Progettare per la Sanità n.1/22 Febbraio

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01 22 CNETO Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera

Organizzazione, tecnologia, architettura

SPECIALE

PREFABBRICAZIONE

ISSN: 17206642

Tecnologia orientata al futuro: il Jacobs Medical Center / L’ospedale parametrico modello di architettura sanitaria / Intervista al nuovo presidente CNETO Stefano Capolongo / Il salto di ruolo e capacità nelle Direzioni Sanitarie / La telemedicina vista dai pazienti/ Intervista a Dario Manfellotto presidente FADOI

UC San Diego Health Jacobs Medical Center


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EDITORIALE

Gioco di squadra

UC San Diego Health Jacobs Medical Center

Ho sempre pensato che se fos-

ha il compito di programmare gli

zione che consenta di “passare

simo in grado di immaginare il

investimenti valutandone atten-

il testimone” senza inerzie ma

percorso che porta dal progetto

tamente l’ambito di intervento, il

è anche fondamentale mettere

alla realizzazione di un’opera ar-

budget e il tempo; il progettista,

a punto una visione quantomai

chitettonica come una staffetta

che deve assicurare il corretto

integrata: a livello organizzativo,

sarebbe più facile, veloce e cer-

sviluppo del progetto, la coeren-

nella relazione tra strutture ter-

to, ottenere ottimi risultati.

za, l’integrazione, l’ottimizzazione

ritoriali e ospedali ma anche tra

La principale dote degli staffettisti

dei risultati e la gestione efficace

le professionalità che dovranno

non è solo la capacità di sprin-

degli eventuali rischi; l’impresa

assicurarne il funzionamento; a

ter di ciascun atleta ma è anche

che è chiamata a garantire il

livello operativo, promuovendo la

l’abilità tecnica nel cambio del

giusto andamento del cantiere

giusta armonia tra le variabili che

testimone oltre a quell’atteggia-

e la realizzazione del progetto

concorrono a definire la perfor-

mento di ogni individuo nel sen-

attraverso l’adeguata gestione

mance di un progetto e della sua

tirsi responsabile più della squa-

finanziaria dei processi.

realizzazione e cioè i tempi (quasi

dra che di sé stesso. Nel gioco di

Il PNRR consegnerà al comparto

sempre troppo compressi), i co-

squadra gli atleti hanno la piena

sanitario 20 miliardi da spendere

sti (spesso insufficienti), la quali-

consapevolezza del proprio ruo-

entro il 2026, in buona parte per

tà (che non può essere garantita

lo, delle azioni da intraprendere e

ricostruire quella nostra sanità

sottostimando tempi e costi).

delle relative conseguenze.

territoriale che si è manifestata

Solo mettendo a punto una stra-

Pensando al mondo delle co-

debole in alcune parti del Pa-

tegia che favorisca cooperazione

struzioni, i quattro “compagni” di

ese. Un tempo molto breve se

e integrazione tra i diversi attori e

squadra che hanno il compito di

pensiamo alla lentezza dei nostri

processi (invece che l’antagoni-

portare il testimone al traguardo

processi che, spesso, più che a

smo), potremo essere ottimisti-

sono: lo sponsor e cioè colui che

una gara di velocità ci fanno pen-

camente fiduciosi di raggiungere

influenza il modo con cui il pro-

sare a una maratona a ostacoli.

il traguardo da vincitori.

getto dovrà inserirsi in un partico-

C’è quindi urgente bisogno di

lare contesto; il pianificatore che

promuovere quella collabora-

Margherita Carabillò

Organo ufficiale del C.N.E.T.O.: Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera Direttore Responsabile Giorgio Albonetti Direttore Scientifico Margherita Carabillò Coordinamento Editoriale Chiara Scelsi Redazione Fabio Chiavieri redazione@progettareperlasanita.it Comitato scientifico Stefano Capolongo, Margherita Carabillò, Albert de Pineda, Eric de Roodenbeke, Gilles Dussault, Tiziana Ferrante, Giuseppe Manara, Maurizio Mauri, Paolo Pettinelli, Walter Ricciardi, Aymeric Zublena Comitato di redazione Architettura: Design LAB, DABC Politecnico di Milano Nuove tendenze: Stefano Carera

Impiantistica: Francesco Ruggiero Information Technoloy: Fabrizio Massimo Ferrara Organizzazione e management: Federico Lega Servizi e facility management: Arturo Zenorini

Hanno collaborato a questo numero: Marco Gola, Federico Lega, Teresa Petrangolini, Raffaella Scorziello, Arturo Zenorini Stampa & Produzione Paolo Ficicchia p.ficicchia@lswr.it Tel. 02 88184.222 Pubblicità Luigi Mingacci (responsabile vendite) dircom@lswr.it - Tel. 02.88184.404 Archivio immagini Shutterstock

Traffico Ornella Foletti ornella.foletti@quine.it Tel. 02 88184.261 Abbonamenti www.quine.it Tel. 02 88184.233 | Fax 02 56561173 e-mail: abbonamenti@quine.it Costo copia singola: euro 2,50 abbonamento annuale Italia euro 40,00 abbonamento annuale Europa euro 60,00 Stampa Aziende Grafiche Printing Srl Via Milano 3/5 20068 Peschiera Borromeo (MI) ©2022 Quine Business Publisher Progettare per la sanità www.progettareperlasanita.it Reg. Trib. Milano n. 767 del 09/11/1998 Iscrizione al ROC n. 12191 del 29.10.2005

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Testata volontariamente sottoposta a certificazione di tiratura e diffusione in conformità al Regolamento CSST - Certificazione Editoria Specializzata e Tecnica

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4 SOMMARIO

Sommario 6

16

UC SAN DIEGO HEALTH JACOBS MEDICAL CENTER L’ospedale, aperto nel novembre 2016 dopo oltre un decennio di pianificazione e costruzione, combina cure avanzate con servizi di alta qualità, un design significativo e tecnologia orientata al futuro per inaugurare una nuova era nell’assistenza ospedaliera specialistica di Marco Gola

L’OSPEDALE PARAMETRICO: UNA SFIDA CHE SI CONVERTE IN REALTÀ Come progettare, costruire e mettere a punto un edificio sanitario in meno di un anno di Raffaella Scorziello

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RICERCA DI BASE E RICERCA APPLICATA AL CENTRO DI CNETO Quale sarà il futuro dell’ospedale? Qual è la tecnologia applicabile? A quali modelli organizzativi dovrà fare riferimento? L’Architettura può fornire una soluzione a future pandemie? Per dare una risposta a queste domande, che presuppongono un forte mutamento della rete sanitaria nazionale, abbiamo intervistato il professor Stefano Capolongo, neopresidente CNETO di Fabio Chiavieri

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5 SOMMARIO

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LA DIREZIONE SANITARIA: UN INVESTIMENTO FONDAMENTALE PER IL SSN

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La crescente complessità della gestione delle aziende sanitarie richiede un salto di ruolo e capacità nelle Direzioni Sanitarie, in quanto supervisori e ispiratrici di tutti i processi erogativi/produttivi aziendale. Da qui la necessità di una maggiore strutturazione nelle responsabilità e ruoli interni, di una chiarificazione sui compiti diretti e indiretti da esercitare, di un migliore esercizio dell’azione di “direttore d’orchestra” delle funzioni tecniche e di staff centrali e infine un ripensamento e affinamento dei processi formativi per la futura generazione dei medici di direzione sanitarie. Vediamo in sintesi i risultati più salienti di Federico Lega

40 30

LA RIORGANIZZAZIONE FLESSIBILE DEGLI OSPEDALI La visione degli internisti nelle parole del prof. Dario Manfellotto (FADOI): «dubbi sulle piccole strutture di prossimità proposte dal PNRR» di Arturo Zenorini

SPECIALE PREFABBRICAZIONE

TELEMEDICINA: LE ASPETTATIVE DEI PAZIENTI L’attuazione della telemedicina richiede la partecipazione ed il coinvolgimento dei pazienti. In quest’ottica, molte iniziative sono state condotte dalle Associazioni durante gli ultimi due anni. Una maggiore formalizzazione del loro ruolo nella implementazione delle soluzioni da parte delle aziende sarebbe peraltro auspicabile di Teresa Petrangolini

I PROGETTI IN GRANDE FORMATO DELLE ARCHITETTURE DI QUESTO NUMERO

50-57

RUBRICHE

Le aziende presenti in questo numero

Normativa commentata

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48

Robur www.robur.com Tekna Chem www.teknachemgroup.com Valsir www.valsir.it Vortice www.vortice.it

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pag. 42

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Mangini-Acotec

pag. 40

Operamed

pag. 44

SHD Italia

pag. 46

StercheleGroup

pag. 47

pag. 3

IV cop.


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ARCHITETTURA

di Marco Gola

UC San Diego Health Jacobs Medical Center L’ospedale, aperto nel novembre 2016 dopo oltre un decennio di pianificazione e costruzione, combina cure avanzate con servizi di alta qualità, un design significativo e tecnologia orientata al futuro per inaugurare una nuova era nell’assistenza ospedaliera specialistica

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ARCHITETTURA

SCHEDA TECNICA Luogo La Jolla, CA Progettisti (capogruppo): Yazdani Studio, CannonDesign Anno di realizzazione 2016 Superficie lorda complessiva 47.300 mq circa

█ Prospetto principale del Jacobs Medical Center. Credit Ian Patzke, su gentile concessione di CannonDesign

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ARCHITETTURA

IL PROGETTO GENERALE

█ Prospetto di facciata del Jacobs Medical Center. Credit Ian Patzke, su gentile concessione di CannonDesign

Per posizionarsi come un centro di ricerca medica di rilievo, il Jacobs Medical Center dell’Università della California San Diego (UCSD) ha trasformato quello che in precedenza era un ospedale di comunità in un centro medico traslazionale che unisce la ricerca, formazione e assistenza clinica a livello internazionale con una struttura da 245 posti letto. L’ospedale è situato nella valle di La Jolla e si trova a poche miglia dall’Oceano Pacifico. La struttura è collegata all’attuale Ospedale Thornton dell’UCSD Health. Si trova accanto al nuovo Centro di ricerca clinica e traslazionale Altman e a pochi passi dal Centro cardiologico Sulpizio, dall’Istituto oftalmico Shiley e dal Centro oncologico Moores. Inizialmente il risultato desiderato dalla committenza prevedeva l’espansione del campus con la realizzazione di un landmark iconico per migliorare l’immagine generale dell’UCSD, ma la proposta del team di progettisti ha voluto ottimizzare il masterplan ponendo al centro il Jacobs Medical Center così da farlo combinare, collegare e continuare con il campus esistente lungo una spina dorsale. Quest’ultima collega l’ospedale esistente all’edificio attraverso un percorso pedonale esterno, mentre la ricerca è collegata direttamente alle aree diagnostiche e terapeutiche del campus. L’edificio si sviluppa su 10 piani e ospita al suo interno tre centri di specializzazione medica: a) servizi di ricovero per ostetricia ad alto rischio e cure neonatali, b) cure oncologiche e c) cure chirurgiche specialistiche avanzate. Il progetto è a cura dell’architetto Mehrdad Yazdani, supportato da un team di progettazione multidisciplinare. Si tratta del suo primo intervento ospedaliero; infatti, sapendo che sarebbe stato circondato da un team di esperti, compresi i CannonDesign e professionisti dell’UCSD Health, il progetto è stato intenzionalmente pensato per essere rivoluzionario, combinando l’innovazione medica con un progetto architettonico atto a reinventare i concetti tradizionali dell’ospedale e progettare un’atmosfera moderna che abbracciasse il futuro dell’assistenza sanitaria. Proprio per questo motivo la partecipazione e il coinvolgimento di personale sanitario, pazienti e familiari è stato essenziale per lo sviluppo di questo progetto. In aggiunta, proprio per garantire un edificio all’avanguardia e per sviluppare e sperimentare nuovi modelli organizzativi, sono state fatte varie simulazioni. Infatti, con una società di scenografia, sono stati realizzati dei modelli 3D a scala reale di sale operatorie e alcuni ambienti rappresentativi, consentendo alle equipe mediche di sperimentale le diverse configurazioni e testare gli spazi anche facendo simulazioni di interventi. Tale attività ha richiesto circa un anno e mezzo di sperimentazione. Il team ha sviluppato una serie di proposte progettuali con un’ampia gamma di configurazioni e relazioni con altri edifici e strutture mediche del campus. Lo schema è cambiato continuamente nel

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ARCHITETTURA

tempo, con l’impronta e l’involucro dell’edificio guidati dal numero di posti letto e di stanze. La forma dell’edificio per ogni piano ricorda la sovrapposizione di tre baccelli triangolari, ciascuno composto da 12 camere di degenza, uniti con un’area per gli spazi di supporto localizzata al centro. La disposizione dei diversi livelli consente all’edificio di rimpicciolirsi man mano che la torre si alza, contribuendo ad abbattere la scala della torre. Ciò permette di garantire all’esterno una serie di giardini e terrazze che portano così il verde al livello del paziente. In generale la forma curvilinea complessiva è stata guidata da una modellazione parametrica computerizzata avanzata per sfruttare le viste verso l’esterno, massimizzare la luce del giorno riducendo al minimo il surriscaldamento e abbagliamento all’interno degli ambienti. La geometria crea una sottile curva continua e organica dell’esterno, un volume dinamico che cambia la sua forma visiva girando attorno all’edificio. Infine, circondato da un ambiente simile a un parco che comprende giardini con vegetazione molto resistente alla siccità ed erbe aromatiche, l’edificio interagisce in modo sorprendente con l’ambiente circostante.

PROGETTO FUNZIONALE La forma unica del Jacobs Medical Center risponde alle qualità e alle dimensioni del sito. Il volume dinamico si traduce nell’interno ed è coerente in tutto per creare un flusso intenzionale e naturale. Ai piani interrati vi sono localizzati tutti i servizi generali, spazi della logistica e le aree tecnologiche dell’ospedale. Ai primi livelli sono localizzati servizi generali e per l’accoglienza degli utenti, tra cui spazi espositivi con collezioni d’arte e la Serenity Room, una cappella progettata senza alcuna vista verso l’esterno che consente di garantire uno spazio per la meditazione. Al secondo è situato il Padiglione dedicato alla Chirurgia Specialistica Avanzata. Si tratta della parte tecnologicamente più avanzata dell’ospedale dove i chirurghi eseguono trapianti di organi, ricostruzione della colonna vertebrale e cure oncologiche all’avanguardia. Qui vi sono 14 sale operatorie, tra cui una suite di imaging intraoperatorio con una risonanza magnetica e uno scanner TC mobile, progettata per supportare gli interventi chirurgici più avanzati al cervello e alla colonna vertebrale. Per migliorare l’esperienza e favorire il relax in tutte le sale operatorie, i pazienti possono scegliere paesaggi sonori rilassanti accompagnati da luci colorate. Al terzo piano sono localizzati alcune aree di supporto al blocco operatorio e la terapia intensiva con 36 camere da letto, ognuna con il proprio bagno e letto pieghevole per i familiari.

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█ Giardino interno del Rady Pavilion for Women and Infants, ottavo piano del Jacobs Medical Center. Credit Christopher Barrett, su gentile concessione di CannonDesign


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ARCHITETTURA

█ Stanza di degenza tipo del Jacobs Medical Center.

Credit Christopher Barrett, su gentile concessione di CannonDesign █ Area controllo infermieri nelle degenze del Jacobs Medical Center. Credit Christopher Barrett, su gentile concessione di CannonDesign

Al quarto e quinto piano è situato il padiglione Pauline and Stanley Foster per la cura del cancro, dove un team multidisciplinare di specialisti, chirurghi e oncologi ha a disposizione strumenti avanzati per fornire cure personalizzate e trattamenti investigativi contro il cancro. A questi livelli di contano circa 110 posti letto. Al sesto piano vi è il centro trapianti. Questi pazienti sono a maggior rischio di infezione, quindi l’aria su tutto il pavimento è pressurizzata e filtrata in modo speciale: infatti il sistema di filtrazione dell’aria a tutto pavimento consente ai pazienti, che in precedenza erano confinati nelle loro stanze private durante il ricovero, di camminare liberamente, favorendo sia l’attività fisica che l’interazione sociale. Una palestra dedicata situata all’interno dell’unità con vista sull’oceano consente ai pazienti di fare attività riabilitativa. Infine, ai piani superiori è localizzato il Rady Pavilion for Women and Infants che offre la maggior parte delle opzioni di parto disponibili nell’area di San Diego, così suddivisi: █ all’ottavo piano un’unità di terapia intensiva neonatale di livello III (TIN) con 52 camere singole;

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█ Sala travaglio e parto, localizzata al nono piano del Jacobs Medical Center. Credit Christopher Barrett, su gentile concessione di CannonDesign

il nono piano contiene tre sale operatorie per il parto cesareo, 8 sale travaglio e parto con vista sull’oceano e 3 sale parto, ognuna delle quali contiene una grande vasca per supportare le donne che scelgono di partorire in modo naturale; █ al decimo piano 32 camere post-parto. █

Infine, in copertura è localizzata una pista di atterraggio per gli elicotteri.

IL PROGETTO DELLE CAMERE DI DEGENZA Ogni camera di degenza è stata progettata con soluzioni e tecnologie per migliorare l’esperienza del paziente. Il testa letto combina perfettamente tutti gli elementi e le attrezzature necessarie in un unico elemento scultoreo. Tutte le stanze sono dotate di un iPad che può essere azionato dal letto, consentendo al paziente di personalizzare il proprio ambiente con il controllo delle luci, delle tende, delle finestre e della temperatura, oltre a un menu per ordinare i pasti ecc. Il dispositivo offre inoltre ai pazienti l’accesso al loro programma di trattamento, alle cartelle cliniche, interfacciarsi direttamente con il medico e le neomamme possono persino visualizzare i segni vitali e la cartella clinica del neonato quando quest’ultimo si trova nella culla.

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█ Hall di ingresso del Jacobs Medical Center. Credit Christopher Barrett, su gentile concessione di CannonDesign.


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Piano terra. Credit Yazdani Studio di CannonDesign

All’interno dell’area di degenza i corridoi interni sono deliberatamente progettati per favorire percorsi organici. Ispirato infatti da un’infermiera che spingeva un letto del paziente attraverso i corridoi, il team ha arrotondato gli angoli per aumentare la facilità di circolazione e consentire ai letti di scorrere senza sforzo nella circolazione.

