Nelle librerie e negli store digitali
“IN VINO VERITAS”
Nel vino c’è la verità, diceva Plinio il Vecchio. Affermazione che può essere interpretata in modi diversi, ma che comunemente evidenzia come il vino possa abbassare le nostre inibizioni e permetterci pertanto di esprime con maggiore serenità i nostri pensieri.
Partiamo dal fatto che il consumo deve essere sempre responsabile, per evitare comportamenti dannosi per se stessi e per gli altri, o rischi per la nostra salute, ma quel che è certo è che dietro a un buon bicchiere di vino si nasconde un profondo legame con un territorio, la sua cultura e le sue tradizioni. Il rapporto tra territorio e vino è connubio indissolubile nella produzione. Concetto che dimostra che non tutti i terreni sono uguali e che le condizioni locali, comprese il suolo, il clima, l’altitudine, possono influenzare gusto, aroma, struttura e storia.
In tutto il mondo si producono vini di altissima qualità. Certo, sempre soggettiva, perché dipende dal gusto personale, ma esistono molte regioni che legano la loro storia proprio alla produzione vinicola. Pensiamo alla Borgogna francese o a Bordeaux, famosa per i suoi rossi di alta qualità. Per arrivare alla nostra Italia, nazione dove il vino è una vera e propria cultura. Dal piemontese Barolo, ai toscani Chianti e Brunello. I prosecchi veneti e trentini o i Franciacorta lombardi. E ancora il Sagrantino umbro o il Montepulciano d’Abruzzo. Per finire con il Nero d’Avola e magari chiudere questo giro della Penisola con un buon bicchiere di Cannonau sardo. Un percorso sicuramente incompleto, con città, province e regioni che hanno legato la loro storia, la loro cultura, anche alla produzione del vino. E allora lasciamoci avvolgere dai profumi e dai sapori, perché il vino è un ponte tra passato e presente, tra storie, culture lontane, e il nostro cuore.
Fabrizio CasinelliDal 2 al 6 ottobre a Bari, la 75ª edizione del Premio. Un nuovo viaggio alla scoperta delle migliori produzioni internazionali Radio&Podcast, Tv e Digital
CUORI 2, I PROTAGONISTI
La domenica su Rai 1 i nuovi episodi della serie ambientata a Le Molinette di Torino. Parlano la protagonista Pilar Fogliati e le new entry 12
Le grandi inchieste di “Report” la domenica in prima serata. Dall’8 ottobre su Rai 3
BLANCA 2
Dal 5 ottobre in sei serate su Rai 1 la seconda stagione della serie interpretata da Maria Chiara Giannetta, con Giuseppe Zeno, Enzo Paci e Pierpaolo Spollon
La serie di Rai 1 con Vanessa Scalera torna e stravince. Le interviste ai protagonisti 18
Su RaiPlay la nuova serie dedicata all’adolescenza liberamente ispirata al romanzo di Enrico Galiano con la regia di Matteo Oleotto
Attualità, approfondimento, personaggi. “Agorà Weekend” raccontato dalla conduttrice. Il sabato e la domenica su Rai 3
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Collaborano
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Tg2 Italia Europa. Dal lunedì al venerdì alle 10 su Rai 2
Nelle sale l’ultimo film diretto da Roman Polansky
FUTURADIO
A Bolzano la festa di Rai Radio 3
L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai
Emma presenta al pubblico il suo nuovo album
Intervista a Eva Ghilli, a capo del commissariato di Volterra
Le ricette di Niccolò. Il cooking show di Rai Gulp
LE
Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay
Una selezione dei film in programma sulle reti Rai
NEL SEGNO DELLA SOSTENIBILITA’
Un nuovo viaggio alla scoperta delle migliori produzioni internazionali Radio&Podcast, Tv e Digital tra eventi, incontri e anteprime
Il Prix Italia 2023 è un nuovo traguardo per il futuro dell’azienda
Per questa 75ª edizione del Prix Italia la Rai ha deciso di osare. Ci siamo messi in gioco, abbiamo trasformato una sfida con numerose incognite in un percorso straordinariamente ricco. “Engage me” vede il Prix Italia come progetto pilota Rai di sostenibilità ESG - Environmental, Social e Governance: per la prima volta abbiamo organizzato un evento inquadrato in una cornice di sostenibilità ben definita, con regole complesse da applicare in un’azienda come la nostra. Lo abbiamo fortemente voluto perché il servizio pubblico ha il dovere di muoversi lungo un cammino virtuoso fatto di un’attenzione senza precedenti verso le tematiche sociali, economiche e ambientali. Non solo ce lo chiede il nostro pubblico, ma è una priorità anche per tutti i dipendenti Rai. È stato un percorso sfidante, costellato di soddisfazioni e anche di qualche difficoltà che ci ha spinto a volerci migliorare sempre più. Abbiamo implementato le nostre competenze, scoperto e premiato sensibilità aziendali, ampliato i nostri orizzonti in materia di sostenibilità, tenendo conto dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite e confrontandoci con esperti, anche internazionali, del mondo della produzione sostenibile. Per esempio, il palco del Prix Italia è stato posizio-
nato in modo strategico per sfruttare al massimo la luce naturale del sole, abbiamo scelto di valorizzare il territorio che ci ospita, quello della Puglia, pensando ai pasti con prodotti locali, gli ospiti potranno utilizzare biciclette elettriche per spostarsi, gli spazi e i contenuti del Prix saranno accessibili a tutti: abbiamo scelto di lasciare un’eredità positiva in termini di impatto sull’economia e sulla comunità. Il nostro obiettivo è chiaro: la Rai guarda al domani, alle future generazioni e prende con orgoglio un impegno dal quale non si potrà tornare indietro: organizzare eventi e produzioni sempre più attenti all’ambiente e al sociale. Naturalmente si tratta dell’inizio di un processo articolato: il traguardo delle produzioni sostenibili non può certo essere immediato, ma rappresenta il frutto di un percorso che abbiamo deciso di avviare e di portare avanti nel tempo. Per un servizio pubblico sostenibile, inclusivo, credibile, rilevante e di qualità. Questa è la Rai e il Prix Italia 2023 è il suo ambizioso progetto pilota verso il servizio pubblico del futuro.
La 75ª edizione del Prix Italia si svolge in un momento di svolta e di grande cambiamento per l’industria audiovisiva. Consolidata e amplificata dagli anni della pandemia, la popolarità e diffusione delle piattaforme globali di streaming ha raggiunto vette impensabili anche solo qualche anno fa, trasformando radicalmente la maniera in cui spettatori di tutte le età scoprono e consumano materiale audiovisivo. Il Prix Italia è sempre stato ben più di un ‘premio’ per programmi meritevoli. Fin dalla prima edizione, è divenuto un forum importante per promuovere uno scambio di idee tra gli operatori chiave dell’industria audiovisiva, facilitando collaborazioni e sinergie che permettono al nostro settore di continuare ad evolversi e a migliorarsi. In questo momento complesso di grande cambiamento, questa edizione fornisce un’occasione unica per ricordare alla nostra industria (e, crucialmente, al grande pubblico italiano e internazionale) il ruolo fondamentale che la televisione pubblica riveste nel creare, sviluppare e promuovere programmi meravigliosi, iconici e imperdibili.
Walter Iuzzolino - Presidente Prix Italia 2023Un’occasione d’oro per i broadcaster di servizio pubblico
Duecentosessantasei prodotti in concorso con la partecipazione di più di 80 broadcaster provenienti da oltre 50 Paesi in sfida. Sono i numeri del 75° Prix Italia, dal 2 al 6 ottobre 2023 a Bari sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, scelto come progetto pilota Rai per la realizzazione di eventi sostenibili ESG, con l’avvio di un percorso di analisi e monitoraggio di tutti i processi. “Dopo aver inseguito per anni le piattaforme e il loro impetuoso sviluppo, oggi i broadcaster hanno l’occasione di riaffermare la propria centralità come creatori di qualità con budget ben più contenuti” dice Chiara Longo Bifano, Segretaria Generale del Prix Italia. “È un’occasione per lavorare sulla visibilità del Prix, nel contesto del mercato internazionale dell’audiovisivo – ha aggiunto - abbiamo aperto ai podcast, implementato la categoria digital, dove Rai è arrivata in finale con il fenomeno ‘Mare Fuori’”. La Segretaria Generale del Prix Italia ha sottolineato il coinvolgimento delle Università con il contest YLAB, dedicato ai migliori progetti elaborati dagli studenti dei cinque atenei di Puglia e ha ricordato la parola, filo conduttore, tema di fondo
del progetto pilota Rai legato al Prix: sostenibilità. “Per parlarne - spiega Longo Bifano - abbiamo scelto un influencer come il Prof. Vincenzo Schettini, concentrando i momenti formativi sui temi dell’intelligenza artificiale e delle prospettive di produzioni green, low budget o cofinanziate. Attenzione particolare all’accessibilità, per offrire un Prix autenticamente inclusivo: dall’utilizzo della lingua dei segni alla possibilità di ascoltare le audiodescrizioni di singoli eventi attraverso un apparato over wi-fi per portatori di impianti cocleari”. Cinque i prodotti Rai in finale: le serie “Esterno Notte” di Marco Bellocchio e “Mare Fuori”; “La Divina Commedia - Un viaggio immersivo nel Metaverso” di Rai Cinema; il toccante “After the bridge”, documentario sul percorso di accettazione del dolore della madre di un terrorista jihadista; l’inchiesta “Plastica Connection”, per promuovere la consapevolezza dell’impatto ambientale della plastica sulla vita del pianeta. “Pensiamo che la Rai sia un pezzo fondamentale per costruire in ogni cittadino italiano una visione del futuro che sia stabile e in grado di essere spiegata al mondo – afferma Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia - Il Prix è
un’occasione di crescita per noi e per tutti quelli che ci verranno a trovare. Abbiamo fortemente il desiderio di proseguire il nostro cammino puntando sulla bellezza, sull’innovazione tecnologica, su tutti quegli elementi che accoppiano tradizione ed innovazione”. Omaggio al Prix e alla Regione Puglia, quest’anno sarà il “Terzo Paradiso” di Michelangelo Pistoletto, opera realizzata con il coinvolgimento degli studenti dei licei artistici con l’ulivo dei tronchi colpiti da Xylella, e posta in un parco di Bari. “Il legno di questi alberi è il simbolo della nostra terra – spiega il sindaco di Bari Antonio Decaro – e della capacità di una grande rinascita dopo gli eventi nefasti come quello legato proprio alla piaga della Xylella che stiamo vivendo. Ringrazio la Rai per aver scelto Bari di nuovo come palcoscenico per questo concorso internazionale che ci permetterà di accogliere tanti professionisti che arriveranno da più parti del mondo. Si consolida questo importante rapporto, vi faremo sentire a casa”. Dal 2 ottobre si entrerà nel vivo del Festival. Il palco sarà di scena in Piazza del Ferrarese con anteprime, incontri con i protago-
nisti come le attrici Maria Chiara Giannetta e Luisa Ranieri o Micaela Ramazzotti, al suo esordio come regista. Non mancheranno momenti di spettacolo, come l’omaggio a Italo Calvino di Neri Marcorè e Rai Documentari, dirette tv, digital e radio, un confronto animato dalla direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati tra scrittori e protagonisti delle fiction Rai di successo. Gruppi internazionali, workshop formativi sugli sviluppi dell’Intelligenza Artificiale, spazi di confronto come la BBC Lecture, un faccia a faccia tra la responsabile della Fiction del servizio pubblico britannico Charlotte Moore e il presidente di questa edizione del Prix Walter Iuzzolino. La giuria è composta da più di ottanta esperti e addetti ai lavori selezionati dai broadcaster della comunità internazionale del Prix Italia che hanno visionato i prodotti in concorso per tutta l’estate. La rassegna dei prodotti finalisti sarà presentata nel corso del festival con un cartellone apposito. La cerimonia di premiazione si terrà venerdì 6 ottobre, aperta al pubblico, e sarà condotta da Carolina Di Domenico e Filippo Solibello in diretta su RaiPlay.
