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Ti piace viaggiare? Vuoi scoprire le meraviglie del nostro Paese? A spasso con non ti resta che salire sul vecchio camper Torpedine e geografia laAllora partire con la famiglia Millemiglia, sempre pronta a cacciarsi in avventure spassose ed esilaranti.
Isabella Paglia vive a Monselice, in provincia di Padova, in una casa piena di libri. Insegna laboratori creativi e ludici, e adora lavorare con i bambini. La sua passione è però viaggiare. È l’autrice di tutti i testi della collana “A spasso con la geografia”.
Età consigliata: dagli 8 anni
Raffaello Editrice
E 7,50
i monumenti d’Italia
In questo episodio, insieme a papà Noè, mamma Adele, Teo, Gaia e il cagnolino Pulce, attraverserai l’Italia e scoprirai le con spassotante A sue città d’arte e i monumenti più famosi e importanti: la geografia dal Colosseo alla Torre di Pisa, dal Duomo di Milano alla Reggia di Caserta, dai Bronzi di Riace alla Valle dei Templi di Agrigento... testimonianze di un passato ricco di storia, di fascino e di cultura. Che aspetti? Non c’è da annoiarsi… l’avventura sta per iniziare.
La famiglia Millemiglia
Tra
A spasso con la geografia
Tra
asso con eografia
collana di narrativa geografica
Isabella Paglia
o con grafia
Isabella Paglia Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte è da considerarsi copia di SAGGIO-CAMPIONE, GRATUITO, fuori commercio. Esente da I.V.A. (D.P.R. 26-10-1972, n° 633, art. 2 lett. d).
i monumenti d’Italia
Per volare con la fantasia A spasso con la geografia
Collana di narrativa per ragazzi
Redazione: Emanuele Ramini
Ufficio stampa: Salvatore Passaretta Team grafico: Letizia Favillo
Ia Edizione 2010 Ristampa 7 6 5 4 3 2 1
2017 2016 2015 2014 2013 2012 2011
Tutti i diritti sono riservati © 2010
Raffaello Libri Srl Via dell’Industria, 21 60037 - Monte San Vito (AN) www.raffaelloeditrice.it www.grupporaffaello.it e-mail: info@ilmulinoavento.it http://www.ilmulinoavento.it Printed in Italy
È assolutamente vietata la riproduzione totale o parziale di questo libro senza il permesso scritto dei titolari del copyright.
A tutta la mia famiglia e in particolare a quella parte che si trova in “trasferta�... A mio padre Pietro Paolo e alla mia cara nonna Amelia, con amore e riconoscenza.
Un libro per scoprire ed amare la geografia In compagnia della famiglia Millemiglia potrai intraprendere viaggi allegri, avventurosi e divertenti, ma nello stesso tempo interessanti e molto istruttivi. Insieme ai protagonisti ti divertirai, ti emozionerai, potrai scattare foto-ricordo e prendere appunti. E alla fine del percorso nascerà spontaneo in te il desiderio di approfondire le conoscenze sulle bellezze dell’Italia scoperte nel libro e di ricercarne altre, magari accontentandoti di viaggiare solo via internet. CosÏ, senza neanche accorgertene, imparerai a scoprire e ad amare il tuo Paese.
Isabella Paglia
La famiglia Millemiglia
Tra
i monumenti d’Italia
Illustrazioni di
Marco Barone
Adele Noè
Gaia
Teo Pulce
Una partenza frenetica Tutti a bordo di Torpedine
La famiglia Millemiglia era in pieno fermento.
La signora Adele cercava tra i bagagli la sua guida turistica, la figlia Gaia rovistava freneticamente nel suo borsone per assicurarsi di aver preso il proprio diario, e Teo, il figlio maschio, tentava con impazienza di infilare nello zaino stracolmo la sua nuovissima macchina fotografica digitale. Anche Pulce, il minuscolo cagnolino, era agitato: osservava tutti in maniera strana e correva di qua e di là, terminando il suo giro con una pipì sulla ruota di Torpedine, il vecchio camper di famiglia, più volte aggiustato con ricambi e decorato con motivi colorati. Intanto Papà Noè, un omone vestito alla Indiana Jones, con la testa dentro il cofano passava in rassegna ogni parte del malconcio motore. - Allora, ecco fatto: olio a posto, gasolio ok, pressione gomme perfetta!… E voi? Avete caricato tutto? Ci sono i viveri?… E gli indumenti adatti al viaggio?… E…
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Da esperto contabile, la penna in una mano e un foglietto nell’altra, spuntava da un’interminabile lista tutti gli oggetti che man mano elencava. - Acqua presente… vestiario anche… bussola, mappe… - Tutto a posto! Non manca niente! - confermarono in coro i due ragazzini e la moglie, agghindati con camicie a fiori, bermuda, cappellini, occhiali da sole e ciabatte. - Bau! - confermò Pulce che si era intrufolato in una delle valigie aperte. - Bene, che aspettiamo allora? Tutti ai vostri posti: si parte! - esclamò al culmine della contentezza Noè Millemiglia. - Prima tappa: Torino! Il viaggio prese il via nel migliore dei modi. All’interno del camper si chiacchierava, si scherzava, si rideva; si guardava fuori, si osservava la campagna rigogliosa, si ammiravano le colline, si sgranocchiava qualche biscotto. Dopo qualche ora, però, l’irrequietezza di Teo si fece sentire. - Quando si arriva a Torino? - sbuffò impaziente, giocherellando con la sua macchina fotografica. - Devo assolutamente sgranchirmi le gambe! - Sei sempre il solito. Ti lamenti di tutto e non ti sta bene mai niente - lo rimproverò Gaia. - Ma ti capisco. Tutti i maschi alla tua età sono così… così… ecco, poco evoluti. Lo dice anche la mia amica Domitilla!
