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UNA RIQUALIFICAZIONE OLISTICA PER IL NUOVO HEADQUARTER VOLKSWAGEN
Arcadia Center Credit: Moreno Maggi una riqualificazione olistica per il nuovo headquarter Volkswagen
Non solo cemento e vetro, ma anche aria e luce. Sono gli elementi che lo Studio Giuseppe Tortato Architetti ha utilizzato per dare una nuova vita a un edificio terziario degli anni Sessanta a Milano
a cura di FONDAZIONE PROMOZIONE ACCIAIO
La natura come elemento dirompente e rigenerativo, il reciproco rapporto di influenza tra architettura e quartiere, l’utilizzo di prodotti di qualità sapientemente connessi dallo Studio Giuseppe Tortato Architetti, sono questi gli elementi caratteristici dell’Arcadia Center, il nuovo headquarter di Volkswagen Leasing e Volkswagen Bank. Il nuovo immobile, punta di diamante nel portfolio di InvestiRE SGR, va a riqualificare un edificio terziario sorto alla fine degli anni Sessanta nel quartiere Gallaratese di Milano. La ricerca rivolta a un’architettura in cui fruitori e cittadini possano riconoscersi e identificarsi passa attraverso una profonda comprensione del luogo, della sua storia e della relazione, anche sensoriale, che si instaura tra costruzione, contesto e abitanti. Il nuovo progetto assume un valore non solo funzionale, ma anche storico e simbolico raggiungibile attraverso un attento studio delle dinamiche locali. Pur nella varietà degli oggetti architettonici, nelle vicinanze dell’area di progetto ricorrono numerosi edifici multipiano destinati a uffici realizzati a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta; questi volumi sono accomunati da facciate continue a nastro di memoria razionalista che hanno avuto un largo impiego nell’edilizia del secondo dopoguerra. L’orizzontalità delle facciate del progetto dell’Arcadia Center diventa così un’assonanza, una reinterpretazione di un carattere dell’area, restituendo un’immagine dell’esistente al tempo stesso rinnovata e familiare. Il nuovo e iconico edificio nasce da un articolato studio di rigenerazione urbana ed è frutto di scelte progettuali sfidanti che hanno modificato completamente l’immagine della preesistenza, caratterizzata da una mastodontica rigidità, esaltandone le forme attraverso un design dell’involucro riconoscibile e rappresentativo, pur mantenendo le strutture esistenti.
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Credit: Moreno Maggi
Credit: Moreno Maggi
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IL PROCESSO PROGETTUALE: TRA ANALISI DELL’EDIFICIO E STUDIO DELLA LUCE
23.000 mq di superficie totale completamente trasformati e rimessi a reddito con le parti di nuova concezione, curve morbide e di colore bianco, in equilibrio sinergico con le porzioni spigolose del volume preesistente in colore nero. La ricerca della giusta soluzione formale per il nuovo Arcadia Center si è mossa su due binari: da un lato lo studio della luce e dell’orientamento solare, dall’altro l’analisi dell’edificio esistente. Tutto il processo progettuale si è svolto direttamente in 3D, a partire dal modello dell’esistente che fornisce la materia prima su cui lavorare e da manipolare per poter dare forma all’edificio futuro. Il vecchio volume affacciato su strada, dall’aspetto squadrato e imponente, presentava una struttura con pilastri a vista, inframezzati da una facciata con lamelle frangisole posizionate verticalmente in considerazione dell’orientamento a sud-ovest della facciata. Inizialmente il fatto di riproporre la lamella originaria – anche se declinata in modo contemporaneo – sembrava la soluzione migliore, ma è subito emersa l’esigenza di conferire al volume un maggiore dinamismo rispetto alla sagoma originaria, per alleggerirne l’immagine e l’impatto. Le prime proposte progettuali si sono quindi concentrate sulla composizione e sugli equilibri della facciata, che si è pensato di modificare spostando verso sinistra l’ingresso e contemporaneamente demolendo parte del piazzale e l’originaria guardiola. Un intervento volto a creare una doppia altezza in corrispondenza dell’ingresso, posto così a un livello più basso rispetto