I BENEFICI TERAPEUTICI DELLA NATURA Il giardino ospedaliero è composto dalla mescolanza unica dei giardini sulle coperture e dal paesaggio nell’interno dell’ospedale. Si viene a creare un vero e proprio cono visivo con il paesaggio circostante, il canyon, l’oceano e i tramonti mozzafiato della costa occidentale. La volumetria dell’edificio è stata messa a punto per sfruttare al meglio le viste sull’esterno per tutte le stanze dei pazienti, con il

95% che si affaccia sul paesaggio di La Jolla e il restante 5% da affacci sui giardini esterni. Ogni camera di degenza ha finestre a tutta altezza che sono state progettate per consentire al paziente di vedere l’esterno, anche da sdraiato, collegando ulteriormente l’ambiente esterno agli spazi interni e consentendo al paesaggio di essere incorporato nella stanza del paziente.

LA PRESENZA DELLA LUCE NATURALE Oltre alle camere di degenza, l’illuminazione naturale viene garantita a tutti i livelli, tra cui anche nel blocco operatorio e negli spazi sotterranei della farmacia e dei laboratori. In aggiunta, per evitare disorientamento e sfruttando le viste sull’esterno, l’ospedale è stato progettato per consentire agli utenti di spostarsi facilmente all’interno dell’edificio.

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ARCHITETTURA

Piano degenza del Padiglione Pauline and Stanley Foster per la cura del cancro. Credit Yazdani Studio di CannonDesign.

Piano degenza post parto del Rady Pavilion for Women and Infants. Credit Yazdani Studio di CannonDesign

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█ Masterplan generale dell’Università della California San Diego Health. Credit Yazdani Studio di CannonDesign

Ringraziamenti: █ Le informazioni utili per la scrittura dell’articolo sono state tratte da descrizioni del progetto fornito dai progettisti, disamina tecnica delle piante e sezioni del progetto, pagina web dell’UCSD Health e portali di architettura accessibili dal web. █

Si ringrazia, inoltre, per la realizzazione dell’articolo CannonDesign, e in particolare Christopher Whitcomb e Mehrdad Yazdani, per la condivisione delle immagini e piante pubblicate in questo articolo.

L’autore

MARCO GOLA Design & Health Lab, Dip. Architettura, ingegneria delle costruzioni e ambiente costruito, Politecnico di Milano

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ARCHITETTURA

di Raffaella Scorziello

L’ospedale parametrico: una sfida che si converte in realtà Come progettare, costruire e mettere a punto un edificio sanitario in meno di un anno

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DATI GENERALI Autori: architettura PMMT, Patricio Martínez, Maximià Torruella Data inizio lavori: 2012 Data di completamento dei lavori: 2020 (in progress) Indirizzo: varie localizzazioni (Ecuador, Guinea Equatoriale, Bolivia, Angola) Area costruita: fra 10.000-25.000 m2 Importo Lavori: 35.000.000 m2 Cliente: Ministeri della Salute (dei diversi paesi sopra elencati) Impresa di costruzioni: Makiber S.a. Fotografie: Sebastian Crespo/ Bicubik

█ Ospedale di Puyo, Pastaza, Ecuador

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Il modello del disegno ospedaliero, e della sua relativa costruzione, del parametric hospital nasce da una esigenza contingente e comune sopratutto nei paesi in veloce crescita ed evoluzione, che è quella di disporre urgentemente di una rete sanitaria di qualità ed efficiente in tempi brevi e che si adatti velocemente alle situazioni sanitarie locali. È un prodotto architettonico che permette di sovrapporre e ottimizzare, con tutte le garanzie del caso, tutti i processi implicati e che permette di ridurre i termini di consegna di un ospedale in tempi record, attraverso l’uso di un modello flessibile, personalizzabile ed efficiente. La chiave per portare a termine il progetto di ricerca nei termini più adeguati è stata quella di seguire una metodología chiara e sequenziale, partendo dalle domande: █ come rendere possibile il disegno, la costruzione e la messa a punto di un ospedale con un disegno fatto a proposito, di qualità e durevole nel tempo, in solo un anno? █ come è possibile concepire un modello ospedaliero capace di adattarsi a ogni realtà, sia essa geografica, economica e sanitaria? La ricerca della risposta adeguata è stata complessa e portata avanti durante un lungo processo di lavoro, costituito da prove ed errori che hanno fatto maturare la consapevolezza che, per disegnare un ospedale ad hoc, non era necesario generare tanti modelli quante casistiche potessero esistere, bensí essere capaci di concepire un solo modello che si adattasse a tutto. Stabilire le █ Ospedale di Machala-Provincia del Oro, Ecuador

regole, la metrica e le strategie comuni a tutte le strutture sanitarie per assicurarne il corretto funzionamento, indipendentemente dalle caratterisitche particolari finali di ogni edificio. Questi parametri dovevano permettere inoltre la personalizzazione dell’edificio fin dal principio, così come il proprio adeguamento a futuri cambi. Per capirne al meglio l’essenza del modello dell’ospedale parametrico è possibile fare riferimento a una metafora ben chiara: quella del paragonare la chiave meccanica convenzionale alla chiave inglese. Il parametric hospital aspira a essere uno strumento come la chiave inglese, capace di adattarsi a qualsiasi metrica ed esigenza, piuttosto di dover utlizzare uno strumento specifico a seconda delle necessità. Non è un ospedale fatto su misura senza possibilità di modifiche bensì è un ospedale totalmente polivalente e resiliente al cambio. Finalmente dopo aver realizzato vari edifici e quindi aver reso realtà un progetto di Investigation and Develompment, il Parametric Hospital è divenuto una patente ufficiale di PMMT e Makiber S.A., concessa nell’2016 dal Ministerio de Industria, Energía y Turismo spagnolo, che lo sancisce e consolida come modello ed esempio di innovazione dell’architettura sanitaria.

IN COSA CONSISTE E COME FUNZIONA IL PARAMETRIC HOSPITAL Il segreto per capire come sia possibile rendere reale tanto lavoro in poco tempo consiste nell’affrontare anteriormente un processo di ricerca e di analisi che abbia ben chiaro i processi prima di comiciarne la lavorazione, così come avviene secondo l’arte giapponese millenaria di origami. Qualsiasi progettazione di un edificio ospedaliero nasce tenendo in considerazione il contesto ambientale in cui si trova, caratterizzato da due dati di base: il lotto su cui verrà collocato e la superficie necessaria stabilita dalle autorità sanitarie. A seguito di questi dati la ricerca che è stata portata avanti si è focalizzata sulle differenti aree funzionali che caraterizzano l’edificio, in base alle possibili distribuzioni interne e alla propia funzionalità. Nonostante ogni stecca preveda una ampiezza diversa, si riesce sempre a ottenere una ampiezza parametrica comune e che, come entità dinamica, può essere ripetuta più volte sin dall’inizio del processo, pur non conoscendo quale sia la destinazione funzionale dell’area definitiva. L’ampiezza parametrica prende forma e definisce il Modulo Parametrico M1 con il quale si lavora per la progettazione dell’ospedale. Definito il Modulo M1, si procede secondo i seguenti passi (così come si evince dagli schemi): █ divisione della superficie dell’ospedale secondo la ampiezza parametrica in moduli; █ separazione dei moduli in modo tale da generare corti e garantire l’illuminazione e ventilazione naturale necessaria;

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█ Ospedale di Manta, Manabí, Ecuador

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organzzazione dei percorsi interni principali generali dedicati, agli esterni (familiari, pazienti ambulatoriali) e agli interni (personale sanitario, pazienti degenti, logistica e approvviggionamento); sfalsamento delle stecche centrali per dotare l’edificio di una illuminazione più omogenea ed evitare che gli ingressi siano totalmente frontali fra di loro; organizzazione delle aree funzionali, secondo di criteri dell’intensità di cura: area tecnologica, area ambulatoriale, area degenza. Si forano così naturalmente accessi separati as econda dei servizi; creazione degli accessi di forma chiara e visibile unendo le coperture dei due padiglioni alla volta a doppia altezza; creazione delle aree impiantistiche seguendo lo stesso criterio precedente, secondo il quale unendo due padiglioni a doppia alteza si creano gli spazi ncessari per alloggiare gli impianti.

La configurazione finale dell’edificio permette di creare un sistema dinamico e ampliabile, che possa crescere in orizzontale se il lotto lo permette e in condizioni di superfici moderate (fino ai 16.000 o 17.000 m2) o che cresca in verticale quando si duplicano le dimensioni del nosocomio e lo spazio a disposizione è ridotto. La flessibilità e l’adattabilità del modello rende il parametric hospital un sistema resilente in tutte le sue forme. Di conseguenza, anche le aree esterne seguono lo stesso parametro e modulo per fare in modo che l’ampliamento futuro in orizzontale non interrompa la attività sanitaria in nessun momento. Ulteriore elemento che si è portato avanti nella ricerca è la definizione di un sistema di facciata anch’esso parametrico. Anch’esso dipende dallo studio degli elementi tipo che costituiscono l’ospedale e che hanno una ampiezza diversa a seconda della destinazione d’uso (per esempio, un ambulatorio è diverso da una camera tipo) e che sono diversi a seconda delle esigenze sanitarie locali (per esempio, le dimensioni minime richieste per un ambulatorio sono diverse a seconda della nazione e della regione). Definita la modulazione della struttura e della finestra, il layout interno verrá sviluppato seguendo tale ritmo rispettando le superfici inter-

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ne richieste in qualsiasi momento. In questo modo si riduocono notevolemte i tempi di progettazione e costruzione abituali, permettendo che questi due processi si svolgano in maniera quasi contemporanea e riducendo di circa il 65% tempi e costi. Sono evidenti i vantaggi che si possono trarre tanto per la progettazione e costruzione, quanto per la vita dei cittadini e degli utenti, come: █ possedere un centro ospedaliero di ultima generazione in tempi brevi, costruito con tecniche locali e che sia solido e durevole; █ massima flessibilità: adattabile a contesti differenti e a future evoluzioni; █ possibilità di personalizzazione dell’edificio sin dal principio; █ elevata efficienza energetica, tanto per illuminazione quanto per riscaldamento e refrigeramento; █ attenzione medica sanitaria prossima e aumento dell’assitenza medica specialistica; █ aumento del numero dei professionisti lavoratori nel centro.

CASI APPLICATIVI: L’APPLICAZIONE DEL METODO Il primo progetto risultato del lavoro di ricerca effettuato è quello dell’ospedale di Puyo in Ecuador nell’anno 2013. L’edificio di 14.200 m2 si sviluppa su di un unico livello in un lotto ben ampio con aree esterne destinate a parcheggi e al verde di qualità. Le caratteristiche delle facciate e delle coperture inclinate si sono definite come le più appropriate per un clima tropicale. Allo stesso modo, negli anni successivi sono stati costruiti ospedali delle stesse caratterisitiche a Menongue e Kuito in Angola, a Malabo nella Guinea Equatoriale. Il cambio di superficie e scala ha portato alla costruzione di ospedali a partire dai 15.000 m2 fino ai 25.000 m2 che si sviluppano su due o tre livelli ed in lotti di dimensioni più ridotte. La complessità degli edificii e la loro capacità di adattarsi alla esigenzze locali e di espansione future si mantiene la stessa. Si può apprezzare negli esempi costruiti dal 2016 fino a oggi di Machala e Manta in Ecuador, Montero in Bolivia. Oggi giorno PMMT sta portando avanti ultriori progetti in Africa di diverse dimensioni e con differenti specialià, applicando e migliorando il metodo del parametric hospital in tutti i suoi aspetti.


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ARCHITETTURA

DATI TECNICI OSPEDALE DI MANTA Architetti: Patricio Martínez, Maximià Torruella Architetti collaboratori: Alex Herráez, Joana Cornudella, Luis Gotor, Marta Gardeñes, Alicia Palacios, Ana Santos Strutturista: BIS Structures Impresa di costruzioni/Contractor: Makiber S.A. Committente: IESS (Instituto Ecuatoriano de la Seguridad Social) Indirizzo: Manta, Provincia de Manabí, Ecuador Superficie: 24.100 m2 Data progetto: aprile 2016 Inizio e fine lavori: agosto 2016 – gennaio 2018 Fotografie: Sebastián Crespo / Bicubik Premi: Menzione Premi BB Construmat 2019, Categoria Edificio Costruito

█ Planimetria generale ospedale di Manta

█ Pianta livello piano terra ospedale di Manta

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ARCHITETTURA

█ Pianta livello 1 ospedale di Manta

█ Sezioni trasversale e e longitudinale dell’ospedale di Manta

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ARCHITETTURA

DATI TECNICI OSPEDALE DI PUYO Architetto. Patricio Martínez, Maximià Torruella Architetti collaboratori: Alex Herráez, Luis Gotor, Joana Cornudella Struttura: BIS Structures Impianti: JG Ingenieros

█ Planimetria generale ospedale di Puyo

Impresa: Makiber S.A. Cliente: Ministerio de Salud Pública de Ecuador Indirizzo: Puyo, Provincia di Pastaza, Ecuador Superficie: 14.200 m2 Data progetto: 2012 Inizio e fine lavori: 2012-2013 Fotografía: Sebastián Crespo Premi: Premio FAD 2014 Architettura Internacional, Premio IX BIAU, Bienal Iberoamericana de Arquitectura e Urbanismo 2014, Best Building of the year, Archdaily, finalista categoria Arquitectura Sanitaria 2014, Mostra d’Architettura Internacional Catalana 2015, 1º Edizione

█ Pianta livello terra ospedale di Puyo

█ Sezioni trasversale e e longitudinale dell’ospedale di Puyo

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ARCHITETTURA

█ Illuminazione naturale

█ Formazione aree impianti

█ Organizzazione percorsi interni

█ Flessibilità di crescita

█ Sfalsamento edifici

█ Sistemazione delle aree esterne

█ Formazione aree funzionali

█ La finestra parametrica: divisione del modulo strutturale in 7 parti uguali. Ogni ambiente è provvisto di areazione ed illuminazione naturale, a seconda della sua dimensione. La finestra viene completamente prodotta e assemblata in fabbrica con tutti i suoi componenti e collocata in situ

L’autrice █ Formazione accessi differenziati

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RAFFAELLA SCORZIELLO Architetto senior, Team Leader in PMMT Forward Thinking Healthcare Architecture


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INTERVISTA

di Fabio Chiavieri

Ricerca di base e ricerca applicata al centro di CNETO Quale sarà il futuro dell’ospedale? Qual è la tecnologia applicabile? A quali modello organizzativi dovrà fare riferimento? L’Architettura può fornire una soluzione a future pandemie? Per dare una risposta a queste domande, che presuppongono un forte mutamento della rete sanitaria nazionale, abbiamo intervistato il professor Stefano Capolongo, neopresidente CNETO Salute e sanità sono state messe duramente alla prova negli ultimi due anni a causa dell’eccezionalità degli eventi che ha evidenziato i limiti del nostro SSN, sebbene l’Italia, a conti fatti, sia uno dei paesi che ha saputo reagire meglio alla pandemia. Il lato positivo della vicenda risiede nella possibilità di investire massicciamente, dopo anni di tagli, nella ristrutturazione della nostra rete sanitaria, di cui gli ospedali costituiscono nodi cruciali. La Missione 6 del PNRR stanzia una serie di finanziamenti per la costruzione di una sanità maggiormente imperniata attorno al territorio rispetto al passato, come dimostrano gli obiettivi particolarmente impegnativi che sono stati prefissati: l’attivazione di ben 1288 Case della Comunità entro la metà del 2026 e la realizzazione di 381 Ospedali di Comunità. Questo è il futuro prossimo. Ma quali sono le basi attuali dalle quali esso dovrà partire? Lo abbiamo chiesto, insieme a molte altre cose, al professore Stefano Capolongo, docente del Politecnico di Milano recentemente eletto nuovo presidente del CNETO, Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera. █

Professor Capolongo, ci può fare una fotografia dello stato attuale delle strutture sanitarie in Italia e quale può e

deve essere il ruolo del CNETO nell’opera di rinnovamento delle medesime? È un dato di fatto che in Italia oltre il 60% delle strutture ospedaliere ha più di cinquant’anni. Questo significa che abbiamo un patrimonio edilizio obsoleto non più in grado di rispondere alle esigenze assistenziali rispetto ai progressi fatti e che farà la Medicina nei prossimi anni. In generale, l’architettura di un ospedale traduce i grandi cambiamenti sociali sotto tutti i punti di vista. Fatta questa premessa, quindi, si rende necessario ripensare l’intera edilizia sanitaria anche alla luce di quest’ultima pandemia. CNETO potrà avere un ruolo decisivo nel supportare attraverso le proprie competenze nell’ambito della progettazione, organizzazione e gestione delle strutture ospedaliere, le principali istituzioni pubbliche e private nelle scelte che bisognerà fare in futuro tenendo ovviamente conto del PNRR. Gli scienziati concordano nel dire che quella che stiamo vivendo non sarà l’ultima pandemia che il mondo dovrà affrontare. Questo allarme condizionerà nella realtà dei fatti la progettazione degli ospedali del futuro? La storia ci insegna che il nostro pianeta sarà ancora interessato da altre epidemie sempre più a carattere pandemico. Però, il tema

