Leggi e vai 4 - Letture

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E INOLTRE...

Classe 4

4

• Antologia di letture • Sezioni tematiche di Cittadinanza e Costituzione

• Laboratorio di comprensione • Prove modello INVALSI • Scrivere, revisionare, riassumere, autovalutarsi • Percorsi di Arte e Musica

• Grammatica • Schede operative • Mappe • Autovalutazione • Prove modello INVALSI

Per i primi giorni di scuola, per ricominciare gradualmente a parlare, ascoltare, scrivere e riflettere sulla lingua. Con autovalutazione e mappe.

Classe 5

a

• Laboratorio di comprensione • Prove modello INVALSI • Scrivere, revisionare, riassumere, autovalutarsi • Percorsi di Arte e Musica

PER L’INSEGNANTE E LA CLAS

• Grammatica • Schede operative • Mappe • Autovalutazione • Prove modello INVALSI

Un’accurata selezione di brani di attualità, tratti dalle collane di narrativa del Gruppo Raffaello per stimolare il piacere di leggere e approfondire temi di sicuro interesse.

i g g e L e vai 4

Flavia Franco

e z n e t e p m o c elle d à t t i c a l o s r Ve

Letture

• Antologia di letture • Sezioni tematiche di Cittadinanza e Costituzione

Leggi e vai

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE ­GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

Le

a

SE

• Guida al testo con guida alle competenze, programmazione, suggerimenti per coding, STEAM e classe capovolta, schede operative, verifiche a livelli • Poster sulle tipologie testuali • Poster attivo di grammatica

il M.I.O. BOOK docente il M.I.O. BOOK studente CD audio in formato MP3

A richiesta i volumi con i percorsi semplificati, di 4a e 5a per alunni con BES e DSA, anche in versione audio scaricabile on-line.

• Puoi usufruire dei testi su DVD senza connessione internet • La registrazione è facoltativa • Dal portale www.raffaellodigitale.it puoi accedere ai testi

• Con sezioni tematiche di Cittadinanza e Costituzione

on-line e archiviarli su penna USB

Codice per l’adozione Leggi e vai - Pack 4 ISBN 978-88-472-2973-0

Letture

www.raffaellodigitale.it www.raffaelloscuola.it

Prezzo ministeriale


Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO.

È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

Come attivare il M.I.O. BOOK e accedere al portale Raffaello Digitale

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Una notte al museo

Larry si recò al Il primo giorno di lavoro, in Museo di Storia Naturale aver trovato un di nto uniforme. Era conte io lavoro, ma l’uniforme propr della giacca non la sopportava. La stoffa geva. strin tta crava la pungeva e io di fronte a Il Museo si trovava propr edificio Central Park West. Era un simo. Entrò. Era così antico imponente e bellis silenzioso la sera, che suoi passi nel riusciva a sentire l’eco dei a salone vuoto. Si trovò faccia etro di un schel tesco faccia con il gigan Rex. rus nosau Tyran

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi. Inoltre per l’insegnante la guida al testo; percorsi multidisciplinari per la LIM, esercizi interattivi, approfondimenti, schede in PDF

È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).

Senza registrazione è possibile: • consultare il testo anche in modalità on-line (cioè senza scaricare e installare il Raffaello Player); • richiedere il supporto; • s caricare il materiale gratuito; •v isionare i video tutorial.

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

È «aperto» perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • l a possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe. Sviluppa le competenze digitali con questi strumenti:

Con la registrazione inoltre puoi: • s caricare i materiali digitali presenti all’interno del DVD M.I.O. BOOK; •a ccedere al M.I.O. BOOK e ricevere gli aggiornamenti del testo.

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Attiva il testo completando un titolo e scrivendo il codice di sblocco

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CODICE DI ATTIVAZIONE

Consulenza didattica: Tiziana Bartolucci, Maria Luisa Gagliardini, Paola Papalini Coordinamento e redazione: Emilia Agostini Grafica e impaginazione: Mauro Aquilanti Illustrazioni e colore: Silvia Baroncelli, Chiara Bordoni, Francesca Galmozzi, Elena Mellano Copertina: Mauro Aquilanti Illustrazione di copertina: Elena Mellano Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, iStock Coordinamento M.I.O. Book: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.

Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore.

© 2018 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it

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i g g e L e vai 4

Flavia Franco

e z n e t e p m o c elle d à t t i c a l o s r Ve

Buongiorno! Sono Flavia Franco, l’autrice di questo libro. Sono una maestra a metà: insegno ai bambini come te e agli studenti più grandi. Mi piace ridere, leggere, imparare cose nuove e scrivere. Ho ideato ogni pagina di questo percorso per far sì che tu possa progredire con il sorriso, aggiungendo a ogni passaggio un mattoncino in più alla casa del sapere che stai costruendo. Come ben sai, però, le case non si costruiscono da sole, perciò è indispensabile il tuo contributo, in termini di impegno e buona volontà. Non importa quanto tempo impiegherai a comporre il tuo edificio. L’importante è che tu proceda con fiducia, tendendo una mano a chi è in difficoltà e imparando a chiedere aiuto, se necessario. Sarà facile tenere d’occhio i tuoi progressi: come? Lo scoprirai strada facendo. Buon viaggio.

Flavia Franco

Se vorrai rivolgermi delle domande, esporre dubbi o curiosità, scrivi una mail a questo indirizzo: flavia.franco@grupporaffaello.it


Indice 5 Un lavoro di squadra 6 Mettiti in viaggio 8 BENTORNATO a scuola 10 11 12 13 14 15 16

Scuola sì, scuola no Perché leggi? Come leggi? Comprendi il contenuto? Ascolto attivo Sai ascoltare? I testi che conosci

18 Il testo NARRATIVO

20 La Mappa-intervista 22 L’unione fa la forza Il naso che scappa 24 Permettete che mi presenti? 25 L’incontro 26 Il merlo 28 Una strana notte 30 Zaha Hadid 31 Scoppi e petocchi 32 Pietro the Tomato 34 Cappuccetto Rosso 36 Strizzo il testo Il bambino lumaca 38 Oreste è scomparso 40 È ora di andare a scuola 42 Folletti in cucina 44 Nel mondo 46 Il giardino segreto La descrizione nel testo narrativo 48 Pinolo 50 Andrea e Debora 52 Strizzo il testo 54 Tipo di pizza 56 Verifica le tue competenze

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Siamo

tutti uguali?

58 Siamo tutti uguali? Clil 60 L’unione fa la forza L’intruso 62 Mi vergogno! 64 Chi getta semi nel vento 65 Ascolto ON - Prima puntata La fabbrica degli abbracci

Racconto di AVVENTURA

66 La Mappa-intervista 67 L’unione fa la forza Hispaniola 68 Naufragio 69 Parigi dall’alto 70 In cammino 71 Una tigre a bordo 72 Una notte al museo 74 Pirati del testo L’assalto del coccodrillo 75 Il fortino dei pirati 76 Verifica le tue competenze

Racconto FANTASY

78 La Mappa-intervista 79 L’unione fa la forza L’unicorno 80 Il raduno 82 Nel regno di Vi 83 La profezia 84 L’ottava statua 86 La fuga di Bilbo 88 Strizzo il testo Eragon 90 Verifica le tue competenze


Indice

Racconto di PAURA

92 La Mappa-intervista 93 L’unione fa la forza Un ladro... a sorpresa 94 Rombo di tuono 95 La casa 96 Coraline 98 La mummia 99 Pirati del testo Due ombre in biblioteca 100 Strizzo il testo Ho visto un fantasma 102 Verifica le tue competenze

Racconto STORICO

124 La Mappa-intervista 125 L’unione fa la forza Otzi prepara il cammino 126 Alalgar, dov’è? 128 Pane, focacce e dolciumi 129 Antonio e Cleopatra 130 La porpora 132 La porta di Ishtar 134 Verifica le tue competenze

104 CODING - Gira la storia

Servono

parole gentili?

06 Servono parole gentili? Clil 1 108 L’unione fa la forza Sbadiglio e il gufo 110 Leopoldotto Ammazzadraghi 112 Una nuova compagna 113 Ascolto ON - Seconda puntata La fabbrica degli abbracci

Lettera e e-mail

114 La Mappa-intervista 115 L’unione fa la forza Il postino delle bambole 116 Lettere d’estate 117 Dear rosbif Clil 118 Amatissimo figlio 119 Egregio professore 120 In giro per il mondo 122 Verifica le tue competenze

136 Il testo POETICO

38 La Mappa-intervista 1 139 L’unione fa la forza Il villaggio Arcobaleno 140 Chi lo sa? - La filastrottola 141 I sogni negli occhi 142 Filastrocca della rima 143 Torna il sereno - Incendi della Sardegna 144 . Pirati del testo Le filastrocche incantano 146 L’alba - Riflesso di luna - Cielo notturno 148 Scherzi di nuvole 149 Rio Bo 150 Filastrocche per gioco 151 La gatta 152 Verifica le tue competenze

Servonorispetto? Perché parole gentili?

54 Perché rispetto? 1 156 L’unione fa la forza Lo spazzino 158 Tortellini e cous cous 160 Tito e Tato 161 Ascolto ON - Terza puntata La fabbrica degli abbracci

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Indice 162 Il testo INFORMATIVO

64 La Mappa-intervista 1 165 L’unione fa la forza Fiumi d’Italia 166 L’elefantessa, una matriarca leale 168 I grafici 169 Che cos’è un museo? 170 A ogni bambino la sua Torino 171 Il disastro alle Galapagos 172 Verifica le tue competenze 174 Il testo REGOLATIVO

Le stagioni 86 In rima L’ultima - Le foglie d’ottobre 1 187 Si canta Clap clap clap - Castagna Rap 188 Informati Una pioggia d’oro 189 Scrivendo Racconto puzzle 190 Tocca colore Un bosco autunnale 191 Tocca colore Animali di foglie

Clil

192 In rima Inverno - La danza della neve 193 Si canta Little drummer boy Clil 194 Tocca colore Presepe portatile 196 Informati Curiosità sull’inverno 197 Scrivendo Giochiamo con le parole

76 La Mappa-intervista 1 177 L’unione fa la forza Costruire origami 178 Piccolo galateo 179 Come stare a tavola 180 Le frittelle golose della nonna 181 Prove di evacuazione 182 Verifica le tue competenze

198 In rima Signor Inverno e signora primavera Haiku di primavera 199 Si canta What’s the weather like in spring? Clil 200 Informati Festeggiando la primavera 201 Scrivendo Racconto games 202 Tocca colore Palla kusudama

184 Città delle COMPETENZE

03 In rima Notte d’estate - Estate 2 204 Si canta I love summer Clil 205 Informati Le 10 regole del Piccolo Alpino 206-216 . L’unione fa la forza Mappe

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Docente

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Com’è fatto il libro

Un lavoro di squadra Progettare, creare e produrre un libro scolastico è un lavoro molto complesso che si realizza grazie alla passione e al lavoro di diverse persone che collaborano tra loro. Ogni singola pagina del tuo Sussidiario dei Linguaggi ne è la prova. Leggi e lo scoprirai.

L’autore

Crea e scrive il progetto. Spesso è un insegnante che conosce bene la disciplina e che in classe, con i suoi alunni, ha trovato buoni metodi per insegnarla.

Gli illustratori Le illustrazioni vengono realizzate su indicazione della redazione e grazie alla fantasia di bravissimi illustratori specializzati in libri per ragazzi. Il team grafico L’impatto grafico delle pagine, cioè tutto ciò che non è illustrato o semplice testo, insieme alla copertina, viene realizzato da un team di esperti grafici che collaborano gomito a gomito con la redazione per impaginare i contenuti dell’autore. La redazione Aiuta l’autore a realizzare il testo e si occupa di leggere e rileggere i contenuti perché siano coerenti e corretti. Purtroppo, però, rimane sempre qualche Re Fusillo, cioè qualche refuso, errori di stampa che possono sfuggire anche al redattore più in gamba! I collaboratori esperti L’autore, insieme alla redazione e a dei collaboratori esperti, come bibliotecari o librai, sceglie parti di testo a partire da libri già pubblicati. I riferimenti bibliografici (nome dell’autore, titolo del libro e casa editrice) sono indicati alla fine di ogni brano.

L’alunno Dal momento che ritirerai la tua copia dal libraio, darai vita al tuo libro che diventerà per te un vero e proprio compagno di viaggio. Ti accompagnerà per tutto l’anno e ti mostrerà un mondo nuovo.

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Com’è fatto il libro

Mettiti in viaggio Affrontare un anno scolastico è un po’ come mettersi in viaggio... andiamo! PRIMA DI PARTIRE Prepara le valigie Alcune pagine ti accompagneranno nei primi giorni per riagganciare i saperi dell’anno precedente. Potrai autovalutarti e comprendere se ci sono delle cose che devi ripassare. Per orientarti lungo il percorso troverai ben indicati gli obiettivi che dovrai raggiungere. DURANTE IL VIAGGIO Osserva, confrontati, esercitati e impara Con la Mappa-intervista incontrerai personaggi diversi e stupefacenti che ti presenteranno le varie tipologie testuali. Nella pagina Pirati del testo troverai proposte originali per migliorare la tecnica divertendoti. Potrai sfidarti in velocità e abilità, per migliorare sempre di più, senza preoccuparti di comprendere ciò che stai leggendo. Nella pagina Strizzo il testo imparerai a riassumere e scoprirai le tecniche per farlo in modo efficace, da utilizzare anche come metodo di studio. Nelle sezioni tematiche svilupperai le competenze di Cittadinanza e rifletterai sulle emozioni, sul rispetto per le regole, per gli altri e per il mondo che ti circonda; sull’importanza di valori come la gentilezza e il prendersi cura.

ALLA FINE Rifletti su quanto appreso Nelle ultime pagine troverai la CITTÀ DELLE COMPETENZE, il luogo dove vedrai crescere i tuoi traguardi: a ogni competenza acquisita potrai colorare l’edificio corrispondente. Alla fine dell’anno la tua città sarà ultimata e tu potrai esserne fiero!

Non dimenticare mai: L’UNIONE FA LA FORZA! Quando incontri questa frase ricordati di collaborare, tendere una mano a chi ne ha bisogno e chiedere aiuto se sei in difficoltà.

IN PIÙ il gioco Gira la Storia per imparare con il CODING

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Com’è fatto il libro Il tuo sussidiario è una raccolta di testi antologici tratti dalla migliore letteratura. Ricordati che se vuoi risalire al testo originale, dovrai semplicemente far riferimento alla bibliografia in fondo a ogni brano. Sarai un lettore “attivo” poiché ogni pagina ti coinvolgerà con proposte differenti.

Leggo per DIVERTIRMI Incontrerai spesso questo box: contiene attività per giocare con il testo da solo, in coppia o in gruppo. Leggo per CAPIRE Quando leggi, senza rendertene conto, metti in atto diversi livelli di comprensione: questo tipo di attività ti indicherà sempre il livello sul quale stai operando.

omprendo le parole: stai sviluppando la capacità C di associare ogni parola al suo giusto significato. apisco il racconto: stai lavorando sui legami tra C le parole per comprendere le informazioni fornite dal testo.

Leggo per ANALIZZARE

R ifletto: è il momento di scendere in profondità e cogliere le informazioni nascoste dal testo: le emozioni dei personaggi, il pensiero e il messaggio dell’autore.

Le attività hanno lo scopo di guidarti a riconoscere e ad analizzare gli elementi principali che caratterizzano ogni tipologia testuale.

Tra le pagine scoprirai altre attività

Clil

LESSICO

Per arricchire il tuo vocabolario personale, creare un filo diretto con la lingua inglese e scoprire l’origine etimologica delle parole.

Per scoprire le espressioni e i termini più utilizzati della lingua inglese. SCRIVO Per stimolare la scrittura creativa, partendo dal testo che stai leggendo.

MORFOLOGIA

Per riflettere sulle regole della lingua italiana e collegarti con la Grammatica RAF. UN COMPITO AUTENTICO PER TE

Sarà una “palestra” dove potrai mettere alla prova ciò che hai appreso, grazie a situazioni stimolanti, legate alla realtà.

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Bentornato a scuola

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Tutti per uno, uno per tutti! Questo è un gioco che può essere svolto all’aperto oppure in palestra. Fase 1 Ogni bambino deve compiere un percorso (ad esempio attraversare la palestra). Ha a disposizione due fogli di giornale per andare dalla partenza all’arrivo. Consegna: compiere il percorso poggiando i piedi solo sui fogli di giornale. Per procedere sarà necessario mettere a terra uno dei fogli, salirci sopra, mettere a terra il secondo foglio, spostarsi sopra quello, afferrare il primo foglio e posizionarlo davanti per poter procedere e così via. Il primo che terminerà il percorso sarà il vincitore. Fase 2 Dividere gli studenti in gruppi di cinque. Consegna: ogni gruppo dovrà trovare il modo di raggiungere l’arrivo più rapidamente possibile, sempre utilizzando i giornali. Quali strategie dovrà adottare? Terminato il gioco, discuti con i tuoi compagni. 1. È stato più facile raggiungere l’altro lato della classe da soli o in gruppo? 2. Come vi siete sentiti quando vi siete aiutati per raggiungere il traguardo? 3. Qual è stata la fase più divertente? La 1 o la 2? Perché? 4. Quali conclusioni potete trarre alla fine di questo gioco?

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Bentornato a scuola

Scuola sì, scuola no Luisa ha pensieri contrastanti sull’inizio della scuola... E tu? Quali sono i tuoi pensieri? Prenditi cinque minuti di silenzio per riflettere. Completa.

Non vedo l’ora di rivedere i miei amici e di ricominciare a lavorare con loro!

Però si stava così bene in vacanza…

ASPETTI NEGATIVI Sono titubante perché... ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................

ASPETTI POSITIVI Sono contento perché... ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................ ............................................................................

Bene, qualunque sia l’esito delle tue riflessioni, pensa che funziona così per molte altre cose. Per esempio se giochi a calcio, prima di essere un giocatore che si diverte, dovrai faticare nell’allenamento; se sei un’appassionata di ginnastica artistica, per migliorare, dovrai ripetere gli stessi esercizi moltissime volte. Perciò avanti tutta! Fai del tuo meglio e crea il motto che ti guiderà in classe quarta, come ha fatto Luisa. .................................................... ........................................................ ..................................................

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Se in quarta, ti dai la spinta… sarai pronto per la quinta!


Bentornato a scuola

Perché leggi? A ogni inizio, è necessario fare il punto della situazione per capire su quali basi costruire le nuove competenze. Perciò vediamo come te la cavi con la lettura. Cominciamo con una domanda: a che cosa serve leggere? Osserva la mappa e discuti con i tuoi compagni, poi completala aggiungendo le idee emerse.

imparare cose nuove ........................................................

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LEGGIAMO PER capire un problema

capire altre lingue divertirci

La lettura ti ha fatto compagnia quest’estate? SÌ NO

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Se sì, scrivi i titoli dei libri che hai letto ed esprimi un breve giudizio.

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Bentornato a scuola

Come leggi? È il momento di verificare le tue abilità di lettura. Qui sotto troverai una serie di esercizi. Mettiti alla prova leggendo a prima vista. Leggi il testo inserendo le pause dove occorrono.

Leggi gli scioglilingua senza prendere fiato...

Il record di velocità

Sciogli la lingua

Ilrecordnelmondoanimaleappartienealfalco pellegrino360chilometriorariinpicchiatacioè quandodallaltodelcielosilasciacaderesulla predacomeunapietra.Pernonrischiaredi sfracellarsievitadicacciareuccelliquando sonoposatialsuolo.

Tre chicchi di moca tritava il tricheco per fare il caffè. Lo vide la foca e disse “Che spreco! Due chicchi, non tre!” Uno due tre quattro passa un gatto quatto quatto. Quattro tre due uno era un gatto di nessuno.

Leggi queste “non parole” nel modo più rapido possibile.

ramirotino tranfollo caspacismantico sarmantico scarotroscopio mafferuglio mirimillico ripristasio

Alle sette del mattino c’è un gattino con le ghette alle otto della sera la marmotta è alla ringhiera alle nove del tramonto il gattino ha il muso unto alle dieci dell’aurora la marmotta s’innamora. Toti Scialoja

Autovalutazione Come hai letto? Scegli la casella e colora.

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Interruzioni

tante

poche

nessuna

Scioltezza

ottima

buona

discreta

scarsa

Rapidità

ottima

buona

discreta

scarsa

Fatica

tanta

poca

nessuna

Sei soddisfatto del risultato? ....................................................................


Bentornato a scuola

Comprendi il contenuto? È molto importante il come leggi perché se inciampi nelle parole difficilmente riesci a comprendere appieno il senso del testo, né tantomeno a divertirti. Capire bene ciò che stai leggendo è fondamentale. Come faresti a studiare altrimenti? Verifica il tuo livello di comprensione con il testo che trovi qui sotto. Leggi il testo e inserisci le parole mancanti elencate in disordine.

Una fiaba sbadata C’era una fiaba sbadata che si perdeva le parole. Così, quando doveva raccontarsi, saltava le parole perdute e nessuno la capiva. La sua storia infatti, la raccontava così: Una volta un ........................................... che si stancava a volare, si posò su un ........................................... che sporgeva sull’autostrada e fermò un ........................................... che passava. – Dove potrei ........................................... un aeroplanino? – chiese. – Che pretese assurde! – rispose il signore ............................................ – La natura ti ha creato le ........................................... per volare, perciò ........................................... le ali e ...........................................! L’uccellino lo guardò divertito e rispose. – E a lei, allora, la ........................................... non ha creato le ........................................... per ...........................................? – Cosa vuoi dire? – rispose l’uomo. – Non ti .................................. Poi riavviò il ..........................................., premette il .................................. sull’acceleratore e si allontanò sulla sua ................................

ali

uccellino

auto

severamente

vola

camminare

usa

gambe

comprare

M. Argilli, Storie del Tic-Tac, Editori Riuniti

capisco

ramo

signore

piede

natura

motore

Autovalutazione Hai compreso? Scegli la casella e colora. Le parole

tutte

molte

alcune

poche

Il contenuto

appieno

non tutto

poco

non ho capito

Sei soddisfatto del risultato? ................................................................................

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Bentornato a scuola

Ascolto attivo Adesso è il momento di verificare la capacità di ascolto e comprensione di una comunicazione orale. La maestra ti leggerà un racconto e tu dovrai capirne il senso e riconoscere le informazioni essenziali. Sei un po’ arrugginito? Ricordi quali sono le modalità per trasformarti in un ascoltatore “attivo”? Ripassiamole insieme.

Libera il banco dagli oggetti che non ti servono: eviterai di distrarti guardandoli o giocandoci.

Mettiti seduto composto e comodo: avere una posizione corretta ti aiuta a stare attento e previene problemi alla schiena.

Se qualcosa non ti è chiaro alza subito la mano e chiedi spiegazioni.

Prendi appunti per restare concentrato e per aiutarti a ricordare.

Guarda la maestra negli occhi, ti sarà più facile comprendere ciò che ti vuole trasmettere o spiegare.

Se ti distrai durante l’ascolto (può succedere) fai lo sforzo di riportare al più presto il pensiero su ciò che ascolti.

Autovalutazione Quando l’insegnante legge, ti distrai spesso? Sì No Ogni tanto Che cosa ti distrae solitamente? Colora. Chiacchierare Guardare fuori Fantasticare coi compagni

Disegnare

C’è una strategia che usi di solito per non distrarti?

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Bentornato a scuola

Sai ascoltare? Sei pronto per verificare la tua concentrazione, la capacità di comprendere quello che ascolti, l’abilità nel memorizzare i particolari? Allora chiudi il libro e ascolta. Ora leggi il testo qui sotto, cancellando con un tratto di matita le informazioni che non erano presenti nel testo che hai ascoltato dalla maestra.

Per fare un lavoro più preciso, usa il righello.

L’eco sbagliata Non venitemi più a decantare le meraviglie dell’eco. Ieri mi hanno portato a provarne una nella valle delle Montagne Rosse. Ho cominciato con semplici domande di aritmetica: – Quanto fa due per due? – Due – ha risposto l’eco, senza riflettere. Un buon inizio, non c’è che dire. Marco che era con me, ha domandato: – Quanto fa tre per tre? – Tre – ha esclamato giuliva la scioccherella. L’aritmetica evidentemente non era il suo forte. Per darle un’altra occasione di fare bella figura le ho chiesto allora: – Ascolta, ma pensaci un momento prima di rispondere: è più grande Roma o Como? – Como – ha esultato l’eco. Va bene, lasciamo stare la geografia. Proviamo con la storia: – Chi ha fondato Roma? Romolo o Manfredini? – Manfredini – ha risposto l’eco, tifosa per giunta! Non mi sono più tenuto, e le ho voluto dare la stoccata finale. – Chi è più ignorante fra me e te? – Te! – ha risposto l’eco. Impertinente! – Vuoi che resti o vada via? – Via – è stata la sua risposta. No, non venitemi più a decantare le meraviglie dell’eco! G. Rodari, Il libro degli errori, Einaudi

Autovalutazione Sai ascoltare? Scegli la casella e colora. Attenzione

ottima

buona

discreta

scarsa

Concentrazione

ottima

buona

discreta

scarsa

Comprensione

ottima

buona

discreta

scarsa

Sei soddisfatto del risultato? .......................................................................................... PDF

Audio

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Bentornato a scuola

I testi che conosci L’anno scorso hai lavorato su diversi tipi di testi. Vediamo se ricordi i principali. Leggi e completa.

Settembre Io amo molto il mese di settembre, quando l’estate lascia lentamente spazio all’autunno. La città si rianima: i bambini tornano a scuola e gli adulti al lavoro, riposati dopo le ferie e le vacanze estive. Settembre offre spesso giornate splendenti e luminose. L’aria diventa più fresca e piacevole dopo i torridi pomeriggi estivi. È il mese dei colori, dei profumi, dei frutti maturi e saporiti: uva, fichi, pere, mele, mirtilli... È un mese dolce ma anche un po’ malinconico: le giornate di luce si accorciano, le foglie cominciano a ingiallire, qualche folata di vento già ne stacca qualcuna. Questo è un testo

Si torna a scuola E dopo agosto, con la sua calura, viene settembre, tiepida frescura. L’estate non è morta, ma si ammala, il giorno un po’ si accorcia, il sole cala. Le foglie sono verdi, ma più stanche, le belle abbronzature tornano bianche. Il bosco ronza ancora, ma più quieto, gli uccelli fanno un canto più segreto. La scuola ricomincia a metà mese, con cose note e con delle sorprese. Lo zaino è più pesante, tira in basso, quest’anno ti rallenta un poco il passo. Gli amici e le amiche sono quelli, ma sono un po’ più alti, un po’ più snelli. Invece la maestra è sempre uguale: se è una maestra nuova, meno male. Roberto Piumini

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Questo è un testo .............................................


Bentornato a scuola

La volpe e l’uva Spinta dalla fame sotto un alto pergolato, una volpe cercava di afferrare l’uva, saltando con tutte le sue forze. Visto che non riusciva neppure a toccarla, allontanandosi disse: – Non è ancora matura. Non voglio mangiarla acerba. Ci sono uomini che, come la volpe, disprezzano ciò che non possono raggiungere. Fedro, Animali nelle favole, Giunti-Marzocco

Questo testo è una .............................................

Equinozio d’autunno Il 23 Settembre, equinozio d’autunno, nell’emisfero boreale ha inizio la stagione autunnale. L’ingiallimento e l’arrossamento delle foglie sono evidenti segni di riconoscimento della stagione autunnale. In autunno le giornate si accorciano e l’aumento delle ore di buio ha conseguenze sui processi biochimici delle foglie. Infatti, il colore verde delle foglie è dato dalla clorofilla, prodotta solo in presenza di luce. In autunno, la produzione della clorofilla rallenta fino a fermarsi: così prendono il sopravvento i pigmenti giallo, arancio e marrone. Diversi tipi di frutta maturano in autunno e costituiscono una vitale riserva di nutrimento per molti animali selvatici. L’uva è uno dei frutti più dolci dell’autunno. Ma l’autunno è anche il tempo delle nocciole, delle castagne, delle mele, delle melagrane, delle noci e delle olive che pian piano si gonfiano d’olio. Questo è un testo ............................................. Metti in ordine con i numeri da 1 a 4: dal testo che ti è piaciuto di meno a quello che ti è piaciuto di più.

Settembre

Si torna a scuola

La volpe e l’uva

Equinozio d’autunno

Autovalutazione Quanti testi hai riconosciuto? Controlla* poi indica con una x. 4 su 4 3 su 4 2 su 4 1 su 4 Sei soddisfatto del risultato? ......................................................................................

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* Settembre: testo descrittivo - Si torna a scuola: testo poetico La volpe e l’uva: favola - Equinozio d’autunno: testo informativo


Il testo

NARRATIVO

Speriamo finisca bene, a me piace il lieto fine!

Ecco una bella storia di pirati avventurosi!

Prima di iniziare

Quali di questi testi NARRATIVI già conosci? Favola Racconto realistico Fiaba Lettera Mito Diario Racconto d’avventura Racconto horror Racconto fantastico Racconto storico

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Come hai già scoperto in terza, un testo NARRATIVO è il racconto, orale o scritto, di una storia che può essere realistica (cioè simile alla realtà) o fantastica. Il testo narrativo presenta degli elementi ben precisi, dei mattoncini, come quelli Lego, senza i quali il testo non si regge in piedi. Nelle pagine che seguono analizzerai questi elementi e scoprirai diversi tipi di testi narrativi. Così, una competenza dopo l’altra, potrai cominciare a fare il narratore anche tu!

È molto divertente!

Io preferisco le storie di magia, ma questi pirati avventurosi sono davvero simpatici.

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Leggere o ascoltare testi narrativi individuando gli elementi che li caratterizzano.

Obiettivo da centrare Come un detective, individuerai al volo gli elementi che caratterizzano il testo narrativo.

Competenza attesa L’alunno conosce la struttura e gli elementi tipici del testo narrativo e li applica nella scrittura autonoma.

Traguardo da raggiungere Sai “estrarre” e rappresentare in uno schema gli ingredienti del testo narrativo. Sai scrivere un testo narrativo.

Laboratorio di scrittura - pagg. 16 - 47

Laboratorio di comprensione - pagg. 2 - 15

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La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 207-208

Ogni libro ha un autore. Chi meglio dell’autrice di Harry Potter può spiegarci che cos’è un testo narrativo? Buongiorno Signora Rowling, sarebbe così gentile da spiegarci quali elementi caratterizzano i TESTI NARRATIVI?

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C’È UNO SCOPO che varia a seconda del tipo di testo: si può scrivere per commuovere, divertire, informare…

C’È UNA STRUTTURA • l ’inizio: cattura e introduce il lettore nella storia; • lo svolgimento: presenta i fatti della storia; • la conclusione: gli eventi si chiudono e la fine può essere sorprendente, commovente oppure drammatica.

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C’È UN NARRATORE che offre il suo punto di vista: può essere interno alla storia o esterno.

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C’È UN AUTORE che scrive la storia, cioè io!

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CI SONO DESCRIZIONI che aiutano il lettore a “vedere” i luoghi, i personaggi, gli oggetti…


La MAPPA-intervista

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C’È UN ORDINE NARRATIVO che l’autore segue per raccontare i fatti, può essere: • cronologico, se rispetta la successione temporale dei fatti (fabula); • intrecciato, se non rispetta la successione e intreccia i fatti (intreccio).

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CI SONO I PERSONAGGI • i personaggi principali sono i più importanti e tra questi c’è il protagonista; • i personaggi meno importanti si chiamano secondari.

7 C’È UN TEMPO

in cui la storia si sviluppa: può essere un tempo presente, passato o futuro; ben determinato o indefinito. 6

CI SONO LUOGHI in cui è ambientata la storia e in cui si svolgono i fatti: possono essere reali o immaginari.

Scopri che cos’è Il Circolo dei Lettori, lo incontrerai spesso!

Il Circolo dei Lettori Scegliete in classe uno di questi libri. Datevi un tempo per terminare la lettura a casa, poi organizzate una discussione di gruppo. G. Guéraud, Brutti sporchi e gentili, Editore Bianconero M. Cuevas, Le avventure di Jacques Papier, De Agostini L. Frescura, Quelli che credono ai sogni, Raffaello R. Dahl, James e la pesca gigante, Salani

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L’unione fa la forza Leggo per DIVERTIRMI

Leggete in coppia: a ogni colore si cambia!

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Il naso che scappa Una mattina un signore che abitava proprio di fronte al pontile dove si prendono i battelli si alzò, andò in bagno per farsi la barba e nel guardarsi allo specchio gridò: – Aiuto! Il mio naso! Il naso, in mezzo alla faccia, non c’era più, al suo posto c’era tutto un liscio. Quel signore, in vestaglia come stava, corse sul balcone, giusto in tempo per vedere il naso che usciva sulla piazza e si avviava di buon passo verso il pontile. – Ferma, ferma! – gridò il signore. – Il mio naso! Al ladro, al ladro! La gente guardava in su e rideva. A quel signore non rimase che scendere in strada e inseguire il fuggitivo, e intanto si teneva un fazzoletto davanti alla faccia come se avesse il raffreddore. Purtroppo arrivò appena in tempo per vedere il battello che si staccava dal pontile. Il signore si buttò coraggiosamente in acqua per raggiungerlo, ma il battello aveva già preso velocità. Il disgraziato si rassegnò così a passare in mezzo a una folla di curiosi e a tornare a casa, dove si tappò, dando ordine alla domestica di non lasciar entrare nessuno, e passava il tempo a guardarsi nello specchio la faccia senza naso.

Audio


L’unione fa la forza

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Qualche giorno dopo la serva di quel signore andò al mercato per comprare il pesce. – Ma questo è il naso del mio padrone! – esclamò inorridita. Comprò il naso, lo avvolse in un fazzoletto e lo portò a casa. Quando il suo padrone lo vide, lo prese tra le mani. – Ma perché sei scappato? Che cosa ti avevo fatto? – gli chiese. Il naso lo guardò di traverso arricciandosi tutto per il disgusto: – Senti, non metterti mai più le dita nel naso. O almeno tagliati le unghie – rispose. G. Rodari, Favole al telefono, Einaudi

Riconoscere un TESTO NARRATIVO 1 Di fianco al racconto, scrivi le parole PRIMA - DOPO - DOPO ANCORA - INFINE. 2 Riesci a completare questa linea del tempo con i fatti principali del racconto?

Una mattina un signore si accorge che

Il naso sale sul ...........................

Il signore si rassegna e si

La domestica

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ma il signore

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Il naso spiega

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e passa il tempo

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3 Adesso la domanda principale: secondo te questo è un testo narrativo?

S ì, perché ............................................................................................................................................................................... N o, perché ............................................................................................................................................................................. 4 Completa la frase con il termine giusto, scegli tra: aggettivi, avverbi, nomi.

Prima - dopo - dopo ancora - infine sono ............................................................ 23


Il testo NARRATIVO

L’autore

Permettete che mi presenti?

Che giornata. Che gran bella giornata d’autunno. Stranamente bella. Tempo da cani, proprio da cani. Col sole caldo come il latte della mamma, caldo come le leccate sulla pancia. Mangiato a sazietà. Bevuto a sazietà. Cacciato a sazietà. Stavolta l’avevo quasi acchiappata, la lepre. C’è mancato poco. Se solo non ci fosse stato quel fischio. Mi ha distratto per un decimo di secondo. Ma loro sono così. Ogni volta che mi avvicino al traguardo, arriva il fischio. Si sono comprati un fischietto per cani. Una cosa terribile! Ti penetra nelle ossa. In realtà io mi chiamo Brendon; ma loro mi chiamano Anton. Mi hanno cambiato nome, dicono che Anton si pronuncia più facilmente di Brendon. Permettete che mi presenti? Mi chiamo Brendon e vengo dall’Ungheria. Antica razza di cani pastore. I miei fratelli si chiamano Bela, Bratko e Bence. Loro li ho persi di vista. Per noi cani è così, ci perdiamo di vista dopo qualche settimana. Ci separano, ci danno una nuova casa, dei nuovi padroni, un nuovo ambiente, nuovi odori. Non è mica facile cambiare abitudini così, di punto in bianco, ma noi ci sappiamo fare, impariamo ad adattarci e se tutto va bene i posti migliori della nuova casa sono nostri in men che non si dica. J. Richter, Io sono soltanto un cane, Beisler Editore

Leggo per ANALIZZARE L’autore Rispondi con una x. Chi è l’autore di un racconto? La persona che scrive il racconto: il suo nome si trova in fondo al testo insieme al titolo da cui è tratto il brano e alla casa editrice che lo ha pubblicato. Il personaggio al quale l’autore fa raccontare la storia. Secondo te chi è l’autore di questo racconto? Il cane I padroni del cane Jotta Richter

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L’incontro

Il narratore

Il testo NARRATIVO

Il ragazzo è immobile, ritto davanti al recinto del lupo. Il lupo va e viene. Gira in lungo e in largo senza mai fermarsi. “Che scocciatore, quel tipo...” Ecco quel che pensa il lupo. Sono ormai due ore che il ragazzo sta davanti alla rete, piantato lì come un albero gelato, a guardare aggirarsi il lupo. “Che vuole da me?” Questo si chiede il lupo. Quel ragazzo lo turba. Non lo spaventa (un lupo non ha paura di niente), ma lo turba. Gli altri bambini corrono, saltano, gridano, piangono, fanno la linguaccia al lupo e nascondono il viso nella gonna della mamma. Poi vanno a fare i buffoni davanti alla gabbia del gorilla e ruggiscono davanti al naso del leone che frusta l’aria con la coda. Ma quel ragazzo lì, no. Rimane in piedi, immobile, silenzioso. Solo i suoi occhi si muovono: seguono il viavai del lupo, lungo la rete. “E che, non ha mai visto un lupo?”. Dal canto suo, il lupo non riesce a scorgere il ragazzo che una volta su due. Perché non ha che un occhio, il lupo. Ha perduto l’altro lottando contro gli uomini, dieci anni fa, il giorno che fu catturato. “Si stancherà prima di me” pensa il lupo continuando il suo andirivieni. E aggiunge: “Sono più paziente di lui”. E aggiunge ancora: “Io sono il lupo”. D. Pennac, L’occhio del lupo, Salani

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica il completamento giusto. Uno “scocciatore” è una razza di lupo. una persona simpatica. una persona che dà fastidio. L’espressione viene rivolta al bambino. al lupo. Qual è il significato dell’espressione “Quel ragazzo lo turba”? Scrivi un altro modo per dire la stessa cosa.

Leggo per ANALIZZARE Il narratore Rispondi. Che cosa fa un narratore? .................................................................. ................................................................................................................... Indica se le affermazioni sono vere (V) o false (F). Il narratore è qualcuno che osserva la scena. Il narratore è l’autore del racconto. Il narratore è il lupo che racconta ciò che gli succede. Il narratore è un esterno e scrive in terza persona. Il narratore è il protagonista e scrive in prima persona.

V F V F V F V F V F

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Il testo NARRATIVO

Il merlo 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32

Il contenuto

Era l’estate di nove anni fa e un giorno mi vidi arrivare in casa un nostro amico artigiano. Aveva con sé un’ampia gabbia di legno, e dentro la gabbia un merlo. Mi raccontò che glielo avevano portato dei ragazzi dopo averlo preso in un giardinetto di Torino perché non era capace di volare e un gatto lo stava aggredendo. Il mio amico però, dovendo partire per le ferie, non sapeva a chi lasciarlo, e così chiese a me di tenerlo qui in campagna dove l’aria è più buona. Era un bel merlo dal manto nero antracite e il becco giallo-arancio vivo. A mio parere poteva avere un paio d’anni, forse tre, e la sua incapacità di volare era dovuta al fatto che era sempre vissuto in gabbia fin da quando quei ragazzi lo avevano preso dal nido. “Forse”, mi dissi, “qui potrò liberarlo!” Fin da ragazzo avevo allevato, e poi liberato nel bosco, uccelli di ogni genere: fringuelli, cinciallegre, cardellini… E ora avevo in dono un merlo cittadino che non sapeva volare. Sarebbe stato almeno un buon cantatore? Incominciai con il nutrirlo il più possibile: smuovevo la terra dell’orto per cercare i lombrichi rossi e grassi, alzavo i vasi dei gerani per prendergli i millepiedi, gli portavo i ragni che facevano la tela nella catasta di legna. Quando maturarono le bacche, gli offrii mirtilli, sorbi e sambuchi. Presto incominciò a riconoscermi e a non temere le persone della casa e, quando mi avvicinavo alla gabbia, non svolazzava e non gridava spaventato ma, immobile sul paletto, aspettava un buon bocconcino. Per tutto l’autunno e tutto l’inverno se ne rimase zitto. Finalmente, in una mattina di fine febbraio, sentii provenire dalla gabbia un lieve gorgheggio: non c’era alcun dubbio, era lui, il merlo, che si era accorto dell’arrivo della bella stagione. Da quel giorno, quel merlo mi fece compagnia e mi rallegrò con il suo canto melodioso e variato. M. Rigoni Stern, Il libro degli animali, Einaudi Scuola

Leggo per DIVERTIRMI

Rileggi il racconto e a ogni accapo fai un respiro.

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Il contenuto

Il testo NARRATIVO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Dalla riga 4 alla 13 ci sono sette pronomi che sostituiscono l’espressione “il merlo”. Dalla riga 18 alla 22 ci sono tre pronomi che sostituiscono l’espressione “al merlo”. Scovali tutti e continua a colorarli. Rispondi. “Mi vidi arrivare in casa un nostro amico artigiano” (righe 2-3). Sai chi sono gli artigiani? Quali lavori potrebbe svolgere l’amico artigiano dell’autore? .......................................................................................................................................... Conosci il colore antracite (riga 9)? Prova a spiegare che colore è. ..........................................................................................................................................

Capisco il racconto Rispondi con una x. Chi è il narratore del racconto? L’artigiano Il merlo L’uomo di campagna

Qual è il problema del merlo? Non canta Non parla Non sa volare

Rifletto Rispondi sul quaderno. 1. Perché il merlo rischiava di fare una brutta fine? 2. Dal racconto riesci a capire dove era stato il merlo fino a quel momento? 3. In che mese pensi che il merlo sia stato trovato? Da che cosa lo capisci? 4. Quanti mesi all’incirca trascorrono prima che si metta a cantare?

Leggo per ANALIZZARE Il titolo Contenere significa tenere in sé, accogliere, racchiudere. Esiste il contenuto di un pacco e il contenuto di un racconto. Il titolo è un assaggio del contenuto: quale altro titolo daresti a questo racconto per stuzzicare la curiosità dei lettori? .............................................................................................................................................

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Il testo NARRATIVO

Il contenuto

Una strana notte

SCRIVO Dal testo si comprende perché i due amici sono andati via? Scrivi l’inizio della storia sul quaderno.

– Potremmo bussare alla porta di qualcuno... – E chiedere se ci possono ospitare? – Sì – dissi, sapendo che era impossibile. – Non possiamo andare a casa di gente sconosciuta – disse Edward. Già. Era peggio che passare la notte all’aperto. Non potevamo farlo, così come non potevamo chiedere soldi a un estraneo. – Ci farebbero un sacco di domande. – E poi non ci sono case, da queste parti... Dapprima mi misi a piangere in silenzio, ma poi scoppiai in singhiozzi disperati. – Mi dispiace – disse Edward, sconsolato. Ed ecco che dietro una curva apparve una casa, anzi un casolare, anzi un mezzo casolare perché contro il cielo viola si stagliava un tetto senza tegole e una parete era crollata. Entrammo dalla porta spalancata, tenendoci stretti. Dentro trovammo mucchi di foglie, cumuli di pietre accatastate e un merlo che fischiava dalla finestra senza vetri. Era un posto orrido. Ci sistemammo tra le foglie, in un angolo, sotto una parte di tetto rimasta intatta. L’oscurità ci avvolse completamente: non riuscivamo nemmeno più a distinguere i contorni delle finestre, e tra le foglie si sentivano rumori di qualcosa che strisciava e fruscii indefiniti e terrificanti. Noi ci stringevamo l’uno all’altra, irrequieti. Riuscimmo perfino a dormire un po’. – Pensi che sia quasi giorno? – Non lo so. Ma non poteva essere giorno. Il buio avanzava lentamente. Tutte le notti erano così lunghe? – Ho freddo. – Anch’io. – È tutta colpa mia – disse Edward. – Avrei dovuto andare via da solo. – Non sapevi nemmeno dove andare. – Già. P. Lively, Un viaggio indimenticabile, Mondadori

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Il contenuto

Il testo NARRATIVO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Rispondi. La frase nel testo ”L’oscurità ci avvolse completamente” che cosa significa? Riscrivi con parole tue: .................... .......................................................................................................................................................................................................... Il pronome “ci” a chi si riferisce? .............................................................................................................................................. I due personaggi sono due maschi o un maschio e una femmina? Sottolinea la parola che te lo fa capire. Elimina i legami temporali di questa frase e riscrivi due frasi distinte. “Dapprima mi misi a piangere, poi scoppiai in singhiozzi disperati”. .....................................................................................................................................................................................................

