programmi di formazione indirizzati prevalentemente a pubbliche autorità; l’identificazione di strategie di rinnovamento degli edifici pubblici affinché fosse raggiunto il target prestazionale di nZEB; la promozione e implementazione di schemi di finanziamento innovativi (PPP, EPC, CF), il tutto attraverso una attiva cooperazione tra istituzioni scientifiche e amministrazioni pubbliche. Maggiori informazioni al sito del progetto: https://www.interreg-central.eu/Content.Node/eCentral.html

Come schematicamente mostrato nella Figura 1, nella fase di pianificazione vengono raccolti i dati tecnici, definiti i bisogni e i miglioramenti da apportare all’edificio al fine di raggiungere il target nZEB attraverso un audit energetico, studio di fattibilità, interviste e sondaggi al responsabile della struttura e agli utenti. Una volta quantificato l’investimento necessario, viene scelto il tipo di finanziamento, che potrà essere pubblico o privato. Nel primo caso si segue un processo tradizionale attraverso finanziamento pubblico o prestito bancario; nel secondo caso si procede con finanziamento privato, che può avvenire tramite PPP o EPC. Nella fase di progettazione si definisce il progetto di ristrutturazione attraverso un progetto preliminare per poi giungere a quello definitivo ed esecutivo. In funzione delle possibilità dell’amministrazione pubblica, lo sviluppo del progetto può essere dato a professionisti esterni, partner privati, attraverso concorso di progettazione o appalto pubblico, in funzione delle specifiche e del grado di definizione che il progetto deve raggiungere (preliminare, definitivo, o esecutivo). Qualora l’amministrazione pubblica necessiti di bandire un concorso di progettazione o appalto pubblico, è necessario che i seguenti aspetti siano identificati e inclusi all’interno del bando di gara: ■ obiettivi chiari, anche in merito al target energetico che si vuole raggiungere e il grado di sostenibilità ambientale; ■ requisiti minimi completi di indicatori, parametri numerici e metodologia di calcolo; ■ verifiche e/o protocolli; ■ Criteri Ambientali Minimi (CAM)10; ■ assegnazione del punteggio con criteri nZEB; ■ capacità tecnica dei progettisti – ad esempio, richiedendo un professionista esperto sugli aspetti energetici e ambientali degli edifici, certificato da un organismo di valutazione della conformità secondo la norma internazionale ISO/IEC 17024 o equivalente, che applica uno dei protocolli di sostenibilità degli edifici (rating systems) di livello nazionale o internazionale (alcuni esempi di tali protocolli sono: Breeam, Casaclima, Itaca, Leed, Well)11; ■ chiare modalità di presentazione dell’offerta. Nella fase di esecuzione dei lavori è suggerito effettuare delle verifiche qualitative e quantitative, attraverso controlli sul posto, come il Blower Door Test al fine di assicurarsi la giusta tenuta all’aria e l’analisi termografica. La fase di funzionamento include il servizio di assistenza, gestione e manutenzione dell’edificio. Al fine di minimizzare i costi operativi, è necessario un continuo monitoraggio e gestione dei flussi energetici e dei consumi in particolare durante il primo anno di utilizzo dell’edificio, in cui la regolazione degli impianti è necessaria. Inoltre, è buona pratica informare gli utenti finali su come usare propriamente le tecnologie presenti nel nuovo edificio nZEB e, in caso, prevedere dei workshop e materiale informativo con le specifiche. Di seguito, una breve descrizione dei casi studio sviluppati all’interno del progetto eCentral. www.casaeclima.com    n.89

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RIQUALIFICAZIONE ENERGETICA

La riqualificazione energetica dell’Università per l’apprendimento permanente a Velenje (Slovenia)12 L’obiettivo era quello di rinnovare un edificio educativo nel centro della città (valore del progetto del progetto circa 113.000 €) secondo il target energetico prestazionale di nZEB. Le misure di efficientamento attuate sono state la modernizzazione dell’illuminazione interna, l’isolamento del tetto e l’installazione di un impianto fotovoltaico. Nonostante una campagna di crowdfunding, non si è riusciti a raggiungere la somma di denaro promessa (€ 10.000). In Slovenia, l’utilizzo del crowdfunding è molto ridotto, causa principale l’attuale mancanza di un quadro giuridico che non favorisce la sua maturità. Ad oggi in Slovenia è presente una sola piattaforma per il crowdfunding. Tuttavia, l’esperienza di Velenje è stato il primo progetto in Slovenia, e speriamo che abbia contribuito ad aprire la strada anche a progetti futuri.

Caso studio a Sveta Nedelja (Croatia)13 Nel comune di Sveta Nedelja doveva essere realizzato un grande asilo attraverso un sistema di finanziamento PPP con un investimento di circa 4 milioni di euro. A causa delle mutate circostanze, il progetto è stato ridimensionato e il volume dell’ampliamento ridotto. Con il nuovo progetto lo standard nZEB sarà comunque raggiunto, anche se l’investimento ridotto a 1,6 milioni di euro non è risultato molto attraente per gli investitori PPP. Tuttavia, sono stati creati altri due studi di fattibilità per valutare l’approccio PPP nelle città di Marija Bistrica e Stupnik. L’implementazione dovrebbe avvenire nei prossimi anni.

Ristrutturazione della scuola materna Vackor, Budapest (Ungheria)14 L’obiettivo era quello di ristrutturare l’asilo Vackor secondo gli standard nZEB (valore del progetto 560.000 €). Le misure necessarie sarebbero state l’isolamento dell’involucro edilizio, la sostituzione delle finestre, l’installazione della ventilazione con recupero di calore e un impianto fotovoltaico da 37 kWp. Alcuni problemi statici nell’edificio hanno rallentato i lavori e ridotto il progetto. Inoltre, i bassi prezzi dell’energia elettrica non hanno favorito un sistema di finanziamento di tipo EPC, interamente basato sui risparmi energetici ottenuti dall’efficientamento energetico. Pertanto, in questo edificio è stato deciso di utilizzare un sistema di finanziamento tradizionale. Per i progetti futuri si raccomanda di raggruppare diversi edifici per creare un pacchetto di investimenti attraente per le Energy Service Companies (ESCO).

NOTE Sito ufficiale del progetto: https://www.interreg-central.eu/Content.Node/ eCentral.html

1

Decision support tool, online guide “nZEB renovation with innovative financing scheme” (Deliverable D.T1.5.3) accessible all’indirizzo https://www. interreg-central.eu/Content.Node/DT153.pdf 2

“Step by step guide on how to turn public buildings into nZEB” (Deliverable D.T2.3.2) accessibile all’indirizzo https://www.interreg-central. eu/Content.Node/DT232-05112020.pdf

3

Accessibile all’indirizzo https://www.interreg-central.eu/Content.Node/ DT232-05112020-IT.pdf

4

https://www.renovate-europe.eu/reday/reday-2019/online-resources/ ppp-slovenia-p6/ 5

https://www.kompetenzzentrum-contracting.de/anwendung/gutebeispiele/praxisdatenbank-contracting/lehrstuhl-fuer-geologie-der-lmumuenchen/ 6

18

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7

https://innovationinpolitics.eu/en/showroom-project/civic-crowdfunding/

8

https://www.interreg-central.eu/Content.Node/FEEDSCHOOLS.html

9

https://qualitee.eu/

https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/GPP/ allegato_tec_CAMedilizia.pdf

10

https://www.minambiente.it/sites/default/files/archivio/allegati/GPP/ allegato_tec_CAMedilizia.pdf CAM, Cap. 2.6 Criteri di aggiudicazione. 11

https://www.interreg-central.eu/Content.Node/Pilot-Action-3-VelenjeSlovenia.html 12

https://www.interreg-central.eu/Content.Node/Pilot-Action-1-SvetaNedelja-Croatia.html 13

https://www.interreg-central.eu/Content.Node/Pilot-Action-2-BudapestHungary.html 14


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INTERVISTA

“Comfort e qualità dell’aria? Non sono trend passeggeri” Dalla tecnologia WindFreeTM ai filtri PM 1.0 nelle unità interne: l’innovazione nel settore della climatizzazione secondo Samsung a cura di SEBASTIAN BENDINELLI

I

nnovazione e riconoscibilità del prodotto, ma senza trascurare facilità di installazione, efficienza energetica e consumi ridotti. Sono questi gli elementi chiave su cui Samsung Air Conditioning punta per guadagnare la leadership di un settore in cui certamente la competizione non manca. E che si riprende dall’anno difficile appena trascorso con diversi buoni motivi per guardare al futuro con ottimismo. A pochi giorni dalla prima edizione completamente digitale del Climate Solutions Day, in cui sono state presentate le ultime novità dell’azienda, abbiamo incontrato “virtualmente” Ettore Jovane, responsabile della Business Unit Air Conditioning di Samsung, per fare il punto sulla situazione attuale e discutere dei trend emergenti nel settore.

ETTORE JOVANE, Head of Air Conditioning Business Samsung Italy

C&C: Come si è concluso il vostro 2020 e quali prospettive avete per il 2021? E. J.: Prevedevamo che il mercato chiudesse in calo di circa il 10%, previsione confermata dai dati che abbiamo a disposizione. La nostra B.U. ha avuto una performance molto positiva, con una crescita di circa l’8% e risultati eccellenti in alcuni comparti: il residenziale ha registrato una crescita a doppia cifra (+13%), con il segmento del VRF che ha chiuso in calo ma in misura minore rispetto al mercato. Nel segmento delle pompe di calore siamo cresciuti circa del 54% a fronte di un +4% del mercato. Siamo cresciuti bene e in maniera uniforme in tutti i canali di vendita, e questo ci rende positivi verso l’anno in corso, che è partito bene dal punto di vista numerico, anche con un approccio diverso da parte della clientela. C’è un atteggiamento più propositivo, al netto delle incertezze legate al periodo: il modo in cui abbiamo gestito il periodo più duro dell’anno scorso ha rafforzato questa fiducia.

Si sta facendo già sentire l’impatto del Superbonus 110%? Nì. Mi spiego: nel corso del 2020 l’impatto si è sentito tantissimo, ma nel senso che è stato un enorme freno. Non posso nasconderlo: men20

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tre si aspettavano l’ufficialità e le condizioni di fruibilità del Superbonus, abbiamo visto un atteggiamento di attesa da parte del mercato. I vantaggi però iniziano a vedersi tra l’ultimo quarto dell’anno scorso e il primo del 2021. Penso che ci sia anche una certa spinta emotiva: a prescindere dal Superbonus in sé, parlare di Superbonus ha dato una nuova vita anche agli incentivi già esistenti.

A proposito di Superbonus, come vi state muovendo con i general contractor? Avete un prodotto e un’offerta ad hoc? Se parliamo di soluzioni tecniche da proporre, sicuramente sì. Se parliamo invece di soluzioni tecnico-finanziarie, no. Proporre soluzioni tailor made potrebbe significare anche interferire con una competitività già abbastanza matura. Noi ci rivolgiamo al progettista così come all’impiantista e al cliente finale: questo significa anche cercare di rispettare la filiera. Anche il general contractor è parte integrante dei nostri interlocutori. Oggi vediamo tantissimi attori che si stanno organizzando in questo senso, costruendo un’offerta competitiva


legata all’incentivo finanziario. Da parte del produttore potrebbe essere una scelta non sempre vantaggiosa strategicamente, ma stiamo comunque facendo tutte le opportune valutazioni in tal senso.

Ritenete che il vostro mercato di riferimento – professionisti, imprese e installatori – sia attrezzato per fronteggiare la domanda, anche dal punto di vista normativo? Credo di sì. Da parte nostra, mettiamo a disposizione un centro di formazione per consentire a tutti i player di conoscere la bontà tecnica dei nostri prodotti, facilitarne la scelta e di conseguenza la progettazione, l’installazione e l’assistenza. La nostra Academy nasce come polo di formazione in presenza, con la sua sede a Cernusco sul Naviglio. Alle lezioni in presenza si affianca anche la formazione online, che nel corso del 2020 è stata, naturalmente, estremamente potenziata. Questo approccio ci ha ripagato e ci ha permesso di formare il 60% in più dei nostri partner. Abbiamo riscontrato una vera e propria fame di formazione.

Oltre alla formazione, la pandemia ha costretto le aziende a reinventare la propria comunicazione, rinunciando alle tradizionali fiere di settore. Siete soddisfatti dalla prima edizione digitale del Climate Solutions Day e pensate di replicare l’iniziativa anche in futuro, dopo un eventuale “ritorno alla normalità”? È stata una bella sfida: in un mercato tradizionale come il nostro la relazione è fondamentale, e questo momento storico ne ha fatto riscoprire l’importanza. Siamo soddisfatti di come abbiamo gestito questo nuovo momento. Era fondamentale non perdere la fiducia e pensare al di fuori degli schemi convenzionali, cogliendo l’opportunità di gestire il business in maniera diversa. Il Climate Solutions Day è stato un frutto positivo di questo approccio. Personalmente spero che non ci sia l’esigenza di doverlo rifare in questo modo. Non perché non sia riuscito: è stato un evento di successo proprio grazie alla sua interattività e ha avuto un ottimo riscontro a livello europeo. In caso di necessità, le soluzioni di tipo ibrido – come quella in programma per MCE – potrebbero essere un primo step per tornare alla normalità. L’importante è non perdere mai la vicinanza e il contatto costante con la clientela.

Il tema dell’indoor air quality si trova al centro dell’attenzione come mai prima d’ora: si tratta di un trend passeggero o è destinato a durare? E quali sono le vostre proposte in quest’ambito? Se fosse un trend passeggero avremmo sbagliato tutto almeno dal 2017! Il comfort è sempre stato uno dei nostri cavalli di battaglia. Da una ricerca interna che abbiamo fatto un po’ di tempo fa è emerso che il 75% degli intervistati riteneva inquinata la propria città, e l’89%

Il nuovo WindFreeTM Pure 1.0

si diceva preoccupato per l’impatto dell’inquinamento sulla salubrità dell’aria all’interno della propria casa. Le soluzioni che proponiamo sono diverse: i nostri prodotti sono dotati di un filtro che abbiamo chiamato Tri-Care, un filtro innovativo ricoperto di zeolite, in grado di filtrare al 99% i virus e i batteri e al 98% gli allergeni (certificato da Intertek). Abbiamo aggiunto Easy Filter Plus, un filtro ad alta densità che mantiene pulita l’unità interna, per scongiurare la proliferazione dei batteri, facilmente removibile e lavabile, anche grazie alla funzione Autoclean, che si attiva tramite telecomando. Novità assoluta di quest’anno è il lancio di WindFreeTM Pure, dotato di uno speciale filtro PM 1.0 che cattura polveri molto sottili, fino a dimensioni di 0,3 micron e sterilizza fino al 99% grazie alla carica elettrostatica. Così come abbiamo fatto per il concept WindFreeTM, anche la filtrazione è stata estesa alle unità interne generalmente utilizzate nel mondo dell’hospitality e nel terziario, come la Cassetta 4 vie, la Cassetta 1 via e la Cassetta360.

La vostra è un’azienda con grande spirito di innovazione, che si riflette soprattutto nelle Business Unit più consumer. Possiamo aspettarci anche nella Business Unit Air Conditioning prodotti particolarmente innovativi nell’immediato futuro? Direi proprio di sì: essere riconosciuti attraverso l’unicità e l’innovazione di prodotto è proprio nel nostro DNA. Una ricerca Nielsen dell’anno scorso dedicata soltanto al mondo dell’aria condizionata ha considerato Samsung il player più riconoscibile per l’innovazione. Questo per noi è un motivo di vanto: da quando abbiamo mosso i primi passi nel mondo dell’aria condizionata abbiamo sempre cercato di associare a Samsung a un’innovazione specifica e unica, dal Wi-Fi che abbiamo lanciato per primi “a bordo macchina” nel 2012, al primo modello triangolare lanciato l’anno successivo. Per non parlare di WindFreeTM, che ad oggi resta una tecnologia unica sul mercato, in grado di eliminare i fastidiosi getti d’aria diretti, grazie a migliaia di microfori. Se queste sono le premesse, la risposta è: assolutamente sì, dobbiamo aspettarci ancora molta innovazione da Samsung. www.casaeclima.com    n.89

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SPECIALE Centrali termiche

Il calcolo delle prestazioni energetiche Come interpretare i dati tecnici più importanti per calcolare le prestazioni di caldaie a condensazione e pompe di calore e inserire i dati nei software di calcolo commerciali PATRIZIA RICCI

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SPECIALE

U

na delle problematiche più comuni nella definizione delle prestazioni energetiche degli edifici, sia in termini di attività di certificazione, che di diagnosi energetica e progettazione, è l’interpretazione dei dati tecnici più importanti ai fini del calcolo delle prestazioni energetiche e dell’inserimento degli stessi nei software di calcolo attualmente in commercio. Spesso infatti, quello che sembra essere un incarico banale da espletare, anche durante la redazione dell’Attestato di Prestazione Energetica (APE) di un’unità immobiliare con caldaia adibita sia alla produzione di acqua calda sanitaria che al riscaldamento, può trasformarsi in un compito arduo, in quanto non sempre tutti i dati richiesti dai software commerciali sono di facile reperimento sulla scheda tecnica del generatore, anche quando si tratta di modelli recenti. Ciò è dovuto al fatto che i software attualmente in commercio rispondono ancora alle UNI/TS di riferimento per il settore, in parte abrogate da recenti regolamenti europei (seguiti dalle schede tecniche più recenti di alcuni generatori di calore), e in fase di revisione. Il presente articolo e il seguente, traendo spunto dal corso su “Caldaie a condensazione e pompe di calore: calcolo prestazioni e inserimento dati secondo norma”, organizzato dal Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano e tenuto dal Prof. Ing. Stefano Bergero, del Dipartimento di Architettura e Design - DAD della Scuola Politecnica dell’Università di Genova, cercano di chiarire alcuni aspetti e incongruenze sull’argomento.

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CALDAIE A CONDENSAZIONE: LA UNI/TS 11300-2:2019 Per le caldaie tradizionali, la norma di riferimento per l’input dei dati è la UNI/TS 11300-2:2019 “Prestazioni energetiche degli edifici. Parte 2. Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l’illuminazione in edifici non residenziali”. Il prospetto n. 15 della Norma indica quali metodi utilizzare per calcolare i rendimenti del sottosistema di generazione quando questo lavora mediante combustione a fiamma di combustibili fossili: ■ in tutti i tipi di valutazione calcolo secondo l’Appendice B della UNI/TS 11300-2; ■ per valutazioni di tipo A1 si deve effettuare il calcolo secondo l’Appendice B;


Centrali termiche

per valutazioni di tipo A2 è possibile utilizzare i valori precalcolati in assenza di dati per effettuare il calcolo secondo l’Appendice B e solo nelle condizioni specificate nel punto 6.6; ■ per valutazioni di tipo A3 si deve effettuare il calcolo secondo l’Appendice B. Dove con valutazione di tipo A1 si intende quella che si utilizza per il progetto (Legge 10/1991), con A2 quella per la certificazione energetica degli edifici esistenti e con A3 quella per la diagnosi energetica. In sostanza, ciò significa che, se la generazione del calore avviene in modo tradizionale, con combustibili fossili liquidi o gassosi, le perdite del sottosistema di generazione e quindi il rendimento di generazione (o di produzione) si possono determinare attraverso la UNI/TS 11300-2:2019 e in particolare: ■ mediante metodi di calcolo, secondo l’Appendice B della UNI/TS 11300-2; ■ per valutazioni di tipo A2, attraverso i Prospetti 25, 26, 27, 28 (generatori di acqua calda), 29 (generatori di aria calda), contenenti valori precalcolati del rendimento di generazione. Occorre però ricordare che quest’ultimo metodo è ammesso solo nel caso di generatore singolo dedicato al solo servizio riscaldamento, quindi non è utilizzabile nel caso di generatori multipli e nel caso in cui il generatore singolo fornisca riscaldamento e ACS contemporaneamente. Nell’Appendice B sono riportati due metodi utilizzabili per il calcolo delle perdite di generazione: ■ metodo di calcolo basato sui rendimenti dichiarati ai sensi della Direttiva 92/42/CEE, con opportune correzioni in relazione alle condizioni di funzionamento (Appendice B.2); ■ metodo di calcolo analitico (Appendice B.3). Il più comune è il metodo definito secondo l’Appendice B.2. Alcuni software con■

templano già archivi di caldaie predisposti anche secondo il metodo analitico e quindi consentono di utilizzare anche questo metodo. La differenza sostanziale sta nel fatto che il metodo dell’Appendice B.2 parte dai dati della potenza e del rendimento utile, in determinate condizioni di riferimento dei generatori definite in base a prove di laboratorio, mentre il metodo analitico esegue il calcolo delle perdite della caldaia partendo dalla potenza al focolare e restituendo come output la potenza utile ceduta al fluido termovettore, risultando indubbiamente più laborioso. Entrambi i procedimenti di calcolo dell’Appendice B richiedono la determinazione delle temperature di mandata, di ritorno e media del generatore in corrispondenza del fattore di carico medio del periodo di calcolo considerato. In funzione di questi dati il software calcola il rendimento di generazione.

