Meccanica & Automazione #7 - Settembre 2016

Page 1

MACCHINE UTENSILI

#7 settembre 2016 mensile

IN QUESTO NUMERO

VIDEO REPORTAGE Automatica 2016 SONDAGGIO Smart factory, chi la conosce? DOSSIER Rettificatrici FOCUS Il tornio del futuro INCHIESTA Italia - Germania, gemelli diversi

|

PROGE T TA ZIONE

|

AUTOMAZIONE

|

AT T UA L I TÀ

www.meccanica-automazione.com

STORIA DI COPERTINA La senza centri

flessible


marcovitidesign®

DELTA THE POWER OF GRINDING

RETTIFICATRICI PER SUPERFICI PIANE BI-MU 2016 FIERAMILANO 04-08.10.2016 PAD.13 STAND B09

DELTA S.r.l.

Strada Paiola 5/7 • 27010 Cura Carpignano (PV) Italy Tel. 0382.474301 • Fax 0382.483141 www.delta-spa.it • delta@delta-spa.it


fieramilano, 4-8/10/2016

PADIGLIONE 9 STAND D 09


Sommario S E T T E M B R E 2 0 16 # 7 MACCHINE UTENSILI

|

PROGE T TA ZIONE

#7 settembre 2016 mensile

|

AUTOMAZIONE

|

AT T UA L I TÀ

www.meccanica-automazione.com

STORIA DI COPERTINA La senza centri

IN QUESTO NUMERO

flessible

VIDEO REPORTAGE Automatica 2016 SONDAGGIO Smart factory, chi la conosce? DOSSIER Rettificatrici

12

FOCUS Il tornio del futuro INCHIESTA Italia - Germania, gemelli diversi

IN COPERTINA Rettificatrici Ghiringhelli S.p.A. Via Asmara, 19 21016 Luino (VA) Tel.: (+39) 0332.543424 info@ghiringhelli.it www.ghiringhelli.it

COPERTINA.indd 1

Caleidoscopio

25/08/16 19:09

IL SEMAFORO 8

OPINIONE

Efficiente, versatile e di facile utilizzo

INFORMAZIONE DAL MONDO TECNOLOGICO

Il Tornos Swiss GT 26, con capacità di barra di 25,4 mm di diametro, è una macchina automatica Swiss type dotata di sei assi lineari e due assi C. Versatilità, grande efficienza nelle operazioni a valore aggiunto e possibilità di lavorare con o senza bussola guida rendono Swiss GT 26 una soluzione di tornitura barre completa. Scoprite di più : www.tornos.com/swiss-gt

10 Credere di più nell’innovazione Daniele Panfiglio

Parlamento Europeo

Se la pensione te la paga il robot Arriva dal Parlamento Europeo la proposta di considerare i robot come persone, sia sul piano civile che sul piano previdenziale

A

d una prima lettura, questo progetto di relazione presentato da Mady Delvaux, eurodeputata lussemburghese del Gruppo dei Socialisti e dei Democratici, potrebbe far sorridere i lettori. Ma l’automazione sta sostituendo il lavoro umano nelle industrie, negli ospedali e nelle case. Crea nuovi lavori ma, al contempo, limita l’occupazione in molti settori della produzione. Da qui la proposta di considerare i robot alla stregua di persone giuridiche, con una responsabilità civile e fiscale a tutti gli effetti.

Tasse e previdenza sociale

L’aspetto che più ha suscitato clamore è stata la proposta di far pagare tasse aggiuntive a quelle aziende che mostrano un livello di automazione elevato, e che quindi impiegano meno risorse umane. Il lavoratore robotico, 16

a differenza del collega umano, non contribuisce alla previdenza sociale del Paese e questo avrà immancabilmente ricadute su un sistema pensionistico di per sé già in crisi. Questa è l’idea base della “tassa sul robot”: sopperire a quelle entrate garantite dagli stipendi degli umani nel sistema fiscale. Un altro obbligo che potrebbe gravare sulle imprese è il versamento di un’imposta per sovvenzionare tutti quei lavoratori che, con l’avvento dei robot, si troveranno tagliati fuori dal mercato del lavoro. Ai lavoratori umani potrebbe essere corrisposto quindi una sorta di reddito di cittadinanza finanziato direttamente dalle aziende che preferiscono impiegare robot nei loro processi produttivi.

Carta d’identità robotica e assicurazione

Proprio come per le automobili, anche i robot potrebbero presto

Paolo Beducci

avere l’obbligo di dotarsi di un’assicurazione che copra eventuali danni a cose e persone. Inoltre potrebbe essere introdotto una sorta di “anagrafe elettronica”, l’equivalente della nostra carta d’identità, per le macchine che lavorano a stretto contatto con i colleghi in carne ed ossa.

Una legge al momento poco probabile

La proposta lanciata dall’eurodeputata non è esente da effetti negativi gravi sulla ricerca tecnologica: basti pensare alle start up innovative e alle aziende che puntano sull’industrial automation che, di colpo, avrebbero nuovi ostacoli nel mercato di riferimento. Ma, anche se per il momento una legge effettiva in merito non c’è, l’impiego sempre più massiccio di robot al posto dei dipendenti umani deve far riflettere, e non è escluso che in futuro venga creata una normativa ad hoc. 

La soluzione di lavorazione avanzata

Swiss GT 26

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

We keep you turning CALEIDO 2 TASSE ROBOT.indd Tutte le pagine

29/07/16 16:15

TENDENZE 12

Gemelli diversi Fabio Basilico

16 Gli avvenimenti del mese

CALEIDOSCOPIO 16

Panorama Occupazione

Robot industriali venduti annualmente scala mondiale. Fonte IFR Worldwide annual supply ofsuindustrial robots Statistical Department.

2000 - 2015

Robot: creano o tolgono lavoro?

Scarsa qualità, investimenti fuori misura e troppi prodotti “già visti” per l’industria dell’automazione e della robotica cinese che, nonostante la crescita esponenziale registrata negli ultimi anni, non riesce a rinnovare il settore di Eleonora Panzeri

Industry automation

made in China: un’industria da reinventare

I

dati delle vendite mostrano come il Paese del Sol Levante abbia acquistato circa 67.000 robot industriali soltanto lo scorso anno, l’equivalente di oltre il 25% delle vendite totali su scala mondiale. “Sebbene il settore produttivo cinese abbia compiuto una virata decisa verso l’high tech, si è verificata un’espansione per molti aspetti “cieca”, non in grado di far seguire alla domanda la giusta risposta in termini economici e, spesso, immettendo sul mercato prodotti di scarsa qualità e innovazione. Frutto della frenesia più incontrollata”. Queste le parole, 30

riportate dall’agenzia di stampa ufficiale della Repubblica Popolare Cinese Xinhua, del vice ministro dell’industria e della tecnologia Xin Guobin. La stessa industria cinese afferma che i robot industriali, per lo più, sono utilizzati per semplici operazioni, quali carico e scarico di merci nonostante le incredibili potenzialità del settore. Le stesse potenzialità (almeno sulla carta) che hanno spinto il Paese a costruire più di 40 parchi industriali robotici negli ultimi due anni, forti del sostegno dei Governi locali che hanno elargito notevoli investimenti, non sempre ripagati

sul piano tecnologico e innovativo. L’Unione Robot Industriali cinese - CRIA - ha recentemente voluto sondare il terreno nel settore della robotica attraverso alcune indagini e statistiche. Ne è risultato che più del 60% degli oltre 22.000 robot industriale progettati e realizzati dalle aziende nel 2015 fossero per lo più modelli datati, di scarsa qualità, duplicati di tecnologie esistenti, come dichiarato anche dal vice ministro Guobin. La voglia di rinnovarsi per le aziende cinesi è tanta e lo stesso Governo ha messo in atto diverse strategie per sostenere la ricerca nel campo dell’automazione. Tra questi,

Foxconn conta oggi 50.000 addetti che dovranno fare i conti con la progressiva automazione dell’industria produttiva.

Forti investimenti e volontà di rinnovarsi sembrano quindi caratterizzare il settore dell’automazione cinese in questo frangente. Ma il rovescio della medaglia è sempre dietro l’angolo, e arriva da Foxconn. Il colosso dell’elettronica conto terzi - tra i clienti anche Apple e Samsung - ha tagliato 60.000 posti di lavoro umani sostituendoli con robot, portando l’occupazione nelle fabbriche del gruppo da 110.000 a 50.000 addetti. Un cambio di paradigma epocale che mostra gli effetti - in questo caso negativi - della progressiva digitalizzazione e automazione dei processi produttivi. Va però detto che le fabbriche cinesi si caratterizzano per un grado di automazione inferiore agli standard occidentali, sia in virtù dei minori costi del lavoro, sia per le pressioni governative volte ad aumentare l’occupazione. Da qualche anno, però, i costi del lavoro hanno subito impennate in Cina, mentre le richieste del mercato di massa, soprattutto nell’elettronica di consumo (cellulari, tablet, televisori) impongono tempi e ritmi sempre più difficili da rispettare con lavoratori in carne ed ossa. Foxconn ha dichiarato di voler riservare ai robot i lavori più ripetitivi, lasciando agli umani i compiti meno gravosi, ammettendo però di aver conseguito, nel passaggio, rilevanti risparmi sui costi di produzione.

il nuovo piano industriale da attuare a partire da quest’anno e fino al 2020 - redatto congiuntamente da diversi ministeri - spingerà le industrie nazionali a produrre 100.000 robot industriali all’anno, producendo un fatturato annuo pari a 30 miliardi di yuan (poco più di 4.000 miliardi di euro). 

300

248

250

'000 of units

166 150

100

PANORAMA

221

200

120 99 78

69

81

114

111

97

159

178

121

113 60

50

0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015* Source: IFR Statistical Department

Robot industriali venduti nei principali mercati mondiali tra il 2011 e il 2015. Annual supply of industrial robots Fonte IFR Statistical Department.

largest markets 2011 - 2015

67

+17%

China

+50%*

37 Rep. of Korea* 35

+20% 2015

Japan

2014 2013

+3%

27

2012

United States

2011

20

0%

Germany

0

10

20

30

*increase 2015 partly due to additonal companies reporting only in 2015

40

'000 of units

50

60

70

80

Source: IFR Statistical Department

Joint venture

Opportunità di crescita per l’Italia Il settore dell’automation industry cinese è molto più di un’opportunità quindi per le aziende italiane. E non è un caso se alcuni colossi del Bel Paese abbiano investito proprio in Cina, dove le possibilità di crescita e sviluppo sono notevoli per il settore della robotica. Dalla Cina è infatti arrivata la proposta del colosso della robotica Estun Automation per un accordo con la veneta Euclid Labs - progettatore e sviluppatore di software cadcam e di visione 3D per macchine e robot industriali - per dare vita a Euclid Labs China, finalizzata allo sviluppo e all’espansione dei sistemi di raccolta casuale di pezzi dal cassone (random bin picking) dell’azienda italiana anche nel mercato cinese. Il 40% della joint venture è di proprietà di Euclid Labs, società di cui Estun ha

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

comunque rilevato il 20% apportando un capitale quantificato in circa un milione di euro. Estun Automation è una dei principali produttori di apparecchiature e di componenti per il motion ed è quotata nella Borsa di Shanghai con un valore di circa 800 milioni di euro. Ma le espansioni italiane non si fermano qui. Efort, uno dei maggiori produttori cinesi di robot antropomorfi a 6 assi, ha scelto Evolut - azienda specializzata nell’automazione robotizzata di Brescia - come partner commerciale per sviluppare nuove soluzioni per l’industria avanzata. Al di fuori della Cina, Efort è un nome praticamente sconosciuto anche se i suoi investimenti in ricerca e sviluppo ammontano a ben 4 milioni di euro ogni anno, quasi interamente focalizzati su Industry 4.0 e IoT.

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

31

PAN 3 AUTOMAZIONE CHINA.indd Tutte le pagine

28/08/16 11:30

30 Industry automation made in China: un’industria da reinventare

DOSSIER

Dossier

RETTIFICATRICI

Nato nel 2011 con l’acquisto di una rettificatrice MAXI 2000/1100, il rapporto fra Delta rettificatrici e TVMP, si è consolidato lo scorso anno grazie a una Rotax 12 dell’azienda pavese che ha risolto parecchi dubbi operativi del costruttore di porta stampi di Francesco De Donatis

Come andare in

farmacia

36

È

proprio vero che l’Italia è il Paese delle sorprese. Nel senso che nel nostro girare per aziende che lavorano nel mondo della meccanica ne abbiamo trovata una particolarmente interessante. Ci riferiamo alla TVMP di Fiorenzuola d’Arda. Sinceramente non la conoscevamo quando abbiamo chiesto all’ing. Adriano Ceri della Delta rettificatrici di indicarci una azienda interessante da visitare per livello qualitativo dei prodotti e dei macchinari installati, la risposta è stata a dir poco secca: “TVMP è una realtà interessante: vale la pena visitarla e farsi raccontare chi sono”. Forti di questa “raccomandazione” siamo andati a vedere chi si cela dietro questo nome più da codice fiscale che da azienda emiliana a pochi chilometri da Piacenza lungo la via Emilia che porta a Parma e Bologna. Ad accoglierci c’è Giovanni Periti che insieme a tre soci rappresenta la seconda generazione imprenditoriale che gestisce la società specializzata dal 1972 nella produzione di porta stampi per iniezione di materie plastiche e pressofusione di alluminio. Quarantacinque anni di esperienza che oggi fanno la differenza rispetto a molti concorrenti. In totale, oggi per TVMP lavorano circa 40 persone, di cui 30 sono strettamente dedicate alla produzione. “Da quando TVMP è nata – ci spiega Giovanni Periti – si è sempre occupata di piastre porta stampi abbinando la produzione di articoli standard a quella di prodotti speciali realizzati su specifico disegno del cliente. Per questo motivo ci siamo attrezzati nel corso degli anni di un sistema informatico avanzato e di un parco macchine moderno, flessibile e soprattutto sempre aggiornato. Ma non solo: un’altra caratteristica del nostro operato è che puntiamo in modo, per certi versi quasi maniacale, sulla qualità. Siamo convinti che solo smarcandosi dal gruppo, solo riuscendo a fare la differenza nell’offerta qualitativa e dei servizi si possa essere competitivi. Il prezzo finale un po’ più elevato rispetto alla media è giustificato o

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

4

Evolut tecnologia per passione Nicoletta Buora Ma dove vai se l’additive non hai? Marco Torre Industry automation made in China: un’industria da reinventare Eleonora Panzeri

Qualità, asticella sempre più alta

STORIA DI COPERTINA 32

Oltre la metà è speciale

Tutto questo assume ancora più importanza se si considera che oggi oltre metà del realizzato in TVMP è composto da prodotto speciale, cioè realizzato su disegno specifico del cliente. D’altra parte speciale e standard sono le due facce di uno stesso problema produttivo. I clienti hanno spesso bisogno sia di speciale sia di standard. Per questo motivo oltre al magazzino grezzi, la TVMP si è dotata di due aree in cui sono stoccati i prodotti già fresati e quelli fresati e forati, pronti per essere inviati. “Per noi essere veloci è fondamentale – ci racconta ancora Periti – dobbiamo essere in grado se possibile di inviare il pezzo richiesto nelle 24 ore dalla domanda e questo non ci garantisce di esser sempre i più veloci. Sulla qualità invece sappiamo di poter essere concorrenziali

Arriva da Ghiringhelli la senza centri flessibile Paolo Beducci

DOSSIER RETTIFICATRICI

37

29/07/16 16:17

36 Come andare in farmacia

22 26 30

giustificabile solo se c’è in cambio qualcosa di più. Noi siamo riusciti a staccarci dal gruppo e quindi a proporre servizi e qualità di prodotto superiori”. Se da una parte produttività e qualità sono elementi base del successo, dall’altra c’è anche la velocità di esecuzione e di reazione rispetto alle richieste del mercato. Nel caso di prodotti standard il problema si presenta relativamente gestibile, visto che si tratta di articoli che possono essere in assortimento e comunque facilmente realizzabili semplicemente partendo da un codice a catalogo. Dove le cose si fanno più complicate è invece nello speciale. Qui è indispensabile avere un magazzino grezzi importante e una capacità di reazione elevatissima, senza perdere neppure un filo di produttività e qualità. “La vera sfida per noi – ci spiega Periti – è il giusto compromesso fra disponibilità di materiale e gestione dei costi e della produzione. In ogni caso cerchiamo di avere sempre materiale grezzo disponibile per assolvere tutte le richieste produttive possibili. È evidente che è inevitabile che non ci sia sempre tutto in magazzino, ma direi che la quota di materiale che dobbiamo cercare sul mercato difficilmente supera il 5% del fabbisogno. Cerchiamo di renderci autonomi e di viaggiare con i margini corretti per servire i nostri clienti nel modo migliore”.

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

DOSSIER 1 DELTA.indd 36-37

26

Gli avvenimenti del mese A cura della redazione

36

Come andare in farmacia Francesco De Donatis

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

32


Una piattaforma comune infinite opportunità. All you need is yellow! FANUC Force Sensor Particolarmente adatto per attività di assemblaggio o inserimento di pezzi di piccole dimensioni Force Sensor consente ai Robot di provare il senso del tatto.

Controllo intelligente Particolarmente adatto a processi di lavorazioni sofisticati che prevedono l’utilizzo di 32 assi e ambienti di macchine collegate in rete che incorporano uno o più controlli CNC.

TI ASPETTIAMO: PAD. 11 STAND E10/F11

FANUC 3D Area Sensor Soluzione con sistema di visione 3D plug & play per operazioni ad alta velocità di pick & place da cassone.

Trai i tuoi vantaggi dai punti di forza FANUC: Una piattaforma comune Ogni prodotto FANUC, sia esso un CNC, robot o macchina, condivide un sistema comune di controllo progettato per supportare l’integrazione senza problemi. Completa connettività Grazie alla connettività di rete nella progettazione, l’interfaccia tra i prodotti FANUC è semplice e veloce. Funzioni intelligenti Funzionalità collaudate come i sensori intelligenti e software FANUC dedicati per modellare e ottimizzare i processi e migliorare la produttività. WWW.FANUC.EU


Sommario DIRETTORE RESPONSABILE Giorgio Albonetti PUBLISHER Marco Zani DIRETTORE TECNICO Paolo Beducci REDAZIONE Eleonora Panzeri, Pamela Pessina redazione.ma@quine.it HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO Franco Baroni, Fabio Basilico, Paolo Beducci, Nicoletta Buora, Francesco De Donatis, Gabriele Fulco, Gianluca Govoni, Hafeez Najumudeen, Daniele Panfiglio, Eleonora Panzeri, Adriano Rossi, Guido Rossi, Marco Torre, Antonio Verona

46

DIREZIONE PUBBLICITÀ Sergio Cirimbelli dircom@quine.it DOSSIER

Dossier

RETTIFICATRICI

La collaborazione tra Fagor e Special Machine Tools, azienda di Luino (VA) produttrice di rettificatrici senza centri, è un classico esempio di come l’armonizzazione e la condivisione di intenti possa portare risultati positivi di Franco Baroni

Anche i

micron passano dal CNC

N

el mondo della macchina utensile il tempo corre per certi versi molto veloce, ma per altri estremamente lento. Nel senso che tanto è difficile costruirsi una reputazione, quanto è facile giocarsela in poco tempo con azioni che non siano del tutto rispondenti alle richieste ed alle aspettative del mercato. Per questo motivo è bene scegliere fin da subito i partner più adatti che possono essere in grado di sviluppare il proprio business. Soprattutto quando 50

si è nuovi sul mercato e si deve percorrere la lunga trafila che può portare alla riconoscibilità sul mercato. Questo concetto doveva essere ben chiaro ai soci fondatori della Special Machine Tools, azienda nata con l’idea di realizzare macchine basate su concetti moderni nel proprio settore, e che, col passare del tempo, ha allargato la propria sfera di operatività continuando una evoluzione che ha portato l’azienda ad ampliare la sua gamma prodotti, anche ad esempio alle rettificatrici destinate a lavorazioni speciali di ripresa su piccoli particolari. Se costruire macchine utensili è cosa non facile, anche proporre strumenti adeguati ad ottenere le massime prestazioni non è da meno. Anzi spesso un componente non all’altezza può influire negativamente sulle caratteristiche tecniche e le performance della macchina

utensile stessa; e la rettifica è da molti ritenuta un banco di prova importante per i costruttori di componenti. Soprattutto di componenti importanti e fondamentali. Non è quindi un caso se il mondo della rettifica rappresenti per Fagor una tipologia di macchina in cui la sua gamma prodotti trova una interessante applicazione. Ad iniziare dai trasduttori, Fagor può fornire righe ottiche con precisione nanometrica (indispensabili per macchine super-precise), disponibili in diverse tipologie: molto interessanti, per le applicazioni di rettifica, le versioni pressurizzate (un flusso d’aria continuo, uscente dalla riga, spinge fuori liquidi ed impurità) e la risoluzione nanometrica (fino a 0.01 micron). Per finire con il controllo numerico, un CNC senza concorrenti per la sua grande configurabilità. L’interfaccia utente, in tutte le famiglie di CNC per rettifica (CNC 8055TCO/ MCO e 8070) così come nei modelli adatti ad altri settori (8060/8065) può essere adattata grazie al software di configurazione fornito, oppure interamente realizzata custom per l’applicazione o il cliente: si tratta di una possibilità indispensabile per i costruttori di rettifiche per creare i loro cicli personalizzati di lavorazione e diamantatura dell’utensile. Proprio questi i motivi per cui Special Machine Tools, nata nel 2004 sulla sponda lombarda del lago Maggiore, ha scelto di affidarsi alla professionalità della Fagor. Seguendo le specifiche dei clienti, SMT progetta e realizza i suoi macchinari, equipaggiati con software dedicati al tipo di lavorazione, ed è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di rettifica. Tra i diversi tipi di rettificatrici disponibili,

le rettificatrici a centro fisso SMT, sviluppate unendo la versatilità di produzione alla semplicità di utilizzo, sono macchine indicate per la lavorazione di rettifica in “infilata”. Le slitte mola operatrice e mola conduttrice sono state strutturate in modo da garantire capacità di asportazione, evitando ogni tipo di flessione e offrendo precisione, solidità e affidabilità. Per quanto riguarda il supporto lama fisso su basamento, esso permette di realizzare sistemi carico/scarico pezzi, in maniera molto semplice. La testa mola operatrice con mandrino a doppio supporto idrodinamico (Twin-grip) garantisce poi rigidità e qualità, grazie al sostentamento idrodinamico. Per la mola conduttrice si è adottata una soluzione con mandrino a bronzine a bagno d’olio, che assorbono al massimo le vibrazioni, riducendo al minimo l’errore di forma. Se SMT quindi riesce a fornire macchine interessanti è altrettanto certo che, indipendentemente dal modello di macchina, Fagor Automation garantisce la massima facilità di applicazione per il costruttore, e la massima efficienza e qualità per l’utilizzatore. 

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

51

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

DOSSIER 4 FAGOR.indd Tutte le pagine

29/07/16 16:18

50 Anche i micron passano dal CNC

42 46 50

La flessibilità è solo il punto di partenza Paolo Beducci “E pensare che odiavo la rettifica!!” Paolo Beducci Anche i micron passano dal CNC Franco Baroni

INCHIESTA Inchiesta

52

INCHIESTA

SMART FACTORY

S

Le aziende italiane sono veramente smart? Se l’è chiesto il Politecnico di Milano quando ha deciso di indagare il livello di conoscenza e di applicazione dei concetti chiave dell’Industry 4.0 delle aziende dei territori di Brescia, Mantova e Verona. La risposta ci dice che la strada verso un’industria completamente automatizzata è ancora lunga, ma i presupposti base ci sono. E, in alcuni contesti, si fanno sentire forti e chiari di Antonio Verona

mart Factory, Industry 4.0, Internet of Things, cloud, process automation, sensori intelligenti... siamo certi che le aziende italiane conoscano questi concetti? Con il forum Meccatronica 3.0 ormai alle porte (12 ottobre, Forum Guido Monzani - Modena) è doveroso sondare le condizioni in cui versa l’industria dell’automazione e, in particolare, quanto dei concetti sopraelencati sia stato assimilato. Un’indagine condotta dal prof. Giambattista Gruosso e dalla dott.ssa Marianna Giassi del Politecnico di Milano - promossa da ANIE Automazione e Messe Frankfurt ha voluto identificare, all’interno dei settori dell’industria meccatronica e dell’automazione, i fabbisogni tecnologici e le esigenze attuali delle aziende, nonché il loro livello di conoscenza e (anche) di fiducia rispetto alle nuove tecnologie intelligenti.

Aziende coinvolte

Il campione di indagine

Smart Factory un sondaggio per fare il 52

Per individuare il miglior campione di indagine, i ricercatori hanno creato un elenco di aziende partendo dai bilanci depositati presso la Camera di Commercio e operando una selezione a partire dai codici Ateco 2007. In particolare si è fatto riferimento alle classi di fabbricazione di computer e prodotti per l’elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, strumenti di misurazione e orologi (Ateco 26); fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (Ateco 27); fabbricazione di macchina e apparecchiature (Ateco 28); fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (Ateco 29); fabbricazione di altri mezzi di trasporto (Ateco 30). Da questo primo elenco, si è poi provveduto alla creazione del database di riferimento per la ricerca, individuando 570 aziende delle province di Brescia, Verona e Mantova che facessero riferimento al comparto dei costruttori di macchinari per l’industria, servizi per l’automazione, costruttori e utilizzatori di componenti per l’automazione così suddivise: - Brescia: 326 aziende (57% del totale); - Verona: 169 aziende (30% del totale); - Mantova: 75 aziende (13% del totale). Fatturati e settori industriali a confronto Dall’analisi dei dati così individuati, è emerso che per il campione di aziende della provincia di Mantova il fatturato è pari a 648 milioni di euro, con quota parte maggiore nella sezione dei produttori di macchine e robot industriali (70%); mentre nella divisione per settori industriali, il 47% del fatturato è prodotto dal comparto manifatturiero seguito dal

settore packaging (30%). Fatturato totale di 1.071 milioni di euro, invece, per la provincia di Verona dove, anche qui, il 70% del capitale totale proviene dalle aziende produttrici di macchinari automatici e robot industriali; mentre il settore industriale più proficuo è rappresentato dal manifatturiero (45%) e dall’alimentare (26%), Ad accomunare seguiti dall’automazione industriale a quota 16%. le tre provincie la Le 326 aziende nella provincia di Brescia dimensione media hanno realizzato un giro delle aziende prese d’affari pari a 3 miliardi di euro, prodotto per il in esame: più della 36% dai produttori di componenti meccanici metà del campione pneumatici in gomma di riferimento, plastica. La divisione per settore invece, vede infatti, fa a capo preponderante il segmento relativo all’automotive/truck a micro e piccole (33%), seguito dal settore imprese industriale/manifattura (32%) e dall’automazione industriale (19%). Analizzati dalla ricerca anche utili e perdite aziendali per le tre provincie: Verona registra le perdite più consistenti con circa il 26% delle aziende con fatturati negativi. Segno meno anche per il 19% delle aziende bresciane e per il 16% delle aziende mantovane.