Rifletto Quali frasi pronuncia Edward? Sottolineale. – Potremmo bussare alla porta di qualcuno. – Mi dispiace. – Pensi che sia quasi giorno? – Anch’io. – È tutta colpa mia.

Rispondi sul quaderno. 1. Che cosa “Era peggio che passare la notte all’aperto”? 2. Perché i due ragazzi avrebbero dovuto chiedere soldi a un estraneo? 3. Il cielo viola ti fornisce un’informazione nascosta: che ora sarà stata?

Leggo per ANALIZZARE Il contenuto Rispondi con una x. Di che cosa parla questo racconto? Di due ragazzi che sono scappati di casa Di due ragazzi che sistemano una casa Di un ragazzo che non vuole chiedere aiuto a nessuno Completa le frasi. Il personaggio che racconta scoppia in singhiozzi perché ............................................................................................ A Edward la notte non era mai sembrata così lunga prima perché............................................................................. Edward si sente responsabile delle lacrime dell’amica perché ....................................................................................

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Il testo NARRATIVO

Lo scopo

Racconti a confronto

Centro culturale Heydar Aliyev, Baku, Azerbaigian

LESSICO Trova un sinonimo. audace: ......................................... sinuoso: ........................................ decollo: ........................................ Sottolinea nel racconto l’espressione inglese presente e traducila a voce.

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Zaha è una persona straordinaria, ma anche i tuoi compagni lo sono! Crea una breve presentazione delle caratteristiche positive di ciascuno di loro: carattere, gusti, qualità, passioni, interessi. Se la maestra è d’accordo potete svolgere il lavoro in gruppi sorteggiando i nomi dei bambini da descrivere. Quando arriverà un esperto o una supplente sarà come se vi conoscesse da sempre!

Zaha Hadid Quando Zaha compì dieci anni, decise che voleva diventare un’architetta. Era una bambina molto determinata, e crescendo divenne uno dei più grandi architetti del nostro tempo. Si guadagnò anche un soprannome: la “regina della curva”, perché gli edifici che progettava erano strutture molto audaci e sinuose. Un giorno, salì a bordo di un aereo. Il pilota annunciò che ci sarebbe stato un breve ritardo nel decollo. Zaha non volle saperne e pretese che la facessero salire subito su un altro volo. – Impossibile – protestò l’equipaggio, – il bagaglio è già stato imbarcato. Ma Zaha tanto disse e tanto fece, che l’ebbe vinta lei. Come al solito. Zaha era fatta così. Le piaceva superare i limiti, fare le cose che tutti gli altri consideravano impossibili. Era così che aveva creato un genere di edifici che nessun altro avrebbe mai potuto immaginare. Progettò stazioni dei vigili del fuoco, musei, ville, centri culturali, un centro di sport acquatici e molto altro ancora. Zaha si forgiò da sola un percorso molto personale. Non aveva mai paura di essere diversa. Uno dei suoi mentori disse che era come “un pianeta sulla propria, inimitabile orbita”. Sapeva sempre cosa voleva e non si dava pace finché non lo otteneva. In effetti dicono che sia questo il segreto per ottenere grandi risultati nella vita. Zaha fu la prima donna a ricevere la Medaglia d’Oro del Royal lnstitute of British Architects, uno dei maggiori riconoscimenti al mondo nell’ambito dell’architettura. E. Favilli, F. Cavallo, Storie della buonanotte per bambine ribelli, Mondadori

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Scoppi e petocchi

Lo scopo

Il testo NARRATIVO

– Quando tu beve questa vostra Cocca, se ne va dritta dritta nella pancina. Chiaro o scuro? – Chiaro. – E anche le bolle va nella pancina. Chiaro o scuro? – Sempre chiaro. – E le bolle frizza verso l’alto? – Certo. – Questo significa – proseguì il G.G.G. – che le bolle va bizzibizzi fino in gola ed esce dalla bocca con un rutto un pochetto vomitoso. – Sì – riconobbe Sofia, – un ruttino di tanto in tanto è anche buffo. – Ruttare è inamissile – dichiarò il G.G.G. – Noi giganti mai si rutta. – Ma con quella vostra bevanda, come si chiama... – ... sciroppio. – Con quel vostro sciroppio le bolle se ne andranno verso il basso, con conseguenze ben peggiori. – Perché peggiori? – chiese il gigante corrugando la fronte. – Perché se scendono invece di salire, usciranno per qualche altra parte con un rumore ancora più forte e sconveniente. – Con un petocchio! – esclamò il G.G.G. raggiante. – Noi giganti fa petocchi in continuazione! Un petocchio è un segno di gioia. È una musica per l’orecchio! È un marcio nuziale!

LESSICO

Sottolinea le parole “strambe”. Poi pensicchiane altre e fai una gara con i tuoi amicini a chi ne trova di più!

R. Dahl, Il GGG, Salani

Leggo per ANALIZZARE Lo scopo Completa e rispondi facendo riferimento ai due testi che hai letto in queste pagine. Zaha Hadid racconta di ................................................................................................................... Il suo scopo è .................................................................................................................................... Scoppi e petocchi racconta di ......................................................................................................... Il suo scopo è .................................................................................................................................... per questo lo scrittore utilizza un linguaggio ........................................................................... Secondo te, quale testo raggiunge lo scopo? Confrontati con i compagni e rispondi con una x. La maggioranza di noi ha risposto sì: l’autore ha centrato il bersaglio nel testo ............................................ ha risposto no: l’autore non ha centrato il bersaglio nel testo ............................................

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Il testo NARRATIVO

La fabula

Pietro the Tomato

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Il giorno dopo, a scuola… – Tocca a te, Pietro – lo incoraggia la maestra Paola. – My name is… “Reagisci!”. Nella testa sente il nonno che lo incita. – My name is Pietro, Pietro the Tomato! I compagni lo guardavano allibiti, poi scoppiano a ridere e anche Pietro ride con loro! Li ha stesi colpendo d’anticipo. – Meriti dieci, Pietro. Chi sa ridere dei propri difetti è un campione! – si complimenta la maestra.

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L’indomani la maestra di inglese vuole che tutti i bambini facciano un’autopresentazione, in inglese naturalmente: nome, cognome e una caratteristica del carattere. Pietro non vorrebbe affrontare la prova. – Sbaglierò tutto, nonno. Come minimo inizierò a balbettare e poi a diventare rosso. Io non ce la farò – si lamenta Pietro. – Invece sì! Quando senti arrivare le fiamme non ti devi nascondere. Anzi! Fai di tutto per essere notato. E un bel giorno la timidezza getterà la spugna. Dai, la possiamo battere. È per questo che ci alleniamo.

Pietro è arrabbiato con se stesso. Non può tenere nessun segreto. Tutti sanno che Pietro è innamorato di Eleonora: gli basta vederla e si trasforma in un pomodoro maturo. In classe c’è sempre qualcuno pronto a strillare: – Attenti! Passa il Pomodoro! – Devi affrontare questa faccenda seriamente. Come se tu fossi un gladiatore che combatte contro i leoni – disse un giorno il nonno. – Devi assolutamente vincere! – Ma nonno, non è una gara. – Invece sì. Il tuo avversario è la timidezza e si nasconde dentro di te. Ma tu non vuoi dargliela vinta, giusto? – gli dice il nonno. – Adesso tu e io siamo alleati e sconfiggeremo la vergogna. Ci alleneremo come per un match di pugilato. Al lavoro, il ring ci aspetta! D. Palumbo, Pietro Pomodoro, Mondadori

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La fabula

Il testo NARRATIVO LESSICO

Leggo per ANALIZZARE L’ordine cronologico Rispondi con una x. Hai compreso quando e come si sono svolti i fatti del racconto? Sì No Cancella le parole sbagliate in questa frase. Nel racconto i fatti sono organizzati in modo coerente / incoerente perché la narrazione rispetta / non rispetta l’ordine cronologico.

L’origine delle parole Cronologico (agg.) Deriva dal greco chronos (tempo) e logos (discorso). Significa che rispetta la successione temporale.

Riordina il racconto. Ci sono alcune parole del tempo che ti possono aiutare a capire in quale ordine si sono svolti i fatti. Cerchiale nel testo: sono 3. Scrivi nello spazio accanto a ogni parte del racconto le parole che caratterizzano la struttura del testo narrativo: inizio; svolgimento; conclusione.

Clil

Adesso avanti, presentati tu in inglese, vediamo se riesci ad attribuirti una qualità proprio come fa Pietro!

My name is Pietro, Pietro the Tomato!

Listen and read

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Il testo NARRATIVO

Leggo per DIVERTIRMI

Scegli un compagno, un amico, una sorella... con cui condividere la lettura della fiaba. Cambiate turno a ogni colore. Chi comincia?

La fabula

Cappuccetto Rosso 1. C’era una volta una bambina che viveva con la mamma in una casetta al margine del bosco: questa bambina si chiamava Cappuccetto Rosso perché la mamma le aveva fatto una mantellina con un cappuccio rosso, che la bambina portava sempre. 2. Cappuccetto Rosso aveva una nonna, molto vecchia, che abitava in una casetta al di là del bosco e che un giorno si ammalò. La mamma pensò di mandare Cappuccetto Rosso a portarle delle focaccine, un po’ di burro e della marmellata, raccomandandosi di non fermarsi nel bosco per nessun motivo, di non parlare con nessuno e di camminare dritta verso la casa della nonna. 3. Cappuccetto Rosso uscì di casa e si avviò ma, quando fu nel bosco, si lasciò distrarre dai fiori, dagli animaletti e si fermò a giocare. 4. Il lupo, che abitava nel bosco, vide la bambina e si mise a chiacchierare con lei amabilmente. Venne così a sapere dove stava andando e le consigliò la strada più lunga, in modo da poter arrivare per primo a casa della nonna. 5. Quando arrivò, si fece aprire la porta facendo una vocina come quella di Cappuccetto Rosso, entrò, si mangiò la nonna in un boccone e si mise a letto, sotto le coperte, ad aspettare la bambina per mangiare anche lei. 6. Cappuccetto Rosso arrivò, guardò quella che credeva essere la nonna e disse: “Nonnina, che occhi grandi hai!” e il lupo rispose: “È per guardarti meglio”. “E che orecchie grandi hai!”. “È per sentirti meglio”. “E che bocca grande hai!”. “È per mangiarti meglio!!!” e il lupo saltò fuori dal letto e se la mangiò. 7. Un cacciatore, che passava lì vicino, sentì le grida di Cappuccetto Rosso, corse dentro la casetta, vide il lupo che dormiva profondamente con la pancia gonfia e gliela tagliò con un coltello. 8. Cappuccetto Rosso e la nonna saltarono fuori, facendo grandi feste al coraggioso cacciatore. da C. Perrault

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La fabula

Il testo NARRATIVO

Leggo per ANALIZZARE Le sequenze Hai notato? Il testo è diviso in parti numerate e di colore differente: collega ogni parte al contenuto che presenta.

Parte 1 Parte 2 Parte 3 Parte 4 Parte 5 Parte 6 Parte 7 Parte 8

Arriva un personaggio nuovo che risolve un problema. Entra in scena un nuovo personaggio. Vengono presentati il luogo, il tempo e i personaggi. Cambia il luogo del racconto. Cambia ancora il luogo ed entra in scena un nuovo personaggio. Prende il via la storia. La storia si conclude. Accade il fatto più importante della storia.

Completa. Ognuna di queste parti è una .......................................................... Ogni volta che c’è una sequenza nuova viene presentato un ......................................................... o un ......................................................... nuovo. Una dopo l’altra, le sequenze compongono il filo narrativo del .......................................................... Disegna le sequenze che mancano.

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3

4

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6

5

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Strizzo il testo Strizzare il testo è un’operazione divertente ma anche utile. Segui le indicazioni e se hai difficoltà chiedi alla maestra di lavorare con un compagno.

Per strizzare un testo come si deve: 1 leggi due volte tutto il brano; 2 i ndividua le sequenze e indicale con un segno a lato del testo; 3 c ancella le informazioni che non sono essenziali, come nell’esempio; 4 ricopia a fianco le frasi rimaste; 5 r ipeti a voce la storia così semplificata e controlla che non ci siano altre informazioni superflue che puoi togliere.

Osserva come è stata strizzata la prima sequenza, poi continua tu.

Il bambino lumaca 1. C’era un bambino che si chiamava Tommy e aveva una grandissima passione per le lumache. Aveva ottenuto dai genitori il permesso di tenerne una tutta sua dentro una specie di acquario senza acqua che aveva sistemato nella sua cameretta. Tommy pensava che gli sarebbe piaciuto vivere strisciando con moltissima calma da una foglia all’altra, mordicchiando insalata fresca, senza fretta, senza rumore, in modo che a guardarlo da fuori sembrava calmo e silenzioso. 2. Un giorno che era lì a osservare Remo si sentì come risucchiare e rimpicciolire. Aveva davanti a sé una specie di giungla di ciuffi d’erba che finiva bruscamente contro una parete verticale trasparente. Quando si voltò, vide la stessa cosa dall’altra parte. – È così – disse una voce bassa e fioca. – È sempre e solo così. Tommy si voltò, sempre molto piano, e vide che a parlare era stato Remo. Solo che era un Remo gigantesco ed era proprio lì, a due passi da lui. Tommy era diventato una lumaca.

Tommy aveva una grandissima passione per le lumache. Aveva ottenuto il permesso di tenerne una dentro una specie di acquario senza acqua. Tommy pensava che gli sarebbe piaciuto vivere strisciando con calma da una foglia all’altra, senza fretta, senza rumore. ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... .........................................................................

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3. Tommy cercò di spostarsi verso il vetro, per chiedere aiuto, fare qualcosa, ma il suo corpo rispondeva agli ordini molle molle, come se non volesse obbedire. Alla fine, con molti sforzi, riuscì ad arrivare al vetro e a schiacciarsi contro, proprio come faceva quando era dall’altra parte. Ma non c’era nessuno, tranne la sua immagine riflessa. 4. Dopo una mezz’oretta Tommy riuscì a tornare da Remo, molto lentamente. Non si dissero niente, perché non c’era niente da dire: vivere in quel modo era terribile. Così terribile che Tommy decise all’istante che non si poteva tenere una lumaca prigioniera... 5. In quel momento si sentì come gonfiare e si ritrovò nella sua camera, davanti alla finestra, a contemplare una lumaca solitaria che strisciava molto lenta dentro un acquario senza acqua. E senza stare più a pensarci, Tommy prese Remo con due dita e lo riportò ai giardini dove l’aveva trovato.

Strizzo il testo ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... .........................................................................

R. Piumini, Storie in un fiato, Einaudi

Rispondi con una x. Che cos’è più importante nella sequenza n. 2? Che Tommy vede l’insalata Che Tommy è diventato una lumaca

Che cos’è più importante nella sequenza n. 4? Che Tommy torna da Remo Che Tommy capisce cosa significa essere prigionieri

Che cos’è più importante nella sequenza n. 3? Che Tommy striscia Che Tommy non può chiedere aiuto

Che cos’è più importante nella sequenza n. 5? Che Tommy torna normale Che Tommy libera la lumaca

Se ti alleni a strizzare un testo potrai applicare lo stesso metodo ai testi di studio in modo da: - individuare più facilmente le informazioni fondamentali; - semplificare i contenuti; - memorizzare più velocemente e senza fare fatica.

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Il testo NARRATIVO

L’intreccio

Oreste è scomparso Dopo la scuola Lizzie volò a casa, sperando per il meglio, ma temendo il peggio. Per tutto il giorno non aveva fatto altro che pensare a Oreste. Ora, mentre correva per la strada, le tornò in mente quella mattina d’inverno in cui l’aveva trovato tra i cassonetti della spazzatura. Era poco più di un cucciolo, tutto infreddolito, tremante e affamato. Dopo qualche giorno, quando si era accorta che nessuno gli dava da mangiare, aveva deciso di portarlo a casa con sé e di chiamarlo Oreste. E ora Oreste non c’era più. – Ho cercato dappertutto – disse la mamma a Lizzie. – Ho frugato negli armadi, ho controllato in strada. Perfino nel parco – esitò – e sotto le macchine. Dagli occhi di Lizzie sgorgarono due grandi lacrimoni. – Tu pensi che sia morto, vero? La signora Thompson mise un braccio attorno alle spalle della figlia. – Qui intorno può essere pericoloso per i gatti, le strade sono molto trafficate – disse. – È già stato anche troppo fortunato, finora – aggiunse con aria dolce. – Ma Oreste ha appena sei anni, mamma – piagnucolò Lizzie. – Da quando in qua vivere sei anni soltanto è una fortuna? Scoppiando in un pianto dirotto, Lizzie salì di corsa in camera sua e si chiuse dentro sbattendo la porta. T. Blacker, Rapimento, EL

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L’intreccio

Leggo per CAPIRE

Il testo NARRATIVO LESSICO

Rifletto Completa con CAUSA o CONSEGUENZA.

FATTO

.................................

Lizzie decide di occuparsi del gatto.

Lizzie è angosciata dall’idea di perderlo.

................................. Lizzie trova un gatto abbandonato.

Flashback (s.m. inv.) Termine inglese composto di flash, “lampo” e back, “indietro”. Ricordo improvviso di un avvenimento passato.

Leggo per ANALIZZARE Il flashback Osserva le parti del racconto presentate in ordine cronologico e rispondi.

Secondo te, nella realtà, i fatti si sono svolti in questo ordine? Sì No Non so Se non sei d’accordo e pensi che l’autore li abbia intrecciati, disegna una freccia che riporti il riquadro nel punto in cui deve stare. Riscrivi il testo sul quaderno collocando il flashback nel punto in cui si trova qui sotto

Sei d’accordo con questa affermazione? Rispondi con una x. Intrecciare i fatti di un racconto usando il flashback rende il testo più interessante. Sì No Non so

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Il testo NARRATIVO

L’intreccio

È ora di andare a scuola Qual è il tempo di questi verbi? .....................................................

Qual è il tempo di questi verbi? .....................................................

Qual è il tempo di questi verbi? .....................................................

Io mi chiamo Ambra Chiaro. Sta suonando la sveglia, ma non ho voglia di aprire gli occhi. Passano alcuni minuti, arriva la mamma e dice: – Svegliati, amore. È ora di andare a scuola. Non c’è niente da fare, così scendo dal letto e via, sotto la doccia. Intanto penso a tante cose... Chi sarà il mio nuovo maestro? Chi sarà il mio vicino di banco? Hanna Burton sarà sempre così antipatica con me? Ci sarà qualche bambino nuovo? Qualcuno che abbia bisogno di farsi dei nuovi amici, magari? Come farò senza Mattia? Quest’anno, per la prima volta, il nuovo anno scolastico comincerà senza il mio migliore amico, che si è trasferito in un’altra città. Sarò triste senza di lui? Quando arrivo a scuola sono in ritardo: ho perso tempo a cercare lo zainetto. Entro in aula. “Sei in ritardo!” dice Hanna Burton guardando l’orologio. “Grazie, Big Ben!”. L’ho chiamata così pensando al famoso orologio che c’è a Londra e, intanto, mi guardo intorno per vedere dove posso sedermi. Si sono sistemati tutti come l’anno scorso: stesse file, stessi posti. Vado a sedermi in quello che sarebbe stato il mio banco. Quello vicino al mio è vuoto, ma non per molto, perché dopo un po’ arriva Brenda e si siede accanto a me. Io, intanto, penso che vorrei un’amica. Così sorrido a Brenda e anche lei mi sorride: forse ho trovato la mia migliore amica, quella che stavo cercando. P. Danziger, Ambra Chiaro va in quarta, Piemme Junior

MORFOLOGIA Analizza a voce i verbi evidenziati nel testo: modo-tempo-persona Grammatica RAF - pag. 111

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L’intreccio

Il testo NARRATIVO

Leggo per ANALIZZARE Il flashforward Osserva le parti del racconto: l’autore ha intrecciato i fatti del presente e del futuro. Riporta con una freccia ogni fatto sulla linea, in modo da ristabilire l’ordine cronologico.

1

2

3

Leggi e rispondi con una x. Intrecciare i fatti di un racconto usando il flashforward fa venire voglia di andare avanti a leggere. Sei d’accordo con questa affermazione? Sì No Completa la frase colorando le parola giusta, poi rispondi. Ciò che Ambra Chiaro immagina forse di sicuro potrebbe accadere nel presente futuro . Perché? ...........................................................................................................................................................................................

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Utilizza il flashforward Cerca di immaginare come sarà il primo giorno di scuola del prossimo anno scolastico. Scrivilo su un foglio e nascondilo in un cassetto. Il prossimo settembre sarà una sorpresa rileggerlo! Comincia così: Sono seduto sul letto in camera mia, sto leggendo il racconto di Ambra Chiaro e improvvisamente immagino...

LESSICO Flashforward (s.m. inv.) Termine inglese composto di flash, “lampo” e forward “avanti, in avanti”. Interruzione della successione cronologica dei fatti per anticipare eventi che accadranno in seguito.

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Il testo NARRATIVO

I personaggi

Folletti in cucina

Dalla cucina della signora Mirtilla Maggiolina De’ Ciliegis uscivano ogni giorno gli odori più stuzzicanti. Un giorno sentivi profumo di pollo fritto e croccante con frittelle di mirtilli; il giorno dopo il profumo dell’arrosto si sposava all’aroma del pan di zenzero dolce e speziato. Una mattina un buon aroma di caffè bollente e di bacon profumava l’aria. Pong! Fece il tostapane, e sparò fuori due fette di pane tostate e dorate. La signora Mirtilla spalmò sulla sua uno strato di marmellata di fragole, il signor De’ Ciliegis un velo biondo di miele. – Mmmmmm! – mormorò il signor De’ Ciliegis. – Che cosa c’è di meglio, al mattino, di un bel toast croccante? A quelle parole, pieno di orgoglio, il tostapane, che già era lucente, sorrise e si mise a brillare ancora di più. – La nostra cucina è così perfetta che a volte penso che abbia qualcosa di magico – disse sorridendo la signora Mirtilla. Ma non sapeva quanto fossero vere quelle parole. C’era qualcosa di magico nella sua cucina, anzi, qualcuno. Proprio in quel momento, nascosti dietro il barattolo dello zucchero, i due folletti domestici della casa si davano a vicenda pizzicotti e ridacchiavano. Questi due esseri avevano nomi lunghi e impronunciabili, ma fra di loro, per semplicità, si chiamavano Sale e Pepe. Il folletto Sale indossava un vestito bianco e dormiva nella saliera d’argento della signora Mirtilla, mentre Pepe indossava un completo grigio a pois e dormiva nella pepiera d’argento. Era responsabilità di Sale e Pepe controllare che tutti in cucina svolgessero per bene il proprio lavoro. – Se non li accontentiamo, potrebbero smettere di lavorare – bisbigliò Sale a Pepe mentre pattinavano sui cubetti di ghiaccio. – Forse dobbiamo lasciarli provare… E così, nella cucina della signora Mirtilla iniziò l’Operazione Scambio! Appena la signora De’ Ciliegis uscì di casa, tutti gli elettrodomestici iniziarono a scambiarsi i lavori: le camicie uscirono dalla lavatrice e volarono dentro il forno, la caffettiera iniziò a riempirsi di gelato, il frullino cominciò a stirare le camicette, la lavatrice a impastare il Pan di Spagna… Sale e Pepe, sulla scatola dei fiammiferi, si godevano lo spettacolo.

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LESSICO Zenzero (s.m.) Spezia dal sapore pungente e aromatico Bacon (s.m. inv.) Parola inglese che indica la pancetta di maiale affumicata. In Inghilterra si usa fare colazione con uova e bacon.


I personaggi

E proprio in quel momento il signor De’ Ciliegis entrò in cucina. Spalancò gli occhi, esterrefatto. La cucina era un vero disastro! – Mirtilla! Mirtilla! – gridò il signor De’ Ciliegis uscendo di corsa. In un batter d’occhio, i due folletti si misero all’opera. A velocità supersonica rimisero la cucina in ordine perfetto! – V-v-vieni a vedere – balbettava intanto il signor De’ Ciliegis fuori dalla porta. – Vieni a vedere che cosa è successo alla tua cucina, Mirtilla. Entrarono. – Beh, che cosa c’è che non va? – chiese la signora Mirtilla. Tin! Fece il forno. La signora De’ Ciliegis aprì lo sportello e ne estrasse un soffice e morbido Pan di Spagna. S. Plath, 3 storie per bambini, Mondadori

Il testo NARRATIVO MORFOLOGIA

Sottolinea: con il rosso i nomi comuni di persona; con il blu quelli di cosa; con il verde i nomi propri. Grammatica RAF - pag. 56

Leggo per DIVERTIRMI

Rileggi utilizzando una voce diversa per ogni personaggio.

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Rispondi sul quaderno. 1. Che cosa stanno facendo i signori De’ Ciliegis? 2. “La nostra cucina è così perfetta che a volte penso che abbia qualcosa di magico” dice la signora Mirtilla. Che cosa intende dire? 3. Perché gli oggetti della cucina decidono di scambiarsi i lavori?

Leggo per ANALIZZARE I personaggi Rispondi. Chi sono i personaggi del racconto? ....................................................................................... Chi sono i protagonisti (cioè i personaggi più importanti)? .............................................. ............................................................................................................................................................. Completa.

Personaggi realistici

...................................................................................................

Personaggi fantastici ...................................................................................................

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Il testo NARRATIVO

Il tempo e il luogo

Nel mondo

1. ................................................................................................................ C’era una volta un bambino di nome Pablito che viveva con i genitori in un villaggio situato sulla riva di un piccolo lago. Le persone del villaggio erano molto povere e lavoravano dalla mattina alla sera senza quasi mai parlare. Difficilmente si potevano trovare persone amiche fra loro e ancora più difficile era vedere qualcuno sorridere. C. Scataglini, Fiabe e racconti per imparare, Erickson

2. .............................................................................................................. Un viaggiatore sperduto nel deserto disperava di trovare l’acqua. Si trascinò a fatica in cima a una duna, poi su un’altra e un’altra ancora nella speranza di scorgere da qualche parte un corso d’acqua. Continuò a guardare in tutte le direzioni, ma invano. Mentre procedeva barcollando, inciampò in un cespuglio secco e cadde. Restò lì disteso, senza più la forza di rialzarsi. A. De Mello, La preghiera della rana, Ed. Paoline

3. ........................................................................................................... Un giorno mi ritrovai in mezzo alla campagna, in una zona di campi verdeggianti dove brucavano mucche dal muso dolce e mite. Davanti a me un sentiero scendeva verso la grande conca azzurra del mare. Tra le siepi erbose crescevano viole e primule selvatiche e, quando uscì il sole, il colore dell’erba rigogliosa si trasformò inaspettatamente e divenne verde smeraldo. R. Pilcher, Il giorno della tempesta, Mondadori

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Il tempo e il luogo

Il testo NARRATIVO

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Completa. • Vicenda n. 1 Quando si svolge? ......................................................................................................................... Dove si svolge? ............................................................................................................................... Vicenda n. 2 Quando si svolge? ......................................................................................................................... Dove si svolge? ............................................................................................................................... Vicenda n. 3 Dove si svolge? ............................................................................................................................... Quando si svolge? ......................................................................................................................... In base alle risposte che hai dato, dai un titolo a ogni spezzone di testo.

Leggo per ANALIZZARE Il tempo e il luogo Rispondi. Quali sono le parole che definiscono il tempo all’inizio dei racconti 1e 3? .................. ............................................................................................................................................................. È un tempo preciso? Potresti capire che data è? Sì, perché .................................................................................................................................... No, perché .................................................................................................................................. Quali parole sceglieresti per definire il tempo nel racconto n. 3? Un sabato mattina Alle 15.30 del 12 agosto Era un’estate torrida Quali di questi luoghi non c’entrano con i brani che hai letto? Cancellali. villaggio • fiume • città • campagna • pianura • paesello • campo • montagna

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La descrizione nel testo NARRATIVO

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi la prima parte e subito dopo l’ultima, saltando la parte di testo colorata. Poi rileggi tutto in ordine, compresa la parte colorata. Quale versione preferisci?

descrittivo

MORFOLOGIA Gli aggettivi qualificativi sono molto importanti nella descrizione! Sottolinea tutti gli aggettivi qualificativi di questa parte di testo. Grammatica RAF - pag. 70

Il giardino segreto Che cos’era quella cosa quadrata e metallica che le sue mani sentirono e in cui le sue dita trovarono un buco? Era la serratura di una porta che era stata chiusa per dieci anni. Mary allora mise una mano in tasca, tirò fuori la chiave e l’infilò nella toppa. Poi provò a girare. Le ci vollero tutte e due le mani per farlo, ma riuscì a girarla. Respirò profondamente e si guardò alle spalle per vedere se arrivava qualcuno lungo il sentiero. Ma non c’era nessuno, non c’era mai nessuno a quanto pareva. Fece un altro respiro profondo, perché non poteva farne a meno, spostò il sipario di foglie e spinse la porta che, piano piano, si aprì. Allora scivolò all’interno e chiuse la porta dietro di sé, rimanendovi appoggiata con la schiena, e si guardò intorno mentre il suo respiro si faceva sempre più rapido per l’eccitazione, la meraviglia e il piacere. Era dentro il giardino segreto. Era il posto più bello e misterioso che si possa immaginare. Gli alti muri che lo racchiudevano erano coperti di rami nudi di rose rampicanti, così fitti che si erano intricati fra loro. Mary Lennox riconobbe le piante perché ne aveva viste molte in India. Tutto il terreno era coperto di erba scura invernale e di cespugli che un tempo dovevano essere stati coperti di rose. Alcune delle piante di rose erano così cresciute che sembravano piccoli alberi. C’erano anche altri alberi nel giardino, e una delle cose che rendeva quel luogo così strano e affascinante era che le rose rampicanti li avevano ricoperti e cadevano verso terra formando dei festoni leggeri e svolazzanti che qua e là si erano attaccati l’uno all’altro o a un ramo più lontano, così da unire alberi diversi e formare dei deliziosi ponti. Non c’erano né foglie, né rose sulle piante e Mary non sapeva se fossero morte o vive, ma i loro rami di un grigio leggero o marrone sembravano un mantello che coprisse ogni cosa, muri, alberi e anche l’erba scura, perché molte piante erano cadute dai loro sostegni e si erano sviluppate sul terreno. Era questa confusa massa che legava albero ad albero a rendere il giardino così misterioso. Mary si allontanò dalla porta, camminando con cautela come se avesse paura di svegliare qualcuno. Era contenta che ci fosse dell’erba sotto i suoi piedi così da non fare rumore. F. Burnett, Il giardino segreto, Giunti Jr

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La descrizione nel testo NARRATIVO

Leggo per ANALIZZARE Lo STOP descrittivo Leggi e osserva le azioni di Mary: perché, secondo te, possono essere immaginate come fossero i fotogrammi di un film?

Mary tocca con le mani una serratura.

Mary apre la porta e scopre il giardino.

Mary avanza nel giardino.

Rispondi. La descrizione interrompe la sequenza di azioni? Sì

No

Qual è lo scopo della descrizione nel racconto? ........................................................................................................ ................................................................................................................................................................................................... Secondo te, è possibile paragonare la descrizione del giardino a una fotografia? Perché? ................................................................................................................................................................................................... Quali sensi attiva l’autrice per descrivere il giardino? ................................................................................................ Trova il contrario degli aggettivi sottolineati nella descrizione del giardino, poi utilizzali per produrre una nuova descrizione.

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La descrizione nel testo NARRATIVO

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi la prima parte e subito dopo l’ultima, saltando la parte di testo colorata. Poi rileggi tutto in ordine, compresa la parte colorata. Quale versione preferisci?

descrittivo

MORFOLOGIA Anche i verbi sono importanti in una descrizione: aiutano a conoscere le abitudini e i comportamenti della persona o dell’animale descritti. Sottolinea in questa parte di testo i verbi che ti fanno capire le azioni di Pinolo. Grammatica RAF - pag. 92

Pinolo Un giorno, mentre camminavo per strada, mi si è affiancato un cane, uno spinone color miele dai baffi folti e gli occhi grandi, liquidi. Aveva al collo un ciondolo d’argento a forma di lettera P. Certamente si trattava di un cane perso e per una settimana ho continuato a mettere annunci sui giornali. Ma nessuno si è fatto vivo così ho finito per tenerlo con me. L’ho chiamato Pinolo, per fare fede a quella P. Era un cane dolce, festoso e miope. Da lontano scambiava un albero per una persona, oppure prendeva un sacchetto dell’immondizia per un gatto e gli correva incontro giocoso. La sua attività preferita, infatti, era il gioco e di giocare non si stancava mai, sebbene non fosse più un cucciolo. Il gioco che amava di più era il lancio della pietra. Più gliela gettavo lontano e più era contento. Poteva passare ore e ore a rincorrere una pietra che volava, che rotolava, che saltava. Quando si posava, la prendeva fra i denti e me la riportava indietro aspettando che gliela rilanciassi. Quando ero proprio stanca di quel gioco, gli gridavo che era ora di finirla e mi mettevo a leggere, lui mi dava dei piccoli colpi col muso sul braccio o sulle gambe, e non la smetteva finché non gli lanciavo un’altra volta la pietra lontano. D. Maraini, Storie di cani per una bambina, Bompiani

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La descrizione nel testo NARRATIVO Leggo per ANALIZZARE Lo STOP descrittivo Completa la storia della bambina e Pinolo: secondo te può essere immaginata come i fotogrammi di un film?

La bambina trova ......................................... e mette annunci sui giornali.

Nessuno risponde perciò la bambina

La bambina si stanca di

.........................................

........................................

.........................................

Rispondi. Qual è lo scopo della descrizione che interrompe il racconto? ........................................................ .............................................................................................................................................................................. Secondo te, è possibile paragonare la descrizione di questo cane a una fotografia? Perché? .............................................................................................................................................................................. Sottolinea nel testo come indicato: - con il rosso com’è Pinolo; - con il blu che cosa fa Pinolo. Nel testo manca la descrizione fisica di Pinolo. Scrivi e disegna come lo immagini. ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... .....................................................................................

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La descrizione nel testo NARRATIVO

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi la prima parte e subito dopo l’ultima, saltando la parte di testo colorata. Poi rileggi tutto in ordine, compresa la parte colorata. Quale versione preferisci?

descrittivo

Andrea e Debora Andrea con le mani in tasca gironzolava spesso attorno alla casa di Debora. Non si limitava però a restare nel giardino di fronte, di solito camminava proprio lungo la cancellata di cemento. Aveva i capelli rossi, ma strani. Erano di un rosso un po’ sbiadito, come se fossero stati lavati troppe volte. Avevano una posizione un po’ sdraiata, come magri soldatini messi per forza giù a dormire. Sulla fronte formavano una specie di tettoia che sembrava allungarsi per proteggere dal sole, dalla pioggia o da chissà che cosa quel visetto sempre pallido e magrolino. Il busto era magro, il culetto inesistente, i pantaloni cadenti e naturalmente senza cintura. La pancia era fuori, estate e inverno. Le scarpe invece erano dentro, dentro all’orlo dei pantaloni troppo lunghi o troppo cadenti. I lacci c’erano, ma potevano anche non esserci. Uno era rosicchiato, utile a stringere soltanto i primi due occhielli, l’altro avrebbe fatto presto la stessa fine, pericoloso impaccio durante la corsa. Debora lo osservava da dietro le tendine cercando di associarlo a una delle tante mamme che si sedevano sulle panchine a chiacchierare. Sembrava solo però. Arrivava più o meno alla stessa ora e stava lì finché faceva buio, quando anche le giostre si mettevano a dormire. F. Franco, Andrea e Debora. Due cuori e una strega, Astegiano Editore

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La descrizione nel testo NARRATIVO Leggo per ANALIZZARE Lo STOP descrittivo Completa il fotogramma con il disegno di Andrea.

Andrea gironzola attorno alla casa di Debora.

Debora lo osserva da dietro le tendine.

Come valuti la lettura senza la descrizione? Completa Misera Interessante

Poco interessante

Rispondi. Che scopo ha la descrizione di Andrea? ................................................................................................................................ ............................................................................................................................................................................................................ Secondo te, è possibile paragonare la descrizione di Andrea a una fotografia? Perché? ............................................................................................................................................................................................................ Quale emozione provi leggendo la descrizione? ................................................................................................................ Che idea ti sei fatto di Andrea? ................................................................................................................................................. Debora è una strega che ha perso i poteri: metti in moto l’immaginazione e descrivila. .....................................................................................

Ora disegna Debora, poi confrontati con i tuoi compagni. Sarà bello scoprire come ognuno di voi l’ha immaginata.

..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... ..................................................................................... .....................................................................................

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Strizzo il testo

Alessia

Alessia ha tredici mesi. È tonda, soda, colorita, provvista di due gambe corte e solidissime; ha gli occhi azzurri vivaci e mobilissimi ed è quasi pelata. È traboccante di energia e di vitalità, di umore sempre allegro. È sempre piena di curiosità verso tutto ciò che la circonda. Ha imparato a camminare a dieci mesi, ora procede a gran velocità, sale e scende le scale velocemente e cade spesso, ma non si lamenta mai, si alza e riparte. Si arrampica su ringhiere, sedie, panchine e sulle gambe di chiunque le dimostri simpatia.

Questa descrizione è dinamica, cioè contiene molti dati di movimento. Sottolinea nel testo i verbi che indicano movimento.

E. G. Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli

Lo schema è lo scheletro che regge il testo e ti aiuta a sintetizzare con ordine il contenuto di una descrizione. Può avere varie forme.

Riscrivi lo schema ad albero che trovi qui sotto sul quaderno e completalo con i dati che trovi nel testo. Mentre li cerchi sottolineali. • Alessia è… Aspetto fisico • Alessia ha…

Alessia

Carattere

• Alessia è… • Alessia ha…

Comportamento

• Alessia è… • Alessia ha…

Il barbagianni Chi era il grande uccello bianco? Non era un gufo, non era una civetta. Era un barbagianni, inquilino di campanili, soffitte, ruderi. Lunghezza quaranta centimetri, apertura alare novanta, piumaggio color giallo sul dorso, disco facciale e ventre candidi. Sembrava tutto testa, tanto questa era sproporzionata rispetto al corpo. La faccia era a forma di cuore, pensierosa e triste, da bambino infelice. Il becco piantato nel mezzo, come un naso. Stupefacenti gli occhi rotondi, brillanti e immobili, disposti in posizione frontale, come i nostri. Il barbagianni ha un udito finissimo che gli consente di percepire persino il lieve zampettìo di un topolino che corre nell’erba e di piombargli addosso alle spalle senza che nemmeno se ne accorga. E. G. Belotti, Voli, Feltrinelli

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Questa descrizione è statica, cioè non contiene dati di movimento. In base ai colori della mappa sottolinea nel testo i dati descrittivi, poi completa lo schema sul quaderno. caratteristica speciale dove vive

colore Il barbagianni

cosa mangia

corpo testa


La casa delle bambole

Strizzo il testo

La vecchia Mrs Hay mandò alle bambine una casa per le bambole. Era così grande che Pat e l’uomo del suo carro la lasciarono nel cortile. Quando ebbero tolto la tela di sacco... Eccola lì, di un verde scuro, color spinacio con la porta di vernice gialla che sembrava una fetta di torta caramellata. Quattro finestre, finestre vere, avevano i vetri divisi da una larga striscia verde. Pat aprì il gancio laterale e tutta la facciata si aprì e in un colpo solo si poteva guardare dentro il salotto e la sala da pranzo, la cucina e due camere da letto. Era troppo meravigliosa. Tutte le stanze erano tappezzate e sulle pareti c’erano dei quadri dipinti con la loro bella cornice dorata. Tutti i pavimenti erano ricoperti dalla moquette, tranne quello della cucina; sedie di felpa rossa nel salotto, tavoli, letti con le coperte vere, una stufa, una credenza con dei minuscoli piatti e una grossa brocca. La bambola padre e la bambola madre stavano in salotto e i loro due bambini erano addormentati al piano di sopra. K. Mansfield, Tutti i racconti, Adelphi

P rima di strizzare il testo, rifletti. Indica con una x il completamento giusto. Questa descrizione illustra la casa delle bambole dall’esterno all’interno. dall’interno all’esterno. dall’alto in basso. dal basso in alto.

Indica se i termini sono sinonimi o contrari.

I termini interno/esterno

sinonimi

contrari

interno/fuori dentro/interno fuori/esterno

C ompleta lo schema a punti: ti aiuterà a mettere in evidenza i dati in modo chiaro. Mentre lo completi ritorna sul testo, cerca le informazioni che ti servono e sottolineale con il colore indicato.

Aspetto esterno

Aspetto interno

• dimensioni della casa: .................................................... • colori: ................................................................................... • finestre: ...............................................................................

• stanze:.................................................................................. • pavimenti:........................................................................... • arredamento:..................................................................... • bambole:............................................................................. 53


La descrizione nel testo NARRATIVO

Tipo di pizza 1

Martedì sono andata a mangiare la pizza con Giuly e Cleo. Loro hanno ordinato una semplice Margherita, io invece ho scelto la Sfiziosa. Appena me l’hanno portata mi è venuta una botta di allegria perché ci sono sopra tutti gli ingredienti che puoi sognare: funghetti, carciofini, olive, capperi, zucchine, peperoni, melanzane, più il basilico e naturalmente il pomodoro e la mozzarella… Insomma, un arcobaleno di colori e di sapori. Quando il cameriere l’ha appoggiata sul tavolo ha liberato un profumo da farti svenire, talmente invitante che Giuly e Cleo mi hanno guardato con invidia. Affondando i denti nella prima fetta le mie papille hanno cominciato a cantare: sembrava di masticare l’estate! Arrivata all’ultima fetta, vi giuro, avrei ricominciato da capo! Quando siamo uscite ero decisamente la più sorridente delle tre.

Tipo di pizza 2 Martedì sono andata a mangiare la pizza con Giuly e Cleo. Loro hanno ordinato una Margherita, io invece ho scelto la Sfiziosa. La pizza è un prodotto gastronomico salato. Consiste in un impasto di farina e acqua che viene spianato, condito e poi cotto al forno. Originario della cucina napoletana, è l’alimento italiano più conosciuto al mondo. Nella versione tradizionale, la Margherita, si aggiungono pomodoro, mozzarella, olio e origano. La Sfiziosa, rispetto alla Margherita, presenta in più i seguenti ingredienti: funghetti, carciofini, olive, capperi, zucchine, peperoni, melanzane e basilico. È un tipo di pizza che offre un insieme di sapori molto vario. Quando siamo uscite ero decisamente la più soddisfatta della pizza scelta.

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Descrizioni a confronto

Leggo per DIVERTIRMI

Questi due brani sono molto diversi. Sottolinea la differenza con il tono e l’espressione della voce giusti.


LESSICO

La descrizione nel testo NARRATIVO

Soggettivo (agg.) Ciò che è tipico di un solo individuo e dipende dall’esperienza personale. Oggettivo (agg.) Aderente alla realtà dei fatti; universale, che non dipende dalla volontà o opinione del singolo.

