INDICE 2 Presentazione
CLASSE PRIMA 8 Programmazione 13 Testi per approfondire 23 Schedario
CLASSE SECONDA 64 Programmazione 69 Testi per approfondire 95 Schedario
CLASSE TERZA 136 Programmazione 143 Testi per approfondire 165 Schedario 206 Guida ai materiali digitali
AMORE È... Guidare il bambino alla consapevolezza degli aspetti che caratterizzano l’identità culturale di appartenenza è il principio che sta alla base della presenza dell’IRC nella scuola italiana e che ne garantisce il valore storico, culturale e umano, indispensabile per lo sviluppo armonico e integrale della persona. Il testo “Amore è...” si propone proprio questo: favorire l’acquisizione e l’uso appropriato di strumenti culturali che aiutino il bambino ad affrontare le grandi domande di senso della vita per rintracciare, nei vari linguaggi religiosi, percorsi di risposta possibili, con particolare attenzione alla forma storica della religione cattolica, parte costitutiva della società italiana. Come quadro di riferimento, oltre alle Indicazioni nazionali del 2011, vengono considerate le otto competenze-chiave per l’apprendimento permanente, definite dal Parlamento europeo e dal Consiglio dell’Unione europea (Raccomandazione del 18 dicembre 2006) e assunte come orizzonte dal sistema scolastico italiano. Il testo guarda soprattutto alle competenze sociali e civiche e alla consapevolezza ed espressione culturale, per favorire le relazioni e i rapporti tra persone di culture e religioni differenti, in coerenza con i principi dell’inclusione e dell’integrazione. Particolare attenzione viene data, infatti, all’accoglienza, all’affettività, al dialogo e all’intercultura e sono previsti percorsi graduali e calibrati, accessibili a tutti.
Amore è... coniuga i principi didattici che storicamente caratterizzano i testi IRC della RAFFAELLO, con aspetti innovativi legati alle esigenze dalla Scuola Primaria in continua evoluzione. • I Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della Scuola Primaria sono il punto di riferimento costante su cui è stato elaborato il percorso didattico. • Le Indicazioni nazionali sono state tradotte in un itinerario di apprendimento che coniuga gli ambiti tematici della religione cattolica (Dio e l’uomo, la Bibbia e le sue fonti, il linguaggio religioso e i valori etici e religiosi) con una metodologia attiva, in cui il bambino è posto al centro del processo di apprendimento, in quanto protagonista coinvolto attivamente a vari livelli (cognitivo, emotivo, affettivo-relazionale e pratico-operativo). • Il linguaggio è adeguato allo sviluppo psicologico, affettivo, intellettivo e linguistico dei destinatari. Nei casi in cui sono riportati termini o espressioni di particolare complessità, questi vengono opportunamente messi in evidenza e spiegati in box specifici di lessico. • Accogliendo le nuove esigenze didattiche legate agli alunni con Bisogni Educativi Speciali (BES), sono state inserite in tutti gli Eserciziari (dalla prima alla quinta), alcune pagine semplificate, da utilizzare sia con gli alunni con difficoltà, sia con l’intero gruppo classe come utile strumento di ripasso. • Sempre negli Eserciziari sono previste delle attività strutturate secondo il modello INVALSI. • Particolare valore viene dato al dialogo, all’accoglienza e al rispetto per le molteplici modalità di intendere il sacro.
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• Le proposte operative mirano a stimolare la riflessione, il confronto e lo scambio con l’altro, inoltre invitano alla comprensione, all’indagine e alla rielaborazione dei contenuti per una costruzione partecipata delle conoscenze e l’acquisizione di abilità manuali. • I collegamenti multidisciplinari con l’area linguistico-artistico-espressiva e con quella antropologica e scientifica (con particolare attenzione ai percorsi storico-culturali delle classi 3a, 4a e 5a) sono indirizzati al reciproco potenziamento. • I riferimenti biblici a livello testuale e iconografico sono molto frequenti e di facile comprensione.
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Il progetto dalla prima alla quinta Classi 1a - 2a - 3a Classe 1a • Libro di testo - pp. 56 Interamente in maiuscolo con 8 pagine di accoglienza. • Eserciziario + Lavoretti - pp. 48 Interamente in maiuscolo
Interamente in maiuscolo Classi 2a e 3a • Libro di testo - pp. 72 • Eserciziario + Lavoretti - pp. 88 Con 8 pagine di approfondimento sui personaggi biblici presentati nel libro di terza e segnalati con opportuni riferimenti.
Pagine di approfondimento
In allegato La mia Bibbia da colorare (1a, 2a, 3a)
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Classi 4a - 5a Classi 4a e 5a • Libro di testo - pp. 104 • Eserciziario + Lavoretti - pp. 112
In allegato Il mio Vangelo (4a e 5a) Atlantino di Geostoria (4a e 5a)
Tante attività per capire meglio
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CONTENUTI SPECIALI • Dalla Scuola dell’Infanzia alla Scuola Primaria Il volume di classe prima si apre con 8 pagine di accoglienza da utilizzare nei primissimi giorni di scuola e presenta solo il carattere MAIUSCOLO.
• Storie che scaldano il cuore Si tratta di storie che narrano episodi della vita di santi o di personaggi importanti della cristianità, con un forte valore educativo ed evocativo. Dalla classe prima alla classe quarta vengono presentate sotto forma di fumetto, in modo da renderle visivamente più immediate e accattivanti per l’alunno. In classe quinta invece, quando il bambino è più maturo, il discorso viene approfondito sotto forma di narrazione.
• Le parole dell’intercultura Queste pagine sono pensate come un luogo di conoscenza e di incontro fra realtà culturali e religiose differenti attraverso la riflessione su grandi temi come la pace, la preghiera, le feste i luoghi sacri, ecc. Sono pensate per promuovere la cultura della tolleranza e del rispetto, profondamente radicata nei principi evangelici.
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• In Arte, Musica e Poesia In queste pagine vengono presentate le festività della Pasqua e del Natale nelle tre diverse arti. Nello specifico viene proposta agli alunni l’analisi di un quadro, la lettura di una poesia e l’ascolto di un brano tradizionale della festività in oggetto.
• Arte e immagine In quarta e quinta ci si concentra maggiormente sull’analisi di opere pittoriche che guidano il bambino al “senso del bello e dello stupore” per metterlo in contatto con gli aspetti più profondi dell’esperienza umana.
• Andiamo a... Grazie a queste pagine di approfondimento storico-geografico, alle foto e alle cartine, i bambini sono accompagnati nei principali luoghi santi e invitati a contestualizzazione i più importanti eventi della storia del popolo ebraico, di Gesù e delle prime comunità cristiane.
• Le parole del cuore Si tratta di un percorso sull’affettività che, attraverso delle domande-stimolo, spinge il bambino a riflettere sulle sue emozioni e sul suo modo di stare al mondo.
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CLASSE 1a
Programmazione Traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine della Scuola Primaria • L’alunno riflette su Dio Creatore e Padre, sui dati fondamentali della vita di Gesù e sa collegare i contenuti principali del suo insegnamento alle tradizioni dell’ambiente in cui vive; riconosce il significato cristiano del Natale e della Pasqua, traendone motivo per interrogarsi sul valore di tali festività nell’esperienza personale, familiare e sociale. • Riconosce che la Bibbia è il libro sacro per Cristiani ed Ebrei un documento fondamentale della nostra cultura, sapendola distinguere da altre tipologie di testi, tra cui quelli di altre religioni; identifica le caratteristiche essenziali di un brano biblico, sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui più accessibili, per collegarle alla propria esperienza. • Si confronta con l’esperienza religiosa e distingue la specificità della proposta di salvezza del Cristianesimo; identifica nella Chiesa la comunità di coloro che credono in Gesù Cristo e si impegnano per mettere in pratica il suo insegnamento; coglie il significato dei Sacramenti e si interroga sul valore che essi hanno nella vita dei Cristiani.
CLASSE PRIMA COMPETENZE-CHIAVE EUROPEE DI RIFERIMENTO
• CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE • COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE • COMPETENZA DIGITALE TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
ALLA FINE DELLA CLASSE PRIMA
Sulla base delle conoscenze acquisite e delle abilità raggiunte, in situazioni di vita, quando se ne presenta l’occasione, l’alunno: • è in grado di riflettere su Dio Creatore e Padre e di confrontarsi con l’esperienza religiosa; • sa spiegare con semplicità alcuni simboli, segni e atteggiamenti strettamente legati al significato cristiano del Natale e della Pasqua; • riflette sui dati fondamentali della vita di Gesù; • sa farsi accompagnare nella lettura e nella comprensione di semplici passi biblici, adatti alla sua età; • è in grado di riconoscere nella chiesa il luogo della celebrazione domenicale dei Cristiani e sa distinguerlo dalla scuola, luogo di incontro e di amicizia. • sa muoversi nel mondo digitale usufruendo dei linguaggi multimediali per acquisire conoscenze.
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CLASSE 1a Unità di Apprendimento N. 1: ACCOGLIENZA COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riconoscere nella chiesa il luogo della celebrazione domenicale dei cristiani e sa distinguerlo dalla scuola, luogo di incontro e di amicizia. Obiettivi di Apprendimento Sviluppare un atteggiamento di apertura e di fiducia verso insegnanti e compagni per orientarsi nel nuovo ambiente scolastico e interagire in modo sereno e collaborativo. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI
ABILITÀ
LIBRO DI TESTO da pag. 3 a pag. 10 M.I.O. BOOK STUDENTE Esercizi interattivi pagg. 5, 7, 10
CONOSCENZE
• Riconosce gli elementi che caratterizzano l’ambiente scolastico, luogo di incontro e di amicizia. • Collega la religione a Gesù di Nazaret.
• La scuola: i suoi ambienti e i suoi elementi caratteristici. • La classe: un nuovo gruppo di amici. • La materia Religione.
Unità di Apprendimento N. 2: LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere su Dio Creatore e Padre e di confrontarsi con l’esperienza religiosa. Obiettivi di Apprendimento Prendere coscienza della dimensione religiosa dell’uomo attraverso la scoperta del mondo delle emozioni. Scoprire la bellezza dello stare insieme e sviluppare sentimenti di rispetto verso tutti. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag.11 a pag.18 QUADERNO ATTIVO da pag.1 a pag. 5 Lavoretto n.1 M.I.O. BOOK STUDENTE Canzoni pagg. 11, 14 Approfondimento pag. 18
ABILITÀ
CONOSCENZE
• Sa decodificare il linguaggio non verbale legato alle emozioni di rabbia, tristezza, gioia e paura. • Identifica “nel cuore” la sede dei sentimenti. • Riconosce nell’amore il sentimento che apre all’esperienza religiosa. • Comprende il valore della diversità nella vita della classe. • Esprime sentimenti e assume comportamenti di amicizia e condivisione con gli altri.
• I movimenti del cuore raccontano emozioni. • Persone che amo e che mi amano. • Il valore dell’amicizia. • Il cuore di Dio è quello di un padre. • San Francesco parla agli uccelli di Dio.
Unità di Apprendimento N. 3: LA CREAZIONE COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere su Dio Creatore e Padre e di confrontarsi con l’esperienza religiosa. Obiettivi di Apprendimento Riconoscere che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre e cogliere nell’ambiente i segni che richiamano tracce della Sua presenza. Scoprire che il Creato è un dono da rispettare. Esprimere stupore per le meraviglie del Creato. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag.19 a pag. 25 QUADERNO ATTIVO da pag. 6 a pag. 8 M.I.O. BOOK STUDENTE Canzoni pagg. 20, 25 Giochi pagg. 20, 22, 24 Video pag. 24
Cosa verificare ABILITÀ • Individua nell’ambiente i doni di Dio all’uomo e lo riconosce come creatore. • Sa osservare la realtà e distingue gli elementi creati da Dio da ciò che nasce dalle mani dell’uomo. • Manifesta stupore e meraviglia nei confronti delle bellezze della natura.
CONOSCENZE • Fare non è creare. • Ambienti dono di Dio: cielo, terra e mare.
M.I.O. BOOK DOCENTE Gioco pag. 19
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CLASSE 1a
Unità di Apprendimento N. 4: IL NATALE
COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno riflette sui dati fondamentali della vita di Gesù e riconosce il significato cristiano del Natale. Obiettivi di Apprendimento: provare sentimenti di gioia e di gratitudine per il dono della vita. Riconoscere nella nascita di Gesù di Nazaret, l’Emmanuele, un’esperienza di gioia e di comunione. Comprendere il vero significato del Natale: Gesù, dono di Dio. Saper collegare alcuni segni e simboli alle feste che rappresentano. Prendere coscienza del particolare carattere dell’Avvento come tempo di attesa e di desideri. Ascoltare e saper riferire alcune semplici storie bibliche, anche attraverso l’arte e la conoscenza dei luoghi. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 26 a pag. 35 QUADERNO ATTIVO da pag. 9 a pag.12 Lavoretti n. 2 e 3 M.I.O. BOOK STUDENTE Video pagg. 28, 29, 31, 35 Canzoni pagg. 31, 33 Zoom fotografico pag. 32
ABILITÀ
CONOSCENZE
• Riconosce nella nascita di un bambino un’esperienza di gioia e di comunione. • Sa osservare l’ambiente che lo circonda e riconosce in esso i segni che preparano alla festa del Natale. • Sa distinguere il Natale dalle altre festività, come festa che ricorda la nascita di Gesù, il Figlio di Dio. • Attribuisce un significato ai vari segni natalizi.
• La propria nascita come dono. • L’Avvento, tempo di attesa. • Maria, la madre di Gesù. • Il significato della festa del Natale. • Betlemme, la città dove è nato Gesù. • Segni e simboli natalizi.
Unità di Apprendimento N. 5: GESÙ DA BAMBINO COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno riflette sui dati fondamentali della vita di Gesù. Obiettivi di Apprendimento: saper riconoscere che Gesù di Nazaret è stato un bambino come tutti. Ricostruire alcuni aspetti della vita di Gesù più vicini all’esperienza personale e saper operare un confronto. Scoprire il valore degli affetti nella vita di ciascuno. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI
ABILITÀ
LIBRO DI TESTO da pag. 36 a pag. 39 QUADERNO ATTIVO da pag.13 a pag.14 Lavoretti n. 4, 5 e 6
CONOSCENZE
• Confronta la propria esperienza di vita quotidiana con quella del bambino Gesù a Nazaret.
• Nel paese di Gesù: la casa, l’abbigliamento, i giochi e la scuola.
M.I.O. BOOK STUDENTE Audio e approfondimento pag. 39 Unità di Apprendimento N. 6: GESÙ MAESTRO E AMICO COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno riflette sui dati fondamentali della vita di Gesù e sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui più accessibili. Obiettivi di Apprendimento: riconoscere negli Apostoli i primi amici di Gesù. Capire che i miracoli sono segni straordinari che rivelano la presenza di Dio fra gli uomini. Comprendere il linguaggio della parabola del Buon Pastore. Scoprire il messaggio d’amore portato da Gesù. Ascoltare e saper riferire alcune semplici storie bibliche. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 40 a pag. 45 QUADERNO ATTIVO da pag.15 a pag.17 M.I.O. BOOK STUDENTE Video pagg. 40, 41 Audio pag. 42, 43 Canzone e attività pag. 45 M.I.O. BOOK DOCENTE Video pag. 40. Canzone pag. 45
Cosa verificare ABILITÀ • Sa cogliere alcuni tratti essenziali del messaggio di Gesù.
CONOSCENZE • Gli amici di Gesù: gli Apostoli. • Miracoli e parabole. • Gesù, l’amico del cuore.
CLASSE 1a
Unità di Apprendimento N. 7: LA PASQUA COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno riflette sui dati fondamentali della vita di Gesù e riconosce il significato cristiano della Pasqua.
Obiettivi di Apprendimento: scoprire nella Pasqua il centro della fede cristiana. Conoscere Gesù di Nazaret, crocifisso e risorto, testimoniato dai Cristiani. Conoscere i principali simboli pasquali e il loro significato. Ascoltare e saper riferire alcune semplici storie bibliche. Riconoscere il valore della gioia cristiana legata alla Risurrezione di Gesù. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 46 a pag. 50 QUADERNO ATTIVO da pag.18 a pag.19 Lavoretti n. 7 e 8 M.I.O. BOOK STUDENTE Video pagg. 48, 49 Canzoni pagg. 47, 48 Zoom fotografico pag. 46 Gioco pag. 47 Audio pag. 50
ABILITÀ
CONOSCENZE
• Sa osservare l’ambiente che lo circonda e riconoscere in esso i segni che caratterizzano la festa di Pasqua. • Attribuisce un significato ai vari segni pasquali. • Intuisce il significato salvifico della morte e Risurrezione di Gesù.
• Il morire e rinascere della natura. • Il significato della Pasqua per i Cristiani. • Segni e simboli pasquali.
M.I.O. BOOK DOCENTE Canzone pag. 46 Unità di Apprendimento N. 8: I CRISTIANI COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno si confronta con l’esperienza religiosa e riconosce nella chiesa il luogo di culto dei Cristiani. Obiettivi di Apprendimento: riconoscere il valore della domenica come giorno sacro che ricorda la Risurrezione di Gesù. Scoprire la presenza e conoscere la funzione dell’edificio chiesa. Comprendere il valore simbolico della croce. Conoscere, per maturare forme di rispetto, i luoghi sacri delle religioni più diffuse al mondo. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 51 a pag. 56 QUADERNO ATTIVO da pag. 20 a pag. 21 Lavoretto n. 9 M.I.O. BOOK STUDENTE Giochi pag. 52 Approfondimenti pagg. 53, 55, 56
ABILITÀ • Attribuisce alla domenica il significato di giorno sacro per i Cristiani. • Riconosce nella chiesa il luogo di culto dei Cristiani. • Dimostra atteggiamenti di rispetto verso la fede degli altri.
CONOSCENZE • Ogni domenica è Pasqua per i Cristiani. • L’edificio chiesa. • Il segno della croce. • Diversi luoghi di preghiera.
COME VERIFICARE I QUADRIMESTE QUADERNO ATTIVO pag. 22
II QUADRIMESTE QUADERNO ATTIVO pag. 23
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CLASSE 1a
IN RELAZIONE AGLI OBIETTIVI D’APPRENDIMENTO SI CONSIDERA LA SEGUENTE
RUBRICA VALUTATIVA AMBITO TEMATICO
LIVELLO INIZIALE
LIVELLO BASE
LIVELLO INTERMEDIO
LIVELLO AVANZATO
Riconosce in Dio il creatore del mondo. Conosce alcune caratteristiche di Gesù.
Conosce il linguaggio specifico relativo agli argomenti trattati. Riconosce in Dio il creatore del mondo per i Cristiani. Conosce alcune caratteristiche del Gesù storico.
Conosce, comprende e utilizza in modo appropriato il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Riconosce in Dio il creatore del mondo e la fonte della vita per i Cristiani. Mette in relazione le caratteristiche del Gesù storico con la propria esperienza.
Conosce, comprende, applica e padroneggia in modo appropriato il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Riconosce in Dio il creatore del mondo e la fonte della vita per i Cristiani. Sa argomentare sulle caratteristiche del Gesù storico confrontandole con la propria esperienza.
Riconosce alcuni Conosce il linguaggio semplici passi biblici. specifico relativo agli argomenti trattati. Conosce semplici LA BIBBIA E passi biblici relativi alla vita di Gesù. LE ALTRE FONTI
Comprende e utilizza il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Conosce i passi biblici a lui accessibili e sa utilizzarli in contesti diversi.
Comprende e utilizza in modo sempre appropriato il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Conosce i passi biblici a lui accessibili e sa utilizzarli con sicurezza in contesti diversi.
Conosce le principali feste cristiane e alcuni simboli ad esse collegati. Sa identificare l’edificio chiesa nell’ambiente che lo circonda.
Conosce il linguaggio simbolico legato alle principali feste cristiane. Sa riconoscere nella chiesa il luogo sacro dei Cristiani.
Conosce e comprende il linguaggio simbolico legato alle principali feste cristiane. Riconosce nella chiesa il luogo sacro dei Cristiani e sa conoscerne le caratteristiche e le funzioni.
Sa argomentare circa il valore simbolico legato alle principali feste cristiane. Sa mettere in relazione il luogo sacro dei Cristiani con quello di altre religioni.
Riconosce nella figura di Gesù un buon esempio di vita.
Riconosce nel messaggio di Gesù una proposta di vita per “crescere bene” nel rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente.
Riconosce nel messaggio di Gesù una proposta di vita per “crescere bene”. Sviluppa riflessioni e atteggiamenti di rispetto verso gli altri e l’ambiente.
Riconosce i valori incarnati da Gesù e coglie in essi una proposta di vita per “crescere bene”. Sviluppa riflessioni e individua atteggiamenti di rispetto verso gli altri e l’ambiente.
DIO E L’UOMO
IL LINGUAGGIO RELIGIOSO
I VALORI ETICI E RELIGIOSI
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CLASSE 1a
Testi per approfondire LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI 1. POESIA: IL MIO CUORE PARLA Suona la sveglia, che agitazione! il mio cuore è pieno di emozione! La scuola apre le porte e il mio cuore batte forte! Vedo tanti nuovi amici e sento cuori che battono felici. Ecco arriva la maestra e il mio cuore le fa festa! Rallenta sempre più il suo battito e la mattina passa in un attimo! Il primo giorno ormai è passato e quando è sera, nel mio letto, il mio cuore è rilassato.
2. POESIA: LA SCUOLA Vado a scuola, vedo amici, gioco, parlo, imparo, rido, più si è, più si è felici: degli amici io mi fido. La maestra ha bei capelli è un’amica un po’ più grande lei ci insegna ritornelli, lei risponde alle domande. Vado a scuola, vedo cose, le disegno con colori, sento storie misteriose, e alla fine torno fuori. R. Piumini
S. Fiorucci
3. FILASTROCCA: A COME... AMORE A come... amore, son le parole gridate dal cuore, amore del figlio per la sua mamma del nonno che canta la ninna nanna! Amore di Dio per ogni uomo che chiede aiuto oppure perdono, come un padre al suo piccino scalda il cuore più del camino! S. Fiorucci
4. FILASTROCCA: FILASTROCCA DELL’AMICIZIA Io do la mano a te, tu dai la mano a me... Amicizia è la parola più bella che c’è Ma se ci guardi dentro... ne trovi altre cento, parole gentili, parole felici, da regalare a tutti gli amici. Parole in cerchio, parole in tondo, parole che abbracciano tutto il mondo.
5. STORIA DA RACCONTARE: BUONA NOTTE PAPÀ DIO Una sera, prima di addormentarsi, Teresa chiede alla sua mamma: – Mamma perché ogni sera mi dici di pregare Dio? – Perché Lui ci ha creato, è buono e ci vuole bene, anche se non lo vediamo. Non soddisfatta della risposta, la bimba continua a chiedere: – Sì ma allora chi è Dio? La mamma ci pensa un po’, poi le dice: – Quando hai tolto le ruotine dalla bicicletta, chi ti accompagnava le prime volte in strada? E quando al mare volevi imparare a nuotare senza salvagente, chi ti sosteneva nei punti in cui non toccavi con i piedi per terra? E quando quel cane al parco stava per morderti, chi ti ha protetta? – Il mio papà, non ricordi, ma che c’entra con Dio? – risponde la bambina. – Dio è come un papà che ci accompagna tutti i giorni ci sostiene quando siamo stanchi e ci protegge. Per questo lo preghiamo per ringraziarlo del bene che ci vuole. – Questo vuol dire che io allora ho due papà? – Brava, è proprio così, hai un papà che vedi e abbracci e uno nei cieli che non vedi, ma ogni volta che papà ti dà un bacio è come se te lo desse anche Dio. Tutta felice Teresa si addormenta dicendo: – Buona notte mamma, buona notte papà e buona notte papà Dio.
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CLASSE 1a
6. STORIE CHE SCALDANO IL CUORE SAN FRANCESCO E GLI UCCELLI Tanti anni fa, Francesco, un giovane che abitava nella città di Assisi, in nome di Dio, scelse una vita semplice e povera fatta di amore verso tutti gli esseri viventi. Un giorno, passando vicino a un bosco con alcuni dei suoi fratelli, chiamati frati, cominciò a parlare dell’amore di Dio creatore agli uccelli che si fermarono ad ascoltarlo. Quando ebbe finito di parlare, gli uccelli ripresero il volo e formarono una croce nel cielo per dire al Santo che avevano capito quello che gli aveva spiegato: Dio ci ha creato perché ci vuole bene. 7. STORIA DA RACCONTARE: SAN FRANCESCO E IL LUPO DI GUBBIO Nel tempo in cui San Francesco dimorava nella città di Gubbio, gli abitanti andarono a cercarlo pieni di paura. Si aggirava, infatti, per le campagne intorno alla città un lupo grandissimo, terribile e feroce, il quale non solamente divorava gli animali, ma attaccava anche gli uomini. Allora il Santo andò a cercare il lupo, si fece forza con il segno della croce e, confidando in Dio, si avvicinò alla sua tana. Appena lo vide, il lupo fece un gesto di attacco e spalancò la bocca, ma Francesco gli parlò dicendo: – Vieni qui, fratello lupo, io ti chiedo da parte di Cristo di non fare più male né a me né ad altre persone. Il lupo si fermò e si mise ad ascoltare le parole di Francesco che lo rimproverava con amore: – Vedi caro fratello, tu hai fatto molti danni da queste parti, hai ucciso tanti animali e attaccato gli uomini fatti a immagine di Dio, e per questo la gente ti è nemica. Ma io voglio, fratello lupo, far la pace fra te e loro. Se tu ti comporterai bene io ti assicuro che non ti mancherà mai il cibo necessario per vivere. Il lupo, diventato buono come un agnellino, si avvicinò a Francesco, abbassò la testa e gli porse la zampetta in segno di amicizia per dire che accettava il suo consiglio. Da quel giorno l’animale visse in città come un cagnolino addomesticato, senza fare male a nessuno, giocando libero con i bambini e tutti si prendevano cura di lui. SCHEDA N. 7: SAN FRANCESCO
LA CREAZIONE 1. STORIA DA RACCONTARE: IL RACCONTO DELLA CREAZIONE All’inizio c’era solo buio, solo silenzio. Non c’erano persone. Non c’erano uccelli. Non c’erano animali. C’era solo Dio. A un certo punto Dio disse: – Ci sia la luce! Ci sia il giorno! Ci sia il sole a risplendere! E la luce si accese. A Dio piacque ciò che aveva fatto. Dio conservò un po’ di buio per la notte. Creò la luna e le stelle per fare luce nel buio. Poi Dio disse: – Ci siano il cielo, la terra e il mare. Il mondo, però, era ancora vuoto e silenzioso. Dio disse: – Ora ci vogliono le piante. E così spuntarono i primi germogli verdi, i fiori colorati, i cespugli odorosi. Ma non c’erano creature che potessero godere di tutte queste meraviglie. Così Dio parlò di nuovo. E, alla parola di Dio, quanti animali in cielo, sulla terra e nel mare! Adesso non c’era più silenzio! Dio, però, non aveva ancora finito di creare. Il nuovo, meraviglioso mondo di Dio aveva bisogno di persone: persone che se ne prendessero cura, persone che ne godessero. Persone che potessero pensare e sentire, come Dio. Così Dio creò il primo uomo e la prima donna, perché voleva che si occupassero del mondo, che si volessero bene, che volessero bene anche a Dio e che avessero dei figli. L’uomo fu chiamato Adamo e la donna Eva. P. Alexander, La mia prima Bibbia
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2. STORIA DA RACCONTARE: ALLA FESTA DELLA CREAZIONE Il settimo giorno, terminata la Creazione, Dio dichiarò che era la sua festa. Tutte le creature, nuove di zecca, si diedero da fare per regalare a Dio la cosa più bella che potessero trovare. Gli scoiattoli portarono noci e nocciole; i conigli carote e radici dolci; le pecore lana soffice e calda; le mucche latte schiumoso e ricco di panna. Miliardi di angeli si disposero in cerchio, cantando una serenata celestiale. L’uomo aspettava il suo turno, ed era preoccupato. “Che cosa posso donare io? I fiori hanno il profumo, le api il miele, perfino gli elefanti si sono offerti di fare la doccia a Dio con le loro proboscidi per rinfrescarlo”. L’uomo si era messo in fondo alla fila e continuava a scervellarsi. Tutte le creature sfilavano davanti a Dio e depositavano i loro regali. Quando rimasero solo alcune creature davanti a lui, la chiocciola, la tartaruga e il bradipo poltrone, l’uomo fu preso dal panico. Arrivò il suo turno. Allora l’uomo fece ciò che nessun animale aveva osato fare. Corse verso Dio e saltò sulle sue ginocchia, lo abbracciò e gli disse: “Ti voglio bene!”. Il volto di Dio si illuminò, tutta la creazione capì che l’uomo aveva fatto a Dio il dono più bello ed esplose in un alleluia cosmico. B. Ferrero
3. POESIA: DIO HA CREATO Quando ancora nulla esisteva, Dio decise che creare doveva. Parlò... e in poco tempo tutto creò. Creò tre luoghi meravigliosi, dove tutti sarebbero vissuti gioiosi! Il primo fu il cielo per gli uccelli, piccoli, grandi, brutti e belli. Poi creò il mare perché i pesci ci potessero abitare. Infine fece la terra con monti, fiori, frutti ed erba! Alla fine l’uomo e la donna creò e tutto il mondo gli regalò.
4. FILASTROCCA: VIVERE SENZA NON SI PUÒ Senza sole! Non si può. Brr che freddo, che buio, ho paura, non mi piace questa avventura! Senza aria! Non si può. Aiuto, soffoco, aiuto mi sento stretto in un imbuto! Senza acqua! Non si può. Sete, sete, sete tremenda, e non mi basta la merenda! Senza terra! Non si può. Precipito nel vuoto, dove metto i miei piedini? Almeno ci fossero dei sassolini! Sole, aria, acqua e terra per loro si potrebbe fare anche una guerra perché una cosa ora la so, vivere senza non si può! S. Fiorucci
5. CANZONE: CI VUOLE UN FIORE Le cose di ogni giorno raccontano segreti a chi le sa guardare ed ascoltare. Per fare un tavolo ci vuole il legno per fare il legno ci vuole l’albero per fare l’albero ci vuole il seme per fare il seme ci vuole il frutto per fare il frutto ci vuole un fiore ci vuole un fiore, ci vuole un fiore, per fare un tavolo ci vuole un fio-o-re.
Per fare un fiore ci vuole un ramo per fare il ramo ci vuole l’albero per fare l’albero ci vuole il bosco per fare il bosco ci vuole il monte per fare il monte ci vuol la terra per far la terra ci vuole un fiore per fare tutto ci vuole un fio-r-e...
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IL NATALE 1. STORIA DA RACCONTARE: QUANTO VI ABBIAMO ATTESO... Paolo e Giacinta, prima di dormire, chiedono alla zia di raccontare loro una storia, sempre la stessa. La zia non può rifiutare e comincia a raccontare: – Solo Dio sa quanto vi abbiamo atteso e quanto siamo stati felici della vostra nascita. Tu, Giacinta, sei stata la prima. Papà e mamma erano tornati da poco dal loro lungo viaggio in Brasile, nella missione di Suor Marisa. Un giorno mi chiamano al telefono dicendomi che dovevo passare da loro perché avevano una cosa da dirmi. Io non compresi subito, ma quando mi aprirono la porta, ricordo che avevano gli occhi lucidi, ma luminosi, e stavano sorridendo. – Che succede? domandai. – Abbiamo una notizia da darti. Non aggiunsero altro perché io compresi che stavano aspettando un bambino, la mia prima nipotina. Eri proprio tu, Giacinta, che stavi crescendo dentro la pancia della mamma. Però sopraggiunsero delle complicazioni e la tua mamma dovette passare molti mesi a letto perché altrimenti rischiava di perderti. Ricordo che quando andavo a trovare la mamma ci chiedevamo come sarebbero stati i tuoi occhi, la bocca, il naso, le orecchie... Durante i nove mesi di attesa tutti si impegnarono per prepararti la carrozzina, la culla e il lettino. Io ti preparai il super fiocco ricamato che tieni sulla porta della cameretta e una copertina con fiocchi e pizzi. Poi arrivò il giorno della tua nascita: era un pomeriggio, fuori della porta dell’ospedale c’ero io, la zia Ara, la zia Lula, le nonne e i nonni. Camminavamo su e giù nel corridoio dell’ospedale e... aspettavamo. Quand’ecco che nel silenzio si udì il pianto di un bimbo! Era nata Giacinta! I tuoi genitori avevano scelto questo nome in ricordo di una delle veggenti di Fatima, una delle pastorelle che parlò con la Madonna, il cui nome significa “simile al giacinto”, un bellissimo fiore dall’intenso profumo. Appena ti vidi mi sembrasti la bambina più bella del mondo: eri così piccola, un batuffolo di cotone scuro, visto che avevi tanti capelli neri! Eravamo tutti molto felici per la tua nascita, ti avevamo aspettato tanto e adesso eri arrivata. Qualche mese dopo la tua nascita, durante un pranzo delle feste di Natale, dove c’erano tutti, nonni, zii, prozii... il vostro papà annunciò che stavano aspettando un altro figlio. Un altro dono, un nuovo regalo era stato fatto alla nostra famiglia, un altro bambino! Quando venimmo a sapere che sarebbe stato un maschietto io cominciai a preparare un fiocco azzurro con un bellissimo orsacchiotto e la nonna ricamò una fantastica copertina da “maschio”. Intanto il papà aveva scelto il nome, Paolo, in onore di San Paolo, l’Apostolo che ha fatto conoscere Gesù e il suo amore a tanta gente. Tutti ci chiedevamo come saresti stato, Paolo, visto che tua sorella aveva i capelli neri neri e la tua cuginetta, nata qualche mese prima, li aveva rossi. Ed ecco che la notte prima del compimento del primo anno di Giacinta... sei arrivato! Sei nato nel cuore della notte, quindi in ospedale c’erano solo mamma e papà, ma all’alba eravamo tutti lì per ammirare questo nuovo esserino che era... indovinate? Biondissimo!!! Avevi un completino celeste chiaro, un nasino perfetto, un visino dolcino e delle manine bellissime. Ricordo che, quando ti ho preso in braccio per la prima volta, ho annusato il tuo odore, era odore di piccino... mi sembravi il bambino più bello del mondo. Ecco la storia di quando siete nati e di quanto vi abbiamo atteso, come un vero regalo! Finito di ascoltare la storia, Giacinta e Paolo, tutti contenti, si mettono a dormire. S. Fiorucci
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2. STORIA DA RACCONTARE: IL RACCONTO DI UN PASTORE Ho visto un angelo. Ce n’erano tanti, era pieno il cielo. Uno però l’ho visto proprio bene, da vicino, e ho sentito le sue parole. Le ho sentite bene. Noi pastori teniamo sempre le orecchie aperte, specialmente di notte, per sentire il fiato della bestia feroce che vuole sbranare una pecora o il passo dei ladri che vogliono rubare il gregge. – Non abbiate paura – disse l’angelo. – Vi annuncio una grande gioia: oggi a Betlemme è nato il Figlio di Dio, il Messia, il Salvatore! Correte a vederlo: è un bambino dentro una mangiatoia. Gli angeli che volavano in cielo, invece, gridavano: – Gloria a Dio e pace agli uomini! Anche gli altri pastori che erano con me hanno sentito. Siamo rimasti lì a guardarli, con la testa in su, fino a quando non sono scomparsi, inghiottiti dal cielo scuro. Ci siamo subito incamminati per Betlemme, eravamo curiosissimi, ma anche orgogliosi perché Dio aveva mandato i suoi angeli proprio a noi, poveri pastori. Era proprio come aveva detto l’angelo: a Betlemme abbiamo trovato il bambino dentro la mangiatoia. Con lui c’erano suo padre e sua madre. “E quello lì sarebbe il Salvatore del mondo?” ho pensato. Era un bambino come tanti altri bambini appena nati. Però si stava così bene vicino a quella mangiatoia! Così, con il cuore pieno di gratitudine, gli abbiamo tutti offerto qualcosa: un po’ di latte, del formaggio, fichi, una coperta... Quel bambino è il regalo che Dio ha fatto agli uomini e prima di tutti a noi pastori. È proprio grande Dio!
3. STORIA DA RACCONTARE: IL PAN DE TONI Si narra che alla vigilia di Natale, nella corte del Duca Ludovico il Moro, Signore di Milano, si tenne un gran pranzo. Per quell’occasione il capo della cucina aveva predisposto un dolce particolare, degno di chiudere con successo il fastoso banchetto. Quando si accorse che il dolce era bruciato durante la cottura, il panico colse l’intera cucina. Per rimediare alla mancanza, uno sguattero della cucina, detto Toni, propose un dolce che aveva preparato per sé, usando degli ingredienti che aveva trovato a disposizione tra gli avanzi della precedente preparazione. Il capo cuoco, non avendo altro da scegliere, decise di rischiare il tutto per tutto, servendo l’unico dolce che aveva a disposizione. Un “pane dolce” fu così presentato agli invitati del Duca. Era molto profumato, farcito con frutta candita, e aveva la forma di una cupola! Il dolce andò a ruba e gli ospiti chiesero al padrone di conoscere il nome e l’autore di questo straordinario pane dolce. Toni si fece avanti dicendo di non avergli ancora dato nessun nome. Il Duca allora lo battezzò con il nome del suo creatore e da quel momento tutti mangiano il “pan del Toni”, ossia il panettone, famoso ormai in tutto il mondo e divenuto un segno delle festività natalizie. 4. LAVORETTO: IL LIBRO DELLA STORIA DEL NATALE Realizziamo un piccolo libretto con la storia della nascita di Gesù. - Fotocopiare per ogni alunno la scheda, ingrandendola in formato A3. - Dopo aver fatto colorare i disegni ai bambini, far scrivere una breve didascalia di ogni sequenza sulle linee tratteggiate. - Piegare il foglio lungo le linee verticali orizzontali per fargli prendere forma. Poi piegare il foglio in due parti e tagliare lungo la linea in grassetto (fig. 1) - Riaprire e piegare seguendo le figure sotto, ottenendo così un libretto di otto pagine. SCHEDA N. 21: IL LIBRO DELLA STORIA DEL NATALE
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GESÙ DA BAMBINO 1. APPROFONDIMENTI La famiglia di Gesù: Gesù è vissuto in una normalissima famiglia ebraica; suo padre Giuseppe veniva da Betlemme e di mestiere faceva il falegname. Aveva una bottega proprio dietro casa, dove lavorava. Era un uomo giusto e molto apprezzato da tutti. Maria, sua madre, era una donna buona che passava le giornate a occuparsi dei lavori domestici, del marito e del figlio. I vestiti: la tunica, con maniche lunghe o corte, era l’indumento principale di donne, uomini e bambini, sia ricchi che poveri. I bambini avevano tuniche lunghe fino al ginocchio, gli uomini le portavano fino ai polpacci e le donne fino alle caviglie. Sotto la tunica si portava un perizoma o una sottoveste e sopra, in genere, un mantello. Per legare la tunica in vita si utilizzavano delle cinture o dei pezzi di corda. Le donne usavano il velo e gli uomini facevano uso di copricapi, di turbanti o di kippà. Le calzature erano costose, quindi molti camminavano scalzi; per gli altri c’erano semplici sandali di cuoio. Le case: la maggior parte degli Ebrei viveva in case fatte con canne o mattoni di paglia mista ad argilla, su base di pietra; le pareti venivano imbiancate a calce (materiale da costruzione ottenuto dalla cottura, ad alte temperature, del calcare): da qui il colore piuttosto chiaro, utile anche per difendersi dal caldo. La forma sembrava quella di grandi scatole quadrate, perché il tetto era piatto a terrazza, realizzato con rami sistemati su grosse travi di legno ed era usato per diversi scopi, come seccare i cibi, pregare e riposarsi. Si poteva raggiungere grazie a una scala esterna. Le finestre erano poche e piccole e la porta d’ingresso era stretta e bassa. Le persone più povere avevano un’unica stanza, con un piano rialzato fatto di pietra dove si ritirava la famiglia per la notte (si dormiva uno accanto all’altro su delle stuoie che venivano arrotolate e messe in disparte durante il giorno) e una parte bassa, in terra battuta, per gli animali da cortile e per il focolare: un semplice buco fatto nel pavimento. All’interno non c’erano mobili tranne una cassapanca per gli abiti, una grande anfora dove si conservava l’acqua da usare durante il giorno, qualche utensile e la lampada a olio. I giochi di Gesù: al tempo di Gesù i bambini giocavano all’aperto a “chiapparello” o a “nascondino”, ma anche loro avevano dei giocattoli: sicuramente conoscevano la fionda e la trottola e avevano giochi ricavati dal legno come spade, sonaglini, cavallini, bamboline e barchette. Non avevano palloni come i nostri, ma facevano delle palle con la stoffa o con il cuoio. La sinagoga, scuola e luogo di preghiera: Gesù andava a scuola nella sinagoga, il luogo sacro degli Ebrei. Come i Cristiani la domenica si ritrovano in chiesa per celebrare la Santa Messa, Gesù, il sabato, il suo giorno di festa, andava a pregare con i suoi genitori nella sinagoga. Durante la settimana questo luogo veniva utilizzato come scuola. Il maestro era il rabbino, un uomo esperto della Bibbia, il libro che parla di Dio, che ogni mattina accoglieva i suoi alunni con il saluto ebraico shalom, che significa pace, ciao, arrivederci o stai bene. I compagni di Gesù erano solo maschi perché le femmine non andavano a scuola, dovevano rimanere a casa per aiutare la mamma nelle faccende e per imparare i lavori delle donne. All’interno della sinagoga non c’erano sedie; per sedersi ogni bambino usava un tappeto fatto con canne di fiume, giunco o lana. I materiali: nella scuola di Gesù al posto dei quaderni si usavano delle tavolette di legno tenute insieme da lacci di cuoio e spalmate di cera. Ci si scriveva con il punteruolo, di legno o di metallo, che aveva un’estremità appuntita per incidere sulla cera e una parte piatta per cancellare. I bambini non leggevano libri stampati come i nostri, ma usavano dei rotoli di pergamena scritti a mano. L’unico libro che si studiava era la Bibbia e si imparavano a memoria molti racconti e
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preghiere in essa contenuti. La preghiera di Gesù: la famiglia di Gesù era molto legata a Dio, quindi pregava sempre al mattino, la sera e prima di mangiare. La preghiera ebraica più importante si chiama Shemà Israel e dice così: “Ascolta Israele, il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo”.