CUORI le voci dei protagonisti
CUORI 2, protagonisti
La domenica su Rai 1 i nuovi episodi della serie che ci riporta nella Torino degli anni Sessanta all’ospedale delle Molinette. La ricerca e i progressi della medicina insieme ai sentimenti e alle vicende dei protagonisti. In questo numero le interviste a Pilar Fogliati e alle new entry Alessandro Tersigni e Paolo Conticini
IL RITMO del sogno italiano CHE CONTINUA
La protagonista al RadiocorriereTv:
«Portiamo in scena la fierezza di essere italiani e creatori, di sentirsi tra i migliori nel creare qualcosa di rivoluzionario»
La seconda volta di Pilar con l’outfit medico…
È molto bello indossare il camice, ci sono abiti che fanno immediatamente sentire la gerarchia. Far finta di essere un cardiologo, a un certo punto, ti fa sentire di esserlo, ci si abitua un po’ (ride)… tutti sul set dicevano “è arrivata la dottoressa”. Mi piacciono i ruoli dove c’è una formalità, inoltre credo che ci siano mestieri come quello del medico o dell’insegnante che possano determinare il futuro di un Paese. È stato davvero un privilegio indossare quella “divisa”.
Medico dall’orecchio assoluto, ma non esente da problemi di cuore. Come ritroviamo la dottoressa Brunello?
Come al solito, siamo tutti più bravi a dare consigli agli altri, ma quando si tratta di noi tutto diventa più difficile. La Brunello ha un dono, una sensibilità incredibile che l’aiuta a capire le micro-frequenze del cuore, metaforicamente sarebbe come riuscire a comprendere quelle dei sentimenti che provi, a imparare a riconoscerli, a seguirli e a buttarsi. Lei, però, è un po’ lenta in questo, perché è una donna che ragiona moltissimo, di per sé un aspetto positivo, se non fosse che la tanta ragione non è mai la migliore amica del cuore. È forse questo il paradosso del mondo, chi non ha mai detto “sono diviso tra cuore e testa?”. Il nocciolo della serie gira, secondo me, su questo grande interrogativo, qualcosa di estremamente umano, che ci unisce tutti.
In questa seconda stagione Delia giocherà un “quadrangolare”. Cosa succederà dal punto di vista sentimentale?
Il triangolo amoroso della prima stagione si è affollato, ci sono personaggi nuovi che per Delia rappresenteranno una bella opportunità di leggerezza e divertimento. Ci vorrà del tempo, nelle prime puntate la vedremo ancora alle prese con la sua solitudine, con una vita privata che vacilla, ma sempre perfetta dal punto di vista professionale. L’entrata in scena dell’Ispettore Giraudo, interpretato da Alessandro Tersigni, rappresenta per lei la possibilità di uscire dal deserto sentimentale in cui si trova, di riscoprire il senso dell’amore, il battito del cuore, non solo per l’angoscia, ma per l’innamoramento, per l’eccitazione, per il desiderio e per la curiosità.
“Cuori” ha avuto un importante riscontro anche a livello internazionale. Cosa rende il pubblico estero così attento a questa serie?
Una serie ambientata in un ospedale rappresenta un palcoscenico perfetto per intrecci emozionali, si presta bene per una storia con cui devi empatizzare, e poi, l’Italia degli anni Sessanta è veramente bella. Per uno straniero deve essere davvero interessante conoscere il nostro Paese attraverso i ricordi di un’epoca lontana, piena di curiosità, nella quale si respirava, ovunque, la voglia di rompere con il passato, di aprirsi al futuro, il desiderio di guardare la luna, ma anche mettere le zip sui vestiti...
Una serie che racconta il “made in Italy” artistico e cinematografico… Portiamo in scena la fierezza di essere italiani e creatori, di sentirsi tra i migliori nel creare qualcosa di rivoluzionario. C’era fiducia nelle proprie capacità, non si avvertiva il timore reverenziale che si prova oggi verso altri Paesi. Mi dispiace che si sia spenta questa luce, l’idea che “se lo posso sognare, lo posso raggiungere”. Ci si metteva alla prova senza la paura di fallire.
UN POLIZIOTTO in ospedale
Ormai è il massimo esperto di Anni Sessanta in tv… Dalla Milano del 1965 de “Il Paradiso delle Signore” al 1968 torinese con “Cuori” è un attimo (ride), giusto il tempo di un cambio di abito per adattarmi alla moda del periodo…
Quale personaggio interpreta?
Sono un Ispettore di Polizia, Marcello Giraudo, al quale è affidata la linea gialla di questa seconda stagione. Si troverà a dover interagire con quasi tutti i personaggi, svelando, un po’ alla volta, segreti fino a quel momento tenuti nascosti. Entra a Le Molinette per una morte improvvisa, non potrà fare a meno, però, di incrociare lo sguardo magnetico della dottoressa Delia Brunello (interpretata da Pilar Fogliati), donna talmente bella e brillante da esserne immediatamente attratto.
Cosa apprezzano all’estero dell’immagine offerta dalle serie tv?
L’immagine del nostro Paese che restituiamo al mondo attraverso il racconto della serialità è certamente professionale, per quanto riguarda “Cuori” è quella di un’epoca magica, di gentiluomini che accoglievano il romanticismo, che avevano voglia di sognare e scoprire il mondo, ma soprattutto di esseri umani rispettosi, delle donne in particolare. Tutto questo, purtroppo, lo abbiamo un po’ dimenticato oggi.
Come ci si prende cura del proprio cuore?
Per aggiustare un cuore, specie se infranto, servono solo tempo e pazienza. Vediamo se anche il cuore di Marcello dovrà essere sistemato o quest’Ispettore saprà andare fino in fondo con Delia. Chi lo sa…
E DA ROMA arriva Andrea…
Una new entry che…
Sarà pronta a scompigliare le carte! Arriva Andrea Foschini, un radiologo che ha sempre lavorato a Roma che, appena possibile, coglie al balzo l’opportunità di trasferirsi a Torino e far parte così dell’equipe medica de Le Molinette, una vera e propria eccellenza italiana. In ospedale incontra il suo amatissimo cugino, il dottor Ferruccio Bonomo (interpretato da Marco Bonini), con il quale ha sempre avuto un legame molto stretto, pur essendo i due completamente diversi: precisino, meticoloso, un uomo d’altri tempi Foschini, più scapestrato e farfallone Bonomo. L’arrivo di questo
nuovo medico inevitabilmente interferirà con la vita di Serenella (interpretata da Neva Rinaldi), offrendo a questa infermiera l’occasione di trovare la serenità e la sicurezza che Ferruccio non era stato in grado di darle. Chi sceglierà?
Un tuffo nel passato…
In un’epoca che amo moltissimo, anni pieni di eleganza e di speranza, vissuti con la voglia di lasciare alle spalle i traumi della guerra, e facendo di tutto per rimettersi in gioco e vivere.
MIX PERFETTO di fiction e vita vera
“Imma Tataranni” torna e stravince, appassionando il pubblico italiano e trovando il gradimento anche fuori dai confini nostrani:
“Con grande piacere abbiamo scoperto che la serie è stata venduta in moltissimi paesi nel mondo” racconta Massimiliano Gallo
“Lo straordinario risultato d’ascolto del primo appuntamento conferma ulteriormente l’assoluta qualità di un prodotto che attraverso il linguaggio della fiction sa unire alla perfezione l’aspetto investigativo e la vita quotidiana, con tutti i suoi risvolti umani. Senza dimenticare di lasciare al pubblico – con leggerezza – la riflessione su temi che interpellano ciascuno di noi” commenta Maria Pia Ammirati, direttore di Rai Fiction. “Il mio ringraziamento – prosegue Ammirati - va a un cast eccezionale, a partire da Vanessa Scalera e Massimiliano Gallo, agli straordinari registi Francesco Amato e Kiko Rosati, a Ibc Movie e Rai Com che hanno condiviso l’impegno produttivo. E alla città di Matera, senza la quale Imma non sarebbe Imma”
MASSIMILIANO GALLO
Quanto ci è mancato Pietro…
Una terza serie piena di soprese incredibili, con Pietro alle prese con la crisi matrimoniale, il suo incontro con Sara e il nuovo hobby, la scrittura. Sì, Pietro frequenterà un corso di scrittura per cimentarsi con la criminologia.
L’amore per la serie è volato oltre i confini nazionali…
Con grande piacere abbiamo scoperto che “Imma Tataranni” è stata venduta in moltissimi paesi nel mondo. Le ragioni di questo successo sono da ricercare nella sua capacità di raccontare storie vere, di presentare dinamiche familiari in cui tutti, in qualsiasi parte del pianeta, si possono riconoscere. C’è poi il quadro di un’Italia straordinaria filtrata dalla bellezza di Mate-
ra, città simbolo di una territorialità che racchiude una storia universale.
Quale lavoro è stato compiuto per proporre una serie mai “ripetitiva”?
Fin dal principio c'è stata una cura attentissima sulla scrittura, sui personaggi, un grande lavoro di approfondimento. Il nostro regista, Francesco Amato, è il padre di tutta questa operazione, molto attento a “ritoccare” le battute per renderle sempre più efficaci. La serialità è un terreno molto complicato nel quale ci si concentra spesso solo sull’elemento sorpresa. Io credo, però, che il pubblico si affeziona ai personaggi, vuole riconoscerli e seguire la maturazione durante l’arco narrativo di una vita possibile, con i toni del dramma e della commedia.
CARLO BUCCIROSSO
Che esperienza è stata in questa terza stagione?
È sempre molto complicato per un attore rispondere a questa domanda, perché si gira molto tempo prima della messa in onda e i ricordi del set sono un po’ sbiaditi… quello che però rimane forte è l’emozione.
Perché amiamo così tanto questa serie?
I motivi del successo di una serie vanno cercati nella semplicità, al di là della simpatia degli attori e della credibilità di ciò che si racconta e di come si racconta. A questo aggiungiamo una sceneggiatura importante, una scelta azzeccata dei ruoli, anche quelli minori, un cast credibile, una direzione eccelsa e il modo così naturale di raccontare e interpretare queste storie.
Fino a questo momento mi sono sempre divertito, se il pubblico, gli attori, il regista lo vorranno, spero che si possa andare ancora avanti. È un po’ come la vita, una convivenza.
La città dei Sassi, un fascino irresistibile.
Matera esce sempre molto bene dai film e dalle serie, rappresenta una location meravigliosa che dona fascino a ciò che si racconta.
E veniamo a Vitali…
… sempre ligio al dovere, in perenne combutta con il Sostituto procuratore. Affronta le situazioni con grande naturalezza e con ironia, dividendosi tra lavoro e famiglia, mai tanto presente, a parte mio figlio.
ALESSIO LAPICE
Quanto amore per il maresciallo Calogiuri. Dalla fine della seconda stagione ho dovuto rispondere tantissime volte alla domanda: “Ma ti svegli?”, come se io, Alessio Lapice, fossi Calogiuri anche fuori dal set. Sono stato inondato dall’affetto della gente, dalla gratitudine del pubblico che ci segue con grande interesse. Questa è, secondo me, la stagione più ricca di accadimenti e di colpi di scena, a un certo punto i personaggi centrali tenderanno a spezzarsi nel tentativo di unirsi a nuove strade che potrebbero allontanarli… o forse no (ride).
Perché la serie piace così tanto?
