01 24 CNETO Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera
Organizzazione, tecnologia, architettura
ISSN: 17206642
Pazienti infantili: nuovi spazi all’ospedale di Monfalcone / Ristrutturazione di un centro di senologia clinica / Il PAMS Healthcare Hub di Newman / Spazi smart per gli anziani / L’espansione del CNAO di Pavia / Come evolve il report direzionale di un’azienda sanitaria / Sicurezza e controllo: il nuovo Ospedale Monopoli-Fasano / Innovazione 4.0, il futuro della Sanità / Convegno CNETO 2023
Il PAMS Healthcare Hub di Newman in Australia
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EDITORIALE
Prendersi cura dei pazienti siva perdita di attrattività delle professioni
anche un beneficio sui pazienti! E difatti, nella
sanitarie, e questo, generando carenze
categoria “Benessere psicofisico” di WELL®
d’organico, turni massacranti (soprattutto
sono inclusi anche programmi di gestione
nei Pronto Soccorsi) e spesso anche disor-
dello stress, per il tempo libero e l’organizza-
ganizzazione, purtroppo determina sfiducia
zione dei turni di lavoro.
e insoddisfazione da parte dei pazienti, ol-
Rimaniamo affascinati dai progressi medici
tre al generale abbassamento del livello di
che ci fanno intravvedere terapie che sem-
qualità della prestazione erogata.
brano più vicine alla fantascienza che alla
In questo contesto, mi sembra interessante
scienza (un esempio su tutti, la recentissima
la recente notizia che il gruppo canadese
sperimentazioni di Neuralink di Elon Musk sul
Niagara Health (Ontario) ha deciso di dota-
cervello umano); dall’intelligenza artificiale e
Il PAMS Healthcare Hub di Newman
re il nuovo South Niagara Hospital che sarà
dagli algoritmi di machine learning che sup-
in Australia
operativo nel 2027, di certificazione WELL®.
porteranno i medici con decisioni più rapide
Si tratta della prima struttura sanitaria in Ca-
e sicure; dalla progettazione di spazi confor-
Capita anche a chi si occupa di ospedali e
nada. Lo standard WELL® Building ha ormai
tevoli, biofilici, implementati con tecnologie
sanità da tecnico e cultore della materia di
una lunga storia di applicazione in edifici
applicate ai processi, capaci di generare
diventare un paziente “in piena regola” e al-
terziari ma è decisamente nuovo nell’ambi-
healing environment terapeutici per i pazienti.
lora realizzi che, inevitabilmente, ogni espe-
to ospedaliero. L’aspetto interessante è che
Ma la tecnologia e l’edificio, da soli, non sono
rienza va capitalizzata. Comprendi piena-
questo protocollo concentra molto la sua
in grado di prendersi cura dei malati: senza
mente, per esempio, per quale motivo i Pa-
attenzione sugli occupanti “stabili” che, nel
la devozione di medici e infermieri al proprio
esi che per noi rappresentano un modello
caso degli edifici sanitari, coincidono proprio
lavoro la vera qualità nell’assistenza non può
di civiltà (e di ispirazione progettuale), han-
con il personale più che con i pazienti. In
essere assicurata. Ma quella devozione pro-
no già investito molto e da diversi anni sul
un’epoca di burnout senza precedenti sia da
babilmente può essere attesa, solo, in un
benessere del personale impiegato nelle
parte dei medici che degli infermieri, l’obietti-
ambiente in cui sia tutelata la condizione di
strutture sanitarie. Un fenomeno particolar-
vo è chiaro: uno staff medico-infermieristico
benessere psicofisico dei lavoratori.
mente grave in Italia riguarda la progres-
più sano e felice sarà in grado di generare
Margherita Carabillò
Organo ufficiale del C.N.E.T.O.: Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera Direttore Responsabile Giorgio Albonetti Direttore Scientifico Margherita Carabillò Coordinamento Editoriale Chiara Scelsi - c.scelsi@lswr.it Redazione Fabio Chiavieri f.chiavieri@lswr.it Comitato scientifico S. Brusaferro, S. Capolongo, M. Carabillò, Marco Gola, J. Guercini, K. Kob, Maurizio Mauri, F. S. Mennini, C. Nicora, D. Pedrini, G.Polifrone Comitato di redazione Architettura: Design LAB, DABC Politecnico di Milano Impiantistica: Francesco Ruggiero Information Technoloy: Fabrizio Massimo Ferrara Innovazione digitale: Paolo Bertini Organizzazione e management: Federico Lega
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Servizi e facility management: Arturo Zenorini Tecnologie per l’Architettura: Rosa Romano, Maria Chiara Torricelli
Traffico Ornella Foletti ornella.foletti@quine.it Tel. 3427968897
Hanno collaborato a questo numero: M. Baracetti, R. Battista, E. Bellini, L. Broccoli, A. Callegaro, E. Cazzaniga, F. Cosacco, M. Durante, P. De Cosimo, T. Ferrante, G. L. Fornari, A. Giana, M. C. Torricelli, E. Ruzzone, D. Solignani, P. Torricelli, A. Garzia, G. Lamberti, G. Laudani, F. Lega, V. Mirgaldi, M. Lombardo, D. Motta, A. Nicastro, L. Nidasio, P. Palombella, L. Rijillo, F. Romagnoli, O. N. Setola, G. Spitalieri, T. Villani, A. Zenorini, D. Zanchi
Abbonamenti www.quine.it abbonamenti.quine@lswr.it - Tel. 02 864105 Costo copia singola: euro 2,50 abbonamento annuale Italia euro 40,00 abbonamento annuale Europa euro 60,00
Stampa & Produzione Antonio Iovene - 3491811231 a.iovene@lswr.it Pubblicità Costantino Cialfi c.cialfi@lswr.it Tel. 346 6705086 Archivio immagini Shutterstock
Stampa TIPOLITOGRAFIAPAGANI s.r.l. via Adua, 6 25050 - Passirano - (Brescia) - Italy) ©2023 Quine Business Publisher Progettare per la sanità www.progettareperlasanita.it Reg. Trib. Milano n. 767 del 09/11/1998 Iscrizione al ROC n. 12191 del 29.10.2005
Tutti gli articoli pubblicati su Progettare per la sanità sono redatti sotto la responsabilità degli Autori. La pubblicazione o la ristampa degli articoli deve essere autorizzata per iscritto dall’editore. Ai sensi dell’art. 13 del Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati Personali 679/2016 di seguito GDPR, i dati di tutti i lettori saranno trattati sia manualmente, sia con strumenti informatici e saranno utilizzati per l’invio di questa e di altre pubblicazioni e di materiale informativo e promozionale. Le modalità di trattamento saranno conformi a quanto previsto dagli art. 5-6-7 del GDPR. I dati potranno essere comunicati a soggetti con i quali Quine Srl intrattiene rapporti contrattuali necessari per l’invio delle copie della rivista. Il titolare del trattamento dei dati è Quine Srl, Via Spadolini 7, 20141 Milano, al quale il lettore si potrà rivolgere per chiedere l’aggiornamento, l’integrazione, la cancellazione e ogni altra operazionedi cui agli art. 15-21 del GDPR.
Testata Associata
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Sommario 24
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ETICA ED ESTETICA, FUNZIONALITÀ E TECNOLOGIA DEL PAMS HEALTHCARE HUB DI NEWMAN IN AUSTRALIA I valori culturali al primo posto nel progetto di Kaunitz Yeung Architecture per una “Casa della Comunità” per la popolazione aborigena australiana di Newman nella contea di East Pilbara. di Maria Chiara Torricelli
UMANIZZAZIONE DELLE STRUTTURE SANITARIE L’intervento di riqualificazione del nuovo Centro Disturbi del Neurosviluppo e Psicopatologia dell’età Evolutiva del Presidio Ospedaliero di Monfalcone di Mauro Baracetti, Elisabetta Ruzzone
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RISTRUTTURAZIONE E RIORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI DI UN CENTRO DI SENOLOGIA CLINICA E SCREENING MAMMOGRAFICO L’obiettivo principale del progetto, presso l’Azienda OspedalieroUniversitaria di Modena, è stato migliorare l’efficienza delle strutture, ottimizzare l’uso degli spazi e assicurare una migliore esperienza per gli utenti e il personale di Alessandro Callegaro, Elena Cazzaniga, Daniela Solignani, Pietro Torricelli, Rachele Battista, Patrizia De Cosimo, Annarita Garzia, Laura Rijillo, Lorenzo Broccoli, Ottavio Alessandro Nicastro
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INNOVAZIONE E CURA: LA PROGETTAZIONE DI SPAZI SMART PER L’ASSISTENZA AGLI ANZIANI La riorganizzazione dei servizi sanitari per gli anziani è un tema molto importante di cui si stanno occupando due gruppi di ricerca dell’Università degli Studi di Firenze con l’obiettivo di sviluppare criteri progettuali innovativi basati su tecnologie ICT e mirati a promuovere la salute e il benessere degli anziani e dei caregiver di Tiziana Ferrante, Nicoletta Setola, Teresa Villani, Elena Bellini, Federica Romagnoli
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IL CENTRO NAZIONALE DI ADROTERAPIA ONCOLOGICA Alla struttura esistente si affiancherà entro il 2024 un nuovo edificio che conterrà una nuova protonterapia con gantry rotante e un acceleratore per la produzione di neutroni finalizzato a una terapia sperimentale di Arturo Zenorini
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SAFETY & SECURITY: LA PROGETTAZIONE DEL NUOVO OSPEDALE SUD-EST BARESE MONOPOLI-FASANO Il tema della sicurezza e dell’innovazione in materia di supervisione e controllo è un aspetto cruciale della progettazione ospedaliera, laddove la presenza di un’utenza differenziata con un funzionamento continuo rende questa struttura un luogo pubblico vulnerabile e sensibile di Francesco Cosacco, Vincenzo Mirgaldi, Davide Motta, Lorenzo Nidasio, Giuseppe Spitalieri
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OSPEDALI 4.0: CAMBIARE IL “MINDSET” PER IL FUTURO DELLA SANITÀ
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LE SFIDE DELLA SANITÀ 4.0: RIPENSARE LE TERAPIE INTENSIVE
I vantaggi derivanti dall’impiego di tecnologie digitali all’interno dell’ospedale 4.0 sono certamente innegabili. Ciononostante, è necessario un rapido cambiamento di mentalità nella gestione e progettazione delle strutture sanitarie di Michaela Durante, Pietro Palombella
EVOLUZIONE DEL SISTEMA DI REPORTING DIREZIONALE PER IL GOVERNO DI UN’AZIENDA SANITARIA La trasformazione della reportistica nell’ASST di Brescia con l’adozione di nuovi formati e KPI. Nonostante le sfide legate alla frammentazione dei dati, il risultato è un sistema moderno e informativo che ha migliorato la consapevolezza del personale e potenziato le risorse decisionali del management aziendale di Massimo Lombardo, Davide Zanchi, Gian Luca Fornari, Giovanni Lamberti, Federico Lega, Alberto Giana
RUBRICHE
NEWS NORMATIVA COMMENTATA
Le mutate condizioni organizzative imposte dal progresso tecnologico e dagli esiti della pandemia hanno stravolto il modo di concepire le aree critiche con particolare riferimento elle terapie intensive; è per questa ragione che il convegno CNETO 2023 ha voluto accendere i riflettori su questa specifica area sanitaria di Giuseppe Laudani
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Le aziende presenti in questo numero Antares Vision Group www.antaresvisiongroup.com Exposanità www.exposanita.it FAAC www.faac.it
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pag. 8 pag. 23 pag. 6
Plantinox www.plantinox.it Rosiglioni www.rosiglioni.it Valsir www.valsir.it
IV cop. pag. 1 II cop.
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NEWS
CONTROLLO ACCESSI
FAAC lancia K3 KIT, la soluzione perfetta per chi vuole gestire un controllo accessi con un numero limitato di varchi, ma che cerca tutta la qualità e la tecnologia di KEYDOM, la piattaforma scalabile ideata da FAAC per gestire diverse tipologie di impianti, da quelli più contenuti fino a quelli più articolati, anche geograficamente distribuiti. Come Keydom, prodotto già affermato nel mercato del controllo accessi per imprese di grandi dimensioni e in particolare nel
settore della logistica, K3 KIT può essere configurato e gestito tramite browser web per controllare tutte le periferiche del sistema, gestori di varco, terminali e le automazioni a esso connesse (FAAC o di terze parti) come barriere, dissuasori, tornelli, porte automatiche o altre ancora. Sfruttando l’innovativa soluzione software embedded nell’hardware fornito, consente il funzionamento in modalità online, senza pc o server sempre accesi o connessi, dando la possibilità di accedere al sistema con qualsiasi dispositivo all’interno della medesima rete. Permette di sapere in tempo reale chi è presente nel sito, dove si trova e quanto tempo vi resta, quando può entrare o uscire, quante persone occupano un’area e molte altre informazioni utili a monitorare processi e movimenti. Sua funzionalità chiave, propria di Keydom, è quella di integrarsi agevolmente tramite web services con le altre piattaforme eventualmente in uso, ovvero TMS, sistema di Booking, sistema di supervisione degli impianti security, rilevazione presenze ecc. Il numero 3 indica quanti varchi bidirezionali è possibile gestire contemporaneamente con il kit, pensato per permettere di utilizzare una soluzione di alta qualità anche a clienti con esigenze di controllo più contenute. K3 KIT contiene tutto il necessario per gestire un varco completo: un network controller con software Keydom preinstallato, un door controller e un lettore per gestire tessere di prossimità e PIN (con il kit vengono fornite le prime 10 tessere, numero ritenuto adeguato e sufficiente per realtà medio-piccole).
RAPPORTO OASI: LE DIFFICOLTÀ DI ACCESSO AL SSN L’offerta del Servizio sanitario nazionale (SSN) è già implicitamente razionata e nei prossimi anni l’evoluzione demografica è destinata a peggiorare la situazione se l’Italia manterrà l’assetto di Welfare attuale, che vede una quota preponderante di spesa pensionistica. L’allarme viene lanciato dall’edizione 2023 del Rapporto OASI (Osservatorio sulle Aziende e sul Sistema sanitario italiano), presentato questa mattina all’Università Bocconi. Le pensioni assorbono il 15% del PIL italiano e questa spesa, secondo le previsioni dell’ultima Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza (NADEF), aumenterà di 64 miliardi (+22%) da qui al 2026. Una simile quota limita inevitabilmente le possibilità di investimento pubblico in tutte le altre forme di welfare – in primis la spesa per la salute. La crescita della spesa in sanità, infatti, non compenserà neppure l’inflazione, passando dal 6,7% del PIL del 2022 al 6,1%
nel 2026, nonostante un aumento pari a 8 miliardi. “Già oggi metà delle visite specialistiche e un terzo degli accertamenti sono a carico dei cittadini,” afferma Francesco Longo, uno dei due coordinatori del Rapporto OASI curato dai ricercatori del Centro di Ricerche sulla Gestione Sanitaria e Sociale (CERGAS) di SDA Bocconi School of Management. “Ci troviamo nella paradossale situazione di riconoscere agli anziani pensioni relativamente generose, che sempre più spesso saranno spese in quelle cure mediche che il servizio sanitario fatica a erogare.” Con le limitate risorse a disposizione (il 6-7% del PIL in Italia è da comparare con il 10-11% di Francia, Germania e Regno Unito), il SSN deve prendere in carico una popolazione tra le più anziane del mondo: il 24% degli italiani è over 65; il 40% dichiara almeno una patologia cronica, il 21% una poli-pato-
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logia. Si stimano quasi 4 milioni di persone non autosufficienti “e il tasso di copertura dei loro bisogni è insufficiente,” calcola Longo. “Anche adottando un criterio ottimistico, il tasso di copertura del bisogno si ferma al 37%. Almeno il 62% della popolazione con limitazioni funzionali, stimabile in 2,4 milioni di persone, non riceve alcun servizio pubblico.” Questi dati e quelli sulle sempre più lunghe liste d’attesa segnalano che “l’offerta del SSN è già razionata, ma implicitamente,” sostiene l’altro coordinatore, Alberto Ricci. “Siamo di fronte a un universalismo dichiarato che, in realtà, è selettivo. Ciò pone la questione, da valutare a livello di singolo servizio, se definire delle priorità consapevoli, orientate a individuare i bisogni più intensi e a rispondervi in maniera efficace, o continuare ad accettare un razionamento dettato, il più delle volte,
dal caso o dalla capacità individuale di navigare il sistema burocratico.” I passi non indolori, ma necessari per raggiungere questi obiettivi: un’analisi dettagliata dei consumi di pazienti con profili di salute omogenei, per individuare le aree di over- e under-treatment, considerando nel conteggio anche quanto ottenuto in regime privato; la limitazione delle prescrizioni a quanto effettivamente erogabile; lo snellimento delle procedure, facendo coincidere i momenti della prescrizione e della prenotazione. Una riorganizzazione servizi dalla logica prestazionale alla logica di presa in carico sarebbe una modalità di spendere i fondi del PNRR più efficiente di un potenziamento dei servizi a modello invariato, che non avrebbe possibilità di rivelarsi sostenibile nel lungo periodo.
L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE MADE IN ITALY CONQUISTA LA MEDICINA AMERICANA La rivoluzione sta per iniziare: dai primi mesi del 2024 un virtual twin conversazionale di nome Katherine, il primo del settore sanitario a essere dotato di Large Language Model e quindi in grado di comprendere e comunicare il linguaggio medico, converserà con i pazienti e, grazie al dialogo, elaborerà un quadro clinico dettagliato che verrà condiviso con un’equipe di professionisti in carne ed ossa. Dietro alla realizzazione di questa tecnologia avveniristica c’è QuestIT, organizzazione senese di spicco nel settore. “L’IA sarà sempre più un alleato indispensabile dei medici per salvaguardare le vite dei pazienti”, afferma Ernesto Di Iorio, CEO di QuestIT. Il virtual twin, dai primi mesi del 2024, sarà a disposizione dei professionisti del Massachusets General Hospital per aiutarli, nell’ottica del programma Raising Healthy Hearts, a salvaguardare la salute cardiovascolare di bambini e adolescenti di età non superiore ai 18 anni da fattori rischiosi come l’ipertensione e il colesterolo alto. Dal punto di vista prettamente operativo, il Massachusetts General Hospital inoltrerà una comunicazione via mail ad un campione specifico di famiglie, in particolar modo, quelle con bambini e adolescenti di età inferiore ai 18 anni. Questi giovani, identificati attraverso ricerche e analisi pregresse, hanno manifestato fattori di rischio per la salute del loro cuore come ipertensione a riposo, colesterolo alto e problemi legati al sonno. Per affrontare queste situazioni delicate, le famiglie saranno invitate a compilare due questionari cliccando un link contenuto proprio nell’email. Il primo mira a comprendere le abitudini, soprattutto alimentari, dei pazienti, mentre il secondo approfondisce le loro sfere sociali e psicologiche. Una volta
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cliccato il collegamento, si aprirà una schermata user-friendly con Katherine che li guiderà alla compilazione dei documenti in modo veloce e naturale. Una volta ultimato il processo, i dati verranno raccolti ed inoltrati ad un team di professionisti in carne ed ossa compost da cardiologi, nutrizionisti e psicologi. Questi, in base alle necessità dei diretti interessati, elaboreranno terapie su misura utili a migliorare il benessere generale dei diretti interessati.
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MASTER PER SPECIALISTI DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE E TELEMEDICINA
█ Master ARTE - Intelligenza ARtificiale e TElemedicina dell’Università di Parma, è un corso di studi annuale proposto in modalità interamente e-learning ai professionisti d’ambito sanitario che intendano diventare specialisti di IA
Dai bio-robot all’Internet of things, dalla system medicine alla teleneurofisiologia clinica, dall’impatto sociologico dell’intelligenza artificiale al rapporto tra reti neurali e big data. Sono solo alcuni degli argomenti che saranno trattati al Master ARTE - Intelligenza ARtificiale e TElemedicina – https://www.masterarte-unipr.it/ – dell’Università di Parma, un corso di studi annuale proposto in modalità interamente e-learning ai professionisti d’ambito sanitario che intendano diventare specialisti di IA – Intelligenza artificiale e telemedicina, utilizzando le ultime tecnologie in modo lungimirante. Complessivamente il Programma didattico del Master ARTE consentirà alle diverse professionalità di condividere contenuti scientifici comuni e di acquisire il linguaggio specialistico essenziale per rendere possibili la coproduzione e l’interoperabilità tipiche dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie. Fornirà, inol-
tre, la vision e i mezzi conoscitivi sull’intero settore, fortemente interdisciplinare, permettendo ai discenti di avere le conoscenze, le competenze e le certificazioni necessarie per lo sviluppo della sanità del futuro applicando correttamente le ICT (Information and Communication Technologies). Il Master si prefigge lo scopo di rendere i discenti capaci di fare un uso responsabile del Sapere – ha specificato il Prof. Antonio Gaddi, medico, Presidente della Società Italiana di Telemedicina e docente del Master –, in particolare riguardo alle tecnologie e ai nuovi metodi per “fare medicina”, anche per consentire loro di perseguire le direttive europee e nazionali relative al benessere psicofisico della persona, ad esempio l’obiettivo 3 dell’Agenda 2030, coniugandole con i diversi ambiti applicativi delle singole tecnologie, guidati dal rigore del metodo e della scienza e rinforzati dalla perfetta conoscenza della Legge, dell’etica e delle Scienze mediche”. I docenti del Master, diretto dalla Prof.ssa Susanna Esposito e proposto dal Dipartimento di Medicina e Chirurgia, sono professori universitari, medici e professionisti in ambito sanitario, consulenti IT ed esperti di sicurezza e diritto digitale che provengono da tutta Italia. Molti docenti sono esperti qualificati delle Commissioni scientifiche nazionali e internazionali create dalla Società Italiana di Telemedicina (www.sitelemed.it), a dimostrazione sia del carattere interdisciplinare della materia che della finalità di voler aggiornare il sistema sanitario italiano. Il calendario delle lezioni, che si svolgeranno prevalentemente il mercoledì pomeriggio e a volte anche il martedì, va dal mese di marzo 2024 a ottobre 2024, con una pausa estiva durante i mesi di luglio e agosto. Le lezioni saranno erogate online in una modalità mista di dirette streaming e lezioni asincrone (registrazioni). Per informazioni: e-mail masterarte@unipr.it web https://www.masterarte-unipr.it/
UN CARRELLO OSPEDALIERO AUTOMATIZZATO IN CORSA PER L’ADI DESIGN INDEX L’Automated Cart di Antares Vision Group è stato selezionato da ADI Design Index nella categoria “Design per il lavoro”, in cui l’elemento valorizzante è l‘ergonomia funzionale per l‘operatore. La selezione viene realizzata ogni anno da ADI, Associazione per il Disegno Industriale, che individua il miglior design italiano in termini di funzionalità, tipologia e processo, così come di materiali adottati e per la sintesi formale.