Leggo per ANALIZZARE La descrizione soggettiva e oggettiva Evidenzia la parte descrittiva dei due testi, poi rispondi. Quale delle due ricette potrebbe essere inserita in un libro di ricette? La numero 1 La numero 2 Quale invece potrebbe essere inserita in una pagina di diario? La numero 1 La numero 2 Hai capito la differenza tra descrizione oggettiva e soggettiva? Completa con la parola giusta. Tipo di pizza 1

descrizione ............................................................

Tipo di pizza 2

descrizione ............................................................

SCRIVO Cleo detesta le pizze troppo elaborate. Se per errore le avessero portato la sfiziosa, come l’avrebbe descritta? Scrivilo qui sotto. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. .................................................................................................................................. ..................................................................................................................................

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VERIFICA le tue competenze Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere tre volte il testo.

Aspettando i conigli Alex ha detto che i conigli passano di lì tutte le mattine all’alba, ma non c’è un’ora precisa. Quindi bisogna avere pazienza e aspettare. I ragazzi sono tutti accovacciati dietro i cespugli, con gli occhi puntati sul sentiero di polvere bianca che si perde dentro il bosco. – Brrr… – rabbrividisce Carla, tirando su il collo del giubbotto. – Ma quanto c’è ancora da aspettare? – borbotta Giampaolo. – Sto scomodo. Tra un po’ mi verranno i crampi. – Magari oggi non vengono neanche! – sbuffa Alberto. – Gente, – interviene Alex – ve l’ho già detto che i conigli non arrivano con il telecomando. Sono esseri viventi, come noi. – Beh, insomma… Un po’ più pelosi… – commenta Alberto. Tutti ridono. Poi Alex dice: – Sssst… Attenzione! Sento un calpestio. Un leggero scricchiolare di foglie secche e di rametti smossi avverte che qualcosa si muove tra l’erba. Ecco il primo coniglio sbucare sul sentiero, proprio lì, a pochi passi da loro. Il coniglio sta fermo sulle zampe posteriori, con le orecchie dritte, i baffi tesi, il naso che pulsa. Il mantello foltissimo, marroncino, ha dei riflessi d’oro sotto la luce del sole, che ormai comincia a insinuarsi tra gli alberi. I ragazzi restano in silenzio. Basterebbe un gesto per rovinare tutto. Eccone un altro, e un altro ancora. Sbucano fuori dall’erba con un salto leggero, elegante, che solleva appena uno sbuffo di polvere nel sentiero. Cinque, otto, adesso i conigli sono addirittura una dozzina. Annusano tutti l’aria nello stesso modo buffo muovendo il nasino e tirando su la testa. Poi c’è quello che, arrivato per primo, salta via a balzelloni e gli altri lo seguono subito dentro il bosco. In breve sono già spariti dalla loro vista. Non restano che le orme stampate sul sentiero. A. Lavatelli, A. Vivarelli, Carla e Daiana in vacanza, Piemme Junior

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Il testo NARRATIVO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Completa e rispondi.

“Accovacciati” significa: ............................................................................................................................................................. Restando accovacciati troppo a lungo, dove rischierebbero i ragazzi di avere i crampi? Al collo Alle braccia Alle gambe Alla schiena Sostituisci gli aggettivi indicati con un sinonimo adatto. Zampe posteriori

........................................................ Zampe anteriori

........................................................

Capisco il racconto Rispondi. Quando si svolge il racconto? ................................................................................................................................................ Dove? ............................................................................................................................................................................................ Che cosa vogliono fare gli amici? .......................................................................................................................................... Perché Carla rabbrividisce? Ha paura dei conigli Ha freddo

È stanca Vuole andare a casa

A chi si riferisce la frase “Magari oggi non vengono neanche”? Ai crampi Ai conigli Ad altri ragazzi Ai genitori La frase finale “Non restano che le orme stampate sul sentiero” che cosa significa? Che stanno arrivando altri conigli Che l’obiettivo dei ragazzi è stato raggiunto Che i conigli sono spariti Che in quel tratto passano pochi conigli

Rifletto Rispondi. Chi è l’autore di questo racconto? .................................................................................................................................... Il narratore è esterno o interno? ........................................................................................................................................ Quanti personaggi ci sono? ................................................................................................................................................ C’è un protagonista? .............................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Colora a lato del testo le sequenze corrispondenti ai titoletti. I ragazzi si lamentano I ragazzi aspettano Arriva un coniglio Descrizione del coniglio Arrivano altri conigli I conigli spariscono Sottolinea nel testo i dati descrittivi relativi ai conigli.

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la via dei TESTI NARRATIVI. vai a pag. 184

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Siamo tutti uguali? “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di idee, di condizioni personali o sociali”. (Art.3 della Costituzione, l’insieme delle leggi fondamentali della Repubblica Italiana)

Formate un cerchio (seduti a terra o con le sedie) e rispondete alla domanda Siamo tutti uguali?. Scegliete un compagno che rivestirà il ruolo di “moderatore” dando la parola a turno. Leggete le opinioni di questi bambini e ragionate. Poi discutete sui SÌ, sui NO, sui SE e sui PERCHÉ arrivando a una conclusione collettiva.

Sì, perché siamo tutti esseri umani.

No, perché alcuni hanno più fortuna di altri.

No, perché ci sono i ricchi e i poveri.

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Sì, se ci aiutiamo e dividiamo tutto ciò che abbiamo.

Sì, perché abbiamo tutti gli stessi diritti.


Che cosa avete concluso? Scrivilo qui sotto, poi costruite un cartellone e appendetelo in classe.

Siamo tutti uguali perché .....................................................................

Le persone non sono uguali quando si somigliano, ma quando condividono gli stessi diritti e doveri.

.............................................................................................................................. però .................................................................................................................... .............................................................................................................................. quindi ................................................................................................................. ..............................................................................................................................

Clil

Uguali o diversi? Leggi le descrizioni e collegale alle foto giuste.

I’m Youssef and I’m 9 years old. I’m from Morocco but now I live in Italy.

I’m Silvia and I’m 12 years old. I’m Italian and I live in Italy.

Listen and read

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Favorire l’accettazione delle differenze, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini a un progetto educativo condiviso attraverso atteggiamenti di rispetto reciproco.

Obiettivo da centrare Scoprirai che cosa sono le differenze e imparerai a considerarle una ricchezza.

Competenza attesa Il bambino vive esperienze di cittadinanza attribuendo importanza agli altri e ai loro bisogni e riconoscendoli come uguali ai propri.

Traguardo da raggiungere Sei amico con tutti, vedi le differenze tra te e gli altri e... capisci che ti piacciono!

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L’unione fa la forza Leggo per DIVERTIRMI

Questa è una lettura “da intervallo”. Cerca tre amici e un angolino tranquillo (magari dietro la lavagna). Dividetevi le parti e divertitevi a cambiarle ogni volta che avete finito la lettura.

L’intruso Orsetto non aveva mai visto un orso così arruffato. Non era certo uno del posto! Orsetto si alzò sulle zampe posteriori e in tutta la sua terrificante statura ruggì: grrrrr! L’orso arruffato fece un balzo indietro e scappò a gambe levate. Orsetto avrebbe dovuto essere soddisfatto. L’intruso era sparito e lui aveva di nuovo per sé tutti i lamponi. Ma che sarebbe successo se fosse tornato? “Meglio cacciarlo via per sempre!” pensò Orsetto. Così, seguì le tracce dell’orso forestiero. – Che cosa stai cercando? – domandò una voce. Era Leo, lo scoiattolo. – Sto dando la caccia a un orso arruffato – tuonò Orsetto fiero. – La caccia? – domandò sorpreso lo scoiattolo. – Forse vuoi dire che state giocando a nascondino… Gli orsi non si cacciano tra loro! Leo gettò via un guscio di noce e chiese: – Come si chiama l’orso? – Boh, non lo so – rispose Orsetto. – Gli piace giocare a nascondino? – domandò ancora Leo. 60

Audio


L’unione fa la forza – Boh, non lo so – rifece Orsetto. – Ah, allora sai davvero ben poco del tuo amico – concluse lo scoiattolo. – Amico? Non è mica mio amico – sbottò Orsetto, – è un intruso! Orsetto si rimise in marcia e si imbatté nel corvo Nerone. – Nerone – chiamò Orsetto, – hai visto passare un orso? – Un orso? – domandò il corvo, lisciandosi le piume. – Un brutto orso arruffato – precisò Orsetto. – Cra! Pettinato o arruffato, un orso è pur sempre un orso! – Ma quello arruffato viene da un altro posto. Non è dei nostri. – E tu vorresti cacciarlo solo perché non è di queste parti? – ribatté il corvo. In quel momento, Orsetto fu contento di avere il pelo folto, perché sarebbe stato imbarazzante far vedere che era diventato più rosso di un lampone. – Prima dovresti fare la sua conoscenza – continuò il corvo – dopo potrai decidere se è un amico oppure no. W. Egitz, L’intruso. Storia di un orso arruffato, Bohem Italia

1 Che significa l’aggettivo INTRUSO? Se non ti è chiaro cerca sul vocabolario.

INTRUSO = .........................................................................................................................................................................

“Viene da un altro posto. Non è dei nostri” dice Orsetto. Hai già sentito questa espressione? Secondo te che cosa vuol dire? ....................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................

Sei d’accordo con Orsetto o con Nerone? Spiega perché. ....................................................................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................................................................

Discuti con i tuoi compagni di lettura e accordatevi su una risposta comune, poi scrivetela in un foglietto e confrontatela con il resto della classe. Autovalutazione

Il tuo parere è molto importante, perciò ti chiedo di dare una valutazione a questo testo. Indica con una x l’espressione più adatta o, se preferisci, scrivine una tu. C ommuove A nnoia F a riflettere . ................................ 61


Siamo tutti uguali? A volte non ci sentiamo uguali agli altri solo perché indossiamo gli occhiali, portiamo l’apparecchio, siamo troppo bassi o troppo alti, troppo robusti o troppo magri... e soffriamo proprio come Sam, il protagonista di questa storia.

Mi vergogno! Questo era uno dei problemi di Sam, era convinto di essere ridicolo. Quando passava davanti a uno specchio o davanti alle grandi vetrine lucenti dei negozi, o dovunque potesse vedere riflessa la propria immagine, Sam chiudeva gli occhi. Non voleva vedere quanto era ridicolo. Ma non lo era. Se a voi capitasse di incontrare Sam per la strada, vedreste un bambino normalissimo in maglietta, jeans e scarpe da ginnastica, con capelli biondi che ricadono sulla fronte, grandi occhi grigi, e naso e bocca assolutamente normali. Era piuttosto piccolo, questo è vero, ma non molto più piccolo di parecchi altri suoi compagni; era questione di un centimetro o due. Ma quando la maestra li aveva misurati era risultato mezzo centimetro più basso di Danny (che non si era mai preoccupato della propria altezza) diventando così il Bambino Più Basso della Classe. Quando accadde questo fatto, Sam corse a casa da scuola, filò a letto tirandosi le coperte fin sulla testa e vi rimase fino all’ora di cena. Quando sua madre bussò alla porta per dirgli che la cena era pronta, Sam rispose che non intendeva mangiare e che non avrebbe mai più messo piede fuori di casa, e non sarebbe mai più andato da nessuna parte, perché era troppo basso. – Oh, Sam! – gridò sua madre quando seppe tutta la storia – non essere così suscettibile! Sam scese dal letto, naturalmente, e addirittura mangiò, quella sera, ma si sentì più ridicolo che mai. Era convinto che Sophia, la sua compagna di classe, quel pomeriggio gli avesse urlato dietro e lo avesse inseguito perché lo trovava ridicolo. Si era girata e aveva visto un ridicolo ragazzino che la fissava. In effetti Sam la stava fissando, per la semplice ragione che era affascinato da Sophia. Lei sì che aveva un aspetto strano, con quelle lentiggini scure e quell’abbagliante zazzera color carota, eppure sembrava non curarsene. Ed era piccola, decisamente più piccola di Sam, era la Bambina Più Piccola della Classe, e si chiamava Throstle di cognome!

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Siamo tutti uguali?

A quel pensiero, Sam non poteva non sorridere: Throstle era brutto quasi quanto Frogget. Sam odiava il proprio nome, non firmava mai i propri disegni perché trovava che il suo nome aveva un suono ridicolo. “Sam” mormorava tra sé. “Sam-bam” e poi disegnava una grande mano che sbucava dal nulla e lo spiaccicava come un insetto: “Sam-Bam!”. Frogget poi, era anche peggio. Era orribile pensarci più di cinque secondi, così aveva deciso che da grande, quando avesse compiuto diciotto anni, lo avrebbe cambiato. Invece sembrava che Sophia non trovasse orribile chiamarsi Throstle: ogni volta che la maestra la chiamava, rispondeva con voce alta, sicura, come se pensasse che era il cognome più bello del mondo. Sembrava che nulla preoccupasse Sophia. Come era possibile? Sam moriva dalla voglia di chiederglielo. Moriva dalla voglia di andare da lei, a casa sua, su in cima alla strada, o nel cortile della scuola e domandare: “Perché non ti preoccupi di avere un aspetto così ridicolo?”. Non l’avrebbe mai fatto! J. Clarke, Riffraff, Emme edizioni

Sottolinea di rosso tutte le espressioni che ti fanno capire il disagio di Sam; di blu quelle che ti fanno capire che Sofia è tranquilla con se stessa. Rispondi sul tuo quaderno. 1. Perché Sam si sente diverso? 2. Da che cosa dipende la diversità di comportamento dei due? 3. Se fosse un tuo compagno, come lo aiuteresti?

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Siamo tutti uguali? Quando cantiamo siamo tutti uguali: alti, robusti, magri, biondi, mori, maschi, femmine, riccioluti, occhialuti, sportivi, lumaconi… E allora avanti tutta! Cercate una melodia adatta e fate un bel coro.

Chi getta semi nel vento Chi getta semi nel vento farà fiorire il cielo come petali bianchi sopra i rami di un melo chi getta semi nel vento semina fiori e speranza germogli nel cuore del mondo cresce la fratellanza. Ritornello tutti insieme una sola voce in cui ciascuno si riconosce tutti insieme una voce sola per mano dentro a una scuola una voce una sola scuola un solo cuore il battito che vola Chi getta semi nel vento semina tolleranza un lievito da cui fermenta l’alleanza chi getta semi nel vento semina pazienza nel cuore del mondo, viva la differenza. Ritornello Chi getta semi nel vento farà fiorire i sogni di tutti i bambini per tutti i bisogni chi getta semi nel vento ha un futuro delicato dove tutti, ogni bambino, si sentirà amato.

Canta questa canzone coi tuoi compagni ogni volta che nella tua scuola arriva un bambino nuovo. Sarà un bellissimo BENVENUTO!

Ritornello

Rispondi. Che cosa significa secondo te la frase: “Chi getta fiori nel vento farà fiorire il cielo?” ............................................................................................................................................................................................................... Ti piace il testo di questa canzone? Che cosa vuole dirci secondo te? ...............................................................................................................................................................................................................

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Città delle COMPETENZE

Vai a pag. 184 e colora il palloncino giusto


La fabbrica degli abbracci

p r im a a puntat

ascolto ON

Leggi le richieste della scheda (ti aiuteranno a focalizzare l’attenzione) poi chiudi il libro e mettiti in modalità ASCOLTO ON. La maestra ti leggerà la parte di un racconto. Al termine divertiti a completare i giochi: scoprirai quanto sei stato attento! Infine correggi con la maestra e calcola il tuo punteggio.

R

1 Risolvi il cruciverba.

1

1 - La dimensione del paese. 2 - C’erano quelle “nevicose” e quelle nebbiose. 3 - Il nome della fruttivendola. 4 - Il nome del vigile. 5 - Erano parte del kit. 6 - Le facevano i vigili a chi non portava il kit. 7 - Gli abiti degli abitanti sembravano... 8 - I giorni in cui c’era il sole in paese. 9 - Il martedì era giorno di... 10 - Sbucava in cima al monte. 11 - Li vendeva Nino Stoviglia. 12 - Se li portava via con sé il sole.

2 3 4 5 6 7

Se hai risolto il cruciverba assegnati 12 punti

8 9 10

N 11 12

Leggi la parola apparsa nella colonna rossa e rispondi. Nelle giornate nebbiose non si riusciva a vedere a che distanza? ..........................................................................................................................

2 Risolvi il rebus.

llo da

Rebus 8, 2, 5 .................................................................

3 Scrivi la parola mancante ordinando le lettere date. Creavano problemi agli abitanti: IGSPOLI

...................................................

Per proteggersi gli abitanti indossavano STACOLE

...................................................

4 I nomi di questi signori nascondono i giochi che i bambini del paese non possono fare. Scoprili e completa la frase. Lena Alta • Care Giò • Iole Capri • Dino Nascon Andare sull’ ............................................................. Giocare a ................................................................ Far le ........................................................................ ..................................................................... a palla. PDF

Audio

Se hai risolto il rebus assegnati 2 punti

Assegnati 1 punto per ogni risposta esatta Assegnati 1 punto per ogni risposta esatta

Autovalutazione Quanto hai totalizzato? Da 20 a 14 punti: complimenti. Sei stato attentissimo! Da 13 a 9: probabilmente ti sei distratto un po’! Meno di 9: ripassa le regole dell’ascolto attivo a p. 14!

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La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 209

Gentile Sig. Pirata, ci può dire, per favore, quali sono gli elementi principali di un avvincente

RACCONTO DI AVVENTURA? 1 C’È UNO SCOPO, quello di

7 CI SONO DESCRIZIONI

catturare il lettore e compiere imprese emozionanti, restando seduto in poltrona.

2

che servono a far “vedere” luoghi, paesaggi, personaggi, animali…

CI SONO I PERSONAGGI • il protagonista leale e coraggioso, l’eroe; • l’antagonista, cioè il nemico dell’eroe; • i personaggi di contorno, tra cui amici e aiutanti dell’eroe.

6 C’È LA STRUTTURA del

racconto narrativo: • l’inizio, in cui la serenità del protagonista viene sconvolta da un colpo di scena; • lo svolgimento con mille peripezie e avvenimenti sorprendenti; • la conclusione drammatica o con lieto fine.

3 C’È UN TEMPO ben

determinato che il più delle volte è al passato.

5 CI SONO FATTI avvincenti che 4 CI SONO LUOGHI reali

e pericolosi, il più delle volte sono lontani e esotici, disabitati e ostili.

si susseguono con ritmo veloce: • missioni da compiere; • salvataggi; • viaggi rischiosi; • situazioni pericolose.

Il Circolo dei Lettori

J. Patterson, Cacciatori di tesori, Salani D. De Foe, Robinson Crusoe, Raffaello A. Surget, L’isola degli squali, Giunti Jr M . Twain, Le avventure di Tom Sawyer, Raffaello

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Laboratorio di scrittura - pagg. 48 - 49


L’unione fa la forza

Hispaniola Hispaniola! Dopo molti giorni di navigazione sul Mar dei Caraibi, Benjamin e sua sorella Piccola Louise non fanno che ripetere questa parola. Hispaniola!

Leggo per DIVERTIRMI

Leggete in coppia: a ogni si cambia!

È laggiù infatti, nella città di Les Cayes, che sperano di ritrovare il padre, il famoso Capitan Roc. Un padre che non hanno mai conosciuto ma che, quando erano appena nati, ha tatuato parte di una mappa sulla spalla di ognuno dei due. Sistemati a prua della Pulce Rabbiosa, il vascello un tempo appartenuto al pirata Barbanera, non distolgono nemmeno per un attimo lo sguardo dall’isola. – Stiamo arrivando, finalmente – dice Piccola Louise. – Approderemo a Les Cayes – dichiara il marchese Roger de Parabas, capitano della nave. – Ma non rischiamo di essere accolti a colpi di cannone? – si preoccupa Benjamin. – Siamo sul vascello di Barbanera! – I pirati sono ammessi a Hispaniola. – lo rassicura Parabas. Piccola Louise guarda i due pirati incaricati di sorvegliarli. Gli uomini ricambiano lo sguardo e sorridono. La bambina ha la sgradevole sensazione che i due assomiglino a degli squali; per la prima volta, si rende conto che lei e suo fratello potrebbero essere prigionieri. A. Surget, A. Marnat, L’isola degli squali, Giunti Jr

Riconoscere un RACCONTO di AVVENTURA 1 Osserva nel brano gli elementi evidenziati che caratterizzano il testo:

ti aiuteranno a rispondere alle domande. Chi sono i personaggi del racconto? Persone comuni Pirati e bambini coraggiosi Animali e navi

Dove si trovano? Sul vascello di Barbanera In un’isola In una nave da crociera

I bambini sono in pericolo? No, stanno in vacanza al mare Sì, sono prigionieri di pirati Sì, si sono persi

Quando si svolgono i fatti? Nel presente Nel futuro In un tempo irreale e indefinito

Secondo te questo racconto è fantastico o d’avventura? Fantastico D’avventura 67


Il racconto di AVVENTURA

Il tempo e il luogo

Racconti a confronto

Naufragio C’imbarcammo a Bristol il 4 di maggio del 1699. Da principio la traversata s’annunziò eccellente. Ma quando fummo nei paraggi delle Indie Orientali fummo colti da una terribile tempesta. Dodici nostri marinai erano morti per la fatica e il cattivo nutrimento; gli altri erano esausti di forze. Il 5 novembre, i marinai s’avvidero d’uno scoglio distante appena mezzo miglio. Era troppo tardi per salvarci: il vento fortissimo ci spinse contro la roccia, e facemmo naufragio. In sei uomini riuscimmo a entrare in una scialuppa e a districarci dai rottami del vascello. Remammo disperatamente per tre ore, ma alla fine, non potendone più, ci abbandonammo in balìa dei flutti. Mezz’ora dopo, una raffica ci rovesciò in mare. Non so che cosa sia accaduto dei miei compagni della scialuppa, e neppure di quelli che s’erano arrampicati sulla roccia o erano rimasti nel vascello; ma suppongo che siano morti tutti. Io nuotai qua e là, a casaccio: per mia fortuna, il vento e la risacca mi spingevano verso terra. Ogni tanto lasciavo penzolare le gambe, nella speranza di toccare il suolo.

Leggo per DIVERTIRMI

Rileggi immedesimandoti nel personaggio: fai sentire la paura, poi il sollievo, infine lo stupore. MORFOLOGIA Analizza uno alla volta, a voce alta, i verbi evidenziati nel racconto: coniugazione, modo, tempo, persona. Grammatica RAF - pag. 111

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Stavo già per darmi per vinto, quando il mio piede urtò contro il fondo. Calcolai che dovessero essere le otto e mezzo di sera e la tempesta si era molto calmata. Feci un mezzo miglio intorno senza scoprire né case né traccia alcuna di abitanti. La fatica e l’aria afosa mi fecero venire un gran sonno. Trovai un prato pulito e molle; mi sdraiai e feci la più bella dormita che avessi mai fatto in vita mia, poiché mi svegliai dopo ben nove ore, quando il sole era già alto. Feci per alzarmi, ma non mi riuscì. Stavo sdraiato supino, con le braccia e le gambe aperte e mi accorsi ch’esse erano attaccate fortemente al suolo; e lo stesso era dei miei capelli, che portavo lunghi, a zazzera. Vidi anche alcune sottilissime funicelle che mi giravano parecchie volte intorno al corpo, cominciando dal petto giù giù fino all’altezza delle cosce. J. Swift, I viaggi di Gulliver, Il Battello a Vapore


Il tempo e il luogo

Il racconto di AVVENTURA

Parigi dall’alto Notre-Dame era tanto bella da guardare quanto faticosa da scalare. Arrampicarsi fino in cima richiese il doppio del tempo rispetto a quello che si aspettava Sophie. Matteo fu il primo, subito seguito da Safi. Sembravano conoscere quella parete come lei conosceva la sua casa di Londra; le loro mani trovavano sporgenze e appigli senza un attimo di esitazione. Sophie li seguiva un po’ più lentamente. Anastasia chiudeva la fila, guidando i piedi di Sophie quando non sapeva dove metterli. Il suo senso dell’equilibrio era molto migliorato rispetto alle prime volte che era salita sui tetti. I suoi piedi erano ancora troppo delicati per la pietra, e le dita le sanguinavano un po’, ma non voleva mostrarsi insicura davanti agli altri. Non erano tipi che esitavano, loro. Si massaggiava il piede con la saliva e si tormentava l’interno della guancia: a metà del percorso era tutta gonfia per i troppi morsi. Per la maggior parte delle cose, nella vita, non ci sono trucchi. Con l’equilibrio, Sophie ne era convinta, una specie di trucco c’era: conoscere il proprio centro. Era difficile da individuare, ma una volta trovato era come una frase sottolineata in un libro: per recuperarlo ci voleva poco. Parigi era immobile sotto di loro. Sembrava un’unica distesa d’argento, tranne i riflessi dorati dei lampioni nel fiume.

SCRIVO Che cosa accadrà dopo? Puoi avere la certezza che i protagonisti dei due racconti non faranno una brutta fine? Prosegui il racconto che ti è piaciuto di più sul quaderno e decidi il destino del protagonista.

K. Rundell, Sophie sui tetti di Parigi, Rizzoli

Leggo per ANALIZZARE Il tempo e il luogo Prendi in considerazione i due testi di avventura che hai letto e rispondi.

Naufragio

Parigi dall’alto

Quando si svolge la vicenda? Il tempo è determinato? Dove si svolge la vicenda? I luoghi sono pieni di pericoli?

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Il racconto di AVVENTURA

In cammino

Lo scopo e il ritmo

Minko e suo padre viaggiavano velocemente e percorrevano almeno quindici miglia ogni giorno. Di sera si accampavano sotto gli alberi. La neve cadeva sempre più fitta e il vento ululava come un lupo. Era sempre più difficile trovare qualcosa da mangiare e dovevano aguzzare gli occhi per scoprire le tracce degli animali. Al settimo giorno di viaggio cominciò a nevicare così forte che non riuscirono quasi più a vedere la strada. L’ entusiasmo di Minko per la neve svanì molto in fretta: era fastidiosa, si depositava sul sentiero e gli congelava i piedi. Suo padre gli diede la pelle d’orso per coprirsi, ma prima tagliò delle strisce con cui si avvolse i piedi. Minko non si lamentava mai, ma quando la marcia diventò veramente dura, suo padre insistette perché viaggiasse in groppa a Macchia. Il pony era forte e resistente, e per un po’ riuscirono ad andare avanti. All’ottavo giorno furono costretti a fermarsi e a costruire un rifugio. Erano ancora a cinque o sei giorni di cammino da Little Rock, in Arkansas. Itilakna scelse un posto sotto le querce. Tagliò dei rami di salice e li legò insieme con sottili strisce di cuoio per costruire un rifugio che ricoprì con rametti di sempreverde. Nel nuovo rifugio padre e figlio erano finalmente al riparo dalla neve, ma il vento soffiava così forte che non riuscirono ad accendere il fuoco. Potevano solo aspettare che la tempesta si calmasse.

normalità

difficoltà

peggioramento

imprevisto

calma

B.O. Harrell, Il grande sogno di Lupo Veloce, Piemme

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Completa. “Il vento ululava come un lupo” è una ......................... ..............................................................................................

Capisco il testo Macchia è il nome del ................................................... Itilakna è il nome del ...................................................... Minko è il nome .............................................................. Arkansas è il nome .........................................................

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Leggo per ANALIZZARE Lo scopo e il ritmo Rispondi con una x. Qual è lo scopo di questo racconto? Spiegare le caratteristiche dell’inverno Dare indicazioni su come ci si ripara dalla neve Trasportare il lettore nel viaggio con i protagonisti Secondo te, l’autore ha raggiunto lo scopo? Sì No Non so Durante il viaggio la situazione cambia di giorno in giorno: come giudichi il ritmo di questa storia? Lento Normale Incalzante Sottolinea le frasi che te lo fanno capire.


Imprevisti e ostacoli

Il racconto di AVVENTURA

Una tigre a bordo Dormii tutta la mattina. Fu l’angoscia a svegliarmi. Rividi nella mia mente la nostra nave che affondava e la mia fuga sulla scialuppa. Aprii gli occhi e iniziai a osservare la drammaticità della mia situazione. Ero solo in mezzo all’Oceano Pacifico, su una scialuppa di salvataggio. A un tratto avvertii un sordo brontolio provenire da sotto la tela cerata che copriva parte della prua della scialuppa. La tela si spostò e io mi ritrovai a fissare il muso di una tigre! C’era una tigre sulla scialuppa! Per quanto continuasse a sembrarmi incredibile, era proprio così. Presi in considerazione l’idea di tuffarmi in mare e di allontanarmi a nuoto. Ma il mio corpo si rifiutò di obbedire. Mi trovavo a centinaia di chilometri dalla terraferma. Non potevo coprire una distanza simile a nuoto, nemmeno con un salvagente. Cosa avrei mangiato? Cosa avrei bevuto? Come avrei fatto a tenere lontani gli squali? Non c’era il minimo dubbio. Lasciare la scialuppa equivaleva a morire. E se fossi rimasto a bordo? La tigre mi avrebbe sicuramente divorato. Stavo per mollare. Mi sarei sicuramente arreso se non avessi ascoltato la voce che si levò dal mio cuore. La voce disse: “Non morirò. Mi rifiuto. Supererò quest’incubo”. Dovevo organizzarmi. Non c’era un attimo da perdere. La mia mente turbinava. Per prima cosa dovevo trovare un rifugio. Una zattera! Mi sarei costruito una zattera da legare alla scialuppa! Y. Martel, Vita di Pi, Piemme

Leggo per ANALIZZARE Gli ostacoli e gli imprevisti Rispondi a voce. Nella parte iniziale del racconto al protagonista è già accaduto qualcosa di terribile: che cosa? Nello svolgimento accade un altro imprevisto. Quale? Sottolinea nel testo le risposte con i colori delle domande. Quali sono le domande che si pone il protagonista? Come supera infine gli ostacoli? Che cosa lo aiuta a decidere?

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Dai una mano al protagonista a uscire dai guai. Prepara il progetto per costruire una zattera: materiali occorrenti, istruzioni... Elenca anche il tipo di scorte che dovrebbe avere per poter sopravvivere in mare. Scrivilo sul quaderno o con il PC.

Questo racconto ti è piaciuto? Perché? Spiega a voce.

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Il racconto di AVVENTURA

I personaggi

Una notte al museo

Il primo giorno di lavoro, Larry si recò al Museo di Storia Naturale in uniforme. Era contento di aver trovato un lavoro, ma l’uniforme proprio non la sopportava. La stoffa della giacca pungeva e la cravatta stringeva. Il Museo si trovava proprio di fronte a Central Park West. Era un edificio antico imponente e bellissimo. Entrò. Era così silenzioso la sera, che riusciva a sentire l’eco dei suoi passi nel salone vuoto. Si trovò faccia a faccia con il gigantesco scheletro di un Tyrannosaurus Rex. All’improvviso, si spense la luce. Percepì qualcosa alle sue spalle e si voltò. Nell’oscurità riuscì solo a intravedere un ghigno spaventoso dal basso. Gridò. La luce tornò e le altre due guardie, quelle del turno di giorno, scoppiarono a ridere. – Te l’abbiamo fatta, Larry! Larry non era affatto divertito dallo scherzo, ma mantenne la calma. – Ti lasciamo le istruzioni – dissero i due uomini seri, stavolta, – sono scritte su questo foglio. Leggile bene, ti serviranno, credici. Prendi anche questa torcia. Ricorda che la difficoltà principale di questo lavoro è di non far entrare o uscire niente. – E se ne andarono. Larry si ritrovò solo. Si sedette al banco informazioni con davanti il manuale di istruzioni e cominciò a leggere, ma dopo poche righe vi appoggiò sopra la testa. Non era il più comodo dei cuscini, ma si addormentò. Poco dopo, cominciò a russare talmente forte da svegliarsi per il rumore. Aprì gli occhi, si alzò stiracchiandosi e si diresse verso il bagno degli uomini. Entrò in bagno e solo allora si rese conto che c’era qualcosa di diverso. Tornò indietro per dare una seconda occhiata. Il T-Rex non c’era più. – Molto divertente, ragazzi – disse a voce alta. Puntò il fascio della torcia verso il distributore dell’acqua. Lo scheletro del T-Rex era chino sullo zampillo a farsi una bevuta! Visto che era fatto di sole ossa, l’acqua gli entrava dalla bocca e attraversava lo scheletro, gocciolando sul pavimento. Larry lasciò cadere per terra la torcia per lo spavento. Il rumore attirò l’attenzione del dinosauro, che smise di bere e si voltò. Atterrito, Larry si sentì cedere le ginocchia. Improvvisamente l’animale si mise a correre verso di lui. – Aiuto – gridò la guardia, voltandosi e precipitandosi verso l’uscita. Il T-Rex lo seguì a ruota, ma andò a sbattere contro la porta e il cranio si staccò dal resto dello scheletro. L’uomo raggiunse l’atrio principale e cercò di fuggire dalla porta girevole, ma per quanto forte spingesse contro i pannelli, quelli restavano fermi.

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I personaggi

Il racconto di AVVENTURA

Era chiuso dentro! Intanto, il T-Rex si era rimesso la testa a posto. Larry si rannicchiò dietro il banco informazioni. Sporse la testa da dietro il bancone e afferrò il manuale. Il T-Rex lo vide e si lanciò verso di lui al galoppo. Il guardiano aprì il plico e lesse la prima istruzione: “Lanciare l’osso”. Quale osso? Mentre si poneva la domanda, un enorme osso di dinosauro cadde sul pavimento davanti a lui. Un momento dopo il tirannosauro scagliò da parte il mobile e si avvicinò ruggendo. Larry afferrò l’osso per provare a difendersi, ma si accorse che il dinosauro lo fissava con grande interesse. Terrorizzato, lo lanciò lontano e l’animale partì all’inseguimento dell’osso. Il T-Rex voleva giocare. L. Goldman, Una notte al museo, Mondadori

Leggo per ANALIZZARE

Leggo per CAPIRE

I personaggi

Comprendo le parole L’espressione “Te l’abbiamo fatta Larry” che cosa significa? .......... ....................................................................................................................... Scegli gli aggettivi giusti. Come si sente il protagonista la prima notte da solo al museo? Allegro Smarrito Spaventato Curioso Come ti sembrano i due guardiani del turno? Spiritosi Crudeli Simpatici

Gentili

Capisco il racconto Rispondi. Dove si svolge il racconto? .................................................................... Qual è il problema di Larry? .................................................................. Che cosa avrebbe dovuto fare Larry per essere preparato? Ascoltare i colleghi Non addormentarsi Leggere il manuale Studiare i dinosauri

Rifletto Sottolinea nel testo le informazioni descrittive che ti aiutano a capire le caratteristiche dei personaggi.

Indica con una x. Larry è il protagonista. l’antagonista. un personaggio di contorno. Il T-Rex è il protagonista. l’antagonista. un personaggio di contorno. Rispondi. Quali altri personaggi intervengono? ............................................................ Il T-Rex è un personaggio fantastico o reale? ............................................................ Se eliminassi il dinosauro dal racconto che cosa accadrebbe? ............................................................

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Pirati del TESTO

Qualche volta in TV ti sarà capitato di vedere le gare di Formula 1. In quelle gare conta solo la velocità, le strade sono costruite apposta per permettere alle auto di viaggiare senza interruzioni, non ci sono le regole del codice della strada: niente incroci, divieti, STOP, strisce pedonali...

Ti propongo un gioco per esercitarti nella velocità, fai come le auto da corsa: leggi il brano senza rispettare il codice del testo scritto, cioè fila dritto più veloce che puoi senza rispettare la punteggiatura. Leggi tre volte tutto d’un fiato: ogni volta chiedi a un adulto di cronometrare il tuo tempo e registralo nella tabella. Prova

Tempo impiegato

1a

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2a

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3a

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Come sei andato? Sei contento della tua prestazione?

L’assalto del coccodrillo Al fiume c’era il coccodrillo! Bisognava allontanarsi subito da lì. Ma il vecchio Yuia si tuffò per salvare un ragazzino, che nuotava nelle acque del Nilo, ignaro del pericolo, davanti a una folla terrorizzata. Nefertari, la nipote, seguì la scena con gli occhi sbarrati dalla paura. Yuia stava nuotando velocemente verso il ragazzino, che annaspava nell’acqua profonda. Il coccodrillo! Il rettile stava puntando dritto verso il nonno. Per fortuna il vecchio aveva già afferrato il bambino e stava rapidamente tornando verso riva. Nefertari vide la bestia portarsi di lato ai due, sollevarsi sul pelo dell’acqua e spalancare le fauci in un terribile attacco. La ragazza urlò con tutto il fiato che aveva in gola. Il rettile ricadde giù con un pesante tonfo e la terribile bocca si richiuse a vuoto. Tutti i presenti poterono chiaramente sentire lo scatto macabro della possente mascella che si serrava. Il coccodrillo, invece, continuava ad avanzare velocissimo alle loro spalle: ancora poco e li avrebbe raggiunti. Nefertari si precipitò verso il fiume e trovò Yuia lì, sulla riva: qualcuno l’aveva trascinato all’asciutto. Tra le braccia stringeva ancora il ragazzino Nefertari, riprese a respirare e ringraziò gli dei: erano salvi! Yuia alzò il viso verso di lei e tentò di sollevarsi. Solo allora la ragazza, tra le lacrime, si accorse che erano entrambi completamente coperti di sangue. Il coccodrillo li aveva colpiti! N. Vittori, Gli scribi reali, Raffaello

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La descrizione

Il fortino dei pirati

Il racconto di AVVENTURA

L’attesa era snervante. Decidemmo dunque che io e Hunter saremmo scesi a terra con una barca di riserva, in cerca di informazioni. Ci dirigemmo verso il fortino indicato sulla mappa. La costa piegava leggermente e io diressi la barchetta in modo da mettere la curva tra noi e loro. Così, prima di attraccare avevamo già perso di vista le altre due scialuppe. Balzai giù e mi misi a correre, impugnando un paio di pistole cariche, per sicurezza... Percorsi meno di cento metri e trovai il fortino. Proverò a descriverlo. Quasi in cima a una collinetta scaturiva una sorgente di acqua limpida. Ebbene, sulla collinetta, intorno alla sorgente, era stata costruita una robusta capanna fatta di tronchi, fornita di feritoie per i moschetti su ogni lato. Tutt’intorno era stato ricavato un ampio spazio libero, delimitato, per completare l’opera, da una palizzata alta poco meno di due metri. Questa non aveva né cancelli né aperture, ed era troppo robusta per essere abbattuta, se non con l’impiego di molto tempo e fatica. Chi si fosse trovato nella capanna aveva tutti i vantaggi: poteva starsene tranquillamente al riparo, sparando agli aggressori come fossero pernici. Non serviva altro che cibo, e una buona vigilanza: a meno di un’assoluta sorpresa, quel luogo avrebbe potuto resistere a un intero reggimento. Stavo riflettendo tra me e me, quando sull’isola risuonò il grido di un uomo in punto di morte. R. L. Stevenson, L’isola del tesoro, Piemme Junior

Leggo per ANALIZZARE Lo STOP descrittivo Strizza il racconto nella pellicola.

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Sottolinea la descrizione nel racconto, cerca il significato delle parole che non conosci, poi rispondi sul quaderno. Secondo te, perché il narratore a un certo punto inserisce la descrizione del fortino? Quale dei cinque sensi ha utilizzato per fotografarlo con le parole? Leggi più volte la descrizione del fortino, poi prova a costruirlo con materiale di recupero.

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VERIFICA le tue competenze

Sepolti vivi

Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere tre volte il testo.

Eravamo sepolti nelle viscere di un’altissima montagna. A migliaia di metri sopra le nostre teste il vento soffiava sulle superfici nevose, ma a noi non arrivava il minimo fruscìo. – Good – risuonò la voce di Henry nel silenzio. – Quanti fiammiferi le sono rimasti? – Otto. – Ne accenda uno e guardiamo che ora è. Il chiarore della fiammella quasi ci accecò. Il mio orologio segnava le cinque. Good, che aveva una voce potente, si mise a gridare nella speranza che qualcuno ci potesse sentire da fuori. Purtroppo non successe niente. D’improvviso mi venne un pensiero. – Com’è che l’aria si mantiene fresca? È densa e pesante ma è pura – dissi. – Santo cielo! – Good balzò in piedi. – Non ci avevo pensato. Se non ci fosse una corrente d’aria, saremmo soffocati. Diamo un’occhiata in giro. Un istante dopo eravamo affaccendati alla ricerca di uno spiffero d’aria. – Ehi, venite qua – gridò Good con voce strozzata – mi sembra di sentire dell’aria. Accesi un fiammifero con mani tremanti e vidi una fenditura nel pavimento di solida roccia e... santo cielo! C’era un anello di pietra! Good cominciò a grattare con il suo coltello intorno all’anello. Riuscì a liberarlo e lo sollevò con precauzione. L’anello cominciò a muoversi. Finalmente riuscì ad alzarlo e, afferratolo con tutte e due le mani, tirò verso l’alto con tutte le sue forze. Non successe niente! Allora tirammo tutti e tre con la forza della disperazione. Ci fu un colpo secco e ci trovammo riversi a terra investiti da un soffio d’aria. Accesi un fiammifero e vedemmo il primo gradino di una scala di pietra. – Seguiamo la scala e affidiamoci alla provvidenza – disse Henry. Quando fummo arrivati in fondo alla scala, accesi un altro fiammifero: ci trovavamo in uno stretto cunicolo. – L’aria penetra dall’esterno verso l’interno. Dirigiamoci contro corrente – disse Good. Procedemmo brancolando per circa un quarto d’ora lungo la galleria che a un certo punto veniva intersecata da un’altra, poi da un’altra ancora. Eravamo in un labirinto senza via d’uscita. Avanzavamo barcollanti, esausti. Improvvisamente Henry si bloccò. – Guardate! – sussurrò – Quella è una luce! Continuammo ad avanzare. Non avevamo più alcun dubbio: era proprio una luce. H.R. Haggard, Le miniere di re Salomone, Marietti

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Il racconto di AVVENTURA

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

In ogni espressione indica con una x il significato giusto della parola blu. Viscere della montagna: Fenditura nel pavimento: Riversi a terra: Parte più interna Spaccatura Supini Parte più esterna Gradino Eretti

Procedere brancolando: A tastoni A caso

Capisco il racconto Cancella la definizione sbagliata per ogni espressione. Nella galleria l’aria si mantiene fresca e pura perché fa freddo / c’è uno spiffero dall’esterno. I protagonisti riescono a uscire grazie a un colpo di fortuna / alla loro abilità e intelligenza. L’aria penetra dall’esterno verso l’interno perciò seguono la corrente d’aria / vanno contro corrente. Crea le domande adatte per queste risposte. ...............................................................................................................................................? Le cinque. ...............................................................................................................................................? L’anello di una pietra. ...............................................................................................................................................? In un labirinto. Numera in ordine cronologico i fatti del racconto. Videro un gradino di una scala e la scesero fino in fondo. I protagonisti erano sepolti nelle viscere di una montagna. Guardarono l’ora e gridarono in cerca di aiuto. Capirono che doveva esserci per forza una corrente d’aria. Trovarono un anello di pietra e lo sollevarono. Videro che c’era una luce alla fine della galleria. Attraversarono la galleria di un labirinto.

Leggo per ANALIZZARE Rispondi. C’è un protagonista principale in questo racconto? ................................................... Chi è il narratore? Indica con una x i completamenti giusti. I luoghi in cui si svolge il racconto sono comuni e insignificanti.

Città delle COMPETENZE pericolosi e affascinanti.

Sottolinea i dati descrittivi che ti aiutano a immaginare l’ambiente. Lo scopo di questo racconto è di far vivere emozioni al lettore. annoiare. spiegare come è fatta una galleria. tenere col fiato sospeso. Per questo il ritmo della narrazione è: avvincente e incalzante.

lento e noioso.

