Giorni di scuola 3 - Letture

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CLASSE PRIMA

• Metodo • Prime letture

• Letture • Linguaggi espressivi • Grammatica RAF

• Grafo-motricità • Storia • Geografia • • Scienze • Matematica • Corsivo • Primi testi • Tecnologia

• Esercizi di matematica • UDA multidisciplinare • Lapbook

CLASSE SECONDA

Li • Letture • Linguaggi espressivi • Cittadinanza e Costituzione

• Esercizi di matematica • Laboratori del testo • Storia • Geografia • • Scienze • Matematica • Laboratori di scrittura • UDA multidisciplinare • Lapbook • Mappe • Tecnologia • Grammatica RAF

• Letture • Linguaggi espressivi • Cittadinanza e Costituzione

• Esercizi di matematica • Laboratori del testo • Storia • Geografia • • Scienze • Matematica • Laboratori di scrittura • UDA multidisciplinare • Lapbook • Mappe • Tecnologia • Grammatica RAF

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A Z Z UR RO

CLASSE TERZA

PER LA CLASSE • Cartelloni: Tabelle forma-sillabe Accoglienza I compleanni della classe Le tabelline L’evoluzione dell’uomo Le cinque Ere • L’alfabetiere murale • I l tesserino portanome per ogni alunno

Letture

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G ­ RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

Gi C R. M or . C ag e IS ni d ria gi BN i ch P. s 97 cu i - O Ma 8- o . M rti n 88 la -4 3 ara elli 72 - sc -2 Le a 73 tt 3- ur 0 e

C. Ceriachi - O. Marasca R. Maggi - P. Martinelli

PER L’INSEGNANTE • Guida al testo con: guida alle competenze, programmazione, suggerimenti per il coding, schede operative, verifiche a livelli. il M.I.O. BOOK docente con la guida al testo, i percorsi multidisciplinari per la LIM spiegati passo passo, esercizi interattivi di italiano e di tutte le discipline, video, canzoni e tante schede in PDF il M.I.O. BOOK studente I DVD si possono installare senza connessione a Internet

CD audio in formato MP3 con la versione audio di tutto il libro letto da speaker professionisti

Codice per l’adozione Giorni di scuola - Pack 3 ISBN 978-88-472-2719-4

I volumi oltre alla versione digit ale M.I.O. BOOK, sono consultab ili on-line e archiviabili su USB

Guida ai percorsi educativi speciali e schede di lavoro con materiali semplificati

www.raffaellodigitale.it www.grupporaffaello.it

Prezzo ministeriale

letture i d a i g o l o t An pressivi s e i g g a u g Lin stituzione o C e a z n a Cittadin

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Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO.

È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

Come attivare il M.I.O. BOOK e accedere al portale Raffaello Digitale

I colori dell’amicizia o giorno alla scuola Per Lucy quello era il prim ata dall’India e non Primaria. Era appena arriv conosceva nessuno. in mensa, ma Lucy Per pranzo andarono tutti sola. Dopo pranzo si sedette a un tavolo da misero a giocare, si tutti uscirono in giardino, o del cortile con tranne Lucy. C’era un angol tra con una maes la il selciato, le si avvicinò colorati e le disse: scatola piena di gessetti fare un bel disegno. – Tieni Lucy, se vuoi puoi e disegnò una Lucy si inginocchiò per terra giallo e due grandi giraffa con un lungo collo occhi marroni. non giocava. C’erano Lucy non era l’unica che che se ne stavano altri due bambini nuovi ina: seduti su una panch

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.

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WWW.RAFFAELLODIGITALE.IT Con la registrazione puoi: • s caricare i materiali digitali presenti all’interno del M.I.O. BOOK; • c onsultare il testo anche in modalità online (cioè senza dover scaricare il Raffaello Player).

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La registrazione è facoltativa e consente di ricevere gli aggiornamenti del testo.

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Senza registrazione è possibile: • richiedere il supporto; •v isionare i video tutorial.

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Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

Inoltre: •è possibile accedere al M.I.O. BOOK e ricevere gli aggiornamenti del testo.

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È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).

Coordinamento e redazione: Emilia Agostini Grafica e impaginazione: Mauda Cantarini, Dania Fava Illustrazioni: Silvia Baroncelli, Sandra Bersanetti, Chiara Bordoni, Manola Caprini, Funnybooks, Mariagrazia Orlandini, Laura Zannoni Copertina: Valentina Mazzarini Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, Thinkstock, Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Per esigenze didattiche i testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore. Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze. © 2017 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it Ristampa: 5 4 3 2 1 0

2022 2021 2020 2019 2018 2017


IL LIBRO AZZURRO CIAO, QUESTI SONO I TUOI LIBRI DI ITALIANO. TI INSEGNERANNO A LEGGERE E A SCRIVERE BENE.

LETTURE LABORATORIO DI ITALIANO Con il libro rosso esplorerai tanti testi diversi! Imparerai a scrivere racconti di ogni genere, descrizioni, poesie e filastrocche, testi informativi e regolativi. Con la imparerai a scrivere e a esprimerti correttamente.

Il libro azzurro ti farà appassionare alla lettura! Imparerai a leggere bene e a comprendere qualsiasi tipo di testo.


I PRIMI GIORNI DI SCUOLA QUELLO CHE GIÀ SO

Pensiero mare - Poesia Giochi di parole - Testi discontinui Avventura nel bosco - Racconto realistico Lo spaventapasseri - Descrizioni Ti piace leggere? - Testo Partire con “il piede giusto” - Testo informativo

4 5 6 7 8 9

RA CCO N T I DI S CU OL A

Pinocchio va a scuola - Un classico Il primo giorno - Poesia A scuola, mamma! - Racconto verosimile Pippi va a scuola - Racconto fantastico Pit, stregato - Esperienza personale Nella scuola a tempo pieno - Poesia Leggo bene ad alta voce Il figlio del pescatore - Racconto classico L aboratorio del testo • Ascoltare e comprendere Mettete in ordine la cartella - Racconto fantastico Traguardi - Esperienza personale Lo sfogo di una maestra - Racconto realistico È più facile con Micio Mao Verifico le mie competenze

10 12 13 14 15 16 17 18 20 22 24 25 26 28

RA CCO N T I IN M ON DI FA N TA ST I C I

Nella tana del coniglio - Un classico Il bosco Fiabefavole - Poesia Rosaspina - Fiaba Il fagiolo magico - Fiaba Draghi e orchi - Fiaba Leggo bene ad alta voce Nel bosco - Fiaba Verifico le mie competenze Il cammello e la neve - Favola L aboratorio del testo • Piccole parole importanti La rana e il bue - Favola

30 32 33 34 36 37 38 40 42 44 46 2

47 Il lupo e la nonna - Favola 48 È più facile con Micio Mao 50 Verifico le mie competenze RA CCO N T I LON TA NI NEL TEM PO

52 Il mito di Proserpina - Un classico 54 In principio... - Poesia 55 L’origine della pioggia - Mito 56 Il colore della pelle - Testo informativo 57 Nell’era glaciale - Racconto storico 58 La nascita del mondo - Mito 59 Leggo bene ad alta voce 60 Il cielo e la terra - Mito 62 Verifico le mie competenze 64 Perché il gufo è un animale notturno? - Leggenda 66 L aboratorio del testo • Le relazioni fra i fatti 68 Perché l’albatros ha il becco ricurvo? - Leggenda 69 Come nacque il Mar Adriatico - Leggenda 70 È più facile con Micio Mao 72 Verifico le mie competenze RIM E IN C A S A

74 La casetta nel bosco - Un classico 76 Casa - Poesia 77 Il palazzo dei sogni - Racconto verosimile 78 Faccio il pane - Filastrocca 79 Il signor Venceslao - Racconto fantastico 80 Leggo bene ad alta voce 81 Grattacielo in costruzione - Poesia 82 La casa delle bambole non si tocca! - Racconto realistico 84 L aboratorio del testo • Imparare a memoria 86 Lotta trasloca - Racconto realistico 88 Il cielo sulle case - Poesia 89 Cittadinanza e Costituzione 90 Ode alla casa - Poesia 91 È più facile con Micio Mao 92 Verifico le mie competenze


D ES C RIZ ION I IN C IT TÀ

94 Il viaggio sull’isola - Un classico 96 Ruote in città - Filastrocca 97 Una giungla di vicoli - Descrizione 98 Il paese dei quadrati - Racconto fantastico 100 Casablanca - Racconto realistico 101 Leggo bene ad alta voce 102 In bicicletta - Descrizione 103 La città saracena - Leggenda 104 Laboratorio del testo • Ricavare informazioni 106 Il vestito di Max - Descrizione 107 La nonna - Descrizione 108 È più facile con Micio Mao 110 Allo zoo - Esperienza personale 111 Nella città dei gatti - Racconto fantastico 112 Verifico le mie competenze LON TA N O NEL LO S PA ZIO

114 Robinson e l’isola - Un classico 116 Io giramondo - Poesia 117 Nella foresta - Racconto realistico 118 Un mondo invisibile - Testo informativo 120 Il paese tutto tondo - Racconto fantastico 121 Leggo bene ad alta voce 122 Un fortunato incontro - Racconto realistico 123 Il brodo primordiale - Testo informativo 124 Laboratorio del testo • Le sequenze informative 126 L’isola di Murano - Testo informativo 127 Mangiare nel mondo - Testo informativo 128 È più facile con Micio Mao 130 Verifico le mie competenze

140 Arte e immagine • Il punto 142 La natura in inverno - Inverno 143 Babbo Natale in città - Feste d’inverno 144 Capodanno nel mondo - Feste d’inverno 145 Aspettando la Befana - Feste d’inverno 146 La maschera - Feste d’inverno 147 Leggo bene ad alta voce 148 Arte e immagine • La linea 150 La natura in primavera - Primavera 151 Pasqua - Feste di primavera 152 Pasqua: festa di pace - Feste di primavera 153 La leggenda di Martisor - Feste di primavera 154 Laboratorio del testo • Facciamo teatro 156 Arte e immagine • I piani dello spazio 158 La natura in estate - Estate 159 Cittadinanza e Costituzione 160 Arte e immagine • Il ritratto 162 Verifico le mie competenze

GLI ULTIMI GIORNI DI SCUOLA VERIFICO LE MIE COMPETENZE

164 Visita guidata

R EG OLE A C IEL O A P ERTO

132 Mao e le quattro stagioni 134 I quattro moschettieri - Autunno 135 La natura in autunno - Autunno 136 Come si riconosce una strega (in ogni stagione) - Autunno 138 Se mi sgridano... Se perdo... - Autunno 139 Ricette di Halloween - Feste d’autunno

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M.I.O. BOOK

Divertiti e impara con i video, gli ascolti e le attività multimediali

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I PRIMI

GIORNI DI SCUOLA Benvenuto in classe terza! Ormai sei un lettore esperto e conosci alcune caratteristiche importanti dei racconti, ma durante la pausa estiva potresti aver perso l’allenamento. In queste prime pagine troverai gli esercizi giusti per “riscaldarti”, per verificare le tue abilità e impegnarti a migliorarle.

PENSIERO MARE Mare di sale di onda e di vela mare di sole di aria e di cielo mare di scoglio di sabbia e conchiglia mare di riccio di pesce e balena mare di soffio di urlo e di schiuma mare di sogno di viaggio e avventure mare disteso sul mio pensiero perché ogni volta che io ti penso non mi diventi mare davvero? P. Formentini, Poesie di terra e di mare (... ma c’è anche il cielo), Edicolors

COMPRENDO

Rispondi.

Il poeta pensa al mare con indifferenza. nostalgia. Tu come pensi al mare? ....................................................................................................................

Q uali immagini ti sono piaciute di più? Sottolineale. Scrivi di seguito altre immagini di mare che aggiungeresti alla poesia.

Mare di tuffi, di .......................................................................... e di ............................................................................................................. mare di secchielli, ................................................................. ..........................................................................................................................

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Rispondi con una X. Ti è piaciuta questa poesia? Sì No Così così Come ti è sembrata l’attività proposta? Facile Così così Difficile


QUELLO CHE GIÀ SO GIOCHI DI PAROLE T rova nello schema le parole elencate. Attenzione: alcune lettere sono comuni a più parole.

mare merenda gelati pesce onde

barca sole corsa riposo isole

O ra riscrivi sul quaderno le parole in ordine alfabetico.

M M B I A K P

A N A S J L D

R I P O S O L

E P F L V N B

M E R E N D A

I S Z G H E R

E C O R S A C

G E L A T I A

R isolvi il cruciverba; nella colonna colorata leggerai il nome di un frutto tipico dell’estate.

1. Lo usa chi non sa ancora nuotare. 2. Il dolce più goloso e freddo dell’estate. 3. Si usa per cucinare la carne all’aperto. 4. Aiuta i bagnanti in difficoltà. 5. Insalata di frutta. 6. Fa ombra sulla spiaggia. 7. Quello marino non galoppa. 8. Quelli scuri proteggono dalla luce del sole. 9. Si appende tra due alberi per riposarsi.

1

S

2

T 3

4

B

G 5

D 6

L

7 8

V H

9

C

Correggete i giochi in classe.

ai trovato le parole nello schema? H Sì No Le hai riscritte bene in ordine alfabetico? Sì No Quante parole hai scritto correttamente nel cruciverba? Da 8 a 9 sei stato bravo! Da 5 a 8 sei andato bene, ma puoi fare meglio. Meno di 5 devi ripassare l’ortografia.

Non tutte Non tutte

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I PRIMI

GIORNI DI SCUOLA

AVVENTURA NEL BOSCO Le sue speranze si avverarono qualche giorno dopo mentre era al rifugio con Mafalda. – Muoio di sete – si lamentò Daniele. Scese dall’albero e si diresse nel sottobosco. L’estate non era ancora finita, ma purtroppo la scuola stava per cominciare. – Dobbiamo dire addio ai boschi. E non sono riuscito a vedere né un orso, né un lupo. – Dai Daniele, prima o poi li vedrai – disse Mafalda. – Me lo auguro. – C’è un orso, un orso! – gridò volando sulla scaletta e ritirandola più in fretta che poteva. – Salirà sul tronco? – chiese Mafalda. – Se ne andrà, speriamo – rispose Daniele con il fiatone. Ma l’orso non se ne voleva andare. Graffiò il tronco con i suoi unghioni, poi si distese a dormire poco lontano dal castagno. Aspettarono più di un’ora, poi l’orso si stiracchiò, si sollevò con calma, si diede una scrollatina al pelo e se ne andò. All’improvviso un ronzio preoccupante e un urlo pauroso gli misero le ali ai piedi. Pur correndo come un matto vide un orso che incurante delle punture delle api stava dando grandi leccate al miele contenuto in un favo. L. Buganè, La ghiottona, Feltrinelli Kids

COMPRENDO

Numera le sequenze della storia nell’ordine esatto. R acconta sul quaderno, con parole tue, seguendo la traccia.

1. Cosa desiderava vedere Daniele nel bosco. 3. Che cosa fece l’orso.

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2. Cosa accadde qualche giorno dopo. 4. Come si conclude l’avventura.

Sei riuscito a riordinare il racconto? Sì No Con difficoltà


QUELLO CHE GIÀ SO LO SPAVENTAPASSERI Nel campo ricco di profumi e di fiori si trova uno spaventapasseri. Ha un viso di stoffa color nocciola su cui sono dipinti due occhi neri, un naso e una bocca. In testa porta un vecchio cappello da cui pendono tanti fili di lana che sembrano capelli. Il resto del corpo è paglia rivestita da una vecchia giacca di tela marrone ruvida, con due tasche, e un paio di pantaloni verdi infilati su dei bastoni che fanno da gambe e da braccia. Ha un’espressione smarrita che lo rende simpatico. E PA R L O D I M

Tu dove hai trascorso le tue vacanze? Con chi? Che cosa ricordi con piacere? Racconta.

LE LUCCIOLE La notte era silenziosa, proprio come piace agli insetti notturni. L’aria era piena di sfavillanti scintille verdi e azzurre. Erano le lucciole. La luce che emettevano a tratti durava ogni volta non più di un secondo. Seguendo una di queste scintille si poteva seguire il volo delle lucciole. In quel momento le lucciole erano a migliaia, a milioni. Volavano tra l’erba, basse sulla terra, sui cespugli e alte sopra gli alberi. Era come una danza di luce. V.K. Arsen’ev, Dersu Uzala, Mursia

COMPRENDO

L eggi i due testi e sottolinea come indicato.

dati visivi dati olfattivi dati uditivi dati tattili dati gustativi Quale dato sensoriale non hai potuto sottolineare?.................................................................................

Eseguire l’attività proposta ti è sembrato:

facile

così così

difficile

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I PRIMI

GIORNI DI SCUOLA

TI PIACE LEGGERE? I ndica con una X. Puoi scegliere più di una risposta.

QUANDO?

COME? Velocemente Lentamente A singhiozzo A voce alta A voce bassa Bisbigliando Scorrendo le parole fino alla fine Tornando indietro a rileggere

PERCHÉ? Divertirti Fantasticare Provare emozioni Arricchire le conoscenze Imparare parole nuove Migliorare la capacità di pensare Diventare qualcun altro Conoscere luoghi lontani

In ogni momento Di giorno Di pomeriggio Prima di dormire La domenica

CHE COSA?

QUANTO? Minuti Ore Finché c’è voglia Tutta la notte

DOVE?

Libri Giornali Fumetti Manifesti Insegne Istruzioni di giochi

A scuola A casa In biblioteca Seduto In piedi Sul letto

LIBRO Non sei buono da mangiare né rotondo da calciare, non trasmetti mai canzoni né filmetti né cartoni, ma se t’apro mi stupisci, se ti leggo mi rapisci: gnomi e fate ho tutt’intorno e non so se è notte o giorno! M. Moschini, Magia delle piccole cose, Opera Nazionale Montessori

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Ora puoi dire che per te leggere è: piacevole divertente

noioso

faticoso


QUELLO CHE GIÀ SO

PARTIRE CON “IL PIEDE GIUSTO” Per affrontare bene questo nuovo anno scolastico ecco alcune situazioni su cui riflettere. I ndica con una X quelle che ritieni giuste.

A scuola impari a: vivere bene con adulti e bambini che non sono della mia famiglia. litigare con i compagni. cavartela da solo. chiedere aiuto quando hai qualche difficoltà. volere sempre ragione. tirar fuori le tue capacità e coltivarle.

prendere in giro chi resta indietro. pensare con la tua testa. aiutare chi ha bisogno. confrontarsi con gli altri. arricchire le tue conoscenze. rispettare le idee di tutti.

Segna con una X una risposta per ciascuna situazione.

UN TEST PER TE

1. Stai facendo un esercizio e hai difficoltà: cerchi di farlo sbirciando di tanto in tanto il tuo vicino. chiedi aiuto all’insegnante. 2. L’insegnante ti ha appena detto di non chiacchierare: chiudi la bocca e rimandi le chiacchiere all’intervallo. finisci comunque quello che stavi dicendo. 3. Driin... È ora di tornare a casa: sistemi le tue cose e ti prepari con calma. butti tutto nello zaino senza cura.

E PA R L O D I M

Confronta le tue risposte con i compagni di classe. Servirà per conoscervi meglio e consolidare il gruppo classe. Il motto della nostra classe è UNO PER TUTTI, TUTTI PER UNO! E il vostro?

4. Hai litigato con un compagno o una compagna: provi dispiacere e pensi a come fare la pace. pensi di avere ragione e sei arrabbiato. 5. Sei a casa e devi fare i compiti o studiare: hai solo voglia di giocare e non lavori con troppo impegno. anche se ti piace giocare ti impegni e fai del tuo meglio.

Conta 2 punti per ogni risposta e 0 punti per ogni risposta . Capovolgi il libro e leggi.

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Da 5 a 10 punti: Bene! Continua così, sei sulla strada giusta per affrontare un buon anno scolastico. Da 0 a 4 punti: È meglio se provi a cambiare qualcosa di te. Prova e vedrai... Ne vale la pena.


R A C CO N

TI DI S CUOLA

LEGGE L’INSEGNANTE...

PINOCCHIO VA A SCUOLA 1

– Che sarà questa musica? Peccato che io debba andare a scuola... E rimase lì perplesso. Bisognava prendere una decisione: o a scuola o a sentire i pifferi. – Oggi andrò a sentire i pifferi: per andare a scuola c’è sempre tempo – disse quel monello, facendo una spallucciata. Poi, voltandosi verso un ragazzetto che era lì del paese, domandò: – Che cos’è quel baraccone? – È il Gran Teatro dei Burattini – fu la risposta. – Quanto si spende per entrare? – Quattro soldi. Pinocchio perse ogni ritegno e disse senza vergognarsi al ragazzetto col quale parlava: – Vuoi darmi quattro soldi per questo libro nuovo? – Per quattro soldi il libro lo prendo io – gridò un rivenditore di panni usati che s’era trovato presente a quella conversazione. 2

Quando Pinocchio entrò nel teatrino delle marionette, accadde un fatto che destò una mezza rivoluzione. Arlecchino smette di recitare e, voltandosi verso il pubblico e accennando colla mano qualcuno in fondo alla platea, comincia a urlare in tono drammatico: – Numi del firmamento! Sogno o son desto? Eppure quello laggiù è Pinocchio! – È Pinocchio, è Pinocchio! – urlano in coro tutti i burattini, uscendo a salti fuori dalle quinte. – È Pinocchio! È il nostro fratello Pinocchio! Evviva Pinocchio!... – Pinocchio, vieni quassù da me – grida Arlecchino, – vieni a gettarti fra le braccia dei tuoi fratelli di legno! A questo affettuoso invito Pinocchio spicca un salto monta sulla testa del direttore d’orchestra e di lì schizza sul palcoscenico. È impossibile figurarsi gli abbracci, i pizzicotti dell’amicizia e le zuccate della vera e sincera fratellanza che Pinocchio ricevette dagli attori e dalle attrici di quella compagnia. Il pubblico della platea, vedendo che la commedia non andava più avanti, s’impazientì e prese a gridare: – Vogliamo la commedia, vogliamo la commedia! 3

L’AUTORE Carlo Collodi IL LIBRO Pinocchio si caccia continuamente nei

guai, non sopporta la disciplina e la scuola. Passa da una disavventura all’altra, circondato da una grande varietà di personaggi singolari e fantastici che ti incuriosiranno. Di sicuro seguire Pinocchio ti divertirà, ma ti farà anche riflettere e cresce un po’. 10


R A CCO N T

I DI SCUOLA

... TU ASCOLTA E COMPLETA I ndica con una X il completamento giusto.

La lettura che hai ascoltato è una descrizione. una poesia. un racconto. D al brano che hai letto sono state tolte tre parti: una nell’inizio, una nello svolgimento e una nella conclusione. Leggi le parti mancanti e inseriscile nel testo indicando il numero corrispondente.

Tutto fiato buttato via, perché i burattini, invece di continuare la recita, raddoppiarono il chiasso e le grida e, postosi Pinocchio sulle spalle, lo portarono in trionfo davanti alle luci della ribalta. Smesso che fu di nevicare, Pinocchio, col suo bravo libro nuovo sotto il braccio, prese la strada che conduceva alla scuola. All’improvviso gli parve di sentire in lontananza una musica di pifferi e di colpi di grancassa: PìPì-Pì, Pì-Pì-Pì, Zum, Zum, Zum, Zum. Si fermò e stette in ascolto. E il libro fu venduto lì su due piedi. E pensare che quel povero di Geppetto era rimasto a casa a tremare dal freddo in maniche di camicia, per comprare quel libro al figliolo!

Ti è piaciuto questo racconto?

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RA CC ON TI DI SC UO LA

IL PRIMO GIORNO GIOCO con le parole Mesto significa malinconico, triste. Cambia la consonante iniziale e forma tutte le parole possibili di senso compiuto. Aiutati seguendo l’ordine alfabetico.

cesto mesto __esto __esto __esto __esto __esto __esto __esto __esto

Questa mattina sono felice, il babbo mi guarda e dopo mi dice: “Non preoccuparti, ritorno presto” ma il mio viso diventa più mesto. La mamma mi dice che resterà sola... non posso farci niente, devo andare a scuola! Non vedo l’ora di arrivare, sono già grande, devo imparare, con il cappotto e lo zainetto, cammino alla mamma stretto stretto. Che mi succede? Dove mi trovo? Le gambe mi tremano, più non le muovo... Ma poi qualcuno mi fa una carezza, mi chiede il nome, ma con tenerezza. Ha il viso dolce, mi prende la mano sento nel cuore che andremo lontano. Tutti i bambini le stanno intorno ed insieme passiamo un bellissimo giorno. Poi la sera nel mio lettino penso al compagno che mi è stato vicino, alla maestra, alle sue mani... e... non vedo l’ora che venga domani! Gli alunni della Scuola Primaria Giovanni Zibordi, Istituto Comprensivo Leonardo da Vinci, Reggio Emilia

E PA R L O D I M

Come è stato il tuo primo giorno di scuola? Chi ti ha accompagnato? Cosa ti ha detto? Come ti sentivi prima di entrare? E all’uscita? Perché? 12


RA CC ON TI DI SC UO LA

A SCUOLA, MAMMA! Ricomincia la scuola. Paola si sveglia per prima. Si alza e va a scuotere la mamma che dorme ancora. – Svegliati, mamma! Forza, alzati, o faremo tardi a scuola. Ma la mamma affonda il viso nel cuscino e risponde: – No, no e no. Non voglio. Ho sonno! È troppo presto! E poi io ho voglia di passeggiare con te, di andare al mare e di giocare con papà. Non voglio andare a scuola! Paola dice dolcemente: – Andiamo, mamma, sii ragionevole. Forza, alzati! Sei grande, lo sai che l’estate non può durare tutto l’anno. E dopo l’estate, cosa arriva? – L’autunno! – E in autunno che cosa inizia? – Inizia... la scuola! – Ecco, vedi: è proprio così! Allora la mamma si alza mugugnando. Si mette i pantaloni. Infila l’impermeabile e gli stivali, e dice con aria imbronciata: – Sono pronta. Davanti al cancello della scuola ci sono tante mamme con il muso lungo. I loro figli fanno finta di non accorgersene. Finalmente la campanella suona. Soli, i bambini tirano un sospiro di sollievo. Paola dice: – Uff! Per fortuna la mamma non ha fatto troppe storie, ma stamattina è stata dura farla alzare. E Antonio conclude: – Lo sapete, bisogna lasciar loro il tempo di abituarsi. Il primo giorno di scuola è duro per le mamme. J. Hoestlandt, C. e D. Millet, A scuola, mamma!, Edizioni EL

SCOPRO le parole Mugugnare significa: gioire lamentarsi D IC O L A M IA

Ti è piaciuta questa storia? Ti ha fatto sorridere? Perché?

ESPLORO Il testo Secondo te, questo racconto è realistico. fantastico. Spiega perché. Libro rosso pag. 2 13


RA CC ON TI DI SC UO LA

PIPPI VA A SCUOLA – Da domani comincerò ad andare a scuola. Tommy ed Annika batterono le mani dalla gioia. – Urrà! Allora ti aspettiamo davanti al nostro cancello, alle otto. – No, no, – disse Pippi – non mi è possibile cominciare così presto. D’altronde io a scuola ci andrò a cavallo. E così fece. Esattamente alle dieci del giorno seguente sollevò dalla veranda il suo cavallo. Un minuto dopo, tutti gli abitanti della cittadina si precipitarono alla finestra per vedere di chi fosse quel cavallo imbizzarrito. Perché erano convinti si trattasse proprio di un cavallo imbizzarrito. Invece era soltanto Pippi che aveva fretta di arrivare a scuola. Giunse nel cortile al galoppo più sfrenato, balzò dal cavallo in corsa, lo legò a un albero e spalancò la porta della classe con tale violenza che Tommy ed Annika, insieme con i loro bravi compagni di scuola, sobbalzarono nei banchi. – Salute a voi! – esclamò Pippi agitando il suo ampio cappello. – Arrivo in tempo per le mortificazioni? Tommy ed Annika avevano già annunciato alla maestra la venuta di Pippi Calzelunghe; dal canto suo la maestra aveva sentito il gran parlare che su Pippi si faceva. A. Lindgren, Pippi Calzelunghe, Vallecchi

SCOPRO le parole Quando Pippi dice: “Arrivo in tempo per le mortificazioni” quale parola avrebbe dovuto usare al posto di quella colorata? Moltiplicazioni Lezioni Umiliazioni Premiazioni 14

ESPLORO Il testo Indica con una X i fatti inverosimili, cioè che difficilmente possono accadere nella realtà.

Pippi va a scuola alle 10.00. Pippi va a scuola con il cavallo. Tutti gli abitanti della cittadina corrono alle finestre. Pippi spalanca la porta della classe con violenza. La maestra aveva sentito parlare di Pippi. Libro rosso pag. 2


RA CC ON TI DI SC UO LA

PIT, STREGATO Pit la fissava, rapito. La maestra disse a Pia: – Benvenuta nella nostra classe. Vuoi sederti vicino a Jens? Un pensiero passò nella testa di Pit come un lampo: “Jens, ti odio!”. Pia annuì e andò a sedersi. Infilò la cartella sotto il banco e rimase lì, con gli occhi abbassati perché sentiva su di sé gli sguardi curiosi dei bambini. La lezione cominciò. La maestra scriveva alla lavagna. Pit, stregato, non riusciva a stare attento. La testa gli girava come una trottola. Davanti a lui, appena poco più in là, era seduta una bambina con i capelli d’oro e lui doveva concentrarsi sui verbi? Ma che pretesa! – E ora tu, Pit! – disse la maestra all’improvviso indicandolo. – Dimmi un verbo della prima coniugazione. Pit sobbalzò, come se l’avessero interrotto mentre guardava un film appassionante. Gli venne in mente “amare”, ma non era proprio il caso di dirlo! Per fortuna non era a corto di verbi più adatti e a raffica recitò: – Volare, contare, barare, pensare, ideare... – Accipicchia! – esclamò la maestra tutta contenta scrivendoli alla lavagna. Pit fissava la lavagna, ma senza vedere la sfilza di verbi, leggeva solo il nome “Pia Caracciola” che la maestra non aveva ancora cancellato. Poi bisbigliò: – Pia Caracciola – piano piano, per non farsi sentire. Era musica. E quella musica lo riempì dalla punta dei piedi alle orecchie. J. Pestum, Pit & Pia, Emme Edizioni

COMPRENDO

Circonda nel testo l’inizio, lo svolgimento, la conclusione. Riordina i fatti in ordine di tempo da 1 a 4. Attento c’è un intruso, cancellalo.

La maestra invita Pia a sedersi vicino a Jens. Pit ripete il nome di Pia, per lui è come musica. Mentre la maestra scrive alla lavagna, Pit pensa a Pia. La maestra rimprovera Pit perché è distratto. La maestra interroga Pit sui verbi. 15


RA CC ON TI DI SC UO LA

NELLA SCUOLA A TEMPO PIENO SCOPRO le parole

Mi chiamo Ina Massarosa Voltafieno, insegno nella scuola a tempo pieno. Lo faccio con impegno e con amore ma con qualcuno a volte... che sudore!

Brandire significa alzare e agitare un oggetto in aria.

Tra i miei alunni c’è Massimo Losquarto che arriva in classe alle nove meno un quarto, sbatte lo zaino come fosse un sacco mentre sposta la sedia con il tacco. Capelli rossi, simile a un leone, camicia a quadri con un unico bottone, le tasche piene di briciole e segreti, i lacci sciolti, come serpenti inquieti. Io innervosita riempio la lavagna, arroto la mia voce già sanguigna, e come un’arma brandisco il cancellino: – Tutti al lavoro, con voi serrrve il frustino! Copiate svelti, io tempo ne do poco Crrredete che studiare sia un bel gioco? NOOO! Lo studio è sforrrzo, disciplina, patimento io lo so bene, che ne ho crrresciuti a cento! A. Sarfatti, W la squola Alé Alé, Giunti Junior

E PA R L O D I M

Anche nella tua classe ci sono tipi particolari? Come si comportano? E la maestra? Il gruppo classe come reagisce? Racconta. 16

Leggo in modo espressivo Rileggi la filastrocca in modo espressivo: fai attenzione alle strofe finali dove parla la maestra un po’ innervosita con tante “r” nelle parole.


G

H

Z

R

M

C A

D

O

F

O

LEGGO BENE ad

B N G

alta voce

INTUIRE LE PAROLE In queste pagine imparerai delle strategie per leggere in modo scorrevole ed espressivo, come un attore, a mente o a voce alta. rova a leggere tutto di seguito, senza fermarti: P dovrai intuire e indovinare le parole nascoste.

La nuova maestra

G

Oggi è arrivata una nuova maestra. È giovane, ha tanti riccioli biondi e sembra simpatica. – Chiamatemi pure Carlotta – dice. E a questo punto si mette a piangere. Una maestra che piange? Tutti la fissano a bocca aperta. – Per me è il primo giorno di scuola. Non è mica facile! – singhiozza. Sara allora si fa coraggio e tira fuori un cioccolatino dalla tasca del grembiule e lo dà alla maestra. Carlotta lo prende, lo scarta e se lo mette in bocca. I bambini cercano di consolarla e, mentre lei tira su col naso e succhia il cioccolatino, le allungano un fazzoletto. Adesso la maestra Carlotta sta meglio. Distribuisce ai bambini fogli e pennarelli perché vuole che disegnino il primo giorno di scuola. Sara disegna la faccia tonda della maestra con i riccioli gialli tutti intorno; poi ci aggiunge tanti lacrimoni grossi così che piovono giù dagli occhi azzurri. Alla fine guarda il disegno e si mette a ridere: la maestra non è poi così male!