I progetti sono selezionati dall’Osservatorio permanente del Design ADI, che presta nelle sue valutazioni particolare attenzione alla sostenibilità. L’Automated Cart è opera del designer Fabio Ferrante, sviluppato dal dipartimento di Digital Healthcare di Antares Vision Group in collaborazione con il Centro di Ricerca Tecnologie Avanzate per la Salute ed il Ben-Essere dell’IRCCS Ospedale
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█ L’Automated Cart di Antares Vision Group è stato selezionato da ADI Design Index nella categoria “Design per il lavoro”
San Raffaele di Milano, e si tratta del sistema più avanzato al mondo per il rifornimento, l’erogazione e la tracciabilità dei farmaci e dei dispositivi medici per le strutture sanitarie, dalla farmacia centrale fino alla somministrazione al paziente. Questo innovativo carrello ha un’ergonomia pensata per gli operatori sanitari: è dotato di movimentazione assistita che permette di evitare sforzi fisici come spingere, abbassarsi e rialzarsi continuamente per recuperare i farmaci nei cassetti che, con questo strumento, vengono forniti automaticamente sul piano di lavoro. Il carrello fa parte della piattaforma di Medication Management (MMP – Medication Management Platform) di Antares Vision Group. Grazie alle sue caratteristiche, il carrello automatizzato segna un nuovo paradigma nella gestione della terapia: il personale sanitario è sollevato dai compiti più ripetitivi – come riempire il carrello o cercare i farmaci da somministrare – consentendo agli operatori di concentrarsi sulla cura del paziente. Il carrello viene caricato automaticamente in pochi minuti e senza necessità di intervento umano; una volta identificato il paziente, la prescrizione della terapia appare sul display e il sistema robotizzato che è parte del progetto del carrello presenta i farmaci direttamente sul piano di lavoro.
L’IMPEGNO DEL FAI PER INCLUSIVITÀ E ACCESSIBILITÀ CULTURALE Nel 2023 il FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano ETS ha rinnovato il suo impegno a favore di una maggiore inclusività e accessibilità culturale, consolidando il progetto “Bene FAI per tutti” dedicato a persone con disabilità intellettiva: il progetto è stato avviato nel 2016 al fine di garantire esperienze di visita accoglienti, inclusive e sicure per tutti i potenziali visitatori. L’iniziativa – ideata e realizzata dall’Associazione L’abilità Onlus con la Fondazione De Agostini e resa possibile grazie al prezioso sostegno di Viatris, azienda globale che opera nell’ambito della salute – negli anni è arrivata a coinvolgere undici Beni del FAI in tutta Italia, per i quali è oggi possibile scaricare dal sito www.benefaipertutti.it apposite guide in linguaggio semplificato (adatte sia ad adulti che a bambini e ragazzi), che vengono costantemente aggiornate grazie a un importante lavoro d’équipe multidisciplinare: esperti in beni culturali e accessibilità, pedagogisti, neuropsicomotricisti, psicologi ed educatori. Si tratta di testi “easy to read” arricchiti con fotografie, illustrazioni e mappe, che rendono la visita un’esperienza inclusiva e piacevole e che permettono agli ospiti e ai loro caregiver (genitori, insegnanti, accompagnatori) di familiarizzare con i luoghi e apprenderne la storia,
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le caratteristiche e le curiosità in modo coinvolgente, grazie a strumenti di comunicazione studiati per ridurre lo stress e le difficoltà di comprensione del contesto delle persone con disabilità, rimuovendo le barriere che impediscono loro di essere parte attiva della visita. Da nord a sud della Penisola, i Beni del FAI che rientrano attualmente nel progetto sono Villa Necchi Campiglio a Milano, Villa e Collezione Panza a Varese, Castello e Parco di Masino a Caravino (TO), Negozio Olivetti a Venezia, Villa dei Vescovi a Luvigliano di Torreglia (PD), Torre e Casa Campatelli a San Gimignano (SI), Parco Villa Gregoriana a Tivoli (RM), Bosco di San Francesco ad Assisi (PG), Casa Noha a Matera, Abbazia di Santa Maria di Cerrate a Lecce e Giardino della Kolymbethra ad Agrigento. Per tutti questi luoghi sono stati creati specifici percorsi di visita – da svolgere in autonomia o con il personale del Bene, singolarmente o per piccoli gruppi - pensati in ottica inclusiva, nell’idea che ciascuno sia portatore di abilità diverse che possono essere valorizzate in un contesto di apprendimento cooperativo. La Fondazione intende proseguire questo importante progetto estendendolo, nei prossimi anni, anche ad altri Beni.
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ARCHITETTURA
di Mauro Baracetti, Elisabetta Ruzzene (Fotografie Associazione dinAMICI O.d.v.)
Umanizzazione delle strutture sanitarie Un nuovo Centro per Disturbi del neurosviluppo dell’età evolutiva presso l’Ospedale di Monfalcone Nell’ambito della collaborazione tra azienda sanitaria e associazioni del territorio è stato realizzato un progetto di eccellenza per la riqualificazione edile e impiantistica dei nuovi spazi dedicati ai pazienti infantili con disturbi neurologici presso l’ospedale di Monfalcone
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ARCHITETTURA
DATI TECNICI Localizzazione: Presidio ospedaliero di Monfalcone (Gorizia) Committente: Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina. Direttore Generale dott. Antonio Poggiana Con il contributo di: Associazione dinAMICI O.d.v. Progettisti: arch. Von Wunsten, ing. Visentin, prof. Valcovich, ing. Di Camillo Responsabile dipartimento rischio clinico: dott. Daniele Pittioni Responsabile RSPP: dott. Daniele Riva Responsabile Unico del Procedimento: arch. Mauro Baracetti Direzione lavori: geom. Sandro Cussigh, ing. Alessandro Persiani, ing. Elisabetta Ruzzene CSE: Dott. Gianluca Procino Impresa esecutrice: ICI Coop s.r.l. Superficie complessiva dell’intervento: 1.066,00 mq Anno di inaugurazione: 2022 Importo dei lavori: 1.595.752,34 euro
█ L’ingresso al nuovo Centro Disturbi del Neurosviluppo e Psicopatologia dell’età Evolutiva. Area Parcheggio carrozzine.
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ARCHITETTURA
DESCRIZIONE INTERVENTO La maggior parte delle persone preferirebbe evitare la frequentazione dell’ospedale. Tale sentimento è ancor più presente nell’animo di un bambino o di un adolescente. Compito dei progettisti e committenti, responsabili della costruzione di reparti e ospedali dedicati ai giovani, è creare ambienti adeguati alle loro esigenze, in armonia con la complessità strutturale, tecnologica e impiantistica necessaria per ottemperare ai requisiti sanitari. Questa è la sfida che è stata intrapresa dall’Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina (ASUGI) e dall’Associazione dinAMICI O.d.v. - Insieme per il Volontariato, nella progettazione e realizzazione del nuovo Centro Disturbi del Neurosviluppo e Psicopatologia dell’età Evolutiva inaugurato a ottobre del 2022. L’Ospedale di Monfalcone, realizzato tra la fine degli anni ‘80 e la fine degli anni ‘90, nei prossimi anni sarà oggetto di un importante intervento di “Rivisitazione funzionale, edile, impiantistica ed antisismica” che permetterà di adeguare il presidio agli standard funzionali e tecnologici attuali. Tra le aree necessarie di riqualificazione vi era anche quella che ospitava l’allora servizio di Neuropsichiatria Infantile, oggi denominato Centro Disturbi del Neurosviluppo e Psicopatologia dell’età Evolutiva. L’esigenza di ammodernamento del reparto di Neuropsichiatria Infantile ha portato all’avvio di una proficua collaborazione tra ASUGI e l’Associazione dinAMICI: da qui, l’idea di dare seguito immediato ai lavori di ristrutturazione di quest’area del nosocomio così da creare, nel breve periodo, un nuovo centro di cura appositamente pro-
█ L’area di accettazione del nuovo servizio
gettato per soddisfare le esigenze dei giovani pazienti. L’intervento è stato programmato dalla Direzione Generale di ASUGI e portato a termine con l’importante contributo di nove comuni della zona, rappresentanti il bacino di utenza del servizio territoriale, la collettività e l’Associazione dinAMICI che ha svolto l’importante ruolo di collante tra questi soggetti per traguardare gli obiettivi prefissati dal progetto. L’iniziativa promossa a livello locale dall’Associazione dinAMICI ha portato non solo alla donazione del progetto esecutivo ad opera dell’Architetto Glauco Von Wunsten, dell’Ing.Mario Visentin, del Prof. Edino Valcovich della Cooprogetti e dell’Ing. Ugo di Camillo, della società Thema, ma anche all’importante contributo al percorso di umanizzazione, provvedendo alla donazione di arredi appositamente studiati per tale area sanitaria.
IL QUADRO ESIGENZIALE Lo staff di Neuropsichiatria del P.O. di Monfalcone ha collaborato strettamente con i tecnici di ASUGI e l’Associazione dinAMICI nell’identificazione delle urgenze e delle necessità per poter offrire ai bambini 0/18, e alle loro famiglie, spazi e materiali adeguati ai trattamenti approntati, anche in funzione di accessi sul lungo periodo. Il progetto si è basato sull’attenta analisi dei dati di attività che hanno indicato un afflusso di utenti di oltre mille unità all’anno con un trend in crescita e con una presenza giornaliera di personale di 22 unità. Inoltre, è emersa l’esigenza di creare nel re-
█ Sala d’attesa dedicata ai bambini 3-6 anni
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parto spazi di collaborazione tra team. Il servizio di Neuropsichiatria Infantile, infatti, collabora nella consulenza, progettazione e monitoraggio delle cure con servizi extra aziendali (Neuropsichiatria infantile e Pediatria Burlo Garofolo di Trieste, Istituti scolastici comprensivi, Servizi Sociali ecc, Servizi Sanitari convenzionati) e con servizi aziendali (SC di Pediatria, SC Età Evolutiva Famiglia Disabilità, Dipartimento di Salute Mentale, SC di Riabilitazione, medici di medicina generale e pediatri di liberà scelta).
IL PROGETTO A partire da questo quadro esigenziale, è stata riprogettata e creata la nuova area ambulatoriale. In particolare, il nuovo reparto si articola su due aree funzionali distinte: █ la prima nella quale è concentrata l’attività di accettazione dei pazienti e attesa; █ l’area ambulatoriale vera e propria, che si sviluppa lungo due corridoi.
funzioni garantendo una specializzazione delle aree, rispondendo così alle esigenze delle diverse tipologie di utente e prestazioni. Il progetto prevede la suddivisione dell’area ambulatoriale in funzione delle diverse attività: █ Area segreteria/reception, primo screening e diagnosi medico specialistica. In particolare, sull’atrio di ingresso si affacciano la segreteria/reception e le attese destinate a tre diverse tipologie di paziente: attesa prima infanzia, attesa bambini, attesa adolescenti. Dall’atrio di ingresso è possibile accedere all’area accoglienza, primo screening e visita medico specialistica costituita dagli ambulatori: prima accoglienza, neuropsichiatria, diagnosi precoce; █ Area logopedia; █ Area psicologia; █ Area fisioterapia; █ Area neuropsicomotricità-autismo; █ Stanza polisensoriale.
I LAVORI L’impianto originario dell’edificio è costituito da un corpo quintuplo, con due corridoi di distribuzione tra di loro paralleli: questa scelta progettuale ha consentito la separazione dei percorsi delle diverse
█ Planimetria di progetto
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I lavori, realizzati dall’impresa ICI Coop s.r.l. (Ronchi dei Legionari), sono iniziati a gennaio del 2022. L’intervento di importo complessivo pari a €. 1.595.752,34 prevedeva, oltre alla realizzazione del
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█ Sale d’attesa progettate a seconda della fascia di età degli utenti: 0-3 anni, 3-6 anni (in alto), 6-18 anni (al centro).
nuovo reparto, l’anticipazione della messa in sicurezza antincendio e alcune opere propedeutiche al cantiere per permettere la continuità delle attività limitrofe. Il nuovo reparto è stato localizzato in spazi esistenti che erano precedentemente occupati da altri servizi sanitari, pertanto, nella prima fase dei lavori si è proceduto con una importante opera di demolizione delle pareti divisorie interne e dei muri di contenimento di una piscina terapeutica esistente. Sono state smantellate anche le relative dotazioni impiantistiche (l’impianto elettrico, idraulico e di trattamento dell’aria) che sono state totalmente sostituite.
LA FILOSOFIA PROGETTUALE
█ La stanza polisensoriale
ASUGI, in qualità anche di direzione lavori, ha perfezionato le scelte progettuali inziali, decidendo di porre una grande attenzione all’aspetto dell’umanizzazione dell’ambiente ospedaliero, secondo la logica “del mettere al centro il paziente”. In particolare, chi fa il mestiere del progettista in ambito sanitario, ha l’obbligo di pensare a luoghi destinati al lavoro, ma anche e soprattutto, alla progettazione di spazi destinati ad ospitare persone fragili e ancor di più bambini. Le scelte progettuali adottate per gli spazi della nuova Neuropsichiatria Infantile sono state guidate proprio da questi obiettivi. Il concetto di umanizzazione degli spazi ospedalieri o, come si usava dire, “mettere il paziente al centro del tutto”, non è stato un mero esercizio dialettico, ma un impegno quotidiano fatto di un continuo affinamento di soluzioni, attraverso l’uso della luce, dei colori delle geometrie e dei materiali, in grado di permettere, per quanto possibile, il superamento del trauma e il disagio dell’ospedalizzazione, cercando di ripensare il concetto stesso di luogo di cura, certi che un ambiente gradevole, confortevole e luminoso possa permettere il miglioramento dello stato d’animo dei pazienti e delle loro famiglie, contribuendo al loro percorso di adattamento alla cura. Il progettista, nello svolgere il proprio compito, non può non tenere conto che l’Architettura è l’arte del costruire e la sua essenza ricade inevitabilmente sulla qualità della vita sociale e individuale: la sua ascendenza umanistica porta ad occuparsi dell’uomo in rapporto allo spazio, avvalendosi di questo rapporto per costruire i luoghi destinati all’abitare e al vivere. L’architettura, come arte corporativa umanista, porta a idealizzare la città, con i suoi edifici, spazi e ambienti, come un luogo perfetto in cui vivere il quotidiano; il progettare è quindi l’arte di pensare e poi costruire in stretto rapporto con la natura e con lo spirito dell’uomo: una grande responsabilità per coloro che progettano gli ambienti e che, implicitamente, “disegnano” la qualità e la soddisfazione degli uomini. Come diceva Le Corbusier (Vers une architecture, 1923) “…l’architettura è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi nella luce”.
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Queste le premesse che hanno portato a scelte progettuali utili a creare un ambiente di accoglienza e accompagnamento alla cura; un ambiente che, in questo modo, possa contribuire alla cura, non traumatico, ma più umano. Ecco perché si è data assoluta attenzione alle scelte dei materiali e dei colori, pensando alle pavimentazioni ad effetto legno che dialogano adeguatamente con le scelte cromatiche degli arredi e dei rivestimenti. Sono state scelte colorazioni innovative delle pareti degli ambulatori e dei corridoi, dosando con sensibilità le tonalità, che ben si associano alle colorazioni degli arredi, alle scelte geometriche dei controsoffitti e di alcune figure dotate di retro-illuminazione a led. Non per ultimo, si è scelto di utilizzare porte in vetro acidato per gli ambulatori, utili non solo a rendere meno impattante l’ingresso dei bambini e dei ragazzi nell’ambulatorio, evitando di creare l’effetto barriera con il genitore dato dalla porta in tamburato, ma anche per portare luce naturale ai corridoi interni. Le scelte impiantistiche risultano di ultima generazione e rispettano gli obiettivi di sostenibilità ambientale: i locali e i corridoi sono dotati di un impianto d’illuminazione artificiale che dialoga con l’intensità luminosa naturale esterna. I corridoi sono dotati di corrimano luminosi che, supportati da sensori di presenza, permettono l’accensione delle luci incorporate al passaggio delle persone, per poi spegnersi automaticamente. Si è dedicata particolare attenzione anche alla scelta della tipologia di impianti con particolare riguardo alla possibilità di sorvegliare puntualmente il corretto funzionamento da remoto, come ad esempio, per l’impianto di trattamento dell’aria e per l’impianto delle luci di emergenza.
CONCLUSIONI L’umanizzazione dello spazio di cura è un percorso che deve coinvolgere a più livelli le realtà che operano all’interno dell’ospedale. Il processo deve interessare l’utenza che opera all’interno della struttura, i pazienti, i familiari. Il coinvolgimento deve avvenire sotto diversi punti di vista, sia da quello emotivo e psicologico che dal punto di vista fisico. Per perseguire questo obiettivo è necessario che gli spazi dell’ospedale siano progettati con consapevolezza. Questa affermazione è ancora più vera se l’utenza presa in considerazione è quella pediatrica. Nel progettare e realizzare il nuovo Centro Disturbi del Neurosviluppo e Psicopatologia dell’età Evolutiva del Presidio Ospedaliero di Monfalcone sono stati scelti degli accorgimenti tecnici per perseguire l’obiettivo di umanizzazione, mettendo al centro il benessere di ogni paziente, adattando le scelte a diverse categorie di utenti, mettendo in relazione la percezione degli spazi sanitari con i meccanismi della psicologia dell’infanzia e dell’adolescenza. Il risultato ottenuto è stato frutto di uno scambio continuo tra tecnici di ASUGI e l’Associazione dinAMICI.
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█ La scelta dei materiali
Per ultimo, non per ordine di importanza, un altro determinante ingrediente che ha permesso di raggiungere il risultato prefissato, è rappresentato da una unità di intenti che dal Direttore Generale di ASUGI, dott. Antonio Poggiana, ha abbracciato e coinvolto molte altre professionalità che hanno, con passione, voluto dimostrare come, anche nella P.A., non solo sia possibile costruire, se lo si vuole, ambienti in cui risulta più facile vivere, ma anche definire un target che non potrà non essere tenuto come riferimento nella futura opera di rivisitazione complessiva dell’interno nosocomio del Monfalconese. “L’inaugurazione del Centro per i Disturbi del Neurosviluppo e Psicopatologia dell’Età Evolutiva a Monfalcone – dice il dott. Riccardo Riccardi, assessore alla Salute, Politiche sociali e Disabilità – rappresenta un passo avanti significativo per il Friuli Venezia Giulia nell’ambito dell’umanizzazione degli spazi sanitari. Questo progetto, sostenuto da ASUGI e Associazione dinAMICI O.d.v., va oltre la semplice eccellenza tecnica e architettonica, riflettendo il nostro impegno profondo nel creare un’assistenza sanitaria che risponde con sensibilità e attenzione alle esigenze dei più giovani. Abbiamo rinnovato spazi preesistenti in un ambiente caldo e all’avanguardia, incarnando il nostro approccio alla cura che privilegia l’aspetto umano e il comfort dei pazienti. Questo centro non solo migliora significativamente l’esperienza dei nostri giovani pazienti, ma segna anche una pietra miliare per il rinnovamento di altre strutture sanitarie nella nostra regione. Questa iniziativa dimostra il nostro impegno costante verso un sistema sanitario che mette in primo piano la qualità della vita e il benessere complessivo dei cittadini.”
Gli autori
MAURO BARACETTI
Architetto, Direttore S.C. Edilizia e Impianti Area Isontina ELISABETTA RUZZENE Ingegnere, S.C. Edilizia e Impianti Area Isontina
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Ristrutturazione e riorganizzazione degli spazi di un centro di senologia clinica e screening mammografico L’obiettivo principale del progetto, presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, è stato migliorare l’efficienza delle strutture, ottimizzare l’uso degli spazi e assicurare una migliore esperienza per gli utenti e il personale
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L’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena, quale luogo di cura al servizio del malato, considera l’importanza di dare valore a elementi clinico-organizzativi innovativi e sviluppare progetti di riorganizzazione logistica finalizzati a supportare, in modo utile, le attività sanitarie emergenti, sia per quel che riguarda gli aspetti operativi di utilizzo efficace ed efficiente degli spazi disponibili sia per quel che attiene a quelli opportuni e formali di aggiornamento degli atti autorizzativi riguardanti gli ambienti dedicati alle attività. La realizzazione del Nuovo Centro di Senologia Clinica e Screening Mammografico presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena nella sede Policlinico, si è basata su un impegno professionale collaborativo e su un utilizzo coordinato delle risorse per realizzare un’opera in modo integrato con l’Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena. La Direzione aziendale ha voluto valorizzare le competenze di coordinamento organizzativo e progettuale impegnate nel fornire risposta alle necessità dei diversi Dipartimenti o delle Unità Operative, che spesso implicano il coinvolgimento di
█ La collocazione dell’opera: piano rialzato del Padiglione R -Pneumologia
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molteplici professionalità, per arrivare alla scelta progettuale più adeguata nell’ambito della ristrutturazione degli spazi disponibili, la revisione o l’aggiornamento della loro attribuzione. Si è ritenuto utile assegnare un incarico professionale di alta specializzazione a valenza strategica per la gestione e coordinamento del settore spazi, autorizzazione e rapporti con il servizio tecnico ad un dirigente della Direzione Sanitaria, a garanzia di un corretto inquadramento del lavoro da svolgere in un ambito di ridefinizione delle connessioni delle diverse aree all’interno dell’ospedale e a garanzia di un costante raccordo tra Direzione aziendale, Servizio Tecnico, Delegato per i rapporti con L’Università per le attività istituzionali accademiche, Direzione del Servizio per l’Integrazione Tecnico-Amministrativa Ospedali, Direzione Ingegneria Clinica, Direzione del Servizio Attività Informatiche, Direzione Professioni Sanitarie, Responsabile del Servizio Accoglienza e Responsabili-Referenti dei vari ambiti di competenza individuati in modo specifico per i diversi progetti.