METODO APPENDICE B.2 (DIRETTIVA CALDAIE) Questo metodo si applica nel caso di generatori di calore per i quali i dati siano dichiarati dal fabbricante ai sensi della Direttiva 92/42/CEE (norme di prodotto) e si basa su dati rilevati da un laboratorio di

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SPECIALE

prova. Si considerano i seguenti tipi di sottosistemi di generazione: ■ sottosistemi singoli con unico generatore di calore; ■ sottosistemi multipli con più generatori di calore; ■ sottosistemi misti per riscaldamento e produzione acqua calda sanitaria. Come già anticipato nell’introduzione, seppur in gran parte abrogata dall’articolo 9 del Regolamento (UE) N. 813/2013 relativo alla progettazione ecocompatibile degli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente e degli apparecchi di riscaldamento misti, la Direttiva BED è ancora la direttiva europea di riferimento che stabilisce i criteri di certificazione CE delle caldaie ad acqua calda alimentate con combustibili liquidi o gassosi aventi potenza nominale inferiore a 400 kW. Il Regolamento 813/2013, che riporta le modalità di applicazione della Direttiva 2009/125/CE (ERP) per le caldaie, ha infatti abrogato l’intera direttiva fatto salvo l’articolo 7, paragrafo 2, l’articolo 8 e gli allegati da III a V della stessa. Dal momento che le Norme UNI/ TS in vigore si rifanno ancora alla classificazione dei

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generatori secondo la Direttiva BED, occorre fare particolare attenzione a come vengono dichiarati i dati nelle schede tecniche, ai sensi dei Regolamenti europei 813/2013 e 811/2013.

Potenza al carico medio e fattore di carico utile Per calcolare il rendimento di generazione si parte dal calcolo della potenza al carico medio e del fattore di carico utile. Nel caso di un unico sistema di generazione, la potenza del sottosistema al carico medio Px, indicata anche come Fgn,Px è data dalla seguente relazione: Qgn,out Fgn,Px= tgn In cui Qgn,out è il fabbisogno di calore in uscita dal sistema di generazione e tgn è il tempo di attivazione del generatore (durata del mese). Il Fattore di carico utile del generatore FCu,x è dato da: Fgn,Px FCu,x= Fgn,Pn In cui FCu è il fattore di carico riferito alla potenza utile, mentre Fgn,Pn è la potenza utile nominale del generatore ed è il primo dato di input richiesto dal metodo della Direttiva caldaie.


Centrali termiche Caso di sistemi multipli di generazione La Norma prevede due situazioni: ■ sistemi con regolazione di cascata e ripartizione del carico con priorità (deve essere presente un sistema automatico di controllo, secondo il quale i generatori a più alta priorità funzionano per primi; un dato generatore nell’elenco di priorità funziona solo se i generatori di priorità immediatamente più alta funzionano a pieno carico); ■ sistemi con ripartizione uniforme del carico (condizione da assumersi in assenza di priorità): tutti i generatori sono contemporaneamente in funzione e il fattore di carico FCu è identico per tutti i generatori. Nel caso di impianti alimentati anche da fonti rinnovabili, ad essi si attribuisce la priorità per soddisfare il fabbisogno di energia termica utile dell’impianto, mentre alla generazione tradizionale con combustibili fossili si attribuisce una funzione di integrazione.

Caso di sistemi misti riscaldamento e ACS Anche in questo caso la Norma prevede due situazioni: sottosistemi con generatore di calore combinato (ad es. caldaiette autonome); ■ sottosistemi con generatore di calore che alimenta un circuito riscaldamento e un circuito produzione ACS. In entrambi i casi si hanno due periodi di funzionamento: 1. il periodo di attivazione del riscaldamento, durante il quale si ha il servizio misto e quindi il fabbisogno totale risulta dalla somma di due fabbisogni Qgn,out = Qh+ Qh,W (riscaldamento + acqua calda sanitaria); 2. il periodo di non attivazione del riscaldamento (in estate) durante il quale si ha solo il servizio ACS e quindi Qgn,out = Qh,W (solo acqua calda sanitaria). ■

Rendimento e perdite corretti a potenza nominale Per comprendere quali siano i dati di input ai quali occorre dedicare particolare attenzione, si deve entrare nel merito della procedura di calcolo della Norma. In primis, la procedura prevede il calcolo del rendimento e delle perdite corretti a potenza nominale. Si deve correggere il rendimento a potenza nominale hgn,Pn (a pieno carico 100%, ottenuto sulla base di prove di laboratorio), che costituisce il primo dato di input, per tenere conto della temperatura di effettivo funzionamento del generatore con la seguente relazione:

hgn,Pn,cor = hgn,Pn + fcor,Pn × (ϑgn,test,Pn - ϑgn,w ) in cui hgn,Pn è il rendimento a potenza nominale determinato attraverso le norme pertinenti [%]. In mancanza di dati forniti dal produttore, valori di default possono essere calcolati con l’equazione (B.24); fcor,Pn è il coefficiente di correzione del rendimento a potenza nominale [%/°C] ed esprime la variazione del rendimento in funzione della temperatura media dell’acqua nel generatore; ϑgn,test,Pn è la temperatura media dell’acqua nel generatore nelle condizioni di prova a potenza nominale [°C]; ϑgn,w è la temperatura media effettiva dell’acqua nel generatore (o temperatura dell’acqua di ritorno per generatori a condensazione) in funzione delle condizioni effettive di esercizio [°C]. Il coefficiente fcor,Pn si determina dal prospetto B.1 della Norma, dove viene dato in funzione del tipo di generatore, standard, a bassa temperatura, a condensazione a gas e a gasolio, alla temperatura media di

A PROPOSITO DELLA DIRETTIVA BED In base alla Direttiva 92/42/CEE del Consiglio del 21 maggio 1992, concernente i requisiti di rendimento per le nuove caldaie ad acqua calda alimentate con combustibili liquidi o gassosi, citata nella norma UNI/TS 11300-2:2019, viene definito il rendimento utile, espresso in percentuale come “il rapporto tra la portata termica trasmessa all’acqua della caldaia e il prodotto del potere termico inferiore, a pressione costante, del combustibile, moltiplicato per il consumo espresso in quantità di combustibile per unità di tempo”. In base all’art. 5 di tale Direttiva, le caldaie che potevano essere ammesse sul mercato dovevano rispettare certi rendimenti a potenza nominale e a carico parziale in determinate condizioni di prova, differenti per caldaie standard, a bassa temperatura e a condensazione. La Direttiva prevedeva l’apposizione del marchio di conformità alle caldaie, rappresentato dal simbolo CE, e la marcatura di rendimento energetico, ai sensi dell’art. 6, per mezzo del simbolo corrispondente alla stella. Ancora oggi, se si usa il metodo dei valori precalcolati, valido solo per gli edifici esistenti, in assenza dei dati necessari per utilizzare l’Appendice B, occorre fare riferimento alle stelle, ovvero alla classificazione delle caldaie in base alla Direttiva BED che, in funzione delle prestazioni a potenza nominale e a carico parziale (0,3 Pn ), varia da una a quattro stelle. In base a questa classificazione, alle caldaie tradizionali ad alta temperatura, non innovative, veniva attribuita una stella, a quelle con l’isolamento del mantello due stelle, a quelle a bassa temperatura, tre, e quelle a condensazione, quattro. Questa classificazione non è automatica ma è valida per il 90% della casistica. La Direttiva è stata abrogata dal Regolamento Delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione del 18 febbraio 2013, che integra la direttiva 2010/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l’etichettatura indicante il consumo d’energia degli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente, degli apparecchi di riscaldamento misti, degli insiemi di apparecchi per il riscaldamento d’ambiente, dispositivi di controllo della temperatura e dispositivi solari e degli insiemi di apparecchi di riscaldamento misti, dispositivi di controllo della temperatura e dispositivi solari. Al punto 14 dell’Allegato I, il Regolamento SEGUE A PAGINA 28

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SPECIALE definisce “efficienza utile (h), il rapporto fra la potenza termica utile e il contributo energetico totale di una caldaia per il riscaldamento d’ambiente, di una caldaia mista o di un apparecchio di cogenerazione per il riscaldamento d’ambiente, espresso in %, dove il contributo energetico totale è espresso in termini di GCV e/o in termini di energia finale moltiplicata per CC”, dove con GCV (gross calorific value, GCV) si intende il potere calorifico superiore. Le efficienze delle caldaie in base a tale direttiva devono essere dichiarate in funzione di tale parametro. Nell’art. 2, a punto 21, il Regolamento introduce un altro importante parametro, l’efficienza energetica stagionale del riscaldamento d’ambiente (hs), definita come “il rapporto tra la domanda di calore ambiente per una data stagione di riscaldamento, fornito da un apparecchio per il riscaldamento d’ambiente, un apparecchio di riscaldamento misto, un insieme comprendente un apparecchio per il riscaldamento d’ambiente, un dispositivo di controllo della temperatura e un dispositivo solare o un insieme comprendente un apparecchio di riscaldamento misto, un dispositivo di controllo della temperatura e un dispositivo solare, e il consumo annuo di energia necessario per soddisfare tale domanda, espresso in percentuale”. L’efficienza energetica stagionale del riscaldamento d’ambiente (hs) è il parametro che definisce il requisito delle caldaie per accedere all’Ecobonus e sue derivazioni, quindi anche il Superbonus 110. Con questo regolamento viene abolita la classificazione a stelle e introdotta quella con le lettere, dalla G alla A+++, in base all’efficienza energetica stagionale del riscaldamento d’ambiente hs in % (vedi Tabella 1 del Regolamento). L’incentivo fiscale richiede almeno la classe A, che corrisponde ad una efficienza stagionale 90 ≤ hs < 98. Le classi superiori alla A (A+, A++ e A+++) con rendimenti superiori al 100% prevedono sistemi di produzione del calore che utilizzano fonti rinnovabili. Da questo Regolamento deriva anche la nuova etichettatura delle caldaie: le caldaie miste vengono classificate in classi di efficienza energetica stagionale del riscaldamento d’ambiente da A++ a G e in classi di efficienza energetica di riscaldamento dell’acqua da A a G. Nell’etichetta si prevede venga riportata anche la potenza termica nominale in kW, arrotondata alla cifra intera più vicina. Questo spiega perché, in alcune schede tecniche delle caldaie, la potenza venga riportata omettendo cifre decimali. SEGUE A PAGINA 29

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prova di 70°C. Noto il rendimento corretto, si determinano le perdite corrette a potenza nominale (a pieno carico, 100%) con la seguente formula:

Fgn,l,Pn,cor=

(100 - hgn,Pn,cor ) × FPn x 1000 hgn,Pn,cor

dove FPn è la potenza utile nominale del generatore [kW]. La potenza utile nominale FPn da considerare è sempre e soltanto quella alla temperatura media del generatore 70°C (ovvero 80/60°C nelle schede tecniche). La norma infatti richiede le condizioni nominali di prova in laboratorio, che corrispondono a 70°C, qualunque sia la tipologia di impianto utilizzato.

Rendimento e perdite corretti a potenza intermedia Il secondo passo della procedura di calcolo prevede la valutazione del rendimento e delle perdite corretti a potenza intermedia. Il rendimento a potenza intermedia hgn,Pint (a carico intermedio, 30%), anch’esso dato di input, va corretto con la seguente formula per tenere conto della temperatura di effettivo funzionamento del generatore:

hgn,Pint,cor = hgn,Pint + fcor,Pint × (ϑgn,test,Pint - ϑgn,w )


Centrali termiche in cui hgn,Pint è il rendimento a potenza intermedia determinato attraverso le norme pertinenti [%]. In mancanza di dati forniti dal produttore, valori di default possono essere calcolati con l’equazione (B.25); fcor,Pint è il coefficiente di correzione del rendimento a potenza intermedia [%/°C] ed esprime la variazione del rendimento in funzione della temperatura media dell’acqua nel generatore. I valori sono riportati nel prospetto B.2; ϑgn,test,Pint è la temperatura media dell’acqua nel generatore nelle condizioni di prova a potenza intermedia (prospetto B.2) [°C]; ϑgn,w è la temperatura media effettiva dell’acqua nel generatore (o temperatura dell’acqua di ritorno per generatori a condensazione) in funzione delle condizioni effettive di funzionamento [°C] a potenza intermedia. In questo caso, il coefficiente di correzione fcor,Pint è dato dal prospetto B.2 della norma, in cui la temperatura media dell’acqua nel generatore nelle condizioni di prova a potenza intermedia non è più la stessa, ma varia in funzione del tipo di generatore. Nel caso di generatore a condensazione, ad esempio, la temperatura è 30°C (la prova non è effettuata con la media ma con la temperatura di ritorno, pari appunto a 30°C). Si determinano quindi le perdite corrette a potenza intermedia (a carico intermedio 30%) con la solita relazione del tipo:

Fgn,l,Pint,cor=

(100 - hgn,Pint,cor ) × FPint x 1000 hgn,Pint,cor

dove FPint è la potenza utile intermedia del generatore [kW]. Va posta attenzione al fatto che la potenza utile intermedia FPint da considerare nel caso di generatori

Nella Tabella 7 viene definito lo schema di scheda tecnica che il Regolamento prevede per dichiarare le prestazioni delle caldaie. La scheda prevede venga dichiarata la potenza termica nominale Pn e l’efficienza energetica stagionale del riscaldamento d’ambiente hs, a valori interi (x in kW), e, per le caldaie per il riscaldamento d’ambiente e le caldaie miste, la potenza termica utile alla potenza termica nominale e a un regime ad alta temperatura1 (P4), e al 30 % della potenza termica nominale e a un regime a bassa temperatura2, (P1) con la cifra decimale (x,x in kW) ed i corrispondenti rendimenti h4 ed h1 sono dichiarati, ai sensi del Regolamento, rispetto al potere calorifico superiore. Quindi, quando si inseriscono nei vari software commerciali i dati desunti dalle schede tecniche del generatore, occorre prestare molta attenzione al fatto che la scheda sia stata redatta ai sensi della Direttiva o del nuovo Regolamento. La Tabella prevede anche di dichiarare il consumo ausiliario di elettricità, a pieno carico elmax (x,x in kW), a carico parziale elmin (x,x in kW), in modo stand-by PSB (x,xxx in kW) e la dispersione termica in stand-by Pstby (x,x in kW), ossia le perdite a carico nullo.

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SPECIALE che le schede redatte ai sensi del nuovo Regolamento 811/2013 riportano sempre questo dato. Le perdite a carico nullo (Fgn,l,Po ) vanno corrette in funzione della temperatura di effettivo funzionamento del generatore e della temperatura del locale di installazione.

Potere calorifico inferiore e superiore Una volta definiti i dati di input necessari, secondo quanto detto nei precedenti paragrafi, il metodo consente anche il calcolo delle perdite alla potenza media (F gn,l,Px ) e il calcolo dell’energia recuperata (Qgn,rh), necessarie per la determinazione del fabbisogno di energia in ingresso per la combustione Qgn,in che, ai sensi della Direttiva, viene effettuato sulla base dei rendimenti calcolati rispetto al potere calorifico inferiore. Una particolare attenzione va dunque riposta proprio su come vengono dichiarati i dati dei rendimenti nella scheda tecnica del generatore. Se la scheda è redatta secondo la Direttiva 92/42/CE, i rendimenti sono riferiti al potere calorifico inferiore, se segue il Regolamento 811/2013/ UE, non ancora recepito dalle norme UNI/TS attualmente in fase di revisione, sono riferiti al potere calorifico superiore del combustibile.

ESEMPI DI POSSIBILI INCONGRUENZE

a combustibili liquidi o gassosi risulta sempre il 30% di quella nominale, ovvero: FPint = 0.3 FPn, ed è dunque un dato fisso nel computo. Come già anticipato, la norma consente di calcolare i rendimenti minimi a carico nominale hgn,Pn e a carico parziale hgn,Pint secondo la Direttiva BED tramite le due equazioni B.24 e B.25, in base al prospetto B.7 della norma stessa. I valori ottenuti sono tuttavia valori minimi, che penalizzano notevolmente il rendimento del generatore, ma consentono di applicare il metodo della Direttiva caldaie in assenza di scheda tecnica, nota la potenza nominale.

Perdite corrette a carico nullo o in standby Le perdite a carico nullo (Fgn,l,Po ) possono essere dichiarate dal fabbricante nella scheda tecnica (in questo caso sono anch’esse un dato di input) qualora siano state determinate in accordo con le norme di prova applicabili (UNI EN 297, UNI EN 483, UNI EN 303-1, UNI EN 13836). In mancanza di tale dato, valori di default possono essere calcolati con l’equazione (B.23). Tuttavia, occorre rilevare

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Attualmente, le schede tecniche di alcune caldaie riportano sia i dati tecnici ERP, ai sensi del Regolamento, che quelli secondo Legge 10, ai sensi della Direttiva. Per alcuni modelli di caldaia però le tabelle della Legge 10 non sono più reperibili, ed esistono solo i dati ERP. Come scegliere dunque i valori dei rendimenti da inserire come dati di input nei software attualmente in commercio? La scheda ERP infatti riporta i rendimenti h4 e h1, dichiarati rispetto al potere calorifico superiore e, in quanto tali, non corretti come dati di input per gli attuali software commerciali, che richiedono rendimenti dichiarati rispetto al potere calorifico inferiore. Ricordando che in base alla UNI/TS 11300-2 il potere calorifico superiore per il gas metano è 11,07 kWh/Nm3, mentre il potere calorifico inferiore è 9,94 kWh/Nm3 (normal m3), il valore corretto del rendimento per l’inserimento, riferito al potere calorifico inferiore, si ottiene moltiplicando i rendimenti h4 e h1 per 11,07 e dividendo per 9,94 kWh/Nm3 (se si usano i valori definiti in standard m3, la corrispondenza è ancora più precisa). In questo modo vengono riportati al potere


Centrali termiche calorifico inferiore. Può accadere inoltre, laddove siano reperibili dati secondo entrambi i dispositivi normativi, che si manifestino delle incongruenze nei dati, non di immediata comprensione. Ad esempio, alcune schede caldaie riportano nella tabella Legge 10 una potenza termica massima Pn corrispondente ai valori della potenza termica utile P4 e alla potenza nominale (a meno dei decimali) della tabella ERP. Mentre in altre schede caldaie vengono riportati, nei dati tecnici secondo la Dir. ERP, valori P4 e Pn nettamente diversi. Una spiegazione è fornita dall’interpretazione del calcolo di P4 in base alla norma di prodotto UNI EN 155021:2015, secondo la quale, la potenza nominale Q1 = P4 può essere sostituita dalla media aritmetica del massimo e del minimo valore di potenza per il range-rated boiler. Quindi il fatto che in alcune schede P4 sia uguale a Pn, dipende dalla scelta del produttore di calcolare P4 senza inserire l’opzione “range rated boiler”.

