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LE STEAM NEGLI ANGOLI SPERIMENTALI
Per angoli sperimentali si intende un luogo prescelto della sezione dove bambine e bambini possano sperimentare liberamente attraverso la manipolazione, il gioco e l’osservazione di materiali specifici.
In un contesto come questo il docente, che funge da regista, documenta i percorsi sperimentali delle bambine e dei bambini stessi senza intromettersi nel processo esperienziale. In questo modo, è possibile progettare un’educazione STEAM, cioè un insegnamento integrato e coordinato rivolto alla risoluzione di problemi reali attraverso l’utilizzo di materiali semplici e adeguati.
Quello STEAM, infatti, è un modello educativo che vuole promuovere e migliorare l’apprendimento delle discipline di cui ne è l’acronimo: scienze, tecnologia, ingegneria, arte e matematica.
Fin dalla Scuola dell’Infanzia, bambini e bambine hanno un insaziabile interesse per gli argomenti
STEAM, pongono domande a cui è lecito fornire risposte attraverso la strutturazione di percorsi sperimentali in cui possano, operando direttamente, trovare risposte alle loro domande.
Alla Scuola dell’Infanzia, le attività STEAM devono essere avviate il prima possibile, perché consentono lo sviluppo della capacità di innovare, di essere tecnologicamente sciolti e comprendere come e perché le cose funzionano: tutto questo permette di formare giovani in grado di rapportarsi in modo adeguato con il mondo futuro.
Le attività laboratoriali − che prevedono il problem solving, i compiti di realtà − alimentano l’evolversi del pensiero critico, attraverso la collaborazione e la ricerca in un rapporto dinamico di comunicazione.
La strutturazione in sezione di un angolo sperimentale che, in un tempo ben definito, cambia completamente veste, porta bambine e bambini a doversi reinventare, in maniera collaborativa, a capire quali sono le finalità dei materiali proposti e soprattutto a dover comprendere come gestire i materiali messi a disposizione.
Tutto ciò permette di lasciare ampio spazio a una auto-educazione in cui il bambino è al centro del processo di apprendimento, dove i docenti diventano organizzatori dell’ambiente che, come sostiene Malaguzzi, funge da terzo educatore.