all’effettivo piano rialzato di accesso e distribuzione verso gli spazi interni. Un secondo passo volto ad alleggerire ulteriormente il volume, portandolo quasi a “volare”, è rappresentato dalla scelta di dare al prospetto una lettura orizzontale, eliminando le lamelle frangisole verticali – inizialmente mantenute in quanto corrette sotto il profilo prestazionale – a favore di una schermatura orizzontale. Sono stati quindi studiati dei fascioni orizzontali, sagomati in modo da poter schermare i raggi solari nei momenti di maggior tangenza rispetto alla superficie della facciata Al fine di stabilire una relazione con il volume posteriore, mantenuto nelle sue geometrie originarie e che nel frattempo si era deciso di connotare con il colore nero, si è deciso di realizzare in copertura, un corpo che dialoga con la facciata principale per quanto riguarda le forme e con l’edificio retrostante relativamente al colore. Un “oggetto” dinamico, pensato come uno spazio privilegiato da cui godere della vista più bella sull’intorno e arricchito dalla presenza del verde (effettivamente poi non installato nella quantità prevista dal progetto). L’impronta architettonica originale è stata recuperata attraverso l’eliminazione di tutto ciò che non era prettamente strutturale, preservando la riconoscibilità dei due volumi distinti e scegliendo l’acciaio come materiale per ottenere con
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Credit: Moreno Maggi
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facilità le forme sinuose del perimetro, oltre che per realizzare i collegamenti con i solai in c.a. che sono stati rinforzati e mantenuti. L’edificio a sud, che si affaccia su via Grosio, attraverso un sistema di facciata in acciaio reinterpreta l’orizzontalità degli altri fabbricati della zona con vetrate a tutta altezza e marcapiani curvilinei verniciati di bianco. I grandi fascioni sono stati realizzati attraverso software parametrici grazie ai quali sono state identificate le varie lastre metalliche, lunghe fino a 6 metri e a spessore variabile, in base alla complessità dei tratti. Essi si aprono in terrazze in copertura e rappresentano il segno distintivo dell’edificio, avvolgendolo fungono sia da parapetto che da frangisole. Inoltre, le vetrate continue, avanzate rispetto al filo di facciata esistente con una struttura in carpenteria metallica, lasciano i nuovi pilastri all’interno dell’involucro facendo prevalere l’andamento orizzontale dell’edificio. Le travi di bordo sono anch’esse in acciaio e servono da ancoraggio per la nuova facciata che appare in tutta la sua sinuosità soprattutto nella nuova porzione aggettante, dove i solai esistenti vengono irrigiditi con travi in acciaio a doppia T a vista.
GRANDI VETRATE A FACCIATA CONTINUA
La copertura dell’edificio a nord, che negli anni Sessanta era a falde, viene modificata reinterpretando le forme originarie e, davanti alle vetrate a tutta altezza, sono fissate lamelle verticali per l’ombreggiamento sui lati est e ovest. In entrambi i fabbricati, le grandi vetrate creano la facciata continua, con l’obiettivo di migliorare le prestazioni energetiche e conferire il massimo comfort negli spazi di lavoro. Le porzioni tra-
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Credit: Moreno Maggi Credit: Moreno Maggi
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sparenti presentano infatti valori di trasmittanza pari a circa 1,0 W/mqK, mentre l’involucro edilizio in copertura e in facciata ha indicativamente valori sotto lo 0,2 W/mqK. L’estrema complessità realizzativa è stata gestita con tecnologia BIM, anche in considerazione dell’intero ciclo di vita dell’edificio, dalla realizzazione fino alla manutenzione da remoto. L’Arcadia Center, caratterizzato da cinque piani fuori terra adibiti prevalentemente a uffici, un piano rialzato con reception, spazi comuni, mensa, depositi, oltre a due piani interrati che ospitano magazzini, locali tecnici e autorimesse, è stato realizzato in tempi significativamente ridotti: un anno dall’inizio della riqualificazione fino all’allestimento degli interni per l’insediamento delle aziende.