H Z

R M

C A D

O

F

T. Merani, Sara che dice no, Mondadori

Collega le frasi alla parte di testo in cui si trovano. I bambini cercano di consolarla. Inizio La maestra non è poi così male. Svolgimento La maestra ha tanti riccioli biondi. Conclusione 17


RA CC ON TI DI SC UO LA

IL FIGLIO DEL PESCATORE Il compagno di banco di Tonino era Giovanni, il figlio del pescatore. La maestra li aveva messi insieme per ragioni di statura. I ragazzi spesso deridevano Giovanni perché era alto e grosso e un po’ goffo, ma lui non picchiava mai nessuno. Aveva le mani rosse e screpolate e indossava una giacca rattoppata e stretti calzoni corti anche d’inverno, sempre quelli. Non aveva amici: quei capelli spettinati e arruffati, quel moccolo sotto il naso sempre umido non ispiravano fiducia. Giovanni era ripetente e la maestra spesso glielo ricordava agitandogli l’indice sotto il naso: – Ha fatto bene il maestro a bocciarti, e così farò anch’io se non smetterai di scrivere così male, se ti dimenticherai ancora di fare il compito, se non stai composto! Egli non fiatava: sotto il bombardamento di quelle minacce abbassava gli occhi e tornava a fare come prima. Per Giovanni, abituato all’aria aperta, lungo i fossi, nei prati, la scuola era una prigione. Tonino si ricordava di averlo visto diverse volte quando d’estate andava al canale a fare il bagno. I due ragazzi diventarono amici durante la soluzione di un problema. Tonino stava scrivendo la risposta quando sentì una mano sul gomito: era quella di Giovanni. – Sposta il braccio – gli disse – se no non posso copiare le operazioni. Tonino si voltò stupito e istintivamente guardò la maestra, che in quel momento stava leggendo. Temendo che volesse riferirlo alla maestra Giovanni arrossì, chinò il capo e con un STORIA

Secondo te questo racconto si svolge al tempo dei nonni. ai nostri giorni.

in un tempo passato indefinito.

Chiedi a una persona anziana che conosci come era la scuola ai suoi tempi e scrivi sul quaderno un breve testo con le informazioni che hai ricavato. 18


RA CC ON TI DI SC UO LA filo di voce gli disse: – Non dirglielo, se no mi sgrida. Mise le mani sotto il banco, frugò nella cartella, estrasse qualcosa che pose in mano a Tonino. Le mani di Tonino sentirono qualcosa di liscio e morbido come velluto. – Un topo! – esclamò fra i denti gettando l’animale. Giovanni si chinò, lo raccolse e sussurrò: – Non è un topo, non vedi che non ha la coda lunga? Allora Tonino l’osservò attentamente e vide un lungo muso di porcellino, due occhietti neri piccolissimi e quattro “mani” biancastre ai lati del corpo ricoperto di pelo lucido e fine. – È una talpa – disse mettendogliela sotto il banco – non fa niente. È morta. Se mi fai copiare te la regalo. Tonino accarezzò l’animaletto con la mano. M. Lodi, Il permesso, Giunti Junior

COMPRENDO

Collega ogni frase al personaggio che la pronuncia.

“Ha fatto bene il maestro a bocciarti”

Giovanni

“Non dirglielo, se no mi sgrida”

Tonino

“Un topo!”

Maestra

el racconto vengono descritti due elementi: sottolinea N nel brano le due descrizione con colori diversi.

ESPLORO Il testo Indica con una X in quale parte del racconto accadono questi fatti.

inizio svolgimento conclusione I ragazzi spesso deridevano Giovanni. La maestra rimprovera Giovanni. Giovanni vuole copiare da Tonino. Giovanni fa un regalo a Tonino. Tonino lascia cadere l’animale. Tonino accarezza l’animaletto. Libro rosso pag. 2

19


LABORATORIO

DEL

TESTO

ASCOLTARE E COMPRENDERE È un piacere ascoltare una bella lettura fatta ad alta voce. Per ascoltare e comprendere bene la storia che ti leggerà tra poco l’insegnante, ecco alcuni suggerimenti che potranno esserti utili. PRIMA DELL’ASCOLTO

O sserva attentamente l’illustrazione, leggi il titolo e prova a rispondere alle domande.

hi saranno i personaggi? ..................................................................................................................................... C Dove si svolgerà la storia? ...................................................................................................................................... Quando? ......................................................................................................................................................................................... Sarà un testo divertente? ........................................................................................................................................

CHE SINGHIOZZO! Oggi in classe Niccolò aveva il singhiozzo e non riusciva a farselo passare. Stavamo leggendo e, ogni tanto, arrivava da dietro un hic! sonoro come una schioppettata. Fra noi bambini si sentivano risatine soffocate. Il maestro per un po’ ha fatto finta di niente, poi però si vede che si è stufato e ha detto a Niccolò di andare in bagno a bere un bicchiere d’acqua. Bere un bicchiere d’acqua pare che sia un rimedio miracoloso per il singhiozzo. Anche mia madre me lo fa fare quando mi viene. Quello di Niccolò, però, era un singhiozzo di quelli potenti e il bicchiere d’acqua non gli ha fatto un baffo. Quando è tornato a singhiozzare, in classe le risate sono ricominciate e stavolta erano più forti. Il maestro allora ha fatto fermare la lettura e ha spiegato a Niccolò che doveva provare a respirare in fretta e a trattenere il fiato, per “rompere” il meccanismo del singhiozzo. Niccolò ci ha provato: si è messo a respirare come un cane, con la lingua fuori. Poi ha trattenuto il fiato per un tempo lunghissimo, fino a diventare rosso. Noi lo guardavamo già preoccupati quando lui ha buttato fuori l’aria ed è tornato a respirare. A respirare e singhiozzare. 20


Non appena ha ritrovato un po’ d’aria nei polmoni, ha sparato infatti un hic! che sembrava una cannonata. Tutti abbiamo cominciato a ridere fortissimo. Tutti meno il maestro. A un tratto ha fatto una cosa che nessuno si aspettava: si è voltato di scatto verso Niccolò e, battendo forte le mani sul suo banco, gli ha fatto Bu! Niccolò si è spaventato e anche tutti noi. “È ridicolo!” ho pensato io “Non crederà davvero che un singhiozzo come quello di Niccolò si possa sconfiggere con uno stupido Bu!”. Invece, roba da non credere, gli è davvero passato. Niccolò per lo spavento ha smesso di singhiozzare! S. Bordiglioni, Il capitano e la sua nave, Einaudi

DOPO L’ASCOLTO

R ispondi con una X.

Chi sono i personaggi principali della storia? Il maestro e Niccolò Niccolò e la madre I bambini e il maestro Tutta la classe, Niccolò e il maestro Chi è il protagonista? Il maestro Niccolò Due bambini Tutta la classe

C ancella le affermazioni false.

- I bambini ridono per il singhiozzo di Niccolò. - Il maestro ride per il singhiozzo di Niccolò. - Il maestro va a bere dell’acqua al bagno. - Grazie a un cane, Niccolò smette di singhiozzare. - Niccolò trattiene il fiato e sviene. - A causa dello spavento Niccolò smette di singhiozzare.

N umera i fatti in ordine cronologico.

R ispondi con una X.

Le tue ipotesi erano: sbagliate sbagliate in parte giuste

Il maestro dice a Niccolò di trattenere il fiato. Niccolò ha il singhiozzo mentre sta in classe a fare lezione. Il maestro dice a Niccolò di andare al bagno a bere un bicchiere d’acqua. Niccolò non ha più il singhiozzo per lo spavento. Il maestro spaventa tutti battendo forte sul banco. 21


RA CC ON TI DI SC UO LA

METTERE IN ORDINE LA CARTELLA Ogni sera il mio bambino, prima di andare a dormire, mette in ordine la cartella. O piuttosto, vi caccia dentro alla rinfusa: libri, quaderni, astucci, gomme, ma lui chiama questa operazione “mettere in ordine la cartella”. E non sa che, appena i suoi occhi si chiudono, nella cartella gli oggetti si animano, si stiracchiano come facciamo noi al mattino, si salutano e si mettono a conversare. I libri di storia e geografia si lamentano. – Per favore, date un’occhiata alle mie pagine. Il nostro simpatico tiranno ha prolungato il corso del Po fino a farlo giungere a Trieste e ha disegnato un ponte di barche tra la Sicilia e la Sardegna! – Questo è niente – brontola il libro di lettura, – osservate per piacere la mia pagina 45: tutte le O sono state dipinte di rosso, tutte le A di verde, tutte le E di giallo. – Osservate come ha masticato la mia punta! – esclama la penna. – Mi ha tolto tutta la mia pelliccia marrone! – si lagna la matita. Io, che sono il padre del colpevole, ascolto tutto confuso. Vorrei svegliare il bambino per fargli sentire come si parla di lui, ma proprio in questo momento la cartella si apre e due quaderni, uno a righe e l’altro a quadretti, vengono a presentarmi un memoriale. – Lei non ne ha colpa, forse – mi dice gentilmente il quaderno a quadretti. – In ogni caso, queste sono le nostre richieste. La preghiamo di trasmetterle a suo figlio. cittadinanza

e COSTITUZIONE

Tu come metti in ordine la tua cartella? Ti aiuta qualcuno? A scuola hai cura dei materiali comuni? Indica con una X le regole da seguire.

Scarabocchiare il banco. Riporre ogni materiale al suo posto. Chiudere bene i pennarelli. Mettere alla rinfusa i libri della biblioteca. Gettare la carta in terra o fuori dalla finestra. Lasciare l’aula in ordine alla fine di ogni attività. 22


RA CC ON TI DI SC UO LA Mi presentano un foglio scritto e rientrano nella cartella. Noi sottoscritti protestiamo vivamente per le violenze di cui siamo vittime ogni giorno. Chiediamo con energia: 1) che il nostro padrone si astenga dall’imbrattarci con evviva, disegnini, baffi finti e altri segni illegali, cioè non previsti dal programma scolastico; 2) che l’incolumità delle matite e delle penne sia salvaguardata e che la loro punta non venga più masticata. Se le nostre richieste non verranno soddisfatte, faremo di tutto perché il nostro padrone sia bocciato. Firmato: il Sussidiario, il Quaderno dei problemi, il Quaderno dei diari, la Matita, eccetera eccetera. Domani mattina farò leggere questo foglio al mio bambino. Spero di non dover sentire più queste lamentele. G. Rodari, Fiabe lunghe un sorriso, Einaudi Ragazzi

ESPLORO Il testo R ispondi con una X.

Chi sono i personaggi di questa storia? Un bimbo, il papà e gli oggetti della cartella Un bimbo e gli oggetti della cartella Il papà e gli oggetti della cartella Chi sono i personaggi principali? Il papà e il suo bambino Gli oggetti della cartella Il bambino e gli oggetti della cartella Libro rosso pag. 4

Dove si svolge il racconto? In un’aula scolastica Nella camera del bambino Nella camera del papà Quando si svolge il racconto? Di mattina prima di andare a scuola La sera prima di andare a letto Nel pomeriggio, di ritorno dalla scuola

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RA CC ON TI DI SC UO LA

TRAGUARDI Stamattina la maestra di matematica ci ha spiegato in classe le divisioni a due cifre, sostenendo che nel calcolo dovremo diventare velocissimi. La verifica è sempre lì che ci aspetta per ogni materia. Un traguardo da superare entro un certo tempo stabilito. Ed io che sono lenta per natura, non mi sento mai all’altezza. A volte, al mattino quando debbo alzarmi, faccio fatica. – Emma, vestiti! Fai presto a fare colazione se no arriviamo tardi. La voce di mia madre mi sollecita a darmi una mossa. Dalle otto meno dieci alle tredici, la scuola apre i cancelli. La nonna mi dice che mia madre frequentava dalle otto e mezzo alle dodici e trenta e mi pare un orario più adatto alla mia età. La giornata è quella di una lavoratrice a tempo pieno: al mattino cinque ore di scuola e al pomeriggio, dalle quindici alle diciotto, i compiti e lo studio che le quattro insegnanti mi assegnano; mi resta poco tempo per giocare. Per forza poi ogni tanto esplodo e sento il bisogno di muovermi e di rompere gli schemi. E non sono la sola. I maschi in classe si divertono a fare ridere i compagni, con delle facce buffe; si infilano le matite nel naso per assomigliare a trichechi o con le mani trasformano la bocca in quella di un pescecane feroce. Con le amiche, invece, ogni tanto parlotto di cose futili cercando di non farmi scoprire. P. Tromellini, S. Possentini, La scolopendra non entra in classe, Matilda editrice

E PA R L O D I M

Secondo te questa bambina ha la tua età? Le sue abitudini somigliano alle tue? Quante ore vai a scuola? Quando fai i compiti? Hai tempo per giocare? Frequenti attività extrascolastiche? Quali? 24

Spazio alle E M O Z IO N I Inadeguatezza

Come si sente Emma quando deve affrontare una verifica? Sottolinea nel testo la frase che te lo fa capire. Capita anche a te di non sentirti all’altezza? Quando? Cosa provi? Cosa fai? Confrontati con i compagni.


RA CC ON TI DI SC UO LA

LO SFOGO DI UNA MAESTRA Non ce la faccio più, davvero! Stamattina mi mancano le forze, non li sopporto proprio. Li guardo scatenarsi e non dico più niente, non ho neppure un filo di voce, stamattina. Guardali. Sono diavoli, questi qui, mica bambini. Diavoli di quinta elementare. Venticinque diavoli con le corna, la coda e il forcone. Basta, sono proprio stufa. Ma chi me lo fa fare? Voglio fare la commessa, io, la cameriera, la segretaria, la pizzaiola, l’accalappiacani. Qualsiasi cosa tranne la maestra. Qui ci vuole un capitano dei carabinieri, mica la maestra. Guardali. Martina tira i capelli a Greta con tutte e due le mani. Marco sta infilando la matita nell’orecchio di Lorenzo. Antonio butta giù i quaderni dalla finestra. Alice beve l’acqua dal vaso dei tulipani... Si vede che aveva sete! Luisa disegna una bella casetta sul muro, che sarebbe pure bella, se non fosse che è disegnata sul muro, tra la porta e l’interruttore della luce. Alessio spalma il Vinavil sulla faccia di Alessandro. Lo spalma con cura, con precisione, da professionista della spalmatura. E Alessandro se ne sta buono buono e, col viso rivolto verso l’alto e gli occhi chiusi, si lascia fare, si lascia spalmare per bene, naso, palpebre, mento e tutto il resto, come se gli mettessero la crema solare. Io non faccio niente, non dico niente. Cosa devo fare?

COMPRENDO

R ispondi con una X.

T i è piaciuto questo racconto? Come lo giudichi? Spassoso Triste Noioso Eccitante S econdo te, com’è la situazione descritta? Normale Realistica, ma esagerata Del tutto fantastica Assurda E PA R L O D I M

In classe vi comportate mai come i bambini descritti nel brano? Che cosa consiglieresti di fare all’insegnante che si lamenta? Discutete in classe.

A. Ferrara, La maestra è un capitano, Edizioni Coccole e Caccole

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LEGG O CO N

M IC IO M AO

NON SONO UN KOALA Finalmente da domani prenderò lo scuolabus! Dopo tante discussioni sono riuscita a convincere gli zii a non portarmi più a scuola in macchina. Era ora! Non ne posso più di essere sempre aggrappata alla schiena degli zii come un piccolo koala. La zia stupita ha chiesto: – Tutte le mattine andrai da sola? – Non sono sola, zia, ci sono anche altri ragazzi che prendono lo scuolabus – ho spiegato alla zia. – Non sarà pericoloso? – No, è uno scuolabus, cioè un autobus che porta i bambini a scuola. Non c’è nessun pericolo. – E se ti perdi? A quel punto ha parlato lo zio, sorridendo: – Irina, stai tranquilla, la bambina non può perdersi perché la fermata dello scuolabus è vicino casa nostra. È giusto che inizi a uscire da sola. L’aiuto dello zio è stato prezioso, così da domani prenderò anche io il pulmino! C. Carminati, Diario in corsa, Edizioni EL

Koala è un piccolo mammifero che vive in Australia. È simile a un orsetto. La femmina di koala trasporta il suo piccolo nel marsupio, una tasca che ha nella pancia. Essere sempre aggrappata alla schiena degli zii come un piccolo koala Alla bambina sembra di essere un koala, perché deve stare sempre insieme agli zii. 26


È

Segna con una

X

PI Ù FA CI LE

il proseguimento giusto.

L a bambina riesce a convincere gli zii dopo tante promesse. dopo tanti capricci. dopo tante discussioni.

Da domani la bambina p renderà lo scuolabus per andare a scuola. andrà a scuola con gli zii. comprerà un koala.

Colora il cartellino che spiega come si sente ogni personaggio.

felice preoccupata tranquilla

felice preoccupata tranquilla

felice preoccupato tranquillo

Quale altre parole vengono usate nel testo per indicare lo scuolabus? ........................................................................................................................................................................

Tu come sei? Segna con una Tu sei come il koala: vuoi che un adulto stia sempre con te e ti aiuti a fare tutte le cose.

X

il riquadro che preferisci. Tu sei come la bambina del testo: vuoi iniziare a fare qualcosa da solo.

Sei riuscito a leggere bene? Hai completato tutte le attività? Che voto ti daresti? 1, 2 o 3 stelline?

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LE MIE COMPETENZE

IL VESTITO DEL PRIMO GIORNO DI SCUOLA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33

Stuart si era appena svegliato e già sapeva che quella sarebbe stata una brutta giornata. E la prima cosa brutta di quella giornata era proprio lì, appesa alla spalliera del suo letto: un paio di pantaloni di un verde così brillante che faceva male agli occhi, insieme a una camicia con disegnati sopra tanti piccoli cowboy. – Stuart – gridò la mamma da qualche angolo della casa. – Ti ho lasciato lì il tuo bel completino. Era di tuo padre! Non è assolutamente delizioso? Stuart ficcò la testa sotto le lenzuola. Adesso sì che sarebbe stato impossibile farsi degli amici nella nuova scuola. Gli altri bambini si sarebbero rotolati a terra dalle risate, vedendolo vestito in quel modo. Un momento... ma lui aveva il mantello, adesso! Se l’era fatto la settimana prima, cucendo insieme con la spillatrice un centinaio di vecchie cravatte. E, proprio come aveva sperato, da quando aveva cominciato a metterlo gli erano capitate un bel po’ di cose magiche. Una diversa ogni giorno. Almeno fino a quel momento, la cosa magica del giorno era sempre stata una sorpresa. Ma poteva anche essere che... Stuart si concentrò sull’orribile completino. Strinse gli occhi con tutte le forze e indirizzò le sue potenti onde cerebrali sull’idea di farlo scomparire. Rimase concentrato così, finché non sentì un tremendo odore di fumo di cervello. A quel punto riaprì gli occhi, ma il vestito era ancora lì. E sembrava perfino più brutto di prima. Stuart emise un sospiro. S’infilò gli orrendi pantaloni e l’ancor più orrenda camicia e si avvolse intorno il mantello. Ecco una cosa positiva, nel mettersi il mantello: se non altro, nessuno avrebbe potuto vedere che cosa indossava sotto. Quando arrivò al piano di sotto, i suoi familiari lo salutarono. – Buongiorno – dissero. – Io non penso proprio che questo sarà un buon giorno – rispose Stuart di pessimo umore. Sarebbe stato un fiasco completo, come alunno di terza elementare. S. Pennypacker, Stuart va a scuola, Mondadori

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Verso le competenze: Potenziare il piacere di ascoltare. Comprendere il significato globale di un testo ascoltato.


1 Scegli le parole giuste tra quelle suggerite e completa. I fatti narrati sono (realistici/fantastici) .......................................................................................... quindi il racconto è (realistico/fantastico) ..........................................................................................

2 Rispondi con una X. • Chi sono i personaggi della storia? La mamma e Stuart La zia e Stuart Il papà e Stuart I genitori, la zia e Stuart

• Chi è il protagonista? Il papà La mamma Stuart La zia

• Quando si svolgono i fatti? Di sera Di mattina Di notte Di pomeriggio

• Dove? A casa A scuola In giardino Non si sa

3 Indica con una X in quale parte del racconto accadono questi fatti. inizio svolgimento conclusione Stuart indossa il mantello magico, ma l’abito non sparisce Stuart sa che quel giorno sarebbe stato un fiasco completo Stuart vede i vestiti e pensa che sarà una brutta giornata

4 Scegli il completamento giusto. • Stuart era di pessimo umore perché NON voleva indossare il mantello di cravatte. il completo verde. • Stuart si ricordò del suo mantello che faceva capitare cose magiche, quindi si concentrò per far sparire il completo. per diventare invisibile. • La frase “Rimase concentrato così, finché non sentì un tremendo odore di fumo di cervello” (righe 21-22) significa che Stuart è matto. ha male alla testa. va a fuoco. si concentra troppo. • Nella frase “Sarebbe stato un fiasco completo, come alunno di terza elementare” (righe 32-33) con quale delle seguenti parole puoi sostituire la parola sottolineata? Successo Affare Fallimento Avvenimento Verso le competenze • Conoscenze: elementi essenziali e struttura di un testo narrativo realistico; lessico fondamentale. •A bilità: comprendere un racconto realistico e individuarne gli elementi essenziali; comprendere il significato di parole anche dal contesto.

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R A C CO N TI IN M ON D I F A N TA S T I C I LEGGE L’INSEGNANTE...

NELLA TANA DEL CONIGLIO Seduta sulla riva del fiume accanto alla sorella, Alice vide passare di fronte a lei un Coniglio Bianco con gli occhi rosa. Quando poi il Coniglio estrasse un orologio dal taschino del panciotto e affrettò il passo ancor di più, Alice balzò in piedi sbalordita: non aveva mai visto un coniglio con un taschino nel panciotto, e tantomeno con un orologio dentro il taschino! Così, fremendo di curiosità, lo inseguì per tutto il campo, giusto in tempo per vederlo infilarsi in una tana sotto una siepe. In un attimo anche Alice entrò dentro la tana, senza pensare a come avrebbe fatto a uscire. Per un tratto la tana era dritta come una galleria, poi sprofondava all’improvviso, così all’improvviso che Alice non ebbe neanche il tempo di fermarsi, prima di precipitare in quello che sembrava un pozzo senza fine. Alice arrivò finalmente in fondo al pozzo e atterrò su un mucchio di foglie secche. Era tutta intera, e, dopo un attimo, già in piedi. Davanti a lei si apriva un altro corridoio, in fondo al quale riuscì a vedere il Coniglio Bianco scappar via. Più veloce del vento si mise a inseguire il Coniglio, appena in tempo per sentirlo esclamare: – Per i miei occhi, per i miei baffi, s’è fatto terribilmente tardi! Ormai Alice era a un passo dal Coniglio, ma appena girò l’angolo non lo vide più. La bambina si trovò in una sala lunga e bassa, illuminata da una fila di lampade che pendevano dal soffitto. Intorno alla sala, c’erano numerose porte, ma erano tutte chiuse. Alice cercò inutilmente di aprirle. Poi si diresse verso il centro della sala, chiedendosi come sarebbe potuta uscire da quel luogo. A un tratto vide un tavolino a tre gambe, tutto di vetro, sopra il quale c’era una piccolissima chiave d’oro. Alice pensò subito che quella fosse la chiave di una delle porte, ma nessuna porta si apriva. Poi notò una tendina: dietro c’era una porta piccola, alta non più di quindici pollici. Provò a infilare la chiave dentro la serratura, e, con grande stupore, vide che entrava benissimo. Aprì la porta e scoprì che conduceva a un passaggio molto stretto, non più largo della tana di un topo. Si inginocchiò per guardare attraverso il buco e le apparve il più bel giardino che avesse mai visto. L. Carroll, Alice nel Paese delle Meraviglie, Raffaello Editrice

L’AUTORE Lewis Carroll IL LIBRO Alice nel Paese delle Meraviglie parla della piccola Alice che in un giorno di noia si ritrova ad affrontare un viaggio pieno di incontri strabilianti e di improbabili disavventure. Questo viaggio tra realtà e fantasia porterà Alice a diventare adulta.

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R A CC

I ONTI IN M O N D I FA N TA S T I C

... TU ASCOLTA E COMPLETA I ndica con una X il completamento giusto.

Il racconto che hai ascoltato è realistico. fantastico. Perché?................................................................................................................................... G ioca al Gioco dei se e dei ma: completa le frasi come preferisci e cambia la storia.

Se Alice, invece del Coniglio Bianco, avesse visto un uccellino, allora .............................................................................................. ..........................................................................................................................................................

Il Coniglio Bianco estrasse l’orologio dal taschino, vide che era in ritardo, ma ........................................................................ ..........................................................................................................................................................

Se Alice non fosse entrata nella tana del Coniglio Bianco, allora ................................................................................................................ ..........................................................................................................................................................

La piccola chiave d’oro aprì la porticina, ma .................. ..........................................................................................................................................................

Ti è piaciuto questo racconto?

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RA CC ON TI IN MO ND I FA NT AS TIC I

IL BOSCO FIABEFAVOLE Se ti svegli e sorridi perché hai voglia di fragole potremmo andare insieme nel bosco Fiabefavole. All’ingresso c’è un lupo ch’è nato a Capo Horn e trascorre i suoi giorni sgranocchiando pop corn. Nel più fitto del bosco tra le foglie intrecciate diffonde le brezze il canto delle fate. E chiunque si specchi nelle acque del lago basta che lo desideri e si trasforma in mago.

Le parole del vento ridendo te le spiega mentre cuoce un intruglio una pallida strega. E all’ombra di una quercia dipingono i domani di fiori e di farfalle tanti piccoli nani. Devi solo portare la tua vita e il viso, tutte le tue parole e il tuo vasto sorriso. G. Pontremoli, Rabbia Birabbia, Nuove Edizioni Romane

COMPRENDO

Rispondi.

Cosa ti invita a fare questa filastrocca?......................................................................................................................................................................................... Quali personaggi incontrerai?.................................................................................................................................................................................................................. Quali altri personaggi delle fiabe vorresti incontrare?........................................................................................................................................... Cosa dovrai portare per il viaggio?.................................................................................................................................................................................................... 32


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ROSASPINA C’erano una volta un re e una regina che desideravano tanto un figlio. Finalmente nacque una bambina bellissima di nome Rosaspina. Il re ordinò una grande festa e invitò tutti, anche le dodici fate del regno, perché fossero benevole alla neonata. Alla festa le fate stavano esprimendo il loro augurio, quando giunse una fata malvagia che non era stata invitata. Era molto arrabbiata e urlò: – A quindici anni la principessa si pungerà con un fuso e morirà. Poi se ne andò com’era venuta. La dodicesima fata doveva ancora fare il suo augurio, ma non poteva annullare la magia della precedente. Così cercò di renderla meno crudele: la principessa non sarebbe morta, ma sarebbe caduta in un sonno profondo, lungo cent’anni. Il giorno del suo quindicesimo compleanno la ragazza salì in una torre del castello, dove incontrò una vecchietta con un fuso che filava il lino. La principessa volle provare e si punse con il fuso. Fu così che cadde in un sonno profondo e tutto il castello si addormentò. Intorno incominciò a crescere una siepe di spine che con gli anni coprì tutto il castello. Passarono cento anni e un principe che aveva sentito parlare della bella principessa giunse al castello. Raggiunse la torre più alta, là dove giaceva Rosaspina e le diede un bacio. Come per incanto tutto si risvegliò: il re, la regina, Rosaspina, i cavalli, i servitori, le piante, i fiori... Dopo pochi giorni furono celebrate le nozze tra il principe e Rosaspina, che vissero felici e contenti per altri cento anni. J. e W. Grimm, Le fiabe del focolare, Einaudi

ESPLORO Il testo Rosaspina è una fiaba classica. Narra fatti fantastici che si svolgono in un tempo molto lontano e indefinito. I personaggi sono regine, principi, draghi, maghi, fate... che agiscono in luoghi come boschi, castelli, regni incantati. Sottolinea nel testo le risposte con il colore corrispondente alla domanda, poi scrivi.

Dove si svolge questa fiaba? Quando si svolge? Chi sono i personaggi? Libro rosso pag. 6

Chi è il protagonista secondo te? Come finisce la storia?

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IL FAGIOLO MAGICO C’era una volta un bambino di nome Giacomo che viveva con la mamma in una fattoria. Erano molto poveri e possedevano solo una mucca che, purtroppo, un giorno smise di fare latte; così, la mamma disse a Giacomo di venderla al mercato. Giacomo partì per andare a vendere il povero animale, ma, strada facendo, incontrò un omino che gli disse: – Che bella mucca! Dalla a me ed in cambio prendi questi cinque fagioli fortunati! Giacomo non fece in tempo a rispondere che si ritrovò in mano i fagioli e la mucca non c’era più! Subito si rese conto dell’errore commesso e quando tornò a casa e la mamma gli domandò quanto avesse guadagnato dalla vendita, Giacomo rispose: – Cinque fagioli magici! La mamma si arrabbiò molto, gettò i fagioli dalla finestra e mandò Giacomo a letto senza cena! Il giorno dopo, quando si svegliò, il ragazzo vide dalla finestra una luce verde, si affacciò e notò una pianta di fagioli alta, alta... Incuriosito decise di arrampicarsi. Giunto in cima fu dinnanzi ad un castello, bussò alla porta ed un’enorme donna gli aprì. Appena lo vide lo avvertì: – Scappa via di qui! Mio marito è l’Orco Gianni e se ti vede ti mangia! – Oh per favore, signora, sia gentile, ho tanta fame! – implorò Giacomo. Così riuscì ad entrare in casa e a mangiare qualcosa, ma improvvisamente si sentirono dei passi molto pesanti e una voce tonante che diceva: – Ucci, ucci, sento odor di cristianucci! Allora Giacomo si nascose di corsa dentro il forno mentre la gigantessa fece finta di nulla. Dopo cena il gigante si mise a contare un sacchetto pieno di soldi, poi si addormentò. Giacomo allora uscì dal forno per scappare, ma prima rubò il sacchetto dei soldi. Tornato a casa il ragazzo raccontò alla mamma tutta la storia e i due festeggiarono perché non sarebbero mai più stati poveri. Purtroppo, 34


RA CC ON TI IN MO ND I FA NT AS TIC I però, poco tempo dopo i soldi erano già finiti e Giacomo decise di arrampicarsi nuovamente sulla pianta del fagiolo; ritornò al castello e riuscì a rubare al gigante una gallina magica che faceva uova d’oro! E per molto tempo non ebbe più bisogno di nulla. Ma un giorno Giacomo decise di tornare a rubare a casa del gigante, così torno lassù e riuscì a prendergli un’arpa magica, ma per sua sfortuna questa iniziò ad urlare: – Padrone, padrone! Il gigante si svegliò ed iniziò a rincorrere Giacomo, il quale scese velocemente dalla grossa pianta di fagioli, prese un’ascia e iniziò a rompere con forza il tronco dell’albero. Era salvo! La magica pianta di fagioli non crebbe mai più, ma Giacomo e la sua mamma non avevano più bisogno di nulla: avevano un’arpa che suonava meravigliosamente ed una gallina che continuava a fare uova d’oro. R. Walker, Jack e il fagiolo magico, Fabbri

ESPLORO Il testo Nelle fiabe agiscono più personaggi: un protagonista buono e leale, un antagonista malvagio che prova a ostacolarlo e un aiutante che aiuta il protagonista. Le fiabe finiscono sempre con il lieto fine in cui il protagonista risolve i suoi problemi, sconfigge il nemico ed è felice. R isolvi il cruciverba: nella colonna colorata scoprirai il nome di uno dei due aiutanti della fiaba.

1. Chi è il protagonista della fiaba? 2. Chi è il primo aiutante che incontra? 3. Qual è l’elemento magico, 4 da cui prende il nome la fiaba? 5 4. Quale animale doveva vendere Giacomo? 5. Chi è l’antagonista? 6. Che cosa c’era in cima alla pianta di fagioli? 7. Com’è il finale della fiaba? 8. Con che cosa ruppe la pianta di fagioli Giacomo? 9. Che cosa rubò Giacomo la prima volta? 10. Che cosa rubò Giacomo alla fine? Libro rosso pag. 6

1 2 3

6 7 8 9 10

Il secondo aiutante è .................................................................

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DRAGHI E ORCHI Per nostra fortuna i draghi non sono mai esistiti veramente! Infatti furono inventati in tempi antichissimi e di loro sono piene le favole e i racconti di fantasia. Il drago viene rappresentato con un corpo simile a quello di un gigantesco serpente. Ha grandi ali come quelle del pipistrello e zampe possenti. Sulla sua schiena scorre spesso una lunga criniera di grosse spine triangolari d’osso e la sua lunga coda, dove sta il suo potere vitale, finisce quasi sempre a forma di freccia. La sua pelle a volte è ricoperta di ruvide squame, altre volte è setolosa come quella dei cinghiali e il suo colore può essere grigiastro o verdastro. Anzitutto un drago che si rispetti vive nascosto tra scure rocce di paludi stagnanti. Ha uno sguardo acutissimo in grado di uccidere il malcapitato che viene visto. Ha poi un fiato pestifero, denti enormi e aguzzi e spesso molte lingue. Ma quel che più conta è che la sua bocca è ignivoma, è cioè una bocca da cui escono potenti fiammate distruttive. Anche l’orco è un drago, ma a differenza di tutti gli altri che sono animaleschi, l’orco è un drago antropomorfo, cioè ha sembianze umane. È un gigante mostruoso, dalla pelle verde e il capo grossissimo, la bocca enorme, gli occhi infuocati, con una barba e dei capelli ispidi e arruffati. L’orco ha i poteri di uno stregone ma soprattutto è ghiotto di sangue e di carne umana. L’orco è molto diffuso nei racconti per l’infanzia. Oggi è diventato famoso un orco dolce e tenero: il ben noto Shrek. Enciclopedia dei ragazzi, www.treccani.it

COMPRENDO

C ompleta la descrizione del drago e rispondi.

