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EDUCAZIONE PROSOCIALE E RESILIENZA

L’educazione prosociale ha il compito di abituare bambini e bambine a favorire gli altri o a adoperarsi per il raggiungimento di obiettivi comuni, senza cercare di ottenere delle gratificazioni o dei vantaggi. È alla base dell’alfabetizzazione morale delle nuove generazioni e si basa sulla costruzione di una relazione base istintiva rivolta all’altro, altruista e non egocentrica. Non si parla solo di educare bambini e bambine alla cooperazione, ma anche al rispetto dell’altro e delle sue scelte, nell’ottica di imparare a vivere nel sociale in maniera proficua e serena.

Una delle componenti che sembra essere maggiormente collegata alla capacità di agire in modo prosociale è l’empatia. Alcune ricerche hanno cercato di stabilire quali fattori − interni ed esterni − influiscano sulla risposta empatica dei bambini in età prescolare. Da un punto di vista interno, l’effortful control − capacità di regolare il modo di agire sostituendo un comportamento dominante in caso di necessità − sembra essere un altro elemento determinante.

Secondo il modello teorico di Doris Bischof-Köhler, psicologa dello sviluppo, nel corso dell’età prescolare, bambini e bambine migliorano il funzionamento cognitivo e riescono a padroneggiare più informazioni. Se a 3 anni la semplice visione di un’emozione può suscitare empatia, in poco tempo questa informazione da sola non è più sufficiente. A partire dai 5 anni, per rispondere in modo prosociale bambini e bambine hanno bisogno che l’espressione emotiva dell’altro sia spiegata da elementi di contesto. Da questa età in avanti occorre spiegare l’origine di un’emozione perché i bambini si comportino empaticamente, altrimenti rispondono con comportamenti autocentrati.

La resilienza è la capacità delle persone di riuscire ad affrontare stress o traumi e di riorganizzare in maniera positiva la propria vita superando le difficoltà. In altri termini resilienza vuol dire adattamento alle avversità. Infatti può essere definita come la capacità posseduta dall’essere umano di autoripararsi dopo un guasto, ristrutturando la propria vita anche partendo da prospettive negative.

Essere resilienti implica una capacità di andare avanti, nonostante la crisi, e permette la ricostruzione di un percorso di vita. A ogni modo, questo non vuol dire non sentirsi in difficoltà e non esprimere emozioni negative, quali tristezza, stress e malinconia.

Coloro che possiedono un alto livello di resilienza riescono a fronteggiare efficacemente le contrarietà e presentano alcune caratteristiche: impegno nelle attività svolte; locus of control interno, cioè la capacità di modificare gli eventi senza esserne in balia; predisposizione ai cambiamenti che non vengono vissuti come problematici.

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