Nelle librerie e negli store digitali
INTELLIGENZA ARTIFICIALE?
Le tantissime novità tecnologiche che si sono succedute negli anni sono state spesso vissute con superficialità. All’inizio osteggiate, a volte anche respinte. Ricorderete i primi anni Novanta quando il telefono cellulare faceva la sua comparsa e veniva visto più come uno status symbol che una esigenza, una necessità. Oggi è diventato indispensabile.
Lo stesso discorso potrebbe valere per l’Intelligenza Artificiale, che oggi viene vissuta con diffidenza, senza tener conto che è invece già parte delle nostre vite. Quel che è certo, è che l’Intelligenza Artificiale influirà nei prossimi anni nella nostra vita quotidiana più di quanto già non accada.
Interessanti dati di una ricerca di settore, rilevano che il 62 per cento degli italiani si dichiara disposto a delegare all’Intelligenza Artificiale più compiti lavorativi, ma è chiaro che avremo bisogno di nuove competenze per essere pronti alla crescita della tecnologia, a non esserne sopraffatti e a coglierne tutte le opportunità. Tra i compiti che si demanderebbero volentieri all’Intelligenza Artificiale, spiccano le attività amministrative e quelle di analisi, che supporterebbero la forza lavoro senza sostituirla, aumentando il benessere dei lavoratori, riducendo il tempo trascorso in attività di scarso valore e accelerando il ritmo di lavoro. Pensiamo a un nostro clone che gestisce l’afflusso di dati, di e-mail, di notifiche, di ricerche, di tutte quelle azioni che rallentano il pensiero critico e creativo, che ci impegnano ore e ore togliendo tempo ad attività meno ripetitive e anche più produttive e benefiche. Il debito digitale sta infatti diventando un peso, e inizia ad avere un impatto sul business, perché manca il tempo per concentrarci sul pensiero strategico. Su quanto precisamente nei prossimi anni l’Intelligenza Artificiale influirà sul nostro quotidiano non possiamo saperlo, né abbiamo la certezza di quanto impatterà sul lavoro e sull’occupazione. Certo è che l’immaginazione umana e le idee originali sono un processo imprevedibile, sorprendente e ritenuto inspiegabile e che al momento non può essere trasferito a un mondo artificiale. Semmai, l’Intelligenza Artificiale potrà ispirare l’anima umana della creatività. Dovremo ricrederci? Buona settimana.
Fabrizio CasinelliN. 23
5 GIUGNO 2023
VITA DA STRADA
FIORELLO
“Sono così come mi vede il pubblico. E credo che questa sincerità sia parte della empatia che si è creata”: intervista al re degli showmen 6
VIVA RAI 2!
Il foto racconto di una settimana di emozioni in via Asiago 10
COTB 2023
Il Festival internazionale dedicato all'animazione televisiva, cinematografica e cross-mediale ha chiuso i battenti a Pescara, dopo quattro giorni di eventi e spettacoli 14
UNA VOCE PER PADRE PIO
Storie umane, esperienze di devozione e di fede, solidarietà: con Mara Venier e tanti ospiti, venerdì 9 giugno alle 21.35 su Rai 1
Tutti i premi della 27ª edizione 18
COTB 2023
Rai: creatività, trasmedialità e nuovi linguaggi. L’intervista al dg Giampaolo Rossi del direttore del Festival Roberto Genovesi 22
COTB
I volti del Festival: Altan, Bozzetto, Folman, Pera Toons e Monica Manganelli 26
Capo redattore Simonetta Faverio
Collaborano
Ivan Gabrielli
Tiziana Iannarelli
Vanessa Penelope Somalvico
RadiocorriereTv
LAURA TECCE
Da lunedì 5 giugno, in seconda serata su Rai 2, la giornalista conduce “Underdog”, il nuovo programma prodotto dalla direzione Approfondimenti
32
MARCO TARDELLI
Il campione del mondo di Spagna 1982 conduce “L’Avversario”, il nuovo format in onda dal 5 giugno, ogni lunedì in seconda serata su Rai 3 34
TECHETECHETE’
Ritorna il 7 giugno con 85 puntate il programma cult dell'access estivo. Tutti i giorni alle 20.35 su Rai 1 36
SPIRALE DI BUGIE
Un thriller australiano in due puntate, in prima visione assoluta, giovedì 8 e venerdì 9 giugno alle 21.20 su Rai 2
AUDREY E’ TORNATA
Dal 9 giugno in esclusiva su RaiPlay la pluripremiata fiction canadese di e con Florence Longpré 40
BASTA UN PLAY
MUSICA
Da Sanremo ai live sold out per Gianmaria, Colla Zio e Rosa Chemical
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Intervista a Sara Massaccisi, portabandiera della Polizia di Stato alla parata del 2 giugno, in servizio presso la Scuola Superiore di Polizia a Roma
50
THE JUNGLE BOOK SAFARI
Arriva su Rai Gulp la nuova serie ispirata al celebre libro di Rudyard Kipling. Da venerdì 9 giugno, tutti i giorni, alle ore 13.20 58
TUTTI I PROGRAMMI
CULTURA
L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai 54
Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay
60
CINEMA IN TV
Una selezione dei film in programma sulle reti Rai
62
LO SHOW RISTRETTO che piace a tutti
Con “Viva Rai 2!” ha dato nuova linfa a un genere da molti considerato superato. Il varietà ricetta Fiore gode invece di ottima salute, capace di portare a sé un pubblico trasversale ed eterogeneo, sul piccolo schermo come sui computer, sui tablet e sugli smartphone: perché una risata, in Tv o sul telefonino, è sempre una risata. La sfida del re degli showmen è ancora una volta vinta: «Sono così come mi vede il pubblico. E credo che questa sincerità sia parte della empatia che si è creata»
Chiudi per un istante gli occhi e ripercorri questi lunghi mesi in via Asiago, qual è la prima immagine che ti viene in mente?
La sveglia alle 4.00 del mattino, l’alba, il silenzio, il caffè lungo al bar di Guerre stellari. Vedere poi come lentamente, con le prime luci del giorno, il programma prende vita, iniziano ad arrivare i tecnici, il cast, i ballerini e come per magia alle 7.15 tutto è pronto per iniziare lo show e la festa.
Hai dimostrato che il varietà non è morto e che per dargli un futuro è necessario rivedere la formula tradizionale. Possiamo dire che “Viva Rai 2!” rappresenta un momento di passaggio nel mondo della Tv?
Il varietà è vivissimo, ha solo cambiato orario. Abbiamo cercato di portarlo alle 7 del mattino, con una satira non convenzionale. Ho sempre provato a fare cose nuove, e lo show al mattino mi mancava. Avevo fatto cose simili, che mi hanno preparato a questo, come “Viva Radio 2” o “Edicola Fiore”, che man mano, negli anni, sono cresciute fino a diventare “Viva Rai 2!”. Lo stesso programma, in prima serata il sabato sera non funzionerebbe. Con “VivavRai 2!” abbiamo di certo fatto conoscere anche in Italia, sulla rete pubblica, il morning show all’americana, che noi facciamo con più varietà… neanche negli Stati Uniti ce n’è uno come questo, in mezzo alla strada.
Il pubblico ti ha premiato, come sempre. Cosa ti ha insegnato questa esperienza?
Che il pubblico sempre più, oggi, si appassiona alle storie, ai personaggi. Da qui la grande offerta di serialità. E poi, che la “globalizzazione” è anche dello spettacolo. Si va in televisione, ma allo stesso tempo ti guardano anche sul cellulare, sul tablet, o anche in radio e sulla piattaforma, come è successo a noi. Abbiamo iniziato sui social, per poi andare in diretta e su RaiPlay e poi su Rai Radio Tutta Italiana e su RaiPlaySound. Ormai questa è televisione totalmente inclusiva, non c'è più il programma fine a se stesso, è tutto correlato. Tutto parte da una diretta e poi vive su altri media fino alla puntata successiva. La crossmedialità oggi non è più una scelta.
Cosa diverte, più di ogni altra cosa, Fiorello?
Le situazioni imprevedibili, quello che nasce spontaneo e mi sorprende. Biggio mi diverte, quando io sorprendo lui con una battuta. Mi piace provocare, con leggerezza, lanciare quelle che io chiamo “le bombette”.
Quante volte hai dovuto frenare la tua voglia di improvvisazione?
Mai. Io sono così come mi vede il pubblico. E credo che questa sincerità sia parte della empatia che si è creata.
Uno show che nasconde tanta conoscenza dello strumento televisivo e che crea un innesto perfetto con tutti gli altri mezzi a disposizione... Come si gestisce tutta questa "abbondanza" di strumenti?
Si gestisce, ad esempio, “tagliando” i contenuti, perché siano giusti e adatti al nuovo linguaggio. Segmenti brevi, che formano un varietà concentrato di 45 minuti tra gag, filmati, balletti, servizi, inchieste, notizie, canzoni. Questo ritmo ti permette poi di adattare il contenuto agli altri media - web e social - agganciando il pubblico, diversificato, perché ognuno troverà i suoi minuti di gradimento. La prova di ciò è che negli ultimi dieci anni, tutto si è accorciato, e in questo la GenZ ci fa da maestra perché sono i più giovani che ci hanno abituato ai formati brevi e veloci.
Dopo lo show, incontri ogni giorno il tuo pubblico, cosa pensi di queste persone che fanno anche centinaia di chilometri per scambiare quattro chiacchiere con te?
Penso che siano adorabilmente folli… ma che è bello e mi fa sentire ancora di più la responsabilità di regalare loro bellezza
e gioia. A modo mio. Dopo ogni puntata mi fermo a firmare gli autografi con tutti. Incontro gente di ogni tipo, che porta roba da mangiare, dalla zizzona di Benevento, al casatiello, ai pasticciotti pugliesi. Qualche settimana fa sono venuti un signore vestito come nell'800 e un fan della foca monaca, che mi parlava di questo mammifero mentre facevo colazione. E poi c'era un certo signor Picone che, con una chitarrina si è messo a cantare: «Se bruciasse la città, da te, da te, con un volo low cost io arriverei». Gli ho chiesto cosa fosse quel brano e mi ha risposto: «Una canzone di Massimo Ryanair».
Con i tuoi compagni di viaggio sembri spesso un fratello maggiore, cosa ti mancherà di loro nei prossimi mesi?