Autovalutati: verifica con l’insegnante e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del RACCONTO DI AVVENTURA. vai a pag. 184

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La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 210

Ciao Unicorno! Tu che vivi nel mondo della fantasia, puoi dirci quali sono gli elementi principali di un RACCONTO FANTASY?

1 C’È UNO SCOPO, quello di affascinare

il lettore, trascinandolo in un mondo senza confini fatto di pura fantasia.

2

7 CI SONO DESCRIZIONI, che

servono a far “vedere” luoghi, personaggi e animali fantastici.

6 C’È LA STRUTTURA

CI SONO I PERSONAGGI tipici di questo genere: creature fantastiche, maghi, elfi, troll, unicorni, draghi, demoni... ma anche personaggi realistici. • Il protagonista è coraggioso, dotato di poteri speciali, predestinato a salvare il mondo; • l’antagonista ostacola il protagonista; • l’aiutante aiuta e salva il protagonista con degli oggetti magici e prodigiosi.

del racconto narrativo: • l’inizio in cui al protagonista viene affidata una missione; • lo svolgimento con il protagonista che solitamente deve affrontare un viaggio e superare innumerevoli prove; • la conclusione con il Bene che trionfa sul Male.

5 CI SONO FATTI straordinari,

missioni da compiere per salvare un popolo o un regno dai malvagi.

3 C’È UN TEMPO

imprecisato, lontano, di un’epoca remota.

4 CI SONO LUOGHI che il più delle volte sono magici

e fantastici: regni favolosi, paesi lontani, foreste, castelli, mondi sconosciuti o immaginari...

Il Circolo dei Lettori

L. Chapman, Il mio unicorno magico, Edizioni EL P. Baccalario, Il popolo di Tarkaan, Piemme Junior M. Ende, La storia infinita, TEA E. Gnone, Gli incantevoli giorni di Shirley, De Agostini

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Laboratorio di scrittura - pagg. 50 - 51


L’unione fa la forza

L’unicorno Diana aprì gli occhi. Si sentiva confusa e avvertiva un lieve calore sul petto. Osservandosi, scoprì che la sua maglietta presentava un piccolo buco, proprio vicino al cuore, e sulla pelle c’era un minuscolo segno a forma di stella. L’unicorno posò gentilmente il suo lungo corno sulla spalla della ragazzina. Poi le disse: – Ti ho fatto io quel segno, ma tu non devi avere paura. In realtà l’animale non emise alcun suono, le aveva parlato con il pensiero e il significato del messaggio le giunse in una strana combinazione di immagini, di suoni, di sensazioni e persino di odori. – Non voglio farti alcun male – aggiunse. – Se parli a voce alta – proseguì l’unicorno – non posso capirti. Basterà che formuli un pensiero e che me lo invii mentalmente. Ma prima devi stabilire un contatto. Diana posò cautamente una mano sul corno appoggiato alla sua spalla. – Sei nella tana del Dimbolthum, l’uomo orso. E la tana si trova nella Terra degli Unicorni. – proseguì lui. Poi dopo una pausa domandò: – Mi chiamo Lampo d’Argento. E tu? – Diana. – Che cosa ti ha portato fin qui, Diana? Sono pochi gli umani che riescono ad attraversare il confine di Luster.

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi e sottolinea le parole che hai avuto difficoltà a leggere. Poi con un amico, o con un adulto, rileggi e fatti aiutare a pronunciarle bene.

B. Coville, Nella terra degli Unicorni, Piemme Junior

Riconoscere un RACCONTO FANTASY 1 Rispondi con una x.

Secondo te, questo è un racconto reale o fantasy? Reale Fantasy Non so

Di quale animale si parla nel racconto? Un cavallo Un pony Un unicorno Esiste nella realtà? Sì No

Non so

Sapresti indicare sulla cartina geografica la Terra degli Unicorni? No Sì Non è possibile Audio

Da che cosa l’hai capito? Dal personaggio dell’unicorno Dal personaggio di Diana 79


Il racconto FANTASY

I personaggi

Il raduno Il 36 agosto di ogni anno nella contea di Heregon si tiene un raduno molto importante, quello dei personaggi che popolano i racconti fantasy. Per essere certi che non manchi nessuno, il banditore, all’inizio della cerimonia, legge una lunga lista dove sono elencati i nomi e le caratteristiche di ogni partecipante. Alla chiamata è necessario esclamare: “presente!” se si è presenti e “assente!” se si è assenti. Un corno scandisce il tempo tra un nome e l’altro. Ecco l’elenco con il numero dei partecipanti attesi e le loro caratteristiche. Hobbit 247: simili agli umani, ma molto più piccoli di statura (da 90 a 120 centimetri), con grossi piedi ricoperti di una folta peluria, non indossano calzature. Non portano barba, salvo folte basette. I capelli variano dal bruno al nero, raramente biondo. Gnomi 702: piccoli esseri vecchi, barbuti e burberi. Vivono sottoterra e custodiscono tesori. Troll 187: creature generalmente malvagie. Appaiono come uomini innocui. Possono avere un aspetto orripilante (anche con due teste). Si trasformano in pietre quando sono colpiti dalla luce del sole. Si muovono di notte o nelle fitte foreste. Molto puzzolenti. Elfi 304: simili agli umani, alti, magri, forti, velocissimi. Volto pulito, sereno, orecchie leggermente a punta. Vista acutissima, udito molto sensibile. Non hanno barba, capelli biondi o argentei, occhi brillanti, leggono nei pensieri delle persone. Hanno voce splendida e chiara. Sono intelligenti e armoniosi, hanno grande rispetto per la natura. Hanno conoscenze di magia. Unicorni o liocorni 24: cavalli bianchi dotati di poteri magici, con un unico lungo corno avvolto a torciglione sulla fronte. Draghi 15: somiglianti ai rettili. Possono avere grandi ali, due zampe o quattro zampe. Possono essere ricoperti da piume o avere più di una testa. Possono essere malefici o portare fortuna. Orchi 49: mostri giganteschi dalle forme umane, crudeli e divoratori di bambini e/o adulti. Al termine della lettura, verificate le presenze, possono iniziare i festeggiamenti.

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I personaggi

Leggo per CAPIRE

Il racconto FANTASY

Capisco il racconto

Comprendo le parole Rispondi con una x. Un raduno è un posto dove le persone si incontrano. una riunione di più persone nello stesso luogo. un posto magico dove si incontrano i maghi. Il banditore è chi legge ad alta voce il contenuto di un bando. chi porta la bandiera. chi non rispetta la legge.

Rispondi. Dove si svolge il racconto? .............................................. Che cosa c’è nella lista? .................................................... ................................................................................................. Come inizia la cerimonia? ................................................ ................................................................................................. Che cos’ha di strano questa affermazione: “Alla chiamata è necessario esclamare: “presente!” se si è presenti e “assente!” se si è assenti.”

Quali cerimonie conosci? .............................................

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.................................................................................................

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Leggo per ANALIZZARE I personaggi Ogni disegno presenta un errore: cerchialo. Poi disegna il drago secondo le indicazioni.

Hobbit

Gnomo

Unicorno

Orco

Puoi incontrare questi personaggi nel posto dove vivi? Spiega a voce perché.

Troll

Elfo

Drago Sì

No

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Il racconto FANTASY

Gli oggetti magici

Nel regno di Vi

Controllai che la sveglia fosse puntata all’ora giusta, diedi un colpetto al libro che sporgeva dal comodino e mi avviai verso l’uscita, pensando che Tomelilla avrebbe fatto lo stesso. Invece vidi che si era seduta accanto a Pervinca e la fissava con lo sguardo colmo d’apprensione. Sedeva su una montagna di vestiti: quelli di quel giorno, del giorno prima, di quello prima ancora… Pervinca li ammucchiava sommariamente di settimana in settimana su quella che, nei nostri ricordi, era una bella sedia rossa, con la paglia intrecciata alla vecchia maniera di Fairy Oak. Eh, sì, il disordine imperava nel regno di Vi. Perfino il suo minuscolo comodino era ingombro d’oggetti: l’anello di Grisam, la bussola magica ricevuta da Tomelilla, un bicchiere d’acqua che stagnava lì da alcuni giorni, una mollettina per capelli, tre libri: Come allevare un ragno in casa, il Libro Antico e un manuale che aveva chiesto in prestito a suo padre, intitolato Angoli incantevoli e sentieri segreti nella Valle di Verdepiano. Tomelilla con un lungo sospiro si sporse per dare un bacio a Pervinca e si rialzò. Quando fu sulla porta una piega amara, agli angoli della bocca, cancellò ogni traccia di tenerezza dal suo viso. – Va tutto bene? – le chiesi sottovoce. Lei non disse niente e uscì.

MORFOLOGIA Analizza sul quaderno i nomi evidenziati in giallo.

E. Gnone, Fairy Oak, Il potere della luce, Salani Editore

Grammatica RAF - pag. 66

Leggo per ANALIZZARE Gli oggetti magici Nel testo sono nominati due oggetti magici. Le caratteristiche di questi due oggetti non sono indicate: immaginale tu. Completa lo schema.

Oggetto 1: ................................................................................................................................... Descrizione: (materiale, forma, colore) .................................................................................... Come funziona: .............................................................................................................................. Qual è il suo potere: ......................................................................................................................

Oggetto 2: ................................................................................................................................... Descrizione: .................................................................................................................................... Come funziona: .............................................................................................................................. Qual è il suo potere: ......................................................................................................................

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Vuoi sapere come li ha pensati l’autore? Non ti resta che leggere il libro e verificare!


La profezia

Il tempo e il luogo

Il racconto FANTASY

Il gruppo di orchi si stava dirigendo verso il margine del Bosco degli Incubi. Era il luogo più terrificante che Favilla avesse mai visto: lì il Male sembrava farsi più denso e acquistare una consistenza quasi fisica. Favilla e il mago non erano riusciti a scoprire nulla su Ombroso: la giovane del popolo dei Nani Grigi tremava al pensiero dell’amico rimasto solo oltre lo Specchio creato da Stellarius. Dall’altra parte dello Specchio, Ombroso sul dorso di Codamozza, sorvolava le terre e i mari del Regno della Fantasia. Il drago blu batteva le enormi ali, librandosi sulla superficie del mare. Era tutto il giorno e tutta la notte che volavano ad alta quota. Il ghiaccio si stava incrostando sulle mani e sugli abiti di Ombroso. Anche il corpo di Codamozza era ricoperto di sottili aghi di ghiaccio, ma a lui pareva non importare. In quel momento a Ombroso tornò in mente la profezia che lo aveva portato fin lì: “Solo l’Arco, l’Oca, il Drago e la Spada vinceranno un giorno l’oscura masnada”. Ombroso strinse la sua spada e appoggiò una mano sul dorso di Codamozza. Doveva trovare l’Arco e L’Oca. I quattro elementi dovevano essere nuovamente riuniti. Soltanto allora avrebbero potuto sconfiggere le streghe. E spettava a lui riunirli. Anche se ancora non sapeva come fare. G. Stilton, L’anello di Luce, Piemme Junior

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Rispondi. Chi è la giovane del popolo dei Nani Grigi? .................................................. Chi ha creato lo Specchio? .................................................................................. Chi doveva sconfiggere Ombroso? ..................................................................

Rifletto La parte colorata è un flashback. un flashforward. Indica con una freccia il punto della storia in cui potresti ricollocarlo.

Leggo per ANALIZZARE Il tempo e il luogo Rispondi. Dove si trova Ombroso? ...................................................................................... Dove si trova Favilla? .............................................................................................

SCRIVO Aggiungi una sequenza al racconto: immagina e descrivi Codamozza.

In che tempo si svolge il racconto? Riesci a capirlo? ...................................

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Il racconto FANTASY

MORFOLOGIA Nel testo trovi molte volte la parola CHE. Cerchiala con il blu quando si tratta di una congiunzione e con il verde quando sostituisce un nome.

La missione

L’ottava statua

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37

Nina guardò attentamente la roccia vicino alla casa e vide che in un punto era incisa una rosa, mise una mano sopra e spinse. Di scatto si aprì la lastra di marmo che faceva da tetto alla grotta. – Forza, dobbiamo salire là in alto! – disse Nina. Con enorme sforzo iniziarono la scalata. Quando uscirono all’aperto, si trovarono di fronte a uno spettacolo unico: Akahanga, l’immensa distesa dove si stagliavano 200 enormi moai, le misteriose statue dell’isola di Pasqua che raffigurano teste gigantesche. – Per tutte le cioccolate del mondo! Questa è Akahanga. Queste sono le statue dell’isola. Nessuno ha mai capito perché siano state costruite e quale significato avessero per gli abitanti. – Nina, dobbiamo trovare l’ottava statua, cosi diceva la scritta che abbiamo visto nella grotta – disse Cesco, mettendosi a correre verso i moai. Trovare l’ottava statua era difficile. Di statue ce n’erano 200! – Dividiamoci, ognuno di noi ne deve guardare 40. Non so come faremo a riconoscerla. Ma dobbiamo tentare a ogni costo! – incitò Nina. I bambini giravano attorno ai moai cercando un indizio, sembrava un’impresa impossibile. – Ho trovato... venite, venite! – gridò a squarciagola Dodo. Nina corse per prima e vide subito che quella statua era diversa dalle altre. Capì che era l’ottava, perché aveva inciso sia il numero otto che una parola che lei già conosceva: XORAX. Nina puntò il suo scettro magico, il Taldom, sulla scritta e la testa della statua girò su se stessa. Gli occhi del moai s’illuminarono di rosso e la notte scese di colpo sull’isola, che si trovò avvolta nel buio. Un boato spaventoso terrorizzò i ragazzi; la terra cominciò a tremare come se ci fosse il terremoto e dalla bocca della statua uscì un potente getto d’acqua. I cinque si aggrapparono alla statua moai e Nina, con estrema freddezza, impugnò nuovamente il Taldom e gridò: – Xorax... Xorax. Sono Nina, la bambina della Sesta Luna e sono qui per salvare i pensieri liberi dei bambini. M. Witcher, La bambina della Sesta Luna, Giunti

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La missione

Leggo per CAPIRE

Il racconto FANTASY

Comprendo le parole Leggi bene dalla riga 7 alla 9 e indica con una x. Il significato dell’espressione “Si stagliavano” è si tagliavano. erano ben evidenti. si alzavano verso l’alto. I moai sono statue di corpi giganteschi. statue di teste gigantesche. giganti che non parlano.

Capisco il racconto Rispondi alle domande e sottolinea le parti di testo che ti aiutano a rispondere. Dove si trovano i ragazzi all’inizio del racconto? All’aperto Al chiuso Come fanno a distinguere la statua giusta dalle altre? Ha una rosa incisa Ha incisa la parola OTTO Ha incisa la parola XORAX

Rifletto Quanti sono i bambini nominati nel racconto? Scrivi i loro nomi. ....................................................................................................... Ora leggi le frasi prese dal testo, rifletti e rispondi “L’immensa distesa dove si stagliavano 200 enormi moai... ognuno di noi ne deve guardare 40”

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Un gruppo di amici vuole raggiungere Nina per contribuire alla missione. Cerca più informazioni possibili sull’isola: dove si trova, come si può raggiungere, cosa sono i moai... e produci una guida da dare a questi ragazzi. Li aiuterai ad anticipare la partenza!

Quanti sono i bambini del racconto in realtà? ..................

Leggo per ANALIZZARE La missione In questo racconto qual è lo scopo della missione di Nina? Visitare l’isola Scoprire quante statue ci sono sull’isola Individuare l’ottava statua Salvare i pensieri liberi dei bambini

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Il racconto FANTASY

I fatti

La fuga di Bilbo 1

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3

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Bilbo sbatté gli occhi e improvvisamente vide gli orchi: orchi armati da capo a piedi con le spade sguainate che sedevano proprio sulla soglia, sorvegliando con gli occhi bene aperti la porta e il passaggio che portava a essa. Lo videro prima ancora che lui vedesse loro. Con urla di gioia si precipitarono su di lui. Bilbo, dimenticando perfino di sfoderare la spada, si ficcò la mano in tasca. L’anello c’era ancora, e gli si infilò al dito. Gli orchi si fermarono di botto. Non c’era più traccia di lui. Era svanito. – Dov’è? – gridarono. – Risalite il passaggio! – strillarono alcuni. – Di qui! – uno gridò. – Di là! – urlarono gli altri. – Attenti alla porta! – latrò il capitano. I fischietti fischiarono, le armature cozzarono, le spade suonarono, gli orchi corsero di qua e di là, cadendo l’uno sull’altro e infuriandosi: ci fu un terribile clamore, scompiglio e tumulto. Bilbo era spaventato da morire, ma ebbe il buon senso di strisciare dietro a una grossa botte, in modo da togliersi di mezzo ed evitare che lo urtassero, lo calpestassero a morte o lo catturassero al tatto. “Devo arrivare alla porta, devo arrivare alla porta!” continuava a ripetersi, ma passò un bel po’ di tempo prima che si azzardasse a tentare. Allora fu come un orribile gioco a mosca cieca. Il posto era pieno di orchi che correvano tutt’intorno, e il povero piccolo hobbit si scansò di qua e di là, venne colpito da un orco che non riuscì a capire contro che cosa avesse urtato, sgattaiolò a quattro zampe, scivolò appena in tempo tra le gambe del capitano, si rialzò e corse alla porta. Un orco l’aveva quasi chiusa, ma un po’ di spazio restava ancora. Bilbo si sforzò ma non riuscì a muoverla. Cercò di infilarsi attraverso la fessura. Pigiò, pigiò, e rimase incastrato! Era una cosa tremenda. I bottoni gli si erano impigliati tra lo spigolo e lo stipite della porta. Poteva guardare fuori all’aperto: c’erano pochi gradini che correvano giù in una stretta valle tra le alte montagne; il sole uscì da dietro una nuvola e brillò luminoso sulla parte esterna della porta, ma egli non riusciva a passare. A un tratto all’interno, un orco gridò: – C’è un’ombra vicino alla porta! C’è qualcuno fuori! A Bilbo balzò il cuore in gola. Dette uno strattone terribile: i bottoni schizzarono in tutte le direzioni. Era riuscito a passare. Strappando giacca e panciotto, balzò giù per i gradini come una capra.

LESSICO Le parole clamore, scompiglio e tumulto sono sinonimi. Quali termini rappresentano il loro contrario? Trovane almeno tre. ............................................... ............................................... ...............................................


I fatti

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Il racconto FANTASY

Naturalmente gli orchi si affrettarono a corrergli dietro, urlando, aizzandosi, e dandogli la caccia attraverso gli alberi. Ma essi non amano il sole, che rende molli le gambe e fa girar loro la testa. Non riuscirono a trovare Bilbo, che con l’anello al dito sgusciava dentro e fuori l’ombra degli alberi, correndo veloce e silenzioso, così, ben presto tornarono indietro a sorvegliare la porta brontolando e imprecando. Bilbo ce l’aveva fatta. J. R. R. Tolkien, Lo hobbit, Adelphi

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Rispondi con una x. Perché la sequenza n. 5 comincia “Allora fu come un orribile gioco a mosca cieca”? Gli orchi sono dei burloni Gli orchi colpiscono alla cieca Gli orchi hanno voglia di giocare Il piccolo hobbit non vedeva più Quali azioni a catena compie il povero piccolo hobbit? Elencale poi rispondi. 1) Si scansò

2) ......................................... 3) .........................................

4) ......................................... 5) ......................................... 6) ......................................... La maggior parte dei verbi sono tutti all’imperfetto. al passato remoto.

al trapassato remoto.

Rifletto Leggendo i racconti fantasy di questa sezione ti sarai accorto che sono tutti ambientati in un tempo passato. Confrontati coi compagni e spiegate perché.

Leggo per ANALIZZARE I fatti Ogni sequenza racchiude un fatto importante. Completa la tabella.

Sequenza 1

Bilbo ....................................................................................................

Sequenza 2

Evento magico .................................................................................

Sequenza 3

Gli orchi ..............................................................................................

Sequenza 4

Bilbo ....................................................................................................

Sequenza 5

Agitazione del momento .............................................................

Sequenza 6

Gli orchi ..............................................................................................

Sequenza 7

Si affrettarono ..................................................................................

Sequenza 8

Bilbo ....................................................................................................

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Strizzo il testo

Come si fa a strizzare un testo con molti dialoghi? Segui le indicazioni e se hai difficoltà chiedi alla maestra di lavorare con un compagno.

Per strizzare un testo con dei dialoghi devi: 1 individuare i dialoghi; 2 t rasformare i discorsi diretti in discorsi indiretti; 3 s trizzare il contenuto del dialogo riportando solo le informazioni essenziali.

Eragon Quando sopraggiunse la sera, mentre il mago Brom preparava la cena, Eragon si inoltrò fra gli alberi in cerca di acqua. Trovò un torrente, si accovacciò sulla sponda e osservò l’acqua che scorreva frangendosi sulle rocce. Un’impronta insolita sulla riva opposta del torrente catturò la sua attenzione. Aveva una forma strana ed era molto grande. Incuriosito, saltò oltre il torrente su una lastra di roccia ma, nel toccare terra, il piede gli scivolò su una chiazza di muschio umido. Si afferrò a un ramo per sorreggersi, ma il ramo si spezzò e lui protese la mano per attutire la caduta. Tutto il suo peso gravò di colpo sul polso destro, che si ruppe con uno schiocco terribile. Un dolore lancinante gli trafisse il braccio. Accecato dal dolore, si rannicchiò sul terreno. – Eragon! – fu il grido allarmato della dragonessa Saphira. – Che cosa ti è successo? – Ho il polso rotto... sono caduto. – Arrivo – disse Saphira. – No... posso farcela. Non venire. Gli alberi sono troppo fitti per le tue ali. Lei gli mandò una breve immagine di se stessa che schiantava gli alberi della foresta per andarlo a prendere poi disse: – Sbrigati. Eragon si alzò a fatica, gemendo. L’impronta, a poca distanza da lui, era molto profonda e mostrava i buchi lasciati dagli stivali chiodati; d’improvviso rammentò le impronte che aveva visto intorno alla catasta di corpi a Yazuac. – Urgali! – esclamò orripilato. Levò il capo e gridò con la mente: – Saphira! Gli Urgali! Proteggi Brom! Eragon balzò di nuovo oltre il ruscello e giunse all’accampamento appena in tempo per assistere all’atterraggio di Saphira.

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La sera, .......................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... La dragonessa Saphira chiamò allarmata Eragon e gli chiese cosa fosse successo. Eragon le spiegò che si era rotto un polso. Allora Saphira ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... .........................................................................


Brom allarmato dalla presenza degli Urgali si fece serio in volto, sellò i cavalli e disse alla dragonessa: – È quasi buio, faresti meglio a volare sopra di noi. Se arrivano gli Urgali, ci penseranno due volte prima di attaccarci con te nelle vicinanze. – Sarà meglio per loro; altrimenti non penseranno mai più – ribattè Saphira mentre spiccava il volo. A un miglio dall’accampamento udirono un corno da caccia risuonare in lontananza, poi altri due corni, questa volta più vicini. Eragon rabbrividì. – La nostra unica possibilità è che tu, ferito come sei, fugga con Saphira. – E tu? – protestò Eragon. – Non ti preoccupare per me. Vai. Privo di energie per discutere, Eragon montò sulla dragonessa mentre Brom cavalcava a galoppo sfrenato sul suo cavallo Fiammabianca. I minuti passarono. Eragon sospirò di sollievo, erano al sicuro. Ma uno squillo di corno, proprio sotto di loro, lo fece trasalire. Urgali orribili, gridando con voci rauche, galoppavano di gran carriera sulla pista, guadagnando terreno. Erano quasi in vista di Brom; il vecchio non sarebbe riuscito a seminarli. – Atterra davanti agli Urgali! Stanno raggiungendo Brom! – urlò Eragon alla dragonessa. Mentre gli Urgali accorciavano la distanza, Saphira dispiegò le ali di colpo e atterrò sul sentiero in una nuvola di polvere e sassi. Gli Urgali gridarono allarmati e strattonarono le redini dei cavalli. Gli animali si arrestarono all’istante e andarono a urtare l’uno contro l’altro; tuttavia i mostri riuscirono rapidamente a districarsi e si avventarono su Saphira. Eragon, allora, levò una mano e gridò: – Jierda! Lampi di luce guizzarono dalla sua mano e colpirono ciascuno dei mostri al ventre. Tutti gli Urgali caddero inerti al suolo. Eragon, prosciugato di ogni energia, scivolò dal dorso della dragonessa che avvolse il ragazzo con le sue ali.

Strizzo il testo ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... ......................................................................... .........................................................................

C. Paolini, Eragon, Fabbri

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VERIFICA le tue competenze Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere tre volte il testo.

La missione di Atreiu Cairone era un centauro. Aveva le sembianze umane fino alla vita e il resto del corpo era quello di un cavallo. Era un cosiddetto “centauro nero”. Era venuto da terre lontane del profondo sud. Per cui la sua parte umana aveva il colore dell’ebano, solo i capelli e la barba erano bianchissimi e crespi, mentre la parte equina era zebrata. Portava uno strano cappello di giunchi intrecciati e al collo aveva, appeso a una catena, un grande amuleto d’oro sul quale si vedevano due serpenti, uno chiaro e l’altro scuro, che si mordevano la coda a vicenda. Nel Regno di Fantàsia chiunque conosceva il significato di quel medaglione; era il segno distintivo di colui che agiva per incarico dell’Infanta Imperatrice. Si diceva che esso conferisse a colui che lo portava forze misteriose. Tutti conoscevano il suo nome: Auryn. Ma molti non osavano nemmeno pronunciare quel nome: lo chiamavano il Pantakel o semplicemente il Gioiello o, ancora più semplicemente, lo Splendore. Cairone scalpitò per qualche istante, poi disse: – Amici, non meravigliatevi troppo. Io porto Auryn solo per breve tempo. Ben presto cederò lo Splendore a uno ben più degno di me. Nella sala si era diffuso un grande silenzio. – Noi tutti ci troviamo qui, impotenti di fronte alla malattia dell’Infanta Imperatrice. L’unica cosa che sappiamo è che la distruzione di Fantàsia si va verificando contemporaneamente a questa malattia. Di più non sappiamo. È mia ultima e unica speranza che in qualche parte di questo sconfinato reame esista un esploratore che non arretri di fronte ai pericoli, che sia in grado di allontanare sforzo e fatica, in breve: un eroe. E l’Infanta Imperatrice mi ha confidato il nome di questo eroe, al quale essa affida la sua sorte e quella di tutti noi: questo eroe si chiama Atreiu e abita nel Mare Erboso; a lui io porterò Auryn... E a quelle parole il vecchio centauro uscì dalla sala scalpitando con fragore. M. Ende, La storia infinita, Longanesi

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Il racconto FANTASY

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Indica il significato delle seguenti parole. Scalpitare Sconfinato Battere con le mani Senza paura Battere con gli zoccoli Senza significato Battere con i piedi Senza confini

Sembianza Somiglianza Sensibilità Aspetto esteriore

Rifletto Si possono ricavare queste informazioni dal testo, sì o no? Indica con una x. SÌ NO Com’è fatto un “centauro” Qual è la malattia dell’Imperatrice SÌ NO Il significato del medaglione Il nome dell’eroe SÌ NO A chi sarà ceduto il medaglione Com’è il regno di Fantàsia

NO

NO

NO

Leggo per ANALIZZARE L’oggetto magico viene chiamato in quattro modi differenti: quali? 1. ...................................................................

3. ...................................................................

2. ................................................................... 4. ................................................................... Cerchia nel testo la descrizione del centauro e completala. Era come un ........................................... fino alla vita e il resto del corpo era quello di un .................................................... Era un cosiddetto “..............................................” per cui la sua parte umana aveva il colore ..............................................., solo i capelli e la ................................................. erano bianchissimi e ................................................., mentre la parte equina era .................................................. Qual è lo scopo della missione di Cairone? Trovare Auryn Salvare Fantàsia Trovare un eroe Sposare l’Infanta Imperatrice Quale missione deve compiere Atreiu? Trovare Auryn Salvare Fantàsia Trovare un eroe Sposare l’Infanta Imperatrice

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con la maestra e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del RACCONTO FANTASY. vai a pag. 184

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La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 211

Signor Scheletro, dato che lei è un esperto nel settore, può interrompere un momento la sua attività e spiegarci che cosa c’è in un racconto di PAURA?

1 C’È UNO SCOPO, quello di

creare un clima di tensione e di suspense e inchiodare il lettore alla sedia per la paura.

2

7 CI SONO DESCRIZIONI di

particolari ambienti, persone, oggetti che per le loro caratteristiche suscitano paura.

CI SONO PERSONAGGI realistici e positivi che si imbattono in creature mostruose e maligne come vampiri, mummie, scheletri…

6 C’È LA STRUTTURA del

racconto narrativo • l’inizio in cui tutto è apparentemente normale; • lo svolgimento dove si scatenano fatti o eventi paurosi e inquietanti che si accavallano a ritmo incalzante, infittendo il mistero; • la conclusione in cui la vicenda può risolversi bene oppure malissimo, creando sollievo o angoscia.

3 C’È UN TEMPO che

può essere presente o passato. Il più delle volte i fatti si svolgono di notte con condizioni atmosferiche particolari.

4 CI SONO LUOGHI tetri e misteriosi

adatti a situazioni inquietanti; oppure ci sono luoghi comuni che però all’improvviso si trasformano in spaventosi.

5 CI SONO FATTI normali che

man mano lasciano il posto a incubi o eventi misteriosi, assurdi e terrificanti.

Il Circolo dei Lettori

A. Vivarelli, L’enigma del conte bianco, Piemme R. L. Stevenson, Lo strano caso del dr Jekyll e del signor Hyde, Il Battello a Vapore A. C. Doyle, Il mastino dei Baskerville, Mondadori R. Stevens, I misteri della palude, Mondadori G. Quarzo, Il fantasma del generale, Feltrinelli

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Laboratorio di scrittura - pagg. 52 - 53


L’unione fa la forza

Un ladro… a sorpresa Leggo per

RTIRMI

DIVE La principessa Lulù se ne stava seduta zitta zitta ad Scegli una compagna se aspettare dietro il Ficus Benjamin nell’angolo del bagno. sei maschio o viceversa: Era notte. Dormivano i domestici, i giardinieri, i uno dei due leggerà le cuochi e le serve della cucina. Passarono i minuti e le parti colorate a ritmo ore, ma del ladro di dentifricio… nemmeno l’ombra! incalzante e battendo i Lulù cominciava già a pensare di interrompere la denti, poi invertite i ruoli. guardia e andarsene a letto, quando sentì passi furtivi nel corridoio dietro alla porta. Un attimo dopo vide una figura smilza scivolare silenziosa nel bagno. Aveva in mano una valigia o una borsa, dove teneva probabilmente l’asciugamano. Lulù si sforzò di vedere meglio il nuovo arrivato. Era troppo magro per essere la tata Ortensia. Dunque doveva trattarsi di uno dei maggiordomi. Lulù si sentì offesa e arrabbiata. Perché quel tizio non usava il bagno e il dentifricio del personale di servizio? Tutti al castello sapevano che sua madre la sospettava di mangiare il dentifricio e che la sgridava ogni giorno. E allora perché il tipo non aveva confessato il suo furto e aveva permesso così che la accusassero ingiustamente? – Ti ho scoperto! – esclamò Lulù con cattiveria, saltando fuori dal suo nascondiglio. La figura si fermò e voltò il suo viso pallido in direzione della principessa. Lulù poteva vederlo molto bene, ora. La principessa cominciò a tremare. Non era un abitante del castello, ma un perfetto sconosciuto. E che sconosciuto! Lulù si sforzò di non cadere svenuta sul pavimento, come usava fare un tempo. Lo sconosciuto era… era… uno scheletro! P. Raud, La principessa e lo scheletro, Sinnos

Riconoscere un RACCONTO di PAURA 1 Completa.

Hai tremato insieme alla principessa? Allora questo è un vero racconto di ....................... 2 Che cosa ti ha fatto paura? Ordina dal più pauroso al meno pauroso.

Il castello

Lo scheletro

La notte e il silenzio

L’attesa del ladro

L’ombra del ladro

3 Separa nel testo l’inizio, lo svolgimento e la conclusione, poi collega.

I fatti si scatenano. Tempo di attesa. Presentazione del luogo e dei personaggi. Colpo di scena.

Inizio Svolgimento Conclusione

Se non ti tremano le gambe puoi andare alla pagina successiva!

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Il racconto di PAURA

LESSICO Sottolinea le parole rivolte al mostro che ti hanno provocato un senso di ribrezzo.

Il tempo

Rombo di tuono

Quella notte fu un inferno. Era così afosa che inzuppai di sudore il lenzuolo, e anche se fossi riuscito ad addormentarmi, sarebbe stato come dormire sopra un’enorme spugna bollente. Ma non si trattava di semplice sudore. Era un mostro, e si chiamava Freddy el Freddy, il vorace divoratore. Masticava rumorosamente e, dopo aver ruttato, mi risucchiava lentamente come uno spaghetto, assaporandomi tra le sue viscide labbra bavose. Stavo affondando come nelle sabbie mobili. Gridando, cercai di divincolarmi. Lo presi a pugni, gli morsi quella dannata lingua brufolosa e infine affondai i denti finché si mise a urlare, imprecando e sputando. Poi, all’improvviso, fui libero! No, mi ero semplicemente svegliato. Rimasi disteso sulla spugna inzuppata di sudore senza riuscire a muovermi. Ero come paralizzato. Sapevo che non appena mi fossi riaddormentato, Freddy sarebbe tornato. Fissai la finestra aperta. Non c’era un alito di vento, eppure anche quella notte sopra la casa si addensavano grosse nuvole di tempesta. Presto si sarebbero trasformate in orribili mostri con gli occhi lampeggianti, e dalle enormi bocche che ghignavano sarebbe fuoriuscito un rombo di tuono così forte da far tremare la terra. Poi le nuvole sarebbero scese lentamente verso di me, grattando il tetto e allungando, per afferrarmi, i mostruosi artigli fin dentro nella mia camera. Ancora un giorno e ci sarebbero riuscite, lo sapevo. Ma cosa potevo fare? Alla fine mi addormentai. M. Joachim, La tribù del pallone - Markus l’imbattibile, De Agostini

Leggo per ANALIZZARE Il tempo Rispondi. “Quella notte fu un inferno”: come giudichi questo inizio? ................................................................................................. Ti fa venire voglia di continuare?

No

Completa. Nella parte di testo evidenziata i verbi sono al condizionale perché ............................................................................ La tecnica di immaginare che cosa accadrà in futuro si chiama ..................................................................................... Quello che immagina il protagonista potrebbe accadere, ma ........................................................................................

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Il luogo

Il racconto di PAURA

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

La casa La casa era strana, immensa e buia. Lungo un sentiero fra le erbacce raggiunsero silenziosi il portico in rovina. Tom Skelton da solo salì il primo gradino. Gli altri trattennero il fiato per la sua audacia. Poi, in massa, salirono i gradini del portico tra il cigolio delle assi, tremando sulle gambe. Ognuno desiderava fare dietrofront e fuggire, ma era intrappolato fra il compagno davanti e quello dietro. Così, come un millepiedi, un po’ avanzando e un po’ retrocedendo, i ragazzi madidi di sudore si arrestarono davanti al portone della casa, stretto e lungo come una bara. Per un lungo minuto rimasero immobili: molte mani, come i tentacoli di una piovra, si allungarono verso il pomo della porta e il battente. Intanto le assi di legno del portico gemevano e si curvavano sotto il loro peso, minacciando a ogni movimento di cedere e di precipitarli in chissà quale abisso sottostante infestato di scarafaggi. Henry-Hank esclamò: – Guardate! Tutti fissarono il battente della porta. La mano di Tom tremò nel toccarlo. Il battente era modellato sulla faccia di un vecchio uomo con un terribile mal di denti, la mascella fasciata, i capelli ritti, i denti in fuori, gli occhi spiritati. – Bussa – disse Henry-Hank. Tom Skelton afferrò la mascella gelida del vecchio, la sollevò e la fece ricadere. Tutti sobbalzarono al tonfo. L’intera casa rintronò. Le mura scricchiolarono. Poi il portone d’ingresso si scosse, la maniglia girò, il battente con la faccia del vecchio fece una smorfia e l’uscio si aprì. R. Bradbury, L’albero di Halloween, Bompiani

Nel racconto ci sono tre similitudini. Riesci a trovarle? Sottolineale.

Capisco il racconto Rispondi. Chi è il protagonista del racconto? ................................................................ “Gli altri trattennero il fiato” perché Tom è imprudente. pauroso. coraggioso. I ragazzi erano “madidi di sudore” perché avevano caldo. avevano paura. avevano troppi vestiti addosso. “La mascella gelida del vecchio” che Tom afferra è una maniglia girevole. il battente della porta. un quadro.

Leggo per ANALIZZARE Il luogo Sottolinea nel testo tutte le informazioni che descrivono la casa, poi definiscila con un solo aggettivo. ...............................................................

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Il racconto di PAURA

Coraline

I personaggi

La vecchia chiave nera sembrava più fredda di tutte le altre. Coraline la infilò nella toppa. Girò senza fare i capricci, con un soddisfacente rumore metallico. Coraline si fermò ad ascoltare. Sapeva che stava facendo qualcosa di proibito, così tese l’orecchio per sentire se sua madre stesse tornando, ma non sentì nulla. Poi mise la mano sulla maniglia e la girò: e finalmente la porta si aprì. Si aprì su un corridoio buio. Da quel corridoio veniva un agghiacciante odore di stantio: l’odore di qualcosa di molto vecchio e di molto lento. Coraline varcò la soglia. Si domandò che aspetto avesse l’altro appartamento, ammesso che quel corridoio portasse lì. Coraline percorse il corridoio con una certa inquietudine. La moquette su cui camminava era identica a quella di casa loro. La carta da parati era identica a quella che avevano loro. Il quadro appeso all’ingresso era identico a quello appeso nell’ingresso di casa loro. Sapeva dov’era: a casa sua. Non l’aveva mai lasciata. Confusa, scosse la testa. Fissò il quadro appeso alla parete: no, non era esattamente lo stesso. Il quadro nell’ingresso di casa loro ritraeva un ragazzo con abiti all’antica che fissava delle bolle di sapone. Ma ora l’espressione del suo viso era diversa: c’era uno strano sguardo nei suoi occhi. Coraline lo fissò, cercando di capire esattamente cosa avesse di diverso. C’era quasi arrivata quando qualcuno la chiamò. Sembrava la voce di sua madre. Coraline andò in cucina e trovò una donna che le dava le spalle. Assomigliava un po’ a sua madre. Solo che... Solo che aveva la pelle bianca come la carta. Solo che era più alta e più magra. Solo che aveva le dita troppo lunghe e le unghie, adunche e affilate, di un rosso scuro. – Coraline? – disse la donna. – Sei tu? – Quindi si voltò a guardarla. Al posto degli occhi aveva due grossi bottoni neri. – E tu chi sei? – domandò la bambina. – Sono l’altra tua madre – rispose la donna. – Vai a dire all’altro tuo padre che il pranzo è pronto. – E aprì lo sportello del forno. Coraline arrivò in fondo al corridoio, dove si trovava lo studio di suo padre. Aprì la porta. All’interno c’era un uomo seduto alla tastiera del computer, che le dava le spalle. – Ciao – esitò Coraline. – Lei mi ha detto di dirti che è pronto il pranzo. L’uomo si voltò. Al posto degli occhi aveva due grossi bottoni neri e scintillanti. – Ciao, Coraline – disse. – Non ci vedo più dalla fame. Si alzò e andò con lei in cucina. Si sedettero intorno al tavolo e l’altra madre di Coraline servì il pranzo. Un enorme e dorato pollo arrosto, patate fritte, pisellini verdi. Coraline spazzolò il cibo che aveva nel piatto. – È da un pezzo che ti aspettiamo – disse l’altro padre di Coraline. – Sì – disse l’altra madre. – Sapevamo che un giorno saresti arrivata, e che a quel punto saremmo diventati una vera famiglia. Ti va un altro po’ di pollo? N. Gaiman, Coraline, Mondadori

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I personaggi

Il racconto di PAURA

Leggo per ANALIZZARE I personaggi Rispondi. Come si chiama la protagonista di questo racconto? ......................................................... Chi sono i personaggi secondari? ............................................................................................. Chi è Coraline?

Come sono i suoi genitori?

Una bambina normale Una bambina fantasma Una creatura mostruosa

Creature normali Creature mostruose Creature fantastiche

Indica con una x. Quale personaggio non è descritto nel racconto? Coraline

Il fantasma della madre

Il fantasma del padre

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Che cosa significa la parola “stantio”? Vecchio Statico Stupido

Aspro

Leggi la prima riga: che significa “toppa”? Pezza Buco della serratura Serratura

Chiave

Capisco il testo Cerchia nel testo la descrizione dell’ambiente: è ricca di dati, poi sottolinea con i colori corrispondenti: i dati uditivi, i dati olfattivi, i dati visivi, i dati di movimento, i dati tattili, i dati gustativi. L’autore procede nella descrizione per confronti e somiglianze: completa.

cose uguali

cose diverse

Il corridoio Il quadro Il papà La mamma Come valuti il finale? Indica con una x. Sorprendente Banale Inaspettato

Divertente

Spiazzante

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Il racconto di PAURA

SCRIVO Che cosa succederà? Continua il racconto sul quaderno.

La struttura

La mummia Lo strano rumore non si ripeté e Smith stava per dedicarsi di nuovo ai suoi studi, quando improvvisamente il silenzio della notte fu rotto da un grido rauco, un vero e proprio urlo: era il grido di un uomo agitato e scosso sino a perdere ogni controllo di sé. Smith balzò dalla sedia e lasciò cadere il libro. In quell’urlo d’orrore c’era qualcosa che gli ghiacciò il sangue e gli fece accapponare la pelle. In quell’ora e in quel luogo, c’era qualcosa che spingeva la sua mente a pensare a mille terribili possibilità. Doveva precipitarsi al piano di sotto, o era meglio attendere? In quell’istante ci fu per la scala un rumore di passi rapidi, e il giovane Monkhouse Lee, mezzo svestito e pallido come la cenere, irruppe nella stanza. – Vieni giù! – boccheggiò. – Bellingham sta male. Corsero al piano di sotto. Quella che si trovarono davanti era una stanza che pareva un museo piuttosto che uno studio. Le pareti erano fittamente coperte da strane reliquie provenienti dall’Egitto. Nel centro di quella strana stanza c’era un ampio tavolo su cui si trovava un sarcofago. La mummia, un’orrida cosa nera, avvizzita, era per metà fuori del sarcofago e la sua mano, simile a un artiglio, poggiava sul tavolo. Al sarcofago era appoggiato un vecchio e ingiallito rotolo di papiro, e di fronte, in una poltrona di legno, sedeva il titolare della stanza, con la testa gettata indietro, gli occhi sbarrati e colmi d’orrore e con le pesanti labbra illividite che ansavano rumorosamente a ogni respiro. – Mio Dio! Sta morendo! – gridò disperato Monkhouse Lee. Che diamine era successo? A. C. Doyle, Tutti i racconti fantastici e dell’orrore, Feltrinelli

Leggo per ANALIZZARE Il colpo di scena Rispondi con una x. Qual è il colpo di scena che interrompe il silenzio della notte? Un sarcofago nel centro della stanza Una mummia per metà fuori dal sarcofago Il grido di un uomo agitato Un rumore di passi rapido per la scala Sottolinea le reazioni del protagonista.

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UN COMPITO AUTENTICO PER TE Smith è uno studente di medicina ma sa ben poco di storia. Vuoi scrivergli una relazione in cui gli spieghi le fasi della mummificazione e l’importanza di questo rito in Egitto? Così forse capirà che non si tratta solo di una cosa nera e avvizzita.