Ha il corpo simile a quello.................................................................... Ha grandi ali come quelle.................................................................... La pelle del drago è setolosa come quella................... ....................................................................................................................................................

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T rova le informazioni nel testo e sottolinea con i colori corrispondenti.

Dove vive il drago? Che significa che ha la bocca ignivoma? Lo sguardo del drago è pericoloso? Che significa drago antropomorfo?


G

H

Z

R

M

C A

D

O

F

O

LEGGO BENE ad

B N G

alta voce

LEGGERE CON INTONAZIONE Per leggere con la giusta intonazione devi rispettare in particolare alcuni segni di punteggiatura che ormai conosci bene: ! I l punto esclamativo esprime una forte emozione: gioia, paura... ? Il punto interrogativo fa una domanda. rima leggi il testo mentalmente per comprenderne il contenuto. P Poi rileggilo a voce alta cercando di dare la giusta intonazione alle parole dei personaggi. Tieni in considerazione la punteggiatura e le frasi evidenziate: ti suggeriscono come pronunciare i dialoghi.

G

H Z

Il mostro della grotta

R

Fin da quando era piccolo Ludovico aveva sentito parlare di un leggendario orco che viveva in una grotta. Ora era cresciuto e voleva conoscerlo, non gli importava se era brutto, grosso e cattivo. Prese una torcia e si incamminò verso la grotta. – Qui è davvero buio – disse con un filo di voce. – Ma io non ho paura! – annunciò deciso ad andare avanti. Era tutto buio, ma il fascio luminoso della torcia gli dava coraggio. – Orco della malora, se hai del fegato fatti vedere!!! – gridò con impeto. A quel punto si sentì un rumore. Ludovico spalancò gli occhi e mosse la torcia a destra e sinistra. Si accorse allora che dal fondo della grotta veniva avanti qualcosa di enorme. – Chi sei? Che cosa vuoi? – disse una voce rauca e cavernosa. – Sono Ludovico, ho sette anni, mi piacciono gli orchi e vorrei fare amicizia. Ecco tutto – rispose Ludovico con tono sicuro. – Non mi farai del male, vero? – implorò il mostro con voce lamentosa. – Certo che no! Se tu non ne farai a me! – Grazie, grazie, avevo così paura – piagnucolò il povero Orco.

M

C A D

O

F

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NEL BOSCO Una notte fui svegliato da un rumore terrificante. La mattina dopo, era tutto tranquillo. Papà non era in casa. Chiesi alla mamma quando sarebbe tornato, ma non lo sapeva. Papà mi mancava. Il giorno dopo, la mamma mi chiese di portare una torta alla nonna che non stava bene. Voglio bene alla nonna. Mi racconta sempre storie fantastiche. Prima di uscire la mamma si raccomandò: – Non andare nel bosco. Prendi la strada lunga. Ma, per la prima volta, decisi di prendere la strada più veloce. Volevo essere a casa, nel caso fosse tornato papà. Dopo un po’ incontrai un ragazzino. – Vuoi comprare una deliziosa mucca che fa il latte? – mi chiese. – La scambio con quella squisita torta di frutta che hai nel cestino – propose. – No – risposi. – È per la mia nonna malata – spiegai e proseguii. – Io sono malato – lo sentii lamentarsi. – Io sono malato... Mi inoltrai nel bosco e incontrai una ragazzina dai capelli biondi. – Che tenero cestino – disse. – Che cosa c’è dentro? – Una torta per la mia nonna. È malata. – Mi piacerebbe una torta deliziosa come quella – commentò. Continuai a camminare e sentii che diceva: – Mi piacerebbe una torta deliziosa come quella... Il bosco diventava più scuro e più freddo, e scorsi due bambini soli. – Hai visto il nostro papà e la nostra mamma? – chiese il maschio. – No, li avete persi? – Tagliavano la legna nel bosco e non sono tornati... – risposero. Mentre proseguivo, sentivo il pianto straziante della ragazzina, ma che potevo farci? Mi stava venendo un gran freddo. D’improvviso vidi un cappotto. Era bello e caldo, ma non appena lo indossai cominciai ad avere paura. Sentivo che qualcosa mi stava seguendo. Mi ricordai di una storia che di solito mi raccontava la nonna su un lupo cattivo. Iniziai a correre addentrandomi sempre più nel bosco, ma mi ero perso. 38


RA CC ON TI IN MO ND I FA NT AS TIC I Bussai a una porta e una voce chiese “Chi è?”, ma non sembrava la voce della nonna. – Sono io. Ti ho portato una torta fatta dalla mamma. – Entra, piccolo – mi invitò la strana voce. Spinsi la porta per aprirla un po’. Ero terrorizzato. Avanzai lentamente. Nel letto della nonna c’era... la nonna! – Vieni qui, tesoro – disse commossa. – Come stai? – Ora sto benissimo – risposi. In quel momento sentii un rumore dietro di me e mi voltai... papà! Raccontai loro tutto quello che mi era accaduto. Bevemmo qualcosa di caldo e io mangiai due fette della deliziosa torta della mamma. Dopo di che, salutammo la nonna, che stava meglio. Quando arrivammo a casa, aprii la porta. – Chi è? – chiese una voce. – Siamo solo noi – rispondemmo noi due. E la mamma venne fuori, sorridendo. A. Browne, Nel bosco, Kalandraka

S C R IV O

L a fiaba che hai letto è una fiaba moderna perché prende spunto da una fiaba classica e, cambiando qualche elemento, ne fa nascere una nuova. Quali fiabe classiche riconosci nella fiaba che hai letto? Parlatene in classe. Scegli il titolo che preferisci e scrivi una fiaba moderna sul tuo quaderno.

- Cappuccetto tosto. - Biancaneve e i sette cani. - Il gatto con gli aeroplani.

- La principessa sul mantello. - Il principe Zurro. - Il pifferaio stonato.

COMPRENDO

C ollega ogni affermazione al personaggio che la pronuncia.

Non andare nel bosco!

Nonna

Vuoi comprare una deliziosa mucca che fa il latte?

Fratello e sorella

È per la mia nonna malata.

Ragazzina

Che tenero cestino.

Mamma

Hai visto il nostro papà e la nostra mamma?

Ragazzino

Entra, piccolo.

Protagonista 39


LE MIE COMPETENZE

LA PRINCIPESSA PRIGIONIERA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34

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Un giovane principe cavalcava in un bosco, quando all’improvviso si trovò davanti a un’imponente torre di pietra, scura e minacciosa. Affacciata a una finestra, su in alto in alto, c’era una bellissima fanciulla con delle lunghe trecce bionde. – Chi sei? Perché ti hanno chiusa in questa alta torre? – le chiese il principe. – Sono una principessa prigioniera dell’incantesimo di una strega cattiva – rispose la fanciulla. – Potrò essere di nuovo libera quando qualcuno bacerà per tre volte la mia mano. – Già, ma come si può entrare in questa torre se non ci sono porte o finestre? – disse il principe. – Se le tue trecce fossero più lunghe, potrei usarle come una corda! A quel punto il principe ebbe un’idea folgorante. – Non disperarti e aspetta il mio ritorno! E galoppò via veloce verso la casa di una saggia maga. La maga era nella sua capanna e rimestava un pentolone fumante. – Hai qualcosa per far crescere in fretta i capelli? – le chiese il principe. – Certo! Ho una lozione che è una meraviglia: basta rovesciarla in testa e in un giorno fa crescere i capelli di qualche metro – rispose la maga. E tirò fuori dalla tasca del mantello una fiaschetta. Il principe l’afferrò e galoppò di nuovo fino alla torre. Spiegò alla principessa che cosa doveva fare e mise la fiaschetta nel panierino che lei usava per avere ogni giorno dalla strega cattiva pane e acqua. I due si salutarono con la promessa di rivedersi il giorno dopo. L’indomani all’alba, il principe era già sotto la torre e, miracolo, le lunghe trecce bionde della principessa arrivavano fin quasi a terra. Lui le afferrò e, arrampicandosi sulle trecce lunghissime, cominciò a salire. Giunto nella torre, il principe, abbagliato dalla bellezza della fanciulla, le afferrò la mano e la baciò per tre volte. BUUUUM! Con un gran tonfo la torre scomparve, trasformata in un mucchio di polvere. – Sono libera! – gridò la principessa e abbracciò il principe, piangendo di gioia. Qualche giorno dopo, il principe e la principessa si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.

AA.VV., Storie per tutto l’anno, De Agostini Verso le competenze: Potenziare il piacere di ascoltare. Comprendere il significato globale di un testo ascoltato.


1 Collega ogni personaggio al ruolo che ha nella fiaba. Il principe e la principessa

Aiutante

La strega

Protagonisti

La maga

Antagonista

2 Cancella con una X le parole sbagliate in ogni frase. I fatti succedono in un tempo non precisato precisato . I luoghi sono realistici fantastici , ma sono non sono descritti con precisione.

3 Rispondi con una X. • Qual è il problema da risolvere? La torre è troppo alta I capelli della principessa sono troppo corti Il principe non è abbastanza abile La torre non ha né porte né finestre

• Con quale elemento magico viene risolto? La formula della maga Una lozione magica Una scala magica La furbizia del principe

4 C irconda nel testo l’inizio, lo svolgimento e la conclusione, poi riordina le sequenze della fiaba con i numeri.

Un principe cavalcava in un bosco. Il principe e la principessa si sposano. Una principessa era prigioniera in una torre a causa di una strega cattiva. Il principe chiede aiuto a una maga buona. La maga consegna al principe una pozione magica. Le trecce bionde della principessa si allungano. Il principe sale dalla principessa arrampicandosi sulle trecce.

5 Rispondi con una X alle domande. • Con quale nome puoi sostituire tonfo (riga 30)? Crollo Cigolio Sibilo Grido

• Con quale aggettivo non puoi sostituire abbagliato (riga 28)? Incantato Affascinato Contrariato Estasiato

Verso le competenze • Conoscenze: elementi essenziali e struttura di un testo narrativo fantastico: la fiaba; lessico fondamentale. •A bilità: comprendere una fiaba e individuarne gli elementi principali; comprendere il significato di parole anche dal contesto.

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IL CAMMELLO E LA NEVE Narra una favola curda che un giorno il cammello e la neve fecero amicizia e giurarono che non si sarebbero mai dimenticati l’uno dell’altra. Il cammello, che temeva molto il freddo, disse alla sua nuova amica: – Ti chiedo soprattutto una cosa, di avvertirmi del tuo arrivo qualche giorno prima, così potrò cercarmi un riparo per non soffrire troppo durante l’inverno. La neve promise e aggiunse: – Basterà che, quando l’autunno sta per finire, ogni tanto tu guardi il cielo: se lo vedrai tutto bianco, vorrà dire che sto per arrivare. Poi si salutarono e, una stagione dopo l’altra, il tempo passò. Quando l’inverno fu alle porte, la neve pensò: “È ora che avverta il mio amico cammello, così, guardando il cielo, capirà che ci rivedremo presto”.

Spazio alle E M O Z IO N I Amicizia

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La favola ci insegna che “un vero amico non dimentica”. Sei d’accordo? Che ne pensi? Hai degli amici? Come si comportano con te? E tu con loro? Completa sul quaderno: Un vero amico ti pensa, ti ascolta...


RA CC ON TI IN MO ND I FA NT AS TIC I

GEOGRAFIA

Quella che hai letto è una favola curda, cioè originaria del Kurdistan. Secondo te nel Kurdistan ci sono il deserto e i cammelli? Fai una ricerca per scoprire dove si trova questa regione.

ESPLORO Il testo

Ma era un pezzo che il cammello non pensava più alla neve: si era completamente dimenticato di lei e per questo non alzava mai gli occhi al cielo. Se lo avesse fatto, si sarebbe accorto che l’azzurro aveva lasciato il posto al bianco uniforme di nuvole basse e pesanti, e forse si sarebbe ricordato di quello che l’amica neve gli aveva detto un giorno. Presto cominciò a nevicare sulle cime delle montagne, poi sugli altopiani e infine in pianura. E quando anche le sue gobbe si coprirono di neve, il cammello disse infreddolito e furibondo: – Ma come, neve! Avevi promesso di avvertirmi in anticipo, e invece capiti all’improvviso e mi geli le gobbe! E la neve: – Io ho mantenuto la promessa, e se ora hai freddo è solo colpa tua. Se fossi un vero amico, non mi avresti dimenticato! F. Lazzarato, La mela meravigliosa. Fiabe della tradizione curda, Mondadori

I personaggi delle favole sono spesso animali che parlano e si comportano come persone. La favola si conclude sempre con una morale, cioè un insegnamento che l’autore vuole trasmetterci. I ndica con una X il proseguimento giusto.

I protagonisti della favola sono esseri umani. sono animali che parlano e agiscono come esseri umani. solo il cammello agisce come un essere umano. solo la neve agisce come un essere umano. S ottolinea la morale della favola nella conclusione, poi rispondi. Chi esprime la morale della favola? Un personaggio L’autore Si ricava dal senso della storia Libro rosso pag. 8 43


LABORATORIO

DEL

TESTO

PICCOLE PAROLE IMPORTANTI Durante la lettura di un testo puoi incontrare spesso delle parole piccole, ma molto importanti. Sono paroline che sostituiscono qualcosa che è già stato detto nel testo oppure anticipano qualcosa del testo.

L eggi la fiaba, soffermati sulle paroline rosse e rispondi.

L’OCA DALLE PIUME D’ORO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23

Tanto tempo fa un ragazzo andò nella foresta e lì incontrò un vecchio affamato a cui diede il suo pranzo. L’anziano, che in realtà era un grande mago, gli disse: – Poiché sei stato gentile, ti donerò un’oca dalle piume d’oro. Il giovane la mise sotto il braccio e si diresse verso una locanda dove trascorse la notte. Quando si addormentò, le tre figlie della locandiera entrarono di soppiatto nella stanza per vedere da vicino quel meraviglioso uccello e prendere una delle sue piume d’oro. Ma, non appena misero le mani sull’oca, vi rimasero incollate, l’una con l’altra. La mattina seguente, il ragazzo ripartì con l’oca e le tre ragazze. Raggiunse un castello dove regnava un re che aveva una figlia tanto seria, che non aveva mai riso in vita sua. Per questo il sovrano aveva stabilito di darla in sposa soltanto a chi l’avesse fatta ridere. Il ragazzo decise di presentarsi alla principessa. Questa, quando vide le tre ragazze incollate all’oca e tra di loro, scoppiò in una sonora risata. Fu così che le figlie della locandiera furono liberate e il ragazzo e la principessa si unirono in matrimonio. Vissero felici e contenti e trattarono con riguardo l’oca dalla piume d’oro, che li ripagò deponendo moltissime uova, naturalmente d’oro. J. Goodwin, S. Waterhouse, Storie della buonanotte in cinque minuti, Il Pozzo di Giacobbe

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VA L S I V E R S O L’I N

L a parola locandiera deriva da locanda. Le seguenti parole da cosa derivano? Completa.

macellaio

................................................................

fornaio .................................................................

farmacista

................................................................

edicolante .................................................................

I ndica con una X il proseguimento giusto.

L’espressione entrare di soppiatto (riga 7) significa entrare in un posto. entrare di nascosto. uscire di nascosto. entrare facendo parecchio rumore. L’espressione scoppiò in una sonora risata (riga 18) significa rise per qualcosa che scoppiò. scoppiò per aver riso troppo. rise rumorosamente e di gusto. rise per forza. P rima di rispondere alle domande, rileggi nel testo le frasi vicine a quelle date.

“... e lì incontrò un vecchio affamato” (righe 1-2) Dove incontrò il vecchio? .................................................................................................................. “a cui diede il suo pranzo” (riga 2) A chi diede il pranzo? .............................................................................................................................. “Il giovane la mise sotto il braccio” (riga 5) Che cosa mise sotto il braccio? ................................................................................................. ”... vi rimasero incollate” (riga 10) Dove rimasero incollate? .................................................................................................................... ”... il sovrano aveva stabilito di darla in sposa” (riga 14) Chi voleva dare in sposa? ................................................................................................................... “... che li ripagò” (riga 22) L’oca chi ripagò? .............................................................................................................................................. Con quali altri nomi vengono indicati i personaggi seguenti? Completa.

il ragazzo

..........................................................................................................................................................

il vecchio

..........................................................................................................................................................

il re

..........................................................................................................................................................

In un testo capita che i personaggi, a volte, siano indicati in modi diversi.

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LA RANA E IL BUE C’era una piccola rana verde che viveva insieme a un allegro gruppo di rospi, girini e ranocchi nello stagno di una fattoria. La ranocchietta era molto ammirata perché era di un bel colore brillante e sapeva fare salti bellissimi. Un caldo giorno d’estate, gli abitanti dello stagno ricevettero la visita di un tranquillo bue di campagna. La ranocchietta era curiosa e voleva proprio conoscere un vero bue. E quando finalmente lo vide... Com’era grande! “Che invidia!” pensò la ranocchia. “Così grande farà dei salti incredibili! Ma forse se mi concentro e tengo il respiro, mi gonfio... Un altro respiro e forse...”. La rana tentò e tentò. Gonfiò a più non posso la sua pelle lucidissima, fino a che non divenne quasi trasparente. Ma non era ancora abbastanza. Così la ranocchia, guardando fisso il bue, fece di nuovo un respirone, poi un altro, un altro ancora e... bum! Eh sì, era proprio scoppiata... d’invidia! B. Savino, Le favole di Fedro raccontate ai bambini, Larus

ESPLORO Il testo Gli animali protagonisti delle favole hanno vizi e virtù tipici delle persone. Quali difetti tipicamente umani rappresenta la rana della favola?

Orgoglio Malvagità

Invidia Vanità

Libro rosso pag. 8 COMPRENDO

Quale morale ti offre la favola? Il poeta, in pochi versi, modifica la favola classica: quale morale ti offre questa versione della favola? Quale delle due versioni ti piace di più? Perché?

IL BUE E LA RANA Una rana voleva diventare grossa come il bue. Si comincia a gonfiare, a gonfiare... Il bue si spaventa, ha paura che scoppi. E allora diventa lui piccolo piccolo per farla contenta. G. Rodari, Il secondo libro delle filastrocche, Einaudi

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IL LUPO E LA NONNA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21

Tanto tempo fa un lupo andava per il bosco in cerca di cibo. A un certo punto vide una casa isolata. Passò così vicino a una finestra, sentì una voce: era la voce di una nonna che stava cullando il piccolo nipotino e gli diceva: – Dormi, buono, non piangere, se no chiamo il lupo che ti mangerà! A sentire queste parole, il lupo si rallegrò tutto e decise di fermarsi là ad aspettare il buon bocconcino. Aspetta e aspetta, ma la porta rimaneva sempre chiusa. Ed ecco il lupo sentì il bambino piangere più forte di prima, e subito dopo la voce della nonna: – Buono, buono, bambino mio, non piangere! Non aver paura, se viene il lupo cattivo, noi lo bastoneremo, e poi lo ammazzeremo! Il lupo si arrabbiò moltissimo e se ne andò via subito da là, brontolando fra sé: – A certa gente non si può mai credere! Dice una cosa, ma poi ne vuole fare un’altra tutta diversa! Esopo, Favole, Emme Edizioni

ESPLORO Il testo Il tempo e i luoghi della favola sono indefiniti. I luoghi sono naturali. Sottolinea nel testo, con il colore corrispondente, le parole che rispondono a queste domande.

Dove si trovava il lupo? Quando si svolge la favola? Libro rosso pag. 8

COMPRENDO

A chi si riferiscono le paroline sottolineate? Rileggi la frase in cui si trovano.

“Stava cullando il piccolo nipotino e gli diceva...” (righe 4-5) A chi parlava la nonna?............................................................................................... “... Se viene il lupo cattivo noi lo bastoneremo, e poi lo ammazzeremo!”. (righe 16-17) Chi bastoneranno e ammazzeranno?.................................................... 47


LEGG O CO N

M IC IO M AO

LA QUERCIA E IL GIUNCO ...........................................................

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...........................................................

Una grande quercia vive in mezzo a un prato. Un fiume passa lì vicino. Un giunco è cresciuto sulle rive del fiume. Un giorno la quercia si vanta con il giunco della sua forza e della sua robustezza e dice: – Io sono così forte che posso sfidare anche le tempeste. Tu invece ti pieghi sempre anche quando c’è poco vento. Il giunco risponde: – Lo so, io sono sottile e non ho forza come te, ma sono molto resistente anche io: se il vento mi piega io non mi spezzo. Alcuni giorni dopo, una tempesta molto violenta scoppia. La quercia prova a resistere ma non ci riesce; la tempesta porta via tutto e strappa dal suolo il grande albero. Invece il piccolo giunco non si oppone alla tempesta; si piega soltanto e non si spezza. AA.VV., 365 storie, Classica Licorne Edizioni

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È

PI Ù FA CI LE

Collega ogni personaggio alle sue qualità. forte

robusta

resistente

sottile

I l testo è diviso in inizio - svolgimento - conclusione. Scrivi i nomi delle tre parti al posto giusto. Completa il riassunto della favola con le parole date. robusta • quercia • resistente • giunco • tempesta • spezza • forte Un giunco è cresciuto vicino a una grande ....................................................................... . Un giorno la quercia si vanta con il ....................................................................... di essere forte e ....................................................................... . Il giunco sa di essere invece meno forte della quercia, ma molto ....................................................................... . Alcuni giorni dopo scoppia una ....................................................................... . La tempesta è molto ....................................................................... e strappa dal suolo la quercia. Il giunco invece si piega ma non si ....................................................................... . S copri la morale della favola, cioè l’insegnamento che dà alla fine. Scegli le parole esatte e cancella quelle sbagliate. Questa favola ci insegna che se una persona ha un carattere dolce aggressivo (come il giunco) riuscirà a vivere meglio peggio tutte le situazioni, anche quelle più difficili semplici .

Sei riuscito a leggere bene? Hai completato tutte le attività? Che voto ti daresti? 1, 2 o 3 stelline?

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LE MIE COMPETENZE

LA CORNACCHIA PRESUNTUOSA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

C’era una volta una cornacchia vanitosa. Mentre passeggiava in un prato vide due pavoni, che facevano la ruota spiegando le penne della coda. La cornacchia rimase senza parole. – Che meraviglia! – disse – Che belle penne colorate! Rimase tanto colpita dalla loro bellezza che da quel giorno cominciò a preoccuparsi, pensando di essere brutta. Non sopportava proprio il suo aspetto. Un giorno trovò per terra alcune penne di pavone e subito le venne un’idea: se le fissò alla coda con qualche goccia di resina di pino. Poi, soddisfatta, corse a farsi ammirare dalle compagne. – Guardate com’è bella la mia coda... non sono più brutta come voi! – si vantò. Le cornacchie indignate la scacciarono: – Anche con tre penne in più, rimani comunque una cornacchia come noi! La cornacchia vanitosa volò via e andò dai pavoni che appena la videro la scacciarono inferociti. – Come ti permetti di indossare piume che non ti appartengono? Così, per essere stata troppo ambiziosa, la poveretta si ritrovò sola ed evitata da tutti, anche dalle sue compagne. C. Giraudi, Le più belle favole di animali, Dami Editore

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Verso le competenze: Potenziare il piacere di ascoltare. Comprendere il significato globale di un testo ascoltato.


1 Segna con una X il completamento giusto. • Il luogo della favola è imprecisato e immaginario. reale e imprecisato. reale e ben definito. immaginario e naturale.

• Il tempo è vicino e indefinito. vicino e definito. lontano e definito. lontano e indefinito.

2 C ompleta. I personaggi della favola sono:........................................................................................................................................................................................................................

3 Sottolinea nel testo che cosa dice la cornacchia alle compagne, poi indica con una X. • Le sue parole ti fanno capire che è sciocca. è furba. è paurosa. è vanitosa.

4 Metti in ordine i fatti narrati dalla favola con i numeri: Da allora non sopporta più il suo aspetto. La cornacchia va a farsi ammirare dalle compagne che la scacciano. La cornacchia si ritrova sola. Una cornacchia rimane estasiata dalla bellezza dei pavoni. La cornacchia si fissa delle penne di pavone alla coda. La cornacchia va dai pavoni che la scacciano a loro volta.

5 Nelle seguenti frasi, scrivi a chi si riferisce la parola sottolineata. “Rimase tanto colpita dalla loro bellezza” (riga 6)

Dalla bellezza di chi?..................................................................................

“Se le fissò alla coda” (riga 10) “La scacciarono inferociti” (riga 19)

Che cosa si fissò alla coda?............................................................... Chi scacciarono?..............................................................................................

6 Rispondi con una X. • Qual è la morale di questa favola? Avere pazienza aiuta a vivere meglio Chi ha tanti amici vive più felice Chi è troppo ambizioso e vuole apparire ciò che non è, si trova da solo

• Da chi è espressa la morale? Dalla cornacchia Dall’autore Si ricava dal senso della storia Dai pavoni

Verso le competenze • Conoscenze: elementi essenziali e struttura di un testo narrativo fantastico: la favola; lessico fondamentale. •A bilità: comprendere una favola e individuarne gli elementi principali; comprendere il significato di parole anche dal contesto.

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R A C CO N TI LO N TA N I NEL TEMPO LEGGE L’INSEGNANTE...

IL MITO DI PROSERPINA La dea dell’agricoltura, Cerere, aveva una bellissima figlia, Proserpina. Plutone, il dio degli Inferi, la vide un giorno mentre coglieva fiori. Colpito dalla sua bellezza, la rapì, la sposò e la portò nel suo regno. Non vedendola tornare, Cerere cominciò a cercare la figlia nei boschi, nei campi e nelle foreste. Sconsolata, pianse e pianse, finché il Sole decise di rivelarle l’accaduto: – Proserpina è stata rapita dal dio Plutone, che ha deciso di farne la regina degli Inferi. Cerere chiese aiuto a Giove e agli altri dèi, ma nessuno volle aiutarla. Disperata, riprese a piangere: appena le sue lacrime toccavano il terreno, gli alberi e tutta la vegetazione seccavano. Gli uomini e gli animali, privati dei frutti della terra, cominciarono a morire. Alla fine Giove ebbe pietà di loro e impose a Plutone di restituire Proserpina alla madre. Chiamata la fanciulla, Plutone le disse che era libera di andarsene, ma le diede da mangiare alcuni chicchi di melograno: chi li assaggiava sarebbe stato preso dalla nostalgia per gli Inferi. Proserpina risalì alla luce del sole e la madre corse a riabbracciarla: la terra ridivenne verde, fiori e gemme spuntarono dappertutto e animali e uomini poterono di nuovo sfamarsi e vivere felici. Dopo alcuni mesi Proserpina disse alla madre: – Ho nostalgia degli Inferi... Cerere capì che Plutone le aveva fatto assaggiare il melograno, ma per quanto tentasse di convincerla a rimanere non poté trattenerla. Così Proserpina tornò da Plutone: gli alberi persero foglie e frutti, la neve ricoprì la terra e i venti del nord portarono il gelo e le tempeste. Ma quando, dopo alcuni mesi, Proserpina ritornò dalla madre, la terra ridivenne verde. – Proserpina passerà parte dell’anno con Cerere e parte con Plutone – stabilì Giove. Ecco perché ci sono le stagioni: quando Proserpina scende agli Inferi, la terra è in lutto. E questo alternarsi non avrà mai fine. AA.VV., Racconti mitologici, Dami Editore

L’AUTORE Autori vari IL LIBRO In questo libro scoprirai i Racconti mitologici. Incontrerai dèi, eroi, uomini e donne che agiscono in un tempo lontanissimo, vivendo avventure legate all’origine del mondo e ai suoi misteri. Entra nella mitologia, è un mondo appassionante e straordinario! 52


R A CC

O N T I LO N TA N I N E L T E M P O

... TU ASCOLTA E COMPLETA I ndica con una X il completamento giusto.

La storia che hai ascoltato si svolge in un tempo presente. passato lontano. passato. futuro. Da cosa lo capisci?................................................................................. ...........................................................................................................................................

C ollega i nomi degli dèi alla loro caratteristica.

Giove

Dio degli Inferi

Plutone

Dea dell’Agricoltura

Cerere

Il re degli dèi

I ndica con una X.

Che cosa vuole spiegare questo mito? L’origine del mondo L’origine degli dèi L’origine delle stagioni L’origine dell’amore Q ual è l’intruso? Indica con una X quali parole non fanno parte di questo mito.

Luoghi campi boschi

foreste grattacieli

Personaggi mamma nipote

figlia marito

Sentimenti amore dolore

odio felicità

Ti è piaciuto questo racconto?

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RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O

IN PRINCIPIO... Mi preparo a raccontare storie antiche quanto il mondo e se state ad ascoltare lo saprete tra un secondo. In principio fu la Terra infuocata ribollente non potevano abitarla né le piante, né la gente. Era ostile quel pianeta dai paesaggi tetri e strani qua del fango gorgogliava, là fumavano vulcani.

COMPRENDO

R ispondi con una X.

Spire dense e velenose si levavano dal mare non potevi stare vivo non potevi respirare. Per fortuna quel pianeta nel girare a poco a poco, sempre più si raffreddava, si spegneva tutto il fuoco.

Di che cosa parla questa filastrocca? Dell’evoluzione dell’uomo Dei vulcani e dei terremoti Dell’origine del mondo Del mare R ispondi.

Secondo te, il contenuto della filastrocca è reale o fantastico?..................................................................

E un bel giorno dentro al mare sbocciò infine anche la vita. L’avventura cominciava ed ancor non è finita.

Perché?.......................................................................................................

M.L. Giraldo

Perché, secondo te?.................................................................

...............................................................................................................................

Alla fine il poeta dice: “L’avventura cominciava ed ancor non è finita”.

...............................................................................................................................

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RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O

L’ORIGINE DELLA PIOGGIA Al principio, quando ogni cosa era nuova e tutto era stato fatto da poco, non pioveva mai. Ciò era un bel guaio, un guaio tanto grosso che tutti gli animali si riunirono e decisero di invocare a gran voce il Cielo perché mandasse la pioggia. Si divisero così in vari gruppi, secondo le diverse specie. Gli elefanti, i più grossi, si misero a barrire a tutto spiano. Ma la pioggia non venne. Provarono allora i rinoceronti, tutti insieme. Ma la pioggia non venne. Provarono le giraffe, poi le antilopi, poi i leoni. Ma la pioggia non venne. Provarono tutti gli animali, anche i più piccoli. Ma la pioggia non venne. Erano rimaste solo le rane. Toccava a loro provare. Le rane si misero a gracidare tutte insieme. Era così assordante e insistente il loro grido, che il Cielo si coprì di nubi. Ma la pioggia non venne. Il gracidare delle rane, però, riuscì a penetrare attraverso le nuvole e il Cielo, stanco di udirle, cercò di affogarle con l’acqua. E piovve, piovve a lungo. Allora le rane tacquero. Dopo la pioggia l’erba crebbe e gli animali si sparpagliarono per ogni dove a mangiare. Solo le rane rimasero nelle buche dove l’acqua si era fermata perché, avendo fatto piovere, si consideravano padrone dell’acqua. G. Valle, A. Manzi, I popoli raccontano, La Scuola

ESPLORO Il testo Separa le tre parti del racconto: inizio, svolgimento, conclusione. I ndica con una X la risposta giusta.

Perché il racconto che hai letto è un mito? I fatti narrati sono accaduti tanto tempo fa Spiega con fantasia l’origine della pioggia Dà informazioni scientifiche Descrive la pioggia Libro rosso pag. 10

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RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O

IL COLORE DELLA PELLE COMPRENDO

I ndica con una X il proseguimento giusto.

Questo brano parla di differenze nell’aspetto delle popolazioni. diverse specie viventi sulla Terra. tradizioni dei popoli. Il testo è un mito. una descrizione. un testo informativo. Quindi è fantastico. realistico.

SCOPRO le parole Pigmento: sostanza colorante. Savana: ambiente caratterizzato da una vegetazione erbosa e pochi alberi.