Sceneggiatori molto bravi che rimescolano le carte, mantenendo però le linee centrali e lo stile sempre più intrigante della serie, un regista che inserisce sempre nuovi ostacoli nel percorso dei protagonisti. Lo abbiamo visto con Calogiuri, da ragazzo innocente, puro, un soldatino disciplinato e diligente, si trasforma piano piano in un uomo più sicuro di sé.
ALICE AZZARITI
Come si sopravvive in questa famiglia così bizzarra?
Una famiglia molto particolare, non proprio convenzionale, nella quale però tutti ci si possono ritrovare e provare empatia. C’è papà Pietro, l’uomo di casa, mamma Imma, verso la quale la figlia prova terrore – e chi non lo avrebbe incrociando quella camminata e quello sguardo così inquietante. E poi ci sono le nonne che, anche in questa terza stagione, sapranno stupire il pubblico.
e Valentina…
… parte per Napoli, iniziando un nuovo percorso, quello della maturazione e della consapevolezza. In questa stagione sarà sempre più il tramite della comunicazione tra i suoi genitori.
Lei è cresciuta con il suo personaggio…
Quando ho iniziato avevo 17 anni, oggi ne ho 22. Sono cresciuta sul set con Valentina, un personaggio al quale sono molto affezionata, è una parte di me. Il viaggio che ho condiviso con “Imma Tataranni” sarà sempre un pezzo del mio cuore.
SIGFRIDO RANUCCI
VI ASPETTO di domenica
Dall’8 ottobre in prima serata torna lo storico programma di Rai 3. «Siamo soddisfatti quando le nostre inchieste raggiungono risultati tangibili, importanti per il pubblico, per la collettività» afferma il giornalista-conduttore al RadiocorriereTv
Poco più di un mese di pausa dopo le puntate estive e siete di nuovo in onda, da dove ripartirete?
Usciamo dalla serie più lunga di “Report” finita a metà luglio, e cominceremo la stagione più anticipata nella nostra storia. Saremo in onda a partire dall’8 ottobre, questo significa che dobbiamo correre tantissimo. Ho chiesto alla squadra uno sforzo complicato.
Nuova collocazione in palinsesto, la formula rimane invariata?
Con la narrazione cercheremo di avvicinarci alle esigenze del pubblico della domenica, un po’ diverso da quello del lunedì. Proveremo a fare il nostro. È un impegno grossissimo perché entriamo in un palinsesto completamente diverso, come diversi sono i competitor. È vero che è un ritorno alla domenica, ma prima andavamo in onda dopo Fazio, mentre adesso Fazio ce lo abbiamo contro. Parliamo alle stesse persone, ogni domenica sarà una battaglia da questo punto di vista.
Quali saranno i temi delle prime puntate? Avremo temi molto forti. Torneremo sul caso Santanchè, affronteremo il tema della Sanità pubblica e privata, andando a vedere la situazione in tutte le regioni d’Italia, parleremo del testamento di Berlusconi, poli-
tico e finanziario, ci sarà un’inchiesta sui partiti a dieci anni dalla fine del finanziamento pubblico, andremo a vedere come vengono investiti i fondi del PNRR per le periferie. Faremo anche inchieste sul futuro dell’energia nel mondo e nel nostro Paese.
Come il web, i social, hanno cambiato in questi ultimi anni il modo di fare inchiesta?
Sono una fonte incredibile, ma sono anche una fonte tutta da verificare. Il rischio più grande è che possa far cambiare la modalità di fare inchiesta da parte dei giornalisti. Vedo sempre più la nuova generazione di giornalisti d’inchiesta lavorare sul web, mentre dovrebbe viaggiare sulle strade. Il giornalismo di strada è molto più formativo, veritiero, è quello che ti offre la realtà.
Qualche rimpianto per gli anni in cui il telefonino serviva solo per telefonare, o per quando, addirittura, non c’era?
Il telefonino è una grande scoperta, basti pensare a quante vite ha salvato, vite di persone che stanno male e che possono chiedere aiuto, che hanno incidenti stradali. È uno strumento impressionante anche di lavoro, ma al tempo stesso è una sorta di cintura di castità del ventesimo secolo, costringe a tante rinunce dal punto di vista della privacy.
Cosa ti fa dire, di una vostra inchiesta, che è veramente riuscita?
Quando hai la percezione che serve veramente a cambiare qualcosa. Quando ottieni risultati tangibili, importanti per il pubblico, per la collettività.
Come reagisci se nel corso di un’inchiesta ti accorgi di non essere sulla strada giusta, di avere “preso un granchio”?
Bisogna avere la forza e l’umiltà di tornare sui propri passi e se hai sbagliato di dirlo. Noi stessi facciamo delle precisazioni, delle rettifiche che danno forza al programma e a chi le fa. Rendono tutto molto più credibile.
Sappiamo che lavori tanto e dormi pochissimo. Cosa c’è, nella tua vita, oltre il lavoro, che ti dà soddisfazione?
Una cosa indotta. Mi capita spesso di girare per promuovere un libro o partecipare a convegni sulla libertà d’informazione, e anche in questi casi a darmi gioia è sempre il calore della gente.
EPPURE cadiamo felici
Da un romanzo di successo, a una serie che ha tutte le premesse per incontrare il favore del pubblico di RaiPlay. L’adolescenza è un periodo terribile per tutti, ma soprattutto per Gioia Spada (Gaja Masciale), 16 anni, costretta a traslocare per l’ennesima volta in un paesino con sua madre Sabrina (Giorgia Wurth). Sabrina, giovane e bellissima, ha avuto la brillante idea di andare a vivere a Gorizia dalla Nonna Claudia (Paola Sambo), ex frontwoman di una band grunge con la quale non ha rapporti da anni. Oltre alla disastrosa situazione familiare, Gioia deve confrontarsi con l’inserimento in una nuova scuola che, per una come lei, solitaria, senza amici e senza social, non è proprio semplice. Gioia, però, ha una passione: scattare foto alle persone girate di spalle. Questo perché, secondo il suo sguardo cinico ma romantico, il mondo “di spalle” appare migliore di quello che è. A scuola fa la conoscenza di Sara (Margherita Morchio), della bella e stronza Ludovica Benni (Linda Pani), che la prende subito di mira, del figo del liceo Andrea (Enea Barozzi), uno sfacciato Dj con grande risonanza social. E fra i professori c’è Bove (Matteo Branciamore): scapestrato, ribelle, incasinato, è l’unico che riesce a capirla. Nonostante l’interesse di Andrea, Gioia ha occhi solo per LO (Costantino Seghi), un ragazzo misterioso che la aspetta di notte in posti dove nessuno può vederli. LO vive per strada, assieme a un anziano senzatetto; ha commesso qualcosa di terribile in passato e potrebbe farlo di nuovo. Gioia non sa che la verità la travolgerà come un fiume in piena. “Eppure cadiamo felici”, diretta da Matteo Oleotto, è liberamente ispirata all’omonimo bestseller di Enrico Galiano. Sin dall’uscita in libreria nel 2017, il libro ha conquistato il cuore di migliaia di lettori in tutta Italia, diventando un fenomeno di culto e social. “Il mio punto di partenza è stato sicuramente il romanzo di Enrico Galiano – afferma il regista – un testo che ho trovato molto divertente e ricco di suggestioni visive. È proprio la lettura che mi ha ispirato un certo uso del colore, elemento importante nella serie. Oltre ai colori, abbiamo scelto delle location con delle forme geometriche molto precise: volevo costruire un racconto colorato, che a tratti può sembrare forse un po’ eccessivo, ma che ci sembrava giusto. Un mondo caldo, colorato e accogliente creato attorno ai personaggi”.
Dal 6 ottobre su RaiPlay la nuova serie dedicata all’adolescenza liberamente ispirata all’omonimo romanzo di Enrico Galiano con la regia di Matteo Oleotto. Con Gaja Masciale, Giorgia Wurth, Matteo Branciamore
I personaggi della serie
GIOIA
Ha sedici anni e un carattere all’apparenza ruvido e spigoloso. Ma è solo una maschera, muro sottile dietro cui nasconde le sue tante insicurezze. Ironica e tagliente ma, al contempo, timida, fragile e indifesa ha un rapporto conflittuale ma di grande complicità con sua madre, la causa ultima della sua vita nomade che l’ha portata a cambiare città più volte dei vestiti. Proprio per questo non ha mai avuto un vero amore o una vera amica. L’arrivo a Gorizia, dove sua madre è nata, le regalerà l’amore, nuove amicizie e anche qualcosa in più: una nonna speciale! Peccato che LO, il ragazzo che le farà perdere la testa, è per tutti morto un anno prima.
LO
Affascinante, passionale, sfuggente. LO è un mistero, a cominciare dal nome con cui si presenta a Gioia. Un “articolo determinativo” - come l'apostrofa lei con l'ironia che la caratterizza - che di certo e determinato ha ben poco. Nel suo passato e nel suo presente c'è, infatti, un segreto che Gioia, suo malgrado, sarà costretta a scoprire. Il ragazzo ha contraddizioni e sentimenti non espressi, ma sotto la superficie si nasconde il bisogno di qualcuno che lo aiuti a confrontarsi con i suoi fantasmi e a superarli. Gioia gli permetterà di guardare dentro di sé e di aprirsi sinceramente.
SABRINA
Sabrina non è esattamente la madre che tutti vorrebbero avere. O almeno questo è quello che Gioia pensa di lei. Svampita, inaffidabile, pasticciona, ma anche generosa, allegra, ipersensibile, Sabrina prende ogni decisione d'istinto e senza pensarci troppo, almeno fino al momento in cui non è costretta a fare i conti per la prima volta con le proprie responsabilità di madre e di figlia.
CLAUDIA
Più che una nonna, un'icona. Un'icona rock. Claudia, ex leader di un gruppo musicale alternativo degli anni '90, ha improntato tutta la propria vita a non seguire gli schemi, fieramente anticonformista, antiborghese, antitutto, in perenne aperto conflitto con la frivola spensieratezza di sua figlia. Saranno la malattia e la scoperta di essere parte di una famiglia a farle rivalutare il proprio modello di vita autarchico e solitario.
ANDREA
Bello, simpatico, intelligente, Andrea, leader del liceo, sembrerebbe avere tutto per essere felice. Si renderà conto che non è proprio così semplice nel momento in cui si innamorerà per la prima volta e capirà che seguire il proprio sogno musicale ha un prezzo molto alto.
SARA
Sara è l’opposto di Gioia: sfrontata, sicura di sé e incurante dei giudizi di tutti, condizione che le consente di vivere liberamente la sua sessualità. È figlia di una ricca famiglia di Gorizia che
l’adora. Almeno all’apparenza una vita perfetta, ma che nasconde più di una zona d’ombra, figlia dell’ipocrisia di un padre che strumentalizza la sua battaglia per i diritti e l’uguaglianza per fini “elettorali”. Grazie anche alla vicinanza di Gioia, imparerà a fare i conti con i suoi timori e a superarli.
PROFESSOR BOVE
Non bisogna essere per forza un ottimo insegnante per diventare un bravo maestro. Bove non lo sa ancora ma è destinato a scoprirlo presto! Ex ricercatore che si è visto rubare tutti i meriti da un collega che considerava anche amico, appena divorziato dopo un matrimonio devastante, Bove è un perdente nato. Forse anche per questo, sin dall'inizio, attira le simpatie di Gioia che vede in lui qualcuno capace di capirla senza giudicarla.
ALFREDO
Burbero e dalla battuta sagace, Alfredo è l'orso dal cuore buono, gestisce l'omonimo bar dalla clientela affezionata che verrà rivoluzionato dall'arrivo della nuova cameriera, Sabrina. Nasconde anche lui, come lei, qualche segreto, ma una volta messa da parte ogni diffidenza, farà di tutto per aiutarla.