Siamo un bel gruppo. Nella nostra redazione in questi mesi sono nati tutti i giorni idee, spunti, personaggi, con la com-
plicità di un gruppo di autori fantastico: Francesco Bozzi, Pigi Montebelli, Federico Taddia, Fabrizio Biggio, Mauro Casciari, Enrico Nocera ed Edoardo Scognamiglio. Penso al lavoro unico di Luca Tommassini, e ringrazio i tanti ospiti che puntano la sveglia presto, ben prima dell'alba, per partecipare. E poi alla curiosità e alla passione di tutta la squadra che ha lavorato: il reparto costumi, con sarte bravissime che hanno reso possibili suggestioni folli dell’ultima ora, il trucco, i parrucchieri, tutte le maestranze Rai che ci hanno seguiti in questa avventura. Senza questa partecipazione vera, un programma come “Viva Rai 2!” non si fa. Faccio un esempio tra tanti, quello dei ballerini di Luca Tommassini che hanno ballato a petto nudo, con tre gradi, di notte e di giorno, in mezzo alla strada, e sono sempre stati entusiasti e contenti di farlo.
Nella casa dell’ironia
Nel nostro foto racconto i momenti più divertenti ed emozionanti della penultima settimana del programma di Fiorello in onda dal lunedì al venerdì alle 7.15 su Rai 2 e sempre su RaiPlay
Il
Le “Fragole” di Achille e Rose
Storie umane, esperienze di devozione e di fede, solidarietà: con Mara Venier e tanti big del mondo della musica e dello spettacolo, venerdì 9 giugno alle 21.35 su Rai 1
Speranza, rinascita e gioia saranno i valori più significativi della nuova edizione di “Una Voce per Padre Pio”, condotta da Mara Venier, in onda venerdì 9 giugno, dalle 21.35 (e, in replica, il 2 luglio alle 16.00) su Rai
1. La trasmissione sarà nuovamente ambientata a Pietrelcina, nella sua storica cornice, borgo natio del Frate, set suggestivo e abituale. L’edizione 2023 di ‘Una Voce per Padre Pio riunirà grandi nomi del mondo della musica e dello spettacolo: Nino D’Angelo, Al Bano, Arisa, Leo Gassman, Michele Placido, Patty Pravo, Ricchi e Poveri, Clementino. L'Orchestra “Suoni del Sud” sarà diretta dal maestro Alterisio Paoletti. Non mancheranno
momenti di riflessione con le testimonianze sulla vita e le opere di Padre Pio con il cappuccino Fra Daniele, il Professor Guido Oppido dell'ospedale Monaldi di Napoli che segue da vicino il progetto ‘Cuori Ribelli’, il Professor Giulio Basoccu che darà testimonianza dell’inaugurazione di un Ospedale in Costa D'Avorio e i volontari dell'Associazione ‘Una voce per Padre Pio Onlus’ per ricordare i progetti in Italia e all’estero. Nato da un’idea di Enzo Palumbo, il programma da 24 anni racconta storie umane, esperienze di devozione e di fede che rimandano all’insegnamento di Padre Pio: dare sollievo alla sofferenza umana. “Una Voce per Padre Pio” è soprattutto solidarietà, quest’anno più che mai. Al programma è come sempre abbinata una campagna di raccolta fondi, sostenuta da Rai per il Sociale, a supporto dei progetti di “Una Voce Per Padre Pio Onlus”. Componendo il numero di sms solidale 45531 si potrà sostenere l’associazione donando 2 euro con un sms da cellulare Wind3, Tim, Vodafone, Iliad, Postemobile, Coopvoce e Tiscali oppure 5 euro con
una chiamata da Rete Fissa, Twt, Convergenze e Postemobile e, infine, da 5 a 10 euro da rete fissa Tim, Vodafone, Wind3, Fastweb, Tiscali. Nel nostro Paese l’organizzazione è attiva con ‘Obiettivo Italia’, in particolare a Napoli, dove durante la pandemia le richieste d’aiuto sono aumentate del 40%. Oltre 8mila famiglie sono state raggiunte dagli aiuti alimentari distribuiti. Tra i progetti: ‘Fratello Studio Sorella Scuola’, che prevede sostegno a bambine e bambini della scuola primaria per contrastare la dispersione scolastica; ‘Aggiungi un posto a tavola’ che invece affronta gli effetti della crisi economico-sociale legata anche alla pandemia e alla guerra in Ucraina, sostenendo concretamente le famiglie in situazioni d’emergenza; ‘Tendere la mano’, che prevede contributi economici alle famiglie per pagare utenze, spese mediche e altre necessità fondamentali. Con ‘Obiettivo Africa’, l’organizzazione interviene portando aiuti soprattutto a causa dell’ingente numero di persone che vivono
in condizioni di deprivazione e che ha visto la cifra in aumento di 9 milioni. In Costa d’Avorio sono attivi orfanotrofi e strutture residenziali per minori e ragazzi disabili, in cui vivono oltre 120 bambine e bambini, in parte con disabilità. Inoltre, è attivo il ‘Corridoio umanitario cuori ribelli’, programma medico-sanitario grazie al quale minori con cardiomiopatie congenite di Costa d’Avorio e Camerun vengono trasferiti in Italia per essere sottoposti a interventi chirurgici salvavita. Dal 2022 a oggi sono stati curati in questo modo oltre 60 bambini. A Yaoundé, in Camerun, inoltre, è prevista l’apertura di una nuova casafamiglia, in cui saranno ospitati bambini orfani o abbandonati. Inoltre, grazie alla collaborazione con la Missione Kfor Multinational Specialized Unit – Pristina Msu, il Corridoio umanitario sanitario è attivo anche con il Kossovo. Autori Giancarlo De Andreis, Stefano Castellano e Gianluca Guida. Direzione artistica Paolo De Andreis. La regia è di Roberto Croce.
Il Festival internazionale dedicato all'animazione televisiva, cinematografica e cross-mediale ha chiuso i battenti a Pescara, dopo quattro giorni di eventi e spettacoli
La consegna dei “Pulcinella Awards 2023” e lo spettacolo Winx Club in piazza della Rinascita, nel centro di Pescara, hanno chiuso la ventisettesima edizione di Cartoons on The Bay, il più importante evento italiano dedicato all’industria dell’animazione e dei contenuti per ragazzi, promosso da Rai e organizzato da Rai Com, realizzato e diretto da Roberto Genovesi.
Dall’1 al 4 giugno all'Aurum, nella piazza principale della città abruzzese e al Cineteatro Massimo, il festival ha dato vita ad una serie di eventi con Ari Folman, Pera Toons, l'inaugurazione della mostra di Monica Manganelli, che ha firmato anche il manifesto di questa edizione, e l'anteprima italiana del film "I
Cavalieri dello Zodiaco". Tra i più attesi a Pescara Francesco Tullio Altan, creatore della Pimpa, premiato per il Bonelli Award, che ha incontrato i giovani raccontando le sue esperienze. L’animatore e disegnatore Bruno Bozzetto si è soffermato sulle tematiche dalla sostenibilità ambientale e i diritti degli animali con il linguaggio dell’animazione. Tra gli special guest del festival, Ian Mackinnon, autore di personaggi di film come “Pinocchio” di Guillermo Del Toro.
Molte le presenze istituzionali tra le quali la sottosegretaria al Ministero della Cultura, Lucia Borgonzoni, intervenuta sulla nuova normativa dedicata al mondo dell’animazione e sulle modifiche al tax credit assicurando «il suo impegno nel ridisegnare il credito d’imposta e gli interventi nel settore audiovisivo in generale, in modo che le ricadute siano più positive». Per la Rai, il Direttore Generale Giampaolo Rossi ha ringraziato la città di Pescara per l’accoglienza straordinaria, l’allestimento di spazi tra i più belli nella storia di Cartoons: «Spero che il legame di questo festival con la città possa continuare an-
che in futuro. Quella di quest’anno è stata un’edizione bella, un evento storico e un appuntamento molto importante perché la Rai investe sul mercato dell’animazione e perché sta cercando di rintracciare i nuovi linguaggi e intercettare le esigenze delle nuove generazioni».
Nei giorni di Cartoons si è parlato molto delle giovani generazioni. E, a proposito dei più piccini, Unicef e Rai hanno lanciato un messaggio: “Investire sull’infanzia per migliorare il mondo”. Andrea Iacomini, portavoce dell’Unicef Italia e Mussi Bollini, vice direttrice di Rai Kids, hanno sottolineato nei loro interventi che «i diritti dei bambini non vogliono emergenze. Unicef è al fianco di Cartoons on the Bay, veicolo fondamentale per i diritti dei più piccoli. La centralità del servizio pubblico è un lavoro educativo che la televisione fa soprattutto nei confronti dei bambini, perché investire sui più piccoli vuol dire migliorare il mondo».
Luca Milano, direttore di Rai Kids, ha presentato la nuova offerta: «Quest’anno il Festival è particolarmente importante per-
ché siamo riusciti a presentare ben 50 titoli nuovi realizzati da società italiane di cartoni animati, insieme alla Rai. Tante storie per bambini piccoli e famiglie. Questa è un’occasione di incontro tra le migliori produzioni italiane con il meglio delle produzioni internazionali, quindi è un incontro che ci aiuta a crescere, che aumenta il livello della qualità della nostra offerta con un bilancio positivo».
Piazza della Rinascita si è trasformata in un vero e proprio palazzetto dello sport con il campione Andrea Lucchetta e i tanti bambini che hanno affollato i campi di minivolley allestiti in collaborazione con la FIPAV.
Ad animare il palco centrale, la simpatia di Armando Traverso, Lucilla Kids, Giorgio Vanni, interprete, produttore e compositore di grandi successi, il djset con la star dei social Gabrielle Sarmiento di No Name Radio, la nuova radio dedicata ai giovani e ai nuovi scenari musicali, e i personaggi dei cartoni animati più amati di Rai Kids.