AUSILIARI DEL SOTTOSISTEMA DI GENERAZIONE Per la determinazione del fabbisogno di energia elettrica degli ausiliari del sottosistema di generazione si fa riferimento: ■ all’Appendice B della UNI/TS 11300-2 nel caso di generatori di calore alimentati da combustibili fossili liquido o gassosi; ■ alla UNI/TS 11300-4 nel caso di generatori di calore utilizzanti fonti rinnovabili. Il fabbisogno di energia di energia elettrica degli ausiliari di generazione si determina come segue:

Egn,aux =

(Waux,Px × tgn)

1000

[kWh]

in cui Waux,Px è la potenza degli ausiliari del generatore alla potenza media effettiva [W] e tgn è il tempo di attivazione del generatore [h]. Secondo la norma UNI/TS 11300-2, la potenza degli ausiliari in corrispondenza delle condizioni medie di funzionamento Waux,Px si calcola per interpolazione lineare tra i valori delle potenze degli ausiliari a pieno carico Waux,Pn, a carico intermedio Waux,Pint e a carico nullo Waux,Po fornite dal fabbricante (dato di input). La stessa norma riporta anche la seguente dicitura: “La potenza elettrica dei generatori di calore comprende normalmente la potenza elettrica totale di tutti gli ausiliari montati a bordo del generatore. Sono ovviamente escluse eventuali pompe installate sul circuito primario di generazione esterne al generatore”, che potrebbe risultare fuorviante. Un chiarimento può essere fornito dal Regolamento UE 2015/1188, dove nell’Allegato I, ai punti 7, 8 e 9 vengono definiti “elmax”, “elmin” e PSB. Ad esempio, al punto 7 si dice che la “potenza elettrica necessaria alla potenza termica nominale (elmax), il consumo di energia elettrica dell’apparecchio per il riscaldamento d’ambiente locale alla potenza termica nominale, espresso in kW. Qualora il prodotto offra una funzionalità di riscaldamento indiretto e sia munito di un circolatore integrato, il consumo di energia elettrica è stabilito senza tenere conto del consumo energetico del circolatore”. Simili dichiarazioni si leggono anche per “elmin” e PSB (punti 8 e 9 del Regolamento). Quindi le potenze degli ausiliari a pieno carico Waux,Pn (elmax), a carico intermedio Waux,Pint (elmin) e a carico nullo Waux,Po (PSB) fornite dal fabbricante non comprendono la potenza elettrica assorbita da eventuali circolatori a bordo del generatore (Allegato I, punti 7, 8 e 9 del Regolamento UE 2015/1188).

In assenza di tali valori, ai fini del calcolo del rendimento di generazione, la norma dice che essi possono essere determinati come segue: Waux,Pi = G + H × FPnn [W] in cui Waux,Pi è la potenza degli ausiliari a potenza nominale, intermedia o nulla; FPn è la potenza termica utile nominale del generatore [kW]; G, H, n sono i parametri riportati nel Prospetto B.4 per potenza FPn, FPint e FPo. Le potenze elettriche degli ausiliari determinate per default si riferiscono a tutti gli ausiliari normalmente a bordo del generatore. In alcuni casi le potenze così determinate possono risultare maggiori di quelle effettive. Sono cioè sovradimensionati e questo sembrerebbe rendere possibile la scelta di non considerare l’inserimento delle pompe. Da ultimo, particolare attenzione va posta nelle ripartizioni secondo millesimi nel caso della redazione degli APE per singole unità immobiliari facenti parte di un condominio, in quanto il modello energetico va riferito alla singola unità. Se la caldaia è condominiale, solitamente si usa ripartire la potenza nominale in base ai millesimi delle singole unità. Una volta inserito questo dato però, va posta particolare attenzione a ciò che il software restituisce e, alcuni dati vanno corretti manualmente. In pratica, la potenza nominale va millesimata così come quella a carico nullo, mentre la potenza al 30% non va corretta (è un dato fisso) e i rendimenti non vanno millesimati, quindi occorre inserire quelli corretti. Anche i valori degli ausiliari vanno corretti manualmente perché il software li calcola con la precedente relazione, non lineare.

NOTE Regime ad alta temperatura: temperatura di ritorno di 60 °C all’entrata dell’aria e 80 °C di temperatura di fruizione all’uscita dell’apparecchio. 1

Bassa temperatura: temperatura di ritorno (all’entrata della caldaia) per le caldaie a condensazione 30° C, per le caldaie a bassa temperatura 37 °C e per le altre caldaie 50 °C. 2

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SPECIALE

Pompe di calore: guida alle prestazioni COP, EER, inverter, pozzo caldo, pozzo freddo: come reperire i parametri richiesti dai software commerciali? PATRIZIA RICCI

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Centrali termiche

I

l principale problema che i tecnici si trovano ad affrontare per la determinazione del calcolo delle prestazioni di una pompa di calore riguarda il reperimento di alcuni dati prestazionali che i software commerciali, e quindi di conseguenza la normativa stessa, richiedono di inserire per poter eseguire il calcolo. Infatti, mentre per una comune caldaia basta inserire nei software un unico valore di potenza e rendimento, per le pompe di calore solitamente ci si trova a compilare una tabella con una serie di parametri, costituita da un certo numero di valori di potenze e “COP”, per le diverse temperature di pozzo freddo (il mezzo esterno da cui la pompa estrae il calore) e pozzo caldo (l’aria o l’acqua da riscaldare). Ancora più che per le caldaie a condensazione, l’inserimento dei dati relativi alle pompe di calore nei software commerciali dipende fortemente dalle informazioni presenti nella scheda tecnica fornita dai produttori.

LA NORMA DI RIFERIMENTO La norma di riferimento per il calcolo delle prestazioni delle pompe di calore in riscaldamento è la UNI/TS 11300-4 (2016) “Prestazioni energetiche degli edifici. Parte 4. Utilizzo di energie rinnovabili e di altri metodi di generazione per la climatizzazione invernale e per la produzione di acqua calda sanitaria”, che tratta il calcolo delle prestazioni dei soli sottosistemi di generazione che forniscono energia termica e/o elettrica utile da energie rinnovabili o con metodi di generazione diversi dalla combustione a fiamma di combustibili fossili, ovvero impianti solari termici, generatori a combustione alimentati a biomasse, pompe di calore, impianti fotovoltaici, cogeneratori e teleriscaldamento. Il calcolo delle prestazioni delle pompe di calore in raffrescamento si basa sulla UNI/TS 11300-3:2010. Impostata, nella prima sezione del software relativa ai dati tecnici, la tipologia di pompa, specificandone la sorgente esterna e il fluido che viene trattato all’interno (ad esempio, aria/ aria in cui la sorgente esterna è l’aria e il fluido interno altrettanto – l’esempio tipico è rappresentato dagli usuali split domestici – o aria/acqua, nelle quali la sorgente

MODALITÀ La modalità di una pompa di calore può essere parallela o alternata. Questa impostazione ha effetti solo quando è presente, oltre alla pompa di calore, un secondo generatore integrativo, e specifica quale deve essere il comportamento del sistema quando la temperatura della sorgente fredda diventa pari a quella bivalente: ■

Funzionamento alternato: la pompa di calore viene disattivata quando la temperatura esterna raggiunge quella bivalente. Viene contemporaneamente attivato il generatore integrativo che fornisce tutta la potenza termica necessaria. Funzionamento parallelo: la pompa di calore non viene disattivata quando la temperatura esterna raggiunge la bivalente e concorre alla copertura del carico insieme al generatore integrativo. Se la temperatura esterna scende fino alla Tcut-off,min la pompa di calore viene spenta e resta attivo solo il generatore integrativo.

esterna è l’aria mentre il fluido interno l’acqua – come le pompe idroniche, dove l’unità esterna tratta l’aria, mentre all’interno viene riscaldata l’acqua); la tipologia di macchina, specificandone il funzionamento, tra un semplice on/off (senza inverter) e un funzionamento modulante (pompa con inverter, nella quale la potenza viene modulata); la modalità, che può essere parallela o alternata, le prestazioni di una pompa di calore elettrica dipendono da tre fattori: 1. i livelli operativi di temperatura delle sorgenti fredda e calda; 2. il fattore di carico della macchina; 3. la configurazione impiantistica scelta (aria/aria, aria/acqua, etc).

FUNZIONAMENTO IN RISCALDAMENTO In climatizzazione invernale, la prestazione della macchina si esprime in termini di COP (Coefficient of Performance). Il coefficiente relativo al compressore e ai mezzi ausiliari COP, definito dalla norma EN 255, è dato dal rapporto fra il calore (potenza termica) ceduto al fluido caldo (Qc = Q1) e l’energia (potenza) elettrica richiesta sia dal compressore (Wel,compr), sia dai mezzi ausiliari integrati nella pompa di calore (Wel,aux), ovvero dai dispositivi antigelo, apparecchiature di regolazione e controllo, circolatori, ventilatori (W = L): COP =

Qc Wel,compr + Wel,aux

L’efficienza di una pompa di calore è tanto più elevata quanto più è grande il suo COP. In pratica, se il COP è alto, vuol dire che, utilizzando un modesto quantitativo di energia elettrica, è possibile riversare nell’ambiente da riscaldare una grande quantità di calore. Nell’ambito della climatizzazione, le prestazioni delle pompe di calore sono riferite a ben determinate condizioni di prova, dette condizioni di riferimento (funzionamento a regime della macchina). In tali condizioni si possono utilizzare nella definizione del coefficiente di prestazione indifferentemente l’energia e la potenza.

Le temperature La resa in riscaldamento e il coefficiente di prestazione (o la potenza elettrica consumata) delle unità, in riferimento a condizioni di funzionamento ben precise, sono riportati nei cataloghi commerciali. Ad esempio, per le unità split aria/aria le condizioni di riferi-

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SPECIALE mento sono: temperatura al bulbo secco dell’ambiente da riscaldare pari a TBS = 20 °C e condizioni esterne pari a TBS =7 °C e TBU = 6 °C (temperatura al bulbo umido). Per le macchine aria/acqua (idroniche) si ha: temperatura di ingresso/uscita dell’acqua al condensatore pari a 40/45 °C e, analogamente, condizioni esterne pari a TBS =7 °C e TBU = 6 °C. I cataloghi commerciali forniscono le prestazioni in funzione delle temperature puntuali del pozzo caldo e freddo, mentre gli impianti lavorano in differenti condizioni, soprattutto lato aria esterna, in quanto cambiano le condizioni relative alle temperature esterne. Perciò avere un solo punto di temperatura esterna comporta una valutazione approssimata delle prestazioni della macchina. È quindi importante stabilire quali sono le rese nelle effettive condizioni di impiego e questi dati sono riportati nei cataloghi tecnici, che consentono di calcolare il COP e l’EER alle diverse temperature di pozzo caldo e pozzo freddo. Dato che i software richiedono le temperature inferiori limite e le temperature massime di funzionamento, sono molto importanti anche i campi di funzionamento delle temperature reperibili nelle schede tecniche. In questi diagrammi occorre fare attenzione che le temperature siano al bulbo secco o al bulbo umido, in raffrescamento e riscaldamento rispettivamente.

Il fattore di carico Le prestazioni delle pompe di calore dipendono anche dal fattore di carico CR (Capacity Ratio), definito come il rapporto tra la potenza termica richiesta dall’impianto e la massima potenza termica che la macchina può erogare. In particolare, è lecito attendersi una diminuzione delle prestazioni, qualora la potenza termica richiesta dall’edificio risulti inferiore alla potenza minima che la macchina può erogare in continuo. Nel caso di pompe di calore on/off, la macchina è costretta a ricorrere a cicli di accensione e spegnimento, che ne riducono l’efficienza: infatti nei periodi di off continuano a essere presenti consumi legati al riscaldatore olio (carter), al sistema di controllo, alle pompe e ad altri usi parassiti. Per ridurre l’eccessivo ricorso a cicli di accensione e spegnimento, si può ad esempio aumentare l’inerzia termica dell’impianto con degli accumuli tattici e/o dotare la macchina di più compressori, di compressori pluristadio (gradini) o di compressori a velocità variabile (inverter). È possibile rendersi facilmente conto del degrado delle prestazioni che il CR causa sul COP osservando l’anda-

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FIGURA 1. Grafico della curva CR-COP mento delle curve CR-COP, con CR in ascissa e COP in ordinata. Il grafico in Figura 1 mostra cosa accade a una pompa di calore aria/acqua che ha un COP a potenza nominale pari a 3,5 con una progressiva riduzione del COP man mano che il CR diminuisce nel caso di una pompa on/off. Nel grafico di destra è rappresentato lo stesso modello con tecnologia inverter (valore minimo di modulazione pari al 30%, a destra del quale il COP è costante, mentre a sinistra crolla con un andamento simile a quello della macchina on/off). Soprattutto per macchine di piccola taglia i compressori a velocità variabile sono una soluzione sempre più diffusa: un inverter varia la velocità del compressore in funzione del carico termico, riducendo, quando necessario, sia la potenza erogata sia quella assorbita fintanto che la velocità minima del compressore è raggiunta. Quando il compressore lavora a velocità ridotta si osserva un ulteriore vantaggio: con il carico parzializzato gli scambiatori di calore risultano sovradimensionati in rapporto alla potenza termica scambiata, riducendo la differenza di temperatura fra evaporazione e condensazione a beneficio dell’efficienza complessiva della macchina. Dalle schede tecniche di alcune macchine aria-acqua con inverter si evince che al diminuire della percentuale impegnata della potenza del compressore, migliora il COP.

La temperatura bivalente Gli impianti alimentati da pompa di calore possono essere: monovalenti, quando tutto il fabbisogno termico stagionale è coperto dalla pompa di calore; ■ bivalenti monoenergetici, quando una quota del fabbisogno termico stagionale è coperto dalla pompa di calore e una quota di integrazione è fornita da un generatore ausiliario che utilizza lo stesso vettore energetico della pompa di calore; ■ bivalenti e bienergetici, quando il fabbisogno termico stagionale è coperto dalla pompa di calore e da un generatore ausiliario che utilizza un vettore energetico diverso da quello utilizzato dalla pompa di calore (sistema ibrido classico con pompa di calore e caldaia a condensazione, vedi Superbonus). Il generatore di integrazione compreso nella macchina può essere una resistenza elettrica o un generatore a combustione alimentato con combustibili liquidi o gassosi. In un sistema bivalente a pompa di calore la temperatura bivalente qbival viene definita come la temperatura della sorgente fredda alla quale la pompa ■


Centrali termiche

di calore funziona con fattore di carico CR = 1, cioè quando le condizioni termiche della sorgente fredda consentono di coprire la richiesta esclusivamente con la pompa di calore (vedi Paragrafo 9.9.3 della Norma UNI TS 11300-4). È un dato fornito dal costruttore della pompa di calore. In base a quanto riportato nella Figura 2, in funzione al fattore di carico si possono presentare i seguenti casi: 1. il fattore di carico CR è maggiore di 1 e la temperatura di sorgente fredda è maggiore della temperatura Tcut-off,min. In questo caso la pompa di calore funziona a pieno carico ma non è in grado di fornire la potenza richiesta e deve intervenire il sistema di integrazione; 2. il fattore di carico CR è pari a 1. In questo caso la pompa di calore funziona a pieno carico e il COP è quello corrispondente a pieno carico (punto bivalente);

POMPE DI CALORE E SUPERBONUS Per l’impiego nell’ambito degli interventi di riqualificazione che prevedono il ricorso al Superbonus 110%, le unità in pompa di calore elettriche devono soddisfare i requisiti minimi fissati nella tabella 3 dell’Allegato F del Decreto Requisiti Tecnici del 6/8/2020 in termini di COP ed EER. Per macchine aria/ acqua con Pt≤35kW, i limiti inferiori sono definiti da COP = 4,1 ed EER = 3,8, ridotti del 5% per macchine dotate di inverter. I valori da considerare per la determinazione di tali fattori non sono quelli che nelle schede tecniche delle macchine sono riportati in funzione dei dati prestazionali 12°C/7°C – 40°C/45°C, ma quelli riferiti alle condizioni di funzionamento con pannelli radianti, 23°C/18°C – 30°C/35°C. Particolare attenzione va posta nei casi in cui si realizzino impianti con pannelli radianti a pavimento per il riscaldamento e fancoil per il raffrescamento, con doppio sistema di emissione in caldo e in freddo: perchè mentre i COP in caldo sono alti, gli EER in freddo (corrispondenti a 12°C/7°C) sono inferiori al limite minimo di 3,8. Questo può comportare dei problemi per il rispetto dei rendimenti globali secondo la Legge 10.

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SPECIALE

FIGURA 2. Impianto a pompa di calore (riscaldamento ambienti) 3. il fattore di carico CR è minore di 1. In questo caso la pompa di calore è in grado di fornire tutta l’energia termica utile richiesta ma funziona parzializzata e il COP deve essere corretto; 4. la temperatura di sorgente fredda è ≤ Tcut-off,min. In questo caso la pompa di calore viene disattivata e tutta l’energia termica utile deve essere fornita dal sottosistema di integrazione; 5. la temperatura di sorgente fredda è ≤ alla temperatura limite TOL. Anche in questo caso la pompa di calore viene disattivata e, qualora si abbia un fabbisogno, tutta l’energia termica utile deve essere fornita dal sottosistema di integrazione. Va precisato che con TOL, ovvero Temperatura Operativa Limite, si intende la temperatura della sorgente esterna più bassa che consente ancora il funzionamento della pompa di calore. Per temperature inferiori, la pompa di calore si spegne; mentre quando la sorgente esterna raggiunge questa la temperatura Tcut-off,min la macchina viene spenta. Questo è un dato progettuale, cioè scelto dal progettista, ed è utile nei casi di impianti combinati, quali ad esempio pompa di calore + caldaia. Le temperature di funzionamento vanno modificate solo nel caso in cui siano esplicitamente indicate nelle schede tecniche. Nel caso contrario si possono utilizzare i dati di default riportati in automatico dal programma stesso.

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Calcolo del coefficiente di prestazione Il metodo di calcolo del coefficiente di prestazione descritto nella UNI/TS 11300-4 al punto 9.4 si basa sui seguenti dati: ■ potenza termica utile erogata a pieno carico, nominale e alle diverse possibili temperature di pozzo caldo e pozzo freddo; ■ coefficiente di prestazione COP a pieno carico o, in alternativa, potenza assorbita a pieno carico, nominali e alle medesime temperature di pozzo caldo e pozzo freddo di cui sopra; ■ coefficiente correttivo del COP ai carichi parziali. Il fabbricante, nella scheda tecnica, deve fornire i seguenti dati: ■ prestazioni a pieno carico (ossia a fattore di carico macchina CR pari a 1) alle temperature di sorgente fredda e pozzo caldo come indicato nei prospetti 25 e 26 della UNI/TS 11300-4 e determinate secondo le norme


Centrali termiche

tecniche vigenti (ad es. per le pompe di calore elettriche a compressione di vapore UNI EN 14511 parti da 1 a 4); ■ prestazioni a fattore di carico climatico PLR diverso da 1 alle stesse temperature di sorgente fredda e di pozzo caldo di cui al punto precedente secondo le condizioni climatiche di riferimento A, W, C definite dalla UNI EN 14825. Il fattore di carico macchina CR è dato dal rapporto tra la potenza termica richiesta dall’impianto Fgn,aut e la potenza massima erogabile dalla pompa di calore Fgn,max:

CR =

Fgn,aut Fgn,max

Fattore di carico climatico PLR (Part Load Ratio), come da UNI EN 14825:

PLR =

Te - 16 Tdes - 16

In cui Te è la temperatura esterna, Tdes è la temperatura esterna di progetto e 16 °C è la temperatura di bilanciamento (annullamento del carico). La UNI EN 14825 definisce 3 condizioni climatiche di riferimento – Average (A), Warmer (W) e Colder (C) – cui corrispondono 3 coppie di temperature, di progetto, qdes e interna.

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SPECIALE bricante dichiara i dati prestazionali secondo la UNI EN 14511-4 “Condizionatori, refrigeratori di liquido e pompe di calore con compressore elettrico per il riscaldamento e il raffrescamento degli ambienti - Parte 4: Requisiti’’. Si considerano compresi nel COP i fabbisogni degli ausiliari elettrici compresi entro tale confine. Devono essere valutati separatamente i fabbisogni degli ausiliari esterni a tale confine e della quota parte di ausiliari a bordo macchina non inclusa nel COP dichiarato dal fabbricante. Se accumuli e pompe sono esterne non sono certamente compresi nel COP.