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CONTENUTI Il razionale del Progetto di ristrutturazione e riorganizzazione degli spazi per un Centro di Senologia Clinica e Screening Mammografico è stato quello di focalizzare non solo sulla struttura dell’offerta da migliorare, ma concentrare l’attenzione sulle esigenze della domanda, vale a dire i fabbisogni degli utenti, come pure quelli degli operatori e di conseguenza dell’organizzazione aziendale. Considerato l’impatto che ogni riorganizzazione ha sullo svolgimento delle attività nei diversi setting assistenziali (degenza ordinaria, day hospital ed ambulatoriale) - tenuto conto di quanto previsto da norme e regolamenti in ordine a criteri autorizzativi - si è cercato di fare sintesi dei criteri utilizzati per giungere ai diversi momenti decisionali, nell’elenco di seguito riportato: █ sintonia - il fattore spazio -, quale criterio per interpretare la prossimità delle aree in uso (complanari o vicine) e quindi per valutare quanto gli operatori potessero essere agevolati nello svolgimento delle attività e quanto la distribuzione delle zone di lavoro potesse facilitare l’orientamento degli utenti. L’area dove è collocata l’attività di Senologa Clinica (setting ambulatoriale) e l’attività di Screening Mammografico (setting ambulatoriale) è quella di un padiglione dell’ospedale. Le due attività sono complanari e adiacenti su di un intero piano dedicato, precedentemente utilizzato come zona ambulatoriale di un’altra specialità clinica; █ sincronia - il fattore tempo -, come elemento importante da considerare nella collocazione delle aree funzionali che, in generale, non sempre possono essere tutte collocate allo stesso piano. In questo caso il progetto ha voluto privilegiare la facilità di accesso degli utenti provenienti dall’esterno, l’immediatezza di orientamento degli utenti nell’individuare l’area di interesse e rapidità che connota i flussi interni degli operatori,
█ Particolare del punto di accesso
per consentire contemporaneamente un utilizzo differenziato degli spazi rispettoso della privacy e una efficiente gestione delle zone comuni; █ sinergia - convergenza delle risorse -, va ricercata per consentire di ottimizzare l’impegno degli operatori nel rendere efficaci le attività. Le diverse competenze professionali sono state riconosciute assegnando spazi dedicati e ambienti comuni di lavoro disposti in modo coerente con le funzioni dei due servizi specifici e con le finalità complessive dell’ospedale. L’obiettivo comune che l’Azienda Ospedaliero Universitaria di Modena e l’Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena hanno cercato di cogliere, deriva dall’idea di ristrutturare un’area con un’attenzione alla sintonia, vale a dire che avesse un accesso dall’esterno indipendente ed unico per entrambi i Servizi, ma anche una connessione interna diretta con il Padiglione del Centro Oncologico Modenese, per facilitare i percorsi terapeutici riferiti alla Senologia Clinica. I percorsi sono stati considerati anche per garantire, in modo sincrono, la massima attenzione alla differenziazione dei flussi tra le pazienti del Centro Senologico e le utenti dello Screening Mammografico. La risultante nella scelta della collocazione della nuova struttura integrata di Senologia Clinica e Screening Mammografico è stata l’individuazione di un’unica sede di 1.500 metri quadri, che consente - all’interno del campus universitario del Policlinico - una ottimizzazione delle attività e quindi una sinergia tra i due Servizi (Senologia Clinica della Azienda Ospedaliero-Universitaria e Screening Mammografico dell’Azienda USL). L’importo complessivo dell’intervento è stato di 1.500.000 euro e ha goduto di un finanziamento Stato/Regione per 1.000.000 di euro, integrato dall’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena per 300.000 euro e dall’Azienda USL di Modena per 200.000 euro , escluse le apparecchiature informatiche e cliniche e gli arredi che hanno attinto ad altri capitoli di spesa. L’attività di coordinamento tecnico, svolta dal Servizio Unico Attività Tecniche, con i progettisti esecutivi e la direzione lavori, entrambi esterni, è stata particolarmente stimolante ed impegnativa avendo in un’unica sede due committenti di due differenti Aziende, l’una ospedaliero universitaria e l’altra territoriale, che hanno collaborato con grande attenzione e passione con i coordinatori e con i referenti delle diverse strutture tecniche, per raggiungere un risultato di ottimale integrazione sia distributiva che tecnologica, per garantire un percorso di cura del massimo livello. Il progetto preliminare architettonico è stato redatto dal Servizio Unico Attività Tecniche AOU/AUSL, raccogliendo la sfida di accorpare due Servizi clinici che prima erano collocati in due sedi diverse e che affrontano attività diagnostiche differenti ma complementari, di grande delicatezza e con implicazioni emotive e aspetti di diversa
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█ Il progetto
sensibilità per utenti e pazienti che affrontano momenti di vita importanti e impegnativi. Per questo la scelta si è basata su una grande semplicità distributiva che garantisse loro di essere accolte in un unico atrio, con un front-desk ampio e luminoso dal quale venissero indirizzate verso due percorsi ben distinti senza possibilità di commistione tra utenti con storie diverse. Particolare cura è stata dedicata anche alla scelta dei colori, evitando qualsiasi rimando ai classici colori legati alla maternità, il rosa e l’azzurro (molto utilizzato in sanità) per non rendere ancora più emotivamente difficile alle signore affrontare eventuali responsi clinici particolarmente dolorosi. Per questo si è optato per tonalità più domestiche e rilassanti sia per le pareti che per gli infissi interni nelle tonalità del bianco caldo. Solo per l’area dell’ingresso è stato preferito un colore diverso (il verde), ma sempre caldo e rilassante. Anche l’illuminazione è stata pensata nella stessa ottica e l’impianto di climatizzazione garantisce una sensazione di comfort di alto livello, fattori entrambi fondamentali in situazioni di attesa nell’ambito sanitario. Sulla base dello schema distributivo preliminare, di indicazioni precise sulle finiture e sul livello tecnologico richiesto, i professionisti esterni hanno proceduto all’ingegnerizzazione edilizia e impiantistica. L’area è stata completamente ristrutturata sia per la parte edilizia che impiantistica e dotata delle migliori tecnologie sul mercato. Dalla strada si salgono alcuni gradini per accedere al porticato fino alla bussola di ingresso e ci si trova nell’atrio di ingresso con una prima sala di attesa per i parenti. Il front desk centrale ha quattro sportelli ed è stato scelto di dedicarne due per persone con disabilità motorie, per non stigmatizzare la loro condizione con un’unica postazione su quattro, come spesso accade. Da qui le utenti vengono indirizzate alla Senologia, nell’ala a destra dell’ingresso e allo Screening, nell’ala sinistra.
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Gli utenti con difficoltà di deambulazione possono entrare dall’ingresso al piano terra del COM (Centro Oncologico Modenese, collocato nel padiglione adiacente) dove si trovano gli ascensori che portano all’atrio del piano superiore, collegato all’atrio del nuovo reparto. In tutto sono stati realizzati 16 ambulatori, 4 aree di attesa, 11 uffici, depositi, locali tecnici, ascensori, montacarichi e servizi igienici per gli utenti e gli operatori. L’area del Centro Senologico ospita in tutto dieci locali di cui tre ambulatori Mammografici e tre Ecografici, ciascuno con un proprio spogliatoio per l’utenza, quattro locali per il personale, più due sale di attesa, servizi igienici, depositi, uffici. L’area dello Screening Mammografico è suddivisa in due percorsi con due sale di attesa di cui una dedicata alle indagini di 1° livello e quella successiva dedicata alle indagini di 2° livello, entrambe collo-
█ Front desk centrale
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█ Visione d’insieme del punto di accesso
█ Punto di attesa breve all’ingresso
cate di fronte agli ambulatori (quattro mammografici e due ecografici) in modo da semplificare al massimo l’accoglienza ambulatoriale e garantire la riservatezza. Nel corridoio parallelo si trovano gli altri 8 locali dedicati al personale sanitario, suddivisi in studi medici e sala di refertazione.
In prossimità dell’atrio di ingresso, dalla parte del reparto Screening si trova il nucleo diagnostico utilizzato da entrambi i servizi dell’ambulatorio Mammotome, area che comprende lo spogliatoio per le pazienti, la sala di osservazione e il locale per la preparazione degli strumenti.
█ Sala di attesa
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█ Corridoio Screening Mammografico
█ Policlinico di Modena, 2019
L’implementazione del progetto ha cercato di tener conto del tema della informatizzazione, considerandolo come evoluzione professionale ed organizzativa, e non semplicemente un incremento della dotazione tecnologica. Nella fattispecie è stato contestualizzato con l’attuazione della self-accettazione, che facilita l’accesso dell’utente
alle sale di attesa preposte e la conseguente presa in carico da parte degli operatori sanitari. È previsto l’utilizzo dei supporti informatici per agevolare il passaggio diretto delle utenti seguite presso il Centro tumori eredo-familiari che per età escono dal percorso intensificato di sorveglianza clinico-strumentale, per entrare nel percorso
█ Policlinico di Modena, sviluppo radiale di padiglioni attorno al monoblocco, 2010
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Il lavoro della Direzione non è sostitutivo di quello dei servizi tecnici ma di riorientamento finalizzato ad una razionalità complessiva per consentire, ai diversi servizi coinvolti, azioni efficaci volte al raggiungimento delle finalità aziendali.
█ Interno: apparecchiatura radiologica - mammografo
dello Screening di popolazione mediante il ricevimento diretto al proprio domicilio dell’invito ad eseguire il controllo mammografico, evitando attese di prenotazione.
CONCLUSIONI Una adeguata definizione della collocazione spaziale delle diverse aree di attività dell’ospedale, che consideri sia l’ambiente interno in relazione ai percorsi sia l’ambiente esterno rispetto agli accessi, può agevolare lo svolgimento delle attività, in modo utile a vantaggio del paziente e dell’utente; può rendere più funzionale l’ambiente lavorativo e consentire il miglioramento dell’efficienza nell’utilizzo delle risorse aziendali esistenti o in termini di investimenti.
█ Policlinco di Modena - Aula Magna Centro Servizi. Un momento dell’inaugurazione del Centro Senologico e Screening Mammografico, 8 settembre 2022
Bibliografia █ M.Carabillò, L’importanza della rete, Progettare per la Sanità, Numero 03 (2023) █ G.Crea, Per la pubblica amministrazione -Digitale non basta- La Ragione, Anno 2 Numero 95 (2022) █ G.Scaratti -CERISMAS-, Change Management (2019) █ T.Amabile et al., IDEO’s Culture of Helping, Harward Business Review (2014) █ G.Zaltman, Come pensano i consumatori -Quello che il cliente non dice e la concorrenza non sa-, (2003) █ Karl E.Weick, Senso e Significato nell’organizzazione (1997)
Gli autori
ALESSANDRO CALLEGARO1 ELENA CAZZANIGA2 DANIELA SOLIGNANI2 PIETRO TORRICELLI3 RACHELE BATTISTA4 PATRIZIA DE COSIMO5 ANNARITA GARZIA6 LAURA RIJILLO7 LORENZO BROCCOLI8 OTTAVIO ALESSANDRO NICASTRO9 CLAUDIO VAGNINI10 1 Direzione Sanitaria Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena 2 Direzione Servizio Unico Attività Tecniche 3 Direttore Struttura di Radiologia e Dipartimento Interaziendale Diagnostica per Immagini Azienda OspedalieroUniversitaria di Modena 4 Direttore Screening Mammografico Azienda Unità Sanitaria Locale di Modena 5 Direzione Professioni Sanitarie Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena 6 Direttore Professioni Sanitarie Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena 7 Direzione Amministrativa Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena 8 Direttore Amministrativo Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena 9 Direttore Sanitario Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena 10 Direttore Generale Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena
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BOLOGNA
17 - 19 APRILE 2024 Progetto e direzione
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19•21 Aprile 2024
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TECNOLOGIE
di Maria Chiara Torricelli (Foto Robert Frith)
Etica ed estetica, funzionalità e tecnologia del PAMS Healthcare Hub di Newman in Australia I valori culturali al primo posto nel progetto di Kaunitz Yeung Architecture per una “Casa della Comunità” per la popolazione aborigena australiana di Newman nella contea di East Pilbara
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TECNOLOGIE
DATI TECNICI Luogo Newman, Western Australia Funding body Australian Department of Health Committente Puntukurnu Aboriginal Medical Service Progettisti Architettura Kaunitz Yeung Architecture Structural / Building Services Prompt Engineering Landscape Architect Conrad Gargett Civil Engineer Stellen Consulting (Sistema idrico) Main Contactor Devlyn Anno di realizzazione 2020 Superficie totale 970 m2
█ PAMS Healthcare Hub Newman Courtyard (Robert Frith Acorn Photography)
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TECNOLOGIE
█ Vista del prospetto verso il parco
N
1
4602
1912
17472
1912 154716001455 1
RL 539.0
Consult Room 2 (14.5 m²)
Plant (2 m²) Staff W.C. (3.8 m²) Clean Utility Access (11.3 m²) W.C 1 (4.9 m²)
Consult Room 4 (14.5 m²)
Medication Room (15.0 m²)
Consult Room 5 (14.5 m²)
Hearing Booth Dirty (4.6 m²) Utility Access (10.9 m²) W.C./Sh 1 (6.1 m²) Clinic Reception Manager (9.1 m²) Office (15 m²)
Admin (15.0 m²)
Consult Room 1 (14.5 m²)
Child Maternal Health (17.1 m²)
5380
Waiting Area (56.0 m²)
Access W.C. 2 (5.8 m²)
1 timber decking 2 soft landscaping
3770
Corridor (92.4 m²)
Consult Room 3 (14.5 m²)
Legend 6966
Counselling Room (13.6 m²)
800 31 20 800
Treatment Room 2 (19.2 m²)
0
Dental Utility (7.4 m²)
Dental Treatment (15.1 m²)
Access W.C. 3 (5.8 m²)
2681 80
0 3120 80 20 800 800 31
2
Treatment Room 1 (19.6 m²)
Clinical Store (16.1 m²)
4926
RL 538.750
RL 538.150
2 1
E
7938
7938
W
RL 539.0 2
3
11023
Clinical Manager Office (12.1 m²) RL 539.0
1580
Store 2 (11.7 m²)
Access W.C./Sh Corporate Gov. 2 (6.8 m²) (9.5 m²)
3591
Renal Ready Room (4 Chairs) (59.0 m²)
CEO's PA (10.7 m²)
CEO's Office (15.0 m²)
Store (10.0 m²)
IT Room (4 m²) W.C. 1 (3.2 m²) W.C. 2 (3.2 m²)
Store/Office (18.6 m²)
Staff Room (23.5 m²)
Access W.C./Sh 3 (6.8 m²) 1
6990
1890
3270
Meeting Room (31.6 m²)
Office (90.1 m²)
6425
3045
█ Planimetria alla quota del piano terra
0 3397 50 80 800 30
Program Manager Office (10.6 m²)
Operations Manager Corr. Office (30.4 m²) (11.0 m²)
8156
RL 538.750
1 1890
3375
1890 1726
S
PRELIMINARY DATE
documents and drawings prepared by G ARCHITECTURE and any works executed ments and drawings shall remain the property n vest in KAUNITZ YEUNG ARCHITECTURE
ustrated on this document is to be checked ite. iscrepancies refer to architect prior to of the work. wings manually or electronically
Parliamo oggi molto di umanizzazione dell’architettura per la salute, sempre più siamo consapevoli che questo principio debba essere declinato localmente, a partire dai grandi temi universali dei diritti umani, delle identità, delle sensibilità e delle culture. La umanizzazione dei luoghi di cura è uno dei fattori che spinge la progettazione per la salute ad abbandonare il linguaggio “internazionale” che si è affermato nel XX secolo nelle società occidentali, e spesso è stato ed è esportato, manifesto di un’architettura che esibisce efficienza scientifica e tecnologica dei servizi sanitari. La umanizzazione del progetto dei luoghi di cura impone di riflettere sulle esigenze, sulle culture, sulle risorse materiali e immateriali che una comunità esprime. Se questo discorso vale a tutti i livelli di complessità delle strutture architettoniche per la sanità, esso assume una rilevanza particolare per quei servizi dove la cura è più prossima alle persone, alla vita di tutti i giorni, sia per promuovere la salute che per fare fronte alla malattia. Il dibattito su queste questioni è particolarmente attuale in Italia a seguito del necessario
25.01.19 NORTH
REV
-
ISSUE
DA Submission
CHECKED BY
ETW
PROJECT NAME:
NO
DA-102
REV
PAMS HEALTHCARE HUB, NEWMAN Mindarra Drive, Newman WA
TITLE
PROPOSED GROUND FLOOR PLAN
KAUNITZ YEUNG ARCHITECTURE Level 3, 63 William St Darlignhurst T +61 2 9007 2098 PHASE
SCALE
DA 1 : 250 @ A3
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DATE
30.01.19
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TECNOLOGIE
█ Veduta aerea
rilancio della medicina territoriale, pur negli incerti programmi per realizzare “Case della Comunità” che offrano servizi socio-sanitari in rete per andare incontro ai cittadini, con continuità, anche nelle aree più disagiate, più isolate, più dimenticate. Vale allora raccontare la storia di questo progetto lontano, ma paradigmatico di come l’architettura possa interpretare e dare espressione estetica a valori etici condivisi, alla funzionalità, alla sostenibilità sociale e ambientale.
virsi degli ospedali moderni presenti a Perth, troppo lontani dalla comunità e dai suoi costumi. Il brief di progetto prevedeva la realizzazione di una struttura che ponesse al centro la comunità, la salute, il benessere, fosse inserita nel territorio e incorporasse la cultura locale, senza rinunciare a fornire servizi socio-sanitari di alto livello. Il centro ospita la clinica di cure primarie, quattro poltrone di emodialisi e gli spazi per gli uffici direzionali del PAMS. La clinica di cure primarie comprende la medicina di base, il centro di salute materno infantile, ambulatori odontoiatrici, ambulatori di cura e di assistenza sanitaria per i me-
IL PROGETTO PUNTUKURNU ABORIGINAL MEDICAL SERVICE (PAMS) Il Puntukurnu Aboriginal Medical Service (PAMS) è un servizio sanitario che opera nell’Australia occidentale, è gestito da una organizzazione no-profit, controllata dalla comunità aborigena. L’Healthcare Hub è situato a Newman, piccola città (10.000 abitanti) nella contea del Pilbara orientale nell’Australia occidentale, che dista dalla popolosa e moderna città di Perth più di 1.000 km. Si tratta del primo servizio di base realizzato a Newman, dove operano medici visiting e operatori sanitari ausiliari, è rivolto alle comunità della città e alle comunità dei deserti di Great Sandy, Little Sandy e Gibson. È questa una zona tra le più isolate dell’Australia, la città di Newman vi fu fondata nel 1968, da una delle compagnie che sfruttano ancora oggi i ricchi giacimenti di ferro del deserto. Il paesaggio è caratterizzato da una terra finissima, rossa, in alcuni tratti segnata dai letti asciutti dei fiumi, legata a questa terra la popolazione aborigena conserva una cultura millenaria, secondo leggi non scritte che interpretano il rapporto tra umano e natura. La salute fa parte di questa cultura, ma la popolazione non ama ser-
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█ La corte interna
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TECNOLOGIE
█ Bocchetta di caduta dell’acqua piovana e struttura del solaio contro terra della corte (foto Stellen)
dici in visita da Perth. Il progetto nasce all’interno del piano strategico di PAMS, volto a superare le diseguaglianze sociali e sanitarie delle comunità aborigene con servizi di base, per acuti e servizi di prevenzione. Il progetto ha risposto a questi obiettivi prima di tutto innescando un processo di co-progettazione, grazie alla esperienza maturata da Kaunitz Yeung Architecture già nel progetto per le cliniche Punmu & Parnngurr, anch’esse servizi PAMS, ultimate nel 2018. Si è trattato di un processo che ha impegnato anni, con momenti formali e informali, per imparare dalla comunità e condividerne i valori e le esigenze. La tipologia a corte per lo Healthcare di Newman è il tema centrale del progetto: la corte ripara dai venti forti del deserto, dal sole, vi può crescere una vegetazione accogliente e le persone possono riunirsi all’aperto in un ambiente protetto, familiare e che al contempo salvaguardia la privacy. La corte divide e mette in relazione gli spazi sanitari con quelli amministrativi e lungo l’asse longitudinale permette da un lato l’accesso dal parcheggio, dall’altro l’accesso al parco pubblico antistante che fa parte del progetto. La copertura gioca un ruolo funzionale, ambientale ed energetico importante in questa zona caratterizzata da clima tropicale. Dal lato del parcheggio si solleva a creare un portico che protegge l’accesso; sulle due ali che costituiscono l’edificio ricade verso la corte, pavimentata in legno di latifoglie australiane per essere confortevole anche a piedi nudi, nonostante il calore del terreno. L’acqua piovana della copertura (le piogge sono abbondanti solo per pochi giorni in un anno), è scaricata senza pluviali da bocchette in corrispondenza della linea di gronda e viene convogliata nella parte centrale della corte, piantata con alberi maturi di Eucalyptus Vitrix, creando un ruscello effimero a richiamare i segni dei letti dei fiumi per lo più asciutti, caratteristici del paesaggio di queste terre. L’acqua piovana viene quindi trasportata nel terreno e in piccole linee di drenaggio del sottosuolo fino al sistema di drenaggio delle acque piovane della città. La copertura è dotata di un campo fotovoltaico con una potenza di 150 kW, in grado di fornire il 100% dell’elettricità dell’edificio quando il sole splende. Poiché l’edificio è quasi interamente utilizzato durante il giorno, e il clima è caratterizzato da 330 giorni all’anno soleggiati, il fotovoltaico fornirà presumibilmente più dell’85% dell’elettricità necessaria. La struttura e il manto di copertura sono costituiti da profilati di acciaio e lamiera di acciaio verniciata. Un controsoffitto in cartongesso e isolamento separa la copertura dagli ambienti sottostanti.