GESÙ MAESTRO E AMICO 1. STORIA DA RACCONTARE: IL SEGNO DELL’AMICIZIA, LA STORIA DI NOÈ Dio un giorno posò il suo sguardo sulla terra e vide che gli uomini erano diventati tutti malvagi. Il loro cuore era pieno di cattiveria, invidia, gelosia e crudeltà; non facevano altro che bere, discutere e litigare. Allora si arrabbiò moltissimo, chiamò Noè, l’unico uomo giusto rimasto sulla terra, e gli rivelò il suo piano per distruggere la violenza e la malvagità: – Caro Noè, sono molto deluso dal comportamento degli uomini. Si sono dimenticati dell’amore del loro Creatore e per questo ho deciso che manderò un grosso diluvio; ci sarà tanta acqua da spazzare via ogni traccia di essere vivente, ma tu sei un uomo buono e meriti di vivere, per questo ti ordino di costruire una grande arca di legno di cipresso per salvare te e la tua famiglia. La farai a tre piani – inferiore, medio e superiore – perché vi possa entrare una coppia di ogni specie animale da me creata, con una parte riservata a te e alla tua famiglia e una stanza per le provviste di cibo. Io, oggi, faccio con te un’alleanza, stringo un patto di amicizia, so che non mi deluderai. Noè corse subito a casa, raccontò ciò che gli aveva detto Dio a sua moglie, ai suoi tre figli Sem, Cam, Yafet e alle loro mogli; poi cominciò a costruire l’arca con il loro aiuto. Gli altri uomini che li vedevano lavorare senza tregua cominciarono a prenderli in giro e dicevano a Noè: – Perché non smetti di lavorare e non vieni con noi a divertirti? A che ti serve una barca, e poi così grande? Non vedi che in cielo non c’è l’ombra di una nuvola? I giorni passarono, Noè riuscì a terminare la costruzione dell’arca in tempo e, come gli aveva ordinato il Signore, vi fece entrare una coppia di ogni specie animale presente sulla terra e tutta la sua famiglia. Cominciò a piovere. Per 40 giorni e 40 notti la pioggia cadde incessantemente sopra la terra fino a sommergerla tutta, comprese le più alte montagne. Passati i 40 giorni, Noè aprì la finestra che aveva fatto nell’arca e fece uscire prima un corvo e poi una colomba, per vedere se le acque si fossero ritirate un po’. La colomba tornò con un ramoscello di ulivo nel becco e Noè comprese che era tutto finito. Scesi dall’arca, fecero una grande festa e Dio disse a Noè e ai suoi figli: – Ecco, io faccio un’alleanza con voi e come segno della mia amicizia con tutti gli uomini metto il mio arco tra le nubi. Ogni volta che apparirà nel cielo vi ricorderete del mio amore per voi. Il segno dell’alleanza scelto da Dio era l’arcobaleno, che appare dopo ogni temporale come un grande abbraccio di pace che Dio dà alla terra e tutti i suoi abitanti. Rielaborazione e adattamento della storia di Noè narrata in Gen 6-9.
SCHEDA N. 27: IL SEGNO DELL’AMICIZIA 2. STORIA DA RACCONTARE: DUE PER FAVORE - UN ESEMPIO DI AMICIZIA Questa è la storia di cinque bambini che si ritrovano per giocare insieme con un carrettino rosso. Sono felici di stare in compagnia e corrono qua e là. A un tratto incontrano una signora che sta prendendosi cura dei suoi fiori. Ne offre uno per ciascuno. I bambini ringraziano, ma uno di essi chiede: – Posso averne due per favore? – Certo – risponde la signora – Eccolo.
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Il piccolo se ne va tutto soddisfatto e lo ripone nel carrettino. Più avanti incontrano un omino che vende i palloncini che, sorridendo, offre un palloncino a ogni bambino. Uno di questi, sempre lo stesso, ne vuole un altro: – Posso averne due per favore? – Due? Oh, certamente – risponde l’omino dei palloncini – Eccolo. Più avanti incontrano un contadino che sta raccogliendo le mele. L’uomo li guarda con simpatia e offre a ognuno una mela. Il solito bambino chiede: – A me puoi darne due, per favore? Tutti lo guardano incuriositi e il contadino raccoglie un’altra mela per accontentarlo. I suoi amici si chiedono: – Come mai vuole due cose di tutto? Forse non è mai contento. Che cosa ne farà? Terminati i giochi “Due per favore”, così l’avevano soprannominato, raccoglie dal carretto i suoi regali e allegramente se ne va. I suoi amici lo seguono incuriositi. “Due per favore” si dirige verso una casa rossa, sulla collina. Dopo un po’ riappare, ma non è più solo. Con lui c’è un bambino in carrozzella. Tutti si vergognano di averlo dimenticato e fanno a gara per offrirgli quello che hanno (chi un fiore, chi un palloncino, chi una mela). SCHEDA N. 30: DUE PER FAVORE
LA PASQUA 1. STORIA DA RACCONTARE: LA LEGGENDA DEL PETTIROSSO Quando Dio creò il mondo diede il nome a ogni essere vivente. Chiamò a sé l’animale dal collo lungo e disse: – Giraffa, questo sarà il tuo nome. Poi chiamò il felino dal grande ruggito e gli disse: – Tu sarai il leone, re di ogni foresta. E così continuò finché arrivò all’uccellino dalle piume marroni. – Vediamo – gli disse – tu sei un bell’uccellino... ti chiamerò... pettirosso! – Pettirosso! Ti sembra il nome giusto per un uccellino tutto marrone?! – Bene – rispose Dio – vorrà dire che ti dovrai guadagnare il nome. – Guadagnare il nome, come faccio? – domandò. – Questo dovrai scoprirlo da solo – in questo modo Dio lo congedò. Allora l’uccellino cercò un modo per riuscire a colorarsi le piume; pensò e ripensò ed ecco gli venne un’idea. Vide un campo ricoperto da splendidi papaveri rossi e pensò: “Mi ci butterò in mezzo, così dopo un bagno di papaveri mi rimarrà un po’ di rosso addosso”. Quindi si rotolò tra i papaveri! Poi volò al fiume per specchiarsi, ma nemmeno un puntino di rosso si era impresso nelle sue piume marroni. Un giorno si ferì una zampetta e qualche gocciolina di sangue gli macchiò le piume. “Ci sono riuscito” pensò ma, come si bagnò, tutto ritornò come prima, più marrone che mai. Scoraggiato, l’uccellino smise di pensare a come poteva guadagnarsi il nome e continuò la sua vita, ma ecco che un giorno, mentre si stava riposando, vide una grande folla e un uomo su una croce. Era Gesù sulla croce. Le spine della corona che stringeva la fronte si conficcavano nella sua carne facendo uscire grosse gocce di sangue. L’uccellino marrone, vedendo la sofferenza di Gesù, sentì tanta pietà per lui. Gli si avvicinò e gli disse con un leggero bisbiglio: – Mi dispiace che soffri così tanto, come posso aiutarti?
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Gesù non rispose, tanto stava soffrendo. Allora l’uccellino tentò di portargli aiuto. “Forse se riesco a togliere una spina sentirà meno dolore” pensò, e col becco afferrò una piccola spina, tirò forte e nel balzo le sue piume si macchiarono di rosso. Gesù aprì gli occhi, lo guardò fisso e con un filo di voce lo ringraziò, poi spirò. Profondamente rattristato l’uccellino tornò al nido. Passando sopra il fiume vide che aveva il petto rosso, tutto rosso. “Sarà una macchia di sangue di quell’uomo buono” pensò, e si immerse nell’acqua del fiume per lavarsi, ma... sorpresa! La macchia non se ne andava. Da quel giorno l’uccellino conservò, come prova di amore, quelle gocce di sangue sul suo cuoricino. Così, finalmente, era riuscito a guadagnarsi il nome. 2. APPROFONDIMENTO: ALTRI SIMBOLI PASQUALI Spieghiamo ai bambini che il pettirosso è un simbolo della PASSIONE di Gesù, cioè della sua sofferenza, mentre altri animali ricordano la RISURREZIONE e la VITA ETERNA, senza fine. La farfalla che nasce dal bozzolo ricorda Gesù che esce dal sepolcro, mentre il gallo che annuncia il nuovo giorno ricorda l’alba della Risurrezione. Un animale che ricorda la vita eterna è, invece, il pavone perché ogni anno, in autunno, le piume di questo animale cadono per rinascere in primavera e, secondo antiche leggende, la sua carne non si decompone, cioè non muore. SCHEDA N. 33: SIMBOLI DI PASQUA 3. POESIA: UCCELLINO VENUTO DAL BOSCO Uccellino venuto dal bosco, che piangendo fuggivi, cos’hai visto laggiù? Ho veduto di sotto gli ulivi, sanguinare Gesù. Uccellino venuto dal monte, che scappavi veloce, cos’hai visto lassù? Ho veduto tre uomini in croce, ed in mezzo c’era Gesù. Uccellino venuto dal piano, che cinguetti nel volo, cos’hai visto laggiù? Ho veduto dal bianco lenzuolo, risvegliarsi Gesù.
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I CRISTIANI 1. STORIA DA RACCONTARE: DOVE ABITA DIO Passeggiando con la zia e la sorellina per le vie del centro della città, Paolo viene attratto dalla facciata della cattedrale e dal suo grande portone; allora incuriosito chiede: – Ma zia, Dio abita in quella chiesa tanto grande o in quella più piccola dove ci portano mamma e papà a messa la domenica? Giacinta, con il suo fare da “saputella” immediatamente lo interrompe: – Ma Paolo, cosa dici, Dio abita in cielo! Non è vero, zia? Poi, entrambi, curiosi di una risposta, si voltano verso la zia che non può sottrarsi alla richiesta e decide di raccontare loro una storia: – Tanto tempo fa, quando ancora nelle case non c’era l’acqua corrente, un contadino che stava tornando stanco dalla dura giornata di lavoro nei campi si avvicinò al pozzo e, con il sole del tramonto che gli illuminava la ruvida pelle del viso, attinse dell’acqua per bere. Era un uomo alto, robusto e forte e con le grosse mani prese il secchio di legno e lo portò alla bocca per bere. La brezza della sera gli rinfrescò i capelli scompigliati e l’acqua gli bagnò parte della maglietta pregna del sudore del giorno. Un bambino che stava giocando vicino al pozzo guardò la scena in silenzio; l’uomo era così grande che gli sembrava un vero gigante! Dopo un po’, il contadino si accorse di lui e gli domandò: – Ehi, piccoletto, lo sai cosa c’è in fondo al pozzo? –. Il bambino, intimorito ma anche incuriosito dalla domanda, rispose: – No, non lo so, e tu lo sai? – Certo – rispose l’uomo, alzandosi – lì dentro ci sta Dio! – Non ci credo, la mamma mi ha detto che Dio sta in cielo e nella chiesa del paese – disse il piccolo – se è vero, fammi vedere! – Allora il contadino si tirò su le maniche, con le grosse mani sollevò il bambino affinché potesse vedere nel fondo del pozzo e gli disse: – Lo vedi Dio? – No, io vedo solo la mia immagine riflessa nell’acqua ferma, come in uno specchio. Nel pozzo, adesso, ci sono io. – Bene – concluse l’uomo adagiando il bambino di nuovo a terra – adesso hai capito dove abita Dio! – Detto questo se ne andò. Finito di ascoltare la storia, Giacinta dice al fratellino: – Hai capito Paolo? Avevamo ragione tutti e due, anche se la prima casa di Gesù è il nostro cuoricino. 2. STORIE CHE SCALDANO IL CUORE LA MEDAGLIA MIRACOLOSA Caterina Labouré, viveva in Francia in una bella famiglia. A nove anni rimase orfana di madre. La sorella un giorno la trovò abbracciata alla statua della vergine Maria mentre le diceva: – Ora tu sei la mia mamma e io sarò tua figlia. Ancora molto giovane decise di diventare suora e andò ad abitare nel convento delle Figlie della Carità di Parigi. Qui una notte si sentì chiamare per nome: – Suor Labouré! Suor Labouré! Svegliatasi, guardò da dove proveniva la voce e vide un fanciullo vestito di bianco, tra i quattro e i cinque anni, che le disse: – Vieni in cappella, la Madonna ti aspetta. Quel fanciullino era il suo angelo custode. Fu quella la prima volta che la giovane vide la Madonna e conversò a lungo con Lei. Poi il Fanciullino la ricondusse nella stanza. La Madonna le apparve per altre due volte nella cappella del convento. Stava in piedi vestita di bianco con il velo lungo, appoggiata sopra un mezzo globo, e sotto i piedi c’era un serpente verdastro chiazzato di giallo. Dalle sue mani uscivano raggi splendenti e folgoranti. La Vergine le disse di far fare una medaglia secondo l’immagine che vedeva e le spiegò che i raggi sono le grazie, cioè i doni che Dio vuole concedere, tramite sua madre, agli uomini che le chiedono. Purtroppo molti di questi doni si perdono perché gli uomini non pregano più e quindi non chiedono. Maria salutò Caterina e le disse: – Ricorda, tutte le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia. Per questo motivo la medaglia fu chiamata “miracolosa”.
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SCHEDARIO DI CLASSE 1 LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
GESÙ DA BAMBINO
Scheda Scheda Scheda Scheda Scheda Scheda Scheda
Scheda 22 Nel paese di Gesù Scheda 23 A chi appartiene? Scheda 24 I giochi di Gesù Scheda 25 La scuola di Gesù Scheda 26 Materiali per la scuola
1 2 3 4 5 6 7
Le emozioni Nello zaino Io e la mia maestra Le parole gentili Relazioni... con i luoghi Dio è padre e madre San Francesco
LA CREAZIONE Scheda 8 Ciò che l’uomo sa fare Scheda 9 Scopro il mondo Scheda 10 Grazie Dio per... Scheda 11 In principio Dio creò... Scheda 12 Memory del fare e creare Scheda 13 Mare, cielo, terra Scheda 14 Rispettiamo la natura
IL NATALE Scheda 15 Vivere è crescere Scheda 16 A ognuno i suoi genitori! Scheda 17 Maria, la madre di Gesù Scheda 18 Nasce Gesù Scheda 19 Il presepe Scheda 20 I pastori da Gesù Scheda 21 Il libro della storia del Natale
GESÙ MAESTRO E AMICO Scheda 27 Il segno dell’amicizia Scheda 28 Il Buon Pastore Scheda 29 Impariamo a perdonare Scheda 30 Due per favore
LA PASQUA Scheda 31 Gesù va a Gerusalemme Scheda 32 Gesù è risorto Scheda 33 Simboli di Pasqua Scheda 34 Festività e simboli Scheda 35 Il Signore è sempre con me
I CRISTIANI Scheda 36 È domenica! Scheda 37 Edifici intorno a me Scheda 38 La medaglia miracolosa
O I R A D SCHE a 1 E S S CLA 23
CLASSE 1a
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SCHEDA 1
LE EMOZIONI 1
DISEGNA LE ESPRESSIONI DEL VISO CHE ESPRIMONO LE QUATTRO EMOZIONI.
RABBIA
FELICITÀ 24
TRISTEZZA
PAURA
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SCHEDA 2
CLASSE 1a
NELLO ZAINO 1
RICOPIA I NOMI E COLORA SOLO GLI OGGETTI CHE METTI NELLO ZAINO.
COLORI
ASTUCCIO
LIBRO
SAPONE
GELATO
BANCO
ZAINO
FORBICI
Z A I N O
QUADERNO
COLLA
GREMBIULE
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CLASSE 1a
SCHEDA 3
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
IO E LA MIA MAESTRA 1
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DISEGNATI NELLA SAGOMA A FIANCO DELLA MAESTRA, POI COLORA.
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SCHEDA 4
CLASSE 1a
LE PAROLE GENTILI 1
COLORA DI ROSSO I BOLLINI DEI COMPORTAMENTI SCORRETTI E DI VERDE QUELLI DEI COMPORTAMENTI CORRETTI. POI RIPASSA LE PAROLE.
PRESTO I COLORI
FACCIO LO SGAMBETTO
TIRO I CAPELLI
SALUTO SEMPRE
GIOCO INSIEME
SCARABOCCHIO
BUON GIORNO GRAZIE SCUSA 2
RICOPIA LE FRASI CHE INDICANO COMPORTAMENTI CORRETTI.
1 2 3
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CLASSE 1a
SCHEDA 5
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
RELAZIONI... CON I LUOGHI 1
28
COLLEGA I DISEGNI CHE SONO IN RELAZIONE TRA LORO.
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SCHEDA 6
CLASSE 1a
DIO È PADRE E MADRE 1
CHE COSA FANNO LA TUA MAMMA E IL TUO PAPÀ PER TE? COLORA E RIPASSA.
GIOCA CON ME MI LEGGE LE FAVOLE
MI COCCOLA MI AIUTA
2
RIPASSA CON IL ROSSO LA LETTERA A.
DIO CI AMA COME UN PAPÀ E UNA MAMMA. 29
CLASSE 1a
SCHEDA 7
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SAN FRANCESCO 1
RIPASSA CON IL ROSSO LA LETTERA A, CON IL BLU LA E, CON IL VERDE LA O E CON IL GIALLO LA I.
PER FRANCESCO GLI ANIMALI SONO NOSTRI FRATELLI PERCHÉ CREATI DA DIO. 2
RIPASSA I TRATTEGGI, SCRIVI IL NOME DEGLI ANIMALI E COLORA QUELLO CON CUI PARLÒ SAN FRANCESCO.
O
L
P
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LA CREAZIONE
SCHEDA 8
CLASSE 1a
CIÒ CHE L'UOMO SA FARE 1
COLLEGA OGNI PERSONA A CIÒ CHE FA E AL MATERIALE CHE USA.
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CLASSE 1a
SCHEDA 9
LA CREAZIONE
SCOPRO IL MONDO 1
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OSSERVA IL DISEGNO E RIPASSA I TRATTEGGI.
LA CREAZIONE
SCHEDA 10
CLASSE 1a
GRAZIE DIO PER... 1
2
COLLEGA OGNI ELEMENTO AL SUO NOME.
IL SOLE
I FRUTTI
LA LUNA
L’ACQUA
LE STELLE
IL FUOCO
I FIORI
LA TERRA
COLORA IL DISEGNO.
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CLASSE 1a
SCHEDA 11a
LA CREAZIONE
IN PRINCIPIO DIO CREÃ’... 1
RIPASSA TUTTI I TRATTEGGI.
CIELO
TERRA
MARE 34
LA CREAZIONE 1
SCHEDA 11b
CLASSE 1a
RITAGLIA GLI ELEMENTI E INCOLLALI SULLA SCHEDA 11a NEI RIQUADRI GIUSTI.
SCHEDA 12
CLASSE 1a
MEMORY DEL FARE E CREARE Fotocopiamo per coppie di bambini le tessere A1-A2 e B1-B2 delle schede 12a e 12b e facciamole colorare in modo che le immagini di A1 corrispondano esattamente a quelle di A2 e quelle di B1 corrispondano esattamente a quelle di B2. Prepariamo le tessere plastificandole in modo da ottenere un memory con cui i bambini potranno giocare anche nel tempo libero.
Regole del gioco • Disporre tutte le tesserine su un tavolo, con l’immagine capovolta. • A turno i giocatori girano due tessere per volta, facendole vedere anche agli avversari e cercando di trovare due figure uguali tra loro. • Chi trova la coppia di figure uguali deve dire se si tratta di cose create da Dio o fatte dall’uomo; se risponde bene prende le carte e può giocare di nuovo. • Chi sbaglia ricopre le carte che ha girato e il turno passa al giocatore successivo. • Quando tutte le coppie di tesserine sono state scoperte, si contano le carte in mano a ogni giocatore; vince chi ne ha il numero maggiore.
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CLASSE 1a
A1
A2
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SCHEDA 12a
LA CREAZIONE
LA CREAZIONE
CLASSE 1a CLASSE PRIMA
B1
SCHEDA 12b
B2
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CLASSE 1a
SCHEDA 13
LA CREAZIONE
MARE, CIELO, TERRA 1
CERCHIA CON IL ROSSO GLI ABITANTI DEL CIELO, CON IL BLU QUELLI DEL MARE E CON IL VERDE QUELLI DELLA TERRA.
2
COLORA SOLO GLI ELEMENTI CHE SONO STATI FATTI DALL’UOMO.
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LA CREAZIONE
SCHEDA 14
CLASSE 1a
RISPETTIAMO LA NATURA 1
COLORA I DISEGNI CHE ESPRIMONO GESTI RISPETTOSI DEL MONDO. POI COLORA LA FRASE.
AIUTIAMO IL MONDO A ESSERE BELLO! 39
CLASSE 1a
SCHEDA 15
IL NATALE
VIVERE È CRESCERE 1
COMPLETA CON I DISEGNI E SCRIVI SOTTO OGNI IMMAGINE LA PAROLA ESATTA. SCEGLI TRA:
UOVO - GALLINA - NEONATO - FIORE - BAMBINO FRUTTO - UOMO - PULCINO - GEMMA
40
IL NATALE
SCHEDA 16
CLASSE 1a
A OGNUNO I SUOI GENITORI! 1
CERCA I GENITORI DEI CUCCIOLI E CERCHIA OGNI COMPONENTE DI UNA FAMIGLIA CON LO STESSO COLORE. MADRI
FIGLI
PADRI
41
CLASSE 1a
SCHEDA 17
IL NATALE
MARIA, LA MADRE DI GESÙ 1
COLORA LE SPIEGAZIONI GIUSTE.
“ECCOMI” È COME DIRE:
2
42
SCOPRI IL NOME DI MARIA IN EBRAICO METTENDO NELLE CASELLE LE INIZIALI DEI DISEGNI DALL’1 AL 6.
1
2
3
4
5
6
1
2
3
4
5
6
IL NATALE
SCHEDA 18
CLASSE 1a
NASCE GESÙ 1
CERCHIA CON IL ROSSO IL LUOGO DOVE È NATO GESÙ E CON IL VERDE DOVE SEI NATO TU, POI COLORA.
2
UNISCI I PUNTINI DA 1 A 10 E SCOPRIRAI CHI HA GUIDATO I RE MAGI DA GESÙ.
1
3
2 4
10 9
8
6
5
7 43
CLASSE 1a
SCHEDA 19
IL NATALE
IL PRESEPE 1
COLORA SEGUENDO LE INDICAZIONI, POI COMPLETA LE PARTI MANCANTI.
E
E
U A
A A
U
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A A
A
A
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A
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A = ARANCIONE E = CELESTE I = VERDE O = ROSSO U = BLU
44
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A
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U
E
U A
A
IL NATALE
SCHEDA 20
CLASSE 1a
I PASTORI DA GESÙ 1
IMPARA LA POESIA, POI RITAGLIA I PERSONAGGI E INCOLLALI SUL TUO QUADERNO METTENDO GESÙ AL CENTRO.
A BETLEMME... IN UNA MANGIATOIA DORME IL BAMBINO E I PASTORI GLI STANNO VICINO, PERCHÉ PORTA PACE E AMORE DENTRO AL BUIO DI OGNI CUORE!
45
CLASSE 1a
SCHEDA 21
IL NATALE
IL LIBRO DELLA STORIA DEL NATALE 1
46
REALIZZA UN PICCOLO LIBRO CON LA STORIA DELLA NASCITA DI GESÙ.
GESÙ DA BAMBINO
SCHEDA 22
CLASSE 1a
NEL PAESE DI GESÙ 1
SCRIVI A CHI APPARTENEVANO LE TUNICHE DISEGNATE SOTTO.
2
COLLEGA OGNI OGGETTO AL SUO NOME.
KIPPÀ SANDALI 3
COLLEGA OGNI ALIMENTO CON L’ELEMENTO DA CUI PROVIENE.
47
CLASSE 1a
SCHEDA 23
GESÙ DA BAMBINO
A CHI APPARTIENE? 1
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DISEGNA ACCANTO A OGNI ELEMENTO IL SIMBOLO CORRISPONDENTE ALLA PERSONA CHE, SECONDO TE, LO UTILIZZAVA.
GESÙ DA BAMBINO
SCHEDA 24
CLASSE 1a
I GIOCHI DI GESÙ 1
COLLEGA CON UNA FRECCIA COLORATA OGNI GIOCO AL SUO NOME.
PALLA BARCA FIONDA TAMBURELLO CHIAPPARELLO SPADE DI LEGNO CAVALLINO TROTTOLA SONAGLI
49
CLASSE 1a
SCHEDA 25
GESÙ DA BAMBINO
LA SCUOLA DI GESÙ
1
RIPASSA IL TRATTEGGIO E SCOPRI COM’ERA UNA SINAGOGA, POI COLORA.
2
SCRIVI NEL FUMETTO IL SIGNIFICATO DEL SALUTO EBRAICO. POI AIUTA IL BAMBINO A RAGGIUNGERE LA SUA STUOIA.
SHALOM SIGNIFICA
50
GESÙ DA BAMBINO
SCHEDA 26
CLASSE 1a
MATERIALI PER LA SCUOLA 1
INSERISCI NEI RIQUADRI LE PAROLE GIUSTE TRA LE SEGUENTI:
LEGNO - CERA - CUOIO - SCRIVERE - CANCELLARE
PARTE PIATTA PER
2
PUNTA PER
COLORA DI ROSSO LE PARTI CON I PUNTINI E SCOPRIRAI LA PREGHIERA EBRAICA RECITATA DA GESÙ CHE VUOL DIRE “ASCOLTA ISRAELE”.
51
CLASSE 1a
SCHEDA 27
GESÙ MAESTRO E AMICO
IL SEGNO DELL'AMICIZIA 1
SCRIVI I NOMI DEGLI ANIMALI RAFFIGURATI NELL’ARCA E COLORA.
2
SEGNA CON UNA X LA RISPOSTA ESATTA E COMPLETA.
UN
QUAL È IL SEGNO DELL’AMICIZIA TRA DIO E GLI UOMINI DOPO IL DILUVIO?
UNA
L’
52
GESÙ MAESTRO E AMICO
SCHEDA 28
CLASSE 1a
IL BUON PASTORE 1
SCRIVI NEL QUADRATINO IL NUMERO DELLA FRASE CHE, SECONDO TE, SPIEGA IL SIGNIFICATO DI OGNI DISEGNO.
LE 99 PECORELLE
IL BUON PASTORE
LA PECORELLA SMARRITA
1 - LE PERSONE BUONE CHE SI COMPORTANO BENE. 2 - LE PERSONE CHE SI COMPORTANO MALE. 3 - DIO È UN PADRE BUONO CHE PERDONA. 53
CLASSE 1a
SCHEDA 29
GESÙ MAESTRO E AMICO
IMPARIAMO A PERDONARE PUÒ CAPITARE A OGNUNO DI NOI DI RICEVERE UN TORTO. TU SEI CAPACE DI PERDONARE? 1
OSSERVA LA SCENA, POI COLORA IL DISEGNO CHE CORRISPONDE A COME TI SARESTI COMPORTATO TU NELLA SITUAZIONE RAPPRESENTATA.
PERCHÉ LO HAI FATTO?
54
GESÙ MAESTRO E AMICO
SCHEDA 30
CLASSE 1a
DUE PER FAVORE 1
COLORA E METTI IN ORDINE, CON I NUMERI, LE SCENETTE DELLA STORIA.
55
CLASSE 1a
SCHEDA 31
LA PASQUA
GESÙ VA A GERUSALEMME 1
CERCHIA NEL CRUCIPUZZLE LE PAROLE DATE, LE LETTERE RIMASTE TI FARANNO SCOPRIRE IL SALUTO DELLA GENTE QUANDO GESÙ ENTRÒ A GERUSALEMME. RIPORTALO NEI FUMETTI E COLORA IL DISEGNO.
O
S
U
L
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V
O
P
A
L
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E
A
N
T
A
P
P
E
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I
A
S
I
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O
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A
!
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!
56
ASINO ULIVO TAPPETI PALME
LA PASQUA
SCHEDA 32
CLASSE 1a
GESÙ È RISORTO 1
LEGGI, COLORA E RIPASSA LE LETTERE.
GESÙ NON È PIÙ QUI, È RISORTO!
PER I CRISTIANI PASQUA È LA FESTA DELLA GIOIA, PERCHÉ GESÙ È RISORTO.
57
CLASSE 1a
SCHEDA 33
LA PASQUA
SIMBOLI DI PASQUA 1
SCRIVI SOTTO OGNI ANIMALE CHE COSA SIMBOLEGGIA SCEGLIENDO TRA LE PAROLE DATE:
ANNUNCIO - RISURREZIONE - PASSIONE - VITA ETERNA
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LA PASQUA
SCHEDA 34
CLASSE 1a
FESTIVITÀ E SIMBOLI 1
COLORA, POI COLLEGA OGNI SIMBOLO ALLA SUA FESTA.
59
CLASSE 1a
SCHEDA 35
LA PASQUA
IL SIGNORE È SEMPRE CON ME 1
SCRIVI SUI PUNTINI LE DIVERSE SITUAZIONI IN CUI IL SIGNORE TI È VICINO.
IL SIGNORE MI È VICINO...
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I CRISTIANI
CLASSE 1a
SCHEDA 36
È DOMENICA! 1
COMPLETA CON LE PAROLE SCRITTE SOTTO E COLORA.
CHIESA - CRISTIANI - DOMENICA - PREGARE
LA I
SI
INCONTRANO IN PER
INSIEME.
61
CLASSE 1a
SCHEDA 37
I CRISTIANI
EDIFICI INTORNO A ME 1
SCRIVI IL NOME E LA FUNZIONE DEI VARI EDIFICI.
1
2
3
4
1. SERVE 2. SERVE 3. SERVE 4. SERVE
62
I CRISTIANI
SCHEDA 38
CLASSE 1a
LA MEDAGLIA MIRACOLOSA 1
COLORA LA MEDAGLIA MIRACOLOSA.
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CLASSE 2a
Programmazione - CLASSE SECONDA
COMPETENZE-CHIAVE EUROPEE DI RIFERIMENTO
• CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE • COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE • COMPETENZA DIGITALE TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
ALLA FINE DELLA CLASSE SECONDA
Sulla base delle conoscenze acquisite e delle abilità raggiunte, in situazioni di vita, quando se ne presenta l’occasione, l’alunno: • è in grado di riflettere su Dio Creatore del mondo e della vita e Padre e di ogni uomo; • sa riconoscere e mettere in pratica comportamenti e azioni rispettose di sé, dell’ambiente e degli altri; • sa spiegare, collegandolo al contesto in cui vive, il significato cristiano dei simboli delle feste di Natale e Pasqua; • sa farsi accompagnare nella lettura e comprensione di semplici passi biblici, adatti alla sua età; • è in grado di riflettere sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù e di operare un collegamento con la propria esperienza personale; • è in grado di identificare nella Chiesa la comunità di coloro che credono in Gesù Cristo e si impegnano per mettere in pratica il suo insegnamento; • sa muoversi nel mondo digitale usufruendo dei linguaggi multimediali per acquisire conoscenze. Unità di Apprendimento N. 1: LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere su Dio Creatore del mondo e della vita e Padre e di ogni uomo; sa riconoscere e mettere in pratica comportamenti e azioni rispettose di sé, dell’ambiente e degli altri. Obiettivi di Apprendimento: riconoscere nei cambiamenti del proprio corpo i segni della crescita e i doni di Dio. Ascoltare e saper riferire alcune semplici pagine bibliche. Apprezzare il valore dello stare insieme e sviluppare atteggiamenti di collaborazione e solidarietà. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 3 a pag. 9 QUADERNO ATTIVO da pag. 1 a pag. 4 M.I.O. BOOK STUDENTE Giochi pagg. 3, 8 Approfondimento pag. 3
Cosa verificare ABILITÀ
CONOSCENZE
• Comprende che vivere significa crescere. • Riconosce nei cambiamenti del proprio corpo i segni della vita. • Identifica i bisogni fondamentali per la propria crescita. • Assume comportamenti di condivisione e collaborazione nel rapporto con gli altri.
• L’uomo: un essere vivente con tante capacità. • I bisogni di ogni uomo. • L’importanza dello stare insieme. • Il valore della solidarietà e della condivisione tra le persone.
Unità di Apprendimento N. 2: LA CREAZIONE COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere su Dio Creatore del mondo e della vita e Padre e di ogni uomo. Obiettivi di Apprendimento: comprendere, attraverso i racconti biblici delle origini, che il mondo è opera di Dio, affidato alla responsabilità dell’uomo. Ascoltare e saper riferire alcune semplici storie bibliche. Sviluppare atteggiamenti di rispetto verso la natura. Riconoscere il perdono come un dono di Dio. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag.10 a pag.12 QUADERNO ATTIVO da pag. 5 a pag. 8 Lavoretti n.1 e 3 M.I.O. BOOK STUDENTE Video e photogallery pag. 11
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Cosa verificare ABILITÀ
CONOSCENZE
• Manifesta stupore e meraviglia nei confronti delle bellezze della natura. • Riconosce che per i Cristiani la creazione è opera di Dio da custodire e rispettare. • Rintraccia nel racconto biblico di Adamo ed Eva la testimonianza di Dio Creatore e Padre che sin dalle origini ha stabilito un’alleanza con l’uomo e si è preso cura di lui.
• Gli occhi del cuore. • La creazione secondo la Bibbia. • Il messaggio di amicizia e perdono nel racconto di Genesi 3.
CLASSE 2a Unità di Apprendimento N. 3: IL NATALE COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riconoscere i segni cristiani del Natale nel proprio ambiente di vita e sa collegarli al loro significato di fede; sa farsi accompagnare nella lettura e comprensione di semplici passi biblici. Obiettivi di Apprendimento: conoscere Gesù di Nazaret, l’Emmanuele, Figlio di Dio. Ascoltare e saper riferire alcuni semplici passi biblici. Conoscere i segni cristiani del Natale. Riconoscere nella fiducia di Maria un atteggiamento di risposta positiva al progetto di Dio. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag.13 a pag.19 QUADERNO ATTIVO da pag. 9 a pag. 11 Lavoretti n. 2 e 4 M.I.O. BOOK STUDENTE Canzoni pagg. 13, 15 Audio pag. 14 Zoom fotografico pag. 15 Gioco pag. 16 Video pagg. 17, 18 Approfondimenti pagg. 17, 19
ABILITÀ
CONOSCENZE
• Sa osservare l’ambiente che lo circonda durante il periodo che precede la festa del Natale per riconoscere in esso i segni che la preparano. • Intuisce l’importanza di Maria nella fede dei Cristiani. • Conosce i fatti storici della nascita di Gesù. • Coglie nell’episodio del presepe di Greccio la nascita di questa grande tradizione natalizia.
• L’Avvento, tempo di attesa. • Maria, la madre di Gesù. • Nazaret, la città dell’annunciazione. • Il significato della festa del Natale. • San Francesco e il presepe di Greccio.
M.I.O. BOOK DOCENTE Approfondimento pag. 15 Unità di Apprendimento N. 4: L’AMBIENTE DI GESÙ COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù e di operare un collegamento con la propria esperienza personale. Obiettivi di Apprendimento: prendere coscienza del fatto che Gesù è un personaggio storico, attraverso il confronto con la sua realtà quotidiana. Saper riferire su alcuni aspetti della vita in Palestina al tempo di Gesù. Riconoscere il valore del lavoro nella vita dell’uomo di ogni tempo. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 20 a pag. 23 QUADERNO ATTIVO da pag. 12 a pag. 16 Lavoretto n. 5
Cosa verificare ABILITÀ • Capisce che Gesù è un personaggio storico. • Conosce l’ambiente terreno in cui è vissuto Gesù e sa operare un confronto con il proprio.
CONOSCENZE • Aspetti della vita quotidiana in Palestina al tempo di Gesù: i mestieri, le donne e le coltivazioni.
M.I.O. BOOK STUDENTE Approfondimento e attività pag. 20
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CLASSE 2a Unità di Apprendimento N. 5: LA VITA PUBBLICA DI GESÙ COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù e di operare un collegamento con la propria esperienza personale; sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine bibliche a lui più accessibili. Obiettivi di Apprendimento: conoscere Gesù di Nazaret e il suo tempo. Ascoltare e saper riferire alcuni semplici passi biblici. Riconoscere nel Battesimo il momento che segna l’inizio della vita pubblica di Gesù e il sacramento dell’iniziazione cristiana. Scoprire il messaggio di Gesù attraverso la sue diverse modalità comunicative: incontri, miracoli e parabole. Comprendere che la morale cristiana si fonda sul comandamento dell’amore di Dio e del prossimo, come insegnato da Gesù. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 24 a pag. 27 QUADERNO ATTIVO da pag. 17 a pag. 19 Lavoretti n. 6 e 7
ABILITÀ
CONOSCENZE
• Riconosce nel Battesimo l’evento che segna l’inizio della vita pubblica di Gesù e il sacramento dell’iniziazione cristiana. • Individua nei miracoli e nelle parabole il messaggio dell’amore portato da Gesù.
• Gesù cresce • Il Battesimo di Gesù. • Il Battesimo oggi. • I miracoli. • Le parabole.
Unità di Apprendimento N. 6: DALLA PASQUA ALLA CHIESA COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere sui dati fondamentali della vita di Gesù, di riconoscere il significato cristiano della Pasqua e di collegarlo al contesto in cui vive; sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine bibliche a lui più accessibili; identifica nella Chiesa la comunità di coloro che credono in Gesù Cristo e si impegnano per mettere in pratica il suo insegnamento. Obiettivi di Apprendimento: conoscere Gesù di Nazaret, il Messia. Riconoscere nella preghiera del Padre Nostro la specificità della preghiera cristiana. Ascoltare e saper riferire alcuni semplici passi biblici. Conoscere il significato dei segni del pane, del vino e della croce nella fede dei cristiani. Riconoscere il valore della Chiesa per la custodia e la trasmissione della fede. Scoprire il valore della preghiera nelle religioni. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 28 a pag. 35 QUADERNO ATTIVO da pag. 20 a pag. 22 Lavoretto n. 8
ABILITÀ
CONOSCENZE
• Conosce gli episodi più significativi della Pasqua vissuta da Gesù. • Attribuisce un significato ai vari segni pasquali. • Sa distinguere e utilizzare nei diversi contesti il termine chiesa. • Riconosce il valore della preghiera nelle diverse espressioni religiose.
• Il significato cristiano della Pasqua. • Segni e simboli pasquali. • La Chiesa, comunità di credenti e luogo sacro. • La preghiera nelle religioni. • Diversi tipi di preghiera.
COME VERIFICARE I QUADRIMESTE QUADERNO ATTIVO pag. 23
66
II QUADRIMESTE QUADERNO ATTIVO pag. 24
CLASSE 2a
IN RELAZIONE AGLI OBIETTIVI D’APPRENDIMENTO SI CONSIDERA LA SEGUENTE
RUBRICA VALUTATIVA AMBITO TEMATICO
LIVELLO INIZIALE
LIVELLO BASE
LIVELLO INTERMEDIO
LIVELLO AVANZATO
Riconosce in Dio il creatore del mondo e nella preghiera un modo per comunicare con Lui. Conosce alcune caratteristiche di Gesù.
Conosce il linguaggio specifico relativo agli argomenti trattati. Riconosce in Dio il creatore del mondo per i Cristiani. Conosce alcune caratteristiche del Gesù storico. Individua nelle forme di preghiera modi diversi per comunicare con Dio.
Conosce, comprende e utilizza in modo appropriato il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Riconosce in Dio il creatore del mondo e la fonte della vita per i Cristiani. Mette in relazione le caratteristiche del Gesù storico con la propria esperienza. Individua nelle forme di preghiera modi diversi per comunicare con Dio e riconosce la specificità cristiana nella preghiera del Padre Nostro.
Conosce, comprende, applica e padroneggia in modo appropriato il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Riconosce in Dio il creatore del mondo e la fonte della vita per i Cristiani. Sa argomentare sulle caratteristiche del Gesù storico confrontandole con la propria esperienza. Individua nelle forme di preghiera modi diversi per comunicare con Dio e sa operare un confronto tra le diverse religioni a partire dalla preghiera del Padre Nostro, specifica dei Cristiani.
Riconosce alcuni Conosce il linguaggio semplici passi biblici. specifico relativo agli argomenti trattati. Conosce semplici LA BIBBIA E passi biblici relativi alla vita di Gesù. LE ALTRE FONTI
Comprende e utilizza il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Conosce i passi biblici a lui accessibili e sa utilizzarli in contesti diversi.
Comprende e utilizza in modo sempre appropriato il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Conosce i passi biblici a lui accessibili e sa utilizzarli con sicurezza in contesti diversi.
DIO E L’UOMO
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CLASSE 2a Conosce le principali feste cristiane e alcuni simboli a esse collegati. Sa identificare nella chiesa il luogo sacro dei Cristiani.
Conosce il linguaggio simbolico legato alle principali feste cristiane. Sa riconoscere nella Chiesa la comunità dei credenti in Cristo e sa distinguerla dal luogo sacro.
Conosce e comprende il linguaggio simbolico legato alle principali feste cristiane. Sa riconoscere nella Chiesa la comunità dei credenti in Cristo e sa distinguerla dal luogo sacro, individuando nella Pentecoste il momento della sua prima manifestazione.
Sa argomentare circa il valore simbolico legato alle principali feste cristiane. Sa riconoscere nella Chiesa la comunità dei credenti in Cristo e sa distinguerla dal luogo sacro, individuando nella Pentecoste il momento della sua prima manifestazione. Riconosce la specificità della fede cristiana nella preghiera del Padre Nostro.
Riconosce nella figura di Gesù un buon esempio di vita.
Riconosce nel messaggio di Gesù una proposta di vita per “crescere bene”, nel rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente.
Riconosce nel messaggio di Gesù una proposta di vita per “crescere bene”. Sviluppa riflessioni e atteggiamenti di rispetto verso gli altri e l’ambiente.
Riconosce i valori incarnati da Gesù e coglie in essi una proposta di vita per “crescere bene”. Sviluppa riflessioni e individua atteggiamenti di rispetto verso gli altri e l’ambiente.
IL LINGUAGGIO RELIGIOSO
I VALORI ETICI E RELIGIOSI
68
CLASSE 2a
Testi per approfondire LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI 1. STORIA DA RACCONTARE: BEATRICE VUOLE ESSERE TRATTATA DA GRANDE Mancavano solo cinque minuti a mezzogiorno. Approfittammo del breve tempo che ci restava per andare a giocare all’aperto. Beatrice mi chiese: – Mi puoi aiutare ad attraversare la strada? Oggi devo andare a casa da sola. Le risposi: – Lo so, me l’ha detto stamattina la tua mamma. Però mancano ancora alcuni minuti a mezzogiorno e prima non posso lasciarti andare via. Comunque puoi andare a prendere il tuo cestino. Beatrice era tutta contenta e saltellando e canterellando ritornò poco dopo con il suo cestino. Allora convocai anche gli altri bambini che avevano il permesso di andare a casa da soli e ci raccogliemmo davanti al portone della scuola. Ci volle ancora un po’ di tempo perché anche gli ultimi trovassero le loro cose e quando finalmente tutti furono pronti l’orologio segnava già le 12:05. Io dissi: – Avanti, bambini, altrimenti facciamo tardi! – e ci avviammo, tutti quanti, sul breve vialetto che conduce alla strada. Alcuni bambini voltarono a destra, altri a sinistra. Beatrice, prima di attraversare, dovette fermarsi e controllare se la strada era libera. Io la accompagnai dall’altra parte. Poi saltò sulla bicicletta, mi salutò con un cordiale “Ciao!” e si avviò. Si vedeva da lontano quanto fosse orgogliosa di poter andare a casa da sola. Mentre ritornavo verso l’ingresso della scuola, vidi arrivare la mamma di Beatrice. Probabilmente era andata in città. Le indicai Beatrice che aveva già percorso un bel pezzo di strada; la mamma mi fece cenno di aver capito e si mise a pedalare per raggiungere la figlia chiamandola ripetutamente. Beatrice si voltò, vide la mamma ma proseguì, come se nulla fosse. “Beatrice, aspettami!” continuò a chiamarla. Ma Beatrice fece finta di niente, continuò a pedalare, imperterrita, e accelerò. Ma poiché la mamma aveva una bicicletta più grande, ben presto la raggiunse e la rimproverò dicendo: – Ti vuoi fermare, finalmente! Beatrice si infuriò: – Tu hai detto che posso tornare da sola, ma poi sei venuta a prendermi! – Sto tornando dalla città, rispose la mamma, e devo per forza passare di qui. Pensavo che saresti stata contenta di vedermi. – No! – gridò Beatrice – Io voglio tornare da sola! La mamma rifletté un po’, poi disse: – Va bene, come vuoi tu. Vai avanti da sola, io aspetto un paio di minuti prima di proseguire. A Beatrice brillarono gli occhi per la gioia; questa era davvero una bella proposta! E diede subito un bacio alla mamma. – Ciao, a presto! – disse e corse via. La mamma, come aveva promesso, aspettò un paio di minuti prima di avviarsi anche lei, sorridendo, un pochino orgogliosa della sua “grande” figlia. R. Diepmann, 32 racconti, Elledici
2. STORIA DA RACCONTARE: NON VOGLIO CRESCERE Giacinta, un pomeriggio, se ne sta in disparte assorta nei suoi pensieri, allora la zia le chiede incuriosita: – Perché sei così seria? Dopo qualche tentennamento la bambina risponde con una domanda: – Quando si invecchia, i capelli diventano tutti bianchi, le mani grinzose come quelle della nonna e il volto rugoso come quello dello zio Giovanni, vero? – Perché mi fai questa domanda? – ribatte la zia. – Perché a me non piacciono i capelli bianchi, le mani grinzose e le rughe, quindi non voglio crescere!