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L’uomo è l’ultima specie apparsa sul Pianeta, circa 5 milioni di anni fa, nella savana tropicale. Da allora gli uomini hanno popolato ogni angolo del Pianeta, adattandosi ai diversi ambienti, anche i più ostili come i deserti o le zone polari. La varietà degli ambienti ha influito nel determinare alcune differenze esterne, come la forma del corpo o i tanti tipi diversi di colore della pelle. Il colore della pelle umana, infatti, può variare da quasi nero a quasi incolore: di solito coloro che hanno antenati provenienti da regioni soleggiate hanno pelli più scure di chi ha antenati che vengono da regioni meno battute dal sole. Comunque il colore della pelle può assumere una qualsiasi tonalità intermedia. Ciò dipende dalla presenza maggiore o minore di melanina, un pigmento scuro che il nostro corpo produce per proteggersi dai raggi ultravioletti del sole. Di solito, le donne hanno la pelle lievemente più chiara rispetto agli uomini. I diversi colori della pelle degli uomini non devono però farci dimenticare che la specie umana è unica e che tutti possediamo le stesse qualità e soprattutto la stessa intelligenza. AA.VV., Atlante di scienze, Mondadori Scuola


RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O

NELL’ERA GLACIALE Jalu e Tamar andarono dagli adulti. – Che cosa stai facendo, nonna? – chiese Jalu. – Ti sto facendo una nuova tunica – rispose. – Voi bambini siete talmente cresciuti! Avete bisogno di nuovi vestiti. La madre e le zie di Jalu erano indaffarate a preparare le pelli di renna che la nonna doveva poi cucire: prima raschiavano bene la parte interna delle pelli, poi le battevano per renderle più morbide, e infine le stendevano al sole ad asciugare. Una volta pronte, la nonna cominciava a cucire con un ago d’osso. Infine provò su Jalu la nuova tunica, per prendere le misure. – Puoi applicarci sopra un po’ di belle conchiglie? – chiese Jalu. – Ma certo – rispose la nonna. – Basta che tu me ne trovi qualcuna. Così Jalu corse in cerca di conchiglie. Tornando, vide il padre indaffarato, e si fermò a vedere che cosa faceva. Aveva già preparato tutta una serie di aghi d’osso e di uncini che aveva ricavato da lische di pesce, e ora stava forando una conchiglia. L’utensile che usava era una specie di trapano che faceva ruotare velocemente; con denti e schegge d’osso aveva già fatto perline e pendenti per monili. – Prendine un po’ da cucire sulla tua tunica – disse il padre. Jalu era contento, avrebbe avuto una tunica bellissima.

SCOPRO le parole Utensile: attrezzo, arnese. Monili: gioielli.

G. Caselli, Un cacciatore dell’Era Glaciale, Mondadori

COMPRENDO

Rispondi.

R ispondi con una X.

on quale materiale e con quale utensile la nonna C confeziona la nuova tunica per Jalu?

he tipo di C informazioni ti dà il racconto? Geografiche Scientifiche Storiche Turistiche

................................................................................................................................................................................................

Sottolinea in rosso nel testo, la parte che descrive la lavorazione delle pelli. Che cosa ricava il papà di Jalu dalle lische di pesce? ................................................................................................................................................................................................

Sottolinea in blu la parte che descrive la lavorazione dei monili. 57


RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O

LA NASCITA DEL MONDO GEOGRAFIA Mito Inuit Vi fu un tempo in cui sulla Terra c’erano solo il Corvo e Sai dove vivono gli Inuit? la moglie. Fai una ricerca con i tuoi Un giorno, la moglie del Corvo disse al marito: compagni per scoprire e – Crea qualcosa che ci faccia compagnia. conoscere questo popolo. Ma il Corvo non ne aveva affatto voglia e se ne andò a dormire. Il mattino dopo, il Corvo si accorse che sua moglie era cambiata: al posto delle zampe aveva due gambe, e dieci dita, e le penne erano scomparse, e il corpo da nero lucente era divenuto tutto bianco. – È strana, però è bella – pensò il Corvo. – Voglio assomigliarle. Iniziò a strapparsi le penne e gli artigli, ma nulla. Pur spennato e senza unghie, restava un animale, ben lontano dalla bellezza femminile che ora aveva la moglie. Disperato, tornò a guardare la moglie addormentata. Era proprio cambiata e aveva anche la pancia gonfia. Che stesse male? Proprio bene non stava, se si contorceva a quel modo. E mentre la guardava preoccupato, ecco comparire davanti a lui due piccoli esseri umani, molto simili alla madre. Con quelle due piccole creature gemelle, sua moglie stava creando il mondo degli uomini! – Se tu hai creato gli uomini, io creerò il resto del mondo – disse il Corvo alla moglie. E volò via volteggiando sulla Terra e inventando animali, piante, fiori, e ogni altra cosa vivente. confinidelmondo.blogspot.it

ESPLORO Il testo C erca nel testo le risposte e colorale come indicato.

Chi sono i protagonisti del mito? Dove si svolgono i fatti? Quando? Com’era la Terra all’inizio della storia? Quale fatto straordinario ha modificato la Terra? Come si presenta alla fine? Questo racconto è realistico o fantastico? Spiega perché. 58

Libro rosso pag. 10


G

H

Z

R

M

C A

D

O

F

O

LEGGO BENE ad

B N G

alta voce

VELOCITÀ NELLA LETTURA Per catturare l’attenzione di chi ti ascolta e rendere il racconto più avvincente, devi leggere ad alta voce e cambiare velocità di lettura. Leggi il racconto, seguendo le indicazioni. leggi più veloce rallenta e scandisci le parole fai una pausa

Vampiri in famiglia!

G

I genitori di Kevin erano... vampiri! Ma quello che Kevin desiderava più d’ogni altra cosa era avere genitori normali. Era seduto sul suo letto a pensare come farli guarire... ed ecco la soluzione: aglio! I vampiri odiano l’aglio. Tutti lo sanno! Kevin si mise all’opera. La ricetta del pollo diceva di usare due spicchi d’aglio, ma Kevin voleva che i genitori smettessero di essere vampiri per il resto della loro vita, così usò trenta spicchi d’aglio in una sola volta! I signori Vladd si riempirono la bocca di pollo. Il papà iniziò a tossire: le sue gambe si alzarono sotto il tavolo e il suo piatto fu catapultato in aria. Nello stesso istante la signora Vladd sembrò impazzire: i suoi occhi erano grandi come piatti, si alzò dalla sedia e iniziò a ballare. Improvvisamente i signori Vladd si calmarono e guardarono Kevin con occhi scuri: avevano capito tutto! Mandarono Kevin a letto senza cena e gli vietarono di rimettere piede in cucina.

H Z

R M

C A D

O

F

J. Strong, Vampiri in casa, Bradipolibri

Rispondi. Chi è il protagonista della storia?........................................................................................................................................................................ Che cosa desiderava Kevin?................................................................................................................................................................................................. Che cosa decise di fare?................................................................................................................................................................................................................ Come reagirono i genitori?.................................................................................................................................................................................................... Che cosa accadde alla fine?.................................................................................................................................................................................................. 59


RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O

IL CIELO E LA TERRA Mito degli Indios Molto tempo fa, gli Indios abitavano in Cielo e nessuno conosceva la Terra. Un giorno, un cacciatore vide un armadillo e cominciò a seguirlo. L’animale per la paura si infilò nella sua tana. L’indio allora cominciò a scavare per raggiungerlo, e scavò e scavò, finché il fondo del cunicolo si aprì. Il cacciatore riuscì ad aggrapparsi al bordo della voragine che si era spalancata sotto di lui, dondolando nel vuoto. In basso, però, vide uno spettacolo meraviglioso: un arcobaleno immenso, fatto di tante sfumature di verde. L’indio riuscì a risalire e corse subito dai suoi compagni: – Venite a vedere, si è aperto un buco su un altro mondo! Tutti si affacciarono alla voragine. – Sentite che profumi nuovi! – diceva uno. – Laggiù ci sono anche uccelli che cantano: ascoltate! Capirono allora che l’arcobaleno era in realtà una grande foresta, dove i fiumi chiari si alternavano a quelli scuri. Videro gli alberi curvi sotto il peso dei frutti. E videro il gran numero di animali che popolavano la foresta. Gli Indios decisero così di scendere sulla Terra, ma non sapevano come fare. Si riunì allora il consiglio degli anziani.

SCOPRO le parole Gli Indios sono le popolazioni originarie dell’America Centrale e Meridionale. L’armadillo è un mammifero che vive nell’America Meridionale. 60


RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O – Prepariamo una fune utilizzando tutti i bracciali e le collane! – decise alla fine il capo. E fu così che gli Indios cominciarono a scendere, aggrappati alla fune: raggiunsero la Terra e si sparpagliarono nella foresta per popolarla. Qualcuno, invece, decise di rimanere lassù. E le stelle che si vedono di notte non sono altro che i fuochi degli Indios che sono rimasti in Cielo. L. Dal Cin, A ritmo d’incanto, Franco Cosimo Panini

COMPRENDO

I ndica con una X il proseguimento giusto. D IC O L A M IA

La spiegazione che dà questo mito ti sembra realistica? Perché? Ti piacciono i miti? Perché? Parlane con i tuoi compagni.

Il mito che hai letto spiega come passavano il tempo gli Indios. come gli Indios arrivarono sulla Terra. come nacque l’arcobaleno. come cacciare l’armadillo.

S C R IV O

C ompleta le frasi per ottenere il riassunto del mito.

Molto tempo fa gli Indios............................................................................................................................................................................................................................... Un giorno un cacciatore................................................................................................................................................................................................................................... In basso vide...................................................................................................................................................................................................................................................................... L’indio riuscì......................................................................................................................................................................................................................................................................... Gli Indios................................................................................................................................................................................................................................................................................. e decisero.............................................................................................................................................................................................................................................................................. ma ................................................................................................................................................................................................................................................................................................... Si riunì il consiglio degli anziani e il capo................................................................................................................................................................................. Alcuni Indios...................................................................................................................................................................................................................................................................... Altri...................................................................................................................................................................................................................................................... e i loro fuochi sono............................................................................................................................................................................................................................................................................................... 61


LE MIE COMPETENZE

COME È NATO IL DESERTO 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29

Molti secoli fa la Terra era verde e fresca. Allah aveva detto agli uomini: – Questo bel giardino è vostro e vostri sono i suoi frutti. Dovete però agire sempre con giustizia, altrimenti lascerò cadere un granello di sabbia sulla terra per ogni vostra azione malvagia e un giorno questo verde potrebbe anche sparire. Per molto tempo gli uomini si ricordarono di questo monito. Ma un brutto giorno due uomini, che si contendevano il possesso di un cammello, litigarono. Appena fu pronunciata la prima parolaccia, Allah fece cadere sulla Terra un granello di sabbia così minuscolo che nessuno se ne accorse. Ben presto i due litiganti vennero alle mani; allora gli uomini si accorsero che si stava lentamente accumulando un mucchietto di sabbia, ma pensarono che ci sarebbero voluti milioni di anni prima che quella polvere leggera potesse coprire la Terra. Così iniziarono a combattere gli uni contro gli altri, tribù contro tribù, finché la sabbia seppellì campi e pascoli, cancellò i ruscelli e spinse le bestie lontano in cerca di cibo. In questo modo nacque il deserto e da allora le tribù vagarono tra le dune, vivendo in tende, aiutate solo dai cammelli per i lunghi spostamenti. Perché non dimenticassero Allah volle che ogni tanto si presentasse ai loro occhi l’immagine delle piante e delle acque scomparse. Per questo chi cammina nel deserto vede talvolta cose che non ci sono ma, quando tende le braccia per toccarle, la visione svanisce. Sono come i sogni a occhi aperti e la gente li chiama miraggi. Solo dove gli uomini hanno osservato le leggi di Allah ci sono ancora ruscelli e palmeti, e la sabbia non può cancellarli ma li circonda come il mare circonda l’isola. Questi luoghi si chiamano oasi e lì gli uomini si fermano per trovare acqua, cibo, riposo. Mito arabo

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Verso le competenze • Conoscenze: elementi essenziali e struttura di un testo narrativo fantastico: il mito; lessico fondamentale. •A bilità: comprendere un mito e individuarne gli elementi principali; comprendere il significato di parole Verso le competenze: Potenziare anche dal il piacere contesto. di ascoltare. Comprendere il significato globale di un testo ascoltato.


1 Segna con una X il completamento giusto. • Questo brano è una descrizione. un mito. un testo informativo.

• Il tempo è lontanissimo. vicino. non si sa. • Il luogo è inesistente. la Terra. un’oasi.

• Il mito narra fatti storici del passato. fatti immaginari. • I miti sono usati per spiegare l’origine del mondo e dei fenomeni naturali. per ringraziare le divinità. per informare.

• Questo mito spiega l’origine del deserto. l’origine della cattiveria umana. l’origine della sabbia. • Il deserto secondo il mito fu creato per premiare gli uomini. per dare una terra ai cammelli. per punire gli uomini.

• La spiegazione data è scientifica. fantastica. • I personaggi sono Allah. gli uomini. Allah e gli uomini. i cammelli.

2 Rispondi con una X. • L’espressione “si contendevano il possesso di un cammello” (righe 7-8) da quale delle seguenti espressioni non può essere sostituita? Si litigavano Si disputavano

Si accordavano per Lottavano per

• Nel testo l’espressione “i due litiganti vennero alle mani” (riga 11) con quale altra espressione si può sostituire? Si strinsero le mani Misero avanti le mani

Si azzuffarono Batterono le mani

3 Collega ogni parola al suo significato. Monito Illusione Miraggio

Collinetta di sabbia

Oasi Avvertimento Duna

Zona con vegetazione

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RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O

PERCHÉ IL GUFO È UN ANIMALE NOTTURNO? Un giorno di tanto tempo fa quasi tutti gli uccelli erano arrivati all’assemblea indetta per eleggere il loro capo. Ecco che arriva lo struzzo, seguito dalla faraona e dalla pernice. Da ultima arrivò l’aquila gridando: – Largo! Largo! Arriva il re degli uccelli! L’usignolo prese la parola: – Propongo, come nostro capo, colui che ha la voce più soave. – No! Qui ci vuole uno che si faccia rispettare – disse il falco. Il pettirosso si fece coraggio e obiettò: – Come possono il falco o l’aquila essere i nostri capi, se mangiano noi e i nostri figli? Dopo una lunga discussione, fu deciso che l’uccello capace di volare più a lungo sarebbe diventato capo. Al segnale convenuto tutti gli uccelli si levarono in volo. La rondine approfittò della confusione per posarsi leggermente sulla schiena dell’aquila, che non si accorse di nulla. Chi prima chi dopo, un po’ alla volta tutti gli uccelli atterrarono boccheggiando, finché l’aquila rimase sola. Quando si decise a scendere, la rondine si staccò e scomparve tra le nuvole. L’aquila aveva appena toccato terra, che si udì un grido acuto: – Ho vinto io! Io sono il capo! – disse la rondine scendendo. – Ero io l’ultima lassù. Imbrogliona! Ora ricordo quel leggero tocco sulla schiena! – rispose l’aquila furiosa.

SCOPRO le parole Cancella con una X la parola che non può sostituire la qualità data.

Indetto: convocato annullato 64

Soave: sgradevole gradevole

D IC O L A M IA

Secondo te, chi tra gli uccelli nominati nel testo meritava di diventare re? Il gufo meritava una punizione così grave? In fondo si è solo addormentato... Tu che ne pensi? Discutine in classe.


RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O – Becchiamola! Puniamola! – gridavano tutti gli uccelli. Ma, con un guizzo improvviso, la rondine scappò e si infilò in un termitaio. Gli inseguitori bloccarono l’uscita e ordinarono al gufo di fare buona guardia, mentre gli altri andavano a prendere gli arnesi per stanarla. Il gufo li rassicurò, ma appena gli altri se ne furono andati, cadde addormentato. E così la rondine scappò. Al loro ritorno, gli uccelli scavarono e rasero al suolo il termitaio, ma della rondine neppure una piuma. Erano tutti infuriati. Il gufo scappò e si nascose nel più fitto della foresta. Da quel giorno è rimasto sempre là e viaggia solo di notte, quando tutti gli altri uccelli dormono. B. Bollesi, La rana ladra e altre favole zulu, EMI

ESPLORO Il testo S epara il testo nelle tre parti: inizio, svolgimento e conclusione. I ndica con una X i completamenti giusti.

Questa leggenda dà una spiegazione scientifica a una caratteristica del gufo. dà una spiegazione fantastica a una caratteristica del gufo. Infatti gli uccelli volano. gli uccelli agiscono e parlano come persone. Libro rosso pag. 12 COMPRENDO

C ollega ciascun uccello alle sue caratteristiche.

Rondine

Inaffidabile, irresponsabile, superficiale

Aquila

Timido, timoroso

Pettirosso

Imbrogliona, disonesta, sleale

Gufo

Presuntuosa, orgogliosa, superba 65


LABORATORIO

DEL

TESTO

LE RELAZIONI TRA I FATTI Per comprendere un testo bisogna anche capire le relazioni tra i fatti, cioè come i fatti si collegano tra loro. Ogni fatto è provocato da una causa; per spiegarla si usa in genere la parola perché. Ogni fatto è seguito da un effetto o conseguenza introdotto in genere dalla parola perciò. L eggi la leggenda filippina che segue.

COSÌ NACQUE L’ARCOBALENO Ci fu un’epoca in cui dèi e dee passavano gran parte del loro tempo sulla Terra. Un giorno Bathala, il re degli dèi, decise di tornare nella sua casa celeste per vedere se tutto era in ordine e sellò il suo cavallo, che era capace di correre più veloce del vento e delle nuvole. Appena il padrone gli saltò in groppa, il cavallo cominciò a galoppare senza mai fermarsi e in un lampo arrivò sulla riva dell’oceano. In quel punto, il Cielo era così vicino che si potevano sentire le voci di coloro che vivevano lassù. – Salta, mio bel cavallino – gridò Bathala. – So che puoi farcela! Ma il cavallo indietreggiò, puntando gli zoccoli. Quel salto era troppo anche per lui, che pure volava oltre i crepacci e balzava da una riva all’altra degli oceani. Allora Bathala chiamò i suoi servi celesti, che calarono dall’alto un lungo, lungo nastro di sette colori. E quando il nastro toccò la Terra diventò un ponte abbastanza robusto da reggere cavallo e cavaliere, che galopparono sino al Cielo. Così nacque l’arcobaleno, che nelle Filippine si chiama bahaghari, ossia “il ponte del re”. F. Lazzarato, V. Ongini, La fata della luna, Mondadori

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VA L S I V E R S O L’I N

R ifletti sulle relazioni tra i fatti della leggenda e completa lo schema come nell’esempio.

Bathala decise di tornare nella sua casa celeste perché causa

conseguenza

Voleva vedere se tutto era in ordine

perciò

sellò il suo cavallo

Il cavallo indietreggiò perché causa

conseguenza

il salto............................................................................................

perciò

Bathala........................................................................................

I servi celesti calarono un lungo nastro di sette colori perché causa

Bathala lo aveva ordinato

conseguenza

perciò

nacque.................................................................................

Le parole perché e perciò sono connettivi logici. In un testo puoi leggere anche i loro sinonimi. Perché poiché - dato che - giacché - per il fatto che quindi - dunque - allora - di conseguenza Perciò

C ompleta il riassunto della leggenda usando i seguenti connettivi logici:

dato che • di conseguenza • perciò • allora • poiché • quindi Bathala voleva vedere se la sua casa celeste era in ordine, .......................................................................... galoppò con il suo cavallo fino all’Oceano. Giunto sulla riva, spronò l’animale a saltare .......................................................................... lì Cielo e Terra erano vicinissimi. Il cavallo si rifiutò .......................................................................... il salto era troppo anche per lui. .......................................................................... Bathala ordinò ai suoi servi di creare un ponte, .......................................................................... essi calarono un nastro di sette colori. .......................................................................... era nato l’arcobaleno. Cavallo e cavaliere galopparono fino al Cielo. 67


RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O

PERCHÉ L’ALBATROS HA IL BECCO RICURVO? Leggenda nigeriana Un giorno l’Albatros e il Camaleonte si incontrarono su un albero. Il Camaleonte non aveva mai visto un uccello così grande, perciò cambiò colore dallo spavento. – Perché hai tanta paura? – chiese l’Albatros. – Ho volato a lungo e voglio solo riposarmi. Non ho intenzione di farti del male. – Chi sei? – riuscì finalmente a chiedere il Camaleonte, con un filo di voce. – Sono l’Albatros, l’animale più antico del mondo. – Sul serio? – disse il Camaleonte. – Finora credevo di essere io l’animale più antico del mondo. Vivo sulla Terra da quando era ancora coperta dall’acqua. – Pensa, quando sono nato io la Terra era un mare di lava fusa, e con i miei genitori ero costretto a volare e a volare in un cielo rovente, perché non c’era nulla su cui posarci. E mentre volavamo, i miei genitori morirono. Io non volevo lasciarli cadere in quell’oceano di fuoco, perciò afferrai i loro corpi col becco e continuai a volare, portandoli con me sino a quando la Terra si raffreddò e diventò abbastanza solida per poterli seppellire. È per questo che il mio becco è così ricurvo. E adesso mi credi, se ti dico che sono più vecchio di te? – Ti credo – disse il Camaleonte e gli fece un inchino. F. Lazzarato, La novantanovesima moglie del re, Mondadori

COMPRENDO

I ndica con una X se le affermazioni sono vere (V) o false (F).

68

L’Albatros e il Camaleonte si incontrano su un albero.

V

F

Il Camaleonte cambia colore per la paura.

V

F

L’Albatros afferma di essere l’animale più antico del mondo.

V

F

Il Camaleonte crede subito alle parole dell’Albatros.

V

F

I genitori dell’Albatros lo salvarono dalla lava.

V

F

L’Albatros ha il becco ricurvo perché scottato dalla lava.

V

F


RA CC ON TI LO NT AN I NE L TE MP O

COME NACQUE IL MAR ADRIATICO In una terra chiamata Illiria, c’era una famiglia composta dalla madre Bora, dal padre Scirocco e dalla loro figlia Adria. Adria era molto bella: aveva il corpo sottile, gli occhi azzurri e una fluente chioma d’oro. Un giorno Scirocco dovette partire e restò lontano per sette anni. Alla fine del settimo anno Adria e Bora videro avvicinarsi un enorme uccello che, agitando le ali e gracchiando, annunciò finalmente il ritorno di Scirocco. Ma un mago malvagio lo catturò e lo imprigionò prima che potesse riabbracciare la sua famiglia. Il mago sperava così di rapire senza difficoltà la bella Adria, della quale si era innamorato. Adria sentendosi in pericolo pregò gli dèi di trasformarla in acqua e il suo desiderio fu immediatamente appagato: si mutò nel Mar Adriatico. Trasformatasi in vento impetuoso, Bora prese a soffiare sul mare per scacciare gli spiriti del male e proteggere Adria dalle mire malvagie del mago. Anche Scirocco, trasformatosi in vento, evase dalla prigione e soffiò verso la terraferma fino a sconfiggere il mago. Il Mar Adriatico tornò a sorridere, la costa rifiorì e le sue popolazioni tornarono ad essere felici.

GEOGRAFIA

Quali terre bagna il Mar Adriatico? Elencale sul quaderno. Quali altri mari bagnano l’Italia?

V. Campo, Miti e leggende d’Italia, Einaudi Scuola

S C R IV O

C ompleta utilizzando i connettivi logici giusti:

di conseguenza • quindi • perché • perciò • dato che Il mago malvagio imprigionò Scirocco .......................................................................... pensava di rapire la figlia. .......................................................................... Adria, per paura, pregò gli dèi di trasformarla in acqua. Bora .......................................................................... prese a soffiare per scacciare dal mare gli spiriti maligni. .......................................................................... Scirocco si liberò e soffiò per sconfiggere il mago. Il Mare Adriatico tornò a sorridere .......................................................................... il mago era stato vinto. 69


LEGG O CO N

M IC IO M AO

IL COLLO DELLA GIRAFFA Tantissimo tempo fa gli animali erano tutti uguali, abitavano insieme ed erano amici. Ma un giorno, incominciò a piovere e continuò per molto tempo. Gli animali erano preoccupati, pensavano che la foresta si sarebbe trasformata in un lago. Così tutti si riunirono per decidere che cosa fare. Gli elefanti dissero: – Noi ci faremo crescere lunghi nasi così possiamo respirare anche sott’acqua. Le scimmie dissero: – E noi impareremo ad arrampicarci sugli alberi, così l’acqua non potrà raggiungerci. I coccodrilli dissero: – Noi impareremo a nuotare. Le giraffe non sapevano ancora che cosa fare. La giraffa più anziana disse: – Noi invece aspettiamo a decidere. Guardiamo che cosa succederà agli altri. Così le giraffe stettero immobili per tante ore sulla punta delle zampe per poter vedere al di là dei cespugli e allungavano il collo per riuscire a guardare attraverso i rami degli alberi. Ad un tratto una piccola giraffa disse: – Guardate come siamo diventate noi! Le nostre zampe si sono allungate! E il nostro collo è diventato lunghissimo! La giraffa più anziana propose a tutte le altre: – Restiamo così! Se tanta acqua ricoprirà la foresta, noi con questo collo lungo non annegheremo. E così, tutte le giraffe si tennero i loro colli lunghi, anche se la foresta non si trasformò mai in un enorme lago. V. French, La casa delle storie, Mondadori 70


È

Segna con una

X

PI Ù FA CI LE

la risposta corretta.

I n che tempo si svolge questo racconto? Nel futuro In tempi lontanissimi Nel presente C he cosa vuole spiegare questa leggenda? Perché scende la pioggia P erché nella foresta ci sono gli animali Perché la giraffa ha il collo lungo

D ove si svolgono i fatti? In una casa In una foresta In una città C om’è la spiegazione della leggenda? Reale Fantastica

he cosa fanno gli animali per salvarsi dall’allagamento della C foresta? Completa ogni animale alla sua caratteristica. Attento, c’è un animale intruso, cioè che non compare nel testo. nuotare saltare gambe e collo lunghissimi nasi lunghi arrampicarsi sugli alberi

Sei riuscito a leggere bene? Hai completato tutte le attività? Che voto ti daresti? 1, 2 o 3 stelline?

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LE MIE COMPETENZE

LA LUCCIOLA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

Tanto tempo fa, quando gli animali potevano parlare, un ragno invitò a cena una lucciola. La lucciola si preparò e quando calò la sera, andò all’appuntamento. Entrò nel bosco scuro e raggiunse la siepe dove abitava il ragno. – Da dove passo? – chiese la lucciola. – È talmente buio che non vedo la porta. – Di qua, ma spicciati, cara. Ho una fame da lupo! La lucciola avanzò a tentoni, muovendo piano le ali. Dovete sapere che, durante il giorno, il ragno aveva tessuto una tela grande e robusta e l’aveva appesa davanti alla sua tana. E mentre preparava la trappola se la rideva: – Ah ah, c’è cascata! Che oca quella lucciola! Non vedo l’ora di mangiarmela per cena! Povera lucciola, stava finendo nella rete come un pesce! Ma ecco che accadde qualcosa di inaspettato. La luna spuntò improvvisamente da dietro una nuvola e illuminò la scena. Com’era grande la tela del ragno! La lucciola la vide e si spaventò così tanto che, senza neppure dire oh, fuggì via come il vento. Che fortuna, si era salvata! Ma che rischio aveva corso ad andare in giro di notte come una mosca cieca! – Da oggi – esclamò quando fu di nuovo a casa. – la sera uscirò solo con una lanterna! E da allora la lucciola fa sempre così, perché ha imparato che fidarsi è bene, ma non fidarsi del buio certe volte è meglio. E. Nava, E da quel giorno..., Giunti

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Verso le competenze: Potenziare il piacere di ascoltare. Comprendere il significato globale di un testo ascoltato.


1 Indica con X i completamenti giusti. • Il tempo della vicenda è un passato lontano. un tempo presente. un passato recente. un’epoca moderna.

• Il testo ha lo scopo di dare informazioni sul ragno e sulla lucciola. spiegare in maniera fantastica perché la lucciola si illumina. spiegare in maniera scientifica perché la lucciola si illumina.

• Il luogo è reale. fantastico.

• Il fatto inverosimile è la lucciola si illumina. il ragno tesse la ragnatela. il ragno invita a cena la lucciola. la lucciola è cibo per il ragno.

• I personaggi animali frutto della fantasia. animali realmente esistenti. • Il racconto è una leggenda.

un mito.

una fiaba.

una storia vera.

2 Inserisci perché o perciò per completare le frasi in maniera logica. Il ragno invita a cena la lucciola ........................................................... ella si prepara. Il ragno all’inizio se la ride ........................................................... pensa di averla imbrogliata. La lucciola ha paura della ragnatela ........................................................... fugge via. La lucciola capisce il rischio corso ........................................................... di notte esce sempre con la lanterna.

3 Rispondi con una X. •C ome puoi sostituire l’espressione “Ho una fame da lupo!” (riga 7)? Mangio come un lupo Ho una grande fame Ho perso l’appetito Mi mangerei un lupo

•Q uale espressione non può sostituire “se la rideva” (riga 11)? Sghignazzava fra sé e sé Rideva con la lucciola Rideva della lucciola Rideva canzonando la lucciola

•N ell’espressione “avanzò a tentoni” (riga 8) come puoi sostituire la parola sottolineata? Strisciando A salti Senza vedere Correndo

• L ’ espressione “senza neppure dire oh” (riga 18) che cosa significa? Senza cantare Senza dire una parola Non trovando le parole Non sapendo cosa dire

Verso le competenze • Conoscenze: elementi essenziali e struttura di un testo narrativo fantastico: la leggenda; lessico fondamentale. •A bilità: comprendere una leggenda e individuarne gli elementi principali; comprendere il significato di parole anche dal contesto.

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RIME IN CASA LEGGE L’INSEGNANTE...

LA CASETTA NEL BOSCO Vivevano felici, tanti e tanti anni fa, due vispi ragazzini con il loro buon papà. Hansel “rossodiciuffo” chiamavano il maschietto, un bimbo arcivivace e più che mai furbetto; Gretel “caratteraccio” la bimba si nomava perché per ogni cosa ben presto si arrabbiava. Un giorno i fratellini videro una radura e proprio lì nel mezzo sorgeva una casetta presso la quale i bimbi giunsero in gran fretta. Che piacevole sorpresa! Oh, che bella novità: quella casa, bimbi cari, era tutta una bontà! Cominciamo con i muri: non di semplici mattoni ma piuttosto eran farciti di buonissimi torroni. Tutte quante le finestre di biscotto erano fatte e la porta appetitosa con il cioccolato al latte. Si trovavan sotto il tetto, di crostata frutta e miele, tre, di zucchero filato, saporite ragnatele. Quando videro i piccini tanta buona e dolce manna esclamarono contenti: “Pancia mia, fatti capanna!” “Ullallà!” diceva Hansel. “Questo tetto è una delizia. Devo dire che mi gusta questo tipo di edilizia!” “Doppio gnam!” diceva Gretel. “Scoppierò, ma cosa importa? Mangio un altro po’ di muro e un pezzetto della porta”. Proseguiron per un’ora e alla fine i due fratelli si sentivano satolli proprio come due porcelli. Ma ad un tratto dalla casa venne fuori un bel problema: una strega che gridava: “Io vi lancio un anatema! Chi mangiò la mia dimora senza chiedere il permesso nella gabbia dei conigli detto fatto venga messo!” A. Ossorio, Tante fiabe in rima, Raffaello

L’AUTORE Antonella Ossorio IL LIBRO Tante fiabe in rima è un libro ricco di

filastrocche dal ritmo allegro e vivace, dove potrai incontrare i personaggi delle fiabe più belle in situazioni simpatiche e allegre... Cosa aspetti a leggerlo? 74


RIME IN CASA

... TU ASCOLTA E COMPLETA S copri il significato di queste parole nuove che hai ascoltato.

Si nomava significa “si chiamava” Satolli significa “sazi” Anatema significa “maledizione” Indica con una X il completamento giusto.

Hai ascoltato la lettura di una filastrocca. un racconto sulla casa. regole per la sicurezza in casa. Collega le parole che fanno rima.

maschietto torroni casetta ragnatele mattoni furbetto miele fretta fratelli anatema problema porcelli Indica se le affermazioni sono V o F.

Hansel e Gretel non hanno il papà. V

F

Hansel è furbo e vivace.

V

F

Gretel ha un buon carattere.

V

F

I bambini vedono un castello nella radura.

V

F

Nella casetta vive una strega.

V

F

La strega invita i bambini a mangiare V un po’ di muro e di porte.

F

Ti è piaciuto questo racconto?

75


RIM E IN CA SA

CASA Casa, per qualcuno, è la campagna. Per qualcun altro è un appartamento. Casa è la nave, per i marinai. E la capanna per gli indiani. Certe case sono palazzi. Altre nascondigli sottoterra. Oppure scarpe. In Francia la casa è maison. Ad Atlantide si vive sott’acqua. C’è chi vive on the road. Casa seria. Casa pazzerella. Casa alta. Casa bassa. Casa nel mare. Casa delle api. Casa nell’albero. Di chi è questa casa? E questa? Ma qui chi ci abita? E perché? Casa della duchessa slovacca. Casa del fabbro keniota. Casa dell’uomo d’affari giapponese. Casa del dio norvegese. Qui vive una babushka. Qui l’Uomo della Luna. Casa dell’orsetto lavatore. Casa dell’artista. Questa è casa mia e questa sono io. E casa tua com’è? E tu chi sei? E. Carson, Casa, Emme Edizioni

GEOGRAFIA

C ollega ogni abitante alla sua casa, poi cerca dove si trovano le case rappresentate.

76

E PA R L O D I M

In quale città si trova la tua casa? In quale Paese? Vorresti vivere altrove? Dove? Rispondi alle domande finali che ti pone la filastrocca.