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INTERVISTA

in termini di costi, tempi, servizi. legato alle infezioni ospedaliere da Qual è il Suo punto di vista? virus e batteri è sempre esistito all’inPer definizione, la sostenibilità va terno del progetto perché lo spazio osservata sotto tre punti di vista: la fisico è decisivo, come abbiamo sfera ambientale, economica e sovisto anche nella prevenzione delciale. La grossa sfida è innanzitutto la diffusione del Covid. L’ospedale essere consapevoli che l’ospedale in futuro dovrà avere sempre di più genera un grande impatto su queste questa funzione preventiva attratre macro-aree. Questo significa che verso la progettazione con materiali dobbiamo avere una visione a 360° antivirali e antibatterici, con un’atsulla sostenibilità. Oggi con l’accetenta configurazione dei layout per lerazione dovuta al Covid molti prola diversificazione dei percorsi, con cessi di sostenibilità si sono attuati impianti organizzati per nuclei e non perché abbiamo capito l’importanza più generali per l’intera struttura. Un █ Stefano Capolongo, neopresidente CNETO del fatto che le nostre strutture e le altro aspetto fondamentale in termini città siano sostenibili. Uno dei temi di prevenzione sarà la localizzazione principali all’interno della Missione 6 del PNRR è proprio l’ospedale dei nuovi ospedali, in base alla densità abitativa, alle infrastruttusostenibile, per cui anche CNETO dovrà mettere sul piatto idee e re e alla possibilità di ampliamento, per esempio con ospedali da competenze a disposizione dei decision maker. campo come avvenuto in molte situazioni di emergenza. Il tutto si traduce nelle caratteristiche fondamentali di flessibilità e resilienza █ Chi progetta un ospedale deve avere una visione olistica che gli ospedali devono avere. sulla salute delle persone e ciò implica un approccio mul█ L’Italia ha dimostrato svariate volte di essere molto brava tidisciplinare alla progettazione. È un concetto ben assimilato da tutte le parti in causa oppure c’è ancora molta nelle emergenze, mentre siamo più lenti nella costruzione. strada da fare? Tra la progettazione di un ospedale e la sua realizzazione L’integrazione tra più discipline che concorrono a un obiettivo comucorrono troppi anni, soprattutto se commisurati alla rapine, ovvero un ospedale che funzioni e che sia in gradi di generare dità in cui si alternano gli eventi emergenziali con le loro assistenza a suoi cittadini, è fondamentale vista la complessità di quedinamiche. Questo è un problema di cui si è spesso disto organismo edilizio. Guardando esperienze internazionali occorre scusso ma che non ha mai trovato soluzione. Come si può agire molto sulla formazione dei futuri progettisti con un approccio uscire da questa endemica situazione? sempre più multidisciplinare soprattutto nelle lauree specialistiche deDevo dire che non solo in Italia, ma anche in altri paesi europei, per gli architetti, ingegneri, designer e urbanisti, e quindi con nuove figure avere un ospedale pubblico in media trascorrono dieci anni, tra la professionali, come l’hospital planner istituita al Politecnico di Milano progettazione e la realizzazione. È un tema che si è percepito alla insieme all’Università degli Studi di Milano e l’Università Cattolica del luce della pandemia per cui molti processi dovranno essere acceSacro Cuore di Roma, anche grazie al prezioso supporto di CNETO. lerati se vogliamo accedere al PNRR che ci permetterà di pensare a nuovi ospedali in termini di sostenibilità e sicurezza, ma anche a █ Per concludere una domanda d’obbligo: in qualità di neonuove tipologie organizzative quali gli ospedali di comunità, le case di comunità ecc. In questo senso, CNETO può dare un supporto presidente del CNETO quali sono i sogni nel cassetto che per individuare delle modalità più semplici e rapide di aggiudicasi prefigge di realizzare? zione degli appalti e dei progetti. E’ fondamentale che gli che gli CNETO è una fucina di idee che devono essere condivise per geneospedali abbiano dei buoni studi di fattibilità perché sono le strutturare un circolo virtuoso. Nel futuro dell’associazione, pertanto, dovrà re che rispondono alle esigenze puntuali che il territorio e le aziende esserci un grande confronto con altre società scientifiche a livello ospedaliere hanno e da lì costituire l’elemento base su cui affidare nazionale e internazionale, con un forte coinvolgimento del mondo la progettazione e definitiva realizzazione dell’opera. industriale e accademico perché per avere innovazione serve tanta ricerca di base ma anche molta ricerca applicata. I punti saldi di █ Progettare un ospedale o una struttura sanitaria ecososteCNETO rimangono quelli legati alla rivista Progettare per la Sanità, come ottimo strumento di comunicazione del lavoro svolto, i convenibile è ormai pressoché un obbligo. Ma, scusi il gioco di gni e i viaggi studio. parole, il tutto deve essere “sostenibile” per la comunità

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ORGANIZZAZIONE

La Direzione Sanitaria: un investimento fondamentale per il SSN

di Federico Lega

La crescente complessità della gestione delle aziende sanitarie richiede un salto di ruolo e capacità nelle Direzioni Sanitarie, in quanto supervisori e ispiratrici di tutti i processi erogativi/produttivi aziendale. Da qui la necessità di una maggiore strutturazione nelle responsabilità e ruoli interni, di una chiarificazione sui compiti diretti e indiretti da esercitare, di un migliore esercizio dell’azione di “direttore d’orchestra” delle funzioni tecniche e di staff centrali e infine un ripensamento e affinamento dei processi formativi per la futura generazione dei medici di direzione sanitarie


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ORGANIZZAZIONE

Il Direttore Sanitario svolge un ruolo chiave nelle Aziende Sanitarie, in quanto ruolo ibrido che funge da: █ tensore dell’equilibrio tra vincoli economici e necessità di rispondere ai bisogni dei pazienti in modo efficace, appropriato e innovativo; █ cinghia di trasmissione tra le strategie del Direttore Generale e i professionisti clinici dell’Azienda; █ programmazione e direzione della produzione (efficiente) dei servizi sanitari erogati dall’azienda sanitaria e dai soggetti privati accreditati; █ “boundary spanning”, cioè punto di contatto sul confine aziendale e su numerosi temi con molteplici interlocutori esterni, come l’impresa, le istituzioni pubbliche, il terzo settore e le associazioni dei cittadini. Pur mantenendo centrale la collegialità del lavoro della direzione strategica al fine di raggiungere in modo sistemico ed efficace gli obiettivi aziendali, per esercitare questo ruolo è fondamentale investire in una Direzione Sanitaria aziendale “moderna” in grado di presidiare – attraverso il coordinamento diretto o la collaborazione con altri servizi aziendali – una serie di nuclei di attività: dallo sviluppo strategico al value management, dalle relazioni con gli stakeholder alla valorizzazione del capitale umano, alla gestione operativa alle funzioni di garanzia e vigilanza. In questa prospettiva, la seguente figura 1 propone il quadro concettuale di riferimento, nel quale la Direzione Sanitaria aziendale, per consentire al direttore sanitario di svolgere efficacemente il proprio ruolo, si dovrà caratterizzare ed organizzare attraverso i seguenti nuclei di funzioni: █ Sviluppo strategico █ Value management

Gestione operativa Relazioni con gli stakeholder █ Valorizzazione del capitale umano █ Garanzia e vigilanza. █ █

La Direzione Sanitaria dovrà quindi coordinare diverse professionalità, strutturate sempre di più in gruppi di progetto stabili o temporanei, caratterizzati da multidisciplinarietà e multiprofessionalità. Si precisa che la gestione da parte della Direzione Sanitaria delle funzioni e delle diverse professionalità può avvenire attraverso diversi meccanismi organizzativi: █ la gerarchia, ossia la definizione di unità operative, posizioni organizzative o ruoli subordinati al Direttore Sanitario; █ il coordinamento trasversale e funzionale con altre aree e unità organizzative, incardinate in altre articolazioni organizzative aziendali (ad es. ruoli di linking pin tra Direzione Sanitaria e strutture organizzative – esperto di risk management del dipartimento clinico collegato funzionalmente all’UO risk management della direzione sanitaria); █ la capacità di influenza dei comportamenti di soggetti non sottoposti gerarchicamente e la costruzione di relazioni informali. Qualsiasi soluzione organizzativa scelta per “strutturare” la Direzione Sanitaria potrà quindi avvalersi di tutte le soluzioni e dei meccanismi organizzativi precedentemente elencati. Infine, a motivo della crescente complessità e ricchezza delle funzioni e professionalità supervisionate, sembra anche necessario ripensare agli eventuali percorsi formativi specifici per gli aspiranti direttori sanitari, ad oggi non previsti e di cui si discuterà in chiusura di articolo.

█ Figura 1. Il quadro concettuale di riferimento. Funzioni e ruoli presidiati dalla Direzione Sanitaria

DS 3.0

Ruolo ibrido tra competenze professionali e manageriali Duplice attività rivolta all’interno (shop floor aziendale) e all’esterno (boundary spanning e gestione stakeholder) SVILUPPO STRATEGICO

VALUE MANAGEMENT

Strategia e programmazione

Outcome management

Gestione delle innovazioni e HTA

GESTIONE OPERATIVA

Gestione delle risorse produttive e logistica dei pazienti

RELAZIONI CON STAKEHOLDER

VALORIZZAZIONE CAPITALE UMANO

Rapporti con l’industria

Gestione strategica delle competenze professionali

Gestione processi clinici

Cost management

Risk management

Politiche per l’ICT

Ricerca e sviluppo

Igiene e vigilanza

Accreditamento e controlli Logistica dei beni e dei servizi, architettura ospedaliera e gestione delle attrezzature

Rapporti con gli utenti e la società civile

Benessere organizzativo

Trasparenza e anticorruzione

Gestione dei sinistri

TEAM MULTIDISCIPLINARI DI DIREZIONE SANITARIA FORMAZIONE FUTURI DS

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GARANZIA E VIGILANZA


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ORGANIZZAZIONE

La Direzione Sanitaria del presente deve quindi potersi avvalere - direttamente o tramite il coordinamento/supervisione gerarchia di funzioni di staff aziendale ed unità operative - di diverse professionalità in grado di affrontare le sfide della gestione delle aziende sanitarie con competenze tecniche innovative o – quand’anche tradizionali – totalmente rinnovate e una sviluppata expertise manageriale. Con riferimento alle professionalità, tra le prime, quelle “emergenti”, si fa riferimento a: █ la Gestione Operativa, che comprende gli approcci e strumenti relativi alla gestione degli asset produttivi aziendali e all’ottimizzazione dei flussi dei pazienti, attraverso il miglioramento continuo dei processi e in relazione ai Percorsi Diagnostico, Terapeutici e Assistenziali definiti in azienda; █ l’Information & Communication Technologies (ICT), per le dinamiche che interessano le innovazioni tecnologiche e le dotazioni informatiche necessarie per l’efficace organizzazione delle attività sanitarie e della produzione (ad es. cartella clinica elettronica, l’introduzione delle intelleginze artificiali, l’uso dei big data, la robotizzazione, le realtà aumentate e virtuali, e tutto ciò che oggi rappresenta innovazione disruptive nel settore salute). Tra le seconde, si annoverano: la Clinical Governance che, da un lato riconduce ad unitarietà gli approcci per la gestione del rischio, dalla prevenzione alla gestione dell’evento avverso, tramite l’applicazione di logiche e sistemi di gestione dei rischi e l’apporto della medicina legale, mentre dall’altro regola e garantisce la gestione della qualità e dell’accreditamento sia esso istituzionale o di eccellenza; █ la farmacia, che prevederà il ruolo del farmacista consultant come perno fondamentale; █ l’ingegneria clinica █ la fisica sanitaria █ la Direzione Medica di Presidio Ospedaliero. █

Inoltre, in relazione al proprio ruolo di guida e connettore dei processi di produzione, tra le funzioni con cui la Direzione Sanitaria deve collaborare strettamente per la definizione di politiche comuni di azione vi sono: █ l’area socio-sanitaria e quella delle professioni sanitarie, per ricondurre ad unitarietà la gestione della produzione dei servizi sanitari e socio-sanitari nei suoi riflessi sul personale medico e infermieristico; █ la programmazione e controllo e flussi informativi sanitari, compresa la rendicontazione degli outcome clinici e degli esiti, allo scopo di costruire un cruscotto unitario di programmazione e controllo delle performance produttive e sanitarie dell’azienda. Tali dati e indicatori possono essere prodotti sia da UO interne alla DS sia da UO esterne (ad es. Program-

mazione e controllo, UO generalmente in staff alla direzione generale o amministrativa); la libera professione, area a pagamento e marketing, connettendosi con tutti i servizi aziendali che gestiscono i flussi informativi relativi a queste aree, per esercitare un ruolo di sviluppo di tali opportunità ma anche di garanzia rispetto all’attività istituzionale. La conseguente connessione con le politiche di marketing (generalmente gestite da UO in staff alla direzione generale o amministrativa) appare necessaria; la gestione e sviluppo del capitale umano, con una forte connessione con le articolazioni organizzative dell’Azienda che si occupano di gestione delle risorse umane (sia mediche sia infermieristiche) e della formazione; le relazioni sindacali, che pur gestite dal punto di vista strategico dalla Direzione Generale, necessitano di un coordinamento che garantisca la connessione tra le politiche discusse dalla DG e analizzi le ripercussioni sulla gestione dell’operatività aziendale garantita dalla DS. l’ufficio tecnico per le questioni riguardanti la progettazione edilizia, la ristrutturazione dei luoghi e degli spazi, i criteri infrastrutturali e la dotazione tecnologica; solo il coordinamento tra chi conosce le dinamiche reali delle attività sanitarie e chi è deputato agli investimenti infrastrutturali e tecnologici, potrà condurre a politiche efficaci di progettazione degli edifici e dei luoghi sanitari in relazione alle necessità dei professionisti e dei pazienti.

Alla luce di questo quadro concettuale di sviluppo delle funzioni della Direzione Sanitaria, e quindi delle collegate competenze e postura di ruolo del medico e/o del professionista di direzione sanitaria, come anticipato sembra quindi necessario investire anche su una formazione ad hoc per supportare adeguatamente la preparazione di chi aspira o già ricopre tale ruolo. I temi e le materie sulle quali costruire la formazione degli attuali e futuro direttori sanitari possono essere categorizzati in tre ambiti, corrispondenti al ciclo di vita del ruolo di un membro della Direzione Sanitaria: 1. Fondamenta professionali per i ruoli di Direzione Sanitaria; 2. Competenze abilitanti, per chi ambisce ad una Direzione di Struttura Complessa presso la Direzione Sanitaria od alla nomina a Direttore Sanitario; 3. Capacità da rivalidare, poiché – nell’ottica della formazione continua – è necessario rimanere sulla frontiera della conoscenza e delle prospettive in tema di management delle Aziende Sanitarie. Per ciascuno di questi ambiti, i contenuti della formazione si dividono in tre fondamentali obiettivi di conoscenza: i) costruzione del ruolo;

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ORGANIZZAZIONE

█ Tabella 1. Temi per orientare i processi di formazione ad hoc dei professionisti di direzione sanitaria

ii) conoscenza dei cambiamenti manageriali in corso (visioni); iii) trasmissione delle tecniche e degli strumenti. La Tabella 1 riassume lo schema contenuti-ruoli per la formazione dei futuri medici e professionisti della Direzione Sanitaria come emerso nel corso dell’attività di brainstorming sviluppata con oltre 20 direttori sanitari e loro collaboratori. Per concludere, va precisato che lo schema presentato in tabella 1 non ha valore prescrittivo, ma vuole essere una proposta operativa da discutere ed approfondire, al fine di favorire nel sistema la riflessione attorno alla definizione di un programma formativo che le aziende e le istituzioni potrebbero sviluppare per costruire quella classe di professionisti di direzione sanitaria di cui il SSN (e le strutture private di qualità) ha forte necessità di fronte alle sfide correnti, dalle questioni gestionali delle mega-aziende, alla rivoluzione tecnologica, all’accesso all’innovazione, alle questioni del personale, alle dinamiche delle professioni, alle nuove priorità nell’organizzazione di servizi sanitari e socio-sanitari (medicina di iniziativa, multidisciplinarietà ecc.) e alle ulteriori numerose trasformazioni che caratterizzano ormai il “new normal” della sanità contemporanea.

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Gli autori

FEDERICO LEGA

Università degli Studi di Milano

Nota: Questo articolo propone una sintesi parziale di un lungo percorso di formazione-intervento che ha visto coinvolti - con la supervisione scientifica di Federico Lega e Anna Prenestini, il contributo all’ideazione del dott. Giuseppe De Filippis, e la partnership di Pfizer Italia - numerosi direttori generali e sanitari di aziende sanitarie pubbliche e private, tra i quali ricordiamo per il contributo dato: Campanile Vito, Carpinelli Luca, Caruso Bianca, Cuppone Maria Teresa, Dall’Acqua Maurizio, De Filippis Giuseppe, De Fino Massimo, Dei Simona, Mazzi Giorgio, Miglio Gianfranco, Monti Patrizia, Pasqualucci Arturo, Pirola Flavia Simonetta, Raponi Massimiliano, Silvestri Norberto, Solfrini Valentina, Tersalvi Carlo Alberto, Veglio Massimo, Luigi Bertinato, Antonio Bonaldi, Laura Chiappa, Mauro Maccari, Diamante Pacchiarini, Paolo Tofanini. A tutti loro va un ringraziamento speciale ed il merito di questo lavoro.


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INFORMATICA

di Teresa Petrangolini

Telemedicina: le aspettative dei pazienti

L’attuazione della telemedicina richiede la partecipazione ed il coinvolgimento dei pazienti. In quest’ottica, molte iniziative sono state condotte dalle Associazioni durante gli ultimi due anni. Una maggiore formalizzazione del loro ruolo nella implementazione delle soluzioni da parte delle aziende sarebbe peraltro auspicabile La pandemia COVID 19 ha in qualche modo “sdoganato” la telemedicina, tema di cui si parlava – e poco praticava – da circa vent’anni e che oggi è diventata questione quantomai attuale. E ne parlano anche i pazienti, come dimostra una ricognizione realizzata in piena emergenza nel novembre 2020. L’indagine “La sanità del futuro: i messaggi delle associazioni di pazienti per l’epoca Covid-19” (1), condotta dal Patient Advocacy Lab (PAL) di ALTEMS - Università Cattolica del Sacro Cuore, presenta il quadro delle aspettative che le associazioni hanno espresso dopo mesi e mesi di impegno accanto a malati cronici e fragili, per lo più privati di supporto e assistenza da un servizio sanitario concentrato sul COVID 19. Sono esse stesse ad indicare l’uso della telemedicina (dal teleconsulto alla televisita, dalla telecollaborazione alla telerefertazione) come una delle nove priorità di un servizio sanitario rinnovato, che fa tesoro della lezione del COVID e guarda al futuro verso una nuova umanizzazione delle cure (Riquadro 1).