Leggi la prima frase del racconto… che succede? Succede che stai leggendo al contrario! Leggere al contrario ti aiuterà a concentrarti solo sulle lettere e sui suoni delle parole senza preoccuparti della punteggiatura, dell’espressività e del significato. Dopo che avrai letto il pezzo un paio di volte dall’inizio alla fine, ricomincia partendo dal fondo di ogni frase, dove trovi le //. Scoprirai così quello che c’è scritto nel racconto. Paura?

Pirati del TESTO

Due ombre in biblioteca .mezzanotte alla minuto un soltanto Mancava // .scaffali due fra posto dell’orologio lancette le controllò volta l’ennesima Per // .tornando stavano gli forze proverbiali sue le che improvvisamente sentì e l’uomo pensò “Finalmente” // .vene nelle scorrere a cominciò sangue il, tesero si muscoli I // .respiro il Trattenne …rumore un sentire di parve gli spessi muri quei di là di Al // .l’uomo pensò “arrivati sono Forse” .vento il era non No ?vento il solo Era !passi Erano !biblioteca la verso venendo stava Qualcuno // .immaginazione sua della frutto solo fossero rumori quei che pensare far Da .prima come quieto d’improvviso tornato era Tutto .Silenzio .fermo stare a obbligava si mentre chiese si “?piedi a vengono mai Come” // …socchiusa lasciata porta della scricchiolio lo poi E // …schiena la lungo corrergli brivido un sentì Ivan Zio .muoversi non a sforzò si bibliotecario Il .stanza della penombra l’immobile dentro disegnarono si ombre Due .nell’oscurità completamente s’aprì porta La .pensò “Eccoli!” // .mogano di tavolo sul posate mani grosse le e forti braccia le, imponenti spalle le, pugile da profilo suo il tratteggiando, illuminava lo lampada piccola della luce La // .vicine più sempre facevano si lenti passi a ombre due Le // .fermarono si uomini due i, aspetto loro il rivelasse lampada della luce fievole la che Prima // M. Giannini, L’enigma di pagina 100, Il mulino a vento, Raffaello

Divertiti a ripetere questo tipo di lettura con altri testi, puoi anche fare delle gare di velocità con i tuoi compagni leggendo al contrario.

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Strizzo il testo Come si fa a strizzare un testo che presenta delle descrizioni? Segui le indicazioni e se hai difficoltà chiedi alla maestra di lavorare con un compagno.

Un testo strizzato deve risultare comprensibile e coerente, perciò: 1 i ndividua e riduci o elimina le parti descrittive (arricchiscono i testi, ma quando si strizza bisogna concentrarsi sulla fabula); 2 trasforma i dialoghi e cancella le parti superflue; 3 c ollega le parti rimaste usando i connettivi logici: di conseguenza, quando, quindi, dunque, pertanto, perciò, così che, ma, invece, ciononostante, tuttavia, eppure, mentre, al contrario.

Ho visto un fantasma Macy era seduta sulla fredda riva del lago e saggiava il ghiaccio con la punta dello stivaletto. Era duro. Fu a quel punto che vide il fantasma della donna, a faccia in su sotto il ghiaccio opaco: la scia di capelli scuri e lo sbuffo bianco slavato del vestito fluttuava sott’acqua. Passando sotto i piedi di Macy, spalancò gli occhi. La superficie opalina: del ghiaccio velava i suoi lineamenti. Macy rimase senza fiato, anche se non era certo la prima volta che vedeva un fantasma. Ma gli altri le erano ormai talmente familiari che non ci faceva più caso; quasi fossero vecchi quadri appesi al muro. Questo no, però. La ragazzina non era realmente spaventata: quell’apparizione era stata più che altro uno shock. Come un tuffo nell’acqua gelida o una scivolata improvvisa. Sentì un formicolio risalirle lungo la schiena; si rialzò e si allontanò dal laghetto, senza però riuscire a staccare gli occhi dal fantasma. I capelli della donna ondeggiavano mollemente. Apriva e chiudeva la bocca. Forse stava cercando di dire qualcosa. Macy non indugiò oltre. Raccolse la sua ampia gonna e riattraversò di corsa il prato, fermandosi soltanto davanti alla porta di casa. Macy salì di corsa la rampa di scale che portava al giardino, varcò il passaggio che si apriva nell’alto muro di cinta e spinse la porta della cucina dove trovò Aurelia china ad attizzare il fuoco.

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Macy era seduta sulla fredda riva del lago quando vide il fantasma della donna sotto il ghiaccio. Macy non era la prima volta che vedeva un fantasma quindi non era realmente spaventata.

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La descrizione

Aurelia era una donna minuta, con un abito nero attillato e i capelli bianchi raccolti in una crocchia. Vedendo l’aria sconvolta e trafelata della ragazza, la sua espressione passò dal biasimo all’apprensione. La accompagnò alla piccola sedia di legno accanto al camino, le slacciò gli stivaletti e le strofinò i piedi tra le mani per scaldarli. Macy riprese fiato e cercò di parlare, ma aveva le labbra e la lingua paralizzate dal gelo. La donna scaldò del latte, poi lo versò in una tazza con un po’ di cannella e glielo diede da bere. Pian piano Macy si riprese. Sentiva le mani pulsare e formicolare mentre il sangue riprendeva a circolare. – Allora, che cos’è successo? – chiese Aurelia, continuando a sfregarle pazientemente la pianta dei piccoli piedi. – Ne ho visto un altro... un fantasma! – riuscì finalmente a dire la ragazza. – Nel laghetto ghiacciato in fondo al prato. Aurelia conosceva i poteri di Macy e le credeva. All’inizio, quando la ragazza aveva rivelato agli altri di vedere dei fantasmi, tutti avevano pensato che si trattasse di uno scherzo della sua immaginazione. Ma gli amici invisibili di Macy non erano scomparsi e, tra l’altro, simili poteri non erano insoliti nella sua famiglia. Suo padre Augustus le aveva raccontato, molto tempo prima, che anche la sua prozia materna vedeva i fantasmi. Aurelia, governante e balia di Century House, non amava parlare di questi fenomeni. Storse le labbra e scosse la testa. – Ti sei spaventata? – chiese alla ragazza. – Non proprio. È stato come... come se qualcuno mi avesse infilato un pesce gelato sotto il vestito, giù per la schiena. Insomma, un brivido che ti scuote dalla testa ai piedi!

Strizzo il testo

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VERIFICA le tue competenze Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere tre volte il testo.

Il bambino e il drago Il bambino era in casa, solo. La mamma e il papà erano usciti. Lui stava alla finestra, con gli occhi spalancati: il buio era molto buio, perché era una notte senza luna. Ed ecco, in giardino, il bambino vide qualcosa che si muoveva: una cosa grossa, lunga, che strisciava e veniva verso la porta. Il bambino sentì il cuore battere forte. Andò di corsa alla porta per chiuderla, ma prima di arrivarci vide che si apriva e un unghione scuro entrava, e una zampaccia verdastra graffiava il pavimento. Il bambino si fermò, tenendo il fiato sospeso: c’era un rumore di respiro grosso e rauco, e un brutto odore di foglie marce. E all’improvviso, sotto la porta, guizzò una lingua di fuoco, tremenda. Il bambino saltò indietro, terrorizzato. Senza fare rumore, lentamente, arrivò alle scale che portavano al primo piano, e cominciò a salire. La porta esterna si era aperta del tutto, e si sentivano tonfi di passi lenti e appiccicosi. Al primo piano si voltò: il rumore saliva lento su per le scale. Il bambino corse su verso la soffitta, mentre di sotto continuava quel passo pesantissimo e lento. Arrivò in solaio, col cuore che scoppiava nel petto, e chiuse lo sportello, mettendoci sopra il baule dei giocattoli vecchi. Con l’orecchio contro il pavimento, ascoltava il passo sul pianerottolo. Gli sembrava di sentire, sulla pelle, sbuffi di aria calda. La puzza era tremenda. Poi, il bambino sentì che il passo pesante saliva la scala del solaio. Strisciò via, pallido, verso la parte dove il tetto si abbassava e c’era una finestrella, la aprì. Saltò fuori e fu in piedi sul tetto. Lì sotto, a poco più di un metro, c’era la rimessa: da lì era facile calarsi in cortile e scappare. Appena fu giù, ricordò una cosa che aveva letto. Corse alla porta di casa: una punta di coda verde, sottile, spuntava dalla porta aperta, saltellando di qua e di là. Si avvicinò, aprì i calzoncini, e fece pipì sulla punta della coda, perché aveva letto che se si fa pipì sulla coda di un drago, il drago sparisce. E infatti ci fu un urlaccio di rabbia, un fumo nerastro che uscì da tutte le aperture della casa, e del drago non rimase più niente, nemmeno il ricordo. R. Piumini, Mi leggi un‘altra storia?, Einaudi Ragazzi

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Il racconto di PAURA Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Scrivi se le espressioni si riferiscono ai dati olfattivi (O), uditivi (U), visivi (V) o tattili (T). respiro grosso

odore di foglie marce

tonfi di passi

puzza tremenda

coda grossa

pallido

aria calda

passo pesante

Capisco il testo Metti in ordine le azioni che compie il bambino. Sale le scale per il primo piano. Salta sul tetto. Si cala in cortile. Sale verso la soffitta. Chiude lo sportello del solaio.

Va a chiudere la porta. Raggiunge le scale. Corre alla porta. Fa la pipì. Guarda dalla finestra.

Crea tre domande che, secondo te, possono guidare la comprensione della vicenda. 1. ............................................................................................................................................................................................................... 2. ............................................................................................................................................................................................................... 3. ...............................................................................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Dividi il testo in inizio, sviluppo e conclusione, poi rispondi. Quale frase ti indica il colpo di scena? ................................................................................................................................................................................................................... Quale frase ti anticipa il colpo di scena? ................................................................................................................................................................................................................... In quale parte di testo si capisce con certezza che cosa fa paura al bambino? ................................................................................................................................................................................................................... Quale aggettivo si adatta al finale? Puoi sceglierne più di uno. Banale Sorprendente Inaspettato Divertente Pauroso Noioso Lieto Triste Continua a sottolineare con i colori corrispondenti: • le espressioni che descrivono le emozioni del bambino; • le espressioni che descrivono com’è il drago.

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con la maestra e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del RACCONTO di PAURA. vai a pag. 184

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CODING

Gira la storia Che cosa accadrebbe se un autore, mentre scrive il suo romanzo, venisse interrotto da nuovi personaggi che vogliono entrare a forza nella sua storia? E non in un punto a caso, ma in un momento ben preciso, scombinando tutti i piani e buttando all’aria la trama. Che cosa accadrebbe, ancora, se la trama dovesse spostarsi all’improvviso in luoghi lontani da dove ha avuto inizio? E se quell’autore fossi proprio tu?

Ormai conosci gli ingredienti per creare un racconto. Giocando a creare le sequenze narrative di un racconto d’avventura hai sicuramente bisogno dei seguenti elementi. Ci sono i fatti

Pericoli, misteri, viaggi rischiosi, missioni da compiere Ci sono i luoghi

Lontani, sconosciuti, esotici, disabitati e ostili C’è il tempo

Ben determinato, al presente o al passato Ci sono i personaggi

- Protagonista: coraggioso e leale - Antagonista: cattivo e furbo, ostacola il protagonista con ogni mezzo - Personaggi secondari: aiutanti e compagni di avventura del protagonista e dell’antagonista C’è la struttura

- Inizio - Svolgimento - Conclusione

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Mettiti alla prova e sfida i tuoi compagni per creare il racconto perfetto.

“Gira la storia” è un gioco che unisce le caratteristiche del coding (cioè l’attenzione alle relazioni tra gli elementi, alle sequenze logiche e ai cicli matematici) al gioco narrativo e all’incidente fantastico da cui nascono le migliori storie. Si gioca a squadre. Ogni squadra ha a disposizione: quattro “storie aperte”, quattro inizi da completare e sedici carte intreccio per complicare i fili della trama avversaria. Lo scopo del gioco è di individuare gli elementi costituenti ciascuna storia e di raggiungerli tramite un percorso costruito con le frecce direzionali. Regole e istruzioni si trovano nella guida dell’insegnante

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Servono parole gentili? Una parola gentile è come un giorno di primavera. (Proverbio russo)

Completa il TEST per scoprire come ti relazioni con gli altri.

C’è un nuovo bambino a scuola e i tuoi compagni lo ignorano. Che fai? A. Faccio come fanno gli altri B. Lo dico alla maestra C. Mi avvicino e gli chiedo il suo nome Eugenia sembra un tipo scorbutico. Gioca spesso da sola durante l’intervallo. Che pensi di lei? A. Che dovrebbe andare a cercarsi degli amici C. Che forse ha bisogno di una mano B. Che ha un brutto carattere Siete appena usciti da scuola. Come ogni giorno i tuoi due un’altra migliori amici stanno prendendo in giro un bambino di classe. Come ti comporti? B. Tiro dritto A. Mi aggiungo a loro C. Chiedo loro di piantarla e. C’è un nuovo bambino a scuola che viene da un altro Paes Alcuni bambini lo prendono in giro perché non parla bene l’italiano. Che cosa pensi di quei bambini? A. Non penso niente. Sono affari loro B. Penso che la maestra dovrebbe sgridarli C. Penso che non dovrebbero comportarsi così bini A scuola c’è un bambino che a volte picchia gli altri bam bino? e perciò è rimasto senza amici. Che cosa pensi di quel bam A. Che gli sta bene, così impara! C. Che forse ha un problema e andrebbe aiutato B. Niente. Basta che non picchia me!

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All’intervallo Chaimaa non ha mai la merenda, ma nessuno se ne preoccupa. Secondo te che cosa si dovrebbe fare? A. Niente, la colpa è dei suoi genitori che non gliela danno B. La maestra dovrebbe occuparsene uno! C. Si potrebbe dividere la merenda con lei, un pezzetto ciasc

Maggioranza di A Ogni tanto ti dimentichi di essere gentile. Maggioranza di B Sei disponibile ma potresti fare di più. Maggioranza di C Hai un atteggiamento molto gentile verso gli altri.


Le parole sono importanti! Tieni sempre con te questo elenco, sarà la tua “riserva” di gentilezza!

Per incoraggiare - Ce la puoi fare. Stai

andando bene. Coraggio. Siamo tutti con te. Stai facendo del tuo meglio. Per pacificare - Facciamo pace? Ti

voglio bene. Amici come prima. Non voglio più litigare con te. Per consolare - Sei triste? Vuoi che

parliamo un po’? Non ti preoccupare, ti aiuto io! Vuoi che ti tenga la mano? Per rispettare - Sai fare un sacco di

cose belle. Ti ammiro. Mi vai bene così come sei. Non cambiare mai.

Clil

Conosci alcune formule gentili in inglese? Leggi e collega ogni situazione all’espressione giusta.

Thank you very much. I am so sorry.

Listen and read

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Favorire l’accettazione delle differenze, al fine di ottenere la partecipazione più ampia dei bambini a un progetto educativo condiviso attraverso atteggiamenti di rispetto reciproco.

Obiettivo da centrare Scoprirai che cosa sono le differenze e imparerai a considerarle una ricchezza.

Competenza attesa Il bambino vive esperienze di cittadinanza attribuendo importanza agli altri e ai loro bisogni e riconoscendoli come uguali ai propri.

Traguardo da raggiungere Sei amico con tutti, vedi le differenze tra te e gli altri e capisci che ti piacciono.

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L’unione fa la forza

Leggo per DIVERTIRMI

Sbadiglio e il gufo

Leggi con un amico: ognuno arriva fino al punto, poi si cambia.

C’era una volta un soldato di nome Sbadiglio, che una volta alla settimana doveva fare la guardia sulle mura del castello. Questo era un guaio: Sbadiglio, di notte, non riusciva proprio a stare sveglio. Ci provava, teneva gli occhi aperti con le dita, si dava pizzicotti alle guance, ma, arrivato a un certo punto, si addormentava. La prima volta fu trovato a russare beatamente appoggiato ai merli del camminamento, e dovette stare un giorno in prigione. La seconda volta fu trovato a dormire in una torretta di guardia, e dovette fare una settimana di prigione. Il capitano delle guardie gli disse: – Se ti trovo addormentato un’altra volta, starai in prigione tre mesi, a pane duro e acqua! Il povero Sbadiglio, al suo turno, fece di tutto per non addormentarsi. Si dava pizzicotti ogni minuto, contava le pietre del muraglione, picchiava la testa contro le torri: però sentiva che il sonno stava per arrivare, e che sarebbe caduto addormentato ancora una volta. Allora si mise a piangere. – Perché piangi? – chiese una voce. Sbadiglio guardò: un gufo lo osservava accovacciato sopra un merlo, con i suoi occhi tondi. Il soldato gli raccontò i suoi guai. – Io ti aiuterò – disse il gufo. – E come? – Lo sai, di notte sto con gli occhi aperti e vedo ogni cosa. Farò la guardia al posto tuo: se ci sarà qualcosa di strano o arriverà il capitano, ti sveglierò con una beccatina. – Grazie, gufo! – disse il soldato. – Però... 108

Audio


L’unione fa la forza

– Però cosa? – chiese il gufo. – Ecco, vedi, amico gufo, il fatto è che, se starai qui a fare la guardia per me, non potrai andare a caccia... E se non andrai a caccia, che cosa mangerai? Il gufo sbatté gli occhi. – Hai ragione, non ci avevo pensato... A meno che... tu non mi dia una parte della tua pagnotta! – Te la darò tutta intera! – disse il soldato. – Io soffro molto di più per il sonno che per la fame! – Me ne basterà mezza! – disse il gufo. E così, da quella notte, finirono i guai di Sbadiglio: lui dormiva beato e il gufo faceva la guardia per lui, becchettando contento la sua mezza pagnotta. R. Piumini, Storie in un fiato, Einaudi Ragazzi

1 Ti è piaciuto il racconto? Ti sei divertito a leggere con un amico?

Allora adesso raccontatelo insieme, ad alta voce. Organizzatevi le parti, con gentilezza, mi raccomando. 2 Che collegamento c’è tra questo racconto e il tema della gentilezza?

Discutine con il tuo compagno di lettura e accordatevi su una risposta comune, poi scrivetela in un foglietto e confrontatela con il resto della classe.

Autovalutazione

Il tuo parere è molto importante. Perciò ti chiedo di dare una valutazione a questo testo. Indica con una x l’espressione più adatta o, se preferisci, scrivine una tu. Fa riflettere A nnoia I ncuriosisce . .......................................... 109


Servono parole gentili? Hai mai provato a leggere “rappando”? Puoi farlo con questo testo. E, se vuoi rappare in compagnia, dividi i ruoli con i tuoi compagni: narratore, Re Garbato...

Leopoldotto Ammazzadraghi Ai piedi del monte Gentilone, circondato da un bosco inesplorato, c’era il regno di Belgarbo, piccolo e animato. Le case erano di mille colori e i giardini pieni di fiori. Sedeva su quel trono un vecchio re, bassino e un po’ pelato, il suo nome era Re Garbato. Garbato regnava con saggezza con la legge della gentilezza. I sudditi gli obbedivano felici: essere gentili rendeva tutti amici. Ognuno faceva le cose col cuore: grazie, prego, per favore. Nel regno di Belgarbo, i giorni scorrevano tranquilli: chi seminava il grano, chi coglieva i mirtilli. Le cuoche preparavano banchetti deliziosi, le sarte cucivano abiti sfarzosi. Gli scudieri strigliavano i cavalli, le dame provavano i balli. Però... che gran paura! Nel bosco viveva un drago, bocca di fuoco, alto di statura. A volte dal fogliame ne spuntava la cresta, bastava questo a rovinar la festa. Occorreva un cavaliere tosto, disposto a infilzare il drago a qualunque costo. Un giorno arrivò dall’altopiano, Leopoldotto Ammazzadraghi, cavaliere un po’ villano. Senza inchino si presentò e a parlare cominciò: – Il migliore che ci sia, la mia forza è garanzia! Nessun drago mi spaventa: col coraggio di un leone risolverò la situazione! Re Garbato ne rimase affascinato: forse l’uomo giusto era arrivato. Ma Ammazzadraghi era arrogante e prepotente e non si preoccupava di offendere la gente. – Questo modo di fare è davvero sbagliato – pensava Re Garbato. Ma non osava dire niente: se arrivava il drago, chi avrebbe difeso la sua gente? Un giorno Re Garbato, affacciato dal torrione, vide alcune nuvolette oscurare la visione. Di lì a poco i contadini, bianchi come formaggini, cominciarono a fuggire: non volevano arrostire. – Aiuto! Il drago è uscito dalla foresta. Scappiamo, presto, o ci farà la festa. Il regno era minacciato, solo un uomo l’avrebbe salvato. – Chiamate Ammazzadraghi, il fido cavaliere: al drago spaventoso gliela farà vedere! Sbuffando il cavaliere si avviò al galoppo verso il nero e fitto bosco. Appena fu tra gli alberi, il drago gli si parò davanti, occhi di fuoco, narici fumanti.

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Servono parole gentili? Leopoldotto tremò come un budino: non aveva mai incontrato un drago sul suo cammino, e neppure visto in fotografia, insomma aveva raccontato una bugia! Il drago lo investì subito con una fiammata e per farsi più temere, gli bruciò anche il sedere. – Basta drago, ferma il fuoco. Te lo ordino, non è un gioco! Il drago non gli diede confidenza e lo scottò senza clemenza. – Smettila, brutto muso, oppure con me hai chiuso! Una fiammata ancor più forte e l’armatura si sciolse pian pianino come burro nel pentolino. Leopoldotto protestò, la voce un po’ tremante: – Vattene via, bestione rivoltante! Per divertirsi ancora un poco il drago abbassò il fuoco e cambiando direzione gli arrostì il pollicione. – Vuoi che smetta? – gli chiese sbuffando una nuvoletta. – Non serve una formula di magia, basta il bel garbo, la cortesia. Son due parole, fan poco rumore... avanti, coraggio, di’ “per favore”. Leopoldotto era certo un tipo tosto, ma preferiva non finire arrosto. Fece uno sforzo, ci volle un po’, poi finalmente balbettò: – Per favore, signor drago, potrei non essere bruciacchiato? Udita la formula che costa poco il drago spense subito il fuoco e canticchiando una canzone sparì in un’altra direzione. Leopoldotto Ammazzadraghi capì al volo la lezione: a volte basta un po’ di educazione. Per favore diventò per lui la parola più sincera, con la sarta, lo scudiero, la cameriera... con gioia Re Garbato esclamò emozionato: – Faremo una gran festa e ogni giorno, a tutte le ore, noi diremo per favore! F. Franco

A chi si riferiscono questi aggettivi secondo te? Disegna e completa. Arrogante Millantatore Fanfarone Spaccone Sbruffone Villano

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Garbato Cortese Amabile Gentile Cordiale Educato

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Vuoi diventare anche tu un testimone del Regno di Belgarbo? Contribuisci a trasformare la tua classe in un luogo di armonia: scrivi insieme ai tuoi compagni le Leggi della Gentilezza impegnandovi a rispettarle ogni giorno e a tutte le ore!

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Servono parole gentili?

Una nuova compagna Nella classe di Sofia è arrivata una nuova compagna: Maribel. Sofia ci racconta il suo primo giorno di scuola.

Sottolinea nel testo: - le azioni che compie Sofia per andare “incontro” a Maribel; - le reazioni dei compagni, Alice compresa. Che idea ti sei fatto di quella classe?

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Novità delle novità: oggi in classe è arrivata Maribel, una nuova alunna. Dal nome si intuisce subito che è straniera, ma se poi la vedi non hai più dubbi. Non è proprio nera di carnagione, diciamo che è marrone scuro. È nata in India e io la trovo molto carina: ha gli occhi scuri, grandi e lucidi come due olive, le ciglia lunghe e arcuate e i capelli neri, che tiene raccolti in una coda di cavallo. Ancora non ho ben capito se sia timida o se più semplicemente non sappia parlare la nostra lingua, sta di fatto che non ha spiccicato una parola con nessuno. Si è seduta al nuovo banco, appositamente portato dal bidello, ed è rimasta in silenzio. lo la osservavo. Quando nessuno la guardava, ne approfittava per alzare gli occhi dal banco e lanciare qualche occhiata in giro, per studiare la situazione. Ma se per caso qualcuno se ne accorgeva, abbassava subito lo sguardo. A ricreazione Maribel ha preferito rimanere seduta al suo posto. Allora io mi sono avvicinata. – Sai parlare italiano? – Poco poco – ha risposto. – Da quanto tempo sei arrivata? Maribel mi ha mostrato tre dita della mano. – Tre anni? O tre mesi? – Mesi. Con molta fatica, sono riuscita a tirarle fuori qualche altra informazione. Maribel vive con la mamma, insieme a una zia e a un’altra signora; suo padre invece è rimasto in India. I miei compagni ci guardavano incuriositi, mentre parlavamo. Senza però che nessuno di loro avesse il coraggio di avvicinarsi. Al termine della ricreazione Alice mi è passata vicino e mi ha detto con la voce un po’ strana: – E così ti sei fatta una nuova amica, eh? Sembrava furiosa, e io ci sono rimasta male. S. Colombo, Ogni giorno un giorno nuovo, Edizioni EL

Città delle COMPETENZE

Vai a pag. 184 e colora il palloncino giusto


La fabbrica degli abbracci

a s e c on d a t a t pu n

Leggi le domande della scheda (ti aiuteranno a focalizzare l’attenzione) poi chiudi il libro e mettiti in modalità ASCOLTO ON. La maestra ti leggerà la seconda parte del racconto. Al termine mettiti alla prova per vedere quanto sei stato attento. Infine correggi con la maestra e calcola il tuo punteggio.

ascolto ON

1 Che lavoro fa Pino? Risolvi il cruciverba e scoprirai la risposta nella colonna rossa. 1 - Il nome del bambino. 2 - Quella notte rimbombava nel cielo. 3 - Si può dire anche fifa o spavento. 4 - L’ora in cui il padre decide di fare qualcosa. 5 - Su Internet il padre ne visita a decine. 6 - Quello di Pino segnava due ore di viaggio. 6 7 - La cantava Pino. 8 8 - Il mezzo di trasporto di Pino. 9 - A Pino sembra che l’umidità sia entrata nel... 10 10 - Pino ci fa salire sopra Simone. 11 11 - Quelli di Simone sono preoccupati.

1 2 3 4 5 7

Se hai risolto il cruciverba assegnati 11 punti

9

2 Indica con una x i completamenti giusti. Simone piange perché vuole

Il signore si chiama

carezze. baci. regali. abbracci.

Pino Giuseppe-Smussalati. Pino Giuseppe-Smussangoli. Pino Giuseppe-Smussavertici. Pino Simone -Smussangoli.

Lo schermo grigio che vede all’improvviso il signor Pino è

Pino dal furgone scarica

un maxi schermo della TV. un paese. la nebbia. un muro.

degli scatoloni. gli attrezzi del mestiere. schermi della TV. una scala.

3 Rispondi. Perché Pino smette di cantare? .............................................................................................................. A che cosa somiglia il pigiama di Simone? ....................................................................................... Che cosa pensa Pino vedendo Simone? ....................................................................................... PDF

Audio

Assegnati 1 punto per ogni risposta esatta

Assegnati 2 punti per ogni risposta esatta

Autovalutazione Quanto hai totalizzato? Da 21 a 17 punti: complimenti. Sei stato attentissimo! Da 16 a 11: probabilmente ti sei distratto un po’! Meno di 10: ripassa le regole dell’ascolto attivo a p. 14!

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La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 212

Signor Postino, per le sue mani passano migliaia di lettere. Sarebbe così gentile, data la sua esperienza, da spiegarci che cosa c’è in una LETTERA? Ah, già che ci siamo, ci dà qualche informazione anche sulla E-MAIL?

1 C’È UN DESTINATARIO

cioè la persona a cui si scrive: • se al destinatario è indirizzata una lettera va affrancata e gliela consegno io; • se invece al destinatario è indirizzata una e-mail basta inviarla tramite Internet.

2

6 C’È IL POST SCRIPTUM (P.S.)

che si aggiunge dopo i saluti in caso il mittente abbia dimenticato di scrivere qualcosa nel messaggio.

5 CI SONO DUE FORMULE

• una di apertura per entrare in contatto col destinatario; • una di chiusura per i saluti finali.

C’È UN MITTENTE cioè colui che scrive.

3 C’È IL MESSAGGIO

che si vuole trasmettere. Nella e-mail viene riassunto nell’oggetto.

4 CI SONO IL LUOGO E IL TEMPO

• nella lettera vengono indicati nella data scritta dal mittente; • nella e-mail vengono inseriti automaticamente dal computer.

Il Circolo dei Lettori

S. Roncaglia, S. Mignone, 31 e-mail, Edizioni EL C. Donner, Lettere dal mare, Einaudi Ragazzi A. Gramsci, L’albero del riccio, Editori Riuniti D. Pennac, Kamo. L’agenzia di Babele, Einaudi Ragazzi

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Laboratorio di scrittura - pagg. 56 - 58


L’unione fa la forza

Il postino delle bambole

Leggo per DIVERTIRMI

Il silenzio del parco quella mattina fu rotto dal pianto di una bambina. A gruppi di tre – Ciao. Ti sei persa? – le chiese Franz Kafka avvicinandosi. assegnatevi i ruoli: – Io no – rispose la bambina. – La mia bambola si è persa. narratore, Kafka, Che cosa poteva fare? All’improvviso Kafka ebbe un’idea. bambina. Poi rileggete finché – Come si chiama la tua bambola? ognuno di voi non – Brigida. ha interpretato – Brigida, ma certo! – disse, scoppiando in una risata molto tutte le parti. convincente. – È proprio lei! La tua bambola non si è persa. È partita per un viaggio. – Un viaggio? – domandò la bambina incredula. – Sì un viaggio. E tu ti chiami… – finse di non ricordare Kafka. – Elsi – disse la bambina. – Certo, Elsi… la lettera è proprio per te. – Quale lettera? – domandò la bambina sempre più meravigliata. – Quella che ti ha scritto la tua bambola per spiegarti il motivo della sua partenza. Ma l’ho lasciata a casa. Te la porto domani, va bene? – E perché la mia bambola ha scritto a lei? – chiese Elsi perplessa e curiosa. – Perché sono il postino delle bambole – rispose Kafka. – Domani mi porterai la lettera di Brigida? – Certo – rispose il postino. Il giorno dopo, al parco, Kafka si sedette sulla panchina. – Hai portato la lettera? – chiese Elsi comparendo all’improvviso. – Certo – rispose Kafka. Estrasse la lettera dalla tasca della giacca e gliela mostrò. – Vedi? – indicò l’indirizzo. – Signor postino delle bambole, questa lettera è per Elsi – lesse ad alta voce. La bambina la prese tra le mani. Poi la girò e guardò il mittente: Brigida, West End, Londra. C’era perfino il francobollo. J. Sierra, Kafka e la bambola viaggiatrice, Salani

Riconoscere una LETTERA 1 Sottolinea, nell’ultima parte di testo colorata, le parole che ti fanno

pensare alla lettera. 2 Rispondi a voce e confrontati con i compagni.

Come mai la lettera della bambola diventa così importante per la bambina? Secondo te, chi l’ha scritta? 115


La LETTERA

Il mittente e il destinatario

Lettere d’estate

LESSICO L’origine delle parole Mittente (s.m. e f.) deriva dal latino mìttere, cioè “inviare”, ”spedire” . Il mittente è colui che manda, spedisce una lettera, un pacco. Destinatario (s.m.) Colui al quale si manda qualcosa.

2

1

Ciao Cecy, come te la passi lì al mare? Io sono alle prese con i compiti. Sto affrontando le attività sulla lettera, ma, sbadata come sono, non trovo più gli appunti. Come diavolo si scrive una lettera? Quali regole bisogna seguire? Spero che tu mi possa illuminare... sei sempre così attenta e precisa, mica come me! Bacionissimi Lappy

Ma ciao Lappy! Che strano ricevere la tua lettera, ci siamo salutate da meno di un mese! È buffo. Mi scrivi una lettera per chiedermi se mi ricordo come si scrive una lettera! Comunque è il tuo giorno fortunato. Siccome sarò qui con i nonni fino a settembre, ho portato con me i compiti. E anche gli appunti, naturalmente... Ti ricopio tutto qui sotto. data - luogo - intestazione (cara ecc ecc) - formula di chiusura (a presto, stammi bene...) - saluti - firma. Se scrivi a un amico usi il "tu", altrimenti il "lei" e quelle formule seriose tipo “gentilissimo”, “in attesa di una cortese risposta”, “cordialità” e bla bla bla. Spero di esserti stata utile. Mi raccomando, non seguire l’esempio di questa lettera. Ho saltato un sacco di passaggi ma tu sei la mia migliore amica quindi non è il caso che mi perda in troppi ghirigori. E poi... non è mica una verifica! Bacioni ciccioni per te e buona estate Cecy

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

116

Leggo per ANALIZZARE Il mittente e il destinatario

Cecy ha preso appunti con precisione, ma non li segue nella stesura della sua lettera. Scrivi le parti che non ha inserito.

In questa corrispondenza mittente e destinatario si alternano. Completa. Lettera 1:

.................................................................................................

Mittente ...........................................................

.................................................................................................

Destinatario ....................................................

Cancella le parole sbagliate e commenta la frase. Quando c’è un susseguirsi di comunicazioni si realizza un botta e domanda/risposta, cioè un dialogo/monologo epistolare.

Lettera 2: Mittente ........................................................... Destinatario ....................................................


Dear rosbif

Il tempo e il luogo

12 dicembre Dear Cathy, Cara bif, ecco come vi chiamiamo qui in Francia voi inglesi: rosbif! Sembra proprio che voi siate dei tipini molto importanti e che la metà del pianeta parli la vostra lingua. Io a volte penso che non sia neanche una lingua: per ogni frase che pronunciate mangiate la metà delle parole, per ogni parola tre quarti delle sillabe e per ogni sillaba i quattro quinti delle lettere. Rimane appena di che scarabocchiare un telegramma! Dolce Cathy, cara rosbif, ho una grande ambizione: essere l’unico a Parigi a non parlare una sola parola d’inglese! Allora, mi dirai tu, perché mi scrivi? È colpa di mia madre. Una sfida che avevo fatto con lei. Mi sono fatto ingannare. Sono obbligato a rispettare l’accordo. E poi le mie faccende di famiglia non ti riguardano. Ti saluto, cara corrispondente. Nel caso decidessi di imparare il francese con il sottoscritto, ti consiglio di comprarti un bel dizionario. Il più grande di tutti. Ma togliti dalla testa di imparare la grammatica.

La LETTERA

LESSICO Sottoscritto (s. m.) è una parola composta da ............................................. e .............................................. Nella lettera è sinonimo di mittente. destinatario.

Kamo PS: probabilmente vorrai sapere perché ho scelto te... L’agenzia ha rifilato a mia madre una lista di quindici nomi. Ho preso la mira, ho lanciato il mio compasso e per caso si è piantato sul tuo nome. Hai sentito niente? D. Pennac, Io e Kamo, Einaudi

Leggo per ANALIZZARE Il tempo e il luogo Completa. Il giorno in cui Kamo scrive è molto chiaro, perché nelle lettere

Clil

Come si scrive correttamente “arrosto” in inglese?

spesso si indica la data in cui si scrive: è il ............................................... Il luogo è più difficile da capire: devo fare un’inferenza, cioè scoprirlo attraverso altre informazioni che trovo nel testo.

................................................................. Suggerisci una formula di chiusura in lingua inglese per la lettera di Kamo.

Kamo scrive da ...................................................................

.................................................................

Sottolinea le frasi che contengono le informazioni sul luogo.

117


La LETTERA

Leggo per DIVERTIRMI

Il linguaggio

Questa lettera va letta in silenzio, adagio, pesando le parole una a una.

Lettere a confronto

Amatissimo figlio Amatissimo figlio Giovanni, benché piccolo e innocente bambino, tuo padre, tanto lontano, che forse a rivederlo non lo riconosceresti, vuole darti un consiglio che terrai a memoria fino a che avrai conoscenza: per tutta la vita ubbidisci alla tua mamma, non mancando mai ai suoi detti. Questo sarà un mio ricordo, un mio testamento se la sfortuna a me toccasse di non rivederti assieme a mamma e al tuo caro fratello. Amato figlio, mi piange il cuore a doverti dire questo e ne avrei ancora, ma non posso perché dovrei rigare queste pagine di pianto. Stai buono, educato e obbediente, ama le tue nonne e mostra sempre e ovunque il tuo rispetto. Basta. Baci a Emanuele e mamma, tanti alle nonne e nonno, zie e zii tutti. Ti bacia tanto tuo padre che tanto ti pensa. Rum Stefano fu Giovanni Lettera che Stefano Rum, un giovane impegnato nella Prima Guerra Mondiale, invia al suo bambino dal fronte nel 1916

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

118

Capisco il racconto

Indica con una x il completamento giusto. “Terrai a memoria” significa ti ricorderai. studierai a memoria.

Rispondi. Dove si trova il mittente?

“Fino a che avrai conoscenza” significa finché andrai a scuola. finché sarai vivo.

.............................................................................................

Nella firma dopo il nome compare Fu Giovanni, significa che il protagonista prima si chiamava Giovanni. che il padre del protagonista si chiamava Giovanni.

Rispondi sul quaderno. 1. Quella che hai letto è una lettera importante? Perché? 2. Il tipo di linguaggio utilizzato è “antico”, da quale informazione ne hai la certezza? 3. Perché Rum Stefano non ha usato la mail?

............................................................................................. Qual è il sentimento dominante in questa lettera?

Rifletto


Il contenuto e il linguaggio

Egregio professore

Egregio professor Einstein, anche se nessuno di noi ha avuto la fortuna di incontrarla di persona, abbiamo sentito parlare così tanto di lei e del suo meraviglioso lavoro di scienziato e di matematico che la signora Bernstein, la nostra insegnante di matematica, ha fondato un club per i ragazzi interessati agli studi avanzati di matematica, scienze, astronomia e argomenti simili e l’ha chiamato «Club Einstein». Il club è nato soltanto quest’anno, ma conta già all’incirca diciassette membri, tutti molto entusiasti. Speriamo di poter proseguire con il club anche nella seconda parte dell’anno. Il nostro club si riunisce il mercoledì. Ogni volta che sentiamo di un suo nuovo successo, ne discutiamo nei nostri incontri. È naturale che, frequentando ancora la scuola media, non sempre capiamo al volo le idee delle sue teorie, ma visto che siamo dei ragazzi piuttosto svegli, ci facciamo un’idea abbastanza chiara di molti punti con l’aiuto dei nostri insegnanti. Abbiamo scoperto che due giorni fa lei ha compiuto gli anni e perciò, anche se siamo in ritardo, speriamo davvero che abbia passato un buon compleanno e che ne festeggerà molti altri ancora. Rispettosamente

La LETTERA

Leggo per DIVERTIRMI

Visto che è un gruppo di bambini a scrivere la lettera, fate dei gruppi da quattro e leggete insieme a voce alta. Non sarà facile ma dopo un po’ troverete il ritmo comune e vi divertirete un sacco!

I membri dell’”Einstein Club della junior High School” A. Calaprice, Caro professore, il genio della fisica risponde alle lettere dei bambini, Archinto

Leggo per ANALIZZARE Il linguaggio Confronta le due lettere e rispondi. Chi manda la lettera?

A chi è destinata?

Amatissimo figlio Egregio professore Quale lettera riesci a leggere più facilmente? Amatissimo figlio Egregio professore

Quale delle due lettere ti emoziona di più? Se fossi il postino quale consegneresti prima? Perché?

Perché? ........................................................................................................................ In quale lettera si dà del lei al destinatario, cioè si usa un linguaggio formale? Amatissimo figlio Egregio professore Perché? ........................................................................................................................

119


La LETTERA

La e-mail

In giro per il mondo Da: Fabrizio Inviato: lunedì 12 agosto 2017 A: Sara, Giulio Oggetto: Cose straordinarie

Nella mail si trovano il nome del mittente (Da), del destinatario (A), un titolo che anticipa il contenuto (Oggetto) e la data di invio (Inviato).

Ciao ragazzi, vi scrivo questa e-mail per aggiornarvi sul mio mitico viaggio. Ma ci pensate? Sto facendo il giro del mondo con papà. Devo dire che fare il giornalista ha veramente dei lati positivi! Comunque, veniamo a noi. ln questi giorni siamo in Marocco e abbiamo viaggiato, viaggiato, viaggiato. Abbiamo visto cose straordinarie. Per prima cosa la città di Marrakech. È super affascinante. La sua piazza è un via vai di fumi, odori, profumi, gente, musiche... Ci sono i narratori di storie, gli acrobati, i danzatori, gli incantatori di serpenti. È magica! Poi ho visto sorgere il sole seduto su una duna in mezzo al deserto. Sapete che non è per niente facile salire su una duna di sabbia? Nella sabbia i piedi affondano e si scivola continuamente all’indietro. Ci abbiamo messo più di mezz’ora ad arrivare in cima. È stato emozionante. Poi oggi abbiamo visto la pioggia nel deserto! È stata un’annaffiatina, ma per il deserto è abbastanza: milioni di fiorellini bianchi e gialli sono sbocciati nell’arco di una giornata. Un vero tappeto colorato! Mio padre mi ha spiegato che i semi dei fiori possono rimanere per decenni sotto la sabbia. Quando piove fioriscono e durano quanto basta per generare nuovi semi. Non è meraviglioso? Comunque, mi mancate. Mi mancano le vostre sciocchezze, le stupidaggini che dite, le fesserie che facciamo insieme... Un saluto dal Marocco Fabrizio LESSICO

MORFOLOGIA Sottolinea nel testo e analizza sul quaderno i seguenti nomi: annaffiatina • fesserie • incantatore • fiorellini • Marocco • gente Nelle espressioni: mi ha spiegato; mi mancate; mi mancano, il mi sta al posto di che cosa? Scrivi: ............................................................................................................... Grammatica RAF - pagg. 66, 72

120

L’origine delle parole E-mail (locuz. ingl.), o anche posta elettronica, deriva dall’inglese Electronic mail. La sua nascita risale al 1971. È un messaggio trasmesso attraverso Internet.


La e-mail

La LETTERA

Da: Sara Inviato: martedì, 13 agosto 2017 A: Fabrizio, Giulio Oggetto: Cose straordinarie Caro Fabrizio, per tua norma e regola, io di fesserie non ne faccio. Né con te, né con nessun altro. Stabilito questo, ho trovato molto interessante la faccenda dei fiori: possibile che dei semi riescano a resistere tanto a lungo nel deserto? Possibile che da un giorno all’altro le dune si trasformino in un tappeto colorato? Non è che ci racconti favole? Comunque, se questa dei fiori non è una favola, portami un po’ di quei semi magici: ho intenzione di spargerli di nascosto sulla zazzera di Giulio. Così, la prima volta che si fa la doccia, gli spuntano le margherite sulla testa. E magari mettono anche le radici, così il maestro di matematica smetterà di pensare che Giulio non ha niente nel cervello! Scrivi presto Sara

Da: Giulio Inviato: martedì, 13 agosto 2017 A: Fabrizio, Sara Oggetto: Cose straordinarie Vedi Sara, se invece di nascere ragazzina, tu fossi nata animale del deserto, saresti stata di certo una vipera cornuta. E non prendere questa mia affermazione come un’offesa, visto che le vipere cornute del deserto sono predatori viscidi, però astuti ed efficientissimi! A presto amici Giulio

S. Bordoni, Il giro del mondo in 28 mail, Einaudi Ragazzi

Leggo per ANALIZZARE Le formule Qual è la formula di apertura di queste mail? Scrivi. Mail di Fabrizio: ................................................................................................... Mail di Sara: .......................................................................................................... Mail di Giulio: ....................................................................................................... Qual è la formula di chiusura di queste mail? Scrivi.

Rispondi. Quale di questi testi puoi “toccare con le mani”? Lettera Mail

Mail di Fabrizio: ...................................................................................................

Che cosa devi fare se vuoi “toccare” una mail?

Mail di Sara: ..........................................................................................................

..........................................................

Mail di Giulio: .......................................................................................................

..........................................................