FUNZIONAMENTO IN RAFFRESCAMENTO FIGURA 3. Andamento della curva EER in funzione del fattore di carico

La condizione di riferimento per l’Italia è la Average, ovvero temperata, a cui corrispondono temperatura al bulbo secco -10°C e temperatura interna/esterna 20°C. Il metodo di calcolo della prestazione della pompa di calore si basa su due passi: 1. determinazione delle prestazioni a pieno carico in condizioni di temperatura diverse da quelle dei prospetti 25 e 26 (temperature di pozzo caldo e pozzo freddo nell’intervallo di calcolo considerato); 2. determinazione del fattore correttivo del COP per fattori di carico macchina CR minori di 1 (fattore di carico macchina nell’intervallo di calcolo considerato). Il primo passo viene risolto dal software, mentre per quanto riguarda le prestazioni a fattore di carico ridotto CR occorre tenere conto che a fattore di carico CR < 1 il COP varia e quindi è richiesto un fattore correttivo che può essere determinato in base a una elaborazione di dati forniti dal fabbricante o in base a modelli di calcolo di default, qualora tali dati non siano forniti. Ragionando per le pompe di calore elettriche, il fattore correttivo del COP in funzione del fattore di carico CR si determina: ■ in base ai dati dichiarati secondo la UNI EN 14825 come specificato nel punto 9.11, qualora siano forniti i dati di cui al punto 9.12.1 della UNI/TS 11300-4:2016; ■ in mancanza di tali dati si procede in base all’algoritmo riportato al 9.4.4.2 della UNI/TS 11300-4:2016.

Ausiliari elettrici Si considera confine energetico della pompa di calore quello definito dall’unità per la quale il fab-

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Per la parte di raffrescamento si fa riferimento alla UNI/TS 11300-3 “Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione estiva” del 2010. L’efficienza della pompa è misurata dall’indice EER (Energy Efficiency Ratio), la cui formulazione è analoga al COP come rapporto tra l’energia utile e l’energia spesa, con l’unica differenza che l’EER, riferendosi ai cicli frigoriferi, pone la sua attenzione sul calore asportato dalla sorgente fredda. Per le macchine frigorifere a compressione di vapore, in base alla UNI EN 14825:2016, i costruttori forniscono le prestazioni in termini di EER a pieno carico (100%) e a carico parziale (75%, 50%, 25%) nelle condizioni di riferimento secondo il prospetto 10 della norma. Conoscendo i valori di EER forniti dal produttore, si costruisce la curva di funzionamento della macchina a carichi parziali, ovvero al curva che descrive l’andamento dei valori di EER di una macchina frigorifera in funzione del fattore di carico F, utile ai fini del calcolo del coefficiente di prestazione medio mensile hmm. I valori di EER per fattori di carico inferiori al 25% si determinano moltiplicando EER4 (corrispondente al 25%) per opportuni fattori differenti per unità aria/aria, acqua/aria e per unità aria/acqua e acqua/acqua, ricostruendo così l’ultimo tratto della curva EER al variare del fattore di carico, che solitamente ha l’andamento riportato nel grafico in Figura 3, crescente fino al valore massimo di EER, intorno al 50%, e fortemente decrescente fino a valori minimi man mano che il carico si riduce. Se il costruttore fornisce le efficienze anche per fattori di carico inferiori al 25%, si possono utilizzare tali valori senza ricorrere al prospetto 10. Per macchine già installate, per le quali non sia possibile conoscere i valori di EER a carico parziale o comunque in assenza dei dati necessari, ai fini del calcolo di prestazione medio mensile hmm, si utilizzano i valori ottenuti a pieno carico, forniti dai costruttori secondo la UNI EN 14511-2. La curva così ottenuta fornisce l’EER(Fk) nelle condizioni di riferimento secondo il prospetto 10. Nel caso di funzionamento in condizioni diverse da quelle di riferimento (ad esempio, una temperatura diversa da 27°C dell’aria interna per le macchine aria/aria, un salto termico diverso da 12-7°C all’evaporatore delle macchine acqua/acqua, una diversa temperatura dell’aria esterna nel caso di macchine raffreddate ad aria, etc.), si utilizza il fattore h1(Fk), come fattore correttivo, riportato nei prospetti C.1-C.16 dell’Appendice C, funzione a sua volta del fattore di carico e della tipologia di macchina, ovvero aria-aria, acqua-aria, aria-acqua, acqua-acqua. Il coefficiente di prestazione medio mensile del sistema di produzione dell’energia frigorifera hmm,k, con riferimento al mese k-esimo, si determina tenendo anche conto dell’adeguamento alle reali condizioni di funzionamento mediante i coefficienti correttivi h2, h3, h4, h5, h6, h7 riportati nei prospetti D.1-D.12 dell’Appendice D.


Centrali termiche

Superbonus e impianti di riscaldamento: sfide e opportunità Una tavola rotonda con i rappresentanti di tre aziende produttrici, Baxi, Hoval e Viessmann, per fare il punto della situazione a cura della REDAZIONE

T

Ogni edificio, ogni riqualificazione è un mondo a sé: non c’è una soluzione che si possa applicare allo stesso modo dappertutto

MARCO GRISOT, Business Unit Professional Manager, Baxi

IL MERCATO HA RETTO ALL’IMPATTO DELLA CRISI Nonostante i dati ancora provvisori, il quadro generale che emerge dalla chiusura del 2020 parla di un mercato che, tutto sommato, ha retto bene all’impatto della crisi. “Considerata la situazione, con i mesi di chiusura dovuti al lockdown, la performance è stata ottima”, commenta Marco Grisot. Gli fa eco Alberto Villa: “A parte i mesi

ra luci e ombre, il Superbonus 110% ha impresso una nuova spinta al mercato degli impianti, facendo ben sperare nella ripresa tra il 2021 e il 2022 dopo l’inevitabile battuta d’arresto dovuta alla crisi pandemica. Tutti gli attori del mercato si stanno riorganizzando per soddisfare una domanda che si preannuncia importante, a partire soprattutto dalla primavera di quest’anno, quando partirà la maggior parte dei cantieri per la riqualificazione energetica. Le opportunità che si aprono sono notevoli: gran parte del parco immobiliare italiano è obsoleto e, per raggiungere i target di efficienza energetica e l’obiettivo ambizioso della neutralità climatica al 2050, sarà necessario un imponente lavoro di rinnovamento, che parte proprio dagli impianti termici. Altrettante però sono le sfide e gli ostacoli da superare, dal punto di vista non solo tecnico e tecnologico, ma anche normativo e burocratico. In questo contesto, come si sta organizzando il mondo della produzione? Quali sono le attese e quali le criticità riscontrate finora, dopo i primi mesi di applicabilità del nuovo incentivo? Ne abbiamo parlato nel corso di una tavola rotonda online – visibile per intero sul nostro sito – con Marco Grisot, Business Unit Professional Manager di Baxi, Andrea Maffezzoli, Responsabile Tecnico di Hoval, e Alberto Villa, referente per i temi dell’efficienza energetica di Viessmann.

immediatamente successivi allo sviluppo della pandemia, l’anno è andato sostanzialmente bene, in linea con quello precedente, anzi in leggero rialzo”. A fare da “freno”, paradossalmente è stato proprio il Superbonus, annunciato in primavera ma definito in tutti i suoi aspetti tecnici e normativi soltanto in autunno. “Questo ha creato

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SPECIALE

La formazione è un elemento chiave a tutti i livelli per proporre soluzioni efficienti e funzionanti

ANDREA MAFFEZZOLI, Responsabile Tecnico, Hoval

un effetto di attesa: abbiamo notato quindi un calo delle attività nei mesi del lockdown, e un ristagno in quelli successivi”, spiega Andrea Maffezzoli. Il Superbonus, però, ha avuto anche l’effetto positivo di fare da “traino” agli altri incentivi già esistenti per gli interventi di riqualificazione energetica, a partire dall’Ecobonus. “Lo stesso Decreto Rilancio ha introdotto anche per gli interventi di Ecobonus l’importante strumento della cessione del credito e dello sconto in fattura, senza i vincoli precedenti. Questo, nei tre mesi di chiusura dell’anno, ha consentito un incremento importante di fatturato, principalmente per le applicazioni residenziali di piccola taglia”, aggiunge Villa. Anche secondo Maffezzoli l’incremento più consistente nella domanda è dovuto alle soluzioni con Ecobonus nel residenziale, soprattutto pompe di calore e sistemi ibridi: “Notiamo un progressivo riallineamento del nostro fatturato ai valori pre-Covid”.

CESSIONE DEL CREDITO E SCONTO IN FATTURA Si tratta dei due meccanismi “chiave” del Superbonus 110%, che richiedono però anche una certa competenza da parte di tutti gli attori in gioco, e coordinamento tra fornitori, clienti, installatori e istituti di credito. Come si stanno organizzando i produttori in questo senso, e quali criticità sono state riscontrate finora? “La nostra filiera è piuttosto tradizionalista”, riconosce Grisot, “e questo ha comportato qualche difficoltà iniziale, inevitabile quando si tratta di un nuovo strumento, sicuramente complesso. Nel tempo si riuscirà a padroneggiare meglio tutti i vincoli della normativa, che magari saranno anche allentati. Come azienda ci siamo mossi a tutto tondo, per dare un servizio che possa accompagnare i clienti in tutta la parte di generazione documentale e burocratica. A questo deve legarsi ovviamente anche un’offerta tecnica adeguata, con soluzioni che possano essere replicabili. Ogni edificio, ogni riqualificazione è infatti un mondo a sé: non c’è una soluzione che si possa applicare allo stesso modo dappertutto”. Anche per Maffezzoli l’aspetto della consulenza tecnica,

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commerciale e burocratica è stato fondamentale. E non solo: “Ci siamo anche attrezzati dal punto di vista finanziario, attivando una piattaforma che i nostri clienti possono utilizzare per cedere a Hoval il credito fiscale e, nel caso di rapporti con il cliente finale, avere direttamente lo sconto in fattura. Dopo la prima partenza in sordina stiamo riscontrando un incremento delle richieste di cessione del credito per Ecobonus e richieste di supporto documentale e burocratico per il Superbonus”. Come Hoval, anche Viessmann ha deciso di lanciare una piattaforma per gli installatori partner, in seguito a un accordo con Banco BPM, a cui vengono ceduti i crediti. “Le criticità hanno riguardato soprattutto la parte documentale che gli installatori hanno dovuto compilare”, spiega Villa. “Dovendo passare attraverso istituti di credito la documentazione può creare qualche confusione. Proprio per questo abbiamo messo in piedi questo portale, che prevede una fase di revisione che rende più lineare il meccanismo per l’installatore”. Da questo punto di vista, secondo Villa, una delle criticità maggiori si incontra nel caso di appartamenti con impianti autonomi all’interno dei condomini: al di là delle maggiori complicazioni per il progettista – che dovrà tenere conto dei diversi interventi “trainati” all’interno della singola unità immobiliare – mentre gli interventi sulle parti comuni potranno essere gestite facilmente da un general contractor, si potrebbero verificare situazioni in cui diverse unità immobiliari scelgono diversi percorsi fiscali rispetto al livello condominiale: chi la cessione del credito, chi lo sconto in fattura, chi la detrazione fiscale diretta.

DOPPIO SALTO DI CLASSE: LE TECNOLOGIE PIÙ PROMETTENTI La regina degli interventi di efficientamento energetico è senza dubbio la pompa di calore: su questo punto concordano tutti e tre i nostri interlocutori. “Dipende però dalla situazione applicativa e dalla fascia climatica”, specifica Grisot. “Ci sono edifici più vecchi in cui intervenire anche sull’impianto di distribuzione sarebbe molto più invasivo. In questi casi la soluzione giusta può essere un impianto ibrido, con una pompa di calore che lavora in combinazione con una caldaia tradizionale. Si prospetta un mercato interessante che deve essere affrontato avendo in mente una pluralità di proposte e di soluzioni percorribili”. I sistemi ibridi sono una valida soluzione anche secondo Maffezzoli. La parola d’ordine, in ogni caso, è fles-


Centrali termiche

Non bisogna progettare pensando soltanto al doppio salto di classe, ma guardando al sistema edificio-impianto a 360 gradi

sibilità: “Hoval ha puntato sull’estrema flessibilità di utilizzo grazie a un sistema di termoregolazione digitale che consente di gestire in maniera ottimale tutte le componenti dell’impianto, con la possibilità di scegliere tra diverse tecnologie: pompe di calore non solo aria-acqua ma anche geotermiche e acqua-acqua. Lo stesso vale per i generatori tradizionali: si può scegliere tra diverse tipologie di combustibile, dal gas metano al gasolio, nei rari casi in cui sia ancora richiesto. Attualmente abbiamo circa 2000 combinazioni possibili certificate, che possono essere anche abbinate a sistemi di produzione di acqua calda sanitaria efficienti, per una riqualificazione complessiva”. C’è poi il fotovoltaico, che specialmente in abbinamento alla pompa di calore può offrire un notevole miglioramento per quanto riguarda l’efficienza energetica e la riduzione delle emissioni. Il problema, in questo caso, è la percentuale ancora molto bassa di autoconsumo. “Per l’utente finale stiamo sviluppando un meccanismo che incentiva ulteriormente l’installazione dei pannelli fotovoltaici, possibilmente con batteria ad accumulo, per creare le basi tecniche di quello che in futuro potrà essere il tessuto delle comunità energetiche, oggi a un livello ancora embrionale. Dal 30% di un impianto fotovoltaico vecchio stampo, una batteria ad accumulo correttamente dimensionata consente di arrivare anche al 60% di autoconsumo”, spiega Villa.

ALBERTO VILLA, Referente per l’efficienza energetica, Viessmann

COME SI STA MUOVENDO LA DOMANDA Accontentarsi del doppio salto di classe o puntare a obiettivi più ambiziosi? “Quando si affronta un progetto nei termini del Superbonus in genere non ci si limita a un singolo intervento trainante”, specifica Maffezzoli. “Il rifacimento dell’impianto termico si abbina solitamente alla riqualificazione dell’involucro, con il cappotto termico, con ovvie conseguenze e benefici in termini di ridimensionamento della potenza impegnata in centrale termica. Il tutto contribuisce a rendere più efficiente non solo l’impianto termico ma anche l’edificio nel suo complesso. Ovviamente c’è chi si limita a fare il minimo indispensabile per accedere al beneficio fiscale, ma il vantaggio del Superbonus è dato proprio dalla possibilità di combinare diversi tipi di interventi”.

LA NECESSITÀ DELLA FORMAZIONE Per affrontare le nuove sfide e fronteggiare la domanda, resta ineludibile la necessità di una maggiore formazione non solo professionale, ma anche culturale e normativa. “Un piano di attività formativa non solo è indispensabile: è obbligatorio”, chiarisce Grisot. “Bisogna porre molta attenzione soprattutto sulla parte degli installatori e dei manutentori: gli incentivi fiscali allargano il mercato e coinvolgono anche nuovi attori, che è opportuno intercettare in modo che possano avere la formazione necessaria per realizzare impianti soddisfacenti per l’utente finale”. Anche per questo alcune aziende, tra cui Viessmann, si sono mosse per creare una vera e

propria rete di professionisti. “Il nostro network conta oggi più di 400 progettisti, principalmente in ottica Superbonus, ma pensiamo anche al futuro”, spiega Villa. “La formazione sui progettisti è fondamentale e abbiamo un calendario di webinar intensissimo nei prossimi mesi. Non bisogna progettare pensando soltanto al doppio salto di classe, ma guardando al sistema edificio-impianto a 360 gradi. Un progetto sbagliato, anche se fa il doppio salto di classe, rischierebbe di avere un impatto negativo sulle nostre tecnologie sul lungo termine”. Concorda pienamente anche Maffezzoli: “La formazione è un elemento chiave a tutti i livelli per non fare danni e proporre con efficacia soluzioni non solo efficienti ma funzionanti in termini di risparmio energetico, affidabilità di esercizio e comfort. Anche noi siamo impegnati quasi ogni giorno in webinar di informazione rivolti ai vari player del mercato, progettisti, installatori e manutentori, non solo sugli aspetti meramente tecnici ma anche su quelli fiscali, che molto spesso, essendo al di fuori del campo normale di attività, sono anche quelli che incutono il timore maggiore”.

Guarda il video completo della tavola rotonda su www.casaeclima.com

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SPECIALE

Cosa offre il mercato Sistema intelligente per climatizzazione e riscaldamento Sistema Casa di Aermec è una soluzione completa, innovativa ed efficiente per la climatizzazione e il riscaldamento degli ambienti residenziali. Il cuore del Sistema Casa è BHP, la pompa di calore con refrigerante ecologico R32 progettata per produrre acqua calda fino alla temperatura di 60 °C con un range di funzionamento garantito con temperature esterne da -25 °C a +48 °C. È pertanto la soluzione ideale anche per la produzione di acqua calda sanitaria. BHP è costituito da due unità: unità interna, a parete o a basamento, da collocare in vano tecnico e unità esterna, da collocare all’esterno della casa. Sistema Casa di Aermec si completa con i fancoil della serie OMNIA SLIM, che assicurano il fresco d’estate e il caldo d’inverno. I ventilconvettori OMNIA SLIM sono silenziosi e prestazionali e di dimensioni compatte, con una profondità di soli 129 mm. Il controllo e la gestione dell’intero Sistema Casa sono garantiti da VMF Aermec, vero cervello dell’impianto. VMF permette l’interazione dei diversi elementi dell’impianto: pompa di calore; ventilconvettori ed eventuali sistemi di integrazione termica (solare, caldaia etc). Ogni elemento è parte di una rete: da un unico pannello di controllo si possono impostare tutte le funzioni di ogni elemento: pompa di calore, ventilconvettori, produzione acqua calda sanitaria, etc.

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Rigore nordico

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Monoblocco silenziosa e versatile

NIBE F2120 è la soluzione perfetta negli interventi di ristrutturazione e sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. Anche in abbinamento a radiatori esistenti, permette di ottenere i requisiti necessari per usufruire degli incentivi statali e accedere al Superbonus 110%. La pompa di calore monoblocco a marchio NIBE, azienda svedese leader nel settore, è caratterizzata dalla tecnologia EVI, con indici di prestazione tra i più alti della sua categoria: rendimento stagionale SCOP maggiore di 5.0, temperature di mandata fino a 65 °C con -20 °C esterni. Il materiale di fabbricazione è stato selezionato per una lunga durata di servizio ed è progettato per resistere alle condizioni climatiche esterne dei Paesi nordici, patria della casa produttrice NIBE. Grazie al compressore con controllo inverter, garantisce elevata efficienza energetica e una durata maggiore della macchina perché evita le continue ripartenze e disattivazioni del compressore. Il suo bassissimo livello di rumorosità (39 dB a 2 m di distanza) la rende adatta a qualsiasi tipo di installazione residenziale. Per il funzionamento è indispensabile abbinare la macchina ad un modulo interno NIBE VVM o il sistema di controllo e regolazione NIBE SMO, grazie al quale la pompa di calore monoblocco si adatta automaticamente ai fabbisogni energetici dell’edificio. Disponibile per installazioni fino a 8 unità in cascata nelle taglie 8/12/16/20 kW. Il marchio NIBE è rappresentato in Italia esclusivamente da DomusGaia Srl (Ferrara).