ARCHITETTURA E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
█ La cancellata artistica tra la corte e il parco
La scelta estetica, strutturale, costruttiva più caratterizzante del progetto è quella della soluzione tecnica adottata per le pareti portanti in pisé, o terra cruda battuta, realizzate con un conglo-
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TECNOLOGIE
█ Veduta notturna dal parco
merato della terra rossa locale. Esteticamente questa soluzione lega intimamente l’edificio alla luce e alla matericità del deserto rosso della regione, un segno di identità e appartenenza che parla alla vista, al tatto, all’odore. I progettisti raccontano dell’emozione con cui la popolazione, che seguiva la realizzazione della sua “Casa della Salute”, ha accolto questa soluzione al momento del disarmo delle casseforme. Sotto il profilo tecnologico le pareti presentano elevate prestazioni strutturali e di comfort, con una soluzione massiva, ad alta inerzia meccanica e termica. Dal punto di vista della sostenibilità ambientale la soluzione riduce l’energia incorporata nell’edificio, ovvero quella che sarebbe stata necessaria con un’altra soluzione per la produzione e il trasporto al cantiere di materiali e componenti, contribuendo a migliorare il bilancio complessivo dell’uso di risorse energetiche nel ciclo di vita. Le pareti strutturali in pisé faccia a vista, realizzate per getto della terra allo stato secco-umido in casseforme di dimensione contenuta, rivelano il procedimento costruttivo nella testura ritmata dai segni dei pannelli delle casserature e dei distanziatori.
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█ Dettaglio della parete in terra cruda pisé e di uno schermo artistico
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TECNOLOGIE
1. Lamiera di acciaio verniciata 2. Profilati di acciaio 3. Profilato verniciato a polvere 4. Scossalina 5. Elemento strutturale 6. Fessura nelle travi e canale di gronda 7. Controsoffitto su orditura metallica -OM8. Parete in terra cruda pisé 300 mm 9. Controparete isolata in cartongesso su OM, lastra interna in fibrocemento e rivestimento di tenuta all’acqua 10. Vetrata a tutta altezza 11. Artefatto a schermatura della vetrata 12. Sopraluce interno 13. Rivestimento esterno in lamiera allineato con schermatura della vetrata 14. Bocchetta in acciaio zincato saldata al canale di gronda e relativo profilato strutturale C1, allineata con la parete in pisé, con funzione di pluviale 15. Dettaglio in pianta di 14 16. Architrave inserito nella parete in pisé
█ Disegni esecutivi delle chiusure esterne verticali e di copertura
ARTE E COMUNITÀ NELL’ARCHITETTURA Un altro aspetto interessante di questo progetto e del senso di comunità che lo ispira è rappresentato da come sono stati integrati nel processo di progettazione e realizzazione alcuni artefatti che esprimono, come dicono i progettisti, le credenze e i sogni delle persone coinvolte. I progettisti hanno indicato di quali artefatti c’era bisogno per integrarli nell’edificio non come elementi aggiunti, ma come parte del sistema. Così diciannove artisti, scelti nelle comunità e dalle comunità stesse, hanno progettato delle opere grafiche e pittoriche che sono state trasposte in scansioni per tradurle in oggetti di arte a costituire schermi delle aperture e cancellate. Ne è nato un originale dialogo tra artefatti, architettura, contesto naturale (la luce diurna) e spazi destinati alle diverse attività. L’arte come contributo alla umanizzazione che si realizza sia nel processo di progettazione e costruzione sia nelle opere e nel modo in cui possono essere vissute.
PREMI Good Design Australia; International Union of Architects -UIA-; The Chicago Athenaeum Museum of Architecture & Design + The
European Centre for Architecture Art Design and Urban Studies: International Architecture Award - Hospitals / Medical Centres e Green Good Design; Building Better Healthcare Awards.
Ringraziamenti e riferimenti Le informazioni utili per la scrittura e la illustrazione dell’articolo sono state fornite direttamente dallo studio Kaunitz Yeung Architecture. Documentazione sul progetto anche in https://kaunitzyeung.com/project/rammed-earth-health-hub/ e in Rory Hide, Bill of health, The Architectural Review 9 october 2023. Si ringrazia per la documentazione e la revisione dell’articolo, in particolare l’architetto David Kaunitz.
L’autrice
MARIA CHIARA TORRICELLI Architetto, già professore ordinario di Tecnologia dell’Architettura è adesso professore onorario presso l’Università di Firenze. Membro del Centro interuniversitario di ricerca Sistemi e Tecnologie per le Strutture Sanitarie, Sociali e della Formazione -TESIS, del Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera -CNETO, della Società Italiana di Tecnologia dell’Architettura - SITdA.
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PROGETTAZIONE
di Tiziana Ferrante, Nicoletta Setola, Teresa Villani, Elena Bellini, Federica Romagnoli
Innovazione e Cura: la progettazione di spazi smart per l’assistenza agli anziani Vengono rappresentati i primi risultati delle ricerche in corso del progetto Age-It1 indirizzate allo sviluppo di criteri progettuali innovativi basati su tecnologie ICT per promuovere salute e benessere di anziani e caregiver La riorganizzazione dei servizi sanitari per il continuum assistenziale della popolazione anziana prevista dalla Riforma dell’assistenza territoriale2 rende opportuno ripensare gli spazi dedicati alle cure primarie e all’assistenza domiciliare, al fine di renderli più inclusivi, sicuri e confortevoli, considerando l’integrazione di nuovi dispositivi tecnologici ICT. In tale contesto, le attività di due gruppi di ricerca (Task 1.2 e 1.3, WP1 dello Spoke 9) di Age-It3, si concentrano sullo studio delle 1 Partenariato Esteso Age-It (finanziato dalla Missione 4 “Istruzione e ricerca” del PNRR) che attraverso un network di Università, enti di ricerca e imprese, mira a rendere l'Italia un polo scientifico leader nella ricerca sull’invecchiamento attraverso lo studio e sviluppo di soluzioni socioeconomiche, biomediche e tecnologiche (https://ageit.eu/wp/). 2 Cfr. Decreto 23 Maggio 2022, n. 77. Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio Sanitario Nazionale. 3 Task 1.2, responsabile prof.ssa N.Setola, Università degli Studi di Firenze; Task 1.3, responsabile prof.ssa T. Ferrante, “Sapienza” Università di Roma, coordinamento WP1, Spoke 9 Age-It “Sapienza” Università di Roma.
caratteristiche spaziali e tecnologiche di due setting tra i più rilevanti per l’assistenza all’anziano: le Case di Comunità (CdC) e il Domicilio quale “primo luogo di cura”. Per entrambi i setting è stata strutturata un’analisi di best practices finalizzata alla definizione di indirizzi progettuali di spazi “smart” secondo una visione integrata utente anziano-dispositivo-spazio.
SENSORY DESIGN: PROGETTARE L’ACCOGLIENZA Il primo gruppo di ricerca dell’Università degli Studi di Firenze si sta occupando dello studio dell’accoglienza delle strutture sanitarie territoriali per le cure primarie (CdC), attraverso ambienti sensoriali e tecnologie integrate per promuovere la salute e favorire: abbattimento dello stress pre-prestazione sanitaria; riabilitazione fisica e mentale; invecchiamento sano e attivo; prevenzione di patologie croniche.
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PROGETTAZIONE
Tabella 1: Estratto dai casi di studio analizzati A) ACCOGLIENZA E SPAZI DI ATTESA, ASSISTENZA PRIMARIA TERRITORIALE E CDC DATI GENERALI SOLUZIONI PROGETTUALI CATEGORIZZATE PER REQUISITI CASO STUDIO AREA EFFICACIA SOLUZIONI DI STRATEGIE DI PROMOZIONE INVECCHIAMENTO LUOGO ANNO PROGETTISTA (MQ) DEL LAYOUT COMFORT RESTORATION DELLA SOCIALITÀ ATTIVO E IN SALUTE Purmerend, The Studio Roelof Dijklander Hospital 2022 1.780 ü ü ü ü Netherlands Mulder, Ira Koers Health Municipal Clinic Liffol-Le-Grand, 2021 Studiolada ü ü ü ü ü in Liffol-Le-Grand France Taverny Medical Centre Taverny, France
2020
Maaj Architectes
1.095
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2020
JKMM Architects
116.000
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2019
White Architects
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2018
Medical Architecture
2.761
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2016
Mecanoo
38.500
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2022
Bogdan & Van Broeck
9.375
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Gibraleon, Spain 2020
Javier Terrados Estudio de Arquitectura
ü
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Jyvaskyla, Finland Lindesberg health Lindesberg, centre Sweden The Jean Bishop Kingston upon Integrated Care Centre Hull, UK Zaandam, The Zaans Medical Centre Netherlands Bijgaardehof CoHousing and Ghent, Belgium Healthcare Center
Hospital Nova
Health Center at Gibraleón Health Municipal Clinic Void-Vacon Primary Care Centre Barcelona Healthcare Center in Tordera Centros Municipales de Salud in Madrid Orbis (now Zuyderland) Medical Centre Kentish Town Health Centre Heart of Hounslow Polyclinic
Void-Vcon, France Barcelona, Spain
2014 2013
Studiolada Josep Camps & Olga Felip Carles Muro + Charmaine Lay
ü 705
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1.600
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Tordera, Spain
2010
Madrid, Spain
2010
Estudio Entresitio
5.430
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Sittard-Geleen, 2010 The Netherlands
De Zwarte Hond
73.850
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London, UK
2009
London, UK
2007
Allford Hall Monaghan Morris Penoyre & Prasad 8.800 (now Perkins&Will)
Riscontrando, dall'analisi della letteratura, la carenza di indirizzi per la progettazione degli spazi di accoglienza delle CdC (così come definite dal DM77/20022), la ricerca si è indirizzata verso lo studio di best pratices per individuare soluzioni tecnico-progettuali significative, applicate alla specificità del contesto. Si è quindi proceduto alla sistematizzazione delle invarianti ricorrenti nei casi di studio ed alla loro successiva "traduzione" in input di progetto, integrandoli con ulteriori spunti di innovazione dedotti da altri contesti con diverse utenze, al fine di poterli finalizzare all'applicazione di un progetto di accoglienza sensoriale delle CdC. Sono state identificate 3 aree di indagine: █ Accoglienza e Spazi di Attesa; █ Assistenza primaria territoriale e CdC; █ Sensory Design. Nella prima area, sono state analizzate sale di attesa ambulatoriali e Linee Guida per gli spazi di accoglienza (ad es. Health Building
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Notes, UK), per definire modelli di spazio di attesa che differiscono per configurazione di layout e caratteristiche fisiche (materiali, oggetti, forme) e ambientali (luci, colori, suoni), verificando la qualità degli spazi e la loro percezione nella fruibilità dell’ambiente e nelle affordance degli oggetti presenti. Nella seconda, sono state analizzate strutture di assistenza primaria territoriale (Primary Care, Community Hospitals, Community Centres) e Case della Salute che presentano soluzioni di progetto per l’Active and Healthy Ageing e la Promozione della Salute. I casi studio di entrambe le aree (tab.1 A) sono stati sistematizzati sulla base di 5 categorie: █ Efficacia del Layout; █ Soluzioni di Comfort; █ Strategie di Restoration; █ Promozione della Socialità; █ Invecchiamento Attivo e in Salute.
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PROGETTAZIONE
Tabella 1: Estratto dai casi di studio analizzati B) SENSORY DESIGN DATI GENERALI CASO STUDIO
LUOGO
ANNO
Hospital Mare de Déu de la Mercé
Gràcia, Spain
2021
Proton Beam Therapy Centre
London, UK
2021
Art in site
Sight&Sound Centre, Great Ormond Street Hospital
London, UK
2021
Art in Site
Chelsea and Westminster Hospital
London, UK
2019
NEXUS8 Traumatology Murcia, Spain Clinic
2019
HUS Helsinki University Hospital
Helsinki, Finlande
2018
The Human Body, SJD Hospital
Barcelona, Spain
2016
Royal Alexandra Children’s Hospital
Brighton, UK
2016
Finestre dei Sogni, Meyer Hospital
Florence, Italy
2016
Royal London Hospital London, UK
2013
Hopital gèrontologique Chevreuse, de Chevreuse France
2012
Breda, The Netherlands
2010
Instituut Verbeeten
PROGETTISTA
Estudio de Architectura MAGICARCH
SOLUZIONI PROGETTUALI CATEGORIZZATE PER REQUISITI AREA (MQ)
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237
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1.794
Prestwick Care Homes North East, UK
Nella terza (tab. 1b) sono state selezionate soluzioni innovative di oggetti e spazi sensoriali per il rilassamento e l’abbattimento dello stress nelle strutture sanitarie, anche in rapporto all’interazione e all’attività fisica, considerando l’uso del sensoriale come distrazione positiva durante l’attesa, anche in altri contesti in cui è già comune (ad es. in ambito pediatrico, o di Disturbi dello Spettro Autistico); per persone con demenza; a scopo riabilitativo (fisioterapia, supporto psicologico). Questi casi, molto diversi tra loro, sono stati analizzati sulla base delle seguenti categorie: █ Tipologia di Spazio; █ Strategie di Rilassamento; █ Promozione del Movimento; █ Tecnologie Integrate. A titolo esemplificativo, nel caso studio Health Municipal Clinic in Liffol-Le-Grand (fig. 1), una Casa della Salute francese, è stata fatta un’analisi di Efficacia del Layout (stanza di attesa centrale), Soluzioni di Comfort (uso del grigliato in vimini, colori caldi e te-
TECNOLOGIE INTEGRATE
ü ü
Cottrell & Vermeulen, Morag Myerscough
Wiegerink
STRATEGIE DI RILASSAMENTO
12
Rai Pinto Studio, Rubio Arauna Studio
PROMOZIONE DEL MOVIMENTO
TIPOLOGIA DI SPAZIO
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nui, legno naturale e arredi di tipo domestico), Restoration (verde all’ingresso), Promozione della Socialità (uso della sedia Liffol di produzione locale, spazi comuni all’aperto), Invecchiamento Attivo (promozione dell’uso delle scale) e in Salute (spazio per il mercato cittadino, promozione del cibo sano). Nel caso studio The Human Body (fig. 2), è stato invece preso come riferimento l’atrio di ingresso (Tipologia di Spazio) dell’Ospedale Pediatrico di Barcellona, in cui è stata effettuata un’installazione interattiva sensoriale per abbattere lo stress e distrarre i bambini attraverso il gioco (Strategie di Rilassamento) durante l’attesa. L’installazione, ispirata agli apparati del corpo umano, promuove il Movimento, avviandosi all’interazione della persona, attraverso Tecnologie Integrate come i sensori di presenza per l’accensione di luci colorate o il lancio di palline colorate, una proiezione immersiva che riproduce i movimenti del corpo, uno schermo interattivo che dirige il “cervello” dell’installazione, etc. Questa soluzione può costituire uno spunto per l’applicazione di tecnologie innovative sensoriali simili nel contesto dell’invecchiamento sano e attivo nelle strutture sanitarie territoriali.
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PROGETTAZIONE
█ Figura 1
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PROGETTAZIONE
█ Figura 2
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PROGETTAZIONE
█ Figura 3
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PROGETTAZIONE
█ Figura 4
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PROGETTAZIONE
SMART HOME E HOME CARE: UN’ANALISI DI BEST PRACTICE
█ alloggi prototipali: alloggi sperimentali a scopo didattico, di-
Il secondo gruppo di ricerca di “Sapienza” Università di Roma si occupa dello studio del rapporto tra anziani, caregiver e ambiente domestico nelle attività di Home Care, finalizzato alla definizione di caratteristiche ottimali delle abitazioni, funzionali alla valutazione di alternative progettuali per l’adattabilità dell’alloggio, in forma di linee guida. Alla luce del ruolo sempre più rilevante che svolgono le tecnologie per l’Ambient Assisted Living (AAL) è stata effettuata, mediante desk activity, una ricognizione di casi studio di alloggi smart per l’home care per analizzare le caratteristiche degli spazi contestualmente alle soluzioni tecniche per l’integrare i dispositivi tecnologici assistivi. I criteri di selezione dei 50 casi studio analizzati (tab. 2) hanno incluso:
mostrativo o di studio progettati secondo principi di Inclusive Design che hanno integrato sistemi domotici a supporto dell’autonomia degli anziani assisiti (o di altri tipi di utenza con ridotta autosufficienza quali persone con disabilità motorie e/o cognitive); █ alloggi assistiti: appartamenti protetti (o semi-protetti) dove assumono particolare importanza le tecnologie a supporto della sicurezza e del monitoraggio della salute delle persone, dedicati agli anziani parzialmente autosufficienti; █ alloggi pre-dimissioni: unità abitative ad uso temporaneo solitamente situate all’interno o nei pressi di strutture ospedaliere e dotate di sistemi domotici utili allo svolgimento di attività riabilitative e terapeutiche.
Tabella 2: Estratto dai casi di studio di Smart Home per Home Care analizzati DATI GENERALI
SOLUZIONI PROGETTUALI CATEGORIZZATE PER REQUISITI
CASO STUDIO Borgo Mazzini Smart Co-Housing
Cà Bonaparte
Corte Roncati
TIPO LUOGO
ANNO
COMMITTENTE
PROGETTISTI
Treviso (IT)
2018
I.S.R.A.A.
Made Associati; I.S.R.A.A.
Alloggi per anziani
ü
2009
Provincia di Parma; Regione Emilia Romagna; Fondazione CariParma
Università degli Studi di Parma
Alloggio dimostrativo in una struttura residenziale
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2007
Fondazione Carisbo; Azienda Usl di Bologna; Regione Emilia-Romagna
Centro Regionale Ausili - Ausl Bo U.O. Tecnica Aziendale
2 Alloggi sperimentali
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ü
Neviano degli Arduini – Parma (IT)
Bologna (IT)
SICUREZZA
BENESSERE
FRUIBILITÀ ü
Casa Rusconi
Trieste (IT)
2015
ITIS
progettisti tecnici di Itis e il personale di Alloggi protetti Bticino e tecnici di You us
Aware Home
Atlanta – Georgia (USA)
2002
Georgia Institute of Technology
Georgia Tech
Alloggio sperimentale
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ü
Ambienti e spazi dimostrativi
ü
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ü
Alloggio predimissione
Cardiff Smart House / Independent Living Centre
Cardiff (UK)
2015
Cardiff Council, the Vale of Glamorgan Independent Council and Living Centre Cardiff and Vale University Health Board
Nuova Casa Agevole
Roma (IT)
2023
Asl Roma2
-
ASPETTO
GESTIONE
INTEGRABILITÀ
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(continua a pag. 40)
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PROGETTAZIONE
DATI GENERALI
SOLUZIONI PROGETTUALI CATEGORIZZATE PER REQUISITI
CASO STUDIO
TIPO LUOGO
ANNO
COMMITTENTE
PROGETTISTI
SICUREZZA
BENESSERE
FRUIBILITÀ
ASPETTO
GESTIONE
INTEGRABILITÀ
Casa domotica di Saint Marcel / Maison Equipée”
Aosta (IT)
2008
Regione Val d’Aosta e Comune di Aosta
-
Alloggio temporaneo
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Casagevole
Roma (IT)
2004
Fondazione Santa Lucia; Regione Lazio
Fabrizio Vescovo
Alloggio dimostrativo
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Chris and Sally’s House
WatfordLondra (UK)
2018
BRE Group
HLP Architects; Akzo Nobel; Alloggio John Lewis; sperimentale/ dimostrativo Polypipe; ROCKWOOL
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Giovanni Del Zanna per conto di HBgroup
Alloggio pre-dimissione
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Casa Domotica del DAT (Domotica, Ausili, Terapia occupazionale)
Milano (IT)
2007
Fondazione Don Carlo Gnocchi; centro IRCCS S. Maria Nascente
Garden Loft / FAB House
Calgary 2008 – Alberta (CA)
The Garden Loft
The Garden Loft
Alloggio dimostrativo
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Gator Tech Smart House (GTSH)
Gainesville - Florida (USA)
2005
University of Florida
Mobile and Alloggio Pervasive sperimentale Computing Lab
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HIS platform
Grenoble (FR) 2008
Faculty of Medicine of Grenobl
TIMC-IMAG Laboratory
Alloggio sperimentale
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i-LAB
Alloggio didattico
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Domotic & Assistive Merano Technology Lab – Bolzano (IT) / i-LAB
2019
Fondazione Cassa di Risparmio; Provincia Autonoma di Bolzano; Ufficio Sviluppo della Cooperazione, dalla Comunità Comprensoriale del Burgraviato; Comune di Merano
National Demonstration Home
California (USA)
2009
Eskaton Ltd.
Eskaton Ltd.
Alloggio dimostrativo
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Casa Domotica
Seregno – Monza e Brianza (IT)
2010
Ospedale di Seregno
-
Alloggio assistito
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Casa Facile
Sondalo – Sondrio (IT)
2015
Ospedale Eugenio Morelli di Sondrio
Marzia Morena
Alloggio pre-dimissioni
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Casa Amica - Presidio Riabilitativo Borsalino
Alessandria (IT)
2023
Fondazione Uspidalet Onlus. Kouchnerova
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Alloggio pre-dimissioni
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2008
Regione Lombardia e dall’ALER di Brescia
AIACE Srl - Società di Ingegneria
Alloggi per anziani
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2022
Fondo europeo di sviluppo regionale e Interreg V-A Italia -Austria 2014-2020
Giuseppina Scavuzzo; Alloggio Paola sperimentale Limoncin; Anna Dordolin
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Residenze per Anziani B.I.R.D.