VIDEO REPORTAGE

punto della situazione

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

INCHIESTA SMART FACTORY.indd 52-53

53

29/07/16 16:19

52 Smart Factory un sondaggio per fare il punto della situazione

58

L’industrial automation tra presente e futuro Guido Rossi

FOCUS TORNI 68

Tech

Smart Factory un sondaggio per fare il punto della situazione Antonio Verona

Il Tornio del futuro... Nicoletta Buora

a) Product Marketing Manager di Omron Electronic Components Europe b) European Product markeying Manager for Sensors di Omron Electronic Components Europe

Hafeez Najumudeen (a), Gabriele Fulco (b) figura 3

Elettromeccanici: quando assemblare un FPC costa più che acquistarlo figura 1

Nel fotomicrointerruttore a riflessione, invece, l’emettitore e il ricevitore sono disposti come illustrato in figura 2. In questo caso quando l’oggetto è collocato nell’area di rilevamento, esso riflette il raggio di luce dell’emettitore, variando la quantità di energia ottica che raggiunge il ricevitore.

Oggi, nella progettazione di sistemi come gli elettrodomestici o le macchine per ufficio, i dispositivi chiave quali i fotomicrosensori sono spesso collocati al di fuori del PCB principale. E spesso ciò comporta dover predisporre un piccolo PCB aggiuntivo separato, sul quale assemblare il sensore. Scegliendo un sensore precablato - che può essere installato in qualunque punto del sistema - è possibile fare a meno della scheda PCB dedicata, con un risparmio che è nettamente maggiore rispetto al piccolo sovrapprezzo che il dispositivo precablato comporta.

Sensori

È questo il caso, ad esempio, di un distributore automatico di bevande, in cui il sensore che conferma la presenza del bicchiere dovrà essere collocato nella zona di erogazione della bevanda. Ma quasi certamente il PCB principale sarà installato al centro della macchina, dove è più protetto. 74

Solitamente questa applicazione richiede un fotomicrointerruttore, un piccolo sensore ottico che rileva gli oggetti o la loro posizione per mezzo di un raggio di luce. Esistono due tipi principali di fotomicrointerruttore: a trasmissione (a forcella) e a riflessione. Il tipo a forcella è costituito da un emettitore e un ricevitore posti l’uno di fronte all’altro. Quando un oggetto è posizionato tra ricevitore ed emettitore, esso intercetta il raggio di luce, figura 2 riducendo così l’energia ottica destinata al ricevitore (figura 1). Per i progettisti sono oggi a disposizione diverse soluzioni a sensore per il rilevamento di oggetti che si muovono orizzontalmente o verticalmente, anche in versione

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

impermeabile alla polvere o con ampio slot di rilevamento. Ogni variante è disponibile nei formati Dark-On e Darf-Off. Nel primo caso il fotomicrosensore si attiva quando non ci sono oggetti da rilevare; nella formula Dark-Off il dispositivo si attiva invece in presenza dell’oggetto. I fotomicrointerruttori – utilizzati in sistemi quali macchine per ufficio, elettrodomestici, distributori automatici, videogiochi e apparati medici – possono oggi essere forniti già saldati a un cavo di collegamento. Possono quindi essere imbullonati direttamente sul telaio dell’apparecchiatura nel punto più opportuno, e connessi tramite cavo al PCB principale. Eliminando la necessità di realizzare un’apposita schedina PCB per il sensore, si riducono i costi e si aumenta l’affidabilità.

Connettori per FPC

Un altro esempio di come il costo di assemblaggio del componente possa variare in base alla scelta del fornitore è il connettore FPC. Se un connettore richiede due secondi in meno per l’assemblaggio alla scheda, su un lotto di 500.000 unità si ottiene un

risparmio di tempo totale di quasi 278 ore, pari a 35 giorni lavorativi. I connettori per FPC (Flexible Printed Circuit) costituiscono la soluzione più comune e meno ingombrante per collegare più PCB tra di loro e ai display. La crescente diffusione dei prodotti elettronici indossabili imprime oggi un ulteriore impulso a questa tecnologia. Occorre però rilevare che con alcuni tipi di connettori FPC il processo di assemblaggio richiede meno passaggi, rispetto a quanto necessario con altri componenti. Molti produttori forniscono i loro connettori FPC con il meccanismo di blocco in posizione chiusa, il che rende necessaria un’operazione di apertura (solitamente manuale) prima di poter inserire il circuito flessibile. La ragione è che nella maggior parte dei connettori FPC il meccanismo di blocco si trova sul lato frontale, là dove va inserito il cavo FPC. Con la soluzione brevettata di Omron (Back Lock, figura 3) il meccanismo di blocco si trova invece sul retro del connettore. Molti prodotti che impiegano connettori FPC vengono prodotti in grandi quantità e ridurre il processo di assemblaggio anche di un solo passaggio può consentire importanti risparmi di tempo.

TECH I connettori FPC di Omron possono quindi essere forniti con il meccanismo di blocco in posizione aperta, eliminando così un passaggio del processo produttivo (Vedi figura 4).

Risparmio di tempo

2 s per connettore

Dimensioni del lotto

500 K

Risparmio di tempo totale

1 milione di secondi = 16.667 minuti = 278 ore = 35 giorni lavorativi

tavola 1

I costi, prima di tutto

Nello scegliere i componenti elettromeccanici più adatti, e nel confrontare proposte apparentemente identiche di due fornitori alternativi, vale sempre la pena interpellare il reparto produzione e l’ufficio progettazione per accertare eventuali differenze nel costo definitivo del componente assemblato. 

Il risparmio di tempo è di due secondi per ogni connettore ma il vantaggio complessivo su produzioni in grandi volumi può crescere significativamente (tavola 1). Questa soluzione offre l’ulteriore vantaggio di ridurre il rischio di sollevamento del meccanismo di blocco a causa dei movimenti del cavo durante l’uso (Tavola1).

MECCANICA & AUTOMAZIONE | MAGGIO 2016

PRISMA.indd 74-75

29/07/16 16:20

74 Elettromeccanici: quando assemblare un FPC costa di più che acquistarlo

6

75

74

Elettromeccanici: quando assemblare un FPC costa di più che acquistarlo Hafeez Najumudeen e Gabriele Fulco

UFFICIO TRAFFICO Donatella Tardini (Responsabile) d.tardini@lswr.it, Stefania Bruno s.bruno@lswr.it

Direzione, Redazione Quine S.r.l. - Via Santa Tecla 4, 20122 Milano - Tel +39 02 864105 -Fax +39 02 72016740 ABBONAMENTI Tel. 02.88184.317 - Fax 02.9366.4151abbonamenti@lswr.it Costo copia singola: euro 2,30 (presso l’Editore, fiere, manifestazioni) L’IVA è assolta dall’Editore ai sensi dell’Art. 74, 1° comma, Lettera C del DPR 26/10/72 n. 633 e successive modificazioni e integrazioni. Prezzo abbonamento annuo (10 fascicoli) in Italia euro 50,00, abbonamento Europa (10 fascicoli) euro 100,00. I numeri arretrati (seconda disponibilità) possono essere richiesti direttamente all’Editore, al doppio del prezzo di copertina. Non si effettuano spedizioni in contrassegno. L’Editore si riserva la facoltà di modificare il prezzo nel corso della pubblicazione, se costretto da mutate condizioni di mercato. L’IVA sugli abbonamenti, nonché sulla vendita dei fascicoli separati, è assolta dall’Editore ai sensi dell’Art. 74, 1° comma, Lettera C del DPR 26/10/72 n. 633 e successive modificazioni e integrazioni. STAMPA prontostampa S.r.l. Via Praga, 1 24049 Verdellino (BG) © 2016 QUINE S.r.l. Via Santa Tecla 4, 20122 Milano m&a meccanica&automazione mensile (10 numeri annui) Registrazione del Tribunale di Milano n. 653 del 21.09.2005. Iscrizione al R.O.C. n. 12191 del 29/10/2005 Tutti gli articoli pubblicati su m&a meccanica &automazione sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o la ristampa degli articoli deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs. 196/03, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dall’art. 11 D.Lgs. 196/03. I dati potrebbero essere comunicati a soggetti con i quali Quine S.r.l. intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Quine S.r.l. - Via Santa Tecla 4 20122 Milano Tel +39 02 864105 Fax +39 02 72016740, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazione di cui all’art. 7 D.Lgs. 196/03. RESPONSABILE DATI PERSONALI QUINE S.r.l. - Via Santa Tecla 4 20122 Milano Tel +39 02 864105 Fax +39 02 72016740 Per i diritti di cui all’articolo 7 del Decreto Legislativo n. 196/03, è possibile consultare, modificare o cancellare i dati personali ed esercitare tutti i diritti riconosciuti inviando una lettera raccomandata a: QUINE S.r.l. - Via Santa Tecla 4 20122 Milano

PRISMA 76

Notizie dalle aziende Gianluca Govoni

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

Per il periodo 1/1/2015-31/12/2015 Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica

Periodicità: mensile Tiratura media: 3.779 Diffusione media: 3.570 Certificato CSST n. 2015-2565 del 25/2/2016 Società di Revisione: Metodo


CENTRI DI LAVORO

9-D07

vi aspettiamo

your solution provider

CSH (Clever Sensored Heads): continuo monitoraggio e manutenzione predittiva possible grazie all’equipaggiamento di sensori (temperatura ed accelerazione)

THT (Turning Hybrid Table): Combinazione di soluzioni tra cuscinetto a rotolamento e sostentamento idrostatico per la migliore performance in tornitura ed in fresatura

DOT (Dynamic Optimized Turning): ottimizza in automatico la regolazione dei parametri dell’asse B in funzione all’inerzia del pezzo

PAMA SPA Viale del Lavoro, 10 I-38068 Rovereto (TN) - ITALIA Tel. (+39) 0464 455511

info@pama.it www.pama.it


Editoriale di Paolo Beducci

IL DNA DELLA MECCANICA Il mercato nazionale della macchina utensile ha ripreso vigore anche per gli ordini locali. Chi ha pensato di poter produrre in paesi low cost cose che si facevano solo da noi, è tornato indietro

I

l problema è il seguente: accontentarsi o lottare perché il futuro possa vederci in crescita costante e protagonisti ancora e a lungo di un mondo che diventa sempre più piccolo nelle dimensioni, ma grande

nei volumi? Perché alla fine il problema davanti a cui si trova il Paese e l’industria nazionale nel suo complesso è molto più complesso di quanto si possa immaginare. Negli ultimi decenni l’Italia ha perso un pezzo alla volta molti dei principali settori industriali. E faremo ancora fatica a venirne fuori se crediamo che il futuro del Paese possa essere legato a vestiti griffati, realizzati quasi sempre dove la manodopera costa un pugno di riso al giorno (quando c’è) e venduti a un pubblico sempre più ricco, ma non più sufficiente a garantire il benessere di tutti. O almeno, se vogliamo essere egoisti, neppure del mondo occidentale. In tutto questo ci sono le eccezioni. E il mondo che usa le macchine utensili ne è l’emblema. Ci sono imprese di dimensioni non sempre grandi, spesso piccole o al massimo medie secondo i criteri nazionali (dei microbi se si guarda al modo di misurare mondiale) che comunque riescono a farsi valere, magari andando a combattere coi propri pochi mezzi in aree lontane dieci o più ore di volo, quando fino a pochi anni fa avevano in casa un mercato locale che permetteva loro di essere forti anche fuori dai

8

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

confini. Non che oggi non lo siano più, ma fanno di sicuro più fatica. Soddisfare un mercato che si sviluppa per il 70 o l’80% all’estero (e spesso anche di più) è senza dubbio una fatica più grande. Quindi non può non farci contenti vedere che il mercato nazionale della macchina utensile abbia ripreso vigore anche per gli ordini locali. Anche se in questa fase un po’ a discapito dell’export. Segno che il mercato nazionale comunque si prepara a affrontare il futuro e che da noi, accanto ai costruttori di macchine utensili, anche gli utilizzatori credono che ci sia un futuro positivo e di crescita. Magari in questa fase sarà guidato più dall’export che dai consumi interni, ma comunque andranno alla fine ad aiutare maestranze nazionali. D’altra parte non sono poche le aziende che producono qualità ad avere capito che in futuro c’è e ci sarà spazio anche sul nostro mercato per prodotti di alta fascia (ci riferiamo ai contenuti) che altrove non possono trovare applicazioni. Il re-shoring non è più una moda o una tendenza, è una realtà. Chi ha pensato di poter produrre in paesi low cost cose che si facevano solo da noi, è tornato indietro. Perché dietro un oggetto di qualità costruito da mani esperte non ci sono solo dieci o venti anni di lavoro e crescita professionale di una persona o di un gruppo di lavoro, ci sono generazioni cresciute secondo certe logiche e studi recenti hanno dimostrato che il DNA non è immutabile, il DNA cambia in funzione degli ambienti, delle esperienze, delle abitudini dell’alimentazione e di molto altro ancora. E con una storia come la nostra, che può vantare a partire da Leonardo da Vinci, l’abitudine alla tecnologia e allo studio all’ingegno, non possiamo non pensare che qualche predisposizione genetica si sia sviluppata... 


The Art of Grinding.

A member of the UNITED GRINDING Group

S121 / S131 / S141 Gli esperti della rettifica interna e di raggi.

BI-MU 2016 FIERAMILANO

04.–08.10.2016

Padiglione 13, Stand A04

Diverse per dimensioni e complessità, ma uguali nei tratti essenziali: le specialiste per la rettifica cilindrica interna di alta precisione di raggi, sfere, coni e diametri. L’ineguagliabile precisione di STUDER si basa sulla costruzione del basamento macchina in Granitan® e sul sistema di guida StuderGuide®. La progettazione si è focalizzata su alti livelli di ergonomia per la rettifica, l’allestimento e la manutenzione della macchina. www.studer.com – «The Art of Grinding.»


L’opinione

di Daniele Panfiglio

Managing Director COMSOL

CREDERE DI PIU’ NELL’INNOVAZIONE “Nonostante sul mercato esistano risposte efficaci e innovative alle sfide produttive che le aziende oggi devono affrontare, le soluzioni “conservative” sono spesso privilegiate a scapito dell’innovazione tecnologica”

I

nnovazione, ricerca e investimenti in nuove tecnologie. Sono queste le basi su cui, secondo noi, dovrebbero essere poste le fondamenta per una ripresa ‘intelligente’ e stabile in Italia. Nel nostro Paese esistono aziende di medie e piccole dimensioni, forse meno note dei grandi gruppi industriali ma riconosciute a livello internazionale per il know-how tecnologico raggiunto, che scelgono di investire in tool avanzati, in processi di lavorazione innovativi e in programmi formativi d’eccellenza per i propri dipendenti. Il loro obiettivo è quello di ottimizzare la produzione, rafforzare il proprio patrimonio tecnologico e trovare, in questo modo, nuove strategie per rispondere alla crisi. Certo, la situazione economica attuale non è facile e le difficoltà sono oggettive. La mancanza di liquidità e, talvolta, di commesse importanti ha necessariamente costretto molte aziende a operare altre scelte. E, nella maggior parte dei casi, la carenza di fondi ha portato a tagliare, prima di ogni altra cosa, gli investimenti che non generano un ritorno economico immediato. Le prime attività a essere penalizzate, inutile dirlo, sono quelle legate alla formazione, alla ricerca e, di

10

conseguenza, all’innovazione. Nel tentativo di ridurre gli sprechi e ottimizzare le risorse per affrontare la crisi, anche le Università - luogo di formazione e di ricerca per eccellenza - hanno subito una netta riduzione dei fondi disponibili per ricerca e didattica e per l’acquisto di strumentazione, fino quasi ad esaurire le risorse. Tempo e risorse (economiche e umane) vengono impiegati in primo luogo per rispondere alle necessità immediate, alle commesse in scadenza, ai progetti a breve termine, che possono portare un ritorno d’investimento immediato. Poche aziende, oggi, possono permettersi una pianificazione a lungo termine. Di conseguenza, anche le decisioni strategiche di più ampio respiro vengono posticipate a periodi di minore pressione lavorativa. Oltre all’oggettivo impoverimento economico, esistono altri due fattori che, a nostro parere, ostacolano gli investimenti nell’ambito della Ricerca&Sviluppo: il primo, di carattere prevalentemente psicologico, è l’incertezza, il timore verso il futuro. La mancanza di fiducia nella ripresa e l’incapacità (o impossibilità) di ‘guardare oltre’ costituiscono un forte freno per lo sviluppo di nuove idee e per la ricerca di nuove soluzioni per fronteggiare la crisi. Il secondo fattore, influente e radicato da tempo nella realtà italiana, oggetto anche di dibattito politico e mediatico, è la burocrazia, che rallenta qualsiasi processo decisionale e disincentiva le iniziative

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

coraggiose di chi scommette nel futuro. Anche in ambito europeo, i tempi dilatati imposti dagli apparati amministrativi ritardano l’accesso ai fondi. La nostra azienda produce e distribuisce software per la simulazione multifisica e per la creazione di app basate su simulazioni: si tratta di prodotti dall’elevato contenuto tecnologico, destinati specificamente ad aziende, enti di ricerca e università che si occupano di progettazione e ricerca di soluzioni all’avanguardia. Ci confrontiamo quindi quotidianamente con uffici tecnici e dipartimenti R&D di imprese di ogni dimensione. La nostra sensazione è che, nonostante sul mercato esistano risposte efficaci e innovative alle sfide produttive che le aziende oggi devono affrontare, le soluzioni ‘conservative’ siano spesso privilegiate a scapito dell’innovazione tecnologica e di una maggiore apertura verso il ‘nuovo’. Occorre, invece, avere il coraggio di percorrere nuove strade e di operare scelte diverse rispetto al passato, senza affossare l’esperienza maturata negli anni ma valorizzandola e potenziandola con nuove conoscenze e nuovi strumenti. Queste scelte richiederanno indubbiamente un investimento iniziale importante in termini di tempo e di risorse ma, sul lungo periodo, potranno costituire una strategia vincente e portare benefici duraturi. È la filosofia del ‘seminare ora, per raccogliere poi’. Una filosofia che, a lungo termine, premierà.


studiobrand.it

Trevisan Macchine Utensili. Un grande partner per dar vita a grandi progetti. I vostri.

Serie Oversize asse X - mm asse Y - mm asse Z - mm testa di tornitura- mm asse U - mm dimensione tavola - mm portata max tavola - kg Ă˜ max tornitura - mm

DS 1200 DS 1500 7.500 (opt. 11.500) 2.400 2.200 (opt. 3.000) 1.200 1.500 450 450 2.400 x 2.400 30.000 2.000 2.400

Dal 1963 Trevisan è all'avanguardia nelle lavorazioni meccaniche. Ci stimolano le grandi sfide: con un unico centro di lavoro, abbiamo reso possibili maschiature, forature, fresature e torniture facendo ruotare tutti gli utensili attorno al pezzo. Tecnologia evoluta a servizio del comparto energetico, automotive, navale, agricolo, aeronautico. Qualunque sia la vostra esigenza, i nostri centri di lavoro potranno soddisfarla. Trevisan macchine utensili. PiÚ di quello che ti aspetti. Trevisan Macchine Utensili Spa Headquarter: Via Cordellina, 102 - 36050 Sovizzo (Vicenza) - Italy tel. +39 0444 370251 - info@trevimac.com

trevimac.com ITALY USA RUSSIA FRANCE

More than you expect


Tendenze Italia e Germania. Due Paesi che condividono un ruolo chiave nel mercato mondiale delle macchine utensili. Entrambi con una forte posizione di esportatore netto, l’Italia produce meno della metà rispetto al concorrente d’oltralpe ma mantiene un mix equilibrato tra macchine ad asportazione e a deformazione, mentre la concorrenza tedesca si focalizza sul comparto dell’asportazione di Fabio Basilico

GemelliDIVERSI 12

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


C

hi non ricorda il mitico ItaliaGermania 4-3? Al di là delle prodezze di calcistica memoria, oggi la competizione tra Italia e Germania è soprattutto una complicata questione economica. Un esempio? Il mercato internazionale delle macchine utensili, dove italiani e tedeschi si combattono a suon di competenze e know how tecnologico, presenza sui mercati strategici, flessibilità produttiva. A prima vista emerge chiaramente che Italia e Germania giocano ad armi pari: entrambi i paesi rivestono un ruolo chiave sullo scacchiere internazionale delle macchine utensili, e pur con oggettive caratteristiche proprie, ognuno dei due mercati è in grado di incidere nell’andamento di un settore per sua natura ciclico e fortemente legato all’andamento economico regionale. Ma non mancano le differenze. Per scoprirle siamo andati a spulciare tra le righe del dettagliato e completo confronto, realizzato da UCIMU, tra industria italiana e tedesca nei due principali segmenti di cui si compone il settore delle macchine utensili - ovvero macchine a asportazione (69% della produzione mondiale) e macchine a deformazione (31% del consumo totale nel 2015) - a cui si aggiunge il comparto delle macchine per tecnologie non convenzionali.

In cerca di primati sfruttando risorse e competenze da leader

La Germania, insieme al Giappone, si contende il primato di maggior produttore di macchine a asportazione mentre l’Italia si distingue soprattutto per la produzione di macchine a deformazione (2,4 miliardi di euro nel 2015) e per tecnologie non convenzionali che richiedono l’impiego di sistemi più sofisticati, di maggiore qualità e precisione. Questo a titolo generale. Entrando

più nel dettaglio del confronto statistico, emerge che Italia e Germania, insieme a Giappone, Taiwan e Svizzera, sono esportatori netti di macchine utensili sia ad asportazione che a deformazione, mentre Cina, Usa, Messico e Russia sono importatori netti e dipendono significativamente dalle importazioni, in primis quelle da Italia e Germania: nel caso del colosso cinese, la domanda per macchine utensili è pari a quasi il

euro vs. 10,8 miliardi di euro nel 2014) e anche meno sviluppato in relazione al PIL (2,7 per mille vs. 3,8 per mille). Mentre il mercato italiano mostra un mix equilibrato tra asportazione e deformazione, il mercato tedesco appare fortemente sbilanciato verso l’asportazione. La quota delle macchine per tecnologia non convenzionale è invece comparabile nei due paesi, arrivando a un 4,6% della produzione. La forte posizione di esportatore netto

50% della domanda mondiale ma la produzione interna non copre un simile volume di consumo. A livello di produzione, dal 2014 è iniziato un nuovo ciclo di crescita della domanda (+4,6 %) che si è consolidato nel 2015 con un +7,3% ed è prevista stabile fino al 2019. Il dato 2015 fa riferimento al miglioramento complessivo dell’economia in alcuni paesi europei che contribuiscono per il 35% alla produzione mondiale, e allo sviluppo economico e industriale in Asia, dove viene prodotto il 57,8% delle macchine utensili sul mercato globale. Il mercato di produzione italiano è in termini dimensionali più piccolo di quello tedesco (4,3 miliardi di

dei due paesi - che vale 2,2 miliardi di euro per l’Italia e 5,3 miliardi di euro per la Germania - si traduce in un peso di circa il 70% dell’export sulla produzione. Le esportazioni di tecnologie non convenzionali pesano per circa il 9% sul totale export della Germania e per circa il 3% in Italia. Un dato interessante è che l’export dell’Italia verso la Germania ha una quota dell’11% mentre quello della Germania verso l’Italia del 3%.

L’Italia vince in pricing policy ma i tedeschi hanno il credito agevolato

I principali punti di forza della produzione italiana sono il made-in, il grado di sviluppo

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

13


Tendenze

tecnologico e una flessibile pricing policy, mentre i tedeschi traggono beneficio, oltre che dal made-in, da un accesso al credito agevolato e una maggiore disponibilità di incentivi finalizzati a favorire produzione, consumo ed export di macchine utensili. Non va poi sottovalutato il contesto istituzionale: le recenti riforme economiche varate in Italia, come ad esempio la legge Beni Strumentali – Nuova Sabatini, apre la realtà industriale italiana a nuove e interessanti possibilità di sviluppo. In Germania, il programma di Industrie 4.0, ovvero

la graduale automatizzazione delle attività industriali attraverso lo sviluppo di macchine automatiche, è alla base delle politiche economiche del governo di Berlino, che dispone di numerosi incentivi. La pricing policy premia nettamente l’Italia. Le aziende della Penisola, a differenza della maggior parte dei competitor d’oltralpe, mostrano una maggiore flessibilità sul prezzo, facilitando l’acquisto di macchine utensili attraverso l’offerta di pacchetti economici e un servizio di leasing. Grazie a questa strategia, risulta più agevole accedere a mercati

Italia

Lombardia e Veneto guidano l’offensiva tricolore Il mercato delle macchine utensili in Italia è composto prevalentemente da aziende piccole (con fatturato sotto i 50 milioni di euro) e medie (tra 50 e 200 milioni di euro). Meno numerose sono le grandi aziende con fatturato oltre i 400 milioni di euro. Le aziende di riferimento sono situate nelle Regioni dove sono presenti i principali Distretti dell’Industria meccanica. L’Istat ne ha individuati 38, soprattutto in Veneto e Lombardia e in misura minore Emilia Romagna e Piemonte. Le stesse Regioni dove sono localizzati anche i principali Distretti dell’Automotive e della lavorazione dell’alluminio. 14

Prevalentemente si tratta di società per azioni, di cui circa la metà fa parte di un Gruppo. A seguire, per numerosità, ci sono aziende a conduzione familiare. Mentre più di un terzo produce esclusivamente in Italia, altri operatori hanno impianti produttivi all’estero, in particolare negli Stati Uniti e in altri paesi della Comunità europea. Elevato è anche il numero di aziende con stabilimenti produttivi in Asia. Gli Stati Uniti sono un mercato chiave per le aziende italiane, grazie soprattutto alle infrastrutture presenti nel paese e alle industrie end-user che alimentano la domanda di macchine utensili.