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- Non è assolutamente vero - replicò Teo difendendo la categoria offesa. - Siete voi femmine ad essere sempre così... perfettine! Non sapete mai divertirvi come noi! Le loro voci si alzarono. Uno dei soliti litigi tra fratelli stava per rovinare la giornata. Così intervenne bonariamente Noè, sempre concentrato alla guida del suo camper. - Su, fatela finita, tra fratelli non si litiga! E, tanto per rimettere allegria, iniziò a canticchiare una canzone. - Brum, Brum, vieni via con me… niente più ti lega a questi luoghi, la, la, lalà…
- Per favore, bastaaaaa!.. Va bene, papà, ci arrendiamo… Pace, pace! - esclamarono in coro Teo e Gaia cercando di tapparsi le orecchie, mentre Pulce guaiva senza sosta come un lupo di fronte alla luna piena.
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Torino e la Mole
L’ascensore panoramico
La meta si avvicinava sempre più.
Nel camper non si sentiva volare una mosca. I ragazzi erano incollati al finestrino, ammutoliti. Il bianco ventaglio delle Alpi che circondava il capoluogo piemontese e le morbide colline che scendevano fino ai viali alberati lambiti dal Po, a due passi dal centro, avevano rapito i loro sguardi lasciandoli senza parole. Noè, per rompere il silenzio, iniziò a cantare una delle più note canzoni popolari piemontesi. - Piemontesina bella, sarai la sola stellaaaa…
- Papàààà… Basta! - supplicarono Teo e Gaia.
- Va bene, smetto. AnLo sai che... cora un attimo di pazienza e ci siamo - concluse Noè. Nel 1861, al momento della proclamazione dell’Unità d’Ita- Ecco il centro di Torino, lia, si decise che la capitale douna delle città più grandi e vesse essere Torino. importanti del Nord Italia. La città mantenne tale ruolo fino al 1865, quando la capitale Lo sapevate che fu capitale fu trasferita provvisoriamente a d’Italia prima di Roma? Firenze e poi, in via definitiva, Torino si mostrava loro a Roma. con tutto il suo fascino di città elegante che aveva conservato il fasto di un tempo glorioso. La città rimaneva sospesa, in perfetto equilibrio tra passato e futuro: da una parte si vedevano le dimore reali di un passato recente, dall’altra le moderne fabbriche dislocate nelle zone industriali. Teo scattava foto dovunque, dagli austeri e monumentali palazzi agli ampi viali, al Lingotto e alle insegne della Fiat. Gaia ammirava la fila interminabile dei portici del centro e scriveva appunti sul suo diario. Le piacevano quei portici così particolari dai soffitti di legno decorato, con le vecchie pareti scandite da insegne commerciali… I ragazzi, presi dall’atmosfera quasi magica, da un momento all’altro si aspettavano di sentire il fruscio dei lunghi abiti di qualche nobildonna che usciva dal portone di quelle antiche dimore o di vedere all’interno dei caffè storici dei gentiluomini alzare i calici o sorseggiare una cioccolata.
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- Questo è il parcheggio... ci siamo. Una passeggiata è certamente il modo migliore per entrare in sintonia con la città - disse Adele. - Aspetta, mamma… Ancora qualche secondo… sto finendo di scrivere sul mio diario - rispose Gaia. - Va bene. Allora ne approfitto per dirvi due cosette… Mi raccomando, Teo, non ci far fare brutte figure quando andremo a visitare i monumenti. Ti prego di infilare Pulce dentro il tuo zainetto… e assicurati che stia buono e tranquillo! Di solito è vietato far entrare gli animali, ma papà ed io non ce la sentiamo di lasciare Pulce da solo in camper per tutto il giorno… - Ricevuto, mamma! Teo infilò subito il minuscolo cane nello zainetto facendogli una tenera raccomandazione: - Allora siamo intesi: ti lascio la fessura superiore aperta, così puoi sbirciare e divertirti anche tu. Qua la zampa, fratello! - Adesso scendiamo, ragazzi - esclamò Noè. - Faremo una bella passeggiata dal centro fino alla Mole Antonelliana, il simbolo di questa città. Prima, però, ho un’idea... Da queste parti fanno dei dolci squisiti... Che ne dite se facciamo tappa in uno dei famosi caffè storici e ci prendiamo una cioccolata calda? - Sììììììììì!!!!! - risposero in coro Teo e Gaia, per una volta d’accordo. Mezz’ora dopo, i Millemiglia, sazi e soddisfatti, con an-
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cora il dolce sapore di cioccolato in bocca, ripresero il cammino. - Abbiamo fatto un bel Lo sai che... po’ di strada, ragazzi - fece La Mole non è solo il simbolo notare Noè, - ma passegdella città di Torino, ma uno giare in centro per le vie dei principali dell’intera Italia. del cuore antico di Torino Proprio per questo la sua immagine è stata riporè un vero piacere... E poi tata nella moneta guardate... Questa costruda 2 centesimi di zione maestosa è la Mole euro. Antonelliana, il simbolo di Torino. Un’imponente torre si stagliò di fronte ai bambini, che rimasero incantati con lo sguardo in alto, come a volersi arrampicare con gli occhi fino in cima, lassù nel cielo. - Caspita se è alta! - esclamò Teo col naso in su. - È proprio altissima - confermò Gaia. - Sembra un’enorme cupola... anche se non è tanto rotonda, perché finisce con qualcosa che assomiglia ad un lungo pungiglione di vespa. - Scusate, ma cosa c’è dentro? - chiese Teo sempre a naso in su. - Adesso è sede del Museo del Cinema. Sai, è un monumento abbastanza antico - spiegò Adele - ed ha un bellissimo soffitto decorato con stucchi che si possono ammirare dall’ascensore. Da lassù si gode uno spettacolare panorama di Torino!