Con il cuore DI BLANCA
In sei serate la seconda stagione della serie interpretata da Maria Chiara Giannetta, con Giuseppe Zeno, Enzo Paci e Pierpaolo Spollon. In onda da giovedì 5 ottobre su Rai 1
La follia di Blanca, la sua unicità e la sua fame di vita ci hanno conquistato nella prima stagione, e le nuove puntate saranno l’occasione per entrare ancora di più nel suo mondo. Nella seconda stagione della serie diretta da Jan Maria Michelini e da Michele Soavi, dal 5 ottobre su Rai 1, scopriremo nuovi segreti sulla sua famiglia, forse ancora più inaspettati di quelli legati alla morte della sorella, che porteranno non pochi sconvolgimenti nella vita della protagonista e in quella di chi le sta vicino… soprattutto ora che, diventata consulente della Polizia a tutti gli effetti, si trova ad affrontare anche sul lavoro sfide nuove e difficili, che la renderanno ancora una volta protagonista delle indagini al commissariato San Teodoro. Torneranno gli amati compagni di avventura: la fedele Linneo (interpretata da Fiona), Lucia (Sara Ciocca), che avrà un ruolo ancora più importante nella vita di Blanca, il padre Leone (Ugo Dighiero) e l’amica Stella (Federica Cacciola); ritroveremo i colleghi del commissariato, Bacigalupo (Enzo Paci) e soprattutto l’ispettore Liguori (Giuseppe Zeno): la tensione sentimentale tra lui e la nostra eroina crescerà, soprattutto quando lui farà ingelosire Blanca con una nuova fiamma che viene dal passato; e poi ancora Sebastiano, di cui scopriremo nuovi lati inediti. Ma arriveranno anche personaggi nuovi che costringeranno Blanca a fare i conti con quella che è la sua storia e a decidere chi vuole essere. Per esempio, nonostante il suo bisogno di assoluta autonomia, dovrà accettare di trovarsi una collaboratrice domestica visto che il nuovo incarico da consulente non le permette di occuparsi delle faccende di casa. Ogni puntata racconterà un caso d’indagine con un’ambientazione particolare scelta tra i luoghi caratteristici di Genova, a mostrare un mondo diverso e i personaggi che vivono al suo interno, raffigurati con realismo e un pizzico di commedia. Oltre ai gialli verticali, ci sarà anche un nuovo intrigante giallo di stagione. Il commissariato sarà sotto l’attacco di un misterioso attentatore seriale che semina il panico a Genova, facendo esplodere diverse bombe per la città, e che coinvolgerà Blanca in prima persona. Nel mentre, in una corsa contro il tempo, Blanca farà di tutto per proteggere le persone che ha attorno. In questa nuova stagione Blanca imparerà che colleghi, amici e amanti a volte ci staccano pezzi di cuore e se li portano via, in qualche posto lontano, fuori dalla nostra possibilità di proteggerli. Di proteggerci. Ma realizzerà che solo accettando questo rischio può capire davvero e ancora meglio la bellezza di ballare sotto la pioggia.
I nuovi personaggi
ELENA ( MICHELA CESCON )
Elena ha circa 50 anni ed è la collaboratrice domestica di Blanca. Le sue parole e i modi diretti conquistano la protagonista, che la assume dopo un brevissimo colloquio. Ed è così che la donna comincia a frequentare la casa prendendosene cura e facendo sì che al suo ritorno Blanca trovi sempre le stanze in ordine, i vestiti stirati e un pasto caldo. Ma il piccolo idillio che si è creato tra loro, si infrangerà molto presto: scopriremo infatti che Elena nasconde qualcosa. Cosa sta cercando? Che vuole davvero da Blanca?
POLIBOMBER ( STEFANO DIONISI )
È un misterioso attentatore seriale che semina il panico a Genova, facendo esplodere diverse bombe per la città: è determinato a restare nell’ombra e giocare al gatto col topo con le forze dell’ordine, che tiene sotto tiro con i suoi colpi e le sue telefonate, realizzate con una sinistra voce contraffatta.
VERONICA ALBERICI (CHIARA BASCHETTI )
Veronica è un’affascinante avvocatessa che lavora per lo studio di Livia, la madre dell’ispettore Liguori. È una donna smart e intraprendente, che avendo a che fare con il commissariato, si trova a essere corteggiata dal figlio del proprio capo. Il suo rapporto con Veronica sarà per Liguori come un ritorno a casa, ben diverso da quello con Blanca, pieno di conflitti nonostante l’evidente attrazione.
PAOLO SIVORI ( RAFFAELE ESPOSITO)
Il caso d’indagine sull’attentatore seriale che impegna i nostri dall’inizio di questa nuova stagione si rivela via via sempre più intricato. Per questo motivo, la Questura centrale decide di costituire una sorta di unità di crisi, anzi per essere precisi unità speciale, guidata da Paolo Sivori, capo della Digos (Divisione Investigazioni Generali e Operazioni Speciali) di Genova.
IVAN SCARABOTTI (CARLO SCIACCALUGA)
Scarabotti è un giovane agente di Polizia appena entrato in servizio. È molto timido ma anche leale, sempre solerte nel rispondere ai suoi superiori e pronto a farsi in quattro per la sua squadra, con l’energia di chi è alle prese con un lavoro che ama. Per la sua sollecitudine, e anche per un’inclinazione un po’ da “secchione”, diviene ben presto il bersaglio di Carità, che ha un’indole alquanto diversa.
L'AGORÀ DEL WEEKEND
Da quasi dieci anni nella squadra del programma come redattrice e inviata, la giornalista conduce ora gli appuntamenti del fine settimana: «Fiera che l’azienda abbia investito su di me». Il sabato e la domenica alle 8 su Rai 3
“Agorà Weekend”, che viaggio è per gli spettatori e per te?
Cerchiamo di informare, di approfondire, scegliendo dei focus per le nostre puntate, ma facendolo anche con leggerezza, con un approccio più accogliente e adatto al fine settimana. Ci sono gli inviati con i loro servizi, con i collegamenti in diretta, per un racconto articolato con un taglio diverso. Raccontiamo meno la politica stretta e piuttosto come la politica si riflette sul mondo reale. Diamo spazio anche all’approfondimento culturale, a me tanto caro anche per la mia formazione umanistica, con inserti di terza pagina. Fermo restando che i fatti dell’attualità continueranno ad avere la precedenza nella narrazione. Se succede un evento importante “Agorà Weekend”, così come “Agorà”, sono in prima linea, come accaduto, ad esempio, in primavera, con l’alluvione in Romagna.
Nel segno del servizio pubblico…
E grazie all’apporto, fondamentale, delle redazioni regionali della TgR. Le risorse messe a disposizione dall’azienda rappresentano un vero valore.
Cosa significa avere in mano la fiducia dello spettatore e continuare a meritarsela?
È la grande scommessa. Bisogna continuare ad agire nel solco di una tradizione autorevole, quella di “Agorà”. La fiducia si rinnova preparandosi, guardandosi intorno, non smettendo mai di studiare, cercando di mantenere gli occhi aperti. Vuol dire anche concentrarsi sulle cose e sul come raccontarle, e non sul chi le cose le racconta. I più grandi esempi di buona informazione sono esperienze collettive.
Come è cambiato nel tempo il racconto della politica e della società nella narrazione di “Agorà”, come di “Agorà Weekend”?
Se apri i social, se accedi ai mille modi di informarsi che abbiamo, vedi che i tempi di fruizione dell’informazione sono cambiati. Ecco, è importante prenderne atto, farlo, pur senza caderne vittime. La cosa più intrigante è che questo lo ha capito in primo luogo la comunicazione politica stessa, cambiando passo.
Come nasce una tua intervista?
Dal saputo e al tempo stesso da una curiosità soggettiva. È lecito chiedersi, perché questa persona mi incuriosisce? Un’intervista è sempre l’incontro tra due persone. Ad “Agorà” cerchiamo anche di costruire nuovi ruoli per i nostri ospiti, per personaggi che vengono da noi. Chi ha detto che Mario Tozzi debba parlare
solo di ambiente? Chi ha detto che un politico debba per forza parlare di ciò che si occupa? È un percorso interessante da fare.
Come reagisci quando un intervistato sembra non dirti la verità?
È complicato, anche perché è difficile capire quando un ospite ti sta mentendo. Non sono una di quei giornalisti che pensano che la verità sia una e una sola, che sia così chiara e lampante da vedere in ogni momento. La mia formazione mi porta a considerare il percorso dialettico. Ovviamente la verità non si costruisce, ma possiamo provare a fare ragionare le persone, sulla base di un racconto, un dialogo, che nella realtà ci vanno. La grande sfida è sempre quella di dare modo a chi ci guarda di farsi un’idea. Ho sempre voglia di capire le cose mentre le sto scoprendo, un percorso che si fa insieme allo spettatore, andando oltre i barocchismi e ai tecnicismi della politica.
Se potessi intervistare un protagonista della storia repubblicana passata, chi sceglieresti?
Se rispondo con il cuore, da italianista, dico Italo Calvino, del quale il 15 ottobre cadrà il centenario della nascita. Sono molto sensibile alla narrazione, al racconto, alla letteratura. Avvicinarsi a Calvino, leggerlo, studiarlo, significa anche capire il Paese.
Di che cosa parleresti con lui?
Mi piacerebbe parlare di tutto, di come vede cambiato il popolo italiano, inteso come insieme di cittadini. Gli chiederei di dirmi la sua sulla nuova impostazione della politica. E poi gli domanderei anche come si possa andare incontro alle esigenze dei nuovi italiani, anche nell’ambito dell’informazione.
A proposito di italiani, in tutti questi anni di lavoro ad “Agorà” cosa hai scoperto di loro?
Ho scoperto un Paese che ha voglia di essere ascoltato. Che ha voglia di dare il proprio contributo ma che ha perso di vista gli strumenti per provare a farlo. C’è un rischio di scollamento fra il mondo raccontato e il mondo reale, che è molto più sfaccettato e difficile da ridurre a una immagine univoca. Questa è la difficile scommessa sul racconto del Paese. Ma credo che l’informazione debba tornare in qualche modo a fare un vecchio lavoro: quello di dare un contributo e degli strumenti per costruirsi pensiero e coscienza critica, una parola non più di moda purtroppo.
Lavoro a parte cosa ti fa stare bene?
La persona che sta per aprire la porta di casa in questo momento, il mio compagno Michele. Ho la fortuna di avere una famiglia e amici meravigliosi, ma in particolare lui. È un regalo grande.
MARZIA RONCACCI
Torna la rubrica di informazione e approfondimento
“Tg2 Italia Europa”, dal lunedì al venerdì alle 10 su Rai 2. La conduttrice al RadiocorriereTv: «Entriamo in questioni europee che riguardano la vita di tutti i giorni. Europa e Italia sono strettamente legate e i risvolti li troviamo nella microeconomia»
Da lunedì 2 ottobre torna la rubrica di approfondimento del Tg2. Quali saranno le novità?
Non saranno poche. All’inizio sarà strettissima attualità con grande ritmo. Molti i collegamenti con gli inviati, legati ai fatti in Italia e nel mondo. Ci collegheremo spesso con le sedi regionali per far emergere anche le storie del territorio. Avremo l’agenda politica e un collegamento con Bruxelles anche in virtù della plenaria di Strasburgo, perché vogliamo capire anche la Commissione Europea come si muove, cosa fa, e l’Italia come risponde. Non mancherà l’angolo dell’approfondimento in cui affronteremo l'attualità con ospiti in studio. Ci occuperemo poi degli avvenimenti del passato in una chiave moderna, contemporanea e attuale. Infine proporremo l’intervista del giorno. Ringrazio il direttore Antonio Preziosi, perché la mia conduzione non è comunque mai scontata.