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

emergenti dove i competitori locali sono generalmente sostenuti dal governo. In Germania, la maggior parte dei produttori di macchine utensili rimane inflessibile a livello di pricing policy, una posizione che li rende vulnerabili alla competizione derivante dai nuovi operatori presenti nei paesi emergenti. Importante anche l’analisi sul grado di sviluppo. Il contesto industriale italiano presenta una grande varietà in termini di attività economiche, dal momento che il paese si presta allo sviluppo di ogni settore, dal primario al terziario, e a differenza della Germania non è focalizzato così intensamente sull’industria pesante. Questo non vuol dire però che le aziende italiane non creino tecnologie avanzate: la continua ricerca e sviluppo di nuove tecnologie, come le macchine a TNC esportate proprio in Germania, è alla base del successo del made in Italy, a prescindere dal settore operativo. Nel sistema economico tedesco i settori più prominenti sono invece le industrie pesanti, quali automotive, A&D e acciaierie. Un modello industriale che si presta allo sviluppo del programma di Industrie 4.0 e all’automatizzazione dei processi produttivi, favorendo il consumo domestico di macchine utensili.

Vendita e post-vendita: Italia e Germania sullo stesso piano

Altro ‘punto caldo’ del confronto tra Italia e Germania sono i servizi di vendita e postvendita. Nell’ambito pre-sales, alcune aziende tedesche si stanno focalizzando sullo sviluppo di servizi innovativi come l’offrire al cliente la possibilità di fare incontrare i project manager delle due parti per attività di co-design e co-engineering prima e durante la fase di vendita effettiva di macchine utensili. Anche alcune aziende italiane offrono servizi di


Germania

advanced

Forti economie di scala per un processo produttivo più efficiente

Il Distretto tedesco a più alta concentrazione di produttori di macchine utensili è in Baden Württemberg; seguono la Baviera, la Renania Settentrionale-Vestfalia e la Turingia. L’industria tedesca delle macchine utensili si compone principalmente di aziende di grandezza media anche se il processo di concentrazione degli anni 92-94 e dal 2008 a oggi sta apportando modifiche significative al mercato. La ragione sociale della maggior parte delle aziende è la GmbH, ovvero società a responsabilità limitata. Sono presenti società a conduzioni familiare. Economie di scala permettono alle grandi aziende tedesche di rendere il processo produttivo più efficiente e soprattutto soddisfare la domanda di macchine proveniente da paesi esteri ed emergenti, che a causa del loro peculiare modello di sviluppo economico e industriale richiedono l’utilizzo di ingenti quantità di macchine. Mentre alcune aziende producono esclusivamente in Germania, altri operatori hanno stabilito impianti produttivi all’estero, in particolare in Cina e Usa. L’Asia rimane la principale destinazione delle esportazioni tedesche e mentre in paesi critici come Cina e India la domanda di macchine utensili è leggermente calata e/o sta andando incontro a dei cambiamenti, il Sud-Est asiatico presenta ottime prospettive di crescita per l’industria.

consulenza e co-engineering prima della vendita effettiva. Quando la vendita è in atto, molti operatori tedeschi offrono un servizio di acquisto e/o ritiro delle macchine usate del cliente. E c’è anche chi cerca di facilitare l’utilizzo dei propri prodotti attraverso il noleggio. Quasi tutte le aziende italiane offrono servizi di leasing al fine di facilitare la vendita delle proprie macchine. Infine, per quanto riguarda l’importante comparto del post-vendita, lo studio ci dice che tutte le aziende tedesche offrono un’ampia gamma di prodotti, in particolare la manutenzione programmata, che consolida il rapporto con il cliente per il quale la qualità e la sicurezza nell’utilizzo delle macchine è una priorità. Un altro servizio

su cui i tedeschi investono è la revisione e modernizzazione delle macchine attraverso la sostituzione di parti obsolete, come software o componenti specifiche. Le aziende italiane non sono però da meno potendo assicurare anch’esse un’ampia gamma di prodotti per il post-vendita, in primis la manutenzione, anche da remoto. Altri servizi offerti dagli operatori italiani sono l’assistenza 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e la telediagnostica. In definitiva, nello strategico comparto dei servizi vendita e post-vendita, possiamo dire con relativa sicurezza che il match tra Italia e Germania si conclude con un equo pareggio. I due paesi si dimostrano all’altezza delle sfide di un mercato sempre più competitivo e complesso. 

filettatura

foratura

fresatura

tornitura

Qualititività? Qualità e competitività in una parola.

AMB Stuttgart 2016 13-17 Settembre Stand E2-201

t. 041.959179 info@nikkotools.com

www.nikkotools.com Il marchio Nikko Tools è proprietà di Sorma SpA.


Caleidoscopio INFORMAZIONE DAL MONDO TECNOLOGICO

Parlamento Europeo

Se la pensione te la paga il robot Arriva dal Parlamento Europeo la proposta di considerare i robot come persone, sia sul piano civile che sul piano previdenziale

A

d una prima lettura, questo progetto di relazione presentato da Mady Delvaux, eurodeputata lussemburghese del Gruppo dei Socialisti e dei Democratici, potrebbe far sorridere i lettori. Ma l’automazione sta sostituendo il lavoro umano nelle industrie, negli ospedali e nelle case. Crea nuovi lavori ma, al contempo, limita l’occupazione in molti settori della produzione. Da qui la proposta di considerare i robot alla stregua di persone giuridiche, con una responsabilità civile e fiscale a tutti gli effetti.

Tasse e previdenza sociale

L’aspetto che più ha suscitato clamore è stata la proposta di far pagare tasse aggiuntive a quelle aziende che mostrano un livello di automazione elevato, e che quindi impiegano meno risorse umane. Il lavoratore robotico, 16

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

a differenza del collega umano, non contribuisce alla previdenza sociale del Paese e questo avrà immancabilmente ricadute su un sistema pensionistico di per sé già in crisi. Questa è l’idea base della “tassa sul robot”: sopperire a quelle entrate garantite dagli stipendi degli umani nel sistema fiscale. Un altro obbligo che potrebbe gravare sulle imprese è il versamento di un’imposta per sovvenzionare tutti quei lavoratori che, con l’avvento dei robot, si troveranno tagliati fuori dal mercato del lavoro. Ai lavoratori umani potrebbe essere corrisposto quindi una sorta di reddito di cittadinanza finanziato direttamente dalle aziende che preferiscono impiegare robot nei loro processi produttivi.

Carta d’identità robotica e assicurazione

Proprio come per le automobili, anche i robot potrebbero presto

avere l’obbligo di dotarsi di un’assicurazione che copra eventuali danni a cose e persone. Inoltre potrebbe essere introdotto una sorta di “anagrafe elettronica”, l’equivalente della nostra carta d’identità, per le macchine che lavorano a stretto contatto con i colleghi in carne ed ossa.

Una legge al momento poco probabile

La proposta lanciata dall’eurodeputata non è esente da effetti negativi gravi sulla ricerca tecnologica: basti pensare alle start up innovative e alle aziende che puntano sull’industrial automation che, di colpo, avrebbero nuovi ostacoli nel mercato di riferimento. Ma, anche se per il momento una legge effettiva in merito non c’è, l’impiego sempre più massiccio di robot al posto dei dipendenti umani deve far riflettere, e non è escluso che in futuro venga creata una normativa ad hoc. 


Efficiente, versatile e di facile utilizzo Il Tornos Swiss GT 26, con capacità di barra di 25,4 mm di diametro, è una macchina automatica Swiss type dotata di sei assi lineari e due assi C. Versatilità, grande efficienza nelle operazioni a valore aggiunto e possibilità di lavorare con o senza bussola guida rendono Swiss GT 26 una soluzione di tornitura barre completa. Scoprite di più : www.tornos.com/swiss-gt

La soluzione di lavorazione avanzata We keep you turning

Swiss GT 26


Caleidoscopio Hoffman

Hoffmann si fa ufficialmente bella Inaugurazione per la nuova sede di Vigonza (PD) della filiale italiana del colosso tedesco. Grandi spazi, tecnologie d’avanguardia e una sala metrologica di Paolo Beducci

A

nche se operativa già da diversi mesi, Hoffmann Italia ha preferito fare le cose per bene e aspettare l’arrivo della bella stagione e il completamento di ogni particolare per dare il via ufficiale alla inaugurazione della nuova sede per il nostro Paese che ha aperto in quel di Vigonza, alle porte di Padova. La struttura che sorge su un’area di circa 7200 mq ha una superficie coperta di oltre 2500 suddivisa tra uffici (1150 mq), aree di servizio (850 mq) e logistica (500 mq). La parte restante che supera abbondantemente i 5500 mq è invece destinata a verde e parcheggi. Le foto che accompagnano queste note sono forse la nota più esplicativa dell’impegno posto da Hoffmann nel realizzare la nuova sede interamente finanziata da Hoffmann Holding per un investimento che si attesta attorno ai 6 milioni di euro. L’aspetto più interessante della nuova realizzazione, progettata dallo Studio Endrizzi di Vigonza e realizzata da Cavagnis Costruzioni, oltre agli spazi e alla logistica interna che ne fanno 18

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

un esempio che in molti dovrebbero seguire, riguarda le tecnologie e i materiali adottati. Come nel caso dell’impianto fotovoltaico da 99 kW per produrre energia completamente priva di ricaduta ambientale, sistemi di illuminazione esclusivamente a led, domotica estesa a tutte le funzioni, controllo attivo dell’irraggiamento solare con il sistema dei frangisole. La sede ospita circa 55 dipendenti ma è prevista una crescita dimensionale dell’organico fino a oltre 75 dipendenti residenti: cifra che si prevede di raggiungere attorno al 2020. Ad oggi, è interessante notarlo, alle 55 persone presenti in azienda se ne affiancano altrettante che si occupano di vendita e operano esternamente alla sede. Inoltre esiste la possibilità di garantire, in futuro e con interventi ridotti, l’ampliamento del fabbricato dal lato uffici.

Tecnologie in mostra

A noi è piaciuta molto la hall spaziosa ed accogliente e dove all’interno dell’interattivo Garant World è possibile vedere e toccare con mano utensili Garant di asportazione

truciolo e utensili manuali, a questa si aggiunge una tool room attrezzata con un moderno Centro di Lavoro a 5 assi ed un Tornio del Partner tecnologico Hurco; il sistema di calettamento a caldo Garant SG1 e il sistema di presetting Garant VG1. Completano il tutto l’area espositiva della gamma di vending machines per utensili Tool24 Smartline, una sala metrologica spaziosa e completa con i più moderni strumenti di misura, due sale seminario modulari in grado di accogliere fino a 100 persone, la cucina con sala mensa con 70 posti a sedere e la bella area verde esterna atta ad ospitare eventi con i clienti e fornitori. Molto intenso il programma di corsi e seminari dedicati ai clienti nelle seguenti aree tematiche: corsi base ed avanzati di tornitura, foratura, fresatura ed alesatura, tecniche di serraggio pezzo ed utensili, metrologia, lean production e tecnica 5S, e-business ed ottimizzazione processi di approvvigionamento. Nel corso dell’anno 2016 sono previsti circa 25 seminari tecnici che ospiteranno più di 600 partecipanti. 



Caleidoscopio

Agenzia Europea per la Sicurezza

Robot e sicurezza sul lavoro Uno studio pubblicato da EU-OSHA fa luce sui risvolti positivi e negativi della diffusione dell’automazione nelle aziende

L

’automazione è sempre più un’opportunità per l’industria e la produzione. Ma a che prezzo? La risposta potrebbe arrivare dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) che, attraverso la pubblicazione di uno studio “A review on the future of work: robotics”, ha cercato di delineare pro e contro della sempre maggiore diffusione di robot industriali nei luoghi di lavoro. A cominciare dal rapporto, sempre più inevitabile e necessario, tra umano e macchina.

Benefici della robotizzazione

Alcuni Paesi europei includono la robotica nei loro programmi nazionali e cercano di promuovere una buona collaborazione tra robot e operatori per ottenere una migliore produttività. I maggiori benefici in materia di salute sul lavoro (SSL), derivanti da un più ampio uso della robotica, consistono sostanzialmente nella sostituzione dei lavoratori che operano in ambienti insalubri o pericolosi. Ci sono tuttavia, ad oggi, alcune competenze per le quali gli esseri umani continueranno ad essere più adatti, particolarmente per svolgere

20

MECCANICA & AUTOMAZIONE | APRILE 2016

mansioni che richiedono un alto livello di specializzazione, e la questione che si pone è come raggiungere la migliore combinazione di capacità di uomini e robot.

Quali conseguenze dalla collaborazione?

Lo studio riporta alcune delle conseguenze dello sviluppo della robotica in ambito SSL e, sebbene l’industria abbia già affiancato il lavoro umano a quello robotico, è un argomento che deve necessariamente essere approfondito e tenuto in considerazione.Non è possibile, ad oggi, fornire linee guida uniformi sulla

sicurezza e gestione del rischio. In alcune applicazioni della robotica i problemi di sicurezza sono stati gestiti correttamente, ma ci sono anche applicazioni che possono essere meno sicure. Inoltre è necessario analizzare e identificare le attività a rischio correlate alla robotica, in particolare modo in alcuni comparti lavorativi. Anche la questione legale in relazione all’evoluzione della robotica, sempre più diffusa e non solo in ambito industriale, deve essere approfondita: alcune questioni di responsabilità giuridica in caso di incidenti in un’area pubblica mancano ancora di una regolamentazione. 

Sicurezza

Cooperazione tra Stati

Linee guida per la sicurezza a livello europeo. Per migliorare la sicurezza nel settore automazione è necessario stabilire una maggiore cooperazione tra gli Stati europei, come auspicato dall’Agenzia. In particolare, le azione da intraprendere dovrebbero essere volta a: - stabilire i requisiti di sicurezza (requisiti, norme di funzionamento sicuro e buone pratiche); - elaborare linee guida di progettazione per l’ergonomia della robotica; - individuare metodi per migliorare la sicurezza e salute nelle applicazioni e verificare se vengono applicati correttamente i requisiti e le linee guida; - presentare modelli educativi per formare i lavoratori a lavorare con i robot; - sviluppare innovazioni per eliminare o ridurre i possibili rischi correlati alla robotica.


All in One: Safety & Automation

• Tempi di intervento ridotti grazie alla diagnostica dettagliata • Elevata flessibilità di utilizzo grazie alle numerose interfacce di comunicazione • Soluzioni software innovative per semplicità di configurazione, programmazione e visualizzazione • Elevata scalabilità per soluzioni mirate • Un unico sistema per sicurezza e automazione

Per ulteriori informazioni sulle soluzioni di automazione Pilz, visita: www.complete-automation.com

Pilz ltalia S.r.l.

20823 Lentate sul Seveso (MB)

0362 1826711

info@pilz.it

www.pilz.it


Panorama INFORMAZIONE DAL MONDO TECNOLOGICO

La profonda conoscenza dei processi d’automatizzare e l’elevato know how acquisito sul campo sono il valore aggiunto dell’azienda bresciana, impegnata in un ambizioso progetto interuniversitario tra Italia e Cina di Nicoletta Buora

Evolut

tecnologia per passione T

ecnologie, competenze e alta qualità distinguono la bresciana Evolut, leader in Italia e tra le prime a livello europeo nella realizzazione di impianti completi di robot antropomorfi per la manipolazione e l’asservimento di macchine utensili e transfer. Fondata 25 anni fa da Franco Codini, da quest’anno l’azienda ha scelto un partner per le sfide future, iniziando un’importante collaborazione con Efort, il maggiore produttore cinese di robot antropomorfi a sei assi, che è entrato nel capitale Evolut con il 22

70% di quote. Non a caso. Sì perché se è vero che la Cina è il primo mercato al mondo per la produzione di robot con una crescita nel 2014 del 56% (fonte IFR, International Federation of Robotics), è altresì vero che non vi sono le competenze di system integration, fondamentali per realizzare soluzioni e avviare processi di produzione, e ambite perché altamente specialistiche e frutto di anni di know-how acquisito sul campo. E in questo settore Evolut è una delle eccellenze italiane, piuttosto uniche e molto ricercate. Efort è il maggiore produttore cinese

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

di robot antropomorfi a sei assi, con una gamma articolata di modelli allineata ai maggiori produttori mondiali. Fuori dalla Cina è un nome praticamente sconosciuto anche se investe ben quattro milioni di Euro ogni anno in ricerca e sviluppo, quasi completamente focalizzati su Industry 4.0 e Internet of Things. A parlare di Efort e ad illustrare la situazione in Cina è stato YouWei, CTO di Efort e presidente Evolut S.p.A., in occasione di una conferenza stampa tenuta dai vertici Evolut-Efort per illustrare


YouWei, CTO di Efort e presidente Evolut S.p.A.

Franco Codini ha fondato Evolut 25 anni fa

l’ambizioso progetto di formazione che coinvolge la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia e l’Università cinese di Wuhu. In questo momento di grande sviluppo, la Cina si trova ad affrontare un gap tecnologico notevole rispetto agli altri Paesi manifatturieri: basti pensare che la densità di robot per 10.000 addetti arriva a 36 unità, poco più della metà della media mondiale di 66 e lontanissima dalla punta di 478 in Corea del Sud (dati IFR 2015). Ma i progetti cinesi sono molto ambiziosi e il Programma China 2025 ne è la testimonianza. In pratica l’obiettivo dichiarato per quella data è arrivare ad una produzione interna di elevato livello in tutti i settori tecnologici: dall’aeronautica al medicale, dall’informatica al ferroviario passando per il navale, l’automotive e l’energetico.

Una crescita costante

Dal 1991 a oggi, Evolut ne ha fatta di strada. Inizia come partner tecnologico di ABB Robotics uno dei principali produttori di robot su scala globale, di cui è ancora oggi solution provider; poi le competenze crescono per seguire il mercato in forte crescita, e da un’attività circoscritta a funzioni di integrazione, Evolut passa, a partire dal 1995, alla realizzazione di impianti completi di robot antropomorfi. È di quegli anni anche la realizzazione del sistema di visione proprietario che ha reso celebre l’azienda bresciana e le ha permesso di specializzarsi in impianti complessi. Oggi, Evolut si posiziona sul mercato come uno dei più importanti integratori Italiani ed Europei con più di 2.300 impianti, di cui oltre 1.500 dotati del sistema di visione proprietario, realizzati sul mercato nazionale e internazionale in diversi settori, dal General Industry, all’automotive, alla fonderia.

“Nel 2015 - ha dichiarato Gianpaolo Santin, direttore commerciale di Evolut - abbiamo totalizzato un fatturato di 25 milioni di euro, numeri importanti per i parametri del settore dell’automazione industriale in Italia. Integriamo più di 200 robot/ anno, di cui oltre 150 in Evolut e 40 in Webb Robotica (Musile di Piave, VE) acquisita lo scorso anno. Circa il 50% del nostro business è nel machine tending, tutto quello che riguarda l’asservimento di macchine operatrici, il 25% nel settore fonderia e il restante 25% negli impianti speciali, statisticamente importanti e legati ad applicazioni di incollaggio, manipolazione e assemblaggio di componenti”. Le soluzioni di Evolut sono da tempo realizzate in ottica 4.0, tant’è che la sua mission è diventata la ricerca delle migliori soluzioni alle difficoltà produttive dei processi, l’obiettivo di offrire maggiore efficienza e competitività alle aziende clienti, con una


Panorama Formazione

Collaborazione interuniversitaria con la Cina

Da sempre, fin dalla sua fondazione, Evolut punta sulla formazione, asset strategico per la propria mission. Ancor più in questa fase in cui Industry 4.0 sta imperversando. Non è un caso, infatti, che una realtà che conta poco più di cento addetti annoveri un team di venti ingegneri in formazione continua. Da questa convinzione e dalla collaborazione con Efort è nato da Evolut il progetto di formazione che coinvolge la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Brescia e l’Università cinese di Wuhu. L’obiettivo è ambizioso: porre le basi di una collaborazione interuniversitaria, con laboratori e percorsi formativi

migliore qualità del prodotto finale. Un esempio di questa capacità è il nuovo impianto realizzato presso la Teksid Aluminum di Carmagnola (TO) per la sterratura, sbavatura e taglio del nuovo basamento motore, completamente in alluminio, del nuovissimo motore quattro cilindri che equipaggia la nuova Giulia e non solo.

Semplificare per aumentare le performance

Non basta possedere tutte le tecnologie per realizzare il processo migliore, bisogna anche farlo funzionare. E la filosofia Evolut è semplice e chiara: semplificare i processi per renderli più performanti. Si parte dalla progettazione che deve essere accurata e tener conto di 24

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

comuni, che porti alla formazione di giovani ingegneri che possano realizzare una reale Industry 4.0 per conto di Evolut nel settore dell’automazione, per conto di Efort nell’ambito della produzione di robot e per tutti i clienti che desiderano procedere in questa direzione. Si parte con queste intenzioni, sperando che si aprano altre porte alla collaborazione internazionale, che si possano attivare stage formativi, esperienze dottorati di ricerca. Il primo obiettivo è selezionare un numero importante di giovani ingegneri che desiderino dedicarsi a questa attività per ampliare l’organico di Evolut in Italia e nella sua filiale in Cina

tutte le variabili coinvolte, dai tempi ciclo alle caratteristiche fisiche dei prodotti da trattare, dalle condizioni ambientali ai controlli da eseguire. La possibilità di operare con controllo remoto permette di verificare costantemente lo stato operativo di ogni singola cella e di tutte le linee di lavorazione tramite una visualizzazione molto immediata su un layout grafico di facile interpretazione. Non ultimo il vantaggio dato dal sistema di visione sviluppato internamente, condizione che ha permesso di sfruttarlo al 100% delle sue possibilità per offrire soluzioni innovative e performanti. La programmazione off line permette, inoltre, di simulare i processi

riproducendo i movimenti e le operazioni realizzate dai robot in un ambiente virtuale e verificare l’ottimizzazione del processo e la totale assenza di collisioni prima che il processo inizi. Il segreto per realizzare impianti di automazione funzionali e funzionanti è conoscere a fondo i processi che si devono automatizzare. Sembra banale ma non è scontato. Evolut, per esempio, ha una elevata competenza nel complesso settore della fonderia. In questo ambito, l’azienda realizza impianti per colata in gravità e pressocolata, forgiatura a caldo, sterratura, taglio, sbavatura e smerigliatura di componenti in alluminio, acciaio e ghisa. 



Panorama

Ma dove vai se

l’additive

non hai?

Un focus panel europeo voluto da rappresentanti di gran parte delle forze politiche presenti nel Parlamento comunitario, è stato il momento di confronto e di proposta per il futuro di questa tecnologia di Marco Torre

Q

uello che si è svolto recentemente a Bruxelles potrebbe essere facilmente scambiato per il classico convegno in cui si parla, anzi ci si parla addosso e alla fine ci si saluta dopo una giornata di parole e nulla, tutti molto contenti di essere stati comparse se non proprio protagonisti del teatrino (più o meno mediatico) che spesso la politica riesce a mettere insieme davanti a innovazioni industriali di cui poco capisce, poco gli interessa ma molto deve figurare. 26

A fine maggio a Bruxelles le cose invece e per fortuna sono andate un po’ diversamente. Forse perché nella discussione che al centro vedeva l’additive manufacturing, hanno partecipato in modo attivo, non solo i politici ma gli addetti ai lavori e chi in futuro dovrà necessariamente confrontarsi con questa tecnologia che seppur vecchia di oltre 40 anni (nacque infatti negli Usa nel 1973 con il nome di prototipazione rapida) solo negli ultimi anni ha conosciuto una vera e propria espansione e diffusione. Il problema affrontato a Bruxelles

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

era di quelli seri e che possono valere una fetta significativa del futuro del nostro continente. Tanto che come dicevamo prima, erano presenti rappresentanti delle aziende del comparto, istituzioni europee, nonché le altre parti interessate del settore delle macchine utensili. Insomma un bel think tank per discutere presso il Parlamento europeo in occasione della Conferenza europea 2016 sul 3D printing 2016. Il nocciolo della questione è rotato attorno a come l’Europa possa realizzare una strategia continentale di


lungo respiro per la produzione di additivi per sostenere lo sviluppo costante nel tempo dell’additive manufacturing e della sua tecnologia nel Vecchio Continente.

Uniti al di là delle ideologie

A ospitare la conferenza cinque politici europei appartenenti a aree e gruppi Parlamentari differenti ma allo steso tempo tutti convinti che proprio sull’additive si giochi una fetta importante delle opportunità di crescita che la produzione e l’industria europa hanno davanti nei prossimi anni. Non basta però esserne consapevoli, ma diventa necessario essere in grado di sostenere politicamente questa rivoluzione possibile sostenendo il cambiamento a livello continentale e nazionale in modo continuo e sostenibile.