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- Cosa?... Ascensore?... Panorama?... - si allarmò Teo. - Non vorrete mica salire così in alto con l’ascensore?! Oddio, ci risiamo! E se mi vengono le vertigini? Aiuto, Pulce, questi sono matti! Come al solito vogliono fare gli intrepidi! - Teo è un fifone, Teo ha paura dell’ascensore, Teo soffre di vertigini!… - canterellò Gaia canzonando il fratello, bianco come un lenzuolo e con la tremarella alle gambe. - Non è vero, solo… ecco… mi sembra uno sforzo eccessivo, in nome della cultura! Voglio dire... posso vivere lo stesso ammirando la Mole da terra! Poi, le fotografie da qui vengono meglio, non vi preoccupate! - Forza, Teo - lo incoraggiò la madre, - non corri nessun rischio. Ci siamo noi con te e lassù è meraviglioso. Scegli: o ti unisci a noi in ascensore o sali i 1 040 scalini che servono per arrivare in cima. Decidi tu. Teo era titubante. Non voleva sembrare, soprattutto agli occhi della sorella, un ragazzino troppo fifone. Guardò l’ascensore, guardò la mole, deglutì forzatamente, strinse i pugni e alla fine esclamò con tono deciso: - Andiamo! Poi continuò, quasi sottovoce, rivolto allo zaino: - Pulce, almeno tu stammi vicino… I quattro si diressero alla biglietteria dell’entrata dove un gruppo di turisti ascoltava attento la spiegazione di una guida.
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…Sull’estremità della Mole fu collocata dapprima una statua, il genio alato, una specie di angelo dorato, che fu abbattuto da un uragano nel 1 904. Poi la statua fu sostituita da una semplice stella, ma anche questa crollò dopo un violento ciclone, così fu ancora sostituita da una semplice guglia in metallo… - Caspiterina! - pronunciò Teo deglutendo. - Non mi sembra tanto fortunata questa Mole! Il genio ha preso il volo al primo fulmine, la stella è diventata cadente… Meglio fare gli scongiuri! Guardate che siamo ancora in tempo per cambiare idea… - Ecco fatto. Abbiamo i biglietti, e l’ascensore si trova lì a destra - tagliò il discorso il padre. - Si entra a gruppi di otto persone accompagnate da un addetto. Si arriva solo fino al terzo piano, non fino in cima. - Alleluia! - esclamò Teo con un sospiro di sollievo. - è proprio un peccato. Si arriva solo a quota 85 metri! disse Adele. - Ma forza, saliamo, ora tocca a noi! - E... quel cubo trasparente non sarà per caso l’ascensore? - chiese Teo appena lo vide. Non ottenne alcuna risposta, ma una fredda occhiataccia dalla famiglia intera. - ...Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette e otto contò l’accompagnatore prima che le porte dell’ascensore si chiudessero. Un rumore meccanico, un sibilo e poi un altro come la centrifuga della lavatrice…
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- Guarda, Teo! Che bellezza! - gridò Gaia tutta felice ed emozionata, con il viso incollato al vetro, tanto per non perdersi niente. - Oddio, Pulce... mi tremano le gambe. Per i miei gusti questo coso va velocissimo, mi sembra di galleggiare nell’aria! Meglio chiudere gli occhi!!! Un piccolo scatto. L’ascensore si era fermato. Teo riaprì gli occhi. Le gambe gli tremavano ancora, ma rimase incantato: di fronte a lui si apriva un panorama mozzafiato. - Osservate, ragazzi... - indicò la madre - ...quelle montagne innevate che abbiamo già visto sono le Alpi… - Guardate che meraviglia! Respirate l’aria pura che ci arriva da quei monti! - esclamò Noè inspirando a pieni polmoni, come fosse un alpinista sul Monte Bianco. Mamma Adele, da vera esperta, continuò: - … E quel serpentello luccicante è il Po, il fiume più lungo d’Italia; quella laggiù, invece, è la collina di Superga e quella grande macchia verde è il Parco del Valentino, costruito nell’800… Gaia, affascinata e ammirata, scriveva velocissima nel suo diario pieno di frecce, disegnini e annotazioni di ogni genere, mentre il fratello, ben attento a non sporgersi troppo, immortalava dall’alto Torino con mille scatti.
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- Sai, Pulce, ne valeva davvero la pena! - sussurrò incantato. Lo zaino diede dei piccoli fremiti. Pulce scodinzolava e annusava l’aria dalla fessura aperta. - …Ultima corsa - strillò l’accompagnatore. - Signori, si scende. Avviso a tutti i turisti: si scende!!! - Tutti dentro, ragazzi! - disse Noè. Le porte si chiusero. Un rumore meccanico, un sibilo e poi un altro. Sempre come all’andata, sempre come la centrifuga della lavatrice. Ma questa volta il rumore divenne sordo come quello di un motore sul punto di rompersi… All’improvviso, un botto. Silenzio. Nessuno osava fiatare. Tutti i passeggeri dell’ascensore si guardavano l’un l’altro con aria Se ti capita di restare bloccato interrogativa. Nessuno in ascensore, la prima cosa che devi fare è mantenere la calma osava dire quello che soe premere il pulsante di allarme. spettava… Qualcuno interverrà e ti aiuterà L’ascensore si era ferad uscire. mato… a mezz’aria! - Signori… Niente panico... Un po’ di pazienza. È tutto sotto controllo - disse l’accompagnatore, piuttosto titubante, prendendo la parola. - Fra poco ci tireranno fuori di qui…
Da Buon Cittadino
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Teo stava immobile, teso come uno stoccafisso, con gli occhi sgranati, mentre il cuore gli batteva a mille. Non osava fare una mossa, men che meno respirare. Tre turisti giapponesi, con i visi attaccati come ventose alle pareti di vetro per ammirare il panorama, non fecero quasi caso all’incidente: erano talmente abituati ai piccoli tremolii della terra e anche ai terribili terremoti del loro paese, per cui un ascensore fermo a mezza strada era solo l’occasione per avere più tempo a disposizione per ammirare dall’alto le bellezze di Torino. L’unica persona che stava veramente male e sudava freddo era una signora distinta, vestita elegantemente, che continuava a fissare atterrita qualcosa per terra facendosi sempre più livida per la paura. Uno zainetto. Anche lui tremante… quasi mugolante… Uno zainetto che sembrava muoversi. Lo zainetto di Teo! - Aiutoooo!... Un attentato!... C’è una bomba in quello zainetto! - gridò la signora non riuscendo più a controllarsi, in preda ad un’agitazione furiosa. E subito cadde a terra svenuta. Nell’ascensore si scatenò un parapiglia. Chi invocava soccorso, chi batteva i pugni sul vetro per richiamare qualcuno del pronto soccorso… e chi, come l’accompagnatore, cercava di far rinvenire la signora, stecchita come una zanzara.
