Carta canta 3 - Letture

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a a c rt c T cANT AN 3 letture

Voce, testi e musiche di DAVID CONATI

• EDUCAZIONE in gioco

• ARTE e immagine

P.Papalini

a a c rt c T cANT AN letture 3

TUTTI A SCUOLA!

4 La scuola è come...

5 Il primo giorno

6 Tiziano ricorda

7 Dove sei stato in vacanza?

8 Vorrei fare l’astronauta

9 Tutti maestri!

10 L’aula di Niccolò

11 Scuola di magia

12

Educazione in gioco Star bene a scuola

14 Ricciolina ficcanaso

15 La fatina Ricciolina

INDICE

16 DENTRO IL TESTO - Il racconto realistico

PIÙ FACILE Le parole magiche

18 Un cane pasticcione

20 Un piccolo incidente

22 Facciamo gli gnocchi!

23 L’orologio della torre

24 Una brutta giornata

25 Lo sciroppo

26 Forza, Alice!

28 Dov’è la gatta Marta?

30 Una decisione difficile

32 Che birba!

33 La bambina-ciclone

34 Sono competente? Una bambina di nome Lumaca

36

Laboratorio di ascolto La nuova maestra

37 Sono bravo a leggere L’albero-nave

38 DENTRO IL TESTO - Il racconto fantastico PIÙ FACILE La nave con il singhiozzo

40 Tre mostriciattoli

41 Sanguiciuccia

42 Il pulcino e la luna

44 Si vola!

45

Laboratorio di disegno La fatina

46 Il cobra Sigismondo

47

Laboratorio di ascolto La pecora verde

48 Sono competente? La casa che scappava

50 Sono bravo a leggere Tommy e lo spettro

LA FIABA

51 Riccioli d’oro e i tre orsi

52 DENTRO IL TESTO - La fiaba

PIÙ FACILE Raperonzolo

54 Il mostro dalle sette teste

55 La padellina

56 Principessa dei miei stivali

57 Laboratorio di disegno Il mago

58 Le tre melarance

60 Coding Gira la storia

61 Laboratorio di ascolto Il fagiolo magico

62 Sono competente? Il principe e l’orco selvatico

64 Sono bravo a leggere La principessa sul pisello

LA FAVOLA

65 Il piccolo riccio curioso

66 DENTRO IL TESTO - La favola

PIÙ FACILE Il cervo

68 La cicala e la formica

69 Le lucciole e la volpe

70 La lepre e la tartaruga

71 La cornacchia vanitosa

72 Un lupo travestito

73 Laboratorio di ascolto La volpe e il corvo

74 Sono competente? La colomba e la formica

76 Sono bravo a leggere La zanzara e il leone

LA LEGGENDA

77 Il fiume dorato

78 DENTRO IL TESTO - La leggenda

PIÙ FACILE La gazza ladra

80 La leggenda della vite

82 Il lago-arcobaleno

83 Laboratorio di ascolto Gli aculei del riccio

84 Sono competente? Perché il mare è salato

86 Sono bravo a leggere Perché la rosa è rossa

90 La Terra

91 Il giorno e la notte

92 Il carro del Sole

93 Le fatiche di Ercole

94 Sono competente? La creazione dell’uomo

96 Laboratorio di ascolto La tela di Aracne

97 Sono bravo a leggere Da dove viene la pioggia?

IL MITO

87 La prova degli orsi

89 DENTRO IL TESTO - Il mito

PIÙ FACILE Com’è nato l’arcobaleno?