Piuttosto nutrito e interessante il parterre di personalità presenti. Per la Commistione europea Peter Dröll, direttore per le tecnologie abilitanti fondamentali DG Ricerca e Innovazione e Ronan Burgess, capo dell’unità Photonics della DG Connect, per l’industria erano invece preseti relatori provenenti da Siemens, Sratasys, soluzioni SLM, Ultimaker, Materialise, 3D Italia nonché i rappresentanti di un progetto di cooperazione nella stampa 3D in via di attuazione nell’ambito di cooperazione allo sviluppo in Africa. Da parte loro i rappresentanti europei hanno sottolineato il lavoro indispensabile da continuare nell’ambito di una approccio unificato a livello europeo mirato proprio a sviluppare in modo coerente e misura massiccia

Come l’Europa possa realizzare una strategia continentale di lungo respiro per la produzione di additivi per sostenere lo sviluppo costante nel tempo dell’additive manufacturing tecnologie come l’additive manufacturing e al tempo stesso la necessità di ulteriore spinta per facilitare e rendere più veloce la crescita digitale in Europa. Elemento di grande rilevanza è che tutti concordano sul fatto che l’additive manufacturing offre grandi potenzialità di trasformazione e al tempo stesso riduce alcuni dei vincoli che di solito sono generati nei processi di produzione. Per certi versi si

PMI

Una strategia europea condivisa

riuscire a superare il semplice finanziamento alla ricerca. Questo in sintesi l’idea e la proposta che emergono dalla conferenza belga sull’AM. Questo per riuscire ad accelerare la diffusine e la crescita del mercato specifico che, emerge sempre in misura più chiara e concreta, ha necessità di standard, accesso ai finanziamenti , principalmente per le PMI che sono la colonna vertebrale della nostra economia. Con questi viaggiano anche la sensibilizzazione lo sviluppo delle competenze,le norme di responsabilità. C’è poi un problema di sviluppo della proprietà intellettuale e delle norme e delle procedure di certificazione. Le PMI in particolare dovrebbero avere a disposizione

l’accesso a un dBase di fornitori di AM e di 3D Printing a livello europeo, una specie di albo degli operatori. Uno strumento questo che potrebbe rivelarsi utilissimo proprio per dare spazio alla crescita di società di servizio che operano nel mondo dell’AM. L’altro aspetto è la crescita di standard comuni e condivisi. Pensiamo sinceramente che in una UE che riesce a disquisire e inventare regole per la classificazione e la vendibilità delle banane e delle zucchine, un minimo di buona volontà nell’accompagnare il settore a darsi regole comuni, sia più cha auspicabile. Discorso che deve valere anche nello sviluppo di nuovi materiali, da certificare, che sono parte integrante dei processi di AM. MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

27


Panorama Bruxelles

Il pensiero del CECIMO

L’occasione dell’incontro a Bruxelles ha rappresentato l’opportunità per approfondire anche la discussione sulle sfide ICT connesse al comparti manifatturieri continentali. In ballo ci sono tecnologie avanzate che consentono lo sviluppo di differenti filiere del tutto innovative, come nel caso dell’AM. Questo porta alla necessità di sviluppare una vera e propria rete ICT a livello di ciascuno dei singoli stati membri della UE. Filip Geerts, Direttore Generale di CECIMO sostiene che “in Europa, sia i governi nazionali sia la Commissione europea hanno sostenuto lo sviluppo AM, gli investimenti in R & I e

dei relativi partenariati pubblico-privati, attraverso progetti diretti e finanziamento di centri di R & I. Di conseguenza, anche grazie a imprenditori innovativi e coraggiosi, l’Europa prende l’iniziativa nella produzione di sistemi di metallo AM a livello globale, sfruttando la sua eredità nel campo delle tecnologie di produzione industriale. Tuttavia, ci sono sfide e ostacoli sulla strada: a tal fine, la politica deve svolgere un ruolo nello sviluppo della tecnologia e la diffusione sul mercato. Con il suo know-how, la forza lavoro e le risorse qualificate, l’Europa ha il potenziale di garantire un centro globale di eccellenza in AM”.

Le PMI in particolare dovrebbero avere a disposizione l’accesso a un dBase di fornitori di AM e di 3D Printing a livello europeo, una specie di albo degli operatori

potrebbe dire che a distanza di vent’anni dalla rivoluzione internet da molti definita come democratica, anche l’avvento dell’AM può in qualche modo avere una funzione simile nel mondo dell’industria.

Futuro dirompente

Non a caso l’AM è a tutti gli effetti una tecnologia dirompente che avrà impatto positivo sui materiali, sul risparmio energetico e al tempo stesso ridurrà i costi della supply chain e offrirà una occasione importante per migliorare istruzione e competenze. Ma quali gli argomenti da includere in una strategia continentale in materia dedicata allo sviluppo di questa area tecnologica? Ricerca, formazione, protezione della proprietà intellettuale nello sviluppo delle PMI, oltre a tutte le 28

aree legate alla normalizzazione e alla certificazione. In ogni caso l’aspetto più evidente è che ad oggi manca del tutto un coordinamento e un intervento strutturale pluriennale che sia in grado di guidare gli investimenti pubblici e privati. Questo comporta il rischio di metter in difficoltà la condivisione della conoscenza a livello europeo rendendo di fatto l’Europa e i suoi attori, più deboli nell’area dell’AM nell’agone della concorrenza internazionale. D’altra parte la sfida sull’additive manufacturing si gioca principalmente attorno a pochi elementi considerabili chiave nello sviluppo futuro: basso footprint (sostenibilità ambientale) grazie a una riduzione sensibile dei consumi energetici e di materiali

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

per aumentare al sicurezza e la salute di chi lavora. Ma non solo di competitività e sostenibilità si tratta: ci vuole una strategia globale per l’AM che sia in grado di includere anche la disponibilità all’accesso a strumenti finanziari di supporto agli investimenti per la ricerca, l’innovazione la standardizzazione e la certificazione. Argomenti questi ultimi che riprenderemo su m&a, molto presto. Inutile dire e riaffermare che per raggiungere questi risultati è indispensabile, e non rinviabile, individuare il canale di dialogo fra le diverse parti industriali e istituzionali coinvolte. 


Prestazioni ed economia ottimizzate CoroMill® 745 è una nuova soluzione multitagliente per spianatura su acciaio e ghisa. Bilaterale, ma con esclusivi inserti inclinati per un'azione di taglio positiva, è dotata di 14 taglienti effettivi che offrono un'efficienza costi superiore. Il design innovativo offre una serie di vantaggi, tra cui eccellente formazione truciolo, basso assorbimento di potenza e rumorosità ridotta, riducendo nel contempo i costi per componente.

CoroMill® 745. Made for Milling.

Padiglione 13, Stand A18-B17 sandvik.coromant.com/madeformilling


Panorama

Scarsa qualità, investimenti fuori misura e troppi prodotti “già visti” per l’industria dell’automazione e della robotica cinese che, nonostante la crescita esponenziale registrata negli ultimi anni, non riesce a rinnovare il settore di Eleonora Panzeri

Industry automation

made in China: un’industria da reinventare

I

dati delle vendite mostrano come il Paese del Sol Levante abbia acquistato circa 67.000 robot industriali soltanto lo scorso anno, l’equivalente di oltre il 25% delle vendite totali su scala mondiale. “Sebbene il settore produttivo cinese abbia compiuto una virata decisa verso l’high tech, si è verificata un’espansione per molti aspetti “cieca”, non in grado di far seguire alla domanda la giusta risposta in termini economici e, spesso, immettendo sul mercato prodotti di scarsa qualità e innovazione. Frutto della frenesia più incontrollata”. Queste le parole, 30

riportate dall’agenzia di stampa ufficiale della Repubblica Popolare Cinese Xinhua, del vice ministro dell’industria e della tecnologia Xin Guobin. La stessa industria cinese afferma che i robot industriali, per lo più, sono utilizzati per semplici operazioni, quali carico e scarico di merci nonostante le incredibili potenzialità del settore. Le stesse potenzialità (almeno sulla carta) che hanno spinto il Paese a costruire più di 40 parchi industriali robotici negli ultimi due anni, forti del sostegno dei Governi locali che hanno elargito notevoli investimenti, non sempre ripagati

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

sul piano tecnologico e innovativo. L’Unione Robot Industriali cinese - CRIA - ha recentemente voluto sondare il terreno nel settore della robotica attraverso alcune indagini e statistiche. Ne è risultato che più del 60% degli oltre 22.000 robot industriale progettati e realizzati dalle aziende nel 2015 fossero per lo più modelli datati, di scarsa qualità, duplicati di tecnologie esistenti, come dichiarato anche dal vice ministro Guobin. La voglia di rinnovarsi per le aziende cinesi è tanta e lo stesso Governo ha messo in atto diverse strategie per sostenere la ricerca nel campo dell’automazione. Tra questi,

Foxconn conta oggi 50.000 addetti che dovranno fare i conti con la progressiva automazione dell’industria produttiva.


Occupazione

Robot industriali venduti annualmente scala mondiale. Fonte IFR Worldwide annual supply ofsuindustrial robots Statistical Department.

2000 - 2015

Robot: creano o tolgono lavoro?

il nuovo piano industriale da attuare a partire da quest’anno e fino al 2020 - redatto congiuntamente da diversi ministeri - spingerà le industrie nazionali a produrre 100.000 robot industriali all’anno, producendo un fatturato annuo pari a 30 miliardi di yuan (poco più di 4.000 miliardi di euro). 

300

248

250

221

200 '000 of units

Forti investimenti e volontà di rinnovarsi sembrano quindi caratterizzare il settore dell’automazione cinese in questo frangente. Ma il rovescio della medaglia è sempre dietro l’angolo, e arriva da Foxconn. Il colosso dell’elettronica conto terzi - tra i clienti anche Apple e Samsung - ha tagliato 60.000 posti di lavoro umani sostituendoli con robot, portando l’occupazione nelle fabbriche del gruppo da 110.000 a 50.000 addetti. Un cambio di paradigma epocale che mostra gli effetti - in questo caso negativi - della progressiva digitalizzazione e automazione dei processi produttivi. Va però detto che le fabbriche cinesi si caratterizzano per un grado di automazione inferiore agli standard occidentali, sia in virtù dei minori costi del lavoro, sia per le pressioni governative volte ad aumentare l’occupazione. Da qualche anno, però, i costi del lavoro hanno subito impennate in Cina, mentre le richieste del mercato di massa, soprattutto nell’elettronica di consumo (cellulari, tablet, televisori) impongono tempi e ritmi sempre più difficili da rispettare con lavoratori in carne ed ossa. Foxconn ha dichiarato di voler riservare ai robot i lavori più ripetitivi, lasciando agli umani i compiti meno gravosi, ammettendo però di aver conseguito, nel passaggio, rilevanti risparmi sui costi di produzione.

166 150

100

120 99 78

69

81

114

111

97

159

178

121

113 60

50

0

2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015* Source: IFR Statistical Department

Robot industriali venduti nei principali mercati mondiali tra il 2011 e il 2015. Annual supply of industrial robots Fonte IFR Statistical Department.

largest markets 2011 - 2015

67

+17%

China

+50%*

37 Rep. of Korea* 35

+20% 2015

Japan

2014 2013

+3%

27

2012

United States

2011

20

0%

Germany

0

10

20

30

*increase 2015 partly due to additonal companies reporting only in 2015

40

'000 of units

50

60

70

80

Source: IFR Statistical Department

Joint venture

Opportunità di crescita per l’Italia Il settore dell’automation industry cinese è molto più di un’opportunità quindi per le aziende italiane. E non è un caso se alcuni colossi del Bel Paese abbiano investito proprio in Cina, dove le possibilità di crescita e sviluppo sono notevoli per il settore della robotica. Dalla Cina è infatti arrivata la proposta del colosso della robotica Estun Automation per un accordo con la veneta Euclid Labs - progettatore e sviluppatore di software cadcam e di visione 3D per macchine e robot industriali - per dare vita a Euclid Labs China, finalizzata allo sviluppo e all’espansione dei sistemi di raccolta casuale di pezzi dal cassone (random bin picking) dell’azienda italiana anche nel mercato cinese. Il 40% della joint venture è di proprietà di Euclid Labs, società di cui Estun ha

comunque rilevato il 20% apportando un capitale quantificato in circa un milione di euro. Estun Automation è una dei principali produttori di apparecchiature e di componenti per il motion ed è quotata nella Borsa di Shanghai con un valore di circa 800 milioni di euro. Ma le espansioni italiane non si fermano qui. Efort, uno dei maggiori produttori cinesi di robot antropomorfi a 6 assi, ha scelto Evolut - azienda specializzata nell’automazione robotizzata di Brescia - come partner commerciale per sviluppare nuove soluzioni per l’industria avanzata. Al di fuori della Cina, Efort è un nome praticamente sconosciuto anche se i suoi investimenti in ricerca e sviluppo ammontano a ben 4 milioni di euro ogni anno, quasi interamente focalizzati su Industry 4.0 e IoT.

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

31


Cover

STORIA DI COPERTINA

Prevedere e inseguire le necessità del mercato

32

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


Arriva da Ghiringhelli la senza centri

flessibile

Un nuovo modo di pensare la produzione e la sfida della flessibilità sono i cardini su cui si muove l’innovazione dell’azienda di Luino che affronta mercati tradizionali con idee nuove di Paolo Beducci

C

i sono due argomenti che ci interessa affrontare in questo articolo: il primo concerne l’organizzazione aziendale di Ghiringhelli e il secondo un’area applicativa dei prodotti dell’azienda di Luino che per certi versi è considerabile una novità, anche se sarebbe più corretto parlare di un ritorno verso comparti che sono comunque sempre stati ritenuti importanti e da presidiare. Ma che negli ultimi tempi, proprio anche grazie ai cambiamenti organizzativi, è stato possibile tornare a seguire con maggiore tempestività.

Cambia il modo di pensare la produzione

Procediamo con la dovuta calma. Una delle caratteristiche che il mercato della macchina utensile sta sempre più cercando è quella della disponibilità a breve di un prodotto da mettere in linea di lavoro in tempi rapidi. Perché indipendentemente dal settore in cui si opera, negli ultimi anni la velocità di reazione è divenuta fondamentale. Più che mai. Oggi però ordinare una macchina e immaginare che possa essere pronta fra sei mesi o un anno è – se si escludono determinate tipologie di prodotti – praticamente inconcepibile. “Questo motivo e non solo questo – ci spiega Patrizia Ghiringhelli a.d. dell’azienda di famiglia

– ci ha indotto a cercare un modo per poter essere più veloci nei tempi di reazione verso il mercato, avviando una vera e propria produzione di macchine in piccoli lotti, perché può essere utile avere disponibili macchine da consegnare in tempi rapidi. Non stiamo parlando di produzione in serie, i nostri numeri non lo giustificherebbero, ma di un modo per essere ancora più reattivi verso la domanda che viene dal mercato”. Scelta indovinata visto che proprio negli ultimi mesi un ordine composto di più macchine è stato conquistato anche grazie alla disponibilità in tempi rapidi di una prima rettifica che era già in fase di allestimento e che sarà seguita da altre macchine a distanza di tempo ravvicinata e già stabilita. Garantendo in questo modo i tempi di consegna desiderati dal cliente. Tutto ciò senza dimenticare quelli che sono i punti di forza di una società come la Ghiringhelli che ha fatto della capacità di personalizzare il prodotto in funzione delle richieste del cliente, un punto nodale della propria presenza sul mercato. Quindi, capacità di prevedere, capacità di interpretare e velocità nel seguire i desideri del mercato per poter essere sempre pronti al momento giusto. Non è sinceramente una sfida facile da lanciare e sostenere. In questo caso però, la scommessa è stata fatta e a quanto pare anche vinta nonostante un’attività di questo tipo comporti anche un coinvolgimento dei fornitori e di tutti coloro che lavorano con Ghiringhelli. Per questo motivo si è anche deciso di investire in nuove macchine utensili in officina, integrando al meglio le necessità di componenti con MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

33


STORIA DI COPERTINA

Prevedere e inseguire le necessità del mercato Gruppi di carico e sistemi di fissaggio rapido

Flessibilità massima e su misura

La domanda si direbbe, viene spontanea: come fare in modo che si possano lavorare pezzi dimensionalmente piuttosto differenti fra loro, adattando la macchina e senza spendere un patrimonio di tempo per ogni riattrezzaggio? La risposta sta tutta nella soluzione ideata dai tecnici di Ghiringhelli che prevede una serie di gruppi già pronti di carico che sono a bordo macchina e provvisti di sistemi di fissaggio rapidi. In questo modo i rivetti molto differenti dimensionalmente (e non solo) fra loro possono essere affrontati senza apprensione con un cambio tipologia decisamente rapido. Inoltre con quattro selettori sono risolti i problemi inerenti una ventina di pezzi differenti fra loro. Non basta però cambiar la tramoggia di alimentazione e il sistema di orientamento corretto dei singoli particolari. Diviene necessario anche intervenire sul sistema di trasporto dei pezzi verso la macchina e poi sulla loro gestione in lavorazione. I tubi di lancio pezzo, lo ricordiamo, devono essere delicati e resistenti allo stesso tempo: delicati per non rovinare i pezzi, resistenti per non consumarsi nel tempo con il passaggio dei rivetti. Anche la stazione di lancio è realizzata in modo da poter essere facilmente utilizzabile per i diversi gruppi di alimentazione semplicemente spostandola lungo un binario e posizionandola dove serve. Il medesimo approccio è stato scelto anche per l’introduttore in macchina del singolo componente. In questo caso sono divisi per famiglie già posizionati sulla struttura e quindi è facilissimo riattrezzare la macchina in pochissimi minuti. Infine il tubo di lancio: è presente nei diversi diametri necessari e quindi anche questo è molto facile da scollegare e collegare a seconda delle necessità.

la capacità di produrre anticipando le richieste del mercato.

L’importanza dell’automazione

Oltre alla disponibilità della macchina utensile è importante anche la possibilità di poterla personalizzare e soprattutto automatizzare, per inserirla in un contesto produttivo più ampio. Questo ad esempio è stato il caso di una azienda specializzata nella produzione di rivetti destinati al mondo dell’aeronautica. La prima cosa da dire è che si tratta di rivetti in materiale molto particolare, e quindi non solo devono essere lavorati al meglio, ma devono anche essere trattati con tutte le cure immaginabili per non essere segnati superficialmente e poter rispettare le rigidissime norme vigenti nel settore. “In questo caso – ci spiega Marco Barzaghi, responsabile commerciale dell’azienda di Luino – il problema che c’era stato posto dal cliente riguardava la rettifica di questi rivetti che possono essere tra l’altro di differenti diametri e lunghezze: da 3 a 10 mm di diametro e lunghezze che variano fra i 30 e i 50 mm. Dimensioni perfette per poter essere operativi con la nostra rettificatrice senza centri più piccola: la M100, per noi davvero una di famiglia. Tanto che qualche volta ci permettiamo di chiamarla baby”. Questa diversificazione non faccia però pensare che le cose siano tutto sommato facilmente gestibili. In quel range dimensionale ci possono essere infatti anche forme differenti: in totale sono circa venti le tipologie di pezzi lavorabili. Il tutto con un tempo ciclo di sette secondi circa per il pezzo più piccolo e un sistema di alimentazione e scarico della macchina molto particolare e interessante.

Pugno di ferro, guanto di velluto

Il punto di partenza è una tramoggia di alimentazione dei rivetti da rettificare. Qui i pezzi vengono letteralmente versati alla rinfusa e da questo punto inizia un viaggio molto particolare: dalla tramoggia a un vibratore che provvede a posizionarli nella giusta direzione, indispensabile per garantire il corretto svolgimento dell’operazione di rettifica. Quindi l’invio del singolo pezzo all’area di lavorazione. Questo passaggio per motivi legati alla configurazione del caricatore, che deve essere facilmente accessibile all’operatore in fase di carico, avviene attraverso un vero e proprio tubo di lancio. Realizzato in materiale speciale che evita il danneggiamento del rivetto nonostante venga spinto, anzi sparato, da un getto di aria fino alla stazione in cui viene poi caricato in macchina. Sembra banale ma non lo è, soprattutto se si tiene conto che per rendere le operazioni di carico pezzi alla rinfusa comode e facili, è stato esplicitamente chiesto un posizionamento piuttosto basso della tramoggia di raccolta grezzi. Di 34

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


Gestione del pezzo

Senza centri, ma flessibile

conseguenza il passaggio dal vibratore orientatore di pezzi all’area di lavoro non può essere gestito per semplice caduta, ma necessita di un vero e proprio sistema di lancio. Ogni singolo rivetto quindi, percorre qualche metro sospinto dall’aria per essere poi guidato da un tubo dimensionato appositamente sul suo diametro e resistente all’usura. Arrivato nella stazione di inserimento, in area di lavoro il pezzo viene fermato e poi lasciato cadere nell’introduttore che ha anche la funzione di fermo durante la lavorazione.

Ripetibilità e flessibilità di utilizzo

“L’introduttore in effetti svolge un lavoro da attrezzatura – spiega ancora Barzaghi - e permette in questo modo di poter lavorare con serenità contrastando la forza che la mola opera sul pezzo in fase di lavorazione. Non appena terminata la rettifica, l’introduttore lascia cadere il pezzo verso lo scarico e provvede a tornare nella posizione iniziale per accogliere il pezzo seguente. Che a sua volta è già in attesa dopo essere stato “sparato” attraverso il sistema di orientamento e lancio”. Una volta terminata la fase di rettifica, il pezzo viene fatto cadere delicatamente verso il fine ciclo e depositato (sempre per gravità) in contenitori pronti per essere inviati all’utilizzatore finale. Tutto questo accade con grande naturalezza e con grande facilità di cambio pezzo e attrezzaggio della macchina che è ridotto al minimo e facilitato, proprio per evitare il più possibile i tempi morti. Un esempio? Con una sola tipologia di mole si possono lavorare una ventina di particolari diversi nelle dimensioni e nei profili. Ciò che colpisce maggiormente in questa

Uno degli elementi fondamentali quando si propone una soluzione tecnologica è dimostrare che le promesse sono mantenibili. I tempi di cambio setting, di attraversamento pezzo sono e devono essere dimostrati e certificati. Per il semplice fatto che sono parte integrante della soluzione proposta. Proprio per questo in Ghiringhelli hanno lavorato molto su tutta l’area di automazione riuscendo a sviluppare anche altri aspetti interessanti della applicazione, ad esempio nel sistema di gestione del pezzo in macchina e del conseguente setting in funzione delle diverse dimensioni di pezzo da lavorare. Lo spirito da cui si è partiti è sempre il medesimo: semplicità, razionalità, affidabilità e rapidità operativa. Così, si è proceduto facendo in modo che non fosse necessario sostituire le mole in caso di cambio della tipologia dimensionale del pezzo dando al sistema di inserimento pezzo regolabile nel fermo, una funzione di gestione della lunghezza attraverso l’utilizzo di un asse pneumatico e quindi ottenendo un risparmio di tempo davvero notevole. Accorgimenti anche per la lama di supporto del pezzo che è facilmente sostituibile in funzione del diametro. Non serve invece provvedere al cambio lama al variare della lunghezza del pezzo. In questo caso si è adottato un fermo regolabile e gestito con un asse pneumatico che provvede a regolare al meglio la lunghezza senza dover ricorrere a operazioni “mangia tempo”.

applicazione è la assoluta ripetibilità della lavorazione e la grande flessibilità della macchina che, per sua stessa tipologia, dovrebbe invece risultare piuttosto rigida e adatta a produzioni in grandi serie. Qui invece una serie di intuizioni e accorgimenti rende il tutto estremamente flessibile, portando un prodotto come la senza centri in un’area di utilizzo che non dovrebbe essere congeniale fino in fondo. È la dimostrazione che con l’inventiva, le conoscenze tecniche e la voglia di fare si possono superare molte barriere ritenute spesso insormontabili. Crediamo che in questo caso in casa Ghiringhelli abbia contato molto non solo il management giovane e desideroso di crescere ulteriormente, ma anche la capacità (qualcuno la chiama umiltà) di sapersi guardare attorno, carpire idee in mondi apparentemente lontani e poi saperle elaborare in funzione delle necessità espresse da problema. Essere capaci di farsi contaminare da ciò che ci sta attorno e la volontà di accettare ogni giorno sfide nuove con il desiderio di vincerle, ma soprattutto di imparare, è la strada migliore per emergere e mantenersi fra quelli che guidano la corsa evitando di finire nel gruppo degli inseguitori.  MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

35


DOSSIER

Dossier

RETTIFICATRICI

Nato nel 2011 con l’acquisto di una rettificatrice MAXI 2000/1100, il rapporto fra Delta rettificatrici e TVMP, si è consolidato lo scorso anno grazie a una Rotax 12 dell’azienda pavese che ha risolto parecchi dubbi operativi del costruttore di porta stampi di Francesco De Donatis

Come andare in

farmacia

36

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


È

proprio vero che l’Italia è il Paese delle sorprese. Nel senso che nel nostro girare per aziende che lavorano nel mondo della meccanica ne abbiamo trovata una particolarmente interessante. Ci riferiamo alla TVMP di Fiorenzuola d’Arda. Sinceramente non la conoscevamo quando abbiamo chiesto all’ing. Adriano Ceri della Delta rettificatrici di indicarci una azienda interessante da visitare per livello qualitativo dei prodotti e dei macchinari installati, la risposta è stata a dir poco secca: “TVMP è una realtà interessante: vale la pena visitarla e farsi raccontare chi sono”. Forti di questa “raccomandazione” siamo andati a vedere chi si cela dietro questo nome più da codice fiscale che da azienda emiliana a pochi chilometri da Piacenza lungo la via Emilia che porta a Parma e Bologna. Ad accoglierci c’è Giovanni Periti che insieme a tre soci rappresenta la seconda generazione imprenditoriale che gestisce la società specializzata dal 1972 nella produzione di porta stampi per iniezione di materie plastiche e pressofusione di alluminio. Quarantacinque anni di esperienza che oggi fanno la differenza rispetto a molti concorrenti. In totale, oggi per TVMP lavorano circa 40 persone, di cui 30 sono strettamente dedicate alla produzione. “Da quando TVMP è nata – ci spiega Giovanni Periti – si è sempre occupata di piastre porta stampi abbinando la produzione di articoli standard a quella di prodotti speciali realizzati su specifico disegno del cliente. Per questo motivo ci siamo attrezzati nel corso degli anni di un sistema informatico avanzato e di un parco macchine moderno, flessibile e soprattutto sempre aggiornato. Ma non solo: un’altra caratteristica del nostro operato è che puntiamo in modo, per certi versi quasi maniacale, sulla qualità. Siamo convinti che solo smarcandosi dal gruppo, solo riuscendo a fare la differenza nell’offerta qualitativa e dei servizi si possa essere competitivi. Il prezzo finale un po’ più elevato rispetto alla media è giustificato o

giustificabile solo se c’è in cambio qualcosa di più. Noi siamo riusciti a staccarci dal gruppo e quindi a proporre servizi e qualità di prodotto superiori”.

