EDUCAZIONE CIVICA E... ARTE E IMMAGINE Il cittadino che sarò
Approfondimenti tematici specifici della materia Attività creative e cooperative Agenda 2030
Educazione civica di ARTE E IMMA nell’ora GINE
Indice 1. Patrimonio artistico e beni culturali .......................................................... 2 2. I simboli della Repubblica italiana .............................................................. 5 3. I primi musei: l’arte diventa pubblica ........................................................ 9 4. I materiali riciclati si fanno arte .................................................................. 13 5. Spazi artistici e culturali, la nuova vita delle ex fabbriche ....... 16 6. I temi sociali della Street Art ........................................................................ 20 7. L’arte trafugata ..................................................................................................... 24 Sviluppo sostenibile: l’Agenda 2030 .............................................................. 29
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Patrimonio artistico e beni culturali Quando si parla di beni culturali, la maggior parte delle volte si è portati a credere che rientrino in questa categoria solo opere d’arte e monumenti. Sono invece beni culturali anche i manufatti che costituiscono testimonianza storica di epoche e civiltà (al di là di un valore artistico riconosciuto), come i prodotti artigianali, e i beni immateriali, ovvero usi, costumi, tradizioni e folklore di ogni Paese. Il patrimonio artistico-culturale di un Paese, quindi, si compone di tanti elementi, ognuno dei quali merita di essere tutelato e salvaguardato.
Le prime leggi a tutela del patrimonio artistico
Il primo strumento legislativo moderno volto alla conservazione delle opere e dei monumenti risale al 1802, quando papa Pio VII emanò l’Editto Doria, che, seppur rivolto ai beni dello Stato Pontificio, identificava nel patrimonio culturale un possesso morale e spirituale di tutti, spronando lo Stato a farsi carico del diritto-dovere di intervenire sui beni e tutelarli. All’Editto collaborò anche Canova, considerato un grande maestro del neoclassicismo e un forte sostenitore dell’importanza della conservazione dei beni culturali. A meno di un ventennio di distanza, nel 1820 venne emanato l’Editto Pacca, elaborato dal cardinale Bartolomeo Pacca, primo passo ufficiale e ben organizzato verso la moderna civiltà giuridica della tutela. L’Editto si occupò di sistemare numerosi aspetti legati alla salvaguardia dei patrimoni artistici dell’Italia attraverso norme e interventi mirati: • si consolidarono le norme in fatto di conservazione archeologica e artistica dei beni presenti a Roma e nello Stato Pontificio; • si organizzò il servizio amministrativo competente per studiare e vigilare sul patrimonio artistico dello Stato; • fu istituita la Commissione di Belle Arti per cooperare al restauro e alla conservazione dei monumenti pubblici di pregio; • furono create commissioni ausiliarie destinate alle legazioni e delegazioni. Nella prima metà dell’Ottocento, poi, fu introdotta la catalogazione, rendendo più semplice tenere sotto controllo tutti i beni culturali e artistici di cui l’Italia godeva. Furono inoltre promosse varie campagne di sensibilizzazione all’argomento e le antichità classiche furono elevate a esempio di orgoglio nazionale di cui prendersi cura. 2
Patrimonio artistico e beni culturali
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1 Chi protegge attivamente i beni culturali del nostro Paese?
Lo Stato italiano, secondo quanto stabilito dalla nostra Costituzione all’articolo 9, «tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Per riuscire in questo compito, si affida ad alcune organizzazioni nazionali e internazionali. A livello nazionale, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo è l’organo istituzionale che coordina il lavoro delle sovrintendenze dislocate sull’intero territorio italiano. Si impegna a garantire la conservazione del patrimonio storico, artistico e del paesaggio, così come a tutelare la cultura e lo spettacolo, sviluppando attività di promozione e politiche a favore del turismo.
Anche amministrazioni locali, Regioni, Province e Comuni valorizzano il patrimonio artistico del proprio territorio, aiutati da altre istituzioni o associazioni, tra cui: • FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, che dal 1975 conserva e restaura siti e monumenti di spicco per renderli fruibili al pubblico; • Italia Nostra, che diffonde nel Paese la «cultura della conservazione» del paesaggio urbano e rurale e dei monumenti; • Touring Club Italiano, che promuove il turismo dal 1984. A livello internazionale, invece, è l’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) a impegnarsi principalmente nella tutela e salvaguardia del patrimonio artistico, culturale e ambientale dell’umanità, al fine di conservare per le generazioni future la storia e l’identità proprie di ciascun popolo. L’UNESCO ha redatto una lista del Patrimonio dell’Umanità con i luoghi del mondo da proteggere: l’Italia ne ha 55 ed è oggi il Paese con il maggior numero di siti iscritti. Patrimonio artistico e beni culturali
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1 Buone pratiche Prendi nota sul quaderno di quali monumenti, opere d’arte, usanze e tradizioni caratterizzano il tuo paese o la tua Regione, poi tra tutti quelli che hai citato, scegline uno su cui concentrarti. Dedica un pomeriggio a scattare fotografie del bene scelto, oppure a cercare immagini a esso relative, documentati attraverso notizie più o meno recenti, raccogli testimonianze dirette da chi conosce il bene selezionato (abbi cura di scoprire che cosa sanno i tuoi concittadini di quel monumento o di quell’usanza, cosa ne pensano, che interventi effettuerebbero per rendere il bene più conosciuto/visitato/fruibile dalla massa e se ritengono che venga tutelato e curato in maniera adeguata). Quando avrai raccolto materiale sufficiente, stendi una relazione esaustiva sul bene artistico-culturale scelto e, infine, esponila in classe davanti ai tuoi compagni.