SENSHOME
Brescia (IT)
Bolzano (IT)
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(continua a pag. 41)
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PROGETTAZIONE
DATI GENERALI
SOLUZIONI PROGETTUALI CATEGORIZZATE PER REQUISITI
CASO STUDIO
TIPO LUOGO
Smart Cottage for Seniors
McKeesport, Pennsylvania (USA)
Mi Smart House
Liverpool
Smart Medical Home
Ausilia
ANNO
COMMITTENTE
PROGETTISTI
Blueroof Technologies
Blueroof Technologies
SICUREZZA
BENESSERE
FRUIBILITÀ
ASPETTO
GESTIONE
INTEGRABILITÀ
Alloggio dimostrativo
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2013
UK’s Technology Strategy Board
Alloggio dimostrativo
Rochester, New York (USA)
2005
University of Rochester’s Center for Center for Future Future Health Health
Alloggio sperimentale
Trento (IT)
2018
Provincia autonoma di Trento
Alloggio predimissioni
Università di Trento
Per ogni caso studio è stata osservata la configurazione in termini di layout distributivo-funzionale degli ambienti, le soluzioni progettuali adottate in relazione ai requisiti essenziali e sono stati individuati i dispositivi AAL presenti classificandoli, a seconda della funzione, rispetto alle categorie stabilite dallo studio TAALXONOMY4 (Health & Care; Living & Buildings; Safety & Security; Mobility & Transport; Work & Training; Vitality & Abilities; Leisure & Culture; Information & Communication). Di ogni sistema AAL sono state osservate le componenti hardware (server, sensori ed infrastruttura di funzionamento), la relativa collocazione nello spazio e l’integrabilità con elementi tecnici o arredi. A titolo esemplificativo, il prototipo “Chris and Sally’s House” (fig. 3), realizzato nel Regno Unito adattando un’abitazione preesistente per ospitare una coppia di anziani ed un caregiver, è stato analizzato, al pari degli altri casi studio, mettendo in evidenza l’approccio progettuale rispetto alle soluzioni adottate in termini di Sicurezza (es. configurazione degli spazi per facilitare il monitoraggio dell’assistito da altri ambienti; scelta di pavimentazioni antiscivolo e di arredi con spigoli smussati predisposizione di rilevatori di fumo a soffitto); di Benessere (es. dimensionamento ottimale delle aperture per incrementare la luce naturale; sensori per il controllo automatico dell’illuminazione, della temperatura e della qualità dell’aria indoor connessi a sistemi di ventilazione artificiale e di apertura automatica delle finestre); di Fruibilità (es. ampiezza dei passaggi; vicinanza tra gli spazi dedicati alle attività di cura dell’assistito; collocazione di interruttori e sistemi di controllo in modo da essere facilmente raggiungibili); di Attrezzabilità/Integrabilità impiantistica degli elementi tecnici (es. possibilità di installare dispositivi di sostegno e sistemi di sollevamento; sovrabbondanza di prese elettriche per l’uso di ausili e macchinari) e di Gestione (es. 4 Cfr. https://www.taalxonomy.eu/en/
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collocazione di un server per il controllo centralizzato dei sistemi AAL all’interno di un ambiente tecnico facilmente ispezionabile). Queste caratteristiche sono state sistematizzate all’interno di una scheda che fornisce una rappresentazione sintetica della lettura dei casi esaminati (fig. 4).
CONCLUSIONI I risultati dell’analisi delle best practices relative ai due setting per l’assistenza all’anziano (CdC e Domicilio) costituiranno un primo riferimento utile alla ‘traduzione’ di quanto osservato in criteri progettuali utili alla promozione della salute e del benessere di anziani e caregiver attraverso un approccio integrato basato su un’approfondita comprensione delle esigenze degli utenti e delle possibilità di integrare in modo più efficace le tecnologie ICT all’interno di spazi fisici destinati all’assistenza sanitaria.
Le autrici TIZIANA FERRANTE TIZIANA FERRANTE FEDERICA FEDERICA ROMAGNOLI ROMAGNOLI TERESA VILLANI VILLANI TERESA “Sapienza” Università Universitàdi diRoma, Roma,TESIS TESISCentro CentroInteruniversitario Interuniversitario “Sapienza” di ricerca Sistemi e Tecnologie per le Strutture Sanitarie, Sociali di ricerca e della Formazione. Sistemi e Tecnologie per le Strutture Sanitarie Sociali NICOLETTA SETOLA e della Formazione - Roma NICOLETTA SETOLA ELENA BELLINI ELENA BELLINI Università degli Studi di Firenze, TESIS Centro Interuniversitario di ricerca Sistemi e Tecnologie le Strutture Sanitarie, Sociali Università degli Studi di Firenze,per TESIS Centro Interuniversitario e della Formazione. di ricerca Sistemi e Tecnologie per le Strutture Sanitarie, Sociali e della Formazione - Firenze
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di Arturo Zenorini
Il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica Alla struttura esistente - dove è attivo dal 2010 un acceleratore di particelle in grado di consentire l’adroterapia sia con protoni sia con ioni carbonio - si affiancherà entro il 2024 un nuovo edificio che conterrà una nuova protonterapia con gantry rotante e un acceleratore per la produzione di neutroni finalizzato a una terapia sperimentale, la BNCT (Boron Neutron Capture Therapy)
█ Render progetto espansione
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IN CANTIERE
█ Dr. Sandro Rossi
█ Prof.ssa Monica Necchi
Nato a Pavia nel 2001 e operativo dal 2011, con oltre 4.700 pazienti trattati fino a oggi, il CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) si basa su una forma avanzata di radioterapia che impiega fasci di particelle (protoni e ioni carbonio, detti “adroni”) per colpire con estrema precisione le cellule tumorali, risparmiando i tessuti sani circostanti. L’adroterapia, inclusa tra le cure coperte dal Ssn, è indicata nel trattamento di neoplasie resistenti alla radioterapia convenzionale (con raggi X) e per quelle non operabili, perché situate vicino a organi critici. «Grazie al suo sincrotrone (un particolare acceleratore di particelle) [fig.1], il CNAO è l’unico centro italiano, e uno dei 6 in tutto il mondo, in grado di effettuare l’adroterapia sia con protoni che con ioni carbonio» spiega Sandro Rossi, direttore generale CNAO. «Questi ultimi, in particolare, sono in grado di provocare un danno al Dna della cellula tumorale tre volte maggiore rispetto a quello generato dai raggi X. Gli altri centri duali che utilizzano sia protoni che ioni carbonio si trovano in Germania, Austria, Giappone e Cina. Nei prossimi anni, grazie a una serie di importanti progetti che stanno prendendo vita e che includono, oltre all’ampliamento della struttura, l’adozione di tecnologie all’avanguardia e l’introduzione di metodiche innovative (come la Boron neutron capture therapy, BNCT), CNAO diventerà uno dei più completi centri al mondo per il trattamento di tumori complessi».
fino a 320 mm di profondità, afferma Monica Necchi, responsabile Progetto Espansione. «Gli ioni carbonio, invece, coprono un range di profondità che va da 30 mm a 270 mm. Gli adroni elettricamente carichi, essendo pesanti, sono poco deflessi negli urti con i componenti dei tessuti e hanno quindi un percorso praticamente rettilineo nella materia attraversata. La loro carica elettrica ionizza le mole-
LA STRUTTURA ATTUALE, ASPETTI FISICI E CLINICI Il fascio di protoni può variare da un’energia minima, che permette di arrivare a 30 mm di profondità, a quella massima che penetra
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LA NUOVA AREA La nuova area, che si svilupperà su due piani, per un totale di circa 4.000 metri quadri, comprenderà, oltre all’ulteriore acceleratore di protoni collegato a una nuova sala trattamento con testata rotante (gantry), che permette al fascio di colpire il tumore da molteplici direzioni, e all’acceleratore compatto di particelle per la produzione di neutroni, finalizzato alla BNCT, due sale per la BNCT, una per il trattamento e una per la ricerca, nuovi spazi legati all’accoglienza dei pazienti, tra cui una sala d’attesa di 250 metri quadri, nuovi spazi dedicati alla preparazione ai trattamenti di adroterapia, nuovi laboratori per l’attività di ricerca. Caratterizzato da soluzioni architettoniche eco-sostenibili e dalla presenza di fonti geotermiche che permetteranno di evitare l’impiego di combustibili fossili e la produzione di fumi inquinanti, il progetto prevede anche un’area verde di 6.200 metri quadri.
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█ Fig. 1 - Sincrotrone
█ Dott.ssa Ester Orlandi
cole dei tessuti, rilasciando la maggior parte della propria energia negli ultimi centimetri del percorso e il punto di arresto si chiama “picco di Bragg”: essi sono quindi in grado di danneggiare preferenzialmente i tessuti malati, in quanto cedono energia là dove si trova il tumore. Il piano di cura consente idealmente di suddividere il tumore a “fette”, a diverse profondità. A ciascuna fetta corrisponderà una profondità di penetrazione del fascio di particelle».
Il fascio che colpisce le cellule del tumore agisce come un “pennello”, con una precisione di 200 micrometri (due decimi di millimetro), specifica Necchi: «questa accuratezza è possibile grazie a: 1) una sorveglianza continua del paziente, tramite telecamere a infrarossi che misurano gli spostamenti tridimensionali, per seguire eventuali movimenti del corpo (il respiro, per esempio) che possono cambiare la posizione del tumore; 2) due magneti di scansione che, sulla base delle indicazioni del sistema di monitoraggio dei fasci, muovono il “pennello” lungo la sagoma del tumore; 3) un sistema di Dose delivery (Dds) a scansione attiva, formato da due rivelatori di particelle, che misurano in tempo reale il fascio erogato. Nel momento in cui il Dds si accorge di avere erogato la giusta dose di fascio, ordina a quattro magneti veloci, installati lungo la linea di estrazione, di deviare il fascio verso un “dump” (un blocco di piombo) in modo che al paziente non arrivi dose aggiuntiva rispetto a quella prevista dal piano di cura». In base a quanto stabilito nel piano di cura, i fasci vengono accelerati fino a energie cinetiche di 250 MeV per i protoni e 4800 MeV per gli ioni carbonio e quindi inviati nelle tre sale adibite al trattamento del paziente. Nelle sale 1 e 3 si effettuano trattamenti che richiedono un fascio orizzontale, mentre nella sala 2 l’irraggiamento può essere sia verticale che orizzontale. «L’adroterapia è rimborsata dal Ssn, in quanto rientra nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) approvati nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 12 gennaio 2017 (GU n. 65, Suppl. ordinario 1S, 18 marzo 2017). Il decreto sui nuovi Lea» precisa Ester Orlandi, responsabile del Dipartimento clinico «prevede trattamenti di adroterapia per le seguenti patologie: a) cordomi e condrosarco-
█ Fig. 2 - Cantiere veduta
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mi della base del cranio e del rachide; b) tumori del tronco encefalico e del midollo spinale; c) sarcomi del distretto cervico-cefalico, paraspinali, retroperitoneali e pelvici; d) sarcomi delle estremità resistenti alla radioterapia tradizionale (osteosarcoma, condrosarcoma); e) meningiomi intracranici in sedi critiche (stretta adiacenza alle vie ottiche e al tronco encefalico); f) tumori orbitari e periorbitari (per esempio seni paranasali), incluso il melanoma oculare; g) carcinoma adenoideo-cistico delle ghiandole salivari; h) tumori solidi pediatrici (nei quali è cruciale ridurre al minimo la dose ai tessuti sani per limitare il rischio che i bambini, una volta adulti, possano sviluppare tumori secondari); h) tumori in pazienti affetti da sindromi genetiche e malattie del collageno associate ad un’aumentata radiosensibilità; i) recidive che richiedono il ritrattamento in un’area già precedentemente sottoposta a radioterapia. Presso il CNAO, inoltre, sono trattabili anche tumori della prostata ad alto rischio e alcune neoplasie ginecologiche».
L’ESPANSIONE, I PROGRESSI TECNOLOGICI È attualmente in fase di realizzazione un progetto di espansione del CNAO di Pavia che, entro il 2024, vedrà la costruzione di un secondo edificio (fig.2) , contiguo e integrato con quello già esistente, destinato non solo all’attività terapeutica ma anche alla ricerca. «La nuova area per la protonterapia comprende un acceleratore di protoni e una sala di trattamento equipaggiata con gantry (fig.3), un sistema in grado di far ruotare i fasci di particelle attorno al paziente. Questo consentirà di ridurre i tempi di trattamento e di ampliare le opzioni cliniche» afferma Rossi. «La testata rotante è particolarmente indicata per: a) il trattamento dei tumori pediatrici; b) l’irraggiamento degli organi in movimento; c) il trattamento di patologie cosiddette estese». Il CNAO diventerà così l’unico centro di adroterapia al mondo a disporre di un sincrotrone per ioni multipli (protoni e ioni carbonio), di una protonterapia con gantry e dell’innovativa metodica sperimentale BNCT (fig. 4). «La BNCT (Boron neutron capture therapy) è una radioterapia sperimentale per il trattamento di tumori particolarmente complessi e, potenzialmente, anche di lesioni metastatiche» spiega Rossi. «La BNCT si basa sull’interazione tra un fascio di neutroni a bassa energia e il Boro-10, isotopo naturale non radioattivo del Boro (un semimetallo), veicolato all’interno delle cellule tumorali grazie a una molecola, un farmaco che funge da “vettore” (il più utilizzato oggi è la Borofenilalanina-BPA). Il Boro-10 si accumula in misura significativamente maggiore nelle cellule neoplastiche, rispetto a quelle sane, per la maggiore richiesta metabolica delle prime. Il “bombardamento” con i neutroni e la conseguente reazione nucleare che si verifica in modo localizzato e selettivo, solo in presenza dell’atomo di Boro, libera un’energia capace di distruggere le cellule tumorali. Allo stesso tempo, i tessuti sani, che hanno accumulato solo
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█ Fig. 3 - Nuovo gantry Hitachi per protonterapia
quantità limitate dell’isotopo, sono risparmiati dai potenziali danni dell’irraggiamento». Negli ultimi anni la ricerca condotta a livello internazionale – soprattutto in Giappone e in Finlandia, ma anche in Cina, a Taiwan e in Argentina – ha raccolto dati iniziali di efficacia incoraggianti, per quanto riguarda il trattamento dei tumori in stadio avanzato o recidivanti del distretto testa-collo. Per rendere questa nuova tecnica un’opzione terapeutica a disposizione dei pazienti, CNAO sta collaborando con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), il Politecnico di Milano e l’Università di Pavia al fine di: █ ottenere la marcatura CE dell’acceleratore per la produzione di neutroni e del sistema di somministrazione del Boro-10, che certificherà la sicurezza di questi strumenti per i pazienti; █ avviare la ricerca preclinica e clinica; █ definire i protocolli clinici di ricerca; █ misurare la qualità dei fasci e impostare i sistemi di radioprotezione; █ sviluppare nuovi composti per la somministrazione del Boro-10; █ calcolare la dose di radiazioni per gli esperimenti radiobiologici e i modelli computazionali per la simulazione del trattamento. «Una delle sfide principali per aumentare l’efficacia della BNCT è lo sviluppo di nuovi vettori più selettivi e di una migliore microdistribuzione dei farmaci già disponibili» osserva Rossi, che aggiunge: «del progetto di ampliamento del CNAO fa parte anche l’installazione di una terza sorgente di particelle, in aggiunta alle due esistenti da cui, oggi, già si estraggono ioni carbonio e protoni. La terza sorgente, realizzata in collaborazione con l’Istituto nazionale di fisica nucleare,
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█ Fig. 4 - Render dettaglio spazio BNCT
█ Ing. Giuseppe Venchi
permetterà di utilizzare elio, ossigeno e ioni più pesanti, fino al ferro, non solo in ambito clinico, ma anche per ricerche industriali e di radioprotezione per gli astronauti nello spazio.»
mento dei manutentori della struttura. «Per l’acceleratore esistente abbiamo fatto la scelta di farcene carico internamente. La ragione principale è che la nostra macchina non è commerciale bensì un prototipo progettato da un gruppo di persone che, per la maggior parte, ancora lavorano con noi» aggiunge. «Questa situazione ci permette di avere in casa i “massimi esperti” delle nostre apparecchiature e ci regala il vantaggio che i nostri tempi di intervento in caso di guasti imprevisti sono giocoforza più ridotti rispetto a quelli che si potrebbero strappare ad un’azienda esterna. Solo per gli impianti a supporto dell’acceleratore ci rivolgiamo a ditte esterne, ma tutti gli impianti sono stati concepiti con ridondanze e sovradimensionamenti che garantiscono di poter procedere con l’attività clinica in caso di guasto». Per quanto riguarda le macchine che verranno installate nell’espansione, una commerciale (il sincrotrone per protonterapia Hitachi) e una sperimentale (l’acceleratore per la BNCT), «per la prima, almeno all’inizio, la manutenzione sarà svolta da personale del costruttore; il nostro desiderio sarebbe quello di prendere progressivamente in carico la manutenzione anche di questa macchina e si sta lavorando con Hitachi perché questo possa avvenire. Per la BNCT si tratta di un impianto pilota che dovrebbe venir gestito dal costruttore, anche a livello di manutenzione, per la sua vita attesa. Noi avremo sicuramente in carico gli impianti del nuovo edificio che, per scelta nostra, è sostanzialmente indipendente dall’esistente (l’unico punto in comune è l’allacciamento in alta tensione alla rete elettrica)». L’installazione della macchina Hitachi è prevista per metà febbraio (il bunker è già accessibile) e dopo la fase di avviamento sarà operativa nel 2025, mentre la BNCT verrà installata nell’autunno di quest’anno e per l’operatività sui primi pazienti occorrerà più tempo.
LA MANUTENZIONE La manutenzione del sincrotrone è caratterizzata da brevi fermi macchina, tali da garantire il pressoché costante funzionamento della macchina, dati i suoi scopi clinici, spiega l’Ing. Giuseppe Venchi, Direttore Tecnico del CNAO e responsabile del coordina-
█ Fig.5 - Dettaglio manutenzione periodica sincrotrone
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Novità
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Il testo è un importante contributo allo sviluppo e alla diffusione delle norme di sicurezza antincendio, fornendo gli elementi indispensabili all’approfondimento delle conoscenze tecniche, delle dinamiche e delle variabili di cui si deve tenere conto per una corretta progettazione antincendio. Come utile guida, attraverso elaborati grafici, circolari di chiarimento, esempi procedurali, permette a progettisti e costruttori di trarre indicazioni utili per progettare correttamente l’impianto di prevenzione incendi. Parte del testo è dedicata ad una dettagliata descrizione degli aspetti tecnici della Fire Safety Engineering, nuovo approccio alla progettazione.
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ORGANIZZAZIONE
di Massimo Lombardo, Davide Zanchi, Gian Luca Fornari, Giovanni Lamberti, Federico Lega, Alberto Giana
Evoluzione del reporting direzionale per il governo di un’azienda sanitaria L’esperienza dell’ASST Spedali Civili di Brescia La trasformazione della reportistica nell’ASST di Brescia con l’adozione di nuovi formati e KPI. Nonostante le sfide legate alla frammentazione dei dati, il risultato è un sistema moderno e informativo che ha migliorato la consapevolezza del personale e potenziato le risorse decisionali del management aziendale PREMESSE METODOLOGICHE PRELIMINARI ALLA RIPROGETTAZIONE Il governo di un’azienda sanitaria pubblica è attività caratterizzata dalla necessità di presidiare aspetti multidimensionali quali l’attività clinica, scelte di natura organizzativa, le dinamiche contabili e le esigenze di una ampia gamma di stakeholder; la particolare natura di questo tipo di azienda presuppone la necessità di orientare i comportamenti del personale medico, caratterizzato da forte competenza professionale e grande autonomia decisionale, perseguendo parallelamente la necessità di pareggio tra ricavi e costi e la costruzione di una solida struttura di ricavi necessaria per evitare l’eventualità dei Piani di Rientro. L’ASST di Brescia ha, in questo senso, promosso un’attività di sviluppo del sistema di reportistica aziendale al fine di potenziare il livello di informazioni a disposizione delle Unità Operative sanitarie e della Direzione Strategica, con l’obiettivo di fornire moderni strumenti per il
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ORGANIZZAZIONE
controllo degli accadimenti sanitari ed economici, utili a vari livelli nei percorsi decisionali aziendali. In via introduttiva, è bene contestualizzare come tale scelta si inserisca all’interno di una linea di pensiero manageriale che caratterizza l’operato organizzativo dell’ASST. Il sistema di reporting infatti è da considerarsi a supporto del sistema di budgeting: l’Azienda effettua un’attività di assegnazione degli obiettivi attraverso un sistema di schede dal contenuto multidimensionale e che contengono item provenienti sia da documenti di programmazione annuale di enti sovraordinati (Regione Lombardia, Ministero, Agenas ecc.), sia obiettivi specifici identificati dalla Direzione Strategica o legati allo sviluppo di progettualità interne, sia infine obiettivi identificati a livello Dipartimentale nelle aree sanitarie e sociosanitarie. Attraverso queste schede l’Azienda assicura l’ingaggio di tutte le articolazioni organizzative al raggiungimento degli obiettivi annuali attraverso un deployment degli stessi formalizzato e guidato dalla Direzione stessa. Appare quindi evidente come, accanto ad un sistema di identificazione ed assegnazione di obiettivi, divenga necessario disporre di un sistema strutturato per il monitoraggio degli stessi e che tale sistema sia in grado di fornire informazioni sia alle strutture aziendali operative, sia alla Direzione Strategica ed ai suoi organi di staff che ne supportano l’attività. Il mandato della Direzione relativo alla modifica della struttura del sistema gestionale, che mira a promuovere una cultura del management by evidence, si fonda sulla scelta di disporre di indicatori dall’alta potenza descrittiva, in grado di rappresentare le più rilevanti evidenze delle performance dei vari settori erogativi aziendali: al Controllo di Gestione, struttura in staff alla Direzione Generale e titolare dell’espletamento del processo di budgeting, è stata richiesta la riprogettazione del sistema di reportistica ed esso ha sviluppato la propria attività lungo un duplice binario: 1. il potenziamento delle informazioni disponibili all’interno della reportistica; 2. la modifica del formato della reportistica stessa. Attraverso la prima iniziativa, si è deciso di mettere a disposizione della Direzione informazioni in merito a tutte le linee produttive aziendali, anche relative ad aree del settore socio-sanitario non oggetto di Contratto di produzione con l’ATS di riferimento. Ciò con l’obiettivo di potenziare il patrimonio informativo a disposizione della Direzione (e delle articolazioni organizzative interessate), estendendo di fatto la varietà di elementi oggetto di monitoraggio. Attraverso la seconda iniziativa si è invece deciso di semplificare le modalità di fruizione e di consultazione della reportistica, adottando formati più moderni, intuitivi e dotati di sistemi per la segnalazione di eventuali disallineamenti dai valori obiettivo (es. semafori). La conclusione di questo processo sarà costituita dalla costruzione di un cruscotto di sintesi, contenente 1-2 KPI per ogni settore produttivo aziendale, a diretto monitoraggio da parte della Direzione. Ciascuna
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delle evidenze messe a disposizione dai KPI contenuti nel cruscotto di sintesi potrà poi essere oggetto di approfondimento in uno dei report di dettaglio sviluppati in precedenza.