Qualità, asticella sempre più alta

Se da una parte produttività e qualità sono elementi base del successo, dall’altra c’è anche la velocità di esecuzione e di reazione rispetto alle richieste del mercato. Nel caso di prodotti standard il problema si presenta relativamente gestibile, visto che si tratta di articoli che possono essere in assortimento e comunque facilmente realizzabili semplicemente partendo da un codice a catalogo. Dove le cose si fanno più complicate è invece nello speciale. Qui è indispensabile avere un magazzino grezzi importante e una capacità di reazione elevatissima, senza perdere neppure un filo di produttività e qualità. “La vera sfida per noi – ci spiega Periti – è il giusto compromesso fra disponibilità di materiale e gestione dei costi e della produzione. In ogni caso cerchiamo di avere sempre materiale grezzo disponibile per assolvere tutte le richieste produttive possibili. È evidente che è inevitabile che non ci sia sempre tutto in magazzino, ma direi che la quota di materiale che dobbiamo cercare sul mercato difficilmente supera il 5% del fabbisogno. Cerchiamo di renderci autonomi e di viaggiare con i margini corretti per servire i nostri clienti nel modo migliore”.

Oltre la metà è speciale

Tutto questo assume ancora più importanza se si considera che oggi oltre metà del realizzato in TVMP è composto da prodotto speciale, cioè realizzato su disegno specifico del cliente. D’altra parte speciale e standard sono le due facce di uno stesso problema produttivo. I clienti hanno spesso bisogno sia di speciale sia di standard. Per questo motivo oltre al magazzino grezzi, la TVMP si è dotata di due aree in cui sono stoccati i prodotti già fresati e quelli fresati e forati, pronti per essere inviati. “Per noi essere veloci è fondamentale – ci racconta ancora Periti – dobbiamo essere in grado se possibile di inviare il pezzo richiesto nelle 24 ore dalla domanda e questo non ci garantisce di esser sempre i più veloci. Sulla qualità invece sappiamo di poter essere concorrenziali MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

37


DOSSIER

RETTIFICATRICI Delta Rotax 12

Evoluzione compatta

Con un diametro di rettifica di 1200 mm la rettifica Delta Rotax 12 è una rettificatrice tangenziale a tavola rotante con montante mobile e guide idrostatiche. Si tratta a tutti gli effetti di macchine di avanzata tecnologia, progettate e costruite per garantire elevata capacità produttiva, precisione ed affidabilità. La struttura è in ghisa Meehanite stabilizzata così da offrire la massima rigidezza e una capacità di asportazione elevata unita a grande planarità. Inoltre il sostentamento idrostatico su tutti gli assi macchina con guide in presa integrale su tutta la corsa permette l’assenza di materiale antifrizione quale ad esempio la turcite, attrito ridotto a zero e quindi ottimale sfruttamento della potenza installata, l’annullamento dell’usura delle guide e, cosa ancora più importante, l’assenza di stick slip, il tipico andamento a scatti e quindi movimenti estremamente regolari che non fanno altro che migliorare la qualità della lavorazione. La tavola rotante della Delta Rotax 12 è supportata da una ralla idrostatica ed azionata da un potente servomotore torque; è equipaggiabile con un piano magnetico elettro-permanente con diametro massimo di 1200 mm. Infine il mandrino: si tratta di un modello con cuscinetto anteriore idrodinamico Mackensen, mentre posteriormente è supportato da una coppia di cuscinetti a sfere di precisione precaricati. Questo permette di ridurre praticamente a zero l’usura consentendo una lunga durata nel tempo e un livello di attrito decisamente inferiore alla media che si traduce in accuratezza delle superfici e precisione geometrica del lavoro svolto.

Sopra, piastre portamatrici Sotto, piastre di alloggiamento canale

Mandrino con cuscinetto anteriore idrodinamico Mackensen

38

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

proprio perché siamo attrezzati con macchine di primissimo livello. Venire da noi è come andare in farmacia: devi entrare chiedere ciò che vuoi e uscire con le medicine pronte all’uso”. È palese che sui prodotti speciali le cose cambino, ma non è raro che anche qui i tempi siano davvero tirati, nonostante il processo produttivo sia piuttosto lungo e complesso e non facilitato del peso e dalla scarsa maneggiabilità degli articoli. Lo speciale proprio per sua definizione ha necessità di lavorazioni differenti e particolari e quindi non immediati. Proprio per questo motivo la qualità è elemento fondamentale che deve affiancare i tempi di consegna.

Senza compromessi Qualità quindi, aspetto fondamentale per TVMP. Sapendo poi, che spesso per poter risparmiare


la meccanica tradotta dalla

alla

ACCEDI GRATUITAMENTE

alla guida multilingue per il tuo lavoro

www.terminidellameccanica.com

N OV I T À

TRADUTTORE MULTILINGUE italiano, inglese, francese, spagnolo, tedesco, russo, turco OLTRE 3000 TERMINI traduzione immediata

TERMINI DELLA MECCANICA È ANCHE UN VOLUME Indispensabile nella tua professione

www.quine.it Via Santa Tecla 4, 20122 Milano tel. +39 02.86.41.05 - fax +39 02.72016740 dircom@quine.it


DOSSIER

RETTIFICATRICI tempo e costi, nonché migliorare la rapidità della consegna, ci sono aziende che operano con strumenti che permettono di risparmiare tempo ma non restituiscono la qualità massima desiderabile. Per TVMP invece la scelta è sempre caduta su macchine di primissimo livello e basta fare un giro in azienda per rendersene conto. In tutto il sistema produttivo che possiamo assicurare essere davvero interessante spicca una nuova rettifica prodotta dalla Delta di Pavia. Il fatto che spicchi non è solo dovuto alla freschezza della macchina che in effetti ha sulle spalle un periodo di lavoro non troppo lungo, ma ciò che colpisce è il netto cambio di direzione che è stato preso rispetto a ciò che era già operativo in officine in materia di rettifica. “In passato – ci illustra Giovanni Periti – abbiamo sempre scelto macchine dotate di cambio pallet per garantirci una alimentazione continua e un presidio relativamente scarso. Però ci siamo resi conto che bastava un fermo macchina per bloccare la produzione di quattro o cinque porta stampi, cioè di tutti quelli che erano sui pallet in attesa di essere lavorati. Ci interessava trovare una soluzione che fosse compatibile qualitativamente e concorrenziale nell’investimento. Considerando che l’investimento non è solo legato al prezzo della macchina, ma a quanto poi costa ogni pezzo che da quella macchina esce. L’idea quindi è stata di comprare due macchine metterle una di fronte all’altra e farle lavorare contemporaneamente, così da dimezzare il costo degli stop in caso di fermo”. Una soluzione tutt’altro che bizzarra soprattutto per una realtà che deve fare della velocità il suo punto di forza, senza però rinunciare alla qualità. La scelta in questo caso è caduta su Delta che proponeva due macchine compatte con mola

40

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

tangenziale, montante mobile e tavola rotante in grado di garantire un elevato livello qualitativo e quantitativo senza problemi. “All’inizio – ci racconta Periti – avevamo più di una perplessità. Tanto che la cosa che ci colpiva principalmente era la dimensione compatta della Delta, mentre non eravamo convinti che la tavola così governata non ci garantisse la qualità massima che esigiamo per i nostri prodotti. Però abbiamo deciso di proseguire nell’approfondimento della cosa ed abbiamo iniziato a mettere in prova la macchina che anche per Delta rappresentava seppur solo dimensionalmente una novità. Per noi era importante la qualità di finitura, la rugosità superficiale ottenuta e garantita. Il risultato ottenuto ci ha più che soddisfatto, tanto che anche la seconda macchina presto sarà accanto alla prima. Oltre alla compattezza della Delta quello che ci è piaciuto è la sua rigidità e semplicità costruttiva che nasconde una sofisticazione progettuale interessante. Certo ci si deve abituare all’idea che la rettifica tangenziale sia così compatta rispetto a quanto avevamo già in officina, ma devo dire che le cose marciano proprio per il verso giusto anche perché la macchina ha una costanza di comportamento che in una rettifica tradizionale è più difficile da ottenere, proprio per una questione morfologica”. Il risultato di questa verifica è stato l’acquisto di una prima macchina che è operativa da poco più di un anno con reale soddisfazione sia sotto l’aspetto qualitativo sia sotto quello produttivo. Al punto che dopo un adeguato periodo di prova proprio allo scadere dell’anno di lavoro in TVMP si è deciso di procedere come si era pensato all’inizio con l’ordine della seconda rettifica Delta che presto sarà istallata proprio di fronte alla sorella già in funzione a Fiorenzuola d’Arda. 


Una nuova logistica di lavoro

NEWTON BIG

- Centro di lavoro verticale a montante mobile -

Il nostro Team di esperti Vi aspetta al Pad 5 - Stand B56

Tacchella Claudio © www.tacchella.altervista.org

NEWTON BIG NBT3 C5P 33 Due zone distinte e separate per lavorazioni a 3 e 5 assi continui. Tavola fissa: 3.300x820 mm / Carico max 3.000 Kg Tavola rotobasculante: Ø630x800 mm / asse C 0-360° / asse A +/- 110° / Carico max 1.000 Kg Corsa assi lineari X / Y / Z: 3.300 / 800 / 800 mm (righe ottiche) Velocità max assi 50.000 mm/min Elettromandrino: 8.000 giri/min / 33 kW / 380 Nm / ISO 50 Magazzino utensili integrato: 30-60 utensili a bordo / Random CNC: Heidenhain iTNC530

Rema Control s.r.l.

Via del Carroccio,102 24040 STEZZANO (BG) - Italy Tel. +39 035 592002 - Fax +39 035 592382 e-mail: marketing@remacontrol.it http://www.remacontrol.it


DOSSIER

Dossier

RETTIFICATRICI

La flessibilità

è solo il punto di partenza

Una Proflex IMT Tacchella, un problema produttivo molto articolato. Una soluzione estremamente innovativa che non solo opera 24 ore su 24 in automatico, ma garantisce produttività elevate facendo uso di un solo centro di rettifica in cui sono concentrate tutte le operazioni richieste di Paolo Beducci 42

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


C

hi si ferma è perduto, i costanti aggiornamenti e miglioramenti che riceve verrebbe da dire periodicamente dai suoi progettisti. D’altra parte guardando due Proflex avere due assi a croce, sormontati da un asse che ruota della Tacchella costruite e che supporta degli organi utensili rotanti non è cosa a dieci o più anni di facile. Soprattutto se si deve garantire il micron e se la distanza fra macchina deve operare senza soluzione di loro. Perché se si continuità, per lunghi periodi e su lavorazioni “I clienti possono esclude il nome e decisamente delicate e complesse. Uno degli scegliere Proflex l’idea di base, fra altri motivi che sono alla base del successo le Proflex prodotte come la desiderano di Proflex sta anche nella scelta di portare all’inizio del all’estremo questo concetto facendo in modo millennio e quelle che invece possiamo comprare perché sicuramente che la macchina non solo sia robusta precisa, oggi, corre davvero un abisso. Si lo sappiamo veloce, facile da automatizzare in produzione nell’offerta c’è la che l’idea di base non è stata stravolta nel corso grazie al pezzo sempre fermo, ma possa anche macchina in grado degli anni, ma gli anni sono serviti a fare di una operare su profili non cilindrici – quindi idea bella e funzionale, una macchina considerata di risolvere il loro eccentrici e camme - con la medesima facilità un riferimento per la produzione di particolari problema produttivo” con cui opera su profili convenzionali. Grazie in serie. Se poi andiamo a vedere dove stanno i all’adozione di un asse C per lavorazioni non punti di forza di questo vero e proprio cavallo tonde, come ad esempio camme, poligoni, di battaglia nato e cresciuto a Cassine (AL) ci filetti. “ Nel percorso della Proflex – ci spiega accorgiamo che non risiedono in un solo luogo, ma in Alberto Tacchella – il punto di arrivo era proprio una serie di scelte fatte e affinate nel corso di una carriera quello di poter dire ai clienti di scegliere la Proflex lunga a sufficienza da farne un punto di riferimento come la desiderano perché sicuramente nell’offerta molto amato nel mondo della rettifica destinata a clienti c’è la macchina in grado di risolvere ogni problema con grandi esigenze qualitative. produttivo”. A scandire ancora di più la flessibilità della Proflex c’è l’opportunità di dotarla di un asse controllato Produzione e flessibilità di compensazione W che permette di lavorare pezzi D’altra parte l’idea originaria di sistemare gli assi a differenti senza dover intervenire sulla regolazione di croce e di poggiarci sopra una torretta mantenendo la cilindricità o su altri parametri. Il tutto con un campo di garanzia di precisione sul pezzo non era cosa facile e utilizzo della compensazione che arriva fino a 900 mm. possiamo garantirlo, non lo è neppure oggi. Anche se oggi, come per certe opere d’arte, è relativamente facile Alla prova dei fatti, tutto in uno copiare l’idea pure nel mondo della macchina utensile, Fin qui le parole e si sa che a spenderle, spesso sono la vera e propria originalità sta nell’aver aperto una via capaci in molti. Dove le cose si fanno più difficili è nuova. Cosa che Proflex ha fatto e continua a fare con quando si deve passare dalle parole ai fatti. Nel caso

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

43


DOSSIER

RETTIFICATRICI specifico siamo andati a vedere una applicazione molto particolare della Proflex. In questo caso la sfida era a dir poco impegnativa. Infatti se fino a ieri era importante riuscire a effettuare tutte le lavorazioni inerenti un singolo pezzo utilizzando anche più macchine, con questa applicazione in Tacchella hanno realizzato il sogno di molti utilizzatori: tutte le operazioni di rettifica avvengono su una sola macchina. Nello specifico per realizzare il pezzo in questione sarebbero state necessarie due macchine, ciascuna destinata ad occuparsi di una parte specifica della lavorazione. Invece si è studiata una soluzione in cui il pezzo può essere lavorato completamente in un unico passaggio macchina che prevede due posizionamenti.

La configurazione

Infatti la scelta tecnica effettuata è proprio figlia

della grande flessibilità configurativa della Proflex: una testa portamola tradizionale, un attrezzatura particolare di presa pezzo e una operazione affidata all’asse longitudinale di compensazione che, nel caso, viene utilizzato per portare il pezzo su una contropunta che funge da porta pezzo e che attrezzata con altri utensili, permette di completare le lavorazioni ideate per questo particolare. Una serie di operazioni davvero uniche se messe tutte in fila sulla medesima macchina utensile di rettificatura. Sempre rimanendo, ci mancherebbe altro, su precisioni degne di una rettifica. L’insieme degli utensili utilizzati su questa Proflex 3 è costituita da una mola destra di diametro 500 mm, un pacco mole a sinistra del medesimo diametro e con larghezza di 115 mm coadiuvate da una mola per interni con un diametro da 40 mm. Si tratta di mole CBN a 120 m/sec azionate da

Proflex

Vince la flessibilità

Quando si parla di Proflex viene spesso da sottolineare come la macchina di Tacchella sia un prodotto del tutto particolare e soprattutto fornibile su misura rispetto alle richieste del cliente, pur mantenendo i prezzi e i livelli qualitativi che sono propri delle macchine costruite in serie. Un conto però è fare affermazioni di questo genere, un altro è mostrare i numeri e le possibilità di configurazione della Proflex. Per Tacchella si tratta di una produzione pensata e vissuta come una piattaforma industriale e quindi con le caratteristiche qualitative e le sinergie di scala e costi che solo una piattaforma industriale può garantire. Quindici differenti configurazioni di teste portiamola, 44

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

sei taglie differenti per il basamento ( possono essere dotati di guide lineari o idrostatiche). A questo numero che è già rilevante, si devono poi aggiungere le differenti tipologie di mole. Insomma, dire che ci siano cento o centinaia possibilità di configurare la propria Proflex cambia relativamente poco. La cosa sicura è che davvero ciascuno può individuare la Proflex che gli serve senza dover accettare compromessi di alcun genere. Forse la definizione migliore che si possa immaginare per questa forma di offerta è che si tratta di una specie di grande Lego della rettifica: tanti mattoncini tutti di serie, da combinare come meglio si ritiene per giungere alla propria soluzione ideale.


Produzione flessibile

La rettifica diventa centro di rettificatura

Alla base di tutto il progetto che ha portato alla attuale Proflex in uso presso l’utilizzatore di IMT Tacchella, ci sono molte e complesse richieste cui dover dare una risposta adeguata. In primo luogo la possibilità di lavorare, anche grazie ad una automazione dedicata, 24 ore su 24 senza soluzione di continuità. Una necessità che però non deve mettere da parte né la flessibilità, né precisione, efficienza, rapidità. Il risultato è un centro di rettifica cilindrica per esterni e diametri interni, essa incarna il concetto di produzione flessibile e la risposta adeguata ed esaustiva al mercato attuale che richiede mezzi di produzione riconfigurabili, installazioni,

due elettromandrini per rettifica esterna con potenza di 37 kW: una scelta dettata dal desiderio di ridurre drasticamente i tempi ciclo che infatti, prevedono la rettifica combinata di diametri esterni e interni in una sola presa pezzo. Inoltre l’asse V ha il compito di gestire la movimentazione degli strumenti di misura di tipo Wide Range per il controllo in process dei differenti diametri in lavorazione. La presa pezzo è costituita da 2 attrezzature speciali appositamente ideate per essere rapidamente riconfigurabili per le diverse tipologie di pezzi, ognuna applicata rispettivamente sulla testa porta pezzo di destra e sulla testa porta pezzo di sinistra. Si deve poi aggiungere che solo cambiando alcuni componenti la Proflex in questione è in grado di operare su ulteriori pezzi prodotti sempre nella medesima azienda.

Soluzioni a problemi sempre più complessi

Si tratta per certi punti di vista della conferma che sbagliava, chi nel corso degli anni ha via via pensato che le macchine di rettifica fossero giunte sempre più vicino al capolinea della loro evoluzione tecnica e sempre più diventassero preda di altre tipologie di lavorazione. “L’abbinamento di operazioni di rettifica a altre lavorazioni come ad esempio la tornitura – ci spiega Dario

che offrono diverse operazioni di rettifica su un’unica macchina. Tutto ciò però non è sufficiente per garantire i risultati richiesti. Quindi grande impegno nell’approfondimento del design che deve risultare particolarmente ergonomico, abbinato a funzionalità specifiche come la piattaforma “TOP” ( tool operator package) che permette una programmazione semplice e guidata passo passo. Mettendo inoltre a disposizione un’ampia scelta di cicli di lavoro selezionabili fra loro e una ampia biblioteca di utensili “mole”. Tutte caratteristiche che si traducono in flessibilità, efficienza, rapidità e precisione. Mantenendo il vantaggio del “tutto in uno”.

Scazzola responsabile tecnico di IMT Tacchella – alla fine ci ha solo spinto a migliorarci ancora un po’ di più. Ha alzato la soglia delle rettifica preservandola comunque da quegli sconfinamenti che però restano necessariamente limitati a volumi operativi e produttività decisamente inferiori. Soluzioni come questa non sono possibili con altre tipologie di prodotto. Se i torni sono diventati centri di tornitura, le rettificatrici come la Proflex sono ormai dei centri di rettificatura e la distanza fra le tue tipologie di lavorazione è stata ampiamente ristabilita. Non solo sotto l’aspetto tecnologico, ma anche per ciò che si riferisce ai costi di produzione che con la rettifica sono sicuramente più competitivi: farsi affascinare dalla soluzione non basta – insiste Scazzola - è importante cercare di analizzare quanto alla fine costa un pezzo prodotto, in quanto tempo viene prodotto e con quale livello di qualità. Se si fanno bene i conti ci si rende conto che la rettifica ha ancora un vantaggio competitivo interessante. Noi lo dimostriamo ogni giorno mettendo a disposizione del cliente, proprio come in questo caso non una soluzione o una macchina, bensì un processo industriale confezionato su misura partendo e usando una piattaforma industriale molto strutturata ma flessibile”.  MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

45


DOSSIER

Dossier

RETTIFICATRICI

Maurizio Marangon aveva almeno una certezza granitica e indiscutibile: l’assoluto fastidio per il mondo della rettifica. Poi la conoscenza del lavoro e Studer lo hanno trasformato in un appassionato di Paolo Beducci

“E pensare che odiavo la

rettifica!!”

46

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


T

utto inizia parecchi anni fa con maggiore serenità. quando Maurizio Marangon “Così una mattina – è sempre Marangon che voleva fare la patente e racconta – chiesi al mio socio di prendere un rischio comprarsi la moto, proprio con insieme a me e di abbandonare le produzione i serie per molti (se non tutti) ragazzi dedicarci allo speciale. Mauro si fidò e dalla sera alla degli anni ‘80. La cosa più mattina cambiammo tipologia di mercato cui rivolgerci. facile da fare era mettersi Non so se fu un colpo di testa, una fortuna o un “Ero cresciuto a lavorare approfittando azzardo o cosa. So solo che per i primi tempi degli studi fatti che lavorando sullo passavamo il tempo a cercare di farci conoscere e in questo caso, erano il lavoro non arrivava o ne arrivava sempre troppo proprio dedicati al mondo speciale e il poco”. della meccanica. Una situazione però che prese una piega migliore lavoro di serie “Ai tempi – racconta Marangon – l’unica in un lasso di tempo piuttosto breve: un primo non era molto macchina utensile con cui non avevo proprio cliente, un altro, uno nuovo ancora e la Due Emme gratificante” feeling era la rettifica. Ma avevo voglia di fare la Rettifiche iniziò macinare lavoro come doveva e patente, di comprarmi la soprattutto a ridare a Marangon il moto e quindi accettai piacere di fare un lavoro che, a questo il primo lavoro che punto al cosa era sicura, gli piaceva trovai nel mondo della davvero. macchina utensile. E il Il vecchio amore primo giorno fui messo proprio su una macchina “Nel nostro caso – racconta destinata a fare il micron Marangon – dopo i primi momenti e per i ventinove anni di incertezza durati pochi mesi, la seguenti, cioè fino a crescita è stata continua e costante. oggi, non ho fatto altro Ha funzionato il passaparola fra che lavorare con la clienti. Ci avevano messo alla prova rettifica! E devo dire e avevamo risolto loro dei problemi. Ancora oggi arrivano aziende a che è un lavoro che mi chiederci lavorazioni che hanno piace e mi appassiona. È sentito parlare di noi tramite clienti proprio vero che a volte il di clienti o con passaggi ancora più destino ci viene incontro complessi e lunghi. Per noi è il segno che ci muoviamo nonostante noi”. Maurizio, che negli anni si era sposato bene e che siamo capaci di fare il nostro lavoro. Una ed era diventato bravo e creativo nel suo lavoro, però era soddisfazione vera e importante”. un ragazzo con voglia di fare. Incapace di accettare di Con la crescita però cresceva anche la necessità fermarsi a fare il dipendente tutta la vita. Il suo spirito era riuscire a fare qualcosa di suo. Solo che i soldi non abbondavano e averli in prestito non era facile. Così Alte prestazioni grazie anche alla moglie, che accettò di ipotecare la casa in cui vivevano per comprare la prima rettifica, riusci a mettersi in proprio nel 2001. Inizialmente S33 campione di flessibilità e qualità Marangon iniziò a fare il conto terzista impegnandosi “Se oggi ancora non sapete cosa rettificherete domani – sono parole stampate sul catalogo della Studer – la S33 vi convincerà in produzioni di serie e di lotti di grandi dimensioni.

Dalla serie allo speciale

“Sotto questo punto di vista – racconta Marangon – il lavoro era pesante e poco remunerativo. Lavoravo sul prezzo e non sulla qualità, quindi le ore di lavoro erano molte, le soddisfazioni poche. E anche se non c’erano problemi non ero contento. In più ero cresciuto lavorando sullo speciale e il lavoro di serie non era molto gratificante”. Nel frattempo a Maurizio Marangoni si era aggiunto Mauro Rizzotto in qualità di socio. Le cose funzionavano, l’azienda stava a galla però Maurizio si accorgeva che si poteva fare meglio, di più e soprattutto

per la sua universalità e flessibilità: in un tempo record inferiore ai 2 minuti può essere riattrezzata per passare dalla rettifica tra le punte alla rettifica a sbalzo. Anche pezzi complessi possono essere rettificati in una unica presa pezzo e la distanza tra le punte può essere sfruttata con qualsiasi mola. Ciò è reso possibile dalla nuova testa portamola con due motomandrini”. Forse basterebbe questa definizione, in effetti c’è ben altro a cui ci si può riferire partendo ad esempio dal basamento in Granitan® che ospita sia una slitta longitudinale sia una trasversale realizzate in ghisa grigia di alta qualità e dotate di guide piane e a V rettificate e ad alta precisione, le cui distanze sono adattate in modo ottimale a favore della rigidità totale della macchina. Le slitte poggiano completamente sulle guide del basamento macchina lungo l’intera corsa di traslazione. Ciò rappresenta il fondamento per l’eccellente rettilineità di 0,0025 mm, per una lunghezza di misura di 650 mm. MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

47


DOSSIER

RETTIFICATRICI la Studer - racconta - parto subito con il primo pezzo senza dovermi prendere quel minimo di margine che con le altre macchine conviene avere. La precisione è davvero impressionante. È vero che poi costa di più, ma credo di aver fatto bene i miei conti e so che la differenza di prezzo la recupero in un periodo di operatività molto più breve di quanto si possa immaginare”.