INSIEME RACCONTI A CONFRONTO

98 Forte e... prepotente

99 Il principe e l’arpa magica

100 La serpentessa

101 Il vaso di Pandora

AFFETTI ED EMOZIONI

102 Le emozioni

103 Siamo in ritardo!

104 Tanta paura per nulla

106 Rabbia Birabbia

107 Quando i grandi urlano

108 Educazione in gioco Mi conosco

IL TESTO DESCRITTIVO

110 La casa degli orsi

112 DENTRO IL TESTO - Il testo descrittivo

PIÙ FACILE Un paese carino

114 In vacanza dal nonno

116 La baita di montagna

117 Il castello di Dracula

118 Concerto in cucina

119 La foglia

120 Federico

121 Mirtillo

122 Alice

123 La signorina Mundula - Il maestro

124 Gli orchi

125 Laboratorio di disegno L’orco

126 la principessa pirata

127 Laboratorio di disegno Il pirata

128 Sono competente? Nella libreria

130 Laboratorio di ascolto Un incontro

131 Sono bravo a leggere Andare via

IL TESTO POETICO

132 Riccioli d’oro

134 DENTRO IL TESTO - Filastrocca e poesia

PIÙ FACILE La pazienza

136 Pastasciutta - A chi tocca?

137 Il pensiero si fa panna - Pronti alla pesca

138 L’acquazzone - Nebbia

139 Addio tempesta

140 Le due streghe

141 Raggi di sole - Tramonto

142 La tela

143 La pioggia

144 Ode al giorno

145 Parole confinanti

146 Sono competente? Tuttifrutti

IL TESTO INFORMATIVO

148 Un mammifero solitario

150 DENTRO IL TESTO - Il testo informativo

PIÙ FACILE I dinosauri

152 Laboratorio di disegno Il Tirannosaurus Rex

154 Il sale del mare

155 Gli elefanti africani

156 A che cosa servono i denti

157 Il Sole

158 La plastica inquina?

159 Educazione in gioco Ricicliamo o inquiniamo?

160 Sono competente? Il cielo stellato

162 Laboratorio di ascolto Nasce una mela

163 Sono bravo a leggere Curiosità sui rettili

IL TESTO REGOLATIVO

164 Le regole della casa

166 DENTRO IL TESTO - Il testo regolativo

PIÙ FACILE Un acquario senza acqua

168 Mattonella di cioccolato

169 Il gioco dell’elastico

170 Un corretto ciclista

171 Sono competente? Graffiti rupestri

LE STAGIONI

172 È autunno

173 Arte e immagine I colori caldi dell’autunno

174 La festa dei nonni

175 La festa di Halloween

176 Passeggiata nel bosco

177 Alberi d’autunno - Filastrocca della nebbia

178 È inverno

179 Arte e immagine Disegnare con le linee

180 Luci di Natale

181 Tempo di frittelle

182 Tempo di neve e brina

183 Nevica

184 È primavera

185 Arte e immagine Più vicino, più lontanto

186 La fabbrica di cioccolata

187 Pasqua: festa di pace

188 Primavera nel bosco

189 I doni della primavera

190 È estate

191 Stelle

192 Avremo giorni lunghi

Cerca le icone e ascolta David

Quest’anno ti racconterò la fiaba di Riccioli d’oro trasformandola in tanti tipi di testo, così scopriremo insieme le tipologie testuali. Vedrai, sarà divertente!

TUTTI A SCUOLA!

LA SCUOLA È COME…

La scuola è come un albero

è chioma ed è radice

la scuola è come un nonno è chi ascolta e chi dice

la scuola è come un mare è onda ed è brezza

la scuola è come il cuore

è domanda e certezza

la scuola è come il cielo

è vento ed è quiete...

la scuola è come il mondo

la scuola è come me.

G. Clima, Senti senti che scuola, Mondadori

Completa.

Per te, la scuola è come

IL PRIMO GIORNO

Primo giorno di scuola. A dire il vero, è la terza volta che è il suo primo giorno di scuola. Insomma, Timmi fa la terza elementare. Si ricorda come fosse ieri del suo vero primo giorno di scuola, in prima elementare. Voleva tanto andare nella A, come la sua amica Anna, ma la misero nella B. Per fortuna il primo giorno di scuola la terza volta è più facile del primo giorno di scuola la seconda volta, e molto molto più facile del primo giorno di scuola la prima volta. Comunque è pur sempre un primo giorno di scuola, e per i timidi è un bel problema. Ma lei è timida? Sì, Timmi è timida. È così timida che quando le chiedi il nome arrossisce e risponde a voce bassissima. Per questo la chiamiamo Timmi. Con la mamma è passata sotto il portone di Linda, la sua migliore amica. Timmi è entrata in classe con Linda. Ha raggiunto il banco dell’anno scorso, si è seduta, poi si è guardata attorno e ha sorriso ai compagni. Ci sono tutti: sono i suoi amici.

V. Lamarque, La

Dentro DI ME

Anche per te il primo giorno di scuola rappresenta un problema?

Che cosa ti preoccupa?

Che cosa ti piace invece?

timida Timmi, Piemme Junior

TIZIANO RICORDA

Tiziano si annoia perché deve restare lì, in classe, ad ascoltare la lezione di storia. Sarebbe bello essere a pesca con papà!

Remare, attaccare gli ami... A Tiziano viene in mente la sua prima uscita in mare... suo padre aveva detto:

– Dai, tira su la grande vela! Sbrigati!

E Tiziano si era messo a rovistare in ogni angolo della barca.

– Che cosa fai, figliolo?

– Cerco la grande vela da issare, come hai detto tu!

– Ma no, Tiziano! Non si tratta di una vela. Guarda là, all’estremità della lenza: è un pesce, il migliore di tutto l’oceano!

Per la mia barba di mais, se riesco a prenderne una!

Tiziano guarda con aria svagata la maestra. Senza rendersene conto, aggiunge a voce alta: – Per la mia barba di mais...!

L’intera classe scoppia a ridere.

AA.VV., Leggo leggo, Zanfi Editore

Indica con V se le seguenti affermazioni sono vere e con F se sono false.

Tiziano è scuola e si annoia.

Tiziano pensa ai giochi che faceva in spiaggia. Durante l’estate Tiziano è andato a pesca con suo padre

Il padre di Tiziano ha pescato un grosso pesce

La classe scoppia a ridere.

La maestra si arrabbia.

Comprendo IL TESTO

DOVE SEI STATO IN VACANZA?

Seduto al banco, davanti al foglio bianco, Samuele pensava che scrivere fosse davvero la cosa più noiosa del mondo. Insomma, è molto più divertente giocare sulla spiaggia che raccontare di aver giocato sulla spiaggia, no?! E invece, tutte le volte che si torna a scuola dopo le vacanze, c’è sempre una maestra pronta con un tema che s’intitola: “Dove sei stato in vacanza? Che cosa ti è piaciuto di più? Dove vorresti andare l’anno prossimo?”. Per prima cosa, a Samuele le maestre sembravano un po’ impiccione con tutte queste domande. E poi, anche se cercava di mettercela tutta, non sapeva proprio che cosa raccontare.

– Prova a concentrarti – diceva sempre la mamma. Ma lui non aveva mai capito come si fa a concentrarsi.

– Devi stare fermo e pensare solo a una cosa – aggiungeva lei.

Che bel divertimento! Molto meglio correre su e giù e non pensare a niente! Solo che a scuola non si può correre da nessuna parte. Bisogna stare seduti e composti. Così Samuele se ne stava ad annoiarsi davanti a quel foglio bianco e, non sapendo che altro fare, rosicchiava un po’ la sua biro guardandosi intorno.

M. Dubini, Non mi piace scrivere, Mondadori

Dentro DI ME

Anche tu, come il protagonista, ti senti infastidito dalle domande su come hai trascorso le vacanze, oppure ti piace raccontare le tue esperienze?