69
CLASSE 2a
– Non abbiamo scelta, il tempo passa e ci cambia, noi possiamo solo accoglierlo. Lo sai che cosa sono i capelli bianchi, la mani grinzose e le rughe? – No, cosa sono? – Sono i segni della vita! I capelli bianchi, ad esempio, sono il segno di tutte le persone che ti hanno voluto bene e che tu hai amato, le mani grinzose rappresentano tutti gli abbracci che hai dato e ricevuto e le rughe, invece, sono i solchi scavati dalle lacrime per tutti i dolori, ma soprattutto per tutte le gioie che hai avuto. Se una persona invecchiando ha tutti questi segni vuol dire che ha avuto una vita felice. Se tu non cresci non potrai avere una vita felice. – Ma sono felice anche ora che sono una bambina, perché devo crescere? – È vero, ma tu dici sempre che da grande ti vuoi sposare, fare la parrucchiera e anche la ballerina, sogni di avere una casa bella e dei figli. Se non diventi grande non potrai realizzare tutti i tuoi sogni. Giacinta riflette sulle parole della zia e conclude: – Forse hai ragione tu zia, crescere è bello perché si possono fare tante cose, anche con le rughe, i capelli bianchi e le mani grinzose! Ho deciso proprio che voglio crescere! S. Fiorucci
3. STORIA DA RACCONTARE: NESSUNO PUÒ CRESCERE DA SOLO C’era una volta un giovane orso così arrogante e pieno di sé che credeva di essere il più forte e il più bello. Quando i suoi fratelli si avvicinavano per dargli dei consigli, lui rispondeva infastidito: – Lasciatemi stare, cosa volete che me ne faccia delle vostre parole, io so da solo quello che devo fare, sono cresciuto da solo, io! Così ogni giorno rifiutava la compagnia degli altri e, solo soletto, se ne andava a cercare il miele che mangiava tutto con ingordigia senza lasciare niente per nessuno. La mamma preoccupata cercava di far capire all’orsacchiotto che non era vero che fosse cresciuto da solo. – Io ti ho allattato appena nato per farti crescere – diceva – altrimenti saresti morto, il tuo papà ti ha soccorso quando sei caduto la prima volta nel fiume, i tuoi fratelli ti hanno insegnato a camminare, il nonno ti ha fatto vedere come si pescano i salmoni e con i tuoi amici hai imparato a correre dietro alle farfalle e a cercare il miele... Ma niente, ogni volta lui scuoteva la testa e si dileguava. Un mattino, senza farsi vedere, si diresse al grande lago. Lui sapeva che gli orsi non dovevano avvicinarsi da soli al grande lago perché tutt’intorno i cacciatori erano soliti nascondere delle trappole. “Dimostrerò che non ho bisogno di nessuno, io, che posso crescere da solo! Tornerò dal lago della paura con un bel bottino!” rimuginava tra sé. Arrivato al bellissimo lago, senza riflettere, attratto dal pensiero del pesce, si mise a correre e non si accorse della trappola. – Ahi! Ahi! – gridò forte, ma intorno non c’era nessuno. La zampa destra era rimasta impigliata dentro due mezze lune di denti d’acciaio e, più cercava di liberarsi, più la ferita gli faceva male e sanguinava. Non gli rimaneva che piangere e aspettare l’arrivo dei cacciatori che lo avrebbero catturato e portato chissà dove! Per fortuna passava di là una lepre che gli si avvicinò: – Ciao orsetto, che ci fai tutto solo da queste parti? Non lo sai che è pericoloso? – Adesso lo so, non vedi che sono intrappolato? – rispose singhiozzando – Sono spacciato! Se almeno ci fosse qui il mio papà o i miei amici, loro sì che saprebbero come aiutarmi! Alla lepre venne un’idea: chiamò il suo caro amico nibbio, un grosso uccello rapace, e gli chiese di correre alla tana degli orsi per chiedere aiuto. Il nibbio, in un batter d’ali arrivò e, dopo aver spiegato la situazione, fece strada alla famiglia per raggiungere l’orsetto. Quando lo vide, papà orso si precipitò dal figlio, ma da solo non riusciva ad aprire la trappola, così si organizzò con il nonno: avrebbero tirato uno per parte. Ma le molle erano troppo com-
70
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presse, quindi non si aprivano e i cacciatori stavano arrivando. Allora la lepre e il nibbio si diressero verso gli uomini e cominciarono a emettere versi per spaventarli, ma ecco che loro puntarono un fucile, era la fine! La lepre con un balzo fu sotto i piedi dei cacciatori e li distrasse in modo che gli orsi potessero mettersi al sicuro. Intanto anche l’orsetto era riuscito a liberarsi con l’aiuto dei suoi familiari e tutti insieme poterono fuggire verso casa. La sera, davanti alla minestra che aveva preparato con amore la mamma, l’orsetto le disse: – Hai ragione tu, mamma, nessuno cresce da solo, per crescere abbiamo bisogno degli altri! S. Fiorucci
4. STORIA DA RACCONTARE: L’ALBERO CHE DICEVA SEMPRE DI NO In un bosco viveva un grande albero, che pensava di essere il più forte e il più bello di tutti. Un giorno gli si avvicinarono due scoiattoli per vederlo da vicino, in quanto sarebbe stato un’ottima tana per loro, ma non fecero in tempo a salire che l’albero gridò: – Ehi voi! Cosa pensate di fare! Nessuno vi ha invitato a salire! I due scoiattoli gli dissero: – Per favore signor albero ci comporteremo proprio bene! Non ci dica di no! Lei sarebbe una splendida casa per noi! L’albero replicò: – Non vi do il permesso e quando dico di no è no! Tutti scoraggiati i due se ne andarono, non riuscendo a capire perché un albero così bello fosse, però, così scontroso. Tutto soddisfatto l’albero, intanto, cominciò a sbadigliare e si addormentò, mentre da lontano un orsacchiotto si era messo a osservarlo, cercando di capire se ci fosse in lui del miele. Tra sé pensò: “Voglio vedere da vicino se nei suoi incavi c’è del miele”, così cominicò a salire, ma proprio quando era quasi arrivato sentì una voce: – Mi hai messo un’unghia nell’occhio! – disse l’albero arrabbiato – Ti ordino subito di scendere! L’ orsacchiotto impaurito disse: – Volevo solo vedere se nei tuoi incavi vi fosse del miele! Sai, quando penso al miele non bado più a quello che faccio, perdonami! – Io non ho miele da nessuna parte! E ti ho detto di scendere o ti butto giù io! L’albero raccolse tutte le sue forze e cominciò a tremare e a scuotersi così forte che l’orsacchiotto cadde giù, facendosi tanto male. L’albero era rimasto finalmente solo ed era contento. Gli animali del bosco si erano infatti messi d’accordo di lasciarlo in pace, visto che era così scostante e antipatico. Un giorno l’albero cominciò a sentire un gran prurito e non riusciva a capire da cosa dipendesse, poi all’improvviso vide salire e scendere una miriade di termiti e così urlò loro: – Cosa credete di fare! Vi ordino di scendere immediatamente! Ma quelle si misero a ridere dicendo: – Non potrai mai cacciarci via, siamo tante! Infuriato l’albero tremò tutto, ma neanche una termite cadde a terra, anzi lo prendevano giro: – Scrollati pure quanto vuoi! Noi rimarremo qui! Per la prima volta nella sua vita l’albero non sapeva cosa fare perché non poteva imporre la sua volontà, allora cominciò a piangere: – Aiuto! Mi stanno riempiendo di buchi! Non sarò mai più bello come prima! L’ orsacchiotto, che aveva sentito piangere, si avvicinò all’albero e, visto quello che stava accadendo, andò subito a chiamare la famiglia dei picchi, i quali, pur conoscendo bene l’albero (infatti pure loro tempo prima erano stati cacciati da lui), accorsero subito quando seppero la sventura che gli era capitata. In un batter d’occhio cominciarono a picchiettare con i loro laboriosi becchi e subito le termiti iniziarono a fuggire: l’albero si sentì bene e smise di piangere.
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Intanto l’orsacchiotto stava per andarsene quando sentì: – Ehi! Non andartene! Volevo dirti grazie! E volevo ringraziare gli amici che mi hanno aiutato! Quelle parole commossero l’orsacchiotto che tornò indietro. L’albero aggiunse: – Ho capito di non essere così forte da non aver bisogno di nessuno! E vorrei diventare vostro amico se voi lo volete! Da quel giorno tutti gli animali del bosco lo considerarono la loro casa e divennero grandi amici, così l’albero non visse mai più da solo. B. Ferrero
5. STORIA DA RACCONTARE: DI NUOVO INSIEME C’era una volta un gruppo di bambini e bambine che erano venuti al mondo nello stesso paese, chi un po’ prima chi un po’ dopo, ma tutti nello stesso anno. Per questo motivo li misero insieme nella stessa classe e li affidarono a un maestro. Ogni giorno in classe parlavano delle loro esperienze, di quello che succedeva nella loro vita. Scoprirono così che erano tutti diversi anche se avevano la stessa età e pressappoco la stessa altezza. Le diversità dei bambini erano una più bella dell’altra. C’era Marzia che con la fantasia sapeva trasformare le cose come se avesse avuto una bacchetta magica. C’era Marco che ogni volta che provava un’emozione, inventava una poesia. C’era Anna che era una bravissima pittrice e sapeva colorare da far stare tutti a bocca aperta. Cosetta, quando era di luna buona, tirava fuori idee per il teatro come se fossero noccioline. Umberto, chiamato “testa tra le nuvole”, inventava giocattoli stupendi che camminavano e si muovevano come se fossero veri. M. Lodi, adatt. da La Mongolfiera, Einaudi
6. STORIA DA RACCONTARE: GLI ABETI: INSIEME È PIÙ BELLO! Una pigna gonfia e matura si staccò da un ramo di abete e rotolò giù per il costone della montagna, rimbalzò su una roccia sporgente e finì con un tonfo in un avvallamento umido e ben esposto. Una manciata di semi venne sbalzata fuori dal suo comodo alloggio e si sparse sul terreno. – Urrà! – gridarono i semi all’unisono – Il momento è venuto! Cominciarono con entusiasmo ad annidarsi nel terreno, ma scoprirono ben presto che l’essere in tanti provocava qualche difficoltà. – Fatti un po’ più in là, per favore! – Attento! Mi hai messo il germoglio in un occhio! E così via. Comunque, urtandosi e sgomitando, tutti i semi si trovarono un posticino per germogliare. Tutti meno uno. Un seme bello e robusto dichiarò chiaramente le sue intenzioni: – Mi sembrate un branco di inetti! Pigiati come siete, vi rubate il terreno l’uno con l’altro e crescerete rachitici e stentati. Non voglio avere niente a che fare con voi. Da solo potrò diventare un albero grande, nobile e imponente. Da solo! Con l’aiuto della pioggia e del vento, il seme riuscì ad allontanarsi dai suoi fratelli e piantò le radici, solitario, sul crinale della montagna. Dopo qualche stagione, grazie alla neve, alla pioggia e al sole, divenne un magnifico giovane abete che dominava la valletta in cui i suoi fratelli erano invece diventati un bel bosco che offriva ombra e fresco riposo ai viandanti e agli animali della montagna. Anche se i problemi non mancavano: – Stai fermo con quei rami! Mi fai cadere gli aghi. Mi rubi il sole! Fatti più in là. La smetti di scompigliarmi la chioma? L’abete solitario li guardava ironico e superbo. Lui aveva tutto il sole e lo spazio che desiderava. Ma una notte di fine agosto le stelle e la luna sparirono sotto una cavalcata di nuvoloni minacciosi. Sibillando e turbinando il vento scaricò una serie di raffiche sempre più violente finché, devastante, sulla montagna si abbattè la bufera. Gli abeti nel bosco si strinsero l’un l’altro,
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tremando, ma proteggendosi e sostenendosi a vicenda. Quando la tempesta si placò, gli abeti erano estenuati per la lunga lotta, ma erano salvi. Del superbo abete solitario non restava che un mozzicone scheggiato e malinconico sul crinale della montagna. Dio non ha creato “io”. Ha creato “noi”. B. Ferrero
7. STORIA DA RACCONTARE: UN REGALO PER AMAL Oggi Amal è entrata in classe e ha informato i suoi compagni che è il suo ultimo giorno di scuola: – Mi trasferisco in un’altra città – dice triste. Per salutarla i bambini decidono di fare un cartellone tutti insieme, ma subito cominciano a litigare. Nell’aula si sente urlare: – Tu no... Vai via!... Non sai fare niente!... Faccio da solo! La maestra allora avverte i bambini che hanno poco tempo e devono cercare un modo per andare d’accordo. Ilenia ha un‘idea: – Ci divideremo i compiti! E così qualche bambino fa il disegno, altri si occupano di temperare i pastelli e altri ancora pensano a colorare. Alla fine nell’aula si sente solo: – Per favore... grazie... sei stato bravo... facciamolo insieme. Amal ora è contenta. Appenderà quel bellissimo cartellone nella sua nuova cameretta e non si dimenticherà mai dei suoi amici. 8. STORIA DA RACCONTARE: IL GIARDINO DEGLI ANIMALI Un giorno nella foresta il leone gridò: – Presto animali accorrete! Ho una notizia da darvi! La principessa sta per arrivare qui! Presto! Allora tutti gli animali corsero e si riunirono per pensare a quale regalo avrebbero potuto fare alla principessa, ma a nessuno veniva in mente un’idea originale. A un certo punto l’uccellino marrone timidamente disse: – Potremmo fare un giardino! Alle principesse piacciono tanto i fiori! – Magnifica idea! – disse il leone – Ma dobbiamo trovare un terreno adatto! Così tutti gli animali si misero alla ricerca del posto più bello, ma quando lo trovarono si accorsero che andava un po’ sistemato. Il leone affermò: – Bisogna dissodare la terra! – Ci pensiamo noi! – dissero gli ippopotami – Con i nostri grandi piedoni! E così cominciarono a camminare su e giù, fino a quando la terra non diventò soffice. – Benissimo! – disse il leone – Adesso però bisogna fare i buchi per i semi. – Ci pensiamo noi! – esclamarono i porcospini – Useremo i nostri aculei! – e subito si appallottolarono e rotolarono avanti e indietro lungo tutto il terreno, fino a quando non fu pieno di buchetti. – Ora possiamo seminare! – suggerì il leone, che comandava l’operazione. – Ci pensiamo noi! – gridarono le cavallette – Siamo veloci e leggere, getteremo i semi in batter d’occhio! Saltellando qua e là sparsero i semi, ma bisognava innaffiare! – Ci pensiamo noi! – dissero gli elefanti – Con la proboscide raccoglieremo tanta acqua! Così, con la collaborazione di tutti, gli animali riuscirono finalmente a terminare la preparazione del terreno. Dopo un po’ di tempo cominciarono a spuntare fiori di tutti i colori, ma anche le erbacce, che furono subito tolte dall’uccellino marrone con precisione e anche tanta fatica. La giraffa, che era addetta alla guardia del giardino, un giorno gridò: – Presto animali accorrete, sta arrivando la principessa!
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Quando arrivò la accolsero tutti con grandi inchini e l’uccellino marrone ebbe l’onore di cogliere un mazzo di fiori variopinti per lei. La principessa esclamò: – Non ho mai visto un giardino così stupendo! Ma chi lo ha realizzato? In coro gli animali risposero: – Tutti noi! E il leone aggiunse: – Ognuno di noi ha usato le proprie capacità! Così ci fu una grande festa che rimase a lungo nella memoria degli abitanti della foresta. B. Ferrero
SCHEDA N. 5: IL GIARDINO DEGLI ANIMALI 9. STORIA DA RACCONTARE: IL POTERE DELLE SCUSE: LA STORIA DI FRATE MANFREDO Ciao, sono frate Manfredo e, prima di diventare frate, facevo il ladro di mestiere. Con due miei amici ci nascondevamo in un fitto bosco, un postaccio che assomigliava più alla tana di un lupo che a una casa. Poche persone avevano il coraggio di attraversarlo! Quando qualcuno si azzardava a passare di là per noi era una gran fortuna, perché riuscivamo a rimediare qualche moneta, oppure una pecora, o qualcos’altro. Noi tre eravamo sempre affamati perché il cibo non ci bastava mai. Sempre alla ricerca di qualcosa da mettere sotto i denti, litigavamo come dei cagnolini intorno a un osso! Un giorno in cui la fame si faceva sentire più del solito, decidemmo di andare al convento dei frati del paese più vicino, a chiedere per carità un po’ di cibo. Era la prima volta che, invece di rubare, chiedevamo la carità, ci vergognavamo da morire! Arrivati al convento, però, frate Angelo, il frate portinaio, che ci conosceva bene per fama e malefatte, ci cacciò via urlando in malo modo. Noi, disperati, riprendemmo la via del bosco. Poco dopo frate Angelo, su suggerimento di frate Francesco, ci raggiunse e, in ginocchio, tra le lacrime, ci chiese scusa. Poi tirò fuori dal suo sacco tre grosse pagnotte, del formaggio, un po’ di frutta e del vino. Mangiammo proprio con gusto! Dopo quell’abbuffata nessuno di noi tre aveva voglia di parlare, però ognuno aveva deciso in cuor suo di cambiare vita. Per la prima volta ci avevano trattato come persone e non come “ladri”; frate Francesco e frate Angelo, dandoci fiducia, ci avevano fatto sentire migliori e ci aveva dato il coraggio necessario per cambiare. Da quel giorno nessuno di noi rubò più. Anzi, siamo diventati così buoni che la gente ci rispetta. E io, pensate un po’, sono diventato un frate e vivo felice annunciando l’amore di Dio! SCHEDA N. 11: IL POTERE DELLE SCUSE
LA CREAZIONE 1. FILASTROCCA: FILASTROCCA DEL RICICLO Oggi la mamma ha detto una parola un po’ stonata. – Bisogna iniziare la raccolta differenziata. – Cosa vuol dire? - chiedo con rispetto. – Ogni rifiuto nel posto giusto deve esser messo. Per il vetro verde è la campana, che viene raccolto ogni settimana, per plastica e carta diverso è il colore rispettiamo l’ambiente con tutto il cuore! Al riciclaggio serve la raccolta che da una cosa ne fa un’altra, ogni volta. S. Fiorucci
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2. FILASTROCCA: FILASTROCCA DEL RICICLO Riciclare significa creare da cose vecchie, cose nuove realizzare, vetro, carta e plastica ben separati ci danno gli oggetti più disparati. Con la raccolta differenziata dimostriamo che la natura viene rispettata. S. Fiorucci
3 STORIA DA RACCONTARE: ARISTIDE E BENIAMINO HANNO PERSO LA CASA UCCELLINO: – Cip... cip... cip... io sono l’uccellino Aristide e sono molto triste... cip... cip. (Appare lo scoiattolo che avanza lentamente verso l’albero) SCOIATTOLO: – Ciao Aristide, perché sei triste? UCCELLINO: – Sono triste, scoiattolo Beniamino, perché ho perso il mio nido. SCOIATTOLO: – Come è successo? Raccontamelo, Aristide. UCCELLINO: – Oh, tu sapessi... Io ero felice nel mio nido... era proprio una bella casetta comoda e calda. Poi un ragazzo maleducato si è divertito a distruggerla lanciando dei sassi. Ho tentato di fermarlo con i miei cip... cip..., sono volato da un ramo all’altro, ma niente. Il ragazzo continuava a lanciare sassi, il nido è caduto a terra e quel monello l’ha anche calpestato. Ora non so dove andare. Capisci perchè sono triste? SCOIATTOLO: – Oh, se ti capisco! Anch’io ho perso la mia casa, Aristide. UCCELLINO: – Come è possibile, Beniamino? SCOIATTOLO: – Eh sì! La mia casa era sistemata nella cavità di un albero. Avevo proprio tutte le comodità: una cucina piena di provviste, una camera con un letto morbido per i miei lunghi sonni invernali. Ora, caro uccellino, non ho più niente. UCCELLINO: – Raccontami. Chi ha distrutto la tua casa? SCOIATTOLO: – Sono stati gli uomini. Un giorno sono arrivati con grosse seghe elettriche e hanno iniziato a tagliare gli alberi del bosco. Anche quello della mia casina. Ora, come vedi, sono nelle tue condizioni. UCCELLINO: – Caro Beniamino, facciamoci compagnia e andiamo insieme a cercare una nuova casa. SCOIATTOLO: – Speriamo che i ragazzi e gli uomini, d’ora in poi, siano più buoni e non distruggano nè i nidi nè le tane degli animali. SCHEDA N. 16: ARISTIDE E BENIAMINO 4. STORIA DA RACCONTARE: IL PATTO DI MATILDE CON IL SUO PAPÀ Matilde era da sempre un’esperta di cani, conosceva le caratteristiche di ogni razza e, anche se abitava in un appartamento al terzo piano di un grande palazzo, desiderava tanto avere un amico a quattro zampe. Il suo sogno era quello di ricevere in dono un Chou Chou, un cane di taglia media dall’aspetto leonino e una lingua molto particolare perché di colore blu o blu-viola. Lei lo desiderava con il pelo lungo color grigio cenere e non perdeva occasione per chiederlo ai suoi genitori che, dopo tanta insistenza, decisero di accontentarla. Il papà, però, prima di portare a casa il cucciolo, fece un patto con la figlia: – Avrai il tuo Chou Chou, ma dovrai occupartene seriamente, gli darai da mangiare, lo porterai fuori tre volte al giorno per i suoi bisogni e starai attenta che non combini guai in casa. Strafelice Matilde accettò le condizione del padre.
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Così il cagnolino venne portato a casa. Era proprio come lo aveva immaginato, con il pelo lungo e quel musetto che lo faceva sembrare un piccolo leoncino! Lo chiamò Leone e, per i primi giorni, se ne occupò come aveva promesso. Piano piano, però, la bambina cominciò a trovare scuse per non occuparsi del piccolo amico e il padre, visto che lei non aveva mantenuto la parola, decise di riportarlo dove lo aveva acquistato. Matilde pianse per giorni, chiedendo scusa al suo papà e implorandolo di darle un’altra occasione. Il padre allora riportò a casa Leone e Matilde, che aveva imparato la lezione, non tralasciò mai più i suoi impegni verso il cagnolino perché sapeva bene che i patti vanno sempre rispettati. S. Fiorucci
5. STORIA DA RACCONTARE: LA CADUTA Nel giardino dell’Eden non esistevano il male e la morte, ma un giorno il serpente, la più astuta di tutte le bestie selvatiche create da Dio, un vile ingannatore, andò dalla donna e le tese un tranello. Con un fare molto persuasivo le si avvicinò e le disse: – È vero che Dio vi ha vietato di mangiare da tutti gli alberi del giardino? La donna rispose: – No, non è così, noi possiamo mangiare tutti i frutti che vogliamo, solo di un albero ci ha vietato di raccogliere i frutti, l’albero che sta in mezzo al giardino, perché ha detto che se lo tocchiamo moriremo. Ma il serpente disse alla donna: – Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che se voi mangerete quel frutto si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come lui, conoscendo il bene e il male: Dio ha paura che voi diventiate forti e onnipotenti come lui. Allora la donna vide che l’albero aveva un aspetto molto invitante, prese un frutto e ne mangiò, poi chiamò l’uomo e fece mangiare il frutto anche a lui. Allora si aprirono i loro occhi: capirono che avevano compiuto qualcosa di sbagliato e per la prima volta si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture. Più tardi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino, così si nascosero in mezzo agli alberi per non farsi vedere perché si sentivano in colpa a causa della disubbidienza. Ma il Signore Dio chiamò ripetutamente l’uomo: – Dove sei? Alla fine l’uomo dovette rispondere. A testa bassa si avvicinò a Dio e balbettò queste parole: – Ho sentito i tuoi passi nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo e mi sono nascosto. Il Signore lo fissò e disse: – Chi ti ha fatto sapere che eri nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare? L’uomo per difendersi scaricò la sua responsabilità: – La donna che tu mi hai dato come moglie mi ha dato da mangiare il frutto dell’albero e io ne ho mangiato, quindi è colpa sua non mia. Lo stesso fece la donna interrogata da Dio: – Non è colpa mia, il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato. Così l’uomo e la donna ebbero il nome di Adamo ed Eva. Adamo significa “colui che viene dalla terra”, per ricordare che è una creatura e non il creatore ed Eva vuol dire “madre di tutti gli esseri viventi” perché dopo il peccato loro divennero esseri viventi soggetti alla morte. Gen. 3, 1-13
IL NATALE 1. STORIA DA RACCONTARE: L’ANGELO DELLA BUONA NOTIZIA Circa 2000 anni fa, nella lontana città di Nazaret, viveva una giovane donna, di nome Maria, promessa sposa di un uomo chiamato Giuseppe. Maria era una ragazza buona, onesta e molto bella, ma soprattutto amava Dio sopra ogni cosa.
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Un giorno, mentre se ne stava in casa a riposarsi dai lavori domestici, un angelo del Signore si presentò a lei e le disse: – Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te, perché tu avrai presto un bambino. Questo bambino sarà il Re dei Re e crescendo dirà al mondo intero che gli uomini sono fratelli. Vedi, Maria, Dio ti ha scelta per diventare la madre di suo figlio, che chiamerai Gesù e dirà solo parole di pace. Se non mi credi questo sarà per te il segno: Elisabetta, tua cugina che non poteva avere figli, nella sua vecchiaia partorirà un bambino, questo è il sesto mese per lei. Maria, turbata, chiese all’angelo: – Ma come è possibile, io non sono sposata! Ma l’angelo le disse: – Non temere, non aver paura perché nulla è impossibile a Dio. Allora Maria accettò: – Sì, farò ciò che mi hai annunciato... eccomi, sono la serva del Signore, avvenga in me ciò che hai detto, sarò la mamma del figlio di Dio. Dopo che l’angelo se ne fu andato, Maria si mise in viaggio per la città dove viveva sua cugina. Entrata nella casa di Zaccaria ed Elisabetta, salutò quest’ultima e il suo bambino che, riconoscendo prodigiosamente la madre del Signore, le sussultò in grembo. Allora Elisabetta, piena di Spirito Santo disse a Maria: – Benedetta tu fra tutte le donne e benedetto il frutto del tuo seno. Maria rispose: – L’anima mia magnifica il Signore che ha fatto in me grandi cose, d’ora in poi tutti mi chiameranno beata. A queste parole le due donne si abbracciarono e Maria si fermò da lei fino alla nascita del suo bambino che fu chiamato Giovanni. Intanto Giuseppe, il falegname promesso sposo di Maria, un uomo onesto e saggio, durante la notte fece un sogno: un angelo gli disse di non aver paura di prendere in sposa Maria perché il figlio che aspettava era figlio di Dio. Così, al ritorno della donna, i due si sposarono secondo le usanze del loro popolo, gli Ebrei. Lc 1, 26-56 e Mt 1, 18-25
SCHEDA N. 20: L’ANNUNCIO DELL’ANGELO 2. APPROFONDIMENTO: IL MATRIMONIO EBRAICO Nella Palestina di Gesù di solito i matrimoni venivano decisi dalle famiglie e i genitori della sposa dovevano ricevere un dono, di solito in denaro, per la perdita della figlia. Una volta stabilito l’accordo iniziava il fidanzamento, che aveva la durata di circa dodici mesi. Il giorno delle nozze la sposa veniva adornata come una regina, nei suoi capelli venivano intrecciate pietre preziose e il suo volto veniva coperto. Anche lo sposo si vestiva con abiti eleganti ed era buona educazione che anche gli invitati avessero “l’abito di nozze” che spesso le famiglie ricche offrivano agli invitati. Lo sposo andava a piedi a casa della sposa poi, in processione con tutti gli invitati, ci si dirigeva verso la nuova casa della coppia. La festa nuziale poteva durare alcuni giorni ed era allietata da danze, canti e buon cibo. 3. STORIA DA RACCONTARE: LA NASCITA DI GESÙ E LA VISITA DEI PASTORI In quel tempo, mentre Maria e Giuseppe aspettavano con gioia la nascita del loro bambino, uscì un decreto (cioè una legge) dell’imperatore Cesare Augusto, che ordinava il censimento di tutto l’Impero. Tutti dovevano farsi registrare, ciascuno nella propria città di nascita. Giuseppe, che non era di Nazaret ma veniva da una piccola città nel sud della Palestina, chiamata Betlemme, decise di partire con la sua sposa prossima al parto. Per non farla stancare troppo, la fece salire sul dorso di un asinello, perché il viaggio era molto lungo. Cammina, cammina, finalmente arrivarono a Betlemme. Siccome Maria era molto stanca, Giuseppe cominciò a cercare un posto per passare la notte. Bussò inutilmente a tutte le porte e ogni volta si sentiva dire che non c’era posto per nessuno e che le locande erano tutte piene. Un giovane vide la coppia
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affaticata e ne ebbe compassione. Li chiamò a sé e disse loro: – Ho visto che siete forestieri e che non avete trovato un riparo per la notte; venite, io posso offrirvi la stalla degli animali che sta poco lontano da casa mia, in quella direzione. È un’umile capanna, ma lì potrete riposare al sicuro. Maria e Giuseppe accettarono l’invito del giovane e si sistemarono in quella specie di grotta, dove avevano la compagnia del loro asinello e di un vecchio bue. E proprio lì, in quel luogo senza ricchezza, in una notte piena di stelle... nacque Gesù. Giuseppe lo appoggiò sulla paglia e, per tenerlo al caldo, lo depose in una mangiatoia. Poco lontano c’erano dei pastori che stavano nei campi e di notte facevano la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro, la gloria del Signore risplendé tutto intorno e furono presi da grande timore. L’angelo disse loro: – Non temete, perché io vi porto la buona notizia di una grande gioia, che tutto il popolo avrà: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è il Cristo, il Signore. Questo vi servirà come segno: troverete un bambino avvolto in fasce e adagiato in una mangiatoia. A un tratto apparve accanto all’angelo una moltitudine dell’esercito celeste, che lodava Dio e diceva: – Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini che egli ama! Quando gli angeli se ne furono andati verso il cielo, i pastori dissero tra di loro: – Andiamo fino a Betlemme, vediamo ciò che è avvenuto e che il Signore ci ha fatto sapere. Andarono in fretta e trovarono Maria, Giuseppe e il bambino adagiato nella mangiatoia. Vedutolo, divulgarono quello che era stato detto loro di quel bambino. Si diffuse nell’aria una grande gioia e tanta pace e tutti si meravigliavano delle cose dette loro dai pastori. Adatt. di Lc 2, 1-20
4. STORIA DA RACCONTARE: LA VISITA DEI MAGI E LA FUGA IN EGITTO Gesù era nato a Betlemme quando in Giudea governava come re il terribile Erode il Grande. Dei Magi dal lontano Oriente arrivarono a Gerusalemme, presso la dimora del re chiedendo: – Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto la sua stella in Oriente e siamo venuti per adorarlo. Udito questo, il re Erode fu turbato e diventò geloso di questo bambino-re. Allora chiamò a sé tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo e s’informò da loro dove dovesse nascere il Cristo. Essi gli dissero: – In Betlemme di Giudea. Allora Erode, chiamati di nascosto i Magi, s’informò esattamente circa il tempo in cui sarebbe nato e, mandandoli a Betlemme, disse loro: – Andate, chiedete informazioni precise sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io possa andare ad adorarlo. In realtà le sue intenzioni erano tutt’altre. I tre re, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, ripresero a seguire la stella che avevano visto in Oriente la quale, giunta al luogo dov’era il bambino, si fermò. Quando videro la stella, i Magi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, vedendo il bambino con Maria, sua madre, si inginocchiarono e lo adorarono. Aperti i loro tesori, gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Poi, avvertiti in sogno da un angelo di non ripassare da Erode, tornarono al loro paese per un’altra strada. Dopo che furono partiti, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: – Alzati, prendi il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e restaci finché io non te lo dirò, perché Erode vuole cercare il bambino per farlo morire. Egli dunque si alzò e fece come gli aveva detto l’angelo. Adatt. di Mt 2, 1-14
5. STORIE CHE SCALDANO IL CUORE IL PRIMO PRESEPE La vigilia di Natale del 1223, San Francesco decise di rappresentare, durante la notte di Natale, la scena della nascita di Gesù. Con l’aiuto di Giovanni, fece preparare una grotta con una greppia, del fieno, un bue e un asinello. Si radunarono molti frati e accorse la popolazione dei paesi vicini. Tutti tenevano in mano candele e fiaccole per illuminare la notte e la mangiatoia venne usata
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come altare per celebrare la Santa Messa. Mentre Francesco parlava della nascita del re povero, Giovanni vide apparire, dentro la mangiatoia, un bambino addormentato. Fu un grande miracolo! Quella notte tutti i presenti tornarono a casa pieni di gioia. Il fieno che era nella mangiatoia fu conservato e, grazie a esso, il Signore guarì persone e animali malati. Oggi in quel luogo è stato costruito un santuario e al posto del “presepio” dentro la grotta usata da Francesco, c’è un altare. Questa fu la prima rappresentazione della nascita di Gesù. SCHEDA N. 24: IL PRIMO PRESEPE 6. STORIA DA RACCONTARE E APPROFONDIMENTI: LA PRESENTAZIONE DI GESÙ AL TEMPIO Quando Gesù aveva otto giorni di vita, Giuseppe gli diede il nome che era stato annunciato dall’angelo, poi con Maria sua madre lo portò al Tempio di Gerusalemme per essere circonciso secondo quello che era scritto nella legge del Signore: “Ogni maschio primogenito sarà consacrato a Dio”. Così si procurò un paio di giovani tortore da offrire in dono al Signore e salì al Tempio con la sua famiglia. Là incontrarono un uomo di nome Simeone, giusto e timorato di Dio che aspettava la venuta del Salvatore. Lo Spirito Santo gli aveva rivelato che non sarebbe morto prima di aver visto il Cristo del Signore. Così, come vide i genitori con Gesù, lo riconobbe, lo prese in braccio, e benedisse Dio, dicendo: – Ora lascia o Signore che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, che hai preparata dinanzi a tutti i popoli per essere luce da illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele. Giuseppe e Maria erano meravigliati delle cose che si dicevano del loro bambino. Simeone li benedisse, poi con occhi tristi guardò Maria e le disse: – Ecco, a te donna una spada trafiggerà l’anima! Adatt. di Lc 2, 21-35
IL TEMPIO Questo termine indica una costruzione utilizzata come luogo di preghiera, in quanto considerata la casa di Dio. Al tempo di Gesù l’unico Tempio sorgeva nella città di Gerusalemme. Era usanza degli Ebrei, durante le feste più importanti, fare un pellegrinaggio verso questo luogo sacro, da soli o con altre persone, per chiedere qualcosa a Dio o per penitenza. Al Tempio, che si trovava nella parte alta della città, i pellegrini pregavano, ascoltavano la lettura della Bibbia e offrivano doni a Dio. IL PELLEGRINAGGIO Il pellegrinaggio è un viaggio che si fa, da soli o con altre persone, per fede, per chiedere qualcosa a Dio o per penitenza, verso un luogo ritenuto sacro. LUOGHI
PERSONAGGI
Tempio di Genitori Gerusalemme Bambino Simeone
SEGNI
SIGNIFICATO
Nome
Per gli Ebrei la scelta del nome è molto importante, perché da esso si possono individuare le caratteristiche future del bambino. Gesù, infatti significa “Dio Salva”.
Circoncisione È un rito, un’azione sacra con cui il bambino entra a far parte della comunità. Consisteva nel fare una piccola incisione, un taglietto, nel prepuzio, la parte esterna dell’organo genitale maschile.
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Tempio di Genitori Gerusalemme Bambino Simeone
Consacrare
Questo termine può essere usato con due significati: rendere sacro qualcuno o qualcosa tramite un rito o dedicare completamente a qualcuno o a qualcosa la propria vita.
Coppia di tortore
I genitori di Gesù rispettano la legge di Dio e vogliono dare al bambino una buona e corretta educazione, per questo offrono a Dio due tortore (o piccioni), come era scritto nella Bibbia. Era questa l’offerta prevista per le persone più povere e semplici.
Spada che trafigge l’anima
Simeone utilizza questa immagine per annunciare a Maria la sofferenza che le sarà causata dalla morte di Gesù.