Le nuove pompe di calore aria-acqua monoblocco inverter trifase Baxi PBM2-i sono ideali per applicazioni commerciali e residenziali con impianto centralizzato. Nonostante l’ingombro minimo (da 1160x500mm di sezione in pianta – fino a 25 kW), la linea è efficiente e versatile. I 6 modelli (da 20 a 50 kW in riscaldamento), tutti in classe di efficienza A+ (A++ per PBM2-i 25) in riscaldamento a bassa temperatura su clima medio, soddisfano i requisiti richiesti per il Conto Termico, l’Ecobonus 65% e il Superbonus 110%. Le eccellenti prestazioni acustiche le rendono adatte a contesti installativi residenziali grazie alla loro bassa rumorosità. L’ampio campo di modulazione (l’innovativo compressore scroll inverter permette la costante modulazione della potenza erogata ai carichi parziali) aumenta l’efficienza stagionale e l’ampio campo di funzionamento offre prestazioni ottimali con aria esterna fino a -15°C in riscaldamento e 46°C in raffrescamento. La gestione del sistema ACS prevede la produzione di acqua calda sanitaria fino a 60°C e fino a 42°C aria esterna. La funzione di sbrinamento intelligente consente il monitoraggio simultaneo di temperatura ambiente, temperatura refrigerante, temperatura acqua prodotta e regime di funzionamento. L’equipaggiamento idraulico completo (pompa, pressostato differenziale, vaso d’espansione, valvola di sicurezza e sfiati aria nei punti alti dell’impianto di serie) rende PBM2-i versatile, facilitandone l’installazione anche in spazi contenuti. Il pratico accesso tramite pannello frontale a tutti i componenti, al quadro elettrico e al pannello di controllo agevolano installazione e manutenzione. Prodotto con 2 anni di garanzia convenzionale Baxi.

www.domusgaia.com

www.baxi.it

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Centrali termiche Sistemi ibridi certificati anche per il condominio Il catalogo Viessmann offre la più completa gamma di soluzioni per il rifacimento delle centrali termiche di abitazioni singole o condomini. È possibile optare per la semplice sostituzione del sistema di riscaldamento esistente con una caldaia a condensazione oppure scegliere soluzioni più innovative come le pompe di calore o i sistemi ibridi, possibilmente abbinati a un impianto fotovoltaico con accumulo, anche questo targato Viessmann. In particolare, il sistema ibrido soddisfa le esigenze di riscaldamento, raffrescamento e produzione di acqua calda sfruttando la tecnologia innovativa della pompa di calore, in linea con i moderni principi di riduzione dell’energia primaria e delle emissioni di CO2, anche laddove si voglia conservare la tecnologia dell’impianto esistente, e di mantenere dunque, nei casi più critici, le stesse temperature di mandata di quest’ultimo. I sistemi ibridi Hybrid Pro di Viessmann si compongono di pompa di calore Vitocal 100/200-A Pro e caldaia a gas a condensazione in versione murale o a basamento oppure in soluzione in cascata. In ottica del Superbonus, questi sistemi ibridi certificati consentono generalmente, in sostituzione di una caldaia esistente, di ottenere il doppio salto di classe. In alternativa si può sfruttare l’opportunità del tradizionale Ecobonus, esteso a tutto il 2021 dall’ultima Legge di Bilancio, per cui si può ottenere il 50% di detrazione per il rifacimento della centrale termica condominiale oppure il 50% o il 65% nel caso di rifacimento di impianti autonomi nei singoli appartamenti.

www.viessmann.it

Compatta e Made in Italy La gamma HP_Ower One R di Unical offre 6 modelli con potenze da 7 a 18 kW di pompe di calore ariaacqua, ultracompatte ad alta efficienza, in classe A+++. HP_Ower One R sfrutta la tecnologia “full inverter” per garantire un’ottima climatizzazione ambientale, il riscaldamento e raffrescamento di tutti i locali, oltre che la produzione di acqua calda sanitaria. Principali caratteristiche tecniche: classe energetica A+++ COP fino a 4,85, EER fino a 5,40; compressore DC inverter twin rotary a basso assorbimento e rumorosità, motori ventilatori DC inverter brushless e circolatori inverter a motore brushless; temperature di mandata fino a 60°C e funzionamento fino a -20°C; kit idronico preassemblato composto da: valvola di sicurezza 6 bar, valvola di sfogo aria, circolatore inverter, flussostato di circolazione; scambiatore acqua-gas a piastre in acciaio inox brevettato per R32; scambiatore aria-gas costituito da tubi in rame lamellati in alluminio con trattamento anticorrosione; produzione ACS con accumulo esterno dedicato; refrigerante R32; regolatore digitale integrato; gestione fonte di integrazione con climatica integrata; termoregolazione di serie con gestione temperatura di mandata modulare; gestione con centralina esterna 0-10 volt (optional); gestione automatica resistenza elettrica integrativa per bollitore ACS; funzione sbrinamento automatico; preriscaldamento carter compressore per basse temperature; autodiagnosi e autorestart.

www.unical.eu

Soluzioni all-in-one a basso impatto ambientale Le pompe di calore aria-acqua della linea Ecodan di Mitsubishi Electric si caratterizzano per l’alta efficienza e il ridotto consumo energetico, garantendo livelli di comfort analoghi ai tradizionali sistemi di riscaldamento a combustione. Le nuove unità esterne Ecodan R32 SUZ-SWM con capacità 4,00, 6,00, 8,00 kW utilizzano il gas refrigerante a basso GWP R32 e, in abbinamento ai moduli interni D-generation, permettono di raggiungere la classe A+++ in riscaldamento e A+ per la produzione di acqua calda sanitaria. Comfort e prestazioni sono garantite fino a -20°C e la temperatura acqua in mandata fino a 60°C permette di adattarsi a ogni configurazione impiantistica. I moduli interni D-generation, da abbinare alle unità esterne Ecodan R32, possono essere di due tipi: hydrobox, unità compatte installate a parete con possibilità di collegare un bollitore esterno di acqua calda sanitaria o hydrotank (in foto), unità installate a pavimento con bollitore per l’acqua calda sanitaria integrato disponibili nei volumi 170, 200 e 300 litri. Queste ultime sono soluzioni all-in-one particolarmente adatte nel caso di utilizzo della pompa di calore in edifici residenziali, poiché permettono di evitare lavori in cantiere e ingombri maggiori, oltre che soluzioni esteticamente poco gradevoli. I moduli hydrobox sono altresì installabili nel modulo “Inwall”, il sistema a incasso da esterno che racchiude tutte le componenti impiantistiche della pompa di calore, lasciando libero lo spazio all’interno dell’edificio.

climatizzazione.mitsubishielectric.it

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SPECIALE La caldaia a condensazione si fa in tre INSIEME EVO COND di Riello, ideale per le riqualificazioni energetiche a condensazione gasolio in classe A al di sotto dei 70kW, è realizzata da un nuovo corpo di scambio a sviluppo orizzontale con tecnologia proprietaria Riello interamente in acciaio inox, grazie al quale è possibile il funzionamento senza limiti sulla temperatura di ritorno con tutte le tipologie di gasolio (S < 1000 ppm). La gamma è disponibile in tre versioni: solo riscaldamento “V LN” con potenza al focolare pari a 20, 25 e 35 kW, equipaggiate con bruciatore monostadio a basse emissioni inquinanti, circolatore modulante a basso consumo (EEI ≤ 0,20), valvola a 3 vie e vaso d’espansione da 12 litri; solo riscaldamento “LN” con potenza al focolare pari a 45, 55, 70 kW, equipaggiate con bruciatore monostadio (per la versione 45 kW) e bistadio (per i modelli 55 e 70 kW) a basse emissioni inquinanti; combinate “B LN” con potenza al focolare pari a 25, 35 kW, equipaggiate con bruciatore monostadio a basse emissioni inquinanti, circolatore modulante a basso consumo (EEI ≤ 0,20), bollitore sanitario vetrificato da 130 litri, vaso d’espansione da 12 litri sul circuito di riscaldamento e da 6 litri sul circuito sanitario. Il pannello di controllo comunica con l’utente attraverso un display LCD retroilluminato, che permette, oltre alla parametrizzazione della caldaia, la gestione fino a 3 zone, la gestione del circuito sanitario e il funzionamento in climatica in maniera semplice e intuitiva. Infine, INSIEME EVO COND è compatibile con tutte le funzioni di RiCLOUD, il controllo remoto intelligente di Riello.

www.riello.it

Filtro defangatore sottocaldaia

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Degasatore sottovuoto con tecnologia ciclonica

Il filtro defangatore magnetico sottocaldaia XS® (serie 5459) di Caleffi Hydronic Solutions risponde non solo a tutte le problematiche legate alla protezione della caldaia e dell’impianto termico, ma può essere installato sulla maggior parte delle caldaie murali, anche in ambiente domestico. È compatto e ha una doppia possibilità di installazione: direttamente sulla caldaia o a parete, lasciando l’altro collegamento a un flessibile. In un corpo di dimensioni ridotte e dalle linee eleganti, Caleffi XS® racchiude un sistema di filtrazione meccanica con maglia in acciaio che, combinato all’azione della camera di calma e al magnete per la separazione delle particelle ferrose, è in grado di trattenere tutte le impurità. Una valvola di intercettazione a tre vie isola la camera di defangazione dal resto dell’impianto, rispettando le esigenze della maggior parte dei produttori di caldaie murali e semplificando le operazioni di manutenzione. Infine, grazie alle finestre trasparenti della camera è possibile verificare lo stato di pulizia degli elementi interni e intervenire solo quando è necessario. Il filtro defangatore magnetico sottocaldaia Caleffi XS® rientra tra quegli accessori fondamentali per la corretta sostituzione del generatore di calore in ambito di riqualificazione e di Ecobonus.

La presenza di aria nell’impianto rappresenta una minaccia sia per il corretto funzionamento e la longevità di apparecchiature sensibili, quali circolatori e generatori, sia per via della riduzione di potenza d’emissione dei terminali. La presenza di aria nell’impianto è riconducibile principalmente a tre fattori: perdita di pressione di precarica del vaso d’espansione, apporto esterno mediante ingenti reintegri d’acqua e infine per svuotamento e riempimento dell’impianto stesso. Fin dall’introduzione sul mercato nel 1995 del primo degasatore sottovuoto, IMI Pneumatex, parallelamente all’importanza di un corretto mantenimento di pressione, ha creduto nell’importanza dell’eliminazione dell’aria dall’impianto affinché esso possa funzionare in modo efficiente e per un lungo periodo di tempo. La gamma Vento, ottava generazione di degasatori sottovuoto con tecnologia ciclonica e funzionalità Connect, si arricchisce da quest’anno di un nuovo modello: il Simply Vento, progettato per applicazioni di unità condominiali di piccola/media taglia dove la compattezza è un requisito fondamentale. Il Simply è disponibile sia nella versione con gestione integrata del reintegro automatico sia senza, ed è dotato di gestione remota mediante cloud IMI, test di tenuta al vuoto giornaliero e funzionamento eco-auto: quest’ultimo gestisce l’ibernazione del degasatore in funzione della reale presenza di aria nell’impianto.

www.caleffi.com

www.imi-hydronic.it

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Centrali termiche Circolatori ad alta efficienza Per poter riscaldare o raffrescare gli ambienti in cui si vive in modo affidabile e pensando al risparmio energetico è indispensabile installare una pompa con tecnologia intelligente dal basso consumo energetico. I nuovi circolatori ad alta efficienza TacoFlow3 Max e TacoFlow3 Max Pro, presentati da Taconova, grazie alle loro performance, sono adatti per applicazioni nei campi del riscaldamento, raffrescamento e solare, sia nell’ambito residenziale che commerciale. L’impiego di una connessione elettrica Plug&Play velocizza l’installazione del prodotto. Il frontale comandi può essere ruotato permettendo in questo modo di mantenere il display sempre nella posizione ideale, indipendentemente dall’orientamento del circolatore installato. Il modello TacoFlow3 Max è dotato di un quadrante facile da usare con cinque modalità di funzionamento, tra cui pressione costante, pressione proporzionale, velocità fissa, la funzione ActiveADAPT™, attraverso la quale il circolatore regola automaticamente la potenza in base alle richieste specifiche del sistema e la funzionalità 0-10V o PWM. Rispetto alla versione standard, il modello TacoFlow3 Max Pro grazie al suo display digitale permette di visualizzare comodamente tutte le impostazioni ed i dati di funzionamento rendendo più facile l’installazione e la manutenzione della pompa. Guscio isolante di serie.

www.taconova.com

Nuova serie a parete e pavimento

Soluzioni per riqualificare con il Superbonus

Disponibile nei modelli Parete e Pavimento, la nuova serie Perfera di Daikin offre i massimi livelli di comfort, prestazioni e connettività, oltre a livelli di efficienza energetica stagionale fino ad A+++ in modalità riscaldamento e raffrescamento. Inoltre l’inserimento di un deflettore più ampio ha permesso di potenziare il flusso d’aria. L’unità Perfera Parete, rispetto al modello precedente, risulta più compatta (la larghezza è stata ridotta di 30 mm) così da mimetizzarsi più facilmente tra le pareti di casa. Inoltre, Perfera Parete è dotata di un filtro in argento, utile per eliminare gli allergeni. La funzione di direzione dell’aria tridimensionale consente di distribuire l’aria calda e fredda in modo più uniforme, mentre il sensore di movimento a due aree di azione dirige l’aria lontano dalle persone e attiva automaticamente la modalità più efficiente dal punto di vista energetico quando non rileva movimenti. L’unità Perfera Pavimento (in foto) presenta due nuove funzioni attivabili dal telecomando: Floor Warming, per distribuire aria calda dalla parte inferiore dell’unità verso il pavimento per un riscaldamento confortevole, e Heat Plus, per trasmettere la sensazione di comfort personale simile a quella data da un elemento radiante. Nella serie è integrata la tecnologia brevettata Flash Streamer: il filtro deodorizzante all’apatite di titanio integrato è in grado di catturare e neutralizzare gli odori sgradevoli, come quelli degli animali domestici o del fumo.

Per ottenere il salto di due classi energetiche e beneficiare delle agevolazioni fiscali del Superbonus, si può partire da un intervento “trainante” come la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale con impianti efficienti. Hoval propone soluzioni con pompa di calore, con caldaia a condensazione e con sistemi ibridi certificati, costituiti dalla pompa di calore abbinata alla caldaia a condensazione a gas o a gasolio. Il sistema di regolazione Hoval Digital consente di aumentare ulteriormente l’efficienza degli impianti e di gestire anche condomini di grande dimensione. Hoval è da sempre al fianco dei suoi partner per aiutarli, con un approccio consulenziale, ad accrescere il business e anche in questo caso, con Hoval Consulting, è pronta ad offrire tutte le sue competenze, oltre all’opportunità della cessione del credito di imposta del 65% e del 50%. Se il cliente finale decide di scegliere lo sconto in fattura, lo sconto verrà anticipato dal fornitore che ha eseguito l’intervento di riqualificazione che potrà decidere se recuperare l’importo sotto forma di credito d’imposta in dieci quote annuali o cedere a sua volta il credito d’imposta a Hoval. Per semplificare l’iter burocratico di presentazione della pratica, Hoval ha anche creato una piattaforma dedicata in cui step by step si illustrano al cliente tutti i passi da affrontare.

www.daikin.it

www.hoval.it

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SPECIALE Pompa di calore monoblocco per esterno ModuExpo di Paradigma è la nuova pompa di calore monoblocco aria-acqua progettata appositamente per l’installazione esterna, ideale per impianti di riscaldamento anche ad alta temperatura, oltre che per produzione di ACS e raffrescamento. ModuExpo garantisce prestazioni ottimali: la struttura in lamiera di acciaio verniciata permette una buona resistenza agli agenti atmosferici, mentre l’isolamento dello scambiatore limita la dispersione di calore e la formazione di condensa. Un apposito pressostato differenziale rileva l’eventuale mancanza di flusso d’acqua e una funzionale bacinella di raccolta della condensa è integrata nel basamento. In inverno, il caldo è assicurato anche con temperature esterne molto rigide, fino a -22°C; in estate, il fresco è garantito anche con quando il clima è caldo, fino a 50°C. ModuExpo dispone di un sistema di iniezione di vapore, con circuito frigorifero economizzato completo di scambiatore a piastre e valvola di espansione elettronica dedicati all’iniezione. Viene fornita con una pompa di circolazione di serie, ma è possibile scegliere tra due alternative opzionali: la pompa modulante, utile alla regolazione della portata, oppure la pompa ad alta prevalenza. Per installazioni in contesti dove è necessaria maggiore silenziosità di funzionamento, è possibile scegliere l’optional dell’allestimento acustico Comfort con l’isolamento acustico del vano compressori. La pompa di calore ModuExpo è ermeticamente sigillata. L’installazione è facile così come la manutenzione, effettuabile rimuovendo i pannelli anteriore e posteriore.

www.paradigmaitalia.it

I vantaggi del compressore ibrido

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“Smart Zoning” ancora più intelligente

La gamma di pompe di calore aria-acqua THERMA V di LG a refrigerante ecologico R32 rappresenta una soluzione versatile e ad alta efficienza, dotata del Compressore ibrido R1TM, che combina l’efficienza e le performance di un compressore scroll, con la capacità di gestione dell’olio e la semplicità strutturale di un compressore rotativo. Grazie al Compressore R1TM, i prodotti THERMA V garantiscono prestazioni elevate fino a temperature esterne di -25°C, e mantengono il 100% della capacità fino a -7°C esterni, con una temperatura di mandata acqua di 65°C fino a 0°C esterni senza resistenze elettriche. Le pompe di calore LG THERMA V R32 possono essere connesse, attraverso apposito accessorio opzionale, all’app per smartphone LG ThinQTM, che consente agli utenti di monitorare e controllare a distanza i prodotti LG compatibili e accedere alla maggior parte delle funzioni disponibili sul comando. Tra le ultime novità: THERMA V con serbatoio ACS integrato R32, soluzione all-in-one in classe A+++ che integra in un’unità interna tutti i principali componenti idronici – serbatoio acqua sanitaria da 200 litri, accumulo inerziale da 40 litri e secondo vaso d’espansione – e THERMA V Hydrosplit R32, che non necessita di connessioni frigorifere tra unità esterna ed interna, ma solo di tubazioni idrauliche.

Il sistema di smart zoning di Honeywell Home evohome, che permette agli utilizzatori di gestire facilmente la temperatura delle singole stanze della propria casa via app o localmente, diventa ancora più intelligente grazie alla connessione wireless allin-one che lo rende adatto a quasi tutte le applicazioni domestiche e residenziali, aiutando i proprietari nel controllo efficiente del livello di comfort in 12 zone della casa da un unico apparecchio. In aggiunta alle pompe di calore, evohome lavora anche con le tradizionali e moderne caldaie combinate ad alta efficienza, il teleriscaldamento, e i bruciatori a pellet. Il comfort è garantito in ogni stanza in tutte le stagioni grazie alla nuova funzione “freddo” per le pompe di calore, che permette di cambiare facilmente il controllo tra la modalità di riscaldamento e quella di raffreddamento nelle singole zone. La tecnologia brevettata Advanced Load Scaling™ limitando l’inefficienza delle alte temperature della caldaia e permettendo lo spegnimento della funzione caldo nel passaggio dalla stagione invernale a quella estiva, mentre lo Smart Weather Control migliora il controllo delle zone di comfort e del consumo di energia, basandosi sulla temperatura esterna, la temperatura della stanza e la perdita di calore in ogni stanza.

www.lg.com

www.homecomfort.resideo.com

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SUPERBONUS 110%

INFORMAZIONE DALLE AZIENDE

Robur K18, la soluzione per riscaldamento e ACS con energia rinnovabile Una pompa di calore modulante ad assorbimento con alimentazione metano/GPL ed efficienza fino al 169% ROBUR K18 è la pompa di calore modulante ad assorbimento con alimentazione metano/GPL a energia rinnovabile aerotermica studiata per le esigenze di riscaldamento e di produzione dell’Acqua Calda Sanitaria degli edifici residenziali e commerciali di medie dimensioni. Ideale in caso di riqualificazione degli edifici, permette di sostituire o integrare nel modo più rapido e semplice la vecchia caldaia a gas. Inoltre, grazie alla modulazione e allo sfruttamento di energia rinnovabile, K18 rappresenta anche la scelta naturale per l’installazione in nuove costruzioni con terminali a bassa temperatura.