RIM E IN CA SA

IL PALAZZO DEI SOGNI Il Palazzo dei Sogni non è altro che la riunione delle case che tutti i bambini sognano durante la loro vita. Le sue finestre sono sempre illuminate e ogni bambino vi possiede un appartamento. Vi sembrerà strano, ma spesso i bambini che sembrano i più poveri qui dove siamo, hanno invece i più ricchi possessi in quel palazzo. Pippo, quello che ancora non sa soffiarsi il naso, ha lì un appartamento davvero splendido. In terra ha disteso tappeti dalle frange d’oro; agli angoli del salotto vi sono quattro zanne di elefante, e dovunque si possono vedere tigri e leoni imbalsamati. Di guardia sta un cane che è bravissimo a sfondare i cerchi di carta. Anche Caterinuccia abita nel Palazzo dei Sogni. Il suo appartamento ha una cucina con tante piccolissime pentole di coccio e parecchie bambole che parlano e camminano. Inoltre c’è un cassettone ricco di scompartimenti con tutti i corredi delle bambole. La cucina è fornita di piattini tazze e posate, e di strofinacci e anche di forme per fare i dolci con la farina; e di un gatto quasi appena nato con un collaretto. I bambini possono abitare la notte nel Palazzo, ma appena viene il giorno arriva un guardiano col berretto d’oro come ai Giardini Pubblici e grida: – Uscita! – Poi chiude i cancelli. E. Morante, Le straordinarie avventure di Caterina, Einaudi

COMPRENDO

R ispondi sul quaderno.

he cos’è il Palazzo dei Sogni? C Quando ci possono abitare i bambini? Quando devono uscire? Perché? Secondo te, perché i bambini più poveri hanno le case più ricche nel Palazzo dei Sogni? 77


RIM E IN CA SA

FACCIO IL PANE Faccio un monte di farina sopra al tavolo in cucina sulla cima proprio al centro un po’ d’acqua verso dentro con le dita come insetti spargo il lievito a fiocchetti e per dargli anche più gusto un cucchiaio d’olio giusto tanto sale quanto basta tutto è pronto... ora s’impasta! Metto il pane a lievitare non mi resta che aspettare. Cresce e gonfia piano il pane cresce in fretta la mia fame. Metto il pane dentro al forno resto a attendere lì intorno cresce e cuoce piano il pane cresce in fretta la mia fame. Finalmente il pane è cotto! Lo controllo sopra e sotto il colore è favoloso il profumo è delizioso sul tagliere lo scodello me lo affetto col coltello. Ma... ho una fame da leone lo divoro in un boccone! C. Carminati, S. Mulazzani, G. Pezzetta, Rime per le mani, Panini

SCRIVO

E tu che cosa sai cucinare? Scrivi di quella volta che hai preparato qualcosa da mangiare.

ESPLORO Il testo L eggi e continua a colorare le lettere che fanno rima, come nell’esempio. Indica con una X i proseguimenti giusti.

N ella filastrocca i versi che fanno rima sono vicini. lontani. P erciò la filastrocca è in rima alternata. baciata. I l ritmo della filastrocca è allegro. triste.

78

Libro rosso pag. 40


RIM E IN CA SA

IL SIGNOR VENCESLAO Quando meno ve l’aspettate, alzando la testa vedete passare a gran velocità la casa del signor Venceslao. La casa intera, dal tetto alle fondamenta, vi passa sulla testa dondolando dolcemente come un aeroplano. Il comignolo manda un fumo nerastro che si allunga come quello di una locomotiva. Sotto la casa sono appesi sacchi di carbone, bottiglie di vino, vecchie damigiane: la cantina, insomma. Il signor Venceslao, affacciato ad una finestra del primo piano, accarezza la pipa, pensieroso, e non si accorge di voi. La gente guarda in su e dice: – Il signor Venceslao è diventato matto. Guardate se è la maniera di andarsene in giro come se la sua casa fosse un aeroplano. – Bisognerebbe avvertire la polizia, – dice qualcuno – perché il signor Venceslao non ha il brevetto di pilota, e potrebbe far succedere qualche guaio. La casa attraversa il cielo e scompare dietro la collina. Dopo un poco riappare, attraversa il cielo in senso contrario, discende verso terra e si ferma vicino al villaggio, nel luogo dove la casa è stata fabbricata. Queste passeggiate il signor Venceslao le fa sempre verso sera. Siete lì a parlare con lui tranquillamente, lui seduto alla finestra del piano terreno e, improvvisamente vi saluta con la mano, la casa con un fischio sottile si stacca dalle fondamenta e si innalza nel cielo. Fa due o tre giri intorno al campanile, poi si dirige verso le colline. G. Rodari, Fiabe lunghe un sorriso, Einaudi Ragazzi

COMPRENDO

Completa.

La gente pensa che il signor Venceslao è............................................................................................................. perciò dice di avvertire.................................................................................................................................................................... perché il signor Venceslao non ha.................................................................................................................................. quindi potrebbe........................................................................................................................................................................................ 79


O

B N G

LEGGO BENE ad

alta voce

G

H

Z

RM C A

D

O

F

LEGGERE CON SENSO E A RITMO Nella poesia il ritmo è creato dai versi e dalle strofe. Leggere con le pause giuste ti fa capire meglio il significato della poesia.

Sogno Leggi la poesia come ti viene.

G

H Z

R M

C A D O

F

Quando io dormo sogno. Sogno che volo sola senza nessun bisogno sopra un’isola viola. E dall’isola viola mi viene su una voce io non sono più sola e volo giù veloce. Io volo giù veloce su un sentiero di seta c’è un amico che cuoce una pappa segreta. Una pappa segreta di cui sento il bisogno mi sveglio un poco inquieta e qui finisce il sogno. R. Piumini, Giochi di un giorno, Mondadori

ra rispetta le pause indicate: O • pausa breve •• pausa media ••• pausa lunga Quando io dormo • sogno •• Sogno che volo • sola • senza nessun bisogno • sopra un’isola viola •• E dall’isola viola • mi viene su una voce ••• io non sono più sola ••• e volo giù veloce •• Io volo giù veloce • su un sentiero di seta ••• c’è un amico che cuoce • una pappa segreta •• Una pappa segreta • di cui sento il bisogno ••• mi sveglio un poco inquieta • e qui finisce il sogno •••

scolta un tuo compagno che legge nei due modi indicati: A rifletti e rispondi. Quali differenze hai notato tra i due tipi di lettura? In quale si capisce meglio il significato? Quale ti piace di più all’ascolto? 80


RIM E IN CA SA

E N O I Z U R T S O C N I O G R AT TA C I EL S C R IV O

Grattacielo in costruzione vicino alla mia via. Tra poco sarà alto tre volte casa mia. Occupa da solo tutto un isolato e per le fondamenta le rocce hanno scavato. Da fuori la struttura è acciaio resistente ed ogni sua giuntura stretta saldamente. Lo sciame di operai senza un intervallo ronza e si affatica in arnie di metallo. Grattacielo in costruzione cresce cresce sempre più mentre folle di persone stanno in basso a naso in su. Alta alta la sua torre sale sempre più nel cielo come fece nella storia quella pianta di fagiolo. J.S. Tippett

I ndividua nella filastrocca le parole che fanno rima e completa.

via isolato struttura resistente intervallo costruzione più

........................................................ ........................................................ ........................................................ ........................................................ ........................................................ ........................................................ ........................................................

ESPLORO Il testo R ispondi con una X.

Q uante strofe ha questa filastrocca? 5 6 2 nessuna C he scopo ha questa filastrocca secondo te? Spiegare cos’è un grattacielo Divertire Addormentare i più piccoli Libro rosso pag. 40 81


RIM E IN CA SA

LA CASA DELLE BAMBOLE NON SI TOCCA! La casa delle bambole è sua. Sua sua sua. Io non la posso nemmeno toccare se non c’è anche lei vicina. Ha paura che la rompa. C’ero quando gliel’hanno portata. Si è avvicinata alla scatolona, ha preso le forbici, ha tagliato via i nastri di scotch che l’avvolgevano tutta. La scatolona era aperta. E all’improvviso l’ho vista tutta, tutta insieme. Una casa delle bambole. Ma non di plastica, come quella che ha Clara, no. Una casa vera. Insomma, di legno, o qualcosa del genere. Con le persiane verdi, alcune aperte e molte chiuse. Il portoncino verde, con un anello di ottone per bussare, si faceva così quando non c’erano i campanelli. La facciata rosa, di un rosa un po’ strano, non caramella, non zucchero filato. Rosa antico si chiama, adesso lo so. Chiusa e misteriosa. Ho messo un occhio vicino a una finestra aperta. Ma dentro c’era buio. E la mamma, sempre un po’ svanita: – Aspetta che adesso l’apriamo. Faccio io, tu non toccare. Ha spazzato via con le braccia tutta la plastica, ha toccato un punto segreto che sapeva lei. C’è un gancio per aprirla, adesso lo so anch’io. E la casa si è aperta in due, cigolando un po’. Gneeec. Casa. Ho guardato tutto in una volta, ho visto tutto. Le poltroncine di velluto azzurro, le tende bianche con il pizzo, i tappeti per terra, coi disegni dei tappeti veri, soltanto molto più piccoli. Il caminetto con la cornice di marmo bianco, e dentro la legna vera, pronta per un fuoco. La tappezzeria a piccole foglie verde chiaro e verde scuro che si arrampicano fino al soffitto. I lampadari con le gocce, e le lampade con la boccia di vetro, appoggiate sui tavolini. Il pianoforte a coda aperto, e tanti fogli di musica sparsi lì intorno. La cucina con le mattonelle bianche e nere. La scala per andare di sopra, il letto grande con una coperta blu scuro, il tavolino per il trucco, e sopra tutte le cose che ci devono essere, le spazzole e le boccette d’argento. Due camere più piccole. La camera rosa per una bambina, con la tappezzeria a roselline, il letto a baldacchino con le stoffe 82


RIM E IN CA SA intorno, come una nuvola bianca, e una bambola bionda appoggiata al cuscino. La camera azzurra per un bambino, con il trenino, binari, locomotiva e tutto, e un cavallo a dondolo in un angolo, e un orsacchiotto sul comodino. E poi altre camere di sopra, dove il soffitto è storto per via del tetto, camerette piccole, tutte bianche e di legno con i lettini neri di ferro e pochi mobili. Le famose stanze della servitù. Credo di averci messo mezzo secondo a vedere tutte queste cose. Insomma, la casa delle bambole è sua. Sua sua sua. Perciò non ci posso giocare.

COMPRENDO

Rispondi.

Di chi è la casa delle bambole? Della bambina che parla Della mamma della bambina Di Clara Chi non ci può giocare? La bambina che parla La mamma della bambina Clara

B. Masini, La casa delle bambole non si tocca, Salani

STORIA

L a casa delle bambole descritta, ti sembra moderna o antica? Sottolinea nel testo gli elementi che te lo fanno capire. Riordina, numerandole, le case dalla più antica alla più moderna.

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LABORATORIO

DEL

TESTO

IMPARARE A MEMORIA Per imparare a memoria una filastrocca o una poesia dovrai ripetere più volte i suoi versi. Poi, dopo un breve intervallo di tempo (mezz’ora, un’ora...) dovrai ripeterla ancora e ancora. Per ricordarla meglio ti sarà di aiuto la memoria visiva e la rima, segui i consigli che ti vengono dati.

MEMORIZZO

Questa poesia è molto facile da imparare a memoria, se utilizzerai i suggerimenti dati: 1 leggila tante volte; 2 abbina un’immagine mentale ad ogni verso; 3 ripeti due versi per volta memorizzando la rima; 4 ripeti la poesia per intero; 5 ripetila a intervalli di tempo fino al momento in cui la reciterai in classe.

LA CASA Era una casa molto carina, senza soffitto, senza cucina; non si poteva entrarci dentro, perché non c’era il pavimento; non si poteva andarci a letto, in quella casa non c’era il tetto; non si poteva fare pipì, perché non c’era il vasino lì. Ma era bella, bella davvero, in Via dei Matti numero zero. S. Endrigo

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La poesia che segue è un po’ più complessa: è divisa in strofe e ha parole nuove di cui devi conoscere il significato per poterla memorizzare. Procedi come indicato. MEMORIZZO

Segui i suggerimenti che già conosci ma in più: 1 studia bene le rime e dividi la poesia in strofe; 2 con l’aiuto delle rime memorizza la prima strofa ripetendola più volte; 3 memorizza poi la seconda e ripeti le due strofe insieme; 4 continua così fino alla fine; 5 ripeti tutta la poesia a intervalli di tempo finché sarai pronto per recitarla.

LA NOIA Stare a casa mentre piove non è affare di bambini: l’aspra noia non si smuove, è un macigno con gli uncini.

S copri il significato delle parole nuove: stinto: scolorito levantino: orientale masnada: gruppo di guerrieri

Ma poi ecco all’improvviso che quel giorno spento e stinto dava vita ad ogni viso e la gioia aveva vinto. Una scatola di scarpe diventava un bel fortino un gomitolo di sciarpe un turbante levantino, un cuscino come scudo ed un mestolo per spada e il bambino seminudo era un capo di masnada. Poiché la figlia della noia manda via malinconia: lei è bella, lei è una gioia, lei si chiama fantasia. P. Cappello, Ogni goccia balla il tango, Rizzoli

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RIM E IN CA SA

LOTTA TRASLOCA Sul pavimento, proprio accanto al maglioncino, c’erano le forbici che Lotta usava di solito per ritagliare le bamboline di carta. Zitta zitta, le prese e fece un grosso buco nel maglioncino. – Ti sta bene – disse poi. – Così impari a pungere e pizzicare. Appallottolò il maglioncino e lo infilò nel cestino della carta. La mamma salì in camera e disse: – Sbrigati, Lotta, e mettiti il maglioncino, così puoi venire con me a fare la spesa. A Lotta piaceva moltissimo andare a fare la spesa, ma il maglioncino che doveva mettersi per poter uscire era nel cestino, tutto rotto, e per forza Lotta cacciò di nuovo un urlo che si sentì fino dalla signora Berg. – Ma si può sapere cosa hai oggi, Lotta? – disse la mamma. – Se hai intenzione di fare capricci tutto il giorno, ci vado da sola. E uscì. Lotta rimase seduta per terra a urlare finché ne ebbe la forza. Poi chiuse la bocca e si mise a pensare. Ormai aveva capito che le sarebbe toccato restare per sempre nella cameretta solo per colpa di quel maglioncino. Tutti gli altri sarebbero andati a fare la spesa e a scuola e in ufficio a divertirsi un sacco e lei invece sarebbe rimasta senza vestiti lì sul pavimento della cameretta, sola con Orso. – A questo punto tanto vale che cambiamo casa. Qui sono tutti cattivi – disse – e quindi gli sta solo bene se ci trasferiamo. Lotta decise così di traslocare subito. – Posso chiedere alla signora Berg se mi ospita – disse e si avviò dalla vicina di casa. – Puoi affittare il mio solaio delle cianfrusaglie – propose la signora Berg. – È un’idea fantasica – disse Lotta. – Posso traslocare subito? – Prima sarà meglio che andiamo a vedere com’è messo – rispose la signora Berg. E la signora Berg trascinò da brava i mobili e aiutò Lotta a organizzare una stanzetta. – Ciao ciao, signora Berg, e grazie mille! – esclamò Lotta quando ebbero finito.  Era contentissima e per tutto il tempo cantò una canzoncina. 86


RIM E IN CA SA

D IC O L A M IA

Ritieni giusta la scelta di Lotta di traslocare? Perché?

Proprio in quel mentre sentì dei passi sulle scale: erano il papà, la mamma, Jonas e Mia-Maria in visita. – Mi sono trasferita – disse Lotta – E abiterò qui per tutta la vita. – Bè, allora ciao, Lotta. Se per caso decidi di tornare a casa, per Natale o giù di lì, sappi che comunque ne saremmo tutti contenti – la salutò la mamma. Poco dopo, quando tutti se ne furono andati, cominciò a scendere il crepuscolo e Lotta sospirò. Nel solaio delle cianfrusaglie della signora Berg era successo qualcosa che Lotta non si aspettava. Era diventato piuttosto buio. Il buio era negli angoli ed era nero nero. E si avvicinava alla cameretta, tanto che a un certo punto rimase solo un quadratino di luce davanti alla finestra. – Adesso sono andati a dormire anche Jonas e Mia-Maria – disse. – E la mamma e il papà vanno a dare la buonanotte a tutti e due. Invece a me no... Lotta cominciò a piangere. Un attimo dopo dalle scale arrivò il papà, la tirò su dal letto, la tenne stretta tra le braccia e la portò nella casa gialla, dalla mamma. Lotta, quando la vide, le si gettò tra le braccia e pianse talmente tanto che le lacrime schizzavano da tutte le parti. – Starò con te per tutta la vita – singhiozzò. – È una notizia bellissima – disse la mamma. A. Lindgren, Lotta combinaguai, Mondadori

Spazio alle E M O Z IO N I Tante emozioni insieme

Collega i momenti della storia con il sentimento provato da Lotta.

Lotta, seduta per terra, si mise a urlare finché ne ebbe la forza. Lotta era contentissima di essersi trasferita. Il buio negli angoli della cameretta era nero nero. Lotta sospirò: “La mamma e il papà danno la buonanotte ai miei fratelli, io invece...”.

Soddisfazione Rabbia Nostalgia Paura

Hai mai provato queste emozioni? In quali occasioni? Perché? 87


RIM E IN CA SA

IL CIELO SULLE CASE Il cielo io credo sia grande sta sopra le case e ne avanza sui muri e ne avanza fin dove c’è il mare e ancora più in là quando poi ha l’azzurro dell’occhio del mio cane e quando prende la notte e la butta sul mondo allora io penso che è grande davvero e che si mette la luna e le stelle per non spaventare i bambini e fare d’argento le strade alle lumache.

S C R IV O

Il calligramma è una poesia che prende la forma del contenuto in modo da essere guardata oltre che letta. E cco un esempio di calligramma, costruiscine altri sul quaderno. i ripa

nella calda estate.

on

m

am

m

calore in inverno e ombra

G. Quarenghi, E sulle case il cielo, Topipittori

ro c

a

e papà. Tu mi dai

S

il ei

o nid

em v do

ESPLORO Il testo La poesia è un testo poetico che esprime e comunica emozioni in versi liberi o in rima. R ispondi con una X.

Q uale aspetto del cielo è evidenziato nel testo poetico? Il colore L’immensità La lontananza Q uali sensazione suscita? Solitudine e freddo C ome sono i versi? Tutti in rima 88

Serenità e sicurezza

Alcuni in rima altri no

Libro rosso pag. 42

Ansia e spavento Sono liberi


cittadinanza

e COSTITUZIONE

LA GRANDE CASA La grande casa ha le porte aperte, e quando ci è entrata della gente la tratta con giustizia e con rispetto, come si usa fare civilmente. Ma, poi, c’è chi altrove vive male, perseguitato e senza libertà: la nostra grande casa lo accoglie, gli offre asilo e ospitalità. Perché la grande casa non è solo la casa di chi sta tra le sue mura, è anche casa di quelle persone che altrove hanno violenza e paura. R. Piumini

D IC O L A M IA

Qual è il messaggio che vuole dare la poesia? Hai visto o sentito parlare di gente costretta a lasciare il proprio Paese a causa di guerre, di povertà, di ingiustizie? Pensi che sia giusto che altri Paesi ospitino queste persone? Parlatene in classe e spiega che cosa ne pensi. I ndica con una X.

La “grande casa con le porte aperte” è il paese che accoglie. il paese che costruisce muri.

89


RIM E IN CA SA

ODE ALLA CASA Casa arrivederci! Non posso dirti quando torneremo domani oppure no, tardi o molto più tardi. Un altro viaggio, ma questa volta voglio dirti quanto amiamo il tuo cuore di pietra: quanto sei generosa con il tuo fuoco acceso, là in cucina e il tuo tetto su cui cade la pioggia come se scivolasse la musica dal cielo!

Adesso chiudiamo le tue finestre. Tutta buia tu continui a vivere, mentre il tempo ti percorre. E ora, arrivederci, finestra, porta, fuoco, acqua che bolle, muro! A presto, a presto cucina a quando ritorneremo e l’orologio sopra la porta un’altra volta ricomincerà a pulsare. P. Neruda

ESPLORO Il testo N ella poesia ci sono una similitudine e una metafora: completa con i termini giusti.

Metafora Il tuo cuore è di ............................................................

Similitudine La pioggia cade come .......................................................... che scivola dal cielo.

I l poeta immagina la casa come una persona e afferma: “Sei generosa” e “Tu continui a vivere”. Insieme all’insegnante e ai compagni provate a spiegare il perché e continuate a immaginare altre personificazioni della casa. 90

Libro rosso pag. 42


È

PI Ù FA CI LE

DOLCE CASA Dormi dormi dolcemente pensa a tutto, pensa a niente. Sta il buon cane nel canile, sta la pecora all’ovile, il cavallo è nella stalla, con il mulo e la cavalla, con la mucca ed il vitello con il bue e l’asinello. Sta nel nido l’uccellino, ma la casa è del bambino. Ognuno ha la sua culla dormi, non pensare a nulla.

Segna con una

X

il proseguimento giusto.

L a filastrocca è composta da 4 strofe. 4 versi. La rima è b aciata. alternata. Il ritmo è molto vivace. piuttosto lento.

La filastrocca è una conta. una ninna nanna. Serve per far addormentare qualcuno. decidere i turni di un gioco.

Sei riuscito a leggere bene? Hai completato tutte le attività? Che voto ti daresti? 1, 2 o 3 stelline?

91


LE MIE COMPETENZE

IL FANTASMA CON L’ASMA Viveva nelle Americhe un povero fantasma che, per cause atmosferiche, soffriva molto d’asma. Se a sera tarda usciva o nella notte afosa ben presto gli veniva la voce cavernosa. Faceva ogni minuto, col cielo nuvoloso, almeno uno starnuto potente e fragoroso. Allora il suo dottore gli disse un po’ spavaldo: – Un fantasma non muore! Basta che resti al caldo. M.L. Giraldo, Filastrocche scaccia paura, Giunti Kids

1 Indica con una X i proseguimenti giusti. • La filastrocca è composta da 4 strofe. 3 strofe. 16 strofe. 18 strofe.

• Una “voce cavernosa” è cupa e profonda. chiara e squillante.

• La rima è baciata. alternata.

• L’autore della filastrocca vuole divertire il lettore. far riflettere il lettore. far addormentare i più piccoli. spiegare cos’è un fantasma.

non c’è rima. mista.

• Il ritmo è vivace e cadenzato. lento e armonioso. 92

Verso le competenze: Potenziare il piacere di ascoltare. Comprendere il significato globale di un testo ascoltato.


IL GATTO 1 Rispondi con una X.

Ron-ron: il gatto sopra il divano ronfa come una sega lontana contro il tronco. Davanti ai libri aperti i bambini le mani nei capelli pensano come scienziati alla ricerca; il gatto s’acciambella, è un cuscino di pelo. Ron-ron: il gatto. Guida “Bello da Leggere”, Il Capitello

• Come sono i versi di questa poesia? In rima alternata Sono versi liberi In rima baciata In rima mista

2 N ella poesia ci sono due similitudini, sottolineale, poi completa.

Il gatto che ronfa è paragonato a ......................................................................................................................................

I bambini che pensano sono paragonati a...............................................................................................

3 S ottolinea la metafora e trasformala in similitudine.

Il gatto s’acciambella come................................................. ...................................................................................................................................... ......................................................................................................................................

ORSACCHIOTTO 1 Nella poesia ci sono due personificazioni: sottolineale, poi completa.

L’orsacchiotto...................................................................................................... Il suo abbraccio notturno.................................................................

2 Rispondi. Secondo te che cosa vuole trasmettere il poeta? ................................................................................................................................................

Amo il dolce orsacchiotto che riposa sul mio cuscino. Nulla mi fa più felice del suo tenero musetto con gli occhi e il nasino nero, di quel suo abbraccio notturno che culla i miei sogni. Guida “Bello da Leggere”, Il Capitello

................................................................................................................................................

Verso le competenze • Conoscenze: elementi essenziali e struttura di un testo poetico; lessico fondamentale. •A bilità: comprendere un testo poetico e individuarne gli elementi principali; comprendere il significato di parole anche dal contesto.

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D ES C R I Z

IONI IN C IT TÀ

LEGGE L’INSEGNANTE...

IL VILLAGGIO SULL’ISOLA Per quale motivo l’isola fosse stata abbandonata, nessuno riusciva a spiegarselo. Eppure in tutti i suoi cinque chilometri quadrati non c’era traccia di anima viva. A parte i naufraghi, naturalmente, che non erano dei naufraghi veri e propri, nel senso che la loro barca non era affondata in una terribile tempesta, ma era semplicemente rimasta senza carburante. Le conseguenze comunque erano uguali a quelle di un naufragio in piena regola. Si trovavano abbandonati su un’isola deserta, senza possibilità di ripartirne né di comunicare a qualcuno la loro disavventura. Quella notte scoprirono, prima di tutto, che non si trattava della solita isola deserta, come quella di Robinson Crusoe, per intenderci, ma di un’isola una volta abitata da gente civile proprio come loro e poi, per qualche misteriosa ragione, abbandonata da un momento all’altro... Tutto era bello e nuovo e ben conservato, solo assolutamente deserto. C’era, nel cuore dell’isola, una vasta radura tra le palme, un gruppo di costruzioni, una sorta di villaggio turistico ben attrezzato. Gli edifici principali della radura erano un albergo e un supermercato. Poi c’erano alcune costruzioni in cemento con il tetto di paglia, una piscina, un campo da tennis, una palestra coperta e una rimessa per le barche. L’albergo era piccolo, a due piani, con palme nell’atrio e aria condizionata e le stanze erano pulite e ordinate, con i letti rifatti, l’acqua calda nei rubinetti e i fiori freschi sui tavolini. Quando i sette naufraghi ebbero visitato tutto l’edificio, dalla cucina alle mansarde, suonando tutti i citofoni e i campanelli, lanciando richiami per i corridoi, colpendo persino ripetutamente il gong della sala da pranzo, si convinsero che era proprio deserto. Altrettanto deserto risultò il supermercato. Le porte erano spalancate, le luci accese, le scale mobili scorrevano silenziose... I banchi degli alimentari, dei surgelati, dei detersivi, erano pieni di prodotti ben ordinati, ma di persone nemmeno l’ombra... Per quale motivo e quando l’isola era stata abbandonata? Da chi? E di quale isola si trattava? B. Pitzorno, Sette Robinson su un’isola matta, Mondadori Junior

L’AUTORE Bianca Pitzorno IL LIBRO Sette Robinson su un’isola matta parla di un

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gruppo di famiglie che sta passando le vacanze al mare. Un giorno però il vento si impossessa della nave in cui alcuni bambini, lo zio Silvestro e la mamma di Annetta stanno navigando. I naufraghi vengono sospinti su un’isola sconosciuta e comincia una vera e propria avventura. Sei curioso di sapere cosa accadrà ai profughi? Leggi il libro, ti aspetta un mare di sorprese!


D ES C R IZ I

O N I I N C I T TÀ

... TU ASCOLTA E COMPLETA I ndica con una X il completamento giusto.

Questo testo racconta una storia. descrive un ambiente. fornisce informazioni. trasmettere emozioni. P rova a spiegare il significato di queste parole.

Radura: ................................................................................................................................. Gong: ...................................................................................................................................... C ollega ogni elemento alla sua descrizione.

Le porte

Era tra le palme

La radura

Era piccolo e a due piani

I banchi alimentari

Erano pulite e ordinate

L’albergo

Era deserto

Le scale mobili

Erano spalancate

Il supermercato

Scorrevano silenziose

Alcune costruzioni

Erano pieni di prodotti

Le stanze Erano in cemento con il tetto di paglia S econdo te, perché l’isola era stata abbandonata? Scrivi le ipotesi. .......................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................

Ti è piaciuto questo racconto?

95


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

RUOTE IN CITTÀ Le ruote del bus per tutta la città girano e rigirano a gran velocità. La gente sul bus per tutta la città rimbalza di qua, rimbalza di là. L’autista del bus per tutta la città chiede un po’ di ordine ma con cordialità.

E PA R L O D I M

Hai mai preso un bus? Ritrovi la tua esperienza in questa descrizione in versi? Racconta. GEOGRAFIA

Il clacson del bus per tutta la città saluta con pernacchie chi lo sorpasserà.

Q uali altri mezzi di trasporto pubblico si trovano nelle città? Colorali.

La pioggia sul bus per tutta la città picchietta sul tettuccio con musicalità.

metropolitana

taxi

bicicletta

tram

auto

treno

I bimbi sul bus per tutta la città salutano i passanti, che felicità! AA.VV., Tante rime per i bambini corte, lunghe lunghissime, Mondadori

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DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

UNA GIUNGLA DI VICOLI C’era una grande città che pareva una foresta, una giungla. Le strade là erano talmente strette che sembravano dei sentieri e le case erano così malandate, delle vere catapecchie coi muri storti, scuri, scrostati, screpolati che facevano pensare a degli enormi tronchi di vecchi alberi. Poi i tetti sporgevano così tanto che spesso toccavano quelli delle case di fronte, così coprivano completamente le stradine, da cui non si vedeva il cielo neanche di giorno. Quelli certo erano degli alberi in cui viveva la gente, ma le viuzze, i vicoli, le stradine erano così intricate, salivano e scendevano in un groviglio tale da far pensare a una giungla. E le strade lì erano tutte di terra battuta, o coperte di sassi da cui spuntavano sterpaglia e ciuffi di erbacce. Poi quelle stradine non erano mai diritte: serpeggiavano in su, in giù, a destra, a sinistra che chissà dove conducevano; e si incrociavano con altri vicoli che chissà da dove venivano. In quelle case sbilenche viveva molta gente. Difatti, un po’ dritti e un po’ storti, c’erano dei portoni, delle porticine e moltissime finestre. E un po’ tutto il giorno in quelle strade giocavano molti bambini che gridavano, si rincorrevano, si facevano scherzi e dispetti. P. Carpi, La notte dei lupi, Einaudi

ESPLORO Il testo Rispondi con una X.

In questa descrizione non vengono usati dati visivi. uditivi. gustativi. olfattivi. tattili. Quali sensazioni comunica l’ambiente descritto? Allegria Angoscia Calore Monotonia Vivacità Tristezza Libro rosso pag. 48

SCOPRO le parole C ollega ogni parola al giusto significato. Consulta il vocabolario.

catapecchia sterpaglia groviglio sbilenco intricato sprangato

nodo tugurio rami secchi aggrovigliato sbarrato storto 97


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

IL PAESE DEI QUADRATI Il paese dei quadrati e quello dei triangoli sono divisi da un grande fiume. I quadrati abitano in case comode, con mobili ed elettrodomestici, con quadri alle pareti, specialmente cubisti. Mangiano quasi sempre quadrucci in brodo. I quadrati sono tutti uguali, seri, retti, insomma gente quadrata. I giochi preferiti sono la dama e i dadi. La loro città è fatta di grossi palazzi squadrati. I triangoli abitano nelle tende, e costruiscono piramidi grandi e piccole. Sono allegri e diversi tra loro, alcuni più acuti altri più ottusi. Coltivano abeti, suonano il triangolo e la balalaica. I quadrati al di là del fiume deridono i triangoli per le loro costruzioni buffe. Un giorno viene un grande terremoto che colpisce i due paesi. Il paese dei quadrati è messo a soqquadro. I palazzi, le finestre, i quadri, i cartelloni, le fontane... tutto si deforma, si storce. Nulla rimane quadrato, solo la testa della gente. Il paese dei triangoli invece subisce solo lievi danni. I quadrati mandano un ambasciatore al di là del fiume. I vertici dei triangoli, con un esempio, gli svelano le ragioni della loro forza. L’ambasciatore prende appunti su un taccuino a quadretti. Informati dall’ambasciatore i quadrati chiedono di allearsi con i triangoli, che accettano di buon grado. Insieme costruiscono un 98


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ E PA R L O D I M

Ti è piaciuto questo racconto? Perché? Cosa ti ha fatto capire?

ponte e i due paesi diventano uno solo. Con una sola, nuova bandiera. Sorgono costruzioni nuove, più belle e più sicure. I bambini triangoli insegnano ai quadrati a fare i castelli con le carte. Giocando a nascondino un quadrato mezzo nascosto viene scambiato per un triangolo e due triangoli per un quadrato. I grandi si scambiano doni. Qualche tempo dopo un quadrato e una triangola si sposano. È una grande festa. Nascono tre bambini. Le nonne quadrate dicono che sono il ritratto del papà. I nonni triangoli che hanno preso tutto dalla mamma. Loro sono bellissimi. Dopo l’incontro con i triangoli, i quadrati sono meno rigidi. Si piegano volentieri per diventare buste. Spediscono così lettere in tutto il mondo per conoscere nuovi paesi e fare nuove amicizie. F. Tonucci, Il paese dei quadrati (+ il paese dei cerchi), Orecchio acerbo

COMPRENDO

I ndica con una X se le frasi si riferiscono ai Quadrati o ai Triangoli.

Uguali, seri, retti Alcuni acuti, altri ottusi Mangiano i quadrucci Costruiscono piramidi Allegri e diversi tra loro Giocano a dama

Completa le frasi con perché o perciò.