SCHEDA N. 25: GESÙ CONSACRATO AL TEMPIO
L’AMBIENTE DI GESÙ 1. APPROFONDIMENTI: NEL PAESE DI GESÙ Il ruolo delle donne: le donne, al tempo di Gesù, avevano un ruolo importante nella cura della famiglia. La loro prima attività era quella di crescere i propri figli e di far loro da maestre fino ai tre anni, raccontando le storie del passato d’Israele. Ogni donna durante la sua giornata aveva molti compiti da svolgere: si occupava della casa, andava a prendere l’acqua al pozzo, doveva preparare il pane, tessere i vestiti per la famiglia, aiutare il marito nella campagna e, spesso, vendere al mercato i propri prodotti. Mestieri: al tempo di Gesù nel suo paese c’erano i contadini, che lavoravano i campi con orzo e grano, e curavano le vigne e gli uliveti per ottenere olio e vino; i pastori che curavano le greggi; i pescatori che cercavano di pescare la maggior quantità di pesce in modo da poterlo anche vendere; i commercianti che scambiano i diversi prodotti e un gran numero di artigiani: i conciatori di pelli, i vasai, i lavoratori della pietra, i carpentieri o falegnami, i fabbricanti di metalli e i produttori di stoffe. Tra i mestieri non vanno dimenticati i sacerdoti che percepivano un salario. Poi c’erano i lavoratori a giornata: erano degli uomini poveri che non conoscevano un mestiere preciso e ogni giorno si mettevano in un angolo della città, aspettando che qualcuno venisse ad assumerli per uno o più giorni. Infine ricordiamo due mestieri legati agli invasori romani: l’esattore delle tasse, colui che riscuoteva dei soldi per conto dell’Imperatore romano e il soldato, colui che apparteneva all’esercito. La sinagoga: “sinagoga” è un termine che indica il luogo di culto della religione ebraica, è il “luogo di riunione dell’assemblea”. Al tempo di Gesù ogni villaggio aveva la sua sinagoga, che veniva utilizzata come scuola per lo studio della Bibbia durante la settimana e come luogo di preghiera il sabato, giorno di festa consacrato a Dio. L’acqua, il pozzo o la fontana: la Palestina è una terra con estati lunghe e molto calde e poco ricca di acqua. Nei centri abitati l’acqua in genere era raccolta in cisterne sotterranee, in pozzi o in bacini di raccolta sotto terra raggiungibili con una lunga fila di gradini. Il villaggio si svilup-
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pava intorno alla piazza dove era situato il pozzo, usata come luogo d’incontro e per i mercati. 2. LAVORETTO: IL MODELLO DELLA SINAGOGA Facciamo costruire agli alunni il modellino di una sinagoga. - Fotocopiamo per ogni alunno la scheda. - Facciamo colorare i disegni e ritagliare il rettangolo e il quadrato. - Facciamo piegare il rettangolo (figura 1) in tre parti lungo le linee tratteggiate: incolliamo fra loro sul retro le due parti illustrate, poi facciamo incollare sulla pagina del quaderno la parte indicata e incolliamoci sopra la figura 2. Si otterrà una specie di libretto che, aprendolo, mostra la struttura della sinagoga, con la netta divisione dell’area riservata agli uomini da quella riservata alle donne. SCHEDA N. 29: LA SINAGOGA
LA VITA PUBBLICA DI GESÙ 1. STORIA DA RACCONTARE: GESÙ DODICENNE AL TEMPIO I genitori di Gesù andavano ogni anno in pellegrinaggio a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando il figlio giunse all’età di dodici anni, lo fecero salire con loro al Tempio per partecipare alle celebrazioni e ai riti. Passati i giorni della festa, i tre ripresero il cammino verso casa, muovendosi con parenti e amici in una lunga carovana diretta verso nord. Mentre tornavano, il bambino Gesù rimase a Gerusalemme all’insaputa dei genitori. Maria e Giuseppe, pensando che egli fosse nella comitiva, camminarono tutta la giornata, poi a sera, prima di organizzarsi per dormire all’aperto, si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti, ma... Gesù non si trovava e nessuno sapeva dove fosse! I genitori preoccupati tornarono a Gerusalemme e lo cercarono in lungo e in largo. Solo dopo tre giorni lo trovarono: era nel Tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e faceva loro delle domande. Tutti i presenti si stupivano delle sue parole e delle sue risposte. Quando lo videro, Maria, sua madre gli disse: – Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io ti cercavamo, stando in gran pena. Ma lui le rispose: – Perché mi cercavate? Non sapevate che devo occuparmi delle cose di Dio, nella casa di mio Padre? Essi non capirono le sue parole e, insieme tornarono a Nazaret. Intanto Maria custodiva ciò che era successo nel suo cuore. Adatt. di Lc 2, 41-52
2. STORIA DA RACCONTARE: IL BATTESIMO DI GESÙ Giovanni Battista, figlio di Elisabetta e Zaccaria, lontano parente di Gesù, predicava la venuta del Figlio di Dio e invitava tutti a convertirsi e a farsi battezzare, come segno di disponibilità a cambiare vita e ad allontanarsi dal peccato. Verso i trent’anni Gesù, dalla Galilea, dove viveva, si recò presso le rive del fiume Giordano e chiese a Giovanni di essere battezzato. Ma Giovanni, sapendo che Gesù non aveva commesso peccati e, quindi, non aveva bisogno del battesimo, rimase turbato e gli disse: – Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me? Ma Gesù gli rispose: – Deve essere così, poiché io devo dare l’esempio. Allora Giovanni lo battezzò. Quando Gesù uscì fuori dall’acqua, ecco che si aprirono i cieli e lo Spirito di Dio scese su di lui come una colomba. Si udì anche una voce che disse: – Questo è il mio Figlio che io amo e vi ho mandato, ascoltatelo! Così ebbe inizio la vita pubblica di Gesù. Adatt. di Mt 3, 13-17
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3. STORIA DA RACCONTARE: LA CONVERSIONE DI ZACCHEO Un giorno Gesù stava attraversando la città di Gerico. Lì abitava un uomo di nome Zaccheo, che era capo dei pubblicani, quelli che riscuotevano le tasse per conto dei Romani, ma dato che non erano soggetti a dei controlli, potevano fare i furbi, alzare le tasse e derubare il popolo, per questo erano molto ricchi. C’era una gran folla intorno a Gesù e Zaccheo non riusciva a vederlo perché era piccolo di statura. Allora decise di andare più avanti e salì sopra un albero di sicomoro, perché sapeva che Gesù sarebbe passato per quella strada. Quando Gesù giunse in quel luogo, alzò gli occhi, lo vide e gli disse: – Zaccheo, scendi subito, perché oggi debbo fermarmi a casa tua. Egli scese subito dall’albero e andò a preparare la casa perché era molto felice dell’incontro. La gente, veduto quello che era successo tra Zaccheo e Gesù, mormorava dicendo: – Non si vergogna ad alloggiare in casa di un peccatore! Ma Zaccheo si fece avanti e disse al Signore: – Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri e se ho rubato a qualcuno prometto di restituire quattro volte tanto. Gesù gli disse con affetto: – Oggi la salvezza è entrata nella tua casa, perché il Figlio di Dio è venuto per riportare a Dio chi si era perduto. Adatt. di Lc 19, 1-10
SCHEDA N. 33: ZACCHEO INCONTRA GESÙ 4. STORIA DA RACCONTARE: IL PRINCIPE FELICE Alta sopra la città sorgeva la statua del Principe Felice. Era fatta tutta d’oro, i suoi occhi erano due zaffiri e un grande rubino rosso luccicava sull’elsa della sua spada. Tutti quando passavano di là si fermavano ad ammirarla. Una sera una rondinella volò sulla città e, dato che i suoi amici se n’erano andati in Egitto, decise di fermarsi per la notte tra i piedi del Principe Felice. Mentre stava mettendo la testa sotto l’ala, le cadde addosso una grossa goccia d’acqua. – Che cosa strana! – esclamò – In cielo non c’è neanche una nuvola! Allora alzò gli occhi e vide gli occhi del Principe Felice gonfi di lacrime. – Chi sei? – chiese. – Sono il Principe Felice. – Perché piangi, allora? – Perché laggiù, lontano, in una stradina c’è una povera casa e attraverso una finestra ho visto una donna, molto povera, seduta a un tavolo che assiste il suo bambino ammalato. Ha la febbre e vorrebbe mangiare delle arance, ma sua madre non ha nulla da dargli. Rondinella, non gli porteresti il rubino che luccica sull’elsa della mia spada? I miei piedi sono attaccati a questo piedistallo e io non mi posso muovere. – Ma io devo andare in Egitto e qui comincia a fare troppo freddo per me! – rispose la rondinella. – Ti prego – disse il Principe – non vuoi restare con me per una notte soltanto? Il bambino ha tanta sete e la madre è così triste! Così la rondinella accettò, tolse il grande rubino che ornava la spada del Principe e volò tenendolo stretto nel becco fino alla povera casa. Quando tornò dal Principe si accorse che, nonostante il freddo, aveva tanto caldo. – Perché hai compiuto una buona azione – le disse il Principe e su queste parole la rondinella si addormentò. Il giorno dopo il Principe le disse di nuovo: – Dall’altra parte della città vedo un giovane con grandi occhi sognanti, appoggiato a una scrivania. Sta scrivendo un testo per il teatro, ma ha troppo freddo per poter seguitare a scrive-
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re. Non ha fuoco e ha tanta fame da svenire. Tutto ciò che mi è rimasto per aiutarlo sono i miei occhi di zaffiri. Strappane uno e portaglielo. – Caro Principe – rispose la rondinella – io non posso farlo! – Fallo per me! Così la rondinella strappò l’occhio del Principe e volò fino alla soffitta dello studente, dove lasciò lo zaffiro. Quando tornò, il Principe le chiese di rimanere ancora una notte e le raccontò: – Nella piazza qua sotto c’è una piccola fiammiferaia a cui sono caduti tutti i fiammiferi. Non ha né calze né scarpe... strappa l’altro mio occhio e portaglielo. – Resterò con te ancora per questa notte – disse la rondinella – ma non posso strapparti l’altro occhio. Rimarresti completamente cieco. – Rondinella, fa come ti chiedo per favore! Così la rondinella strappò l’altro occhio e sfrecciò giù nella piazza. Poi ritornò dal Principe. – Ora sei cieco, perciò non posso lasciarti solo, resterò con te. – No, piccola rondinella – mormorò il povero Principe – tu devi andare in Egitto. – Resterò con te per sempre – ripeté, e si addormentò ai piedi del Principe. Nei giorni seguenti la rondinella, d’accordo con il Principe, cominciò a togliere dal suo corpo tutti il fili d’oro di cui era rivestito per portarli ai poveri della città. Poi però arrivò la neve e dopo la neve venne il gelo. La povera rondinella aveva sempre più freddo e alla fine capì che era prossima alla morte. Ebbe giusto la forza di volare un’ultima volta sulla spalla del Principe per dirgli addio e, dopo averlo baciato, cadde morta ai suoi piedi. In quel momento si udì all’interno della statua uno strano tonfo, come se qualcosa si fosse rotto. Ed era proprio così: il cuore di piombo del Principe si era spaccato in due. Il mattino seguente il Sindaco, vedendo la statua tutta grigia e l’uccellino morto, disse agli spazzini di ripulire. Così fusero la statua e gettarono nella spazzatura il cuore di piombo rotto e il corpicino della rondinella morta. – Portami le due cose più preziose che trovi nella città – disse Dio a uno dei suoi Angeli; e l’Angelo gli portò il cuore di piombo e l’uccello morto. – Hai scelto bene – gli disse Dio – poiché nel mio giardino del Paradiso questo uccellino canterà in eterno e nella mia città d’oro il Principe Felice mi loderà per sempre. SCHEDA N. 34: IL PRINCIPE FELICE 5. STORIA DA RACCONTARE: IL PANE DELL’AMICIZIA La sera prima di partire per la gita scolastica Giacinta va a dormire tutta eccitata. Finalmente verso le sei di mattina suona la sveglia e il suo papà, di corsa, va al forno a prenderle i panini per il pranzo al sacco. Quando torna, Giacinta si accorge che ci sono quattro panini invece di tre. – La maestra ha detto di portare solo quello che ci serve! E tre panini per colazione e pranzo sono più che sufficienti! – grida arrabbiata. Allora il suo papà le spiega che le ha preso un panino in più nel caso in cui qualche compagno ne avesse bisogno. Giacinta, brontolando, mette nello zaino i quattro panini e si dirige verso la scuola: “Tanto io le mie cose non le do a nessuno e il panino in più lo riporterò a casa!” pensa. L’uscita è bellissima, i bambini passeggiano a lungo nel bosco per raccogliere ricci e castagne, poi, dopo tanto lavoro arriva l’ora di pranzo! Mentre tutti si lavano le mani, ecco che accade una cosa terribile: a Elena cade lo zainetto con il cibo dentro il lavandino pieno d’acqua. In un attimo il suo pranzo è diventato una zuppa di pane bagnato al formaggio! – Come faccio adesso, non ho più niente da mangiare! – dice Elena disperata, mentre inizia a piangere. Le compagne presenti le stanno vicino dispiaciute, ma ognuna ha giusto giusto i panini che
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le servono per la giornata e nessuna le può dare nulla. Giacinta, arrivata in quel momento, si ricorda di avere un panino in più, lo offre all’amica e insieme si vanno a sedere in mezzo a un prato. Le altre bambine, un po’ gelose, seguono le compagne e Letizia ha un’idea: perché non dividere i panini in tanti pezzi e metterli tutti insieme, come se fosse una festa di compleanno? Le amiche tutte contente accettano la proposta, così tutte mangiano a sazietà, ridendo e scherzando. La sera, quando Giacinta rivede il suo papà, gli corre incontro, lo abbraccia e gli sussurra all’orecchio: – Grazie, per il pane dell’amicizia! Il papà non comprende bene queste parole, ma capisce che la gita è stata proprio bella! S. Fiorucci
6. STORIA DA RACCONTARE: IL PANE DI EMILY Una mattina Noà, con il volto triste, entrò nella panetteria di Emily. Era una panetteria molto carina, con tante qualità di pane diverso (alle olive, con il sesamo, ai fiori di papavero, al formaggio, con le noci...). Noà ci entrava sempre molto volentieri per prendere la colazione prima di andare a scuola. Quella mattina però era proprio seria e chiese un pezzo di pizza bianca con un filo di voce. La signora Emily si accorse che c’era qualcosa che non andava, e le chiese: – Che cos’hai Noà, non stai bene? – Ieri sera hanno ricoverato la mia mamma in ospedale e io non so come sta! – rispose la piccina. – Vieni piccola, ho appena sfornato quei panini all’olio che ti piacciono tanto, mangiamone uno insieme, così penseremo alla tua mamma e il nostro pensiero arriverà al suo cuore, vedrai! Così la signora Emily si mise seduta sul gradino del negozio a mangiare, in silenzio, con lei, un pezzo di pane. Subito dopo il nonno chiamò la piccola per andare a scuola e lei si allontanò più sollevata, perché qualcuno aveva condiviso la sua preoccupazione.
DALLA PASQUA ALLA CHIESA 1. STORIA DA RACCONTARE: L’ULIVO BENEDETTO Domenica Elia è stato a messa con la sua famiglia e tutto gli è sembrato un po’ strano. Prima della celebrazione i fedeli si sono ritrovati fuori della chiesa e ogni persona ha preso in mano un ramoscello di ulivo. A un certo punto lo hanno alzato e, tutti insieme in processione, con ordine, si sono incamminati dentro l’edificio. Più volte durante la messa i ramoscelli d’ulivo sono stati alzati e sventolati in aria. Poi, come se non bastasse, ognuno ha portato a casa il proprio ramoscello. Molto incuriosito, il bambino ha chiesto alla mamma perché si fosse portata a casa quel ramoscello di ulivo. Allora la mamma, con pazienza, gli ha spiegato: – Vedi Elia, questo ramoscello è benedetto da Dio perché è reso sacro dalle mani del sacerdote. Tanto tempo fa Gesù fu accolto a Gerusalemme proprio da rami d’ulivo e palma sventolati in aria. In quell’occasione questo gesto era un annuncio della salvezza, perché poco dopo Gesù sarebbe morto e risorto. Anche per noi ha lo stesso significato, ci ricorda che Gesù è il re che è venuto a salvare il mondo intero, non con guerre e prepotenza, ma portando la pace. La domenica delle Palme noi ricordiamo tutto questo e il ramo di ulivo che si tiene in mano e si porta nelle case, come segno di protezione, rappresenta un invito alla preghiera e a vivere in pace con tutti. È un simbolo, proprio come la croce che portiamo al collo che ci ricorda la morte di Gesù il venerdì prima di Pasqua, o le campane che ci ricordano, al contrario, la gioia della risurrezione.
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2. STORIA DA RACCONTARE: Gv 18,28 – 20,29 Gesù davanti a Pilato Condussero poi Gesù dalla casa di Caifa nel pretorio. Era l’alba ed essi non vollero entrare nel pretorio, per non contaminarsi e poter mangiare la Pasqua. Pilato dunque uscì verso di loro e domandò: – Che accusa portate contro quest’uomo? Gli risposero: – Se costui non fosse un malfattore, non te l’avremmo consegnato. Allora Pilato disse loro: – Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra Legge! Gli risposero i Giudei: – A noi non è consentito mettere a morte nessuno. Così si compivano le parole che Gesù aveva detto, indicando di quale morte doveva morire. Pilato allora rientrò nel pretorio, fece chiamare Gesù e gli disse: – Sei tu il re dei Giudei? Gesù rispose: – Dici questo da te, oppure altri ti hanno parlato di me? Pilato disse: – Sono forse io giudeo? La tua gente e i capi dei sacerdoti ti hanno consegnato a me. Che cosa hai fatto? Rispose Gesù: – Il mio regno non è di questo mondo; se il mio regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio regno non è di quaggiù. Allora Pilato gli disse: – Dunque tu sei re? Rispose Gesù: – Tu lo dici: io sono re. Per questo io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per dare testimonianza alla verità. Chiunque è dalla verità, ascolta la mia voce. Gli disse Pilato: – Che cos’è la verità? E, detto questo, uscì di nuovo verso i Giudei e disse loro: – Io non trovo in lui colpa alcuna. Vi è tra voi l’usanza che, in occasione della Pasqua, io rimetta uno in libertà per voi: volete dunque che io rimetta in libertà per voi il re dei Giudei? Allora essi gridarono di nuovo: – Non costui, ma Barabba! Barabba era un brigante. Lo consegnò loro perché fosse crocifisso Allora Pilato fece prendere Gesù e lo fece flagellare. E i soldati, intrecciata una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero addosso un mantello di porpora. Poi gli si avvicinavano e dicevano: – Salve, re dei Giudei! E gli davano schiaffi. Pilato uscì fuori di nuovo e disse loro: – Ecco, io ve lo conduco fuori, perché sappiate che non trovo in lui colpa alcuna. Allora Gesù uscì, portando la corona di spine e il mantello di porpora. E Pilato disse loro: – Ecco l’uomo! Come lo videro, i capi dei sacerdoti e le guardie gridarono: – Crocifiggilo! Crocifiggilo! Disse loro Pilato: – Prendetelo voi e crocifiggetelo; io in lui non trovo colpa. Gli risposero i Giudei: – Noi abbiamo una Legge e secondo la Legge deve morire, perché si è fatto Figlio di Dio. All’udire queste parole, Pilato ebbe ancora più paura. Entrò di nuovo nel pretorio e disse a Gesù: – Di dove sei tu? Ma Gesù non gli diede risposta. Gli disse allora Pilato: – Non mi parli? Non sai che ho il potere di metterti in libertà e il potere di metterti in croce? Gli rispose Gesù: – Tu non avresti alcun potere su di me, se ciò non ti fosse stato dato dall’alto. Per questo chi mi ha consegnato a te ha un peccato più grande. Da quel momento Pilato cercava di metterlo in libertà. Ma i Giudei gridarono:– Se liberi costui, non sei amico di Cesare! Chiunque si fa re si mette contro Cesare. Udite queste parole, Pilato fece condurre fuori Gesù e sedette in tribunale, nel luogo chiamato Litostroto, in ebraico Gabbatà. Era la Parasceve della Pasqua, verso mezzogiorno. Pilato disse ai Giudei: – Ecco il vostro re! Ma quelli gridarono:– Via! Via! Crocifiggilo! Disse loro Pilato:– Metterò in croce il vostro re? Risposero i capi dei sacerdoti:– Non abbiamo altro re che Cesare. Allora lo consegnò loro perché fosse crocifisso. Crocifissione di Gesù Essi presero Gesù ed egli, portando la croce, si avviò verso il luogo detto del Cranio, in ebraico Gòlgota, dove lo crocifissero insieme ad altri due, uno da una parte e uno dall’altra, e Gesù
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in mezzo. Pilato compose anche l’iscrizione e la fece porre sulla croce; vi era scritto: – Gesù il Nazareno, il re dei Giudei. Molti Giudei lessero questa iscrizione, perché il luogo dove Gesù fu crocifisso era vicino alla città; era scritta in ebraico, in latino e in greco. I capi dei sacerdoti dei Giudei dissero allora a Pilato: – Non scrivere: “Il re dei Giudei”, ma: “Costui ha detto: Io sono il re dei Giudei”. Rispose Pilato: – Quel che ho scritto, ho scritto. I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti, ne fecero quattro parti – una per ciascun soldato – e la tunica. Ma quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: – Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si compiva la Scrittura, che dice: “Si sono divisi tra loro le mie vesti e sulla mia tunica hanno gettato la sorte”. E i soldati fecero così. Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: – Donna, ecco tuo figlio! Poi disse al discepolo: – Ecco tua madre! E da quel momento il discepolo l’accolse con sé. Agonia e morte di Gesù Dopo questo Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: – Ho sete. Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: – Tutto è compiuto! E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato – chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera; egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si compisse la Scrittura: “Non gli sarà spezzato alcun osso”. E un altro passo della Scrittura dice ancora: “Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto”. Sepoltura di Gesù Dopo questi fatti Giuseppe di Arimatea, che era discepolo di Gesù, ma di nascosto, per timore dei Giudei, chiese a Pilato di prendere il corpo di Gesù. Pilato lo concesse. Allora egli andò e prese il corpo di Gesù. Vi andò anche Nicodèmo – quello che in precedenza era andato da lui di notte – e portò circa trenta chili di una mistura di mirra e di àloe. Essi presero allora il corpo di Gesù e lo avvolsero con teli, insieme ad aromi, come usano fare i Giudei per preparare la sepoltura. Ora, nel luogo dove era stato crocifisso, vi era un giardino e nel giardino un sepolcro nuovo, nel quale nessuno era stato ancora posto. Là dunque, poiché era il giorno della Parasceve dei Giudei e dato che il sepolcro era vicino, posero Gesù. Il sepolcro vuoto Il primo giorno della settimana Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intan-
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to anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti. I discepoli poi se ne tornarono di nuovo a casa. Maria di Màgdala vede Gesù Maria invece stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: – Donna, perché piangi? Rispose loro: – Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto. Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: – Donna, perché piangi? Chi cerchi? Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: – Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo. Gesù le disse: – Maria! Ella si voltò e gli disse in ebraico: – Rabbunì! – che significa: “Maestro!”. Gesù le disse: – Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”. Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: – Ho visto il Signore! Poi riferì loro ciò che le aveva detto. Gesù appare ai discepoli La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: – Pace a voi! Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: – Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi. Detto questo, soffiò e disse loro: – Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati. Tommaso da incredulo a credente Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: – Abbiamo visto il Signore! Ma egli disse loro: – Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo. Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: – Pace a voi! Poi disse a Tommaso: – Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco, e non essere incredulo, ma credente! Gli rispose Tommaso: – Mio Signore e mio Dio! Gesù gli disse: – Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che pur non avendo visto crederanno! 3. STORIA DA RACCONTARE: ASCENSIONE Gesù si mostrò vivo, dopo la sua passione, con molte prove, durante quaranta giorni, apparendo loro e parlando delle cose riguardanti il Regno di Dio. Mentre si trovava a tavola con essi, ordinò loro di non allontanarsi da Gerusalemme, ma di attendere l’adempimento della promessa del Padre: – Quella – disse – che voi avete udito da me: Giovanni battezzò con acqua, voi invece, tra non molti giorni, sarete battezzati in Spirito Santo... riceverete la forza dallo Spirito Santo che scen-
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derà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della terra. Detto questo, mentre lo guardavano, fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si presentarono a loro e dissero: – Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo. Allora ritornarono a Gerusalemme dal monte detto degli Ulivi, che è vicino a Gerusalemme quanto il cammino permesso in giorno di sabato. Entrati in città, salirono nella stanza al piano superiore, dove erano soliti riunirsi. Adatt. di At 1, 3-13
4. STORIA DA RACCONTARE: PENTECOSTE Nel giorno di Pentecoste, dieci giorni dopo che Gesù era salito al cielo, gli Apostoli erano tutti insieme nello stesso luogo e c’era anche Maria, la madre di Gesù. Improvvisamente si sentì dal cielo un forte suono, come di vento impetuoso che soffia con grande energia, e riempì tutta la stanza dove erano seduti. Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. In quel momento tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, anche in quelle che non conoscevano. Ora, all’udire quel rumore, la folla si raccolse vicino alla casa e sentiva parlare gli Apostoli in tutte le lingue. Tutti rimasero stupiti ed erano un po’ confusi perché non capivano cosa stava succedendo e si chiedevano l’un l’altro: – Che cosa significa questo? Qualcuno, invece, li derideva e diceva: – Hanno bevuto troppo vino dolce! Adatt. di At 2, 1-13
5. STORIA DA RACCONTARE: IL CASTELLO DEGLI SPIRITI SULLE SPONDE DEL LAGO DEI GUFI Luca ha ricevuto in regalo un libro: “Il castello degli spiriti sulle sponde del lago dei gufi”. Lo legge con molta attenzione, ma solo di giorno; la sera, a letto, legge un altro libro, perché, durante la notte, il racconto del castello degli spiriti gli fa paura. – Perché Dio è uno spirito? – chiede al suo papà. Il papà risponde così: – Lo Spirito è una parola importante. Essa indica qualcosa che non si vede, parla di una forza che è dentro di noi. Quando pensi, hai bisogno dello spirito. Nessuno può vedere lo spirito, è dentro l’uomo, è una forza invisibile. Se uno è coraggioso, bravo, intelligente, onesto, ciò dipende dallo spirito che lo anima. E anche il fatto che ci vogliamo bene a vicenda dipende dallo spirito. Quando gli uomini si trattano bene l’un l’altro, diciamo che essi sono animati da uno spirito buono. Ci sono anche persone che fanno cose cattive, che fanno male agli altri. Allora diciamo: in loro non c’è uno spirito buono. “Spirito santo” è un nome che diamo a Dio. Significa: Dio è una forza buona, una forza che aiuta. Egli è pieno di amore e pieno di pensieri buoni. Egli vuole donare queste cose anche gli uomini, come ha dimostrato il giorno della Pentecoste. In quel giorno lo Spirito Santo si è fatto veramente sentire: persone paurose diventarono coraggiose, uomini tristi diventarono gioiosi. I Cristiani dicono: Dio ci dona il Suo Spirito buono per far diventare buoni i nostri pensieri, per far diventare forte il nostro amore. J. Osterwalder, Raccontami una storia che parla di Dio, Elledici
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6. STORIA DA RACCONTARE: C’È QUALCUNO? In una casetta di periferia viveva una famigliola felice. Ma una notte scoppiò un terribile incendio. Mentre le fiamme divampavano, genitori e figli corsero fuori. In quel momento si accorsero, con infinito orrore, che mancava il più piccolo, un bambino di cinque anni. Al momento di uscire, impaurito dal ruggito delle fiamme e dal fumo acre, era tornato indietro ed era salito al piano superiore. Che fare? Il papà e la mamma si guardarono disperati: avventurarsi in quella fornace era ormai impossibile... E i vigili del fuoco tardavano. Ma ecco che lassù, in alto, s’aprì la finestra della soffitta e il bambino si affacciò, urlando disperatamente: – Papà! Papà! Il padre accorse e gridò: – Salta giù! Sotto di sè il bambino vedeva solo fuoco e fumo nero, ma sentì la voce e rispose: – Papà, non ti vedo... – Ma io ci sono, ti vedo e questo basta. Salta giù! – urlò, l’uomo. Il bambino saltò e si ritrovò sano e salvo nelle robuste braccia del papà, che lo aveva afferrato al volo. 7. DRAMMATIZZAZIONE: LA CHIESA, CORPO DI CRISTO Descrizione breve: Un’ottima sceneggiatura, che esprime con estrema chiarezza come funziona la chiesa di Cristo. Ogni membro ha la propria funzione, e nessun membro può stare da solo, ma ogni membro ha bisogno degli altri. Cosa succederebbe se la bocca all’improvviso decidesse di staccarsi dal corpo e di “mettersi in proprio”? Personaggi: BOCCA - MANO - PIEDE - OCCHIO - ORECCHIO - NASO - NARRATORE Sceneggiatura: BOCCA: Salve! Vi ricordate di me? Sono la bocca! Come? Ancora c’è qualcuno che non mi conosce? Va bene, per qualche ritardatario parlerò ancora una volta di me (come rivolta a se stessa) veramente sono sempre contenta quando posso dire qualcosa sul mio conto. Dunque, io faccio parte di un corpo e il mio capo si chiama Cristo. Ho molti colleghi che svolgono altri compiti, ma nulla paragonato a quello che faccio io! Avete mai pensato di essere senza bocca? Che cosa orribile sarebbe! Non si potrebbe parlare, cantare le lodi al Signore, pregare... e neppure assaggiare quei deliziosissimi dolcetti alla mandorla! Sarebbe una cosa davvero orribile, non credete? Eh sì, sono proprio importante... A volte mi viene voglia di mettermi per conto mio... (ci pensa un po’) Ma sì! È una bellissima idea! Sì, me ne andrò da questo corpo dove dobbiamo vivere tutti insieme e finalmente vivrò la mia indipendenza! Ho bisogno di spazi aperti, di libertà! Toh, a proposito di colleghi scomodi, ecco arrivarne due... (storcendo il viso e di lato per non farsi sentire) Oh, mamma mia, che puzza! Io non so come Naso riesca a resistere a questo tanfo! (con sorriso finto) Oh, salve caro Piede, buongiorno signor Naso! Come va? Vi vedo un po’ stanchi, e tu Piede sembri più calloso del solito. PIEDE: Dai, Bocca non scherzare, lo sai quanta strada faccio tutto il giorno! BOCCA: (con tono ironico) Ma davvero? PIEDE: Certo, corro da un capo all’altro ad annunciare la Buona Novella, vado su e giù ad aiutare chi è nel bisogno e poi... (s’interrompe) Basta, lo sai che non amo parlare di me! NASO: Non fare il modesto, Piede. Lo sanno tutti che sei molto utile e importante! PIEDE: Mai più di te, caro Naso. Sei tu che svolgi la funzione di respirare, senza di te tutto questo corpo non potrebbe vivere! BOCCA: Su, su, ragazzi non esagerate! Addirittura! Ma non siete poi così importanti!
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NASO: Non è un’esagerazione, Bocca. È solo che Piede è molto timido per ammettere i suoi pregi... Eccolo già che si fa tutto rosso quando si parla di lui. Ehi, guardate chi arriva... Ciao Orecchio, salve Mano... MANO: Ma qui c’è proprio una riunione con tutti i sensi! Di cosa stavate parlando, ragazzi? BOCCA: Ragazzi, ora che ci siamo tutti vorrei fare un annuncio importante... ORECCHIO: (interrompendola) Veramente, mi pare che manchi Occhio... BOCCA: (frettolosa) Va beh... per quello... tanto quando c’è è come se non ci fosse! È sempre così... come dire... fuori dalle orbite! ORECCHIO: (con tono di rimprovero) Il poverino ha tanti compiti da svolgere, ed è comprensibile che a volte sia così distratto. Ma non è un buon motivo per escluderlo o allontanarlo dalle nostre decisioni! BOCCA: Uffa! Siete sempre così amichevoli, gentili, carini... siete insopportabili. Ah, eccolo che arriva il vostro Occhio, e finalmente potrò fare il mio annuncio. NASO: Ehi, Occhio... come va? OCCHIO: Salve a tutti ragazzi. (Con un sospiro) Oggi è stata proprio una giornata faticosa! ORECCHIO: Ti vedo davvero stanco. PIEDE: Cos’hai fatto di bello? BOCCA: Ve lo avevo detto che era fuori dalle orbite! MANO: Ma stai zitta un po’! Fallo parlare, metti sempre la lingua ovunque. OCCHIO: Per prima cosa stamattina ho dato il solito sguardo di controllo a tutto il corpo. Stavano tutti bene, tranne qualche membro un po’ affaticato. Poi ho cercato di vedere se c’era qualcosa di rotto che mano poteva riparare o se c’era qualcuno che aveva bisogno di un intervento da parte di uno di noi. Mi pare di avervi segnalato tutti i casi... Vero? BOCCA: Sì, sì lo hai fatto... Ora dovrei fare un annuncio, posso? Col vostro permesso?! INSIEME: Sìììì. ORECCHIO: Purché cerchi di essere breve! BOCCA: (schiarendosi la gola) Ehm.. ehm... Amici, colleghi, fratelli qui presenti... MANO: Scusa Bocca... Non ti dilungherai molto? Ho un impegno fra pochi minuti! BOCCA: Ok, ok. (Un po’ nervosa) Allora... Beh, il succo della cosa è che ho preso una decisione... me ne andrò da questo corpo! INSIEME: Cosa? NASO: E perché? BOCCA: Non l’avete capito? Io mi sono scocciata di stare qui, in questo corpo, di fare sempre le stesse cose, di non avere i miei spazi... Sentite, non voglio ferire nessuno, ma cercate di essere obiettivi... l’utilità che ha la bocca nel corpo, nessun altro ce l’ha. Senza di me non si potrebbe mangiare, non si potrebbe parlare o testimoniare, e neppure cantare e pregare le lodi al Signore! Sicuramente Dio ha dato a me il posto d’onore nel corpo, e io posso benissimo vivere da sola... senza di voi. PIEDE: Ma non è vero quello che dici! Ognuno di noi ha bisogno dell’altro. Altrimenti perché saremmo tutte queste membra? Ognuno di noi ha un incarico speciale e insieme formiamo un corpo armonioso! BOCCA: Sarà come dici tu, ma io ho i miei dubbi! La vita va affrontata con filosofia al mondo d’oggi e, scusate se insisto, quando gli uomini parlano di filosofia parlano di me! ORECCHIO: Noi non vogliamo litigare con te... tu sei parte del nostro stesso corpo e quindi non potremmo andare contro noi stessi facendo delle discussioni così stupide! BOCCA: Ragazzi, ma proprio non volete capire? Vi faccio un esempio: guardate Occhio, così malridotto!
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OCCHIO: (timido e intimorito) Ho fatto forse qualche errore? BOCCA: Non si tratta di questo. È che secondo me tu avresti bisogno di un sostituto. OCCHIO: Io? E perché? BOCCA: Perché... perché... perché sei un po’ miope; potrebbe capitare che tu non veda più bene e avresti bisogno di un sostituto. MANO: Scusa, Bocca, ma perché ti crei tutti questi problemi dal momento che occhio ci vede benissimo e svolge il suo compito alla grande? BOCCA: Quello che voi non avete capito è che Occhio è miope, e quindi non è perfetto. Allora me lo dite voi come faccio a lavorare con uno che non è perfetto? OCCHIO: Ma davvero non capisco. Piede, fammi fare la prova: piede destro, piede sinistro... vedi, ci vedo perfettamente, anche se è vero che avrei bisogno di un paio di occhiali! BOCCA: Uffa! Davvero non mi capite? Prendete ad esempio Orecchio! ORECCHIO: Io?? E che c’entro io se Occhio non vede bene? BOCCA: No, per carità, tu non c’entri niente, ma il problema è che sei un po’ sordo! ORECCHIO: Cosa? No, no, questo non me lo puoi proprio dire! Facciamo la prova... Mano, per favore, sussurrami qualcosa e vediamo se ti sento! MANO: Sì, subito... (gli sussurra qualcosa) Hai capito? ORECCHIO: Certo, certo. INSIEME: Cosa ti ha detto? ORECCHIO: Non lo posso dire! INSIEME: Dai diccelo! Lo vogliamo sapere anche noi! ORECCHIO: Ha detto che Bocca è davvero cattiva! INSIEME: (scoppiano tutti a ridere) Sì, è vero! NASO: Dai, ragazzi, non facciamo così... Io credo di aver capito quello che Bocca pensa. (Le si rivolge) Bocca, vorresti dire che per un solo difetto metteresti da parte tutti noi? Vorrei ricordarti che stiamo crescendo tutti verso una stessa altezza! Nessuno di noi è perfetto! PIEDE: E ricorda che nessuno di noi da solo vale qualcosa: l’insieme è la nostra forza! BOCCA: È proprio questo il punto: voi credete di tenermi legata con questa solita storia che da soli non possiamo stare. Ebbene, sapete che vi dico? Che io non ho bisogno di te, Occhio, non ho bisogno di te, Mano, né di Piede, di Naso, di Orecchio né di nessun altro. Ecco! Ora l’ho detto! Ma sapete quanto sono importante io? Voi neanche ve lo immaginate! E pensate di essere pari a me con le vostre misere funzioni! Voi non sapete cosa significhi essere Bocca, la fatica, i sacrifici... NASO: Va bene, va bene, basta così! ORECCHIO: Quando cominci a parlare... e chi ti ferma più!? Diceva bene l’apostolo Giacomo che i cavalli si domano, le navi si comandano, ma la lingua nessuno la può domare! BOCCA: (tira fuori la lingua) Sciocco e presuntuoso! MANO: Ehi, non iniziate a litigare fra di voi. Piuttosto aiutatemi a cercare... da questi parti ci dovrebbe essere un vaso rotto che avrebbe bisogno di qualcuno che lo ripari... ma dove sarà? Occhio, lo hai visto per caso? OCCHIO: Ehm... certo, eccolo lì! (Tutte le membra si lanciano delle occhiate e poi sorridono perchè hanno in mente uno scherzo da fare a Bocca) MANO: Scusa Bocca, ti dispiacerebbe prendere quel vaso per me? Lo devo riparare! BOCCA: Certo! (Orgogliosa si dirige verso il vaso e cerca di prenderlo). Ma... (non ci riesce) non posso, Mano, lo sai che è compito tuo! OCCHIO: Ma dai... Bocca, sposta quella sedia!
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BOCCA: Ma quale sedia? Non La vedo! ORECCHIO: Bocca, squilla il telefono, rispondi... senti come squilla! NASO: Corri a spegnere il gas, senti che puzza! Corri, Bocca, corri... BOCCA: Puzza? Ma io non sento nessuna puzza di gas! Ma ragazzi, che richieste mi fate? Lo sapete che io non ci sento e non... (si ferma) ... Eh già... non ho piedi per camminare, non ho occhi per vedere, non ho orecchi per udire, naso per odorare, né mani per afferrare! Ho solo una bocca, che già mi ha creato un sacco di problemi. Con questa certo non andrei lontano! Ragazzi... ho capito la lezione... ho bisogno di voi! Mai più pensieri di autonomia e di orgoglio. Voglio lavorare insieme a voi, voglio crescere con voi, in armonia, alla statura del nostro Capo. PIEDE: Bene, andiamo ora! Sarà meglio andare a prendere il vaso rotto. OCCHIO: Vengo con te, per aiutarti a vedere dov’è. MANO: Vengo anche io per aiutare a sollevarlo. NASO: Mi associo a voi ragazzi... così andremo anche a spegnere il gas. Ho paura che se il pranzo si brucia non mangeremo nulla. ORECCHIO: Eh già! noi non lo sentivamo... (risate) BOCCA: (timidamente) Ragazzi, posso venire con voi? ORECCHIO: Ma certo... Potrai cantarci qualcosa con la tua splendida voce! BOCCA: Ragazzi, cosa farei senza di voi? (Escono tutti) NARRATORE: (Lettura dalla Bibbia da 1 Cor 12, 12-27) Poiché, come il corpo è uno e ha molte membra, e tutte le membra del corpo, benché siano molte, formano un solo corpo, così è anche Cristo. Infatti noi tutti siamo stati battezzati in un unico Spirito per formare un unico corpo, Giudei e Greci, schiavi e liberi; e tutti siamo stati abbeverati a un solo Spirito. Infatti il corpo non si compone di un membro solo, ma di molte membra. Se il piede dicesse: – Siccome io non sono mano, non sono del corpo, non per questo non sarebbe del corpo. Se l’orecchio dicesse: – Siccome io non sono occhio, non sono del corpo, non per questo non sarebbe del corpo. Se tutto il corpo fosse occhio, dove sarebbe l’udito? Se tutto fosse udito, dove sarebbe l’odorato? Ma ora Dio ha collocato ciascun membro nel corpo, come ha voluto. Se tutte le membra fossero un unico membro, dove sarebbe il corpo? Ci son dunque molte membra, ma c’è un unico corpo; l’occhio non può dire alla mano: – Non ho bisogno di te; né il capo può dire ai piedi: – Non ho bisogno di voi. Al contrario, le membra del corpo che sembrano essere più deboli, sono invece necessarie; e quelle parti del corpo che stimiamo essere le meno onorevoli, le circondiamo di maggior onore; le nostre parti indecorose sono trattate con maggior decoro, mentre le parti nostre decorose non ne hanno bisogno; ma Dio ha formato il corpo in modo da dare maggior onore alla parte che ne mancava, perché non ci fosse divisione nel corpo, ma le membra avessero la medesima cura le une per le altre. Se un membro soffre, tutte le membra soffrono con lui; se un membro è onorato, tutte le membra ne gioiscono con lui. Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua. 8. STORIA DA RACCONTARE: LA BAMBINA CHE VOLEVA IMPARARE A PREGARE Una bambina molto piccina voleva imparare a pregare. Allora si mise a osservare attentamente quello che faceva la gente quando andava in chiesa. Ecco: uno apriva il suo libro di preghiere, se lo metteva davanti e stava per lungo tempo a leggere. Anche la bambina, prese subito in mano il libro delle preghiere, lo aprì e se lo mise davanti. Siccome non sapeva ancora leggere, prese il libro all’incontrario, tuttavia chiese: – Adesso sto pregando?
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Una vecchietta, che era inginocchiata vicino, le disse: – No, per pregare bisogna avere nella testa dei buoni pensieri. Ma questi non arrivano se tieni il libro al contrario! – e le girò il libro per il verso giusto. “Adesso mi verranno dei buoni pensieri” pensò la bambina e si sforzava in tutti i modi di farsi venire in mente dei buoni pensieri. E veramente i buoni pensieri, come degli uccellini, vennero, volando da tutte le parti ed entrarono nella sua testolina. – Adesso sto pregando? – chiese allora a un anziano signore. – Tu non muovi le lebbra – disse l’uomo – io, quando prego, mormoro le preghiere a mezza voce. Allora la bambina cominciò a muovere le labbra e a pronunciare pian piano le parole della preghiera. – Adesso sto pregando? – domandò di nuovo. – Se vuoi davvero pregare – disse una giovane donna – devi incrociare le mani. E la bambina così fece. Quando fu stanca, si alzò e si diresse fuori della chiesa. All’ultimo banco, in fondo, vide un bambino come lei. Non teneva le mani giunte, non aveva libri e non muoveva le labbra. – Cosa fai? – gli chiese la piccina. – Sto pregando – rispose lui. – Ma come puoi pregare se non tieni le mani giunte, non hai il libro delle preghiere e non muovi le labbra? – Per pregare ho bisogno solo delle orecchie – rispose il bambino – perché pregare significa ascoltare Dio che parla dentro di noi! J. Osterwalder, Raccontami una storia di Dio, Elledici
9. STORIA DA RACCONTARE: IL PIÙ BEL NOME DI DIO Nei tempi antichi gli uomini conoscevano una sola parola per il Creatore di tutte le cose: Dio. – Non c’è un altro nome? – si chiesero cinque uomini che stavano parlando di Dio. Decisero di incontrarsi di nuovo dopo una settimana. Ciascuno di loro avrebbe cercato un altro nome e poi avrebbero scelto il più bello e lo avrebbero dato a Dio. Dopo una settimana il primo uomo disse: – SOLE! Questo è il nome di Dio. Egli infatti ci dona luce e calore e vince il buio e il freddo della notte. Il secondo venne con un recipiente pieno d’acqua e disse: – ACQUA! Questo deve essere il vero nome di Dio, dall’acqua infatti deriva ogni forma di vita. Il terzo si chinò, raccolse una manciata di terra e disse: – TERRA! Così dobbiamo chiamare Dio, essa infatti ci nutre e ci sostiene: è la nostra casa. Il quarto aveva portato un velo soffice e leggero, lo gettò per aria e subito il vento lo gonfiò e lo portò in alto. – ARIA! Questo per me è il vero nome di Dio. Noi viviamo di aria. Il quinto uomo stava zitto, teneva in braccio un bambino e lo cullava teneramente. – E tu – chiese uno – quale nome hai trovato per Dio? L’uomo rimaneva sempre più in silenzio: cullava il suo bambino. Tutti lo guardavano attenti. All’improvviso uno di loro esclamò: – Ora ho capito! Il nome più bello che possiamo dare a Dio è PADRE! – È davvero così – esclamarono tutti insieme – Dio è nostro Padre, egli è il Padre di tutti. 10. STORIA DA RACCONTARE: IL SANTO E IL TOPOLINO Un grande asceta, noto in tutto il mondo per la sua grande santità, abitava in una profonda caverna. Sedeva tutto il giorno immerso in profonda meditazione e il suo pensiero era sempre rivolto al Signore. Ma un giorno, mentre il santo asceta stava meditando, un topolino sbucò
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dall’ombra e cominciò a rosicchiargli un sandalo. L’eremita aprì gli occhi arrabbiatissimo. – Perché mi disturbi durante la meditazione? – Ma io ho fame – piagnucolò il topolino. – Vattene via, topastro della malora – sbraitò l’asceta, – come osi infastidirmi proprio mentre cerco l’unione con Dio? – Come fai a trovare l’unione con Dio – chiese il topolino – se non riesci neppure ad andare d’accordo con me? 11. STORIA DA RACCONTARE: IL RAGNO DISTRATTO Un piccolo ragnetto, portato dal vento, approdò sulla cima di un albero. Ma quel luogo non era adatto e discese su una grande siepe spinosa. Qui c’erano rami e germogli in abbondanza per tesservi una tela. E il ragno si mise subito al lavoro, lasciando che il filo, lungo il quale era disceso, reggesse la punta superiore della ragnatela. Filo dopo filo, nodo dopo nodo, la tela del ragnetto si fece bellissima. Mosche e moscerini incappavano numerosi. Al mattino, dopo la rugiada, i fili sembravano collane di brillanti e il ragno era orgoglioso del suo capolavoro. Lavorava alla sua tela tutti i giorni ed era diventato un ragno commendatore, grande e grosso. Aveva la più bella e redditizia tela di tutto il bosco. Un mattino, però, si svegliò di cattivo umore o forse scese dal letto con le quattro zampe sbagliate. Fece un giro della tela per far colazione con qualche moscerino, ma non ne trovò. Nella notte aveva gelato e questo aumentò il suo umore nero. Nell’aria non volava neanche una mosca. Ispezionò la tela per passare il tempo, tirò qualche filo che si era allentato e, gira e rigira, finì col notare un filo strano. Apparentemente non si attaccava da nessuna parte. Sembrava finisse nelle nuvole. Più lo guardava, più si arrabbiava. “Sta a vedere”, pensò, “che da quel filo vengono giù dei concorrenti a mangiarsi le mie prede”. “È uno stupido filo buono a nulla” ruminava tra sé. E con un colpo secco delle robuste mandibole lo tagliò. Tutta la tela cedette e si trasformò in un umido cencio che avviluppava il ragno. Troppo tardi il poverino si ricordò che, in un sereno giorno di settembre, era sceso giù da quel filo e quanto gli era stato utile, proprio quel filo, per tessere e allargare la sua tela. B. Ferrero
12. STORIE CHE SCALDANO IL CUORE SAN GIOVANNI BOSCO San Giovanni Bosco è il santo protettore di tutti i giovani del mondo. Nacque a Castelnuovo, un piccolo paese vicino a Torino, quasi 200 anni fa. Quando aveva solo due anni, morì il suo papà. La mamma gli insegnò a volere molto bene a Gesù. Da grande diventò sacerdote e cominciò a occuparsi dei ragazzi più poveri e agitati, quelli che non voleva nessuno. Lui li prese con sé e diede vita all’oratorio, un luogo dove i giovani potevano mangiare, giocare e imparare a pregare. Offriva loro il pane per sfamarsi, gli insegnava a leggere e a scrivere e gli faceva conoscere Gesù. Diceva ai ragazzi che tutti siamo chiamati a diventare santi e per farlo servono tre cose: allegria, perché Dio ci ama; impegno nello studio e nella preghiera; fare del bene agli altri ed essere amici con tutti.
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LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI Scheda 1 Vivere è crescere Scheda 2 Per crescere ho bisogno di... Scheda 3 I luoghi per crescere Scheda 4 Diversi tipi di comunità Scheda 5 Il giardino degli animali Scheda 6 Insieme non è sempre facile Scheda 7 Tutti hanno bisogno di aiuto Scheda 8 Il dono del corpo Scheda 9 Il dono della vita Scheda 10 Come l’uomo non c’è nessuno Scheda 11 Il potere delle scuse
LA CREAZIONE Scheda 12 La ruota della Creazione Scheda 13 Creare o fare Scheda 14 Il rispetto della natura Scheda 15 Riciclare Scheda 16 Aristide e Beniamino Scheda 17 Il peccato di Adamo ed Eva
IL NATALE Scheda 18 Un messaggio per l’Avvento Scheda 19 Il precursore di Gesù Scheda 20 L’annuncio dell’angelo Scheda 21 La nascita di Gesù
Scheda 22 I pastori del presepe Scheda 23 Tre re da Gesù Scheda 24 Il primo presepe Scheda 25 Gesù consacrato al Tempio
L’AMBIENTE DI GESÙ Scheda 26 La giornata di Maria Scheda 27 L’importanza della preghiera Scheda 28 Il segno dell’acqua Scheda 29 La sinagoga
LA VITA PUBBLICA DI GESÙ Scheda 30 Il ritrovamento di Gesù al Tempio Scheda 31 Il Battesimo di Gesù Scheda 32 Chi è il mio prossimo? Scheda 33 Zaccheo incontra Gesù Scheda 34 Il principe felice
DALLA PASQUA ALLA CHIESA Scheda 35 Il segno del pane e del vino Scheda 36 La Pasqua di Gesù Scheda 37 La Pentecoste Scheda 38 Dalla Pasqua alla Chiesa Scheda 39 La Chiesa di Gesù Scheda 40 La preghiera
O I R A D SCHE a 2 E S S A CL 95
CLASSE 2a
SCHEDA 1
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
VIVERE È CRESCERE 1
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Riordina con i numeri da 1 a 6 le fasi della tua crescita.