121


VERIFICA le tue competenze

Ciao ciao enhorit Ngorongoro, Africa centrale, 17 aprile

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25

Ciao ciao enhorit (amico), come ti va oggi? Io, dopo due giorni di guardia alla mandria, oggi mi sento fresco come un coccodrillo appena sveglio. Ho fatto un lungo sonno e ho bevuto il latte appena munto. Poi sono andato a scuola. Sai che questa è la dodicesima volta dall’inizio dell’anno che ci vado? Sto andando alla grande, non trovi? Questa mattina, mentre camminavo per la strada verso la scuola, l’ho scampata bella! Sta’ a sentire che cosa mi è capitato... Dopo aver camminato per tre chilometri, ho fatto un incontro inaspettato. In mezzo agli alberi davanti a me ho visto una grande ombra scura. Mi sono avvicinato e mi sono accorto che era un bufalo. Sbuffava dal naso e picchiava il terreno con la zampa (due gesti che fanno sempre prima di caricare). I suoi occhi non smettevano di fissarmi. All’improvviso ha abbassato la testa ed è partito alla carica! Io sono un ottimo corridore, quindi mi sono girato e... via! Poco dopo ho visto un formicaio enorme e mi ci sono arrampicato (da noi i formicai sono alti anche qualche metro). Il bufalo sotto continuava a prendere a testate il formicaio, per farmi cadere. Per fortuna poi è arrivato un gruppo di guerrieri del mio villaggio e l’ha cacciato via. Ero davvero in ritardissimo, perciò ho corso veloce come un ghepardo. Quando sono entrato in classe il maestro mi ha detto: “Christopher, sei in ritardo! Hai incontrato un leone lungo la strada?” In quel momento il maestro non mi è sembrato per niente spiritoso.

26 Tantissimi saluti, 27 Christopher M. Cox, Ngorongoro, dove lo sterco di mucca porta fortuna, Piemme Junior

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La LETTERA

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Rispondi con una x. La frase “È la dodicesima volta che vado a scuola, sto andando alla grande” (righe 5-6) significa che è il dodicesimo giorno dell’anno scolastico. Christopher non ha fatto assenze. Christopher frequenta poco la scuola.

Capisco il contenuto Rispondi con una x. Dove vive Christopher? In Africa In Italia In America

Dove abita? In una metropoli In una città In un villaggio

Com’è la strada che percorre per andare a scuola? Tranquilla e breve Pericolosa e lunga Da che cosa lo capisci? Sottolinea nel testo.

Quanti e quali animali sono citati nella lettera? ........................................................................................................................... Che cosa ti fa capire la presenza di tutti questi animali?............................................................................................................ Christopher usa due similitudini. Quali? Sottolineale nel testo e ricopiale. 1. ................................................................................................................................................................................................................ 2. ................................................................................................................................................................................................................ Metti in ordine le vicende che racconta Christopher nella lettera. Entra in classe.

Si arrampica sul formicaio.

Il maestro lo sgrida per il ritardo.

I guerrieri lo salvano.

Un bufalo lo rincorre.

Si sveglia e beve il latte.

Rifletti Crea le domande adatte per queste risposte. ................................................................................................................... ? Ngorongoro - Africa centrale. ................................................................................................................... ? 17 aprile. ................................................................................................................... ? Scrive a qualcuno che Christopher chiama enhorit. ................................................................................................................... ? Dista tre chilometri.

Leggo per ANALIZZARE Cancella le parole sbagliate nelle frasi. Christopher è il mittente / destinatario della lettera. Il linguaggio della lettera è formale / informale. La formula di saluto iniziale / finale è "Tantissimi saluti". Secondo te il destinatario potrebbe chiamarsi Diego?

Città delle COMPETENZE

No

Perché? Spiega. .................................................................................................. ....................................................................................................................................

Autovalutati: verifica con la maestra e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa della LETTERA. vai a pag. 184

123


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 213

Buongiorno professor Luigi de Fontis, sappiamo che Lei si occupa di ricerche storiche e trasforma le competenze acquisite in racconti. Può spiegarci quali elementi ci sono in un RACCONTO STORICO?

1 C’È UNO SCOPO preciso ed è quello di

appassionare il lettore trasmettendogli informazioni e conoscenze storiche all’interno di un racconto.

2

7 C’È LA STRUTTURA

CI SONO PERSONAGGI che possono essere uomini comuni o grandi personaggi storici, vissuti realmente o creati dalla penna dello scrittore.

del racconto narrativo: • inizio; • svolgimento; • conclusione.

6 CI SONO FATTI inventati,

ma verosimili, che si intrecciano con eventi storici realmente accaduti. I personaggi usano un linguaggio ricco di termini dell’epoca storica in cui si svolgono i fatti.

3 C’È UN TEMPO passato

che corrisponde a un periodo storico ben preciso.

5 CI SONO LUOGHI

CI 4 CI SONO DESCRIZIONI di avvenimenti, episodi storici, modi di vivere, abitudini, ambienti, personaggi… che aiutano il lettore a conoscere e scoprire l’epoca del racconto.

reali, ricostruiti con precisione storica dall’autore.

Il Circolo dei Lettori

F. Franco, Sulle rive del Tigri, Raffaello G. Pederiali, Avventura in Egitto, La Scuola C. Elliot, Cleopatra la regina delle regine, Raffaello S. Bordiglioni, F. Fiorin, Sulla collina delle iene, Emme Edizioni

124

Laboratorio di scrittura - pagg. 54 - 55


L’unione fa la forza

Otzi prepara il cammino

Leggo per DIVERTIRMI

Il mattino seguente mi aggiravo di buonora per la capanna. Dovevo preparare tutto l’occorrente per portare Ker con me, Lavora con un nel bosco. compagno: mentre Purtroppo avevo dormito poco: da qualche giorno i dolori al lui legge a voce alta, tu segui ginocchio non mi lasciavano riposare bene. Non c’era nulla a voce spenta da fare, sarei dovuto ritornare dall’uomo della medicina tenendo il segno prima di partire per il Grande Cammino: i suoi tatuaggi mi con il dito. avrebbero alleviato il dolore, almeno per un po’, e avrei potuto camminare più speditamente. Aprii la porta, era ancora parecchio freddo. Misi subito la sopravveste di pelo e pensai che era meglio mettere anche le scarpe pesanti, quelle di pelliccia, ben imbottite, e il berretto d’orso. Ancora malfermo sulle gambe, mi mossi lentamente e mentre mi preparavo rimuginavo tra me: “Nel bosco dovrò insegnare a Ker quali funghi si possono raccogliere per accendere un fuoco. Soprattutto devo ricordarmi di prendere la gerla e il coltello di selce… e naturalmente la mia ascia. Certo sarebbe più sicuro portarsi dietro anche l’arco e le frecce…”. Quando ebbi finito di prepararmi, presi il marsupio. “Non si sa mai” pensai. “Se per qualche motivo dovessimo rimanere bloccati per la notte, moriremmo di freddo… meglio prendere il marsupio con un pezzettino di esca, la pietra focaia e il rifinitore”. Mi assicurai il marsupio alla cintura di pelle che chiudeva la sopravveste, poi misi in spalla la gerla. Ero pronto per andare a svegliare il mio nuovo apprendista. S. Ortenzi, Il Grande Cammino, Raffaello

Riconoscere un RACCONTO STORICO 1 Indica con una x i completamenti giusti.

Le parole colorate ti fanno capire che si tratta di un racconto realistico. storico. d’avventura. fantastico. Il personaggio del racconto, secondo, te è un orso. un bambino.

un uomo.

una donna.

Secondo te, è vissuto durante il Neolitico. il Paleolitico.

l’età moderna.

il secolo scorso. 125


Il racconto STORICO

La descrizione

Alalgar, dov’è? Proprio in quel momento usciva dal tempio la principessa Pu-Abi. Al suo apparire, tutta la gente ammutolì. Le lunghe vesti rosse con le balze ne modellavano il fisico longilineo; i suoi folti capelli neri, raccolti in trecce, risplendevano incorniciandole il viso. Aveva un’acconciatura sontuosa, composta da file di foglie di gelso realizzate in oro sottile e di fiori a sbalzo cosparsi di lapislazzuli. Sette fiori d’oro, tempestati da pietre preziose, si elevavano alla sommità del capo. I sette fiori, composti da sottilissime foglie d’oro risplendevano sotto i raggi della luna. I sacerdoti che seguivano il corteo portavano brocche d’acqua e tizzoni infuocati: Pu-Abi li avrebbe offerti agli dei Enki e Nusku, una volta rientrati nella sala centrale del tempio. Il gioielliere Emesh, alle spalle della principessa, non riusciva a essere orgoglioso della sua creazione. La sua mente era occupata dall’assenza di Alalgar e i suoi occhi continuavano UN COMPITO incessantemente a vagare tra la folla. Era furioso ma anche AUTENTICO PER TE preoccupato. La tua classe si è classificata Alalgar non aveva mai fatto una cosa simile. prima in un concorso sul – A quest’ora sarà tornato a casa – gli sussurrò la moglie, per racconto storico e ha vinto un calmarlo. viaggio in un museo a sua scelta. – Gli toccherà una punizione esemplare. – disse. Perché allora non andare a Aveva pronunciato le parole senza troppa convinzione. La vedere il copricapo di Pu-Abi? sensazione che gli fosse successo qualcosa era più forte della Stendete una relazione sull’oggetto (luogo del rabbia. ritrovamento, caratteristiche, – Se almeno questa maledetta cerimonia finisse... storia, museo in cui è conservato) Ai piedi dello scalone, un’altra famiglia borbottava senza più e programmate il viaggio. riuscire a gustare l’emozione della festa. Sarà possibile realizzarlo? F. Franco, Sulle rive del Tigri, Raffaello

126


La descrizione

Leggo per CAPIRE

Il racconto STORICO

Comprendo le parole Indica con una x i completamenti giusti. Avere un’acconciatura sontuosa significa indossare abiti eleganti. avere una ricca pettinatura.

avere un corteo regale. sfoggiare gioielli preziosi.

Capisco il racconto Completa le frasi con i legami logici: perché • perciò • ma La gente si ammutolì ...................................... ammirava la bellezza e l’eleganza della principessa. Emesh si trovava in processione, dietro alla principessa ...................................... pensava ad altro. Emesh era preoccupato ...................................... non riusciva a essere orgoglioso della sua creazione. Rispondi con una x. La frase “Alalgar non aveva mai fatto una cosa simile” si riferisce al fatto che Alalgar non era andato a lavorare. mancava a una cerimonia importante.

si era ferito.

Rifletto Rispondi. Riesci a capire subito dove si svolge il racconto? ................................................................................................. Chi sono Enki e Nusku? Dove venivano adorati? .................................................................................................. Hai capito dove si svolge il racconto? ...................................................................................................................... Se hai capito in quale periodo storico si svolge il racconto saprai anche come si chiama il tempio in cui si svolge la cerimonia: .......................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE La descrizione Sintetizza in uno schema ad albero la descrizione del copricapo di Pu-Abi:

Acconciatura COPRICAPO Fiori

• ............................................................... • ............................................................... • ............................................................... • ...............................................................

Leggendo sei riuscito a “visualizzare” la principessa? Disegnala sul quaderno come l’hai immaginata.

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Il racconto STORICO

Il tempo e il luogo

Pane, focacce e dolciumi Egitto, durante l’Antico Regno, sotto il faraone Chefren, intorno all’anno 2575 a.C. Tiy stava accendendo il fuoco sotto il forno di terracotta poggiato al suolo, quando avvertì il profumo del pane caldo e fragrante. Sorrise tra sé: quell’odore le metteva sempre allegria. Tiy era una ragazzina di nove anni, alta per la sua età, con i capelli bruni sciolti sulle spalle e gli occhi color nocciola, incorniciati da lunghe ciglia. Suo padre, Hergedef, entrò in casa, portandosi dietro una folata di odore di farina e di legna bruciata. – Ecco qui, tesoro mio – disse mostrando con entusiasmo quanto aveva nella cesta. – Focacce al sesamo e pane al latte a forma di cono. Per te inoltre c’è una sorpresa speciale… – aggiunse – un panino all’uvetta! Tiy ne andava matta. Hergedef era uno dei migliori fornai di Giza, un villaggio poco lontano da Menfi, la capitale dell’Alto e Basso Egitto, e il suo pane, insieme a pesce, ceci e lattuga, sarebbe stata la cena della famiglia. – Isesi è tornato dalla scuola del tempio del dio Ptah? – domandò solenne Hergedef. – No, ma starà per arrivare – rispose Tiy, cercando di resistere agli assalti della scimmietta Byblos che voleva appollaiarsi sulla sua spalla. La bambina spiegò con dolcezza alla bestiola: – Adesso non posso giocare con te, Byblos, ho da fare – e riprese a spignattare. – Scusate il ritardo – dichiarò Isesi piombando nella piccola stanza. Era un ragazzone molto cresciuto per i suoi tredici anni, con delle mani enormi con le quali, però, riusciva a compiere operazioni minute e delicate. Per questo era stato selezionato per diventare imbalsamatore, una professione carica di onori. V. Conti, Il mistero delle Piramidi, Raffaello

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MORFOLOGIA Nel testo ci sono alcuni discorsi diretti. Sottolinea: - c on il rosso quelli che hanno il narratore davanti; - c on il verde quelli che hanno il narratore in mezzo; - c on il blu quelli che hanno il narratore in fondo. Grammatica RAF - pag. 38

Leggo per ANALIZZARE Il tempo e il luogo In questo racconto tempo e luogo sono indicati con chiarezza in alto: completa. Tempo: ................................................... Luogo: .................................................... Nel testo ci sono altre indicazioni che ti aiutano a dedurre il tempo e il luogo: sottolineale.


Il linguaggio

Antonio e Cleopatra

Il racconto STORICO

Ai tempi in cui l’Impero Romano si estendeva fino ai confini del mondo, Marco Antonio decise di visitare i fiorenti territori egizi. A Roma aveva preso il potere e adesso l’Egitto, con tutto ciò che vi si trovava, era suo. Altri generali romani erano stati in Egitto e avevano fatto ritorno in patria con racconti di ricchezze favolose, di lussi raffinati, ma soprattutto della regina Cleopatra. Dicevano che era la donna più bella del mondo. La più intelligente e scaltra fra tutte, capace di far innamorare qualsiasi uomo. Antonio era sicuro di sé e non temeva per il proprio cuore. Ma appena Antonio vide Cleopatra si sentì prendere da una sorta d’incanto. E quando i loro sguardi si incontrarono, Antonio e Cleopatra capirono di essere destinati l’uno all’altra. Roma e la sua casa sparirono dalla mente di Antonio e la dolcezza di Cleopatra annullò in lui ogni desiderio di lasciare l’Egitto. Ma Roma non poteva fare a meno del suo imperatore e del suo massimo condottiero. In cuor suo Antonio sapeva che la sua presenza era necessaria altrove, ma non riusciva a staccarsi dalla regina. Un giorno giunse da Roma una lettera che lo richiamò ai suoi doveri: la città era in tumulto! Antonio doveva assolutamente ripartire. Cleopatra lo lasciò andare senza protestare. Dopotutto lui aveva giurato di tornare per non lasciarla mai più. G. McCaughrean, Storie d’amore e d’amicizia, Einaudi Ragazzi

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Immagina di fare un’intervista a Marco Antonio: queste sono le tue domande, scrivi le risposte sul quaderno. 1. Come mai hai deciso di andare a visitare l’Egitto? 2. Che cosa ti avevano detto di Cleopatra? 3. Che ti è successo quando l’hai vista?

4. Che cosa hai deciso da quel momento? 5. Che cosa ti ha spinto a ritornare a Roma? 6. Tornerai da lei?

Leggo per ANALIZZARE Il linguaggio Le seguenti espressioni sono “antiche” perché coerenti con il racconto storico. 1. Fiorenti territori. 2. Sorta d’incanto. 3. Richiamare ai propri doveri.

4. Tumulto.

Abbina con i numeri le espressioni storiche a quelle del linguaggio di oggi. Confusione

Far tornare al lavoro

Specie di magia

Terre fertili

Cancella le espressioni non coerenti con un racconto storico. - Non capisci un tubo. - Raga, oggi tutti sullo skateboard! - Padre, posso recarmi al tempio? - Non si avvide che stava giungendo il buio.

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Il racconto STORICO

La porpora

Lo scopo

– Tu lavorerai in questo settore – disse Assimbal, l’uomo che accompagnava Myrim, indicando con un gesto i grossi barili disposti in lunghe file sotto il sole. Myrim avvertì una morsa allo stomaco: come avrebbe potuto sopportare quella puzza per tutto il giorno? Sentì una fortissima voglia di scappare, ma l’uomo dovette intuirlo, perché gli mise una mano sul braccio e gli sorrise. – Non ti preoccupare, tra poco non la sentirai più. Myrim si guardò attorno. Il posto brulicava di gente: uomini, e schiavi, ma soprattutto ragazzi della sua età. – Qui mettiamo i molluschi a macerare con le pezze – spiegò ancora Assimbal, tirandosi la lunga barba. – Da quei tini escono le stoffe che vestiranno sovrani di tutto il mondo. Myrim guardò con maggiore rispetto i recipienti aperti sotto il sole. – Ricorda, ragazzo, la porpora è un dono del dio. È l’oro di Tiro: più prezioso delle sete d’Oriente, più pregiato dell’avorio della Nubia. Adesso puoi cominciare il tuo lavoro! E gli mostrò un uomo che girava tra i lavoranti con una tavoletta e uno stilo in mano. – Vedi? – gli disse. – Quello è Raji, il tuo sorvegliante. Vai da lui e presentati. Digli che ti ho mandato io. Raji ti spiegherà che cosa devi fare! Myrim salutò Assimbal e si avviò verso l’uomo indicato. – Ti occuperai della scelta dei molluschi – spiegò Raji. – Seguimi. L’uomo lo portò in un angolo del grande cortile. Sotto una tettoia di legno c’era un gruppo di ragazzini seduti a terra. Al centro, un’enorme macina di pietra veniva fatta girare da due schiavi muscolosi. Tutto intorno c’erano montagne di conchiglie. – Ecco, siamo arrivati – disse Raji. – Guarda quei ragazzi e fai come loro. N. Vittori, Il profumo della porpora, Raffaello

MORFOLOGIA Soggetto: Myrim Verbo: avvertì, sentì, guardò. Che cosa? Riscrivi le frasi completando con il complemento oggetto che trovi nel testo. 1. ................................................................................................................................................................................................. 2. ................................................................................................................................................................................................. 3. ................................................................................................................................................................................................. Grammatica RAF - pag. 133

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I personaggi

Il racconto STORICO

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto A quali di queste domande trovi la risposta nel testo? Indica con una x e rispondi. Quanti anni ha Myrim? ............................................................................................................................................... Di che cosa dovrà occuparsi? ................................................................................................................................... Da che cosa si ricava la porpora? ............................................................................................................................ Chi utilizzerà le stoffe? ................................................................................................................................................ Chi ha scoperto il segreto per tingere le stoffe? .................................................................................................

Rifletto Come giudichi questa storia? Interessante

Avvincente

Stimolante

Divertente

Appassionante

Leggo per ANALIZZARE Lo scopo e i personaggi Rispondi con una x. Qual è lo scopo di questo racconto? Spiegare la vita dei ragazzi al tempo dei Fenici Dare informazioni storiche appassionando il lettore Spiegare come si ricava la porpora per colorare i tessuti Secondo te l’autore ha raggiunto lo scopo? Sì No Non so Rispondi. Chi è il protagonista della storia? .................................................. Quanti anni avrà all’incirca? .............................................................

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Come mai Myrim va a lavorare invece di andare a scuola? Ti sembra giusto? Secondo te i bambini devono lavorare? A gruppi fate una ricerca su quelli che sono i diritti dei bambini e riassumeteli in un documento. Salite sulla macchina del tempo e consegnatelo al povero Myrim, sperando che serva per migliorare la sua vita!

Come mai lavora, secondo te? .......................................................

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Il racconto STORICO

I fatti

La porta di Ishtar Nippur spense la lucerna con un soffio e guardò teneramente Elish. Stava per andarsene, ma la voce impastata di sonno di suo figlio lo fermò. – Papà! Credi che il re affiderà a te il compito di decorare la porta di Ishtar? – Non lo so, figliolo. Ci sono tanti bravi artisti a Babilonia. Non so quali siano le intenzioni del re, non so neanche perché ci abbia convocato alla reggia. Adesso dormi. Domani sarà un giorno importante. Nippur uscì dalla stanza e pensò alla porta di Ishtar. Era stata progettata dai migliori ingegneri del regno. Dopo la caduta di Gerusalemme gli schiavi ebrei avevano lavorato giorno e notte, mescolando fango e paglia tritata per fabbricare i mattoni con cui costruirla. Ora bisognava decorarla per la gloria della dea, per la gloria di Nabucodonosor e del popolo babilonese. Chi avrebbe ricevuto quell’incarico sarebbe stato ricoperto di onori e ricordato per sempre. L’indomani Nippur si svegliò di buon’ora. Non era stato necessario svegliare Elish: la scuola era finita, e suo padre gli aveva promesso di portarlo con sé a corte al colloquio con il sovrano. Nonostante fosse ancora presto, le strade erano già invase dagli acquaioli, che per una moneta placavano la sete dei viandanti. Finalmente giunsero alla reggia. Elish non era mai entrato nel palazzo. Era enorme. All’ingresso, un drappello di soldati controllava i visitatori. Nippur si avvicinò a una delle guardie, consegnò la tavoletta d’argilla con il sigillo del re e ottenne il permesso di passare. Nippur ed Elish attraversarono il primo cortile e furono ammessi al secondo, dove Apsu, il segretario personale del re, andò loro incontro. Quando vide Elish, Apsu esclamò: – Siamo fortunati, oggi il re è di buon umore! Mi raccomando, ragazzo, parla solo se vieni interrogato ed evita di guardarlo troppo a lungo. Entrarono nel terzo cortile, quello su cui si apriva la sala del trono. Nippur non riusciva a parlare per l’emozione, mentre Elish continuava a camminare tenendo il naso per aria e contemplando i soldati in cima alle mura, le ombre che si proiettavano dai giardini pensili e l’ampia sala del trono rivestita di smalti azzurri. In fondo, su una pedana, si ergeva il trono del re. G. Falcone, La porta di Ishtar, Fabbri

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I fatti

Il racconto STORICO

Leggo per CAPIRE Capisco il racconto Le informazioni possono essere esplicite e implicite: scrivi E (esplicita) se le informazioni le trovi nel testo; I (implicita) se puoi dedurle con il ragionamento. Il periodo storico in cui si svolge la vicenda.

Il materiale di cui è fatta la porta di Isthar.

Nippur è un artista.

Nippur è uno scultore.

Il racconto è ambientato a Babilonia.

Elish frequenta la scuola.

Elish è in vacanza.

Il numero dei cortili del palazzo.

Nippur riceverà l’incarico di effettuare il lavoro.

Il nome della dea cui è dedicata la porta.

Sottolinea nel testo le frasi che descrivono il palazzo.

Rifletto Rispondi con una x. Quali emozioni prova Nippur pensando al compito che potrebbe affidargli il re? Curiosità Ansia Apprensione Eccitazione Meraviglia Quali emozioni prova Elish entrando nel palazzo? Curiosità Ansia Apprensione

Eccitazione

Meraviglia

Leggo per ANALIZZARE I fatti Completa con le parole giuste. I fatti narrati in questo racconto fanno riferimento a un popolo ben preciso: i ................................................. Il racconto si sviluppa attorno a un fatto principale: ................................................ Le informazioni che ricavo circa questo fatto sono le seguenti: ......................................... è chiamato a colloquio dal .........................................; si presenta a ...................................... con il figlio e viene controllato da ..............................................; entra nella sala del ................................................. per ................................................ che cosa il ................................................ vuole da lui.

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VERIFICA le tue competenze

Eolo

Ulisse, cercando per il grande mare la terra d’Itaca giunse all’isola Eolia. Qui regnava Eolo, a cui gli Dei avevano affidato la custodia dei venti; e con lui stavano la moglie Enarete e dodici tra figlie e figli, in grande letizia. Quando le navi di Ulisse si avvicinarono alle coste di Eolia, il re si mostrò sull’alto di una roccia e gridando disse: – I venti che io mando per il mondo hanno portato fino ai miei orecchi la tua fama, Ulisse d’Itaca: ma spesso la fama di un uomo non è, appunto, altro che vento… – Che posso fare perché tu creda al mio valore? – domandò Ulisse dalla prua della nave. – Entra con la tua sola nave in quella baia: io giocherò un po’ con i miei venti e vedremo allora come sai governare! Così Ulisse, attraverso uno stretto passaggio, entrò nella baia che era di forma circolare, larga poco più di trecento passi, e circondata da ogni lato da uno stupendo bosco di pini. Eolo e i figli maschi, intanto, si erano seduti a intervalli regolari lungo la sponda. Tutti avevano un vaso tra le mani e lo tenevano chiuso con un coperchio d’oro. Eolo gridò: – Se la tua nave toccherà terra, anche solo di striscio, o si incaglierà, io non ti darò ospitalità. Se invece riuscirai a mantenerla nel bagnato, accoglierò te e la tua gente per tutto il tempo che vorrete e sarà un tempo di festa e di banchetti. Ora, sei pronto a ballare? – Sono pronto, re! – gridò Ulisse. Eolo tolse il coperchio d’oro al suo vaso e ne uscì un forte vento che soffiò sull’acqua violentemente. Senza perdere un attimo, Ulisse gridò ordini ai suoi uomini e manovrò lui stesso le funi per piegare le vele in modo che la nave rimanesse al centro della baia. Eolo in quel momento fece cenno a uno dei suoi figlioli che aprì il vaso e un nuovo vento colpì le vele di taglio, facendo sbandare la nave. Ulisse non fece nemmeno in tempo a riprendere il controllo del timone che Eolo con un altro gesto scatenò altri due venti, scompigliando vele e cordami. Ulisse gridava, correva, tirava le funi, dava ordini ai rematori, si aggrappava con le mani nude alle vele per correggere la rotta. R. Piumini, Il re dei viaggi Ulisse, Nuove Edizioni Romane

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Il racconto STORICO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

Spiega il significato della seguente espressione: “Spesso la fama di un uomo non è altro che vento”. ..............................................................................................................................................................................................................................

Capisco il racconto Completa la tabella con i nomi propri: li trovi tutti nel testo tranne uno, cercalo tu. Nome dell’isola in cui si svolgono i fatti

......................................................................

Nome del grande mare

......................................................................

Il nome del luogo da dove proviene Ulisse ...................................................................... Nome del re dell’isola

......................................................................

Nome della moglie del re dell’isola

......................................................................

Nel testo c’è una breve descrizione: individuala. Che cosa viene descritto? ...................................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Rispondi con una x. Quando si svolge il racconto? In un passato recente In un passato lontano e imprecisato Nel presente Nel futuro

Dove si svolgono i fatti? A Itaca A Eolia In Italia In mare aperto

Da che cosa hai capito dove si svolgono i fatti? ......................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................... Rispondi. Chi deve compiere un’impresa? ...................................................................................................................................................... Chi detta delle condizioni? ............................................................................................................................................................... Le condizioni sono introdotte dal “se”: sottolineale nel testo. Che cosa deve dimostrare Ulisse? ............................................................. ............................................................................................................................. Colora e riscrivi le azioni che compie Ulisse per riuscire nell’impresa. Ulisse gridò, manovrò, .................................................................................. .............................................................................................................................

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con la maestra e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del RACCONTO STORICO. vai a pag. 184

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Il testo

POETICO

Traffico nel bosco Un giorno, un grillo che andava in bicicletta prese una luccioletta e la mise da lampion. Ma il vigile, gufo reale, che stava lì di fazione gli fè contravvenzione scrivendo sul verbale: “La legge non ammette, su carri o biciclette, lucciolette da lampion”.

Prima di iniziare

Quali di questi TESTI POETICI già conosci? Poesia in versi liberi Scioglilingua Filastrocca Calligramma Nonsense Haiku Limerick Canzoni

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Laboratorio di scrittura - pagg. 66 - 72


Come hai già scoperto negli anni passati il testo POETICO è un testo in cui il poeta gioca con le parole e trasforma la realtà in immagini e sogni che emozionano il lettore. Fare poesia è ascoltare il proprio respiro, parlare e sentire con tutti i sensi, assaggiare le parole con la voce, ammirarle con lo sguardo. Nelle pagine che seguono imparerai a riconoscere i testi poetici e ad analizzarli.

Che divertente questa filastrocca nonno! L’hai imparata a scuola? Me la insegni?

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Leggere semplici testi poetici cogliendone il senso, le caratteristiche formali più evidenti, l’intenzione comunicativa dell’autore.

Obiettivo da centrare Come un vero poeta, scoprirai tutti i segreti del testo poetico.

Competenza attesa Il bambino classifica diversi tipi di poesia, ne coglie il senso, esprime un parere personale.

Traguardo da raggiungere Sai riconoscere le caratteristiche di una poesia, sai capire il messaggio del poeta, sai esprimere un parere.

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La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 214

Gentile poeta, suvvia, sarebbe così gentile, con il suo solito stile, di rivelarmi con bonomia di che cos’è fatta la POESIA?

6 CI SONO LE PERSONIFICAZIONI 1 CI SONO LE RIME

che si accoppiano qua e là e regalano musicalità.

Agli animali e agli elementi della natura, con bravura si attribuiscono fattezze umane immaginandoli come persone, suscitando un’emozione.

2 CI SONO LE SIMILITUDINI

5 C’È UNA STRUTTURA

Una somiglianza vera o di fantasia: un filo di magia che lega due elementi, un paragone che genera attenzione.

I versi, insiemi di parole, senza far rumore sgorgano dal cuore un incanto, una malia da cui nasce l’armonia.

4 C’È UNO SCOPO

Le emozioni belle e brutte, servono tutte, sono l’essenziale, l’unica via che dà vita alla poesia.

3 CI SONO LE METAFORE Similitudini abbreviate idee, associazioni per creare sensazioni.

Il Circolo dei Lettori

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G. Quarenghi, E sulle case il cielo, TopiPittori D. Bisutti, L’albero delle parole, Feltrinelli G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra, Einaudi ragazzi E. Dickinson, Non c’è nave che possa come un libro, Motta Jr


L’unione fa la forza

Il villaggio Arcobaleno Il villaggio Arcobaleno di bambini è sempre pieno, tutti quanti son felici, circondati dagli amici. C’è la casa coi pallini, dove giocano i piccini, c’è la casa a strisce blu chi ci va non piange più. Nel palazzo a strisce rosa, puoi mangiar qualunque cosa e in quello verde e giallo ci puoi fare pure un ballo. C’è una casa a stelle viola che assomiglia a una scuola; nella casa con le stelle non importa la tua pelle, che sia bianca, nera o gialla puoi giocare con la palla o sorridere al vicino o giocare col trenino. Nel villaggio Arcobaleno ogni bimbo è più sereno: è il trionfo dei colori sia di dentro sia di fuori.

Ti ha trasmesso un’emozione? Allora non c’è dubbio: ti trovi di fronte a una poesia!

F. Franco

Riconoscere un TESTO POETICO 1 Colora il villaggio secondo le parole del poeta. 2 Rispondi.

Qual è il messaggio che vuole trasmetterci il poeta? Giocare con tutti è bello Una città colorata è bella In questo testo il poeta ha giocato con le rime? Sì No Non so

Ha trasformato la realtà in immagini e sogni? Sì No Non so Perché il poeta si è ispirato all’arcobaleno per dare il nome a questo villaggio? Perché le case sono colorate Perché la pelle dei bambini è colorata 139


Il testo POETICO

Chi lo sa? strofa Chi lo sa

Emozioni in rima

verso

quante sono le stelle sul tetto del cielo? Quanti i pesci negli abissi del mare? Quante le genti su questa terra immensa? Chi lo sa dove vola il sole ogni sera? Dove invece si accende la luna? Dove comincia l’aurora dove finisce l’orizzonte infinito? Chi lo sa? Chi lo sa? Fatou Ndiaye Sow (Senegal), Tamburi parlanti, G. Stoppani Edizione

Quanti versi? ............... Quante strofe? ............... Ci sono le rime? ...............

Poesie a confronto

Leggo per DIVERTIRMI

Leggi adagio, lasciati trasportare dalle parole.

La filastrottola Alla fiera di Mastro Titta trovi le cose lasciate in soffitta. Mentre alla fiera di Mastr’André cerchi le cose e le trovi da te. Alla fiera di Mastro Sereno trovi una cosa che costa meno. Mentre alla fiera di Mastro Fefé trovi una cosa e la lasci dov’è. Alla fiera di Mastro Ciccio lasci una cosa che ti era d’impiccio. Mentre alla fiera di Mastro Gastone trovi l’aiuto di un vecchio bastone. Alla fiera di Mastro Geppetto trova la vita perfino un legnetto. Mentre alla fiera di Mastro Peppino trovi una trottola e torni bambino. M. Maiucchi e A. D’Orazi, Tralestelle e trallalà, Sinnos

Quanti versi? ............... Quante strofe? ............... Ci sono le rime? ...............

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I sogni negli occhi

Emozioni in rima

Vorrei entrare nei tuoi occhi spenti cercare tra le stanze che non usi scoprire se i tuoi sogni sono assenti o se da qualche parte li hai rinchiusi. Illuminarli un attimo soltanto per ricordarti dove li hai nascosti se non sapevi più di averli accanto se li credevi persi in altri posti. Vorrei vedere gli occhi tuoi sorpresi e poi scappare via e lasciarli accesi.

Quante strofe? ...............

S. Giarratana, Poesia di luce, Motta Jr

Ci sono le rime? ...............

Quanti versi? ...............

Il testo POETICO

Disegna su un foglio i tuoi sogni negli occhi.

Leggo per ANALIZZARE Versi e strofe In poesia ogni riga si chiama verso. I versi che terminano con suoni simili si chiamano rime, se non sono legati da una rima si dicono versi sciolti. I versi possono essere raggruppati in strofe separate da uno spazio bianco. Completa i riquadri accanto ai testi poetici tenendo conto di queste spiegazioni.

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Analizza i titoli e rispondi “Sì” o “No”. Fa capire subito il contenuto della poesia

È ripetuto nella poesia

Mi piace

Chi lo sa? La filastrottola I sogni negli occhi “Filastrottola” è un termine poetico formato da due parole: ....................................... e ..........................................

Capisco il testo Questi testi poetici affrontano argomenti diversi. Rileggili con attenzione e cerca di capire lo scopo di ognuno. Collega.

Chi lo sa? La filastrottola I sogni negli occhi

Suscitare emozioni Divertire Far riflettere

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Il testo POETICO

Emozioni in rima

Filastrocca della rima Questa è la rima di Palla e di Stella una balla l’altra saltella.

A

Una rima così combinata vien chiamata rima alternata questa e quella che ho terminata fanno insieme una rima baciata.

A

B A B

Quando la palla saltella, saltella e balla, balla nel cielo la stella, la rima è incrociata. Tra palla e stella tra balla e saltella la rima è cambiata. A. Mari, Incontro con la poesia, Piccoli

Leggo per ANALIZZARE Le rime La poesia che hai letto spiega in modo divertente i vari tipi di rima. Rima baciata: i versi che fanno rima sono consecutivi (uno dopo l’altro) AABB. Rima alternata: il primo verso rima col terzo, il secondo col quarto ABAB. Rima incrociata: il primo verso rima col quarto, il secondo con il terzo ABBA. Osserva i colori delle parole che rimano tra loro e completa gli schemi delle rime.

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Emozioni in rima

Il testo POETICO

Completa la poesia con la rima incrociata inserendo le seguenti parole: bacca • nuvoloni • stilla • resta

Torna il sereno Addio, rabbia di tempesta addio strepito di tuoni, vanno in fuga i ............................................................ e pulito il cielo ............................................................. Addio pioggia! Qualche ......................................... dai molli alberi stacca: ogni foglia, fiore o .................................................... al novello sole brilla. A.S. Novaro, Il cestello, Mondadori

Sottolinea nel testo i versi in rima baciata con colori diversi.

Incendi della Sardegna Macchia di mirti, corbezzoli, cisti scura dimora di mondi mai visti madre di piccola vita stupenda fuoco la prenda. Bosco di sughere, castagni, lecci padre di foglie, fatto d’intrecci nero di ombre, fitto di luci fuoco lo bruci. Terra di rocce ruggine e argento madre d’incendi figli del vento. Non serve a niente che canti e che piangi fuoco la mangi. Mano segreta che spargi quel fuoco bruci il tuo mondo per così poco d’ora in avanti prima che accenda giustizia ti prenda. B. Tognolini, Rime Raminghe, Salani

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Questa poesia ha uno scopo particolare. Numera le risposte da 1 a 5 secondo il tuo ordine di importanza. Denunciare la tragedia degli incendi Parlare della bellezza della natura Informare sulla vegetazione tipica sarda Esprimere dolore per la natura che soffre Condannare chi appicca il fuoco

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Pirati del TESTO

Leggi quello che ha scritto il poeta Bruno Tognolini, poi divertiti a giocare con le sue filastrocche! Segui le indicazioni che ti vengono date di volta in volta.

Le filastrocche incantano Mi sono chiesto perché le filastrocche incantano chi le ascolta, chi le dice chi le legge chi le fa. Una risposta me l’ha suggerita un bravo scrittore: Maurizio Maggiani. In un suo libro parla di ragazze Tuareg che suonano grandi tamburi alle feste del loro villaggio. I Tuareg dicono che i tamburi imitano la voce del cuore e che il cuore degli uomini, quando un tamburo batte bene, si incoraggia, prende il ritmo, batte meglio anche lui. Così è anche per le filastrocche, che sono parole che hanno un cuore. Precisamente un cuore di tamburo. Anche loro, col loro battere, incoraggiano e danno ritmo al battere dei cuori, per questo piacciono e fanno contenti. Ma come si fa a capire se il tamburo della filastrocca suona bene? C’è un solo modo: con la voce. La voce infatti che fa? Infila accenti e pause dove le pare che vadano bene, rallenta e accelera, sale e scende, si diverte, recita e gioca: sente se la filastrocca funziona. Bruno Tognolini

Le buone maestre Batti le mani (o usa un tamburo) il cuore della filastrocca lo senti di sicuro! Maestra insegnami il fiore e il frutto. “Col tempo, ti insegnerò tutto!”. Insegnami fino al profondo dei mari. “Ti insegno fin dove tu impari!”. Insegnami il cielo, più su che si può. “Ti insegno fin dove io so!”. E dove non sai? “Da lì andiamo insieme maestra e scolaro, dall’albero al seme. Insegno ed imparo, insieme perché io insegno se imparo con te!”. Bruno Tognolini

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Pirati del TESTO

Il sorriso Leggi dal fondo sarai meravigliato: non cambia il significato! E poi rileggi, nel verso giusto, se vuoi prenderci gusto! Il tuo vero sorriso sul teatro del viso non lo fanno i tuoi denti ma la gioia che senti ha un colore preciso un suo muto clamore il tuo vero sorriso è un applauso del cuore

La gioia Leggi la prima parte, vai difilato poi fermati e prendi fiato. Fai uno stop che non ti fa male e poi leggi la parte finale. Forte il mio cuore leva il suo (stop) - canto Perché io non ti vedevo da (stop) - tanto Notte più bella, giorno più (stop) - bravo Perché era tanto che non ti abbrac (stop) - ciavo Corvi di nuvole volano (stop) - via Perché finisce la mia nostal (stop) - gia

Apro la bocca... Apro la bocca... e dico la rima? Bene, allora leggi questa filastrocca spalancando tutta la bocca! Apro la bocca e dico la rima ride il silenzio che c’era prima un filo brilla fra le parole mare con mondo, luna con sole un filo piccolo che tiene insieme fiore con fiume, sole con seme e ora vicine le cose lontane come le perle di belle collane danzano in tondo, perché se tu vuoi mondo fa rima con Noi.

B. Tognolini, M. Cecchi, Poesie e filastrocche

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Il testo POETICO

L’alba

Immagini

Come un’albicocca matura il cielo impallidito s’indora. Chi canta per primo? È un bel mattino. L’estate è tornata. Lhi Pen

Riflesso di luna Tutto è in sonno. E la luna che si specchia nell’acqua del lago è come esile barca in mezzo a un prato illuminato di oro. T. Klingsor, Poeti simbolisti francesi, Einaudi

Cielo notturno Nel gran mare del cielo onde, le nuvole si alzano; la luna è una barca che voga a nascondersi in boschi di stelle. K. No Hitomaro

LESSICO Indica con una x. S’indora significa “assume una tinta dorata” e si riferisce al mattino. al poeta. a un albicocca. al cielo. Vogare significa cantare. navigare.

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remare. guardare.


Immagini

Il testo POETICO

Leggo per ANALIZZARE Similitudini e metafore Le similitudini (o paragoni) mettono a confronto due immagini creando una nuova emozione. Sono introdotte dalla parola come. Sottolinea le similitudini nei testi poetici L’alba e Riflesso di luna. Le metafore sono similitudini abbreviate nelle quali viene eliminato il come. Cerchia le metafore nella poesia Cielo notturno.

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Trasforma il paragone in una metafora eliminando il come.

L’alba

Il cielo che si indora è ............................................................................................................

Riflesso di luna

La luna che si specchia nell’acqua è ..................................................................................

Trasforma la metafora in un paragone aggiungendo il come. Il cielo è come ..........................................................................................................................

Cielo notturno

Le onde ...................................................................................................................................... La luna ........................................................................................................................................

Rifletto Associa un colore ad ogni poesia, deve rappresentare ciò che provi leggendola. Usa una gradazione di colore: dall’emozione più forte alla meno forte.

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Il testo POETICO

Immagini e parole

Scherzi di nuvole Veleggiavano nuvolette nel cielo, quattro pezzetti di nuvole: dalla prima alla terza erano persone la quarta era un cammello. E a quelle, curiosa, se ne unÏ per strada una quinta. Da essa, nel grembo azzurro del cielo un piccolo elefante si staccò. Chi sa se la sesta le ha spaventate. A un tratto le nuvolette scapparono via e dietro a loro, per mangiarle, correva il sole. V. Majakovskij

SCRIVO Trova dei sinonimi per le personificazioni e riscrivi la poesia sul quaderno.

Leggo per ANALIZZARE La personificazione Cancella le parole errate. Nella poesia le parole evidenziate sono metafore/personificazioni perchĂŠ il poeta attribuisce a elementi naturali/artificiali come le nuvole, il sole e il cielo, delle caratteristiche animali/umane. Scrivi le azioni e le caratteristiche umane di ogni elemento.

Nuvole ................................................................................................................................................................................. ...................................................................................................................................................................................................

Cielo ...................................................................................................................................................................................... Sole ........................................................................................................................................................................................

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Rio Bo Tre casettine dai tetti aguzzi, un verde praticello, un esiguo ruscello: Rio Bo, un vigile cipresso. Microscopico paese, è vero, paese da nulla, ma però... c’è sempre di sopra una stella, una grande magnifica stella, che a un dipresso... occhieggia con la punta del cipresso di Rio Bo. Una stella innamorata? Chi sa se nemmeno ce l’ha una grande città. A. Palazzeschi

Immagini e parole

Il testo POETICO

LESSICO Scegli il sinonimo adatto a ogni termine. Esiguo: minuscolo/esagerato Vigile: distratto/attento Microscopico: piccolo/minuscolo A un dipresso: all’incirca/da lontano

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Cancella le parole errate. Il poeta descrive cose semplici/complicate, ma speciali per la loro bellezza/complessità che non sempre l’uomo/animale riesce a percepire, perché troppo intelligente/occupato.

Leggo per ANALIZZARE La parafrasi Fare la parafrasi di una poesia significa riscriverla con altre parole. Provaci con Rio Bo. Completa. Rio Bo è un piccolissimo ............................................. in cui ci sono poche case dai ................................................, un prato verde, un ................................................ e un ............................................... che ............................................... Ma sopra questo paesino senza importanza c’è una .................................................... che brilla sempre e che sembra fare .................................................... alla punta del ..................................................... La stella sembra essere .................................................... del paese. Il poeta si chiede se una grande .................................................... ha la fortuna di avere una .....................................................