VORREI FARE L’ASTRONAUTA

Mi chiamo CarloRoberto. Mi porto in giro due nomi da quando sono nato, “Doppia fatica?” penserai tu. Non so dirti, non mi sono mai sentito né particolarmente Carlo, né solo Roberto. A scuola frequento la terza classe. Mio papà continua a dire che vado alle elementari. Lui non ha ancora capito che non esiste più la scuola che c’era al suo tempo. In realtà, io frequento il terzo anno della scuola primaria.

La mia materia preferita è Arte: sono uno specialista nel disegnare gli animali e i paesaggi lunari. La mia maestra

Roberta dice che non ha mai avuto un alunno così appassionato di astronomia come me.

Effettivamente a me le stelle, pianeti e galassie piacciono un mondo. Il mio sogno, da grande, è fare l’astronauta e raggiungere la Luna e poi Marte. Ma mio papà dice che, siccome in matematica sono proprio una frana, non potrò mai diventare un astronauta. Per andare sulla Luna bisogna studiare ingegneria aeronautica e non sbagliare nemmeno un’operazione. Io, invece, non ne azzecco una: il quaderno di matematica, è una fioritura di croci rosse.

Avete capito. A scuola non sono propriamente ciò che chiamano “genio”.

A. Pellai. Non mi vedi, papà?, Erickson

Dentro DI ME

Confrontati con il protagonista del testo e completa.

CarloRoberto Io

Materia preferita

Passioni

Da grande

TUTTI MAESTRI!

C’era una volta (si fa per dire) un gruppo di bambini e bambine che erano venuti al mondo nello stesso paese, chi un po’ prima chi un po’ dopo, mentre la Terra stava compiendo lo stesso giro intorno al Sole. Per questo motivo li misero nella stessa classe e li affidarono a un maestro che li faceva parlare e li ascoltava attentamente.

Un giorno il maestro disse: – Io da voi imparo tante cose. Ma loro pensavano che fosse uno scherzo perché la gente crede che i maestri a scuola ci stiano per insegnare, non per imparare. Allora fecero un patto: chi sapeva o capiva subito una cosa diventava maestro e la insegnava a chi non aveva ancora capito. In questo modo scoprivano che nessuno sapeva fare bene tutto e che tutti potevano essere maestri degli altri. Anche il maestro diventò scolaro dei suoi scolari. E come stava attento, specialmente quando loro gli spiegavano come credevano che fosse il mondo!

M. Lodi, La mongolfiera, Edizioni La Meridiana

Comprendo IL TESTO

Completa inserendo al posto giusto le seguenti parole: scolaro • patto • nessuno • bambini • ascoltava • maestro • insegnava

Un maestro faceva parlare e .................................. attentamente tutti i .................................. Un giorno fecero un ..................................: chi sapeva una cosa diventava .................................. e la ..................................................... agli altri.

I bambini scoprirono così che ..................................................... sapeva fare bene tutto e anche il maestro diventò ..................................................... dei suoi scolari.

L’AULA DI NICCOLÒ

L’aula di Niccolò è quadrata e luminosa; fuori dalle finestre i bambini vedono gli alberi.

C’è una pianta immensa, con le foglie a forma di ventaglio.

A destra, a sinistra e davanti alla cattedra ci sono i banchi. Nel mezzo dell’aula c’è spazio per poter giocare, sedersi in cerchio ad ascoltare le storie, per disegnare su grandi fogli in gruppo e anche per recitare.

Niccolò è seduto vicino a Jacopo. Si conoscono da quando sono nati e insieme si sentono più sicuri.

E. Dell’Oro, Un merlo parlante in classe, Emme Edizioni

Comprendo IL TESTO

Scegli l’immagine che corrisponde alla descrizione letta.

SCUOLA DI MAGIA

Alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts gli studenti del primo anno dovranno avere:

• tre completi da lavoro a tinta unita (nero),

• un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno,

• un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili),

• un mantello invernale (nero con alamari d’argento).

N.B. Tutti gli indumenti degli allievi devono essere contrassegnati da una targhetta con il nome.

Altri accessori:

• una bacchetta magica,

• un calderone (in peltro, misura standard 2),

• un set di provette di vetro o cristallo,

• un telescopio,

• una bilancia d’ottone.

Gli allievi possono portare anche un gufo, oppure un gatto, oppure un rospo.

Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l’uso di manici di scopa personali.

J.K. Rowling, Harry Potter e la pietra filosofale, Salani

Dentro DI ME

Questo brano è tratto dal primo libro di Harry Potter. Conosci questo personaggio?

Quale fra il materiale elencato nel brano ti piacerebbe portare a scuola? Perché?

STAR BENE A SCUOLA

In ogni classe per creare un ambiente sereno occorrono delle regole che tutti devono rispettare.

Gioca insieme ai tuoi compagni. Dividetevi in gruppi di quattro o cinque bambini: a turno lanciate il dado. Chi capita nella casella con il comportamento scorretto deve tornare alla casella precedente. Vince il gruppo che raggiunge per primo l’arrivo.

5 6

Partenza

Alzo la mano prima di parlare.

1 2

3

4

Corro fra i banchi.

Se non hai un dado per giocare, puoi riprodurre su un cartoncino questo schema, ritagliarlo e costruirne uno.

9

Ascolto gli altri.

Seguo la lezione con attenzione.

Non saluto nessuno.

8

Distruggo il materiale della scuola.

10

11

Arrivo in orario.

7

Decido io dove mettermi in fila.

Rispetto il materiale di tutti. 20 21

Metto in disordine l’aula.

23 Mantengo l’aula in ordine.

Cammino ordinato in fila. 17 18 19

Parlo quando voglio.