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SCHEDA 2
CLASSE 2a
PER CRESCERE HO BISOGNO DI... 1
Scrivi sotto ogni disegno la didascalia giusta:
DORMIRE - AMICI - LITIGARE - ABBRACCI - DERIDERE - MANGIARE DOLCI - VIDEOGIOCHI - SCUOLA
2
Colora le cornici secondo le indicazioni: - verde, cose importanti e necessarie per crescere bene; - giallo, cose necessarie anche se meno importanti; - rosso, cose non necessarie.
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SCHEDA 3
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
I LUOGHI PER CRESCERE 1
Inserisci nei fiori giusti le seguenti parole:
STIRARE - SACERDOTE - COLAZIONE - CATTEDRA - PENTOLA MAESTRA - TABERNACOLO - ALUNNO - LEGGIO - FEDELI - LAVAGNA BIDELLA - LETTO - INGINOCCHIARSI - TELEVISIONE
Chiesa
Scuola
Casa
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SCHEDA 4
CLASSE 2a
DIVERSI TIPI DI COMUNITÀ 1
Completa le frasi.
UNA COMUNITÀ È LA MIA È COMPOSTA DA SI RITROVA IN NE SONO ENTRATO A FAR PARTE QUANDO
UNA COMUNITÀ È LA MIA È COMPOSTA DA SI RITROVA IN NE SONO ENTRATO A FAR PARTE QUANDO
UNA COMUNITÀ È LA È COMPOSTA DA SI RITROVA IN NE SONO ENTRATO A FAR PARTE QUANDO
2
Completa spiegando con parole tue.
Una comunità è
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SCHEDA 5
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
IL GIARDINO DEGLI ANIMALI 1
Riordina la storia in sequenze con i numeri da 1 a 8, poi scrivi l’azione che compie ogni animale.
Insieme hanno 100
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SCHEDA 6
CLASSE 2a
INSIEME NON SEMPRE È FACILE 1
Che cosa bisogna fare? Scrivilo nelle righe.
C’è un bambino della classe che decide sempre chi deve giocare e chi no e quali sono le regole dei giochi.
Un compagno se ne sta sempre in disparte e rifiuta gli inviti al gioco.
Un gruppo di maschi non permette alle bambine di partecipare ai loro giochi e di esprimere le proprie opinioni. .
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CLASSE 2a
SCHEDA 7
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
TUTTI HANNO BISOGNO DI AIUTO 1
Leggi il racconto, poi colora le scenette e completa i fumetti.
Il padre guardava il suo bambino che cercava di spostare un vaso di fiori molto pesante. Il figlio si sforzava, sbuffava, brontolava, ma non riusciva a smuovere il vaso di un millimetro. – Hai usato proprio tutte le tue forze? – gli chiese il padre. – Sì! – rispose il bambino. – No – ribattè il padre – perché non mi hai chiesto di aiutarti. B. Ferrero, Quaranta storie nel deserto, ElleDiCi
2
Segna con una X le affermazioni corrette.
Ogni bambino deve imparare a non chiedere aiuto. Insieme si possono condividere gioie e dolori. Tutti abbiamo bisogno dell’aiuto degli altri. Le persone intelligenti non hanno bisogno di aiuto. Le persone deboli sono le sole ad avere bisogno di aiuto. è forte chi sa riconoscere di avere bisogno degli altri. 102
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SCHEDA 8
CLASSE 2a
IL DONO DEL CORPO 1
Il corpo è un grande dono. Completa osservando i disegni.
CON I
IO
CON LE
IO
CON LA
IO
2
Collega ogni parte del corpo con l’immagine che ne rappresenta un cattivo uso. CON I PIEDI CON LE MANI CON LA BOCCA
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CLASSE 2a
SCHEDA 9
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
IL DONO DELLA VITA 1
Cerchia le parole giuste per completare le frasi.
• Lui è Andrea, lo distinguo dagli altri amici per GLI OCCHI - I CAPELLI - IL NOME LA MAGLIETTA - IL CORPO - IL VISO LE SCARPE - I PANTALONI 2
• Andrea corre. Il suo viso si muove quindi è BELLO - VIVO - SIMPATICO
Andrea ha ricevuto tanti doni. A quale di questi elementi è collegato il dono della vita? Segnalo con una X.
CASA GIOCATTOLI
CORPO
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VESTITI
LIBRI
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SCHEDA 10
CLASSE 2a
COME L'UOMO NON C'È NESSUNO 1
Colora gli spazi che corrispondono alle azioni che sanno fare i diversi esseri viventi.
GLI ESSERI VIVENTI VIVONO SENTONO TOCCANO GUSTANO ODORANO CAMMINANO PARLANO PENSANO LEGGONO SCRIVONO STUDIANO 2
Leggi e completa le frasi con le parole riportate sotto.
LIBERTÀ - AMORE - INTELLIGENZA - CORPO 1. Io posso pensare, capire e conoscere le cose perché ho l’ 2. Io posso comunicare con l’ambiente e le persone perché ho un 3. Io cerco la compagnia degli altri perché ho bisogno d’ 4. Posso scegliere una cosa piuttosto che un’altra perché ho la 105
CLASSE 2a
LA GIOIA DI SENTIRSI AMATI
SCHEDA 11
IL POTERE DELLE SCUSE 1
Ricopia sugli spazi vuoti le parole scritte in basso.
Ciao, sono frate
e prima di diventare
di Gesù facevo il
di mestiere. Con due miei mi nascondevo nel
avevamo molta
. Un giorno che
andammo a bussare al dei frati. Il frate portinaio, che si chiamava , ci cacciò
eravamo
perché sapeva che poco raccomandabili. San Francesco disse a
frate Angelo di venirci a cercare per chiederci Lui lo fece e ci diede
. Da quel giorno diventammo
persone e io ho deciso di seguire facendomi
.
FAME AMICO FIDUCIA BOSCO UOMINI LADRO CONVENTO FRATE ANGELO GESÙ MANFREDO VIA COMPAGNI SCUSA BRAVE 106
.
LA CREAZIONE
CLASSE 2a
SCHEDA 12
LA RUOTA DELLA CREAZIONE 1
Scrivi nel quaderno ciò che viene creato ogni giorno, secondo il racconto della Creazione.
C A L 7
A RE
Z
E N O I
1
NI E R IO R 7 G CREA O D R PE MON IL
2
6
3
5
4
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CLASSE 2a
SCHEDA 13
LA CREAZIONE
CREARE O FARE 1
Colora di rosso i quadratini delle cose costruite dall’uomo e di blu quelli delle cose che, secondo i Cristiani, sono state create da Dio.
2
Rispondi alle seguenti domande.
- Chi ha creato il mondo secondo i Cristiani? - In quanti giorni? - Perchè ha creato tutto?
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LA CREAZIONE
SCHEDA 14
CLASSE 2a
IL RISPETTO DELLA NATURA 1
Descrivi i comportamenti rappresentati e segna con una X se sono corretti o no.
corretto
non corretto
corretto
non corretto
corretto
non corretto
corretto
non corretto
corretto
non corretto
corretto
non corretto
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CLASSE 2a
SCHEDA 15
LA CREAZIONE
RICICLARE 1
Osserva i cassonetti, colorali e collega ogni rifiuto al giusto contenitore.
ORGANICO
2
METALLI VETRO
CARTA
PLASTICA
Collega ogni rifiuto alla sua “nuova vita”.
giornali vecchi
scaffali di alluminio
vetro
terriccio
lattine
quaderno
rifiuti organici
maglia di pile
bottiglie di plastica 110
bottiglie di vetro
LA CREAZIONE
SCHEDA 16
CLASSE 2a
ARISTIDE E BENIAMINO 1
Collega ogni animale a ciò che dice colorando di giallo le affermazioni dello scoiattolo Beniamino e di verde quelle dell’uccellino Aristide.
FACCIAMOCI COMPAGNIA ANCHE IO HO PERSO LA MIA CASA LA MIA CASA ERA NELLA CAVITÀ DI UN ALBERO
UN RAGAZZO MALEDUCATO MI HA DISTRUTTO IL NIDO
GLI UOMINI HANNO TAGLIATO GLI ALBERI E DISTRUTTO LA MIA CASINA
CERCHIAMO INSIEME UNA NUOVA CASA
SONO TRISTE
SPERIAMO CHE GLI UOMINI DIVENTINO PIÙ BUONI
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CLASSE 2a
SCHEDA 17
LA CREAZIONE
IL PECCATO DI ADAMO ED EVA 1
Rimetti in ordine la storia della disobbedienza di Adamo ed Eva con i numeri da 1 a 4 e dai un titolo a ogni disegno scegliendo tra i seguenti.
L'ALBERO DELLA CONOSCENZA - IL SERPENTE TENTATORE LA DONNA DISOBBEDISCE - L'UOMO ACCETTA IL FRUTTO
2
Inserisci nel cruciverba, in senso orizzontale, i nomi dei disegni tenendo conto delle lettere già presenti. Nelle caselle grigie apparirà il nome dell’animale che convinse Eva e Adamo a disubbidire a Dio. Ricopialo qui sotto:
H
C N T B 112
IL NATALE
SCHEDA 18
CLASSE 2a
UN MESSAGGIO PER L'AVVENTO 1
Con l’aiuto della legenda in codice cerca la frase nascosta dell’Avvento e ricopiala sulle righe.
LEGENDA A
B
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E
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G
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I
L
M
N
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P
Q
R
S
T
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Z
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CLASSE 2a
SCHEDA 19
IL NATALE
IL PRECURSORE DI GESÙ 1
Leggi e colora la storia che parla della nascita di Giovanni, colui che annuncerà la venuta di Gesù e, per questo, viene definito il suo precursore (cioè colui che viene prima).
Elisabetta, cugina di Maria, e suo marito Zaccaria erano sposati da molto tempo e, ormai anziani, non speravano più di avere un figlio.
Mentre Zaccaria si trovava nel Tempio, gli apparve un angelo per annunciargli che Dio gli avrebbe dato un figlio, ma lui non gli credette.
TU, BAMBINO, SARAI CHIAMATO PROFETA DELL’ALTISSIMO, PERCHÉ ANDRAI AVANTI AL SIGNORE A PREPARARGLI LE STRADE. GRAZIE ALLA BONTÀ DI DIO VERRÀ A VISITARCI UN SOLE CHE SORGE.
Perciò il Signore lo rese muto e, quando nacque il bambino Zaccaria scrisse il suo nome su una lavagnetta. 2
Rispondi alle domande.
1. Perché Zaccaria rimane muto? 2. Perché Giovanni sarà un profeta?
114
Poco tempo dopo ricominciò a parlare e pregò Dio, il quale gli disse che suo figlio sarebbe stato l’ultimo profeta.
IL NATALE
SCHEDA 20
CLASSE 2a
L'ANNUNCIO DELL'ANGELO 1
Descrivi, con parole tue, i disegni.
115
CLASSE 2a
SCHEDA 21
IL NATALE
LA NASCITA DI GESÙ 1
116
Descrivi con parole tue, i disegni che raccontano la nascita di Gesù.
IL NATALE
SCHEDA 22
CLASSE 2a
I PASTORI DEL PRESEPE 1
Metti in ordine le sequenze con i numeri da 1 a 3 e collega ogni disegno alla sua didascalia.
VICINO A BETLEMME ALCUNI PASTORI DORMIVANO ALL’APERTO PER FARE LA GUARDIA ALLE GREGGI.
ANDIAMO!
UN ANGELO DEL SIGNORE LI SVEGLIÒ DICENDO: – OGGI È NATO IL SALVATORE, LO TROVERETE CHE DORME, AVVOLTO IN FASCE, IN UNA MANGIATOIA.
ESSI ANDARONO E TROVARONO IL BAMBINO PROPRIO COME AVEVA DETTO L’ANGELO.
117
CLASSE 2a
IL NATALE
SCHEDA 23
TRE RE DA GESÙ 1
Leggi la poesia e scrivi sotto ogni scrigno per quale motivo i re lo donano a Gesù.
I DONI DEI RE Oro noi ti portiamo o piccolo Gesù, perché un grande re sei tu, insieme all’incenso dal profumo intenso perché salga forte e fiero a renderti onore, vero Dio del cielo. Un po’ di mirra, infine, ti offriamo perché nella tua umanità noi crediamo.
118
Incenso
Oro
Mirra
Perché Gesù è
Perché Gesù è
Perché Gesù è
IL NATALE
SCHEDA 24
CLASSE 2a
IL PRIMO PRESEPE 1
Colora la scheda. Ritaglia il rettangolo grande lungo la linea continua e piegalo a metà. Taglia lungo le linee tratteggiate e spingi in avanti il rettangolo più piccolo. Ritaglia la sagoma di San Francesco davanti al bambino Gesù e incollala sul rettangolo sporgente. Per completare il lavoro incolla il biglietto pop-up a un cartoncino colorato.
119
CLASSE 2a
SCHEDA 25
IL NATALE
GESÙ CONSACRATO AL TEMPIO 1
Leggi il testo e rispondi alle domande. Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore, come è scritto nella Legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore; e per offrire, in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore. Luca 2, 22-24
Perché Maria e Giuseppe portano Gesù appena nato al Tempio? Che cosa devono offrire a Dio? Perché? Che cosa rappresenta questa immagine?
Dove si trova il Tempio?
Che cosa significa consacrare? Ascoltare Dio. Disubbidire a Dio. Diventare sacro davanti a Dio.
120
L’AMBIENTE DI GESÙ
SCHEDA 26
CLASSE 2a
LA GIORNATA DI MARIA 1
Segui Maria nella sua giornata e ricopia in ordine, sul quaderno, le azioni elencate sotto.
VA AL MERCATO - LAVA I PANNI - TESSE - PREPARA LA CENA - SPAZZA LA CASA SERVE LA CENA AI SUOI "UOMINI" - SI SVEGLIA E ARROTOLA LE STUOIE VA AL POZZO PER PRENDERE L'ACQUA - STENDE I PANNI MACINA IL GRANO PER FARE LA FARINA
121
CLASSE 2a
SCHEDA 27
L’AMBIENTE DI GESÙ
L'IMPORTANZA DELLA PREGHIERA 1
La preghiera è importante per tutta la famiglia di Gesù, fa parte della vita e le dà significato ogni giorno. Scrivi sotto ogni immagine di quale momento della giornata si tratta.
MATTINA - SERA - PRANZO benedetto sei tu signore nostro dio che illumini il mondo intero
benedetto sei tu signore nostro dio che fai nascere il pane dalla terra
benedetto sei tu signore nostro dio che fai scendere il sonno
LA PREGHIERA DEL SABATO
Per Gesù e la sua famiglia lo Shabbat, il sabato, è un giorno molto importante: è il giorno del riposo e della festa, è il giorno da dedicare a Dio e per questo si va tutti in sinagoga. In sinagoga il maestro guida la preghiera e legge le storie della Bibbia. 2
Le famiglie si preparano alla festa del sabato. Metti nei riquadri il numero della frase corrispondente al disegno.
1. Si indossano gli abiti migliori. 2. La sera prima le donne accendono la “luce del sabato”. 3. Gli uomini indossano lo scialle della preghiera. 122
L’AMBIENTE DI GESÙ
SCHEDA 28
CLASSE 2a
IL SEGNO DELL'ACQUA 1
Rifletti sull’importanza dell’acqua e scrivi una frase accanto a ogni immagine.
123
CLASSE 2a
SCHEDA 29
L’AMBIENTE DI GESÙ
LA SINAGOGA Figura 1
Figura 2
parte da incollare sul quaderno
124
LA VITA PUBBLICA DI GESÙ
SCHEDA 30
CLASSE 2a
IL RITROVAMENTO DI GESÙ AL TEMPIO 1
Osserva il dipinto, scrivi nei riquadri chi sono i personaggi e rispondi alle domande.
Pinturicchio, Gesù tra i dottori (dettaglio), collegiata di Santa Maria Maggiore, Spello
Perché Maria, Giuseppe e Gesù sono raffigurati con l’aureola? Dove avviene questo episodio? Perché Maria e Giuseppe sembrano avere l’aria preoccupata? Che cosa dice loro Gesù? Che cosa stava facendo Gesù?
125
CLASSE 2a
SCHEDA 31
LA VITA PUBBLICA DI GESÙ
IL BATTESIMO DI GESÙ 1
Osserva bene il dipinto di Andrea del Vecchio e coloralo come preferisci. Poi rispondi alle domande.
2
Rispondi alla domanda.
Chi sono i personaggi del dipinto? In alto a destra c’è un uccello nero che sta scappando. Che cosa potrebbe rappresentare, secondo te?
126
LA VITA PUBBLICA DI GESÙ
SCHEDA 32
CLASSE 2a
CHI È IL MIO PROSSIMO? 1
Leggi il brano, poi riordina le sequenze della storia con i numeri da 1 a 4. Infine inventa i fumetti e colora.
Siamo a Calcutta, in una calda e afosa giornata di maggio. Una donna, ridotta a un informe mucchietto maleodorante, è portata in ambulanza alla casa delle suore dal sari bianco orlato d’azzurro. Madre Teresa solleva quel povero corpo magro e quasi senza vita. Mentre lo lava delicatamente e lo disinfetta, un po’ alla volta il viso della donna riprende vita e i suoi occhi riescono a fissare chi le sta davanti. Alla fine dalla bocca le esce un sussurro e una domanda: – Perché mi fai questo? – Perché ti voglio bene – le mormora piano Madre Teresa. La donna sembra non aver ben capito ciò che le ha detto la suora dal sari bianco e le chiede la conferma: – Ripetilo ancora. – Ti voglio bene – ripete dolcemente Madre Teresa. – Dillo, dillo ancora. La donna stringe con le sue deboli forze la mano di Madre Teresa e sulle sue labbra scende l’ombra di un sorriso da tempo dimenticato.
127
CLASSE 2a
SCHEDA 33
LA VITA PUBBLICA DI GESÙ
ZACCHEO INCONTRA GESÙ 1
Riordina le sequenze della storia della conversione di Zaccheo con i numeri da 1 a 3, poi completa i fumetti.
2
Il testo contiene 13 errori; correggilo cerchiando le parole sbagliate e ricopiandolo sul quaderno con le parole giuste, scegliendole tra le seguenti.
PUBBLICANO - FELICE - CASA - A GERICO - BASSO - LA GENTE - OGGI - DI GESÙ ALBERO DI SICOMORO - FERMARMI - PREPARARE - ZACCHEO - PECCATORE
Zaccheo era un esperto di computer, che viveva in Italia, al tempo di Gesù. Un giorno Gesù arrivò nella sua città e lui fece di tutto per incontrarlo; dato che era molto magro, salì sopra un palo della luce elettrica. Gesù lo vide e gli disse: – Zaccheo, scendi perché domani devo dormire a casa tua. Zaccheo scese e fu molto triste per questo incontro. Ritornò a scuola, si mise a riscuotere tasse, perché voleva che tutto fosse pronto all’arrivo del papa. Intanto Maria che vide Gesù entrare in casa di Aronne diceva: – Ma come, non si vergogna di alloggiare a casa di un angelo?
128
LA VITA PUBBLICA DI GESÙ
SCHEDA 34
CLASSE 2a
IL PRINCIPE FELICE 1
Rispondi alle domande.
Dove si trova la statua del principe felice?
Perché brilla?
Chi si posa sulla statua? Perché?
Dove sta andando?
Che cosa gli chiede il principe?
Che cosa fa la rondinella? Come finisce la favola?
129
CLASSE 2a
SCHEDA 35
DALLA PASQUA ALLA CHIESA
IL SEGNO DEL PANE E DEL VINO Osserva i cicli del pane e del vino. Poi completa con le seguenti fasi: TORCHIO - MIETITURA - COTTURA - CAMPO DI GRANO - VENDEMMIA - VIGNETI MACINA - IMBOTTIGLIAMENTO - VINO DA BERE - IMPASTO - PANE DA MANGIARE - BOTTE 1
Ciclo del pane 1. 2. 3. 4. 5. 6.
Ciclo del vino 1. 2. 3. 4. 5. 6.
2
Spiega con parole tue i seguenti modi di dire.
Buono come il pane.
130
Dare pane al pane e vino al vino.
L’uomo non vive di solo pane.
DALLA PASQUA ALLA CHIESA
SCHEDA 36
CLASSE 2a
LA PASQUA DI GESÙ 1
Chi sono i personaggi che dicono le frasi scritte a destra? Scrivi il loro nome sotto i disegni scegliendo tra quelli riportati qui sotto:
GESÙ - TOMMASO - PILATO - UN LADRONE - SOLDATI - ANGELO
Quest’uomo per me è innocente, non trovo in lui nessuna colpa.
Se non metto il dito nelle sue ferite, non credo che sia risorto.
Non abbiate timore, resterò con voi fino alla fine dei secoli.
Dividiamoci le sue vesti; la tunica la tireremo a sorte.
Gesù, ricordati di me quando sarai in Paradiso.
Perché cercate tra i morti colui che è vivo?
131
CLASSE 2a
SCHEDA 37
DALLA PASQUA ALLA CHIESA
LA PENTECOSTE Gesù inviò lo Spirito Santo agli Apostoli, per donare loro il coraggio di diffondere a tutti la notizia dell’amore di Dio. 1
Scrivi sotto ai disegni i sentimenti degli Apostoli, prima e dopo la discesa dello Spirito Santo.
PRIMA
DOPO
132
DALLA PASQUA ALLA CHIESA
SCHEDA 38
CLASSE 2a
DALLA PASQUA ALLA CHIESA Metti in ordine, con i numeri da 1 a 7, gli episodi raccontati e colora.
1
Si manifesta la Chiesa. Gesù risorto appare agli Apostoli. Gesù promette il dono dello Spirito, poi sale al cielo. Gesù muore in croce. Lo Spirito Santo scende sugli Apostoli. Dopo tre giorni Gesù risorge. Molte persone chiedono il Battesimo. Colora le caselle delle lettere che formano le parole elencate.
2
C
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Dono Educare Cuore Adorare Chiesa Campane Dio Prete Fiori Amen Natale
Con le lettere rimaste forma le parole e completa la frase.
Il — — — — —. I — — — — — — — guidano, oggi, al posto degli Apostoli, la Chiesa di Gesù. 3
Leggi e completa.
Gesù, prima della sua morte in croce, aveva detto: “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” . Egli, infatti è presente anche oggi nel popolo di Dio, la Chiesa, nel segno del pane e del vino, consacrati dai sacerdoti grazie all’azione dello 133
CLASSE 2a
SCHEDA 39
DALLA PASQUA ALLA CHIESA
LA CHIESA DI GESÙ 1
La Chiesa di Gesù è formata da tante persone che hanno nomi diversi e svolgono differenti servizi. Scrivi sul campanile i nomi dei tre personaggi che parlano e che ruolo hanno nella comunità, scegliendo tra quelli riportati sotto:
SUORA - PRETE - LAICO
Guida i fedeli nella conoscenza di Gesù e del suo messaggio. Cerca di vivere secondo gli insegnamenti di Gesù. Ha scelto di seguire mettendosi al servizio degli altri.
NEL NOME DEL PADRE...
OGGI IMPARIAMO LA PREGHIERA CHE CI HA INSEGNATO GESÙ.
134
OGGI RACCOGLIAMO PER LE MISSIONI.
DALLA PASQUA ALLA CHIESA
SCHEDA 40
CLASSE 2a
LA PREGHIERA 1
1 2 3 4 5 6 7 8
La preghiera è un dialogo di amicizia con Dio, ma può essere definita anche con un altra parola. Scopri qual è risolvendo il cruciverba, poi completa la frase con la parola nelle caselle azzurre.
1. Stare al mondo significa v... 2. È un valore che si definisce anche come sincerità o lealtà. È l’o... 3. S ervono nuovi per vedere le cose in modo diverso, sono gli o... 4. Tanti si dice anche m... 5. S tare in reciproca compagnia è stare i... 6. P er essere amici dobbiamo averla l’uno dell’altro, è s... 7. Il contrario del disordine è l’o... 8. N on è mio, non è tuo, è di tutti e due, quindi è n... La preghiera è l’ — — — — — — — — dell’uomo con Dio.
2
Spiega ogni gesto illustrato, poi colora solo il disegno che rappresenta un bambino in preghiera.
135
CLASSE 3a
Programmazione - CLASSE TERZA COMPETENZE-CHIAVE EUROPEE DI RIFERIMENTO
• CONSAPEVOLEZZA ED ESPRESSIONE CULTURALE • COMPETENZE SOCIALI E CIVICHE • COMPETENZA DIGITALE TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE
ALLA FINE DELLA CLASSE TERZA
Sulla base delle conoscenze acquisite e delle abilità raggiunte, in situazioni di vita, quando se ne presenta l’occasione, l’alunno: • è in grado di riflettere su Dio Creatore del mondo e della vita e Padre e di ogni uomo; • sa spiegare, collegandolo al contesto in cui vive, il significato cristiano delle feste di Natale e Pasqua; • identifica le caratteristiche essenziali di un brano biblico e sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui più accessibili per collegarle alla propria esperienza; • si confronta con l’esperienza religiosa e distingue la specificità della proposta di salvezza del Cristianesimo; • riconosce che la Bibbia è il libro sacro per i Cristiani e gli Ebrei e un documento fondamentale della nostra cultura; • è in grado di identificare nella Chiesa la comunità di coloro che credono in Gesù Cristo e si impegnano per mettere in pratica il suo insegnamento; • sa muoversi nel mondo digitale usufruendo dei inguaggi multimediali per acquisire conoscenze. Unità di Apprendimento N. 1: TRACCE DI DIO COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere su Dio Creatore e Padre e di confrontarsi con l’esperienza religiosa per distingure la specificità della proposta di salvezza del Cristianesimo. Obiettivi di Apprendimento Comprendere la funzione di testimonianza delle fonti che documentano lo scorrere del tempo, anche in relazione al dato religioso; individuare comportamenti di apertura al trascendente nell’uomo primitivo e riconoscerli come espressioni di religiosità. Riflettere sulla dimensione spirituale dell’uomo a partire dai suoi bisogni; sviluppare atteggiamenti di stupore nei confronti della bellezza della natura, della vita e delle persone, riconoscendole come un dono di Dio. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 35 a pag. 39 QUADERNO ATTIVO da pag. 25 a pag. 32 M.I.O. BOOK STUDENTE Video e canzone pag. 37 Audio pag. 38 M.I.O. BOOK DOCENTE Video pag. 38
136
Cosa verificare ABILITÀ • Esprime stupore nei confronti delle bellezze della natura, della vita e delle persone. • Conosce e utilizza le diverse fonti storiche in ordine al dato religioso. • Riflette sulla dimensione religiosa propria dell’essere umano.
CONOSCENZE • Le bellezze della natura. • Il valore dello stupore per la conoscenza. • I bisogni dell’uomo. • Tracce di esperienze religiose presso gli uomini primitivi.
CLASSE 3a Unità di Apprendimento N. 2: ALL’ORIGINE DELLA VITA COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere su Dio Creatore e Padre e di confrontarsi con l’esperienza religiosa per distingue la specificità della proposta di salvezza del Cristianesimo. Obiettivi di Apprendimento: riflettere sulla dimensione religiosa propria dell’essere umano e riconoscere nei miti l’espressione di una religiosità naturale. Conoscere il concetto biblico di Creazione: la vita e il mondo, doni di Dio. Saper confrontare l’ipotesi storico-scientifica con quella biblica. Ascoltare e saper riferire alcune semplici pagine bibliche, anche attraverso l’arte e la conoscenza dei luoghi. Comprendere che la Bibbia e la Scienza offrono risposte complementari sull’origine del mondo. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 40 a pag. 44 QUADERNO ATTIVO da pag. 33 a pag. 35 M.I.O. BOOK STUDENTE Video pag. 42
Cosa verificare ABILITÀ
CONOSCENZE
• Manifesta stupore e meraviglia nei confronti delle bellezze della natura. • Conosce il genere letterario del mito e l’ipotesi scientifica sull’origine della vita. • Rintraccia nei racconti biblici della Creazione la testimonianza di Dio Creatore e Padre che si prende cura dell’uomo, attraverso l’uso di un linguaggio metaforico. • Sa distinguere l’ipotesi biblica da quella di altre religioni. • Sa motivare la differenza e riconoscere la complementarietà tra Scienza e fede.
• I miti della creazione. • L’origine del mondo e dell’uomo secondo la Scienza. • Il racconto biblico della Creazione. • La Creazione secondo le diverse religioni. • La necessità dell’uomo di avere risposte in grado di soddisfare i suoi bisogni intellettuali e spirituali.
Unità di Apprendimento N. 3: LA RIVELAZIONE COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di confrontarsi con l’esperienza religiosa e di distinguere la specificità della proposta di salvezza del Cristianesimo; sa riconoscere che la Bibbia è il libro sacro per i Cristiani e gli Ebrei e sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui più accessibili per collegarle alla propria esperienza. Obiettivi di Apprendimento: conoscere la specificità del Dio di Gesù Cristo: un Dio Rivelato. Scoprire che per la religione cristiana Dio è Creatore e Padre e ha stabilito un’Alleanza con l’uomo attraverso la sua Rivelazione. Ricostruire le principali tappe della Storia della Salvezza attraverso l’analisi di alcuni testi biblici relativi a figure significative ed eventi importanti. Saper collocare nello spazio e nel tempo alcuni personaggi biblici veterotestamentari. Ascoltare e saper riferire alcune semplici pagine bibliche, anche attraverso l’arte e la conoscenza dei luoghi. Conoscere il nome con cui Dio si è rivelato a Mosè. Cogliere il significato della Pasqua ebraica, celebrata da Gesù. Individuare nella Rivelazione un grande valore per i Cristiani. Riconoscere il valore delle regole nella vita sociale delle persone. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 45 a pag. 58 QUADERNO ATTIVO da pag. 36 a pag. 37 Storia della salvezza approfondimento da pag. 49 a pag. 56 Lavoretto n.9 M.I.O. BOOK STUDENTE Attività pag. 45 Video pagg. 46, 48, 49, 50 51, 52, 54, 56, 58 Canzone pag. 48
Cosa verificare ABILITÀ
CONOSCENZE
• Sa identificare gli elementi che definiscono una religione per darne una definizione. • Riconosce il valore della Rivelazione e sa individuare gli episodi e i personaggi con cui Dio ha stretto e rinnovato la sua Alleanza con il popolo ebraico a partire da Abramo. • Sa ricostruire in senso cronologico gli avvenimenti della Storia della Salvezza, utilizzando la linea del tempo.
• Gli elementi della religione. • La linea del tempo. • Dio si rivela ad Abramo: il monoteismo ebraico. • Le tappe principali della Storia della Salvezza: i patriarchi, la schiavitù in Egitto, Mosè e la Pasqua, i giudici, i re e i profeti.
M.I.O. BOOK DOCENTE Approfondimenti pag. 45, 52
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CLASSE 3a Unità di Apprendimento N. 4: IL NATALE COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riconoscere il significato cristiano del Natale, traendone motivo per interrogarsi sul valore di tale festività nell’esperienza personale, familiare e sociale. Identifica le caratteristiche essenziali di un brano biblico e sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui più accessibili. Obiettivi di Apprendimento: conoscere Gesù di Nazaret come Emmanuele e Messia. Ascoltare, leggere e saper riferire gli episodi della nascita di Gesù, anche attraverso l’arte. Conoscere il valore dei segni del Natale. Riflettere sul vero significato del Natale e sui valori legati a questa festa. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 59 a pag. 63 QUADERNO ATTIVO da pag. 38 a pag. 39 Lavoretto n. 9 M.I.O. BOOK STUDENTE Audio pag. 60 Canzone pag. 61 Zoom fotografico pag. 61
Cosa verificare ABILITÀ
CONOSCENZE
• Comprende che per i Cristiani Gesù è il Messia annunciato dai profeti. • Sa riferire gli episodi della nascita di Gesù. • Riflette sul vero significato del Natale. • Colloca sulla linea del tempo gli avvenimenti della natività. • Conosce alcune tradizioni natalizie e le sa confrontare con le tradizioni legate a feste di altre religioni.
• Il significato degli annunci dei profeti. • Maria, l’Immacolata Concezione. • I racconti evangelici della nascita di Gesù. • Tradizioni natalizie. • Feste e tradizioni nelle diverse religioni del mondo.
Unità di Apprendimento N. 5: IL MESSAGGIO DI GESÙ COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riflettere sulla vita e sugli insegnamenti di Gesù e di operare un collegamento con la propria esperienza personale; sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine bibliche a lui più accessibili. Obiettivi di Apprendimento: comprendere che la morale cristiana si fonda sul comandamento dell’amore di Dio e del prossimo, come insegnato da Gesù. Percorso proposto STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 64 a pag. 65 M.I.O. BOOK STUDENTE Approfondimento pag. 65
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Cosa verificare ABILITÀ
CONOSCENZE
iconosce in alcune scelte di vita comportamenti •R fondati sull’insegnamento di Gesù.
• Il giovane ricco. • L’esperienza di San Francesco d’Assisi, il poverello felice.
CLASSE 3a Unità di Apprendimento N. 6: LA PASQUA COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riconoscere il significato cristiano del Natale, traendone motivo per interrogarsi sul valore di tale festività nell’esperienza personale, familiare e sociale. Identifica le caratteristiche essenziali di un brano biblico e sa farsi accompagnare nell’analisi delle pagine a lui più accessibili. Obiettivi di Apprendimento: conoscere Gesù di Nazaret, crocifisso e risorto e come tale testimoniato dai Cristiani. Ascoltare, leggere e saper riferire gli episodi della passione, morte e Risurrezione di Gesù, anche attraverso l’arte e la conoscenza dei luoghi. Conoscere i termini che esprimono la Pasqua e saper distinguere il diverso significato che assumono per Ebrei e Cristiani. Individuare negli eventi pasquali il valore della pace e della speranza per tutti gli uomini. Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 66 a pag. 68 QUADERNO ATTIVO da pag. 40 a pag. 43 Lavoretti n.11 e 12 M.I.O. BOOK STUDENTE Approfondimento pag. 67 Canzone pag. 68 Zoom fotografico pag. 68
ABILITÀ
CONOSCENZE
• Conosce i riti e i simboli della Pasqua ebraica. • Comprende il significato cristiano della Pasqua e lo collega agli episodi della passione, morte e Risurrezione di Gesù. • Riordina temporalmente i diversi significati della festa di Pasqua nel tempo e sa operare dei confronti.
• La Pasqua egli Ebrei: libertà dalla schiavitù in Egitto. • La Pasqua cristiana: dalla morte alla vita eterna.
M.I.O. BOOK DOCENTE Audio pag. 66 Unità di Apprendimento N. 7: LA BIBBIA COMPETENZA DI RIFERIMENTO L’alunno è in grado di riconoscere che la Bibbia è il libro sacro per Cristiani ed Ebrei e un documento fondamentale della nostra cultura e sa distinguerla da altre tipologie di testi. Obiettivi di Apprendimento: scoprire la Bibbia come documento fondamentale della fede cristiana; conoscere la struttura essenziale della Bibbia e alcuni elementi del suo stile: autori, materiali, struttura, generi letterari... Percorso proposto
Cosa verificare
STRUMENTI LIBRO DI TESTO da pag. 69 a pag. 72 QUADERNO ATTIVO da pag. 44 a pag. 46 Lavoretto n. 13 M.I.O. BOOK DOCENTE Approfondimenti pag. 70
ABILITÀ
CONOSCENZE
• Distingue, tra i libri, quelli sacri. • Individua nella Bibbia il libro sacro dei Cristiani: Parola di Dio e parola dell’uomo. • Conosce la struttura della Bibbia e alcuni elementi che la caratterizzano. • Sa collocare episodi biblici nell’Antico o nel Nuovo Testamento.
• La struttura della Bibbia. • La storia della Bibbia. • Il linguaggio della Bibbia. • Le citazioni bibliche.
COME VERIFICARE I QUADRIMESTE QUADERNO ATTIVO pag.47
II QUADRIMESTE QUADERNO ATTIVO pag.48
139
CLASSE 3a
IN RELAZIONE AGLI OBIETTIVI D’APPRENDIMENTO SI CONSIDERA LA SEGUENTE
RUBRICA VALUTATIVA AMBITO TEMATICO
DIO E L’UOMO
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LIVELLO INIZIALE
LIVELLO BASE
LIVELLO INTERMEDIO
LIVELLO AVANZATO
Riconosce in Dio il Creatore del mondo. Conosce l’ipotesi scientifica sulla creazione e quella biblica. Conosce alcune caratteristiche di Gesù.
Conosce il linguaggio specifico relativo agli argomenti trattati. Riconosce in Dio il Creatore del mondo per i Cristiani. È in grado di distinguere l’ipotesi scientifica sulla Creazione da quella biblica e dai racconti mitologici. Conosce alcune caratteristiche del Gesù storico.
Conosce, comprende e utilizza in modo appropriato il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Riconosce in Dio il Creatore del mondo e la fonte della vita per i Cristiani. È in grado di interpretare i linguaggi della Scienza, dei miti e della Bibbia relativi alla Creazione e di usarli nel modo giusto. Mette in relazione le caratteristiche del Gesù storico con il Messia annunciato dai profeti.
Conosce, comprende, applica e padroneggia in modo appropriato il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Riconosce in Dio il Creatore del mondo e la fonte della vita per i Cristiani. È in grado di interpretare correttamente i linguaggi della Scienza, dei miti e della Bibbia relativi alla Creazione ed è consapevole del fatto che Scienza e fede sono complementari nella vita dell’uomo. Sa argomentare sulle caratteristiche del Gesù storico, riconoscendo in lui il Messia annunciato dai profeti.
CLASSE 3a
AMBITO TEMATICO
LA BIBBIA E LE ALTRE FONTI
LIVELLO INIZIALE
LIVELLO BASE
LIVELLO INTERMEDIO
LIVELLO AVANZATO
Conosce alcuni semplici passi biblici, come il racconto della Genesi e i fatti principali della vita di Gesù. Riconosce nella Bibbia il libro sacro di Ebrei e Cristiani. Riconosce nella Palestina una terra ricca di fonti storico-religiose.
Conosce il linguaggio specifico relativo agli argomenti trattati. Conosce semplici passi biblici relativi alla creazione del mondo, alla vita di Gesù e agli avvenimenti principali della storia ebraica. Riconosce nella Bibbia il libro sacro di Ebrei e Cristiani e ne conosce la struttura. Sa collegare le principali città della Palestina agli eventi fondamentali della storia di Gesù.
Comprende e utilizza il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Conosce i passi biblici a lui accessibili e sa utilizzarli in contesti diversi. Sa interpretare il linguaggio metaforico del racconto biblico sulla Creazione. Sa collocare sulla linea del tempo i fatti principali della Storia della Salvezza. Conosce l’importanza della Bibbia per Ebrei e Cristiani e sa argomentare sulla sua struttura e sulla sua formazione. Sa collegare le principali città della Palestina agli eventi fondamentali della storia ebraica, della vita di Gesù e dei Cristiani.
Comprende e utilizza in modo sempre appropriato il lessico specifico relativo agli argomenti trattati. Conosce i passi biblici a lui accessibili e sa utilizzarli con sicurezza in contesti diversi. Sa interpretare e spiegare con sicurezza il linguaggio metaforico del racconto biblico sulla creazione. Sa collocare sulla linea del tempo i fatti principali della Storia della Salvezza operando un collegamento tra Antico e Nuovo Testamento. Conosce l’importanza della Bibbia per Ebrei e Cristiani e sa argomentare sulla sua struttura e sulla sua formazione. Sa ricercare passi biblici attraverso le citazioni. Sa trarre informazioni su eventi della storia ebraica della vita di Gesù e dei Cristiani dai luoghi in cui si sono svolti.
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AMBITO TEMATICO
LIVELLO INIZIALE
LIVELLO BASE
LIVELLO INTERMEDIO
LIVELLO AVANZATO
IL LINGUAGGIO RELIGIOSO
Conosce le principali feste cristiane e alcuni simboli ad esse collegati. Sa che la Pasqua è una festa dalle origini antiche.
Conosce il linguaggio simbolico legato alle principali feste cristiane. Conosce i diversi significati della Pasqua ebraica e cristiana.
Conosce e comprende il linguaggio simbolico legato alle principali feste cristiane. Sa distinguere il significato della Pasqua ebraica da quello della Pasqua cristiana.
Sa argomentare circa il valore simbolico legato alle principali feste cristiane. Sa distinguere il significato della Pasqua ebraica da quello della Pasqua cristiana e sa mettere in relazione i due eventi.
Riconosce nella figura di Gesù un buon esempio di vita.
Riconosce nel messaggio di Gesù una proposta di vita per “crescere bene”, nel rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente.
Riconosce nel messaggio di Gesù una proposta di vita per “crescere bene”. Sa riconoscere i valori di cui è portatore il messaggio evangelico e sviluppare atteggiamenti di rispetto verso gli altri e l’ambiente.
Riconosce i valori incarnati da Gesù e coglie in essi una proposta di vita per “crescere bene”. Sa riflettere sui valori di cui è portatore il messaggio evangelico e sviluppare atteggiamenti di rispetto verso gli altri e l’ambiente.
I VALORI ETICI E RELIGIOSI
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Testi per approfondire TRACCE DI DIO 1. STORIA DA RACCONTARE: IL CERCATORE DI COLORI C’era un topolino sognatore. Era nato il giorno di primavera insieme ai suoi fratelli. Appena furono in grado di camminare i topolini impararono a guadagnarsi da vivere procurandosi il cibo. Durante l’estate e l’autunno portarono nella tana chicchi di granturco e di frumento, pezzettini di formaggio e croste di pane, cavallette e altri bocconcini. Lavoravano con impegno per raccogliere le provviste per l’inverno, tutti... tranne il topolino sognatore. Un giorno il padre lo rimproverò: – Tu non porti a casa niente! Non penserai poi di vivere alle nostre spalle... vero? – Scusami papà, ma io sono un poeta: raccolgo i colori! Il padre ribadì: – Ma guarda che figlio mi doveva capitare! Un sognatore, un fannullone, un raccogli-colori! Non si è mai sentito un topo che colleziona cose inutili. A cosa possono servire i colori? – Papà, io raccolgo l’azzurro del cielo, il giallo del sole, il verde del prato, il rosso dell’aurora, il viola dei fiori, i colori iridescenti delle farfalle. Li raccolgo con la fantasia e li custodisco nel cuore. Quando verrà l’inverno li distribuirò alle creature tristi, li donerò a te quando sarai stanco di vedere solo il bianco della neve e il grigio del cielo. Non dobbiamo vivere solo per mangiare, nella vita i colori sono molto importanti e preziosi. Il topo guardò il figlio con ammirazione e disse in tono affettuoso: – Effettivamente hai ragione, vale di più il rosso dell’aurora che una crosta di pane. Il pane riempe la pancia, ma l’aurora colma il cuore di gioia! E. Del Favero, Ai confini del deserto, Gribaudi
2. STORIA DA RACCONTARE: IL BISOGNO DI DIO Un uomo decise di far crescere un bambino di nome Emilio lontano dalla città, in una bellissima casa immersa nella campagna. Emilio, che non andava a scuola, cresceva osservando il mondo che lo circondava e cercando le risposte alle sue tante domande, che rivolgeva con curiosità al suo educatore. Imparava dall’esperienza, che usava come unico libro. Un bel giorno uscì in giardino e si inginocchiò tra i fiori dai mille colori con gli occhi rivolti verso il cielo. Allora l’uomo, che lo stava guardando, gli chiese che cosa stesse facendo: – Semplice – disse – sto ringraziando Colui che ha fatto questi fiori così belli e profumati! Adatt. da Emile di J.J. Rousseau
3. SCHEMA DI SINTESI: I BISOGNI DELL’UOMO
PER CRESCERE ABBIAMO BISOGNO DI...