Approfondimento e informazione in una formula che la scorsa edizione le ha dato molte soddisfazioni in termini di ascolti… Non ci aspettavamo ascolti così alti. Sono stati ottimi, eppure la mattina non è facile e andiamo contro mostri sacri. Sicuramente ci hanno premiato l’informazione, che è pacata, gli ospiti che hanno lo spazio per spiegare, il linguaggio adeguato e non troppo costruito.
Quali sono i punti di forza dei 55 minuti di “Tg Italia Europa”?
Il grande feedback che io ho dai social mi porta subito un riscontro. La gente ha bisogno di sapere, vuole capire e si rende conto perfettamente che la nostra informazione non è manipolata, ma pulita e chiara. Facciamo parlare gli esperti, utilizziamo un linguaggio idoneo, senza fronzoli. Anche nel caso di cronaca forte, noi diamo la notizia, senza spettacolarizzazione.
Attualità, politica, cronaca e l’Europa in primissimo piano anche nei risvolti della vita quotidiana?
Certamente, perché l’Europa non vuole essere presentata come uno spauracchio. In base alle decisioni e alle direttive europee cerchiamo infatti di capire cosa accadrà ad esempio nelle tasche degli italiani. Entriamo in questioni europee che riguar-
CUORI la seconda Dalla DELLA
dano la vita di tutti i giorni. Europa e Italia sono strettamente legate e i risvolti li troviamo nella microeconomia.
Come affronta un’intervista complessa da un punto di vista emotivo?
Quando si dice che un giornalista deve lavorare con distacco è vero, ma fino a un certo punto. Quando mi sono trovata davanti, ad esempio, il papà del ragazzo che è stato ucciso sul marciapiede mentre camminava con un suo amico per tornare a casa, non è stato affatto semplice. Quindi si cerca sempre di essere delicati e di non oltrepassare mai quel limite che può ferire una persona. Se il lavoro viene fatto con educazione, competenza e discrezione, non c’è intervista che non si possa fare. Anche se alcune, sono davvero più delicate.
Che peso hanno avuto passione e determinazione nella sua carriera?
La passione prima di tutto, perché è una strada complicata e non si arriva in modo semplice. E poi c’è la determinazione. Oggi, con l’esperienza che ho, penso che sia importantissima perché non bisogna mai mollare.
CUORI
parte GENTE
stagione
Passione, determinazione e… … competenza. Sono stanca del pressapochismo. Credo che serva assolutamente perché bisogna studiare, leggere tanto, documentarsi, capire qual è stata la nostra storia, fare un passo indietro e poi proiettarsi nel futuro. È fondamentale.
Oltre al giornalismo e alla televisione, quali sono le sue passioni?
Il mio lavoro è anche la mia principale passione. Se sono in vacanza vado a vedere dove magari fare un servizio, oppure cerco una storia da raccontare. Mi piace anche lo sport, in particolare il tennis e il padel all’aria aperta. Amo stare con gli amici, quelli veri e quelli giusti. Ma sto benissimo anche con mia madre e con le mie sorelle. Queste sono, se vogliamo, le mie passioni.
AVANTI POPOLO
L’attualità, la quotidianità, con i suoi temi e problemi da affrontare ogni giorno, discussi in studio dal pubblico nel nuovo talk show condotto da Nunzia De Girolamo, in onda da martedì 10 ottobre in prima serata su Rai 3
Protagonista indiscusso della nuova trasmissione di Nunzia De Girolamo sarà il popolo: quello che ha fatto la storia, ma anche quello che l’ha subita. Rappresentato in studio da un pubblico di 100 persone, di età e provenienza diverse, donne e uomini, giovani e meno giovani, appartenenti a tutte le classi e categorie sociali (lavoratori dipendenti, operai, casalinghe, disoccupati, liberi professionisti, studenti universitari, insegnanti ecc.), ciascuno con la propria idea politica e la propria visione del mondo. In una società liquida come quella in cui viviamo oggi, dove il dibattito sui temi che segnano la nostra contemporaneità si svolge spesso e volentieri in un luogo virtuale come i social media, “Avanti Popolo” riporterà la discussione in un luogo reale, attraverso l’incontro e lo scontro diretto, in cui i presenti animeranno un confronto aperto e costruttivo su questioni divisive, argomenti e notizie di attualità politica, sociale ed economica del nostro Paese. Compito della conduttrice sarà quello di ascoltare in maniera imparziale cercando di mediare tra le tante voci, tentando ove possibile di trovare un punto di convergenza. Non mancheranno momenti in cui il popolo-pubblico potrà confrontarsi e rivolgersi direttamente ai rappresentanti della politica e delle istituzioni, che saranno invitati a partecipare per esprimere la propria posizione sulle questioni affrontate, ma soprattutto per rispondere alle domande della gente. Nel corso delle puntate interverranno poi anche altri ospiti tra giornalisti, intellettuali e opinionisti, a supporto delle diverse argomentazioni messe in campo. A fare da contrappunto al dibattito in studio, i servizi filmati realizzati dai giornalisti inviati in tutta Italia, attraverso i quali si cercherà di approfondire e sviscerare i temi al centro della discussione, insieme a materiali presenti sul web e sui social, strumenti attraverso i quali anche il pubblico da casa sarà invitato ad esprimersi.
SCUOLA DI DANZA
I ragazzi dell’Opera
DANZA 2 dell’Opera
Una serie Rai Contenuti Digitali e Transmediali. L’indimenticabile stagione degli allievi del prestigioso teatro romano, tra sfide e nuove discipline. In esclusiva su RaiPlay dal 5 ottobre e in anteprima il 4 ottobre a Bari, in occasione del Prix Italia
Sognano fin da bambini di danzare sulle punte, inseguendo le proprie aspirazioni. Vivono le sfide con impegno e si sottopongono a un duro lavoro individuale e collettivo di preparazione tecnica e ispirazione artistica. Sono gli allievi del prestigioso teatro dell’Opera di Roma, protagonisti in esclusiva su RaiPlay da giovedì 5 ottobre della nuova stagione di “Scuola di Danza 2 - I ragazzi dell’Opera”, una serie prodotta da Rai Contenuti Digitali e Transmediali. A dirigere la scuola, c’è Eleonora Abbagnato, étoile di fama internazionale e direttrice del corpo di ballo del Teatro dell’Opera, che ha conquistato l’Opéra di Parigi e ha aperto la scuola a nuove discipline, alternando repertori classici e contemporanei. Un’importante sfida per i giovani ballerini e in particolare per quelli dell’ottavo corso, prossimi al diploma, alle prese con le prime audizioni della loro vita. Le strade di Giulia, Samuele e Antonio, amici storici, potrebbero quindi dividersi: loro come anche Roberto, sognano di entrare a far parte del corpo di ballo del Teatro dell’Opera, ma chi ci riuscirà veramente? Nel corso delle dodici nuove puntate, vecchi e nuovi amori si affacciano nelle vite degli allievi, che a volte faticano a trovare un equilibrio tra gli impegni accademici, sempre più pressanti, e la leggerezza tipica della loro età. L’anteprima di “Scuola di Danza 2 – I ragazzi dell’Opera” si terrà a Bari, il 4 ottobre alle 17 in Piazza del Ferrarese, durante il Prix Italia 2023. Damiano Felici e Simone Coluccio, allievi della Scuola di danza del Teatro dell’Opera di Roma, presenteranno un estratto da “Atto due”, coreografia di Francesco Annarumma. La serie sarà poi disponibile in esclusiva su RaiPlay da giovedì 5 ottobre e dal 24 dicembre, anche su Rai5.
LA SALA DEGLI ARAZZI INTITOLATA
La cerimonia in Viale Mazzini 14, a Roma, sede del servizio pubblico radiotelevisivo alla presenza della moglie e della figlia del grande giornalista
Una vita dedicata al giornalismo, al racconto della realtà e del Paese, e al servizio pubblico radiotelevisivo. A Sergio Zavoli, per decenni protagonista dell’informazione della Rai, e che della radiotelevisione italiana fu anche presidente, è stata intitolata la Sala degli Arazzi in viale Mazzini a Roma, in una cerimonia alla quale hanno preso parte la moglie Alessandra, la figlia Valentina e i vertici aziendali, la presidente Marinella Soldi e l’amministratore delegato Roberto Sergio. “Quella di Sergio è stata una vita lunga, piena e
felice. Non avrebbe potuto desiderare di più. Cultura, passone, rigore, spirito di servizio e un’idea etica dell’informazione – afferma Alessandra Zavoli – la Tv per lui era un mezzo straordinario di promozione della crescita culturale della società”. “Papà – ha dichiarato la figlia Valentina – amava dire che la cultura è quel bene dell’umanità che quando si moltiplica accresce il suo lavoro. Lui ha sempre dato voce a chi non l’aveva, cercando di separare i fatti e le opinioni. Quando si passerà da questa sala si rinnoverà quel patto”. Un’attività e un esempio che, ha sottolineato la Presidente Marinella Soldi – sono inscindibilmente legati all’essenza della Rai: “Rilevanza, qualità, credibilità, innovazione: queste parole chiave del servizio pubblico sono nel cuore di tutto ciò che Zavoli ha fatto per la televisione e la radio. La grande curiosità, l’apertura al mondo, il rifiuto del-
INTITOLATA A SERGIO ZAVOLI
le spiegazioni superficiali lo hanno portato a indagare luoghi, eventi e situazioni poco illuminati o critici del nostro Paese e della nostra storia: dai conventi di clausura ai manicomi, dalla dittatura fascista agli anni di piombo. Sempre dalla parte del pubblico, senza protagonismo. Forte di una cultura profonda, ma capace di farsi comprendere da chiunque”. Per l’amministratore delegato Roberto Sergio “Zavoli rappresenta il vero giornalismo: rigoroso, intelligente e dall’analisi acuta ed approfondita. Uomo di grande rettitudine e onestà intellettuale ha saputo incarnare in maniera esemplare l’istituzione giornalistica e rappresenta un modello di equilibrio, competenza e serietà professionale di elevata e rara caratura, cui dovranno ispirarsi anche le nuove generazioni di giornalisti. Sergio Zavoli, fra i tanti incarichi ricoperti, è stato anche un altissimo
manager della nostra azienda, in qualità di Presidente nell’era di un altro gigante delle nostre istituzioni, Biagio Agnes, che fu Direttore generale della Rai. Sotto la guida di questi due titani del giornalismo la Rai visse una ‘aurea aetas’, cui spero che la nostra amata azienda possa presto ritornare”. Sull’intitolazione della Sala degli Arazzi al grande giornalista, Sergio conclude: “È con quest’orgoglio e spirito di appartenenza alla più grande azienda di comunicazione in Italia che oggi abbiamo posto la targa alla memoria di uno degli uomini Rai che più hanno dato un senso al servizio pubblico nel nostro Paese. Con profonda riconoscenza, perché le grandi aziende hanno bisogno di affondare le proprie radici in un passato forte, per superare le fasi delicate e proiettarsi verso un futuro luminoso”.