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Il testo POETICO

Filastrocche

Filastrocche per gioco

Il triciclo

Quattro gatti

Frenando il triciclo mi chiede il tricheco sai dirmi da amico dov’è che mi reco?

Sotto le frasche del capanno quattro gatti grossi stanno; sotto quattro grossi sassi, quattro gatti grossi e grassi.

T. Scialoja

Bolli bolli

Conta conta

Bolli bolli pentolino, fa la pappa al mio bambino; la rimescola la mamma mentre il bimbo fa la nanna; fa la nanna gioia mia o la pappa scappa via.

Conta dieci, conta venti, leva tutti e quattro i denti, poco male ti farà se nel cielo volerà. Vola, vola, conta, conta, scrivi sulla carta bianca, io ti scrivo e ti rispondo ho girato tutto il mondo, fino al giorno ventitré a star sotto tocca a te!

Leggo per ANALIZZARE Lo scopo della filastrocca Lo scioglilingua, come dice la parola, mette alla prova sulla scioltezza con cui si pronunciano le parole e per questo ha molti suoni che si ripetono. Il nonsense è una storiella senza senso che vuole divertire e far ridere. La conta serve per stabilire a chi tocca cominciare un gioco. La ninna nanna serve per far addormentare i più piccoli. Con queste indicazioni cerca di capire di che tipo di testo poetico si tratta e scrivilo nella barra laterale (in verticale!).

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Canzoni d’autore

La gatta C’era una volta una gatta che aveva una macchia nera sul muso e una vecchia soffitta vicino al mare con una finestra a un passo dal cielo blu. Se la chitarra suonavo la gatta faceva le fusa ed una stellina scendeva vicina, vicina poi mi sorrideva e se ne tornava su. Ora non abito più là, tutto è cambiato, non abito più là. Ho una casa bellissima, bellissima come vuoi tu. Ma, io ripenso a una gatta che aveva una macchia nera sul muso a una vecchia soffitta vicino al mare con una stellina, che ora non vedo più.

Il testo POETICO

Anche le canzoni hanno un cuore di poesia. Percepisci il battito. Chiedi alla maestra di cercare la melodia di questa canzone, così potrete cantarla in classe tutti insieme.

Gino Paoli

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Rispondi alle domande sul quaderno. 1. Dove abitava prima l’uomo della canzone? Dove abita ora? 2. Secondo te ha scelto lui la sua nuova casa? 3. Da quale verso lo hai capito? 4. Quale sentimento prova l’autore quando ripensa alla sua prima abitazione? Ora chiudi gli occhi un momento e immagina. Poi disegna la poesia sul quaderno.

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VERIFICA le tue competenze Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere tre volte il testo.

La luna al guinzaglio Con te la luna è buona, mia savia bambina: se cammini, cammina se ti fermi tu si ferma anche la luna ubbidiente lassù. È un piccolo cane bianco che tu tieni al guinzaglio è un docile palloncino che tieni per il filo: andando a dormire lo leghi al cuscino, la luna tutta la notte sta appesa al tuo lettino. G. Rodari

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Il testo POETICO

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole

L’illustratore si è distratto e ha confuso qualche particolare: osserva con attenzione il disegno e cerchia gli sbagli. Quanti sono? .......... Completa la parafrasi La luna è ....................................... con la ......................................... Se la bambina le chiede di ........................................ lei ...................................., se le chiede di .................................... lei si ferma. Si comporta come un ................................................ al guinzaglio oppure come un ................................................... legato alla mano della ......................................... Quando la bambina va a ......................................................, lega il filo al ...................................................... e così tiene con sé la .................................................. per tutta la ................................................. Rispondi. Secondo te, il poeta a chi dedica la poesia? ......................................................................................................................... Quale emozione ti trasmette? ...................................................................................................................................................

Leggo per ANALIZZARE Indica con una x. Il testo è un nonsense. uno scioglilingua.

una poesia. una ninna nanna.

una conta.

Nella poesia ci sono due metafore: sottolineale. Indica con una x se le affermazioni sono vere (V) o false (F). V Nella poesia ci sono due strofe. V Nella prima strofa c’è una rima alternata. V Nella prima strofa c’è una rima baciata. V Nella seconda strofa c’è una rima baciata. V Nella seconda strofa non ci sono rime. V Le strofe sono formate dallo stesso numero di versi.

F F F F F F

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con la maestra e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del TESTO POETICO. vai a pag. 185

153


Perché rispetto? “Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare”. (Andy Warhol)

Osserva queste immagini e rifletti.

............

.... ............................................

............................................................

.................................

...........................

....................

........................................

............................................................

............................................

Osserva le foto e rispondi. Che cosa hanno in comune?................................................................................................................ Che cosa hanno di diverso?................................................................................................................... Secondo te, chi ha provocato queste situazioni?....................................................................... Che sensazioni provi guardandole? Indica con una x. Armonia Disarmonia Benessere Malessere

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Scrivi sotto ogni foto un breve commento. Che collegamento c’è tra queste immagini e la parola RISPETTO? Discutete.

................


Rispetto per chi? Per che cosa? Discuti con i tuoi compagni e completa lo schema con le idee che avete condiviso. Rispettare le persone significa.......................................... .............................................................................................................. .............................................................................................................. ..............................................................................................................

Rispettare l’ambiente significa.......................................... .............................................................................................................. .............................................................................................................. ..............................................................................................................

Rispettare le cose significa................................................... .............................................................................................................. .............................................................................................................. ..............................................................................................................

Ora dividetevi in gruppi e create le Leggi del rispetto da applicare in classe, poi mettetele su un cartellone e rendetele valide con tutte le vostre firme. VOCE DEL VERBO RISPETTARE

RICORDATI: coniuga ogni giorno il verbo RISPETTARE. Il mondo che ti circonda è un luogo da amare!

Per l’insegnante

Io ............................................................. Tu ............................................................ Egli ......................................................... Noi ......................................................... Voi .......................................................... Essi ......................................................... Per te

Obiettivo Scoprire i vantaggi che procurano, in termini di “star bene”, la pulizia e il buon uso dei luoghi, la cura del giardino o del cortile, la custodia dei sussidi.

Obiettivo da centrare Scoprirai che vivere in un ambiente bello, ordinato, pulito ti fa stare meglio.

Competenza attesa Il bambino ha cura di sé, degli oggetti, degli ambienti che frequenta, sia naturali sia sociali.

Traguardo da raggiungere Tieni in ordine il tuo materiale scolastico, la tua classe, il cortile della scuola senza rovinare o sporcare il mondo che ti circonda.

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L’unione fa la forza Preparati a leggere con un amico a fianco: leggete uno per volta e tenete il segno mentre l’altro legge, così da essere pronti ad aiutarvi a vicenda. Alla fine, insieme, cercate sul vocabolario il significato dei termini che non conoscete.

Lo spazzino C’è un mondo nascosto di notte. Mentre noi dormiamo, per le strade c’è tutto un brulichio di gente che lavora. Corrieri, camionisti, tassisti, farmacisti, fornai, custodi, giornalisti, guardie, portieri, spazzini… C’è una piccola città, le cui strade la sera sono piene di foglie secche e cartacce, di cicche di sigaretta e di gomme da masticare, di bicchieri di plastica e di lattine accartocciate… Le stesse strade al mattino diventano pulite e ordinate come specchi. Non è certo un miracolo! È grazie al lavoro e alla fatica di un personaggio che sembra uscito da un fumetto o da una fiaba: Sasà. Sasà fa lo spazzino e da trent’anni pulisce le strade della sua piccola città. È un uomo lungo e secco. Un vero professionista della pulizia! Alto, leggero e sottile, se ne va nella notte, armato di scopa, di secchio e di sacchi. Dove passa Sasà non rimane nemmeno una briciola, nemmeno una scaglia di sporco. Conosce ogni angolo della sua città, ogni strettoia, ogni insenatura. E ogni notte tira a lucido le sue amate strade, accompagnato soltanto dal suo allegro fischiettare e dal fruscio della scopa. Certo, è un lavoro faticoso, soprattutto alla sua età. Ormai non è più un ragazzino, ma Sasà ama il suo mestiere, ama la sua piccola città e la sua gente. Per lui è una grande soddisfazione sentire i commenti di uomini e donne che passeggiano LESSICO durante la giornata su quelle strade. – Che pulizia! Spazzino (s. m.) sinonimi: netturbino, operatore – Sembra di camminare su uno specchio! ecologico

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A. Biscaro, Mal di terra, Progedit Audio


L’unione fa la forza

A scuola avete un kit come questo? Potreste utilizzarlo ogni volta che cade qualcosa a terra o qualcuno combina qualche pasticcio! In breve tempo diventerete bravi come Sasà e la vostra aula sarà veramente pulita!

1 Completa.

Nel testo si parla di ...................................... che fa lo ......................................... e si prende cura, con ......................................................, della ............................................................................ 2 Indica con una x i proseguimenti giusti.

Il lavoro di Sasà è

semplice. importante.

Sasà svolge il suo lavoro

molto rispettato. poco rispettato.

senza entusiasmo. con entusiasmo. con professionalità. senza professionalità.

3 Rispondi.

Come mai Sasà ha così tanto da fare? .............................................................................................................................................................................................................

Ci sarebbe un modo secondo te per evitare un po’ di lavoro a Sasà? .............................................................................................................................................................................................................

Di chi è la città o il paese in cui vivi? .............................................................................................................................................................................................................

4 Rispondi alle domande in classe e discutine con i compagni e l’insegnante.

Hai mai pensato a chi pulisce la tua scuola? Se loro non ci fossero come sarebbe la scuola? Come ti devi comportare per avere rispetto del loro lavoro?

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Perché rispetto? Hai mai riflettuto sul fatto che il cibo è l’espressione della cultura di un popolo? Assaggiare cibi diversi ti permette di conoscere meglio i tuoi compagni provenienti da altre parti del mondo.

Tortellini e couscous In una città dell’Emilia, alcuni anni fa, il Comune propose di introdurre nella mensa delle scuole - frequentate anche da numerosi ragazzi provenienti da paesi arabi - un cibo caratteristico di quei popoli, il couscous. Si tratta di granelli di semolino addensati a mano con acqua e olio, che si possono poi preparare e accompagnare in mille modi diversi, un po’ come la pasta o la polenta. Si decise che, una volta alla settimana, invece della solita pasta, si sarebbe servito couscous. L’esperimento non mancò di suscitare qualche diffidenza ma sostanzialmente funzionò: i ragazzi, curiosi, accettarono la nuova proposta con molta semplicità. Qualche mese dopo furono intervistati per conoscere più da vicino le loro reazioni. Particolare interesse destò la risposta di un ragazzo arabo che disse: – Sì, il couscous mi è piaciuto, ma preferisco quello che mi prepara a casa la mamma. “È naturale” pensarono gli amministratori, “ciascuno di noi è legato ai propri sapori e soprattutto ai sapori della propria infanzia. È ovvio che il couscous domestico, qualunque ne sia il gusto, piaccia di più di quello scolastico”. Ma alla domanda: “Perché ti piace di più quello di casa?”, il ragazzo sorprese gli intervistatori con una risposta del tutto imprevedibile: UN COMPITO – Mia madre – disse – prepara un piatto a strati; uno AUTENTICO PER TE di couscous, uno di tortellini, uno di couscous, uno di L’Italia è ricca di ricette regionali: tortellini... ogni regione, spesso anche ogni Un esempio davvero curioso di incontro fra culture provincia, ha dei piatti tipici che diverse, realizzato attraverso il cibo. Le cucine sono sono la specialità di quella zona. come i popoli: sembrano originarie di un certo territorio Nella tua regione quale piatto e invece, nella maggior parte dei casi, sono state “create” tipico della tradizione conosci? dalla storia. Esse sono state, e continuano a essere, uno Cerca la ricetta e scrivila, poi portala a scuola per farla conoscere ai dei principali modi con cui gli uomini si incontrano, si tuoi compagni: quanti piatti tipici conoscono, si mescolano, in quel grande pentolone in avete trovato? Le ricette sono tutte cui razze, lingue e religioni diverse riescono a convivere uguali? Perché secondo te? e a fondersi. M. Montanari, Il pentolino magico, Laterza

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Perché rispetto?

Rispondi.

Leggendo il testo riesci a capire che cos’è il couscous? .................................................................................................

L’hai già visto o mangiato?

Conta le risposte dei tuoi compagni e scrivi. Quanti sono per il Sì? ............ Quanti per il No? ............

Perché, secondo te, il Comune decide di inserire il couscous tra i piatti della mensa?

Rifletti e rispondi. Se tu andassi a vivere in Marocco ti piacerebbe trovare la pizza alla mensa della scuola? Sì No Perché...................................................................................

.................................................................................................

.................................................................................................

.................................................................................................

.................................................................................................

.................................................................................................

Secondo te, che cosa ha di speciale il couscous della mamma del ragazzo arabo?

.................................................................................................

Quando e dove ti è capitato?

.................................................................................................

Approvi la scelta? Sì No Perché? ................................................................................ .................................................................................................

................................................................................................. .................................................................................................

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Perché rispetto? Arrivano i marziani Tito e Tato, uno è stupito, l’altro è desolato. Leggi il testo con i tuoi compagni poi, seguendo i suggerimenti colorati, provate a sostituire alcune parole per far cambiare loro idea.

Tito e Tato Ciao a tutti! Da Marte arriviamo permettete che ci presentiamo: io sono Tito, io sono Tato, di fermarci la voglia c’è. Abitanti di Marte noi siamo e la Terra non la conosciamo. Io sono Tito, io sono Tato e la Terra chissà com’è. È verde ma… può esserlo di più. (lo sarà di più) ha il mare ma… non è del tutto blu. (ha uno smagliante blu) C’è il sole ma… l’ozono un buco (non) ha nell’aria c’è… lo smog e male fa! (ossigeno in quantità) No! Non va! Sono Tito e sono pulito, sono Tato e sono educato ma peccato che veramente certa gente non è così! C’è qualcuno che mangia la frutta e la buccia per terra poi butta e si vede sul marciapiede qualche cane che cosa fa! Tito e Tato ammirano i paesi e le città, portici, palazzi, monumenti in quantità mari e monti, fiumi e laghi, prati a volontà fiori nei giardini… che stupenda varietà ma… ma… ma…

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Città delle COMPETENZE

Sono Tito e sono stupito, sono Tato un po’ desolato. Quando manca la pulizia… poesia non ce n’è più. C’è chi lascia carta nei prati e barattoli abbandonati, chi trascura la spazzatura e la lascia di qua e di là! Sui muri guai… se scrivi con lo spray! E l’acqua no! Sciupare non si può! Le piante tu proteggile di più esempio dà di vera civiltà! Ciao a tutti vi salutiamo e sul disco volante saliamo io sono Tito, io sono Tato qualche volta pensate a noi! Ricordatevi che la natura ha bisogno di amore e di cura i suoi doni sono tesori che vi danno felicità! V. S. Vitali

Ora ascoltate insieme all’insegnante questa canzone (cercatela su Internet), poi cantatela tutti insieme in classe o dividendovi in gruppi. Cantate prima la versione originale e poi quella scritta da voi. Vai a pag. 185 e colora il palloncino giusto


La fabbrica degli abbracci

terza a puntat

Leggi le domande della scheda (ti aiuteranno a focalizzare l’attenzione) poi chiudi il libro e mettiti in modalità ASCOLTO ON. La maestra ti leggerà la terza parte del racconto. Al termine mettiti alla prova per vedere quanto sei stato attento. Infine correggi con la maestra e calcola il tuo punteggio.

ascolto ON

1 Indica con una x i completamenti giusti. Pino Giuseppe cominciò a essere una presenza fissa a Righellodalnaso perché era un tipo simpatico. era amico di Simone. era stanco di viaggiare. tutti volevano il suo intervento.

Le parole “Tocca a voi. Coraggio!” le pronuncia Pino. Simone. i genitori di Simone. un estraneo. “In mezzo alla stanza c’era Simone che sorrideva avvolto nel suo primo caldo abbraccio” significa che i genitori di Simone sono diventati buoni. Pino abbraccia Simone. Pino abbraccia i genitori di Simone. i genitori abbracciano Simone.

Il nome del paese diventa Fabbrica degli abbracci. Tiemmistretto. Ombrelunghe. il Paese degli Abbracci.

2 Completa.

Assegnati 3 punti se hai completato

“................................................, ............................................. e ............................................. presero l’abitudine di andare in giro abbracciati”.

3 Qual è il nome dell’attrezzo che utilizza Pino? Risolvi il cruciverba e troverai la risposta nella colonna colorata. 1 - Quello di Simone diventò un giacchino. 2 - Simone le allunga verso i genitori. 4 3 - I genitori di Simone rimasero impalati nelle loro... 6 4 - Tutti volevano conoscere quello di Simone e i suoi genitori. 5 - Pino a Righellodalnaso aprì una... 8 6 - È il nome della foresta. 9 7 - Simone passa da Pino ogni... 8 - Li smussa la grattugia di Pino. 9 - Il sole schizzò fuori dalla...

Assegnati 1 punto per ogni risposta esatta

1 2 3

Se hai risolto il cruciverba assegnati 10 punti

5

Autovalutazione Quanto hai totalizzato? Da 17 a 13 punti: complimenti! Sei stato attentissimo. Da 12 a 6: probabilmente ti sei distratto un po’! Meno di 6: ripassa le regole dell’ascolto attivo a p. 14!

7

E adesso dimmi: qual è la tua opinione sul racconto “La fabbrica degli abbracci”. Scrivimi una e-mail, sono io l’autrice e ci tengo molto a sapere la tua opinione.

PDF

Audio

161


Il testo

INFORMATIVO

Maestra, quante informazioni si trovano su Internet!

Sì, però è necessario valutare con cura le fonti e confrontarle fra di loro perché molte sono false o imprecise. E non dimenticate! Internet non sostituisce i libri che restano importantissimi per accrescere il nostro sapere.

Prima di iniziare

Quali di questi TESTI INFORMATIVI già conosci? Guida turistica Rivista Dépliant Quotidiano Sussidiario delle discipline Atlante geografico Manifesto Enciclopedia

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Il testo INFORMATIVO ha lo scopo di fornire a chi legge informazioni e indicazioni su vari argomenti. Il testo informativo prende il nome di testo espositivo quando riguarda contenuti disciplinari (le materie del sussidiario) che devono essere compresi, studiati ed “esposti” a voce o per iscritto; e di testo regolativo quando fornisce consigli, indicazioni e istruzioni. Nelle pagine che seguono imparerai a riconoscerli e ad analizzarli.

A me piacciono i libri perché le informazioni profumano di carta!

Per l’insegnante

Per te

Obiettivo Riconoscere caratteristiche, contenuto e scopo dei testi informativi.

Obiettivo da centrare Diventerai esperto nel riconoscere i testi informativi: come sono fatti, che cosa ti dicono.

Competenza attesa Il bambino comprende un testo informativo, coglie le informazioni essenziali e le rielabora individualmente.

Traguardo da raggiungere Saprai comprendere il contenuto, riscriverlo in uno schema, raccontarlo a voce.

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La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 215

Gentile Prof. Angela, lei che si occupa di informazione e divulgazione, può chiarirci quali caratteristiche ci sono in un TESTO INFORMATIVO?

1 C’È UNO SCOPO, quello

di fornire informazioni e conoscenze su argomenti di cultura generale, di attualità, su argomenti storici, geografici e scientifici.

6 Quando i testi informativi

trattano discipline di studio allora si chiamano TESTI ESPOSITIVI.

5 CI SONO LE IMMAGINI 2

che facilitano la comprensione: • g rafici; • t abelle e schemi; • f otografie.

’È UNA STRUTTURA C che presenta: • i l titolo che anticipa l’argomento; • i paragrafi che suddividono l’argomento in base al contenuto; • i sottotitoli che riassumono il contenuto dei paragrafi.

4 C’È UN ORDINE in cui sono

3 C’È UN LINGUAGGIO

specifico legato all’argomento e alla disciplina affrontati.

presentati gli argomenti. Può essere: • logico, quando crea collegamenti tra l’informazione generale e gli aspetti particolari; • c ronologico, quando presenta le informazioni in ordine di tempo.

Il Circolo dei Lettori

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A. Pomilio, Il grande libro delle invenzioni, De Agostini G. Baldassarre, Il mestiere dell’archeologo, Gelsorosso A. Pellai, Girl r-evolution. Diventa ciò che sei, De Agostini M. Beri, M. Boscaini, Imparare a programmare con Scratch, Apogeo


L’unione fa la forza

Fiumi d’Italia Leggete in coppia: si cambia a ogni parola scritta in neretto.

Pi

av

no

i Tic

Og

lio

e

Adige

Po

Po

o

ar

n Ta

Ren

o

Mar Ligure

Mar Adriatico

Arno

re ve Te

Riconoscere un TESTO INFORMATIVO

Leggo per DIVERTIRMI

a Add

Il fiume è un corso di acqua che nasce dalle montagne; la sorgente è il punto dove nasce il fiume, l’acqua arriva sia dai ghiacciai che dalla pioggia; il torrente invece è un parte del fiume che ha poca acqua e che in alcuni periodi può anche essere asciutto. Il ruscello è un piccolo corso d’acqua simile al torrente che si unisce al fiume. Gli affluenti sono dei fiumi che si uniscono al fiume principale. I fiumi italiani nascono sulle montagne e non sono molto lunghi, sono di due tipi: i fiumi alpini che nascono dalle Alpi, hanno molta acqua che proviene dai ghiacciai e sono quelli più lunghi. Tra questi il Po, che è il più lungo assoluto in Italia (652 km). Poi ci sono i fiumi appenninici che nascono dagli Appennini, sono più brevi perché non essendoci ghiacciai, ricevono solo l’acqua dalle piogge. Di questa tipologia di fiumi i più lunghi sono il Tevere e l’Arno. Nel meridione ci sono le fiumare, corsi d’acqua che in alcuni periodi dell’anno straripano inondando i terreni vicini, mentre nelle due isole maggiori i fiumi sono brevi a causa del clima caldo e della scarsità di piogge.

Mar Tirreno Mar Ionio

Po - 652 km Adige - 410 km Tevere - 405 km Adda - 313 km Oglio - 280 km

Tanaro - 276 km Ticino - 248 km Arno - 241 km Piave - 220 km Reno - 211 km

1 Rispondi.

Di che cosa parla questo testo? ........................................................................................................................... A quale materia fa riferimento? ......................................................................................................................... Che cosa presenta di particolare rispetto ad altri testi letti finora? ...........................................................................................................................................................................................................

2 Colora le caselle che rappresentano quello che pensi sulle immagini nel testo.

Aiutano a capire

Sono difficili da capire

Sono utili

Sono inutili

3 Secondo te, di che tipo di testo si tratta? Rispondi con una x.

Poetico

Fantastico

Informativo

Realistico 165


Il testo INFORMATIVO

La struttura

L’elefantessa, una matriarca leale Sottotitolo: ............................................................................................................. Gli elefanti vivono in famiglie formate da madri, figlie, zie e cugine con i loro piccoli. Il gruppo è guidato dalla matriarca, cioè dall’elefantessa più anziana. I maschi adulti vivono da soli, separati dal resto della famiglia. La matriarca è un capo leale e ha grandi responsabilità: deve condurre la propria famiglia alla ricerca di cibo e di acqua. Durante la stagione secca le pozze d’acqua sono poche, ma l’elefantessa ha molta esperienza e conosce a memoria i sentieri per migliaia di chilometri. La vecchia madre possiede anche conoscenze importanti su come allevare i piccoli, aiuta le giovani elefantesse a partorire e insegna ai cuccioli a sfuggire ai pericoli. Sottotitolo: ............................................................................................................. La matriarca assolve i suoi compiti per molti anni, finché non è troppo vecchia e debole. Quando muore, tutta la famiglia si ferma intorno al suo corpo e resta con lei per giorni. Ogni elefante dà il proprio saluto alla vecchia madre, toccandola e annusandola con la proboscide. Poi il gruppo riprende il cammino, aiutato da una nuova matriarca. Ogni volta che gli elefanti di una famiglia ripassano nel punto in cui è morta la loro matriarca, si fermano e con la proboscide sollevano la terra, dove giaceva il suo corpo. Sottotitolo: ............................................................................................................. Gli zoologi che studiano gli elefanti hanno osservato un comportamento che può sembrare inspiegabile. Una famiglia di elefanti mangia l’erba in tranquillità. Intorno non ci sono altri animali e non si sentono rumori particolari. All’improvviso le femmine chiamano a raccolta i loro piccoli, la matriarca organizza il gruppo e tutti si allontanano velocemente. Che cosa è successo? La famiglia ha ricevuto un messaggio che avverte di un pericolo. Gli elefanti emettono suoni molto bassi, gli infrasuoni, che noi esseri umani non possiamo sentire. Grazie a questi suoni le famiglie di elefanti possono scambiarsi informazioni anche se si trovano a dieci chilometri di distanza. Quando vogliono “spedire un messaggio” ancora più lontano, battono con una zampa alcuni colpi sul terreno. Anche a lunga distanza, un’altra zampa riceve il messaggio e così ogni gruppo sa se scappare da un pericolo, oppure se raggiungere gli altri a una pozza di acqua fresca.

166

Per gli elefanti il contatto fisico è molto importante per mantenere legami all’interno del gruppo.


La struttura

Il testo INFORMATIVO

Sottotitolo: ............................................................................................................. Con la proboscide gli elefanti fiutano i pericoli e riconoscono il cibo. La posizione della proboscide cambia: quando due elefanti litigano, la tengono rivolta verso il basso e piegata di lato, mentre se giocano la distendono in avanti. Inoltre un elefante può restare molto tempo sott’acqua, usando la proboscide come un boccaglio. I. Cagliani, Il comportamento degli animali, Touring Junior

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Rispondi con una x. La matriarca è: la mamma di tutti gli elefanti del gruppo. l’elefantessa più anziana del gruppo. l’elefantessa scelta dal gruppo. il nome delle famiglie di elefanti.

Capisco il testo Rispondi sul quaderno. 1. Qual è il compito della matriarca? 2. Come fanno le famiglie di elefanti a scambiarsi le informazioni? 3. Quali funzioni ha la proboscide?

Leggo per ANALIZZARE Le orecchie degli elefanti sono molto grandi e possono percepire il tuono di un temporale a chilometri di distanza.

Titolo e struttura Scrivi nel testo un sottotitolo adatto per ogni paragrafo. Completa le frasi con le seguenti parole: paragrafi - titolo - sottotitolo. Il ................................................. introduce l’argomento trattato. Il testo è diviso in quattro .................................................. Ogni paragrafo ha un suo ..................................................

167


Il testo INFORMATIVO

I grafici

I grafici

Il territorio

I grafici trasformano i dati numerici in un’immagine così da poter avere una lettura visiva e immediata del fenomeno che si sta osservando. Ne esistono diverse tipologie: L’aerogramma circolare o grafico a torta utilizza un cerchio per rappresentare l’intero fenomeno oggetto di osservazione. La circonferenza viene divisa in vari spicchi: la grandezza di ognuno è tanto maggiore quanto più grande è la percentuale che si vuole rappresentare. L’istogramma rappresenta i dati su delle colonne. Le colonne hanno tutte la stessa base, ma altezza diversa: il confronto tra le altezze rappresenta visivamente il confronto tra i dati presi in esame. L’ideogramma rappresenta i dati relativi a un fenomeno con un disegno o un simbolo che dà un’idea immediata dei numeri che si vogliono rappresentare e che corrispondono a una quantità, come viene riportato dalla legenda.

Mezzi di trasporto più utilizzati

montagna 35,2 %

pianura 23,2 % collina 41,6 %

......................................................

Quanto ha piovuto? = 10 giorni di pioggia Genova Roma Reggio Calabria Brescia Udine

......................................................

......................................................

Leggo per ANALIZZARE

168

Leggo per CAPIRE

I grafici

Capisco il testo

Rispondi.

Scrivi sotto ogni grafico la didascalia giusta.

Di che cosa si parla in questo testo? ....................................................................

Di che cosa parla il brano? Riassumi i paragrafi sotto forma di elenco in uno schema a punti sul quaderno.

.........................................................................................................................................

I grafici ti sono stati utili per ampliare le tue conoscenze sull’argomento? Perché? ......................................................................................................................... .........................................................................................................................................


Lo scopo

Il testo INFORMATIVO

Che cos’è un museo?

Il Museo deriva il suo nome da quello delle Muse, personaggi della mitologia greca. Le Muse erano nove ed erano figlie di Mnemosine, dea della memoria, e di Zeus, padre degli dei e dio della sapienza; esse erano considerate le protettrici delle arti della memoria e del sapere. Il primo luogo al mondo chiamato Museo sorse ad Alessandria d’Egitto per opera del re Tolomeo I, nel III secolo a.C., ma non era però un museo come lo conosciamo ai tempi moderni. Il Museo di Alessandria era piuttosto un luogo di culto, dove una comunità di sapienti viveva studiando. Il primo vero Museo, così come lo intendiamo oggi, nacque a Roma quando papa Sisto IV, nel 1471, donò solennemente al popolo romano alcune antiche statue in bronzo costituendo così la prima collezione dei Musei Capitolini. Negli anni la collezione si arricchì, ma solo nel 1734 venne aperta al pubblico e nacque il primo Museo “moderno”, inteso come una collezione di beni che deve essere conservata e messa a disposizione di tutta la comunità. In Italia, il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio definisce il museo secondo i seguenti parametri: CARATTERISTICHE • È una struttura permanente • È aperto al pubblico • È al servizio della società • Non ha scopo di lucro

DI CHE COSA SI OCCUPA Di beni culturali materiali e immateriali. • Li raccoglie • Li conserva • Li cataloga • Li espone e li fa conoscere

Leggo per ANALIZZARE Lo scopo Questo testo si pone due obiettivi che puoi scoprire già dal titolo. Scrivili. 1) ........................................................................................................................ 2) ........................................................................................................................ Perché alcune parti di testo sono separate dal resto? Spiega.

A QUALE SCOPO • Educazione • Studio

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Il mese prossimo la quarta gemellata con la vostra classe verrà in visita. Dovrete accompagnarli alla scoperta della città. Stendete una guida di dove siano elencati i principali musei da visitare e di ognuno esponete: la storia dell'edificio, l'orario di apertura e quali materiali conserva.

............................................................................................................................

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Il testo INFORMATIVO

L’ordine

......................................................

......................................................

......................................................

......................................................

Leggo per ANALIZZARE L'ordine

Leggo per CAPIRE Rifletto Secondo te, dove puoi trovare questa pagina? ll’interno di una guida turistica A Sul retro di una copertina di una guida turistica Qual è lo scopo di questa pagina? I nformare sui contenuti della guida Fornire indicazioni su Torino

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Inserisci queste parole al posto giusto sui puntini accanto all’immagine. autrice / contenuto / destinatari / sottotitolo Ora leggi il testo secondo questo ordine: autrice - titolo e sottotitolo - destinatari - contenuto. È cambiato il senso delle informazioni?

No

Indica con una x il completamento giusto. Il testo segue l’ordine cronologico: le informazioni sono in ordine temporale. l’ordine logico: le informazioni sono semplicemente collegate all’argomento generale. l’ordine logico-causale: le informazioni sono collegate da un rapporto di causa-effetto.


Espositivo

Il disastro alle Galapagos Oggi molte specie di animali rischiano l’estinzione a causa dell’inquinamento, di comportamenti irresponsabili da parte dell’uomo, come la caccia senza regole e il disboscamento selvaggio. Le isole Galapagos sono uno dei pochissimi luoghi fortunati del mondo dove gli animali possono vivere al sicuro. Il 97% del territorio dell’arcipelago, infatti, è zona protetta: nel 1959 è stata dichiarata Parco Nazionale. Alcuni anni fa, però, molte specie di animali e di piante delle Galapagos hanno rischiato di scomparire per sempre, a causa di un’ondata di petrolio che ha circondato le isole. Infatti la petroliera Jessica si è arenata su un banco di sabbia, a 800 metri di distanza da San Cristobal (una delle quattro isole dell’arcipelago delle Galapagos); il carico della petroliera, cioè 900 mila litri di nafta, si è riversato in mare e ha inquinato le acque senza rimedio. Erano soprattutto tre le specie animali a rischio di estinzione: la sula mascherata, il cormorano attero, il pinguino delle Galapagos.

Il testo INFORMATIVO Leggo per ANALIZZARE Il linguaggio specifico Indica con una x (puoi scegliere più di una risposta). Il testo contiene parole specifiche che appartengono al linguaggio della geografia. tecnologia. scienza. matematica. storia. medicina. Rispondi. Hai faticato a leggere? Sì No Hai compreso tutte le parole? Sì No Sottolinea quelle che secondo te sono difficili e cercale nel dizionario.

COSTA RICA

VENEZUELA

PANAMA

COLOMBIA

ECUADOR

PERÙ

Leggo per CAPIRE

BRASILE

Capisco il testo In quale ordine sono presentate le informazioni? Non seguono un ordine In ordine cronologico

In ordine logico

Scrivi le cause relative a ogni problema.

PROBLEMI Oggi molte specie di animali rischiano l’estinzione...

CAUSE a causa della .........................................., dell’ ............................., del ................................

Oggi alle Galapagos gli animali perché ................................................................ possono vivere al sicuro... Anni fa, invece, gli animali perché ................................................................ erano a rischio estinzione...

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VERIFICA le tue competenze

Studiare informati

Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere tre volte il testo.

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1. A chi non piacerebbe riuscire a studiare con facilità portando a casa un sacco di bei voti? Ebbene, non ti sembrerà possibile, ma è più semplice di quello che sembra. Ecco alcune informazioni che potrebbero esserti utili. 2. Comincia col chiederti perché studi. Per perdere tempo? Per la mamma? Per la maestra? Per prendere un bel voto? Per acquisire conoscenze? Prova a risponderti così: studio per diventare una persona migliore. Tutti vogliamo progredire, non ti pare? 3. Per studiare serve un posto tranquillo dove non ci siano distrazioni o rumori fastidiosi. Concentrati, più riuscirai a metterci testa e meno tempo impiegherai a interiorizzare l’argomento: stare seduti tutto il pomeriggio a rileggere le stesse pagine non serve a niente! Un leggero sottofondo musicale a volte può essere d’aiuto. 4. La fase preparatoria è un momento molto importante! La prima domanda da porsi è: a che disciplina fa riferimento il contenuto? Pensare alle sue caratteristiche e al linguaggio specifico ti aiuterà a immergiti in quel contesto: leggi il titolo principale, rifletti sul significato, recupera quello che già sai, soffermati sul titolo dei paragrafi (se ci sono) e guarda con attenzione tutte le immagini. 5. Terminata questa fase puoi iniziare a leggere. È importante soffermarsi sulle parole in grassetto, come se fossero lampeggianti, cercando di fissarle con gli occhi e con la mente. Molto utile risulta tenere a portata di mano una matita e un foglio, poiché permette di riassumere e fissare le informazioni più importanti. Ultimate queste operazioni puoi iniziare a ripetere a voce alta il primo paragrafo, poi il secondo insieme al primo e così via. Mentre ripeti puoi sbirciare gli appunti, le parole chiave o le immagini. Servono proprio per quello! All’inizio può essere rassicurante avere qualcuno vicino o studiare un po’ “a memoria”, aiuta l’autostima e permette di avere sempre qualcosa da dire. Appena sarai più bravo vedrai che studiare a memoria non ti servirà più! Un consiglio vantaggioso: per acquisire dimestichezza con l’esposizione, è bene ripetere a voce alta davanti a uno specchio e registrarsi per autovalutare la propria competenza orale.


Il testo INFORMATIVO

6. È importante non essere pessimisti! “Non ce la posso fare” o “tanto lo so che prenderò un brutto voto” è un ottimo modo per far sì che questo accada sul serio. Studiare è un’operazione complessa e richiede tempo. È impossibile che tu riesca subito a raccontare la lezione come un libro stampato facendo tutti i collegamenti richiesti. Ma ricordati: un passo dopo l’altro si va lontano! F. Franco

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Rispondi con una x. Se dovessi trovare un altro titolo a questo testo, quale sceglieresti? Consigli per andare a scuola Informazioni per studiare con facilità Bisogna studiare Mettici testa!

Qual è l’argomento generale del testo che hai letto? Come studiare a scuola Imparare a studiare Come impiegare il tempo Diventare il primo della classe

Rifletto Crea le domande adatte per queste risposte. ...........................................................................................................................................? Per diventare una persona migliore. ...........................................................................................................................................? A che materia fa riferimento il contenuto. ...........................................................................................................................................? Tutto il testo o un paragrafo alla volta. ...........................................................................................................................................? Il primo paragrafo, poi il secondo insieme al primo e così via. ...........................................................................................................................................? All’inizio sì, perché può essere d’aiuto. ...........................................................................................................................................? No, è un percorso che richiede tempo.

Leggo per ANALIZZARE Inserisci accanto a ogni sottotitolo il numero del paragrafo corrispondente. Fase preparatoria

Dove studiare

Si inizia

Perché si studia?

Introduzione

Con lo spirito giusto

In quale ordine sono presentati gli argomenti? In ordine cronologico In ordine logico In ordine logico-causale Non si segue un ordine

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con la maestra e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del TESTO INFORMATIVO. vai a pag. 185

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Il testo

REGOLATIVO LE REGOLE DELLA NOSTRA CLASSE TENERE LA TESTA ALTA CREDERE IN SE STESSI MANTENERE LE PROMESSE NON DISPERARSI MAI Prima di iniziare

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Quali di questi TESTI REGOLATIVI già conosci? Ricette Indicazioni stradali Istruzioni Galateo Regole Manuale


Il testo REGOLATIVO ha lo scopo di fornire a chi legge consigli, indicazioni e istruzioni. Proprio per questo nell’aggettivo regolativo si nasconde la parola regola! I testi regolativi possono rispondere a diverse necessità e possono avere varie forme. Nelle pagine che seguono imparerai a riconoscerli e ad analizzarli.

NON LAMENTARSI ESSERE FELICI ESSERE SINCERI MANGIARE BENE Per l’insegnante

AMARSI RIDERE TANTO AIUTARSI SEMPRE Per te

Obiettivo Riconoscere le caratteristiche e lo scopo dei testi regolativi.

Obiettivo da centrare Diventerai esperto nel riconoscere i testi regolativi: come sono fatti, qual è il loro scopo.

Competenza attesa Utilizzando strategie di lettura adeguate, l’alunno comprende e classifica testi regolativi, ne individua la struttura e le informazioni principali.

Traguardo da raggiungere Sai riconoscere e capire regolamenti e istruzioni e li sai applicare correttamente.

175


La MAPPA-intervista

L’unione fa la forza - Vai a pag. 216

Gentile vigilessa, lei che è esperta di regole, può spiegarci che cosa c’è in un TESTO REGOLATIVO?

1 C’È UNO SCOPO, quello di

4 C’È UNA STRUTTURA

fornire: • regole di comportamento (obblighi o divieti); • istruzioni (per costruire, fare un gioco, eseguire una ricetta); • indicazioni o consigli.

2

Quasi sempre sono testi discontinui che presentano: • paragrafi; • schemi a punti; • spiegazioni numerate; • elenchi. Il contenuto segue sempre un ordine che può essere cronologico o logico.

C’È UN LINGUAGGIO settoriale, cioè legato all'argomento a cui si riferisce il testo. Le frasi sono brevi e i verbi all’infinito o all’imperativo.

3 CI SONO LE IMMAGINI

che facilitano la comprensione: • disegni; • simboli; • fotografie.

Il Circolo dei Lettori

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A. Pellai, Baciare fare dire... , Feltrinelli S. Curtis, Le sette regole della felicità, Sonda G. Colombo, M. Morpurgo, Le regole raccontate ai bambini, Feltrinelli A. Ardemagni, Principi e principesse a tavola, Paoline


L’unione fa la forza

Costruire origami

Leggo per DIVERTIRMI

Materiale occorrente: • Foglio di carta di dimensione quadrata • Pennarello nero

Lavorate in due: mentre tu leggi, il tuo amico (o la tua amica) esegue le istruzioni.

Riconoscere un TESTO REGOLATIVO 1 Indica con una x. 2

1

Il testo che hai appena letto racconta un’avventura. è una poesia. fornisce istruzioni.

iega di nuovo P a metà.

Piega a metà.

Le informazioni sono precise. difficili da capire. disorganizzate. ordinate. 3

5

iega lungo le P linee tratteggiate.

Gira il foglio.

4

6

iega il triangolino P in alto vero il basso.

Seguirle è stato difficile. facile. complesso. impossibile. Le immagini ti hanno facilitato il lavoro? Sì No Non molto

isegna il muso D ed ecco il gatto!

Il risultato che hai ottenuto seguendole è buono. pessimo. discreto.

LESSICO

L’origine delle parole La parola origami deriva dal giapponese Oru (piegare) e da Kami (carta) e indica l’arte di piegare la carta per dare vita a oggetti, animali, fiori, figure di fantasia.

Dai un voto al tuo gatto: 10 8 6

Audio

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Il testo REGOLATIVO

Le regole

Piccolo galateo

Il cucchiaio lo terrai nella mano destra, con tre sole dita. Quando si deve trinciare e affettare, la forchetta si tiene nella mano sinistra perché nella destra si ha il coltello. E quando tale operazione è terminata, si posa il coltello e si passa la forchetta alla mano destra per portare con essa il cibo alla bocca.

LESSICO Galateo (s.m.) Le regole della buona educazione.

Prima di bere pulisciti la bocca col tovagliolo. Col coltello non si portano mai cibi alla bocca. P. Silvio, S. Mario, La fiaccola: libro-giornalino per la quarta classe elementare, Demos

Leggo per CAPIRE Comprendo le parole Da quali indizi capisci che queste regole sono state scritte molto tempo fa? Sottolinea le parole che te lo fanno capire. Ci sono altri segnali che ti danno informazioni: li sai trovare?

Capisco il testo Rispondi. Perché prima di bere bisognerebbe pulirsi la bocca? .................................................................................................................................. Perché con il coltello non si portano mai i cibi alla bocca? .................................................................................................................................. Indica se queste affermazioni sono vere (V) o false (F). Quando si taglia il cibo la forchetta si tiene nella mano destra. Quando si ha finito di tagliare il coltello si posa. Il cibo si porta alla bocca con la forchetta. I mancini devono fare il contrario di quello che c’è scritto.

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V V V V

F F F F


Il linguaggio

Il testo REGOLATIVO

Come stare a tavola Leggo per ANALIZZARE Il linguaggio Come sono espressi i verbi nei titoletti? ...............................................................

Le regole Secondo te quali regole non rispettano i bambini nella foto? ............................................................... ...............................................................

1. Stare seduti composti A tavola è bene stare seduti composti, nel rispetto delle altre persone che mangiano con noi. 2. Usare parole gentili Chi cucina, chi ci offre il cibo, chi ci sbuccia la mela, chi ci versa l’acqua... merita di essere trattato con parole gentili, come "grazie" e "per favore". 3. Non portare giocattoli né telefonini! Niente giocattoli, tv, macchinine, tablet, telefonini! A tavola è bello chiacchierare e stare insieme. 4. Non giocare con le posate! Le posate, soprattutto se sono forchette appuntite e coltelli, si usano solo per mangiare perché possono essere pericolose per noi e per gli altri. 5. Apprezzare sempre ciò che si trova in tavola. Non si gioca con il cibo e quando non si gradisce una pietanza non si dice “fa schifo”. La presenza del cibo non va e mai data per scontata. 6. Chiedere il permesso Il pasto è un momento di condivisione di gruppo: prima di alzarsi e allontanarsi è buona abitudine chiedere il permesso.

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Spesso le regole, per essere comprese in modo più immediato, sono illustrate. Prendi un foglio, crea sei riquadri e disegna il Galateo della tavola per i bambini che non sanno leggere.