I quadrati deridono i triangoli ...................................... fanno costruzioni buffe. Un grande terremoto colpisce i due paesi ...................................... decidono di costruire un ponte. Nascono tre bambini un po’ quadrati e un po’ triangoli ...................................... un quadrato e una triangola si sono sposati. I quadrati sono meno rigidi ...................................... si piegano per diventare buste. 99


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

CASABLANCA Maristella è la mia compagna di classe preferita. Le piace ascoltarmi quando suono il tamburo. Lei fa danza moderna e a volte balla mentre io suono. Mi chiede spesso della mia città d’origine, Casablanca. A Casablanca ci sono ancora il nonno e la nonna. La loro casa è molto vicina al suq, il mercato, e quindi c’è sempre molta confusione. Omar, il fornaio, è amico del nonno e mi regala sempre una focaccia. Zio Kamir, che fa il venditore di tappeti, offre il tè a tutti i clienti. Intanto urla e fa gesti per attirare l’attenzione dei turisti, così a volte versa per sbaglio il tè su un tappeto costoso e urla ancora più forte per il dispiacere. Nel negozio di frutta e verdura la nonna compra datteri, meloni, annusa il pepe, la cannella, i chiodi di garofano. Poco lontano dal mercato c’è la chiesa; in Marocco le chiese si chiamano moschee e i campanili minareti. Il nonno, in giardino, la sera innaffia le piante piano piano, come se si versasse il tè. È sempre allegro. Sorride anche quando parla al telefono. Dice che chi ti ascolta può sentire il sorriso nella tua voce. A. Ferrara, Pane arabo a merenda, Falzea Editore

100

GEOGRAFIA

Fai una ricerca sulla città di Casablanca. D IC O L A M IA

Ti piacerebbe visitare Casablanca? Vorresti abitarci? Perché? COMPRENDO

Com’è fatta la città di Casablanca? Leggendo sei riuscito a immaginarla? Sottolinea nel testo le informazioni che hanno stuzzicato la tua immaginazione.


G

H

Z

R

M

C A

D

O

F

O

LEGGO BENE ad

B N G

alta voce

LEGGERE CON ESPRESSIVITÀ Per dare espressività alla tua lettura, devi leggere con le pause adeguate, indicate dai segni di punteggiatura. Prima di leggere il brano colora così i segni di punteggiatura: . pausa lunga , pausa breve ; : pausa media

La pioggia di Piombino

G

Una volta a Piombino piovvero confetti. Venivano giù grossi come chicchi di grandine, ma erano di tutti i colori: verdi, rosa, viola, blu. Un bambino si mise in bocca un chicco verde, tanto per provare e trovò che sapeva di menta. Un altro assaggiò un chicco rosa e sapeva di fragola; erano confetti. E via tutti per le strade a riempirsene le tasche, ma non facevano in tempo a raccoglierli, perché venivano giù fitti fitti. La pioggia durò poco; lasciò le strade coperte da un tappeto di confetti profumati che scricchiolavano sotto i piedi. Gli scolari, tornando da scuola, ne trovarono tanti da riempirsi le cartelle. Le vecchiette ne avevano messi insieme dei bei fagottelli coi loro fazzoletti da testa. Fu una grande giornata. Anche adesso molta gente aspetta ancora che dal cielo piovano confetti, ma quella nuvola non è passata più né da Piombino, né da Torino e forse non passerà mai nemmeno da Cremona.

H Z

R M

C A D

O

F

G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi

olora i confetti come indicato dal brano, C e scrivi di che gusto sono secondo te.

101


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

IN BICICLETTA STORIA

Metti in ordine le foto dalla più lontana nel tempo alla più recente.

Oggi la bicicletta viene usata soprattutto nel tempo libero o nello sport. Invece nel passato è stata un importante mezzo di lavoro e di trasporto per molte persone. Nella prima metà del Novecento questo mezzo serviva agli artigiani, come gelatai, panettieri, arrotini, macellai, per fare le consegne e per spostarsi nel territorio e svolgere la propria attività nelle strade e nelle piazze dei vari paesi e città. Ogni artigiano modificava la propria bicicletta per adattarla alle esigenze del suo lavoro. Oggi una delle biciclette più in voga è la mountain bike. Sul telaio della bicicletta ci sono la sella, lunga, stretta e morbida, il manubrio con i comandi, i pedali e le ruote. Il manubrio ha due manopole di gomma rugosa per impugnarlo bene; ha le leve dei freni e quelle dei cambi. Sul manubrio è montato un campanello che ha un bel suono acuto e squillante. Le ruote sono più grosse e più larghe di quelle delle altre bici. Certo, devono affrontare i sentieri ghiaiosi di montagna. Con la mountain bike si può andare dappertutto!

COMPRENDO

A ggiungi gli aggettivi qualificativi usati per descrivere la mountain bike.

La sella .................................................., ................................................... e .................................................... Il manubrio ha due manopole di gomma .......................................................... Il campanello ha un suono ............................................... e ................................................ Le ruote sono più ............................................... e più ................................................................. perché devono affrontare i sentieri .............................................................................. 102


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

LA CITTÀ SARACENA Dice la leggenda che molto tempo fa i Saraceni arrivarono in Valle d’Aosta e fecero schiavi tutti gli abitanti. Poi li costrinsero a costruire una fortezza grande come una città e alta come una torre, divisa in quattro piani: i primi due erano senza finestre e ci abitavano i servi, il terzo aveva solo qualche feritoia ed era occupato dai mercanti e dagli artigiani e il quarto, pieno di finestroni che lasciavano passare aria e luce, era riservato ai nobili e ai guerrieri. I Saraceni facevano la bella vita e a lavorare ci pensava la gente del posto, che, stanca di faticare, chiese aiuto ai Francesi che subito arrivarono. Ma i Saraceni non erano tipi da arrendersi e si chiusero nella loro città-torre. L’assedio durò sette anni e, alla fine, i Francesi ebbero un’idea: lì vicino scorreva un fiume, avrebbero portato l’acqua sino ai finestroni del quarto piano, così la torre si sarebbe riempita fino all’orlo e ai Saraceni non sarebbe rimasto che uscire o annegare. Cocciuti com’erano, i Saraceni non mollavano e cercavano di vuotare la torre con i secchi, gridando: “Oste l’eau!” che in francese antico vuol dire: “Ote l’eau!” ossia: “Ferma l’acqua!”. Ma l’acqua non si fermava e alla fine morirono tutti. Allora i Francesi buttarono giù la città-torre (ci vollero sette anni!) e ne costruirono un’altra, che in memoria di quel grido si chiamò Aosta. Della città saracena rimane soltanto un altissimo muro con grandi finestroni ad arco e chi non conosce questa leggenda dice che si tratta di un pezzo del teatro costruito anticamente dai Romani. Voi e io, però, sappiamo come sono andate le cose! F. Lazzarato, Per paesi e per città, Leggende italiane, Mondadori

COMPRENDO

C ompleta la tabella.

PIANO Primo Secondo Terzo Quarto

ABITANTI

CARATTERISTICHE

103


LABORATORIO

DEL

TESTO

RICAVARE INFORMAZIONI Prima di leggere un testo, leggi il titolo e osserva le immagini. Il titolo del brano che leggerai è Musica in città: formula delle ipotesi. PRIMA DELLA LETTURA

Di che cosa parlerà il testo? Di una vacanza Di una gita scolastica

Di uno spettacolo Di un concerto

Dove si svolgeranno i fatti? In una scuola In una piazza In città In teatro

MUSICA IN CITTÀ Veronica sapeva suonare. L’aveva sempre saputo fare: forse era nata così. Capiva la musica e la sentiva in ogni cosa. Il mondo per lei era come un grande concerto. Quando usciva di casa aveva sempre in tasca un flautino di legno. Se le capitava di parlare con qualcuno e di non riuscire a spiegarsi con le parole, tirava fuori lo strumentino e intonava una melodia: come per magia, tutto diventava più chiaro per chi l’ascoltava. Quando vedeva qualcuno litigare, la bambina soffiava nel suo flauto e subito gli animi si calmavano. Se incontrava qualcuno che era triste, Veronica suonava e il groppo della tristezza si scioglieva. Ora accadde che un giorno vide un bambino seduto sul marciapiede con l’aria triste. – Che ti è successo? – gli chiese gentilmente avvicinandosi a lui. – La mamma non mi vuole più bene, – rispose il piccolo con l’aria rassegnata. – Lavora sempre e non ha più tempo per me... Veronica capì che si trattava solo di un pizzico di gelosia. Tuttavia la tristezza del bambino era sincera e grande. Così la bambina tirò fuori il suo flauto e intonò un motivetto sottile come un filo di fumo, ma allegro come una giornata di sole. La canzoncina si infilò tra le pieghe della tristezza del bambino e la sciolse come neve al sole: il piccolo cominciò a sorridere e a battere la mani e cominciò a ballare. 104


VA L S I V E R S O L’I N

Veronica continuava a suonare, e i passanti cominciarono a fermarsi. Dopo un po’ iniziarono a fermarsi le macchine e la strada si trasformò in un carnevale: un avvocato che aveva un’importante causa in tribunale ballava la mazurca con una barista che aveva lasciato un cappuccino a metà; un meccanico tutto unto ballava il rock con una vigilessa che aveva perso fischietto e blocchetto delle multe; un ragioniere, in piedi su una panchina, sbriciolava fogli e fogli di conti per fare coriandoli. Tutti si fermavano a sentire Veronica. Tutti si fermavano a ballare. Anche il sole, infatti alle otto di sera era ancora alto nel cielo, e ascoltava il flautino di Veronica. S. Bordiglioni, Un attimo prima di dormire, Einaudi

DOPO LA LETTURA

R ispondi con una X.

Come erano le tue ipotesi? Tutte sbagliate In parte sbagliate Tutte giuste L’immagine ti ha aiutato a capire meglio? ................................................................................................................................................................. Perché? ........................................................................................................................................................................................................................................................................ Nel testo ci sono informazioni esplicite, cioè semplici da trovare, e informazioni implicite, cioè nascoste, ma che si possono desumere da altri indizi. A chi si riferiscono le informazioni? Scrivi i nomi.

INFORMAZIONE Usciva di casa sempre con un flautino. Era seduto sul marciapiede con l’aria triste. Ballava il rock con una vigilessa. Sbriciolava fogli per fare coriandoli.

Queste informazioni sono: implicite esplicite

NOME

S ottolinea nel testo, con i colori indicati, le frasi che ti hanno fornito gli indizi utili, poi rispondi con una X.

–– Veronica riusciva a comunicare facilmente con tutti?

SÌ NO

–– Il bambino era contento che la mamma lavorasse?

SÌ NO

–– Al sole piaceva la musica di Veronica?

SÌ NO

Queste informazioni sono: implicite esplicite

N el racconto sono presenti alcune similitudini. Trovale e cerchiale. 105


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

IL VESTITO DI MAX Max viveva con la mamma, il papà e i sei fratelli più grandi in un paese chiamato Sgranalocchi. Il paese si trovava a mezza costa di un’alta montagna. La montagna aveva tre cime, così alte che non solo d’inverno, ma anche d’estate erano incappucciate di neve, e somigliavano a tre grossi coni di gelato alla vaniglia. Di notte, quando la luna splendeva nel cielo come un palloncino arancione, si potevano sentire i latrati delle volpi nella cupa foresta di pini. Di giorno, quando splendeva il sole e l’aria era limpida, si poteva vedere, laggiù in fondo alla valle, il fiume che scintillava. Max era felice di vivere a Sgranalocchi, ma la cosa che il nostro amico desiderava più d’ogni altra era possedere un vestito intero, come i grandi, un completo con giacca e pantaloni lunghi. L’abbigliamento usuale di Max consisteva in un maglione verde, calze verdi di lana, un cappello di feltro verde con una piuma di tacchino, un paio di braghette di pelle. Ma non mi verrete a dire che un maglione e un paio di braghette sono la stessa cosa di un vestito da grandi, con giacca e pantaloni assortiti! S. Plath, Max e il vestito color zafferano, Mondadori

ESPLORO Il testo Rispondi con una X: puoi scegliere più risposte.

Che cosa viene descritto nel testo? L’abito di Max Il paese di Sgranalocchi La famiglia di Max La montagna di Sgranalocchi N ella descrizione del paese vengono usati due paragoni. Sottolineali e completa. 106

Libro rosso pag. 48

SCOPRO le parole Le braghette sono i calzoncini corti sopra il ginocchio.


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

LA NONNA Quando andavamo in villeggiatura in montagna veniva anche mia nonna, la madre di mio padre. Era piccola, con minuscoli piedi calzati di stivaletti neri a piccolissimi bottoncini; era fiera di quei piccoli piedi, che spuntavano sotto alla gonna, ed era fiera della sua testa di capelli candidi, crespi, pettinati in un alto casco rigonfio. Mio padre la portava ogni giorno, “un po’ a camminare”. Andavano sulle strade maestre, perché lei era anziana, e non poteva praticare i sentieri, soprattutto con quegli stivaletti a piccoli tacchi; andavano, lui avanti, coi suoi passi lunghi, mani alla schiena e pipa in bocca, lei dietro, con la sua veste frusciante, con i passetti dei suoi tacchettini; lei non voleva mai andare sulla strada dov’era stata il giorno prima, voleva sempre strade nuove. La nonna veniva in montagna soltanto per stare con noi, dato che abitava a Firenze durante l’anno, e noi a Torino, e così ci vedeva soltanto l’estate; ma non poteva soffrire la montagna, e il suo sogno sarebbe stato villeggiare a Fiuggi o a Salsomaggiore, luoghi dove aveva trascorso le estati della sua giovinezza.

SCOPRO le parole Strada maestra significa: la strada percorsa dalla maestra per andare a scuola. la strada principale.

N. Ginzburg, Lessico famigliare, Einaudi

ESPLORO Il testo C ontinua a sottolineare nel brano in rosso i dati descrittivi dell’aspetto fisico, in viola quelli descrittivi del suo carattere e in verde quelli del suo abbigliamento. Libro rosso pag. 48

S C R IV O

Descrivi sul quaderno una nonna diversa da quella del testo e immagina anche quale potrebbe essere il suo comportamento con i nipoti. 107


LEGG O CO N

M IC IO M AO

IL MAESTRO MAC

...........................................................

...........................................................

...........................................................

Se un giorno avrete come maestro Mac, state attenti! Vi dirò com’è Mac, così potrete riconoscerlo. È un uomo molto basso, anziano, ma agile. Ha una lunga ciocca di capelli al lato che arrotola sulla sua testa pelata. Ha occhi piccoli e scuri come due chicchi di caffè e grosse sopracciglia. Ha una bocca sottile. Indossa un lungo impermeabile grigio. Mac è il suo soprannome che noi alunni abbiamo dato al maestro, ma lui non lo sa. Mac è l’abbreviazione di “macaco”, perché il maestro dice sempre: “Ma guardateli un po’ questi macachi!”. Mac ride molto poco, quando gli viene da ridere, cerca di trattenersi, come se si vergognasse. Al mattino il maestro appena entra in aula non perde tempo neanche per togliersi l’impermeabile o per salutare gli alunni, ma inizia subito la lezione. F. Joly, Il terribile Mac, Zanfi Editore

macaco tipo di scimmia. Il maestro chiama gli alunni “scimmie”. 108


È

PI Ù FA CI LE

I l testo è diviso in tre parti. Scrivi a lato di ciascuna quale aspetto di Mac descrive. ASPETTO FISICO

PERSONALITÀ

ABBIGLIAMENTO

ome si comporta Mac? C Scrivi se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Ride molto poco. Ride spesso. Quando entra in classe saluta tutti gli alunni. Quando entra in classe inizia subito la lezione. Quando esce dalla classe saluta tutti gli alunni. Quando gli viene da ridere spalanca la bocca. Quando gli viene da piangere cerca di trattenersi. Quando gli viene da ridere cerca di trattenersi. Collega ogni aggettivo al suo contrario. basso

grande

anziano

spesso

piccolo

chiaro

scuro

alto

sottile

giovane

Sei riuscito a leggere bene? Hai completato tutte le attività? Che voto ti daresti? 1, 2 o 3 stelline?

109


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

ALLO ZOO Sono andata allo zoo con la mia sorellina. Un ragazzo ha lanciato una banana attraverso le sbarre. Due scimmiette sono ruzzolate giù dal loro albero per impadronirsene. Allora mi è venuta un’idea. Ho preso la mia sorellina per mano e l’ho portata a vedere i coccodrilli. I coccodrilli dormivano nella loro pozza d’acqua, spuntavano solo gli occhi. Ho sollevato la mia sorellina e l’ho lanciata al di sopra della barriera, pluf! Proprio in mezzo alla pozza. Allora i coccodrilli si sono svegliati, e hanno fatto a gara per divorarla... Ma no, non è vero, è uno scherzo, non è andata così. In realtà, sono andata allo zoo con la mia sorellina. Siamo passate davanti alla gabbia delle scimmie..., ecc. Allora ho preso la mia sorellina per mano e l’ho portata a vedere i coccodrilli. Lei mi ha chiesto: – Sara, sono buoni i coccodrilli? I coccodrilli dormivano nella loro pozza d’acqua e mi sembrava che avessero un’aria buona. Allora ho risposto: – Oh, sì, sono buonissimi. – Li voglio accarezzare! – ha detto lei. Voglio molto bene alla mia sorellina, quindi l’ho aiutata a passare sopra la barriera. Ha avvicinato la mano, un coccodrillo ha aperto la bocca e crrrrrsshh, crrrrshh! L’ha ingoiata cruda. Ma no, non è vero, è uno scherzo! In realtà, io non ho una sorellina. Ho solo un fratellino. Si chiama Mattia. Questo pomeriggio lo devo portare a spasso. Me l’ha chiesto la mamma. Lo porterò allo zoo. B. Friot, La mia famiglia e altri disastri, Il castoro

Spazio alle E M O Z IO N I Gelosia

Perché la protagonista esprime il desiderio di liberarsi della sorellina? Per gelosia Per affetto Per noia Per amore Tu hai fratelli o sorelle? È capitato anche a te di provare gelosia? Per chi? Quando? Perché? Racconta. 110


DE SC RIZ ION I IN CIT TÀ

NELLA CITTÀ DEI GATTI Sono Bella, una gatta persiana con uno splendido pelo nero lungo e setoso, il muso schiacciato e due penetranti occhi arancioni. La città dei gatti dove sono nata era piuttosto affollata. Eravamo in molti, c’erano quattro mamme gatte con i loro cuccioli, due gatti adulti e qualche cucciolone un po’ cresciuto. La vita era bella, io non avevo molto da fare se non succhiare il latte della mamma, giocare con gli altri cuccioli della città ed esplorare un po’ in giro. Non avevo umani di cui occuparmi, ero ancora troppo piccola, anche se la mamma cominciava già a spiegare a me e ai miei fratelli che una volta cresciuti ci avrebbero assegnato un umano cui badare. Al di fuori della città dove vivevamo si aggiravano altri gatti, io li trovavo molto interessanti, ma la mamma mi diceva che non dovevo avere nulla a che fare con loro. – Sono diversi – diceva – non hanno un pelo bello come il nostro, sono gatti comuni, ma soprattutto randagi. – Cosa vuol dire randagi? – Sono gatti ai quali non è stato affidato alcun umano del quale occuparsi... Arrivò il giorno in cui dovetti abbandonare la mamma. Lo capii subito appena la vidi arrivare: era una simpatica umana piuttosto anziana. Ci guardammo negli occhi e intuii che avremmo potuto andare d’accordo. O. Cauzzo, Bella, Fatatrac

ESPLORO Il testo Rispondi con una X.

S C R IV O

Di che cosa sembra andare particolarmente fiera? Del suo naso Del suo pelo Dei suoi occhi Del suo nome

S cegli la città che preferisci e scrivi un racconto.

Quali parole te lo fanno capire? Sottolineale. Libro rosso pag. 48

• La città dei cani • La città dei maiali • La città dei piccioni 111


LE MIE COMPETENZE

UNA LETTRICE PICCOLA PICCOLA 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33

Matilde possedeva una mente così brillante e vivace, e imparava così in fretta, che a tre anni aveva imparato a leggere da sola, grazie ai giornali e alle riviste sparsi per casa. A quattro anni leggeva speditamente e cominciava ad avere una gran voglia di libri! Così, un giorno andò a piedi sino alla biblioteca pubblica del paese, da sola. Appena arrivata si rivolse alla bibliotecaria, la signora Felpa: – Per favore, dove sono i libri per bambini? – chiese Matilde. La signora Felpa, alta e imponente, abbassò lo sguardo su Matilde e disse: – Lì, sugli scaffali più bassi. – No, grazie – disse Matilde. – Posso fare da sola. Da allora, ogni giorno trascorreva due ore meravigliose in un angolo accogliente e quieto, divorando un libro dopo l’altro, tutti libri per bambina e non solo. La bibliotecaria non riusciva a distogliere lo sguardo da quella bimbetta seduta per ore e ore nella grande poltrona, dall’altro lato della stanza, con il libro sulle ginocchia. Aveva dovuto appoggiarlo sulle ginocchia perché era troppo pesante da reggere, per lei, e per riuscire a leggerlo era costretta a piegarsi in avanti. Era davvero uno strano spettacolo guardare quella personcina seduta, i cui piedi non arrivavano a terra, completamente assorta nella lettura. Un giorno la signora Felpa le disse: – Sai che in una biblioteca pubblica si possono prendere in prestito i libri e portarli a casa? – No, non lo sapevo – disse Matilde. – Potrei farlo anch’io? – Certo. Scegli il libro che vuoi e portamelo, in modo che possa registrarlo; puoi tenerlo per due settimane. Puoi prenderne anche più di uno, se vuoi. Da quel momento, Matilde andò in biblioteca solo una volta alla settimana, per prendere nuovi libri e restituire quelli già letti. La sua cameretta diventò una sala di lettura, dove passava i pomeriggi seduta a leggere, con una tazza di cioccolata calda accanto. I libri le aprivano mondi nuovi e le facevano conoscere persone straordinarie che vivevano una vita piena di avventure. R. Dahl, Matilde, Salani

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Verso le competenze: Potenziare il piacere di ascoltare. Comprendere il significato globale di un testo ascoltato.


1 Rispondi con una X. • Quali luoghi sono descritti nel testo? La biblioteca pubblica e la strada La strada e la poltrona La cameretta di Matilde e la strada La biblioteca e la cameretta

• Nel brano, quali aspetti di Matilde vengono descritti? Abbigliamento Altezza Corporatura Occhi Interesse Abitudini Carattere Età

• Chi viene descritto? La bibliotecaria Felpa La bibliotecaria e Matilde Matilde e la mamma Matilde

• Nel brano, quali aspetti della bibliotecaria non vengono descritti? Abbigliamento Carattere Aspetto fisico Gusti

2 Colora, in ogni coppia di aggettivi, la caratteristica di Matilde. intelligente stupida

pigra vivace

grande piccola

annoiata appassionata

autonoma dipendente

indifferente curiosa

3 A chi si riferiscono le informazioni? Scrivi i nomi. INFORMAZIONE Non riusciva a distogliere lo sguardo. Aprivano mondi nuovi. Era un angolo accogliente e quieto. Era costretta a piegarsi in avanti. Diventò una sala di lettura. Andò a piedi da sola.

NOME

4 Nell’espressione “completamente assorta

5 P erché Matilde, alla fine, andò in biblioteca

nella lettura” (riga 20), la parola sottolineata significa:

distratta concentrata assordata assolta

solo una volta alla settimana?

Non aveva più voglia di leggere. Negli altri giorni la biblioteca era chiusa. Poteva prendere in prestito i libri. Aveva il permesso di uscire solo per un giorno.

Verso le competenze • Conoscenze: elementi essenziali e struttura di un testo descrittivo; lessico fondamentale. •A bilità: comprendere un testo descrittivo e individuarne gli elementi principali; comprendere il significato di parole anche dal contesto.

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LO N TA N

O N E L LO S P A Z I O

LEGGE L’INSEGNANTE...

ROBINSON E L’ISOLA 15 luglio. Ho cominciato un’accurata esplorazione dell’isola. Mi sono avviato lungo il ruscello e, salendo, ho trovato prati verdi e piante di tabacco, oltre ad altri tipi di piante di cui non conoscevo il nome. Ho visto delle grandi piante di aloe, ma allora ancora non le sapevo utilizzare. C’erano anche parecchie canne da zucchero. Per quel giorno poteva bastare. 16 luglio. Sono tornato sulla stessa strada, mi sono inoltrato di più e ho raggiunto una zona boscosa in cui crescevano diversi frutti, tra cui meloni e uva matura. Ne sono stato felice! Il giorno seguente continuai a esplorare l’isola avanzando di circa quattro miglia, finché giunsi in una radura. Da lì nasceva una sorgente di acqua fresca che scorreva lentamente. Tutto era così bello e rigoglioso da sembrare un vero e proprio giardino. C’erano tanti pappagalli e ne catturai uno pensando di addomesticarlo. Portai a casa tutti i frutti che potevo. Trovai nelle pianure lepri e volpi, capre, uccelli e tartarughe. Rimasi in quel posto splendido per tutto il mese di luglio. Mi costruii una specie di fattoria, circondata da un doppio recinto e riempii di pali e di arbusti lo spazio fra le due file. Questo lavoro mi tenne impegnato fino all’inizio di agosto. Appena terminato, arrivarono le piogge e me ne tornai alla mia caverna, ben più sicura in caso di tempesta. Avevo così la casa di campagna e la casa al mare. Feci appena in tempo a raccogliere l’uva che avevo fatto seccare. La stagione delle piogge e quella secca si alternavano regolarmente. Le piogge durarono fino a metà ottobre e mi tennero in casa per parecchi giorni. In questo periodo fui sorpreso dall’aumentare della mia famiglia. Ero molto preoccupato per la perdita di una gattina che era scappata via, o forse era morta. Invece verso la fine di agosto tornò a casa con tre gattini. D. Defoe, Robinson Crusoe, Raffaello Editrice

L’AUTORE Daniel Defoe IL LIBRO Questo libro racconta l’avventura di un

giovane marinaio inglese, che naufraga su un’isola deserta e vi resta per quasi ventotto anni. Durante questo periodo, metterà alla prova tutte le sue capacità di adattamento all’ambiente, vivendo grandi avventure. Se sei un amante dell’avventura, questo è il libro per te! 114


LO N TA

N O N E L LO S P A Z I O

... TU ASCOLTA E COMPLETA I ndica con una X il completamento giusto.

Hai ascoltato la lettura di un romanzo d’avventura. In questo brano ci sono solo sequenze informative. solo sequenze narrative. sequenze narrative e informative. strofe e versi. C olora come indicato le informazioni che riguardano gli animali, le piante e il tempo meteorologico dell’isola di Robinson.

Tutto era bello e rigoglioso come un giardino. I gatti erano di razza europea. Catturai un pappagallo pensando di addomesticarlo. La stagione delle piogge si alternava a quella secca. In pianura trovai lepri, volpi, capre... C’erano alberi di cacao, aranci, limoni e cedri. Le piogge durarono fino a metà ottobre. Ho visto grandi piante di aloe.

Ti è piaciuto questo racconto?

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LO NT AN O NE LLO SPA ZIO

IO GIRAMONDO Viaggio bel viaggio, io giramondo giro la Terra nel giro rotondo parto da qui, verso una meta strade che girano tutto il pianeta parto da qui verso un punto d’arrivo cammino e guardo, cammino e scrivo scrivo le cose sul diario di viaggio giro la pagina e cambia il paesaggio nuove pianure, nuove colline terre lontane ora siete vicine terre straniere, mondo diverso gira la testa perché mi son perso giro la testa, giro lo sguardo prendo la carta geografica e guardo. Ecco la strada, c’è un puntolino ora si muove, son io che cammino io che mi perdo, io che mi trovo giro la carta e mi oriento di nuovo giro la curva e c’è un’altra strada vado per quella, dovunque vada strada maestra che cosa mi insegni strada scolara con cento compagni viaggiano insieme i compagni di via su questa strada che ci porta via fari di macchine, cieli di stelle giro le carte, giro le spalle volto le curve di bianche stradine fino a un cartello con su scritto FINE. B. Tognolini, Rime e filastrocche d’occasione

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E PA R L O D I M

A te piace viaggiare? Con chi? Dove ti piace andare? Con quale mezzo? Quale viaggio ricordi con piacere? COMPRENDO

I ndica con una X.

alla poesia puoi capire che il D poeta ama dormire. viaggiare. studiare. leggere. S crivi sul quaderno tutte le azioni che compie il poeta durante il suo viaggio.

Giro, parto, cammino, guardo... Rispondi.

osa utilizza l’autore per C orientarsi? ......................................................................................................

Dove scrive le cose che vede? ......................................................................................................


LO NT AN O NE LLO SPA ZIO

NELLA FORESTA I ragazzi si addentrarono nella foresta. Erano ricoperti di insetti dalla testa ai piedi. Capitava che dovessero rompere, a gran colpi di braccia, le immense ragnatele che impedivano il passaggio o che sprofondassero fino a mezza coscia in una fanghiglia appiccicosa. All’improvviso, nel brusio incessante della foresta, distinsero un suono simile a un lamento umano che li paralizzò. Dopo qualche metro capirono di cosa si trattava. Il pianto proveniva da una sagoma scura che giaceva nella cavità e che a prima vista sembrava un grande cane. – Che cos’è? – mormorò Alexander, senza arrischiarsi ad alzare la voce. La creatura nella buca si mosse e si resero conto che si trattava di una scimmia. Era avvolta in una rete che la immobilizzava completamente. L’animale alzò gli occhi e vedendoli iniziò a gridare mostrando i denti. – È un gorilla. Non riesce a uscire... – disse Nadia. – Sembrerebbe una trappola. Bisogna tirarlo fuori. – Ma come? Ci può aggredire... – Guarda, c’è anche un cucciolo! – indicò Alexander. Era molto piccolo e stava disperatamente aggrappato al folto pelo della madre. – Dobbiamo tagliare la rete – decise Nadia. E iniziò a gattonare. Alexander la seguì con il coltello tra i denti, sentendosi vagamente ridicolo.

COMPRENDO

I ndica con una X il proseguimento giusto.

I l testo che hai letto è prevalentemente descrittivo. narrativo. poetico. informativo. S C R IV O

Secondo te, Nadia e Alexander riusciranno a liberare il gorilla e il suo cucciolo? Come? Racconta sul tuo quaderno.

I. Allende, La foresta dei pigmei, Feltrinelli

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LO NT AN O NE LLO SPA ZIO

UN MONDO INVISIBILE Dove sono? Tu lo sai che esistono animali grandi e animali piccoli. Ma lo sapevi che esistono esseri così minuscoli che sull’antenna di una formica ce ne sono milioni? Così piccoli che dovremmo far diventare la formica grande come una balena per farteli vedere? Non hanno occhi, testa o zampe, rami, radici o foglie perché non sono né animali né piante. Però sono vivi. Sono i microbi e ce ne sono tantissimi. Sono quasi quante le persone che abitano a New York e dintorni. E un cucchiaino di terra può contenere anche un miliardo di microbi. Più o meno lo stesso numero di persone che vivono in India. I microbi sono dappertutto: nel mare, sulla terraferma, nel terreno e nell’aria. Vivono in posti dove non vive nient’altro, come nei vulcani, oppure in fondo al frigo, e anche dentro e fuori le piante e gli animali. In questo momento ci sono più microbi sulla tua pelle di quanta gente sulla Terra, e ce ne sono cento volte di più dentro la tua pancia. Non preoccuparti però! A volte i microbi ti fanno ammalare, ma quelli che abitano sempre dentro e fuori di te ti aiutano a star bene.

ESPLORO Il testo I ndica con una X i proseguimenti giusti.

Il testo che hai letto L’argomento trattato è di tipo dà informazioni. storico. gioca con le rime. scientifico. racconta una storia. sportivo. descrive il mondo. tecnologico. Le immagini forniscono informazioni su un altro argomento. illustrano il contenuto del testo e facilitano la comprensione. abbelliscono la pagina. danno informazioni in più rispetto al testo. 118

Libro rosso pag. 56


LO NT AN O NE LLO SPA ZIO Come sono? Ma anche se sono così piccoli, non sono tutti uguali. Alcuni sono molto più piccoli di altri, e sono diversi tra loro. Ci sono tantissimi tipi di microbi, più di tutte le specie di animali e di piante del mondo. Alcuni microbi sono tondi, alcuni sono sottili, alcuni sembrano conchiglie, alcuni sono mollicci, alcuni sono come margherite, alcuni sembrano navi spaziali, alcuni assomigliano a collane. Possono mangiare di tutto: ma sono troppo piccoli per avere la bocca, così assorbono quello di cui hanno bisogno attraverso la pelle. E quando i microbi son ben nutriti sono bravissimi a fare altri microbi. È per questo che basta che pochi microbi sbagliati - quelli che chiamiamo germi - entrino nel tuo corpo per farti ammalare. Per fortuna solo pochi tipi di microbi fanno ammalare gli esseri umani. La maggior parte è occupata a fare altre cose. I microbi riciclano tutto ciò che muore per fare la terra, da cui nasce nuova vita, e aiutano a far diventare buona l’aria che respiriamo. Su tutta la Terra, in ogni momento, i microbi mangiano e mangiano, si dividono e si dividono, cambiando una cosa in un’altra. Sono i trasformatori invisibili del nostro mondo. Le vite più piccole che fanno il lavoro più grande. N. Davies, Mini, il mondo invisibile dei microbi, Editoriale Scienza

COMPRENDO

I ndica se le frasi sono vere (V) o false (F).

I microbi non hanno occhi, testa, zampe.

V

F

I microbi sono tantissimi e ovunque.

V

F

I microbi non amano l’acqua.

V

F

I microbi non attaccano l’uomo.