Formula 1 la massima espressione

di comprare nuove macchine e in questo campo Marangon aveva un suo punto di riferimento: “Quando decisi di mettermi in proprio stava arrivando nell’azienda in cui ero dipendente, una Studer e ci lavorai per circa sei mesi. Mi convinsi che era la macchina adatta a me e io ero il rettificatore adatto a lei! Nel senso – spiega sorridendo – che mi sembrò subito un oggetto diverso dagli altri. Difficile spiegare il perché, ma nella machina di Studer c’era qualcosa di particolare che la rendeva per certi versi unica. Così quando un paio di anni fa decidemmo di comprare una nuova rettifica subito andai a vedere Studer, anche se il mio socio mi teneva a freno dicendomi che gli sembrava troppo cara, eccessiva. Ma avendola provata sapevo bene di cosa stessi parlando e quindi alla fine lo convinsi. Inoltre il nostro fornitore tradizionale, non riusciva a darmi una macchina con le caratteristiche che volevo io, quindi riuscii a forzare un po’ la mano. Oggi a distanza di un anno e mezzo dalla installazione anche Mauro dice che è stata la scelta giusta”. La differenza fra la S33 e le altre macchine che ci sono in azienda, secondo Marangon sta in alcuni aspetti molto semplici da valutare. In primo luogo la qualità della produzione e la velocità della macchina. Poi la sua affidabilità, la facilità di utilizzarla e la disponibilità fin da subito della massima precisione. La differenza ci ha spiegato, iniziano a vederla fin dal primo mattino, quando si accende la macchina e si inizia a lavorare: “con 48

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

Che alla Due Emme siano in gamba se ne sono accorti in molti, tanto che anche dal mondo più esigente che esista (quello della Formula 1) sono venute richieste per la lavorazione di particolari di un certo pregio con funzioni sia aerodinamiche che strutturali. Se lavorare per la Formula 1 è sicuramente un traguardo, come nel caso di Marangon, può essere anche solo un punto di orgoglio da non perseguire ad ogni costo. A lui interessava dimostrare che era in grado di fare cose molto raffinate, ma lo stress cui vieni sottoposto quando operi per quel mondo non vale tutti i soldi che ne puoi ricavare. “Non amo l’idea di vivere stressato per inseguire guadagni elevati – spiega Marangon – per questo motivo ho scelto di togliermi lo sfizio di fare qualche pezzo per la Formula 1, ma di non rimanerne imprigionato. La velocità di riattrezzaggio e la qualità della S33 non è mirata a fare più soldi, ma a vivere meglio e a fare fruttare in modo ottimale le ore che passo in azienda. Qualsiasi cosa mi arrivi da fare so che in pochi minuti riesco a riattrezzare la macchina e che questa funzionerà come io desidero. Senza darmi problemi, senza sorprese. Nonostante io sia piuttosto pignolo e preciso per le cose di lavoro. D’altra parte se non hai la precisione sul lavoro è meglio che non ti metti a fare il rettificatore”.

S33, il punto di arrivo (per ora)

La precisione della sua S33 è per Marangon quasi motivo di orgoglio. Infatti racconta che dopo la regolazione geometrica iniziale, fatta da Studer, la macchina era già perfetta, ma il desiderio di andare oltre era grande. Così nel tempo Marangon ha provveduto a affinare ulteriormente alcuni piccoli aspetti, solo per il piacere di avere una macchina esattamente come la voleva lui. E questo ci spiega, è un altro punto di forza della Studer S33: la versatilità e la capacità di adattarsi alle esigenze di chi la usa. A rendere più facile la vita poi c’è lo StuderTechnology un sistema software che rende assolutamente facile e intuitivo l’utilizzo della macchina, soprattutto per coloro i quali non hanno


Lavorazione efficiente

La testa, un revolver che spara precisione

S33 è realizzata con una nuova testa portamola disponibile in differenti varianti: la nuova versione a revolver dotata di due motomandrini e di un dispositivo per la rettifica interna permette di rettificare geometrie di pezzi ancora più complesse in un’unica ripresa. In alternativa, per gli utilizzi di produzione, è disponibile una testa portamola per rettifica esterna con mandrino a cinghia, che può essere impostata manualmente su 0° o 30°. La nuova testa portamola a revolver può essere equipaggiata per rispondere esattamente alle necessità del cliente. La sua geometria ricercata consente di utilizzare con tutte le mole l’intera distanza

la grande dimestichezza con il prodotto o non desiderano mettersi più di tanto alla prova con le proprie capacità tecniche. Pensa a tutto il software. “StuderTechnology – spiega ancora Marangon – è come la mano di un genitore che ti accompagna finché vuoi tu. Anche tutta la vita se desideri, o solo il tempo necessario a diventare autonomi per correre da soli. Credo sia uno strumento ideale per prendere confidenza con la S33 e io, nonostante una trentina di anni di esperienza ne ho fatto uso e l’ho apprezzato”. Anche altri sistemi di gestione come la possibilità di fare il punto zero con QuickSet Studer sono un punto di riferimento per Marangon. La facilità di passaggio di una mola ad un’altra che avviene solo avvisando via software

tra le punte. I motomandrini, fabbricati interamente da Studer, concorrono in modo significativo alla precisione complessiva. La testa porta pezzo, una universale che permette sia la rettifica a sbalzo che quella fra le punte può essere integrata per la rettifica a sbalzo di una testa porta pezzo studiata proprio per questo genere di operazioni. Tutte le teste portapezzo sono dotate di cuscinetti volventi, richiedono poca manutenzione e assicurano un’eccellente precisione di rotondità inferiore a 0,0004 mm, che può essere ridotta opzionalmente a meno di 0,0002 mm per la rettifica a sbalzo.

la macchina ad esempio, è fra le cose più gradite, come del resto il Sensitron, il software che garantisce la possibilità di utilizzare il taglio in aria anche nella rettifica per interni e ridurre i tempi non produttivi al minimo. “Credo che una delle nostre peculiarità sia quella di fare bene i conti. Per la S33 abbiamo affrontato un investimento importante e in più l’abbiamo attrezzata con altre opzioni a loro volta non certo economiche, ma a conti fatti per noi sono investimenti che rientrano in tempi brevi, mettendoci nelle condizioni di recuperare gli investimenti in fretta e di guadagnare più velocemente per poi tornare a investire di nuovo. Da quando usiamo questa Studer la sensazione è di essere scesi dalla sedia su cui eravamo seduti e di esserci accomodati su un comodo divano”. 

“Oggi a distanza di un anno e mezzo dalla installazione anche il mio socio dice che la Studer S33 è stata la scelta giusta”


DOSSIER

Dossier

RETTIFICATRICI

Anche i

La collaborazione tra Fagor e Special Machine Tools, azienda di Luino (VA) produttrice di rettificatrici senza centri, è un classico esempio di come l’armonizzazione e la condivisione di intenti possa portare risultati positivi di Franco Baroni

micron passano dal CNC

N

el mondo della macchina utensile il tempo corre per certi versi molto veloce, ma per altri estremamente lento. Nel senso che tanto è difficile costruirsi una reputazione, quanto è facile giocarsela in poco tempo con azioni che non siano del tutto rispondenti alle richieste ed alle aspettative del mercato. Per questo motivo è bene scegliere fin da subito i partner più adatti che possono essere in grado di sviluppare il proprio business. Soprattutto quando 50

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

si è nuovi sul mercato e si deve percorrere la lunga trafila che può portare alla riconoscibilità sul mercato. Questo concetto doveva essere ben chiaro ai soci fondatori della Special Machine Tools, azienda nata con l’idea di realizzare macchine basate su concetti moderni nel proprio settore, e che, col passare del tempo, ha allargato la propria sfera di operatività continuando una evoluzione che ha portato l’azienda ad ampliare la sua gamma prodotti, anche ad esempio alle rettificatrici destinate a lavorazioni speciali di ripresa su piccoli particolari. Se costruire macchine utensili è cosa non facile, anche proporre strumenti adeguati ad ottenere le massime prestazioni non è da meno. Anzi spesso un componente non all’altezza può influire negativamente sulle caratteristiche tecniche e le performance della macchina


utensile stessa; e la rettifica è da molti ritenuta un banco di prova importante per i costruttori di componenti. Soprattutto di componenti importanti e fondamentali. Non è quindi un caso se il mondo della rettifica rappresenti per Fagor una tipologia di macchina in cui la sua gamma prodotti trova una interessante applicazione. Ad iniziare dai trasduttori, Fagor può fornire righe ottiche con precisione nanometrica (indispensabili per macchine super-precise), disponibili in diverse tipologie: molto interessanti, per le applicazioni di rettifica, le versioni pressurizzate (un flusso d’aria continuo, uscente dalla riga, spinge fuori liquidi ed impurità) e la risoluzione nanometrica (fino a 0.01 micron). Per finire con il controllo numerico, un CNC senza concorrenti per la sua grande configurabilità. L’interfaccia utente, in tutte le famiglie di CNC per rettifica (CNC 8055TCO/ MCO e 8070) così come nei modelli adatti ad altri settori (8060/8065) può essere adattata grazie al software di configurazione fornito, oppure interamente realizzata custom per l’applicazione o il cliente: si tratta di una possibilità indispensabile per i costruttori di rettifiche per creare i loro cicli personalizzati di lavorazione e diamantatura dell’utensile. Proprio questi i motivi per cui Special Machine Tools, nata nel 2004 sulla sponda lombarda del lago Maggiore, ha scelto di affidarsi alla professionalità della Fagor. Seguendo le specifiche dei clienti, SMT progetta e realizza i suoi macchinari, equipaggiati con software dedicati al tipo di lavorazione, ed è in grado di soddisfare qualsiasi esigenza di rettifica. Tra i diversi tipi di rettificatrici disponibili,

le rettificatrici a centro fisso SMT, sviluppate unendo la versatilità di produzione alla semplicità di utilizzo, sono macchine indicate per la lavorazione di rettifica in “infilata”. Le slitte mola operatrice e mola conduttrice sono state strutturate in modo da garantire capacità di asportazione, evitando ogni tipo di flessione e offrendo precisione, solidità e affidabilità. Per quanto riguarda il supporto lama fisso su basamento, esso permette di realizzare sistemi carico/scarico pezzi, in maniera molto semplice. La testa mola operatrice con mandrino a doppio supporto idrodinamico (Twin-grip) garantisce poi rigidità e qualità, grazie al sostentamento idrodinamico. Per la mola conduttrice si è adottata una soluzione con mandrino a bronzine a bagno d’olio, che assorbono al massimo le vibrazioni, riducendo al minimo l’errore di forma. Se SMT quindi riesce a fornire macchine interessanti è altrettanto certo che, indipendentemente dal modello di macchina, Fagor Automation garantisce la massima facilità di applicazione per il costruttore, e la massima efficienza e qualità per l’utilizzatore. 

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

51


Inchiesta

INCHIESTA

SMART FACTORY

Smart Factory un sondaggio per fare il 52

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


Le aziende italiane sono veramente smart? Se l’è chiesto il Politecnico di Milano quando ha deciso di indagare il livello di conoscenza e di applicazione dei concetti chiave dell’Industry 4.0 delle aziende dei territori di Brescia, Mantova e Verona. La risposta ci dice che la strada verso un’industria completamente automatizzata è ancora lunga, ma i presupposti base ci sono. E, in alcuni contesti, si fanno sentire forti e chiari di Antonio Verona

S

mart Factory, Industry 4.0, Internet of Things, cloud, process automation, sensori intelligenti... siamo certi che le aziende italiane conoscano questi concetti? Con il forum Meccatronica 3.0 ormai alle porte (12 ottobre, Forum Guido Monzani - Modena) è doveroso sondare le condizioni in cui versa l’industria dell’automazione e, in particolare, quanto dei concetti sopraelencati sia stato assimilato. Un’indagine condotta dal prof. Giambattista Gruosso e dalla dott.ssa Marianna Giassi del Politecnico di Milano - promossa da ANIE Automazione e Messe Frankfurt ha voluto identificare, all’interno dei settori dell’industria meccatronica e dell’automazione, i fabbisogni tecnologici e le esigenze attuali delle aziende, nonché il loro livello di conoscenza e (anche) di fiducia rispetto alle nuove tecnologie intelligenti.

Aziende coinvolte

Il campione di indagine

Per individuare il miglior campione di indagine, i ricercatori hanno creato un elenco di aziende partendo dai bilanci depositati presso la Camera di Commercio e operando una selezione a partire dai codici Ateco 2007. In particolare si è fatto riferimento alle classi di fabbricazione di computer e prodotti per l’elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, strumenti di misurazione e orologi (Ateco 26); fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (Ateco 27); fabbricazione di macchina e apparecchiature (Ateco 28); fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (Ateco 29); fabbricazione di altri mezzi di trasporto (Ateco 30). Da questo primo elenco, si è poi provveduto alla creazione del database di riferimento per la ricerca, individuando 570 aziende delle province di Brescia, Verona e Mantova che facessero riferimento al comparto dei costruttori di macchinari per l’industria, servizi per l’automazione, costruttori e utilizzatori di componenti per l’automazione così suddivise: - Brescia: 326 aziende (57% del totale); - Verona: 169 aziende (30% del totale); - Mantova: 75 aziende (13% del totale). Fatturati e settori industriali a confronto Dall’analisi dei dati così individuati, è emerso che per il campione di aziende della provincia di Mantova il fatturato è pari a 648 milioni di euro, con quota parte maggiore nella sezione dei produttori di macchine e robot industriali (70%); mentre nella divisione per settori industriali, il 47% del fatturato è prodotto dal comparto manifatturiero seguito dal

settore packaging (30%). Fatturato totale di 1.071 milioni di euro, invece, per la provincia di Verona dove, anche qui, il 70% del capitale totale proviene dalle aziende produttrici di macchinari automatici e robot industriali; mentre il settore industriale più proficuo è rappresentato dal manifatturiero (45%) e dall’alimentare (26%), Ad accomunare seguiti dall’automazione industriale a quota 16%. le tre provincie la Le 326 aziende nella provincia di Brescia dimensione media hanno realizzato un giro delle aziende prese d’affari pari a 3 miliardi di euro, prodotto per il in esame: più della 36% dai produttori di componenti meccanici metà del campione pneumatici in gomma di riferimento, plastica. La divisione per settore invece, vede infatti, fa a capo preponderante il segmento relativo all’automotive/truck a micro e piccole (33%), seguito dal settore imprese industriale/manifattura (32%) e dall’automazione industriale (19%). Analizzati dalla ricerca anche utili e perdite aziendali per le tre provincie: Verona registra le perdite più consistenti con circa il 26% delle aziende con fatturati negativi. Segno meno anche per il 19% delle aziende bresciane e per il 16% delle aziende mantovane.

punto della situazione MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

53


INCHIESTA

SMART FACTORY industriale e manifatturiero (27%) e da quello automotive (21%). A seguire, con il 15% di preferenze, il settore medicale ed energetico (11%). Attestati al di sotto del 10% invece i settori di applicazione dei prodotti provenienti dal segmento chimico, alimentare, domotico e aerospaziale.

Ricerca e sviluppo sottovalutati

45 sono le aziende interpellate dal Politecnico di Milano per rispondere a quesiti, raccolti in forma anonima, su Industry 4.0 e le politiche adottate nel campo ricerca e sviluppo, con lo scopo di valutare in che modo le aziende italiane siano in linea con i canoni delle Smart Factory. Di queste aziende, cinque provenivano dalla provincia di Mantova (11%), 15 da quella di Verona (33%) e 25 dal territorio bresciano (56%).

Diversi tipi di azienda e diversi tipi di approcci

La prima parte del questionario era volta a raccogliere dati generali sulle aziende, individuando il settore produttivo o economico di appartenenza. Ne è emerso che il campione di riferimento era composto per più della metà da costruttori di macchinari automatici industriali (54%), seguiti dai produttori di componentistica e servizi per automazione industriale (32%) e da utilizzatori finali di macchinari industriali (8%). Dalle risposte fornite, è stato inoltre possibile appurare come la maggior parte dei prodotti sia destinata al settore

Per quanto riguarda la divisione ricerca e sviluppo, 28 Le tre provincie aziende su 45 del totale (circa a confronto per fatturati di settore. il 62%) hanno dichiarato di Fonte Politecnico possedere un reparto R&S di Milano all’interno dell’azienda. Ma, sebbene questo settore sia di estrema importanza per le innovazioni necessarie per compiere la virata decisiva verso la Smart Factory, ancora 16 aziende (pari al 36%) hanno ammesso di non avere una divisione Ricerca e sviluppo, mentre solo un’azienda dichiara di affidare le ricerche a enti esterni. Basse anche le percentuali di capitale investito per la ricerca: 15 sono le aziende che hanno dichiarato di investire fino al 5% del fatturato totale in R&S, mentre solo una può “vantare” una percentuale di investimento superiore a 10.

Quali innovazioni per rinnovarsi

Una seconda parte del questionario chiedeva alle aziende di illustrare brevemente quali siano le esigenze dal punto di vista tecnologico richieste e delle prospettive di innovazione, in base alle loro esperienze. Per quel che riguarda le aziende inserite nella categoria dei produttori di componentistica e servizi di automazione industriale hanno indicato come preponderanti le innovazioni per soluzioni elettriche, quelle relative alla

Mercato digitale in Italia

Ricerca Assinform e Confindustria

L’industry 4.0. non è solo automazione ma è anche software, big data, IoT, cloud, mobile business e tanto altro. Ma qual è la situazione per le aziende italiane in questo campo? Secondo un studio condotto da Assinform e Confindustria, il mercato digitale in Italia ha segnato una crescita dell’1% nel 2015 per un valore di 64.908 milioni di euro, una crescita destinata a protrarsi anche nei prossimi anni. Ma nonostante questi dati positivi, l’innovazione digitale nel nostro Paese si sta affermando ancora troppo lentamente e in modo disomogeneo. Le piccole imprese, che rappresentano circa il 99% del tessuto economico

54

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

e industriale e contribuiscono a più del 50% del PIL, continuano a rimanere ai margini di questa rivoluzione digitale. Per progettare una via italiana all’Industry 4.0 è necessario reinventare le filiere, la logistica, il territorio e i processi in chiave tecnologica con l’obiettivo di portare la manifattura italiana verso una nuova era. Questo è anche l’obiettivo del programma di politica industriale di “Trasformazione competitiva digitale delle imprese e del Paese”, lanciato recentemente dal sistema confindustriale. Su queste basi, il salto di qualità è alla portata del nostro Paese e non ci sono più scuse per non intraprenderlo.



INCHIESTA

SMART FACTORY stampa 3D e alla sensoristica. Nuove tecnologie sono richieste anche per quel che riguarda l’automazione dei processi e il controllo completo di tutta la produzione tramite apposite soluzioni. Per gli utilizzatori di macchinari automatici industriali, invece, l’attenzione si sposta verso i sistemi cloud e internet e i sistemi automatici di raccolta dati. Più variegate le richieste provenienti dalle aziende costruttrici di macchinari automatici industriali. Per questa categoria, le maggiori innovazioni dovrebbero riguardare il risparmio energetico e l’efficienza degli impianti, la conoscenza dei procedimenti lavorativi dei clienti sistemi informatici più all’avanguardia, incremento della meccatronica, visione artificiale e interfacce e linguaggi di programmazione più evoluti per i PLC e HMI.

L’Industry 4.0 nelle aziende

Un ultimo gruppo di domande aveva come finalità di indagare il livello di conoscenza e di innovazione tecnologica delle aziende verso la Smart Factory. Ne è emerso che circa il 60% delle aziende interpellate presenta ad oggi un livello di automazione basso o del tutto assente, mentre solo il 40% dichiara un livello di “industial automation” all’avanguardia. È stato inoltre chiesto ai compilatori del questionario di indicare se fossero a conoscenza di alcuni dei concetti chiave legati alle nuove trasformazioni industriali: solo il 29% delle aziende ha già sentito parlare di Smart Factory, mentre il 22% ha conoscenze di Industry 4.0 e IoT. Rimane un’allarmante percentuale di aziende che però dichiara di non avere conoscenza di nessuno di questi concetti (14%). Anche l’impatto dell’industry 4.0 sulle aziende sembra non farsi sentire ancora: circa il 70% del campione dichiara di non subirne l’influenza affatto, mentre solo il 13% sente gli effetti di questa trasformazione in maniera elevata o sostanziale. Al contrario, da questa indagine sono emerse anche alcune realtà impegnate concretamente in questa direzione. Come Camozzi - azienda operante nel settore della componentistica pneumatica per l’automazione industriale - la quale ha commentato nella sua scheda “ sulle tematiche quali comunicazione industriale, sensoristica, intelligenza dei componenti stiamo già lavorando dal 2010”. 56

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

A confronto i fatturati suddivisi per classi di produzione. Fonte Politecnico di Milano

Tra le risposte fornite, c’è anche qualche spunto di riflessione su quelle che possono essere le difficoltà derivate da Industry 4.0. Sempre secondo Camozzi “il problema maggiore consiste nel fare in modo che il cliente capisca il vero valore aggiunto dei nuovi prodotti”. Tanto che circa il 60% delle aziende dichiara di non essere in procinto di adottare le trasformazioni e le tecnologie necessarie per entrare nel mondo dell’industria avanzata, contrariamente al 13% che sta intraprendendo questo percorso e al 15% di aziende che risultano già ora orientate verso questa direzione.

Un percorso ancora lungo

La strada verso un’industria pienamente automatizzata e altamente tecnologica è ancora lunga, tant’è che il 20% degli intervistati non ha fiducia in questo avanzamento tecnologico e non pensa che possa dare significativi contributi alla propria competitività sia livello nazionale che internazionale; circa un terzo delle aziende pensa che questa trasformazione sia mediamente importante e soltanto il 23% la considera basilare per il futuro delle aziende e della produzione industriale. A questo proposito, riportiamo la risposta resa pubblica da Gefran, azienda specializzata nella produzione di componenti per l’automazione industriale: “Credo che l’industria 4.0 sarà sicuramente una nuova rivoluzione industriale. Aumenterà i servizi e le opportunità di lavoro e business nell’automazione industriale”. È questo il positivismo che ci si aspetta nel futuro dell’industria italiana. 


igus the-chain ... readycable cavi cablati ... semplicemente energia in movimento ®

®

Cavi cablati pronti per il collegamento – con 1 clic del mouse

igus.it/readycable-finder

... 4000 cavi cablati ... secondo lo standard di 24 produttori Potete scegliere la soluzione più economica fra 7 qualità di cavi cablati readycable per azionamenti, adatti alle vostre esigenze. Con 36 mesi di garanzia. Trovate velocemente il giusto cavo cablato online: igus.it/readycable-finder ®

Da 25 anni cavi altamente flessibili per uso dinamico nelle più diverse applicazioni ...

3 anni di garanzia su tutti i cavi chainflex

®

www.chainflex.it

Testati: cavi chainflex che durano altrimenti ti rimborsiamo! ®

Garanzia unica nel suo genere per tutti i cavi igus 36 mesi o 10 milioni di cicli (5 milioni per la gamma chainflex M). Durata prevedibile grazie al più ampio laboratorio in ambito industriale per cavi in posa mobile (2750 m ) - oltre 700 test in contemporanea con 2 miliardi di corse annue. Maggiori informazioni su igus.it/Garanzia ®

®

2

igus Srl Via delle Rovedine, 4 23899 Robbiate (LC) Tel. 039-5906-1 igusitalia@igus.it ®

36

mesi di garanzia

plastics for longer life

®


Video Reportage

VIDEO REPORTAGE

AUTOMATICA 2016

Rapporto uomo-macchina, Internet of Things sempre più diffuso e la necessità di controllo sui processi produttivi sono alcuni dei trend dell’era dell’Industry 4.0 che hanno caratterizzato la fiera Automatica di Monaco di Baviera. Sulla piattaforma sono visibili tutti i reportage di Adriano Rossi e Guido Rossi

L’industrial

58

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


È

tempo di bilanci per l’ottava edizione di Automatica - il salone specialistico di Monaco di Baviera che dal 21 al 24 giugno ha illustrato al meglio le potenzialità della digitalizzazione, della collaborazione uomo-macchina e della robotica di servizio professionale e industriale.

Nuovi metodi di produzione, nuovi processi lavorativi

La sempre maggiore iterazione tra uomo e macchina ha fatto riflettere non poco le aziende che nel corso dei due giorni di esposizione hanno avuto modo di affrontare il tema del lavoro nell’era, ormai denominata, del 4.0. Il futuro dell’industria sarà sempre più legato alla presenza di macchine, creando inevitabilmente nuove competenze da apprendere e mettere a frutto. Questo non si tradurrà con una diminuzione di lavoratori “umani”, ma si verranno a creare nuovi team composti da persona e macchina, dove l’intelligenza umana avrà un ruolo centrale, mentre i robot faranno da assistenti silenziosi e instancabili.

Presenze straniere e mercati in espansione

Makeathon

Spazio all’ingegno

Sviluppare prototipi hardware nell’arco di 24 ore. E’ stata questa la sfida che ha visto fronteggiarsi oltre 140 studenti di informatica, robotica e meccatronica nello spazio “Makeathon” allestito in fiera. Un evento questo che ha permesso di impiegare nel concreto le tecnologie esposte

alla più tradizionale esposizione monacense, con lo sviluppo di nuovi concept sotto gli occhi dei visitatori. A vincere il primo premio (e un viaggio alle Canarie) il team NutriFIT con un dispositivo di automazione per l’industria alimentare in grado di produrre pasti in linea con il profilo dell’utente.

Parlando di cifre, il numero di visitatori internazionali ha subito, per questa edizione, un incremento del 50% rispetto al passato. Ma un Paese più degli altri ha rafforzato la propria presenza a Monaco. Si tratta della Cina che - con oltre 13 delegazioni, forte anche della recente partnership tra l’azienda cinese Midea e la tedesca Kuka ha voluto rimarcare il proprio interesse per l’automazione industriale a 360°. Nuovi trend, nuove soluzioni e nuove forze in campo. Per capirne al meglio la portata abbiamo chiesto direttamente alle aziende di invitarci nella loro realtà, spiegandoci le innovazioni e le tecnologie per raggiungere livelli di automazione che, soltanto poco tempo fa, erano inimmaginabili. Inizia qui il futuro 4.0?