TUTTI I PREMI DELLA 27ª EDIZIONE
Per la categoria Lungometraggi d’animazione, la Giuria composta da Flavio Natalia (Direttore, Ciak), Pedro Armocida (Saggista e Giornalista) e Max Giovagnoli (Transmedia Producer), ha assegnato i seguenti premi:
Best Animated Feature - Where Is Anne Frank di Ari Folman (Belgio) prodotto da Le Pacte
Per l’eleganza narrativa, tecnica e artistica con cui affronta la nostra Storia, per la leggerezza e la sobrietà dello sguardo con cui tutto nel racconto oscilla magicamente tra reale e imma-
Con la cerimonia di premiazione si è chiusa a Pescara l’edizione di Cartoons on the Bay. Bene l’Italia e due riconoscimenti per Rai Kids
ginario, sfiorando personaggi e pubblico con leggerezza e profondità.
Il film vince anche il Pulcinella Ciak d’Oro, assegnato dal direttore di Ciak Flavio Natalia.
Un’opera che usa le diverse tecnologie d’animazione per raccontare una storia di enorme impatto civile in una chiave originale di grande efficacia nel dialogo con le nuove generazioni.
Best Director – Metamorphosis di Michele Fasano (Italia) prodotto da Sattva Films Production and School srl
Per la capacità di contaminare stili, materiali e linguaggi dell’animazione, del live action e del reportage mostrando di aver raccolto la lezione più matura del contemporaneo in modo intimo e originale.
Best Screenplay - Oops, I Murdered The Person The Person I Like Likes di Ross Ozarka (New Zeland) prodotto da Ross Ozarka Films
Per la grande capacità creativa nel passaggio dallo script al film, e per il lavoro sull’evocatività del testo e sul minimalismo della sua soluzione produttiva.
Best Animation - The Amazing Maurice di Toby Genkel (Germania) prodotto da Ulysses Filmproduktion GmbH, Cantilever Media Limited
Per aver saputo coniugare il ritmo del musical, i calembour della letteratura per ragazzi e la passione per le “animal star” e il character design dell’animazione 3D contemporanea in modo divertente e tecnicamente efficace
Best Soundtrack – Saleem di Cynthia Madanat Sharaiha (Giordania) prodotta da Digi Tales
Per la capacità di raccontare il Medio Oriente con profondità e lontano dagli stereotipi, rendendo la musica e il lavoro sul suono parte fondamentale del racconto, del vissuto e della capacità empatica dei personaggi.
Di seguito i riconoscimenti assegnati dalla Giuria composta da Alain Bidard (Regista), Alessia Di Giacomo (Platforms and channels Director, RTVE Corporación), Marco Lanzarone (Direttore della Direzione Radio Digitali Specializzate e Podcast), Arne Lohmann (Vice President Junior, ZDF Studios) e Ian Mackinnon (Creative Director, Executive Producer & Founder, Mackinnon & Saunders Ltd), con le seguenti motivazioni:
Best Preschool TV Show – Leo’s World di Dario Piana (Italia)
prodotto da Rai Kids e Brand-Cross srl
Per la sensibilità con cui un tema tanto delicato è stato trattato, in modo che anche i bambini affetti da autismo possano
sentirsi capiti. Per la profondità con cui sono stati concepiti i personaggi.
Best Upper Preschool TV Show – Team Nuggets di Michael Hegner & Tor Fruergaard (Danimarca) prodotto da Godo Films
Per la profondità realizzativa, la capacità di coinvolgere il pubblico a cui è dedicato e per il modo in cui vengono raccontate le storie. Per come riesce ad affrontare le emozioni e per l'abilità con cui crea una connessione profonda con il pubblico.
Best Kids TV Show –Mystery Lane di Cédric Lachenaud (Francia) prodotto da Hari Studios
Per la storia coinvolgente e sofisticata. Per l'elevata qualità dell'animazione egregiamente elaborata e dinamica, così come la regia, che ha saputo trattare in maniera espressiva l'argomento.
Best Youth Tv Show – Clay Economy di Bibiana Petrera e Monica Fibbi (Italia) prodotto da Uffa srl
Per l’originalità con cui l’economia è stata presentata ai bambini. Un’idea senza precedenti, la cui esecuzione è stata ben realizzata. Per la comicità con cui è stato affrontato l’argomento, un nuovo format che tratta una tematica complessa in modo molto originale.
Best Interactive Animation – Hogwarts Legacy (USA) prodotto da Avalanche Software
Per l’elevata interattività. Lo spazio in cui è ambientata la storia è lontano dalla realtà, sorprendente e inaspettato, capace di coinvolgere il pubblico e rendere la trama avvincente.
Best Live Action Or Hybrid Tv Show – Mimi's World di Aidan Largey (United Kindom) prodotto da Adastra Development
Per l'elevato grado di coinvolgimento presente in tutta l’opera, per l’eccezionale design e per l’interazione con i bambini, coinvolti grazie alla vivacità e ai tanti colori. Per il lavoro qualitativamente elevato, avvincente e adatto al target che facilita l'accesso dei bambini al mondo immaginario della serie.
Best TV Pilot – Freaked Out Train Brain di Théo Grosjean, Timothy Richard (Francia) prodotto da Autour de Minuit
Per la sua originalità, e capacità di coinvolgere il pubblico. L’animazione concitata, la suspence e il design hanno contribuito ad appassionare il pubblico.
Best Short Film – Caramelle di Matteo Panebarco (Italia) prodotto da Panebarco srl e Mediterraneo Cinematografica
Per la storia toccante che insieme allo stile e all’ambientazione hanno consentito di creare un lavoro unico nel suo genere. Per la singolarità e il modo di raccontare una storia avvincente. Per la grande capacità di rappresentare la categoria in cui è inserito, grazie a un'animazione e un character design di alta qualità.
Vincitore Targa UNICEF “Premio Speciale al Miglior Prodotto a Carattere Sociale” scelto tra tutti i titoli selezionati al Festival: Nel mare ci sono i coccodrilli di Rosalba Vitellaro (Italia) prodotto da Rai Kids e Larcadarte
Racconta in modo emozionante la storia di Enaiatollah Akbari, un bambino afgano costretto a lasciare il suo paese da solo per salvarsi dalla guerra, dalla violenza, dalla povertà. Enajatollah è il simbolo di tutti i bambini che oggi sono in fuga dalle loro vite alla ricerca di un luogo sicuro che li accolga. In ogni paese incontra creature strane e incomprensibili: sono uomini che ridiventano umani solo dopo un atto di compassione e gentilezza. Ogni bambino è prima di tutto un bambino, non fa differenza da dove provenga, ha i propri diritti e merita una giusta possibilità. Le leggi internazionali devono regolamentare e garantire che questo avvenga, ma i gesti che ognuno può fare cambiano concretamente la vita delle persone.
Meta Award a Hello Kitty
A Sanrio co Ltd, per aver dimostrato di saper raggiungere target differenti, dal bambino all’adulto, attraverso le operazioni legate al brand Hello Kitty all’interno del metaverso.
Gender Award a Monica Manganelli
Per aver saputo delineare con vigore e originale estro artistico la battaglia per i diritti delle donne e della condizione femminile attraverso la rappresentazione di eroine fuori dal tempo.
Nel corso della cerimonia di premiazione sono stati anche consegnati i premi già annunciati nelle giornate del Festival:
Career Award a Ari Folman
Per la capacità di usare il medium dell’animazione come prezioso mezzo di divulgazione storica.
Career Award a Peter Lord
Per la sublime capacità di dare un’anima a pupazzi di plastilina da lui trasformati in grandi attori capaci di recitare con la duttilità espressiva e un’ironia degni dei più grandi interpreti del cinema mondiale.
Studio of the Year Award a Mackinnon & Saunders
Per aver cambiato le sorti dell’animazione stop motion in tutto il mondo nei suoi trent’anni di attività, ispirando due generazioni di bambini e continuando a sperimentare tutte le tecniche possibili.
Transmedia Award a Cuphead
Con un’opera interattiva che già omaggiava un amore senza confini per l’animazione classica, arrivando al successo della serie animata, StudioMDHR si è reso artefice di una nuova esperienza transmediale senza precedenti.
RAI: CREATIVITÀ, TRASMEDIALITÀ E NUOVI LINGUAGGI
Il direttore di Cartoons on The Bay, Roberto Genovesi, ha intervistato il nuovo direttore generale della Rai, Giampaolo Rossi, alla sua prima uscita pubblica dopo la nomina
La sua prima uscita pubblica avviene proprio a Cartoons on the Bay. Dobbiamo considerarla una manifestazione di intenti?
In realtà non è casuale perché ho seguito da sempre questo evento e le edizioni precedenti. Ho sempre partecipato in vesti diverse rispetto a quelle di Direttore Generale. Partecipai come Presidente di RaiNet nel 2009, in quella esperienza incredibile che è stata la più grande factory digitale di servizio pubblico in Europa. Partecipai anche come consigliere di amministrazione della Rai e oggi come Direttore Generale. C’è una continuità che è legata all’importanza dell’evento e all’idea che la Rai ha nei confronti di questo mondo, che è quello dell’animazione, che cerca di intercettare nuovi linguaggi. La Rai si sta trasformando lentamente da broadcaster tradizionale in una media company digitale e questo mondo, che è quello della creatività, della transmedialità e dei nuovi linguaggi, è un elemento portante.
Cos’è per lei il servizio pubblico?
E’ una domanda da un miliardo perché è il grande dibattito del nostro tempo: nel mondo della grande rivoluzione digitale, della convergenza tecnologica e dei nuovi linguaggi, il servizio pubblico, televisivo e multimediale, serve ancora? Un tema che viene affrontato in tutti i Paesi europei dove i servizi pubblici svolgono un ruolo importante nell’informazione, nell’intrattenimento, nell’educazione. Io credo che sia fondamentale mantenerlo e renderlo il più possibile attivo, perché è la spina dorsale dell’industria culturale di una nazione. In Italia, la Rai svolge questa funzione. Spesso e volentieri, nel dibattito sulla Rai ci dimentichiamo di dire che è il punto di traino dell’intera industria culturale italiana dell’audiovisivo e anche dell’animazione. Il ruolo che svolgono Rai Kids e RaiPlay è fondamentale.
Stesso dicasi per Rai Fiction e Rai Cinema. Il 74% delle serie Tv in Italia, le produce la Rai. Un mercato che la Rai difende, protegge e valorizza. Il servizio pubblico serve proprio a tenere in vita l’industria culturale italiana, a trasferire nuovi linguaggi, a rappresentare l’Italia a se stessa, ma anche al mondo. Credo che questo ruolo sia fondamentale.