Saluto quando arrivo e quando vado via. 25 26 27

Disturbo la lezione. 24

Arrivo sempre in ritardo.

28

Aiuto chi ha bisogno.

Gioco senza litigare.

Chiedo di andare in bagno. Non aiuto nessuno.

IL TESTO NARRATIVO

Storie realistiche e fantastiche

Riccioli d’oro è la protagonista di una storia che potrebbe accadere nella realtà.

RICCIOLINA

FICCANASO

Da poco la famiglia Orsi si è trasferita in città. abita una bimbetta un po’ troppo curiosa, Riccioli chiamata così per la sua capigliatura. Un giorno d’oro si avvicina più del solito alla finestra della cucina della famiglia Orsi per sbirciare dentro. I tre si sono appena seduti a tavola quando squilla il telefono del signor Orsi e i tre se ne vanno via di corsa lasciando tutto sulla tavola. In un attimo sono in macchina e sfrecciano via. Riccioli d’oro si accorge che non hanno chiuso la porta e la sua curiosità aumenta. Deve assolutamente entrare in quella casa, così si intrufola dalla porta. Sulla tavola ci sono tre piatti colmi di zuppa. La bambina, curiosa com’è, ne assaggia un po’. Poi va nelle camere, si siede sui letti e proprio quando si sdraia sul letto del bimbo sente arrivare una macchina. I signori Orsi sono tornati... E adesso?

Quello che era realistico, potrebbe diventare un racconto fantastico così…

LA FATINA RICCIOLINA

Riccioli d’oro era una minuscola fatina curiosa che voleva inaugurare le sue nuove ali. Quel giorno, svolazzando per la foresta raggiunse una casetta sperduta dove vivevano tre cercatori d’oro che erano burberi e scontrosi come tre orsi. Si avvicinò alla finestra per sbirciare, tanto, per le sue dimensioni probabilmente l’avrebbero scambiata per una comunissima farfalla e, sapendo che quei tre erano lì per cercare l’oro, decise di fare loro uno scherzetto. Con la sua bacchetta magica, che tutte le Fate Curiose possiedono, Riccioli d’oro fece luccicare qualcosa in mezzo agli alberi, così i tre “orsi” si precipitarono fuori a vedere. Lei allora infilandosi attraverso una fessura della finestra svolazzò fino ai piatti e assaggiò il loro contenuto. Poi passò nelle tre camere ma proprio mentre stava provando i letti i tre individui rientrarono in casa arrabbiati e delusi. Si accorsero subito che in casa c’era qualcuno, ma grazie alle sue dimensioni e al fatto che sapeva volare, scappò via in tempo con un’altra incredibile storia da raccontare.

DENTRO IL TESTO

Il RACCONTO REALISTICO è un testo narrativo. Narra fatti che sono accaduti o potrebbero accadere nella realtà.

COM’È FATTO?

Il racconto realistico è strutturato in tre parti:

l’INIZIO presenta i personaggi e la situazione di partenza; lo SVOLGIMENTO racconta la storia vera e propria; la CONCLUSIONE spiega come finisce la storia.

I PERSONAGGI

I personaggi sono persone o animali che appartengono al mondo reale e agiscono nella storia. Il personaggio più importante si chiama protagonista, tutti gli altri sono personaggi secondari.

IL TEMPO

Il tempo di solito è indicato con precisione. I fatti possono avvenire nel presente o nel passato.

IL LUOGO

I fatti si svolgono in ambienti reali.

I FATTI

I fatti sono generalmente narrati nell’ordine cronologico in cui si sono svolti. Sono legati tra loro da parole che indicano il passare del tempo: prima poi dopo allora infine

LE PAROLE MAGICHE

INIZIO

Oggi in cortile sono scoppiati tanti litigi così la maestra Michela ci ha fatto tornare subito in classe. Pensavamo che volesse farci una bella predica.

SVOLGIMENTO

A un tratto la maestra ha detto:

– Adesso parliamo di parole magiche! Allora, bambini, quali sono le parole magiche che conoscete? Giuseppe ha alzato la mano e ha detto abracadabra, che è la formula dei maghi. Sofia ha detto bibidi-bodibi-bu, Margherita ha provato con supercalifragilistichespiralidoso, come Mary Poppins. Ma ogni volta la maestra faceva no con la testa.

– Io intendevo le parole magiche che si possono usare tutti i giorni per fare più bella la nostra giornata.

Prima non sapevamo cosa rispondere, ma poi

Vanessa ha detto con una vocina un po’ incerta:

– Scusa è una parola magica, perché ti fa fare la pace con chi è arrabbiato con te.

– Bene! – ha esclamato la maestra – Adesso sì che ci siamo capiti!

CONCLUSIONE

E così tutti abbiamo cominciato a dire altre parole magiche: per piacere, permesso, grazie e in classe si sentiva una gran confusione.

M.L. Giraldo, Anna e le parole magiche, San Paolo Edizioni

Scrivi le parole nei riquadri giusti: luoghi • personaggio • fatto • tempo.

La struttura del racconto è formata da tre parti: l’INIZIO presenta i personaggi e la situazione di partenza; lo SVOLGIMENTO racconta la storia vera e propria; la CONCLUSIONE spiega come finisce la storia.

UN CANE PASTICCIONE

Marley era un cane pasticcione. Mangiava i bottoni delle giacche e rosicchiava le stringhe delle scarpe. Rovesciava la ciotola dell’acqua e assaltava il bidone della spazzatura Rubava i rotoli di carta igienica dal bagno e il tacchino dal forno.