IL VANTAGGIO PIÙ EVIDENTE? IL RISPARMIO IN BOLLETTA Tra i vantaggi della pompa di calore K18 c’è l’elevata efficienza fino al 169%, ottenuta grazie alla capacità di prelevare calore dall’aria esterna anche se questa è a temperatura negativa (fino a -20°C), sommando l’energia ottenuta dalla combustione del gas a quella rinnovabile catturata dall’ambiente. Questo si traduce in una sensibile riduzione del consumo di gas per il riscaldamento, con un notevole risparmio annuale sulle bollette (fino al -35% rispetto alle caldaie a condensazione e -50% rispetto alle caldaie tradizionali). La gamma K18 comprende Simplygas, con un range di modulazione da 9 a 18 kW, e Hybrigas, con caldaia integrata e un range di modulazione da 2,8 a 38 kW.

POMPA DI CALORE E TERMOSIFONI Ma sono numerosi gli altri plus di entrambi i modelli: la temperatura dell’acqua fino a 70 °C (ideale per la riqualificazione degli impianti con termosifoni), un consumo elettrico pari a 1/10 rispetto a quello delle pompe di calore elettriche (che permette di risparmiare il costo dell’incremento del contatore elettrico), l’uso di fluido refrigerante naturale senza F-Gas (notoriamente costosi e dannosi per l’ambiente). K18, inoltre, può produrre acqua calda sanitaria ad accumulo, gestendo una sonda inserita nel bollitore e la valvola a tre vie (comandata direttamente dalla pompa stessa) in tre diverse

K18 Simplygas, pompa di calore ad assorbimento aerotermica a metano/GPL. Range di modulazione da 9 kW a 18 kW

K18 Hybrigas, sistema pompa di calore ad assorbimento aerotermica a metano/GPL con caldaia a condensazione d’integrazione. Range di modulazione da 2,8 kW a 38 kW modalità: con programmazione su due livelli di temperatura, con funzione antigelo e con ciclo anti-legionella.

TANTI INCENTIVI PER UNA TECNOLOGIA PERFORMANTE Un ulteriore vantaggio delle pompe di calore ad assorbimento a gas ROBUR K18 Simplygas e Hybriogas è la loro presenza nel catalogo delle pompe di calore del GSE (la società individuata dallo Stato per la Gestione dei Servizi Energetici) che beneficiano di un iter semplificato per l’ottenimento degli incentivi del Conto Termico 2.0 poiché la conformità dei requisiti tecnici nei termini di legge è stata preventivamente verificata dal GSE stesso. Proprio in merito agli incentivi, tutti i modelli delle Pompe di Calore ROBUR, K18 compresa, possono usufruire, oltre che del Conto Termico 2.0, degli incentivi Superbonus 110% con un massimale di spesa per gli interventi di sostituzione dell’impianto termico di oltre 24.000 € per la K18 Simplygas e di oltre 27.500 € per la K18 Hybrigas.

Robur Spa Via Parigi, 4/6 24040 – Verdellino/Zingonia (BG) www.robur.it


DENTRO L’OBIETTIVO

La luce al primo posto Il nuovo HQ Sandvik, ultimo tassello del progetto di rigenerazione urbana “La Forgiatura”, è un edificio progettato per rispondere a elevati standard ambientali e sfruttare nel migliore dei modi la luce solare ERIKA SEGHETTI 48

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È

possibile rigenerare il tessuto urbano senza tradirne le origini. Ne è un esempio “La Forgiatura”, a Milano, un ex polo industriale che ha rappresentato per decenni l’eccellenza del settore metallurgico italiano e internazionale e che, dopo anni di abbandono, è finalmente diventato oggetto di un maxi progetto di recupero. Un intervento a cui si lega il nome dell’architetto Giuseppe Tortato che ha scelto di dare una nuova vita all’area dismessa senza però dimenticarne la storia. Un’i-

dea progettuale e urbanistica fondata sull’utilizzo della tecnologia nel rispetto dell’ambiente naturale e sul recupero di alcune strutture antiche integrate alle nuove geometrie dell’architettura contemporanea.

SFRUTTARE AL MASSIMO LA RADIAZIONE SOLARE Rispecchia questa visione anche l’ultimo tassello del puzzle, l’edificio scelto da Sandvik come nuovo headquarter. Compatto ed elegante, l’edificio si integra in modo armonioso nel contesto de “La Forgiatura” riprendendone i colori e le finiture. L’edificio si inserisce, inoltre, nel solco progettuale che da anni caratterizza l’attività dello studio Tortato: realizzare edifici che non nascano da una forma a priori ma si sviluppino geometricamente in rapporto con il sole. E la sfida è sempre quella di utilizzare la luce solare sfruttando l’orientamento dell’edificio quale elemento cardine di progettazione in un preciso contesto urbano, cercando quindi di superare vincoli intrinseci e gli impedimenti burocratici.

UN EDIFICIO POLIMORFO

FIGURA 1. Edificio polimorfo per sfruttare al massimo l’esposizione solare

Il lotto di terreno, molto rigido dal punto di vista dell’esposizione solare, prevalentemente nord-est, e la necessità di costruire in aderenza al complesso della Forgiatura, presupponevano la progettazione di un edificio mono affaccio verso est fortemente vincolato nell’organizzazione interna. La volontà di sfruttare al massimo l’esposizione solare come elemento di progettazione ha invece portato alla realizzazione di un edificio “polimorfo”, con ben dieci lati, “forzando” la conformazione del lotto (Figura 1). La pianta della struttura è molto articolata e ricorda il tipico disegno di una saetta, di un fulmine così come viene rappresentato nella segnaletica dell’alta tensione. Il disegno della pianta varia ad ogni piano, con lo scopo di moltiplicare gli affacci e gli scorci prospettici lato strada e creando invece dei patii spigolosi nel lato in aderenza verso il muro della Forgiatura. L’edificio si sviluppa su pilotis, che lasciano il piano terra in parte libero.

COROMANT CENTER, UNO SHOWROOM “LIVE”

FIGURA 2. Intorno all’edificio sono stati ricavati diversi spazi verdi

Intorno all’edificio è stato creato uno spazio verde dominato da un’alberatura e da alcune “liane” di rampicanti lato strada e in parte occupato da ambienti che contengono, oltre alla reception, alcuni spazi fondamentali per Sandvik (Figura 2). Tra questi, il Coromant Center è sicuramente l’ambiente più particolare. Si tratta di una sorta showroom con alcuni enormi macchinari che utilizzano utensili prodotti dall’azienda, che vengono sostituiti periodicamente e messi dimostrativamente in funzione “live” sul posto con la possibilità di partecipare alle presentazioni da tutto il mondo via web. Poter disporre del Coromant Center era una richiesta imprescindibile aziendale per realizzare la propria nuova sede a cui si aggiungono, sempre al piano terra, delle aule ed una sala polivalente. Affinché le esigenze societarie fossero soddisfatte, a cantiere già avviato, è stato quindi necessario rinforzare fondazioni e solai per alloggiare i macchinari, ma soprattutto ci si è rivolti a uno specialista, l’ing. Giovanni Moschioni del Politecnico di Milano, per mitigare l’impatto acustico e vibrazionale dei macchinari rispetto agli uffici soprastanti e per la necessità di desolidarizzare la pavimentazione. www.casaeclima.com    n.89

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DENTRO L’OBIETTIVO

FOCUS SUGLI IMPIANTI TECNOLOGICI Sul fronte impiantistico, l’edificio sarà caratterizzato da: ■

FIGURA 3. Il verde pensile fa da sfondo agli uffici

UN GRANDE LUCERNARIO

Il piano primo è quello di maggiore metratura e accoglie gli uffici di Coromant. Questi sono caratterizzati dal mix elegante di pavimentazione tessile con disegno minimalista grigio medio, arredi bianchi e pareti vetrate con finiture e ferramenta nera. Il piano, chiudendosi in aderenza contro il muro di confine dell’edificio Meccanica della Forgiatura, avrebbe dovuto avere un lato totalmente cieco, risolto invece con un grande lucernario, mentre dal lato strada gli uffici si affacciano su una sinuosa tettoia trattata a verde pensile che fa da scenografia di sfondo (Figura 3). Il lucernario, di oltre tre metri di diametro e dalla forma tonda e regolare, che si contrappone alle forme spigolose dell’edificio, diventa un fulcro visivo per i piani soprastanti e soprattutto per l’ampia terrazza con verde pensile del primo piano (Figura 4).

LA TERRAZZA CHE CATTURA LA LUCE NATURALE La terrazza, ricavata tra muro della Meccanica e i nuovi headquarter, è pensata come una “tasca” tra gli edifici, consentendo di catturare al meglio la luce naturale e di portarla all’interno degli ambienti di lavoro. Sulla terrazza si affaccia anche il secondo piano dedicato agli uffici di Dormer Pramet, altro brand di Sandvik. Il terzo e l’ultimo piano è quello più luminoso e vetrato che consente una nuova vista suggestiva sull’intero campus della Forgiatura fino alla cosiddetta “Astronave” che svetta sulla palazzina uffici. 50

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per il condizionamento, un impianto centralizzato per l’intero edificio del tipo a espansione diretta in pompa di calore con sistemi a recupero di calore a flusso di refrigerante variabile, completo di unità di rinnovo e umidificazione aria; sistemi di raffreddamento, riscaldamento con recupero di calore del tipo a flusso di refrigerante variabile composti da unità motocondensanti esterne inverter ad alta efficienza, collegate a unità ventilanti interne del tipo a cassetta da incasso nel controsoffitto. La maggior parte delle cassette saranno dotate di ingresso per l’aria esterna; controlli centralizzati WEB Server 3D TOUCH CONTROLLER per la gestione di sistemi VRF, dotati di schermo LCD touch screen a colori retroilluminato. La gestione delle unità interne/gruppi sarà in configurazione stand-alone; unità ventilanti interne del tipo a cassetta a 4 vie da incasso nel controsoffitto e unità ventilanti interne a pavimento. Per ogni blocco servizi è previsto uno scaldasalviette elettrico; Impianto di rinnovo aria composto da recuperatori di calore elettronici orizzontali canalizzabili da incasso nel controsoffitto, del tipo ad alto rendimento a flussi incrociati dotati di batteria a espansione diretta collegata all’impianto di condizionamento, completi di canali di distribuzione aria in lamiera zincata coibentati esternamente e diffusori di mandata e ripresa aria. Le unità di trattamento aria provvederanno anche all’estrazione dell’aria viziata dai servizi igienici; Scaldabagni in pompa di calore con bollitore da 80 litri per ogni blocco servizi, per una copertura dell’acqua calda da fonte rinnovabile del 65,10%. La copertura totale da fonte rinnovabile QR edificio sarà pari a 52,27%; Un impianto fotovoltaico con potenza 28,8 kWp; Componenti finestrati del tipo: chiusura vetrata a montanti e traversi con telaio in alluminio a taglio termico e vetro basso emissivo e, provviste di sistemi oscuranti “frangisole” e tende interne. L’edificio è dotato di aggetti orizzontali di 1,50 mt che consentono nella stagione estiva l’abbattimento dell’irraggiamento solare diretto sulle vetrate dell’edificio. Le vetrate avranno, comunque, fattore di abbattimento dell’irraggiamento solare diretto pari a 0,30.

SPAZI INFORMALI ALL’APERTO Ogni piano dell’edificio ha caratteristiche, ambientazioni, colori e organizzazione degli spazi sempre differenti in modo da rendere l’edificio una continua scoperta sia per gli utenti che per i visitatori. Caratteristica comune ai piani dal primo al terzo è la presenza di spazi all’aperto informali, terrazzi e verde che circonda gli ambienti lavorativi. Specialmente oggi valide alternative agli spazi chiusi così poco appetibili in questo periodo funestato dal coronavirus.

APPLICAZIONE DEI PRINCIPI DELLO HUMAN CENTRIC LIGHTING Per la progettazione degli spazi lavorativi interni e in particolar modo dal punto di vista illuminotecnico, si è fatto riferimento ai principi dello Human Centric Lighting


che studia le modalità e gli strumenti per consentire l’illuminazione più corretta a ogni ora del giorno. La naturale variazione della temperatura colore nel corso della giornata riveste infatti un ruolo primario nella vita umana tanto da influenzare aspetti come quello della salute, dello stato psico-fisico, la produttività e l’umore.

SCHEDA PROGETTO

FIGURA 4. Il grande lucernario diventa un fulcro visivo per i piani soprastanti

NOME DEL PROGETTO: Sandvik Headquarter TIPOLOGIA D’INTERVENTO E DESTINAZIONE D’USO: Nuova costruzione ad uso direzionale/uffici DATE INIZIO E FINE LAVORI: 2017–2020 LUOGO INTERVENTO: Milano, Italia DIMENSIONI INTERVENTO: Superficie (SLP) e cubatura totale: circa 3.900 m2 – circa 9.000 m3 REFERENTI: Architetto/Capo-Progetto: Giuseppe Tortato; Project Manager: Marco Bettalli COMMITTENTE: Realstep GENERAL CONTRACTOR/IMPRESA: Mangiavacchi Pedercini Spa CONSULENTI: ■ STRUTTURE: Arch. Valerio Cozzi ■ LANDSCAPE: Arch. Valerio Cozzi ■

FACCIATE E INVOLUCRO: Amitti Srl

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DENTRO L’OBIETTIVO

Uno “spigolo” dorato alle pendici delle Alpi

Realizzata a Ponte di Valtellina (SO), “The Golden Edge” è una serra bioclimatica che unisce abitabilità, risparmio energetico e pregio architettonico Arch. MARCO CAPRARI Studio ARCH+arch

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I

l progetto è stato realizzato nel Comune di Ponte in Valtellina (SO) sul versante sud delle Alpi Retiche Valtellinesi, a una quota di circa 500 m. Ponte è un paese con forti radici storiche e culturali immerso in un ambiente suggestivo e naturale circondato da vaste aree coltivate a meleto e a vite e caratterizzato dalla presenza dei classici muretti a secco riconosciuti nel 2018 dall’UNESCO nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Immateriale dell’Umanità. Di fronte si apre uno scenario mozzafiato costituito dalle Alpi Orobie Orientali, da cui spicca maestoso il Pizzo Coca (Figura 1).

EDIFICIO ESISTENTE L’edificio oggetto di intervento è stato realizzato negli anni ’80 ed è costituito da un corpo in muratura di forma rettangolare semplice, composto da un piano seminterrato adibito a ospitare i locali tecnici e l’autorimessa e da un piano abitativo al piano rialzato. La copertura è stata realizzata con una struttura in laterizio a due falde con inclinazione molto modesta (< 10%) e, solo successivamente, è stato realizzato in appoggio al tetto originario, per ovviare esteticamente alla “semplicità” dell’edificio, un tetto in legno a due falde con copertura in “piode” che riprende la classica tipologia della zona (Figura 2).

FIGURA 1. La vista delle Alpi Orobie Orientali

IL PROGETTO I proprietari avevano la necessità di trovare una soluzione per migliorare l’abitabilità dei locali esposti a sud e ad est, che risultavano bui e poco vivibili per molti mesi dell’anno. Preso atto delle necessità dei clienti, abbiamo ritenuto che la realizzazione di una serra bioclimatica avrebbe permesso di raggiungere diversi e importanti obiettivi attesi. In particolare: ■ migliorare sensibilmente l’apporto di luce naturale nei locali posti a sud e ad est; ■ aumentare e migliorare la superficie abitabile; ■ apportare, a tutto l’appartamento, un incremento energetico nei periodi autunno-inverno-primavera; ■ caratterizzare e valorizzare dal punto di vista architettonico l’intero edificio; ■ realizzare l’intervento beneficiando dei contributi statali del 50%. Dal punto di vista architettonico, si voleva realizzare un intervento che valorizzasse e arricchisse l’edificio esistente, senza però snaturarlo o mascherarlo. La scelta è caduta quindi su un elemento indipendente

FIGURA 2. L’edificio prima dell’intervento, vista esterna

rispetto all’edificio principale: è stata realizzata una soletta in c.a., ancorata al terreno mediante pilastri in acciaio, sulla quale è stata posizionata una struttura in legno. Il risultato è un manufatto con pianta asimmetrica (Figure 3 e 4) e copertura piana con un aggetto molto pronunciato, senza punti di appoggio, sul lato sud per coprire la passerella di accesso all’abitazione sia dagli agenti atmosferici che dall’irraggiamento solare nei mesi più caldi. Elementi caratterizzanti la forma architettonica www.casaeclima.com    n.89

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DENTRO L’OBIETTIVO

FIGURA 3. Layout e pianta dell’intervento con orditure secondarie

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FIGURA 4. L’intervento realizzato, vista aerea FIGURA 6. In cantiere

FIGURA 5. La lavorazione delle travi orizzontali per l’eliminazione dei ponti termici

sono gli spigoli acuti e la pianta asimmetrica che evocano elementi distintivi della montagna. La scelta di utilizzare una copertura piana ci ha permesso di integrare la serra con l’edificio esistente senza creare contrasti di volumi e di rapporti compositivi con il tetto a due falde. Ne è quindi risultato un manufatto indipendente dal punto di vista strutturale dall’edificio principale e ben integrato dal punto di vista compositivo con l’edificio esistente.

I VANTAGGI DEL LEGNO L’utilizzo del legno, grazie alla sua “leggerezza” e lavorabilità, ci ha permesso di dare forma al manufatto e nello stesso tempo di rispettare gli obiettivi che ci eravamo prefissati dal punto di vista termico. Grazie alla flessibilità e alla lavorabilità di questo materiale, è stato possibile realizzare, già presso la segheria, una specifica lavorazione

FIGURA 7. La copertura www.casaeclima.com    n.89

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DENTRO L’OBIETTIVO

FIGURA 8. Vista interna della sezione delle travi lamellari orizzontali per poter posizionare i vetri di tamponamento della struttura senza la necessità di utilizzare un vero e proprio serramento, con il risultato di eliminare tutti i ponti termici (Figure 5 e 6). La copertura piana è stata realizzata con travi lamellari 22x15 in cui è stato frapposto l’isolante costituito da lana di roccia dello spessore di 22 cm e su cui è stata posata successivamente una guaina bituminosa (Figura 7). Grazie a un’attenta progettazione e al montaggio accurato dell’intera struttura è stato possibile conseguire un ottimo risultato estetico e tecnico. Dall’interno della serra bioclimatica si gode una magnifica vista panoramica sulla valle e sulle imponenti montagne Orobie che quasi sembra di poter toccare (Figura 8). Le finiture esterne, scossalina e parapetto della rampa di accesso, sono state realizzate mediante rivestimento con lamiera in alluminio graffato di colore oro, proprio per evidenziare gli angoli e gli spigoli pronunciati della struttura da cui poi è scaturito il titolo dell’opera: The Golden Edge. Dal punto di vista energetico la nuova serra bioclimatica ha contribuito a un risparmio sul Fab-

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EPgl,tot (kWh/m ) 2

Esistente

613,32

Con realizzazione nuova serra solare - veranda

546,17

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SCHEDA PROGETTO PROGETTO E DL Arch. Marco Caprari & Cristina Nana Studio ARCH+arch – Piateda (SO) PROGETTO TERMOTECNICO Ing. Giorgio Micheletti – Piateda (SO) IMPRESA EDILE Giovanni Fornera – Piateda (SO) STRUTTURE E MONTAGGIO LEGNO Industria Legnami Tirano (SO)

TABELLA 1 – Il risparmio energetico Situazione edificio

bisogno di Energia Primaria totale di 67,15 kWh/m2 anno, pari al 10,95% dell’intero edificio (Tabella 1).

SERRAMENTI E RIVESTIMENTI INTERNI MobilART di Sergio & Daniel Togni – Piateda (SO) PAVIMENTAZIONE Cover System Srl – Castione Andevenno (SO)


LA CARTA AMA GLI ALBERI 1.500 campi da calcio al giorno. Così tanto crescono le foreste europee. Quelle da cui si ottiene il legno per fare la carta. Questa è una notizia, vera.