Un cast di prim’ordine e una storia appassionante: Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Bronwyn
James, Joaquim de Almeida, Luca Barbareschi, Milan Peschel, Fortunato Cerlino e Mickey Rourke
diretti da Roman Polansky
C’era una volta, e c’è ancora, il Palace Hotel. Uno straordinario castello progettato all'inizio del 1900 da un architetto mistico, un castello che si trova sulle montagne della Svizzera, nel bel mezzo di una valle innevata. È il Palace Hotel, edificio dall'atmosfera gotica e fiabesca dove ogni anno, ospiti ricchi, viziati e viziosi convergono da tutto il mondo. Un evento irripetibile li ha riuniti tutti, la festa di Capodanno 2000. Al servizio delle
THE PALACE
loro stravaganti esigenze c’è uno stuolo di camerieri, facchini, cuochi e receptionist. È l’alba del nuovo millennio e Hansueli (Oliver Masucci), devoto manager cinquantenne del suntuoso albergo, ispeziona quasi militarmente lo staff prima dell’arrivo degli ospiti per la sera di Capodanno 2000 ribadendo che non sarà la fine del mondo. Ma nell’aria aleggia il Millennium Bug e il timore o la speranza che al rintocco della mezzanotte i conti dei grandi finanzieri subiscano oscillazioni inaspettate grazie al blocco dei sistemi informatici. In effetti quella che si prepara è davvero una guerra combattuta a colpi di stravaganze ed eccentricità degli ospiti dell’Hotel. Cani e pinguini con bisogni umani e umani con bisogni animali. Le loro storie danno vita ad una commedia assurda, nera e provocatoria. È la fine del 1999, non solo l'epilogo di un secolo, ma la fine di un intero e controverso millennio. “The Palace” è il nuovo film di
PALACE
Roman Polanski, prodotto da Luca Barbareschi per Èliseo Entertainment Moving Emotions Production con Rai Cinema, a scrivere la sceneggiatura il regista insieme a Jerzy Skolimovski e a Ewa Piąskowska. Il cast vanta una rosa di personaggi internazionali: Oliver Masucci, Fanny Ardant, John Cleese, Bronwyn James, Joaquim de Almeida, Luca Barbareschi, Milan Peschel, Fortunato Cerlino e Mickey Rourke. “Per quasi mezzo secolo ho frequentato un luogo in Svizzera dove si trova un hotel di lusso, appartenente alla categoria 5* Superior Hotel, noto come Gstaad Palace – afferma il regista – ho osservato la vita di questo albergo, dove soggiorna un'élite estremamente ricca e poliglotta, attorno alla quale si muove il proletariato dell'hotel. Questi due mondi sono, a loro modo, esilaranti, a volte persino grotteschi. Tutto li separa, a partire dalle loro opinioni politiche. Li unisce solo la figura del direttore dell'albergo, che si
prende cura di tutti e cerca di accontentare tutti, a volte in verità leccando i piedi sia ai clienti che ai subordinati. Con abilità diplomatica, trova una via d'uscita dalle situazioni più improbabili. Una volta sono stato invitato a trascorrere il Capodanno in questo hotel. Era la vigilia dell'anno 2000, nel bel mezzo del panico generale causato dalle voci sul ‘millennium bug’ che avrebbe dovuto portare alla fine del mondo dei computer. Vidi in pieno il carosello assurdo che si agitava. L'idea di fare un film su questo mondo esotico mi è venuta immediatamente. Doveva essere una commedia, un po' brusca e sarcastica, severa nei confronti dei personaggi del film, ma non priva di un tocco di indulgenza e simpatia. Per varie ragioni, ho rimandato questo progetto per anni. Ora, in prossimità del mio novantesimo compleanno, mi sono detto che potevo concedermelo e che non si sarebbe presentata un'occasione migliore”.
Basta
TRE DONNE
Ifilm Tv di Alfredo Giannetti scritti, diretti e cuciti addosso alla straordinaria Anna Magnani, nei quali l'attrice è protagonista assoluta di tre storie che offrono altrettanti sguardi sulla vita italiana e sulle sfaccettature dell'animo umano. Ripresi a colori, in onda in bianco e nero nell'autunno 1971, Rai Teche li restituisce al pubblico in tutte le tinte e sfumature originarie. Ad affiancare uno dei volti più amati del cinema italiano, attori del calibro di Enrico Maria Salerno e Vittorio Caprioli, oltre a un giovanissimo Massimo Ranieri. Musiche di Ennio Morricone, fotografia di Leonida Barboni. Regia di Alfredo Giannetti.
SOLO COSE BELLE
Benedetta, la figlia sedicenne del sindaco di un paese dell'entroterra di Rimini, viene attirata dai componenti di una rumorosa e stravagante comunità di una casa famiglia, appena arrivata nel suo comune. Ne fanno parte un papà, una mamma, un extracomunitario appena sbarcato, una ex prostituta, un carcerato, due ragazzi con gravi disabilità, un bimbo in affido e un figlio naturale. Gli autoctoni non reagiscono bene. Regia di Kristian Gianfreda. Interpreti: Idamaria Recati, Luigi Navarra, Giorgio Borghetti, Carlo Maria Rossi, Barbara Abbondanza. Una storia inclusiva, in commedia. Un Original della piattaforma Rai.
Basta un Play!
ONE MORE JUMP
Jehad e Abdallah sono due ragazzi palestinesi, nati e cresciuti insieme nella Striscia di Gaza. Nel 2005 hanno fondato il Gaza Parkour Team per dare alle nuove generazioni un'alternativa alla guerra. Dopo essere riuscito a scappare, oggi Abdallah vive in Italia come rifugiato politico, non trova lavoro e riesce a malapena a sopravvivere. Jehad è ancora intrappolato nella Striscia, si prende cura dei genitori malati e guida da solo la squadra, nella terribile situazione politica di Gaza. Due atleti palestinesi che combattono per la libertà, nella storia con la regia di Emanuele Gerosa.
LO SPECCHIO DI LORENZO
Nel mondo di Lorenzo, niente è come appare. Gli umani spaventosi vengono sostituiti da animali, le stanze diventano boschi. Tutto quello che piace a Lorenzo ha colori caldi, rassicuranti, luminosi; disagio e paura, invece, sono bui e freddi. Quella in cui vive il piccolo è la bolla creata dal suo autismo, che gli impedisce di comunicare. Un giorno, però, questa bolla verrà squarciata... Disponibile anche nella lingua dei segni italiana (LIS). Un film di animazione attento ai temi dell'inclusione e dei BES. Regia di Angela Conigliaro.
IL MERCATO
Lunedì 2 ottobre nuova sfida della Gara dei Racconti Autunno 2023 di Radio1 Plot Machine. In onda alle 23.30 con Vito Cioce e Duccio Pasqua. Ospite l’attore e scrittore Giacomo Poretti, che ha pubblicato il libro “Un allegro sconcerto” (La Nave di Teseo). Se vuoi partecipare alla Gara, invia entro domenica 15 ottobre il tuo inedito (massimo 1500 battute, spazi inclusi) nella sezione Novità del sito www.plot.rai.it. Il tema è IL MERCATO. Vengono selezionati 2 racconti per ciascuna puntata, letti dalle voci di Radio1 Rai e poi votati sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine. In palio per il Vincitore della Gara la partecipazione come ospite in una puntata speciale del programma. Live streaming e podcast sull’app RaiPlaySound.
FUTURADIO
La Festa di Radio 3 a Bolzano. Appuntamento al Teatro Comunale da giovedì 12 a domenica 15 ottobre
Essere liberi significa anche essere capaci di pensare al futuro, progettarlo e cercare di realizzarlo. Da giovedì 12 a domenica 15 ottobre, Rai Radio3 racconterà l’Italia che riflette e lavora al proprio futuro, sottraendosi alla tentazione di raffigurarlo solo in termini angosciosamente distopici o, al contrario, ottimistici e consolatori. Appuntamento al Teatro Comunale di Bolzano con “Futuradio”: un’esplosione di musica e parole con al centro il futuro. Sul palco, conduttrici e conduttori delle trasmissioni più seguite della rete, da “Radio3 scienza” a “Fahrenheit” a “La lingua batte”, passando per la grande musica, il teatro, l'arte. Nei quattro giorni della festa saranno passati in rassegna i futuri possibili e gli ambiti in cui vengono
progettati: quelli della cultura scientifica e artistica, i centri di ricerca, le aziende innovative. Si parlerà di sostenibilità e biodiversità, big data e Intelligenza Artificiale, cambiamenti climatici e migrazioni. E ancora: multiculturalismo, innovazione dei linguaggi creativi in musica, letteratura e arte, lasciando spazio alle visioni dei più giovani. Ad aprire la festa, la sera di giovedì 12 ottobre, un’incursione nel mondo del cinema con un’anteprima di “Hollywood party” che introdurrà il tema del successivo concerto dei Calibro35, ovvero le colonne sonore dei film di fantascienza. Tra i tantissimi appuntamenti che si susseguiranno, in primo piano quello con “Italia, futuro”, un workshop di Radio 3 scienza sugli scenari prossimi venturi con Enrico Giovannini ed Enrico De Biase; il concerto Barcaccia Lab con Ilaria Sicignano, vincitrice del concorso per giovani cantanti lirici Voci in Barcaccia 2023; la musica live dell’Idealista con Økapi ed Emanuele Maniscalco; “Fahrenheit” con un dibattito su Intelligenza Artificiale e immaginario letterario; una puntata speciale di “Ad alta voce” dedicata a “La recita di Bolzano”, di Sándor Márai, letto da David Riondino; l’appuntamento con il Teatrogiornale di Roberto Cavosi; la sera del venerdì si chiuderà dall’Auditorium con il concerto dell’Orchestra Haydn diretta da Ottavio Dantone con un’elaborazione della musica di Beethoven, affidata all’elettronica e all’IA. Sabato si aprirà con il consueto appuntamento con le Lezioni di musica; poi Il destino è un canto, ritratto di Maria Callas a cento anni dalla nascita, con Luca Scarlini e Kety Fusco; e ancora, l’Intervista impossibile di Andrea Bajani a Italo Calvino interpretato da Giuseppe Cederna; spazio all’arte, con un’istallazione di Irene Dionisio che, attraverso l’IA, elabora le sollecitazioni degli spettatori per produrre una fiaba ambientata nel futuro; spazio anche alla storia, con un salto temporale insieme ad Amedeo Feniello per scoprire il senso del futuro nel Medioevo; in serata Maistah Aphrica con la loro miscela entusiasmante di jazz, musica africana ed exotica. Domenica, un’esplorazione del paesaggio multilinguistico e socioculturale della realtà altoatesina con “La lingua batte”; l’Ecoconcerto per paesaggio sonoro e violoncello nato da un’idea di Silvia Chiesa e di Enrico Montrosset. A chiudere, infine, “Tutta l’umanità ne parla”, il talk show impossibile di Radio3 con Edoardo Camurri e i suoi ospiti speciali. “Futuradio”, la festa di Rai Radio3 è realizzata in collaborazione con la Provincia autonoma di Bolzano e il Teatro Stabile di Bolzano, con il Patrocinio del Comune di Bolzano.