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All’improvviso, in mezzo a tutta quella confusione, sbucò dallo zainetto un minuscolo cagnolino. Pulce, il più spaventato di tutti, con un balzo saltò in braccio a Teo, tremando per la paura. Tutti si tranquillizzarono. - …Ma è solo un cagnolino! - dissero in coro con un sospiro di sollievo. La signora rinvenne e i turisti giapponesi, inchinandosi sorridendo, scattarono un’infinità di foto a Pulce. In mezzo a tutto quel trambusto… l’ascensore ripartì! Appena fuori dalla Mole, la prima a parlare fu Adele, ancora rossa per la vergogna. - Per oggi abbiamo combinato abbastanza guai… Sarà meglio tornare al camper! - Sì, cambiamo aria... - fu d’accordo Noè. - Domani ci aspetta la seconda tappa del nostro itinerario tra i monumenti d’Italia: Milano, città della moda, dell’industria e capoluogo della Lombardia. I ragazzi accettarono con entusiasmo la proposta: Teo sistemò ben bene la sua macchina fotografica, mentre Gaia già pensava a quante notizie interessanti avrebbe scritto nel suo diario di viaggio.
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Milano e il Duomo
La Madonnina e il fantasma
Il giorno seguente il vecchio Torpedine era già di buon
mattino alle porte di Milano. Agli occhi dei ragazzi la città apparve come una frenetica metropoli moderna, nel pieno di una giornata afosa e appannata come i finestrini del camper, umidi di foschia e appiccicosi di smog. La radio trasmetteva le notizie sulla viabilità: “…Traffico intenso causa maltempo e sciopero della metro…”
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Papà Noè provò come al solito a canticchiare a modo suo la più famosa canzone popolare di Milano. - O mia bela Madunina, che te brillet de lontan, tuta d’ora e piscinina, ti te dominet Milan.
- Oddio, ci risiamo… - esclamarono i ragazzi tirando fuori dai loro zainetti dei tappi di spugna per le orecchie che avevano portato in caso di emergenza. - Va bene… Messaggio ricevuto - rispose Noè osservando la coda chilometrica di automezzi strombazzanti che si muovevano ad andatura di lumaca. - Canticchiavo solo per intrattenervi, dato che siamo rimasti imbottigliati in un traffico nervoso e frenetico... I pedoni attendevano impazienti il verde dei semafori per riprendere in fretta il loro percorso verso il luogo di lavoro. - Pazienza, papà, ne approfitto per aprire il mio diario disse Gaia iniziando a prendere appunti, mentre Teo sembrava assorto nei propri pensieri e mamma Adele leggeva una guida della città. “Questa è una città che corre” annotava Gaia fissando le pareti trasparenti di un grande magazzino dove le persone correvano persino sulle scale mobili. “Tutti hanno fretta di arrivare.”
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La fretta, infatti, sembrava circolare nelle arterie della città e dei suoi abitanti. - Oh, finalmente! La coda sembra muoversi e noi stiamo avvicinandoci al centro di Milano, ragazzi… - disse con un sospiro di sollievo Noè prima di venire bruscamente interrotto da… - Fiiiii… Alt! Si fermi! All’improvviso il sibilo prolungato di un fischietto fece sobbalzare la famiglia Millemiglia. Un vigile dall’aria severa, fischietto in bocca e paletta in mano, stava fermando Torpedine sotto gli sguardi inferociti degli altri automobilisti che si trovavano in coda proprio dietro al camper. - Non potete mica passare di qui! C’è un cantiere. È zona a traffico limitato! - intimò il vigile. - Ci scusi, signor vigile… Emm, signor ghisa... - Niente scuse. Lei ha il Gratta e Sosta o la tessera elettronica? - No, veramente… siamo di passaggio. Volevamo solo vedere il Duomo - cercò di spiegare papà Noè. - Ma potevate dirlo subito che siete qui per il Duomo. La multa è fatta, però vi indico il parcheggio adatto al camper - disse il vigile con tono più conciliante, lasciando la famiglia senza troppe parole. - Papà, perché hai chiamato il vigile ghisa? - chiese Teo appena arrivati al parcheggio. - Perché è così che i milanesi chiamano i vigili: ghisa, per via del cappello a cono bianco, proprio come un tubo
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di ghisa. Ma adesso, ragazzi, forza, tutti al Duomo! Noè iniziò subito con le prime indicazioni. - Questa che stiamo percorrendo è Piazza del Duomo con la famosa Galleria Vittorio Emanuele II e i numerosi negozi degli stilisti di alta moda. Qui si trovano i marchi più prestigiosi dell’abbigliamento, oltre a famosi caffè e ristoranti. Laggiù, invece, c’è il teatro più importante della città, la Scala, e a destra il Duomo, il simbolo di Milano. Piazza del Duomo è da oltre sette secoli il vero e proprio centro nevralgico e commerciale di Milano, punto d’incontro dei milanesi per celebrare gli eventi più importanti. La piazza è ampia e di forma rettangolare, decorata al centro dal Monumento Equestre a Vittorio Emanuele II. - Ma allora Milano non è solo moderna, ha anche molti monumenti antichi - esclamò Teo meravigliato. - è vero, e il Duomo è incantevole! Sembra fatto di sabbia bagnata con tutte le torri a punta - commentò Gaia con gli occhi luccicanti per la meraviglia. - Ora visiteremo l’interno, poi le terrazze esterne per guardare la città dall’alto! - precisò Adele. I quattro entrarono tranquilli cercando di non farsi notare troppo dalla sorveglianza. Teo fu il più fortunato di tutti perché riuscì a sgattaiolare via senza che qualcuno controllasse il suo zainetto. - Questa volta ci è andata bene, Pulce… - sussurrò con il cuore più leggero. L’interno del Duomo lasciò di stucco i Millemiglia.