Scopri le notizie vere sulla carta www.naturalmenteioamolacarta.it Fonte: FAO, 2005 - 2015 Foreste europee: 28 Paesi dell’Unione europea + Norvegia e Svizzera


WORK IN PROGRESS

Riqualificazione e risanamento di un edificio anni ’50: cantiere, stavolta ci siamo Oltre che una riqualificazione estetica e funzionale, l’obiettivo generale è il recupero in termini di efficienza energetica di un edificio costruito negli anni ’50. Nel corso del 2021 sulla rivista verranno pubblicati diversi articoli che ne racconteranno l’evoluzione. Settima parte: dopo tanto tempo, finalmente il cantiere è partito DAVIDE GIGLI 58

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D

opo tanto tempo a rincorrere il tempo, finalmente ci siamo: il cantiere è partito. Prima di entrare nelle questioni tecniche, un passo indietro. Contrariamente a quanto ipotizzato nell’ultima uscita della rubrica (si veda Casa&Clima n° 88) il Superbonus 110% non sarà applicabile, in quanto le due unità abitative che compongono il fabbricato non sono funzionalmente indipendenti (l’impianto idrico è unico per entrambe le unità) e gli accessi non sono distinti e indipendenti, ma sono entrambi prospicienti su un’area di passaggio comune (per essere precisi, di proprietà privata ma con servitù di passaggio); infine i due appartamenti non costituiscono nemmeno condominio minimo, in quanto non esiste una suddivisione in millesimi e un regolamento per le parti comuni. Dato questo, l’intervento verrà trattato come normale ristrutturazione, detraibile al 50%, per le opere interne e successivamente verranno richiesti incentivi specifici regionali per alcuni elementi legati al risparmio energetico (serramenti, cappotto esterno e altro).

I PUNTI FERMI Sarà realizzato un intervento di isolamento interno, con spessore definitivo di 4 cm, in fibra di legno, completato con una fascia di calcio silicato nella linea di contatto tra solaio e muro esterno. Lo scopo di questa striscia è quello di ridurre completamente le probabilità di formazione della muffa nei punti critici della struttura. Lo spessore ridotto di isolamento non garantisce il raggiungimento di una trasmittanza termica da normativa, ma cambia in meglio il comportamento della struttura muraria. Lavorando sulle ammettenze termiche, soprattutto lato interno, l’isolamento interno garantisce una elevata sensazione di comfort, già sperimentata in altre realizzazioni, oltre che una migliore omogeneità delle temperature superficiali. Il nostro corpo non percepisce zone fredde e molto calde, disomogeneità tipiche delle costruzioni tradizionali, con radiatori ad alta temperatura e finestre poco performanti. Se, come si spera, ma non ancora certo, sarà possibile realizzare un cappotto esterno, la performance della parete allora diventerà di alto livello (vedi Tabella 1). Le prestazioni del muro migliorano drasticamente già a partire dalla prima soluzione. Da un punto di vista numerico, bastano infatti due centimetri di isolante con lambda 0,04 per ridurre del 40% la trasmissione di calore attraverso una stratigrafia muraria tradizionale. Senza entrare in un discorso troppo ampio sullo spessore ottimale di isolante, che dipende da molti fattori, il dato centrale di questa soluzione è il seguente: la prestazione puramente numerica non deve essere sempre e per forza l’obiettivo. In questo caso il “numero” non può essere raggiunto. Il comfort sì, e per chi abiterà questo immobile conta. Ma la parete con isolamento interno non basta se il concetto generale del progetto non è allineato a questa soluzione. Ecco allora che sono stati finalmente definiti tutti gli aspetti tecnici: ■ Intonaco interno di argilla sui muri perimetrali. L’intonaco di argilla a completamento dell’isolamento interno, oltre a con-

FIGURA 1. Il vecchio camino di evacuazione dei fumi di cottura posizionato in cucina

FIGURA 2. Gli attacchi dei radiatori a pavimento

correre alla gestione della condensa superficiale e alla formazione della muffa, diventa un forte volano idrometrico, in grado di regolare i picchi di umidità relativa dell’aria, dovuti alle condizioni climatiche ma soprattutto ai carichi interni. Serramenti. Saranno a triplo vetro, telaio in legno-alluminio, con valore Ug 0,5 W/mK. Finestre e porte finestre con una trasmittanza omogenea a quella della parete risanata. E sicuramente in grado di garantire performance molto alte, sia in fase invernale che estiva, anche in una realtà non eminentemente montana. Riscaldamento radiante a pavimento a bassa temperatura. Una scelta conservativa, certamente, ma data dalle difficoltà tecniche (oltre che di costo) per realizzare soluzioni più ardite (radiante a parete o a soffitto o impianti ad aria). www.casaeclima.com    n.89

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WORK IN PROGRESS

TABELLA 1 – L’isolamento dell’involucro Spessore (m)

Conducibilità (W/mK)

Resistenza (m2K/W)

Trasmittanza (W/m2K)

Parete attuale Rse

0,040

Intonaco esterno

0,020

1,000

0,020

Laterizio

0,320

0,700

0,457

Intonaco interno

0,020

1,000

0,020

Rsi

0,130

Rtot

0,667 1,499 Parete con isolamento interno

Rse

0,040

Intonaco esterno

0,020

1,000

0,020

Laterizio

0,320

0,600

0,533

Intonaco interno

0,020

1,000

0,020

Isolamento interno

0,040

0,040

1,000

Intonaco di argilla

0,020

1,000

0,020

Rsi

0,130

Rtot

1,763 0,567 Riduzione dispersioni

62,166%

Parete con isolamento interno ed esterno Rse

0,040

Intonaco esterno

0,015

0,900

0,017

Isolamento esterno

0,140

0,036

3,889

Intonaco esterno

0,020

1,000

0,020

Laterizio

0,320

0,600

0,533

Intonaco interno

0,020

1,000

0,020

Isolamento interno

0,040

0,040

1,000

Intonaco di argilla

0,020

1,000

0,020

Rsi

0,130

Rtot

5,669 0,176 Riduzione dispersioni

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88,232%


Integrazione con stufa a legna a grande inerzia. Un piccolo elemento di lusso: una stufa a legna, del peso di circa 1100 kg, realizzata in pietra, in grado di emettere calore radiante dalla superficie per diverse ore con un carico di legna. Cosa accomuna tutto questo? In questo sistema lavorano le superfici. Il sistema edificio-impianto è il meccanismo che si genera nell’interazione delle superfici, e parzialmente della massa. Un sistema lento, inerziale, omogeneo, un respiro costante allineato al concetto di casa come protezione dall’esterno, dal meteo come dallo stress. ■

INIZIO LAVORI

FIGURA 4. I tramezzi esistenti

E intanto sono iniziate le demolizioni dello stato di fatto, dei vecchi tramezzi e dei solai, e si mettono alla luce le soluzioni tecnologiche di un’epoca distante. Si fanno belle scoperte: un camino (di evacuazione dei fumi di cottura) posizionato in cucina che scava una trave portante per sbucare direttamente nel sottotetto – quando le normative non esistevano (Figura 1)! Molto interessante è il sistema di collegamento dei radiatori, a pavimento, con tubo in acciaio rivestito (Figura 2). Interessante perché è un sistema che non passa nei muri perimetrali. Eliminando il sottofondo (in alcuni punti solo in sabbia) tutto il sistema di tubazioni

FIGURA 5. I tubi dell’impianto attuale

FIGURA 3. La caldaia esistente in cantina

potrà essere rimosso senza grossi problemi e sostituito da un più moderno schema a collettore e tubi singoli senza giunture. Le montanti idrauliche saranno incanalate dentro il camino esistente (quello attualmente collegato alla caldaia) e l’utilizzo di un collettore permetterà di bilanciare la pressione delle diverse utenze. Il passaggio all’interno del camino è possibile perché la caldaia esistente (Figura 3) sarà sostituita con una a condensazione, il cui tubo ha un diametro ridotto rispetto a quella tradizionale; lo spazio rimanente potrà essere destinato a questi collegamenti. Il sottofondo esistente sarà completamente rimosso. Il solaio nudo sarà la base su cui appoggiare tubazioni e canaline elettriche, che saranno ricoperte da un nuovo sottofondo isolante. Poi strato anticalpestio, sistema radiante, d’assetto di completamento e pavimentazione. La nuova stratigrafia necessiterà di circa 7-8 cm di spessore aggiuntivo, riducendo l’abbondante altezza interna da 286 a circa 280 cm, ancora migliore rispetto alle tristemente attuali altezze interne da 260 cm. I nuovi tramezzi saranno realizzati in laterizio. A differenza di quelli esistenti (Figura 4), saranno introdotti elementi di separazione acustica verso il piano inferiore e tra i vani dell’appartamento. Sorpresa finale: forse partirà anche la ristrutturazione della seconda metà del fabbricato! www.casaeclima.com    n.89

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SMART MOBILITY

Il mercato delle auto elettriche cresce ancora Nonostante il crollo dell’automotive, da gennaio 2020 le immatricolazioni di veicoli elettrici nel nostro Paese sono cresciute del 155%. Tuttavia, gli obiettivi al 2030 restano lontani ROBERTO CORTI 62

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I

l settore automotive è stato uno dei più colpiti dalla crisi dovuta alla pandemia da Covid-19: solo in Italia, nei primi 9 mesi del 2020, le immatricolazioni, circa 972.000, sono calate del 34% rispetto allo stesso periodo del 2019 (1,4 milioni). Tuttavia, il mercato delle auto elettriche – “full electric” (BEV), sempre più apprezzate, e “ibride plug in” (PHEV) – si mostra in controtendenza: tra gennaio e settembre le immatricolazioni hanno superato il 3% del totale (+2% rispetto al 2019), attestandosi a 30.000, cioè il 155% in più. Inoltre, gli obiettivi fissati dalle principali case automobilistiche, in termini sia di vendita, sia di nuovi modelli offerti, non hanno subito significative variazioni al ribasso. Si tratta di dati ancora molto modesti, se rapportati ai 2,3 milioni di autoveicoli elettrici immatricolati lo scorso anno nel mondo (ora il parco complessivo è pari a 7,5 milioni), ma che lasciano ben sperare per lo sviluppo del mercato della mobilità elettrica in Italia. Questo quanto emerge dai dati e dalle analisi contenute nello Smart Mobility Report 2020 realizzato dall’Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, giunto quest’anno alla quarta edizione. “Tra i fattori che hanno favorito la crescita”, ha spiegato Simone Franzò, Direttore dell’Osservatorio Smart Mobility dell’E&S Group nel corso della presentazione del report, “ci sono certamente il rafforzamento degli incentivi all’acquisto, l’incremento dei modelli ‘elettrificati’ (88 al primo semestre 2020, di cui 50 PHEV e 38 BEV, in totale 26 in più rispetto all’anno prima) offerti in Italia dalle case automobilistiche, che hanno rivisto al rialzo i target di vendita dei prossimi anni, e l’ulteriore aumento dell’infrastruttura di ricarica: i punti di ricarica pubblici e privati a uso pubblico ad agosto erano oltre 16.000, il 20% in più rispetto a fine 2019. Tutta-

via, parliamo di cifre ancora modeste: il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) fissa a 6 milioni le auto elettriche che dovrebbero circolare in Italia nel 2030, a fronte delle attuali 70.000. Se vogliamo raggiungere, o addirittura superare, questi obiettivi si stima che debbano essere investiti nei prossimi 10 anni circa 200 miliardi di euro, tra autovetture e infrastrutture di ricarica, opportunamente favoriti, quantomeno nel breve periodo, da meccanismi di supporto adeguati. Le condizioni di contorno create dai policy maker e dagli operatori incideranno in maniera significativa: agire in maniera sinergica su tutti i fattori è condizione necessaria per consentire al nostro Paese di collocarsi ai primi posti in Europa, con evidenti ricadute positive sulla filiera e su tutto il sistema Paese”.

IL MERCATO ITALIANO DELLA MOBILITÀ ELETTRICA Nel 2019 sono state immatricolate nel nostro Paese 17.065 auto elettriche (+78% sul 2018, di cui 10.566 “full-electric”, più che raddoppiate, e 6.499 “ibride plug-in”), su circa 2 milioni di immatricolazioni totali (lo 0,9%, quasi il doppio rispetto al 2018), di cui il 70% nel Nord Italia, il 24% al Centro e appena il 6% al Sud (Grafico 1). In Europa ci collochiamo in coda nella Top 10, con poco più del 3% delle immatricolazioni di veicoli elettrici sul totale europeo, a fronte del 12% se si guarda alle autovetture nel loro complesso. Il Trentino Alto Adige si dimostra la regione a maggior sviluppo della mobilità elettrica, considerando che ogni 100.000 abitanti a fine 2019 contava 40 auto elettriche immatricolate e 35 punti di ricarica. All’estremo opposto, diverse regioni del Sud Italia risultano invece “deficitarie”, con riferimento a entrambe le dimensioni d’analisi. In generale, fatta eccezione per le biciclette, i “numeri dell’elettrificazione” in Italia sono piuttosto contenuti: in totale, le immatricolazioni di veicoli elettrici nel 2019 sono cresciute del 19% grazie a passenger cars (+78%) e motocicli (+269%). In termini percentuali, oltre alle biciclette spicca il dato dei ciclomotori (quasi 1 su 5 immatricolati nel 2019 è elettrico), mentre per gli altri veicoli si parla di cifre poco rilevanti, soprattutto in rapporto al parco mezzi circolante (Grafico 2).

IL CONTESTO MONDIALE ED EUROPEO Diverso è lo scenario se ci spostiamo su scala mondiale. Nel 2019 sono stati immatricolati a livello globale quasi 2,3 milioni di passenger car e LDV elettrici (Light Duty Vehicle) (+9% rispetto al 2018), cioè il 2,5% del totale, in crescita dello 0,3% (meno del +1% registrato tra 2017 e 2018) e sufficienti a far salire lo stock complessivo di questi autoveicoli a 7,5 milioni. Prosegue anche la tendenza

GRAFICO 1. Il mercato delle passenger car elettriche: il quadro a livello italiano www.casaeclima.com    n.89

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SMART MOBILITY

GRAFICO 2. Quadro sinottico del mercato della smart mobility in Italia

33.000 bici condivise, di cui meno del 20% a trazione elettrica. L’inclusione all’interno del Codice della Strada dei microveicoli (monopattini, segway, hoverboard e monowheel) e gli incentivi all’acquisto di mezzi di trasporto più sostenibili hanno spinto lo sviluppo del mercato della micromobilità e la nascita di nuovi operatori, prevalentemente nella forma di start up. Quanto, invece, all’“autonomous driving”, è ben lontano l’obiettivo di vedere in circolazione un numero significativo di modelli a maggior livello di guida autonoma, ossia L3 e successivi.

LA DIFFUSIONE DELL’INFRASTRUTTURA DI RICARICA

GRAFICO 3. La diffusione dell’infrastruttura di ricarica pubblica: il quadro a livello italiano

che vede uno spostamento del mix di immatricolazioni dai mezzi “ibridi” a quelli “full electric”, che guadagnano un ulteriore 5% rispetto al 2018, consolidando l’ascesa già registrata nel quadriennio 2015-2018 (+3% anno su anno). La Cina è il più grande mercato mondiale, con quasi 1,2 milioni di autoveicoli immatricolati nel 2019 (+3% rispetto al 2018), il doppio dell’Europa, che si conferma il secondo mercato con 600.000 immatricolazioni (+44%). Seguono gli Stati Uniti (320.000, -12%) e, a notevole distanza, il Giappone (44.000, -16%). In Europa guida la classifica la Germania con 100.000 auto elettriche immatricolate (+60% rispetto al 2018), seguita da Norvegia (80.000, +9%) e Gran Bretagna (72.000, +21%) – i tre Paesi che insieme rappresentano circa la metà delle nuove immatricolazioni europee – poi Olanda (67.000, +146%) e Francia (61.000, +34%).

LE ALTRE MACRO TENDENZE DELLA SMART MOBILITY La diffusione del car sharing è in continua crescita a livello sia internazionale, sia italiano, dove nel corso del 2019 si registra un parco circolante di 8.200 veicoli, il 25% dei quali elettrici (in crescita nel biennio) e l’85% di tipo “free floating”. Per quanto riguarda gli scooter, circa 38.200 in circolazione in Europa, la quota a trazione elettrica rappresenta ben il 97%. L’Italia, con oltre 5.000 unità quasi tutte elettriche, ricopre il 15% della flotta europea. Il bike sharing in Europa registra un record di crescita del 257% sul 2018, con 250.000 biciclette a fine 2019. In Italia, risultano su strada 64

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A fine 2019 erano 860.000 i punti di ricarica pubblici presenti a livello mondiale (+59% sul 2018), con la Cina in testa. In Europa se ne contavano circa un quarto, 210.000 (+38%), il 90% del quale “normal charge”. Una tendenza emergente, seppur ancora limitata, riguarda la diffusione dell’infrastruttura di ricarica “ultra fast”, con potenza di ricarica superiore a 100 kW, che a fine 2019 in Europa (escludendo la rete di Supercharger Tesla) contava 780 punti equipaggiati con connettore CCS Combo 2, il 34% dei quali in Germania e appena l’1% in Italia. Tuttavia, è prevista una forte espansione della rete, che in 2-3 anni dovrebbe raggiungere gli 8.000 punti di ricarica. Guardando alla penetrazione della mobilità elettrica nei Paesi europei, intesa come binomio auto/infrastruttura (in termini di punti di ricarica pubblici e veicoli elettrici circolanti per 100.000 abitanti), lo scenario è molto disomogeneo: mentre in Norvegia è assai diffusa la mobilità elettrica, con oltre 250 punti di ricarica e 6.000 auto elettriche per 100.000 abitanti, Spagna e Italia sono fanalino di coda, con 15 punti di ricarica e 100 auto. In Italia, a fine 2019 erano 9.100 i punti di ricarica pubblici


GLI SCENARI DI DIFFUSIONE DELLA SMART MOBILITY IN ITALIA

GRAFICO 4. Le previsioni di mercato della mobilità elettrica: il volume di mercato

(+170% sul 2018, un ritmo di oltre 100 punti percentuali superiore allo scenario europeo), di cui 8.300 di tipo “normal charge”, cresciuti del 191% rispetto al +51% dei “fast charge”. Considerando i punti di ricarica pubblici e privati ad accesso pubblico, ad agosto 2020 se ne contavano in Italia circa 16.000, distribuiti in maniera disomogenea tra le Regioni (Lombardia, Emilia Romagna e Toscana sono le uniche con più di 1.500 punti di ricarica) e con una netta prevalenza (60-65%) di installazioni in ambito urbano, su strada o in parcheggi pubblici, in lieve calo nel mix rispetto allo scorso anno (-5/10%). Anche i “punti d’interesse” erano ben rappresentati, circa il 30-35% del totale, in crescita del 5-10%, mentre il restante 5% si collocava in ambito extra urbano. A fine 2019 erano, invece 6,5 milioni i punti di ricarica privata nel mondo, 7,5 volte quelli pubblici o a uso pubblico, mentre in Italia arrivavano a 17-20.000, di cui circa 8.000 installati nel solo 2019 (+90% sul 2018 e per l’80% relativi a wall box), oltre la metà nel Nord Italia e nel 65-75% dei casi presso abitazioni, il rimanente presso aziende.

LA PROSPETTIVA DEGLI UTILIZZATORI FINALI Come per le scorse edizioni del report, è stato sottoposto un questionario a coloro che detengono, o intendono comprare, un’auto elettrica. La principale barriera all’acquisto (89% delle risposte) rimane quella economica, legata all’elevato prezzo iniziale, che ancora spaventa nonostante il Total Cost of Ownership, cioè il costo totale che deriva dal possedere un veicolo elettrico, divenga nel giro di pochi anni (dipende dai modelli) inferiore a quello dei veicoli ad alimentazione tradizionale. Segue la cosiddetta “ansia da autonomia”, molto più contenuta e in calo grazie al significativo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica. Per chi, invece, acquista, la spinta principale è rappresentata dal basso impatto ambientale, seguito dai minori costi sostenuti lungo la vita utile dell’auto. L’uso tipico di un veicolo elettrico è caratterizzato da viaggi di non oltre 50 chilometri e solo il 27% del campione effettua con cadenza settimanale viaggi più lunghi, addirittura appena il 9% si spinge a farli quotidianamente. Quanto alle modalità di ricarica, si ripartisce in modo abbastanza equilibrato tra punti di ricarica domestici, aziendali e pubblici, sebbene la disponibilità di un punto di ricarica privato, a casa o al lavoro, rappresenta ancora un elemento fondamentale a supporto dell’acquisto di un veicolo elettrico. Il grado di soddisfazione verso l’infrastruttura di ricarica pubblica è mediamente elevato: la principale richiesta è che sia effettivamente funzionante e che venga maggiormente sviluppata la rete sulle autostrade. Infine, la ricarica “ultra fast” può rappresentare un forte stimolo alla diffusione della mobilità elettrica, perché renderebbe più agevoli viaggi “lunghi”, superiori ai 200 chilometri.