L’animazione è più contenuto o più linguaggio?
L’animazione è entrambe le cose. Contenuto perché trasmette un immaginario e costruisce un senso della realtà per le nuove generazioni che i servizi pubblici fanno fatica ad intercettare. Ma vale anche per le generazioni più grandi, perché si può investire in una dimensione che si rivolga ad un pubblico di età maggiore. L’animazione è un po’ dovunque nel cinema, nella cultura e nella poesia.
L’animazione è più per bambini o c’è anche lo spazio per gli adulti?
Ci sono terreni che il servizio pubblico deve iniziare ad esplorare. Abbiamo vissuto in questi ultimi decenni un’accelerazione
enorme, soprattutto gli addetti ai lavori di un settore che vive la velocità della modernizzazione. Ma questo cambiamento nei linguaggi, nella tecnologia, nei modelli di fruizione del pubblico, ha visto i broadcaster tradizionali con lentezza adattarsi a questi cambiamenti perché ovviamente vivono e provengono da linguaggi, modelli di trasmissione e da una cultura diversi. Oggi però questo processo è avviato. Ad esempio, il lavoro che ha fatto in questi anni RaiPlay è straordinario nel tentativo di creare una vera piattaforma che riuscisse a raccogliere una innovazione di linguaggio e di prodotto e nello stesso tempo una grande memoria delle produzioni e dei contenuti Rai che attraversano la storia del nostro Paese. Quindi, secondo me, lo sforzo che la Rai deve continuare a fare è l’investimento per il futuro. Ci sono stati dei rallentamenti e sicuramente questo fa parte della difficoltà di un’azienda complessa ad adattarsi a questi processi di accelerazione. Credo che la strada sia quella giusta.
Negli ultimi anni a Cartoons on the Bay, man mano che sale l’età del pubblico di riferimento, c’è sempre più attenzione
a quei prodotti che sono interattivi non soltanto di fruizione frontale e lineare. Su questo aspetto la Rai potrebbe aggiungere qualcosa?
La Rai ha iniziato questo percorso. Lo ha fatto già partendo con RaiPlay e con quei contenuti che sono distribuiti in maniera non lineare. Ovviamente è evidente che i broadcaster tradizionali vengono dalla linearità. Comunque, oggi buona parte delle risorse economiche del mercato vengono utilizzate per una funzione che è ancora molto lineare. Questo porta ad una serie di conseguenze come l’invecchiamento del pubblico che fruisce dei contenuti Rai. E’ necessario un percorso di trasformazione che deve essere attuato nella qualità giusta. Credo che la Rai sia uno dei broadcaster più avanzati in Europa, sull’indirizzo dei nuovi linguaggi e sui processi di interazione. Su questo siamo sulla giusta strada. La Rai è il servizio pubblico che ha il canone più basso d’Europa, quindi la capacità di investimento è direttamente proporzionale alle risorse economiche. In un mercato in cui la parte commerciale ed economica è abbastanza frantumata e frastagliata.
Possiamo pensare che un giorno la Rai possa occuparsi anche di interattività come videogiochi?
Questo è un altro dei grandi universi su cui la Rai deve sperimentarsi perché il mondo del game è un’industria ricca, fertile e attiva, ma anche funzionale al servizio pubblico. Il game è anche un elemento formativo ed educativo e fino ad oggi non è un ambito su cui si è sperimentato. Dovremo farlo quanto prima.
Se dovesse scegliere un personaggio storico italiano sul quale fare un cartone animato?
Ci troviamo a Pescara, nella città di Gabriele D’Annunzio e l’Aurum è un luogo rappresentativo. Un personaggio incredibile della modernità italiana, nonostante venga rappresentato come una sorta di austero e barocco uomo decadente. Ha inventato invece la modernità italiana. Era anche un grande uomo di azione ed il poeta più tradotto nel mondo dopo Dante Alighieri. Dunque, un personaggio sul quale sarebbe divertente creare un cartoon.
I VOLTI DI CARTOONS
L’ANIMAZIONE CI FA SENTIRE MENO SOLI
Il fumettista Altan, accolto da tantissimi applausi e da una standing ovation del pubblico per la sua creatura Pimpa, ha ricevuto il premio Sergio Bonelli
Non è la prima volta che partecipa a Cartoons on the Bay. Che cosa la lega a questa manifestazione?
La prima volta partecipai all’edizione che si svolse ad Amalfi. Al Festival mi lega la Pimpa, perché è stata sempre coprodotta dalla Rai.
Cosa significa per lei ricevere questo premio?
Un onore. Quando si diventa vecchietti come me, arrivano diversi premi perché la gente dice che bisogna fare in tempo (sorride).
Com’è cambiato, negli anni, il mondo dei fumetti, secondo la
sua esperienza?
Così com’è cambiato tutto. Chi fa i fumetti parte sempre dalla stessa cosa e cioè dalla voglia di voler raccontare delle storie e disegnarle. Cambiano i modi, le tecniche, ma la sostanza resta quella.
Che rapporto ha con le nuove generazioni e qual è la forza di un personaggio come Pimpa, così semplice e profondo?
I lettori della Pimpa erano piccoli, ma con il tempo sono diventati ancora più piccoli. Qualche anno fa arrivavano a 7-8 anni, adesso arrivano massimo a 5 anni e quelli di 6 la considerano una cosa per piccoli. Però, quei lettori che la seguono, non sono cambiati nel tempo. Per cui credo sia questa la ragione della fedeltà che hanno i bambini rispetto alla Pimpa.
Qual è oggi il potere dell’arte dell’animazione?
Parlare di potere è difficile in questi casi. Credo che sia un mezzo per non sentirsi troppo soli in un mondo complicato.
Animatore, disegnatore e regista, Bruno Bozzetto ha raccontato la sostenibilità ambientale e i diritti degli animali con il linguaggio dell’animazione
Cosa significa per lei disegnare?
Per me disegnare significa divertirsi, rappresentare un’idea che ho in mente. Non prendo mai la matita in mano se non ho qualcosa in mente. Il disegno in se stesso, come puro disegno, non mi interessa. Penso solo alla rappresentazione di qualcosa che voglio far conoscere agli altri.
Chi pensa abbia influenzato di più il suo lavoro?
Da bambino e da ragazzo sicuramente Walt Disney, anche se poi ho preso una strada totalmente diversa. Ci sono stati studi incredibili che mi hanno fatto scoprire un nuovo modo di utilizzare il disegno animato. Con Disney ho imparato l’umorismo e l’amore per il disegno in generale, ma con gli altri ho imparato la possibilità di usare il mio stile che è molto misero, dato che io non so disegnare bene. Mi considero un pessimo disegnatore, ma cerco di raccontare qualcosa di più utile che parli dell’uomo.
Come ha vissuto il passaggio al digitale?
In maniera entusiastica perché ho imparato da mio padre ad avere un grande interesse verso tutte le cose nuove, tecnologie comprese, ed ho scoperto che così potevo risparmiare tempo, potevo vedere più velocemente il risultato e soprattutto fare esperimenti. Continuo a lavorare sperimentando, facendo ten-
tativi e questo me lo permette proprio la tecnologia. Va usata naturalmente con intelligenza.
Oggi possiamo ancora riconoscerci nel personaggio del Signor Rossi?
Il Signor Rossi è l’uomo comune che esisterà sempre e che si scontra con l’evoluzione continua e con cose che non è abituato a trattare. Credo sarà eterno come lo sono tutti i personaggi tipo Fantozzi, per dirne uno, che sono alle prese con cose che non conoscono. Ha ancora molte cose da dire.
I diritti degli animali attraverso l’animazione. In che modo? Dobbiamo risvegliare la coscienza che ormai abbiamo completamente addormentata sugli animali e sul fatto che l’uomo è semplicemente proprio un animale e quindi non può dominare tutto il creato ignorando l’importanza di questi esseri uguali a noi in tutto e per tutto tranne che nella forma. Io spero, nel disegno, di sollevare dei dubbi, di far capire che stanno sbagliando tutto e bisogna cambiare rotta. Ci vorrà tempo come ce ne è voluto per lo schiavismo e per la sottomissione della donna, ma bisognerà arrivarci e prima o poi ci arriveremo.
L’espressione artistica dà la possibilità all’uomo di potersi esprimere liberamente. Lei come ha concepito questa possibilità?
Con il fatto che avevo un mezzo straordinario a disposizione e quindi potevo riuscire a parlare anche di cose tragiche, ma sempre con il sorriso sulla bocca. Far divertire le persone che si ritrovano in questa stessa situazione, e quindi partecipano di più, è una grande forza che noi abbiamo.
MONDI NUOVI SENZA ALCUN LIMITE
Premio Pulcinella Award alla carriera assegnato ad Ari Folman, regista e sceneggiatore israeliano, che ha ripercorso la sua filmografia. Tra i film più conosciuti e premiati, “Valzer con Bashir” del 2008, “The Congress” del 2013 e il suo ultimo lavoro, “Anna Frank e il diario segreto” del 2021
Su quali basi si fonda la sua idea di racconto animato e qual è la forza dell’animazione?
La forza dell'animazione è la sua narrazione libera, la possibilità di creare mondi nuovi senza alcun limite.
Che idea ha della tecnologia nella creatività?
Penso che la tecnologia stia cambiando rapidamente e che non possiamo prevedere quanto tutto questo influenzerà la creatività e la realizzazione dei film di animazione.
E dell’intelligenza artificiale?
L'acquisizione dei movimenti e la creazione dei personaggi cambieranno totalmente con l'intelligenza artificiale. Non so se gli attori in carne e ossa continueranno a esistere o se sembreranno reali. Sarà interessante seguire lo sviluppo dei videogames per capire i prossimi passi del cinema, perché sono mondi che si influenzano reciprocamente. Il pubblico, soprattutto quello giovane che sta crescendo con i social media e meno con i films, si renderà forse meno conto se avrà di fronte
un attore in carne e ossa o uno totalmente creato dall'intelligenza artificiale.
La storia di Anna Frank è ormai consegnata all’eternità. Qual è oggi il suo valore simbolico?