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YIN E YANG
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L’approccio olistico e multisensoriale di studio all’architettura ha guidato il progetto verso una trasformazione sorprendente e innovativa dove il benessere psicofisico del fruitore dello spazio è obiettivo prioritario. I due corpi principali vengono concepiti come elementi complementari di un unico complesso, trasponendo in architettura il concetto filosofico orientale di yin e yang: a sud linee bianche morbide e sinuose, a nord tratti più duri e spigolosi esaltati dal colore nero. Le linee spezzate e nette del volume a nord con tetto a falde inclinate di altezza variabile vengono enfatizzate dal progetto di Tortato che riveste l’intero corpo con lamelle frangisole nere. Lo stesso linguaggio viene riproposto sul nuovo volume in copertura che viene arretrato e ridimensionato rispetto a quello preesistente e accoglie spazi di rappresentanza oltre agli uffici della dirigenza; qui le parti esterne sono utilizzate come terrazze con alberature di piccole-medie dimensioni che offrono uno spazio adatto per eventi o riunioni informali durante la bella stagione. Oltre all’acciaio, al vetro e al cemento, elementi essenziali del progetto sono l’aria, la luce, la natura. Come in altri progetti dello studio, la natura è complementare all’architettura, pensata per trasformare i volumi nel tempo e contribuire al benessere degli abitanti. Nel progetto di Arcadia Center, la vegetazione colonizza diverse parti dell’edificio: in copertura e dove i fascioni tridimensionali si aprono in terrazze, trovano spazio aiuole con alberi, arbusti e fiori. L’ampio basamento destinato a parcheggio è interrotto da un pozzo di luce che accoglie alberi e piante. All’interno del “modello federato” sono collegati tutti i modelli multidimensionali relativi alle varie discipline (architettura, strutture e impianti). In tal modo, il progetto è costantemente aggiornato e disponibile anche alle eventuali verifiche da parte del committente. La struttura creata, oltre che permettere una
Credit: Moreno Maggi
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condivisione delle informazioni in fase di progetto, consentirà in futuro di ottimizzare anche la manutenzione dell’edificio, innescando una fase di integrazione tra i processi e la sostenibilità dell’immobile. Un risultato finale in cui funzionalità, design e sostenibilità creano un connubio perfetto.
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CERTIFICAZIONI E PREMI
■ Certificato Leed Gold ■ Menzione d’Onore ai The Plan Awards 2019 ■ Progetto del mese (ottobre 2021) GBC Italia ■ Vincitore del The Plan Award Real Estate Special Contest 2021 nella categoria “Investment and Asset Management” ■ Special Mention nella categoria “Excellent Architecture” ai
German Design Awards 2022
SCHEDA PROGETTO
COMMITTENTE InvestiRe SGR PROGETTO ARCHITETTONICO, DIREZIONE ARTISTICA, COORDINAMENTO IN FASE DI PROGETTO E CANTIERE Giuseppe Tortato Architetti RESPONSABILE DI PROGETTO E DEL COORDINAMENTO Giorgia Celli TEAM DI PROGETTO Marco Bettalli, Daniele Nicoletti, Federica Grot, Federico Carabelli, Ilaria Albertin BIM MANAGEMENT Sebastiano Granetto, Domenico Contino COORDINAMENTO TEAM BIM Emanuele Banfi PROGETTO STRUTTURALE, ANTINCENDIO E SICUREZZA F&M Ingegneria PROGETTO IMPIANTISTICO E CERTIFICAZIONE LEED Tekser PROGETTO FACCIATE ED INVOLUCRI Eurodesign Crotti MODELLAZIONE PARAMETRICA FACCIATE Matteo Noto BIM AS BUILT Simplex design studio COSTRUTTORE METALLICO Sermeca spa IMMAGINI Moreno Maggi