Barra con una x la risposta esatta. 1. Per quale motivo il folklore fa parte dei beni immateriali da tutelare? A Il folklore non fa parte dei beni immateriali ma di quelli materiali, insieme a monumenti e opere d’arte. B Perché i beni immateriali comprendono gli elementi culturali inerenti il divertimento. C La tutela del folklore incentiva la crescita del turismo verso un determinato Paese. D Perché il folklore racchiude in sé il patrimonio della tradizione popolare, come musiche, miti, leggende, superstizioni, giochi. 2. Perché lo Stato italiano si impegna nella tutela del patrimonio storico e artistico del nostro Paese? A Perché alcune organizzazioni nazionali e internazionali spronano lo Stato a conservare monumenti e opere d’arte. B Perché tutto ciò che fa parte dell’ambito artistico, storico, culturale, paesaggistico e turistico rappresenta l’identità dell’Italia. C Perché così facendo incentiva il turismo verso il nostro Paese. D Perché è obbligato a farlo dalle norme redatte nell’Editto Doria del 1802.
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I simboli della Repubblica italiana I simboli patri dell’Italia identificano e riflettono la storia, la cultura e i valori del nostro Paese e che l’intero Paese condivide. Di seguito sono presentati i simboli ufficiali della Repubblica, ovvero quelli riconosciuti dalle autorità dello Stato italiano.
La bandiera
La bandiera italiana che noi oggi conosciamo e riconosciamo, cioè il tricolore «verde, bianco e rosso, a tre bande verticali e di eguali dimensioni» come cita l’articolo 12 della Costituzione, è nata per la prima volta a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797 come stendardo della Repubblica Cispadana, uno Stato della penisola italiana mosso dagli ideali della Rivoluzione francese, quali l’indipendenza e l’autodeterminazione dei popoli.
La storia del tricolore parte dunque molti decenni prima della nascita della Repubblica e, prima ancora di esserne il simbolo, è stato l’emblema di svariati periodi cruciali del percorso storico del nostro Paese. In seguito al Congresso di Vienna, infatti, dopo il 1815 il tricolore diventò il simbolo dei moti rivoluzionari che portarono alle guerre d’indipendenza e al Risorgimento. Lo stesso re Carlo Alberto di Savoia lo adottò nel 1848 come bandiera militare (aggiungendo al centro del tricolore lo stemma di casa Savoia) alla guida della Prima guerra d’indipendenza e, di conseguenza, della lotta per l’unità d’Italia.
I simboli della Repubblica italiana
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2 L’inno
Intitolato Canto degli italiani, ma chiamato comunemente Fratelli d’Italia o Inno di Mameli, l’inno nazionale italiano esprime i sentimenti del nostro Paese e ne rappresenta l’unità. È stato composto nel 1847 dal poeta genovese Goffredo Mameli e musicato da Michele Novaro, che aveva già contribuito alla realizzazione di svariati canti patriottici. È formato da cinque strofe di otto versi e da un ritornello che si ripete alla fine di ogni strofa. Si intona portando la mano destra sul petto oppure si ascolta in rispettoso silenzio, mantenendo una postura solenne. Nonostante sia stato usato sin dalla nascita della Repubblica, il Canto degli italiani è stato riconosciuto per Legge inno nazionale ufficiale soltanto nel 2017.
L’emblema
Il 5 maggio 1948, dopo ventiquattro mesi di percorso creativo, due concorsi pubblici, 800 bozzetti e 500 cittadini coinvolti, nacque l’emblema (o stemma) della Repubblica, caratterizzato da tre elementi: la stella, la ruota dentata, i rami di ulivo e di quercia. La stella rappresenta l’Italia, poiché essendo uno degli oggetti più antichi del nostro patrimonio iconografico è da sempre associata alla personificazione del nostro Paese. La ruota dentata d’acciaio riprende l’articolo 1 della Costituzione («L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro») ed è il simbolo dell’attività lavorativa. Il ramo di ulivo rappresenta la volontà di pace nazionale e internazionale della Repubblica; quello di quercia incarna la forza e la dignità del popolo italiano. Ulivo e quercia sono anche due delle specie più tipiche del nostro patrimonio arboreo.
Lo stendardo
Lo stendardo presidenziale lo si vede innalzato sulle automobili, le navi o gli aerei che hanno a bordo il Presidente; oppure all’esterno delle Prefetture e all’interno di qualsiasi ambiente in cui egli sia presente e intervenga. Questo succede perché nel nostro ordinamento militare e cerimoniale lo stendardo costituisce il segno ufficiale e distintivo della presenza del capo dello Stato e, dunque, segue il Presidente della Repubblica in ogni suo spostamento. 6
I simboli della Repubblica italiana
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