– Adesso basta. Questo cane deve andare via! –disse la mamma. Marley era molto, molto triste

Poi un giorno Marley dimostrò che il suo posto era proprio lì, in quella casa.

La mamma era in camera a riporre la biancheria, quando Marley dalla cucina si mise ad abbaiare

– Sta’ zitto! – lo sgridò la mamma – Smettila!

Ma Marley non la smetteva e abbaiava sempre più forte. La mamma allora si precipitò in cucina.

– Il mio piccolino! – gridò. Ma prima che potese muovere un passo, Marley si lanciò su lungo i cassetti, balzò sul ripiano, spiccò un salto e afferrò Luise per l’enorme pannolino. Non lasciò la presa finché il piccolo non fu al sicuro fra le braccia della mamma.

Marley balzò sul pavimento e si esibì in un ballo personale come per dire: “Finalmente ho fatto qualcosa di buono!”.

Un sorriso illuminò il viso della mamma.

– Questa è la casa di Marley e noi siamo la sua famiglia.

J. Grogan, Marley un cane pasticcione, Sperling & Kupfer

Dentro IL TESTO

Colora le barre a lato del testo con i colori corrispondenti : INIZIO, SVOLGIMENTO, CONCLUSIONE.

Rispondi con una X.

• Quale immagine rappresenta l’inizio della storia?

• Che cosa succede nello svolgimento?

• Come si conclude la storia?

Comprendo IL TESTO

Completa.

La mamma vuole mandare via Marley

perché ...................................................................................

Un giorno però Marley .........................................

Allora la mamma .......................................................

Dentro LE PAROLE

Rileggi la frase evidenziata nel testo: quale verbo puoi usare al posto di “assaltava”?

Divorava

Si scagliava

Aggrediva

UN PICCOLO INCIDENTE

Elena e Mirko sono compagni di scuola dalla prima: lui siede nel banco davanti a Elena. Oggi sono usciti insieme e hanno fatto una deviazione per passare dalle case in costruzione. Mirko voleva mostrare a Elena la nuova casa dove si trasferirà con i suoi genitori. I lavori sono quasi ultimati.

I due ragazzi sono entrati e Mirko ha detto:

– Andiamo in dispensa a prendere i biscotti.

I biscotti erano nello scaffale in basso: Mirko si è piegato per prenderli, ha dato una botta alla porta con il sedere e... sono rimasti chiusi dentro.

Provano ad aprire la porta, ma ancora non c’è la maniglia e passare dalla finestra si rivela un’impresa impossibile. I due ragazzi temono che dovranno passare la notte là dentro, mangiando biscotti, in attesa che arrivino gli operai la mattina dopo.

Dentro LA GRAMMATICA

Nella frase evidenziata sono presenti quattro nomi propri e due nomi comuni. due nomi propri e due nomi comuni. due nomi propri e quattro nomi comuni.

Dentro DI ME

Ti sei mai ritrovato in una situazione simile a quella dei protagonisti? Cosa hai provato? Come l’hai risolta?

Si sta facendo buio. Nella penombra Mirko scorge la vecchia radio a pile del babbo e pensa di ascoltare un po’ di musica per passare il tempo. Mentre armeggia con le manopole per trovare la stazione preferita, Mirko vede le luci della radio riflesse su qualcosa nell’angolo della dispensa; ma questa non è...?

Allunga la mano, al buio, finché non riesce a toccare l’oggetto. È una maniglia! Quelle che usano gli operai prima di montare quelle vere alla fine dei lavori. La afferra e la infila nella porta. Si sente uno scatto improvviso e... la porta si apre: finalmente i due ragazzi sono liberi!

A. Bröger, Grandi amici... piccoli innamorati, Il Capitello

Dentro IL TESTO

Dividi il testo in INIZIO, SVOLGIMENTO, CONCLUSIONE colorando la barra con i colori corrispondenti . Collega ogni parte del racconto a ciò che narra.

INIZIO

SVOLGIMENTO

CONCLUSIONE

I due bambini rimangono chiusi in casa. I due ragazzi sono liberi.

Mirko mostra la sua nuova casa.

I PERSONAGGI sono persone o animali che agiscono nella storia. Il personaggio più importante si chiama protagonista, tutti gli altri sono personaggi secondari

FACCIAMO GLI GNOCCHI!

La zia Doreen fece un altro gnocco e lo lanciò in aria verso sua nipote Lizzie.

– Prendilo! – urlò – Che ne dici? Perfetto!

La zia le diede un bacio sulla guancia.

– Bene. La tua mamma sarebbe fiera di te. Ne parlavo giusto col preside, il signor Mentina. Dice che sei una ragazzina dolce e con la testa sulle spalle. Come si scrive gatto?

– G-A-T-T-0.

La zia Doreen sorrise.

– Giusto. E ora torniamo a fare gli gnocchi – si rimise al lavoro e mentre impastava cantava: Gnocchi! Gnocchi! Gnocchi belli!

Mescola, pesta, spiana, modella! Cuoci, scola, condisci, scodella! Gnocchi oh gnocchi belli!

Mentre zia Doreen cantava, Lizzie ballava a tempo. Poi la zia mise a bollire un pentolone d’acqua e vi gettò dentro gli gnocchi. Una volta cotti, li fece raffreddare e nella cucina si diffuse il delicato profumo degli gnocchi fumanti. D. Almond, Mio papà sa volare!, Salani

Dentro IL TESTO

Collega con una freccia.

PROTAGONISTA

PERSONAGGI SECONDARI

Il signor Mentina

Lizzie zia Doreen

L’OROLOGIO DELLA TORRE

Al suono della campanella, i ragazzi uscirono di cor dalle aule e si gettarono liberi per le vie di Berna, assaporando gli svaghi del fine settimana.