Automation tra presente e futuro

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

59


VIDEO REPORTAGE

AUTOMATICA 2016 Yaskawa

Cella robotizzata a sette assi per la saldatura spot

Focus sulla saldatura spot nel settore automotive per Yaskawa che presenta a Monaco la Spot Welding Solution, un’innovativa cella robotizzata fino a 7 assi integrata con robot on board e da robot di saldatura. La macchina monta pinze a fulcro e corsoio (tecnologia Light Welding Gun) che, grazie anche alla facilità di programmazione, consentono di adattarsi alle diverse necessità dell’elemento da saldare. A completare il processo di saldatura la Nut Welding Machine integrata nella macchina: composta da una struttura elettrosaldata, permette maggiore autonomia ed efficienza nel processo di saldatura grazie a un robot MH5 di manipolazione fissato alla struttura e un gruppo di asservimento dell’elemento da saldare (dado/boccola/perno).

Gambini Meccanica

Sistemi per cremagliera di precisione fino a 2 m

Per Gambini Meccanica, azienda costruttrice di organi di trasmissione e di precisione, la fiera è stata l’occasione per presentare gli innovativi sistemi per cremagliera di precisione fino a 2 m, con livello qualitativo da 5 fino a 7. Svelato anche il progetto “arciere”: a metà tra una scultura e un robot statico, “arciere” verrà interamente realizzato con tutti i componenti prodotti dall’azienda ed esposto nei prossimi eventi. www.gambinimeccanica.it https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_gambini_ meccanica

www.yaskawa.eu.com https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_yaskawa

Denso

Robot scara fino a 650 mm di raggio

Il mercato europeo dovrà attendere novembre 2016 per i nuovi modelli di scara firmati Denso, presentati alla fiera monacense. Disponibili nella versione da 480, 550 e 650 mm di raggio per otto chili di portata, questi dispositivi sono più veloci del 30% rispetto ai modelli attuali. Inoltre, grazie a una distribuzione diversa dei motori e al controller RC8A integrato, sono ideati per il settore packaging, food, farmaceutica e cosmetica. Allo stand anche un’altra novità: il robot collaborativo Cobotta che monta un innovativo controller ancora in fase di realizzazione progetto in collaborazione con l’Università di Tokio. www.densorobotics.com https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_denso

SIR Robotics

Cella monoblocco per lavorazioni di finitura

Sir Robotics ha presentato a Monaco di Baviera, una delle nuove applicazioni standard per il settore della finitura post lavorazione meccanica. La cella monoblocco prevede un mandrino sviluppato interamente dall’azienda dotato di compensazione omnidirezionale che consente di controllare la pressione di contatto durante l’intero processo di lavorazione. L’intero sistema è dotato di un cambio automatico dell’utensile e da un sistema posizionatore con doppia movimentazione ad asse controllato ad elevata precisione, in grado di garantire lavorazioni estremamente accurate come richieste, ad esempio, dal settore aeronautico. www.sir-mo.it https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_sir_robotics

60

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


®


VIDEO REPORTAGE

AUTOMATICA 2016 ISS

VEA

Visione 3D con programmazione visuale per robot Un sistema robot basato sulla visione tridimensionale per raccogliere pezzi direttamente dal cassone. E’ questa la novità presentata da ISS, spin-off del Politecnico di Milano, a Monaco di Baviera. Il 3D CPS 2.0 - questo il nome del device - utilizza un linguaggio TCP/IP mediante stringhe per la comunicazione ed è realizzato con una meccanica robusta ma leggera, dotata di tutte le interfacce necessarie per il montaggio. La scansione è basata sull’utilizzo di uno scanner laser precalibrato dotato di intelligenza a bordo, mentre la ricerca delle coordinate di presa avviene mediante un algoritmo di pattern matching tridimensionale in grado di gestire diversi punti di presa per ogni parte. www.issweb.it https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_iss

Sensibilità al micron per la nuova linea di sistemi di misurazione CheckBox è la serie di prodotti VEA creata per eseguire il controllo qualità in modo semplice e versatile. Attraverso strumentazione e sistemi di visione capaci di eseguire controlli con affidabilità in PPM, il robot è in grado di realizzare 64 possibili inquadrature del pezzo, ognuna delle quali può supportare fino a 1000 diverse analisi, arrivando a 64000 possibilità di controllo con capacità produttiva fino a 2000 pz/ora. www.vea.it https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_vea

Datalogic

Tecnologia Machine Vision applicata a sistemi di marcatura laser Allo stand Datalogic alla fiera Automatica di Monaco di Baviera è stato presentato un sistema che integra la tecnologia Machine Vision con sistemi di marcatura laser e robot. Il sistema di visione verifica la presenza dei campioni all’interno del vassoio e comunica con il robot consentendoli di eseguire la presa dell’oggetto. Il robot inserisce il pezzo prelevato all’interno dell’ambiente di marcatura laser e, una volta terminato il processo, il sistema procede con i controlli e la lettura dei codici. www.datalogic.com https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_ datalogic

62

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


Il momento in cui la luce diventa fascino.

Questo è il momento per cui lavoriamo.

// FASCINATION MADE BY ZEISS

O-INSPECT: la risposta a tutte le richieste. Le macchine di misura O-INSPECT uniscono la tecnologia di misura ottica e per contatto in un singolo sistema, coprendo un’ampia gamma di pezzi e offrendo opzioni di analisi complete. Non è più necessario acquistare diversi strumenti specifici, O-INSPECT è tutto quello che vi serve. Per informazioni: Carl Zeiss SpA Tel. 02.93773.1 www.zeiss.it

PAD. 9P STAND C32-D21 PAD. 9 –- STAND D37/D39

We make it visible.


VIDEO REPORTAGE

AUTOMATICA 2016 Euclid Labs

Applied Robotics e Tecnomors

Sistemi di bin picking con sensore a proiezione a griglie laser

Ricreare le situazioni comuni alla clientela è stato l’obiettivo di Euclid Labs che ad Automatica ha presenta un nuovo sistema di bin picking per la presa dal cassone di pezzi sporchi. Il dispositivo monta un sensore a proiezione di griglie laser unito al software elaborato direttamente dall’azienda e a un robot della tedesca Kuka. La macchina inoltre garantisce il controllo qualità 3D grazie a un apposito sensore integrato. www.euclidlabs.it https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_euclid_labs

Nuove gamme di cambio utensile e pinze per robot

In uno stand congiunto, Applied Robotics e Tecnomors hanno presentato a Monaco la nuova gamma di cambio utensile per robot da 5 fino a 1500 chili, particolarmente indicata per il settore dell’automazione generica, oltre che al settore automotive. Il sistema di bloccaggio viene ripetuto in una serie di cambi utensile in grado di offrire ampia versatilità e affidabilità in molteplici situazioni. Presentata anche la nuova gamma di pinze e morse per polso robot, come le pinze dal corpo ovale. www.appliedrobotics.com https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_applied_ robotics_tecnomors

Autorotor

Tecmes

Sorgente laser per il posizionamento del pallet

Un esempio di trasportatore a pallet lineare, in grado di gestire pallet fino a 150 mm trasportati da un’unica motorizzazione meccanica, è stato il protagonista dello stand Tecmes. Il dispositivo è una struttura monolitica, completamente rettificata, con caratteristiche di precisione e ripetibilità nel posizionamento con margini di errore inferiori allo 0,05 mm. L’estrema accuratezza di questa macchina - garantita da una sorgente laser per la misura del posizionamento - la rende particolarmente adatta per lavorazioni nel settore medicale e cosmetico. www.tecmes-italia.com

Tavole rotanti elettroniche a due movimenti

Esposte su un anello rotante dal diametro di 120 cm, Autorotor ha presenta ad Automatica le tavole dalla movimentazione di carattere meccanico, dal modello più piccolo - T06 - al modello T55 per portate maggiori. A Monaco sono andate in scena anche le innovative tavole completamente elettroniche - senza quindi la presenza di camme meccaniche - in grado di eseguire due movimenti differenti per effettuare posizionamenti estremamente precisi. www.autorotorgroup.com https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_autorotor

64

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_tecmes


PROGRESSO CONTINUO NELLA TORNITURA FOTO INDEX MS16C

Torni orizzontali, multimandrino, verticali e a fantina mobile PLURIMANDRINI INDEX

FIERAMILANO 04-08.10.2016 Padiglione 15, Stand G01/G03

Con il modello MS16C prosegue l’oramai pluridecennale esperienza della INDEX nella costruzione di plurimandrini CNC. MS16, prodotto dell’ultima generazione di plurimandrino CNC concepita per ottenere tempi di produzione uguali alle macchine tradizionali con un investimento contenuto. Questo prodotto si aggiunge alla già ricca serie composta anche dai modelli MS22 (6 o 8 mandrini), MS32, MS40 e MS52 ciascuno fornibile in diverse configurazioni, da barra o da ripresa, a loro volta equipaggiabili secondo le Vostre specifiche esigenze produttive... e non è finita qui.

INSIEME PER IL VOSTRO SUCCESSO info@synergon.it www.synergon.it

SYNERGON S.p.A. - Rappresentanza Macchine Utensili e Accessori - Via Antonio Maffi, 19 - 20162 MILANO (MI) - t. +39 02 6438436 r.a. - f. +39 02 6426057


VIDEO REPORTAGE

AUTOMATICA 2016 Sinteco

Soluzione di assemblaggio su piattaforma transfer

Presentato ad Automatica un esempio di soluzione di assemblaggio su piattaforma transfer - dotato di meccanismi a camme intermittenti, progettato per l’assemblaggio di un particolare dispositivo medico - realizzato da Sinteco. Il sistema è stato progettato per la produttività ad alta cadenza con risultati precisi ed efficienti. Alla macchina esposta è possibile integrare diverse stazioni in grado di svolgere azioni e test a seconda delle necessità del cliente finale, garantendo la massima personalizzazione del prodotto. Il sistema di controllo è inoltre garantito da telecamere per il test di ogni pezzo.

Gate Deutschland

E-cam per il nuovo sistema di posizionamento e posizionatore lineare di precisione TL

Gate Deutschland ha portato ad Automatica il nuovo sistema di posizionamento tramite cam elettronica E-cam - per la gestione delle fermate di emergenza e dei posizionamenti in modo automatico e immediato. Presentata anche la serie ad alta affidabilità di posizionatori lineari TL ad alta precisione di posizionamento e velocità di movimento. Interamente realizzati in acciaio e ghisa, i dispositivi durante il funzionamento presentano una dilatazione termica omogenea che, in questo modo, non influisce sulla precisione delle lavorazioni. www.gate-deutschland.com https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_gate_deutschland

www.sintecorobotics.com https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_sinteco

Cosberg

Braccio a camme a cadenza elevata con servo motore

L’innovativo braccio elettrico a camme a cadenza elevata fino a 120 cicli al minuto, con servo motore per agevolare i movimenti del braccio, è stato uno dei maggiori protagonisti dello stand Cosberg ad Automatica. Questo dispositivo può fermare la propria traiettoria, definita da una camma, in diversi punti programmati a seconda delle esigenze di produzione. Inoltre - grazie a un sistema ancora in fase di brevetto la camma può essere sostituita molto rapidamente per variare la traiettoria percorsa dal braccio. www.cosberg.com https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_cosberg

OTS

Transfer lineare a passo fisso con motore brushless

La caratteristica principale del modulo standard di transfer lineare presentato da OTS è la sua estrema personalizzazione. Questa soluzione a passo fisso fino a 400, ma a movimentazione variabile, è controllata da un motore brushless in grado di gestire più passi configurabili a seconda della lavorazione richiesta. La macchina, inoltre, si presta ad essere applicata in differenti configurazioni con motori servocontrollati o con movimenti meccanici sincroni, ideale per produzioni dove sia necessario dai 3 secondi di tempo/ciclo fino a 1 secondo di tempo/ciclo. Indicata per processare diversi tipi di modello sullo stesso impianto, la macchina può essere attrezzata sia in versione standard che in versione clean room. www.o-t-s.it https://vimeo.com/quinebp/automatica_2016_ots


Best choice.

Chiudi e piega Venite a scoprire la Xpert 40, la pressa piegatrice Bystronic più veloce al mondo, in grado di piegare i pezzi piccoli con il massimo del risparmio e della flessibilità. Laser | Piegatura | Getto d’acqua bystronic.com


Focus torni

Il Tornio del futuro...

Pezzi finiti in pochi passaggi, integrazione della tecnologia di produzione additiva e un pizzico di 4.0, in un mercato che nel 2016 sta confermando l’ottimo trend dell’anno precedente di Nicoletta Buora

N

umeri positivi e tecnologia di nuova generazione sembrano essere le carte vincenti di un settore, quello della tornitura universale e di produzione, che, a detta dei principali player del settore, nel 2016 sta confermando l’ottimo trend del 2015, sia a livello interno che internazionale. Certo, gli scenari non strettamente 68

economici determinano gli equilibri ed i differenti andamenti nei vari paesi, ma il risultato globale risulta nel complesso positivo. “Dal nostro punto di vista - ha affermato Sergio Baroni, responsabile commerciale DMG Mori Italia - anche nel medio termine le prospettive si confermeranno stabili se non addirittura in crescita”. Stefano Reati di Synergon Spa, confermando la stessa tendenza,

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

puntualizza che questi risultati sono dovuti all’effettivo miglioramento della situazione economica, ma anche al miglioramento dell’accesso al credito e alle agevolazioni messe in atto dal Governo.

Tendenze emergenti e tecnologie sempre al massimo

La tendenza è verso il prodotto finito in pochi passaggi. Spesso


si chiede al tornio di svolgere lavorazioni complesse e questo è il motivo per cui l’innovazione e l’implementazione tecnologica devono essere sempre al massimo. “Si guarda al tornio come la macchina che dev’essere in grado di produrre il pezzo finito con caratteristiche dimensionali e geometriche per le quali, in precedenza, si richiedevano diversi passaggi tecnologici, anche su macchine diverse”, ci dice Baroni di DMG Mori Italia. La modularità è un’altra caratteristica fortemente voluta sulle macchine di ultima generazione, perché consente di offrire la tipologia e la dotazione adeguata alle specifiche esigenze, integrando cicli e soluzioni tecniche che permettono all’utente finale di essere estremamente produttivo ed efficiente, limitando al massimo ulteriori passaggi su altri impianti. “Le tipologie di impianto multitasking sono attualmente quanto di più tecnologico si possa considerare nel processo evolutivo del tornio afferma Baroni - integrando non solo fasi di fresatura, ma anche di rettifica, stozzatura, dentatura ed altri processi che completano il pezzo in lavorazione. Oggi, stiamo concentrando i maggiori sforzi sulla seconda generazione delle macchine multitasking della serie CTX beta TC e CTX gamma TC. DMG Mori elabora soluzioni complete, sviluppate intorno alla macchina utensile e, grazie all’ampia gamma di prodotti, è in grado di proporre macchine ad esportazione truciolo ad elevata tecnologia per lavorazioni di tornitura, fresatura, ultrasonic e lasertec, oltre a sistemi di automazione, software e service. La molteplicità di proposte offerte, sia per taglie, che per

soluzioni tecniche, permette al Gruppo di essere propositivo in vari contesti del manifatturiero quali l’automotive, l’aerospace, l’oil&gas, l’energia e il medicale. “In particolare per il settore della tornitura - sottolinea Baroni siamo posizionati in maniera molto strategica nel panorama estero ed italiano, grazie agli stabilimenti

Il nuovo modello NLX 2500Y DMG MORI

di Bielefeld in Germania, di Nara, Chiba ed Iga in Giappone e soprattutto ai due stabilimenti italiani di Gildemeister Italiana a Brembate di Sopra (BG) e Grazzano Tortona (AL).” Un altro aspetto che si sta imponendo nel campo della tornitura è la lavorazione di materiali speciali. “Questo aspetto ci spiega Stefano Reati di Synergon - ha portato i produttori di utensili a studiare nuove soluzioni che richiedono da parte dei costruttori di macchine lo sviluppo di prodotti con rigidità e potenza adatte. Per la stessa ragione si sta anche ampliando il campo della tornitura sul temprato, che sta togliendo parte del mercato alla rettifica”. Synergon nasce nel 1985 quale rappresentante esclusivo per l’Italia di prestigiose case costruttrici di macchine utensili quali Index, Traub, per la tornitura, Hatebur per lo stampaggio e da qualche tempo Hembrug per la tornitura sul temprato. I prodotti realizzati dalle case rappresentate trovano applicazione in tutti i settori

Il nuovo modello NLX 2500Y DMG MORI

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

69


Focus torni

Area di lavoro del plurimandrino Index MS22-8 C

Area di lavoro del centro di tornitura Multitasking Index R200

70

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

dell’industria meccanica in quanto si tratta di aziende particolarmente attente allo sviluppo tecnologico, con attenzione alle continue nuove esigenze sempre più stringenti che vengono richieste dal mercato. L’esigenza sempre più crescente di effettuare quanto più possibile della lavorazione con la medesima macchina senza dover cambiare più macchinari per la realizzazione del pezzo finito, ci viene confermata anche da Paolo Paccagnini di CMZ Machine Tool Manufacturer S.A. costruttore di torni con sede a Zaldibar nei paesi Baschi nei pressi di Bilbao in Spagna con quattro stabilimenti produttivi dislocati nel territorio Basco “Costruiamo torni a controllo numerico sin dal 1950 – ci dice Paccagnini - e attualmente la capacità produttiva raggiunge le 450 unità/anno suddivise in tre linee di prodotto. Le macchine vengono interamente realizzate nei nostri stabilimenti così come tutte le lavorazioni meccaniche necessarie per la produzione dei componenti e delle parti occorrenti per il loro montaggio. Questo ci permette

di offrire al cliente la soluzione tecnologicamente più adatta alle proprie necessità che oggi, come sempre, sono da ricercarsi in primo luogo nella velocità di esecuzione del pezzo, nella precisione/qualità della lavorazione e nell’affidabilità massima del macchinario”. Negli ultimi anni, l’azienda ha creato gamme di prodotto altamente customizzabili per offrire alla clientela pordotti adeguati a ogni necessità, dalle soluzioni per la tornitura molto semplici con macchine a due assi fino ad arrivare a soluzioni per la lavorazione di pezzi molto complessi permettendo di eseguire operazioni, oltre chiaramente a quelle di tornitura, di fresatura, foratura inclinata, dentatura con creatore fino alla gestione dello scarico e del carico dei pezzi attraverso sistemi di manipolazione a portale tipo Gantry.

Industry 4.0 c’è, ma le piccole realtà faticano

Secondo Stefano Reati, al momento l’impatto di Industry 4.0 è ancora basso, più che altro a causa della struttura frammentata dell’industria italiana, composta in buona parte da terzisti di piccole dimensioni che producono in piccola serie e che, spesso, non hanno al loro interno le risorse per poter seguire con efficacia lo sviluppo dell’Industry 4.0, per il quale è necessario trovare addetti con qualifiche e professionalità adeguate. “Meglio nel campo della fresatura - sostiene Reati - essenzialmente perché l’uso di sistemi CAD/CAM ha richiesto di sviluppare competenze utili alla trasformazione digitale delle aziende, ma nel settore della tornitura la digitalizzazione è ancora agli inizi. Diverso è il discorso per realtà di grandi dimensioni. Un tassello fondamentale della strategia di DMG MORI per una digitalizzazione orientata al cliente è il sistema CELOS basato su


16 APP. L’interfaccia operativa comune, che integra le macchine con i computer degli uffici, consente ai dipendenti del reparto produttivo e dell’ufficio tempi e metodi di gestire, documentare e visualizzare i dati della macchina, dell’ordine e del processo produttivo. Oltre ai vantaggi a livello produttivo, CELOS, in quanto sistema aperto, permette lo scambio di informazioni con le strutture aziendali superiori, offrendo all’utente la completa integrazione della sua macchina nell’organizzazione aziendale e fungendo già oggi da ponte di passaggio dalla mera lavorazione ad asportazione di truciolo ai sistemi di produzione cyberfisici del futuro. “I vantaggi offerti nella pratica quotidiana di officina - afferma Baroni - sono assolutamente convincenti: la riduzione del 30 % dei tempi di attrezzaggio e la riduzione del 50%

Macchine multitasking CTX di DMG MORI

MACCHINE UTENSILI A DEFORMAZIONE E ASPORTAZIONE, ROBOT, AUTOMAZIONE, TECNOLOGIE AUSILIARIE

4 - 8 /10/2016

MAKE

sfortec.it

In OTTOBRE, a Fieramilano Rho, la più ampia gamma di offerta declinata in due percorsi di visita paralleli: il MAKE di BI-MU, per chi progetta e costruisce, e il BUY di SFORTEC INDUSTRY, per chi cerca subfornitura tecnica e acquista servizi per la propria attività. promosso da

UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE

ente organizzatore

in collaborazione con

bimu.it

B U Y SUBFORNITURA TECNICA & SERVIZI PER L’INDUSTRIA

SEDE: fieramilano, ingresso dalle porte Est, Ovest e Sud PERIODO DI SVOLGIMENTO: BI-MU da martedì 4 a sabato 8 ottobre 2016 SFORTEC INDUSTRY da giovedì 6 a sabato 8 ottobre 2016 ORARIO: dalle 9.30 alle 18.00 INGRESSO: biglietto giornaliero 12,00 ; gratuito con preregistrazione CATALOGO 30.BI-MU/SFORTEC INDUSTRY: 20,00 , disponibile nell’ambito della manifestazione PER INFORMAZIONI tel. +39 02 26 255/227 • fax +39 02 26 255 890 bimu.info@ucimu.it • sfortec.info@ucimu.it


Focus torni

dei tempi necessari per il calcolo dei dati di lavorazione e per la ricerca di importanti informazioni, sono solo alcune delle potenzialità di CELOS”.

Additive manufacturing, cosa sta cambiando e come trasformerà il settore?

Nell’era dei componenti sempre più complessi e personalizzati i

processi generativi, grazie al loro elevato grado di libertà geometrica e di design del componente, dimostrano essere la soluzione giusta per la produzione di pezzi complessi. “Nel campo della produzione additiva - spiega Baroni- ci affidiamo alla completa integrazione della tecnologia di deposito laser e lavorazione meccanica, assicurando, così,

La serie TC di CMZ

72

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

Nuova soluzione Index di Synergon

un’assoluta libertà in termini di produzione e, al contempo, la massima precisione e qualità delle superfici lavorate. Con la Lasertec Additive Manufacturing offriamo una soluzione ibrida che combina il deposito laser con fresatrici a 5 assi e centri di tornitura/fresatura. Questa tecnologia utilizza il processo di riporto di materiale applicato mediante un iniettore di polveri metalliche, con velocità fino a 10 volte superiori rispetto al sistema a strati. Con la nuova Lasertec 4300 3D, integriamo per la prima volta il processo di produzione laser generativo in un centro di tornitura / fresatura, consentendo così la costruzione e lavorazione completa su 6 lati di componenti 3D.” L’additive manufacturing, secondo Reati sta prendendo piede, grazie al calare dei costi delle macchine che lo rendono possibile. “Bisognerà vedere che indirizzo prenderà questa tendenza nel futuro - afferma Reati. Su base industriale potrà togliere posto alle macchine per asportazione, ma permetterà di realizzare particolari altrimenti impossibili da produrre, aprendo la strada a nuove soluzioni tecniche”.  La serie TA di CMZ TC35.

C

M

Y

CM

MY

CY

CMY

K



Tech

a) Product Marketing Manager di Omron Electronic Components Europe b) European Product markeying Manager for Sensors di Omron Electronic Components Europe

Hafeez Najumudeen (a), Gabriele Fulco (b)

Elettromeccanici: quando assemblare un FPC costa più che acquistarlo figura 1

Nel fotomicrointerruttore a riflessione, invece, l’emettitore e il ricevitore sono disposti come illustrato in figura 2. In questo caso quando l’oggetto è collocato nell’area di rilevamento, esso riflette il raggio di luce dell’emettitore, variando la quantità di energia ottica che raggiunge il ricevitore.

Oggi, nella progettazione di sistemi come gli elettrodomestici o le macchine per ufficio, i dispositivi chiave quali i fotomicrosensori sono spesso collocati al di fuori del PCB principale. E spesso ciò comporta dover predisporre un piccolo PCB aggiuntivo separato, sul quale assemblare il sensore. Scegliendo un sensore precablato - che può essere installato in qualunque punto del sistema - è possibile fare a meno della scheda PCB dedicata, con un risparmio che è nettamente maggiore rispetto al piccolo sovrapprezzo che il dispositivo precablato comporta.

Sensori

È questo il caso, ad esempio, di un distributore automatico di bevande, in cui il sensore che conferma la presenza del bicchiere dovrà essere collocato nella zona di erogazione della bevanda. Ma quasi certamente il PCB principale sarà installato al centro della macchina, dove è più protetto. 74

Solitamente questa applicazione richiede un fotomicrointerruttore, un piccolo sensore ottico che rileva gli oggetti o la loro posizione per mezzo di un raggio di luce. Esistono due tipi principali di fotomicrointerruttore: a trasmissione (a forcella) e a riflessione. Il tipo a forcella è costituito da un emettitore e un ricevitore posti l’uno di fronte all’altro. Quando un oggetto è posizionato tra ricevitore ed emettitore, esso intercetta il raggio di luce, figura 2 riducendo così l’energia ottica destinata al ricevitore (figura 1). Per i progettisti sono oggi a disposizione diverse soluzioni a sensore per il rilevamento di oggetti che si muovono orizzontalmente o verticalmente, anche in versione

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

impermeabile alla polvere o con ampio slot di rilevamento. Ogni variante è disponibile nei formati Dark-On e Darf-Off. Nel primo caso il fotomicrosensore si attiva quando non ci sono oggetti da rilevare; nella formula Dark-Off il dispositivo si attiva invece in presenza dell’oggetto. I fotomicrointerruttori – utilizzati in sistemi quali macchine per ufficio, elettrodomestici, distributori automatici, videogiochi e apparati medici – possono oggi essere forniti già saldati a un cavo di collegamento. Possono quindi essere imbullonati direttamente sul telaio dell’apparecchiatura nel punto più opportuno, e connessi tramite cavo al PCB principale. Eliminando la necessità di realizzare un’apposita schedina PCB per il sensore, si riducono i costi e si aumenta l’affidabilità.