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Le cinque navate, che si andavano sempre più rimpiccolendo a partire da quella centrale, ampia e altissima, creavano un senso di stupore difficile da nascondere. I ragazzi erano sbalorditi nell’ammirare quei possenti pilastri che dividevano le navate e si innalzavano verso il cielo. Camminavano adagio, quasi in punta di piedi, come se avessero timore di rovinare il pavimento formato da un intreccio di marmi chiari e scuri, con disegni che si intersecavano di continuo fra loro. Poi volsero lo sguardo alle pareti laterali per ammirare gli stretti e alti finestroni chiusi da vetrate stupendamente istoriate, che lasciavano filtrare una luce diffusa, quasi magica. Teo e Gaia erano talmente stupiti che non ebbero né la voglia, né il coraggio di fare alcuna domanda ai genitori: non volevano rovinare quel misterioso mondo di sogno in cui erano riunite tante bellezze artistiche. “E pensare che non ci piace mai visitare l’interno delle chiese. Invece è affascinante!” commentò fra sé Teo. All’uscita ripresero la solita andatura allegra, con la voglia di vedere da vicino quella miriade di statue che, all’esterno, si innalzavano anch’esse verso il cielo, sopra la facciata centrale e attorno a quelle laterali, tutte di candido marmo bianco, appena ripulite dallo smog cittadino. - Teo, tu e papà utilizzerete le scale - propose subito la mamma. - Così papà farà un po’ di moto a beneficio del suo giro-vita e tu eviterai l’ascensore che invece prenderemo Gaia ed io.
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Ma dopo un po’ quella decisione mostrò tutti i suoi faticosi effetti. - …Centonovantotto gradini, centonovantanove gradini, duecento… - contò ansimando Noè, grondante di sudore, con lo zainetto di Teo sulle spalle, Pulce compreso. - …Duecento e uno. Papà, ci siamo! Siamo sopra il Duomo… - disse Teo con un fiatone così accentuato che per un attimo pensò di aver bisogno di una bombola d’ossigeno. - Mamma, guarda, eccoli che arrivano - urlò Gaia dalla sommità della cattedrale. - Siete stati bravissimi! Sono orgogliosa di voi - disse Adele, sentendosi un pochino in colpa. - Stasera per cena vi preparo un risotto e una bella cotoletta alla milanese. E compreremo anche un panettone farcito alla crema! Poi continuò entusiasta: - Avete visto che panoLo sai che... rama, ragazzi? Quel grattacielo laggiù è il PirelloI Navigli sono dei canali artificiali scavati un tempo per irrigare ne; in basso c’è il Castello i campi e utilizzati come via di Sforzesco e più in là potecomunicazione. Sono serviti ante ammirare la Basilica di che per trasportare i marmi necessari alla costruzione del DuoSant’Ambrogio, dedicamo. La zona dei Navigli è oggi ta al patrono di Milano; una delle più caratteristiche di quei canali, invece, sono Milano. i Navigli, dove un tempo le lavandaie lavavano i panni…
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- Il panorama è ideale per scattare delle belle foto - disse Teo, stanco ma soddisfatto. - Bravo, fratello... Ed io ho già preso un sacco di appunti. Su questa terrazza, invece, sembra di camminare attraverso una foresta pietrificata di picchi e guglie! Sono in tutto 135. Le ho contate! Quanti merletti di marmo!… Teo, hai visto la Madonnina tutta d’oro? È splendida! Gaia, al culmine dell’entusiasmo, continuava a descrivere e a raccontare a viva voce le sue impressioni, ma il povero Teo, che soffriva di vertigini, con la testa che gli girava, si sentiva come la guglia pietrificata numero 136. Ad un tratto mamma Adele, tutta presa dal suo compito di dotta guida, iniziò a raccontare una mesta leggenda legata al Duomo. - Si racconta che, quando viene scattata una foto a una coppia di sposi che escono dalla porta del Duomo dopo la cerimonia, alle loro spalle appaia una misteriosa figura vestita di nero. Sembra sia il fantasma di una certa Carlina che abitava vicino a Como! Un giorno di ottobre Carlina, da poco sposata con il suo Renzino, raggiunse Milano per il viaggio di nozze. Faceva freddo e la Piazza era avvolta da un’impenetrabile coltre di nebbia. I giovani decisero comunque di salire per ammirare la Madonnina da vicino. Carlina, forse disorientata dalla nebbia, perse l’equilibrio e cadde.