Hans voleva vedere il carillon dell’orologio e si dires verso la torre, seguito dalla sorella. Al primo rintocco ragazzo alzò gli occhi verso l’orologio che, sotto i raggi del sole di marzo, risplendeva nelle sue parti dorate.

– Ecco, ci siamo, sta partendo! – esclamò Hans.

– L’avrò visto mille volte... – rispose Clara annoiata.

– Che importa, è così bello e divertente! – continuò il fratello.

Mentre discutevano, si sentì un delicato rumore d’ingranaggi e alcuni congegni della torre cominciarono a muoversi: un gallo si mise a cantare, il giullare sgambettò colpendo ripetutamente due campane; allo stesso tempo un allegro corteo di orsi si mise a girare sotto il dio Crono, un vecchio con la clessidra. Quando batté l’ultimo rintocco, Clara si accorse di essere rimasta sola.

“Ecco, siamo alle solite...” pensò la ragazza, cercando il fratello in mezzo ai passanti. Poi notò uno zainetto scomparire proprio dietro la porta della torre

P. Coolbak, L’orologio senza tempo, Giunti Junior

Dentro IL TESTO

Indica con una X dove si svolge il racconto.

Nella scuola

Per le vie di Berna

Sulla torre dell’orologio

Dentro LA GRAMMATICA

Cerchia l’articolo presente nella prima riga del testo.

di solito è indicato con precisione. I fatti possono avvenire nel presente o nel passato.

UNA BRUTTA GIORNATA

Stuart si era appena svegliato e già sapeva che quella sarebbe stata una brutta giornata. Era il primo giorno nella nuova scuola, quindi aveva già una discreta quantità di cose per cui preoccuparsi. E adesso ci mancava anche questa: un paio di pantaloni di un verde tipo “pugno in un occhio” e una camicia con disegnati sopra dei cowboy. Stuart ficcò la testa sotto le lenzuola. Sarebbe stato impossibile farsi nuovi amici. Gli altri bambini si sarebbero rotolati a terra dalle risate, vedendolo vestito in quel modo.

Poi fece capolino da sotto le coperte: si concentrò sull’orribile completino. Strinse gli occhi con tutte le forze e indirizzò le sue potenti onde cerebrali sull’idea di farlo scomparire... ma il vestito era ancora lì. E sembrava perfino più brutto di prima.

Un momento... ma lui aveva il mantello, adesso! Se l’era fatto la settimana prima, cucendo insieme con la spillatrice un centinaio di vecchie cravatte. Stuart emise un sospiro. S’infilò gli orrendi pantaloni e l’ancor più orrenda camicia e si avvolse intorno il mantello. Ecco una cosa positiva nel mettersi il mantello: se non altro, nessuno avrebbe potuto vedere che cosa indossava sotto. S. Pennypacker, Stuart va a scuola, Mondadori Junior

Comprendo IL TESTO

Rispondi con una X.

• Quando si svolgono i fatti narrati nel racconto?

Di mattina Di pomeriggio Di notte

• Quanto durano i fatti raccontati?

Circa un’ora Un’intera mattinata Una giornata

LO SCIROPPO

Un pomeriggio i miei genitori sono andati al supermercato e la mamma ha detto:

– Manolito, ricordati, un misurino di sciroppo alle sei in punto.

Alle sei del pomeriggio sono andato a prendere il misurino e ho versato lo sciroppo.

Mio fratello, quando mi ha visto con il misurino in mano, s’è messo a piangere, perché i misurini non li sopporta proprio! Poi però mi ha seguito in cucina. L’ho messo nel seggiolone, ma appena ha visto il misurino ha ricominciato a strillare e con una manata ha rovesciato pure la bottiglia dello sciroppo! Così, arrivederci sciroppo!

Siccome lo sciroppo era rosa, ho mescolato la marmellata di fragole con il latte e lo zucchero e ho versato tutto nella bottiglia vuota.

Il bambino s’è preso il suo misurino senza protestare. Poi ha detto:

– Bambino vuole ancora.

Invece mi sono bevuto io un altro misurino. Così ci siamo fatti fuori tutta la bottiglia, poi l’ho riempita di nuovo per non lasciare tracce. Oggi mio fratello ha mal di stomaco.

La mamma ha detto:

– Questo bambino quando non ha una cosa, ne ha un’altra!

E. Lindo, Bentornato Manolito, Lapis

Dentro IL TESTO

Rispondi sul quaderno.

1. Chi è il protagonista della storia?

2. Quali sono gli altri personaggi?

3. In quale luogo si svolge il racconto?

4. Quando si svolgono i fatti? Sottolinea nel testo le parole che te lo fanno capire.

Dentro LE PAROLE

Incitare: incoraggiare.

I FATTI sono generalmente narrati nell’ordine cronologico in cui si sono svolti.

FORZA, ALICE!

pomeriggio alle tre in punto Alice bussò alla porta piano. La signora Matilde le aprì sorridendo. salotto e la ragazzina vide un gatto nero sul questo micione? Si chiama Merlino, come il preparato il libro di lettura che usavo con i Fammi sentire come leggi – disse la signora sorridendo.

Alice si concentrò sulla prima riga.

“C’era una V. Una V cosa? Cavolo! Di nuovo!” pensò vedendo le lettere agitarsi sul libro “C’era una V... volta!”

– C’era una volta – disse ad alta voce.

– Bene, continua pure – la incitò la signora Matilde.

Dentro IL TESTO

Metti in ordine di tempo le immagini con i numeri da 1 a 4, per raccontare la storia.

E così Alice passò tutti i pomeriggi nell’appartamento del primo piano. Studiò con la signora Matilde con molto impegno.