█ Riquadro 1. Le aspettative dei pazienti per l’evoluzione del servizio sanitario

Questo elenco non nasce a caso perché già nella fase più acuta dell’epidemia il ruolo delle Associazioni dei pazienti aveva assunto particolare rilevanza, grazie alle loro azioni a sostegno dei pazienti. Nel periodo tra Marzo e Aprile 2020 sempre ALTEMS, attraverso il

PAL, ha svolto un’indagine nazionale (2) sul loro lavoro. Ne è nato un catalogo delle 102 principali azioni condotte dalle 45 associazioni analizzate. Dall’elenco delle tipologie di azione emerge una notevole innovatività che mette l’uso del web, la digitalizzazione dei servizi, e l’informatizzazione dei percorsi di cura tra le attività più gettonate, riassunte nel riquadro 2. Riquadro 2 – Principali aree di intervento delle Associazioni di pazienti durante l’emergenza Covid

1 “La sanità del futuro I messaggi delle associazioni di pazienti per l’epoca Covid-19”,

2 https://altems.unicatt.it/altems-Associazioni%20e%20Covid-19_report%20ALTEMS_FINALE.pdf

LE ASSOCIAZIONI DEI PAZIENTI: IL LORO RUOLO IN EPOCA COVID

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INFORMATICA

█ Riquadro 2 – Principali aree di intervento delle Associazioni di pazienti durante l’emergenza Covid

Molte associazioni hanno svolto indagini per poter quantificare l’impatto dell’emergenza Covid19 sulle prestazioni erogate dal SSN, sull’assistenza ai pazienti e sulla qualità della vita di pazienti e caregiver. Da questo lavoro è emerso un quadro allarmante, poi ulteriormente aggravato dal protrarsi dell’emergenza: █ sospensione delle cure per 9 su 10 pazienti con malattia rara (fonte: Rare Barometer EURORDIS); █ sospensione dei programmi di screening mammografico di I livello (fonte: Europa Donna); █ diagnosi e biopsie dimezzate del 52% per malati oncologici, ritardi negli interventi chirurgici per il 64%, visite pazienti/settimana diminuite del 57% (fonte: FAVO: XV Giornata Nazionale del Malato Oncologico); █ funzionamento ridotto del 91% dei centri per Sclerosi Multipla, problemi di accesso alle terapie farmacologiche per il 40% dei pazienti con SM, interruzione della riabilitazione per il 70% dei pazienti con SM (fonte: AISM); █ cancellazione improvvisa di visite ed esami programmati e un senso di abbandono e di incertezza dei pazienti “ordinari” (fonte: XVIII Rapporto nazionale di Cittadinanzattiva sulle politiche della cronicità);

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2 malati su 10 con tumori del sangue hanno deciso di lasciare il percorso di cura per la paura (fonte: AIL, 2020).

Sono particolarmente drammatici i dati che emergono dalla survey. Le patologie reumatologiche e Covid-19, (3) realizzata dall’Osservatorio dell’Associazione nazionale Persone con Malattie Reumatologiche e Rare (APMARR), in collaborazione con Helaglobe: tre pazienti su quattro (76%) hanno dovuto rimandare visite specialistiche e di controllo legate nella quasi totalità dei casi (88%) alla patologia. Addirittura, quasi uno su 4 (22%) pensa che non tornerà mai più sereno come prima dell’arrivo della pandemia. Non è solo il COVID a spingere verso una forte innovazione assistenziale. L’evoluzione in atto della dinamica demografica con una quota sempre crescente di persone con patologie croniche e rare, rende necessario ridisegnare un sistema organizzativo della rete di servizi, soprattutto nell’ottica di rafforzare la prossimità, di limitare gli spostamenti non necessari dei pazienti fragili per un’assistenza sempre più territoriale e domiciliare. In questo scenario risulta

3 https://www.dire.it/25-05-2020/464989-coronavirus-3-malati-reumatici-su4-costretti-a-rimandare-le-visite-quadri-clinici-peggiorati/


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INFORMATICA

evidente, anche partendo dal punto di vista dei pazienti, l’urgenza di utilizzare la telemedicina quale supporto per far rimanere il paziente a casa con la dovuta e necessaria assistenza, con impatto positivo anche economico sul SSN.

LE RISPOSTE E GLI ESEMPI POSITIVI Dopo un primo periodo di indicazioni frammentate da parte delle Regioni, alla fine dello scorso anno sono state definite dal Ministero della Salute le “Indicazioni per l’erogazione di prestazioni in telemedicina” (4), approvate dalla Conferenza Stato-Regioni il 17.12.2020, che rappresentano un quadro organico sia dal punto di vita delle modalità operative da seguire che dal punto di vista della rendicontazione. In questo testo vengono accolte molte delle richieste espresse dalle stesse associazioni, utili allo sviluppo di tale pratica. In particolare: █ La «telemedicina» comprende diverse attività, ognuna con propri requisiti e specificità: televisita, teleconsulto, teleconsulenza, teleassistenza, telerefertazione, triage

4 http://www.statoregioni.it/media/3221/p-3-csr-rep-n-215-17dic2020.pdf

Sono erogabili in telemedicina tutte le visite che non richiedano un contatto diretto con il paziente (quindi la «prima visita» è sempre in presenza) █ Nelle televisite il collegamento deve avvenire in tempo reale consentendo di vedere ed interagire con il paziente, e di scambiare anche documenti, dati clinici, referti medici, immagini, audio-video (le televisite non possono consistere in sole videochiamate o nel solo scambio di documenti) █ Le tariffe delle televisite sono analoghe a quelle in presenza █

Nel frattempo gli esempi positivi di sviluppo della telemedicina si sono moltiplicati, anche grazie ad esperienze come quelle condotte dall’ Osservatorio sulla telemedicina operativa, (5) di ALTEMS che ha raccolto e supportato molte di queste iniziative promuovendo l’iniziativa “Telemedicina subito” (6), vale a dire il concetto che, oltre al rispetto delle linee guida nazionali, si potesse incrementare già oggi con i mezzi informatici a disposizione e di uso comune la diffusione di pratiche di telemedicina. Argomenti già trattati in altri articoli di questa rivista

5 https://altems.unicatt.it/altems-i-sistemi-informativi-sanitari-per-il-governo-dell-organizzazione-osservatorio-sulla-telemedicina 6 https://www.dati-sanita.it/wp/telemedicina/telemedicina-subito/

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INFORMATICA

Tra queste esperienze, molto vicine alle esigenze dei pazienti, si può citare quella dell’Ospedale Maggiore di Bologna che nel campo della reumatologia, settore che ha patito, come già detto, grandi contrazioni a causa dell’emergenza, ha maturato l’esperienza della “working visit”. In un articolo su Quotidiano Sanità (7) sono gli stessi medici, il dr, Reta ed il dr. Cianci, a parlare di questa esperienza “Quello che non ci aspettavamo è che alcuni pazienti decidessero di eseguire la televisita direttamente dal luogo di lavoro, inventando, ipso facto, la working-visit! Nello specifico una paziente ha eseguito la televisita dal suo smartphone mentre rientrava a casa, altri 3 dall’ufficio ed un’altra, cameriera di sala, nella pausa tra il turno del pranzo e quello della cena (oltre alla paziente che l’ha eseguita dal terrazzo di casa dove era in corso un aperitivo familiare…)”. Questi pazienti non hanno perso ore di lavoro, non hanno richiesto permessi, non hanno effettuato spostamenti. Questa esperienza, come tante altre documentate dall’Osservatorio, dimostra la positività per le persone, soprattutto quelle affette da patologie croniche, di un approccio del genere, ovviamen-

te se fortemente supportate dalla struttura sanitaria di riferimento. In figura 1 una analisi dei benefici in termini di spostamenti calcolata -con l’uso dei servizi di Google Maps- sulla base di circa 2.000 prestazioni erogate da 7 Centri.

7 http://www.quotidianosanita.it/lettere-al-direttore/articolo.php?articolo_id=96889

8 https://www.dati-sanita.it/wp/agenda-digitale-progetto-digitas/

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IL PROGETTO DIGITAS: LA TELEMEDICINA AL SERVIZIO DEI PAZIENTI HIV Il 30 novembre 2021, in occasione della celebrazione della Giornata mondiale AIDS, si è svolta presso la Regione Lazio la presentazione di DIGITAS (figura 2), avviato all’inizio del 2021, con il supporto non condizionato di GILEAD SpA, per l’uso della telemedicina nell’ambito della cura dell’HIV (8), con lo scopo di diffondere l’uso di questi strumenti negli ambulatori dedicati a questa patologia dei Centri malattie infettive delle ASL e delle aziende ospedaliere delle Regione. Particolarità di questo progetto è stata la scelta di partire dalle scelte dei pazienti, coinvolgendo le associazioni di tutela dei diritti delle persone affette da HIV, e di realizzare una esperienza


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INFORMATICA

multi-stakeholder. Si è infatti privilegiata la partecipazione di tutti gli attori: Consulta regionale AIDS, i diversi uffici regionali (prevenzione e rete ospedaliera), assessorato alla salute, direttori generali aziende, clinici e operatori dei Centri, assieme alle organizzazioni civiche. Da questo sta nascendo una Comunità di pratiche che potrebbe – ed è questo il nostro auspicio– accompagnare nel tempo la prosecuzione della collaborazione, soprattutto in vista degli investimenti previsti dal PNRR. Forse il risultato più importante del progetto è stato il lavoro prodotto dalle stesse associazioni dei pazienti, che si sono interrogate su quali fossero per loro i criteri condivisibili per l’applicazione della telemedicina nel campo dell’HIV, producendo un documento (9), sottoscritto da 26 associazioni nazionali che rappresenta un punto di riferimento importante per legare sempre di più questa pratica alle esigenze dei suoi destinatari. Da rimarcare il fatto che all’inizio del progetto le diverse organizzazioni avevano rimarcato le loro perplessità circa l’uso della telemedicina con il timore che comportasse un abbandono del paziente come avvenuto nei momenti più drammatici dell’esperienza COVID. Tra i punti sottolineati per i pazienti: 1. l’infettivologo di riferimento deve essere il medico che conosce la storia clinica dell’interlocutore; 2. il sistema deve rappresentare solo uno strumento complementare alla visita in presenza;

3. salvo casi non programmabili, può essere applicato dopo la terza visita in persona, una volta stabilito il rapporto di comunicazione e verificato lo stato di stabilità virale e immunologica; 4. deve essere accettato e promosso dal portatore di patologia a lungo termine ai quali si raccomanda l’inclusione del MMG (medico di medicina generale) per il necessario raccordo verso la migliore HRQOL (Health-Related Quality of Life); 5. ambedue le figure devono concordare metodi e tempi per guidare la comunicazione a distanza; 6. il medico deve suggerire e spiegare il sistema preferibile, verificarne la comprensione e garantire il rispetto della privacy; 7. la televisita esclude la comunicazione telefonica e per e-mail, privilegiando Skype, la videochiamata con WhatsApp o piattaforme concordate; 8. l’amministrazione ospedaliera deve adeguare i propri sistemi includendo la televisita e il teleconsulto; 9. quando il paziente lo ritiene opportuno, con l’accordo dell’infettivologo, può usufruire del servizio di televisita con lo psicoterapeuta e con altri specialisti di riferimento per la patologia principale; 10. il sistema di telemedicina prescelto deve contenere uno strumento di misurazione della validità nel tempo e del conti-

Aspetti di criticità nell’ accettazione della telemedicina da parte dei pazienti Difficolta nell’uso dei programmi Carenza di collegamenti Formazione e informazione Scarsa familiarità con dispositivi Diffidenza e scarsa fiducia 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% 90% 100%

nessuna

poco

abbastanza

molto

9 https://www.nadironlus.org/wp-content/uploads/Doc_Criteri_ICAR_2021.pdf

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INFORMATICA

nuum of care. Il paziente deve verificare e riportare al medico il suo grado di soddisfazione legato ai parametri di HRQOL e può comunicare l’eventuale necessità di cambiamento. Seguono poi indicazioni per il sistema sanitario, tra le quali quella di elaborare cartelle sanitarie digitali per permettere il follow up della persona con patologia di lunga durata anche fuori dalla regione di appartenenza, nonché includere l’assistenza domiciliare, il test ultrarapido e il counseling offerti da organizzazioni della società civile selezionate dalle Istituzioni Sanitarie. Forte è il ruolo delle organizzazioni HIV che hanno il compito di assistere le persone, monitorare il rispetto dei criteri e stimolare l’uso della telemedicina.

GLI OSTACOLI DA SUPERARE Se esiste quindi questa disponibilità e questa spinta verso la telemedicina da parte di chi ne è destinatario, gli ostacoli da superare per renderla più “userfriendly” non sono pochi. Nel numero 4-2021 di Progettare per la Sanità sono stati presentati i primi risultati di una survey (10) condotta dall’Osservatorio ALTEMS sulla telemedicina operativa, che ha preso in esame 128 aziende su tutto il territorio nazionale. Tra i dati raccolti ce ne sono alcuni che riguardano proprio il rapporto tra telemedicina e mondo dei pazienti (figura 3) e l’eccessiva sottovalutazione del ruolo di quest’ultimi: essi ci parlano di scarsa informazione e di difficoltà nell’uso dei sistemi e dei dispositivi, in una situazione in cui un ruolo rilevante lo esercitano i caregiver (48%), che forse dovreb10 https://www.dati-sanita.it/wp/survey-sulle-soluzioni-telemedicina-delle-aziende/

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be essere uno dei soggetti da coinvolgere maggiormente. La stessa indagine poi rileva che solo nel 18% dei casi sono state coinvolte le associazioni dei pazienti relative alla patologia trattata. “Inoltre -citando direttamente l’indagine -, solo il 28% delle soluzioni descritte prevede la disponibilità di una app per il paziente, e solo nell’11% dei casi questa app ha anche funzionalità di formazione ed informazione sull’accesso al servizio. Questo rappresenta senz’altro un fattore di difficoltà per il paziente, considerato che lo smartphone rappresenta lo strumento più utilizzato (oltre il 70%) dai pazienti stessi” (cfr. l’articolo “Telemedicina Subito” sul numero 3-2020 di Progettare per la Sanità). In conclusione, si può affermare che siamo di fronte ad una strada percorribile, addirittura auspicata, dai pazienti, ma che non diventerà tale se non si rispettano alcune regole di base. Esse sono quelle indicate dalle linee guida nazionali, ma anche suggerite dalle associazioni dei pazienti, come si è visto nel caso dell’HIV. Soprattutto non diventerà una strada praticata se le aziende sanitarie non capiranno che, oltre a migliorare la propria organizzazione interna, sono chiamate a coinvolgere i pazienti mettendoli nelle condizioni di conoscere, capire e auspicare l’uso della telemedicina, informandoli, dando loro gli strumenti più consoni, facendosi supportare dalle associazioni, rispettando le loro esigenze. Potrebbe sembrare una frase fatta, ma la battaglia per l’uso della telemedicina o si vince tutti insieme o non si vince. Fortunatamente le premesse ci dicono che si tratta di un obiettivo raggiungibile.

L’Autrice

TERESA PETRANGOLINI Direttore del “Patient Advocacy Lab” - ALTEMS Università Cattolica del Sacro Cuore


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ATTUALITÀ

di Arturo Zenorini

La riorganizzazione flessibile degli ospedali La visione degli internisti nelle parole del prof. Dario Manfellotto (FADOI): «dubbi sulle piccole strutture di prossimità proposte dal PNRR»

L’esperienza della pandemia di Covid-19 ha avuto un grande impatto soprattutto sui reparti ospedalieri di Medicina Interna: la necessità di far fronte alle difficoltà imposte dalla riorganizzazione dei posti letto, più complessa all’inizio ma perfezionata già dalla seconda ondata, ha imposto anche una riflessione su come dovranno essere concepiti in futuro le strutture di degenza e i rapporti con le Case e gli Ospedali di Comunità sul territorio, previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Questo il tema di fondo dell’intervista rilasciata dal prof. Dario Manfellotto, Presidente nazionale della Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI). Prof. Manfellotto, nel recente Congresso FADOI, da quali considerazioni di fondo siete partiti? Il XXVI Congresso Nazionale FADOI è stato un momento di riflessione su come la Medicina Interna sia di fatto sia tornata a essere “al centro del villaggio” del servizio sanitario, intenso come ospedale e territorio. Infatti – sono dati noti - noi internisti abbiamo seguito il 70% dei pazienti ricoverati in ospedale durante la pandemia. In generale, effettuiamo oltre circa un milione di ricoveri l’anno e gestiamo 30 mila letti, quindi assistiamo la più vasta popolazione di pazienti con il più elevato numero di letti e di ricoveri negli ospedali italiani. Rappresentiamo dunque una realtà fondamentale e, anche nel territorio, gli internisti si fanno carico del paziente cronico che si riacutizza ed è ricoverato in ospedale, coordinando insieme agli specialisti extra-ospedalieri l’assistenza a decine di milioni di pazienti con malattie croniche.