La storia di Anna Frank è una storia senza tempo, che probabilmente durerà per sempre. Una delle ragioni è certamente la qualità della scrittura piena di talento e genialità di una ragazza di 14 anni, il suo modo di osservare il mondo degli adulti da cui era circondata mentre era nascosta. La seconda ragione è che non si tratta solo di una storia di guerra, ma del “coming of age” di una giovane che cresce in cattività in una piccola stanza in anni cruciali per ogni adolescente. Nel diario, Anna Frank non parla degli orrori della guerra, ma trasmette le sue emozioni e le sue paure più profonde, immaginando e desiderando qualcosa che è scomparso per sempre dalla sua vita.
Cosa può fare l’arte per creare una nuova sensibilità verso il rispetto e la condivisione di valori comuni?
Non credo che l'arte possa cambiare il mondo, lo pensavo quando a metà degli anni ottanta frequentavo la scuola di cinema. Il cinema non ha però questo potere, può provocare piuttosto piccole rivoluzioni di pensiero nelle persone. Se qualcuno, dopo aver visto il film di Anna Frank, tornasse a casa e cercasse su un motore di ricerca il suo nome, o volesse informarsi sull'Olocausto, non sarebbe male, così come se dopo aver visto "Valzer con Bashir" cercasse informazioni sul massacro provocato dalla guerra in Libano. Non sarà rivoluzionario, ma aprirà la mente della gente. Un piccolo passo molto significativo nella vita.
Alessandro Perugini, alias Pera Toons, è uno dei fenomeni del festival. Ha creato una community di 4 milioni di persone con i suoi contenuti: fumetti, battute, animazioni ed enigmi
Cosa prova nel sentirsi definire “fenomeno”?
Mi fa infinitamente piacere. Sinceramente non me lo aspettavo. Ma ora che mi dicono così, mi va bene. Quattro milioni di pere e continuano a crescere. Se lo aspettava? E che rapporto ha con il tuo pubblico?
Il rapporto è bellissimo. Spesso mi chiedo come mai io abbia così pochi haters e quando ne esce qualcuno cerco di convincerlo a venire dalla mia parte. Quattro milioni sono davvero tantissimi e non mi rendo ancora conto di questo numero. Comunque, l’importante è portare felicità e risate.
Uscire dalla propria stanza e incontrare il successo. Per la creatività, qual è il rischio?
La creatività viene influenzata nel momento in cui esci fuori dalla stanzetta dove crei i contenuti. Le persone ti riconoscono,
i ragazzi chiedono autografi. Quando poi torni a lavorare e a disegnare, devi ritrovare carica e motivazione.
Il fumetto non è più un fenomeno di nicchia, ma traina l’editoria italiana. Il fascino del fumetto non era quello di stare fuori dal mainstream?
Sono sempre stato un amante dei fumetti e li ho sempre percepiti come un fenomeno nel mainstrean, dato che la mia camera ne era piena. Li compravo continuamente e, quando ho scoperto che si trattava di un fenomeno di nicchia, quasi non ci ho creduto. Diciamo che ho voluto riportare i fumetti ad una dimensione più pop e questo mi dà tanta soddisfazione. Dico a tutti di leggerli, perché rappresentano una delle forme di comunicazione più complete che esistano.
Cosa significa per Pera Toons partecipare a Cartoons on the Bay?
Per me è una soddisfazione incredibile. Infatti, non tutti sanno che prima mi chiamavo Pera Comics, ma che ho cambiato il nome in Pera Toons proprio per strizzare l’occhio all’aspetto cartoons e animazione. Quindi è per me un onore essere al Festival.
L’accoglienza è stata ottima, Pescara è una città bellissima e l’evento è fenomenale.
LE MASCHERE DELL’ANIMAZIONE
Monica Manganelli, regista, scenografa e visual artist, racconta il manifesto e la sua mostra a Cartoons on The Bay
Il manifesto che ha realizzato per Cartoons on the Bay è un omaggio alla pittura surrealista e alle maschere del teatro. Ce lo descrive?
La pittura surrealista è da sempre per me una grande fonte di ispirazione. In tutte le mie opere e in tutti i miei progetti c’è e si vede. Le maschere del teatro ci sono perché è l’ambiente da cui provengo. Sono capisaldi che mi porto dietro e poi anche i colori, magenta e ciano, sono quelli su cui lavoro sempre molto.
Cartoons on the Bay è l’occasione per parlare ai giovani. Lei, per raggiungerli, che linguaggio usa?
Credo che la mia caratteristica per arrivare alle giovani generazioni sia il tratto onirico ed evocativo che mi permette anche di utilizzare il linguaggio dell’animazione per trattare temi reali, sociali. Un documentario è molto lontano da me, mentre l’animazione mi permette di essere onirica e quindi astratta.
Mondo immaginario e mondo immaginato. La sua mostra ci accompagna in un viaggio surreale. Da quale partiamo?
In tanti mondi differenti. C’è un Egitto futuristico, c’è una Cina onirica, c’è una Berlino dell’epoca dei cabaret. Io parto sempre da una ricerca storica e poi faccio un lavoro di astrazione completa, rielaborandolo in maniera delicata, anche con colori saturi.
Lei quindi parte dalla realtà per poi passare all’utopia e ad una sorta di sospensione…
Esatto. Parto dalla realtà per permettere agli altri di entrare in questo mondo.
In questa mostra ci sono tantissime donne. Perché?
Ce ne sono tante perché nella parte dedicata alla Turandot, progetto di lungometraggio e animazione, abbiamo voluto mettere in risalto cinque donne di temperamento che richiamano il personaggio del mio film che è una giovane donna che si batte per i diritti. Il suo motto è “Sii padrona del tuo destino”, che si adatta perfettamente ad artiste come Alda Merini, Elvira Notari, che è la prima regista donna italiana che ha sempre avuto purtroppo a che fare con la censura, Anna Magnani, Tina Modotti e Franca Viola, simboli della nostra società e che hanno lasciato un segno nella storia.
C’è una parte dedicata all’Emilia Romagna che non parte dalle vicende odierne, ma ci lega ad esse con grande emozione. Perché ha voluto inserirla?
(Si commuove) “La ballata dei senzatetto” nasce nel 2015 come mio primo cortometraggio e volevo omaggiare la mia terra che nel 2012 subì il terremoto. Direi che però il lavoro è attualissimo perchè ci sono delle frasi perfette anche per quello che è accaduto oggi. Il film esprime la forza e la tenacia degli emiliani per rialzarsi dopo la tragedia che valeva ieri come vale oggi.
LAURA TECCE
La forza del talento
A volte i sogni si realizzano, i pronostici si ribaltano e ciò che sembrava impossibile diventa realtà. “Underdog”, il nuovo programma della giornalista, prodotto dalla Direzione Approfondimento, presenta personaggi che inizialmente svantaggiati sulla carta, hanno ribaltato a loro favore le iniziali condizioni avverse, grazie a capacità e perseveranza. Per 10 settimane a partire da lunedì 5 giugno, in seconda serata su Rai 2
Che cos’è “Underdog”?
“Underdog” racconta persone che partono da condizioni non vantaggiose, che non erano predestinate a diventare grandi atleti, imprenditori di successo o personaggi famosi dello spettacolo. Incontriamo persone che, nel caso degli imprenditori, non avevano una dinastia alle spalle, una storia familiare nel settore. Gli underdog sono le persone che nonostante le condizioni non favorevoli, ce la fanno da sole, scommettendo su se stesse, sul proprio talento. Il punto di contatto che trovo su questi personaggi è proprio il non essersi arresi di fronte alle difficoltà, ai giudizi negativi. La parte caratteriale non basta, serve una congiunzione astrale favorevole.
Con quale criterio scegli i tuoi ospiti?
Nel caso degli imprenditori ho scelto persone che avessero fondato la propria azienda. Penso a Renzo Rosso che, figlio di contadini, ha fondato la Diesel a 23 anni, o a Maurizio Zanella, che ha fondato Ca’ del Bosco a 17 anni. Nel caso degli atleti raccontiamo ad esempio Marcel Jacobs, che è esploso tutto insieme sbaragliando i pronostici. Voglio uomini e donne che
si siano fatti da soli. Nel mio piccolo voglio far capire che il talento e il sacrificio ancora contano.
Partire da zero, è più difficile se si è donna?
Per me il genere non è una questione dirimente, lo è di più il merito. Ma fuor di dubbio per una donna non ci sono ancora condizioni totalmente paritarie. La premier Giorgia Meloni ha effettivamente sbaragliato i pronostici, ma anche per lei non è stato facile. Il programma, pur non trattando la politica, è ispirato al suo discorso. Si fa fatica a credere che le donne possano arrivare ai loro obiettivi senza avere un uomo che la sostenga, e questo perché ai vertici della società ci sono ancora gli uomini, che fanno molto squadra fra di loro. È più difficile anche perché ci sono molti pregiudizi legati al corpo delle donne.
In che senso?
Se una donna ha un aspetto piacevole allora non è all’altezza. Sembra paradossale, ma nel 2023 una donna viene ancora giudicata per il suo aspetto fisico.
Ti senti un underdog?
In un certo senso sì. Non provengo da una famiglia con particolari conoscenze, i mei genitori fanno altro e vengo dalla provincia e non da una grande città che dà spesso più opportunità. Io me le sono create da sola, penso quindi di aver vinto la mia sfida, la mia scommessa.
Il tuo sogno è sempre stato quello di fare la giornalista?
La giornalista politica, lo scrissi in un tema quando avevo 12 anni.
Cosa ti ha lasciato “Onorevoli confessioni”?
La piacevole sorpresa di scoprire che i politici, che per anni nel nostro Paese sono stati raccontati come una casta, sono persone normali, con affetti e debolezze. Mi piace vedere cosa c’è dietro alla “maschera” delle persone, al loro ruolo pubblico.
Cosa fai quando ti accorgi che un tuo intervistato non dice la verità?
Più che mentire capita che “sviino” le domande. In quel caso cerco di riportarli sui binari, insisto, ripongo la domanda in altri termini, a volte funziona altre no (sorride).
La Tv resisterà alle piattaforme e ai nuovi media?
Penso che sia ancora una parte fondamentale della narrazione, del sistema mediatico. Sono ancora molte le persone che si informano o si intrattengono con la Tv generalista, certo, cresceranno le piattaforme, il sistema evolverà, ma la televisione non scomparirà mai. Ricordiamo come la radio non sia scomparsa nonostante l’arrivo della Tv.