Una mattina a scuola la maestra chiese ad Alice di leggere la pagina 42.

I compagni cominciarono a ridacchiare. Lei li guardò e fece un bel respiro. Immaginò che il gatto Merlino fosse sdraiato sul banco, accanto al libro di lettura.

Fece un altro respiro e cominciò a leggere. Si concentrò su quelle lettere che tenta muoversi. Le sembrò che i compagni, persino l’aula fossero spariti. Restavano rumori e gli odori della storia che stava come se stesse vivendo un’avventura.

Quando terminò la lettura, sentì soltan Alzò lo sguardo e in quel momento i cominciarono ad applaudire. Tutti!

La maestra scrisse con la penna rossa “ottimo”! sulla pagina del libro di Alice tre stelline dorate.

G. Alvisi, M. Furini, Volano sempre via..., IndustrialZone

Dentro DI ME

Ti è mai capitato di essere in difficoltà o di non saper fare qualcosa?

Come hai reagito? Chi ti ha aiutato?

DOV’È LA GATTA MARTA?

Quando Anna andava in vacanza, portava la sua gatta, Marta, a casa dei genitori. Qui, gatta Marta andava a rintanarsi sotto un letto o su uno scaffale dietro i libri o chissà dove: nessuno la vedeva. Usciva solo di notte per mangiare, bere e fare i bisognini. Un’estate, a casa dei genitori di Anna, mentre gatta Marta era ospite da loro, un giorno arrivò Fragiuseppe Antonio, idraulico e muratore: c’era un bagno da rifare da cima a fondo.

Fragiuseppe Antonio spaccò piastrelle e pezzi di muro per due giorni interi. La mattina del terzo giorno la mamma di Anna trovò la ciotola della gatta Marta piena e la cassetta di sabbia perfettamente pulita. Cercò ovunque, ma gatta Marta non si vedeva.

Il giorno dopo, la mamma di Anna incontrò la signora Viganò del piano di sotto.

– Ma pensi un po’! – diceva la signora Viganò – Da qualche notte mia figlia sente miagolare. Un miagolio lontano, che viene dall’alto, sopra la sua camera...

La mamma di Anna venne colta da un pensiero terribile.

Corse in casa e telefonò a Fragiuseppe Antonio: – Venga subito qui! C’è da rompere un muro!

Fragiuseppe Antonio scoperchiò la vasca nuova ed esclamò: – Io di gatti non ne vedo proprio!

La mamma di Anna chiamò piano gatta Marta per una, due, dieci volte. Ma non si sentiva nessun miagolio. Poi, finalmente gatta Marta rispose. Un miagolio debole e sottile. Ci volle quasi un’ora per convincerla a uscire dal suo nascondiglio.

A. Vivarelli, Che fine ha fatto gatta Marta?, Notes Edizioni

Dentro LE PAROLE

Da cima a fondo: tutto.

Comprendo IL TESTO

Segna con una X il completamento corretto.

• Quando Anna andava in vacanza lasciava la sua gatta dai suoi genitori. dalla vicina del piano di sotto. da sola.

• Un’estate a casa dei genitori di Anna arrivò

l’idraulico-muratore per rifare il bagno.

l’idraulico-muratore per aggiustare la cucina.

l’idraulico-muratore per sistemare lo scarico della lavatrice.

• Una mattina la mamma di Anna scoprì che la gatta aveva catturato un topo. era sparita.

non miagolava più.

• Dopo aver parlato con la signora Viganò, la mamma di Anna pensò che

la gatta fosse andata a casa della vicina. la gatta fosse rimasta prigioniera nel muro della cucina. la gatta fosse rimasta prigioniera nel muro del bagno.

• L’idraulico tornò e aggiustò il lavandino. spaccò tutto il bagno nuovo. rifece il bagno nuovo.

• La gatta Marta uscì subito dal suo nascondiglio miagolò subito forte. dopo un’ora miagolò debolmente e uscì dal nascondiglio

UNA DECISIONE DIFFICILE

Mario era emozionato per l’arrivo del fratellino. Sarebbe nato da un momento all’altro. La mamma gli disse: – Mentre starò in ospedale, puoi andare dalla nonna o dalla nostra vicina, la signora Mariposa, scegli tu… Mario si sedette pensieroso, accarezzando le orecchie del cagnolino Rollo. Sapeva di non essere bravo a prendere decisioni. Quella sera, però, gli venne un’idea. Annotò su un taccuino le voci «piatti - programmi tivù - Rollo»: avrebbe fatto un’intervista alla nonna e una alla signora Mariposa, segnando per ogni voce una crocetta sul «sì» o sul «no».

Il giorno dopo telefonò alla nonna: – Ti preparerò piatti semplici, come il semolino... – disse la nonna – La tivù? Beh, mi spiace, ma... io non potrei rinunciare ai miei teleromanzi!

Mario segnò due crocette sul «no». Però la nonna avrebbe ospitato volentieri anche Rollo: una bella crocetta sul «sì».

Dentro LE PAROLE

Annotare: prendere appunti.

Semolino: farina di semola macinata finemente, spesso usata per minestre.

Mancava la voce «Rollo» significa:

Rollo aveva mal di gola.

Rollo non era stato preso in considerazione.

Rollo non approvava la scelta.

Comprendo IL TESTO

Rispondi sul quaderno.

1. Chi deve prendere la decisione difficile?

2. Quale importante decisione deve prendere?

3. Che cosa fa per riuscire a prendere la decisione?

4. Quale decisione prende alla fine? Perché?

Le risposte della vicina furono:

– Ti preparerò la pizza e la torta al cioccolato! E in tivù potrai guardare i cartoni animati che preferisci! Due crocette sul «sì». Mancava la voce «Rollo».