...bere, mangiare, dormire e avere una casa per vivere
BISOGNI MATERIALI
...avere persone da amare e che ci amano, capire il significato profondo della vita e dell’infinito
BISOGNI SPIRITUALI
...comunicare con gli altri, sapere e capire ciò che ci circonda, fare nuove scoperte per migliorare la vita
BISOGNI INTELLETTUALI
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4. STORIA DA RACCONTARE: SCOPRIRE LA PRESENZA DI DIO: MAMMA CHI È DIO? C’era una volta un piccolo pesce che nuotava nel mare insieme alla mamma. Un giorno le chiese: – Mamma, che cos’è quell’acqua di cui ho sentito tanto parlare? – La mamma gli rispose: – Sciocchino di un pesciolino! L’acqua è intorno a te e dentro di te e ti dona la vita. C’era una volta un piccolo orso che chiese alla mamma: – Mammina, che cos’è quell’aria di cui sento tanto parlare? – La mamma gli rispose: – Piccolo orsetto scioccherello! L’aria ti circonda, è dentro di te e ti dona la vita. C’era una volta un bambino che andò dalla mamma e le chiese: – Mamma, chi è quel Dio di cui ho sentito tanto parlare?– La mamma rispose: – Dio è come l’acqua per il pesciolino e come l’aria che ci fa respirare. Il suo amore ci circonda e ci dona la vita. 5. STORIA DA RACCONTARE: NELL’ATTESA DI DIO: IL RAGAZZO E LA RONDINE Una notte Luca, in sogno, vide una rondine. – Anch’io vorrei sapere danzare per il sole come sai fare tu! – le disse. – Sì – rispose la rondine – durante tutti i voli che ho fatto non ho mai visto niente di più ardente e luminoso. Eppure, le nostre rondini anziane dicono che la luce di Dio brilla più di mille soli. – Tu hai mai visto Dio? – chiese il ragazzo. – No – rispose la rondine – Dio non si può vedere, la sola cosa che si può fare è aspettarlo! Allora il ragazzo si mise ad aspettare Dio. Aveva quasi vent’anni e aspettava ancora. – Ho aspettato tanto tempo – disse alla rondine – dimmi: dove posso trovare Dio? – Se vuoi trovare Dio devi fare qualcosa per gli altri uomini – rispose la rondine. E il giovane cominciò a lavorare e ad aiutare gli altri. – Ho aiutato molte persone – disse alla rondine – dimmi: dove posso trovare Dio? – Se vuoi trovare Dio devi amare – rispose la rondine. E il giovane si sposò, amò sua moglie e i suoi figli. – Ho amato molto – disse alla rondine – dov’è Dio? – Devi camminare – disse la rondine. E il vecchio si mise in cammino finché giunse a una grande quercia, proprio in riva al mare. La rondine lo stava aspettando. – Dove posso trovare Dio? E la rondine gli rispose: – Dio è sempre stato con te: quando aspettavi, lavoravi, amavi, camminavi; e sempre sarà con te. J.Osterwalder, Raccontami una storia che parla di Dio, Elledici
6. STORIA DA RACCONTARE: CAPIRE DIO: SANT’AGOSTINO E L’INFINITO Sant’Agostino, vescovo di Ippona e grande studioso di Dio, una mattina si era alzato presto e passeggiava, immerso nei suoi pensieri, lungo la riva del mare. Desiderava comprendere cose più grandi di lui: solo con la forza della sua intelligenza cercava di spiegare e di capire tutte le cose su Dio. Era così preso dai suoi pensieri che quasi non si era accorto che di fronte a lui stava giocando un bambino. Aveva fatto una buca nella sabbia e continuava a correre da lì fino a riva, avanti e indietro, trasportando ogni volta un po’ d’acqua con una piccola conchiglia. Allora si avvicinò e gli chiese: – A che gioco stai giocando? – Il bambino rispose che non stava giocando, voleva solo versare tutto il mare nella sua buca.
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Agostino sorrise e cercò di spiegare al bambino che la sua impresa era impossibile, perché il mare è troppo grande per essere contenuto in una buca tanto piccola. Anche il piccolo sorrise, ma continuò nella sua opera. Così il santo proseguì il suo cammino e tornò ai suoi pensieri. Dopo qualche passo udì la voce del fanciullo che gli rispose: – Forse hai ragione tu Agostino, ma forse è più facile per me mettere tutto il mare in questa buca che per te credere di capire tutto su Dio, che è infinito, solo con la mente che è limitata. Sant’Agostino comprese che per arrivare a conoscere Dio non basta l’intelligenza, c’è bisogno anche del cuore, della nostra parte più profonda, intima e segreta, il luogo dell’anima e dei nostri bisogni spirituali. 7. FILASTROCCA: LE EMOZIONI Ci son dei segnali che dicono che c’è un mondo fantastico dentro di me. Se sento qualcosa, ma non ne so il nome, potrebbe trattarsi di un’emozione. Corre il cavallo nella pianura, scappa veloce quando ha paura. Sorride mamma e, se non lo dice, tu hai già capito che lei è felice. Si agita il gatto dentro la gabbia, se non può uscire prova la rabbia. E se poi chiedi se il bello esiste, sai già capire che forse sei triste. Siamo tutti agitati durante l’attesa, a volte compare una bella sorpresa! Quello che senti si chiama emozione arriva veloce, e a volte rimane, a volte ti piace, e a volte fa male, ma non crucciarti è tutto normale. Quello che senti, strano non è, fattelo amico, fa parte di te! 8. STORIA DA RACCONTARE: INCHINARSI ALLE DOMANDE Introduzione Joakim racconta alla nipotina Camilla una fantastica avventura della sua infanzia, quando aveva la sua stessa età (appena otto anni) e come lei aspettava la nascita di un fratellino o una sorellina. Mentre i genitori sono in ospedale, il piccolo Joakim, restato solo in casa, aspetta l’arrivo della zia Helene. Guardando fuori della finestra, vede un ragazzo appeso su un albero a testa in giù. In realtà si tratta di un extraterrestre, un alieno di nome Mika simile agli umani, gentile e curioso. I due bambini trascorrono insieme un intero giorno e, parlando, imparano molto l’uno dall’altro. Si raccontano tante cose e si fanno domande sulle loro origini, chiedendosi: “Chi siamo?”, “Da dove veniamo?”, “Dove andiamo?”. Joakim e Mika D’un tratto sentii una gran confusione in giardino, e, per qualche secondo, pensai che potevano essere la mamma e il papà di ritorno dall’ospedale. Mi sbagliavo. Affacciatomi alla finestra, vidi un ragazzino che penzolava dal melo appeso per l’elastico dei pantaloni... Mi precipitai in
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giardino, correndo verso il bambino sull’albero... – Chi sei? – domandò – Mi chiamo Joakim – risposi. – E io sono Mika. Di’ un po’, perché stai a testa in giù? – Sei tu che stai a testa in giù – gli spiegai. – Quando due persone si incontrano e una sta a testa in giù, non è così semplice stabilire chi dei due sta nel verso giusto. Rimasi talmente sbalordito da quella risposta che non seppi ribattere nulla... Come quando, con la purezza tipica di un bambino, mi stupii della singolare usanza di Mika di inchinarsi se gli si poneva una domanda intelligente, mentre rimaneva sgomento quando io mi inchinavo davanti ad una sua risposta intelligente. Ma lui mi spiegò: – Chi si inchina si piega. Non devi mai piegarti davanti a una risposta. Una risposta è il tratto di strada che ti sei lasciato alle spalle. Solo una domanda può puntare oltre. Un nuovo interrogativo ci permette di andare avanti e di percorrere strade nuove, mentre una risposta è una cosa certa, definitiva, un capitolo chiuso che non ha più nulla da offrire. J. Gaarder, C’è nessuno?, Salani
9. POESIA: IL PUNTO INTERROGATIVO C’era una volta un punto interrogativo, un grande curiosone con un solo ricciolone, che faceva domande a tutte le persone, e se la risposta non era quella giusta sventolava il suo ricciolo come una frusta. 10. APPROFONDIMENTO: LE PRIME MANIFESTAZIONI RELIGIOSE La questione relativa alle prime manifestazioni del sentimento religioso rimane una questione aperta e insolubile, legata alla mancanza di documenti scritti. Per questo motivo, per cogliere il significato e il valore del primordiale sentimento religioso, ci si può affidare soltanto: - ai reperti preistorici del periodo Neolitico più vicini a noi (10000-5000 anni fa circa); - alle rappresentazioni artistiche del paleolitico superiore individuabili soprattutto nelle grotte (30000-10000 anni fa circa); - alle sepolture risalenti all’Homo Sapiens (400000 anni fa). Solo partendo dalle tracce che hanno lasciato gli uomini preistorici sul rapporto uomo-dio si può ricostruire, attraverso delle tappe, il processo che ha portato alla nascita della religione, tenendo sempre presente però che si tratta solo di ipotesi, anche se scientificamente confermate. L’uomo di Neanderthal Le prime tracce di un’attività religiosa sono legate alla sepoltura dei morti. Gli uomini della valle di Neander (in Germania, dove fu trovato uno dei primi crani appartenenti a questa specie), secondo alcuni scienziati, sono stati i primi esseri umani a seppellire i loro morti. Ciò è molto importante perché significa che questi primi uomini non si preoccupavano solo di sopravvivere, ma iniziavano a pensare a cose che non si vedono, come una vita dopo la morte. Osservando i pollini fossilizzati accanto al corpo del defunto, ritrovati in alcune tombe, si può ipotizzare che la salma venisse appoggiata in un letto di fiori (fiordalisi e cardi) e la posizione
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fetale, simile a quella del bimbo nella pancia della mamma, ci fa intuire che questi uomini forse consideravano possibile una “seconda nascita” dopo la morte, dal grembo della madre terra. Inoltre nelle tombe sono stati ritrovati anche degli oggetti (utensili o ossa di animale) che confermano la tesi dell’idea di un aldilà. Un altro elemento è che in alcuni casi i corpi sono stati ricoperti con una terra ocra rossa, che potrebbe essere simbolo del sangue, della vita e della rigenerazione. Un circolo di pietre, infine, segnava il luogo della tomba. L’uomo di Cro-Magnon L’uomo di Cro-Magnon può essere considerato l’antenato dell’uomo attuale. Nel 1868 alcuni operai, eseguendo opere di scavo, trovarono nella località di Cro-Magnon, in Francia, quattro scheletri, sopra tracce di focolari che contenevano ossa di animali, selci tagliate e conchiglie marine. Dallo studio di queste tracce gli scienziati hanno ritenuto che si trattasse di una regolare sepoltura. Quest’uomo, che aveva una vita sociale abbastanza sviluppata e organizzata, ci ha lasciato diverse testimonianze di un’attività religiosa all’interno delle grotte. Pitture e incisioni rupestri L’uomo di Cro-Magnon ci ha lasciato numerose pitture e incisioni rupestri (cioè su pareti rocciose) dette anche “parietali” (cioè su pareti) raffiguranti animali da caccia, come cervi, bisonti, cavalli, rinoceronti e mammut: veri e propri artisti li incisero e li dipinsero nelle cavità più nascoste e segrete delle grotte, raggiungibili solo attraverso percorsi lunghi e difficili. Per la prima volta l’uomo usa dei simboli per indicare concetti astratti o oggetti non presenti. Molti studiosi sono concordi nell’affermare che si tratta di veri e propri luoghi sacri dove si svolgevano dei riti. Non si sa per certo a che cosa servissero questi dipinti, ma si possono avanzare delle supposizioni: forse erano un modo per esprimere i sentimenti o forse servivano per scopi magici e religiosi. Molte delle pitture ritrovate ritraggono animali e cacciatori; un’ipotesi potrebbe essere che questi dipinti servivano per spiegare ai più giovani i segreti della caccia, ma più probabilmente erano considerate pitture magiche, accanto alle quali si svolgevano dei riti propiziatori, per augurarsi che nessun cacciatore morisse e che tutta la tribù facesse buona caccia. Su alcune pitture, inoltre, sono stati trovati dei buchi fatti da punte di lancia: forse erano convinti che colpendo l’immagine ci si impossessasse del suo spirito, assicurandosi così l’uccisione dell’animale vero. In una caverna è stata trovata una pittura che raffigurava un uomo con corna di cervo sulla testa, forse si trattava di una specie di sacerdote-mago che guidava la cerimonia. Sicuramente era presente anche in questi primi gruppi sociali la figura di uno stregone, al tempo stesso sacerdote e medico, al quale si attribuivano particolari poteri, che lo rendevano intermediario tra gli uomini, le forze della natura e gli spiriti degli animali. All’inizio l’uomo primitivo disegnava solo punti, linee, cerchi e bozze incomplete di figure animali, poi iniziò a colorare i suoi disegni. Le tecniche usate nelle grotte erano di diversi tipi: a tampone, fatte con un gomitolo di crine intriso di colore; a soffio, fatte spargendo il colore grazie all’utilizzo di un osso cavo; a spalmatura, distribuendo il colore con le dita o con spatole di osso. Per tracciare i contorni si usava il carbone, mentre l’interno veniva completato con terre ridotte in polvere e mescolate con acqua o grasso di animale. I colori principali erano l’ocra gialla, rossa e bruna e tutte le sfumature intermedie. Fanno parte dell’arte rupestre anche i graffiti, ottenuti facendo delle incisioni con pietre appuntite sulle pareti rocciose.
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Le Veneri deformi Per l’uomo del Paleolitico la figura della donna è molto importante, ne sono una prova le cosiddette “Veneri”, statuette di avorio o pietra che raffigurano la donna nel suo ruolo di madre e portatrice di vita. Queste statuette, infatti, rappresentano figure femminili con caratteristiche molto evidenziate: hanno una corporatura robusta, seni estremamente pronunciati, ventre enorme, fianchi larghi. Tutti questi particolari ci portano a riflettere sul tema della fecondità, cioè sul mistero della vita che nasce. Le statuette rappresentano simbolicamente una donna, forse incinta (il ventre enorme), pronta a dare la vita (i fianchi larghi e gli organi genitali molto sviluppati) e ad assicurare cibo abbondante al bambino che deve nascere (i seni grandi e la corporatura robusta). Ma a chi corrisponde questa immagine simbolica di donna? Forse siamo di fronte alla prima raffigurazione di una divinità nella storia umana: le statuette raffigurano la dea Madre, la Madre terra. La terra, la natura, era considerata come una madre che si prende cura dei suoi figli e non solo dà loro la vita, ma gli assicura il sostentamento con l’abbondanza del cibo. A lei ci si rivolgeva nel momento della nascita dei bambini, lei si invocava per ottenere abbondanza di cibo e protezione dai pericoli. L’uomo del Neolitico Il sentimento religioso sembra assumere tratti più nitidi e meglio definiti nel Neolitico quando, con la scomparsa della vita seminomade e il consolidarsi degli insediamenti stabili, acquista particolare rilievo l’agricoltura e conseguentemente i riti a essa connessi. Alcuni uomini cominciarono a studiare il movimento del sole e della luna e la loro influenza sulle coltivazioni, tanto che ne fecero delle vere divinità. I megaliti La pietra era considerata dall’uomo primitivo il simbolo dell’origine della vita, della fertilità della terra e, grazie al suo aspetto duraturo e perenne, simbolo dell’immortalità dell’anima; la sua valenza “sacrale” assunse particolare rilievo nelle civiltà “megalitiche”. I megaliti (il termine deriva dal greco mega = grandi + lithos = pietra) sono grosse pietre conficcate nel terreno con svariate forme e scopi diversi. Alcuni megaliti erano tombe, altri, invece, erano veri e propri templi, forse dedicati al culto della divinità solare. I dolmen sono camere funerarie costituite da tre grosse pietre o più, piantate in modo verticale nel terreno, che sostengono un masso disposto orizzontalmente. Queste testimonianze ci dimostrano come già in epoca primitiva si andava sviluppando non solo la pratica della sepoltura (come abbiamo visto molto più antica), ma anche quella del riconoscimento del luogo dei morti come uno spazio sacro, ossia un luogo di particolare vicinanza con il divino. Nei villaggi divennero sempre più importanti i sacerdoti che, con i loro riti “magici”, riuscivano a comunicare con le divinità della natura, facendo da intermediari. I menhir, invece, sono grosse pietre conficcate in modo verticale nel terreno, che spesso presentano immagini scolpite, forse, divinità protettrici dei defunti. Più menhir disposti in fila a cerchio, formano un cromlech. Questi monumenti erano una via di mezzo tra il primo calendario solare e un tempio per onorare le divinità. Stonehenge Un esempio di cromlech è la costruzione preistorica di Stonehenge in Inghilterra: è formata da 166 pietre che, secondo alcuni studiosi, servivano come un grande calendario nel quale i periodi dell’anno erano indicati dall’inclinazione del sole sulle pietre. Si è ipotizzato che Sto-
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nehenge sia stato una specie di osservatorio astronomico preistorico, in quanto l’asse di Stonehenge è orientato in direzione dell’alba nei solstizi estivi ma non invernali. Mettendosi al centro del grande cerchio, se si guarda nella direzione della Heel Stone (“pietra del tallone” o “del frate”, legata a una leggenda medievale, per cui il diavolo che non ne voleva l’edificazione colpì un frate sul tallone), si nota che la sommità di questa pietra coincide con l’orizzonte e, se per l’osservazione si sceglie il giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, si può notare che in quel giorno il sole appare sulla sommità della pietra. Per questo motivo si è anche ipotizzato che Stonehenge fosse un monumento associato al culto del sole. 11. STORIA DA RACCONTARE: LA CURIOSITÀ DI DADA Introduzione Al tempo dell’uomo di Cro-Magnon si era soliti dipingere sulle pareti rocciose delle grotte scene di caccia e animali come cervi, bisonti, cavalli, rinoceronti e mammut. Proprio in quel periodo si svolge la storia dei nostri protagonisti, Momo e Dada. Momo, Dada e il rito di iniziazione Momo e Dada sono due bambini preistorici vivaci e molto curiosi. Un giorno, invece di giocare tra i cespugli, entrano nella grotta sacra e si mettono ad ammirare il lavoro del saggio maestro del clan che, con un dito coperto di carbone, disegna il contorno di un bisonte e poi lo colora con un gomitolo di crine intriso di una terra color ocra rossa e di grasso animale. Non riuscendo a mantenere il silenzio, la piccola Dada chiede: – A cosa servono queste figure? Momo la sgrida pensando di aver disturbato il maestro che, al contrario, si mette vicino ai bambini e comincia a spiegare: – Questo è un luogo sacro, cioè separato dal resto del territorio, perché qui si fanno cose importanti per il gruppo. Domani faremo l’iniziazione dei giovani cacciatori del villaggio. – E che cos’è un’iniziazione? – chiede la piccola. – È una cerimonia sacra. Dopo questo rito i giovani potranno cominciare a cacciare. Iniziazione significa proprio iniziare qualcuno ai misteri sacri. Domani tornate a quest’ora e potrete capire di cosa sto parlando. Arrivato il giorno dell’iniziazione, Momo e Dada non stanno più nella pelle. Di corsa arrivano alla grotta, desiderosi di capire cosa succederà. Il maestro saggio è vestito in modo strano: sul capo ha le corna di un cervo e, intorno alle spalle, la pelle di un altro animale. In silenzio, sotto la luce di una torcia, invita i giovani a entrare per primi, poi tutti gli altri, Momo e Dada compresi. Il gruppo si dispone a semicerchio intorno ai dipinti mentre i giovani, uno alla volta, si mettono prima a danzare con una lancia in mano, al ritmo del tamburo, poi cominciano a colpire l’immagine del bisonte dipinto sulla parete rocciosa, urlandogli contro strani suoni: Uh! Oh! Ah! Tah! Tah! Quando tutti hanno fatto la loro danza, il silenzio della caverna viene interrotto da un grande applauso e il gruppo esce a festeggiare l’avvenimento. Momo e Dada, però, non riescono a divertirsi perché non hanno capito il significato di quello che si è svolto nella grotta. Così prendono coraggio e vanno a chiedere spiegazioni al maestro. L’uomo si siede per terra con i due bambini e comincia a parlare: – Ognuno di quei ragazzi ha fatto una danza sacra rivolta agli spiriti della natura per ottenere protezione e fortuna nella caccia. Inoltre tutti hanno colpito l’immagine dipinta con la lancia per indebolire lo spirito dell’animale e poterlo cacciare con più facilità. – Adesso ho capito! – Esclama Dada tutta contenta e chiede: – Anche io lo farò quando sarò grande? – No – risponde il saggio – solo Momo, perché per cacciare ci vuole tanta forza e tu sei una ragazza!
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Arrabbiata Dada dà un calcio a Momo, che si mette a piangere, poi scappa dicendo: – Chi è adesso il più forte? 12. STORIA DA RACCONTARE: UKKA E LALA Migliaia di anni fa, in una tribù primitiva, vivevano un bambino di nome Ukka e la sua amica Lala. Un giorno, mentre camminavano nel bosco, giunsero davanti a un folto cespuglio carico di bacche rosse. Appena iniziarono a raccoglierle, arrivò una forte raffica di vento seguita da grossi nuvoloni grigi carichi di pioggia che oscurarono il sole: all’improvviso tuonò e il cespuglio prese fuoco colpito da un fulmine. – Aiuto, scappiamo! – urlò Lala e insieme corsero a ripararsi in una grotta. – Che paura, Lala! Il fuoco venuto dal cielo stava per colpirci! – disse Ukka. – Ma chi l’ha mandato? – Non lo so, forse è stato un Essere grande e forte che comanda il fuoco... e noi lo abbiamo fatto arrabbiare! – Certo! – L’interruppe Lala – Il cespuglio con le bacche rosse è suo! I due bambini, ritornati alla propria tribù, raccontarono tutto quello che era successo allo sciamano che, dopo averli ascoltati, disse: – Oggi gli uomini hanno raccolto molti frutti. Scegliete i più belli: saliremo sul sacro monte e li offriremo al grande Essere che lancia il fuoco dal cielo – Ukka, Lala e tutta la tribù raggiunsero la cima del monte per andare il più vicino possibile al misterioso Essere. Lì deposero dei frutti a terra in segno di offerta, poi danzarono fino al tramonto per chiedere perdono al grande Essere. Tornati al villaggio, Ukka disse a Lala: – Il grande Essere avrà capito che ci dispiace di aver raccolto le bacche? – Lala rispose: – Se domani mattina ci sarà il sole, vorrà dire che ci ha perdonato! – L’indomani mattina un sole caldo e luminoso risplendeva sul villaggio e da quel giorno Ukka, Lala e la loro tribù, prima di raccogliere le bacche rosse, promettevano al grande Essere di portargli in dono le primizie del loro raccolto e danzavano per lui intorno al fuoco tutte le sere. SCHEDA N. 12: UKKA E LALA
ALL’ORIGINE DELLA VITA 1. STORIA DA RACCONTARE: IL MITO CINESE DI PANKU All’inizio dei tempi, c’era solo l’oscurità. Il mondo era un gigantesco uovo che conteneva il caos. Dentro l’uovo dormiva e cresceva il gigante Panku, che un giorno improvvisamente si svegliò e ruppe il guscio. Il contenuto più leggero salì in alto e formò il cielo, quello più pesante scese in basso e diede origine alla terra. Per migliaia di anni Panku cercò di tenere separati il cielo dalla terra. Quando morì, il suo respiro si trasformò in vento, la voce in tuono, l’occhio sinistro divenne il sole e il destro formò la luna, mentre le sue braccia diventarono montagne, le sue vene sentieri e strade, i suoi capelli le stelle del cielo, la sua carne terreno per i campi e il suo sudore si trasformò in pioggia e rugiada. Così il gigante Panku creò il mondo. SCHEDA N. 13: IL MITO CINESE DI PANKU 2. STORIA DA RACCONTARE: IL MITO GRECO DI EURINOME E IL SERPENTE OFIONE Eurinome, dea di ogni cosa, sorse bellissima, leggiadra e nuda dal Caos primordiale, ma non trovò nulla su cui poggiare i piedi, così divise il mare dal cielo e incominciò a danzare spensierata e felice sulle onde. Immersa nella sua danza, continuò a volteggiare fin quando sentì per la prima volta il fruscio del vento sussurrarle alle spalle, decise così di iniziare la creazione. Si girò all’improvviso e con decisione afferrò fra le mani il Vento del Nord, lo lavorò come se fosse creta e alla fine gli diede la forma di un serpente, il gran serpente Ofione.
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Poi riprese la sua danza con Ofione, sempre più velocemente, abbracciati l’uno all’altra in un vortice d’amore. Dalla loro unione nacque l’uovo universale che Eurinome, trasformatasi in una bianca colomba e sempre al ritmo della musica, depose nel Caos. Per ordine della dea, Ofione si arrotolò sette volte attorno all’uovo, finché questo si schiuse e ne uscirono tutte le cose esistenti, figlie di Eurinome: il caldo sole, la splendida luna, le stelle luminose, i pianeti e la terra tutta con i monti maestosi, gli incantevoli fiumi, le erbe e gli alberi, i coloratissimi fiori e tutte le creature viventi. Eurinome prese residenza con Ofione sul monte Olimpo, ma Ofione cominciò a vantarsi di essere lui il creatore di tutte le cose, così Eurinome dovette punirlo: gli diede un calcio spaventoso in viso che gli fece perdere tutti i denti e lo gettò per sempre nelle buie caverne sotto la Terra. Poi Eurinome continuò, danzando, la sua creazione. SCHEDA N. 14: EURINOME E IL SERPENTE OFIONE 3. APPROFONDIMENTO: IL LIBRO DELLA GENESI Secondo Ebrei e Cristiani il mondo è stato creato da Dio. Questa verità si ricava dai racconti sulla creazione del mondo, che si trovano nel primo libro della Bibbia: la Genesi, in ebraico Bereishit, parola che significa proprio inizio, principio. Il primo racconto della Creazione presenta le seguenti caratteristiche. • È stato scritto da uomini sapienti, detti agiografi, ispirati da Dio, ai quali Dio ha suscitato ciò che dovevano scrivere. • Utilizza il linguaggio dei miti, conosciuto dagli agiografi, per dire delle cose vere: – Dio è all’origine della vita; – Tutto è stato creato da Dio per amore dell’uomo; – Dio non è una creatura, Lui è il Creatore e crea solo cose buone (anche se permette il male perché ci ha creati liberi); – Dio è onnipotente perché crea dal nulla e non utilizza materiali già esistenti per trasfomarli. È il solo che può creare. • Non è un mito, ma nemmeno una spiegazione storico-scientifica, infatti non vuole insegnare ciò che è realmente accaduto quando è nato il mondo, ma chi ci ha creato e perché. • Si presenta diviso in sei giorni raggruppati in 2 quadri di tre giorni ciascuno. Nel primo quadro Dio crea e divide, nel secondo crea per abbellire. Il settimo giorno rimane fuori dallo schema. In questo giorno Dio si riposa e ammira tutto quello che ha creato. Solo per l’uomo e la donna dirà di aver creato una cosa molto buona e bella. • È stato scritto per il popolo di Gesù, gli Ebrei, i quali credevano che la terra fosse una tavola piatta circondata dai mari, sorretta da alcune colonne e coperta da una cupola semicircolare, chiamata firmamento o cielo, che separava le acque inferiori da quelle superiori. 4. STORIA DA RACCONTARE: LE ORIGINI DEL MONDO IN UNA FAVOLA EBRAICA Dio, in un passato remotissimo, decise di dare avvio alla creazione dell’Universo, ma ogni volta, insoddisfatto dell’opera, distruggeva ciò che aveva creato. Finalmente ottenne quello che voleva: distese la mano destra e formò il cielo, poi distese la sinistra e, allo stesso modo, nacque la Terra. Compiaciuto, rimirava la bellezza della sua creazione, quando la Terra, rivolgendosi a Dio, espresse una prima richiesta: – Signore di ogni cosa, non voglio criticare il tuo agire, ma nella posizione in cui mi trovo sono sola, lontano da te e dagli altri pianeti e astri. L’Onnipotente allora rispose: – Non essere triste, ho già provveduto a tutto: in un prossimo futuro sarai popolata da esseri vegetali, da animali e anche da uomini, così non ti sentirai più sola! Nel mio Creato tutti devono essere soddisfatti!
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E la Terra fu molto contenta della promessa di Dio. La Luna allora nutriva una profonda invidia nei confronti del Sole, che era stato creato da Dio uguale a lei per grandezza, luminosità e potenza, e che sorgeva quando il disco lunare tramontava, regnando nel cielo per metà del tempo. Essa, avendo seguito con vivo interesse il dialogo fra la Terra e il Creatore, decise di rivolgere a sua volta una preghiera a quest’ultimo: – Signore Onnipotente, come possono due re indossare la stessa corona? E come, in un unico regno, due re possono governare uno accanto all’altro? – disse la luna con una voce in cui vibrava una malcelata irritazione. Il Signore di ogni cosa, specchio di giustizia, volendo punire la presunzione della Luna, così rispose: – Riconosco nelle tue parole il suono della verità, perciò da oggi stabilisco che tu, tanto invidiosa del Sole, sarai a lui subordinata e vivrai della sua luce riflessa. Inoltre sarai più piccola. La grave sentenza venne però mitigata dall’Onnipotente, che aggiunse: – Nella notte, che sarà il tuo regno, sarai accompagnata da innumerevoli stelle che brilleranno con te nel cielo e gli uomini a te s’ispireranno per misurare lo scorrere del tempo. Dio procedette quindi alla creazione e l’ultimo giorno creò l’uomo e la donna. Questa sua scelta aveva fini precisi, perché sapeva che, se l’uomo e la donna fossero stati creati per primi, di sicuro avrebbero provocato seri problemi a tutto e a tutti a causa della loro superbia. Fiabe della tradizione ebraica, Demetra
LA RIVELAZIONE 1. STORIA DA RACCONTARE: MA DIO È VERAMENTE... VERO? Un giorno, davanti a un bellissimo panorama di montagna, la zia fa una grande respiro, poi esclama: – Ringraziamo Dio per tanta bellezza! – allora Paolo, seduto lì vicino, con un grosso punto interrogativo nello sguardo, chiede: – Ma zia sei sicura che Dio esista? Voglio dire che Dio sia veramente... vero, insomma? Io ho studiato che gli uomini antichi, con la loro intelligenza e la loro riflessione, hanno cominciato a credere nell’esistenza di Esseri Superiori che sappiamo essere frutto della loro immaginazione, come il dio del fuoco, del fulmine o la dea Madre Terra; allora noi come facciamo a credere che Dio, quello con la D maiuscola, non sia un’invenzione dell’uomo? – Vedi Paolo – interviene la zia – noi sappiamo che Dio, quello con la D maiuscola, come dici tu, quando l’uomo era pronto per conoscerlo, si è rivelato. – Rivelato? E che vuol dire? – Significa che si è fatto conoscere... devi sapere che, in un momento preciso della storia, circa 1850 anni prima della nascita di Gesù, Dio, con immenso amore, ha parlato agli uomini come ad amici e li ha invitati alla comunione con sé e alla fede in Lui. Pur rimanendo invisibile, Dio parla e si fa conoscere, ma attento! La Rivelazione di Dio non è solo una parola da ascoltare, è la persona di suo Figlio Gesù da accogliere. Ha inizio quando Dio chiama un uomo di nome Abramo e con la sua amicizia comincia la storia del popolo ebraico, una storia sacra che trova compimento in Gesù di Nazaret. – Allora, vediamo se ho capito bene zia. Dio si rivela ad Abramo e ai suoi discendenti per prepararli ad accogliere molti anni più tardi suo figlio Gesù? – È proprio così! – Quindi Dio è veramente vero perché si è fatto conoscere! Forte! Lo dirò a tutti i miei amici domani!
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2. STORIA DA RACCONTARE: IL VIAGGIO DELLA FEDE Un giorno Giuditta chiese alla mamma un fratellino e la mamma le rispose di avere fede. Non riuscendo a capire la risposta ricevuta, la piccola domandò: – Mamma, cosa vuol dire avere fede? – Vedi tesoro – disse la mamma – avere fede è come salire in macchina con papà, per fare un lungo viaggio. Tu sali e ti fidi di chi ti guida perché sai che con lui sarà un viaggio sicuro. Forse non ti porterà dove vorresti andare, ma sai che farà sempre ciò che è meglio per te perché ti vuole un gran bene. Lo stesso vale per Dio. Lui ogni giorno ci chiede di avere fiducia in Lui per fare insieme il viaggio della vita. E tu, vuoi fidarti di Dio? 3. STORIA DA RACCONTARE: FIDUCIA IN DIO Un uomo che non credeva in Dio cadde da un dirupo. Con prontezza di riflessi riuscì ad attaccarsi a un cespuglio che sporgeva dalla proda. Rimase in bilico sul precipizio e cominciò a urlare senza ritegno: – Signore Iddio, salvami! – Un silenzio totale accolse il suo grido. Ma l’uomo continuò a urlare: – Dio, salvami! – Si udì una voce dall’alto: – Dicono tutti così quando sono nei pasticci. – Io no, Signore! Sono assolutamente sincero. Parlerò di te a tutti. Crederò a tutte le tue parole! – protestò a gran voce il poveretto. – Va bene. Allora molla il ramo – disse Dio. – Mollare il ramo? Non sono mica matto! B. Ferrero
4. STORIA DA RACCONTARE: VITA SOCIALE E FAMILIARE DI UNA TRIBÙ EBREA Il capofamiglia, che dirige la tribù, riceve il potere dal suo diritto di primogenitura ed esercita l’autorità sulla moglie, sui figli e su tutti i servi. Egli è anche il padrone del bestiame. Nella vita della tribù, il capo prende tutte le decisioni. È lui che deve preoccuparsi di trovare i pascoli migliori nel corso degli anni e delle stagioni e ciò obbliga a frequenti spostamenti dell’accampamento, soprattutto nel periodo di siccità. All’occorrenza è necessario scavare pozzi per raggiungere le vene di acqua sotterranea, o costruire cisterne per raccogliere l’acqua piovana. Le greggi sono l’unica ricchezza dei nomadi. Esse procurano il latte, il formaggio, il cuoio. Al mercato si scambiano gli animali con i vestiti, le tende, gli utensili da cucina, le armi e gli oggetti di bronzo, i ninnoli e i gioielli d’oro. Oppure si vendono gli animali per avere la moneta necessaria agli scambi. Gli affari sono trattati sulla piazza, alla porta delle mura delle città, davanti a tutti gli uomini, che sono presenti e che servono da testimoni. Le tribù dei pastori nomadi vivono in grandi tende fatte di pelli di capra, cucite insieme con peli di capra. All’interno sono divise in varie stanze, alcune delle quali sono riservate alle donne o ai bambini. Il capofamiglia decide il matrimonio dei giovani. Il giovane e la ragazza non si scelgono e praticamente non hanno nulla da dire. Il marito acquista la moglie con doni (Genesi 24) e la donna porta il suo corredo; tutto questo è oggetto di trattative tra i genitori. Il matrimonio costituisce occasione di feste, di banchetti e di cerimonie religiose. P. Thivoiller, Storia del popolo di Dio, LDC
5. STORIA DA RACCONTARE: ABRAMO Dio non aveva promesso ad Abramo soltanto una terra: gli aveva anche promesso un figlio, da sua moglie Sara. Un figlio maschio per continuare la sua discendenza. E questo era un fatto straordinario, perché Sara non aveva mai potuto aver figli. Era sterile. All’inizio tutto andò bene. Il bestiame aumentava, perché nelle terre che Abramo attraversava si trovavano degli ottimi pascoli. Anno dopo anno Abramo attraversò paesi sconosciuti, deserti e montagne. Diventò vecchio: ormai aveva quasi ottant’anni. Ma non era ancora arrivato nella terra promessa da Dio. E ancora Sara non gli aveva dato un figlio. Forse, chissà, le promesse di
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Dio non si sarebbero mai avverate. E Sara, anziana com’era, si sentiva ormai certa di non poter più avere figli. Ma allora chi avrebbe ereditato tutto il bestiame e il patrimonio? È facile immaginare che ogni tanto questi pensieri tormentassero Abramo. Ma una sera che se ne stava seduto nella sua tenda a pensare, il vecchio, improvvisamente, sentì nuovamente la voce di Dio: – Abramo, tutto andrà seconda la mia promessa. Avrai un figlio da tua moglie Sara. Esci dalla tua tenda e alza gli occhi verso le stelle. Contale, se puoi! Ecco: i tuoi discendenti saranno numerosi come le stelle del cielo. Allora Abramo non ebbe più dubbi. Dio non dimentica ciò che promette. Bisogna solo avere molta pazienza. Abramo si rimise in cammino con sua moglie, la sua gente e i suoi animali. Passarono altri anni. Poi Dio tornò a dargli la sua parola. Era l’ora più calda di un giorno d’estate quando, all’improvviso, davanti alla tenda di Abramo comparvero tre uomini. Abramo li salutò con grande rispetto e poi disse loro: – Sedete qui all’ombra e riposatevi. Fece portare da bere e da mangiare: del latte, dei pani e del vitello arrosto. Allora uno dei tre uomini disse: – Entro un anno tua moglie Sara avrà un bambino. Sara, che stava a origliare dietro la tenda, quando sentì parlare del bambino si mise a ridere. Non poteva crederci: una donna già anziana, che potrebbe essere nonna o bisnonna, non può più mettere al mondo dei bambini. E Sara era molto anziana. Eppure ebbe un bambino, esattamente un anno più tardi. Adesso babbo Abramo e mamma Sara sapevano - e dovevano ricordarsene ogni giorno - che Dio mantiene ciò che promette. Il piccolo Isacco ne era la prova. E. Beck - P. Koenig, La mia Bibbia, Città Nuova
6. STORIA DA RACCONTARE: IL SACRIFICIO DI ISACCO Dio voleva fare di Abramo il capo di un grande popolo. Lo mise alla prova. Fu una prova durissima, così dura che ora – nel leggerla – sembrerà terribile. A quei tempi c’era molta ignoranza e superstizione; c’erano popoli che credevano in molti dèi, ne avevano paura e per tenerli buoni, sacrificavano addirittura i loro figli. Dio non vuole sacrifici umani. Però fa questa domanda ad Abramo: – Gli altri popoli per paura sacrificano i loro figli. Tu, per amore del tuo Dio, sei disposto a sacrificare il tuo unico figlio? Abramo sapeva che poteva fidarsi del suo Dio. E Dio non tradì il suo amico. Dio mise alla prova Abramo e gli disse: – Abramo, Abramo! Prendi tuo figlio, il tuo unico figlio che ami, Isacco, va’ nel territorio di Moria e offrilo in sacrificio sul monte che io ti indicherò. Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: – Padre mio! Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov’è l’agnello per l’olocausto? Abramo rispose: – Dio stesso provvederà l’agnello per l’olocausto, figlio mio! Proseguirono tutti e due insieme; poi Abramo stesse la mano e prese il coltello per immolare suo figlio. Ma l’angelo del Signore lo chiamò dal cielo e gli disse: – Abramo, Abramo! Non stendere la mano contro il ragazzo e non fargli alcun male! Io ti benedirò in modo straordinario e renderò i tuoi discendenti numerosi come le stelle del cielo, come i granelli di sabbia sulla spiaggia del mare. Essi si impadroniranno delle città dei loro nemici.