L’AVVERSARIO
«Mi è piaciuta l’idea di raccontare lo sport e la vita dei grandi sportivi da un punto di vista inedito: al centro del racconto ci sono la fragilità e la sensibilità più di una prestazione fisica da record o di una vittoria consegnata agli annali». Il campione del mondo di Spagna 1982 conduce il nuovo format originale prodotto da Rai Cultura e Stand by me, in onda dal 5 giugno, ogni lunedì in seconda serata su Rai 3
Non c’è sport senza un avversario, che può essere un rivale in carne e ossa o qualcosa di più sottile, come un limite o un ostacolo. Dietro ai trionfi sportivi e alla gloria pubblica, quali difficoltà esterne e quali demoni interiori deve affrontare un campione? Antonio Cassano, Roberto Mancini, Federica Pellegrini, Lea Pericoli, Michel Platini e Franco Menichelli sono i sei grandi sportivi, uno per puntata, che Marco Tardelli incontra e intervista per portare alla luce gli avversari, le difficoltà e i demoni interiori che hanno affrontato nella loro carriera e nella loro vita personale.
Tardelli, che significato ha per lei la parola “avversario”?
È una parola piena di sfumature, dietro la quale si nasconde un’infinità di significati. Può essere positiva, quando svela una
sfida in cui puoi metterti in gioco. Ma anche negativa, se è un limite o un ostacolo. Per me l’avversario è sempre stato quello sul campo, ma per qualcuno può essere un demone interiore oppure una difficoltà esterna.
Cosa le ha fatto accettare la conduzione di questo programma?
Mi è piaciuta l’idea di raccontare lo sport e la vita dei grandi sportivi da un punto di vista inedito: al centro del racconto ci sono la fragilità e la sensibilità più di una prestazione fisica da record o di una vittoria consegnata agli annali. Abbiamo fatto emergere gli aspetti più intimi e sconosciuti di sei campioni assoluti, ripercorrendo la loro carriera attraverso aneddoti e ricordi.
Sei personaggi, sei storie diverse, cosa ha imparato da questi incontri?
Ho imparato che non si conosce mai del tutto una persona, perché dentro ognuno di noi esiste un io profondo e nascosto.
Ho imparato che a volte le persone possono cambiare. E ho imparato che non sempre le difficoltà ci rendono più forti: a volte ci spezzano, ci rallentano, ci fanno cambiare strada. L’avversario di uno sportivo è spesso interiore. Come si superano i momenti di difficoltà e insicurezza?
Non c’è una risposta valida per tutti. Ognuno dentro di sé deve trovare la forza, il coraggio e il modo per superare le difficoltà. Alcune volte non si superano: si accettano e basta. Si impara a conviverci, anche questo è un modo per andare avanti.
Quanto un avversario può spingerci a essere più forti?
L’avversario può essere uno stimolo a migliorarsi, a porsi nuovi obiettivi. È lo spirito stesso del gioco e dello sport, l’oggetto di ogni competizione.
Chi è stato, sul campo, il suo più grande avversario?
Un giocatore che ho incontrato in serie C: Nicola Ripa. Giocava con la Sambenedettese, non so perché, ma contro di lui non sono mai riuscito a fare bene.
L’estate con Techetechetè
Ritorna il 7 giugno con 85 puntate il programma cult dell'access estivo. Tutti i giorni alle 20.35 su Rai 1
“Techetechetè Access 2023”, il programma cult dell'access estivo riparte quest’anno il 7 giugno con 85 puntate dedicate ai big della Tv, della canzone, del cinema e dell’intrattenimento. In onda alle 20.35 circa su Rai1, tutti i giorni dal 7 giugno all’8 settembre. Gli ascolti dello scorso anno hanno confermato l’interesse del pubblico, con medie del 19% di share. Il primo appuntamento è con Pippo Baudo, nel giorno del suo compleanno, per omaggiare un grande e indiscusso protagonista di tanta tv di qualità. Una stagione ricca per “Techetechetè” - come tutti gli anni – di musica e canzoni da hit, comicità, ri-
correnze, compleanni, puntate tematiche divertenti e leggere senza dimenticare mai la vera “mission” del programma, tenere viva, raccontare e riproporre la nostra memoria storica attraverso l’immenso patrimonio delle Teche Rai. Saranno ricordati personaggi amati dal pubblico nella ricorrenza di anniversari speciali: Anna Magnani, Sergio Endrigo, Lelio Luttazzi, Alberto Sordi e tanti altri. Un programma per tutti, con una proposta variegata e da scoprire, che alterna il Sanremo di oggi alle esibizioni in bianco e nero. La squadra degli autori Massimiliano
Canè, Emilio Levi, Luca Rea, Giulio Calcinari, Ermanno Labianca e Francesco Valitutti, con Claudia Di Giuseppe e Francesca Di Ciccio, si consolida e si apre alla collaborazione delle nuove autrici Claudia Bonadonna e Chiara Morellato e ai ritorni come per Tiziana Torti.
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Spirale di bugie
Un triangolo di veleni, un thriller australiano in due puntate, in prima visione assoluta, giovedì 8 e venerdì 9 giugno alle 21.20 su Rai 2
Rai 2 propone per le prime serate di giovedì 8 e venerdì 9 giugno, in prima visione assoluta, la miniserie thriller australiana “Spirale di bugie”. Una coppia, Anna e Jake Fallmont, per recuperare il loro matrimonio in crisi, decide di trasferirsi con i due figli piccoli dall’Inghilterra nella soleggiata Melbourn, città di origine di Jake, avvocato rampante. Nella nuova grande casa, circondata da un lussu-
reggiante giardino, arriva anche la giovane e amabile Becky per fare da babysitter ai due piccoli Grace e Oliver. Anna, nel frattempo, comincia a nutrire il sospetto, a volte ossessivo, che Jake la tradisca con Caroline, la sua assistente, e si confida con Becky. Tra la coppia e la nanny comincia a crearsi un triangolo di confidenze, menzogne, seduzioni reciproche e opachi rapporti di forza. Nella mente di ciascuno dei tre personaggi c’è un piano che prevede l’esclusione di uno di loro. Quale di questi sarà quello vincente? “Spirale di bugie (Lie with me)” è una miniserie di Scott Major con Charlie Brooks, Brett Tucker e Phoebe Roberts.
Audrey è tornata
La gioventù, un puzzle da ricostruire. La pluripremiata fiction canadese di e con Florence Longpré in esclusiva su RaiPlay dal 9 giugno
Ritrovare se stessi dopo aver dormito per sedici anni non è impossibile. “Audrey è tornata”, pluripremiata serie canadese in esclusiva su RaiPlay dal 9 giugno, è la storia della nuova vita di una ragazzina che improvvisamente si risveglia da una morte apparente. Quando viene ritrovata priva di sensi al centro di una strada di una piccola città canadese, la diciassettenne Audrey è già entrata in coma. Sedici anni dopo accade qualcosa di incredibile: con-
tro ogni speranza dei suoi cari e previsione dei medici che la assistono, Audrey ricomincia a vivere. Intorno a lei però tutto è cambiato: dalla sua famiglia, che ora si è “allargata”, ai suoi vecchi amici. E, come se tutto questo non bastasse, deve adattarsi ad un’epoca che non capisce più e deve imparare a gestire i ricordi di un passato, oramai lontano, ma che torna a bussare alle porte della sua memoria. Così anche l’immagine di quanto accaduto quella tragica notte che ha distrutto la sua gioventù, diventa un puzzle da ricostruire. Scritta e interpretata dall’attrice Florence Longpré, la serie si è aggiudicata ben due premi a CannesSeries 2022: lo Special Interpretation Award e il Dior Grand Award.
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IL PASSEROTHE SPARROW
Kevin, adolescente pecora nera della famiglia, provoca accidentalmente la morte del fratello maggiore Robbie e tiene segreta la tragedia. L'unico confidente è un passerotto salvato giorni prima. Mentre le conseguenze della sua bugia prendono corpo e gli eventi sfuggono al suo controllo, Kevin è costretto a confrontarsi con la verità nel modo più drammatico. Regia: Michael Kinirons. Interpreti: Ollie West, David O'Hara, Eanna Hardwicke, Aisling O'Sullivan, Isabelle Connolly, Dara Devaney, Mark O'Halloran, Rory Mullen. In esclusiva sulla piattaforma Rai.
SORELLE PER SEMPRE
Marinella Torrisi e Costanza Maggio frequentano la stessa classe d'asilo a Mazara del Vallo. Per una distrazione della maestra, le bambine vengono confuse e accompagnate dalla mamma sbagliata. Ma quello che sembra essere un errore banale è l'inizio di un cammino che porta entrambe le famiglie a fare una scoperta sconvolgente sull'identità delle loro figlie. Regia: Andrea Porporati.
Interpreti: Donatella Finocchiaro, Anita Caprioli, Claudio Castrogiovanni, Francesco Foti, Noemi Pecorella, Viola Seggio, Andrea Tidona. Tratto da una storia vera, nella sezione dedicata alle serie italiane.
Basta un Play!
ROCK LEGENDS: TINA TURNER
L'irresistibile carriera di Tina Turner dagli anni Sessanta ai Duemila. Nel 1991 è stata inserita assieme all'ex marito Ike Turner nella “Rock and Roll Hall of Fame” e nel 1967 è stata la prima artista afroamericana, e la prima artista donna, ad apparire sulla copertina di “Rolling Stone”. Nel 1986 ha ricevuto una stella nella “Hollywood Walk of Fame”. L’omaggio alla regina del rock and roll recentemente scomparsa.
TUFO
Ispirato alla vicenda di Ignazio Cutrò, imprenditore edile vittima del racket mafioso delle estorsioni nella provincia di Agrigento, il film di animazione racconta la vera storia di un testimone di giustizia siciliano che è riuscito a rimanere nella propria terra, la Sicilia, e a redigere, insieme alle persone che, come lui, sono andate contro la Mafia da semplici cittadini, una legge - tutt'oggi in vigore - che consente a questi ultimi di lavorare nelle pubbliche amministrazioni. Regia: Victoria Musci.
“DISSE CHE ERA COLPA dell'intelligenza artificiale...”