La signora Mariposa concluse:

– Mi spiace, ma devo dirti di no: l’ultima volta che è stato qui, Rollo ha distrutto il mio vaso di cristallo preferito!

Mario guardò Rollo: aveva lo sguardo triste Gli si avvicinò e gli disse:

– Andremo dalla nonna. Spero tu capisca che mangerò il semolino per te.

Gli occhi di Rollo sorrisero!

A. Fine, Cane o pizza?, Piemme Junior

Dentro IL TESTO

Metti in ordine di tempo i fatti raccontati con i numeri da 1 a 5.

Mario intervista la signora Mariposa.

Mario intervista la nonna.

Mario deve decidere dove stare durante l’assenza della mamma.

Mario finalmente sceglie con chi stare.

Mario pensa di fare un’intervista alle due donne.

Perché abbiamo le ascelle?

CHE BIRBA!

Il mio nome è Dory, ma tutti mi chiamano Birba. Mia sorella si chiama Viola e mio fratello Luca. Viola è la più grande. Viola e Luca non vogliono mai giocare

con me, dicono che io sono una bambina piccola.

A chi lo dici?

Non vedo l’ora che inizi la scuola!

– Mamma! Birba ci dà fastidio!

– Che cosa sta facendo? – chiede la mamma.

– Ci guarda!

È tutta l’estate che, ogni volta che io cerco di giocare

con i miei fratelli, loro dicono “Per favore lasciaci in pace!”.

me ne vado. Però non so che cosa dire, faccio domande, tutte quelle che mi vengono

abbiamo le ascelle? Come si fa la plastica? vedo l’ora che inizi la scuola, così ci prendiamo pausa da Birba! – dice Viola. dici! – brontola Luca.

Dory fantasmagorica - Una pecora nera a scuola, Terre di Mezzo

Comprendo IL TESTO

i fumetti ai personaggi che pronunciano battute.

con V se le seguenti affermazioni sono con F se sono false.

il vero nome di Birba. ha due sorelle e un fratello.

Luca giocano sempre con Birba. rivolge ai fratelli molte domande.

Luca desiderano che inizi la scuola.

LA BAMBINA-CICLONE

Martina fece colazione leggendo un giornalino a fumetti. Distratta dalla lettura, inzuppò il tovagliolo nel latte al posto dei biscotti. Durante il tragitto in auto per andare a scuola il suo anello andò a impigliarsi nella tappezzeria del sedile. Martina tirò con energia, fece un bello strappo alla tappezzeria e contemporaneamente urtò il fratellino Matteo, che finì incastrato fra il sedile posteriore e lo schienale del papà.

Davanti alla scuola, Martina scese dalla macchina e baciò il papà, pestandogli un piede.

Quando finalmente entrò in classe, la bambina-ciclone abbandonò il suo zaino in mezzo ai banchi appena in tempo per permettere a Emilia di inciamparvi sopra.

Poi Martina corse a raccontare al maestro tutto quello che aveva fatto il giorno prima. Siccome parlando si agitava, fece cadere a terra il quaderno di Enrico, la penna di Franco e urtò involontariamente Luca. I bambini protestarono, ma al maestro venne da ridere e non riuscì a rimproverare Martina. Quel ciclone di bambina era anche una bambina simpatica.

S. Bordiglioni, Martina il ciclone, Emme Edizioni

Dentro LE PAROLE

La parola ciclone ha più significati. Indica con una X quello che spiega l’espressione bambina-ciclone.

In meteorologia, perturbazione atmosferica.

Persona che per grande vitalità provoca disordine, confusione e danni.

Avvenimento o evento che provoca un violento sconvolgimento.

Comprendo IL TESTO

Che cosa NON ha combinato Martina?

Rovescia il latte sul tovagliolo

Strappa la tappezzeria dell’auto

Urta il fratellino che si incastra fra i sedili dell’auto

Pesta un piede a Emilia

Fa cadere a terra Enrico

UNA BAMBINA DI NOME LUMACA

Di correre proprio non era capace. Per la verità era lenta in tutto: lenta a mangiare, lenta a scrivere, lenta a vestirsi. Però non si poteva dire che non sapesse fare tutte queste cose: anche se ci metteva più tempo degli altri, faceva tutto. Ma correre no, proprio non lo sapeva fare. Naturalmente la chiamavano Lumaca. Il fatto è che Lumaca era davvero troppo grassa per correre: tutta quella ciccia era difficile da muovere velocemente.

Anzi, era difficile da muovere in qualunque modo. Finché il luna park non cambiò la sua vita.

Il giorno che il papà la portò al luna park fu un grande divertimento e tornarono a casa con un sacchettino pieno d’acqua. In mezzo all’acqua c’era una tartarughina verde, di quelle piccole. Appena a casa misero la tartaruga in una vaschetta di plastica. La bambina guardava la tartaruga che nuotava in ogni direzione e pensava: “Deve essere meraviglioso nuotare così, molto più bello che correre...”.

Una sera, la mamma disse:

– Quest’anno passeremo qualche giorno al mare!

Appena Lumaca entrò nel mare si sentì diversa: non aveva più peso, era come se il suo corpo avesse perduto tutto il contorno. Quella forma goffa e pesante e lenta non c’era più. Le braccia e le gambe si muovevano leggere, senza nessuna fatica. Lumaca scivolava via sott’acqua, emergeva, si voltava e cambiava direzione, si rigirava sul dorso, tornava sotto. Era velocissima, avanti e indietro, su e giù senza sosta, senza bisogno mai di riprendere fiato.

G. Quarzo, Talpa lumaca pesciolino, Fatatrac

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Coordinamento: Emilia Agostini

Redazione: Francesca Bolognini

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