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E per mezzo dei tuoi discendenti si diranno benedetti tutti i popoli della terra, perché tu hai obbedito alla mia parola. 7. STORIA DA RACCONTARE: IL PAESE SENZA REGOLE In un paese di questo mondo la gente si era stancata delle regole: erano troppe e opprimenti, perciò decisero di eliminarle. Che bello! La scuola rimase vuota, perché i ragazzi preferivano andare a giocare. Molte persone mettevano tavoli, sedie e poltrone nelle strade, perché lì c’era il sole. I giovani alzavano gli impianti stereofonici al massimo volume. Gli automobilisti urtavano i tavoli messi in mezzo alla strada e suonavano inutilmente i clacson. Gli incidenti, anche mortali, erano numerosissimi. Inoltre, non essendoci più regole, i poliziotti e i vigili urbani erano stati licenziati. C’era ovunque una grande confusione. Allora la gente si radunò nella piazza principale del paese, esclamando: – Così non possiamo vivere! Vogliamo di nuovo delle regole! Tutti insieme cominciarono ad elencarle: • i bambini devono obbedire ai genitori; • i genitori devono amare e rispettare i loro figli; • nessuno deve prendere ciò che è di un altro; • nessuno deve fare male all’altro... Ne stabilirono troppe e nessuno era soddisfatto, ma un vecchietto propose: – Non potremmo riassumerle in poche che le contengano tutte? Allora si fece avanti un ragazzino e disse: – Quando andavo a scuola, la maestra c’insegnò dieci regole che riassumono tutte le altre – e cominciò a recitare i “Dieci Comandamenti”. – Sì, queste regole vanno bene veramente! – approvò la gente, e se ne tornò a casa contenta. Da quel giorno nel paese tornarono la pace, la libertà e la gioia. J. Osterwalder
8. APPROFONDIMENTO: IL TABERNACOLO L’area dove veniva collocato era delimitata da una recinzione (46 m x 23 m, alta 2,3 m) fatta da teli di bisso (tessuto di puro lino, molto leggero e raffinato, in genere chiaro) sorretti da colonne di rame con aste d’argento. L’ingresso era fatto con teli di porpora viola, rosso e scarlatto. All’interno della recinzione, il Tabernacolo aveva una forma rettangolare, realizzata con teli di bisso decorato (viola, rosso e scarlatto) sostenuti da assi in legno di acacia. Sopra, come copertura di tutta la struttura, c’era una tenda fatta con pelli di capra, di tasso e di montone dipinte, in parte dipinte di rosso. Nel suo interno, il Tabernacolo comprendeva due stanze che erano separate da un telo porpora, rosso e scarlatto dove erano raffigurati dei cherubini, appeso a delle colonne ricoperte d’oro. Questo telo creava così due luoghi: il primo era detto “Luogo Santo”, dove erano ammessi sia i leviti che i sacerdoti e qui si trovavano il candelabro d’oro a sette braccia e la tavola dei pani dell’offerta (che dovevano essere sempre alla presenza del Signore). Nel secondo, chiamato “Luogo Santissimo o Santo dei Santi”, invece, poteva accedere solo il Sommo Sacerdote una volta all’anno, in esso veniva custodita l’Arca dell’Alleanza con i Dieci Comandamenti e altri oggetti sacri come la verga di Aronne fiorita e la Manna. Nel cortile, infine, si trovavano l’altare sacrificale, sul quale venivano bruciati gli animali (capri, agnelli, vitelli...), e una vasca di bronzo per i lavaggi rituali. SCHEDA N. 34: IL TABERNACOLO
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9. APPROFONDIMENTO: LE TRIBÙ D’ISRAELE Quando gli Israeliti, divisi in dodici tribù, che facevano capo ai dodici figli di Giacobbe (tranne Levi e Giuseppe, in quanto ai Leviti fu affidato il compito di occuparsi del Tabernacolo e dell’Arca e Giuseppe fu sostituito dai suoi due figli Efraim e Manasse, adottati formalmente da Giacobbe), si muovevano così come quando si fermavano, si disponevano secondo un ordine preciso indicato direttamente da Dio a Mosè (Nm 2): – Il Signore disse ancora a Mosè e ad Aronne: – Gli Israeliti si accamperanno ciascuno vicino alla sua insegna con i simboli dei casati paterni; si accamperanno di fronte a tutti intorno alla tenda del convegno. Negli spostamenti si metterà in marcia, davanti a tutti, la tenda del convegno con il campo dei leviti, poi le tribù che seguiranno nella marcia l’ordine nel quale erano accampati, ciascuno al suo posto, con la sua insegna. A est, verso oriente, si accamperà l’insegna del campo di Giuda, accanto a lui si accamperà la tribù di Issacar; poi la tribù di Zàbulon; si metteranno in marcia per primi. A mezzogiorno starà l’insegna del campo di Ruben con le sue schiere; accanto a lui si accamperà la tribù di Simeone; poi la tribù di Gad. Si metteranno in marcia in seconda linea. Ad occidente starà l’insegna del campo di Efraim con le sue schiere; accanto a lui si accamperà la tribù di Manasse; il capo dei figli di Manasse, poi la tribù di Beniamino; si metteranno in marcia in terza linea. A settentrione starà l’insegna del campo di Dan con le sue schiere; accanto a lui si accamperà la tribù di Aser; poi la tribù di Nèftali si metterà in marcia per ultima, secondo le loro insegne. Gli Israeliti agirono secondo gli ordini che il Signore aveva dato a Mosè; così si accampavano secondo le loro insegne e così si mettevano in marcia, ciascuno secondo la sua famiglia e secondo il casato dei suoi padri. SCHEDA N. 29: LE 12 TRIBÙ D’ISRAELE 10. STORIA DA RACCONTARE: INTERVISTA AL RE DAVIDE Domanda: Re Davide, vuoi dirci quando sei vissuto e come sei diventato re? Risposta: Sono vissuto mille anni prima di Gesù, che è mio discendente. Sono figlio di Jesse, sacerdote di Betlemme, il più piccolo di otto fratelli. Un giorno venne a casa nostra il profeta Samuele, mandato da Dio a scegliere un nuovo re al posto di Saul, che aveva tradito la fiducia del Signore. In quel momento ero a pascolare il gregge di mio padre e, come al solito, mi dilettavo a cantare e suonare le lodi a Dio. I miei fratelli erano tutti ragazzi di bell’aspetto, alti e robusti. Samuele credeva che avrebbe dovuto scegliere uno di loro. Ma il Signore gli ordinò di scegliere me e di consacrarmi con l’olio dei Re. Io ho commesso gravi peccati nella mia vita, ma mi sono sempre reso conto del male che avevo fatto, e sono tornato a Dio col cuore pentito. Non ho mai dimenticato che tutto quello che ho è un dono del Signore. Negli ultimi anni del mio regno avevo un grande desiderio, costruire un tempio al mio Dio. Dio, per mezzo del profeta Natan, mi disse che non voleva da me un tempio, ma voleva solo la mia fedeltà, e promise che dalla mia stirpe sarebbe nato il Salvatore! Domanda: Re Davide, vuoi dirci cosa hai imparato dalla sconfitta del gigante Golia? Risposta: Che Dio non guarda le apparenze, ma il cuore di ogni persona. Per questo è importante riconoscere i propri errori e chiedere perdono. Dio non vuole uomini fisicamente forti, ma saldi e radicati nella fede in Lui. 11. STORIA DA RACCONTARE: LA SAGGEZZA DI SALOMONE Un giorno due donne vennero dal re Salomone. Una di loro disse: – Mio signore, ascoltami, ti prego. Io abito insieme a questa donna e ho partorito mentre lei era in casa. Tre giorni dopo, anche lei ha avuto un bambino. Eravamo sole in casa, non c’era proprio nessun altro. Una notte il bimbo di questa donna è morto, perché lei gli si è sdraiata
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sopra nel sonno. Nel cuore della notte, mentre dormivo, lei si è alzata. È venuta a prendere mio figlio, che tenevo vicino a me, e l’ha portato a dormire con sé. Nel mio letto ha lasciato il bambino morto. Al mattino, quando mi sono alzata per allattare mio figlio, mi sono accorta che era morto. Poi ho guardato più attentamente e ho visto che non era il bambino che avevo partorito io. Ma l’altra donna esclamò: – Non è vero! Il bambino vivo è mio, il tuo è quello morto! – No! È morto il tuo, quello vivo è mio! – gridò la donna. Le due donne si misero a litigare davanti al re. Allora il re disse: – Dunque: una di voi dice che il bambino vivo è suo figlio, l’altra sostiene il contrario! Mandò a prendere una spada e ordinò: – Tagliate in due il bambino vivo e datene metà a ciascuna. La prima donna si sentì gelare il sangue, perché il bambino vivo era il suo, e gridò: – Ti prego, signore, da’ pure a lei il bambino, ma non farlo uccidere! L’altra invece rispose: – No, non darlo né a me né a lei. Fallo tagliare in due! A questo punto il re pronunziò il suo giudizio: – Non uccidete il bambino. Datelo alla prima donna: è lei la madre. In Israele tutti vennero a conoscenza della decisione presa dal re Salomone e provarono un profondo rispetto per lui. Si erano resi conto che Dio stesso gli aveva dato la saggezza necessaria per giudicare con giustizia. Il libro dei Re 3,16-28
IL NATALE 1. STORIE CHE SCALDANO IL CUORE UN CUORE PURO Molto tempo fa, a Lourdes, piccolo paese della Francia, viveva una ragazza di nome Bernadette. La sua famiglia era molto povera, ma unita: genitori e figli si volevano bene e pregavano ogni giorno insieme. L’11 febbraio del 1858, non avendo né legna per scaldarsi, né soldi per comprarne, la giovane andò a cercarla nella campagna con la sorella Antonietta e un’amica. Affaticata in quanto malata d’asma, Bernadette si fermò davanti alla grotta di Massabielle, sentì un leggero soffio di vento e, alzando gli occhi, vide una bella signora vestita di bianco con la corona del rosario in mano. Nonostante i divieti e le minacce, Bernadette, per i quindici giorni successivi, tornò alla grotta proprio come le vaeva chiesto la Signora. Un giorno la Signora disse alla giovane di “bere alla fonte”, ma nella grotta non c’era nessuna sorgente. Allora la ragazza cominciò a scavare per terra e l’acqua cominciò a sgorgare. Dopo qualche tempo Bernadette andò dal parroco per comunicargli che la Signora le aveva chiesto di costruire una cappella in quel luogo, ma lui non le credette e le disse di chiederle il nome. La “bella Signora” disse di essere l’immacolata Concezione, appellativo che Bernadette non capiva e aveva continuato a ripetere lungo la strada per non dimenticarlo. Questa volta il parroco credette alla veggente e fece come richiesto. Alla fine delle apparizioni la giovane si fece suora e si dedicò alla preghiera e alla cura degli ultimi. Da allora sempre più persone vanno a pregare a Lourdes e molti malati sono stati guariti dall’acqua che è sgorgata, per miracolo, dalla grotta.
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2. STORIA DA RACCONTARE: LA SCATOLA, IL REGALO PIÙ BELLO Una bambina stava preparando un pacco di Natale. Avvolgeva una scatola con una costosissima carta dorata. Impiegava una quantità sproporzionata di carta, fiocchi e nastro colorato. – Cosa fai? – la rimproverò aspramente il padre. – Stai sprecando tutta la carta! Hai idea di quanto costa? – La bambina con gli occhi pieni di lacrime si rifugiò in un angolo stringendo al cuore la sua scatola. La sera della vigilia di Natale, con i suoi passettini da uccellino, si avvicinò al papà ancora seduto a tavola e gli porse la scatola avvolta con la preziosa carta da regalo. – È per te, papi – mormorò. Il padre si intenerì. Forse era stato troppo duro. Dopo tutto quel dono era per lui. Sciolse lentamente il nastro, sgrovigliò con pazienza la carta dorata e aprì pian piano la scatola. Era vuota! La sorpresa sgradita riacutizzò la sua irritazione ed esplose: – E tu hai sprecato tutta questa carta e tutto questo nastro per avvolgere una scatola vuota!? – Mentre le lacrime tornavano a far capolino nei suoi grandi occhi, la bambina disse: – Ma dentro ci ho messo un milione di bacini! – Per questo, oggi c’è un uomo che in ufficio tiene sulla scrivania una scatola da scarpe. – Ma è vuota – dicono tutti. – No. E piena dell’amore della mia bambina – risponde lui. B. Ferrero
3. INDOVINELLI: LE PIANTE DI NATALE Non ho foglie, solo aghi a Natale sempre adornati di palline, luci e stelle, ogni anno sempre più belle! Un bambino, poverino mi ha scambiato per il rosmarino! Ma il mio nome lo sapete sono il sempreverde, dolce... (abete)
Piaccio a tutti e in ogni luogo vengo messo quasi per gioco, ma quando sono in cima alla porta mi sento un re ogni volta! Poiché tutti quelli che passan sotto chiotti chiotti si danno un baciotto! Io non pungo e non fischio ho bacche chiare, mi chiamo... (vischio)
Sono un segno del Natale, se non ci fossi non sarebbe uguale! Sono una splendida decorazione, tra le candele per l’occasione ho bacche rosse e pungo per gioco, spesso mi chiamano pungitopo, ma questa cosa io non la voglio ditelo a tutti mi chiamo... (agrifoglio)
Non sto in cielo, ma sono in terra Anche se ho la forma di una stella Sono rossa, rosa o bianca, d’ammirarmi nessuno mai si stanca perché le case servo ad abbellire in una notte in cui nessuno vorrebbe dormire. Sono una pianta ornamentale tutti mi chiamano... (stella di Natale)
4. STORIA DA RACCONTARE: LA LEGGENDA DELL’ALBERO DI NATALE In un remoto villaggio di campagna, la vigilia di Natale, un taglialegna stava tornando a casa attraverso il bosco. Era una sera piuttosto rigida, visto che aveva nevicato per tutta la giornata e, cessata la neve, il cielo si stava colorando di stelle. Egli si attardò più del previsto e, sopraggiunta l’oscurità, fu attratto dallo scintillio proveniente da alcuni alberi ghiacciati. Fu così che si ritrovò davanti ad uno spettacolo unico: un piccolo abete che si alzava verso il cielo, illuminato dai bagliori della luna, sembrava fosse ricoperto da fili d’argento e da migliaia di stelle appoggiate ai suoi rami. Affascinato da quello spettacolo, prese il piccolo albero e lo portò a casa
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dalla sua famiglia, affinché potesse godere di quello scintillio per tutta la notte santa. Da allora, per ricordare quel miracolo e ricreare lo stesso luccichio che l’umile boscaiolo aveva visto nel bosco, in tutto il mondo a Natale si addobbano alberi con candele e decorazioni di ogni genere. 5. STORIA DA RACCONTARE: LA LEGGENDA DELL’AGRIFOGLIO Sulle colline vicino al piccolo villaggio di Betlemme viveva un pastorello molto povero. Una notte fu svegliato all’improvviso dal bagliore di una stella con una grande coda, spaventato e incuriosito dal movimento degli altri pastori, chiese: – Dove andate? – Non lo sai? – rispose una bambina – È nato il figlio di Dio: il Salvatore del mondo è venuto sulla terra e noi stiamo andando a fargli visita! Il pastorello decise allora di unirsi alla comitiva: anche lui voleva vedere questo bambino speciale, ma ecco che a un tratto si sentì turbato, tutti avevano un dono da portare, solo lui non possedeva nulla da donare a Gesù. Triste e sconsolato, ritornò alle sue pecore, pensando tra sé e sé : – Cosa si può donare quando si è così poveri? – Il ragazzo non sapeva, infatti, che il dono più gradito a Gesù è il cuore buono degli uomini. Ma ecco i suoi piedi nudi inciamparono tra le foglie pungenti di uno splendido arbusto sempreverde ed egli gridò forte: – Ahi, ahi! Poi si accorse della piccola pianta dalle foglie lucide e spinose ed ebbe una grande idea: “Intreccerò una ghirlanda da portare in dono al Divino Bambino!”. Fuori di sé dalla gioia corse alla grotta e quando entrò, con sua grande sorpresa, il bambino gli sorrise, sembrava quasi che lo stesse aspettando! E sapete cosa successe ancora? Le gocce di sangue delle sue mani, ferite dalle spine, si trasformarono in perle rosse, che si posarono tra i verdi rami dell’arbusto, realizzando un dono di una incantevole bellezza. Da quella notte, tra le lucenti foglie dell’agrifoglio, è tutto un rosseggiare di bacche vermiglie e questa pianta viene regalata in segno di augurio alle persone care. 6. STORIA DA RACCONTARE: LA LEGGENDA DEL VISCHIO C’era una volta, in un paese tra i monti, un vecchio mercante. L’uomo viveva solo, non si era mai sposato e non aveva amici. Per tutta la vita era stato avido e avaro e l’unica cosa a cui teneva erano i soldi e i suoi affari. Di notte dormiva pochissimo perché si alzava a contare il denaro che teneva nascosto in una cassapanca. Per avere sempre più soldi, a volte, si comportava in modo disonesto e approfittava delle persone più deboli e povere. Non gli interessavano i problemi e le storie della gente, per questo nessuno gli voleva bene. Una notte di dicembre, ormai vicino a Natale, il vecchio mercante non riusciva a dormire e dopo aver contato i soldi guadagnati nella giornata, decise di uscire a fare una passeggiata. Cominciò a sentire delle voci e delle risate, urla gioiose di bambini e canti. Gli sembrò strano tutto quel baccano in paese e si incuriosì. A un certo punto incontrò dei vicini che lo invitarono alla mensa dei poveri per la cena della Vigilia, lui accettò e lì ebbe modo di ascoltare tante storie tristi e allegre di vicende familiari e d’amore. Venne a sapere di alcune famiglie che sfamavano a fatica i propri figli; di altre persone che soffrivano la solitudine oppure che non avevano mai dimenticato un amore di gioventù. Allora si sentì rimordere la coscienza per essere stato tutta la vita un grande egoista e, pentito, cominciò a piangere. Pianse così tanto che le sue lacrime si sparsero sul cespuglio al quale si era appoggiato e le sue lacrime continuano a splendere, ancora oggi, come perle. In quella notte era nato il vischio.
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7. STORIA DA RACCONTARE: LA LEGGENDA DELLA STELLA DI NATALE Maria, una bambina povera del Messico, viveva in un villaggio in cui tutti, la notte di Natale, preparavano piccoli doni da portare a Gesù Bambino. Lei, però, non aveva nulla da donare, per questo se ne stava in disparte con gli occhi gonfi di lacrime. A un tratto vide una stella e sentì una voce che le diceva: – Maria, a Gesù piacerà qualsiasi cosa tu gli darai, l’importante è che lo faccia con il cuore! È l’amore che rende speciale ogni regalo. Così si fece coraggio e uscì fuori, raccolse delle erbacce e le strinse con l’unica cosa preziosa che possedeva, un fiocco di raso rosso per legare i capelli, che le aveva regalato suo padre poco prima di morire. Quando padre Francisco depose la statuina di Gesù Bambino nel presepe, iniziò la processione dei bambini con i loro doni e anche Maria timidamente si unì al corteo. Gli altri bambini, vestiti “di nuovo” cominciarono a sogghignare con disprezzo, prendendo in giro la piccola per il suo abbigliamento poco adeguato alla festa e, soprattutto per le erbacce che stringeva tra le mani. La bambina non poté ricacciare indietro le lacrime, che dispettose le segnavano il viso e con dolcezza depose il suo regalo davanti al presepe. In quell’istante si alzò un fruscio di voci stupite: – Guardate! Oooh!! Non si è mai visto niente di più bello! Le lacrime di Maria avevano trasformato quel mazzo di erbacce in una meravigliosa pianta dalle foglie rosse a forma di magnifiche stelle. Per questo ancora oggi questa pianta viene chiamata “stella di Natale”.
IL MESSAGGIO DI GESÙ 1. STORIA DA RACCONTARE: UN RICCO POVERO C’era una volta un uomo ricchissimo. Possedeva tanti negozi, tante fabbriche e tante banche, e tanto denaro. Si comperava tutto quello che gli piaceva: aerei, navi, treni, edifici, monumenti, ed era sempre alla ricerca di cose da comprare. Tuttavia c’era una cosa che non riusciva ad avere: era la gioia. Non trovò mai il negozio in cui la vendessero. Si impegnò a cercarla a qualunque costo. Percorse mezzo mondo alla sua ricerca, ma senza risultato. Un giorno capitò in un piccolo villaggio e venne a sapere che un vecchio saggio poteva aiutarlo. Il ricco lo cercò e quando lo trovò gli disse: – Mi hanno detto che lei potrebbe aiutarmi a trovare la gioia. Il vecchio lo guardò sorridendo e rispose: – Lei l’ha già incontrata, amico, io ho molta gioia. – Lei? – esclamò stupito il ricco. – Ma se possiede soltanto una povera capanna! – Certo, e proprio per questo ho la gioia, poiché do a chi ha bisogno tutto quello che ho in più. – E così ottieni la gioia? – chiese il ricco. – Così, l’ho trovata io – confermò il vecchio. Il ricco se ne andò pensieroso. Poco tempo dopo decise di dare tutto quello che non gli era necessario a quelli che ne avevano bisogno e si sentì molto felice. Si rese conto che c’è più gioia nel dare e nel rendere felici gli altri che nel possedere tante cose senza condividerle. C’era una volta... al catechismo, Elledici
2. STORIE CHE SCALDANO IL CUORE IL POVERO FELICE Francesco era cresciuto sereno e spensierato nella sua bella casa di Assisi, molto amato da suo padre che era un ricco mercante e da sua madre, una donna dolce e affettuosa. A vent’anni era partito per andare a combattere, poi una notte ebbe una forte intuizione. – Non sono fatto né
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per il commercio, né per la guerra, ma solo per parlare di Gesù e farlo conoscere a tutta la gente della Terra. Tornato ad Assisi, cominciò a pregare intensamente, fare penitenza e stare in solitudine per riflettere. Solo così si sentiva veramente felice. Il padre credeva che fosse impazzito e si scagliò contro di lui; allora Francesco nella piazza di Assisi, di fronte a tanta gente, si tolse i vestiti, li gettò a terra dicendo che non voleva né abiti né ricchezze, ma solo vivere il Vangelo, come Gesù, ricco solo di amore.
LA PASQUA 1. STORIA DA RACCONTARE: LA LEGGENDA DELL’ULIVO Quando Gesù pregava fra gli ulivi, questi erano alberi dritti e robusti, molto amati dai falegnami che usavano il loro legno per creare vari oggetti di uso domestico. Quando Gesù fu arrestato e poi condannato, Caifa, il Sommo Sacerdote di Gerusalemme, mandò in giro per la campagna alcuni soldati a cercare un albero per farne una croce. I soldati uscirono dalla città con le accette e si diressero verso il bosco. Il bosco allora cominciò ad agitarsi, come investito da un uragano. Gli alberi invocavano la morte, chiamavano il fulmine, chiedevano di diventare cenere. Quando i soldati giunsero al bosco si fece silenzio: non si sentivano né canti di uccelli né fruscii di fronde. Ogni albero pregava il cielo, perché gli risparmiasse un così terribile destino. Infine un soldato disse: – Né palma, né cedro fanno al caso nostro. Ci vuole l’ulivo! Cedri e palme trassero un gran sospiro di sollievo; gli ulivi, invece, si sentirono perduti. Tentarono di sradicarsi, si torsero, si ingobbirono e si spaccarono. Alla fine rimasero fermi, impossibilitati a fuggire, ma inutili per sempre a essere legno di croce. Invano i soldati cercarono un ulivo diritto. Da allora, l’albero dalle foglie d’argento vive felice di essere tutto storto. R. Pezzani
2. STORIA DA RACCONTARE: LA LEGGENDA DELL’ARABA FENICE L’araba fenice è un uccello fantastico, con l’aspetto di un’aquila reale e il piumaggio dal colore splendido: il collo color oro, rosse le piume del corpo e azzurra la coda con penne rosee, ali in parte d’oro e in parte di porpora e un lungo becco affusolato. Secondo un’antica leggenda, questo uccello favoloso, nato dal fuoco, passava le sue giornate in prossimità di una sorgente d’acqua fresca in un’oasi del deserto in Arabia, dove ogni mattina si faceva il bagno e cantava melodie meravigliose. Quando, dopo cinquecento anni di vita, sentiva sopraggiungere la morte, si costruiva un nido con ramoscelli di mirto, incenso, sandalo, legno di cedro, cannella e mirra, ci si adagiava e aspettava che i raggi del sole lo incendiassero. Dopo l’incendio, tra la cenere, compariva una larva che cresceva in un giorno. La fenice era in grado di rinascere dalle sue ceneri, per questo motivo è diventata un simbolo della Resurrezione di Cristo e di tutta l’umanità. 3. STORIA DA RACCONTARE: SANT’ANTONIO, LA MULA E L’EUCARISTIA Un giorno che Sant’Antonio parlava di Dio, tra la gente che lo ascoltava c’era un uomo non credente. Il santo non riusciva a convincere l’uomo che l’eucaristia consacrata era il corpo di Gesù. Alla fine l’uomo lo sfidò dicendo: – Se tu, Antonio, riuscirai a provare con un miracolo che nell’ostia c’è il vero corpo di Cristo, io mi convertirò e diventerò credente. E spiegò il suo piano: – Terrò la mia mula a digiuno per tre giorni fino a farle sentire i tormenti della fame. Dopo tre giorni, davanti a tutti, le mostrerò il foraggio. Tu starai di fronte con quello che ritieni sia il corpo di Cristo. Se la bestia sceglierà il tuo Dio al foraggio, io mi convertirò alla tua fede. Antonio accettò la sfida perché aveva grande fede nel Signore. Il giorno stabilito la gente arrivò da ogni parte. Antonio prima celebrò la santa messa, poi uscì con l’ostia consacrata nelle mani. Fuori
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trovò la mula affamata. Il santo, con molta fede, ordinò all’animale di inginocchiarsi con umiltà davanti al Signore per convertire il cuore dei cattivi. Allora la bestia, a cui il padrone aveva avvicinato del fieno, rifiutò il cibo e si avvicinò docile al frate, piegò le zampe anteriori davanti all’ostia e abbassò la testa. Grande gioia si diffuse tra la gente che si mise a lodare Dio. Fu così che l’uomo non credente si convertì. 4. STORIA DA RACCONTARE: L’EUCARISTIA Gesù amava molto i suoi amici e voleva rimanere con loro. Non solo nel ricordo. Voleva che lo sentissero veramente presente, in mezzo a loro. Per questo inventò l’eucaristia. Nell’Ultima Cena Gesù spiegò che, ogni volta che si fossero riuniti per la cena come stavano facendo in quel momento, spezzando il pane e bevendo il vino in suo ricordo, Lui sarebbe stato presente in mezzo a loro in carne e sangue. In questo modo il suo dono, il dono della sua vita e della sua persona, si sarebbe rinnovato ogni volta. Anzi, mangiando quel pane Lui diventa noi e noi diventiamo Lui. Un po’ del pane consacrato viene sempre custodito in quell’armadietto che c’è in tutte le chiese cattoliche, chiamato tabernacolo, perché Gesù vuol essere sempre con noi: per indicare questa presenza costante accanto al tabernacolo c’è sempre una luce rossa accesa. Dossier catechista – marzo 2013
5. STORIA DA RACCONTARE: LA VOCE DEL PADRE La voce della conchiglia Il ricco e potente re delle Terre Ombrose aveva tre figli. Li aveva cresciuti nell’orgoglio ed educati alla forza e alla generosità. Ma i tre fratelli erano molto diversi uno dall’altro. Il primogenito si chiamava Valente. Era dotato di una gagliarda forza fisica e di un carattere risoluto, ma si mostrava a volte altezzoso e arrogante. Il secondo si chiamava Folco. Era intelligente e acuto, ma spesso avido e senza scrupoli. Il terzo era poco più che un ragazzo e si chiamava Giannino. Portava lunghi capelli biondi che gli incorniciavano un viso simpatico e lentigginoso, in cui brillavano gli occhi color delle castagne mature. Giannino era svelto e furbo, ma doveva guardarsi continuamente dagli scherzi che gli giocavano i fratelli più grandi, che non lo stimavano. Il re delle Terre Ombrose era ormai vecchio ed era giunto il momento in cui doveva cercarsi un successore. Ma non sapeva quale dei tre figli scegliere: li amava tutti e tre, e per tutta la vita non aveva mai fatto preferenze. Così un giorno li convocò nella sala del trono. Alla ricerca dello Smeraldo Verde – Figli miei – disse – uno di voi sarà il mio successore, ma poiché vi amo tutti allo stesso modo, non riesco a scegliere. Così salirà sul trono delle Terre Ombrose quello di voi che riuscirà a portarmi lo Smeraldo Verde, custodito nella Grotta Ferrea, nel Paese del Nord. I tre fratelli rimasero senza fiato. Lo Smeraldo Verde era il sogno di tutti i cavalieri e di tutti i guerrieri delle Terre Ombrose. Ma tutti coloro che erano partiti alla sua ricerca non erano mai tornati. Troppe difficoltà erano disseminate sul percorso. – So che è un’impresa difficile – proseguì il vecchio re – ma so che voi potete riuscirci. Vi lascerò tre doni che vi aiuteranno. Erano una spada dalla lama lucente, un bel mucchio di monete d’oro e una conchiglia di quelle a torciglione, grossa due volte il pugno di un uomo. – La mia forza, la mia ricchezza, le mie parole – spiegò il re – la lama di questa spada non può essere spezzata, chi avrà queste monete d’oro sarà il più ricco della terra e in questa conchiglia ci sono tutte le mie parole, quelle che vi ho detto da quando siete nati a oggi. Scegliete! Valente e Folco si scambiarono un’occhiatina e scelsero secondo le loro inclinazioni, senza
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badare a Giannino. Con mossa rapida Valente afferrò la spada fiammeggiante e Folco il sacco di monete. Giannino prese la conchiglia e se la legò al collo. Poi tutti e tre partirono. Valente sul suo focoso destriero; Folco sulla sua carrozza dorata; Giannino a piedi, ma fischiettando. Malak il bandito Il primo ostacolo era la Foresta Tenebrosa, dove regnava il feroce Malak, il bandito. Valente fu il primo ad arrivare. Quando le sentinelle di Malak lo videro gli sbarrarono il passo, ma il giovane principe sguainò la spada e ingaggiò un terribile combattimento. Folco arrivò poco dopo sulla sua carrozza e si fece condurre da Malak in persona. – Se mi fai passare ti offro cento monete d’oro – disse al bandito. – Ne voglio cento e cinquanta – rispose Malak. – Cento e trenta – ribattè Folco. E la trattativa cominciò ad andare per le lunghe. Giannino arrivò verso sera. Valente stava ancora combattendo e Folco era più che mai avviluppato nelle sue aspre contrattazioni. Il giovane portò la conchiglia all’orecchio. Sentì, chiara e piena di bontà, la voce di suo padre: “Ricordati, figlio mio, che si prendono più mosche con una goccia di miele che con un barile d’aceto”. Giannino capì. Raccolse lamponi e mirtilli e preparò una bevanda dissetante e profumata. Con un gesto semplice e cordiale la offrì a Malak. Il bandito sanguinario non aveva mai ricevuto un regalo in tutta la sua vita (e per questo era così cattivo). Assaggiò la bevanda, si asciugò i baffi e poi disse a Giannino, con un po’ di sospetto: – Perché lo fai? – Perché mi hanno detto che lei è il più coraggioso cavaliere dei dintorni! – Sei un ragazzo in gamba. Chiedimi quello che vuoi e te lo darò. – Mi lasci attraversare la foresta e permetta che passino anche i miei fratelli, potente e generoso cavaliere. Nessuno aveva mai detto “generoso” a Malak, che quasi si sciolse in lacrime. Così i tre fratelli passarono la Foresta Tenebrosa. Valente e Folco stremati per la gran fatica si buttarono a terra e piombarono in un sonno profondo. Giannino si portò di nuovo la conchiglia all’orecchio. “Ricordati che le ore del mattino hanno l’oro in bocca”, disse la voce del padre. Era ancora notte e Giannino ripartì. Il secondo ostacolo era il Lago delle Tempeste e quando Giannino arrivò era ancora ghiacciato. Il giovane lo potè così attraversare rapidamente. I suoi due fratelli arrivarono che il sole era alto, il ghiaccio era sciolto e le onde dell’immenso lago ruggivano assassine. Valente e Folco furono costretti a iniziare un giro lunghissimo e disseminato di pericoli per evitare il lago. Così Giannino giunse per primo al terzo decisivo ostacolo: la terrificante Palude della Tristezza. La Palude della Tristezza La Palude della Tristezza era una sconfinata distesa di fango viscido. Solo chi aveva coraggio, tenacia e una forza di volontà impareggiabile la poteva attraversare. Giannino ci provò risolutamente. Ma le sabbie mobili e le radici delle piante morte sembravano tentacoli che lo attiravano verso il basso. Ogni passo gli costava enorme fatica. Più tardi arrivarono anche Valente e Folco. Per loro le cose si misero subito male. Il cavallo di Valente affondò e il giovane tentò di proseguire a piedi, ma la spada e l’armatura lo impacciavano. A ogni passo affondava nella fanghiglia fino al naso. La carrozza di Folco si rovesciò, il sacco dell’oro si aprì e tutte le monete finirono nelle sabbie mobili che le inghiottirono, una dopo l’altra. Folco tentò invano di salvarne anche una sola. Valente e Folco si salvarono grazie ad un tronco d’albero, sul quale si sedettero a piangere la loro sfortuna.
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CLASSE 3a
E Giannino? Vennero anche per lui momenti difficili. Camminava da un giorno e la palude sembrava non finire mai. Ma quando insidiosi mulinelli di fango gli avvinghiavano le caviglie, si portava la conchiglia all’orecchio: “Io ho una grande fiducia in te, figliolo. Tu sei tutto quello che ho al mondo. Io sono fiero del tuo coraggio” diceva la voce del padre. E altre volte sussurrava: “Non si va da nessuna parte senza fatica e perseveranza. Se vuoi una vita grande, devi vivere alla grande... Coraggio, figlio mio, i grandi ideali fanno grandi le forze... Scava nella tua anima, troverai energie insospettabili...”. Ogni volta che sentiva la voce del padre, Giannino riprendeva coraggio. Finché vinse la Palude della Tristezza e si trovò all’imboccatura della Grotta Ferrea, dove splendeva lo Smeraldo Verde. Allora, pieno di gioia, accostò alla sua bocca la conchiglia e con tutto il fiato che aveva in gola gridò: – Grazie, papà! B. Ferrero, Tutte Storie, Elledici
LA BIBBIA 1. STORIA DA RACCONTARE: UNA LETTERA D’AMORE Per il suo compleanno una principessa ricevette dal fidanzato un pesante pacchetto dall’insolita forma tondeggiante. Impaziente per la curiosità, lo aprì e trovò una palla di cannone. Delusa e furiosa, scagliò a terra il nero proiettile di bronzo. Cadendo, l’involucro esteriore della palla si aprì e apparve una palla più piccola d’argento. La principessa la raccolse subito. Rigirandola fra le mani, fece una leggera pressione sulla sua superficie. La sfera d’argento si aprì a sua volta e apparve un astuccio d’oro. Questa volta la principessa aprì l’astuccio con estrema facilità. All’interno vi trovò un magnifico anello con due semplici parole: ti amo. Molta gente pensa che la Bibbia è troppo difficile, ma chi fa lo sforzo di rompere il primo “involucro”, con attenzione e preghiera, scopre nuove e sorprendenti bellezze, e soprattutto verrà presto colpito dalla chiarezza del messaggio divino inciso nella Bibbia: Dio ti ama. B. Ferrero, Quaranta storie nel deserto, Elledici
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TRACCE DI DIO
LA RIVELAZIONE
Scheda 1 La linea del tempo Scheda 2 Il mondo delle emozioni Scheda 3 Con gli occhi del cuore Scheda 4 La meraviglia del mondo Scheda 5 Tante domande Scheda 6 Il sentimento religioso Scheda 7 Pitture e incisioni rupestri Scheda 8 I riti Scheda 9 Le Veneri Scheda 10 Il sentimento religioso Scheda 11 Verso la religione Scheda 12 Ukka e Lala
Scheda 22 Ogni religione ha... Scheda 23 Dalla religione alla rivelazione Scheda 24 Dio e Abramo Scheda 25 Il popolo di Abramo Scheda 26 Il patriarca Abramo Scheda 27 Abramo, un uomo da ricordare Scheda 28 A caccia di risposte su Giacobbe Scheda 29 Le 12 tribù d’Israele Scheda 30 Giuseppe il re dei sogni Scheda 31 Le piaghe d’Egitto Scheda 32 La Pasqua ebraica Scheda 33 Regole per tutti Scheda 34 Il tabernacolo Scheda 35 Da Mosè al Messia
ALL’ORIGINE DELLA VITA Scheda 13 Il mito cinese di Panku Scheda 14 Eurinome e il serpente Ofione Scheda 15 Mito greco Scheda 16 Scienza e religione Scheda 17 Il racconto della Creazione Scheda 18 La Creazione secondo la Genesi Scheda 19 La Bibbia e la Creazione Scheda 20 Scienza o fede? Scheda 21 Sulla Creazione
IL NATALE Scheda 36 Gesù, il Messia Scheda 37 Falsi d’autore
LA PASQUA Scheda 38 Pasqua ebraica e Pasqua cristiana Scheda 39 La nuova Pasqua di Gesù
LA BIBBIA Scheda 40 La Bibbia
O I R A D SCHE a 3 E S S CLA 165
CLASSE 3a
SCHEDA 1
TRACCE DI DIO
LA LINEA DEL TEMPO 1
Leggi l’intervista di Bianca poi, sulla linea del tempo, colora un rettangolino per ogni anno della sua vita secondo la legenda. Infine colloca gli eventi illustrati seguendo l’esempio.
Ciao, sono Bianca, ho otto anni e frequento la classe terza della Scuola Primaria. A un anno ho imparato a gattonare. Quando ne avevo due è nata mia sorella Marta e io già camminavo. All’età di tre anni ho iniziato a frequentare la Scuola dell’Infanzia, dove ho imparato a fare tanti giochi. A sei anni ho cominciato la Scuola Primaria che frequento ancora oggi. Da un anno faccio danza classica. LEGENDA BLU
DA 0 A 3 ANNI
VERDE
DA 3 A 6 ANNI
ROSSO
DA 6 A 8 ANNI
Nascita
2
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1
2
3
4
5
6
7
8
Anche tu, come Bianca, scegli qualche episiodio da raccontare e fai la linea del tempo della tua storia personale sul quaderno.
TRACCE DI DIO
SCHEDA 2
CLASSE 3a
IL MONDO DELLE EMOZIONI 1
Completa la scheda scrivendo quali azioni l’uomo può compiere con il corpo e quali pensieri o emozioni nascono nell’anima davanti alle diverse situazioni.
Azioni del corpo.
Pensieri dell’anima.
Azioni del corpo.
Pensieri dell’anima.
Azioni del corpo.
Pensieri dell’anima.
Azioni del corpo.
Pensieri dell’anima.
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CLASSE 3a
SCHEDA 3
TRACCE DI DIO
CON GLI OCCHI DEL CUORE Con gli occhi possiamo osservare le bellezze della natura, ma possiamo anche riconoscere i sentimenti e le emozioni che ci aiutano ad andare incontro agli altri e a scoprire ciò di cui hanno bisogno. 1
Collega i disegni ai relativi sentimenti colorando con tinte diverse le cornicette e i rettangoli, poi rispondi alle domande in fondo alla pagina.
PAURA RABBIA TENEREZZA GRATITUDINE TRISTEZZA FELICITÀ NOIA
1. Che cosa potresti fare per un amico che è arrabbiato? 2. E per un amico annoiato? 3. E tu, che cosa vorresti che gli altri facessero per te quando sei triste?
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TRACCE DI DIO
SCHEDA 4
CLASSE 3a
LA MERAVIGLIA DEL MONDO 1
Leggi il racconto e rispondi alle domande.
Il Piccolo Principe Il Piccolo Principe viveva in un pianeta lontano, in cui un giorno era spuntato un arbusto da un seme venuto da chissà dove. Lui osservava curioso la crescita del ramoscello che non assomigliava a nessun altro ramoscello e che un bel mattino cominciò a preparare un fiore. Il Piccolo Principe, che assisteva alla formazione di un bocciolo enorme, sentiva che ne sarebbe uscita un’apparizione miracolosa, ma il fiore non smetteva più di prepararsi a essere bello. Sceglieva con cura i suoi colori, si vestiva lentamente, aggiustava i suoi petali a uno a uno. Non voleva uscire sgualcito come un papavero. Non voleva apparire che nel pieno splendore della sua bellezza. Eh, sì, c’era una gran civetteria in tutto questo! La sua misteriosa toeletta era durata giorni e giorni. E poi, ecco che un mattino, proprio al levar del sole, si era mostrato. Il Piccolo Principe allora non poté frenare la sua ammirazione: – Come sei bello! A. de Saint-Exupéry , Il Piccolo Principe, Bompiani
• Chi è il protagonista del racconto? • Da che cosa rimane colpito? • Quali azioni compie il fiore prima di uscire? 1. 2.
• Il Piccolo Principe guarda il mondo con:
rabbia
meraviglia
curiosità
tristezza
stupore
noia
indifferenza
ammirazione
3.
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CLASSE 3a
SCHEDA 5
TRACCE DI DIO
TANTE DOMANDE Un vecchio saggio diceva: “Non esistono domande sbagliate, le risposte sì, quelle a volte possono essere frettolose e non sempre giuste, ma le domande sono sempre opportune”. 1
Completa.
• Secondo te, una persona che pone tante domande è una persona: curiosa
• Quali domande vorresti rivolgere alle seguenti persone?
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All’insegnante:
Al vigile:
Alla mamma:
Al nonno:
Al fornaio:
Al sacerdote:
TRACCE DI DIO
SCHEDA 6
CLASSE 3a
IL SENTIMENTO RELIGIOSO Osserva il rituale di sepoltura raffigurato e colora. Poi completa con le parole elencate. 1
PIETRE - DEFUNTO - VITA - UMANI - RITO - TOMBA - SENTIMENTO MORTI - FETALE - OGGETTI - PETALI
Gli uomini della valle di Neander sono considerati i primi esseri a manifestare un
religioso perché seppelliscono i
. Il
veniva seppellito in posizione
. Nella fossa si mettevano
personali e
di fiori. Infine si mettevano delle
per indicare il luogo della
. Questo
ci fa supporre che questi uomini credevano in una dopo la morte.
2
Spiega con parole tue le seguenti parole o espressioni:
• Posizione fetale: • Aldilà: • Pitture o incisioni rupestri: • “Veneri”:
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CLASSE 3a
SCHEDA 7
TRACCE DI DIO
PITTURE E INCISIONI RUPESTRI 1
Collega ogni strumento al suo nome e alla tecnica artistica corrispondente. SOFFIATURA
gomitolo di crine 2
GRAFFITO
pietra appuntita
TAMPONE
SPALMATURA
dito
osso cavo
Leggi il testo, poi osserva l’immagine e completa le frasi.
Nelle pitture rupestri sono state trovate anche rappresentazioni di uomini avvolti in pelli di animali e con una maschera sul viso. Si pensa che possa essere l’immagine dello “sciamano” o “stregone”, colui che aveva il potere di entrare in contatto con gli spiriti per dominare le forze della natura, attraverso riti magici, fatti di danze e canti. Egli conosceva i segreti delle erbe quindi era rispettato, ma anche temuto. Lo stregone o sciamano indossava una per assumerne la forza. Tutti insieme stanno compiendo un
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I cacciatori con le colpivano gli animali dipinti sulle pareti, convinti di catturare lo
o cerimonia sacra.
TRACCE DI DIO
SCHEDA 8
CLASSE 3a
I RITI 1
Collega a ogni immagine il tipo di rito a cui si riferisce, inserendo il numero giusto.
1. Offerta di primizie della terra per ringraziare la divinità; è un rito di ringraziamento. 2. Azione di adorazione della divinità ritenuta più grande dell’uomo, è un rito per onorare la potenza della divinità. 3. Danza sacra fatta per chiedere qualcosa alla divinità; è un rito di richiesta. 4. Sacrificio di un animale per placare l’ira della divinità, questo è un rito per chiedere perdono di comportamenti sbagliati.
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CLASSE 3a
SCHEDA 9
TRACCE DI DIO
LE VENERI 1
Leggi il brano con attenzione, poi completa con una X.
Un’altra testimonianza molto importante della religiosità dell’uomo preistorico sono le statuette di avorio o pietra, conosciute comunemente con il nome di “Veneri”. Si tratta di statue di piccole dimensioni (tra i 4 e i 20 cm), forse da tenere in mano, perché senza piedi, che rappresentano donne con seni, ventre e fianchi molto pronunciati. Sembrano raffigurare donne incinte o che stanno allattando i propri figli. Alcuni studiosi sostengono che questa immagine potrebbe rappresentare il simbolo di una divinità femminile: la dea Madre, la terra fertile che nutre e dà cibo a ogni creatura. Secondo questa ipotesi a lei ci si rivolgeva per ottenere abbondanza di cibo o protezione nel momento della nascita dei bambini. 1. Che cosa si intende con il termine “comunemente”? In generale, da tutti. Solo in alcuni comuni. Eccezionalmente. Di tanto in tanto. 2. Le Veneri sono donne un po’ grosse. statuette femminili in avorio o pietra. statue di marmo. immagini della terra. 3. Le Veneri avevano grandi dimensioni. grandezza umana. piccole dimensioni. gli occhi grandi.
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4. Erano senza piedi perché venivano usate come gioco. si sono rovinate con il tempo. erano da tenere in mano. si appoggiavano alle tombe. 5. Per alcuni studiosi queste statuette potrebbero rappresentare la dea Madre che favorisce la fertilità della terra. la dea Madre di ogni animale. la nascita di un figlio. la gioia della vita. 6. Se le Veneri erano statue di divinità sicuramente erano oggetto di lamenti. di odio. di danze. di preghiere.
TRACCE DI DIO
SCHEDA 10
CLASSE 3a
IL SENTIMENTO RELIGIOSO 1
Osserva i disegni e completa la mappa con le parole mancanti.
L’ — — — —
LA — — — — —
O—S——V——D—
LE BELLEZZE DELLA N — — — — — SI FANNO DELLE
D——————
CHI HA FATTO IL M — — — — ?
CI SARÀ UNA VITA DOPO LA M — — — — ?
CHE SENSO HA LA V———?
LE R — — — — — — — A QUESTE DOMANDE SONO LE PRIME MANIFESTAZIONI RELIGIOSE DELL’UMANITÀ: IS—————————R————————
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CLASSE 3a
SCHEDA 11
TRACCE DI DIO
VERSO LA RELIGIONE 1
Osserva i disegni e completa la mappa.
L’UOMO DI NEANDERTHAL SEPPELLIVA I MORTI, È IL PRIMO UOMO AD AVERE UN’I — — — DELL’A — — — — —.
LE GROTTE CON INCISIONI E PITTURE ERANO FORSE DEI VERI E PROPRI L — — — — — S — — — — DOVE LO SCIAMANO AVEVA IL RUOLO DI G———— R————————
TUTTI QUESTI SENTIMENTI SONO STATI ORGANIZZATI DALL’UOMO E HANNO PORTATO ALLA NASCITA DELLE PRIME R — — — — — — — —
LE VENERI FORSE SONO LA PRIMA RAFFIGURAZIONE DI UN’I — — — DELLA D———————
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IL CROMLECH È IL PRIMO TEMPIO DEDICATO AL CULTO DEL SOLE DOVE SI SVOLGEVANO R — — — E P————————
TRACCE DI DIO
SCHEDA 12
CLASSE 3a
UKKA E LALA 1
Ritaglia le immagini, incollale nel quaderno e descrivile con la didascalia giusta.