V

F

I microbi si moltiplicano molto velocemente.

V

F

I microbi hanno tutti la stessa forma.

V

F

I microbi si nutrono attraverso la pelle.

V

F

I microbi sono piccoli e deboli.

V

F

119


LO NT AN O NE LLO SPA ZIO

IL PAESE TUTTO TONDO C’erano una volta cinque paesi uno attaccato all’altro. Questi paesini erano tutti tondi: le case, le strade, i camion, le panchine e perfino le persone erano tutti tondi. I cinque paesini si trovavano in un pianeta simile alla terra ma molto più grande: pensate era talmente tondo che prendeva quasi tutta la galassia. Un giorno, con un’astronave colorata, atterrò un umano. Tutti erano curiosi non ne avevano mai visto uno: loro erano tutti tondi e questo invece era molto alto e magro magro. Fecero amicizia e stavano sempre insieme. Ma una brutta mattina arrivò un meteorite che fece un grande terremoto; così tutti gli abitanti e l’umano andarono sulla Luna. Ci rimasero per molto tempo, giocavano sempre e siccome erano tutti tondi, quando saltavano facevano delle buche grandi grandi. E quando noi guardiamo la luna le vediamo ancora oggi. S. Copacci Marzoli, Il paese tutto tondo, Premio Gianni Rodari

S C R IV O

Rispondi.

Com’è il testo che hai letto: realistico o fantastico? Perché?............................................................................................................................................................ ....................................................................................................................................................................................

rova a immaginare una storia in cui i protagonisti hanno P un’altra forma, scrivila e illustrala sul tuo quaderno. 120


G

H

Z

R

M

C A

D

O

F

O

LEGGO BENE ad

B N G

alta voce

LEGGERE CON CHIAREZZA Per dare informazioni, devi leggere in modo chiaro e scorrevole, pronunciando bene le parole, senza fretta. L eggi utilizzando adeguatamente la punteggiatura per fare le pause al momento giusto. Dai risalto con la voce alle parole sottolineate.

Il varano di Komodo

G

Vive, in poche migliaia di esemplari, su alcune isolette dell’Oceano Indiano; è l’incubo di cervi e bufali. E non è un dinosauro sfuggito all’estinzione. È il varano di Komodo, un’isoletta dell’Indonesia, a nord dell’Australia. Oltre ai varani, laggiù, ci sono vulcani attivi che fanno tremare la terra ed eruttano quasi ogni settimana. E poi piogge torrenziali da gennaio a marzo... Di certo, come affermano gli esperti, l’animale non è discendente dei dinosauri. Ma vedersi davanti un lucertolone enorme deve essere come trovarsi faccia a faccia con Godzilla. Insomma, un incontro per niente simpatico. A Komodo ci sono circa cinquemila varani. Tanti? No, pochi: i varani di Komodo sono in via di estinzione, secondo le associazioni che si occupano di salvaguardia della natura. Con quella bocca e quello stomaco, il varano digerisce di tutto. Da piccolo vive sugli alberi e mangia topi e insetti; quando cresce caccia cervi, cinghiali... e qualsiasi animale gli capiti sotto i denti, lunghi fino a 2 centimetri. Ma non sono quelli la sua vera arma: in bocca il varano ha alcuni germi pericolosissimi che infettano la preda solo dopo un morso. Quando l’animale muore, il varano... ne fa un boccone. Non è un ingordo, gli basta una sola preda al mese. Ma, seppur rarissimamente, le prede possono essere anche i turisti!

H Z

R M

C A D

O

F

Focus Junior

121


LO NT AN O NE LLO SPA ZIO

UN FORTUNATO INCONTRO SCOPRO le parole Quando un animale è selvatico? E Tinni come si può definire? .....................................................................

Essere ambasciatori di qualcosa significa portare un messaggio.

Questa storia sembra uscita direttamente da un cartone animato. Mentre passeggiava nel bosco con il suo pastore tedesco Tinni, il fotografo norvegese Torgeir Berge si è imbattuto in una volpe rimasta orfana. Il cane e la nuova amica hanno iniziato a giocare insieme e da allora vanno perfettamente d’accordo. Il fotografo non ha adottato la volpe, che rimane un animale selvatico, ma lei risponde ai suoi fischi e accorre a giocare con Tinni per ore. I due amici sono diventati ambasciatori di un gruppo che si batte contro la caccia animale, in particolare per ottenere pellicce (come quella di volpe). www.focus.it

cittadinanza

e COSTITUZIONE

Il fotografo non adotta la volpe, perché rispetta la sua natura di animale selvatico. Tu avresti fatto la stessa cosa? Inoltre c’è un gruppo che si batte contro la caccia, in particolare di animali da pelliccia. Tu cosa ne pensi? Sei d’accordo? È importante rispettare gli animali? Conosci associazioni che si battono per la difesa degli animali? 122


LO NT AN O NE LLO SPA ZIO

IL BRODO PRIMORDIALE La pioggia seguitava a cadere. I lampi davano un colore lugubre ai gas che avvolgevano la Terra. Dentro il mare potevo muovermi districandomi tra le altre molecole. Trasportati da un’onda immensa, io e i miei amici ci alzavamo altissimi nel cielo e sprofondavamo sempre più giù, trascinando molecole dell’aria che incontravamo nel nostro cammino. A dettare i miei movimenti erano le forze della natura: le onde, il vento, le correnti, i vortici, i lampi. Ci vollero milioni di anni perché tutto si calmasse, perché l’oceano diventasse un posticino niente male dove abitare. Noi molecole di acqua eravamo qualcosa di molto accogliente per tutte le molecole che venivano a visitarci dal cielo. I fulmini e i tuoni a quell’epoca erano spaventosi. L’oceano era come un brodo: conteneva molte altre molecole oltre a quelle di acqua. Quando il peggio passò, i raggi del Sole cominciarono a penetrare dentro il mare. Era tutta energia che ci metteva in agitazione. Ma un’agitazione bella, positiva, in fondo... stava nascendo un nuovo pianeta!

SCOPRO le parole La molecola è la parte più piccola di ogni elemento.

L. Sciortino, Vita di un atomo raccontata da sé medesimo, Erickson

COMPRENDO

F ormula le domande a queste risposte.

Domande Risposte ....................................................................................................................................................... ? Una molecola d’acqua. ....................................................................................................................................................... ? Milioni di anni. ....................................................................................................................................................... ? Le forze della natura. ....................................................................................................................................................... ? La nascita della Terra. ....................................................................................................................................................... ? Il sole. ....................................................................................................................................................... ? L’oceano era come un brodo. 123


LABORATORIO

DEL

TESTO

LE SEQUENZE INFORMATIVE Prima di leggere un testo informativo, soffermati sulle foto e sul titolo che ti indica l’argomento generale. Questo ti permetterà di comprendere meglio ciò che leggi. I l testo informativo che seguirà si intitola “La savana fonte di vita”. Rispondi: puoi scegliere più di una risposta.

Di che cosa parlerà? Di una città dell’Africa Di un albero Quali parole di sicuro non troverai nel testo? Carnivori Animali Scuola Ombrellone Siccità Erbivori Pattini Cortile Iena Maestra Pallone Leoni

Di un ambiente deserto Di un ambiente ricco di vita

Di una fontana Della savana

Un testo informativo è formato da varie sequenze informative, ognuna delle quali illustra un aspetto dell’argomento trattato. L eggi il testo informativo già diviso in sequenze e scrivi accanto a ognuna la frase che la sintetizza. Scegli tra le seguenti.

La fauna è costituita da animali erbivori preda dei grandi carnivori. Oggi molte zone della savana sono terreni coltivabili. La flora nei periodi di pioggia cresce rigogliosa, mentre durante la siccità alcune piante si adeguano. I primi uomini, secondo la scienza, sono vissuti nella savana.

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LA SAVANA FONTE DI VITA La savana è una grande distesa erbosa con rari alberi (acacie, baobab, euforbie ed eucalipti), tipica delle zone calde dell’Africa, dell’America centrale e Meridionale e dell’Australia. Durante la stagione delle piogge, sui terreni impregnati d’acqua crescono erbe che raggiungono anche i 4 metri di altezza. Nel periodo della siccità i corsi d’acqua e i laghi si prosciugano e le piante si seccano. Per sopravvivere alcune di esse hanno rimpicciolito le foglie, trasformate in spine per eliminare l’evaporazione. La savana è il regno degli animali erbivori, che migrano in cerca di cibo e sono prede di grandi animali carnivori come leoni, leopardi, ghepardi e iene. La savana è un ambiente favorevole alla vita dell’uomo: gli scienziati sostengono che i primi ominidi sarebbero vissuti proprio qui. Oggi vaste zone della savana sono state trasformate in terreni coltivabili dove viene praticata l’agricoltura intensiva di canna da zucchero, tè, caffè, cotone, tabacco, arachidi e banana.

La savana è una distesa erbosa tipica di alcune zone calde della Terra.

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LO NT AN O NE LLO SPA ZIO

L’ISOLA DI MURANO SCOPRO le parole Fornace: fabbrica dove vengono fusi e lavorati il vetro o altri materiali.

GEOGRAFIA

Sai dove si trova Murano? E Venezia? L’hai mai visitata? Che cosa ha di speciale?

Sei pronto per una bella gita in vaporetto? Allora andiamo a esplorare una delle tante isolette che ospita la laguna di Venezia. ...................................................................................................

Eccoci a Murano, dove da otto secoli sono all’opera i più famosi maestri vetrai del mondo. Fino al 1295 molte delle fornaci dove si produceva il vetro erano a Venezia. Ma il grande calore necessario per lavorare il vetro provocava spesso incendi. Per risolvere il problema si decise di trasferire le fornaci sull’isola di Murano. ...................................................................................................

I vetrai creavano cose così incredibilmente belle che vivevano come prigionieri nell’isoletta: non dovevano rivelare a nessuno il segreto della loro arte. Il Museo del vetro racchiude oggetti di ogni colore, forma e dimensione. ...................................................................................................

I polmoni e una pinza sono i ferri del mestiere dei maestri vetrai: infilano una canna di ferro lunga e sottile nella massa di vetro fuso; poi ne tirano fuori una grossa goccia e, mentre soffiano forte dall’altra parte della canna, muovono la pinza in modo da trasformare la goccia di vetro in un vaso, o in una figura qualsiasi. Puoi vedere all’opera questi maghi in una fornace di Murano. COMPRENDO

A. Garini, A spasso per Venezia, Lapis

Ripondi.

Ti sembra che il titolo sia adatto all’argomento trattato nel testo?...................................................................................................... Quale altro titolo daresti al testo?......................................................................................................................................................................................................... Perché, secondo te, i maestri vetrai vengono definiti “maghi”?................................................................................................................. Riscrivi i sottotitoli seguenti al posto giusto nel testo.

La storia di Murano 126

Il museo del vetro

Maestri vetrai


LO NT AN O NE LLO SPA ZIO

MANGIARE NEL MONDO La specie umana è detta onnivora. È dunque fatta per mangiare di tutto, così alcuni cibi sconosciuti in un Paese sono dei piatti prelibati in un altro. Alcuni mangiano scimmie, serpenti o tartarughe. In Giappone si mangiano alghe, ottime per la salute, e il pesce crudo. In Cina è d’uso mangiare piatti a base di uccelli, nidi di rondine e pinne di squalo, pietanza prelibata e molto costosa. Che cosa ne diresti di larve servite come piatto della domenica? Se fai una faccia schifata, sappi che in alcuni paesi dell’Africa e dell’Asia gli insetti si mangiano abitualmente. Cavallette alla griglia, per esempio, o formiche rosse guarniscono la zuppa. Questi animali, di cui si cibavano già i primitivi, sono una buona fonte di proteine. Tutto questo ti sembra disgustoso? Che cosa potrebbero dire questi popoli se sapessero che alcuni europei mangiano le rane, o le ostriche crude o si leccano i baffi per le lumache all’aglio? M. Mira Pons, L’alimentazione a piccoli passi, Motta Junior

ate Le ostriche vanno consum e. crude con pepe e limon

Le rane fritte sono un piatto tipico del Piemonte e della Lombardia.

ESPLORO Il testo C ompleta con il proseguimento giusto.

Le immagini e le didascalie che le accompagnano danno informazioni in più rispetto al testo. illustrano e ripetono le informazioni del testo. danno informazioni su un altro argomento. abbelliscono la pagina. Libro rosso pag. 56

L’escargot, lumache di terra insaporite con burro, aglio e prezzemolo sono un vanto della cucina francese più raffinata. 127


LEGG O CO N

M IC IO M AO

LA RUOTA Le prime ruote erano molto pesanti perché erano di legno pieno. Poi con il passare del tempo si costruì ruote con i raggi, così erano più leggere ma sempre resistenti. Collega l’immagine all’aggettivo giusto. più leggera più pesante

Insieme alla ruota l’uomo inventò anche il carro. L’uomo allevava gli animali domestici già da molto tempo, prima di usare il carro. sserva i due disegni. L’uomo quale ruota inventò prima? O Segna con una X il disegno giusto.

128


È

PI Ù FA CI LE

Quando l’uomo inventò il carro con le ruote, capì subito che i buoi o gli asini potevano tirarlo per farlo camminare. Indica gli animali che l’uomo usò per tirare i carri con le ruote.

L’uomo quando non conosceva la ruota camminava sui sentieri, poi per poter usare i carri con le ruote, l’uomo dovette costruire le prime strade lunghe e regolari e con il fondo resistente. Segna con una

X

la risposta corretta.

L’uomo per prima cosa costruì le strade. la ruota. il carro.

L’uomo con i carri camminava sui sentieri sulle strade nei fiumi

Le prime strade erano resistenti. lunghe e regolari. regolari e morbide.

Questo testo racconta una storia. spiega l’invenzione della ruota. spiega l’inizio dell’allevamento.

Sei riuscito a leggere bene? Hai completato tutte le attività? Che voto ti daresti? 1, 2 o 3 stelline?

129


LE MIE COMPETENZE

IL SOLE Cosa pensano gli uomini del Sole? Per molto tempo gli uomini hanno pensato che il Sole fosse una specie di palla di fuoco e che andasse consumandosi come un grosso pezzo di carbone. Se così fosse, sarebbe durato solo settemila anni! Invece esso brilla da molto più tempo.

zona convettiva

zona radiativa

nucleo

Com’è fatto il Sole? Come tutte le stelle, il Sole è una sfera di gas molto calda: la sua superficie luminosa raggiunge i cinquemilaottocento gradi. Nel nucleo la temperatura supera i dieci milioni di gradi. Da dove viene l’energia del Sole? Sale dal nucleo e attraverso le zone radiativa e convettiva arriva in superficie. Gli scienziati prevedono che il Sole potrà continuare a bruciare per altri cinque miliardi di anni, quindi è a metà della sua vita. Una volta svuotatosi di tutta l’energia diventerà una stella nana che si raffredderà e diverrà invisibile.

macchie solari

protuberanze

Cosa fa il Sole? Il Sole proietta incessantemente i suoi raggi. Alcuni colpiscono il nostro pianeta e gli forniscono il calore che permette agli uomini, agli animali e alle piante di vivere. Per fortuna il Sole è sufficientemente lontano dalla Terra da non bruciarci! I pianeti si muovo intorno al Sole su orbite a forme di ellisse.

130

Verso le competenze: Potenziare il piacere di ascoltare. Comprendere il significato globale di un testo ascoltato.


1 Indica con una X i proseguimenti giusti. • Il testo che hai letto parla del pianeta Terra. del Sole. del Sole e dei suoi pianeti. dei pianeti del sistema solare.

• Lo scopo del testo è raccontare una storia. descrivere una stella. dare informazioni. spiegare delle regole.

• Sviluppa un argomento di astronomia. paleontologia. matematica. storia.

• Le informazioni sono presentate inserite in un racconto fantastico. soltanto attraverso le immagini. senza divisione in paragrafi. divise in paragrafi.

2 Le informazioni che puoi ricavare dalle immagini e dalle didascalie che cosa riguardano? .....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

3 Completa la tabella. Titolo ................................................................................................................................... Paragrafi

Sottotitoli

1° paragrafo

..........................................................................................................................................................

2° paragrafo

..........................................................................................................................................................

3° paragrafo

..........................................................................................................................................................

4° paragrafo

..........................................................................................................................................................

4 C ompleta le frasi con le informazioni che puoi ricavare dal testo. Il Sole brilla da ............................................................. ed è una ............................................................. La temperatura della sua superficie è di ......................................................., invece al centro supera ...................................................... L’energia del Sole proviene dal ............................................................. che è ...................................................................................................................................... È una bomba saggia perché .............................................................................................................................................................................................................................. Quando l’energia sarà finita diventerà ................................................................................................................................................................................................. Attualmente il Sole fornisce calore ...........................................................................................................................................................................................................

5 C ollega ogni termine specifico alla sua definizione. Stella

corpo celeste non luminoso che gira intorno al Sole

Pianeta

astro che emana luce propria

Verso le competenze • Conoscenze: elementi essenziali e struttura di un testo informativo; lessico fondamentale. •A bilità: comprendere un testo informativo e individuarne gli elementi principali; comprendere il significato del lessico specifico.

131


R EG O L E A C I E LO AUTU N NO

A P E R TO

Micio Mao lo sa che è autunno, lo vede dentro il rosso, il giallo, l’arancione dell’albero che cambia vestito. Lo annusa nell’odore buono delle caldarroste e lo assaggia in un chicco di uva matura perché i gatti, si sa, assaggiano tutto per curiosità. Lo ascolta nel cric croc delle foglie secche sotto le zampine. Prova anche a toccarlo l’autunno, con la punta del naso.

IN VE R N O La coda del gatto è intirizzita, “Che sia inverno?” pensa Mao. Il sospetto diventa certezza quando, attraverso il vetro della finestra, il gatto incrocia lo sguardo di un pupazzo di neve. Un colpo di vento e la finestra si apre. Che freddo! E il gatto, intirizzito nei baffi oltreché nella coda, cerca intorno a sé del calore. Il calorifero è acceso finalmente! Sale sulla poltrona e si acciambella sul bracciolo, ora va meglio!

132


PR IMAVER A Micio Mao lo sa che quando si incanta per ore a rincorrere gli insetti volare significa che è primavera! Del resto non è la primavera quel profumo di fragola che sente? Non è la primavera quel fresco sapore di menta piperita che ha sulla lingua? La primavera è soprattutto una stagione canterina e la sua voce è il cinguettio di mamma passerotto, che il gatto ascolta, naso all’insù e orecchie dritte e attente.

E STATE Tutti preparano le valigie, è il momento di partire. Micio Mao, imperturbabile nella sua posa, come se il fiato rovente dell’estate lo immobilizzasse, spera di rimanere in città, a dar la caccia alle lucertole, con la casa tutta per lui. Il vicino gli porterà da mangiare, è simpatico il vicino e lui aspetterà il ritorno della famiglia tranquillamente, sotto il sole cocente.

Come i gatti I mita micio Mao nelle quattro stagioni. AUTUNNO

Mettiti carponi e cammina lentamente a quattro zampe, schiacciando le foglie secche. Con la voce riproduci il loro scricchiolio: cric croc. INVERNO

Sdraiati a terra e chiuditi in cerchio come il gatto quando si acciambella. Riproduci con la voce il suono delle fusa: ron ron. PRIMAVERA

Svegliati! Mettiti a quattro zampe, allungati e stira prima le zampe anteriori, poi quelle posteriori. Datti una sgrullatina e sbadiglia miagolando: miaooooooo. Starnutisci, poi comincia a curiosare con il musetto intorno a te e gira la testa a destra e sinistra. ESTATE

Distenditi e rilassati; da supino allunga le quattro zampe, rotola su un fianco, rimettiti carponi e fai la gobba. 133


AUTU N N O

I QUATTRO MOSCHETTIERI SCOPRO le parole Organza: tessuto di cotone molto leggero e trasparente. E PA R L O D I M

Qual è la stagione che preferisci? Perché? COMPRENDO

C ollega ogni stagione alla sua caratteristica e alla festività tipica.

Alberi in fiore

PRIMAVERA Natale

Vacanze al mare ESTATE Pasqua Fiocchi di neve

AUTUNNO Ferragosto

Foglie secche

INVERNO Halloween

Sono quattro come i moschettieri le stagioni scacciapensieri. È fatta di fiori e frutti profumati, è la più sincera, il suo nome è primavera. È esuberante e piena di belle giornate: è l’estate, con il sole che scotta e il mare che borbotta. Tra i banchi di scuola come un alunno, a settembre torna l’autunno. E l’inverno come un nonnetto, ci manda tutti presto a letto. Fa buio, fa freddo, ma c’è la neve, e questo lo rende una stagione lieve. Sono quattro come le pareti della mia stanza, le stagioni vestite d’organza. E la più bella sai qual è? Quella che sceglierò insieme a te! www.filastrocche.it

134


AUTU N N O

LA NATURA IN AUTUNNO Maturati gli ultimi frutti, gli alberi si preparano al riposo e per affrontare meglio il gelo abbandonano le foglie. Le verdi chiome si sono trasformate in un giallo tappeto steso ai piedi dei tronchi, tra cui spuntano gli ultimi funghi dell’autunno. Ogni tanto una folata di vento fa turbinare in tondo le foglie, e le accumula in strati alti e morbidi. Sotto questo riparo naturale molti animaletti scelgono il loro rifugio per sopravvivere al gelo dell’inverno. Tra le foglie non si nascondono solo ragni e chiocciole, ma anche tanti vermiciattoli bianchi o giallicci che, appena scoperti, tentano di sprofondarsi ancor più nel terreno. Sono larve di insetti molto belli, che si trasformeranno e metteranno le ali. Ci sono anche tante radici bianche che strisciano sotto le foglie e si preparano a dar vita a nuove pianticelle. Basterà una pioggia a primavera e il tappeto di foglie gialle si coprirà dei fili dell’erbetta nuova e di tanti fiorellini gialli, bianchi e azzurri.

SCOPRO le parole Nella frase “una folata di vento fa turbinare in tondo le foglie” come puoi sostituire le parole colorate? Folata: scarica soffio filata fumata Turbinare: frusciare cadere girare marcire

G. Zanini, Il libro degli ambienti, Dami Editore

SCIENZE

Completa la tabella con le informazioni sull’autunno che puoi ricavare dal testo.

Gli alberi I funghi Il vento Gli animali La vegetazione

...................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................... ......................................................................................................................................................................................

ragni, chiocciole e vermiciattoli radici bianche che strisciano 135


AUTU N N O

COME RICONOSCERE UNA STREGA (IN OGNI STAGIONE) – Questa volta ti insegnerò come riconoscere una strega – disse mia nonna. – A riconoscerla con sicurezza? – mi informai. – Quasi – rispose lei. – E qui sta il problema. Ma quel che ti dirò potrà esserti utile, vedrai. – Tanto per cominciare, – mi disse – una strega porta sempre i guanti. – Sempre? – le chiesi. – Anche in estate, quando fa caldo? – Anche in estate e nelle altre stagioni. Per forza. Perché al posto delle unghie ha lunghi artigli aguzzi e ricurvi come quelli dei gatti, e i guanti le servono per nasconderli. – Come fai a sapere tutte queste cose, nonna? – Non interrompere. Ascolta fino alla fine e stai attento. Ecco un’altra cosa da ricordare: una vera strega è sempre calva. Calva come un uovo. – Se le streghe sono calve sarà facile riconoscerle. – Niente affatto. Una vera strega porta sempre la parrucca per nascondere la testa pelata. – Da cos’altro si può riconoscere una strega? – Le streghe hanno le narici un po’ più grandi del normale, per annusarti meglio. La strega non fiuta la sporcizia, ma l’odore della pelle di bambino. 136


AUTU N N O – Che odore? – Cacca di cane. – Ma secondo te, nonna, puzzo? Proprio in questo momento, voglio dire. – Non per me – disse la nonna. – Per me sai di fragole con panna. Ma per una strega emani un odore ripugnante. – C’è altro? – chiesi. – Gli occhi – disse la nonna. – Osservali bene, perché gli occhi delle streghe cambiano colore, e fissandoli ci vedrai brillare fuoco e ghiaccio insieme. È una cosa che fa venire i brividi! Ecco, questo è tutto ciò che so. Non ti sarà di grande aiuto. Non si può indovinare con certezza se una donna è o no una strega semplicemente guardandola, ma se porta i guanti e la parrucca, se ha le narici larghe, strani occhi... Allora scappa più svelto che puoi! R. Dahl, Le streghe, Salani

Completa l’elenco di regole per riconoscere una strega.

Regole per riconoscere una strega: Mani: porta sempre i..................................................................................................... perché................................................................................................................................................ Testa: calva con..................................................................................................................... Naso: narici.................................................................................................................................. per........................................................................................................................................................... Occhi: cambiano................................................................................................................. e ci si vede dentro............................................................................................................. COMPRENDO

Indica con una X il completamento giusto.

Nel brano vengono date notizie per sconfiggere una strega. regole per riconoscere una strega. regole per diventare una strega. 137


AUTU N N O

SE MI SGRIDANO... La maestra ti ha rimproverato per aver fischiato in classe e invece era stato il tuo compagno a farlo, oppure il papà ti ha sgridato per aver lasciato aperto il rubinetto dell’acqua ed era stato il tuo fratellino? Come puoi cavartela in situazioni di questo tipo? Niente paura! Leggi questi consigli che possono essere seguiti come buone regole di comportamento. 1. Impara a non aver paura di spiegare le tue ragioni. 2. Spiegati con calma. 3. Cerca di pensare che chi ti accusa non ti considera cattivo, ha solo fatto una valutazione sbagliata. 4. Non prendertela troppo per un giudizio che pensi di non meritare. 5. ...............................................................................................................................................................................

ESPLORO Il testo I testi regolativi forniscono regole o consigli di comportamenti corretti da seguire in certe occasioni e in certi luoghi. A i due testi sono stati tolti un paio di consigli: riscrivili al posto giusto.

- Non perdere mai la fiducia in te stesso. - Non pensare che gli altri ce l’abbiano con te. Libro rosso pag. 60

SE PERDO...

Spazio alle E M O Z IO N I Delusione

Hai mai vissuto situazioni simili? Quando? Come ti sei sentito? Come hai reagito? 138

Se perdi una partita di calcio, o arrivi ultimo a una gara di nuoto, o ancora se prendi un brutto voto, potresti pensare di essere meno in gamba di chi ha vinto o di chi ha preso il voto più alto. Per non sentirti giù di corda, ascolta questi consigli, che possono diventare vere e proprie regole da seguire per superare meglio le difficoltà. 1. Non preoccuparti, capita a tutti di sbagliare. 2. Impegnati per studiare o allenarti di più. 3. Ricorda che dagli errori si può imparare tanto. 4. ................................................................................................................................. AA.VV., Come affrontare le cose che ti dispiacciono, Red junior


F E STE

D ’A U T U N N O

AUTU N N O

RICETTE DI HALLOWEEN Halloween si festeggia la notte del 31 ottobre, alla vigilia della ricorrenza cristiana di Ognissanti (in inglese: All Hallows’ Eve). Il simbolo più tipico è la zucca con dentro la candela, per tenere lontani gli spiriti della notte. Questa festa, nata in Irlanda, si è diffusa in molti altri Paesi del mondo.

Organizza una festa di Halloween e servi una merenda da paura.

Mummie Ingredienti 12 würstel, 1 rotolo di pasta sfoglia, 1 tuorlo d’uovo, senape 1. Tagliate la pasta sfoglia in strisce lunghe, larghe come un dito. 2. Avvolgete ogni würstel a spirale con una striscia di pasta sfoglia, lasciando scoperta solamente la parte finale. 3. Sbattete il tuorlo d’uovo, poi spennellatelo su tutti i würstel: in questo modo verranno dorati e croccanti! 4. Infine fate infornare a un adulto a 180 gradi per 40 minuti. 5. Lasciate raffreddare, poi con la senape disegnate le bocca e gli occhi sulla parte lasciata scoperta dei würstel mummia.

Cuore di strega con vermi Ingredienti Tre o quattro pomodori, sei cucchiaiate di insalata russa, 20 gamberetti lessati, maionese in tubetto.

ESPLORO Il testo La ricetta è un testo regolativo. Libro rosso pag. 60

1. Taglia la calotta del pomodoro con l’aiuto della mamma. 2. Svuota il contenuto, riempi il pomodoro di insalata russa e decora con la maionese. 3. Disponi intorno al pomodoro i gamberetti come se fossero vermi in fuga. 4. Chiudi con la calotta appena tagliata. 139


ARTE

e IMMAGINE

IL PUNTO Il punto è il segno visivo più piccolo. I disegni si possono colorare riempiendo gli spazi con tanti punti che variano per dimensione, quantità e disposizione. Dipingere a piccoli punti fu una tecnica usata alla fine del 1800 da alcuni artisti che furono chiamati puntinisti. I colori venivano usati puri, cioè non mescolati tra loro; era l’insieme di tanti punti vicini che determinava toni e sfumature. R iempi le forme più esterne seguendo il modello 1, quelle centrali seguendo il modello 2, quelle interne seguendo il modello 3. 1

2

3

C ompleta con la tecnica dei punti seguendo gli esempi. Usa due tonalità di colore.

140


ARTE

e IMMAGINE

LEGGO UN’OPERA D’ARTE

Hal Lasko, Paesaggio con alberi

Osserva il quadro e rispondi alle domande.

uale ambiente è rappresentato nel dipinto? ................................................................................................................................................................ Q Quali sono i segni che noti di più? Puntini Trattini Pennellate Le sfumature sono date da tanti puntini vicin.i mescolanze di colori.

IO... ARTISTA D’AUTUNNO Ora realizza con semi, piccoli legumi e puntini disegnati, gli animaletti del bosco, come nell’esempio.

1. Fai il disegno a matita. 2. Metti la colla e attacca i semi, o altro materiale. 3. Lascia asciugare bene. 4. Ricopri con la vernice trasparente. 141


INVERNO

LA NATURA IN INVERNO E PA R L O D I M

Rispondi con una X.

ai mai camminato sulla H neve? Sì No he suono hanno prodotto i C tuoi passi? Scricchiolante Attutito ai mai camminato sul H ghiaccio? Sì No he suoni hanno prodotto i C tuoi passi? Scricchiolante Attutito

Il tempo cambiò davvero. Una nebbia fitta e umida si stese durante la notte su tutto il territorio; all’alba cominciò a soffiare il vento, un vento gelato che fece spuntare dappertutto il ghiaccio. Ma che splendore quando comparve il sole! Tutti gli alberi e i cespugli erano ricoperti di ghiaccio, era come vedere un intero bosco di coralli bianchi, come se tutti i rami fossero ricoperti di lucenti fiori bianchi. Quei rami sottili che d’estate non si possono vedere a causa delle molte foglie, si mostravano ora uno per uno e sembravano un ricamo. Quando brillò il sole ogni cosa scintillò, come se tutto fosse stato ricoperto di una polvere lucente, e sulla distesa di neve che ricopriva la terra luccicavano grandi diamanti, o meglio si poteva credere che bruciassero infiniti lumini ancora più bianchi della bianca neve. Era uno splendore senza fine. H.C. Andersen, Fiabe, Mondadori

COMPRENDO

N el brano ci sono delle belle immagini riferite al ghiaccio: individuale e completa.

Sembrava un bosco di......................................................................................................... I rami parevano ricoperti di........................................................................................... e sembravano un......................................................................................................................... Ogni cosa pareva ricoperta di................................................................................... La distesa di neve luccicava come...................................................................... e sembrava che bruciassero......................................................................................... 142


F E STE

D’ I N V E R N O

INVERNO

BABBO NATALE IN CITTÀ Non è sempre Babbo Natale a portare i doni! In Ungheria sono gli angeli, in Grecia e a Cipro è San Basilio, in Finlandia è il Grande Ukko, un vecchio dai lunghi baffi bianchi. In alcuni villaggi russi porta i doni Kolyada, una bella fanciulla vestita di bianco, in Norvegia sono i folletti e in Svezia Santa Lucia. In Olanda si ringrazia San Nicola, mentre in alcuni villaggi tedeschi della valle del Reno pensano a tutto gli allegri Topolini Bianchi! R. Palazzeschi, E. Prati, I bambini del mondo, Giunti

Babbo Natale era in città per sbrigare alcune faccende. Il suo sguardo fu attratto dalla vetrina di un autosalone nel quale troneggiava un maestoso fuoristrada. Incuriosito entrò per vederlo da vicino. Subito saltò fuori un venditore che gli spiegò tutto di quel macchinone. Così, poco dopo, al volante di quel bolide, Babbo Natale era già immerso nel traffico. Ora doveva comperare i cerini per la pipa, ma non c’era da parcheggiare; lasciò per pochi minuti il gippone in doppia fila, ma quando fece ritorno trovò una bella multa. Quel mostro cominciava a costargli caro! Guidando fuori città, d’un tratto, a causa del ghiaccio, il macchinone sbandò e finì nel bel mezzo di un torrente. Il mostro, con un gorgoglio e una nube di vapore, si fermò definitivamente. Questo era troppo! Tornò a casa a piedi e andò dritto alla rimessa a rimirare la sua insostituibile slitta.

COMPRENDO

L e immagini rappresentano la disavventura di Babbo Natale. Mettile in ordine: numerale da 1 a 5.