FASI E CONTENUTI DEL REENGINEERING DEL SISTEMA DI REPORTISTICA Il lavoro di riprogettazione della reportistica ha avuto inizio nel secondo trimestre dell’anno 2022, con la pubblicazione dei primi report Qlik: l’Azienda, beneficiando della disponibilità di fondi provenienti dalle disponibilità del PNRR ha potuto pianificare su un orizzonte triennale lo sviluppo di una serie di interventi con l’obiettivo di disporre prima della fine dell’anno 2024 dei dati di dettaglio della produzione di tutte le articolazioni aziendali anche sprovviste di contratto di produzione (consultori, sert, attività vaccinale) e di dati oggi presenti solo a livello parziale (attività chirurgica di sala operatoria, liste d’attesa operatorie, dettaglio delle ore lavorate del personale dipendente) e di completare entro la fine dell’anno 2025 lo sviluppo di tutta la reportistica idonea alla gestione dei dati a disposizione ed in grado di offrire specifiche chiavi di lettura per la Direzione, nel rispetto dei tempi previsti dal PNRR. A livello strutturale, il sistema di reportistica presso l’ASST degli Spedali Civili di Brescia si basa sull’alimentazione di un datawarehouse, un sistema di immagazzinamento ordinato e periodico di dati provenienti da diverse fonti informative (il software amministrativo contabile, il gestionale delle risorse umane, i flussi informativi di produzione) e sull’interrogazione strutturata dello stesso. Le interrogazioni assumono la forma di report in formato excel, Qlik View o Qlik Sense, ed attraverso un sistema di accesso ai dati codificato, consentono la visibilità dei report ad utenti selezionati in base ad una specifica indicazione della Direzione o in base alla gerarchia definita dal piano di organizzazione aziendale vigente. La reportistica è quindi patrimonio aziendale e può essere consultata sia dalle unità operative sanitarie, sia dalla Direzione o dagli staff ad essa afferenti; il sistema di codifica degli accessi regola la visibilità della reportistica: in tal modo vengono messi a disposizione delle diverse articolazioni organizzative le informazioni ad esse pertinenti evitando ad esempio lo sviluppo di fenomeni di benchmarking interno tra unità operative sanitarie i quali possono invece essere effettuati solo a livello direzionale. Peraltro, il sistema si pone come riferimento unitario per la reportistica di tutti gli staff a livello aziendale ed in questo senso viene utilizzata sia dal Controllo di Gestione sia, ad esempio dalla Gestione Operativa, permettendo la contemporanea presenza di report afferenti ad aree gestionali tra loro distinte (i riflessi economici da un lato e quelli organizzativi dall’altro) dell’attività erogata dai reparti, ma di contemporaneo interesse per la managerialità delle aree sanitarie. Inoltre, particolare rilevanza assume il formato dell’output, che ricorrendo a sistemi di pubblicazione dei dati moderni ed intuitivi (reportistica elaborata in Qlik View e Qlik Sense) permette la composizione di forme di rappresentazione intuitive e dina-
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ORGANIZZAZIONE
█ La schermata “preferiti” ove sono posizionati tutti i report
miche, strutturate in un massimo di 5 aree tematiche distinte in grado di aggiornare i propri contenuti all’aggiornamento di alcune variabili (di tipo temporale o specifico dei dati oggetto di consultazione). Essi, inoltre, contemplano la possibilità di incrocio di una ampia moltitudine e varietà di dati, consentendo anche lo sviluppo di indicatori multidimensionali. A oggi, il nuovo sistema di reportistica risulta posizionato in un’area del gestionale denominata “preferiti”, immediatamente disponibile agli utenti che accedono ad esso, in modo tale da consentire un rapido accesso alle informazioni di interesse. Le informazioni che sono disponibili ai reparti sono di seguito indicate: █ prestazioni di ricovero e ambulatoriale; █ prestazioni afferenti all’area della salute mentale (Psichiatria, Neuropsichiatria, Sert); █ cure palliative domiciliari ed assistenza domiciliare integrata;
█ attività svolta nei consultori e nei centri vaccinali; █ costi contabilizzati per centro di costo; █ flusso file F e flusso “SDO4”; █ prestazioni per paziente ricoverato (radiologia, laboratorio, consulen-
ze diagnostiche); █ cruscotto di monitoraggio dell’attività chirurgica.
Per ciascuna linea di attività sono presenti informazioni quali il ricavo della produzione, l’evoluzione temporale dei ricavi e la provenienza geografica degli utenti per valutarne la mobilità con tutti i dettagli (unità operativa erogante, centri di costo, codici regionali dei flussi informativi di appartenenza) messi a disposizione dal sistema di contabilità analitica aziendale. Nei report sono poi proposti anche indicatori “monodimensionali” (basati cioè sul medesimo set di informazioni)
█ Un esempio di report: le informazioni numeriche, grafiche e il segnale dei “semafori”
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quali la degenza media (anche scomposta in pre e post operatoria), il valore medio delle prestazioni erogate e, di grande rilevanza, il rispetto dei tempi di attesa previsti per ciascuna classe di priorità associata alle prestazioni erogate. I dati presentati possono sempre essere sottoposti a raffinamento o selezione tramite specifiche “finestre” posizionate nel lato destro di ciascun report, contenenti elementi relativi ai dati del report stesso e di potenziale interesse per un utente in consultazione; i dati inoltre sono interrogabili su un orizzonte temporale pluriennale, così da consentire confronti omogenei per contenuti in periodi temporali distinti. Una delle più interessanti potenzialità derivanti da una così ampia varietà di dati a disposizione è la possibilità di incrocio degli stessi: attraverso il legame con attributi comuni a tutti i dati infatti (ad esempio il centro di costo o il periodo di competenza) sono stati costruiti indicatori (KPI) quali il rapporto tra costi e produzione, il numero di prestazioni per interni per paziente dimesso e, in via di produzione, il rapporto tra produzione e FTE del personale dipendente. Altra novità di particolare interesse è la presenza di indicatori di monitoraggio dell’attività chirurgica, in grado di monitorare quotidianamente l’andamento di tutti i tempi chirurgici per ciascun blocco operatorio e ciascuna sala. Per dare, infine, contezza dell’ampiezza delle possibilità di sviluppo del sistema di reportistica, si segnala che sono in fase di produzione indicatori relativi al Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA e indicatori per la definizione delle priorità del posizionamento in lista operatoria dei pazienti in lista d’attesa.
CONCLUSIONI: COMPLESSITÀ E BENEFICI Come tutti i processi di cambiamento, anche questo progetto non è stato privo di complessità: la principale, è senza dubbio legata all’estrema frammentazione della provenienza dei dati in precedenza non presenti nel datawarehouse. Tre sono infatti le dinamiche a cui ricondurre le casistiche affrontate: la presenza di linee di attività con flussi informativi ben codificati, gestiti direttamente dall’azienda, ma non oggetto di importazione nel datawarehouse; la presenza di linee di attività con flussi codificati, ma gestiti dall’ATS di riferimento; la presenza linee di attività sprovviste di flussi informativi, rispetto alle quali si è deciso quali dettagli importare e rappresentare. Si segnala come la grande maggioranza di queste dinamiche siano da ricondursi a settori erogativi di provenienza “ex ASL”, divenuti cioè progressivamente di pertinenza delle ASST a partire dall’anno 2016 con la legge regionale di riforma dell’SSR n.23/2015. Inoltre, si segnala come la decisione di potenziare il patrimonio informativo per lo sviluppo della gestione operativa abbia comportato la revisione delle modalità di importazione di alcuni dati o la loro ampiezza (es. liste d’attesa) in quanto divenuti ora di specifico interesse. Appare tuttavia fondamentale ricordare come l’attività di sviluppo della reportistica sia un processo funzionale al governo dell’azienda
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e che, pertanto, debba essere ragionevolmente oggetto di un periodico potenziamento e rinnovamento, nel rispetto del solco tracciato dall’evoluzione organizzativa del Sistema Sanitario Regionale o delle richieste degli enti sovraordinati alle aziende erogatrici (Regione, Agenas, Ministero). In questo senso, l’ASST di Brescia ha colto tempestivamente l’opportunità messa a disposizione dal PNRR dando avvio ad un processo di potenziamento di uno dei più rilevanti strumenti a disposizione per la gestione delle informazioni necessarie al governo della propria struttura organizzativa. Tra i maggiori benefici riscontrati, si sottolinea un effetto novità sulla curiosità del personale dipendente che ha stimolato la consultazione dei nuovi strumenti messi a disposizione; come conseguenza, ciò ha reso maggiormente consapevoli le linee erogatrici della possibilità di auto-monitoraggio periodico del proprio andamento rispetto agli obiettivi assegnati. È evidente, quindi, una conseguente semplificazione dell’attività di orientamento dei comportamenti alla luce della maggior consapevolezza complessiva di ciascun settore aziendale per quanto attiene alla propria performance. Da ultimo, come ovvio, la ristrutturazione della reportistica ha portato alla creazione di indicatori in precedenza non presenti (es. i tempi del processo chirurgico richiesti dal Ministero) o l’importazione di informazioni in precedenza non presenti (es. il raggruppamento delle prestazioni ambulatoriali per “agenda” o per classificazione “Fa-Re”) con un evidente miglioramento della varietà e della profondità, delle informazioni a disposizione del management. Alla luce, pertanto, dei primi riscontri ottenuti e delle importanti ed estese potenzialità di sviluppo ancora in potenza, la scelta adottata dall’ASST risulta estremamente positiva e flessibile, in grado di favorire l’attività di creazione di strumenti di monitoraggio moderni e dall’alto potere informativo.
Gli autori
MASSIMO LOMBARDO
Direttore Generale ASST Spedali Civili di Brescia DAVIDE ZANCHI Direttore SC Pianificazione e Controllo di Gestione ASST Spedali Civili Brescia GIAN LUCA FORNARI Direttore Ammnistrativo Aziendale ASST Spedali Civili di Brescia GIOVANNI LAMBERTI Consulente di Direzione, Presidente NVP ASST Spedali Civili di Brescia FEDERICO LEGA Professore Universitario UNIMI, componente NVP ASST Spedali Civili di Brescia ALBERTO GIANA Funzionario Regione Lombardia, componente NVP ASST Spedali Civili di Brescia
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IMPIANTI
di Francesco Cosacco, Vincenzo Mirgaldi, Roberto Motta, Lorenzo Nidasio, Giuseppe Spitalieri
Safety & security: la progettazione del Nuovo Ospedale Sud-Est Barese Monopoli-Fasano Le soluzioni tecnologiche progettate per la sicurezza attiva e passiva del Nuovo Ospedale Monopoli – Fasano, un’opera architettonica in fase di costruzione nelle campagne olivate del Sud Est barese Il nuovo ospedale di Monopoli-Fasano è una moderna struttura nella provincia del Sud barese in fase di ultimazione. L’ospedale, con tre piani fuori terra perfettamente integrati in una campagna di ulivi secolari e un interrato tecnico, sorge su un’area di intervento di 178.000 m2 con una superficie costruita di circa 63.000 m2 e 299 posti letto a servizio di un bacino d’utenza di circa 260.000 persone. Come tutte le infrastrutture sanitarie, che rivestono un ruolo chiave nella vita sociale della comunità, anche l’Ospedale MonopoliFasano è stato pensato per garantire tutti i servizi e le opzioni di sicurezza per garantire la funzionalità e la protezione di personale sanitario, pazienti e visitatori. Tra i diversi sistemi tecnologici presenti sul mercato la scelta è ricaduta su un sistema innovativo di un partner tecnologico affidabile e capace di far fronte a ogni tipologia di problematica: dall’elimi-
nazione dei tempi di inattività fino all’ottimizzazione dell’ambiente di lavoro e della sicurezza, grazie a una gestione completa e integrata degli edifici. I temi della safety & security, se affrontati con poca attenzione e insufficienti investimenti, possono mettere in crisi e rendere vulnerabile ogni tipologia di infrastruttura di interesse nevralgico. Tra queste sicuramente rientrano i poli ospedalieri come quello di Monopoli-Fasano in quanto un ospedale è esposto a molteplici rischi, dagli attacchi più tradizionali come i tentativi di intrusione e i sabotaggi, fino ai furti e agli incendi. La protezione di siti di questa importanza va affrontata attraverso la correlazione di tutti i sistemi di sicurezza storicamente preposti, quali: █ controllo accessi (ACS); █ antintrusione (IDS);
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█ videosorveglianza (CCTV); █ rivelazione incendi (IRAI); █ diffusione sonora (EVAC);
mediante le più moderne possibilità di analisi dettate dalla tecnologia dell’intelligenza artificiale, nonché da sistemi di protezione dal rischio incendio certificati e perfettamente funzionanti. Di seguito sono riportate le tecnologie installate nel nuovo nosocomio al fine di garantire un’efficacia azione di prevenzione e sicurezza.
GLI IMPIANTI DI SAFETY & SECURITY A SERVIZIO DELLA NUOVA STRUTTURA OSPEDALIERA Controllo Accessi (ACS) Il sistema di controllo accessi (ACS) pensato per l’ospedale è in grado di gestire, per ognuno dei varchi presenti, elettro-serrature, porte automatiche (scorrevoli e ad anta motorizzata) e ascensori: Il sistema, attraverso le centrali preposte, controllerà gli accessi esterni dell’ospedale e i varchi di reparto. La peculiarità principale della tecnologia proposta è quella di consentire la funzionalità dei varchi gestiti, anche in modalità stand alone. La sua gestione locale consente la continuità di funzionamento anche in caso di mancanza di comunicazione con le centrali di controllo, a seguito di eventuali avarie che possono verificarsi. Le centrali predisposte consentiranno il controllo degli accessi perimetrali dell’ospedale, dei depositi per i farmaci e quelli per il materiale sanitario. Il sistema realizzato è caratterizzato da un elevato grado di sicurezza contro le azioni di intrusione e anche di sabotaggio, per mezzo dell’utilizzo di codici numerici e di apparecchiature, quali contatti
█ Schema di collegamento controller di varco
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█ Schema di collegamento centrale impianto antintrusione
magnetici a doppio bilanciamento eseguito a bordo dei componenti. In tal caso il sistema garantisce una più moderno approccio ai tentativi di effrazione in caso di attacchi dall’esterno. Sempre per garantire la massima sicurezza a persone e cose, il sistema di videosorveglianza consterà in un sistema capillare di moderne telecamere con tecnologia IP ad alta risoluzione, sia live che sul registrato, poste a controllo degli accessi, delle sale di attesa, degli sbarchi monta carichi e monta lettighe, per ogni singolo letto di degenza intensiva e semi-intensiva, deposito gas e polo tecnologico. Le telecamere previste sono di diversa tipologia e prestazione in funzione del loro utilizzo: █ mini-dome, montate a soffitto, per il controllo di tutte le aree interne con risoluzione 3.21 Mega pixel (MP); █ bullet, montare a parete, per il controllo delle aree esterne con risoluzione 3.21 MP; █ PTZ (Pan/Tilt/Zoom) motorizzate da interno montate a soffitto, per il controllo della Hall e del corridoio generale di accesso all’ospedale con risoluzione 8 MP. I tre sistemi appena descritti, secondo le indicazioni progettuali, saranno integrati da un unico server, con workstation e monitor, per la registrazione e la visualizzazione live dell’impianto CCTV, la gestione e la visualizzazione di allarmi e stato porte aperte dell’impianto ACS, e quella degli allarmi dell’impianto IDS.
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IMPIANTI
Rivelazione Incendi (IRAI)
Domotica – KNX/DALI
Come precedentemente indicato, la protezione antincendio di un ospedale assume particolare importanza a causa della tipologia particolare di utenza con scarsa o nulla mobilità per la quale una ritardata individuazione di un incendio o l’inefficacia dei sistemi di protezione attiva può determinare conseguenze ben peggiori rispetto ad altre tipologie di utenza. L’attenzione alla prevenzione incendi e alla sua progettazione deve pertanto essere in grado di protezione completa di beni e persone. Il sistema di rivelazione incendi proposto, conforme alla norma UNI 9795, prevede la posa in opera di quattro centrali collegate tra loro, che lavoreranno in simbiosi. L’infrastruttura è realizzata principalmente attraverso sensori di fumo puntiformi, rivelatori di fumo ad aspirazione, pulsanti manuali ecc. Il sistema, che ha il suo punto di forza nell’utilizzo di rivelatori con a bordo il sistema innovativo di doppio isolamento dal corto circuito, è di tipo analogico ad indirizzamento ed è integrato con quello di rivelazione GAS preposto alla rivelazione di carenza ossigeno, presenza di gas metano e monossido di carbonio. Inoltre, così come previsto dalla normativa, sarà prevista la fornitura e posa in opera di n. 4 centrali EVAC, due a servizio dell’ospedale, una a servizio della chiesa e una a servizio della sala conferenze. Il sistema EVAC funziona con tecnologia IP, che ne rende l’utilizzo flessibile pur garantendo al tempo stesso affidabilità e ridottissimi temi di reazione, sarà gestito manualmente dal centro emergenze presente nell’ospedale, in funzione degli allarmi ricevuti dal sistema di rivelazione incendi (IRAI); a riguardo sarà comunque predisposta l’attivazione automatica in sinergia con l’impianto IRAI a discrezione della Stazione Appaltante.
L’integrazione dei vari impianti meccanici e speciali nonché le funzioni proprie di questa struttura complessa ha reso necessaria l’individuazione di soluzioni di domotica avanzata e automazione degli edifici per rendere l’ospedale uno smart building così come richieste dalle normative vigenti. Il sistema KNX/DALI scelto permetterà l’automazione degli oscuranti dell’edificio, la gestione delle luci e la gestione delle sonde antiallagamento delle aree di degenza. Per il riporto su BMS dell’intero sistema verranno utilizzate apparecchiature quali “Series Network Control Engine per KNX”. Il sistema KNX/DALI e l’impianto di rivelazione incendi si interfacceranno con il sistema preposto per la supervisione e la regolazione da remoto degli impianti gestiti Sarà, inoltre, programmato per permettere una regolazione automatica e ottimale dell’illuminamento negli ambienti interni dell’edificio. Il sistema BMS per l’automazione, per la supervisione e per il controllo degli impianti meccanici ed elettrici dell’ospedale, riguarderà in particolare, la gestione dei seguenti impianti e sottosistemi:
█ Centrali e tubazioni dell'impianto di aspirazione fumi con campionamento dell'aria
█ Sistema BMS: Controller e moduli di acquisizione IN/OUT
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IMPIANTI
█ il polo tecnologico con le pompe di calore e la cabina elettrica; █ la centrale termofrigo con le pompe di calore ad alta tempe-
ratura, due caldaie a gas metano di supporto e le stazioni di pompaggio; █ la sotto-centrale con le sottostazioni di pompaggio, gli accumuli di acqua calda sanitaria ed il solare termico; █ le due cabine elettriche di bassa tensione; █ i quadri elettrici di piano e a servizio delle UTA; █ l’UTA (Unità di trattamento aria) e le unità terminali di tipo fan coil e travi radianti.
█ Sotto-centrale
█ Schema funzionale del sistema di supervisione cabina MT/bt del polo tecnolcogico
█ Centrale termofrigo
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█ Schemi funzionali dei sistema di supervisione delle cabine MT/bt del plesso ospedaliero (C1 e C2)
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IMPIANTI
Nel complesso saranno supervisionati dal sistema BMS circa quindicimila punti relativi ai sistemi sopra descritti. L’applicazione sarà costituita da server dedicato e con caratteristiche industriali a vantaggio dell’affidabilità di funzionamento; permetterà, inoltre, l’accesso simultaneo fino a 10 client collegati alla rete degli impianti tecnologici, mediante accesso con web browser di qualunque tipologia grazie alla comoda interfaccia grafica in HTML5. Per mezzo di algoritmi di controllo brevettati da Johnson Controls e, nativamente disponibili nell’ambiente di programmazione, il sistema di supervisione consentirà sia un monitoraggio efficace che la gestione dei carichi energetici a beneficio di sostenibilità ambientale e risparmio energetico.
CONCLUSIONI
█ Sezione BMS Quadro elettrico di zona: Controller e moduli di acquisizione IN/OUT
La sicurezza e l’innovazione nella progettazione ospedaliera sono fondamentali per garantire un ambiente sicuro e protetto per i pazienti, il personale e i visitatori. La complessità di un ospedale, con una variegata utenza e un funzionamento continuo, lo rende un luogo pubblico vulnerabile e sensibile per il quale è fondamentale adottare soluzioni tecnologiche avanzate per garantirne la sicurezza attiva e passiva. Nel caso specifico del Nuovo Ospedale Monopoli - Fasano, sono state presentate le soluzioni innovative progettate per assicurare la sicurezza attiva e passiva dell’ospedale e l’interfunzionalità degli impianti. L’utilizzo di sistemi di videosorveglianza avanzati, accessi controllati, sistemi di allarme e comunicazione, monitoraggio e supervisione non solo contribuiscono a prevenire situazioni di pericolo, ma permettono anche una risposta tempestiva in caso di emergenze. In conclusione, la combinazione di tecnologie avanzate e la progettazione intelligente proprie di uno smart building dovrebbero essere considerati con la massima attenzione al fine di garantire il benessere di pazienti e personale e l’efficace funzionamento di queste importanti strutture.