• Tutti si mettono in cammino per portare le bacche raccolte in segno di scuse. • Ukka e Lala raccolgono bacche rosse. • Impauriti cercano riparo in una grotta. • Lo sciamano dice di raccogliere bacche da offrire al grande essere che lancia il fuoco dal cielo. • Un fulmine colpisce il cespuglio che si incendia. • La tribù promette al grande Essere che danzerà per lui ogni sera.
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CLASSE 3a
SCHEDA 13
ALL’ORIGINE DELLA VITA
IL MITO CINESE DI PANKU Ricostruisci il mito cinese di Panku riordinando con i numeri le sequenze illustrate. 1
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ALL’ORIGINE DELLA VITA
SCHEDA 14
CLASSE 3a
EURINOME E IL SERPENTE OFIONE 1
Riordina le sequenze del mito greco di Eurinome e del serpente Ofione, e dai un titolo a ciascuna.
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CLASSE 3a
SCHEDA 15
ALL’ORIGINE DELLA VITA
MITO GRECO 1
Sottolinea con il rosso la parte iniziale del mito, con il blu il suo sviluppo e con il verde la fine.
All’inizio esisteva solo il Caos senza fine e senza forma, al di là del tempo e dello spazio. All’improvviso dal Caos apparve Gea, la madre terra, principio di vita e madre degli uomini, che scelse Urano, il cielo, come suo sposo. Dalla loro unione nacquero 12 bellissimi figli, i Titani (sei maschi e sei femmine), giganti fortissimi e molto belli. Ben presto però arrivarono anche i tre mostri con cinquanta teste e cento braccia e i tre Ciclopi, giganti con un solo occhio in mezzo alla fronte. Urano, disgustato dall’aspetto mostruoso degli ultimi figli e ossessionato dall’idea che potessero privarlo del suo potere, li scaraventò al centro della terra. Gea, triste e molto arrabbiata per la sorte che il suo sposo aveva riservato ai figli, decise di reagire. Costruì una falce con del ferro estratto dalle sue viscere e chiese ai suoi figli di vendicare i fratelli. Uno solo, il titano Crono, l’ascoltò e una sera, armato, si nascose nella Terra attendendo l’arrivo del padre. Quando Urano si presentò sulla terra per abbracciare con il suo mantello pieno di stelle la sua sposa, Crono saltò fuori e colpì il padre scaraventandolo nel vuoto. Anche se Urano riuscì a scappare lontano, da allora non si avvicinò più alla terra, sua sposa. Iniziò così il regno di Crono, cioè del tempo. Per continuare l’opera della creazione, Crono scelse come sposa Rea e insieme diedero vita agli alberi, ai fiori, agli uccelli, agli animali... 2
Rispondi alle domande.
• Chi erano Gea e Urano? • Chi è Crono? 3
Segna con una X se le affermazioni sono vere o false.
Gea e Urano sono veramente esistiti. Secondo il mito Gea apparve dal Caos. Urano amava molto tutti i suoi figli, tranne Crono. I ciclopi sono giganti con un solo occhio in mezzo alla fronte. Il cielo della notte è formato dal mantello di Urano. Prima del regno di Crono non esisteva tempo.
180
V V V V V V
F F F F F F
ALL’ORIGINE DELLA VITA
SCHEDA 16
CLASSE 3a
SCIENZA E RELIGIONE 1
Riordina in sequenza le frasi riportate sotto e collegale ai disegni scrivendo nei quadratini il numero corrispondente.
Fare gli esperimenti per verificare le ipotesi. Fare delle ipotesi per rispondere alle proprie domande. Registrare tutti i dati degli esperimenti e studiarli a fondo. 2
Osservare la realtà e i fenomeni che ci circondano. Arrivare a delle conclusioni e fare, quindi, una scoperta. Formulare delle domande dopo aver osservato.
Collega ogni domanda al libro in cui è possibile trovare la risposta.
• Che cosa vuol dire two? • Come è nato il mondo? • Chi è l’uomo di Neanderthal? • Cosa devo fare allo stop?
• Che cos’è il nome? • Dove si trova Londra? • Chi ha creato il mondo? • Come funziona il computer? 181
CLASSE 3a
SCHEDA 17
ALL’ORIGINE DELLA VITA
IL RACCONTO DELLA CREAZIONE Nell’illustrazione seguente si mostra un’ipotesi di come immaginavano il mondo gli Ebrei, l’antico popolo di Abramo. 1
Completa lo schema aggiungendo le parole al posto giusto, poi colora.
TRONO DI DIO - ACQUE SUPERIORI - COLONNE CHE SORREGONO LA TERRA ACQUE INFERIORI - MARE CHE BAGNA LA TERRA - ASCIUTTO CHIAMATO TERRA FIRMAMENTO O CIELO - LUMINARI
2
Completa.
• Il racconto della Bibbia è una spiegazione scientifica dell’origine del mondo? Sì
No
• Spiega la tua risposta:
182
ALL’ORIGINE DELLA VITA
SCHEDA 18
CLASSE 3a
LA CREAZIONE SECONDO LA GENESI Collega ogni frase in grassetto del testo della Creazione nella Bibbia con la sua spiegazione. 1
In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era una massa informe e deserta. Le tenebre ricoprivano l’abisso e lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque. Dio disse: – Sia la luce! E la luce fu. Dio vide che era cosa buona. Dio disse: – Ci sia il cielo! Ci siano la terra e il mare! E così avvenne, Dio vide che era cosa buona. Dio disse: – Ci siano l’erba e le piante, il sole e la luna! E così avvenne, Dio vide che era cosa buona. Dio disse: – Le acque si riempiano di pesci! Gli uccelli volino in cielo! Gli animali vivano sulla terra! E così avvenne, Dio vide che era cosa buona. Dio disse: – Facciamo l’uomo a nostra immagine e somiglianza. Comandi sui pesci, sugli uccelli, su tutti gli animali della terra! E Dio creò l’uomo a sua immagine, maschio e femmina li creò. Dio li benedisse e disse loro: – Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e dominatela. E Dio vide che era cosa molto buona.
L’Universo non si è fatto per caso, ma esiste per l’amore di Dio. Egli crea dove prima c’era il nulla e riempie di vita ciò che prima era vuoto. Dio agisce con la sua parola potente. Dio ha visto che ciò che ha fatto è bello e completo, come una meravigliosa armonia che dà gioia. Dio chiama l’uomo e la donna ad essere custodi della creazione e, con il loro amore, a generare la vita. Dio ha creato l’uomo a sua immagine: libero, intelligente, capace di amare. Dio ha voluto l’uomo maschio e femmina, perché ciascuno, con il proprio modo di essere e di amare, arricchisca l’altro.
Genesi 1, 1-31
183
CLASSE 3a
SCHEDA 19
ALL’ORIGINE DELLA VITA
LA BIBBIA E LA CREAZIONE Nel primo libro della Bibbia, la Genesi, è scritto che Dio ha creato la vita, l’Universo, l’uomo e la donna per amore. L’uomo e la donna sono creati da Dio a sua immagine, liberi, intelligenti e capaci di amare. Tutto ciò che ha compiuto Dio è bello. 1
184
Cerca nello schema le parole evidenziate.
B
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ALL’ORIGINE DELLA VITA
SCHEDA 20
CLASSE 3a
SCIENZA O FEDE? 1
Leggi le seguenti domande e individua se riguardano la Bibbia o la Scienza, quindi trascrivile sotto la giusta colonna.
• Come ha avuto origine il mondo? • Come cresce il nostro corpo? • Che senso ha la vita? • Esiste un Dio? • Che cos’è il Sole? • Ci sarà qualcosa dopo la morte? • Come si sono formate le montagne?
• Come si nutrono gli animali del bosco? • Perché è stato creato il mondo? • Quanto sangue scorre nelle nostre vene? • Come fa a brillare la luna? • Quando è comparso l’uomo sulla terra? • Che cosa mangiano gli uccelli? • Che senso ha il dolore?
LA BIBBIA
2
LA SCIENZA
Scrivi F se le affermazioni sono false e V se sono vere.
Bibbia e scienza si contrappongono. Solo la Bibbia dice il vero. Solo la scienza dice il vero. La scienza spiega come è nato il mondo.
Bibbia e scienza hanno entrambe ragione. Bibbia e scienza sbagliano entrambe. Big Bang significa piccola esplosione.
185
CLASSE 3a
SCHEDA 21
ALL’ORIGINE DELLA VITA
SULLA CREAZIONE 1
Osserva i disegni e completa la mappa.
GLI UOMINI NELL’ANTICHITÀ HANNO CERCATO DI SPIEGARE L’ORIGINE DI OGNI COSA CON STORIE MOLTO FANTASIOSE: I M — — —.
LA SCIENZA CI DICE C — — — È NATO IL MONDO E Q — — — — SI È FORMATO CON LA TEORIA DEL B — — B — — —.
LA CREAZIONE DEL M — — — — E L’ORIGINE DELLA V — — —
LA BIBBIA VUOLE FAR CAPIRE ALL’UOMO C — — HA CREATO TUTTO E P — — — — —, QUINDI DICE UNA COSA VERA, ANCHE SE USA UN LINGUAGGIO MITOLOGICO.
186
OGNI RELIGIONE NEI PROPRI L———— S———— AFFERMA COME SONO NATI IL MONDO, L’UOMO E LA NATURA.
LA RIVELAZIONE
SCHEDA 22
CLASSE 3a
OGNI RELIGIONE HA... 1
Leggi le frasi e completa.
Una religione è tale se una stessa idea di dio è condivisa da Ogni religione crede in qualche dio: ha una sua
Sono cose da fare o non fare:
Sono cerimonie sacre fatte in gruppo:
Sono modi per comunicare con Dio:
RELIGIONE Sono storie usate per spiegare l’origine delle cose:
Sono posti dove è possibile dedicarsi all’incontro con Dio:
Sono momenti da dedicare all’incontro con Dio:
Sono coloro che svolgono i riti: Sono testi che parlano di Dio:
187
CLASSE 3a
SCHEDA 23
LA RIVELAZIONE
DALLA RELIGIONE ALLA RIVELAZIONE Colora con lo stesso colore ogni espressione di sinistra con la rispettiva spiegazione. 1
RIVELAZIONE
Deriva dall’Homo sapiens, disegna nella grotte e scolpisce statuette.
UOMO DI CRO-MAGNON
È l’insieme degli elementi che legano un gruppo di uomini a un’idea di Dio.
RELIGIONE
È il primo a seppellire i morti e il suo nome deriva dalla valle di Neander, in Germania.
MEGALITI
Sono statuette che rappresentano figure femminili e indicano la Madre Terra.
UOMO DI NEANDERTHAL
PITTURE E INCISIONI RUPESTRI
VENERI
188
È l’azione con cui Dio si è fatto conoscere dall’uomo. Sono dei dipinti preistorici disegnati sulle pareti di grotte. Sono enormi pietre conficcate nel terreno per scopi sacri.
LA RIVELAZIONE
SCHEDA 24
CLASSE 3a
DIO E ABRAMO 1
Colora ogni frase su Abramo dello stesso colore della frase corrispondente di Dio.
Abramo desidera essere felice.
Dio gli ordina di lasciare tutto quello che ha.
Abramo ama Dio, si fida di Lui e obbedisce.
Dio promette un figlio e una terra, ma ha in serbo qualcosa di più importante per la vita di Abramo.
Abramo crede che sarà felice se avrà un figlio e una terra. Abramo ha un po’ paura ad accogliere le proposte di Dio perché non sa dove lo condurranno. 2
Dio promette ad Abramo la sua protezione e la sua continua presenza. Dio che lo ama, vuole che lo sia.
Completa il testo con le parole mancanti.
ABRAMO - RAPPORTO - ALLEANZA - ESEMPIO - IMPEGNO - PROMESSA FEDE - FIDARSI - CAMMINO
L’ è un’immagine che viene usata per definire il tra Dio e il popolo ebraico. Alleanza è l’ di Dio verso e verso il suo popolo. Egli parla e la sua parola diventa . Ma è Alleanza anche la di Abramo che, chiamato a credere alla realizzazione delle promesse, sceglie liberamente di e si mette in . Abramo è un di obbedienza incondizionata a Dio. 3
Prova a immaginare con quali parole Abramo ha comunicato la sua intenzione di partire e che cosa avranno risposto le persone a lui vicine.
Abramo: Sara, sua moglie: Lot, il nipote: Uno schiavo:
189
CLASSE 3a
SCHEDA 25
LA RIVELAZIONE
IL POPOLO DI ABRAMO 1
Rispondi alle domande e scopri come viveva il popolo di Abramo osservando il disegno.
Che cosa significa che la tribù di Abramo era nomade?
Dove viveva? Le tribù di pastori, come quella di Abramo, erano solite abitare in tende fatte con le pelli di animali, in quanto si spostavano spesso in cerca di pascoli per il gregge.
Teli di capra di colore scuro.
La zona interna della tenda era riservata alle donne. Solo il marito poteva entrare.
Il portico serviva per accogliere gli ospiti.
Accanto alla tenda, come una specie di dispensa, si conservavano cibi e attrezzi.
L’acqua era molto importante, quindi si costruivano spesso pozzi a bilancere.
Come rivestimento per il pavimento si usavano i tappeti.
Per queste tribù il gregge era molto importante. Pecore e capre, infatti, fornivano non solo carne, lana e latte (per produrre panna, burro, formaggio e yogurt), ma anche cuoio e pelle.
190
Le ghirbe erano sacchi di pelle usati per trasportare l’acqua. Il gregge, di giorno, veniva lasciato libero di pascolare vicino alle riserve d’acqua, mentre la sera si radunava in recinti fatti con muretti a secco.
LA RIVELAZIONE
CLASSE 3a
SCHEDA 26
IL PATRIARCA ABRAMO 1
Completa la carta d’identità di Abramo.
Partì dalla città di in
.
Di mestiere faceva il
2
.
Capostipite del popolo di Padre di Raggiunse il paese di
. . .
Completa e scopri, nella colonna evidenziata, la parola che indica il legame tra Dio e gli Ebrei.
1- Lo fece Dio con Abramo. 2- Dio disse ad Abramo: – Farò di te un grande... 3- Dio promise ad Abramo che Sara avrebbe avuto un... 4- Dio disse: – Vattene dal tuo paese verso la... che io ti indicherò. 5- Il nome della terra promessa da Dio ad Abramo. 7 6- Il fiume d’Egitto. 7- Dio disse: – Conta le stelle del cielo, tale sarà la tua... 8- La moglie di Abramo. 3
Sposato con
1 2 3 4 5 6 8
Rispondi.
• Perché Dio mette alla prova Abramo?
191
CLASSE 3a
SCHEDA 27
LA RIVELAZIONE
ABRAMO, UN UOMO DA RICORDARE 1
192
Cancella nello schema le lettere che formano la parola a lato. Riporta le lettere rimaste nella caselle accanto: saprai perché Abramo è un uomo da ricordare.
A
Q
B
U
A
D
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QUADRO
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PAPIRO
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FIORE
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CAMICIA
LA RIVELAZIONE
SCHEDA 28
CLASSE 3a
A CACCIA DI RISPOSTE SU GIACOBBE 1
Leggi le domande e cerca le risposte scrivendo nei quadratini il numero corrispondente. Fai attenzione, perché ci sono quattro risposte errate che non dovrai utilizzare.
Era uno dei figli 1. Chi era Giacobbe? di Abramo. 2. Con che cosa rubò la primogenitura al fratello? 3. Che cosa fece dopo aver ottenuto la primogenitura? 4. Come ottenne la benedizione del padre? La ottenne fingendosi 5. Perché dovette scappare in Mesopotamia? il fratello Esaù. 6. Come si chiamano le mogli di Giacobbe? 7. Che cosa successe lungo le sponde dello Jabbok? 8. Chi era il personaggio misterioso? Il mattino dopo Giacobbe 9. Che cosa gli disse prima di salutarlo? attraversò il fiume e trovò 10. Che cosa successe il mattino dopo? il fratello ad accoglierlo, così fecero pace.
Era Dio.
Lia e Rachele.
Le due mogli si chiamavano Dina e Rebecca.
Dovette scappare perché il fratello Esaù voleva ucciderlo.
Tramò con la madre per rubare la benedizione di Isacco.
Durante la notte un personaggio misterioso lottò con Giacobbe fino all’alba.
La rubò con un piatto di ceci ben cotti.
La rubò con un piatto di lenticchie.
Era uno dei gemelli nati da Rebecca e Isacco.
L’uomo misterioso era il fratello Esaù.
Prima di salutarlo l’uomo gli disse: “Non ti chiamerai più Giacobbe, ma Israele, perché hai combattuto con Dio e gli uomini e hai vinto”.
193
CLASSE 3a
SCHEDA 29
LA RIVELAZIONE
LE 12 TRIBÙ D'ISRAELE 1
194
Scopri a chi appartengono i 12 simboli che rappresentano le 12 tribù d’Israele.
— IU — —
R — — EN
A——R—
— AB — — — N
— IM — — NE
B — — IA — I — O
G—D
EF — — — —
M—N——S—
D——
N—F—A—I
M—N——S—
LA RIVELAZIONE
SCHEDA 30
CLASSE 3a
GIUSEPPE IL RE DEI SOGNI 1
Leggi sulla Bibbia Genesi 37, 2-11, poi disegna nei fumetti i due sogni di Giuseppe.
2
Completa il testo con le parole proposte.
INVIDIA - LUNGHE - GIACOBBE - POPOLO - GRANO - PROVA - FRATELLI CARESTIA - SCHIAVO - EGITTO - ISRAELE
Giuseppe ricevette dal padre una tunica nuova dalle maniche, questo fece scoppiare l’ dei che decisero di venderlo come a dei mercanti. Lui si ritrovò in ma poi fu nominato viceré. A causa di una , i fratelli andarono in Egitto per comprare il . Giuseppe, dopo averli messi alla , li perdonò e così tutto il d’ andò a vivere là. 3
Rispondi alle domande.
• Che significato avevano i due sogni che fecero arrabbiare i fratelli di Giuseppe, rappresentati nelle nuvolette? • Perché Giuseppe si può definire “l’uomo del perdono”?
195
CLASSE 3a
SCHEDA 31
LA RIVELAZIONE
LE PIAGHE D'EGITTO 1
Osserva i disegni e scrivi le didascalie in ordine nel cruciverba. Metti in ordine le lettere nelle caselle colorate e scoprirai l’ultima piaga.
1
2
3
4
5
6
7
8
9
GRANDINE - ULCERE - TENEBRE - CAVALLETTE - MOSCONI - RANE - ZANZARE MORTE DEL BESTIAME - ACQUA DIVENTATA SANGUE
1
D
2
9
3
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4 M
11
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2
5
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8 9 T
V
E
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B
20
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N
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5
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6
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17
18
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10:
10
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V N
E
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2
3
4
5
6
7
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—————
———
9
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10
11
12
13
14
16
17
18
P—————————— 19
20
21
22
23
——I—I——I
196
U
19
6 U 7
8
LA RIVELAZIONE
SCHEDA 32
CLASSE 3a
LA PASQUA EBRAICA 1
Completa la risposta del padre inserendo le parole proposte al posto giusto.
EGITTO - MAR ROSSO - PATRIA - SCHIAVITÙ - POPOLO - MIELE - ANTENATI MIRACOLI - MALTRATTAMENTI - LIBERÒ - AIUTO
QUAL È IL SIGNIFICATO DELLA PASQUA?
I nostri
erano nomadi, senza , andarono in
e
abitarono là. Con il tempo diventarono un grande, forte e numeroso: gli Ebrei. Gli Egizi li maltrattarono e oppressero, poi li costrinsero e una dura . Gli Ebrei invocarono l’ di Dio. Egli ascoltò le loro grida, vide la loro sofferenza, la fatica e i . Dio li dall’Egitto; con la sua potenza grande e straordinaria compì strepitosi: aprì le acque del affinché potessero sfuggire agli Egizi. Dio ci ha condotti in questo posto, ci ha dato questo Paese, dove scorrono latte e .
197
CLASSE 3a
SCHEDA 33
LA RIVELAZIONE
REGOLE PER TUTTI In famiglia, a scuola, al parco ci sono regole da rispettare? Scrivine alcune negli spazi indicati.
1
IN FAMIGLIA
A SCUOLA
1.
1.
2.
2.
3.
3.
4.
4.
2
NEL GIOCO CON GLI AMICI 1.
2.
3.
Rispondi.
• È giusto che nella vita ci siano delle regole? Perché?
• Ci sono regole difficili da rispettare imposte dagli adulti? Quali?
4.
• Quali regole ti sembrano giuste?
• Che cosa provi quando devi rispettare una regola che ti sembra ingiusta?
198
LA RIVELAZIONE
SCHEDA 34
CLASSE 3a
IL TABERNACOLO Il Tabernacolo, definito anche “Tenda del convegno o dell’incontro”, era il santuario mobile dove si conservava l’Arca dell’Alleanza. 1
Osserva e scrivi al posto giusto, nei cerchietti, il numero corrispondente.
1. Prima stanza chiamata il “Santo”. 2. Seconda stanza chiamata il “Santo dei Santi”, in essa si trova l’Arca dell’Alleanza. 3. Altare per bruciare l’incenso. 4. Catino di bronzo per le purificazioni rituali.
199
CLASSE 3a
SCHEDA 35
LA RIVELAZIONE
DA MOSÈ AL MESSIA 1
Completa il brano inserendo le parole mancanti che trovi in fondo alla pagina.
Dio incaricò di liberare il suo schiavo in Egitto. Grazie all’aiuto di Dio, il popolo ebraico riuscì ad attraversare il , uscendo così dall’Egitto e conquistando la libertà. Dopo molto tempo di cammino nel deserto, gli Israeliti giunsero ai piedi del monte . Dio chiamò Mosè a stringere un’ , consegnando al popolo i comandamenti. Il successore di Mosè, , scelto proprio dal Signore, riuscì a condurre il popolo nella Terra . Una volta giunti nella terra di , gli Ebrei diventarono un popolo forte. Divisero il territorio in dodici e affidarono il governo dell’intero popolo a persone sagge e timorate di Dio: i . Quando anche l’ultimo giudice fu vecchio, il popolo chiese un e il giudice designò re Dopo Saul, diventò re , che governò con saggezza e strinse un’alleanza con tutte le tribù. Dio gli promise una continua discendenza. La moglie di Davide diede alla luce un figlio: , caro a Dio. Salomone si comportò da re buono e saggio, ma alla sua morte le tribù iniziarono a discutere e il popolo si divise. Ma Dio non abbandonò il suo popolo ed inviò i a parlare della venuta del che avrebbe portato .
POPOLO - AMORE - MESSIA - PROFETI - GIUDICI - SALOMONE - DAVIDE - SAUL DIECI - GIOSUÈ - MAR ROSSO - CANAAN - TRIBÙ - RE ALLEANZA - SINAI - PROMESSA - MOSÈ
200
IL NATALE
SCHEDA 36
CLASSE 3a
GESÙ, IL MESSIA 1
Leggi la poesia, poi ricopia in ordine le parole in grassetto nello schema. Nelle caselle evidenziate leggerai il nome della località dove nasce Gesù.
Nel presepio del Padre ci son case e anche castelli ci son greggi e pastorelli. C’è il mugnaio, c’è il lattaio, il panettiere e il fabbro ferraio. Nella piccola capanna con Giuseppe e con Maria è arrivato, c’è il Messia! Suona dolce una canzone che si spande fino al cielo, dove volano con zelo mille angeli felici. Spunta piano la cometa e una luce si diffonde a indicar la dolce meta.
E qui termina il cammino del fedele pellegrino che il paese in miniatura è venuto a visitare.
In quel piccolo paese che ogni anno si rinnova. E rivive la novella che del mondo è la più bella.
201
CLASSE 3a
SCHEDA 37
IL NATALE
FALSI D'AUTORE 1
Filippo Lippi, Annunciazione
Giorgione, Adorazione dei pastori
Albrecht Durer, Adorazione dei Magi
202
Colora le riproduzioni di questi tre quadri famosi.
LA PASQUA
SCHEDA 38
CLASSE 3a
PASQUA EBRAICA E PASQUA CRISTIANA 1
Se completerai correttamente il cruciverba potrai leggere nelle caselle colorate una parola che accomuna la Pasqua ebraica e quella cristiana. Poi colora i disegni dei simboli della Pasqua cristiana. 1
S
2 3
T
R
P
S
T
R
4 5 6
A
R
I
C
T
O
R
7 8
E
T
9
1. Gesù celebrò la sua ultima cena con loro. 2. Gli Ebrei attraversarono illesi le sue acque. 3. Nella festa di Pesach offrivano a Dio i primi agnellini nati. 4. Dopo la morte in croce, Gesù è... 5. Veniva fatto senza lievito, per essere mangiato durante la cena pasquale. 6. Offrivano a Dio le primizie dei nuovi raccolti. 7. Gli Ebrei, durante la cena pasquale, ne mangiano la zampa arrostita. 8. Gli Ebrei passarono dalla schiavitù in Egitto alla... 9. Gesù fu messo in...
203
CLASSE 3a
SCHEDA 39
LA PASQUA
LA NUOVA PASQUA DI GESÙ 1
204
Collega gli eventi della Pasqua cristiana con quelli della Pasqua ebraica a cui si richiamano.
Prima di partire dall’Egitto, gli Ebrei cenano con l’agnello, le erbe amare e il pane azzimo.
La Risurrezione di Gesù è per i Cristiani la liberazione della schiavitù-morte del peccato all’amicizia-vita di Dio.
Il passaggio del Mar Rosso rappresenta per gli Ebrei il passaggio dalla schiavitù alla libertà.
Gesù innocente muore in croce per la salvezza dell’umanità intera.
Le porte delle case segnate con il sangue dell’agnello salvano gli Ebrei.
Prima di morire, Gesù cena con gli Apostoli offrendosi nelle sembianze del pane e del vino.
LA BIBBIA
SCHEDA 40
CLASSE 3a
LA BIBBIA 1
Ricostruisci la storia della Bibbia inserendo il numero della didascalia corrispondente a ogni illustrazione. Poi collega ogni disegno al posto giusto sulla linea del tempo.
2000
1850
a.C.
1000
avanti Cristo
anno 0
1000
d.C.
1454
2000
dopo Cristo
1. Fino al 1000 a.C. i racconti si tramandano a voce da padre in figlio, intorno al fuoco.
4. Nel 1850 a.C. Dio si rivela ad Abramo e inizia un’amicizia con lui.
2. Dai primi secoli d.C. fino al 1454 i monaci amanuensi ricopiano a mano i testi biblici.
5. Dopo l’invenzione della stampa, a metà del 1400, la Bibbia si diffonde in tutto il mondo.
3. Oggi è il libro più tradotto al mondo e lo si può trovare anche su Internet.
6. Dopo il 1000 a.C. si cominciano a scrivere i primi racconti su rotoli di pergamena o papiro.
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK 206
GUIDA AI MATERIALI DIGITALI In seguito alle Indicazioni Nazionali per il curricolo delle scuole dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione (DM del 16/11/2012) e al successivo Decreto 26.03.2013, prot. N. 209, i libri di testo prendono forma in una nuova versione digitale o mista (costituita da un testo in formato cartaceo e da contenuti digitali integrativi, oppure da una combinazione di contenuti digitali e digitali integrativi). Le nuove Indicazioni Nazionali per il curricolo del 2012 hanno posto all’attenzione dei docenti e di tutte le persone interessate al dibattito sulla scuola, un nucleo di tre concetti fondamentali. Il primo è di tipo prettamente metodologico e riguarda il fare scuola quotidiano con un suggerimento ad adottare strategie di tipo collaborativo o cooperativo. A fronte di un’analisi in cui sono messe in evidenza le crescenti difficoltà relazionali da parte di figli unici, generalmente digital native, la scuola italiana individua nella capacità di lavorare con gli altri un valore trasversale a tutte le discipline. Un secondo aspetto evidenziato dalle Nuove Indicazioni Nazionali è incentrato sul concetto di competenza, tra cui quella digitale. L’introduzione delle lavagne interattive prima, l’istituzione di classi sempre più “2.0” dall’altra disegnano lo scenario di una scuola che affronta in modo attivo le importanti sfide che ha davanti a sé: l’inclusione, l’apertura al mondo reale, le opportunità e gli allarmi posti dal digitale. Il sistema educativo-didattico complessivo formato da innovazione metodologica, didattica per competenze e strumentazione digitale, ridefinisce necessariamente anche l’ambito professionale del fare scuola. Il docente diventa il progettista del percorso in grado di utilizzare “una cassetta degli attrezzi” particolarmente sofisticata e complessa. Tra questi attrezzi c’è certamente anche il libro di testo, perché la civiltà del libro non può abdicare a se stessa, ma è un libro diverso, ricco di connessioni e di aperture verso l’esterno. Ne emerge un libro potenziato, arricchito di contenuti multimediali, un libro che consente approcci diversi allo stesso problema. L’integrazione tra linguaggi diversi è una risorsa per l’apprendimento, questo i docenti lo sanno bene. Spesso, le nuove acquisizioni devono collimare con modalità preferenziali di apprendimento diverse da bambino a bambino e differenziare i linguaggi può essere un primo punto di partenza. L’introduzione del digitale tra gli strumenti didattici, però, offre un’opportunità in più. Oltre a catturare l’attenzione dei bambini con video e animazioni, fornisce al docente l’opportunità di modificare la sceneggiatura stessa della propria lezione. Per definizione, le tecnologie modificano i comportamenti delle persone e sono destinate anche a cambiare il modo di far scuola. Governare questo cambiamento è, in ultima analisi, la sfida più importante a cui i docenti sono chiamati. Il M.I.O. BOOK è il libro multimediale del GRUPPO EDITORIALE RAFFAELLO. L’acronimo M.I.O. identifica le tre caratteristiche fondamentali alla base di tutti i progetti digitali: M come Multimediale, perché integrato con contenuti audio, video, interattivi che possono essere visionati sia dall’insegnante in classe con l’ausilio della LIM, sia dall’alunno a casa installando il CD nel proprio computer o tablet. I come Interattivo, perché è possibile intervenire nel testo inserendo note o appunti. .O come Open, perché è possibile creare documenti e condividerli in classe. Il M.I.O. BOOK è stato concepito per essere utilizzato in classe (costruzione condivisa della lezione) e a casa sia dallo studente (facilitatore dell’uso del libro) sia dal docente (preparazione della lezione). Il M.I.O. BOOK esce in triplice versione: 1. SFOGLIABILE L’obiettivo del progetto è principalmente quello di sviluppare le competenze digitali degli alunni, interessando le nuove generazioni e appassionandole alle proposte educative in modo coinvolgente.
Non meno importante come strumento è la possibilità di poter creare un profilo personale; ciò consente di salvare le modifiche apportate al M.I.O. BOOK, di poterle rivedere anche a distanza di tempo e di personalizzare il proprio testo. Nello specifico, l’insegnante può disporre di più profili personali (tanti quante sono le sue classi) e può assegnare agli alunni dei compiti da eseguire a casa attraverso schede o documenti personali che crea direttamente all’interno del M.I.O. BOOK. Anche gli alunni possono avere un profilo personale che consente loro di personalizzare il proprio testo, di svolgere a casa, al computer, i compiti assegnati dall’insegnante e salvarli in una chiave di memoria. 2. TESTO LIQUIDO La versione liquida del testo è ad alta leggibilità: grazie al suo particolare formato, permette all’utente di intervenire sulla pagina migliorando la lettura e aiutando le difficoltà di apprendimento. Permette infatti di aumentare la dimensione del testo, modificare la font (con la possibilità di utilizzare la font Leggimi, indicata per studenti con BES e DSA), cambiare lo stile trasformando tutto il testo in maiuscolo e disattivare le immagini all’interno della pagina per evitare elementi di distrazione. La versione liquida offre inoltre un servizio di traduzione di tutto o parte del testo in altre lingue, uno strumento particolarmente utile per studenti stranieri che trovano difficoltà con la lingua italiana. 3. AUDIOLIBRO Ogni testo è stato letto in maniera completa da speaker professionisti. Molte sezioni presentano anche brani ad alto ascolto, letti scandendo bene le parole. Questo accorgimento è di grande aiuto agli studenti con BES e DSA.
Gli strumenti del M.I.O. BOOK, intuitivi e facili da utilizzare, permettono al docente di: parlare il linguaggio “digitale” degli studenti; catturare e mantenere un’attenzione maggiore da parte della classe; sviluppare la condivisione e il lavoro di gruppo; personalizzare le lezioni (con diversi stili, centrata sui BES ecc.).
Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Il M.I.O. BOOK rappresenta un nuovo modo di insegnare e di favorire l’apprendimento che nasce da un modello didattico di tipo cooperativo-metacognitivo e che si fonda su concetti di riflessione, cooperazione e condivisione. Di notevole efficacia risulta la possibilità di un suo uso associato alla LIM, in quanto facilita l’attuazione delle strategie educative, che stanno alla base di una didattica inclusiva. Visualizzare il testo sulla LIM, a grandi dimensioni, consente all’insegnante e agli alunni di interagire sul libro digitale. La strumentazione presente nel M.I.O. BOOK permette di lavorare in modo vario e differenziato con il testo. Si può: ricercare parole chiave nel testo; evidenziare il testo; inserire segnalibri; prendere appunti; inserire e memorizzare note scritte sotto forma di slide o post-it; inserire e memorizzare audio, video, documenti, link utili; scattare fotografie alla pagina; scrivere e disegnare nelle pagine, salvando le modifiche; avere accesso a vario materiale multimediale integrativo.
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
FUNZIONAMENTO DEL M.I.O. BOOK Versione testo sfogliabile Avvio Una volta scaricato e installato il Raffaello Player, si accede alla libreria dei testi adottati. Individuato il testo da utilizzare, fare doppio clic sulla copertina. Al primo accesso il testo dovrà essere attivato, inserendo due codici: • ISBN • Rispondere a una domanda Attivato il testo, i contenuti del M.I.O. BOOK si presenteranno nella seguente maniera: Novità – I testi vengono presentati in formato PDF, senza l’integrazione di alcun contenuto digitale interattivo. Utile per tablet o per una consultazione “veloce”
Visualizza on-line Scarica da on-line (previa connessione ad Internet)
Testi in formato PDF Materiale EXTRA per il docente Guida per il docente Unità 1 Unità 2
Apri da DVD Installa da DVD
Il M.I.O. BOOK si presenterà in questo modo:
A
MIO
ABC
1
Strumentazione, utilizzo e icone Visualizzazione a “tutto schermo”: la schermata dei menù si apre in maniera automatica, per passare alla modalità a A tutto schermo fare clic sul tasto in alto a destra; per tornare alla visualizzazione ridotta fare clic nuovamente sull’icona. Per uscire e chiudere il M.I.O. BOOK fare clic sul tasto.
A
Il M.I.O. BOOK si presenta nella modalità “minimale”, in cui sono visualizzati il testo e gli strumenti basilari per la navigazione. A A Facendo clic sulle icone è possibile passare alla modalità “completa”, dove è visibile il set completo della strumentazione. MIO
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1 È possibile stampare le pagine su cui si sta lavorando.
A
• Strumento disegno: consente di visualizzare gli strumenti di scrittura, evidenziazione, annotazione ABC MIO ecc. MIO doppia o singola. MIO • Consentono la visualizzazione del testo in modalità pagina
ABC ABC
ABC
• Permette di passare direttamente all'indice dei MIO contenuti del libro. ABC
1
11
MIOun’anteprima dei contenuti. • Permette lo scorrimento in maniera rapida delle pagine del libro con
1
1
• Consente di modificare la formattazione del testo a seconda delle esigenze e di utilizzare il carattere ad alta leggibilità MIO (vedi oltre per approfondire).
1
• Consentono di passare alle pagine precedenti o successive. È possibile spostarsi nel testo di una 1 MIO pagina in avanti, di una pagina indietro oppure passare alla prima o all’ultima pagina. • Strumento zoom: offre la possibilità di aumentare o ridurre la visualizzazione del testo.
Gli strumenti per la ricerca dei contenuti (parte superiore) • Attraverso queste icone è possibile ricercare contenuti sia attraverso gli indici “tradizionali” (suddivisi per capitoli e per tipologia), sia scrivendo un termine nel campo “cerca”. • Le tipologie degli indici sono diverse: - “tradizionale” del libro - navigazione guidata (non presente nel libro) - contenuti multimediali
A
• Strumento segnalibro: facendo clic su questa icona è possibile memorizzare e richiamare pagine o risorse A presenti all’interno del testo.
Lo strumento per la creazione dei contenuti (parte superiore) • Questa icona permette di creare documenti personalizzabili: - presentazioni - mappe mentali - linee temporali
A
Gli strumenti per il disegno e le annotazioni (parte laterale sinistra) • TastoABC per attivare la strumentazione.
MIO
• Puntatore per selezionare, spostare, modificare. • Matita. 1
MIO
• Evidenziatore. • Figure geometriche basi. • Linea e freccia.
Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
La barra di navigazione (parte inferiore)
1
MIO
• Cancella. • Maschera. MIO
1
• Aggiungi annotazione testuale. • Aggiungi ABC annotazione multimediale (documenti, immagini, video, audio, web link). ABC ABC ABC • Cambia ABC colore (penna, evidenziatore, linee, frecce...). ABC ABC ABC ABC ABC
MIO MIO MIO MIO MIO MIO MIO MIO MIO MIO
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Creazione e condivisione di documenti personalizzati e appunti
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I docenti e gli studenti hanno la possibilità di creare e condividere tra loro: documenti personali; appunti / note / disegni; allegati multimediali; bookmark. Una volta importati, si ha la possibilità di sovrascrivere e generare nuovi documenti. Esempio Facendo clic su questa icona si inizia il processo di creazione del documento che prevede: 1. Selezione della tipologia del documento. 2. Selezione del modello da utilizzare. 3. Inserimento dei contenuti: testo, immagini (caricate esternamente oppure “catturate” dal libro) e web-link. 4. Q uesti documenti potranno essere esportati e poi condivisi in diversi formati: – .mio, per una condivisione ottimale su un altro dispositivo con il testo M.I.O. BOOK attivo. – .jpg, per le mappe mentali e le linee temporali. – .rtf, per le presentazioni (da utilizzare anche al di fuori del M.I.O. BOOK con software di video scrittura).
FUNZIONAMENTO DEL M.I.O. BOOK Il testo liquido ad alta leggibilità ABC
Cliccando questa icona si ha la possibilità di visualizzare il testo nella versione liquida. Questa versione è molto utile per gli alunni con DSA/BES.
MIO
Il testo si presenta così:
MIO
1
A
A
Strumenti per la navigazione A
Indice degli argomenti.
A
A
Indice degli argomenti multimediali.
A
Elenco degli allegati multimediali (creati nella versione M.I.O. BOOK sfogliabile). Pagina singola.
ABC ABC
MIO
Avanzamento delle pagine.
1
O
MIO
Doppia pagina.
Ritorno alla versione testo sfogliabile.
MIO
1
1 testo. Stampa delle pagine del
MIO
Strumenti per la modifica del testo Aumento della dimensione del carattere. MIO
1
MIO
1
Possibilità di: - cambiare la font del carattere (compresa la font Leggimi, utile per BES/DSA); A - cambiare il colore del carattere e dello sfondo; - cambiare il testo in tutto maiuscolo o tutto minuscolo. Possibilità di attivare/disattivare le immagini all’interno della pagina (indicato per BES/DSA). A Possibilità di evidenziare il testo sottolineato. A
FUNZIONAMENTO DEL M.I.O. BOOK Versione audiolibro I testi all’interno della visualizzazione ad “alta leggibilità” sono anche forniti in formato audio.
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
Strumentazione, utilizzo icone
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AGGIORNAMENTO DEI CONTENUTI DIGITALI
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Durante l’anno scolastico sono previsti degli aggiornamenti dei contenuti digitali extra. Presupposto fondamentale: avere un collegamento a internet e aver creato un profilo all'interno del portale www.raffaellodigitale.it. Gli aggiornamenti disponibili vengono segnalati nel seguente modo:
Alunno Canzoni Audio letture Esercizi-gioco interattivi Video fumetti Video approfondimento Approfondimenti Percorsi interattivi Docente Esercizi-gioco interattivi Approfondimenti Cartoni animati
DESCRIZIONE DEI MATERIALI Canzoni e audio letture Il codice universale della musica e del canto, esperienza importante nello sviluppo intellettuale, emotivo e relazionale dei bambini, aiuta ad attribuire significato ad ogni esperienza. Per questo le canzoni sono ottimi strumenti per introdurre argomenti nuovi, per sintetizzare alcuni percorsi e/o approfondirli. Insieme alle audio letture favoriscono un didattica inclusiva, in grado di: rispondere alla pluralità dei bisogni educativi, sviluppare in tutti la capacità di ascolto, stimolare al piacere della lettura. Esercizi-gioco interattivi Attraverso esercizi e giochi interattivi, il bambino ha la possibilità di imparare in modo piacevole, dinamico e coinvolgente. Questi strumenti favoriscono un processo di apprendimento di tipo simbolico-ricostruttivo in cui la verifica e la valutazione sono parti integranti del percorso: nello svolgimento dell’attività multimediale, il bambino apprende e mette in gioco le sue abilità e conoscenze, mentre l’insegnante può verificare le competenze e fare un’adeguata valutazione. Video fumetti Nell’organizzazione didattica della Scuola Primaria, i video fumetti rappresentano degli ottimi strumenti per veicolare contenuti di vario genere, in quanto: sono adatti alle potenzialità di ciascuno .catturano l’interesse e facilitano la partecipazione di tutti .favoriscono la motivazione all’apprendimento aiutano i bambini con difficoltà perché riportano in audio gli stessi testi del libro. Video approfondimento I video di approfondimento sono stati pensati come mezzo di sostegno dell’azione didattica per educare i bambini al linguaggio delle immagini e al gusto del bello e promuovere un approccio culturale all’arte nelle sue molteplici espressioni. I video sono di vario genere: suggestive rappresentazioni della realtà che ci circonda, dalla bellezza della natura alla frenesia del periodo natalizio, accompagnate da musiche evocative, ricostruzione di luoghi sacri legati al pensiero religioso dell’uomo nei secoli, lettura approfondita di opere d’arte e reperti archeologici riferiti a sentimenti religiosi, spiegazione di luoghi legati alla storia del cristianesimo, .e splorazione di situazioni storico-geografiche legate alla religiosità dell’uomo, visualizzazione di alcune storie bibliche e di passi evangelici.
Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK
I MATERIALI DEL MIO BOOK
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Guida ai materiali digitali M.I.O. BOOK 214
Video cartoni Veri e propri cartoni animati con temi differenti da quelli trattati nel libro. Rappresentano episodi fondamentali della vita pubblica di Gesù. Approfondimenti Gli approfondimenti incrementano l’apprendimento in quanto: .coniugano il linguaggio della narrazione, canale privilegiato per il coinvolgimento emotivo dei bambini e la promozione del pensiero riflessivo, con l’uso simultaneo dei diversi canali percettivi, visivo, uditivo, tattile e cinestetico, rispettano e favoriscono lo sviluppo delle “intelligenze multiple”, .permettono di accedere ad una grande quantità di informazioni, .u tilizzano un approccio visuale anche per spiegare concetti complessi. Percorsi interattivi Si tratta di 5 percorsi multimediali dedicati per il triennio alla bellezza e alla salvaguardia della Terra che Dio ha donato all’uomo e per il biennio al tema dei pellegrinaggi. Le diverse attività in cui si articolano i percorsi suggeriscono un approccio multisensoriale all’apprendimento e permettono l’inclusione scolastica di tutti gli alunni, non solo quelli con Disturbi Specifici dell’Apprendimento o con Bisogni Educativi Speciali.
Appunti per il docente ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... 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Appunti per il docente ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................................................................... 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