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Il testo REGOLATIVO

La ricetta

Le frittelle golose della nonna Ingredienti • 20 gr. di lievito di birra • 300 gr. di farina • 4 tuorli d’uovo • 50 gr. di zucchero • 20 gr. di burro • 1/4 di litro di latte • scorza di limone grattugiata • 30 gr. di uvetta • 2 cucchiai di rhum • zucchero a velo Procedimento 1. Sciogliere il lievito con 100 gr. di farina, lo zucchero e il latte in modo da formare un panetto. 2. Mettere a lievitare il panetto in un posto caldo. 3. In una terrina amalgamare il precedente impasto con la restante farina, le uova, il burro, lo zucchero, la scorza di limone, un pizzico di sale e il latte rimasto appena scaldato. 4. Mescolare bene e a lungo, aggiungere l’uvetta e il rhum. 5. Friggere a cucchiaiate nell’olio caldo. 6. Adagiare le frittelle cotte su carta assorbente e spolverizzare con zucchero a velo.

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Questa è una ricetta che devi eseguire insieme a un adulto. Sottolinea la parte del procedimento che te lo fa capire.

Leggo per ANALIZZARE Struttura Completa e indica con una x. Il testo si presenta diviso in due parti: ............................. - ................................. Perciò possiamo dire che questo è un testo continuo. non continuo. Le azioni da compiere sono in ............................................... da .......... a .......... e seguono la successione ........................................................................................ L'immagine aiuta a .................................................................................................... Lo scopo del testo è ..................................................................................................

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Istruzioni e manuali

Il testo REGOLATIVO

Prove di evacuazione COSA FARE durante un terremoto

COSA NON FARE durante un terremoto

Leggo per CAPIRE Capisco il testo Ora osserva bene le immagini e scrivi. Quali sono i comportamenti corretti da tenere durante un terremoto? 1. ............................................................................................................................ 2. ............................................................................................................................ 3. ............................................................................................................................ Quali sono invece i comportamenti scorretti da non tenere? 1. ............................................................................................................................ 2. ............................................................................................................................ 3. ............................................................................................................................

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Crea il tuo manuale di istruzioni, come nell’esempio, da eseguire in caso di incendio.

Leggo per ANALIZZARE Lo scopo Indica con una x. Questo testo è continuo. discontinuo. Lo scopo di questo testo è fornire istruzioni. spiegare che cos’è un’emergenza. fornire obblighi. fornire divieti. Secondo te, è chiaro anche se non spiega a parole? Non molto Sì, molto di più Sì No

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VERIFICA le tue competenze Prima di passare agli esercizi di verifica ti consiglio di leggere due volte il testo.

Dal codice della strada Art. 190 - Comportamento dei pedoni 1. I pedoni devono circolare sui marciapiedi, sulle banchine, sui viali pedonali e sugli altri spazi per essi predisposti; qualora questi manchino, siano ingombri, interrotti o insufficenti, i pedoni devono circolare sul margine della carreggiata opposto al senso di marcia dei veicoli. 2. I pedoni, per attraversare la carreggiata, devono servirsi degli attraversamenti pedonali, dei sottopassaggi e dei sovrappassaggi. Quando questi non esistono, o distano più di cento metri dal punto di attraversamento, i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare. 3. I pedoni che si accingono ad attraversare la carreggiata in zona sprovvista di attraversamenti pedonali, devono dare la precedenza ai conducenti. 4. È vietato ai pedoni sostare o indugiare sulla carreggiata, salvo in casi di necessità; è anche vietato, sostare in gruppo sui marciapiedi, sulle banchine o presso gli attraversamenti pedonali, causare intralcio al transito normale degli altri pedoni. 5. È vietato ai pedoni effettuare l’attraversamento stradale passando davanti agli autobus, filoveicoli e tram in sosta alle fermate.

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Leggo per CAPIRE

Il testo REGOLATIVO

Comprendo le parole Collega con una freccia ogni termine al suo sinonimo. pedone autista conducente strada margine bordo carreggiata passaggio transito passante attraversamento pedonale strisce

Capisco il testo Nel testo sono indicati alcuni comportamenti obbligatori e alcuni comportamenti vietati. Rifletti e scrivi di fianco a ogni punto: OBBLIGO o DIVIETO.

1 2 3 4 5 Indica se le affermazioni sono vere (V) o false (F). • I pedoni possono circolare nella banchina, cioè la parte esterna della carreggiata. • Se si è costretti a camminare sul margine della carreggiata lo si deve fare dando le spalle ai veicoli. • Quando si attraversa sulle strisce si deve dare la precedenza ai veicoli. • Si può sostare in gruppo solo se si è sul marciapiede. • Quando un autobus è in sosta si deve attraversare passando dietro il veicolo.

V

F

V

F

V

F

V

F

V

F

Rifletto Il codice della strada contiene le ......................................................... che regolano il comportamento di automobilisti e ................................................. È indispensabile per garantire la ................................................ delle persone sulla strada.

Leggo per ANALIZZARE Indica con una x i completamenti giusti (puoi fare più di una scelta). Il testo che hai letto fornisce istruzioni. fornisce regole di comportamento. è un testo scritto informativo. è uno schema a punti. è scritto con un ordine cronologico. non necessita di ordine cronologico.

Città delle COMPETENZE Autovalutati: verifica con la maestra e i compagni le tue risposte e correggi se necessario. Complimenti! Hai costruito nuove competenze e puoi colorare la casa del TESTO REGOLATIVO. vai a pag. 185

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Il racconto FANTASY

Il racconto di AVVENTURA

sto VO e t Il ATI RR A N

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La città delle Il racconto STORICO

Il racconto di PAURA

La LETTERA e la E-MAIL

Siamo tutti uguali?


COMPETENZE Il testo POETICO

Il testo INFORMATIVO

Servono parole gentili? Il testo REGOLATIVO Perché rispetto?

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Autunno in rima L’ultima L’ultima, proprio l’ultima, di un giallo così intenso, così assolutamente giallo, come una lacrima di sole quando cade sopra una roccia bianca – così gialla, così gialla! – l’ultima, volava in alto leggera, aleggiava sicura per baciare il suo ultimo mondo.

Secondo te… Qual è il colore dell’autunno? Qual è l’emozione che più di tutte rappresenta l’autunno?

M. De Micheli, I bambini di Terezín, Feltrinelli

Le foglie d’ottobre Una montagna morbida e scricchiolante insieme che il vento d’autunno si diverte a disfare. Vi affondo le ginocchia ed ecco... pare il mare, o una torta fragrante color di cioccolata, una croccante fetta di pane e marmellata. Oro brunito e miele, marrone, grigio e bruno son le foglie d’ottobre che adesso, crepitando, mandano un acre odore, già diventano fumo. K. Jackson, Storie per tutte le stagioni, Mondadori

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Questa poesia ti fa venir voglia di: mangiare un dolce ........................................................................... ...........................................................................


Si canta Clil Rap in inglese significa “colpo secco”. Tipicamente il rap consiste di una sequenza di versi molto ritmati, incentrati su tecniche come rime baciate, ripetizione di suoni… Chi scandisce tali versi è il rapper e lo fa su una successione di note. Ascolta e cantate tutti insieme.

Clap clap clap Clap, clap, clap with me It’s the autumn rap, you see! Red, green, yellow and brown Leaves are falling to the ground. Red, green, yellow and brown Leaves are falling with no sound. Clap, clap, clap with me It’s the autumn rap, you see! Yellow, green, brown and red Leaves are falling on my head!

Leggi la filastrocca a ritmo di RAP. Segui gli accenti delle prime strofe, poi prova a fare da solo. Se vuoi, accompagnati col battito delle mani e crea una coreografia con i tuoi compagni.

Castagna Rap Rotondètta ed abbronzàta se nel rìccio rintanàta con gli acùlei ritti in tèsta sembro un pùnk con la crèsta. In realtà son trasformista cambio nome e aspetto a vista: scura in viso e bella tosta io mi chiamo caldarrosta; palliduccia molle e cotta sono invece la ballotta; rugosetta e giallo becco il mio nome è marron secco. Dolce e più gradita da te eccomi marron glacè. Se non l’hai ancora azzeccato te lo dico difilato: nasco e cresco su in montagna battezzata son... castagna! D. Luciani

Listen, read and sing

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Informati! Una pioggia d’oro L’autunno ha portato vicino al tempio buddista di Gu Guanyin, nella regione delle montagne Zhongnan, in Cina, il consueto, meraviglioso spettacolo. Ogni anno, con i primi freddi, un antico albero di Ginkgo biloba cambia “abito” e tinge le foglie di un bel color zafferano acceso. L’effetto è quello di una pioggia d’oro che si riversa nei verdi prati circostanti. Un fenomeno che si ripete ogni anno in questo periodo. I turisti accorrono qui per riempirsi gli occhi di questi colori. Si dice che l’albero sia stato piantato 1400 anni fa, dall’imperatore Li Shimin, uno dei più importanti sovrani cinesi, fondatore della dinastia Tang (618-907 d.C.). Forse, anche per le presunte nobili origini, l’esemplare è popolare in tutta la Cina, ma il colore delle sue foglie non è affatto un caso isolato. Gli alberi di Ginkgo biloba, infatti, sono rinomati per la colorazione giallo vivo che il fogliame assume in autunno. Anche la forma delle foglie è particolare: simili a piccoli ventagli. In Giappone, il Ginkgo biloba è l’alberosimbolo di Tokyo. www.focus.it

Dalla descrizione che hai appena letto, sapresti riconoscere la foglia di Ginkgo biloba tra le seguenti? Indicala con una x.

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Scrivendo Racconto puzzle Leggi, osserva le immagini e completa il racconto.

La foresta cominciò a mutare aspetto. Com’era il nuovo aspetto della foresta? .................................................................................................................. .................................................................................................................. ..................................................................................................................

Nei primi giorni i due giovani orsi si erano molto divertiti a rincorrere le foglie cadenti, tentando di acchiapparle prima che toccassero terra. Ma quando esse diventarono troppo numerose, anche quel nuovo gioco perdette ogni attrattiva. In quello stesso periodo scoprirono che nella foresta crescevano moltissime bacche, sia nei cespugli sia negli arbusti. Com’erano le bacche? ....................................................................................................................................................... ....................................................................................................................................................... .......................................................................................................................................................

Durante quei primi giorni d’autunno i due giovani orsi erano più soddisfatti del solito se non altro perché mangiavano di continuo. La temperatura, inoltre, era notevolmente cambiata. Ma era bello lo stesso: si sdraiavano molto vicini l’uno all’altro, riscaldandosi a vicenda e tenendosi affettuosa compagnia. Che succede agli orsi dopo? ................................................................................................................................... ................................................................................................................................... ...................................................................................................................................

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Tocca colore! Un bosco autunnale 1 P iega più fogli di carta da pacchi marrone come indicato dai tratteggi. Poi, con l’aiuto della maestra, ritaglia tanti rettangoli come indicato dalle linee. 2 P rendi un foglio da cartellone e inizia a incollare partendo dal basso: prima il tronco, cioè il rettangolo più grande, poi due grossi rami a “V”. 3 A ggiungi a ogni ramo altri due rami, poi altri due e forma ogni volta una “V” utilizzando via via rettangoli sempre più piccoli. 4 R ipeti il procedimento più volte per realizzare un bosco. Puoi variare le dimensioni dei rettangoli per dare il senso della profondità. 5 I nfine raccogli tante foglie secche di dimensioni diverse e utilizzale per metterle ai piedi degli alberi e sui rami.

1

2

Ritaglia

Piega

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Animali di foglie 1 P rima di tutto recupera le foglie secche che non hai utilizzato per il bosco e sistemale sopra un foglio bianco. 2 S cegli e muovi le foglie nella pagina per formare la sagoma di uno scoiattolo, (puoi anche spezzarle o sovrapporle), poi incollale. 3 O ra prova a fare lo stesso formando altri animali del bosco: volpi, ricci, serpenti...

1

2

UN COMPITO AUTENTICO PER TE Sprigiona la tua creativitĂ , raccogli foglie, sassi, materiali di recupero, foglie di granoturco, rametti... e costruisci il tuo autunno. Alla fine completa la scheda del progetto, sarĂ utile a chi vorrĂ prendere spunto dal tuo lavoro!

3

191


Inverno in rima

Inverno La nebbia del mattino s’impiglia dentro un velo tra i rami del giardino, scintillanti di gelo: è la brina, la lieve sorella della neve. Ella tesse ricami minuti, di perline bianche, su tutti i rami, l’erbe, le foglioline; fa un candido contorno a ogni cosa intorno. Ieri non c’era niente: in una notte il vago lavoro diligente, fu fatto a punta d’ago. Come è svelta e felice questa ricamatrice.

La danza della neve Sui campi e sulle strade silenziosa e lieve volteggiando, la neve cade. Danza la falda bianca nell’ampio ciel scherzosa, poi sul terren si posa stanca. In mille immote forme sui tetti e sui camini, sui cippi e sui giardini dorme. Tutto d’intorno è pace; chiuso in oblio profondo, indifferente il mondo tace. A. Negri

Puch

Secondo te… Qual è il colore dell’inverno? Qual è l’emozione che più di tutte rappresenta l’inverno?

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Costruisciti un “leggio”. Basterà un supporto cui appoggiare il libro! Scegli la tua poesia preferita, leggila sottovoce e poi declama, come se fossi davanti a un pubblico. Se vuoi divertirti, puoi scegliere di recitare cantando, ridendo, piangendo, starnutendo… avanti con la fantasia!


Si canta In inverno c’è Natale... ecco una bellissima canzone da ascoltare e da cantare tutti insieme in inglese.

Clil

Little drummer boy Come, they told me Pa-rum pum pum pum A new born King to see Pa-rum pum pum pum Our finest gifts we bring Pa-rum pum pum pum To lay before the King Pa-rum pum pum pum Rum pum pum pum. rum pum pum pum So to honor Him pa-rum pum pum pum When we come. Little baby Pa-rum pum pum pum I am a poor boy, too Pa-rum pum pum pum I have no gift to bring Pa-rum pum pum pum That’s fit to give our King Pa-rum pum pum pum Rum pum pum pum, rum pum pum pum Shall I play for you? Pa-rum pum pum pum On my drum. Mary nodded Pa-rum pum pum pum The ox and lamb kept time Pa-rum pum pum pum I played my drum for Him Pa-rum pum pum pum I played my best for Him Pa-rum pum pum pum Rum pum pum pum, rum pum pum pum Then He smiled at me Pa-rum pum pum pum Me and my drum. Come, they told me Pa-rum pum pum pum A new born King to see Pa-rum pum pum pum Here I come, here I come Pa-rum pum pum pum Pa-rum pum pum pum Listen, read and sing

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Tocca colore! Presepe portatile

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1 R ecupera 5 tappi di sughero, di quelli con la parte superiore più larga.

2 N ella parte più larga disegna i tratti fondamentali del viso umano di Maria, Giuseppe e Gesù bambino. In altri due disegnaci il muso del bue e dell’asino.

3 I ncolla fili di lana o pezzi di stoffa per fare capelli, corna, orecchie, code.

4 Rivesti la parte restante del tappo con stoffa, pizzo, carta crespa e realizza gli abiti o il corpo degli animali.

Video


5 Prendi una scatola di legno (se non la trovi, va bene anche quella della pizza), aprila e disegnaci il cielo, un paesaggio e la capanna: puoi usare le tempere o i pennarelli.

6 Usa materiale di recupero, come legnetti, bottoni, pezzetti di stoffa, sabbia... per aggiungere elementi del paesaggio. Puoi anche costruire un tetto sporgente per la capanna e un giaciglio dove appoggiare GesĂš bambino.

7 C on brillantini color oro e la colla potrai far apparire la stella cometa sulla capanna e le stelle nel cielo.

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Informati! Curiosità sull’inverno 1. L e parole “inverno” e “ibernazione” vengono tutte e due dal latino “hibernum”, che significa appunto inverno. L’ibernazione, o letargo, è infatti il modo che usano alcuni animali per superare senza danni i rigori della cattiva stagione. 2. P ensate che fra dicembre e marzo faccia freddo perché la Terra è più lontana dal Sole? Invece no: quando da noi è inverno, la distanza dal Sole è minima. I suoi raggi, però, arrivano più inclinati e quindi illuminano e scaldano di meno. Nell’emisfero australe succede il contrario. 3. L ’inverno è anche la stagione in cui si disputano le Olimpiadi dedicate agli sport su neve e ghiaccio. La prima edizione si tenne nel 1924 a Chamonix (Francia): tra le specialità c’era anche Pattuglia militare, un misto tra sci di fondo, sci alpinismo e tiro a segno. 4. A San Pietroburgo (Russia), c’è il Palazzo d’Inverno, residenza degli zar dal 1732 al 1917. La sua facciata è lunga 500 metri! Oggi ospita il museo Hermitage, ma vanta ancora il titolo di palazzo reale più lungo del mondo. 5. U n inverno eccezionale fu quello del 1709. In Europa faceva così freddo che tutti i fiumi gelarono e si poteva passare il Po a piedi e attraversare il lago di Garda... su un carro di buoi. 6. C ome tutte le stagioni, anche l’inverno ha una data ufficiale d’inizio: il 21 dicembre, giorno del solstizio. Nell’emisfero Sud il sole raggiunge la massima altezza sopra l’orizzonte, da noi resta basso e tramonta presto: è la notte più lunga dell’anno... 7. ... ma allora il proverbio “Santa Lucia (il 13 dicembre), il giorno più corto che ci sia” è falso? Ecco la spiegazione: il detto risale a prima del 1582 quando, per la riforma gregoriana, il calendario avanzò di 10 giorni in una sola notte. 8. Se per voi l’inverno è troppo freddo e lungo, consolatevi pensando che su Marte dura 8 mesi e il termometro scende a –140 °C. Su Saturno dura 7 anni e su Nettuno 40! Focus Junior, Febbraio 2017

Spiega con parole tue questi due proverbi sull’inverno.

Chi d’estate non lavora d’inverno perde la coda.

Chi vuole provare le prove dell’inferno, d’estate il fabbro e l’ortolan d’inverno.

Ne conosci altri? Confrontati con i tuoi compagni.

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Scrivendo Giochiamo con le parole Rebus Come vesti d’inverno?

Che cosa si accende?

ind

il riscalda

il + mino

Rebus 7, 2, 7, .........................................................................

Rebus 2, 13 ...........................................................................

Indovinelli Scrivi l’iniziale di ogni parola indovinata nel riquadro: scoprirai dove vanno molti animali in inverno. Le giornate si accorciano, c’è meno

È verde, si arrampica e resiste all’inverno: è l’

Gli orsi dormono nelle loro

È diventata fredda: è l’

Il clima non è più morbido ma è

Si forma se la temperatura scende sotto zero: il

In inverno c’è quella solare, l’

Acrostici invernali

N uvolette E leganti V era E emozione

F ....................................................... R ....................................................... E ....................................................... D ....................................................... D ....................................................... O .......................................................

W...................................................... I ....................................................... N ....................................................... T ....................................................... E ....................................................... R ....................................................... 197


Primavera in rima Signor Inverno e signora Primavera – Signor Inverno, che cosa fai? Quante valigie! Già te ne vai? – Sì, in una piego il Natale per bene, in un’altra infilo il ghiaccio e la neve, in un’altra metto influenze e bronchiti, in questo zainetto trecento starnuti. – E quella signora che arriva laggiù? – Signora Primavera è quella signora: la sua valigia è leggera leggera, è piena di erbetta e di pratoline e di circa mille margheritine. Le cedo il posto con un inchino: farà del mondo un verde giardino. V. Lamarque

Secondo te… Qual è il colore della primavera? Qual è l’emozione che più di tutte rappresenta la primavera?

Haiku di primavera Cadono i fiori di ciliegio sugli specchi d’acqua della risaia: stelle, al chiarore di una notte senza luna. Y. Buson

Fiori di prugno. Sull’aria profumata, improvviso, si leva il sole. Un sentiero montano. M. Basho

Mentre leggi questi Haiku ascolta la composizione di Vivaldi “La primavera”, ti aiuterà a percepire le emozioni della natura che rinasce.

198

Audio


Si canta In primavera il tempo è pazzerello… lo dice anche questa canzone! Ascolta e canta in inglese.

Clil What’s the weather like in spring? What’s the weather like in spring? What’s the weather like? It’s sunny. It’s cloudy. It’s warm. What’s the weather like? What’s the weather like in spring? What’s the weather like? It’s rainy. It’s hot, tell me... What’s the weather like? It’s sunny. It’s cloudy. It’s warm. What’s the weather like? What’s the weather like in spring? What’s the weather like? It’s rainy. It’s hot, tell me... What’s the weather like... in spring, in spring? What’s the weather like? Ora scrivi le parole del tempo atmosferico sotto le immagini corrispondenti. Scegli fra le seguent parole: rainy - sunny - windy - snowy - cloudy

It’s ............................

It’s ............................

It’s ............................

It’s ............................

Listen, read and sing

It’s ............................

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Informati! Festeggiando la primavera Sono davvero numerose le feste di primavera nel mondo. Sotto una pioggia di colori, in India si festeggia con l’Holi festival o Festa dei colori che ogni anno segna la fine dell’inverno. Migliaia di persone si riversano in piazza per ballare, cantare e divertirsi con le polveri colorate e profumate chiamate gulal. Un’occasione per riunirsi, senza differenze di ceto sociale. La primavera è la festa della natura, e in Asia lo sanno bene. Ogni anno, il 21 marzo, festeggiano per 24 ore con giochi, canti e balli. È la festa del Naw-Rùz. o “nuovo giorno”, risalente all’antico Impero Persiano. La festa abbraccia valori universali come la pace e la solidarietà tra famiglie e generazioni. Candele accese vengono posizionate fuori dalle case. Si svolgono giochi tradizionali come la corsa di cavalli e incontri di lotta. Canti e balli sono un tratto comune, così come la preparazione di piatti tipici. I bambini sono i protagonisti principali di tutte queste manifestazioni e spesso si trasformano in artisti chiamati a esprimere la loro creatività colorando le strade e le case, così come le uova sode, uno dei simboli del Naw-Rùz. L’hanami è un rito giapponese che ha radici millenarie, una lezione di amore verso la natura. È la festa dell’“ammirazione dei fiori di ciliegio” un messaggio di contemplazione e di gioia Per i giapponesi, infatti, l’inverno che se ne va non è un semplice evento meteorologico ma è sinonimo di rinascita. Così, sotto gli alberi fioriti di ciliegio, simbolo di fragilità e rinascita, amano consumare pic-nic con cibi appositi, camminare, fare escursioni nei parchi cittadini o organizzare feste in giardino.

Scrivi il nome della festa cui l’immagine fa riferimento.

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Scrivendo Racconto games Leggi l’inizio e la conclusione del racconto, poi scegli il percorso che preferisci e scrivi lo svolgimento sul quaderno. Alla fine leggi ad alta voce il tuo testo e confrontalo con quelli dei tuoi compagni. Quante primavere differenti!

Una mattina di primavera Ăˆ una fresca mattina di primavera. La scuola è chiusa per le vacanze di Pasqua e ho deciso di andare a fare un giretto in bici.

Me ne vado bel bello lungo la strada principale

oppure

Imbocco il sentiero nel bosco

descrizione

descrizione

Scorgo una casa in lontananza

Scorgo un capanno degli attrezzi

oppure

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descrizione

Il temporale dura pochissimo

Il temporale dura tantissimo

descrizione

oppure

descrizione

Alla fine il sole sconfigge le nuvole, la primavera torna a risplendere e io posso riprendere il mio giro in bici.

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Tocca colore! Palla kusudama La palla kusudama appartiene all’antica cultura giapponese: è un modello di origami modulare composto da 12 fiori. Segui le istruzioni. 1. P rocurati 60 foglietti quadrati (7 cm) di carta colorata: ogni fiore sarà composto da 5 fogli quadrati. 2. Piega il foglio quadrato a metà, lungo la diagonale. 3. Piega gli angoli laterali verso l’angolo centrale creando due triangolini. 4. R iapri verso l’esterno le ultime piegature che hai fatto allineandole con le estremità del quadrato. 5. O ra alza un lato del triangolo e inserisci un dito per aprirne l’interno, poi riappiattiscilo lungo la piega in modo che il risultato finale sia un diamante. 6. P iega i triangolini all’interno del perimetro della figura. 7. Piega le parti laterali lungo le pieghe che già esistono. 8. I nfine avvicina le estremità e chiudi il fiore: fissalo con la colla. 9. U nisci 5 petali così fatti e forma un fiore. Infine unisci 12 fiori e avrai la tua palla kusudama da appendere dove vorrai. 1

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Estate in rima Notte d’estate L’acqua della fonte suona il suo tamburo d’argento. Gli alberi tessono il vento e i fiori lo tingono di profumo. Una ragnatela immensa fa della luna una stella.

Secondo te… Qual è il colore dell’estate? Qual è l’emozione che più di tutte rappresenta l’estate?

F. G. Lorca, Poesie, Leira

Estate Il sole è salito al colmo del cielo trema nell’aria un luminoso velo. Scoppia la vita nei semi il mare desidera i tuffi, i remi. A volte nel caldo afoso il mondo si fa silenzioso. Prova a illustrare le immagini poetiche colorate.

Puoi sentire uno che fischietta per le scale o lontano, nell’oro del grano, le cicale. D. Rondoni, Le parole accese, Rizzoli

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Si canta L’estate è fatta per divertirsi in qualsiasi luogo… anche cantando! Ecco una canzone estiva in inglese.

Clil I love summer I love summer It’s so cool! He loves summer There’s no school! You love summer Don’t say no! We love summer Ready, steady, goooooo!

Questi indumenti possono essere indossati in estate, alcuni al mare altri in montagna. Scrivi il loro nome in inglese aiutandoti con le parole del box.

cap - hat - boots - sandals - jumper - trousers - swimsuit - shorts To the seaside

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To the mountains

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Listen, read and sing


Informati! Le 10 regole del Piccolo Alpino 1. I n montagna è bello fare il pic nic nel bosco: ricordati di portare a casa i rifiuti, non solo inquinano l’ambiente, ma potrebbero far male agli animali che popolano il bosco. 2. N ei prati e nei boschi potrai trovare dei fiori bellissimi, non strapparli sono delle specie rare. 3. I n montagna possono scoppiare gli incendi: i fuochi per le grigliate vanno accessi solo nelle aree attrezzate. 4. S e trovi dei cuccioli, soprattutto di capriolo non accarezzarli: la mamma li abbandonerebbe. 5. I funghi in montagna si possono raccogliere ma solo usando gli appositi cestini per consentire alle spore di ricadere a terra. 6. S e porti con te un sacchetto potrai raccogliere i rifiuti lasciati nel bosco: ci aiuterai a tenere pulita la montagna. 7. Se vedi qualcuno che danneggia il bosco o infastidisce gli animali chiama la Guardia Forestale al 1515. Sono gli angeli custodi delle nostre montagne. 8. I n montagna è bellissimo camminare: usa la macchina il meno possibile. 9. L ’acqua in montagna è purissima e buonissima: non comprare quella confezionata, eviterai di produrre rifiuti. 10. I l silenzio deve regnare sovrano nei boschi, dove vivono tanti animali poco abituati alla presenza dell’uomo: le grida e gli schiamazzi potrebbero spaventarli. Regole scritte per il Festival del Gioco - manifestazione naturalista Comunità di Valle e dall’Azienda per il Turismo Alpe Cimbra

Se vai in vacanza in montagna, condividi queste regole con i tuoi amici e con gli adulti. LA MONTAGNA È DI TUTTI e va rispettata.

UN COMPITO AUTENTICO PER TE E se in vacanza nei nostri boschi venisse un bambino dalla Francia? Come farebbe a leggere le regole? Sostituisci le indicazioni con i disegni e crea un regolamento che possano capire tutti!

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L’unione fa la forza

L’unione fa la forza Come utilizzare gli schemi riassuntivi Gli SCHEMI RIASSUNTIVI che troverai nelle pagine seguenti ti aiuteranno a comprendere meglio i diversi argomenti facendo “ordine” nelle sequenze e nell’esposizione orale. Troverai PAROLE CHIAVE: parole importanti che ti consentiranno di parlare in modo preciso di un contenuto; le troverai rosse e scritte in stampato maiuscolo. Leggi gli schemi più volte, poi prova a RISCRIVERLI seguendo le indicazioni e ripeti tante volte. Buon lavoro!

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L’unione fa la forza

Il racconto REALISTICO COSA

Il racconto realistico narra una STORIA REALE.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI REALI, che esistono veramente.

QUANDO

CHI

COME

Le storie possono avvenire nel PRESENTE o nel PASSATO.

I PERSONAGGI sono PERSONE o ANIMALI REALI. Nel racconto realistico troviamo: • il PROTAGONISTA; • i PERSONAGGI SECONDARI cioè tutti gli altri.

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto realistico narra ........................................................................................................................................... I fatti si svolgono in ............................................................................................................................................................. Possono avvenire nel ........................................................................................................................................................... I personaggi sono ...................................................................................................................................................................: nel racconto realistico troviamo .............................................................................................................................. Ciascun racconto è suddiviso in ................................................................................................................................. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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L’unione fa la forza

Il racconto FANTASTICO COSA

Il racconto fantastico narra FATTI STRAORDINARI che non accadono nella realtà.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI REALI o IMMAGINARI.

QUANDO

CHI

COME

Le storie possono avvenire in un TEMPO INDETERMINATO (un giorno, tanto tempo fa...).

I PERSONAGGI possono essere: • INVENTATI (maghi, streghe...) • REALI, ai quali accadono vicende impossibili.

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto fantastico narra ........................................................................................................................................... I fatti si svolgono in ............................................................................................................................................................. Possono avvenire in un ...................................................................................................................................................... I personaggi possono essere .......................................................................................................................................... La struttura del racconto fantastico è suddivisa in: ................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere.

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L’unione fa la forza

Il racconto d’AVVENTURA COSA

Il racconto d’avventura narra STORIE e IMPRESE rischiose portate avanti con coraggio.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI MISTERIOSI, SELVAGGI, non quotidiani.

QUANDO

CHI

COME

Le storie possono avvenire nel PRESENTE o nel PASSATO.

I PERSONAGGI sono: • il PROTAGONISTA, quello coraggioso, l’EROE; • l’ANTAGONISTA, colui che ostacola il protagonista; • i PERSONAGGI SECONDARI, tutti gli altri.

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto d’avventura narra ...................................................................................................................................... Le storie si svolgono ............................................................................................................................................................ Possono avvenire nel ........................................................................................................................................................... I personaggi sono .................................................................................................................................................................... Il protagonista è ....................................................................................................................................................................... L’antagonista, invece, è ...................................................................................................................................................... Gli altri si chiamano ............................................................................................................................................................ Ciascun racconto è suddiviso in ................................................................................................................................. Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. PDF

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L’unione fa la forza

Il racconto FANTASY COSA

Il racconto fantasy narra STORIE FANTASTICHE incentrate sulle sfide tra il BENE e il MALE.

DOVE

Le vicende possono essere ambientate in LUOGHI MAGICI CARICHI DI MISTERO (boschi, foreste incantate, grotte scure, città diroccate, fortezze...).

QUANDO

Le storie avvengono in un tempo INDEFINITO.

CHI

Il PROTAGONISTA è un UMANO predestinato a sconfiggere le forze del Male ed è affiancato da AIUTANTI o OGGETTI MAGICI. Gli altri PERSONAGGI, alleati o antagonisti del protagonista, sono CREATURE FANTASTICHE (gnomi, elfi, unicorni, draghi alati...).

COME

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto fantasy narra ........................................................................................................ incentrate sulle .................................................................................................................................................................................................................. Le vicende sono ambientate in .................................................................................................................................... Si svolgono in un tempo ..................................................................... Il protagonista è un ........................................................ predestinato a ............................................................... .................................................................................................. ed è affiancato da ................................................................ o ......................................................... Gli altri personaggi sono .................................................................................. Ciascun racconto è strutturato in: ...........................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. 210

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L’unione fa la forza

Il racconto di PAURA COSA

Il racconto di paura narra VICENDE STRANE, cariche di mistero. Lo scopo è SUSCITARE PAURA.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI INQUIETANTI, “DA BRIVIDO” (castelli, boschi, case o chiese abbandonate...).

QUANDO

Le storie possono avvenire nel PRESENTE o nel PASSATO e spesso di NOTTE.

CHI

I PERSONAGGI REALISTICI si imbattono in: • PERSONAGGI MOSTRUOSI; • PERSONAGGI RIPUGNANTI.

COME

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto di paura narra .............................................................................................................................................. I fatti si svolgono in ............................................................................................................................................................. Possono avvenire nel ........................................................................................................................................................... I personaggi sono .................................................................................................................................................................... e si imbattono ............................................................................................................................................................................ Ciascun racconto è formato da .................. parti e cioè: ............................................................................... ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. PDF

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L’unione fa la forza

LETTERA e E-MAIL COSA

DOVE QUANDO

CHI

COME

La lettera ha lo scopo di COMUNICARE con persone lontane. Può essere: • una LETTERA PERSONALE; • una LETTERA UFFICIALE; • una E-MAIL. Il LUOGO è sempre specificato e viene scritto accanto alla DATA.

Anche il TEMPO viene sempre indicato nella DATA.

Nella lettera troviamo: • il MITTENTE, cioè chi la scrive; • il DESTINATARIO, cioè chi la riceve.

La lettera presenta una struttura particolare: • il LUOGO e la DATA; • la FIRMA; • l’INTESTAZIONE; • il P. S. (= post scriptum, • il MESSAGGIO; cioè altre righe • la FORMULA DI aggiunte)CHIUSURA con i SALUTI;

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). La lettera ha lo scopo ....................................................... e può essere una .................................................... , una ........................................................................ o una .................................................................. La lettera è scritta in un luogo e in un tempo specificati nella ................................................... . Chi scrive la lettera è il ................................................................................................................................................... , chi la riceve è il ................................................................................................ . La lettera presenta una struttura particolare formata, di solito, da ........................................ .................................................................................................................................................................................................................. ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. 212

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L’unione fa la forza

Il racconto STORICO COSA

Il racconto storico narra VICENDE STORICHE REALI oppure INVENTATE ma sempre fondate su fatti storici.

DOVE

I fatti si svolgono in LUOGHI STORICI ricostruiti fedelmente alla realtà del tempo.

QUANDO

CHI

COME

Il tempo è BEN DEFINITO e riferito a un’epoca passata.

I PERSONAGGI sono FIGURE DELLA STORIA ESISTITE REALMENTE oppure INVENTATE dall’autore ma VEROSIMILI a uomini e donne delle società antiche.

La STRUTTURA è formata da TRE PARTI: 1. INIZIO; 2. SVOLGIMENTO; 3. CONCLUSIONE. Il LINGUAGGIO utilizza TERMINI SPECIFICI della STORIA.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il racconto storico narra .................................................................................. o ......................................................... Le storie sono ambientate in .............................................................................. ricostruiti fedelmente. Si svolgono sempre al ......................................................................................................................................................... . I personaggi sono .................................................................................................................................................................... oppure ............................................................................................................................................................................................... . Ciascun racconto è strutturato in: ........................................................................................................................... . Il linguaggio utilizza ............................................................................................................................................................ . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. PDF

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Il TESTO POETICO COSA

Il testo poetico utilizza la forma in VERSI e un linguaggio particolare formato da RITMI e RIME. Comprende: • FILASTROCCHE, testi allegri e giocosi; • POESIE, testi che esprimono stati d’animo ed emozioni.

RIMA

I VERSI della filastrocca o della poesia possono presentare la RIMA, che può essere: • BACIATA (AABB) • ALTERNATA (ABAB) • INCROCIATA (ABBA)

COME

La filastrocca e la poesia sono composte da VERSI. I VERSI possono essere raggruppati o meno in STROFE (= insieme di versi).

LINGUAGGIO

Nella poesia si utilizzano le FIGURE RETORICHE come: • la SIMILITUDINE; • la METAFORA; • la PERSONIFICAZIONE.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il testo poetico utilizza la forma in ................................................ e un linguaggio particolare formato da ........................................................................... e ................................................................................................... . Le filastrocche sono testi ..................................................................... e ...................................................................... Le poesie sono testi che esprimono ...................................................... ed ........................................................ . Le poesie e le filastrocche possono presentare la ............................................... che può essere .................................................................., .................................................................. o ................................................................... Le strofe sono ...................................................... di versi. Nella poesia si usano le figure .................................................., come la ....................................................... ..................................................................................................................................................................................................................

Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. 214

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L’unione fa la forza

Il TESTO INFORMATIVO ARGOMENTO

STRUTTURA

Il testo informativo fornisce INFORMAZIONI su vari argomenti.

Il testo informativo presenta: • il TITOLO; • una SUDDIVISIONE IN PARAGRAFI (cioè parti che affrontano un aspetto dell’argomento più ampio); • il SUPPORTO GRAFICO (disegni, fotografie tabelle, parole chiave...).

ORDINE

Le informazioni possono essere disposte secondo: • un ORDINE LOGICO; • un ORDINE LOGICO-CAUSALE; • un ORDINE CRONOLOGICO.

LINGUAGGIO

Il linguaggio utilizza TERMINI SPECIALISTICI, che sono PAROLE-CHIAVE per comprendere meglio l’argomento.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il testo informativo fornisce .......................................................................................................................................... . La struttura presenta: ........................................................................................................................................................... ................................................................................................................................................................................................................... Le informazioni possono essere disposte secondo un ordine ........................................................... , ................................................................................................... o .......................................................................................................... . Il linguaggio utlizza ............................................................................................................................................................... che sono ............................................................................................................................................................................................ . Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. PDF

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L’unione fa la forza

Il TESTO REGOLATIVO CHE COSA

COME

ORDINE

LINGUAGGIO

Il testo regolativo fornisce: • ISTRUZIONI; • REGOLE o CONSIGLI.

Di solito viene scritto sotto forma di ELENCO PUNTATO o NUMERATO. Le diverse istruzioni sono suddivise in due parti: • ELENCO del materiale occorrente; • PROCEDIMENTO.

Le regole e le istruzioni sono date secondo: • un ORDINE CRONOLOGICO; • un ORDINE LOGICO.

Il linguaggio è CHIARO, ESSENZIALE e PRECISO. Utilizza TERMINI SPECIFICI DEL SETTORE, VERBI ALL’INFINITO o ALL’IMPERATIVO; le frasi sono BREVI.

Ora scriviamo insieme (ricordati di utilizzare anche le parole-chiave rosse). Il testo regolativo fornisce ............................................................ o .......................................................................... Di solito viene scritto sotto forma di ................................................... o ......................................................... Le istruzioni sono suddivise in due parti: ......................................... e ......................................................... Le stesse sono date secondo un ordine....................................... o un ordine ........................................... Il linguaggio è .................................................... , .................................................. e ............................................................. Utilizza ................................................................................. , verbi ........................................................................................, le frasi sono ..................................................................................... Dopo aver letto più volte ciò che hai scritto, prova a ripetere. 216

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Il M.I.O. BOOK è Multimediale, Interattivo, Open

È possibile aumentare la dimensione del testo e modificare il font (tra cui leggimi © Sinnos editrice, appositamente studiato per i DSA) trasformandolo in MAIUSCOLO.

È l’innovativo testo digitale concepito per essere utilizzato in classe con la LIM e a casa dallo studente. Contiene già integrati tutti i materiali multimediali del testo e si aggiorna con materiali extra, scaricabili gratuitamente su www.raffaellodigitale.it (in linea con le direttive ministeriali).

Si può attivare la traduzione in altre lingue di tutto il testo o di alcune parti. Questo strumento è particolarmente utile agli studenti stranieri, ma non solo.

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Una notte al museo

Larry si recò al Il primo giorno di lavoro, in Museo di Storia Naturale aver trovato un di nto uniforme. Era conte io lavoro, ma l’uniforme propr della giacca non la sopportava. La stoffa geva. strin tta crava la pungeva e io di fronte a Il Museo si trovava propr edificio Central Park West. Era un simo. Entrò. Era così antico imponente e bellis silenzioso la sera, che suoi passi nel riusciva a sentire l’eco dei a salone vuoto. Si trovò faccia etro di un schel tesco faccia con il gigan Rex. rus nosau Tyran

Ogni testo è stato letto, in tutte le sue parti, da speaker professionisti. Alcune parti sono facilitate, cioè sono audioletture lente e scandite.

È ricco di contenuti digitali: raccolte di immagini, file audio e video, percorsi interattivi e interdisciplinari, esercitazioni e giochi. Inoltre per l’insegnante la guida al testo; percorsi multidisciplinari per la LIM, esercizi interattivi, approfondimenti, schede in PDF

È possibile aggiungere dei collegamenti a risorse multimediali esterne al libro (documenti, immagini, video, audio, web link).

Senza registrazione è possibile: • consultare il testo anche in modalità on-line (cioè senza scaricare e installare il Raffaello Player); • richiedere il supporto; • s caricare il materiale gratuito; •v isionare i video tutorial.

Permette un’interazione continua tra utente e dispositivo, attraverso una ricca strumentazione per la scrittura e per la consultazione.

È «aperto» perché personalizzabile e integrabile con: • l’inserimento di appunti e segnalibri; • la possibilità di allegare documenti, immagini, file audio e video; • l a possibilità di creare documenti (presentazioni, linee del tempo e mappe mentali). Inoltre è possibile condividere tutto il materiale con la classe. Sviluppa le competenze digitali con questi strumenti:

Con la registrazione inoltre puoi: • s caricare i materiali digitali presenti all’interno del DVD M.I.O. BOOK; •a ccedere al M.I.O. BOOK e ricevere gli aggiornamenti del testo.

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Consulenza didattica: Tiziana Bartolucci, Maria Luisa Gagliardini, Paola Papalini Coordinamento e redazione: Emilia Agostini Grafica e impaginazione: Mauro Aquilanti Illustrazioni e colore: Silvia Baroncelli, Chiara Bordoni, Francesca Galmozzi, Elena Mellano Copertina: Mauro Aquilanti Illustrazione di copertina: Elena Mellano Referenze fotografiche: Archivio fotografico Gruppo Ed. Raffaello, iStock Coordinamento M.I.O. Book: Paolo Giuliani Redazione multimedia: Sara Ortenzi Ufficio multimedia: Enrico Campodonico, Claudio Marchegiani, Luca Pirani Stampa: Gruppo Editoriale Raffaello

Questo testo tiene conto del codice di autoregolamentazione Polite (Pari Opportunità Libri di Testo), per la formazione di una cultura delle pari opportunità e del rispetto delle differenze.

Per esigenze didattiche alcuni testi sono stati ridotti e/o adattati. L’Editore è a disposizione per eventuali omissioni o inesattezze nella citazione delle fonti. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione dell’opera o di parti di essa con qualsiasi mezzo, compresa stampa, fotocopia, microfilm e memorizzazione elettronica, se non espressamente autorizzata dall’Editore.

© 2018 Raffaello Libri S.p.A. Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.grupporaffaello.it - info@grupporaffaello.it

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Classe 4

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• Antologia di letture • Sezioni tematiche di Cittadinanza e Costituzione

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Per i primi giorni di scuola, per ricominciare gradualmente a parlare, ascoltare, scrivere e riflettere sulla lingua. Con autovalutazione e mappe.

Classe 5

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PER L’INSEGNANTE E LA CLAS

• Grammatica • Schede operative • Mappe • Autovalutazione • Prove modello INVALSI

Un’accurata selezione di brani di attualità, tratti dalle collane di narrativa del Gruppo Raffaello per stimolare il piacere di leggere e approfondire temi di sicuro interesse.

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Flavia Franco

e z n e t e p m o c elle d à t t i c a l o s r Ve

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Leggi e vai

Questo volume, sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o ­altrimenti contrassegnato), è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE ­GRATUITO, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati: art. 17, c. 2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d). Esente da bolla di accompagnamento (D.P.R. 6-10-1978, n° 627, art.4. n° 6).

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Codice per l’adozione Leggi e vai - Pack 4 ISBN 978-88-472-2973-0

Letture

www.raffaellodigitale.it www.raffaelloscuola.it

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