Èquesto l’incipit dal quale partire per scrivere il Miniplot della puntata di lunedì 5 giugno alle 23.30 con Vito Cioce e Marcella Sullo. Ospiti la giornalista Ilaria Amenta che con Rai Libri ha pubblicato “Io sono l’uomo nero” e lo scrittore Divier Nelli che ha firmato il romanzo “Deus est machina?” (Vallecchi Firenze). Scrivi subito il tuo Miniplot con un commento al post che trovi in alto sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine oppure invialo dalle 23 di stasera al numero 335/6992949. I Miniplot più originali saranno letti durante la trasmissione. Live streaming e podcast sull’app RaiPlaySound.
Dalle date primaverili, che hanno registrato il tutto esaurito, all’estivo “Mostro Tour 2023”
Successo per il tour primaverile e per la prima data di Roma, dove Gianmaria ha registrato il sold out, anticipando le date estive del “Mostro Tour 2023, la tournée estiva. Gli show lo vedranno esibirsi in alcuni dei principali festival italiani passando da Cremona (Sabato 10 Giugno 2023, Porte Aperte Festival), fino ad arrivare a Castelfranco Di Sotto (Pisa) (Sabato 22 Luglio 2023, Let’s Festival), Mondovi’ (CN) (Giovedì 3 Agosto 2023, Mov Festival), La Spezia (Giovedì 10 Agosto 2023, La Spezia Estate Festival), e Zaffe-
rana Etnea (CT) (Venerdì 18 Agosto 2023, Anfiteatro Falcone Borsellino). Gianmaria, dopo essersi guadagnato un posto tra i Big di Sanremo 2023 vincendo la categoria giovani con il brano “La Città Che Odi”, ha partecipato alla 72° edizione del festival della canzone italiana con il brano “Mostro” (certificato disco d’oro) pubblicando l’omonimo album il 3 febbraio 2023. Secondo album in studio, “Mostro” è un disco pop con testi che vanno a pescare nelle due anime di Gianmaria, quella folle e indecifrabile e quella sensibile ed empatica. Il 28 aprile ha pubblicato “Disco Dance feat. Francesca Michielin” (Epic Records / Sony Music Italy), il nuovo singolo che, insieme alla cantautrice e polistrumentista veneta, descrive il disagio di una ragazza che sente di non aver trovato il suo posto nel mondo
AI LIVE SOLD OUT
COLLA ZIO
Attesissimo il “Blaster Summer Tour”, l’occasione per vedere il collettivo di nuovo sul palco in un live esplosivo
La band, rivelazione dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, annuncia le date del tour che arriva dopo l’uscita dell’album “Rockabilly Carter” e il “Blaster Tour” nei club. Per i Colla Zio è tempo di live nei Festival di tutta Italia. Già annunciati tra i protagonisti del Mi Ami Festival il 27 maggio a Segrate, Milano, si aggiungono ora altre date: 26 maggio a Savigliano, Cuneo (Atipico Festival), 5 luglio ad Arezzo (Men/Go Music Fest), 15 luglio a Marina Romea (Bagno Polka), 5 agosto a Marina di Ginosa, Taranto (Albatros Beach
Club), 11 agosto a Monte Urano, Fermo (Bambù Festival), 19 agosto a Pineto, Teramo (Primavolta Festival). Sono solo i primi appuntamenti annunciati per un’estate che per la band si preannuncia ricchissima di concerti. Il tour sarà l’occasione per vedere il collettivo di nuovo sul palco in un live esplosivo. I migliori festival e palcoscenici estivi accoglieranno il gruppo e tutta l’energia della loro musica e dei loro vent’anni. Si preannuncia un live potente, frutto della ricerca musicale in studio, ma soprattutto degli anni in cui la band suonava in strada con una chitarra, scoprendo la polifonia e mescolando armonizzazioni e barre. Questa autenticità e questa ricerca rimangono ancora oggi un marchio di fabbrica del collettivo pronto a darne dimostrazione dal vivo. .
ROSA CHEMICAL
L’artista pronto ad accendere i principali festival italiani, dopo il successo di Sanremo, con i suoi testi eccentrici
Primo tour estivo, dopo il primo Sanremo. Rosa Chemical, con “Made in Italy”, si prepara ad accendere i palchi dei principali festival italiani. Il tour lo vedrà il 23 giugno all’Oltre Festival di Bologna, il 24 giugno al Parco della Musica di Padova, il 1 luglio al Flowers Festival di Collegno (Torino), il 5 luglio al Men/Go Music Fest di Arezzo, il 7 luglio al Tanta Robba Festival di Cremona, l’8 luglio al Terrasound di Giulianova (Teramo), il 9 luglio allo Square Music Festival di Piane di Montegiorgio (Fermo), il 14 luglio al Live in Genova Festival di Genova, il 15 luglio all’Estate Gualdese
di Gualdo Tadino (Perugia), il 16 luglio al Pinewood Festival di L’Aquila, il 21 luglio al Sottosopra Fest di Gallipoli (Lecce), il 29 luglio al NXT Station di Bergamo, per poi concludersi il 1° settembre al Together Music Festival di Aosta. Scritto da Manuel Franco Rocati (Rosa Chemical) e Paolo Antonacci, composto da Oscar Inglese e Davide Simonetta e con la produzione di Bdope e Simonetta, “Made in Italy”, con oltre 18 milioni di stream, è certificato disco d’oro, ha debuttato all’ottavo posto nella Top Songs Debut Global di Spotify della settimana di uscita, ed è tutt’ora nella Top15 della classifica FIMI dei singoli più venduti e dei brani più trasmessi in radio, oltre che alla #20 della Top50 Italy di Spotify. È un brano di provocazione, che racchiude al suo interno tutta l’essenza e l’irriverenza prorompente di Rosa Chemical.
CARO GIOVANE, TI ASPETTIAMO
Sara Massaccisi, portabandiera della Polizia di Stato alla parata del 2 giugno, è in servizio presso la Scuola Superiore di Polizia a Roma con il compito di seguire i nuovi commissari:
«ho trovato nella divisa che indosso – dicela sintesi perfetta tra le mie aspirazioni, le mie attitudini e i miei valori»
La Polizia di Stato ha sfilato alla parata del 2 giugno insieme alle rappresentanze di tutti i Corpi Armati dello Stato, di quelli impegnati nell’area della sicurezza, delle emergenze e della cooperazione. Un’occasione in cui si concretizza il concetto di un sistema istituzionale ben più ampio e articolato, in cui tutte le componenti interagiscono in maniera complementare e coordinata nell’interesse del Paese e della sua collettività. Sfilano donne e uomini, attenti ai bisogni della comunità, come hanno dimostrato in più occasioni gli interventi volti a garantire il rispetto delle leggi, il soccorso e l’assistenza in caso di pubbliche calamità. Al comando del settore sfila il Dirigente Superiore Dottoressa Elisabetta Mancini, seguita dal Vice Questore Pasquale Ciocca e dalla Bandiera della Polizia di Stato, prima Forza di Polizia a competenza generale che quest’anno celebra il 171° anniversario della sua fondazione. Quest’anno la bandiera della Polizia di Stato è stata insignita della medaglia d'oro al valor civile grazie agli uomini e alle donne dei Reparti Mobili della Polizia di Stato che, con eccezionale professionalità, equilibrio e non comune spirito di servizio, concorrono alla gestione dell’ordine e del soccorso pubblico, garantendo il libero esercizio dei diritti e delle libertà, a tutela della sicurezza dei cittadini e delle Istituzioni della Repubblica.
La dottoressa Massaccisi Sara è la portabandiera e ci racconta la sua esperienza di Donna in Prima Linea con la Polizia di Stato.
Dottoressa, perché ha scelto di indossare la divisa della Polizia di Stato?
È una scelta che affonda le radici nella passione per gli studi giuridici, per il diritto e per il mondo della giustizia. Quest’ultimo è un mondo nel quale coesistono diversi attori, diverse figure professionali, ed è arrivato per me un momento in cui dovevo capire quale ruolo volevo ricoprire in questo sistema di giustizia e legalità. Posso dire, anche con una certa emozione, di aver trovato nella divisa che indosso la sintesi perfetta tra le mie aspirazioni, le mie attitudini e i miei valori. E questo perché il compito della Polizia di Stato non si esaurisce nella legalità “postuma”, ovvero di sola repressione dei reati, ma abbraccia un concetto di legalità e sicurezza totale. Repressione sì, ma anche prevenzione dei reati, ordine e sicurezza pubblica, prossimità e, più semplicemente, ma anche più incisivamente, vicinanza ai cittadini.
Qual è il suo ruolo attuale e di cosa si occupa?
Attualmente sono in servizio presso la Scuola Superiore di Polizia a Roma. Nello specifico, ho il compito di seguire i nuovi commissari. Siamo al 112° corso, un percorso di 16 mesi altamente professionalizzante, durante il quale alternano attività addestrative a discipline e materie di settore. Posso dire che quello dei nuovi commissari è un cammino di crescita non solo dal punto di vista delle competenze. Il nostro sforzo quotidiano è volto a formare la coscienza del funzionario, votata alla cura per l’Amministrazione, alla responsabilità, al sacrificio e al servizio.
Quale percezione hanno i cittadini, secondo lei, della polizia di Stato?
La domanda diventa particolarmente sensibile per il nostro tempo. Siamo nell’era della cosiddetta “infodemia”, della sovrabbondanza di informazioni e notizie che rischiano di creare l’effetto contrario, ovvero disorientare e disinformare. Di mettere in dubbio anche la più pura delle news. Ciò nonostante, l’obiettivo della nostra attività rimane quello di restituire al cittadino un elevato senso di sicurezza. Per riuscirci è necessario anzitutto garantire la sicurezza sul piano effettivo e, di conseguenza, implementare e curare la cosiddetta “sicurezza percepita”. È impossibile dire oggettivamente quale sia la percezione del singolo rispetto alla Polizia di Stato, ma posso garantire che lavoriamo ogni giorno con dedizione e nel pieno rispetto delle norme. E questo, per fortuna, alimenta naturalmente la fiducia e l’affidamento incondizionato dei cittadini nei confronti della nostra divisa.
Prima di entrare in Polizia, lo immaginava così come lo ha trovato il mondo della sua Amministrazione?