La stagione pandemica – definita anche sindemica, a causa del suo legame ad altre comorbilità così come a fattori economici, culturali e sociali - ci ha aiutato a capire la complessità delle dinamiche della salute. Partendo da questa nuova visione di una complessità che non considera solo gli elementi patologici ma anche le correlazioni con altri fattori globali, quale auspica sia il futuro della Medicina Interna e l’evoluzione dei modelli in cui opera? Ormai in tutto il mondo, e non soltanto dopo il Covid, si è visto che il coordinamento dei reparti di area medica, l’assistenza territoriale e il follow-up sono tutti appannaggio dell’approccio globale alla complessità dell’internista, quale figura formata a svolgere tale compito. Tra le varie specializzazioni, la nostra si caratterizza nel mettere insieme tutte le tessere del puzzle, ricomporle e arrivare al risultato. All’interno della nostra visione complessiva, abbiamo elaborato una serie di modelli assistenziali dedicati in particolare al paziente con patologia cronica riacutizzata. Perché questo si realizzi è però necessario che anche le strutture ospedaliere si riorganizzino, in quanto sta cambiando l’intero paradigma dell’approccio clinico. Non si può più avere un atteggiamento in cui ci si occupi del singolo organo con una valutazione ultra-specialistica, ma sempre più dobbiamo rafforzare una visione complessiva, integrata e collaborativa: ciò significa che devono essere i medici a ruotare intorno al paziente. Per troppo tempo abbiamo operato in ospedali caratterizzati da steccati, che non a caso si chiamano divisioni, tanto di medicina che di chirurgia, separate e tra loro divise. C’è biso-

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ATTUALITÀ

gno invece di una grossa collaborazione fra gli specialisti e fra i vari reparti, proprio per arrivare all’obiettivo migliore. In questo senso si registra un grande fermento volto alla riorganizzazione anche delle strutture ospedaliere, peraltro con luci e ombre. A tale proposito, come ritiene che le strutture ospedaliere debbano riconfigurarsi, anche considerando la visione delle cure di prossimità fortemente propugnate dal PNRR? Già in tante occasioni ho espresso il mio convincimento che l’ospedale moderno debba essere flessibile, duttile, “a fisarmonica”. In altre parole, non può più esistere la struttura fissa e immodificabile con, per esempio, 50 posti letto e 20 medici. Occorre invece capire quali siano le effettive necessità del momento, in un determinato quadro epidemiologico, in una specifica popolazione, nei singoli pazienti. In questo modo è possibile aumentare, per esempio, i letti di Medicina Interna oppure quelli di Malattie Infettive, o ancora incrementare il numero di strutture pneumologiche o nefrologiche e così via. Bisogna cioè comprendere qual è il fabbisogno di cure e affrontarlo con una duttilità che porti a modificare l’assetto in un tempo molto breve, per erogare esami e prestazioni appropriate, mettendo a punto un sistema nuovo e reparti organizzati che siano in grado di far fronte a un’eventuale criticità. Nel caso del reparto che dirigo, per esempio, tale riorganizzazione è stata effettuata in modo particolarmente efficiente nel corso della seconda ondata, a fronte dell’esperienza maturata nel corso della prima ondata, nella quale comunque abbiamo ottenuto ottimi risultati. Il reparto, cioè, è stato attrezzato con apparecchi per la ventilazione e per la dialisi, e con monitor multiparametrici per i pazienti più gravi. Abbiamo svolto in questo periodo un’attività non di bassa intensità di cura ma di medio-alta intensità. Questo, tra l’altro, sottolinea un grosso equivoco rispetto alle norme risalenti a 33 anni fa (Decreto Donat-Cattin del 1988) in base alle quali a livello nazionale si organizzano gli ospedali, rispetto alle quali la situazione è decisamente cambiata. Nel Decreto si parla di reparti di medicina generale - termine improprio che lascia intendere bassa intensità di cura, legata al fatto che i malati allora erano meno gravi e complessi e rimanevano ricoverati per mesi. Adesso noi internisti effettuiamo ogni giorno un gran numero di dimissioni e di nuovi ricoveri con una altissima rotazione di pazienti, tutti in situazioni di criticità. Si tratta di un’assistenza molto impegnativa ed è per questo motivo che si deve riorganizzare completamente l’ospedale e migliorare la formazione del personale: si tratta di un’evidenza puramente scientifica, non di una questione sindacale, perché FADOI è una società

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█ Dario Manfellotto, Presidente nazionale della Federazione delle Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti (FADOI)

scientifica. Però mi piace sottolineare che per garantire la migliore assistenza al paziente è necessario avere personale e strutture che siano adeguate. ed è di questo che si sta discutendo adesso, anche alla luce della riforma del Decreto Ministeriale n.70 del 2 aprile 2015 [Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, NdR]. A volte si ha l’idea che possano esserci visioni utopistiche di investimenti su situazioni che non hanno assolutamente una base di esperienza per poter garantire risultati di cura come quelli offerti da alcuni pilastri ospedalieri che ci hanno permesso anche di affrontare meglio questa durissima stagione pandemica. Condivide questa affermazione? Sì, anche perché nel capitolo della mission legata alla Sanità del PNRR è previsto che vengano costituiti degli Ospedali e delle Case di Comunità. Questa impostazione sta creando un grande equivoco perché l’ospedale è la grande struttura nota a tutti, mentre un Ospedale di Comunità dovrebbe essere configurato come una piccola struttura con una media di 20 letti per altrettanti pazienti, in cui il medico è presente solo qualche ora la mattina e dove sono presenti infermieri e assistenti sociali. A mio avviso questo tipo di struttura non risolve il problema: innanzitutto perché non si tratta di un vero ospedale in quanto non ne garantisce gli standard, in secondo luogo perché non ne ha né le dimensioni né l’organizzazione. Si potrebbe


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ATTUALITÀ

allora chiamarlo “presidio di prossimità” o “di comunità”, per esempio. In ogni caso, il nuovo decreto che è stato proposto fa sorgere un altro grosso dubbio, in quanto prevede una dotazione in tutto il Paese di circa 190 mila letti (pari a quelli attuali negli ospedali in Italia) corrispondenti al 3,7 per mille della popolazione italiana. Dunque, la cifra totale dei posti letto rimarrebbe uguale ma, di questo numero, pare che debbano far parte anche gli ospedali di comunità. Questo allora significherebbe che si sta andando in qualche modo a svuotare l’ospedale tradizionale per trasferire questi letti negli ospedali di comunità. Peraltro, non si capisce ancora se questo sia confermato e, comunque, da chi sarebbero gestiti tali letti, di chi sarà la responsabilità di questi pazienti e con quale obiettivo terapeutico. █ Ad Anthony Fauci è stato conferito il “FADOI Internal Medicine Research Award 2021”

LONG-COVID, TEMA CENTRALE DELLA LECTIO MAGISTRALIS DI ANTHONY FAUCI, PREMIO FADOI PER LA RICERCA Al Congresso è intervenuto anche Anthony Fauci, che da decenni affianca i Presidenti statunitensi sulle politiche sanitarie anche di carattere immunologico, e al quale è stato conferito il “FADOI Internal Medicine Research Award 2021”. «Il fatto che il Prof. Fauci abbia accettato questo premio dagli internisti italiani della FADOI, considerando che aveva ricevuto proposte da tutto il mondo, è stato un evento di straordinaria importanza e una grande gratificazione» afferma il prof. Manfellotto. «La cerimonia si è tenuta all’Ambasciata Italiana a Washington D.C., dove dalle mani dell’ambasciatrice Mariangela Zappia il prof. Fauci ha ricevuto il nostro premio alla ricerca, costituito da un astrolabio, a simboleggiare una figura di medico che sa sempre come orientarsi, così come si faceva nell’antichità sulle navi osservando le stelle e utilizzando questo strumento astronomico. Il Premio al prof. Fauci è stato conferito dalla FADOI per il suo contributo fondamentale allo sviluppo delle conoscenze nel campo della Medicina interna e delle malattie infettive ma anche per essere stato una guida quando si è profilato per la prima volta il problema clinico del Covid e non esistevano linee guida in merito: con le sue pubblicazioni egli ha rappresentato un punto di riferimento».

Nel ringraziare per il riconoscimento, inoltre, Fauci ha espresso profondo rispetto e gratitudine ai medici della FADOI, in prima linea in Italia durante la pandemia, mostrando straordinaria dedizione ai pazienti, conoscenza medica ed empatia: parole per noi fortemente significative. «Nella sua lectio magistralis – ricca di “perle” sulla fisiopatologia del Covid – ha posto specifica enfasi sul tema del long-Covid» specifica Manfellotto. «È un fenomeno che stiamo rilevando ampiamente: dal 20 al 30% dei pazienti hanno conseguenze o sintomi legati al Covid, quale che sia stata l’entità della malattia, perché il problema si verifica sia nei pazienti ospedalizzati che hanno presentato un quadro acuto molto grave sia in alcune persone che hanno avuto un’infezione più blanda. Però certi sintomi possono persistere: una grande astenia, la sensazione di malessere, una febbricola, disturbi respiratori o a carico di altri organi. Esistono varie definizioni di questo quadro – “long-Covid”, “post-Covid” o “sequele del quadro acuto del Covid” - ma sta di fatto che, se dopo alcuni mesi permangono questi sintomi, è possibile pensare che siano collegati al Covid. Su questo aspetto è necessario porre grande attenzione, con regolari follow-up e controlli ambulatoriali».

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SPECIALE PREFABBRICAZIONE

MODULAR HOSPITAL REALIZZATI PER L’EMERGENZA COVID-19 Il Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica Covid-19 nel 2020 ha bandito la gara per la fornitura in opera di sistemi di strutture temporanee, realizzate con moduli prefabbricati e idonee dotazioni impiantistiche. Le strutture dovevano essere approntate per il ricovero e la cura di pazienti in terapia intensiva. Queste strutture da, 7 a 12 posti letto, che avrebbero dovuto essere operative in 54 giorni, sono state progettate come se fossero un unico sistema, una macchina complessa costruibile e successivamente smontabile in pochi giorni. Il sistema avrebbe dovuto funzionare integrando ogni suo componente, semplificando il più possibile le interconnessioni tra struttura, impianti e apparecchiature sanitarie. La ATI, composta da Mangini e Corimec, si è aggiudicata l’appalto per la realizzazione di 6 strutture. Acotec, la divisione turn key di Mangini, ha utilizzato e adattato alla richiesta il suo progetto di Modular Hospital, ottenendo dei risultati molto apprezzabili e, aspetto fondamentale, rispettando le tempistiche prefissate.

█ Modular Hospital realizzato a Foligno nel 2021

LE PRESTAZIONI DELLA STRUTTURA E DELLE FINITURE INTERNE La tipologia costruttiva è quella di edifici prefabbricati in carpenteria metallica leggera da assemblare direttamente in sito. I tempi di produzione sono estremamente ridotti e la semplicità di montaggio permette una cantierizzazione altrettanto rapida. I ridotti volumi del materiale smontato permettono, di ottimizzare i costi di trasporto. Le strutture sono progettate con criteri antisismici, in classe d’uso IV secondo le NTC 2018 (Costruzioni con funzioni pubbliche o strategiche importanti, anche con riferimento alla gestione della protezione civile in caso di calamità). La struttura portante è composta da profili piegati a freddo di spessore variabile secondo le dimensioni e i carichi di lavoro richiesto. L’orditura principale, travi pilastri e capriate è composta da elementi a “I”. I collegamenti orizzontali sono realizzati mediate l’impiego di profili con sezione a “C”. La portata della copertura è di 150 kg/mq. La parete prefabbricata esterna è composta da pannelli tipo “sandwich” di spessore pari a 60/80 mm. La coibentazione è ottenuta con schiumatura in continuo di resine poliuretaniche autoestinguenti (densità: 40 kg/m2 e trasmittanza 0,37 W/mq°K), iniettata tra due supporti metallici zincati a caldo aventi spessore standard di 0,5 mm. Il solaio consiste in una struttura portante composta da profili in ferro piegati a freddo e zincati a caldo. Il piano di calpestio è composto da perline in plastica riciclata e rigenerata, antibatterica dello spessore di 30 mm. Il pavimento prevede un isolamento realizzato mediante l’impiego di materassini di lana imbustata. La portata del pavimento è di 200 kg/mq. La copertura del tetto è realizzata mediante pannelli sandwich con spessore 60 mm. Le finestre, di tipo fisso, sono realizzate con telaio in alluminio anodizzato di colore argento e vetrocamera 4/6/4 con Valore Ug - W/(m².K) 3.3. Le pareti prefabbricate interne ed i serramenti, della serie Kybos, prodotte dalla Mangini, sono a tenuta d’aria, specifici per ambienti a contenimento biologico (terapie intensive Covid). Sono costituiti da pannelli sandwich, con finitura in lamiera di acciaio preverniciato da 0,8 mm, e coibente in lana di roccia, certificati antisismici tramite prova sperimentale, su tavole vibranti, effettuata presso Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II in collaborazione con il CNR. I pannelli modulari e autoportanti si raccordano tramite profili estrusi in alluminio ad incastro e successiva sigillatura siliconica.

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SPECIALE PREFABBRICAZIONE

I pannelli e le porte sono perfettamente complanari, con superficie liscia facilmente sanificabile. I controsoffitti a tenuta, sono un sistema certificato antisismico e sono realizzati con pannelli in PVC ad alta densità, spessore 10 mm, dimensioni 600x600mm. La struttura portante a “T” è costituita da profili in alluminio anodizzato adatta a sostenere pannelli, lampade e filtri, tramite barre filettate, occhielli, tiranti. I pannelli sono trattenuti sulla struttura tramite un sistema di mollette metalliche. Successivamente tutti gli elementi vengono sigillati con siliconatura per garantire il mantenimento delle pressioni all’interno dei locali.

LE PRESTAZIONI DEGLI IMPIANTI L’impianto di ventilazione meccanica e climatizzazione è del tipo a tutt’aria esterna, attestato su una UTA e su un estrattore. I fluidi termovettori sono prodotti da una pompa di calore con modulo idronico e serbatoio di accumulo. L’impianto è progettata per ottenere le seguenti prestazioni: █ rinnovare l’aria senza ricircolo; █ filtrare l’aria immessa negli ambienti con filtri assoluti (H14); █ mantenere i diversi ambienti in adeguate condizioni di sottopressione rispetto all’ambiente esterno (-10 ÷ -15 Pa);

█ Terapia intensiva all’interno di un Modular Hospital realizzao a L’Aquila (2021)

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climatizzare (T 20÷26 °C; U.r. 40÷60%) mediante le batterie caldafredda e di post-riscaldamento e l’umidificatore a vapore elettrico; █ estrarre l’aria dalla terapia intensiva filtrandola con filtri assoluti (H14), attraverso doppio sistema canister. █

Nel locale terapia intensiva, la diffusione dell’aria è affidata a diffusori a lancio elicoidale posti nel controsoffitto in zona centrale, mentre l’estrazione è demandata a griglie laterali, in modo da innescare flussi d’aria dal connettivo centrale verso le testate dei letti. Gli impianti dei Modular Hospital garantiscono il rispetto dei requisiti richiesti per un edificio ospedaliero, in termini di efficienza energetica e continuità d’esercizio. Tutti i parametri significativi sono costantemente monitorati da un sistema, che si occupa di automatizzare il funzionamento di tutti gli impianti e di segnalare eventuali anomalie e malfunzionamenti. I Modular Hospitals sono a tutti gli effetti degli edifici con elevate prestazioni strutturali ed impiantistiche. Il sistema costruttivo può essere adeguato ed implementato per ottenere diverse tipologie di edifici, modulari, temporanei o permanenti. L’Arch. Manuela Torti è Technical Director della divisione Acotec, divisione turn key di Mangini


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SPECIALE PREFABBRICAZIONE

BAGNI AD HOC PER STRUTTURE OSPEDALIERE Eurocomponents S.p.A. di Brescia, prima azienda al mondo ad aver brevettato il primo bagno prefabbricato in cemento, ha partecipato a molti progetti per ospedali in Italia e all’estero quali, per citare i più recenti, San’t Anna di Brescia, Gruppo San Donato ospedale di Zingonia, Tonsberg hospital Somatic in Norvegia. In 43 anni l’azienda ha fornito più di 60.000 bagni prefabbricati. Si tratta di progetti che richiedono particolari attenzioni in ogni fase a partire dalla progettazione alla scelta dei materiali. I bagni di strutture ospedaliere devono rispondere a numerose esigenze specifiche e devono essere concepiti come una stanza in cui si vive una routine in completa sicurezza. Sono costruiti con materiali particolari, che garantiscono durevolezza durevolezza nel tempo, resistenza e facilità di pulizia. Per questo, tra i materiali ideali per queste tipologie di bagni, è possibile scegliere: █ rivestimenti senza fughe come la resina impermeabile; █ spazi vasti per garantire l’assistenza; █ accessori per i disabili come maniglioni e sanitari posizionati adeguatamente; █ materiali che non siano taglienti e nemmeno sporgenti, ma resistenti nel tempo. A settembre dell’anno scorso è stato inaugurato uno dei più grandi complessi ospedalieri in Danimarca, Odense Hospital Complex. Per questo progetto, esteso su una superficie di oltre 250.000 mq con 7 edifici interconnessi, Eurocomponents ha fornito più di 500 bagni. Dal 1978 i bagni prefabbricati Eurocomponents semplificano il mondo dell’edilizia in oltre 20 paesi nel mondo.

█ Alcuni progetti realizzati da Eurocomponents

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PREZZARI per SUPERBONUS 110% Sisma Bonus, Bonus Facciate e Bonus Ristrutturazione

EDIZIONE

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1° semestre 2022

2° semestre 2021

I Prezzari Impianti Elettrici e Impianti Tecnologici, oltre che per tutti i lavori di carattere ordinario, possono essere utilizzati per la preventivazione e l’asseverazione dei prezzi delle opere che ricadono negli interventi “trainanti” di carattere impiantistico, per la sostituzione degli impianti centralizzati o autonomi con impianti termici ad alta efficienza energetica, per gli impianti fotovoltaici e la mobilità elettrica, finanziati con il Superbonus 110%.

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SPECIALE PREFABBRICAZIONE

IL PREFABBRICATO “CHIAVI IN MANO” PER GLI OSPEDALI La centralità della salute in questa fase pandemica è diventata tema acquisito da tutti. La possibilità di tornare a investire in salute richiede agli ospedali di individuare soluzioni tecniche flessibili per ampliare i propri spazi di cura. TModule di Operamed è un progetto nato dalle esigenze emergenziali nella prima fase della pandemia e pensato fin da subito subito come una soluzione per creare spazi di qualità a lungo termine (blocchi operatori, reparti laboratorio, terapie intensive, centrali di sterilizzazione, degenze, zone pre-triage), dei polmoni di espansione in grado di essere utilizzati per più funzioni che possono essere utilizzati per più funzioni sanitarie, che non presentano limiti tecnici ma anzi li superano proponendo metodi costruttivi totalmente a secco che danno grande liberta progettuale e al contempo permettono di avere le medesime performance degli ambienti costruiti con tecniche tradizionali. La possibilità che il PNRR dà alle strutture ospedaliere di ristrutturare le aree critiche richiede, inoltre, di avere delle aree temporanee adeguate dove collocare i pazienti. Il sistema TModule serve esattamente a questo scopo. La tipologia di costruzione è completamente a secco con totale flessibilità dal punto di vista realizzativo. Anche la finitura esterna può essere personalizzata per potersi adattare a qualsiasi contesto. TModule viene fornito con approccio chiavi in mano completo di involucro esterno, pareti prefabbricate Truespace interne, pavimenti tecnici prefabbricati, controsoffitti ispezionabili a tenuta e impianti tecnici. La caratteristica principale delle strutture TModule è che garantiscono una grande qualità realizzativa e brevissimi tempi di montaggio.