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Il marito arrivò troppo tardi per afferrarla e vide il suo corpo librarsi nel vuoto e il suo vestito gonfiarsi all’aria. Infine la vide sparire, inghiottita dal Duomo… Carlina fu cercata per molti giorni in ogni angolo della cattedrale, ma il suo corpo non si ritrovò mai. Oggi compare alle spalle dei novelli sposi, quasi ad augurare un matrimonio felice e sereno. Quello che lei non ha mai potuto avere… A Teo la voce della madre arrivava sempre più come un ronzìo lontano. Forse per la paura o forse per un improvviso calo di zuccheri, la sua vista iniziò ad annebbiarsi… Quei duecento gradini, sommati agli ottanta metri di altezza, erano stati davvero troppi. La Madonnina d’oro sembrava sorridergli… o era il fantasma della Carlina? - …Teo, Teo! - strillava la mamma, mentre Pulce leccava il viso del suo amico. Quando si svegliò, Teo si trovava al piano terra del Duomo. - Cos’è successo? - domandò il ragazzo, che non ricordava niente, ma che era felice di non trovarsi più ad altezze per lui proibitive. - Sei svenuto e ti abbiamo portato subito giù in ascensore - spiegò il padre accarezzandogli la testa. Il ragazzo, ormai rinvenuto e... a piano terra, non poteva desiderare altro: aveva evitato scale ed ascensore in un colpo solo. Che fortuna!
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- Direi che anche la visita a Milano è stata ricca di emozioni, non vi pare? - disse Noè. - A questo punto mi domando cosa ci attenderà nella nostra prossima tappa: Venezia!
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Venezia e il Canal Grande Una “stella “ cadente
La città sul mare appariva nella tenue luce dell’oriz-
zonte. La magica Venezia, affascinante e misteriosa, si stagliava in mezzo a una distesa d’acqua. La famiglia Millemiglia si godeva il panorama di quella città davvero singolare, disposta al centro della laguna veneta su più di cento isole, a soli due chilometri dal mare aperto. Torpedine filava veloce sull’unico ponte che permetteva il passaggio dei veicoli a quattro ruote e portava direttamente a Piazzale Roma, posteggio obbligatorio per auto e pullman. Di fianco si poteva osservare un altro ponte parallelo, quello ferroviario. Erano gli unici collegamenti per raggiungere Venezia dalla terraferma. A destra e a sinistra, solo il mare.
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Teo, osservando la forma della città sulla carta geografica, la vedeva simile al profilo di un grosso pesce palla o di una sogliola guizzante nell’Adriatico. Gaia la immaginava invece come una bella sirena. Teo, man mano che il camper si avvicinava alla città, si chiedeva come facessero i Veneziani a spostarsi senza macchine o autobus, ma non riusciva a trovare una risposta soddisfacente. Più tardi l’enigma fu svelato dal padre. - Ecco Piazzale Roma - spiegò Noè mentre tutti si avviavano alla fermata del vaporetto per comprare i biglietti di quel mezzo insolito. - Fin qui si parcheggia, da qui in poi si “ormeggia”. Venezia si gira solo a piedi o in barca. Prendete con voi tutto il necessario: mappe, diario, macchina fotografica, poi scendete e avvicinatevi al punto d’imbarco della linea 1 del vaporetto: è la linea di “autobus acquatici” che, attraversando il Canal Grande, porta a San Marco e al Lido. Io intanto posteggio Torpedine in quel grande garage a cinque piani, poi vi raggiungo. Teo e Gaia erano sempre più sbalorditi. La laguna era agitata da un ondoso traffico acqueo. Le strade erano i canali e i canali erano formati dall’acqua del mare su cui si muoveva ogni genere di imbarcazione: vaporetti, traghetti, snelli motoscafi bianchi o in legno lucidato, piccole motonavi. Poi c’erano le famose gondole nere, simbolo di Venezia. Sembrava che tutti sapessero dove andare, senza scontrarsi mai, seguendo una segnaletica invisibile agli occhi dei ragazzi. In realtà la segnaletica esisteva:
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consisteva in gruppi di pali, le bricole, che portavano un rettangolo colorato con le varie indicazioni per la navigazione, limiti di velocità compresi. Noè, allegro ed euforico come sempre, e come sempre stonato, provò a canticchiare mentre raggiungeva la famiglia. - La Marieta in gondoleta… lalalà, lalalà, lalalà…
- Noè, ti prego, non facciamoci riconoscere anche qui a Venezia - supplicò la moglie entrando nell’autobus marittimo con la famiglia e una fiumana di turisti di ogni parte del mondo. Teo e Gaia, intenti a godersi quel viaggio panoramico in vaporetto verso San Marco, sembravano non aver nemmeno udito l’esibizione sonora del padre. Ammutoliti di fronte a tanta bellezza e unicità, erano ipnotizzati dai riflessi madreperla dei palazzi signorili che si specchiavano sull’acqua del Canal Grande, tutti riccamente decorati da dipinti e preziosi ricami di marmo dai tenui colori pastello, uno più affascinante dell’altro. Anche Pulce, fuori dallo zainetto di Teo, stava a naso in su, annusando l’aria di mare e guardando le onde infrangersi sullo scafo. - Venezia è incredibile! È… come dire… semplicemente divina! - osservò Gaia con il suo diario di viaggio sottomano. - Adesso capisco perché viene chiamata La Perla
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dell’Adriatico e l’Unesco l’ha dichiarata patrimonio universale dell’umanità. Però non riesco a spiegarmi come facciano questi antichi e meravigliosi palazzi a galleggiare sull’acqua. - Non dimenticare - intervenne pronta mamma Adele - che Venezia è una città-isola dove la terra esiste, anche se il predominio del mare è indubbio. Qui quasi tutto, dai palazzi ai meravigliosi monumenti che vedi, poggia su numerosi pali: è come un enorme bosco messo a testa in giù, fatto di tronchi, alti dai 2 ai 10 metri, di pini, querce, larici, olmi e roveri provenienti dai boschi del Cadore, nel versante veneto delle Alpi… Anche le gondole, ognuna delle quali richiede più di 500 ore di lavoro, vengono costruite con questi legni… - Come mi piacerebbe diventare un gondoliere! - esclamò Teo con lo sguardo rapito. - Navigare per i canali, passare sotto i ponti di Venezia… Che spasso! Vogare con un solo remo e su una gondola tutta nera e lucida… Che avventura! - Non sarebbe male - confermò papà Noè. - Piacerebbe anche a me, così potrei finalmente cantare ai turisti le mie canzoni preferite… - A me invece piacerebbe diventare una famosa artista e una grande star - disse sognante Gaia, - così sarei sempre invitata alla Mostra del Cinema e avrei l’opportunità di ritornare spesso a rivedere questi palazzi antichi sospesi su uno specchio d’acqua.