Connettori per FPC

Un altro esempio di come il costo di assemblaggio del componente possa variare in base alla scelta del fornitore è il connettore FPC. Se un connettore richiede due secondi in meno per l’assemblaggio alla scheda, su un lotto di 500.000 unità si ottiene un


figura 3

risparmio di tempo totale di quasi 278 ore, pari a 35 giorni lavorativi. I connettori per FPC (Flexible Printed Circuit) costituiscono la soluzione più comune e meno ingombrante per collegare più PCB tra di loro e ai display. La crescente diffusione dei prodotti elettronici indossabili imprime oggi un ulteriore impulso a questa tecnologia. Occorre però rilevare che con alcuni tipi di connettori FPC il processo di assemblaggio richiede meno passaggi, rispetto a quanto necessario con altri componenti. Molti produttori forniscono i loro connettori FPC con il meccanismo di blocco in posizione chiusa, il che rende necessaria un’operazione di apertura (solitamente manuale) prima di poter inserire il circuito flessibile. La ragione è che nella maggior parte dei connettori FPC il meccanismo di blocco si trova sul lato frontale, là dove va inserito il cavo FPC. Con la soluzione brevettata di Omron (Back Lock, figura 3) il meccanismo di blocco si trova invece sul retro del connettore. Molti prodotti che impiegano connettori FPC vengono prodotti in grandi quantità e ridurre il processo di assemblaggio anche di un solo passaggio può consentire importanti risparmi di tempo.

I connettori FPC di Omron possono quindi essere forniti con il meccanismo di blocco in posizione aperta, eliminando così un passaggio del processo produttivo (Vedi figura 4).

tavola 1

Risparmio di tempo

2 s per connettore

Dimensioni del lotto

500 K

Risparmio di tempo totale

1 milione di secondi = 16.667 minuti = 278 ore = 35 giorni lavorativi

I costi, prima di tutto

Nello scegliere i componenti elettromeccanici più adatti, e nel confrontare proposte apparentemente identiche di due fornitori alternativi, vale sempre la pena interpellare il reparto produzione e l’ufficio progettazione per accertare eventuali differenze nel costo definitivo del componente assemblato. 

Il risparmio di tempo è di due secondi per ogni connettore ma il vantaggio complessivo su produzioni in grandi volumi può crescere significativamente (tavola 1). Questa soluzione offre l’ulteriore vantaggio di ridurre il rischio di sollevamento del meccanismo di blocco a causa dei movimenti del cavo durante l’uso (Tavola1).

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

75


Prisma

INFORMAZIONE DAL MONDO TECNOLOGICO

di Gianluca Govoni

Presenta in Italia la nuova versione Edgecam 2016 R2 Nord-Est Italia, si è svolto con la collaborazione di Hoffmann Italia, presso la nuovissima sede in provincia di Padova. Dopo una presentazione delle varie novità Edgecam, l’attenzione si è spostata nella Sala dedicata alle prove, dove due macchine a CN completamente attrezzate (una fresatrice 5 assi ed un tornio) hanno realizzato alcune lavorazioni per evidenziare i benefici dei Cicli Edgecam Waveform. Al ritorno dalla Conferenza Europea Edgecam tenutasi a Monaco, che ha visto l’azienda padovana vincitrice del premio “Outstanding Achievements” (risultati eccezionali), ProCAM Group ha presentato la nuova versione Cad/CAM Edgecam 2016R2 durante tre importanti eventi dedicati agli utenti italiani. Il primo appuntamento con i clienti del Nord-Ovest ha coinvolto il partner Sandvik Italia Spa, che ha messo a disposizione dei clienti Edgecam il proprio Productivity Center di Milano, dove hanno avuto luogo prove di lavoro in macchina a dimostrazione dei benefici che si possono ottenere grazie alle nuove tecnologie di Sgrossatura ad alte prestazioni Edgecam. Porte aperte la settimana successiva presso la sede Overmach di Parma, location che vede esposte oltre 80 macchine a CN, tutte funzionanti e con cicli di lavorazione per dimostrazioni. Anche in questa occasione i tecnici Edgecam in collaborazione con il personale Overmach hanno avuto modo di approfondire le novità introdotte con l’ultima release 2016R2, testandone in macchina i vantaggi per l’ambiente di Fresatura. L’ultimo appuntamento, in ordine cronologico, che ha visto coinvolti soprattutto i clienti Edgecam del 76

Tra le novità più evidenti ed apprezzate di Edgecam 2016 R2 il fortissimo incremento di prestazioni nella gestione di file solidi di grandi dimensioni; i test hanno rilevato che l’ultima versione è in grado di caricare i modelli solidi mediamente 20 volte più rapidamente rispetto alle release Edgecam precedenti; questo grazie ad una nuova tecnologia di ‘tassellazione’, che suddivide i modelli in triangoli, archiviandoli in un particolare ordine che ne semplifica la ri-lettura. Inoltre Edgecam ora è interamente a 64-bit, consentendo l’accesso a quantità di memoria superiori. Seguendo i Feedback degli utenti Edgecam nel mondo, i miglioramenti hanno interessato gli ambienti di Fresatura, con la completa gestione/simulazione delle Teste Rotanti di Tornitura e con nuove potenzialità per la lavorazione dei Condotti e delle

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016

Palette tramite il ciclo 5 Assi Avanzato. Gli utilizzatori del sistema di Tornitura potranno beneficiare di importanti miglioramenti nel ciclo di Sgrossatura Gole e della maggiore flessibilità nella definizione delle feature manuali. Anche gli ambienti di Erosione a Filo e di Modellazione Solida EWS sono cresciuti, il primo con l’introduzione del supporto per gli assi rotativi e del comando di Traslazione in erosione, il secondo con la possibilità di importare file IGES per ricavarne rapidamente profili e modelli solidi direttamente in Edgecam. Come evidenziato dalle recenti implementazioni, anche il supporto per i cicli di Tastatura è in costante sviluppo, in particolare con la nuova release Edgecam è possibile selezionare direttamente sul solido le entità necessarie per le misurazioni, con tutti i vantaggi di associatività al modello 3D. In fine il costante miglioramento dell’interfaccia utente ha portato all’aggiunta di nuove immagini all’interno dei cicli di lavoro, grazie alle quali gli utenti possono comprendere precisamente e rapidamente il significato dei comandi che utilizzano, riducendo drasticamente la curva di apprendimento.


Delta Electronics

Le nuove serie di Cloud Router industriali firmate Delta Electronics

Delta Electronics ha introdotto le serie di Cloud Router 3G DX-2100 e Industrial Ethernet DX-2300. Questi router avanzati permettono un tunnel sicuro incorporato fra il servizio cloud DIACloud e una serie di dispositivi industriali come PLC, HMI, azionamenti per motori a c.a., servosistemi a c.a., sensori e così via. Gli utenti possono collegarsi al DIACloud tramite App, web browser o piattaforme PC Windows. Il nuovo servizio DIACloud offre il controllo semplice ed efficiente degli impianti automatizzati. Dal punto di vista della sicurezza, il firewall offre funzioni avanzate, tra cui l’SPI (Stateful Packet Inspection) e la prevenzione degli attacchi DoS (Denial of Service), che contribuiscono a rendere i DX-2100 e DX-2300 Delta i cloud router industriali più sicuri del mercato.I dispositivi si rivolgono a un’ampia gamma di applicazioni di connettività remota, che comprendono automazione industriale, smart home, smart building, smart grid, sorveglianza e monitoraggio dei trasporti.

EPLAN Experience – Your Gateway to Greater Efficiency The new era in engineering has started EPLAN Software & Service srl Via A. Grandi, 21 - 20090 Vimodrone (MI) - Tel. +39.022504812 www.eplan.it - www.eplanexperience.it - info@eplan.it

Da Eaton due nuovi whitepaper per i costruttori di macchine Eaton ha pubblicato due nuovi whitepaper, disponibili gratuitamente, rivolti ai costruttori di macchine. Il whitepaper ‘Protezione affidabile dei circuiti: un elemento essenziale per la vostra macchina’ spiega come ottenere un vantaggio competitivo grazie all’implementazione di una strategia vincente per la protezione dei circuiti. Il documento tecnico (scaricabile all’indirizzo www.eaton.eu/it/cp/gen) illustra la procedura che i costruttori di macchine devono seguire per garantire la sicurezza degli operatori, minimizzare i tempi di fermo delle macchine, aumentare la loro produttività e, in definitiva, la redditività per se stessi e i loro clienti. Il whitepaper “Il cablaggio tradizionale è ancora al passo coi tempi? Cablaggio intelligente: risorsa del futuro?”, analizza le possibilità, in termini di soluzioni per il cablaggio, di cui può disporre un costruttore di macchine per ridurre i tempi e massimizzare l’efficienza di produzione. Sulla base dei calcoli effettuati nella situazione reale quotidiana, il documento di Eaton (scaricabile all’indirizzo www.eaton.eu/it/iw/ mac) mostra come i costruttori di macchine possono evitare lunghe e complesse pose di cavi ottenendo notevoli risparmi.


Prisma

NOTIZIE DALLE AZIENDE

Massima affidabilità e robustezza con gli indicatori SCF Con l’obiettivo di raggiungere i più alti standard di qualità, la F.lli Giacomello presenta gli indicatori di flusso SCF. Realizzati per il controllo della circolazione dei liquidi, gli indicatori SCF sono adatti per il passaggio di acqua, olii, benzine, gasolio e tutti i liquidi non corrosivi. Le caratteristiche tecniche degli SCF li rendono particolarmente robusti e in grado di garantire una visibilità totale.Il corpo è costruito in lega di ottone zinco cromato con mozzo esagonale e filettatura interna per il collegamento. Gli indicatori hanno un’elica reversibile in nylon-vetro (disponibile anche in alluminio) e un tubo in vetro Pirex. La serie SCF permette di monitorare e visualizzare il passaggio dei liquidi nel modo più preciso e affidabile possibile.

Omron

Semplifica la realizzazione dei quadri di controllo

I dispositivi Omron per i quadri elettrici sono stati riprogettati basandosi su una filosofia di progettazione comune. Oltre 600 dispositivi distinti, appartenenti a 18 famiglie di prodotto, sono ora disponibili con terminali dotati di tecnologia ‘Push-In Plus’ sviluppata da Omron: i fili sono trattenuti saldamente al loro posto ed è richiesta una forza di inserimento inferiore. Oltre a una maggiore facilità di montaggio, i terminali Push-In Plus offrono ai costruttori di quadri un risparmio di tempo fino al 60% durante le fasi di assemblaggio. Le clip di montaggio offrono una grande durata anche in ambienti operativi difficili, mentre i terminali senza viti assicurano collegamenti affidabili. Questa tecnologia soft touch è inoltre in grado di ridurre il rischio di lesioni da sforzo ripetitivo (RSI). La nuova linea Omron di componenti per compattare i quadri comprende la serie di alimentatori switching S8VK-S, i dispositivi di monitoraggio dell’energia KM-N2, i temporizzatori sottili H3DT, la serie di relè di misura e monitoraggio K8DT.

PTC

Realtà aumentata a misura d’impresa

Vuforia Studio Enterprise è il nuovo strumento sviluppato da PTC per l’Authoring e il Publishing di esperienze di realtà aumentata (AR) per l’impresa. Inizialmente presentato come Project ThingX, Vuforia Studio Enterprise è completamente integrato con il software di visualizzazione e illustrazione CAD 3D Creo e con la piattaforma IoT ThingWorx di PTC, per aggiungere in modo semplice e rapido un elemento di realtà aumentata ai prodotti connessi, dalle apparecchiature industriali e di produzione, ai pannelli solari, ai dispositivi medici. La nuova soluzione è ora disponibile come parte del programma pilota Vuforia Studio, la cui disponibilità sul mercato è prevista entro la fine del 2016. Tramite una suite di componenti tecnologici che semplifica lo sviluppo di esperienze di realtà aumentata, Vuforia Studio consente lo sviluppo di nuove esperienze per la creazione, la gestione e il supporto dei prodotti connessi, offrendo tutti i componenti necessari per far sì che qualsiasi sviluppatore di soluzioni possa creare in modo semplice esperienze di realtà aumentata. 78

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016


Rockwell Automation

CompactLogix 5380 per applicazioni ad alta velocità

Il nuovo controllore Allen- Bradley CompactLogix 5380 di Rockwell Automation offre maggiori capacità e nuove funzioni al servizio dei sistemi destinati a costruire la Connected Enterprise. Ideale per applicazioni ad alta velocità che prevedono fino a 20 assi di movimento, il controllore CompactLogix 5380 introduce nella gamma CompactLogix tutti i vantaggi del portafoglio Integrated Architecture di Rockwell Automation. Insieme al nuovo sistema Allen-Bradley Compact I/O Serie 5069, le uscite schedulate migliorano i tempi di risposta degli I/O fino a raggiungere gli 0,2 ms. I trigger evento dai moduli I/O consentono l’esecuzione quasi istantanea dei task. Il controllore CompactLogix 5380 supporta funzioni di sicurezza avanzata per proteggere strutture, asset e proprietà intellettuale. Le tecnologie di sicurezza e le funzioni software che integra prevedono, tra l’altro, firmware crittografato con firma digitale, rilevamento delle modifiche basato su controllore e registrazione degli audit.

Maggiore versatilità con CoroMill 316 Le frese a testina intercambiabile CoroMill 316 di ultima generazione ampliano l’offerta collaudata di utensili integrali rotanti di Sandvik Coromant. CoroMill 316 è adatta a tutte le operazioni di fresatura generale, incluse spianatura ad avanzamenti elevati, fresatura di cave, interpolazione elicoidale, fresatura di spallamenti, profili e smussi. Le testine intercambiabili permettono agli operatori di passare da un’operazione all’altra in modo facile e preciso, ottenendo frese a candela con

misura del raggio, numero di denti, geometria e qualità ottimizzati. Oltre all’acciaio e all’acciaio inossidabile, questi utensili possono anche essere utilizzati con successo su materiali ISO K (ghisa) e ISO S (superleghe resistenti al calore). Le frese CoroMill 316 offrono maggiori livelli di versatilità e produttività nelle lavorazioni di materiali ISO P (acciaio) e ISO M (acciaio inossidabile), un aumento dell’affidabilità in quasi tutte le applicazioni, una maggiore durata utensile e la silenziosità della lavorazione.

Vieni a scoprire le novit novità della versione 2016

o a BI-MU Vi aspettiam no Fieramila 2016 4/8 Ottobre D36 d an St Pad.11

Il primo CAM integrato in Solid Edge e in SolidWorks Fresatura a 2,5 Assi • Riconoscimento automatico delle geometrie da lavorare e associazione diretta di strategie pre-configurate • Gestione automatica del database utensili e lavorazioni personalizzato in base al sistema produttivo

Volumill TM - Fresatura ad alta velocità • Fresatura ad alta velocità con strategie di “sfogliatura” del materiale (Volumill) • Riduzione dell’usura utensile (Riduzione costi)

Fresatura a 4 o 5 Assi • Ogni lavorazione a 5 assi è gestibile in continuo o in posizionamento • Controllo completo (incluse le attrezzature) delle collisioni sul file ISO generato • Sviluppo automatico delle forature nello spazio

Fresatura - Tornitura Multifunzionali • Gestione completa delle macchine multifunzionali, contro mandrini, torrette, asse C, Y e B • Ambiente unico per le lavorazioni di tornitura e fresatura

Via Monfalcone, 3 20092 Cinisello Balsamo (MI) - ITALY

www.cimsystem.com

Tel. +39 02 87213185 - 02 66014863 Fax +39 02 61293016 info@cimsystem.com


Prisma

NOTIZIE DALLE AZIENDE Servotecnica

La proposta di Servotecnica per le macchine di nuova generazione

Servotecnica propone per le macchine utensili di nuova generazione i motori lineari iron-core TECNOTION TBW. Potendo raggiungere spinte sino a 6750N (con raffreddamento ad acqua) rappresentano l’eccellenza nel campo delle motorizzazioni dirette. La particolare geometria impiegata nella produzione delle barre magnetiche assicura un cogging contenuto, a vantaggio della qualità finale delle lavorazioni. I motori TECNOTION TBW si distinguono per la contenuta “Attraction Force”, ovvero la forza di attrazione tra Coil e magneti: riducendo questa forza si possono impiegare pattini meno performanti senza incorrere in problematiche meccaniche sulle guide. Servotecnica propone anche la serie iron-core TM18, in grado di generare forze paragonabili a quelle di motori con magneti di dimensioni maggiori e, quindi, costi più alti. L’implementazione dei motori TM18, ideali per i centri di lavoro, copre applicazioni richiedenti forze che fino ad oggi potevano essere ottenute unicamente con motori di grandi dimensioni.

Simcenter migliora l’ingegnerizzazione con l’analisi predittiva

Comando degli attuatori più flessibile ed economico con VEX3

Siemens PLM Software ha annunciato la nuova soluzione Simcenter, una suite avanzata di software di simulazione e soluzioni di test. Simcenter combina simulazione e test con funzionalità intelligenti di reportistica e analisi per sviluppare ‘digital twin’ in grado di anticipare in modo più preciso le prestazioni dei prodotti in tutte le fasi del processo di sviluppo. In questo modo le società di ingegneria possono sviluppare prodotti innovativi più velocemente e con costi inferiori. All’interno

La nuova versione della valvola VEX3 di SMC per il comando degli attuatori offre migliore flessibilità e maggiore efficienza in termini di consumo energetico. L’assorbimento elettrico è, infatti, quasi dimezzato (da 1,8 W a 1 W, nella versione senza LED, e da 2,1 W a 1,1 W, in quella con LED), assicurando un notevole risparmio dei costi di esercizio. Per migliorare la facilità d’uso e aumentare la flessibilità applicativa, al modello con azionamento manuale a impulsi non bloccabile sono state aggiunte tre nuove opzioni: a cacciavite bloccabile, a impulsi bloccabile e a leva bloccabile. La nuova serie VEX3 è caratterizzata da apparecchi di dimensioni ridotte e, quando inserita in un circuito esistente, permette di ridurre anche i componenti necessari all’applicazione, occupando nel complesso minore spazio e consentendo un ulteriore risparmio sui costi di gestione. Le squadrette, le basi e i manifold, infatti, presentano le stesse dimensioni per il montaggio delle valvole vecchie e nuove, assicurando l’assoluta intercambiabilità delle valvole.

80

di Simcenter, gli applicativi sfrutteranno anche l’Industrial Internet of Things (IIoT) attraverso l’integrazione di dati raccolti da sensori con simulazioni ad alta fedeltà, consentendo alle aziende manifatturiere di creare e mantenere i ‘digital twin’ dei loro prodotti, sincronizzandoli con il prodotto fisico vero e proprio. L’offerta di Siemens comprende anche Simcenter 3D, una soluzione CAE 3D di nuova generazione basata sulla piattaforma software NX di Siemens che integra funzionalità di diverse soluzioni per coprire un’ampia gamma di attività di simulazione e applicativi per l’industria.

MECCANICA & AUTOMAZIONE | SETTEMBRE 2016



MACCHINE UTENSILI

|

PROGE T TA ZIONE

#2 marzo 2016 mensile

|

AUTOMAZIONE

|

AT T UA L I TÀ

MACCHINE UTENSILI

|

PROGE T TA ZIONE

#4maggio 2016 mensile

www.meccanica-automazione.com

igus STORIA DI COPERTINA

|

AUTOMAZIONE

|

AT T UA L I TÀ

www.meccanica-automazione.com

IN QUESTO NUMERO

Dai polimeri ai cavi intelligenti

INTERVISTA Gianfranco Carbonato, un’emozione che dura da quarant’anni

STORIA DI COPERTINA

TENDENZE Generative design, come cambierà il mondo

IN QUESTO NUMERO

PANORAMA La formazione salesiana professionale

CAD/CAM unico per il settore Lamiera

SPECIALE Robotica Sempre più al centro dello sviluppo

INTERVISTA Gianluca Giovanelli, traguardi ambiziosi per MCM

DOSSIER Macchine di misura Amici per il micron

SPECIALE LASER Dalle origini al futuro REPORTAGE DMG MORI Pronten, la macchina utensile corre

DOSSIER INDEX, TORNITURA OLTRE LA TORNITURA COPERTINA MARZO.indd 1

MACCHINE UTENSILI

01/03/2016 18:02:15

|

PROGE T TA ZIONE

#3 aprile 2016 mensile

|

AUTOMAZIONE

|

AT T UA L I TÀ

www.meccanica-automazione.com

IN QUESTO NUMERO

STORIA DI COPERTINA

INTERVISTA Jeff Kowalski, responsabile tecnologico di Autodesk TENDENZE Il futuro della robotica, tra sogni e genio italiano REPORTAGE Motion Meeting Studer Schaudt Mikros Passione bruciante

GC1130 addio a sfaldamento e scheggiature

SPECIALE Centri di lavoro Un mercato in ripresa

M&A APRILE.indb 1

31/03/2016 16:43:54

ABBONATI SU WWW.QUINE.IT PER AVERE LA COPIA CARTACEA E LA COPIA DIGITALE IN ANTEPRIMA La rivista B2B che dal 1994 racconta il mondo dell’industria meccanica

M&A MAGGIO.indb 1

MACCHINE UTENSILI

28/04/2016 16:15:23

|

PROGE T TA ZIONE

#5 giugno 2016 mensile

|

AUTOMAZIONE

|

AT T UA L I TÀ

www.meccanica-automazione.com

IN QUESTO NUMERO ATTUALITÀ Prima Industrie Inaugurato il nuovo Headquarter&Technology Center DOSSIER Costruzione Stampi Espresso GF, il caffè si veste di tecnologia REPORTAGE Hexagon Metrology Dalla metrologia alla manufacturing intelligence FOCUS Centri di lavoro Sempre più indispensabili SPECIALE CNC Il valore aggiunto dei CNC, elementi chiave della catena di processo

STORIA DI COPERTINA PAMA

Tecnologia italiana per la plastica tedesca

COPERTINA giugno.indd 1

01/06/16 09:58

Editore: Quine srl, via Santa Tecla, 4 - 20122 Milano - Tel. +39 02 864105 - Fax+39 02 72016740 - E-mail: abbonamenti@quine.it

Attivazione immediata Invia questo modulo compilato al fax 02 72016740 abbinando copia della ricevuta di pagamento Sì desidero abbonarmi a M&A Meccanica & Automazione

 Nuovo abbonato  Rinnovo  Desidero ricevere fattura

 1 anno (10 numeri ) Euro 50 (Italia)

Pagamento

(indicare il numero di partita IVA nel modulo sottostante)

 Assegno non trasferibile intestato a Quine srl - Via Santa Tecla, 4 - I - 20122 Milano  Versamento su c/c postale N:60473477 intestato a Quine srl - Via Santa Tecla, 4 - I - 20122 Milano  Bonifico a favore di Quine srl - Credito Valtellinese, ag.1 di Milano - IBAN: IT88U052160163000000000855 (ALLEGARE COPIA)  CREDIT CARD N.

CVV2*

TITOLARE

SCADENZA

COGNOME

NOME

AZIENDA

PROFESSIONE

INDIRIZZO

P.IVA

CAP

CITTÀ

 Visa  Mastercard  Cartasì

*Ii CVV è il codice di tre cifre posizionato sul retro della carta di credito dopo i numeri che identificano la carta stessa per il circuito Visa

PROVINCIA

E-MAIL TEL.

FAX

DATA

FIRMA

Privacy: con comunicazione dei dati personali si acconsente al trattamento di tali dati da parte di Quine srl, ai sensi della legge 196/2003,ai fini dello svolgimento del servizio, per fini imposti da obblighi normativi e per fini di marketing e statitici.Quine srl non comunicherà i dati all’estero. L’utente può esercitare i diritti di legge (accesso correzioni, cancellazione, opposizione al trattamento) rivolgendosi a Quine srl, Via Santa Tecla 4, 20122 Milano.


#7 settembre 2016 | DOSSIER RETTIFICATRICI

Meccanica & Automazione


Motion system / Mechatronics / Automation / Embedded electronics / Hydraulics and pneumatics / Robotics / Controls

mmt-italia.it

4 - 6 / 10 / 2017

I N N O V AT I O N

FEELS AT HOME

M&MT, il primo business-event dedicato a Motion e Mechatronics, si presenta con un format completamente inedito: gli stand sono standard con metrature a scelta tra cinque “taglie” (S, M, L, XL, XXL) e le formule di adesione sono tutte “all-inclusive”. Scopri i costi di partecipazione:

UCIMU-SISTEMI PER PRODURRE

SEDE: fieramilano Rho, ingresso dalle porte Est, Ovest e Sud PERIODO DI SVOLGIMENTO: da mercoledì 4 a venerdì 6 ottobre 2017 ORARIO: dalle 10.00 alle 18.00

INGRESSO: gratuito con preregistrazione CATALOGO M&MT: disponibile in fiera PER INFORMAZIONI: tel. +39 02 70633292; info@mmt-italia.it


© 2016 SCHUNK GmbH & Co. KG

www.gb.schunk.com/vero-s

Oltre 500 combinazioni per un serraggio pezzo altamente affidabile.

Innovazione tecnologica da un‘azienda familiare

0,005 mm Precisione di ripetibilità

Posizionamento e serraggio in un’unica operazione. Attrezzaggio fuori macchina in parallelo ai tempi di lavorazione. Il sistema di serraggio a punto zero VERO-S offre un’interfaccia precisa per il più grande sistema modulare di tecnica di serraggio.

Jens Lehmann, leggendario portiere del calcio tedesco, dal 2012 ambasciatore del marchio dell’azienda familiare SCHUNK in quanto sinonimo di presa precisa e tenuta sicura. www.it.schunk.com/Lehmann

sistema di serraggio a punto zero

In combinazione con il sistema

In combinazione con gli autocentranti

In combinazione con il sistema

04.-08.10.2016 | Milano | Pad. 11 | Stand D24


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.