Blocco Operatorio Modulare presso Ospedale Humanitas di Rozzano Un blocco operatorio di 350 m2 costruito in circa trenta giorni, richiesto dall’ospedale come area dedicata al trattamento chirurgico per i pazienti covid. Costruito interamente con approccio chiavi in mano. Ha permesso di integrare al suo interno tutti i servizi quali spogliatoio, zona preparazione e risveglio, due sale operatorie di cui una ibrida con sala di controllo, magazzini e percorso sporco. La costruzione in carpenteria è totalmente prefabbricata, pareti esterne, interne, controsoffitto e anche pavimenti. Finiture interne antibatteriche e decorazioni colorate per garantire ambienti piacevoli.

█ Sala operatoria ibrida realizzata da Operamed per l’ospedale Humanitas di Rozzano (MI)

scelta per permettere la costruzione in circa 20 giorni lavorativi in maniera da essere subito disponibili all’uso da parte degli ospedali.

6 TI Covid modulari (Terni, Viterbo, Perugia, Campobasso, Isernia, Termoli) Terapie intensive modulari chiavi in mano da 6 a 12 posti letto completamente indipendenti dal punto di vista tecnologico. Dimensioni variabili da 160 a oltre 300 m2. Anche in questo caso la costruzione è site specifica in base alla collocazione e alle caratteristiche del luogo di collocazione. Fornitura completa di modulo prefabbricato, impianti tecnologici elettrici, meccanici, gas medicali e arredi medicali. Si ringrazia Carlo Busolin, International Sales and Marketing Manager di Operamed, per le informazioni e le immagini fornite

13 unità di pre-triage Covid per la regione Veneto Il progetto ha previsto moduli prefabbricati di tre dimensioni, 80, 120 e 200 m2 completi di impianti completamente autonomi realizzati con strutture modulari customizzabili in base alle specifiche richieste del sito. Questi moduli sono utilizzati per diversi impieghi in relazione alla crisi pandemica. La tecnologia costruttiva è stata

█ L’ingresso del pre-triage Covid per la regione Veneto

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FOCUS Un anno di logistica MATERIA CONNECTION

PROGETTAZIONE Edificio per uffici certificato Passivhaus

KLIMAHOUSE 2019: VIDEO La sostenibilità è la chiave per vivere bene

DENTRO L’OBIETTIVO Dubai: oltre lo Zero Energy

DISTRIBUZIONE Quando la differenza la fa il “service”

PCM UNA SCELTA DA NON SOTTOVALUTARE

N O V I TÀ

S U

C O M E

M I G L I O R A R E

alle pagg. 16­17

L’EDITORIALE

Innovazione e cambiamento di GIOVANNA ROSADA

gni campo dell’architettura e dell’ingegneria nel senso più ampio del termine ha fatto progressi, ha modificato modalità, metodologie, tecnologie, mezzi e strumenti, fatto ricerche e scoperte. Le idee sono progredite, sono mutate, si sono evolute; si sono adeguate alla società o hanno modificato modi e stili di vita. Nessuno si è mai posto il problema se fosse giusto o sbagliato; la cultura del “fare” ha privilegiato la sperimentazione e ha insegnato che dagli errori si può imparare, crescere, progredire e migliorare. Non è mai stato chiesto ai professionisti se fossero d’accordo con un “SI” o con un “NO”. È stato dato semplicemente per scontato che il cambiamento fosse insito nella natura dell’uomo e nel nostro caso dei professionisti, nella loro ricerca di miglioramento e progresso per il bene comune. Ci sono stati “si” e “no” dettati da successi e insuccessi; il buon senso e la competenza hanno sempre fatto da guida nelle scelte e quindi nell’evolversi delle professioni. Per la politica evidentemente è diverso; ma ciò dimostra solo uno scollamento fra i problemi pratici della quotidianità dell’individuo e l’incapacità della politica ad adeguarsi. Il buon senso non fa da guida; un referendum che fa contento/scontento la metà dei cittadini resta un problema non risolto. Il cambiamento è necessario e la civiltà parla da sola a tal proposito; ma il cambiamento dovrebbe godere della fiducia e della certezza di tutti i cittadini quando si parla di politica. Se tutti quanti noi quando attraversiamo un ponte o saliamo sulla cima di un grattacielo diamo per scontato di poterci fidare di chi ha pensato il progetto, forse non vuol dire che i professionisti potrebbero insegnare e dire il loro pensiero con più forza alla politica?

DIGITAL MARKETING N. 12 - Dicembre 2016

Dal 1952 periodico di informazione per ingegneri e architetti

La crisi ancora “morde”, il contesto politico barcolla, alta l’attenzione sul governo degli ingegneri

di MATTEO PALO

R

iorganizzazione delle divisioni operative del Cni. E, in prospettiva, due sfide: quella dei servizi per gli iscritti e delle strutture territoriali. Armando Zambrano, presidente uscente del Consiglio nazionale degli ingegneri, si prepara a governare la categoria per altri cinque anni: dal 2016 guiderà gli ingegneri fino al 2021, quando completerà i suoi dieci anni di mandato. In attesa che arrivi l’ufficialità del ministero della Giustizia e che i consiglieri designati indichino lui come nuovo presidente, è già possibile fare il punto sulle prime mosse del nuovo Governo del Cni. “Siamo desiderosi di partire, visto che dai territori è arrivata un’indicazione così forte per la continuità del Consiglio nazionale uscente”, è stata una delle prime dichiarazioni fatte da Zambrano.

In USA volano le infrastrutture

TAX& LEGAL Partite IVA dal prossimo anno la contabilità diventa un lavoro a tempo pieno e i costi salgono a pag. 15

Nr.01 – VENERDì 13 GENNAIO 2017

Raddoppiati i programmi per le opere pubbliche, un trilione Lj r-]ĸƐ di dollari per infrastrutture e stimolo ai consumi. Gli effetti in Europa e le opportunità per le imprese italiane. La Cop22 di Marrakech e le politiche Usa sulle emissioni. alle pagg. 6-7

segue a pag. 2

GOVERNO IN CRISI

I pareri degli Ordini dopo l’esito del referendum del 4 dicembre

CASSA DEPOSITI E PRESTITI

Abbiamo sentito alcuni Ordini per commentare un ipotetico scenario all'indomani delle dimissioni di Renzi. Nelle parole dei Presidenti inter­ pellati è fortissima la preoccupazione sull’ennesima battuta d’arresto di un Paese in affanno. Stabilità e certezza sono oggi più lontane per lo meno dal punto di vista temporale. Come sottolinea Varese “Ora gli ac­ cordi tra CNI e Governo che fine faranno?” / alle pagg. 18­19

a pag. 7

Lj r-]ĸƐƓ

LA TRIVELLA

Professionisti al passo coi tempi... Per redarre un progetto il supporto informatico è dato per scontato che i professionisti lo abbiano, lo usino e lo utilizzino. Per depositare un progetto in Comune è scontato che tutto il supporto elettronico diventi carta, che la firma digitale non sia prevista, e che sia scontato fare una coda di ore per farsi mettere un timbro di carta per documentare la consegna.

SPECIALE MILLEPROROGHE

INTERVISTA ALL’ARCH. DE LUCCHI

“Il museo del futuro è il mondo intero”

Eucentre per ricostruire la sicurezza Tutti

ROBOTICA

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Al centro della fabbrica intelligente

50 anni di torni

Oggi si parla molto di Industria 4.0 applicata alla produzione. Ma occorre ricordare che l’efficienza del flusso produttivo passa attraverso l’ottimizzazione della movimentazione dei materiali all'interno delle aziende.

Fondata da Paolo Giana nel 1966, Torgim compie il prestigioso traguardo dei 50 anni di attività. Il comune di Magnago vide un grande sviluppo economico e industriale già a partire dalla seconda metà del 1800. Con il passare dei decenni il territorio s’è via via arricchito di aziende manifatturiere che hanno rappresentato delle vere eccellenze in molti settori industriali. [pag. 11]

[pag. 10]

– Anno 72 - n. 9

www.ammonitore.com

Novembre/Dicembre 2016

CORSI

Italia scossa di Fabio Chiavieri

Via libera alla finanza innovativa, quali risposte alla stretta del credito?

LA CHIAVE DI LETTURA DEL NUOVO MERCATO PER INSTALLATORI E MANUTENTORI

Macerie ovunque, interi paesi rasi al suolo, gente disperata, sguardi persi. No, non è lo scenario di guerra che ci arriva da qualche zona remota del mondo, a cui siamo tristemente abituati. È la forza devastante del terremoto che ha colpito, e continua a farlo, il nostro Centro Italia. Una faglia che si è estesa per cinquanta chilometri, una ferita su quelle terre che non si potrà più rimarginare. L’Italia è scossa, fisicamente e mentalmente; schiaffeggiata dalla mano della natura che a volte sa essere molto dura nella sua inarrestabile forza. Eppure il nostro paese risulta essere nelle prime posizioni per quanto riguarda l’utilizzo di tecnologie antisismiche nelle nuove costruzioni. Cosa succede allora? Alessandro Martelli, Presidente del Glis (Isolamento sismico e altre strategie di progettazione antisismica), ha dichiarato che “Oltre il 70% dell’edificato italiano attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo”. Il problema pertanto è la sicurezza delle costruzioni più datate, e di un immenso patrimonio storico e culturale famoso in tutto il mondo, fatto di chiese, monumenti, palazzi storici, emblema di un passato grandioso che ha visto protagonisti i più grandi artisti e ingegneri di tutti i tempi. Il tema della sicurezza degli ambienti in cui viviamo e lavoriamo, più volte trattato dal nostro giornale e a cui le nostre imprese pongono molta attenzione, ritorna così alla ribalta in un frangente – purtroppo non l’unico negli ultimi anni - tanto eclatante quanto drammatico. Dalle pagine de L’Ammonitore abbiamo rivolto molti inviti al settore manifatturiero italiano a investire in tecnologie produttive innovative per continuare a essere competitivo, e questa volta ci sentiamo di invitare tutti a investire sulla propria sicurezza, lo Stato a salvaguardare la vita dei cittadini intervenendo significativamente sulle strutture pubbliche e sul nostro prezioso patrimonio artistico, perché il futuro non si prevede, men che meno un terremoto, ma si prepara.

i rinvii

FINANZIAMENTI PMI

TAVOLA ROTONDA

[pag. 14]

MATERIE PRIME

Il cliente prima di tutto

In occasione di BIMU 2016, i vertici DMG MORI hanno dato vita a un interessante dibattito con la stampa tecnica specializzata, evidenziando le strategie in atto per [pag. 8] rafforzare la posizione del Gruppo nel mondo e sul territorio italiano. MISURA

Un ponte tra passato e futuro

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Trasformare l’esperienza di oltre 40 anni di attività in una nuova piattaforma in grado di coniugare soluzioni avanzate con le esigenze e professionalità di oggi. Questo è lo sforzo che sta compiendo Hexagon Manufacturing Intelligence, emerso anche durante il forum di fine settembre dedicato all’automazione e alle tecno[pag. 4] logia multisensore.

M-Steel qualità da oltre 40 anni

Ovako, fornitore finlandese di acciai, ripropone sul mercato la qualità M-Steel. Grazie ad un incremento nella lavorabilità M-Steel si caratterizza per affidabilità, coerenza e prevedibilità nelle lavorazioni, riducendo i così costi di pro[pag. 12] duzione.

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40 anni di storia e successi nella robotica industriale

Il 2016 è un anno molto importante per Tiesse Robot. L’azienda festeggia infatti i 40 anni di attività: una storia lunga di successi nazionali e internazionali per le applicazioni della robotica in [pag. 6] ambito industriale.

L’anello che mancava: l’utensile connesso al sistema produttivo

L’utensile “intelligente” è il naturale completamento del complesso sistema produttivo che si basa sulla raccolta e l’analisi dei dati provenienti da macchine e strumenti di misura in costante dialogo tra loro. In altre parole un nuovo passo avanti verso la creazione della fabbrica completamente automatica. [pag. 7]

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Rettificatrici Ghiringhelli: 95 anni sull’onda dei mercati

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EVENTI PERSONALIZZATI A Pavia il Centro Europeo di Ricerca e Formazione in Ingegneria Sismica

a pag. 9

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bimestrale

CLASSIFICHE 2015

Poste italiane Target Magazine GIPA/LO/CONV/003/2013 - Omologazione n. DCOCI0168

Conto Termico e TEE. A che punto siamo?

FILTRAZIONE E QUALITÀ DELL’ARIA SOTTORAFFREDDAMENTO ADIABATICO PER LA FRIGOCONSERVAZIONE ALIMENTARE

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Poste italiane Target Magazine LO/CONV/020/2010 - Omologazione n. DCOCI0168

Organo Ufficiale AiCARR

TAVOLA ROTONDA

N. 78 I Anno XIV I MARZO/APRILE 2019 I Bimestrale

#265

ANNO 8 - FEBBRAIO 2017

Panoramica di inizio anno

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NOVEMBRE/DICEMBRE 2016

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È vietata qualsiasi utilizzazione, totale o parziale, dei contenuti ivi inclusa la riproduzione, rielaborazione, diffusione o distribuzione dei contenuti stessi mediante qualunque piattaforma tecnologica, supporto o rete telematica, senza previa autorizzazione

Magazine di informazione tecnica e di marketing per il posatore, l’impresa e lo studIo di progettazione

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DAL 1952 IL PERIODICO D’INFORMAZIONE PER INGEGNERI E ARCHITETTI NEWSLETTER – L’AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE VIA MAIL

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STORIA DELL’INGEGNERIA

IL FUTURO CHE VERRÀ, LA RIVOLUZIONE SILENZIOSA DEL 5G

NASCITA E DECLINO DELLA SCUOLA ITALIANA DI INGEGNERIA

Come cambierà Internet in termini di potenzialità e velocità. All’Istituto Superiore “Algeri Marino” di Casoli, un seminario per fare il punto

Energia Fonti rinnovabili nel nostro Paese

INFORMAZIONE TECNICO SCIENTIFICA PER LE PMI

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Anno 28 • N° 2 • Marzo/Aprile 2019

Le sperimentazioni strutturali del XX secolo: le originali strutture “italian Style” a cavallo tra la ricostruzione del Paese e il miracolo economico

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A colloquio con Giovanni Patronelli

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DIGITAL MARKETING La sicurezza nelle forniture di calcestruzzo

Il Decreto Sblocca Cantieri è Legge, ma il giudizio dei professionisti non è certamente entusiastico

di Gianni Massa 20 luglio 1969. Sono trascorsi cinquant’anni dal giorno in cui Neil Armstrong aprì il portellone dell’Apollo 11 e scese i gradini della scaletta più famosa della storia. Quel viaggio è rimasto impresso nella memoria insieme alle altre missioni Apollo, i lanci dei satelliti russi Sputnik, il cane-astronauta Laika e la Guerra Fredda. Erano gli anni della sfida alla conquista dello spazio tra Stati Uniti e Unione Sovietica. Gli anni degli ideali, della comunità, dell’uguaglianza. Della speranza per una società più giusta. Gli anni delle utopie. Erano anche anni di ricerca e di grandi sfide. Il 12 aprile 1961, Jurij Gagarin fu il primo uomo a volare in orbita. Ventitré giorni dopo, l’astronauta Alan Shepard affrontò un volo suborbitale; e ancora, il 20 maggio John Kennedy annunciò al congresso di voler portare l’uomo sulla luna con il programma Apollo “non perché è facile, ma perché è difficile”. Nel 1968, precisamente la notte della Vigilia di Natale, William Anders, uno dei membri della missione Apollo 8, scatta, forse inconsapevolmente, una semplice fotografia passata alla storia con il nome di “Earthrise”, l’Alba della Terra. Il nostro pianeta, visto dall’oblò dell’Apollo 8 in orbita attorno alla luna, è un puntino blu nell’oscurità.

WAGO 221: WIRING R(E)VOLUTION!

Automazione

TERRITORIO

SBLOCCA CANTIERI |

Un intervento poco risolutivo

SASSARI |

Una materia considerata di particolare importanza dai professionisti tecnici italiani. Non a caso, i rappresentanti della Rete Professioni Tecniche hanno partecipato attivamente all’intero processo di interlocuzione istituzionale.

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INTESA | PER I CITTADINI DI DOMANI

INDAGINE | CENTRO STUDI CNI

Lo Sblocca Cantieri rilancerà le infrastrutture?