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- Ragazzi, guardate lasLo sai che... sù! - osservò mamma Adele. Il Ponte di Rialto è il più vec- Il ponte sopra di noi è il chio del Canal Grande. È stato più famoso di tutta Venezia, sempre un luogo di vendita dei il Ponte di Rialto. È davvero più svariati prodotti. Un tempo vi si svolgeva la gara delle carparticolare perché sopra ci riole cariche di merce: vinceva sono negozi stupendi, menchi riusciva a trasportarle nel tre i marciapiedi sono ralleminor tempo. grati da bancarelle di ogni genere, piene di maschere e merletti, murrine e filigrane. Da qui non manca molto per S. Marco. Poco dopo i turisti iniziarono ad alzarsi dai loro posti per prepararsi a scendere. Il vaporetto iniziò a rallentare dondolando e si avvicinò alla fermata per lo sbarco. Il quadro luminoso presente nell’imbarcazione lampeggiava: Piazza S.Marco. Il vaporetto accostò oscillando tra le onde, e i Millemiglia, con un balzo veloce, si ritrovarono sulla terraferma. - Guardate, ragazzi - iniziò mamma Adele con le sue minuziose spiegazioni, - quella magnifica chiesa con cinque cupole, quattro cavalli e una statua in cima è la Basilica di San Marco. Accanto c’è il Palazzo Ducale, antica residenza del Doge. Di fronte troneggia il Leone di San Marco, simbolo della città. Questa piazza è l’unica a Venezia ad essere chiamata così, in quanto tutte le altre sono propriamente dette campi.
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- È da togliere il fiato… - disse Teo pronto a scattare foto su foto. - Sembra di essere finiti dentro le pagine di un libro di fiabe - commentò Gaia. - E vicino ai portici - riprese papà Noè - c’è il campanile di S.Marco, che qui chiamano il “paròn de casa” (padrone di casa), perché una volta indicava ai naviganti, grazie alla sua altezza, la posizione della città. A sinistra della basilica c’è la Torre dell’Orologio, con quelle due grandi statue scure, i Mori, che battono le ore sulla campana da cinque secoli senza mai essersi guastati. Teo osservava l’immenso pavimento della piazza circondato da monumenti austeri e pieno di turisti ammirati, pronti a scattare un’interminabile sequenza di foto. Rigirava lo sguardo intorno con espressione sbalordita e, ad un tratto, ricordando una notizia che aveva Lo sai che... sentito varie volte, imL’acqua alta è un grosso problema per Venezia. Quando infumaginò di trovarsi con la riano grosse tempeste, il vento piazza sommersa dall’acspinge nella laguna l’acqua del qua: la famosa acqua alta mare che, non trovando sbocchi per uscire, provoca l’allagamendi Venezia. Non capiva to delle parti più basse della citcome si potesse verifità. Per evitare questo fenomeno care quel fenomeno, ma si stanno costruendo delle dighe che entreranno in funzione solo avrebbe fatto di tutto per in caso di necessità, fermando evitarlo. La città era tropl’acqua del mare agli ingressi po bella e nessuno poteva della laguna.
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permettere che quelle meraviglie venissero lentamente distrutte. Anche Gaia era rimasta ammutolita nell’ammirare la vasta piazza e la immaginò brulicante di turisti mascherati, nel pieno del famoso Carnevale di Venezia. E subito tutto si animò. Si ritrovò vestita da piccola nobildonna, gironzolare fra aristocratici dall’aria austera e dame dalle voluminose gonne fruscianti per l’abbondante seta. Sguardi nascosti dietro maschere dorate, sorrisi di cortesia, inchini di saluto, poi musica, canti e balli: un sogno che sembrava vero! I due fratelli furono riportati alla realtà da Pulce, elettrizzato dalla quantità enorme di piccioni. Il cagnolino, dentro lo zainetto, si agitava tutto e guaiva come se gli fosse venuto un improvviso mal di pancia. Teo fu costretto a metterlo a terra, ben stretto al guinzaglio. - Per carità, non ne combinare una delle tue! - si raccomandò. Ad un tratto Gaia, aggiustandosi gli occhiali rosa a forma di cuore, gridò: - Guardate laggiù! Quella è… è… è… All’improvviso nell’angolo della Piazza che dava verso il Canal Grande si accalcò una folla sgomitante. Turisti, fotografi e giornalisti cercavano di farsi largo per raggiungere una gondola meravigliosa dalla quale stava per sbarcare, direttamente dalla Mostra del Cinema, la stella…
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- Wanda Catti! È la mia attrice preferita! - strillò Gaia in estasi. - è semplicemente perfetta! Guardate che vestito alla moda! Che capelli soffici e voluminosi! Come vorrei anch’io una chioma così!… Devo assolutamente avere un autografo. In mezzo secondo Gaia, incurante della sua famiglia che la inseguiva frastornata, era riuscita ad intrufolarsi al centro di quella calca urlante. Era lì, a mezzo metro dall’attrice, che con fare altezzoso accarezzava il suo viziatissimo gatto persiano bianco. - Wanda! Wanda, un autografo! - supplicava Gaia a squarciagola. - Bau! - abbaiò Pulce leccando i piedi della ragazzina. - Pulce, che ci fai qui? Torna da Teo! - disse Gaia chiedendosi quando l’avesse seguita e come avesse fatto a liberarsi dal guinzaglio. Il cagnolino, in mezzo a quel frastuono, ignorò i suoi ordini, intento com’era a puntare qualcosa. - Grrrrr… Bau! - iniziò a ringhiare. - Miaoooo! - miagolò il gatto in braccio a Wanda Catti, con il pelo ritto per la paura. E saltò in testa all’attrice che strepitava disperata. Pulce seguitava ad abbaiare e a ringhiare sempre più forte, in segno di sfida. Il gatto, spaventato a morte, si dimenò scatenato, arrampicandosi sui voluminosi capelli della diva, che si ritrovò l’enorme coda giusto davanti agli occhi, fino a che,
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con la vista completamente oscurata, perse l’equilibrio e cadde fragorosamente nel… Canal Grande! Il povero felino galleggiava tra mille flash; l’attrice, invece, con il trucco colante, sbiadita come un acquerello, veniva soccorsa da un gondoliere. - È la fine di un mito! - esclamò Gaia sconsolata, mentre Pulce, felice per la personale vittoria, scodinzolava in mezzo ai fotografi. - Basta, basta! - esclamò Noè pensando al conto degli avvocati della diva per i danni subiti. - Io suggerisco di tagliare la corda… L’indomani tutti i quotidiani nazionali uscirono con il titolo “Venezia, una Stella cadente nel Canal Grande” e riportarono le foto dell’attrice al naturale. Chi si era guadagnato la copertina, invece, risultava essere uno sconosciuto meticcio scodinzolante, dalla corporatura minuta e l’aria feroce, che contemplava soddisfatto il suo trionfo.