F. Sironi, Il libro UNICEF di Natale, Editrice Piccoli

143


INVERNO

F E STE

D’ I N V E R N O

CAPODANNO NEL MONDO In Italia è abitudine salutare l’anno nuovo buttando via vecchi oggetti. Le famiglie e gli amici si riuniscono in veglioni e pasteggiano con cotechino e lenticchie che, secondo la credenza popolare, porterebbero fortuna e soldi. In Spagna l’usanza tipica è quella di mangiare l’uva allo scoccare della mezzanotte: si preparano 12 acini e se ne inghiotte uno a ogni rintocco delle campane. In Grecia è tradizione rompere un melograno, gettandolo per terra: più chicchi si spargeranno, più fortuna avranno i proprietari di casa. In Romania si seguono dei riti con pane, acqua o elemeti semplici della natura e si fanno gli auguri anche agli animali. In Brasile ci si veste tutti di giallo, il colore dell’oro, del sole e della luce. Il capofamiglia getta il contenuto di un bicchiere di vino dietro la schiena per allontanare la sfortuna da casa. In Russia il 31 si aspetta la mezzanotte scandita dalle campane e si apre la porta di casa al dodicesimo rintocco per fare entrare l’anno nuovo.

STORIA

Rispondi.

E PA R L O D I M

In casa tua come si accoglie l’anno nuovo? Racconta. 144

Come si chiama l’anno che sta finendo? 20.................. E quello che inizierà? .................. Quanti mesi ci sono in un anno? .................. Quanti giorni? .................. Il primo mese dell’anno è ...................................................... L’ultimo è ......................................................


F E STE

D’ I N V E R N O

INVERNO

ASPETTANDO LA BEFANA Aspettando la Befana potrai realizzare dei contenitori porta-dolcetti. Segui le istruzioni e osserva bene le immagini.

Sacchetti scopa Occorrente • sacchetti marroni del pane • rametti di legno • spago • forbici Procedimento

1. Apri molto bene la base del sacchetto.

2. Taglia a striscioline i quattro lati del sacchetto.

4. Chiudi in alto le striscioline del sacchetto con un pezzo di spago.

3. Inserisci un rametto a simulare il manico della scopa.

5. Posiziona i sacchetti accanto a una finestra o a un balcone. La Befana li riempirà di dolcetti.

ESPLORO Il testo S ottolinea nel testo i verbi che indicano, in successione ordinata, le azioni che devi compiere per realizzare i sacchetti-scopa.

1. ................................................................................................................................................... 2. ................................................................................................................................................... 3. ................................................................................................................................................... 4. ................................................................................................................................................... 5. ................................................................................................................................................... Libro rosso pag. 60

L ’ordine delle fasi del procedimento per realizzare i sacchetti-scopa: deve essere rispettato può essere modificato

145


INVERNO

F E STE

D’ I N V E R N O

LA MASCHERA Il termine di origine latina “Carnevale” significa “levare la carne”, perché questa festa precede il periodo di Quaresima, i quaranta giorni prima di Pasqua in cui la religione cristiana prevede di non mangiare carne. Il Carnevale esiste in tantissimi Paesi ed è caratterizzato da costumi buffi e stragavanti. C. e J. Lénars, Le feste del mondo raccontate ai ragazzi, L’Ippocampo

Vorrei una maschera così spaventosa, che tremi la gente più coraggiosa, da strega o fantasma, da mostro o vampiro da scheletro bianco che vagoli in giro tra gli alberi spogli nel lume lunare, così che la gente si metta ad urlare. E nessuno sappia che il più spaventoso di tutti i costumi ce l’ha il più pauroso. K. Jackson, 365 storie, Mondadori

COMPRENDO

....................................................................................................

• cartoncini colorati • piatto di carta • nastrino • forbici • colla

....................................................................................................

1

2

3 4

5

S crivi nel riquadro giusto le parole mancanti: occorrente • procedimento. E PA R L O D I M

E tu festeggi Carnevale? Come ti mascheri? Ti piace questa festa? Perché? 146

Con lo stesso occorrente e lo stesso procedimento puoi realizzare la maschera che più ti piace.


G

H

Z

R

M

C A

D

O

F

O

LEGGO BENE ad

B N G

alta voce

LEGGERE A PIÙ VOCI I dialoghi danno vivacità alle storie. Il racconto sarà più divertente se viene letto a più voci. L eggi il testo insieme ai compagni: dividetevi i ruoli. Ricordatevi di interpretare bene i segni di punteggiatura e leggere con tono adeguato.

G

Narratore L’aria fredda passava tra le cose e le ricamava. Passava e appendeva palline bianche e trasparenti un po’ dappertutto: sui rami, sull’erba. Se l’erba, di notte, invece di dormire sotto la coperta grigia del cielo, alzata la testolina e stava a parlare con le stelle, l’aria gelida gliela faceva bella: una lunga carezza gelida e il mattino l’erba si ritrovava con barba e baffi bianchi. Un giorno l’aria fredda passò tra le nuvole. Aria fredda – È venuta l’ora di mettere a letto il mondo e occorre una grande coperta bianca. Nuvola – Una coperta bianca grande così non c’è. Aria fredda – Voi sarete la grande coperta bianca! Narratore Appena le vide radunate come tante pecore, salì in alto, le sfiorò con la sua carezza e incominciò la più bella magia: le goccioline dentro le nuvole si strinsero fra di loro e diventarono stelline bianche, milioni di stelline che cominciarono a volare per il cielo come tante piccole farfalle in cerca di un posto dove posarsi. Stelline – Cerchiamo un posto bello e stiamo vicine. Stellina 1 – Io casco laggiù dove c’è l’erba verde. Stellina 2 – Io sulla terra nera. Narratore E se non c’era più posto, si mettevano una sulle spalle dell’altra, ammucchiate.

H Z

R M

C A D

O

F

M. Lodi, Bandiera, Einaudi scuola

147


ARTE

e IMMAGINE

LA LINEA Un altro segno visivo è la linea. La linea, sottile o spessa, delimita e definisce i contorni delle cose, ma gli artisti la usano anche per creare effetti espressivi diversi. La linea può essere: orizzontale curva verticale spezzata obliqua

V. V. Kandiskij, Composizione 8

mista

L eggi l’immagine.

I ndica quali linee sono presenti nel quadro. Linee orizzontali verticali oblique curve spezzate P. Klee, Junger Garten

148


ARTE

e IMMAGINE

LEGGO UN’OPERA D’ARTE

G. Segantini, Trittico della natura - La Morte

Osserva il quadro e rispondi alle domande.

Quali tipi di linee compaiono nell’opera? Orizzontali Verticali Oblique Curve Miste Spezzate

Che sensazione ti dà questa immagine? Movimento Calma Confusione Ordine

Che cosa rappresenta il dipinto, secondo te?

IO... ARTISTA D’INVERNO Ora prendi un cartoncino nero e disegna il tuo paesaggio invernale utilizzando ogni tipo di linea.

Ecco due suggerimenti: 1. Con la matita bianca traccia linee per disegnare tetti, case, alberi spogli, neve... 2. Con la tempera bianca stendi il colore su tutto il foglio. Prima che asciughi traccia linee con un cotton fioc per realizzare il tuo paesaggio. 149


P R I M AV E R A

LA NATURA IN PRIMAVERA SCOPRO le parole Collega ogni aggettivo qualificativo al suo significato.

Vivificante

che è stabile

Saldo

che è determinato

Risoluto

che dà vigore

Ora, nei primi giorni di primavera, gli alberi, silenziosi sotto l’azzurro cielo, stendevano le braccia a ricevere il calore vivificante del sole. Sulle siepi e sui cespugli sbocciavano fiori, stelle bianche, rosse, gialle. Su più di un arbusto già cominciavano a riapparire le gemme, che coprivano le cime sottili dei rami: tenere, salde e risolute come piccoli pugni chiusi. Dal suolo sorgevano fiori variopinti, d’ogni sorta, così che nella penombra della foresta esso risplendeva di una silenziosa e intensa letizia di colori. Dappertutto si sentiva un odore di fronde fresche, di fiori, di zolle umide, di legno verde. Dall’alba al tramonto tutto il bosco risuonava di mille voci, da mattina a sera nell’odorosa solitudine cantavano e ronzavano api, vespe, calabroni. F. Salten, Bambi, Vallardi

MUSICA

Realizza un concerto di primavera, insieme ai compagni, usando la voce o oggetti comuni. Dividetevi in gruppi pensate a come potete riprodurre i suoni indicati e scrivetelo, infine eseguiteli. Ronzio di insetti: sfregare le nocche di una mano chiusa a pugno sul palmo dell’altra mano. Fruscio del vento:................................................................................................. Cinguettio di uccelli:....................................................................................... Risate di bambini:................................................................................................ Ticchettio della pioggia: battere ripetutamente il polpastrello dell’indice sul palmo dell’altra mano. 150


F E STE

D I P R I M A V E R AP R I M AV E R A PASQUA

Il nome Pasqua deriva dall’ebraico “Pesach” che significa “Passaggio”. Il giorno di Pasqua, infatti, si celebra il passaggio dalla morte e alla resurrezione di Gesù e rappresenta la più importante festa della religione cristiana. A Pasqua si usano regalare uova di cioccolato, simbolo di rinascita.

L’albero di Pasqua Occorrente • feltro di vari colori • immagini pasquali • nastrini • forbici • colla Procedimento

1. Disegna sul feltro degli ovali di varie dimensioni aiutandoti con delle formine ricavate da un cartoncino e ritagliali.

2. Ritaglia delle immagini 3. Pratica nelle uova dei piccoli pasquali e incollale sulle uova fori in cui far passare dello di feltro. spago colorato e appendi le tue decorazioni dove preferisci.

COMPRENDO

I ndica con una X il proseguimento giusto.

Tra l’occorrente mancano nastrini. colori.

forbici.

Questo testo regolativo vuole fornire regole di comportamento. istruzioni. Le immagini rendono più chiaro il procedimento. abbelliscono la pagina. 151


P R I M AV EFREASTE

D I P R I M AV E R A

PASQUA: FESTA DI PACE La pace è un sogno da sognare in tanti, è un desiderio di quelli importanti.

Disegna e colora un tuo simbolo di pace.

La pace è un dono per il mondo intero ci fa trovare un amore vero. La pace è un premio che si vince in tanti ci fa vicini anche se distanti. La pace è un seme nelle nostre mani da coltivare per un nuovo domani. F. Trotta

COMPRENDO

Rispondi.

Cos’è la pace per il poeta? La pace è....................................................................................................................................................................................... Qual è il simbolo classico della pace?................................................................................................................................................................................... E per te cos’è la pace? Per me la pace è.............................................................................................................................................................................. Se la pace fosse un colore, quale sarebbe?................................................................................................................................................................... E se fosse un fiore?............................................................................................................................................................................................................................................ 152


F E STE

D I P R I M A V E R AP R I M AV E R A

LA LEGGENDA DI MARTISOR Il 1° marzo, in Romania, si festeggia il giorno di Martisor, “Piccolo Marzo”, in cui si celebra l’arrivo della primavera che sta per scacciare l’inverno. Martisor è l’occasione per festeggiare e per donarsi dei portafortuna. E. Vidard, Le feste nel mondo, Edizioni Messaggero Padova

Un giorno d’inverno, una vecchia donna cattiva mandò la nuora al fiume a lavare un mantello molto sporco e le intimò di non tornare a casa fino a che il mantello non fosse tornato completamente bianco. Ma più la giovane donna lavava il mantello, più questo diventava nero. All’improvviso le apparve un uomo di nome Martisor che le offrì un fiore rosso e bianco. Quando la ragazza tornò a casa, il mantello era bianco come la neve. La vecchia non credeva ai propri occhi. Poi, quando vide il fiore, pensò che era arrivata la primavera. Decise allora di portare il suo gregge sulla montagna, ma il gelo la trasformò in una pietra. Da allora il braccialetto rosso e bianco celebra la vittoria del bene sul male e l’arrivo della primavera. E. Vidard, Le feste nel mondo, Edizioni Messaggero Padova

GEOGRAFIA

Il 21 marzo è il primo giorno di primavera e ogni Paese celebra la ricorrenza in modo diverso. In Giappone esiste l’antica tradizione dello Hanami, un periodo trascorso a osservare gli alberi in fiore, soprattutto i ciliegi. Durante la fioritura, giovani e adulti si raccolgono nei parchi per passeggiate e pic-nic in compagnia. Conosci tradizioni di altri Paesi per salutare l’arrivo della primavera? Parlane con i tuoi compagni; fate una ricerca. 153


LABORATORIO

DEL

TESTO

FACCIAMO TEATRO È divertente mettere in scena un testo teatrale. Dovrai “calarti” nei personaggi per interpretare le battute del dialogo con il tono e l’espressività adeguate al loro carattere. La voce di un narratore e le didascalie, che forniscono indicazioni sull’ambiente, chiariranno lo sviluppo della vicenda.

L eggete a più voci il testo teatrale, memorizzate le vostre battute e rappresentate la storia.

IL RISVEGLIO DEL CILIEGIO Narratore – Questa storia comincia il primo giorno di primavera. Primavera non viene quando vogliamo noi, viene quando il sole, con le punte di fuoco dei suoi raggi, riesce a fare il primo buco nella coperta grigia del cielo ricamata di nuvole, sotto la quale dormono le cose della terra tutto l’inverno. Quel mattino un raggio più forte degli altri, spingi spingi, scalda e scalda, forò la coperta grigia, passò di corsa attraverso il buco e toccò subito terra. Lì vicino c’era un grande albero con le braccia aperte, nudo senza nemmeno una foglia: si era addormentato così e dormiva ancora. Il raggio di luce giocò un po’ tra i suoi rami e gli disse: Sole – Vecchio ciliegio, sveglia! Su, dormiglione! Sei morto o sei vivo? Le formiche lavorano già, le lucertole si scaldano ai miei raggi, è ora! Ciliegio (lentamente e con voce assonnata) – Oh! Finalmente è primavera, così mi scalderò i piedi e le mani, ohi, ohi, chi mi fa il pizzicorino sul corpo? Formica – Sono io, la formica, non mi riconosci? Ciliegio – Ciao, formica, come va? Formica – Su, dormiglione, la terra è già calda, il mondo si risveglia tutto. Addio, io vado a lavorare... 154


Ciliegio – E va bene, lavorerò anch’io. Radici, succhiate il cibo della terra e mandatelo su per il tronco alle mie braccia! Narratore – Il vecchio ciliegio lavorò... lavorò... prese il cibo dalla terra e lo mandò su fino al cuore e poi ancora più su, attraverso i canali, fino alle punte delle sue lunghe braccia. Ed ecco che un giorno su quelle braccia nodose spuntarono un po’ dappertutto le foglioline nuove. Foglie – Ciao, papà ciliegio! Noi siamo una bella famiglia e ci vogliamo bene. Che cosa dobbiamo fare per te? Ciliegio – Aprire le vostre finestrine, far entrare il cibo del cielo e metterlo insieme con quello della terra che io vi do, per trasformarlo in forza e ricchezza. Una foglia – Avete sentito, sorelle? Lavoriamo! Apriamo le finestrine! Foglie (lavorano e cantano) – Al lavoro! Allegre lavoriamo insieme al buon papà. Narratore – La primavera era finalmente arrivata. M. Lodi, Bandiera, Einaudi scuola

P er rendere più suggestiva la rappresentazione puoi preparare dei cartoncini per ogni personaggio da attaccare sul petto. Segui gli esempi o inventane altri.

Sole

Ciliegio

Formica

Foglie

cartoncino giallo

cartoncino marrone

cartoncino nero

cartoncino verde chiaro e scuro 155


ARTE

e IMMAGINE

I PIANI DELLO SPAZIO In un’immagine possiamo distinguere diversi piani: - in primo piano trovi gli elementi più vicini; - in secondo piano quelli più lontani; - sullo sfondo quelli lontanissimi. Se utilizzi colori più vivaci per gli elementi più vicini e colori più tenui per gli elementi più lontani, dai profondità all’immagine.

sfondo

secondo piano

primo piano C olora il paesaggio utilizzando colori più vivaci per gli elementi più vicini e colori più tenui per gli elementi più lontani.

156


ARTE

e IMMAGINE

LEGGO UN’OPERA D’ARTE

G. Dottori, Paesaggio umbro

Osserva il quadro e indica con una X i completamenti giusti.

li elementi che sembrano essere più G vicini a te che guardi si trovano in primo piano. in secondo piano. sullo sfondo.

I particolari e i colori degli elementi che si trovano in secondo piano si vedono bene. non si vedono bene. si confondono con lo sfondo.

I particolari in primo piano si vedono bene. non si vedono bene.

li elementi che compaiono in secondo G piano e sullo sfondo sembrano più grandi di quelli in primo piano. più piccoli di quelli in primo piano. uguali a quelli in primo piano.

IO... ARTISTA DI PRIMAVERA Ritaglia o stampa la foto di un paesaggio primaverile.

Disegna e colora o ritaglia dalle riviste figure da inserire nell’immagine. Fai attenzione a dare il senso della profondità dello spazio: gli elementi vicini devono essere disegnati più grandi di quelli lontani. Anche i colori utilizzati devono essere più brillanti.

157


E S TAT E

LA NATURA IN ESTATE E PA R L O D I M

Dove andrai in vacanza? Con chi? Quando?

C’era un gran silenzio nel bosco, in quel caldo pomeriggio estivo. Il sole appariva come un disco giallo, nel cielo di un azzurro intenso. Gli alberi erano immobili, muti, e i fiori avevano abbassato il capino, oppressi dal caldo soffocante. Gelsomina, la lepre dalla coda bianca, alzò la testa. Dov’erano andati tutti gli animali del bosco? Gli uccelli, nascosti fra i rami degli alberi, dormivano; gli scoiattoli erano spariti nelle cavità dei tronchi; la famiglia dei castori si era ritirata nella diga sul fiume; l’orsetto lavatore, sempre affaccendato, non si vedeva. – Che caldo! – sospirò Gelsomina. – Ahimè, non c’è un soffio di vento. Entrò in una piccola caverna e si sdraiò per terra, cercando inutilmente un po’ di fresco. – Potessi dormire un poco – disse fra sé, sbadigliando: chiuse gli occhi per non vedere la luce abbagliante e si addormentò. S. Bosi, Il sogno di Gelsomina, Mondadori

ESTATE COMPRENDO

Colora le parole che si riferiscono all’estate.

158

afa

vento

sudore

gelo

sete

gemme

luce

sole

letargo

caldo

brividi

riposo

È la stagione delle vacanze facciamo festa con canti e danze. C’è chi va al mare e chi va in montagna, chi va in collina e chi va in campagna: alla ricerca di aria pura solo a contatto con la natura. F. Cardenti, Filastrocche a volontà, Paoline


cittadinanza

e COSTITUZIONE

PER UNO STILE DI VITA SANO L’uomo è un buon cittadino se è in armonia con se stesso, a cominciare dal proprio corpo. Una sana alimentazione e un’adeguata cura della propria salute psico-fisica contribuiscono a creare quello stato di benessere che è necessario per costruire rapporti corretti con se stessi, con gli altri, con l’ambiente in cui si vive. Nutrirsi bene è un’abitudine da conquistare. Vediamo insieme le regole da seguire.

.........................................................

.........................................................

.........................................................

iare • A bituati a mangore

a de ter mi na te de lla gio rna ta e no n a spi lucca re co nti nu am ente. laz ion e • F ai una buonaÈ co all a ma ttin a. un a bu on a ca rica en erg eti ca pe r co mi nc iare la gio rna ta. le • D istribuisci bene o a og ni

qu antità di cib pa sto : no n ma ng iare tro pp o o tro pp o po co . un po ’ • I mpara a mangreiarcoemp res e. di tut to, verdu Il co rpo ha bis og no di sos tan ze div ers e pe r cre sce re san o. ta • R icordati di beereatttan ivit à acqu a e di far fis ica .

.........................................................

In estate ci sono tanti frutti: mangiane in abbondanza.

.........................................................

COMPRENDO

L a piramide alimentare ti fa vedere quali cibi vanno mangiati e in quale quantità. Osservala, discutine in classe e inserisci le parole al posto giusto.

occasionalmente • molto spesso • abbastanza spesso • spesso • raramente 159


ARTE

e IMMAGINE

IL RITRATTO Un ritratto è un disegno, un dipinto, una fotografia o una scultura che ritrae una persona. Se l’artista ritrae se stesso, allora fa un autoritratto.

Osserva il quadro.

icopri il volto con una carta da R lucido e ripassa i contorni dell’ovale, poi disegna gli elementi del viso facendo attenzione alla proporzione dei particolari. Su un foglio, prova a realizzare il ritratto di un tuo amico o il tuo autoritratto, guardandoti allo specchio.

A. Modigliani, Ragazza con le trecce

G uarda con attenzione il quadro: osserva le linee e fai attenzione alle sfumature di colore. Ora prova a modificarlo scegliendo altri colori

160

P. Klee, Senecio


ARTE

e IMMAGINE

LEGGO UN’OPERA D’ARTE Osserva il quadro e indica con una X i completamenti giusti.

Da quali elementi è formato il ritratto? Frutta e verdura Solo frutta Solo verdura Spighe di grano Il viso è rappresentato di fronte. da dietro. di profilo. da sopra. Ha un’espressione triste. allegra. indifferente. arrabbiata. Nel dipinto prevalgono colori caldi. freddi.

G. Arcimboldo, Estate

IO... ARTISTA D’ESTATE Realizza anche tu un ritratto alla maniera dell’Arcimboldo.

1. Utilizzando semplici elementi puoi costruire una vera e propria “galleria di ritratti”. Guarda che cosa puoi fare con spaghetti, pomodori, stuzzicadenti, una pesca, biscotti e biglie. 2. Ora disegna e colora la tua creazione, poi dalle un titolo adeguato.

161


LE MIE COMPETENZE

ALLA SCOPERTA DEL BOSCO La salvaguardia dell’ambiente è qualcosa che riguarda tutti noi, in prima persona. Per rispettare la natura bastano a volte delle piccole attenzioni, dei semplici comportamenti. È consigliabile indossare scarponcini alti o stivali per proteggerti dalle vipere; è meglio non bere l’acqua dei ruscelli; non uscire dai sentieri segnati; cerca di non toccare funghi e bacche che non conosci; non raccogliere funghi senza il permesso; il fuoco è il peggior nemico dei boschi: evita di accenderlo; rispetta i fiori e le piante: i loro colori e i loro profumi sono lì anche per chi passerà dopo di te; accendi i tuoi sensi: il bosco è tutt’altra musica; nei boschi, gli animali sono a casa loro: non disturbarli; non abbandonare nel bosco i tuoi rifiuti.

1 Colora i quadratini nel cartello: 162

- di rosso i divieti; - di verde i consigli. Verso le competenze: Potenziare il piacere di ascoltare. Comprendere il significato globale di un testo ascoltato.


2 Rispondi con una X. • Il testo regolativo che hai appena letto è una ricetta. un insieme di regole di comportamento. un insieme di istruzioni.

• Le regole indicate nell’elenco servono per rispettare la natura. vanno seguite nell’ordine. non servono. non vanno eseguite.

3 Rispondi. • Che cosa bisogna fare quando si avvista un animale?............................................................................................................................................... Perché?........................................................................................................................................................................................................................................................................................... • Si possono accendere fuochi nel bosco? Perché?............................................................................................................................................................ • Si può urlare?......................................................................................................................................................................................................................................................................... Perché?........................................................................................................................................................................................................................................................................................... • Perché, secondo te, è meglio non toccare funghi e bacche che non si conoscono?.................................................... ....................................................................................................................................................................................................................................................................................................................

4 Indica se le affermazioni sono vere (V) o false (F) Il testo usa un linguaggio complesso. Il procedimento segue un ordine. Il testo dà regole di comportamento. Il testo dà istruzioni per realizzare qualcosa. Le immagini non sono indispensabili. Il testo dà solo consigli.

V V V V V V

F F F F F F

5 Rispondi con una X. • Con quale parola puoi sostituire la parola “salvaguardia” ? Scoperta Esplorazione Difesa Distruzione • “Smorza i toni” da quale verbo non può essere sostituito? Attenua Diminuisci Placa Alza 163


GLI ULTIMI

GIORNI DI SCUOLA

VISITA GUIDATA La tua classe ha deciso di organizzare per un giorno una visita guidata di fine anno scolastico. Utilizza le conoscenze e le abilità che hai acquisito per realizzare questo evento.

1 Fate un brainstorming per individuare le mete che vi interessano tra città, parchi giochi, ambienti naturali. 2 Dividetevi in gruppi in base alle preferenze: ogni gruppo cercherà informazioni, notizie, immagini relative alla meta scelta. Potrete consultare sia libri, sia riviste, sia internet... 3 Preparate un breve testo corredato da immagini da illustrare alla classe per promuovere la vostra scelta. Ecco un esempio. LA CITTÀ DELLA DOMENICA

1

...............................................

........................................................................

Città della Domenica è il Primo Parco d’Italia, il più grande della provincia di Perugia e dell’Umbria. Luogo ideale per famiglie e persone di ogni età che vogliono trascorrere una giornata spensierata e divertente in mezzo alla natura e agli animali. Grande oltre 445 ettari, è situato su di un’altura che sovrasta la città di Perugia e che offre ai visitatori un magnifico panorama su uno degli scorci più belli dell’Umbria.

164

PERUGIA

2

...............................................

........................................................................

•R elax nella natura, con un panorama mozzafiato • Cuccioli e animali da fattoria •D ivertimento e spettacoli per bambini • Fiabe, fantasia e creatività •L aboratori didattici: imparare divertendosi


VERIFICO le mie competenze

3

...............................................

........................................................................

4

...............................................

........................................................................

pre Città della Domenica mi ha sem mi ci affascinato. Da quando mio padre portava da piccolo, la Domenica. , grazie al Ho passato molte estati al parco e per la bellissimo centro estivo. Credo ch la Città della sua importanza e la sua storia, ta Domenica possa essere considera . la seconda città di ogni perugino Michele

S crivi nei riquadri gialli i titoletti giusti, scegliendo tra i seguenti: • testimonianze • descrizione • dove si trova • perché visitare il parco

zzo di storia La Città della Domenica è un pe sguardo recente di Perugia. Nasconde allo r me che ho disattento tanti piccoli segreti. Pe uno scrigno vissuto il parco fin da bambino è a. di ricordi, di felicità, di giovinezz Marco della Corro tutti i giorni qui alla Città a sopra uno Domenica per salire su questa cas delle nevi, i strano albero e spiare la civetta uile e tanti cowboy, gli indiani, i falchi, le aq miei amici a quattro zampe. Diego

I ndica con una X che tipi di testo rappresentano le testimonianze che hai letto.

Descrittivo Poetico

DIARIO di bordo

Narrativo Informativo

Regolativo Fantastico

O ra scrivete il vostro testo sul luogo scelto: seguite nell’ordine, la struttura indicata in queste pagine.

In quale delle attività proposte hai dato un contributo maggiore? Brainstorming Analisi dei testi dati Scelta del gruppo Realizzazione del testo di gruppo

165


GLI ULTIMI

GIORNI DI SCUOLA

4 Illustrate alla classe il vostro progetto e ascoltate le altre presentazioni. Infine mettete ai voti le varie proposte. 5 Una volta scelta la meta, stabilite quanto indicato rispondendo con una X.

GIORNO DELLA SETTIMANA

MESE giugno dicembre

lunedì martedì mercoledì giovedì

settembre maggio

ORARIO DI PARTENZA

ORARIO DI RIENTRO

mezzanotte mezzogiorno sette otto

otto dodici ventiquattro venti

venerdì sabato domenica

MEZZO DI TRASPORTO aereo bicicletta treno pullman

moto scuolabus camion metropolitana

6 Cosa indossare? Leggete i possibili capi di abbigliamento e indicate quelli più opportuni per partecipare alla gita. Tenete conto del periodo e del luogo in cui la gita è programmata. Calzamaglia Sandali Scarponcini impermeabili T-Shirt Pantaloni Berretto di lana Calzettoni pesanti Giubbotto Imbottito Felpa

Maglione K-way impermeabile Guanti Scarpe leggere Scarpe da ginnastica Golf o maglia Jeans Cappotto elegante Berretto tipo basket

Aggiungereste qualche altro indumento? .......................................................................................................................................................................... ..........................................................................................................................................................................

166


VERIFICO le mie competenze

7 Cosa portare? Mettete nello zaino tutto quelle che vi può servire per la gita ed evitate ciò che può creare problemi.

Aggiungereste altro?...............................................................................................................................................................................

DIARIO di bordo La meta scelta era quella proposta dal tuo gruppo? Come ti sei sentito? Soddisfatto Deluso Arrabbiato

No

Indifferente

Perché?................................................................................................................................................................................... Colora di rosso la scelta che avete fatto con maggiore difficoltà e di verde quella che avete fatto più facilmente. Mese Giorno Orario Mezzo di trasporto Abbigliamento Cosa portare

167


GLI ULTIMI

GIORNI DI SCUOLA

VERIFICO le mie competenze

8 Preparate un avviso per i vostri genitori con tutte le informazioni necessarie. i bambini Usate l’esempio in bassolacome modello oppure fatedell’estate. una vostra proposta autonoma. 1 Aiuta a collegare didascalia giusta alle foto

SI COMUNICANO AI GENITORI LE MODALITÀ DI SVOLGIMENTO DELL’USCITA DIDATTICA ORGANIZZATA DALLA SCUOLA ............................................................................................................... CLASSE 3a ....................................... Luogo: ..............................................................................................

Data: .................................................................

Abbigliamento consigliato: ................................................................................................................................................................................ ......................................................................................................................................................................................................................................................................

Alimenti consigliati per fare degli spuntini: ................................................................................................................................. È sconsigliato portare: ................................................................................................................................................................................................ Ora di partenza: .................................................................

Ora di rientro: .................................................................

Ora aggiungi un tuo consiglio personale per la buona riuscita della visita didattica.

Io suggerisco anche ...................................................................................................................................................................................

perché ............................................................................................................................................................ ................................................................................................................................................................................... ...................................................................................................................................................................................

DIARIO di bordo Rispondi.

Quale parte dell’attività ti è piaciuta di più? Perché?.................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................

Dove hai incontrato più difficoltà?....................................................................................................................................................... Ti è piaciuto lavorare insieme ai tuoi compagni?............................................................................................................ Com’è andata la collaborazione con i membri del tuo gruppo?............................................................... .................................................................................................................................................................................................................................................................

168

Qual è stato il tuo contributo più utile?......................................................................................................................................... Che cosa hai imparato con quest’attività?................................................................................................................................. .................................................................................................................................................................................................................................................................


Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO.

È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

Come attivare il M.I.O. BOOK e accedere al portale Raffaello Digitale

I colori dell’amicizia o giorno alla scuola Per Lucy quello era il prim ata dall’India e non Primaria. Era appena arriv conosceva nessuno. in mensa, ma Lucy Per pranzo andarono tutti sola. Dopo pranzo si sedette a un tavolo da misero a giocare, si tutti uscirono in giardino, o del cortile con tranne Lucy. C’era un angol tra con una maes la il selciato, le si avvicinò colorati e le disse: scatola piena di gessetti fare un bel disegno. – Tieni Lucy, se vuoi puoi e disegnò una Lucy si inginocchiò per terra giallo e due grandi giraffa con un lungo collo occhi marroni. non giocava. C’erano Lucy non era l’unica che che se ne stavano altri due bambini nuovi ina: seduti su una panch

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi.

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Coordinamento e redazione: Emilia Agostini Grafica e impaginazione: Mauda Cantarini, Dania Fava Illustrazioni: Silvia Baroncelli, Sandra Bersanetti, Chiara Bordoni, Manola Caprini, Funnybooks, Mariagrazia Orlandini, Laura Zannoni Copertina: Valentina Mazzarini Coordinamento M.I.O. BOOK: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, Thinkstock, Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Per esigenze didattiche i testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione degli aventi diritto con i quali non è stato possibile comunicare, nonché per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore. Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze. © 2017 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it Ristampa: 5 4 3 2 1 0

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CLASSE PRIMA

• Metodo • Prime letture

• Letture • Linguaggi espressivi • Grammatica RAF

• Grafo-motricità • Storia • Geografia • • Scienze • Matematica • Corsivo • Primi testi • Tecnologia

• Esercizi di matematica • UDA multidisciplinare • Lapbook

CLASSE SECONDA

Li • Letture • Linguaggi espressivi • Cittadinanza e Costituzione

• Esercizi di matematica • Laboratori del testo • Storia • Geografia • • Scienze • Matematica • Laboratori di scrittura • UDA multidisciplinare • Lapbook • Mappe • Tecnologia • Grammatica RAF

• Letture • Linguaggi espressivi • Cittadinanza e Costituzione

• Esercizi di matematica • Laboratori del testo • Storia • Geografia • • Scienze • Matematica • Laboratori di scrittura • UDA multidisciplinare • Lapbook • Mappe • Tecnologia • Grammatica RAF

bro

A Z Z UR RO

CLASSE TERZA

PER LA CLASSE • Cartelloni: Tabelle forma-sillabe Accoglienza I compleanni della classe Le tabelline L’evoluzione dell’uomo Le cinque Ere • L’alfabetiere murale • I l tesserino portanome per ogni alunno

Letture

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE G ­ RATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

Gi C R. M or . C ag e IS ni d ria gi BN i ch P. s 97 cu i - O Ma 8- o . M rti n 88 la -4 3 ara elli 72 - sc -2 Le a 73 tt 3- ur 0 e

C. Ceriachi - O. Marasca R. Maggi - P. Martinelli

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