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Il Tecnologo Alimentare tra le sfide e le opportunità della resilienza
Il concetto di resilienza che nell’ultimo anno, segnato dalla pandemia, ci accompagnava nei pensieri e ci dava coraggio per andare avanti nonostante le incertezze e le difficoltà che, speriamo, ci stiamo lasciando alle spalle, necessita ora di essere trasformato in azioni concrete. La speranza che “andrà tutto bene” deve lasciar spazio ad un agire consapevole e mirato, a interventi precisi, tempestivi e puntuali nel presente per far sì che il futuro abbia quella prospettiva migliore che tutti quanti auspichiamo.
Perché parlo di resilienza, che ormai sentiamo pronunciare da tutte le parti? Sfogliando il dizionario, troviamo un significato intrigante: “Resilienza - capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi”. Altro che urto, direi! La pandemia ha messo in ginocchio l’economia globale con conseguenze negative a tutti i livelli della nostra vita, dell’intera umanità.
Siamo diventati testimoni di uno scenario che mai avremmo potuto immaginare nei tempi pre-Covid, dove un protagonista invisibile ha ribaltato il nostro mondo abituale, costringendoci a rivalutare alcune delle certezze che consideravamo immutabili.
Dal termine resilienza, deriva l’aggettivo resiliente (dal latino resiliens, participio passato di resilire “saltare indietro”) che esprime al meglio il concetto di ciò che abbiamo bisogno adesso: essere resilienti, ovvero capaci di prenderci la nostra responsabilità e di andare avanti, imparando dagli errori e trovando nuove forze e opportunità per ribaltare la situazione. E se ci sono poche certezze in questo periodo di transizione e di ripartenza, di sicuro non mancano segnali forti che ci indicano la strada e la via d’uscita dalla crisi. Un fortissimo segnale in questo senso sono le recenti modifiche introdotte dalla Commissione Food Hygiene del Codex Alimentarius che ha revisionato il Codice di Buone Prassi relativo ai “General Principles of Food Hygiene”, “CXC 1-1969”, recepito dalla Commissione Europea con la pubblicazione del regolamento UE 2021/382 che a sua volta ha provocato la necessità di aggiornare, dopo 15 anni dalla entrata in vigore, il Regolamento CE 852/04. Con l’obiettivo di approfondire questi importanti argomenti per la nostra professione, l’Ordine dei Tecnologi Alimentari (Lombardia e Liguria) ha organizzato lo
MASSIMO ARTORIGE GIUBILESI
Presidente Ordine dei Tecnologi Alimentari Lombardia e Liguria
scorso 7 maggio, un evento formativo che ha riscosso grande successo con più di 220 partecipanti. Il webinar dal titolo “La gestione del sistema della sicurezza alimentare: luci e ombre delle modifiche legislative” aveva come focus l’attuale panorama normativo rivolto alla sicurezza alimentare, con la trattazione di due grandi temi: la modifica dello storico Reg. 852/2004 con l’emanazione del Reg.382/2021, che pone la sua attenzione su tre punti cardine: la gestione degli allergeni, la riduzione degli sprechi alimentari e gli obblighi in materia di cultura della sicurezza alimentare. Durante l’evento si è evidenziato come gli sforzi a livello legislativo si concentrano intorno ad obiettivo di introdurre e promuovere una cultura della sicurezza alimentare intesa come un nuovo paradigma da costruire tra convinzione e convenienza. Questi elementi necessariamente trovano riflesso anche su tutto ciò che riguarda il processo di verifica che è stato il secondo tema affrontato nel webinar, che si è soffermato sui controlli ufficiali secondo il Reg. 625/17 e il successivo adeguamento nazionale avvenuto con D. Lgs.27/ 2021. Tornando al tema della resilienza, si stanno delineando dunque le basi di un necessario e radicale cambiamento nel settore agroalimentare, usufruendo della leva imposta anche dalla pandemia. Lo mostrano i dati del rapporto OCSEFAO sulle prospettive agricole 20202029 che ipotizza nei prossimi dieci anni un aumento della domanda e dell’offerta grazie a tecniche di produzione più sofisticate. Aumenteranno i raccolti (+10%), le terre coltivabili (+5%) e il bestiame (+14%). Crescerà il bisogno di proteine vegetali a complemento di quelle animali e l’acquacoltura supererà la pesca. Il rapporto ha provato a prevedere come potrà essere questo decennio, iniziato con il coronavirus ma dove ci saranno molte altre sfide da affrontare per il settore agricolo e alimentare. Le questioni legate alla sostenibilità, in primis quella ambientale, ma anche quella economica, insieme agli approcci olistici OneHealth (animale-uomo-ambiente) basati su collaborazione, comunicazione e coordinamento in tutti i settori e discipline pertinenti, saranno le sfide e le opportunità lanciate alla nostra figura professionale. Secondo i dati ISTAT, il comparto agroalimentare italiano è strategico per l’economia del paese con quasi 740mila imprese agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione, 230mila punti vendita al dettaglio. Un insieme che genera 538 miliardi di valore lungo la filiera e garantisce 3,6 milioni di posti di lavoro. È evidente quindi come in questo scenario la figura del Tecnologo Alimentare (TA) si debba collocare in prima linea nei processi di “governance della filiera” che diventerà sempre più complessa ed interdisciplinare. In questo senso il periodo di pandemia ha evidenziato, anche per noi TA, alcuni limiti e barriere da superare legate soprattutto alle scarse risorse destinate alla ricerca e un sistema infrastrutturale e digitale decisamente da migliorare, che insieme alla normativa non chiara e farraginosa, rischiano di emarginarci. Vista l’intrinseca responsabilità che abbiamo nella nostra professionalità verso la società, dovremo agire consapevoli delle nostre competenze di eccellenza come punto di riferimento per le Imprese, interfaccia autorevole per le Istituzioni, garanti verso i consumatori. Lo slogan con il quale ci indentifichiamo con orgoglio da sempre, come “specialisti moderni e multidisciplinari che mettono al servizio del Pubblico Interesse le proprie competenze per garantire il miglioramento continuo della qualità e della sicurezza degli alimenti” non sarà sufficiente per il futuro, che richiederà nuove abilità e competenze. Il Tecnologo Alimentare deve trasformarsi, mostrando tutte le sue capacità di resilienza, da una figura multifunzionale in una indispensabile risorsa multipotenziale in grado di far emergere, dirigere, controllare gli aspetti più importanti della complessa filiera agroalimentare.
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