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Ora tocca a Teo, a Gaia ... e a te
•
Osserva attentamente la cartina muta, poi completa le schede riportate nelle pagine seguenti.
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• Scrivi in ogni cerchietto della cartina il numero corrispondente al monumento visitato, poi indica con delle frecce tutto il percorso della famiglia Millemiglia.
1 La Mole Antonelliana 2 Il Duomo con la Madonnina 3 Il Canal Grande 4 Santa Maria del Fiore 5 La Torre Pendente 6 Il Castello di Paolo e Francesca 7 Il Colosseo 8 Gli scavi di Pompei 9 La Reggia di Caserta 10 I Trulli 11 I Bronzi di Riace 12 La Valle dei Templi
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• Collega ogni monumento alla regione in cui si trova. Mole di Torino Duomo di Milano Canal Grande Duomo di Firenze Torre di Pisa Castello di Gradara Colosseo Scavi di Pompei Reggia di Caserta Trulli di Alberobello Bronzi di Riace
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Valle dei Templi
Toscana Campania Marche Piemonte Calabria Lombardia Puglia Lazio Sicilia Veneto
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• Quali sono le regioni non visitate dalla famiglia Millemiglia? .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. .................................. ..................................
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• Quali sono le regioni visitate che non hanno uno sbocco sul mare?
.................................. ..................................
• Quali sono le regioni non visitate che non hanno uno sbocco sul mare?
.................................. .................................. ..................................
• Quale grande isola non è stata visitata? ..................................
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Torino e la Mole
Le Foto di Teo Museo del Cinema
Interno della Mole
Gli appunti di Gaia • La Mole ha alla base una pianta quadrata, ma sopra la volta poggia una lanterna a due piani, seguita da un cono altissimo che trasforma la pianta quadrata in circolare. • Con i suoi 175,50 metri è fra i più alti edifici del mondo costruiti completamente in muratura. Infatti i grattacieli che superano i 150 metri hanno la struttura portante in acciaio. L’altezza della Mole è paragonabile ad un altissimo palazzo di ben 55 piani. • Un ascensore panoramico porta i turisti in 59 secondi fino agli 85 metri della cima della cupola. • Nel 1 904 un nubifragio abbatté il genio alato sulla punta del monumento (sostituito poi da una stella di circa 4 metri di diametro; il genio, regolarmente scambiato per un angelo, si può ancora vedere all’interno della Mole). • Gli studenti della città di Torino evitano di salire sulla terrazza panoramica perché la tradizione vuole che poi non riescano più a terminare gli studi. • La Mole ospita il Museo Nazionale del Cinema dove si possono ammirare i macchinari che documentano le varie fasi della nascita del cinema (macchine fotografiche, da ripresa e da riproduzione) e si può fare un viaggio nella storia del cinema attraverso migliaia di manifesti e locandine.
Ora tocca a te!
Prova a fare come Teo e Gaia. Vuoi conoscere tutto sui monumenti di Torino? Collegati con il portale della città: www.comune.torino.it Vuoi conoscere altri importanti monumenti presenti nelle città del Piemonte? Collegati con il portale della regione: www.regione.piemonte.it
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Indice • Una partenza frenetica Tutti a bordo di Torpedine
7
• Torino e la mole
10
• Milano e il duomo
20
• Venezia e il canal grande
29
• Firenze e il Duomo
38
• Pisa e la Torre Pendente
47
• Gradara e il Castello
54
• Roma e il colosseo
62
• Pompei e gli Scavi
70
• Caserta e la Reggia
78
• Alberobello e i Trulli
85
• Reggio Calabria e i Bronzi
93
L’ascensore panoramico La Madonnina e il Fantasma Una “stella “ cadente
Una famiglia distratta
Una foto straordinaria Due cuori innamorati Una gara moderna Cave canem!
Una passeggiata in tandem Tarante e tarantole
Tesori e miraggi di mare
• Agrigento e la Valle dei Templi
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• e a casa... tutto rivive!
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• Ora tocca a Teo, a Gaia... e a te • Ora tocca solo a te!
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Una passeggiata fra gli dei
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Nella stessa collana La famiglia Millemiglia
Tra i monumenti d’Italia La famiglia Millemiglia
Tra le bellezze naturali La famiglia Millemiglia
Tra i fiumi e i laghi La famiglia Millemiglia
Tra i monti, le colline e le pianure La famiglia Millemiglia
Tra i mari, le coste e le isole
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spasso con geografia
A spasso con
A spasso con la la geografia geografia
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