Le risposte degli ingegneri alle domande del Centro Studi CNI, tra la richiesta di una semplificazione delle regole e le preoccupazioni per evitare distorsioni della concorrenza

La cultura della sicurezza inizia dalle scuole Firmato l’accordo di tre anni tra MIUR, CNI e Protezione Civile: un percorso didattico per un PAG. 5 ambiente più sicuro

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PROGETTAZIONE SOSTENIBILE | CERTIFICAZIONI

Il protocollo ITACA si aggiorna

Ora Prassi di Riferimento UNI, il protocollo include anche l’edilizia non residenziale. Intervista a Giuseppe Rizzuto, Direttore Generale ITACA

Lavoro di squadra e grande passione

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Ancora nel 2019, sono tanti gli edifici pubblici e privati non adeguati a persone con disabilità motoria, ma soprattutto visiva, spesso dimenticata dai progettisti

Il futuro della mobilità di Roma: con il termine previsto per il 2021, il punto sui lavori della Linea C definita come la più grande infrastruttura di trasporto pubblico driverless

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SPECIALE PREFABBRICAZIONE

SISTEMI PREFABBRICATI PER LA RISTRUTTURAZIONE DI UN BLOCCO OPERATORIO DURANTE LA PANDEMIA In considerazione del fatto che questo ospedale è dedicato alle donne e ai bambini, il focus principale nella fase di design del blocco operatorio è stato proprio l’umanizzazione degli ambienti, pur mantenendone la loro funzionalità. A questo scopo, il team tecnico di SHD Italia e del suo partner emiratino hanno supportato il cliente finale proponendo delle soluzioni gradevoli dal punto di vista psicoemotivo per i fruitori, con l’obiettivo di migliorare le condizioni di pazienti e personale. Si ritiene, infatti, che le caratteristiche degli spazi possano portare benefici psicologici sia sui pazienti quanto sul personale, anche in termini di miglioramento delle performance, e in generale si riflettono sull’efficacia e qualità della cura. Le diverse proposte presentate al cliente sono state accolte con entusiasmo ed è stato deciso di utilizzare colori vivaci in alcune sale e rilassanti in altre, sempre affiancate alle serigrafie su vetro. Nello specifico è stato scelto di accostare ai pannelli bianchi in acciaio inox verniciato, dei pannelli fucsia che richiamassero il colore dei fenicotteri, dei pannelli blu che riprendessero i fondali marini e dei pannelli verde acqua in abbinamento al colore del mare delle spiagge caraibiche. Un altro aspetto cruciale è che si è trattato di un progetto di ristrutturazione di sale operatorie esistenti. L’installazione è stata quindi suddivisa in due fasi: la prima svolta dal team di tecnici specializzati di SHD Italia affiancati da tecnici locali in cui è stata completata solo una sala, lasciando le altre tre in funzione; la seconda sulle restanti sale. La pandemia non ha permesso al team di SHD Italia di essere presente in cantiere durante la seconda fase, prevista durante la primavera del 2021, ma grazie alla continua collaborazione a distanza con i tecnici locali, l’installazione è avvenuta con successo. Il risultato è sicuramente un progetto d’impatto, che si differenzia dalle abituali sale operatorie e che rispecchia l’eccezionalità di questa innovativa struttura di Sharjah, con un tocco █ Due delle quattro sale operatorie, realizzate con il sistema prefabbricato Lindo® di SHD Italia (foto SHD Italia) di Made in Italy. SHD Italia è un’azienda presente nel mercato ospedaliero da oltre trent’anni, in particolare nell’ambito dei sistemi modulari prefabbricati utilizzati in aree a contaminazione batterica controllata quali sale operatorie, terapie intensive e centrali di sterilizzazione. In pieno periodo di pandemia, come tutte le aziende del medesimo settore, SHD Italia non si è fermata e ha continuato a supportare i propri clienti e partner oltre ad acquisirne di nuovi, sia in Italia che all’estero. In particolare, con quelli storici, ha consolidato il rapporto e la collaborazione reciproca anche senza la possibilità di viaggiare e incontrarsi. È il caso del progetto realizzato negli Emirati Arabi Uniti e conclusosi ad agosto 2021, presso Al Qassimi Women’s & Children’s Hospital. Si tratta di una struttura situata nell’Emirato di Sharjah, che è stata certificata dall’ONU e dall’UNICEF come “Baby-Friendly hospital” grazie agli eccezionali servizi offerti. La mission dell’ospedale è garantire alle donne e ai bambini le migliori cure, in particolare ai neonati durante i loro primi giorni di vita, incoraggiando inoltre l’allattamento e le vaccinazioni con programmi di formazione per le neomamme. SHD Italia è stata coinvolta dal proprio partner locale per il progetto del nuovo blocco operatorio composto da: quattro sale operatorie, realizzate con il sistema prefabbricato Lindo® e l’applicazione di un mix di pannelli di finitura in acciaio inox verniciato e vetro serigrafato su alcune pareti, con l’installazione del sistema di integrazione Lindo® Vision in ogni sala. Sono state inoltre fornite sedici porte ospedaliere scorrevoli e battenti e tre lavabi chirurgici per completare l’area chirurgica.

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SPECIALE PREFABBRICAZIONE

SOLUZIONI COSTRUTTIVE PER L’EDILIZIA SANITARIA StercheleGroup è un’azienda che opera da 60 anni nel settore della prefabbricazione, specializzata nella progettazione e produzione di sistemi costruttivi strutturali antisismici e di cellule bagno prefabbricate per l’industrializzazione dei cantieri, con particolare riguardo alla logistica, alla sicurezza e alla qualità. L’azienda da molti anni ha messo a punto una verticalizzazione della propria tecnologia per l’edilizia sanitaria, che presenta forti specificità, applicandola con successo a decine di realizzazioni tra ospedali, case di cura e residenze assistite in Italia e in Europa. Il focus dell’azienda si basa sulla fruibilità e funzionalità delle proprie proposte da parte degli operatori sanitari ma anche da parte di chi deve stendere contratti e capitolati, e di chi deve manutenere l’opera realizzata. La soluzione costruttiva viene customizzata secondo le specifiche esigenze architettoniche, funzionali e tecniche del progetto ed è strutturalmente resistente come una realizzazione in opera in cemento armato tradizionale, ma garantendo maggiore velocità di montaggio, maggior precisione e minori ingombri dimensionali. Il montaggio della struttura infatti avviene a secco, in autoportanza completa, mentre il modesto getto di completamento in calcestruzzo la rende equiresistente ad una struttura realizzata in opera; inoltre, le cellule bagno vengono consegnate e installate durante il montaggio degli impalcati ottimizzando in tal modo le tempistiche e facilitando le successive lavorazioni. Queste caratteristiche, oltre a velocizzare le operazioni in cantiere, ne migliorano la logistica riducendo i rischi connessi, inclusi quelli ambientali, garantendo la resistenza al fuoco nativa e, non meno importante, tempi e costi certi. Tecnicamente, il sistema costruttivo, prodotto off-site, è costituito da travi tralicciate, pilastri prefabbricati multipiano in calcestruzzo a nodo umido strutturale, solai alveolari, setti prefabbricati. Completano il sistema eventuali pannelli di tamponamento per le facciate, adattabili a qualsiasi esigenza architettonica, e rampe scala prefabbricate. L’abbinamento delle strutture con le cellule bagno prefabbricate incrementa l’ottimizzazione del cantiere, garantendo alti standard di sostenibilità e sicurezza, riducendo gli scarti di materiale, la manodopera in loco e abbattendo notevolmente i tempi di realizzazione. Le cellule, sviluppate in collaborazione con i professionisti coinvolti nella progettazione, vengono prodotte ed allestite secondo i requisiti specifici dei vari reparti ospedalieri, garantendo alti standard di qualità, omogeneità e manutenibilità propri della prefabbricazione. Le cellule vengono quindi consegnate in cantiere, contestualmente all’avanzare della struttura, già complete di impianto idraulico ed elettrico, sanitari, rubinetterie, finiture, arredi e punti luce, pronte per essere posizionate nella loro ubicazione finale ed allacciate agli impianti centrali dell’edificio.

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█ Interno cellula bagno - Ospedale Limmattal - Zurigo

█ RSA Camponogara – Sistema strutturale prefabbricato e cellule bagno I sistema costruttivo è costituito da travi tralicciate, pilastri prefabbricati multipiano in calcestruzzo a nodo umido strutturale, solai alveolari, setti prefabbricati.

Nel caso del Nuovo Ospedale Galeazzi di Milano, le 360 cellule fornite da StercheleGroup sono state consegnate parallelamente all’avanzare della struttura ed installate in modo rapido e sicuro. Le cellule sono state portate ai piani mediante piattaforme di carico installate in facciata, e poi “rullate” all’interno con transpallet fino alla loro collocazione finale, dove sono state poi allacciate agli impianti centrali tramite le apposite predisposizioni. Per ottimizzare la stesura e la gestione economica degli appalti, StercheleGroup propone anche, opzionalmente, una formula di fornitura “chiavi in mano” di strutture e cellule bagno, ponendosi quale unico interlocutore tecnico e commerciale per tutte le fasi di lavoro intermedie comprese tra le fondazioni e le sovrastrutture previste a capitolato.


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NORMATIVA COMMENTATA

di Antonella Crugliano, Sara Capizzi, Arianna Laurenti Ufficio Legale e Appalti Dipartimento Tecnico Patrimoniale AUSL di Bologna

Appalti, sentenze e aggiornamenti normativi CONTRATTI DI APPALTI PUBBLICI NOVITÀ NORMATIVE PRINCIPI E MASSIME GIURISPRUDENZIALI CONSORZIO STABILE E CONSORZIO ORDINARIO- DIFFERENZE

DIRITTO DI ACCESSO DIFENSIVO E SEGRETO TECNICO COMMERCIALE

Consiglio di Stato, Adunanza Plenaria 18/03/2021 n.5 Il Consorzio ordinario, pur essendo un autonomo centro di rapporti giuridici, non comporta l’assorbimento delle aziende consorziate in un organismo unitario, né esercita autonomamente e direttamente attività imprenditoriale, ma si limita a disciplinare e coordinare le azioni degli imprenditori riuniti. Ai fini della disciplina in materia di contratti pubblici, il consorzio ordinario è considerato un soggetto con identità plurisoggettiva che opera in qualità di mandatario delle imprese della compagine. Esso prende necessariamente parte alla gara per tutte le consorziate e si qualifica attraverso di esse, in quanto le stesse, nell’ipotesi di aggiudicazione, eseguiranno il servizio, rimanendo esclusa la possibilità di partecipare solo per conto di alcune associate. I consorzi stabili invece danno vita ad una stabile struttura di impresa collettiva, la quale, oltre a presentare una proprio soggettività giuridica con autonomia anche patrimoniale, rimane distinta e autonoma rispetto alle aziende dei singoli imprenditori ed è strutturale, quale azienda consortile, per eseguire, anche in proprio, le prestazioni affidate a mezzo del contratto. Sulla base di questa impostazione, la Corte di Giustizia UE (23/12/2009 C-376/08) ammette la contemporanea partecipazione alla medesima gara del consorzio stabile e della consorziata ove quest’ultima non sia stata designata per l’esecuzione del contratto e non abbia concordato la presentazione dell’offerta. Solo le consorziate designate per l’esecuzione dei lavori partecipano alla gara assumendo una responsabilità in solido con il consorzio stabile nei confronti della stazione appaltante. La consorziata di un consorzio stabile non designata ai fini dell’esecuzione dei lavori è equiparabile all’impresa ausiliaria nell’avvalimento, per cui la perdita da parte della stessa del requisito impone alla stazione appaltante di ordinarne la sostituzione.

Tar Lazio Roma 22/07/2021 n.8858 I segreti tecnici commerciali sono disciplinati in fonti di rango primario quali l’art.53 del D.Lgs.n.50/2016; il diritto di accesso difensivo invece trova riconoscimento nell’art.24 della Costituzione; quest’ultimo vanta pertanto una tutela costituzionalmente rafforzata. Infatti, l’anzidetto art. 53 prevede il divieto di divulgare informazioni che siano coperte da segreti tecnici o commerciali ove ci sia comprovata e motivata dichiarazione del concorrente, ma al contempo ne consente l’accesso ove la richiesta sia motivata da esigenze di difesa giudiziale. Per quanto riguarda i segreti tecnici e commerciali, risulta necessario non solo motivare, ma anche comprovare la sussistenza degli stessi tali da paralizzare la richiesta di accesso. La qualifica di segreto tecnico o commerciale deve essere riservata a elaborazioni o studi ulteriori, di carattere specialistico in grado di differenziare il valore del servizio offerto ove i concorrenti non ne vengano a conoscenza. Per le esigenze difensive, l’Amministrazione non è tenuta a svolgere ex ante una valutazione sulla decisività del documento nell’eventuale giudizio, a meno che non sia evidente l’assoluta mancanza di collegamento tra il documento e le citate esigenze difensive.

AFFIDAMENTO DIRETTO Tar Campania Salerno sez. II 13/12/2021 n.2725 Quando l’affidamento diretto viene preceduto dall’acquisizione di più offerte non si tratta di procedura negoziata, ma di affidamento diretto comparativo. La disciplina transitoria introdotta nel contesto della legislazione emergenziale anti Sars-Covid 2 dall’art.1, L.n.120/2020 (rif. art.36, co.2, lett. a) consente, fino al 30.6.2023 (per effetto della ulterio-

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NORMATIVA COMMENTATA

re modifica apportata con l’art.51 della L.n.108/2021), per servizi e forniture fino alla soglia di euro 139.000,00 di procedere tramite affidamento diretto, senza dunque rituale procedimento di gara (e dunque anche senza fare ricorso alla procedura negoziata, che è pur sempre un procedimento di selezione tramite gara), e senza l’onere della previa consultazione di più operatori economici. Ora, nel caso in cui l’entità dell’appalto consenta alla stazione appaltante di procedere tramite affidamento diretto puro, ossia senza acquisizione di più offerte, è innegabile che la stazione appaltante, esercitando il potere insindacabile di dare corso ad una procedura di scelta in grado di garantire maggiormente il principio di economicità, possa optare per un affidamento diretto comparativo, non essendo precluso alla stessa il potere di procedere, sotto soglia, con il ricorso a procedure comparative, né tanto meno alle procedure ordinarie (come confermato dall’art.36, co.9 D.Lgs.n.50/2016, tuttora vigente e applicabile). Mediante tale modus operandi, la stazione appaltante fa precedere l’aggiudicazione (e la conseguente stipula del contratto) dall’acquisizione di più preventivi/offerte, senza che ne consegua l’attivazione di un procedimento di gara (v., in tal senso, Consiglio di Stato, 23.4.2021, n.3287). Da ciò discende la profonda differenza rispetto alla procedura negoziata con obbligo di inviti (ossia quando non ricorrono le condizioni di unicità del fornitore) ex art.63 del Codice, la quale costituisce, secondo quanto si ricava dal disposto di cui all’art.63, co.6 D.Lgs.n.50/2016, un meccanismo selettivo ad evidenza pubblica, assimilabile alle procedure ordinarie, quanto meno a partire dalla fase successiva all’individuazione dei competitors, ossia, in definitiva, in relazione al procedimento di valutazione delle offerte e di selezione del contraente. In altri termini, mentre la procedura negoziata rappresenta, a tutti gli effetti, un procedimento selettivo tramite gara (salvo che nei casi in cui sussistano le condizioni per derogarvi, v. ad es., art.63, co.2, lett. b) del Codice), con tutto ciò che ne consegue in termini di struttura del meccanismo selettivo, nell’affidamento diretto la scelta è operata “direttamente” (a monte) dalla stazione appaltante, sia pure nel rispetto dei criteri, quali-quantitativi, di selezione degli operatori economici, previsti dalla legge (rif. art.36, co.2, lett. a) post novella). Nell’affidamento diretto puro, ossia senza consultazione di più operatori economici, la stazione appaltante contratta con l’unico operatore interpellato; nell’affidamento diretto comparativo la scelta consegue all’interpello di più operatori. L’affidamento diretto (anche se comparativo) non attiva, dunque, un meccanismo di gara, né allo stesso possono essere automaticamente estese le disposizioni sulla procedura negoziata recate dall’art.63 D.Lgs.n.50/2016 o dall’art.36, laddove tale norma rinvia, non a caso, all’art.63 (v., in tal senso, art.36, co.2, lett. b) versione post novella del 2020).

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PRINCIPIO DI ROTAZIONE Consiglio di Stato, 24/05/2021 n.3999 Il principio di rotazione degli inviti e affidamenti ha la finalità di evitare il consolidamento di rendite di posizione in capo al gestore uscente, la cui posizione di vantaggio nello svolgimento della procedura deriva soprattutto dalle informazioni acquisite durante il pregresso affidamento che potrebbe consentirgli di formulare una migliore offerta rispetto ai concorrenti soprattutto nei mercali in cui il numero degli operatori economici non è elevato. Pertanto quando l’Amministrazione procede interpellando la piattaforma telematica e invitando tutti gli operatori in esso iscritti, si delinea una meccanismo di apertura alla partecipazione che esclude qualsiasi intervento della stessa nella fase di selezione o individuazione degli operatori economici da invitare alla procedura.

OFFERTA ECONOMICA - ERRORE DI FORMULAZIONE Tar Lazio Roma 22/06/2021 n.7416 L’errore in cui sia incorso un concorrente nella formulazione dell’offerta può essere rettificato ex officio dall’Amministrazione e per essa dalla commissione solo ove sia ictu oculi riconoscibile in base ad un semplice calcolo aritmetico e non necessiti di approfondimenti o di attività di interpretazione e ricostruzione della volontà dell’offerente. Non configura un errore riconoscibile e pertanto emandabile in base ad una semplice operazione aritmetica correttiva la presentazione di due difformi dichiarazioni di componenti fondamentali dell’offerta economica, né può essere fondatamente invocato il soccorso istruttorio di cui all’art.83 comma 6 del D.Lgs.n.50/2016, non trattandosi di colmare carenze formali della domanda o lacune documentali di comprova dei requisiti, ma di sopperire ad un errore nella formulazione dell’offerta non immediatamente percepibile, richiedente un’attività interpretativa.


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NEWS

CON JRP HEALTHCARE INFRASTRUCTURES NASCE L’OSPEDALE 4.0

Joint Research Platform Healthcare Infrastructures,transizione della sanità una rete territoriale fisica e digitaleCome sarà l’ospedale del futuro? Una risposta arriva dalla sinergia tra università e imprese per sviluppare e sperimentare progetti innovativi sul piano della ricerca e delle infrastrutture, che possano rispondere in modo adeguato al settore Healthcare e alle nuove esigenze che si sono venute a creare con l’attuale situazione sanitaria mondiale. Nasce il Joint Research Platform Healthcare Infrastructures guidato dal Politecnico di Milano – Dipartimento ABC Design & Health Lab e dalla Fondazione Politecnico di Milano. Una piattaforma di eccellenza per l’innovazione tecnologica rivolta alle imprese e alle istituzioni nel campo della sanità. La Joint Research Platform Healthcare Infrastructures vuole agevolare il confronto sulla costruzione di scenari inerenti all’evoluzione tecnologica condivisi tra il Politecnico di Milano e le imprese della filiera, dialogando con tutti gli attori e le istituzioni di rilievo del settore. Mario Cucinella Architects, Philips, Politecnica Ingegneria e Architettura, Eredi Rossini Domenico, Siemens SpA e Tecnicaer Engineering sono le aziende che hanno aderito alla piattaforma come soci platinum e che contribuiranno, insieme all’ateneo, a realizzare progetti multidisciplinari altamente sfidanti, favorendo la collaborazione tra università, imprese e pubbliche amministrazioni. Il Covid-19 ha messo in luce forti criticità degli ospedali italiani in termini di obsolescenza delle infrastrutture. Servono strutture più efficienti e più focalizzate sugli utenti finali. È dimostrato infatti che ospedali user centered migliorano la soddisfazione dei pazienti

e degli operatori sanitari, incrementano la produttività, abbattono i costi di gestione, contribuiscono a ridurre i rischi di cadute del 30%, le infezioni correlate all’assistenza del 35%, il turnover dello staff a causa di burnout del 30%, gli eventi avversi del 15% e la durata di degenza media del 10%. Servono visione e modernità. Tra gli obiettivi del JRP Healthcare vi è la transizione della sanità da un modello esclusivamente ospedale centrico a un modello user-center sostenibile, inserito in una rete territoriale fisica e digitale. Saranno lo sviluppo, la validazione e la sperimentazione di modelli progettuali per le diverse aree funzionali dell’ospedale (Area Operatoria e del Paziente Critico, Area Diagnostica, Area Emergenza, Area Outpatients, Area Inpatients, Area Servizi Generali, Logistici e Tecnici) o le caratteristiche strategiche (flessibilità, resilienza alle maxi emergenze, sostenibilità) a disegnare il nuovo Ospedale 4.0. Una risposta positiva arriva, inoltre, dal PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del governo italiano, che prevede uno stanziamento di 15 miliardi all’interno della Missione 6, Salute, per rafforzare le prestazioni erogate sul territorio grazie al rafforzamento dell’assistenza domiciliare, lo sviluppo della telemedicina nonché l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.