VINCENZO. MIRGALDI Manens S.p.A. █ FRANCESCO COSACCO █ ROBERTO MOTTA █ LORENZO NIDASIO █ GIUSEPPE SPITALIERI Johnson Control
Gli autori
█ UTA con sensoristica a bordo per BMS
█
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Nuova Edizione
www.build.it
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38,00 €
La settima edizione di quest’Opera, riveduta e aggiornata, raccoglie in un unico, agile strumento di lavoro tutte le norme cardine che sovraintendono al governo del territorio. Tra i provvedimenti recepiti, scelti fra quelli che rivestono maggiore interesse per il lettore, segnaliamo:
Nel volume vengono affrontati tutti i diversi aspetti degli interventi in fac-
– il DL 31 maggio 2021, n. 77, convertito, con modificazioni, dalla Legge 29 luglio 2021, n. 108, Governance del ciata, con indicazioni molto dettagliate dall’analisi delle dei degradi alla proget- e di accePiano nazionale di ripresa e resilienza e prime misure di rafforzamento strutture amministrative lerazionetazione e snellimento delle procedure, recante numerose e significative modifiche al Testo Unico dei lavori, dalle check list per il posatore fino all’esecuzione delledell’Edilizia;
che modifica, per fra l’altro, le norme sul certificato di agibilità e introduce le re– il DLgs 8opere novembre 2021, n. 207, – con tutte le illustrazioni la cantierizzazione, comprese diverse gole per l’infrastrutturazione digitale degli edifici;
illustrazioni che chiariscono le modalità operative delle attività da eseguire.
– la Legge 9 marzo 2022, n. 22, Disposizioni in materia di reati contro il patrimonio culturale, recante modifica al Codice dei Culturalidedicato e del Paesaggio. UnBeni Manuale a Progettisti, Tecnici e Imprese che operano nell’amL’insieme dei approvati recentemente conferma l’obiettivo del Legislatore di rilanciare gli invebitoprovvedimenti del recupero e restauro di facciate degradate, nella riqualificazione stimenti pubblici e di promuovere l’accelerazione degli interventi di rigenerazione urbana e di ricostruzione del energetica degli edifici civili e negli interventi di adeguamento e miglioraterritorio nazionale.
mento Un esaustivo indicesismico. analitico-alfabetico rende questo volume un supporto indispensabile per i Tecnici, i Progettisti e i RUP della Pubblica Amministrazione che necessitano di strumenti sempre aggiornati e coordinati con le ultime norme che disciplinano questa complessa materia.
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INNOVAZIONE DIGITALE
di Michaela Durante, Pietro Palombella
Ospedali 4.0: cambiare il “mindset” per il futuro della Sanità I vantaggi derivanti dall’impiego di tecnologie digitali all’interno dell’ospedale 4.0 sono certamente innegabili. Ciononostante è necessario un rapido cambiamento di mentalità nella gestione e progettazione delle strutture sanitarie Abbiamo più volte trattato in questa sezione della rivista delle tecnologie dell’ospedale 4.0, toccando tra i vari temi, il mondo degli IOT, dell’AI applicata alle cure e all’analisi dei BigData e, infine, il digital twin operativo, quell’universo virtuale che raccoglie e racconta il funzionamento, e i costi relativi all’edificio, ai dipendenti, ai pazienti e agli impianti. Sebbene nel breve e nel lungo periodo, siano chiari i vantaggi di un approccio olistico alla digitalizzazione in ambito ospedaliero, permane la necessità di modificare il “mindset” di chi pianifica, progetta e gestisce le strutture sanitarie. Ma come?
GESTIRE IL CAMBIAMENTO In prima battuta, se è vero che attraverso la digitalizzazione dei nuovi edifici ne sarà possibile verificare in tempo reale le performance energetiche e logistiche consentendo così, a chi saprà interpretarle, di tracciare nuovi percorsi e nuovi profili di utilizzo, è altresì vero che applicare queste tecnologie agli edifici esistenti, anche prima della loro dismissione in favore di nuove strutture, potrebbe guidare i pianificatori e aiutarli nella definizione di nuovi programmi funzionali d’avanguardia, di matrici di relazione innovative e in sintesi, di nuove efficienti strutture, ospitali e per tutti.
In seconda battuta è pur sempre necessario ricordare che, da progettisti, abbiamo la possibilità di coordinare le esigenze e gli obiettivi di Utenti, Tecnici e Pianificatori, traducendo e ricucendo le richieste di ciascuno in un programma unitario e coerente. Questo perché ovviamente, nonostante gli sforzi profusi nella progettazione di edifici totalmente flessibili e riconfigurabili, capaci di adattarsi ai riordini sanitari e garantire sempre la più alta qualità e tecnologia di cura, è indispensabile partire a monte da un dato reale discretizzato e “ottimizzato”, per raggiungere più rapidamente ed economicamente il risultato.
L’ESPERIENZA DEI NOSTRI PROGETTI: DAL BIM AL DIALOGO DIGITALE Nell’esperienza di progettisti in nord Europa, lo studio ha vissuto il cambiamento del “mindset” di chi pianifica e di chi utilizzerà gli ospedali di domani, avvalendosi di strumenti avanzati e gettando le basi per la gestione informatizzata di edificio – impianti – persone. Fino a oggi il faro tecnologico ha illuminato il processo di progettazione in ambiente BIM, esaltando i profili della modellazione, del controllo dei tempi, dei costi e del cantiere, rendendo chiari i vantag-
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INNOVAZIONE DIGITALE
█ Interrelazioni logiche tra RDS, RBR e Standard Room Template
gi di uno sviluppo digitale della progettazione in relazione alla fase di costruzione. È passato solo un anno da quando, sempre su questa testata, descrivevamo il progetto dell’ospedale Nyt OUH a Odense e la sua completa gestione in ambiente BIM, da quella informativa a quella operativa sui modelli, cominciata passando da un preliminare di 400 mila oggetti all’interno di 115 modelli a una fase di construction che vede oltre 10 milioni di oggetti in più di 750 modelli. Oggi vogliamo raccontare questo cambiamento di mentalità di cui siamo stati protagonisti anche nella fase preliminare di pianifi-
█ Home page dRofus per il nuovo ospedale di Tallinn
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cazione. Una rivoluzione, quella del “dialogo” avanzato nel mondo digitale che, avvalendosi di strumenti di coordinamento e database informativi interoperabili, ha favorito l’interazione di tutti i soggetti coinvolti, diventando un organizzato e fruttuoso scambio di input a molteplici livelli di complessità. Nella pratica comune della progettazione ospedaliera abbiamo sempre gestito, indipendentemente dalla dimensione dell’opera, la redazione di documenti preliminari come l’RDS (Room Data Sheet) e l’RBR (Room By Room), fino alla definizione delle matrici di relazione tra i reparti e gli ambienti. Questa documentazione è il core
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INNOVAZIONE DIGITALE
█ Cantiere del nuovo ospedale di Odense, aprile 2023
degli input progettuali, capace di definire dettagliatamente sulla carta la silhouette del futuro ospedale, la complessità, i requisiti minimi delle stanze e quelli specifici di ogni attrezzatura. Mentre l’RBR associa a ogni oggetto la sua posizione nell’ospedale, dall’arredo all’attrezzatura medicale, sia fissi che mobili, insieme ai loro coefficienti di utilizzo, l’RDS definisce i requisiti di ogni stanza: il numero di persone, di pazienti, i requisiti normativi e i profili orari di utilizzo. In un progetto come quello di Odense, dove la superficie dell’opera supera i 250 mila m2 e le stanze le 10 mila unità, questa documentazione ha bisogno di un supporto nettamente più efficace di semplici tabelle e fogli di calcolo, capace di tenere traccia e integrare le modifiche in corso d’opera: in sostanza, un database e nel caso specifico, dRofus. Ma ricorrere a un database in sé non rappresenterebbe un cambiamento di mentalità da parte dei pianificatori a meno che non fossero
proprio loro, gli utenti e i tecnici, a compilarlo, unitamente alla verifica e alla validazione dei progettisti. Ed è qui che si innesca il dialogo digitale. In questo progetto, per esempio, esistono 3800 tipi di “articoli” di riferimento, dalle prese dati agli acceleratori, dai cestini dei rifiuti alle macchine di logistica, che si declinano in più di 230 mila combinazioni all’interno dell’ospedale. Ogni articolo ha requisiti che la stanza in cui si trova deve garantire, sia a livello di impianto che a livello di layout, generando quindi una sequenza di interconnessioni e conseguenze che devono essere verificate dai progettisti, alla ricerca dell’efficienza tecnica dell’opera. Per inciso, non si tratta di un processo semplice né esente da vizi di forma, ma è limpido, basato sulla condivisione del dato e delle conoscenze tra professionisti provenienti da settori distanti. A valle di una prima compilazione di dRofus da parte della Stazione Appaltante, nei tavoli di coordinamento con gli utenti dell’area laboratoristica, ad
█ Spazi verdi di collegamento tra i blocchi, nuovo ospedale di Odense
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INNOVAZIONE DIGITALE
esempio, di persona nella sede dell’ospedale “vecchio” OUH, abbiamo passato in rassegna le attrezzature presenti nei laboratori in uso, dai reparti di anatomia patologica, microbiologia, ematologia a quello di procreazione assistita, andando a rivedere le “entries” elencate nel database e valutando le dotazioni e i requisiti necessari per il loro funzionamento, la posizione nella stanza, la posizione di questa rispetto alle altre e nel progetto generale e i conseguenti requisiti (RDS). Ogni passaggio di questo percorso aveva l’intento di rendere il database finale coordinato e univoco, coerente in ogni sua connessione, ottimizzare la distribuzione dei locali rispetto al progetto e garantire la necessaria flessibilità a una struttura decisamente proiettata nel futuro. I tavoli tecnici poi, a valle di questo processo di “surveys”, complice anche la pandemia mondiale, sono diventati tavoli tecnici virtuali, svolti sulla piattaforma B360: una definitiva transizione digitale dei processi. Da quel momento in poi, ogni stanza sul modello mostra le informazioni a lei destinate e archiviate su dRofus, così come ogni oggetto presente al suo interno. Il processo di interconnessione, tramite plugin dedicato, ha infatti consentito la lettura dei requisiti, permettendo una istantanea traduzione di questi in condizioni di progetto per tutte le discipline. Se questo processo è valido sulle stanze “unique”, una ad una, è senz’altro valido nelle stanze “standard”, dove il dialogo digitale preliminare ha il potere di semplificare e velocizzare il processo decisionale e quindi la progettazione dell’intera opera. Anche nel progetto di Tallinn, ambizioso polo ospedaliero che supera i 260.000 m2 e composto da quasi 6000 locali nella capitale estone, sin dai primi passi abbiamo impostato il dialogo con la Stazione Appaltante, su piattaforme di condivisione in cloud. Uno degli strumenti chiave di questo processo è stato Revitzo, software di condivisione molto potente e versatile, adottabile in tutte le fasi, dalla preliminare alla costruzione, costantemente aggiornato poiché legato alla pubblicazione -quotidiana, settimanale- dei modelli Revit. Anche in questo caso il dialogo digitale ha visto il coinvolgimento attivo di tutti gli stakeholder, grazie al suo svolgimento su piattaforme di facile e intuitiva consultazione e compilazione. I modelli pubblicati contengono difatti il progetto di 320 stanze standard e unique, suddivise in 205 tavole, in cui i locali appaiono arredati e attrezzati, visualizzati con assonometrie fotorealistiche, piante dei pavimenti, dei controsoffitti, prospetti delle pareti e close up sulle finiture. Insieme a questi dati grafici anche quelli informativi di attrezzature e stanze sono stati resi disponibili sulla piattaforma, aggiornati in tempo reale, dando la possibilità a tutti gli attori coinvolti di vedere e studiare, in un ambiente user friendly, le stanze vere e proprie, lasciare commenti o proporre modifiche, in attesa della revisione settimanale, organizzata dai nostri design manager. Questo processo di avanzamento, condiviso con i “decision makers” dell’ospedale, consente inoltre il costante monitoraggio dei costi globali, potendo in tal modo verificare in tempo reale l’impatto dei cambiamenti richiesti.
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█ Ingresso principale, nuovo ospedale di Tallinn
CONCLUSIONI Nell’ultimo decennio, le tecnologie BIM cloud hanno reso possibile e immediato lo sviluppo di un nuovo modello di progettazione integrata, consentendo a tutti i progettisti delle varie discipline di collaborare a migliaia di chilometri di distanza, come un’unica entità. Oggi, nell’epoca dell’iper-specializzazione e dello sviluppo tecnologico e digitale, diventa imperativo quanto sfidante, orientare la progettazione verso una capillare condivisione delle conoscenze tra professionisti provenienti da molteplici settori, utilizzando tutti gli strumenti a disposizione per facilitare il processo e ottimizzare l’out come. Così il dialogo digitale diventa il filo conduttore che permette di tessere insieme le conoscenze e le competenze, creando un quadro compiuto e funzionale che riflette l’essenza stessa dell’innovazione nel settore sanitario.
Gli autori
MICHAELA DURANTE PIETRO PALOMBELLA Senior Healthcare Division Managers - ATI project
█ Vista esterna della viabilità principale, nuovo ospedale di Tallinn
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CONVEGNI
di Giuseppe Laudani
Le sfide della Sanità 4.0: ripensare le terapie intensive Le mutate condizioni organizzative imposte dal progresso tecnologico e dagli esiti della pandemia hanno stravolto il modo di concepire le aree critiche ed in particolare le terapie intensive; il convegno CNETO 2023 ha voluto accendere i riflettori su questa specifica area sanitaria. Tra le linee strategiche definite dal Direttivo di CNETO per il triennio 2022-2024 vi è quello di riproporre iniziative e convegni specifici sulla tecnica ospedaliera, che permettano di fare degli approfondimenti sulle aree sanitarie che interessano l’ospedale e le strutture socio-sanitarie. In particolare, il convegno di Novembre 2023 ha riguardato il tema delle terapie intensive e il profondo cambiamento che hanno subito in questi ultimi anni. Quest’anno il parterre di relatori è stato vario e ha visto la partecipazione di colleghi nazionali e internazionali che hanno permesso di condividere esperienze e portare proposte concrete per ripensare l’area di terapia intensiva.
PROSPETTIVE GLOBALI E STRATEGIE DI RINNOVAMENTO Stefano Capolongo ha introdotto il Convegno 2023 presentando gli esiti del technical brief dell’Organizzazione Mondiale della
Sanità relativo al “Next Generation Hospital”. In tale occasione ha rimarcato gli elementi strategici che caratterizzano l’ospedale del futuro tra cui l’importanza della localizzazione strategica, la flessibilità e la resilienza, il valore del progetto funzionale, la pianificazione dell’ospedale per nuclei e dell’adozione della camera singola, ad uso doppio in caso di esigenza. A tali sfide naturalmente si aggiungono temi altrettanto cruciali quali la sostenibilità, gli healing garden e gli healthy working spaces, l’indoor air quality e l’inclusive design, la digitalizzazione, il territorial health network, ecc. A seguire Miljana Grbic, collega in rappresentanza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha riportato un inquadramento internazionale sulle disparità sanitarie nelle diverse regioni del mondo. La strategia attuata dall’OMS è basata su un’equa distribuzione delle risorse mediche, unita allo sviluppo di standard globali da condividere, nonché investimenti internazionali, programmi di formazione specifici e collaborazioni tra i governi che sviluppino reti tecnicospecialistiche orientate al superamento dei gap accumulati.
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CONVEGNI
Tra gli ospiti di prestigio, Americo Cicchetti, nuovo Direttore Generale della Programmazione del Ministero della Salute, ha presentato un quadro del nostro SSN attraverso un’analisi delle performance rilevate, insieme ad un riepilogo degli investimenti pubblici in sanità dal 1988 a oggi. Come ha osservato il prof. Cicchetti, i finanziamenti sono stati tanti ma, specialmente in alcune Regioni, i risultati non sono quelli attesi. Tra i temi della relazione, ha anche illustrato l’agenda del governo per il rilancio del SSN, basata sul superamento delle disuguaglianze nei servizi erogati e sul supporto politico e sociale per affrontare meglio la sfida delle risorse economiche. E tra gli altri obiettivi altrettanto importanti, il professore ha sottolineato la necessità di aumentare la fiducia dei cittadini verso il SSN, l’attrattività verso gli operatori sanitari, e la sfida dell’innovazione tecnologica ed organizzativa.
ESPERIENZE PROGETTUALI E DI CODESIGN Gli interventi di Cristiana Caira (White architect) e Gabriele Coccia (Foster&Partners) hanno presentato esperienze di progetti internazionali, presentandoci anche layout innovativi di unità di terapia intensiva. In particolare, lo studio inglese ha portato all’attenzione dei partecipanti diversi progetti ospedalieri proponendo nuove frontiere che le strutture sanitarie devono traguardare, mentre la prof. ssa Caira ha argomentato il metodo progettuale che, attraverso la continua sinergia con il personale, con i parenti e con i degenti, ha permesso di progettare diversi ospedali nel Nord Europa, alcuni dei quali oggetto di studio dell’ultimo viaggio CNETO 2023 in Svezia,
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raggiungendo livelli di architettura ospedaliera davvero pregevoli. Come ha affermato la collega “La moderna terapia intensiva usa la minima sedazione possibile che insieme alla partecipazione attiva dei parenti, mira ad ottenere un paziente sveglio, motivato e partecipativo”. A seguire Riccardo Pollo di POLITO ha arricchito le considerazioni della sessione con i benefici della co-progettazione, in un esempio tutto italiano, sono presentati, con la terapia intensiva neonatale dell’A.O. SS. Antonio e Biagio e C. Arrigo di Alessandria. L’esperienza è stata condotta monitorando le attività svolte dal personale dell’unità operativa, confermando che il co-design ottimizza le scelte dei progettisti e facilita il soddisfacimento delle esigenze aziendali. La prima giornata di convegno si è poi conclusa con la relazione a cura di Marco Gola di POLIMI. L’argomento trattato dal collega ha acceso i riflettori sull’importanza dello “spazio polmone”, l’area che in caso di emergenza o grande afflusso permette di ospitare funzioni sanitarie a supporto delle aree critiche, recuperando il concetto di ospedale a fisarmonica introdotto anni fa dall’arch. De Pineda. Dalla presentazione è emerso che le aree polmone devono essere poste in prossimità del Pronto Soccorso, Terapie Intensive e Degenze, preferibilmente poste all’interno dell’ospedale ma, adeguatamente separate da esso, con accesso autonomo e camera calda dedicata.
RISCHIO INFEZIONI OSPEDALIERE Riguardo al rischio di infezioni ospedaliere in terapia intensiva, Cristiano Alicino della SItI Liguria ha confermato che ancora
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CONVEGNI
oggi, malgrado i progressi tecnologici nelle finiture e negli impianti nosocomiali, i pazienti in UTI restano ad alto rischio di contrarre infezioni correlate all’assistenza (ICA). Come ha affermato il collega “coordinare la progettazione con la prevenzione è una sfida importante oltre che un campo di ricerca sulle migliori pratiche per la prevenzione del rischio infettivo”. La sessione mattutina è stata arricchita dall’ Antonella Agodi dell’Università degl Studi di Catania che ha portato all’attenzione la situazione delle TI Neonatali; infatti, pur essendoci in atto numerosi interventi per il contrasto alle ICA, le evidenze presentano notevoli limiti per metodologia, obiettivi, qualità e reporting. È necessario un migliore approccio al problema che comprenda la progettazione basata sulle evidenze, la verifica delle fattibilità, anche in termini di costi-benefici, l’osservazione e registrazione dei fattori che contribu-
█ Margherita Carabillò
iscono alla loro efficacia e delle modalità con cui i singoli interventi possono interagire nel contrasto all’antibiotico resistenza ed alle ICA.
