BIRRE A CONFRONTO
di Norberto Capriata
CELEBRITY BEER-MATCH L’ardito Tommaso vs Zorzona
predisposizione al vintage che contraddistingue e differenzia i Vin d’Orzo da quasi tutte le altre tipologie di birra, avvicinandoli piuttosto proprio al vino e legittimandone quindi la denominazione. Birre di dieci, venti, cinquanta, cento anni! Ancora in gran forma, anzi, rese eccellenti proprio dall’azione del tempo: come non stupirsene e rimanerne ammaliati?
Maturazione fino a 10 anni senza brutte sorprese…
È probabilmente lo stile birrario che più mi emoziona, non so perché.
Sto parlando dei barley wine inglesi (categoria 17B del BJCP, per essere precisi), da non confondere con le brutte copie americane (categoria 22B) che personalmente ritengo quasi sempre delle fetecchie senza senso di esistere. Ma gli English barley wine li adoro. Forse per la potenza della bevuta, la struttura imponente, il grado alcolico elevato, la complessità degli aromi che si aprono ed evolvono man mano che il fluido si scalda nella coppa, il tepore che avvolge gola e palato e che rischiara anche le giornate autunnali più umide e uggiose.
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BIRRA NOSTRA MAGAZINE
Il fascino degli English barley wine
Oppure, più semplicemente, è la limitata reperibilità di questo stile a rendermelo caro, così infrequente da incrociare persino nei pub della madre patria britannica e praticamente ignorato nel nostro paese, dove è assai raro stanare birrai interessati a dedicarvisi, magari in un intervallo tra una IPA e una APA. O magari è per quelle bottigliette dall’aria antiquata, tutt’altro che accattivanti all’occhio, ma che ben introducono la bevanda e la sua nota attitudine alle maturazioni prolungate. O chissà, forse è proprio la loro più rinomata caratteristica ad attrarmi, quella
A questo punto occorre però tornare coi piedi per terra e, con un piccolo sforzo di volontà, mitigando l’entusiasmo puro e fanciullesco ma un po’ esagerato dell’appassionato di lungo corso, provare a riacquistare quell’obiettività professionale indispensabile per trattare l’argomento con correttezza e senza esagerazioni. Bisognerà allora ammettere, con un pizzico di dispiacere, che questo mitico elisir di lunga vita che caratterizzerebbe i barley wine permettendone maturazioni leggendarie va invece, alla prova dei fatti, almeno in parte, ridimensionato. Se è infatti sicuramente vero che, tra gli stili birrari, questo sia uno dei più adatti all’invecchiamento (insieme alle imperial stout e alle birre con profili sour), occorre però sottolineare che l’intervallo di maturazione entro il quale possiamo essere ragionevolmente sicuri di evitare brutte sorprese difficilmente supera i 10 anni. Nei primi tempi, infatti, la birra si presenta estremamente dolce, con un finale generalmente molto amaro, le due componenti assai scomposte; inoltre, una struttura corposa al limite della stucche-
gennaio-febbraio 2022