Per elaborare previsioni relative allo sviluppo della smart mobility in Italia sono stati considerati tre scenari, uno “base” che ipotizza 3,5 milioni di auto elettriche circolanti al 2030, uno “moderato” abbastanza in linea con gli obiettivi del PNIEC, che ne immagina 5,5 milioni, e uno “accelerato” secondo cui gli autoveicoli elettrici tra 10 anni sarebbero 7 milioni, cioè il 20% del circolante totale, con il 65% di nuove immatricolazioni nel 2030 legate a modelli elettrici (Grafico 4). Analoghe stime sono state fatte relativamente all’infrastruttura di ricarica sia pubblica, che nel 2030 potrebbe oscillare da un minimo di 47.000 punti di ricarica a un massimo di 70.000, sia privata, da 1,8 a 3,9 milioni. Differenze significative, che dipendono principalmente dalla diffusione delle autovetture e che si riverberano sui volumi di investimento: al 2025 la “forbice” tra scenario base e accelerato va da 26,1 a 56,6 miliardi di euro, divario che si fa ancora più accentuato al 2030, 97,8 contro 209,7 miliardi. Lo stesso dicasi per i costi di gestione, calcolati sulla base del circolante al 2030: tra 1,4 e 3 miliardi di euro l’anno. “Tutti e tre gli scenari prevedono che l’impatto “vero” dei veicoli elettrici inizi a vedersi già nel 2025, seguito poi da una crescita molto sostenuta nel periodo 2025-2030”, ha concluso Franzò. “La differenza significativa tra le diverse proiezioni deriva dal fatto che ci si trova ancora in una prima fase di sviluppo del mercato italiano della mobilità elettrica: lo scenario base prevede il mantenimento del trend dell’ultimo biennio, mentre quello moderato e, soprattutto, quello accelerato comportano l’avvio di meccanismi di supporto rilevanti per modificare le abitudini di acquisto e permettere lo sviluppo di un’opportuna infrastruttura di ricarica”. www.casaeclima.com    n.89

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EDITORIALE

Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documentare la consegna.

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I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre

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16 A PAGINA

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Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter­ pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. Stabilità e certezza sono oggi più lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac­ cordi tra CNI e Governo che fine faranno?” / alle pagg. 18­19

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Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione Lj r-]ĸƐ di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7

SPECIALE MILLEPROROGHE

INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI

Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. È la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrà più rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo”. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni più datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i più grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, più volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna così alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perché il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.

Nr.01 – VENERDì 13 GENNAIO 2017

segue a pag. 2

“Il museo del futuro è il mondo intero”

Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?

Italia scossa

GOVERNO IN CRISI

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Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività. Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale già a partire dalla seconda metà del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]

[pag. 10]

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iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderà gli ingegneri fino al 2021, quando completerà i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialità del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è già possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione così forte per la continuità del Consiglio nazionale uscente”, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.

È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti ivi inclusa la riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione

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ELEZIONI UNI 2021-2024

Soddisfazione per il rinnovo delle cariche sociali Anna Danzi, Vice Direttore FINCO, è stata eletta in Consiglio Direttivo a cura di FINCO

Dott.ssa Anna Danzi, Vice Direttore FINCO, componente del Consiglio Direttivo UNI

I

Ing. Francesco Burrelli, Vice Presidente FINCO e Presidente ANACI, Effettivo nel Collegio dei Probiviri UNI

l 1° febbraio si è svolta da remoto l’Assemblea dei Soci UNI, per il rinnovo delle cariche sociali. Il nuovo presidente dell’Ente Italiano di Normazione è l’Ing. Giuseppe Rossi, Presidente di Accredia dal 2015 fino al prossimo maggio. Per FINCO è stata eletta nel Consiglio Direttivo dell’Ente la Dottoressa Anna Danzi, Vice Direttore di Finco; Danzi segue da tempo l’attività di UNI collaborando con le unità organizzative “Clienti e Soci”, “Coordinamento e Media” e – ovviamente – “Attività Normative” nell’ambito delle Commissioni Tecniche “Prodotti, processi e sistemi per l’organismo edilizio” e “Città, comunità e infrastrutture sostenibili”. “Esprimiamo soddisfazione – commenta la Presidente Carla Tomasi – per le qualificate presenze che FINCO può annoverare nella nuova governance dell’Ente.” La Federazione può vantare infatti anche importanti presenze negli organi di Controllo: la stessa competenza caratterizza le altre figure quali quelle del Proboviro effettivo, Ing. Francesco Burrelli (Vice Presidente FINCO e Presidente ANACI) nonché quella del Proboviro supplente, Arch. Cirino Mendola (Past President FINCO). Assai importante infine anche il ruolo della Dr.ssa Mara Scialanga

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n.89   www.casaeclima.com

Arch. Cirino Mendola, Past President FINCO, Supplente nel Collegio dei Probiviri UNI

Dott.ssa Mara Scialanga, Commercialista FINCO, Effettivo nel Collegio dei revisori legali UNI

(Commercialista della Federazione), eletta come membro effettivo nel Collegio dei Revisori Legali. “Sono certa – prosegue Carla Tomasi – che l’Ente abbia delle notevoli potenzialità da sfruttare, anche perché in situazione di unicità, e sono altresì certa che il ruolo che può avere nella crescita economica del nostro Paese possa essere ulteriormente implementato con il contributo di tutti; confido quindi che con quanti hanno messo la propria persona al servizio di UNI, e sotto la guida del Neo-Presidente, Ing. Giuseppe Rossi, si potrà fare un buon lavoro per l’Ente, per il Paese nonché per le categorie produttive che rappresentiamo”. “Resta fermo – conclude la Presidente FINCO – che al centro della nostra attenzione rimane il mondo delle piccole e medie imprese, in particolare quelle specialistiche e superspecialistiche, il cui ruolo nodale – perché senza di esse questi organismi avrebbero un ruolo assai meno significativo – non sempre è adeguatamente valutato, ad esempio nell’ambito del neonato sistema ‘Infrastrutture per la Qualità’ che non contempla, nella fase d’avvio, la presenza di tale mondo, e ciò non è affatto condivisibile.”


LIBRO BIANCO DEL VERDE 2021

Per un Neorinascimento della cura e gestione del Verde Dai primi Tavoli tecnici sul Libro Bianco del Verde di Assoverde e Confagricoltura è emersa l’esigenza di un cambio di passo nei metodi e nei modelli di gestione del verde a cura di ASSOVERDE

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i sono svolti il 29 gennaio, il 2 e il 3 febbraio i primi Tavoli tecnici sul “Libro Bianco del Verde”, l’iniziativa avviata da Assoverde e Confagricoltura come sfida e occasione per un “Neorinascimento della cura e della gestione del Verde”, che costituisce il titolo ambizioso dell’edizione 2021 del Libro Bianco. Al centro della discussione: metodi e strumenti per la conoscenza del patrimonio arboreo, nuovi modelli di governance, soluzioni tecniche e progettuali, la necessità di costruire una cultura del valore del Verde e, infine, il focus specialistico sull’emergenza pini in Italia. Gli incontri sono stati occasione per confrontare i diversi approcci con cui gli autori interverranno nel Libro Bianco, dal punto di vista normativo e regolamentare, tecnico-progettuale, amministrativo e gestionale, socio-economico, sanitario. L’esigenza diffusa rappresentata dai vari operatori – rappresentanti istituzionali, tecnici delle Amministrazioni, docenti universitari e ricercatori, referenti di Associazioni e Rappresentanze di categoria, imprenditori professionisti – è quella di un “cambio di passo” non più rimandabile rispetto alle emergenze sanitarie, ambientali, climatiche che stiamo vivendo. Un cambio di passo nelle metodiche di cura e manutenzione del verde, spesso obsolete o di scarsa qualità, e nei modelli di gestione, rispetto al “valore” che il verde, gli alberi, la natura possono svolgere, nella ricostruzione degli equilibri eco-sistemici e nella qualità e salubrità delle nostre città. La partecipazione ai Tavoli e il livello degli interventi prefigurano risultati davvero rilevanti, con l’ambizione di incidere sulle politiche e sui sistemi di gestione del Verde, sugli articolati del PNRR, sulle priorità che dovrà assumere il nuovo Governo, e che in ogni caso già anticipano un obiettivo primario del Libro Bianco, quello di rafforzare la Rete degli operatori e le sinergie che da tale iniziativa potranno scaturire. Il primo appuntamento previsto per fine febbraio – il Convegno presso la fiera di MyPlant&Garden a Rho-Milano – sarà convertito in un evento online a metà aprile, per rappresentare “I primi risultati del Libro Bianco del Verde”, con il coinvolgimento

dei referenti istituzionali a cui il Libro Bianco è indirizzato. L’evento avrà anche il fine di rafforzare l’iniziativa e rilanciarla verso il Convegno conclusivo di due giornate – per la consegna formale del Libro Bianco alle Istituzioni – che si terrà in presenza (sperando che le condizioni lo consentano) prima dell’estate. Allegato al Libro Bianco è il “QUADERNO TECNICO” che, in linea con gli obiettivi e le finalità del Libro bianco, raccoglie e rappresenta quanto le aziende già offrono sul mercato.

IL LIBRO BIANCO DEL VERDE 2021 Parole chiave: Salute, Ambiente, Lavoro, Cultura Azione (il verbo) che le tiene insieme: CURA Strumento: la rete costruttiva e sinergica tra Istituzioni, Tecnici delle Amministrazioni, Università ed Enti di ricerca, Associazioni e Rappresentanze di categoria, Imprese e Professionisti che operano nel settore del Verde. Principi di base: Valore – rispetto ai benefici sanitari, ambientali, socio-economici, didattici e culturali che il Verde determina, nelle sue diverse declinazioni; Qualità – qualità dei modelli di pianificazione e programmazione degli interventi; qualità dei progetti e delle soluzioni tecniche; qualità delle imprese e delle realizzazioni; qualità dei modelli di cura, gestione e manutenzione del Verde. Contenuti: Proposte e soluzioni concrete, misurabili in termini di valore, efficacia, condizioni di fattibilità; esplicitate in forma di “richieste” di natura tecnico-scientifica, normativa e regolamentare, programmazione economica e finanziaria, da presentare alle Istituzioni. Target di riferimento: Istituzioni, Tecnici delle Amministrazioni, Università ed Enti di ricerca, Associazioni di settore, Sistema imprenditoriale, Cittadini.

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Via Brenta 13 – 00198 Roma Tel. 06/8555203 – Fax 06/8559860

SOCI FINCO ACEPER Associazione Consumatori e Produttori Energie Rinnovabili Presidente: Veronica Pitea Vice Presidente: Simone Ruffinatto ACMI Associazione Chiusure e Meccanismi Italia Presidente: Nicola Fornarelli Vice Presidente: Antonio Gramuglia Presidente Onorario: Vanni Tinti AFIDAMP Associazione Fabbricanti e Distributori di Forniture Tecnologiche per la Pulizia Professionale Presidente: Giuseppe Riello Vice Presidente: Gianfranco Bonotto Segretario: Stefania Verrienti AIFIL Associazione Italiana Fabbricanti Insegne luminose Presidente: Alfio Bonaventura Vice Presidente: Vitaliano Mantovani Segretario Nazionale: Claudio Rossi AIPAA Associazione Italiana per l’Anticaduta e l’Antinfortunistica Presidente: Giuseppe Lupi Direttore: Tommaso Spagnolo AISES Associazione Italiana Segnaletica e Sicurezza Presidente: Gabriella Gherardi Vice Presidenti: Toni Principi e Eros Pessina AIT Associazione Imprese Impianti Tecnologici Presidente: Bruno Ulivi Vice Presidenti: Riccardo Cerrato, Carlo Antonio Gandini Segretario: Roberto Vinchi AIZ Associazione Italiana Zincatura Presidente: Carmine Ricciolino Vice Presidente: PierLuigi D’Ambrosio ANACI Associazione Nazionale Amministratori Condominiali e Immobiliari Presidente: Francesco Burrelli Segretario: Andrea Finizio ANACS Associazione Nazionale Aziende di Cartellonistica Stradale Presidente: Franco Meroni Vice Presidente: Adriano Castagnoli ANCCA Associazione Nazionale Contabilizzazione Calore e Acqua Presidente: Hans Paul Griesser Vice Presidente: Luca Magni ANCSA Associazione Nazionale Centri Soccorso Autoveicoli Presidente: Eleonora Testani Vice Presidente: Enzo Ciabatta Direttore: Alessia Lentini ANFIT Associazione Nazionale per la Tutela della Finestra Made in Italy Presidente: Laura Michelini Vice Presidente: Marco Rossi Responsabile Tecnico: Dario Poletti

ANFUS Associazione Nazionale Fumisti e Spazzacamini Presidente: Sandro Bani Vice Presidente: Pietro Bonello ANNA Associazione Nazionale Noleggio Autogru e Trasporti Eccezionali Presidente: Daniela Dal Col Vice Presidente: Simone Gramigni Past-Vice Presidente: Angelo Gino ANIPA - FIAS Associazione Nazionale Imprese Pozzi per Acqua Presidente: Daniele Succio ANSAG Associazione nazionale sagomatori Presidente: Emilio Fadda Vice Presidente: Ezio Michielin ARCHEOIMPRESE Associazione Italiana Imprese di Archeologia Presidente: Daria Pasini Vicepresidenti: Cristina Anghinetti, Claudio Calastri ARI Associazione Restauratori d’Italia Presidente: Kristian Schneider Vice Presidente: Irene Zuliani Segretario: Paola Conti ASSITES Associazione Italiana Tende, Schermature solari e Chiusure Tecniche Oscuranti Presidente: Fabio Gasparini Vice Presidenti: Loris Di Francesco, Nereo Sella ASSOBON Associazione Nazionale Imprese Bonifica Mine ed Ordigni Residui Bellici Presidente: Paolo Mennini Segretario: Valerio Bellei ASSOCOMPOSITI Associazione dei materiali compositi e affini Presidente: Roberto Frassine Direttore: Simona Tiburtini ASSOFRIGORISTI Associazione Italiana Frigoristi Presidente: Gianluca De Giovanni Direttore Operativo: Marco Masini ASSOIDROELETTRICA Associazione dei Produttori Idroelettrici Presidente: Paolo Pinamonti Direttore Generale: Paolo Taglioli ASSOROCCIA Associazione Nazionale costruttori opere di difesa dalla caduta di massi e valanghe Presidente: Dario Amici Vice Presidente: Diego Dalla Rosa Direttore Generale: Bruno Zanini ASSOVERDE Associazione Italiana Costruttori del Verde Presidente: Antonio Maisto Vice Presidente: Michele Bindi Segretario Generale: Stefania Pisanti CNIM Comitato Nazionale Italiano Manutenzione Presidente: Aurelio Salvatore Misiti FIAS Federazione Italiana delle Associazioni Specialistiche del Sottosuolo Presidente: Massimo Poggio Vice Presidenti: Mauro Buzio, Stefano Chiarugi


AIF – FIAS Associazione Imprese Fondazioni consolidamenti - indagini nel sottosuolo Presidente: Antonio Arienti

UNION Unione Italiana Organismi Notificati Presidente: Iginio S. Lentini

ANIG HP – FIAS Associazione Nazionale Impianti Geotermia – Heat Pump Presidente: Gabriele Cesari

ZENITAL Associazione Italiana sistemi di illuminazione e ventilazione naturali, sistemi per il controllo di fumo e calore Presidente: Luca Marzola Vice Presidente: Raffaele Scognamiglio Direttore: Giuseppe Giuffrida

ANISIG – FIAS Associazione Nazionale Imprese Specializzate in Indagini Geognostiche Presidente: Italo Cipolloni

ACI Presidente: Angelo Sticchi Damiani

FIPER Federazione Italiana Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili Presidente: Walter Righini Vice Presidente: Hanspeter Fuchs, Federica Galleano Direttore: Vanessa Gallo

ALFA ACCIAI SPA Legale Rappresentante: Amato Stabiumi

FIRE Federazione Italiana per l’Uso Razionale dell’Energia Presidente: Cesare Boffa Vice Presidente: Giuseppe Tomassetti Direttore: Dario Di Santo

CASEITALY SRL Presidente: Laura Michelini

ANAS SPA - Azienda Naz. Autonoma delle Strade Presidente: Claudio Andrea Gemme Amministratore Delegato: Massimo Simonini

CSI SPA Presidente: Antonella Scaglia Vice Presidente: Alessandro Ciusani Amministratore Delegato: Vincenzo Ruocco GRAVILI SRL Amministratore Delegato: Antonio Gravili

FISA – FIRE SECURITY ASSOCIATION Fire Security Association Presidente: Marco Patruno

INCO INGEGNERIA SPA Amministratore Unico: Aldo Muller IN&OUT SPA Presidente: Angelo L’Angellotti Amministratore Delegato: Sergio Fabio Brivio e Nicola Lippolis CFO Direttore Generale: Sergio Fabio Brivio

FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO Presidente: Caterina Epis Direttore Generale: Simona Maura Martelli

INTERBAU SRL Presidente: Giuseppe Cersosimo ISTITUTO ITALIANO DELLA SALDATURA Presidente: Pietro Lonardo Vice Presidenti: Giovanni Pedrazzo e Luigi Scopesi

HARLEY&DIKKINSON ASSOCIAZIONE Presidente: Alessandro Ponti

LAPI SPA - Laboratorio Prevenzione Incendi Presidente: Massimo Borsini Vice Presidenti Cda e Consiglieri: David Borsini e Luca Ermini

PILE Produttori Installatori Lattoneria Edile Presidente: Fabio Montagnoli Tesoriere: Palmiro Bartoli

M3S SPA Legale Rappresentante: Anna Maria Mangialomini PERAZZI ENGINEERING & C. SRL Amministratore Delegato: Italo Perazzi

RSF Restauratori Senza Frontiere - Italia Presidente: Paolo Pastorello Vice Presidenti: Carla Tomasi e Alessandra Morelli

PRAGMATICA AMBIENTALE SRL Presidente: Nedo Biancani Amministratore Delegato: Alberto Guidotti Direttore e/o Segretario: Laura Mazzavillani RESIT SRL Presidente: Ugo Vittorio Rocca

UNICMI Unione Nazionale delle Industrie delle Costruzioni Metalliche dell’Involucro e dei Serramenti Presidente: Guido Faré Vice Presidente Vicario: Donatella Chiarotto Direttore Generale: Pietro Gimelli

SINERGICA SRL Presidente: Ludovico Motolese TRANSFORMTESSILE Amministratore Delegato: Aniello Ciabatti

Per ulteriori informazioni sulle Associazioni federate potete consultare il sito Finco www.Fincoweb.org - Area associate

COMITATO DI PRESIDENZA FINCO

Carla Tomasi Presidente Finco

Gabriella Gherardi Francesco Burrelli Vice Presidente Vice Presidente Finco Vicario con delega a Organizzazione e Filiere

Daniela Dal Col Consigliere Incaricato Filiera Macchine e Attrezzature

Fabio Gasparini Consigliere Incaricato Sviluppo Associativo

Walter Righini Consigliere Incaricato Filiera Rinnovabili

Lino Setola Consigliere Incaricato della Filiera Mobilità e Sicurezza Stradale

Angelo Artale Direttore Generale

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