SOUVENIR
Versatile ed eclettica, Emma presenta al pubblico il suo nuovo disco, ricco di produzioni diverse, in cui emergono tutte le sfumature della sua voce. Da novembre, appuntamento in alcuni club italiani per poter vivere e condividere in modo intenso tutti i colori e le emozioni dell’album
Dal 13 ottobre sarà disponibile il nuovo disco di Emma, un viaggio anticipato da “Iniziamo dalla fine”, attualmente in radio, e “Mezzo mondo”. “Souvenir” raccoglie le immagini, i colori e le emozioni sentite e vissute dall’artista in più di due anni. È l’istantanea, ferma nello spazio e nel tempo, di un nuovo capitolo della sua vita. Scritto nei luoghi più disparati, è un disco ricco di produzioni diverse in cui emergono tutte le sfumature della voce di Emma, che ancora una volta non si mette in gioco solo come interprete, ma anche come autrice. Il souvenir è ciò che resta di questo incredibile viaggio che attraversa la vita reale, e la realtà e le cose concrete sono il centro di tutto il progetto. Il disco si arricchisce di paesaggi autentici in cui si respira verità e si alimenta il rapporto con la terra. È proprio per questa voglia di riportare al centro l’autenticità delle emozioni e dei legami che Emma ha deciso di presentare al suo pubblico il nuovo disco con alcuni speciali appuntamenti nei club d’Italia: un incontro a tu per tu, in un luogo intimo e rock and roll, un ritorno alle origini in cui poter vivere e condividere in modo intenso tutti i colori e le emozioni di “Souvenir”. Così nasce “Souvenir in da club”, una vera e propria esperienza per ascoltare dal vivo il nuovo album e ritornare a casa con un ricordo unico. 18 appuntamenti in 8 città d’Italia, a partire dal 10 novembre da Nonantola, Modena, per proseguire il 12, il 13 e il 15 novembre a Roma, il 22 e 23 novembre a Padova, il 26, 27 e 29 novembre a Milano, il 2, 3 e 5 dicembre a Torino, l’11 e 13 dicembre a Pozzuoli, Napoli, il 17 e 18 dicembre a Bari e il 21 e 22 dicembre a Firenze. Intanto è in radio il nuovo singolo “Iniziamo dalla fine”, scritto dalla stessa Emma insieme alla coppia di autori Davide Simonetta e Paolo Antonacci. Si tratta dell'ultimo brano del disco ad essere chiuso e anche per questo, simbolicamente, si è deciso di ripartire proprio da qui, dal finale, per provare a scrivere una nuova storia ripercorrendo, al contrario, quel viaggio che ha dato vita all’album. Emma, artista versatile ed eclettica, è stata consacrata come una delle voci più amate in Italia. Ad aprile 2023 ha pubblicato “Mezzo Mondo”, brano che ha segnato la strada del suo nuovo ritorno musicale e che è già stato certificato oro. Quest’estate è stata protagonista insieme a Tony Effe con il brano “Taxi sulla Luna” (certificato platino), che ha raggiunto oltre 45 Milioni di stream totali.
Una donna dalle straordinarie doti umane: la dottoressa Eva Ghilli ha iniziato la sua carriera nelle Questure di Torino e di Genova, prestando servizio all’Ufficio Prevenzione generale e Soccorso pubblico e alla Sezione Antidroga della Squadra Mobile, dove ha maturato una notevole competenza professionale. Ha poi frequentato il 108° Corso di Formazione per Commissari presso la Scuola superiore di Polizia di Roma, al termine del quale è stata assegnata alla Questura di Grosseto dove si è occupata della delicata attività del controllo del territorio da parte delle Volanti della Questura, facendosi apprezzare da tutti i collaboratori per le particolari doti umane e professionali. Successivamente ha diretto l’Ufficio Immigrazione e ora dirige il Commissariato di Volterra.
Un’intera carriera in polizia con il primo incarico come agente alla Questura di Torino dove ha prestato servizio fino al 2007. Ci racconta le tappe della Sua carriera?
Allora dobbiamo partire dall’inizio… dopo il corso di formazione, che ho frequentato presso la Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Bolzano, sono stata assegnata alla Questura di Torino dove ho concluso il tirocinio formativo. Successivamente sono stata trasferita alla Squadra Mobile e più precisamente alla VI sezione Antidroga. Ricordo ancora con grande emozione il giorno in cui sono entrata per la prima volta negli uffici della “narcotici” dove i colleghi con i quali dovevo lavorare erano per la maggior parte uomini con lunghi anni di servizio alle spalle. Inizialmente ero molto intimorita perché temevo che proprio per questo avessero difficoltà a interfacciarsi con una collega molto giovane che non aveva ancora maturato grandi esperienze professionali. Invece, superato un primo momento di difficoltà, dovuto in gran parte alla mia inesperienza, devo dire che sono stata accolta con entusiasmo e durante tutti gli anni di servizio trascorsi con loro non sono mai stata oggetto di atteggiamenti discriminatori godendo sempre del loro rispetto. Grazie proprio alla loro esperienza, che hanno saputo trasmettermi con pazienza e dedizione e della quale ho sempre fatto tesoro, le soddisfazioni che ho avuto sono state tante, prima fra tutte il riconoscimento da parte dei colleghi con i quali ho lavorato, della professionalità che negli anni sono riuscita ad acquisire con tanto impegno e fatica. Ancora oggi, che siamo ormai lontani, coltivo con loro profonde relazioni di stima, di rispetto reciproco e di amicizia. Nel 2007 sono stata trasferita alla Questura di Genova dove ho prestato servizio all’Ufficio Prevenzione Generale e soccorso Pubblico, alla Squadra Mobile e all’Ufficio Immigrazione. Nonostante fossi molto soddisfatta del mio percorso professionale ho sempre cercato di migliorarmi superando prima il concorso per Sovrintendenti e poi quello per Ispettore. Nel 2016, dopo avere conseguito la laurea con il massimo dei voti alla facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Genova, ho sentito la necessità di intraprendere un nuovo percorso professionale e quindi ho deciso di partecipare al concorso per Commissari. Non è stato facile lavorare e
Determinazione, coraggio, senso delle Istituzioni, rispetto delle regole ed entusiasmo
Eva Ghilli ha tutte le caratteristiche per essere un’icona contemporanea della donna in divisa
ESSERCI al servizio della Comunità
SEMPRE, servizio Comunità
contemporaneamente curare la preparazione per il concorso, ho utilizzato ogni momento libero, ogni giorno di congedo o giorno festivo per dedicarmi allo studio, ricordo persino una crociera (ormai prenotata da tempo e impossibile da posticipare) che ho trascorso per la maggior parte del tempo nella cabina della nave a studiare perché dovevo sostenere l’esame orale da Commissario. Sacrifici che sono stati ampiamente ripagati nel 2018 quando sono riuscita a superare la selezione per funzionari e sono stata ammessa alla Scuola Superiore di Polizia di Roma per frequentare il 108° corso di formazione per Commissari. Al termine del corso di due anni, durante il quale ho conseguito il master di II livello in Scienze della Sicurezza presso l’Università La Sapienza di Roma, sono stata assegnata alla Questura di Grosseto dove per tre anni mi sono occupata prevalentemente della delicata attività del controllo del territorio come Vice Dirigente dell’ Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico. Devo dire che superare il concorso per funzionario ha aperto un nuovo capitolo della mia vita professionale anche perché la polizia di Stato ha una struttura gerarchica e ad ogni promozione corrispondono nuovi profili di responsabilità verso il personale che gestisci. Essere un Commissario non significa semplicemente impartire degli ordini ed aspettarsi che i tuoi collaboratori li eseguano, significa in primis saper dare il buon esempio, rappresentare un punto di riferimento e fare in modo che il personale riconosca in te una persona della quale fidarsi. Vestire l’uniforme e ricoprire incarichi di vertice non basta per far valere la tua autorità occorre invece osservare con attenzione e cercare di acquisire, anche dai colleghi di maggiore esperienza, le competenze e la professionalità necessarie a creare una forte coesione nel gruppo di lavoro che guidi. Attualmente sono la dirigente del Commissariato di P.S. di Volterra in provincia di Pisa, una cittadina dove ho trascorso i miei anni del liceo, in un certo senso posso dire che dopo molti anni sono finalmente tornata a casa… ma non per questo sono decisa a fermarmi…
Perché ha deciso di entrare in Polizia?
Partiamo da un piccolo aneddoto… mia madre mi ha sempre raccontato che da piccola alla domanda di una signora che mi chiedeva cosa volessi fare da grande io risposi senza esitare: “la poliziotta”! Considerato che correva l’anno 1971 e che mancavano ancora dieci anni alla riforma che con la legge 121/1981 avrebbe sancito l’ingresso delle donne nella Polizia di Stato, possiamo dire che all’epoca si è trattato di vera profezia. A parte gli scherzi, penso che fare il poliziotto sia essenzialmente una scelta di vita, ho sempre considerato la mia professione più una missione che un lavoro, in quanto anche prima di entrare in polizia avevo il desiderio di servire la comunità e di proteggere le persone vittime di ingiustizia. Questo è essenzialmente lo spirito che mi ha spinto ad entrare in polizia. Essere un poliziotto per me significa avere un profondo senso del dovere, che di fronte a comportamenti illeciti ti spinge ad intervenire non perché te lo impone una norma giuridica ma per obbligo morale e senso civico. Quando sono arrivata alla scuola Allievi agenti di Bolzano ed ho indossato la divisa per la prima volta ho capito subito che quella per me non era stata una scelta professionale ma una vera e propria scelta di vita.
C’è un episodio che durante la sua carriera l’ha toccata particolarmente?
Ce ne sono tanti, molti dei quali legati a importanti operazioni investigative condotte nel campo del traffico internazionale di stupefacenti che hanno portato anche al sequestro di ingenti quantitativi di droga. Ma forse quello che mi ha toccato di più riguarda le due alluvioni che ha subito la città di Genova nel 2011 e nel 2014, quando caddero punte di oltre 500 millimetri di pioggia in poche ore e i torrenti Fereggiano e Bisagno esondarono causando la morte di sei persone, tra le quali due bambine di 8 e 6 anni. Di quei giorni ricordo il fango che aveva invaso anche la nostra Questura, le auto, le moto e i pullman trascinati via dalla corrente dei fiumi in piena che avevano invaso anche negozi scantinati e case. Ricordo che più di un migliaio di persone furono sfollate da Genova e dai centri limitrofi e che a causa del nubifragio vennero bloccati traffici aerei e ferroviari e chiusi tutti i tratti dell’autostrada A 12. Ricordo gli sguardi disperati delle persone che avevano perso tutto e i poliziotti che da subito intervennero nei luoghi più colpiti dall’alluvione. Ma ricordo anche gli angeli del fango che volontariamente scesero per strada per ripulire la città e mentre lavoravano senza sosta non mancavano di dispensare sorrisi e scambiare battute con i nostri poliziotti che erano a loro fianco. Un bell’esempio di solidarietà e collaborazione in un momento di grande bisogno.
Cosa vuol dire Esserci Sempre?
Per me significa innanzitutto, sacrifici, passione e amore per la divisa che indosso. Significa non tirarsi mai indietro e non voltarsi dall’altra parte. Significa essere al servizio della gente per assicurare a ogni cittadino il pieno esercizio dei diritti e delle libertà fondamentali. Significa essere al servizio degli altri ed operare per la comunità per garantire loro la sicurezza.
È difficile conciliare famiglia e carriera?
Sicuramente non è semplice, ma se si ama il proprio lavoro si riesce a fare tutto con il giusto entusiasmo e naturalmente con
qualche inevitabile sacrificio. Per quello che mi riguarda alla base di ogni rinuncia resta il profondo senso di appartenenza alla Polizia di Stato della quale mi onoro di fare parte e la consapevolezza di essere al servizio delle istituzioni.
Merito, equità, lavoro, giustizia, onestà, solidarietà e rispetto per sé, per gli altri e per il bene comune, quanto hanno inciso nel suo percorso e nella sua vita quotidiana?
Provengo da una famiglia molto semplice, padre operaio e madre casalinga, dove nessuno prima di me aveva mai indossato una divisa, ma i miei genitori mi hanno cresciuto trasmettendomi sani principi e valori solidi e questi hanno accompagnato tutto il mio percorso di vita personale e professionale. Mio padre mi ha insegnato che l’onestà vince sempre e che senza il duro lavoro non si possono ottenere i risultati che vogliamo, da mia madre ho imparato il profondo rispetto per gli altri e la solidarietà verso il prossimo e dalle mie due sorelle l’importanza della condivisione e della tolleranza. Penso che il rispetto di questi valori, che incarnano i principi costituzionali di solidarietà e coesione sociale propri della Polizia di Stato, siano alla base di ogni società sana, civile, giusta e onesta e che ognuno di noi sia chiamato a viverli con pienezza e dedizione indipendentemente dalla professione, dalla posizione sociale o dalla carica istituzionale ricoperta perché essi hanno valore universale.