FOCUS SULLE TERAPIE INTENSIVE Gli aspetti organizzativi della terapia intensiva sono affrontati nella relazione di Laura Chiappa insieme a Giacomo Grasselli del Policlinico di Milano che puntualizza l’esistenza oggi di diversi tipi di T.I. dalla neonatale alla postoperatoria, dalla generale alle specialistiche e così altre, inoltre le figure professionali ormai indispensabili al funzionamento di ognuna di esse, sono aumentate e rappresentano medici specialisti, infermieri esperti ma anche fisioterapisti e psicologi ed infine le nuove tecniche prevedendo pazienti sempre più svegli, stimolati quotidianamente, anche dalla presenza di fami-
█ Da sinistra Stefano Capolongo, Miljana Grbic, Americo Cicchetti
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liari, e mobilizzati precocemente dai fisioterapisti. Questi cambiamenti impongono nuovi layout, gli attuali vanno quindi ripensati per ottenere spazi più adatti e più funzionali ai bisogni. A seguire, Daniela D’Alessandro e Letizia Appolloni hanno illustrano i risultati di una revisione degli standard delle TI e sub-intensive di alcuni paesi esteri per provare a rivedere i requisiti vigenti in Italia in un’ottica di efficienza e umanizzazione. In Inghilterra, prendono ad esempio le professoresse dell’Università La Sapienza di Roma, le dimensioni delle stanze di TI raggiungono i 25,5 mq per stanza singola e 16 mq/pl in open-space, mentre in Italia possono anche attestarsi su un minimo di 12 mq/pl per le strutture esistenti. Come emerge dalla relazione, un aggiornamento degli standard è senz’altro necessario ma, tenendo conto dell’età media del patrimonio ospedaliero italiano, sarà doveroso valutare l’impatto delle diverse soluzioni per trovare il giusto equilibrio tra efficacia, sostenibilità e sicurezza. Successivamente Elena Galassini dell’ASST Fatebenefratelli Sa ccodi Milano ha portato all’attenzione diverse riflessioni sul tema della TI “aperta”, una delle buone pratiche suggerite dalla comunità scientifica internazionale. Il modello valorizza l’aspetto di comunicazione staff-famigliari, garantisce consapevolezza e condivisione dei processi ma, avverte la collega, devono essere bene definite le regole per evitare gli intralci e la mancanza di rispetto della privacy tra personale e i visitatori. In quest’ottica gli spazi dedicati alla «terapia intensiva aperta» vanno adeguati, comprendendo aree di accoglienza attrezzate per i famigliari, spazi di recupero diversificati e luoghi per la comunicazione distinti rispetto al reparto. Per gli aspetti ITC, Paolo Bertini ha presentato le attività del Gruppo di lavoro “Digitalizzazione” del CNETO, illustrando i contenuti del “quaderno tecnico di orientamento” pensato per gli operatori del settore che volessero innovare metodologie e tecnologie digitali delle loro aziende. Con Noemi Rende (Harpaceas) e Monica Ingaglio (Studio Ingaglio) si è parlato anche di “trasformazione digitale”,
Smart Hospital e Digital Twin, metodologie BIM e digitalizzazione degli appalti, illustrando infine le innovazioni nella gestione delle terapie intensive. La sfida dell’innovazione, conclude Paolo Bertini, impone un lavoro sui processi e la trasformazione digitale ne è lo strumento. Vito Allegretti, Alberto Oggioni e Irene Fullin, in qualità di referenti del Gruppo di lavoro Innovazione Digitale del Joint Research Partnership Healthcare Infrastructure, hanno affrontato il tema delle attrezzature medicali e della ricerca di soluzioni modulari, su piattaforma “Smart & Sustainable Hospital”, che consentano una integrazione “cyber-sicura” dei vari sistemi specialistici. Accelerare la guarigione dei pazienti, ridurre lo stress del personale, abbattere i costi di acquisto, e ridurre tempi di costruzione sono gli obiettivi per i quali i players di settore, garantiscono i relatori, stanno ottenendo ottimi risultati. Il contenuto del convegno è stato arricchito anche dello sponsor ASCOM che attraverso la relazione di Samuele Franchini ha permesso ai partecipanti di comprendere le soluzioni di Smart and Silent ICU come fattori chiave nella scelta tecnologica. Il convegno si è concluso con una serie di riflessioni dedicate alla “universal room” per verificarne con la reale fattibilità nelle nostre strutture sanitarie, a cura di Margherita Carabillò (InAR Ingegneria e Architettura) la reale fattibilità nelle nostre strutture sanitarie. In generale, sono stati evidenziati i costi di investimento, i parametri dimensionali e le problematiche organizzative del personale. Se le realizzazioni statunistensi hanno mediamente riportato un incremento di costo strutturale pari a circa il 7,5%, le importanti ripercussioni, in termini di superfici, di dotazioni impiantistiche, di formazione e responsabilità dello staff infermieristico, sicuramente costituiscono un deterrente nell'applicazione nel nostro Paese. Ancora un appuntamento di successo per il CNETO, un confronto attivo che ha visto una nutrita partecipazione dei soci e non solo, a testimonianza del crescente interesse verso le evoluzioni del settore ospedaliero.
█ Miljana Grbic
█ Cristiana Caira
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NORMATIVA COMMENTATA
di Antonella Crugliano, Arianna Laurenti, Sara Capizzi Ufficio Legale e Appalti Dipartimento Tecnico Patrimoniale AUSL di Bologna
Appalti, sentenze e aggiornamenti normativi CONTRATTI DI APPALTI PUBBLICI, NOVITÀ NORMATIVE CONTRATTI PUBBLICI DI APPALTI O CONCESSIONI Con il nuovo anno è entrata in vigore la digitalizzazione dell’interno ciclo degli appalti e dei contratti pubblici (sia essi rientranti nel novero degli appalti siano essi facenti parte delle concessioni di qualsiasi importo) come previsto dal nuovo Codice degli Appalti. Al centro del nuovo sistema figura la Banca Dati ANAC che interloquirà da una parte con le piattaforme certificate utilizzate dalle stazioni appaltanti e dall’altro con le banche dati statali che detengono informazioni necessarie alle stazioni appaltanti e agli enti concedenti per gestire le varie fasi del ciclo di vita dei contratti pubblici. Le fasi di programmazione, progettazione, pubblicazione, affidamento ed esecuzione di appalti e concessioni verranno dunque gestite dalle stazioni appaltanti utilizzando piattaforme di approvvigionamento digitale certificate. Le piattaforme saranno utilizzate per la redazione o acquisizione degli atti relativi alle varie procedure di gara; trasmissione dei dati e documenti alla Banca Dati Anac; l’accesso alla documentazione di gara; la presentazione del Documento di gara unico europeo; la presentazione delle offerte; l’apertura, gestione e conservazione del fascicolo di gara; il controllo tecnico, contabile e amministrativo dei contratti in fase di esecuzione e la gestione delle garanzie. La digitalizzazione del ciclo di vita degli appalti pubblici e delle concessioni determina nuovi sistemi di gestione dei codici identificativi delle gare e delle comunicazioni obbligatorie all’Anac. Non sarà più attivabile lo smartcig, ossia il sistema semplificato che ha consentito per anni l’acquisizione del codice identificativo di gara (CIG) con l’inserimento di una serie ridotta di informazioni, rapportato alle acquisizioni di lavori, beni e servizi di valore inferiore a 40.000 euro. Di conseguenza, le stazioni appaltanti dovranno acquisire e perfezionare, anche per importi modesti, il CIG ordinario (che ha tuttavia il pregio di consentire
l’attivazione delle funzionalità del fascicolo virtuale dell’operatore economico) attraverso le piattaforme di approvvigionamento, mediante l’interoperabilità con la piattaforma dei contratti pubblici gestita da Anac. L’Autorità ha precisato nella deliberazione n. 582 del 13 dicembre 2023 che resta tuttavia consentita, fino a una successiva comunicazione, l’acquisizione del CIG attraverso il sistema simog per le procedure i cui bandi o avvisi siano stati pubblicati o le cui lettere di invito sono state inviate entro il 31 dicembre 2023: il sistema consentirà il perfezionamento dei codici identificativi di gara esclusivamente se la data di pubblicazione del bando o della spedizione della lettera di invito è antecedente al 1° gennaio 2024. I CIG acquisiti successivamente a tale data saranno automaticamente eliminati entro 48 ore se non riferiti a procedure pubblicate entro il 31 dicembre 2023. Fino al 30 giugno 2024, anche al fine dell’assolvimento degli obblighi di comunicazione nei confronti della Banca dati nazionale dei contratti pubblici, le stazioni appaltanti e gli enti concedenti hanno facoltà di utilizzare l’interfaccia web messa a disposizione mediante la piattaforma dei contratti pubblici per l’acquisizione del CIG in relazione a quelle tipologie di contratti (in gran parte contratti esclusi dall’applicazione del codice) per i quali era previsa l’acquisizione dello smartcig senza limiti di importo, a soli fini di tracciabilità dei flussi finanziari, nonché per altre particolari fattispecie (tra le quali le adesioni ad accordi quadro e convenzioni formati entro il 31 dicembre 2023 e per la ripetizione di servizi analoghi prevista dall’articolo 76, comma 6 del codice per gare pubblicate entro la fine del 2023). Per le comunicazioni obbligatorie relative alla fase di affidamento e all’esecuzione, l’Autorità ha chiarito che le stesse saranno effettuate dal 1° gennaio 2024 dalle stazioni appaltanti e dagli enti concedenti mediante l’interfaccia classica con il sistema simog per i CIG acquisiti con lo stesso e invece con la piattaforma dei contratti pubblici per i CIG acquisiti (con le nuove modalità) mediante le piattaforme di approvvigionamento.
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La documentazione relativa alle varianti, individuata all’articolo 5, comma 12, dell’allegato II.14 del decreto legislativo n. 36/2023 è resa disponibile dalla stazione appaltate per l’Anac tramite un link ipertestuale al luogo dove detta documentazione è conservata, ad esempio la piattaforma di approvvigionamento digitale (non necessita, pertanto, l’invio che veniva effettuato secondo le vecchie modalità). Altra novità rilevante è rappresentata dal Fascicolo virtuale dell’operatore economico predisposto da ANAC: lo strumento consentirà l’accesso alle informazioni riguardanti gli operatori economici per la verifica del possesso dei requisiti per la partecipazione agli appalti pubblici e l’assenza di cause di esclusione. Le informazioni contenute nel fascicolo inserite dall’operatore economico attraverso apposite funzionalità verranno aggiornate automaticamente dagli enti certificatori e potranno essere consultati dalle stazioni appaltanti in tutte le procedure di affidamento cui lo stesso operatore economico parteciperà. Altra questione da segnalare introdotta dal nuovo Codice è rappresentata dal superamento nell’ambito delle commissioni giudicatrici dell’incompatibilità endoprocedimentale che precludeva la presenza nella medesima Commissione di coloro che erano stati coinvolti a vario titolo nell’ambito della procedura. Si guardava con sfavore la presenza in Commissione del RUP a tutela della trasparenza e dell’imparzialità di giudizio dei commissari. Il Nuovo Codice consente al RUP non solo di far parte della Commissione come membro, ma altresì come Presidente a meno che non venga dimostrata l’incompatibilità dei ruoli attraverso comprovate ragioni di interferenza e di condizionamento. Si è reputato, in sede di elaborazione delle nuove disposizioni, fosse più opportuno superare la presunzione di condizionamento sulla scelta dell’aggiudicataria a beneficio della conoscenza più approfondita dell’oggetto dell’appalto e della possibilità, in virtù di detta conoscenza, di poter più agevolmente individuare l’offerta migliore.
PRINCIPI E MASSIME GIURISPRUDENZIALI E/O AMMINISTRATIVE Attività di approvvigionamento Delibera ANAC 29 novembre 2023 n.562 L’ANAC, a seguito dell’acquisizione delle risultanze delle attività ispettive effettuate presso un’Azienda Sanitaria. ha rilevato la violazione di una serie di normative di fondamentale importanza nella disciplina contrattualistica pubblica. Un primo ambito violato risulta essere quello della programmazione degli acquisti dal momento che, nel verificare il comportamento posto in atto dalla stazione appaltante, ha sottolinea-
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to come la stessa ASL non avesse contezza delle necessità di approvvigionamento di beni (nel caso di specie presidi sanitari quali “guanti monouso, camici monouso, Reti per ernia, tubi di aspirazione liquidi, ecc.”). Più nello specifico la stessa ANAC ha rilevato come l’attività di Programmazione degli acquisti, anche per quanto concerne gli appalti di servizi e forniture, risulta essere obbligatoria, per tutte le pubbliche amministrazioni e costituisce una declinazione del principio di buon andamento dell’azione amministrativa. Un secondo profilo di criticità emerso, derivante dal comportamento adottato dall’Azienda Sanitaria, è stato l’illegittimo frazionamento degli acquisti, culminato in aggiudicazioni di forniture senza che vi fosse un previo espletamento di alcuna procedura di gara; questo modus procedendi - pur finalizzato a garantire la costante presenza dei beni necessari allo svolgimento delle attività della AUSL - ha comportato anche il mancato rispetto del principio della tutela della concorrenza, realizzatosi tramite l’assegnazione di affidamenti senza ricorrere al mercato ed alle altre società che avrebbero potuto partecipare alle procedure. Un ulteriore profilo contestato risulta essere quello riguardante la mancata adeguata applicazione della normativa sulla tracciabilità dei flussi finanziari (Legge 136/2010). In tal senso, nella Comunicazione di avvio dell’istruttoria, veniva evidenziato come la modalità di utilizzo dei CIG adottata dalla Azienda Sanitaria risultasse completamente elusiva della disciplina di cui alla legge n. 36 del 20120 laddove solo l’utilizzo di uno specifico CIG, collegato univocamente ad una procedura/affidamento, “permette di rendere trasparenti le operazioni finanziarie relative all’utilizzo del corrispettivo dei contratti pubblici, in modo da consentire un controllo in itinere ed a posteriori sui flussi finanziari provenienti dalle amministrazioni pubbliche”. Oltre alle violazioni sopra richiamate veniva, inoltre, contestata l’irregolarità connessa al mancato versamento del contributo all’Autorità in tutti i casi in cui, conclusosi un affidamento, l’Azienda Sanitaria avrebbe dovuto procedere ad individuare un nuovo operatore economico tramite apposita procedura rispettosa della disciplina normativa sui contratti, previa richiesta di un CIG ed effettuazione del pagamento, se dovuto, del contributo previsto dal legislatore in favore dell’Autorità. A tale ultimo inadempimento consegue, altresì, il mancato rispetto degli obblighi informativi attinenti sia alla fase di gara che alla fase esecutiva dell’affidamento.
Applicazione nuovo Codice procedure PNRR/PNC Tar Umbria, sentenza n. 758/2023 Il Tar Umbria - con la pronuncia n.758/2023 pubblicata lo scorso 21 dicembre - conferma l’applicazione del nuovo codice dei contratti anche alle procedure PNRR/PNC in caso di assenza di
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richiami specifici contenuti nel D.L n.77/2021, come già affermato anche dal MIT con i recenti pareri n.2203/2023 e n.2295/2023 (che hanno superato l’impostazione espressa nel parere n.2153 che sosteneva il contrario). Nel caso di specie, i riferimenti normativi cui si affida il giudice sono, nell’ordine, l’articolo 226, l’articolo 225 e l’articolo 226, da cui si desume il microsistema normativo che chiarisce la problematica delle disposizioni applicabili al PNRR/PNC avviati dalla data di efficacia del nuovo codice ovvero dal 1° luglio 2023 (art. 229 comma 1). L’art. 226, comma 2, chiarisce che il nuovo codice si applica solo alle procedure avviate a far data dalla sua efficacia indicando i casi, ad esempio per «le procedure e i contratti» i cui «bandi o avvisi con cui si indice la procedura di scelta del contraente siano stati pubblicati prima della data in cui il codice acquista efficacia». Per il PNRR/PNC, subentra l’articolo 225, e in particolare il comma 8, che delinea il quadro normativo applicabile a questo tipo di appalti anche se avviati successivamente alla data di efficacia del nuovo codice. In particolare, la disposizione precisa che «si applicano, anche dopo il 1° luglio 2023, le disposizioni di cui al decreto-legge n. 77 del 2021, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 108 del 2021, al decreto-legge 24 febbraio 2023, n. 13, nonché le specifiche disposizioni legislative finalizzate a semplificare e agevolare la realizzazione degli obiettivi stabiliti dal Pnrr, dal Pnc nonché dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030 di cui al regolamento (UE) 2018/1999 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018».
Ora, il DL 77/2021, come puntualizza il giudice, «non reca una compiuta disciplina delle procedure di affidamento degli appalti finanziati con le risorse del Pnrr». Pertanto, se è vero che alcune norme del codice del 2016 continuano ad applicarsi agli appalti finanziati anche solo in parte dal Pnrr/Pnc è altresì vero che per «quanto non derogato o comunque non diversamente disciplinato dal DL 77/2021, alle suddette procedure debba applicarsi il d.lgs. n.36/2023, secondo la regola generale di cui all’art. 226, co. 2, del nuovo codice, o, per una sorta di effetto di trascinamento, la fonte derogata dalle succitate disposizioni del d.l. n. 77/2021, ovvero il d.lgs. n. 50/2016». E in questo senso, del resto, dispone sempre l’articolo 226 quando al successivo comma 5 puntualizza che «ogni richiamo in disposizioni legislative, regolamentari o amministrative vigenti al decreto legislativo 18 aprile 2016, n.50 del 2016, o al codice dei contratti pubblici vigente alla data di entrata in vigore del codice, si intende riferito alle corrispondenti disposizioni del codice o, in mancanza, ai principi desumibili dal codice stesso». In conclusione, nel momento in cui non è perfettamente rinvenibile una norma del codice del 2016, per superare la carenza di disciplina il riferimento dovrà intendersi al nuovo codice dei contratti. Ciò viene bene espresso dal giudice che chiarisce che «al di là delle disposizioni di cui al DL n.77/2021 e delle altre fonti espressamente richiamate dall’art. 225, co. 8, del d.lgs. n.36/2023, applicabili anche alle procedure finanziate con i fondi del Pnrr pur se bandite successivamente all’efficacia del nuovo codice, dovranno trovare dunque applicazione le norme ed i principi» di quest’ultimo.
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Il manuale è una guida operativa alla corretta applicazione delle norme di riferimento per le attività soggette ai controlli e alle verifiche di prevenzione incendi. Il testo nasce con l’obiettivo di fornire al Progettista uno strumento utile alla selezione della procedura adottabile nella realizzazione di un nuovo progetto di prevenzione incendi. Per ogni attività compresa nell’Allegato I del DPR 151/2011, per la quale è possibile applicare il Codice o, in alternativa, le regole tecniche tradizionali, si sono valutate le procedure di carattere generale (RTO) impiegabili, unitamente alle norme tecniche collegate, al fine di consentire la scelta immediata della metodologia idonea e consentita dalle disposizioni normative.
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Perché associarsi al C.N.E.T.O. Il CNETO è un’associazione culturale che riunisce architetti e ingegneri interessati ai problemi dell’edilizia e della tecnica ospedaliera, tecnici, igienisti, amministratori ed economi di direzioni ospedaliere. Il CNETO ha come obiettivo primario la promozione dell’informazione e della conoscenza nello specifico settore della sanità, settore in continua e rapida evoluzione, che richiede il costante aggiornamento di tutti gli operatori. È proprio con questa finalità che l’Associazione organizza convegni nazionali e internazionali, viaggi di studio presso le strutture all’avanguardia sia italiane che estere, attiva contatti ufficiali con le altre associazioni e le istituzioni più rappresentative, anche straniere. Il CNETO è stato fondato quale Associazione multidisciplinare proprio perché la progettazione ospedaliera e socio-sanitaria esige la sinergia tra le diverse figure professionali coinvolte nella valutazione e risoluzione di tutti gli aspetti che concorrono a definire il progetto. La presenza delle Aziende, in qualità di soci collettivi, permette di stabilire uno stretto legame anche con il mondo della produzione e del mercato, le cui tendenze in atto costituiscono un indispensabile strumento di cultura tecnica.
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NOTIZIE DAL CNETO A conclusione delle votazioni del CNETO per il triennio 2022-2024, sono risultati eletti i seguenti consiglieri: Presidente: Stefano Capolongo Past President: Maurizio Mauri Segretario Generale: Marco Gola Vice Presidenti: Margherita Carabillò e Roberto Righini Direttore Rivista Progettare per la Sanità: Margherita Carabillò Tesoriere: Roberto Righini
• GIUNTA ESECUTIVA Ark.Ing.81 S.r.l. Righini Bragonzi Gilberto Carabillò Margherita Ingaglio Monica Meoli Federica Peretti Gabriella
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• CONSIGLIO NAZIONALE In rappresentanza dei Soci ordinari Manara Giuseppe Azzini Susanna Mauri Maurizio Bettamio Valentina Meoli Federica Bragonzi Gilberto Oddi Baglioni Grifone Brambilla Andrea Pedrini Daniela Carabillò Margherita Peretti Gabriella Colombo Luigi Pollo Riccardo Dubini Nicoletta Ravegnani Morosini Roberto Ferrante Tiziana Taddia Andrea Gola Marco Tognolo Chiara Grifa Egisto Torricelli Maria Chiara Ingaglio Monica Vitali Marco Ladini Lino Zingaretti Gabriele In rappresentanza dei Soci collettivi AIRNOVA ARK.ING.81 S.r.l. BININI PARTNERS S.r.l. CAIREPRO - COOPERATIVA ARCHITETTI E INGEGNERI PROGETTAZIONE POLITECNICO DI MILANO - Dipartimento ABC PROGER SpA PROGETTO CMR SAGICOFIM SpA SIBILLASSOCIATI TECNICAER ENGINEERING S.r.l.
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ESTRATTO DALLO STATUTO Art. 1 Denominazione Il “C.N.E.T.O. - Centro Nazionale per l’Edilizia e la Tecnica Ospedaliera” è una Associazione culturale, apartitica e senza scopo di lucro, nata sotto gli auspici dell’ANIAI. L’Associazione è retta dal presente statuto la cui attuazione operativa è demandata, se necessario, ad appositi regolamenti operativi.
Art. 2 Sede La sede legale del C.N.E.T.O. è stabilita in Roma. L’Associazione può aprire sedi operative periferiche.
Art.3 Scopo L’Associazione ha come scopo, a beneficio della collettività: la promozione dello studio dei problemi organizzativi, gestionali e progettuali connessi con l’edilizia socio sanitaria; di stabilire e mantenere contatti in campo nazionale e internazionale fra esperti italiani e stranieri e altre Associazioni che si interessano ai problemi attinenti allo scopo sociale; di porre a disposizione e di favorire la diffusione delle conoscenze e del progresso delle arti dello specifico settore anche attraverso l’uso dei propri mezzi e strutture; la promozione e/o la partecipazione al capitale sociale di società e/o associazioni che abbiano il fine statutario di approfondire, diffondere la cultura tecnico – architettonica, gestionale e organizzativa dell’edilizia socio-sanitaria, anche a scopi didattici ed editoriali. la qualificazione e il riconoscimento delle professionalità, svolgendo un ruolo di formazione e di informazione degli operatori. Per il raggiungimento dello scopo sociale il C.N.E.T.O. indice, promuove e organizza convegni, seminari, giornate di studio, viaggi, visite tecniche, pubblicazioni proprie o di terzi e diffonde la rivista organo ufficiale dell’associazione.
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Art. 5 Organi del C.N.E.T.O. Sono: l’Assemblea dei Soci, Il Consiglio Nazionale, Il Presidente, La Giunta esecutiva, Il Collegio dei revisori
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