COMPONENTI DELL’ADVISORY BOARD DEL JRP HEALTHCARE █ █ █ █ █ █

UNI Ente Italiano di Normazione: Ruggero Lensi (in fase di conferma) AGENAS Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali: Domenico Mantoan ISS Istituto Superiore di Sanità: Silvio Brusaferro (in fase di conferma) Fondazione CERBA: Maurizio Mauri WHO World Health Organization: Natasha Azzoppardi Muscat Fondazione Policlinico IRCCS Ca Granda: Laura Chiappa

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51 APPROFONDIMENTO

Le schede di architettura

Uno strumento di consultazione pensato per progettisti e health planner: la pubblicazione dei disegni di progetto in grande formato assicura la completa leggibilità e comprensione degli schemi grafici a corredo delle realizzazioni presentate nella rivista UC San Diego Health Jacobs Medical

pag. 6

Ospedale parametrico di Manta pag. 16 Ospedale parametrico di Puyo pag. 16

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52 APPROFONDIMENTO

UC San Diego Health Jacobs Medical Center

Credit Yazdani Studio di CannonDesign Pianta piano terra

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53 APPROFONDIMENTO

UC San Diego Health Jacobs Medical Center

Piano degenza post parto del Rady Pavilion for Women and Infants

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54 APPROFONDIMENTO

Ospedale parametrico di Manta 01. Panel sándwich grecado. 02. Placa de policarbonato. 03. Placa de fibrocemento. 06. Lámina impermeable de epdm, e= 1,2 mm. 07. Tablero hidrófugo tipo osb. 09. Subestructura de tubo de acero galvanizado. 10. Junta autoexpandible. 12. Anclaje con regulación 3d de acero galvanizado. 13. Lana de roca. 15. Perfil de aluminio extruido lacado, e= 2 mm. 19. Vigueta metálica hi14. 20. Perfil en c de acero galvanizado. 21. Varilla de suspensión del falso techo. 22. Pavimento interior. 23. Elemento estructural de hormigón armado. 26. Vidrio 3+3 10/5 mm. 28. Carpintería de aluminio lacado. 30. Ventana de aluminio lacado. 31. Perfil de acero galvanizado para formación de correas de soporte de la cubierta. 32. Lamas horizontales de aluminio lacado. 33. Perfil l 150 de acero galvanizado. 34. Pavimento exterior. 35. Terreno natural. 36. Vidrio 3+3 10/5 mm, con butiral incoloro.

Dettaglio della facciata

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55 APPROFONDIMENTO

Ospedale parametrico di Manta 01. Panel sándwich grecado. 02. Placa de policarbonato. 03. Placa de fibrocemento. 04. Moldura de chapa plegada de aluminio lacado, e= 2mm. 05. Junta de polietileno 06. Lámina impermeable de epdm, e= 1,2 mm. 07. Tablero hidrófugo tipo osb. 08. Perfil upn 200 de acero galvanizado. 09. Subestructura de tubo de acero galvanizado. 10. Junta autoexpandible. 11. Carpintería de aluminio lacado para panel de policarbonato. 12. Anclaje con regulación 3d de acero galvanizado. 13. Lana de roca. 14. Rastrelado de acero galvanizado. 15. Perfil de aluminio extruido lacado, e= 2 mm. 16. Moldura de chapa plegada de acero galvanizado, e= 3mm 17. Subestructura de perfiles tipo omega de acero galvanizado. 18. Chapa minionda de aluminio lacado, e= 2 mm. 19. Vigueta metálica hi14. 20. Perfil en c de acero galvanizado. 21. Varilla de suspensión del falso techo. 22. Pavimento interior. 23.Elemento estructural de hormigón armado. 24. Aislamiento térmico de poliestireno extruido. 25. Vidrio 4+4 8/5 mm, con butiral mate. 26. Vidrio 3+3 10/5 mm. 27. Placa de yeso laminado. 28. Carpintería de aluminio lacado. 29. Perfil rectangular de aluminio extruido lacado, e= 2 mm. 30. Ventana de aluminio lacado.

Dettaglio della facciata

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56 APPROFONDIMENTO

Ospedale parametrico di Puyo 01. Encepado de pilotes de hormigón armado 02. Muro riostra perimetral de hormigón armado 03. Compactado de gravas previa compactación del terreno al 95% 04. Lámina geotextil filtrante para separar las gravas del terreno 05. Lámina de polietileno adherida a cara inferior de losa y cara exterior del muro riostra 06. Solera de hormigón armado 07. Tubo de drenaje 08. Lámina drenante colocada sobre la impermeabilización del muro existente 09. Pavimento vinílico compacto de 2mm, adherido sobre capa autonivelante de hormigón fluido de 3cm 10. Suplemento de mortero 11. Subestructura tubular de perfil tubular 70.70.5 12. Panel sandwich con acabado exterior en minionda , fijado a subestructura. Proyectado interior de espuma de poliuretano, colocado en horizontal 13. Panel sandwich con acabado exterior en minionda , fijado a subestructura. Proyectado interior de espuma de poliuretano. 14. Trasdosado interior de cartón yeso (70+15), con subestructura interior oculta de perfiles de acero galvanizado. 15. Carpintería de aluminio lacada con vidrio laminar 5+5 con butiral transparente adherido en la cara interior 16. Chapa de remate de aluminio doblada para formación de goterón. 17. Chapa minionda microperforada. 18. Cercha metálica formada por perfiles tubulares 120.120.5 Los elementos horizontales y 140.140.5 Los inclinado. 19. Aislante de placas de poliestireno extruido de 50mm. 20. Perímetro de tablero de dm para pintar, con junta perimetral con paramento vertical interior. 21.Trasdosado horizontal de las cerchas metálicas formado por dos placas de cartón yeso resistente al fuego (15+15), fijado sobre perfiles 27.27.5 Distribuidos cada 600mm. 22. Cubierta de chapa minionda prelacada fijada sobre sandwich. 23. Remate perimetral de perfil en u 120.270.4 24.Taco de madera tratada con autoclave para exteriores. 25. Panel sandwich prefabricado: chapas lisas de acero y núcleo aislante de fibra de vidrio e=50mm 26. Tierra compactada 27. Cerramiento de lama ‘z’ de acero galvanizado forjadas sobre estructura tubular 28. Religa en área de instalaciones de acero galvanizado de agujero 40x40 29. Cerramiento de vidrio en masa extruido tipo ‘u-glass’. Montaje tipo cámara 30. Falso techo registrable suspendido

Dettaglio della facciata

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57 APPROFONDIMENTO

Ospedale parametrico di Puyo 01. Encepado de pilotes de hormigón armado 02. Muro riostra perimetral de hormigón armado 03. Compactado de gravas previa compactación del terreno al 95% 04. Lámina geotextil filtrante para separar las gravas del terreno 05. Lámina de polietileno adherida a cara inferior de losa y cara exterior del muro riostra 06. Solera de hormigón armado 07. Tubo de drenaje 08. Lámina drenante colocada sobre la impermeabilización del muro existente 09. Pavimento vinílico compacto de 2mm, adherido sobre capa autonivelante de hormigón fluido de 3cm 10. Suplemento de mortero 11. Subestructura tubular de perfil tubular 70.70.5 12.Panel sandwich con acabado exterior en minionda , fijado a subestructura. Proyectado interior de espuma de poliuretano, colocado en horizontal 13. Panel sandwich con acabado exterior en minionda , fijado a subestructura. Proyectado interior de espuma de poliuretano. 14. Trasdosado interior de cartón yeso (70+15), con subestructura interior oculta de perfiles de acero galvanizado. 15. Carpintería de aluminio lacada con vidrio laminar 5+5 con butiral transparente adherido en la cara interior 16. Chapa de remate de aluminio doblada para formación de goterón. 17. Chapa minionda microperforada. 18. Cercha metálica formada por perfiles tubulares 120.120.5 Los elementos horizontales y 140.140.5 Los inclinado. 19. Aislante de placas de poliestireno extruido de 50mm. 20. Perímetro de tablero de dm para pintar, con junta perimetral con paramento vertical interior. 21.Trasdosado horizontal de las cerchas metálicas formado por dos placas de cartón yeso resistente al fuego (15+15), fijado sobre perfiles 27.27.5 Distribuidos cada 600mm. 22. Cubierta de chapa minionda prelacada fijada sobre sandwich 23. Remate perimetral de perfil en u 120.270.4 24.Taco de madera tratada con autoclave para exteriores. 25. Panel sandwich prefabricado: chapas lisas de acero y núcleo aislante de fibra de vidrio e=50mm 26. Tierra compactada 27. Cerramiento de lama ‘z’ de acero galvanizado forjadas sobre estructura tubular 28. Religa en área de instalaciones de acero galvanizado de agujero 40x40 29. Cerramiento de vidrio en masa extruido tipo ‘u-glass’. Montaje tipo cámara 30. Falso techo registrable suspendido

Dettaglio della facciata

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Perché associarsi al C.N.E.T.O. Il CNETO è un’associazione culturale che riunisce architetti e ingegneri interessati ai problemi dell’edilizia e della tecnica ospedaliera, tecnici, igienisti, amministratori ed economi di direzioni ospedaliere. Il CNETO ha come obiettivo primario la promozione dell’informazione e della conoscenza nello specifico settore della sanità, settore in continua e rapida evoluzione, che richiede il costante aggiornamento di tutti gli operatori. È proprio con questa finalità che l’Associazione organizza convegni nazionali e internazionali, viaggi di studio presso le strutture all’avanguardia sia italiane che estere, attiva contatti ufficiali con le altre associazioni e le istituzioni più rappresentative, anche straniere. Il CNETO è stato fondato quale Associazione multidisciplinare proprio perché la progettazione ospedaliera e socio-sanitaria esige la sinergia tra le diverse figure professionali coinvolte nella valutazione e risoluzione di tutti gli aspetti che concorrono a definire il progetto. La presenza delle Aziende, in qualità di soci collettivi, permette di stabilire uno stretto legame anche con il mondo della produzione e del mercato, le cui tendenze in atto costituiscono un indispensabile strumento di cultura tecnica.

Per iscriversi e per informazioni

RICHIESTA DI ADESIONE Presa visione dell’articolo 4 dello statuto del CNETO il/la sottoscritto/a Nome e Cognome..............................................................................

C.N.E.T.O.

Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera

chiede di essere iscritto al CNETO in qualità di componente ordinario € 100,00

collettivo € 300,00

sostenitore € 600,00

studente € 50,00

Professione........................................................................................ Attività o carica................................................................................... Comunicazioni sull’attività svolta nel campo-ospedaliero ...........................................................................................................

Versamento con bonifico bancario intestato a CNETO sul C/C Banca Prossima S.P.A., Filiale di Milano IBAN IT51A0335901600100000129131 specificando nella causale: “Quota associativa anno ..., Cognome e Nome (o ragione sociale) associato”.

Residenza e indirizzo: Via................................................................................... N................. Città..................................................................................................... Tel .......................................................................................................

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Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera www.cneto.it | e-mail: info@cneto.it

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NOTIZIE DAL CNETO A conclusione delle votazioni del CNETO per il triennio 2022-2024, sono risultati eletti i seguenti consiglieri: Presidente: Stefano Capolongo Past President: Maurizio Mauri Segretario Generale: Marco Gola Vice Presidenti: Margherita Carabillò e Roberto Righini Direttore Rivista Progettare per la Sanità: Margherita Carabillò Tesoriere: Roberto Righini

• GIUNTA ESECUTIVA Ark.Ing.81 S.r.l. Righini Bragonzi Gilberto Carabillò Margherita Ingaglio Monica Meoli Federica Peretti Gabriella

Pollo Riccardo Ravegnani Morosini Roberto Sibillassociati Sibilla Taddia Andrea Tognolo Chiara Vitali Marco

• CONSIGLIO NAZIONALE In rappresentanza dei Soci ordinari Manara Giuseppe Azzini Susanna Mauri Maurizio Bettamio Valentina Meoli Federica Bragonzi Gilberto Oddi Baglioni Grifone Brambilla Andrea Pedrini Daniela Carabillò Margherita Peretti Gabriella Colombo Luigi Pollo Riccardo Dubini Nicoletta Ravegnani Morosini Roberto Ferrante Tiziana Taddia Andrea Gola Marco Tognolo Chiara Grifa Egisto Torricelli Maria Chiara Ingaglio Monica Vitali Marco Ladini Lino Zingaretti Gabriele In rappresentanza dei Soci collettivi AIRNOVA ARK.ING.81 S.r.l. BININI PARTNERS S.r.l. CAIREPRO - COOPERATIVA ARCHITETTI E INGEGNERI PROGETTAZIONE POLITECNICO DI MILANO - Dipartimento ABC PROGER SpA PROGETTO CMR SAGICOFIM SpA SIBILLASSOCIATI TECNICAER ENGINEERING S.r.l.

febbraio 2022 ottobre 2020

ESTRATTO DALLO STATUTO Art. 1 Denominazione Il “C.N.E.T.O. - Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera” è una Associazione culturale, apartitica e senza scopo di lucro, nata sotto gli auspici dell’ANIAI. L’Associazione è retta dal presente statuto la cui attuazione operativa è demandata, se necessario, ad appositi regolamenti operativi.

Art. 2 Sede La sede legale del C.N.E.T.O. è stabilita in Roma. L’Associazione può aprire sedi operative periferiche.

Art.3 Scopo L’Associazione ha come scopo, a beneficio della collettività: la promozione dello studio dei problemi organizzativi, gestionali e progettuali connessi con l’edilizia socio sanitaria; di stabilire e mantenere contatti in campo nazionale e internazionale fra esperti italiani e stranieri e altre Associazioni che si interessano ai problemi attinenti allo scopo sociale; di porre a disposizione e di favorire la diffusione delle conoscenze e del progresso delle arti dello specifico settore anche attraverso l’uso dei propri mezzi e strutture; la promozione e/o la partecipazione al capitale sociale di società e/o associazioni che abbiano il fine statutario di approfondire, diffondere la cultura tecnico – architettonica, gestionale e organizzativa dell’edilizia socio-sanitaria, anche a scopi didattici ed editoriali. la qualificazione e il riconoscimento delle professionalità, svolgendo un ruolo di formazione e di informazione degli operatori. Per il raggiungimento dello scopo sociale il C.N.E.T.O. indice, promuove e organizza convegni, seminari, giornate di studio, viaggi, visite tecniche, pubblicazioni proprie o di terzi e diffonde la rivista organo ufficiale dell’associazione.

Art.4 – Ammissione e Soci Sono ammessi a far parte del C.N.E.T.O. le persone fisiche e giuridiche che, condividendone gli scopi, ne faranno domanda scritta, o tramite il sito ufficiale, alla Giunta Esecutiva e la cui domanda sarà dalla stessa accettata. I soci C.N.E.T.O. si distinguono in ordinari, studenti, collettivi, sostenitori, onorari. Soci ordinari, le persone fisiche esperte nel campo oggetto dello scopo associativo che ne fanno richiesta e che corrispondono annualmente la quota sociale ordinaria. Soci studenti e neo laureati, gli iscritti a corsi di studio universitari attinenti le materie interessanti lo scopo sociale che ne fanno richiesta e che corrispondono una quota associativa pari al 50% della quota sociale ordinaria. La qualifica di studente decade dopo tre anni dal termine degli studi e comunque entro il 30° anno di età. Soci collettivi, le persone giuridiche, gli Enti pubblici e privati, le Associazioni scientifiche e tecniche che ne fanno richiesta e che operano nel campo oggetto dello scopo associativo e che corrispondono la quota sociale collettiva pari a tre volte l’ordinaria; hanno diritto a tre voti. Soci sostenitori, i soggetti individuati alle lettere precedenti che si impegnano a corrispondere, per almeno cinque anni, una quota sociale annua pari a due volte la quota collettiva; hanno diritto a tre voti. Soci onorari, le personalità che per merito scientifico o professionale o per aver acquisito particolari meriti verso l’associazione vengono nominati tali. La loro nomina è proposta dalla Giunta Esecutiva, approvata dal Consiglio Nazionale e ratificata dall’Assemblea dei soci; i Soci Onorari non pagano la quota associativa e non hanno diritto di voto.

Art. 5 Organi del C.N.E.T.O. Sono: l’Assemblea dei Soci, Il Consiglio Nazionale, Il Presidente, La Giunta esecutiva, Il Collegio dei revisori


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Cen a ilizia per l’Ednica Ospedalier e la Tec

itettura ia, arch cnolog zione, te za iz an Org

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ee Tradizion l futuro/ itale pedali de rivoluzione dig per gli os rendere rdova/ La il Fascicolo i da intrap ospedale di Co rché non decolla getto Le azion pro Pe ovo l / nu ne ie l D anitar AM ne ne / Aspetti innovazio sanitarie e socios zienti affetti da e e terapia pa nelle aziend ttronico / I -Mente: l’arte com delle cronicità ne o Ele iva i / Gestio Sanitari getto Att Farmac ioterapia ION / Pro lle Unità utazione NEXTVIS i nel bunker di rad tizzazione ne val la li: eda stic forma impianti ia / L’in diodegli osp antincen L di Fogg nella AS / Progettazione tici ra Antiblas iali di finitu dei mater

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