Un consiglio ai giovani che sono affascinati dal lavoro in Polizia…
Per prima cosa consiglierei loro di applicarsi nello studio perché la preparazione è alla base di ogni professione, di seguire sempre le proprie passioni e di impegnarsi per realizzare i propri obiettivi senza cercare sconti o scorciatoie. Direi loro di fare della legalità il principio ispiratore del proprio percorso di vita e di studi perché in questo risiede gran parte del loro futuro professionale se sceglieranno di entrare a far parte della Polizia di Stato.
e negli store digitali
MARIA CALLAS
Preparandosi a mettere in scena un monologo teatrale ispirato a Maria Callas, Silvia D’Amico esplora il suo animo, ripercorrendo il vissuto della grande artista e la continua lotta tra le sue due anime: la donna e la diva. In onda in prima visione mercoledì 4 ottobre alle 21.10 su Rai Storia
Per tutti “Divina”. Silvia D’Amico racconta la grande Maria Callas portando sullo schermo il suo immenso talento e la sua carismatica personalità nell’appuntamento di "Illuminate", la docuserie prodotta da
Anele in collaborazione con Rai Cultura e dedicata a grandi protagoniste del Novecento. Amata e odiata con la stessa intensità, paragonata a volte a una tigre, altre volte a una colomba, chi conosceva veramente Maria Callas riconosceva la sua consapevolezza artistica e il suo perfezionismo inarrestabile, che però non era sempre da tutti concepito positivamente. Nel corso del docufilm, l’attrice Silvia, la donna Maria e la diva Callas, si incontrano sul palco teatrale, dove si svolge una partita a scacchi e dove prende corpo una metaforica partita attraverso cui Silvia mossa dopo mossa conduce i telespettatori verso l’ascesa della Callas, che si trasforma da brutto anatroccolo in cigno, divenendo la Divina che tutti conosciamo. In onda in prima visione mercoledì 4 ottobre alle 21.10 su Rai Storia.
La settimana di Rai Storia
Cronache dall’Antichità
Olimpia, i giochi degli dèi Ogni quattro anni il mondo greco si ferma, le guerre vengono interrotte, le cause legali e le condanne a morte sospese, tutti si riuniscono a Olimpia, nel santuario di Zeus, per celebrare il dio con cinque giorni di gare sportive. Con Cristoforo Gorno. Lunedì 2 ottobre alle 22.10.
Passato e Presente
Alle radici dell'immigrazione Quando è iniziata l'immigrazione straniera di massa verso l'Italia? È la domanda al centro di questa puntata di "Passato e Presente" in onda martedì 3 ottobre alle 13.15 su Rai3 e in replica alle 20.30 su Rai Storia.
Passato e Presente
Arturo Bocchini, l'ombra di Mussolini Ombra di Mussolini, numero due del Duce, “Grand Commis” del regime. Il programma racconta Arturo Bocchini, potente capo della polizia dello Stato fascista. Mercoledì 4 ottobre alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30 su Rai Storia.
La bussola e la clessidra
La battaglia di Maratona
Una delle battaglie più note della storia antica: Maratona. A ricostruirla è il professor Alessandro Barbero. Giovedì 5 ottobre alle 21.10.
Reali in guerra
Monarchie e totalitarismi
Le strategie utilizzate dalle famiglie reali d'Europa dal 1918 fino alla Seconda guerra mondiale di fronte a partiti nazionalisti sempre più potenti. Da venerdì 6 ottobre alle 22.10.
Voci dal Vajont.
9 ottobre 1963
Per il sessantesimo anniversario del disastro del Vajont, Rai Cultura propone uno speciale per ricordare cosa avvenne il 9 ottobre 1963.
Domenica 8 ottobre alle 23.15 in prima visione.
Cinema Italia
Il generale Della Rovere
Di Roberto Rossellini, con Vittorio De Sica, Hannes Messemer, Vittorio Caprioli, Nando Angelini, Herbert Fischer. Sabato 7 ottobre alle 21.10.
EDVARD MUNCH, un grido nella natura
Famoso in tutto il mondo per il suo dipinto “L'urlo”, divenuto simbolo dell'angoscia universale, Edvard
Munch è il pittore delle emozioni, che ha saputo esprimere con una potenza ineguagliabile.
Mercoledì 4 ottobre alle 21.15 su Rai 5
Munch e il suo Urlo. Un personaggio e un’opera protagonisti del documentario “Edvard Munch, un grido nella natura”. Il pittore attinge, come nessuno allora ai suoi tempi, dalla propria esistenza
per inventare uno stile assolutamente soggettivo, tanto che è difficile comprendere il suo lavoro senza fare riferimento ad alcuni elementi significativi della sua vita: la sua infanzia segnata dalla morte e la sua salute fragile, i suoi difficili rapporti amorosi. Nel corso della sua lunga carriera artistica, ha cercato di esprimere ossessivamente le sue emozioni più violente, soprattutto di fronte alla morte e all'amore. Gli capita, poi, di richiamare elementi tratti dalla natura per esaltarli: il colore di un sole al tramonto, la linea ondulata di un bordo di spiaggia. In onda mercoledì 4 ottobre alle 21.15 su Rai 5.
La settimana di Rai 5
Sciarada, il circolo delle parole
Ignazio Silone. La voce del cafone
Un viaggio tra le pagine e i luoghi del giornalista, scrittore e politico
Ignazio Silone.
Lunedì 2 ottobre alle 22.05.
Prossima fermata America
Da Saint Louis a Jefferson City
Michael Portillo attraversa l'Atlantico per percorrere le ferrovie del Nord America.
Martedì 3 ottobre alle 20.20.
James Cameron, Viaggio nella fantascienza
I mostri di Godzilla e il Demogorgone
I mostri del cinema come metafora che permette di esorcizzare le paure ancestrali, accompagnando gli spettatori alla scoperta della dimensione dell’inconscio. Mercoledì 4 ottobre alle 22.15.
Concerto
Leggende e preghiere dalla Boemia
Jakub Hrusa dirige l'Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. In programma: Te Deum e Leggende op59: n6 di Antonin Dvorak; Il Vangelo eterno e Taras Bul‘ba di Leoš Janáček. In prima visione giovedì 2 ottobre alle 21.15.
Lucia di Lammermoor
Rai Cultura omaggia il baritono Giulio Fioravanti con l’opera di Donizetti nell'edizione firmata da Mario Lanfranchi con la direzione musicale di Carlo Felice Cillario. Domenica 8 ottobre alle 10.00.
Opera
Rigoletto al Circo Massimo
A dirigere l’opera di Giuseppe Verdi è Daniele Gatti, la regia è di Damiano Michieletto. Venerdì 6 ottobre va in onda alle 21.15.
Festival internazionale musica da camera
Classiche Forme
Musiche di Bartok e Beethoven. Completa il concerto la raffinata Sonata di Debussy.
Sabato 7 ottobre in prima visione alle 8.25.
Le ricette di Niccolò
Su Rai Gulp un cooking show a misura di bambino.
Tutti giorni, alle ore 11.45 e 17.45
Ibambini non vogliono mangiare le verdure? Non mangiano frutta? Sono intolleranti? Ci pensa Niccolò! Tutti giorni, alle ore 11.45 e 17.45, su Rai Gulp va in onda la trasmissione “Le ricette di Niccolò”, un divertente e istruttivo cooking show a misura di bambino. La serie completa è disponibile anche su RaiPlay. Niccolò, giovanissimo
Chef in erba risponderà agli “SOS” di alcune famiglie per risolvere le problematiche culinarie legate ai loro figli. Dopo aver letto la segnalazione, che sarà visualizzata su un tablet, Niccolò si preparerà e correrà in soccorso del suo “nuovo amico” munito di trolley e degli attrezzi del mestiere. Arrivato a casa della famiglia, e dopo aver fatto conoscenza, Niccolò si metterà ai fornelli insieme al suo nuovo amico e proporrà la ricetta che ha pensato per lui, affinché alcuni alimenti non siano più un tabù, superando anche le possibili intolleranze. I genitori seguiranno l’intera realizzazione
Niccolò
del piatto in un salotto adiacente, non visti dai bambini, e potranno commentare liberamente tutto quello che accadrà in cucina. I due bambini saranno liberi di cucinare e di pasticciare e il cibo diventerà puro divertimento e non una costrizione. Dopo aver assaggiato il piatto proposto da Niccolò verranno anche fornite pillole sul valore nutrizionale dei prodotti utilizzati. Un programma per avvicinare i bambini non solo alla cucina ma anche a una corretta alimentazione e al gusto per la varietà e la creatività a tavola. Niccolò Magistri, nato a Roma il 10 Agosto 2012, è amante
della cucina e della scuola. Passa molto tempo con gli amici dopo aver fatto i compiti, ama il momento della ricreazione, la playstation, cantare a messa e fare sport, soprattutto nuoto e bici. Insomma, un bambino molto attivo a cui piace fare cose, soprattutto cucinare. Gli piacciono l'insalata, i ravanelli, i cetrioli, le polpette al sugo e tantissimo il sushi! Nel periodo di lockdown ha movimentato le giornate noiose cucinando insieme a suo papà, creando video ricette gustose e semplici da mandare ai suoi amici, che per il successo riscosso sono diventate un fenomeno sui social.
per Radiocorriere TV
IT - Indipendenti (per passaggi)
I FILM DELLA SETTIMANA
CINEMA IN TV
Renato Pozzetto, Eleonora Giorgi e Sylva Koscina sono i protagonisti della commedia firmata da Steno. La vita di due coniugi sposati da tempo è sconvolta dal licenziamento di Andrea, ingegnere vittima della crisi petrolifera, e dalla promozione di Franca. I ruoli si invertono. Lei lavora, lui è obbligato a svolgere le faccende domestiche. Diventato un perfetto massaio, Andrea si sente trascurato e scarsamente considerato dalla moglie. Per ottenere nuovamente l’attenzione della consorte, un giorno accetta un lavoro di domestico nella casa di una nobildonna.
Il film racconta la storia di Lisbeth Salander (Claire Foy), una hacker con un passato di abusi e violenze da parte del padre. Passano gli anni e in un appartamento un uomo ha appena picchiato la moglie. Subito dopo il gesto malsano, cerca di farsi perdonare giustificando il suo comportamento violento con il periodo stressante che sta attraversando. Proprio in quel momento salta la corrente e l'uomo si avvicina al contatore generale per riaccenderla. A un tratto si trova una figura oscura che lo intrappola e comincia a elencargli i suoi reati: oltre a picchiare la consorte, infatti, ha percosso anche numerose prostitute ma la sua posizione di amministratore delegato lo aveva sempre fatto assolvere. Il vendicatore misterioso è Lisbeth, che farà in modo che l'uomo non alzi più un dito su nessuno.
Il dottor Cazzaniga, operoso dirigente dell'Alfasud trasferitosi a Napoli per motivi di lavoro, mal digerisce la città partenopea e i suoi abitanti. Nel suo palazzo abita Gennaro Bellavista, professore di filosofia in pensione sempre pronto a elargire al microcosmo che lo circonda lezioni e spunti di rara arguzia. I due si detestano cordialmente ma, complice un ascensore guasto, si trovano costretti a fare amicizia. E si scoprono simili nonostante le differenze. Tratto dal romanzo omonimo scritto dallo stesso De Crescenzo fu premiato nel 1985 con due David di Donatello per il miglior regista esordiente a Luciano De Crescenzo e per la migliore attrice non protagonista a Marina Confalone.
Donatella (Micaela Ramazzotti) e Beatrice (Valeria Bruni Tedeschi) sono ospiti di una comunità per donne affette da disturbi mentali nei dintorni di Pistoia. Impegnate in alcuni lavori di riabilitazione, le due colgono al volo l'occasione di scappare via e cominciare un viaggio avventuroso che cambierà le loro vite. Euforiche per la fuga, ignorano le chiamate degli operatori che vorrebbero riportarle al sicuro. Vincitore, nel 2017, di cinque David di Donatello, tra cui miglior film e migliore attrice protagonista.
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