No, assolutamente. E la cosa che più mi ha sorpreso è che la Polizia ti consente di reinventarti sempre, di non fare mai la stessa cosa per tutta la vita. Sono innumerevoli i settori, gli uffici, i ruoli, le materie, le attività, le specialità. Nessun inter-
vento sarà mai uguale ad un altro, nessuna indagine, nessuna pratica. I rapporti che si creano sono quelli di una famiglia, vanno ben oltre l’ambito professionale. Insomma, una sorta di caleidoscopio, assolutamente fuori dalla portata della mia immaginazione.
Cosa vuol dire esserci sempre?
Non è altro che il modo di concepire la nostra attività, che ispira quel sentimento di affidamento dei cittadini di cui parlavo prima. Evoca una presenza costante, totalizzante. Sia dal punto di vista degli interventi, siamo operativi sul territorio a qualsiasi ora e in qualsiasi circostanza, sia di contenuto, di sostanza. Esserci sempre come concetto di vicinanza. Esserci sempre per chi vive situazioni particolari di disagio. O anche, più semplicemente, l’assistenza in quelle pratiche di tipo più strettamente amministrativo quali passaporti, licenze, permessi di soggiorno e molto altro.
Come è riuscita a conciliare carriera e sogni nel cassetto? Non mi piace definirla carriera, per me è la mia professione. E diciamo che li ho conciliati perché erano, per buona parte, la stessa cosa. Il mio più grande sogno nel cassetto è sempre stato quello di iniziare la giornata con la consapevolezza di essere nel posto più giusto per me. Che mi permettesse di mettere a servizio attitudini e capacità. E questo ha comportato inevitabilmente dei sacrifici, anche dal punto di vista familiare. Ma chi
ci ama, ci ama anche nel nostro amore per la divisa, che a sua volta diventa condiviso.
Il significato del 2 giugno per lei che indossa la divisa della Polizia di Stato
Grazie. Significa grazie. È l’occasione per ringraziare e festeggiare l’operato di tutti coloro che sono a servizio della Repubblica. Ognuno nella sua specificità e competenza. Per la nostra Amministrazione, significa ringraziare tutti i poliziotti e le poliziotte che non si risparmiano, dal turnista della Volante, al poliziotto dei corpi di guardia. Significa ringraziare chi non guarda l’orologio, quando c’è da trattare un Codice Rosso, chi ogni giorno si occupa del contrasto al terrorismo e ai fenomeni eversivi. Significa ringraziare chi oggi tratta la delicata materia dell’immigrazione, con l’elevata sensibilità che merita. Significa ringraziare quegli operatori che curano la logistica e il personale, motore degli uffici sul territorio.
Un consiglio ai giovani che vogliono entrare in Polizia Diciamo che quello che ho detto fino ad ora finisce per diventare un monito più che un consiglio. Ovvero, che far parte della nostra Amministrazione non può essere concepito solo come un lavoro. È un servizio, è responsabilità. È un modo di vivere che a volte, spesso, è difficile e impegnativo dal punto di vista personale. Ma che nel suo scopo, nel sorriso del cittadino, e dello stesso collega, ripaga di tutto. Pertanto, caro giovane, ti aspettiamo.
Nelle librerie e negli store digitali
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Una serie in venti puntate, presentata da Paolo Mieli e narrata da Carlo Lucarelli, per raccontare il conflitto con analisi, approfondimenti, immagini di repertorio restaurate delle Teche Rai e interviste a protagonisti e testimoni. Nella prima puntata, in onda mercoledì 7 giugno alle 22.00 su Rai Storia, l’Europa alla vigilia
Venti puntate per raccontare la storia della Seconda guerra mondiale dall’invasione della Polonia fino alla Liberazione e al crollo del nazifascismo: da mercoledì 7 giugno alle 22 su Rai Storia, Rai Cultura propone la serie “1939 – 1945. La Seconda guerra mondiale”, presentata da Paolo Mieli e narrata da Carlo Lucarelli, con analisi e approfondimenti di storici scelti a seconda del tema trattato. Un racconto per immagini con materiali di repertorio “restaurati” in alta definizione ed edizioni di grandi documentari provenienti dalle Teche Rai con rare interviste a protagonisti e testimoni ormai scomparsi. Il percorso temati-
co, dalla politica e la diplomazia alle alleanze e al contesto internazionale, si alterna alla guerra, con le grandi battaglie, le nuove armi, le strategie militari e la resistenza di chi si oppone con ogni mezzo a Hitler e Mussolini. Al centro del primo appuntamento, gli episodi che hanno preceduto lo scoppio del secondo conflitto mondiale: il razzismo, l’antisemitismo, il nazionalismo e la revisione del Trattato di Versailles sono alla base dell’ideologia nazista. Una volta conquistato il potere, nel gennaio 1933, Hitler persegue la sua politica di potenza e di predominio tedesco sull’Europa. Il servizio di leva tedesco (marzo 1935), le leggi razziali di Norimberga (settembre 1935) e quelle italiane (1938), l’occupazione militare della Renania (marzo 1936), la nascita dell’Asse Roma-Berlino e il viaggio di Mussolini in Germania (1936-1937), la guerra di Spagna (1936-1939), l’Anschluss (marzo 1938), la questione dei Sudeti (ottobre 1938) e la Conferenza di Monaco, il protettorato di Boemia e Moravia (marzo 1939) sono le tappe che porteranno all’invasione della Polonia (settembre 1939) e allo scoppio della seconda guerra mondiale. Tra i consulenti della serie, gli storici Giovanni Sabbatucci, Nicola Labanca, Lutz Klinkhammer.
La settimana di Rai Storia
Italia. Viaggio nella bellezza
Il Museo del Risorgimento di Brescia
Riapre dopo molti anni, in una veste completamente rinnovata, il Museo Leonessa d'Italia, che è al centro del nuovo appuntamento della serie. Prima visione.
Lunedì 5 giugno ore 21.10
La battaglia di Normandia: 85 giorni all'inferno
È il 6 giugno 1944 quando le forze alleate, comandate dal generale statunitense Dwight Eisenhower sbarcano sulle spiagge della Normandia. Martedì 6 giugno ore 23.10
Italiani Corrado
Un indimenticabile conduttore televisivo e radiofonico che Rai Cultura ricorda nell’anniversario della scomparsa, avvenuta l’8 giugno 1999, con uno speciale.
Mercoledì 7 giugno ore 23.00
Italiani
Fernando Aiuti
La storia professionale e personale, le sfide e le battaglie del medico immunologo che ha legato per sempre il suo nome alla battaglia contro l‘Aids.
Giovedì 8 giugno ore 15.00
Binario cinema
Il giovane Karl Marx
La vita privata e la passione politica del “padre” del comunismo: la ricostruisce il regista Raoul Peck nel film che ripercorre gli anni in cui nacque l’amicizia di Marx con Friedrich Engels.
Domenica 11 giugno ore 21.10
Telemaco
Ad Angera, sulla sponda Lombarda del Lago Maggiore, c’è la Rocca Borromea. Con quella gemella di Arona, sulla sponda piemontese, assicurava il controllo sul lago.
Venerdì 9 giugno ore 21.10
Documentari d’autore
Sicily Jass
La storia di Nick La Rocca e l'influenza che gli emigranti italiani hanno svolto nella nascita del Jazz. Ambientato tra la Sicilia e New Orleans. Sabato 10 giugno ore 23.10
MARGUERITE YOURCENAR, un’archeologa dello spirito
La puntata è dedicata alla scrittrice e poetessa francese in occasione dei 120 anni dalla nascita. Con Edoardo Camurri, giovedì 8 giugno alle 20.25 su Rai 5
In occasione dei 120 anni dalla nascita (8 giugno 1903) Rai Cultura omaggia Marguerite Yourcenar, scrittrice e poetessa francese, autrice del celebre “Memorie di Adriano”. Un’archeologa dello spirito: questa è Marguerite Yourcenar, protagonista di “Punto di svolta”, il programma di Rai Cultura condotto da Edoardo Camurri, in onda giovedì 8 giugno alle 20.25 su Rai 5. La puntata fa rivivere il suo amore per i testi, per la parola scritta, il suo studio del passato e la grande immaginazione. Prima donna ad entrare nel regno degli
immortali dell’Académie Française, “disegna” personaggi che sono dei modelli di virtù e di coraggio, di libertà e di responsabilità, di luce e di ombra: dall’antichità romana di Adriano al medioevo europeo che si fa rinascimento di Zenone. Edoardo Camurri ne segue i passi tra le rovine di Villa Adriana di Tivoli e a Bruges, l’altro luogo cardine nel percorso creativo della scrittrice, il luogo dove opera l’alchimista Zenone. A raccontare Marguerite Yourcenar anche gli interventi di di Nadia Fusini e Sandra Petrignani e le letture di Lucrezia Guidone. “Punto di svolta” è un programma di Edoardo Camurri, Errico Buonanno, Michele De Mieri, Enzo Rammairone. Coordinamento editoriale Anna Lisa Guglielmi. A cura di Giulia Morelli e Debora Volpi. Produttore esecutivo Eleonora De Angelis. Regia di Sabrina Salvatorelli.
La settimana di Rai 5
Sciarada - L'Altro '900
Curzio Malaparte
Riscoperto e apprezzato in anni recenti, resta per molti versi una figura inesplorata. In occasione dei 125 anni dalla nascita (9 giugno 1898)
Lunedì 5 giugno ore 23.00
Johnny Clegg, The White Zulu
Ritratto del cantore di Nelson Mandela che ha saputo coniugare impegno politico, lotta all’apartheid e ricerca musicale. Prima visione.
Martedì 6 giugno ore 22.55
Art Night
Il viaggio di Piero
Gli anglosassoni hanno chiamato
Piero’s trail il percorso che da Arezzo porta a Rimini. Sono i luoghi dove Piero della Francesca è nato e vissuto, dove si trovano le sue opere.
Mercoledì 7 giugno ore 21.15
Concerto per Milano
Direttore Riccardo Chailly
Da Rossini, Bellini e Donizetti fino a Verdi e Puccini: in diretta da Piazza del Duomo con l'Orchestra Filarmonica della Scala e la star del belcanto Juan Diego Flórez.
Giovedì 8 giugno ore 21.15
Catania, teatro in chiaroscuro
Una città ricca di mistero, che vive di molte anime e sonorità, stratificate nei secoli. La città siciliana è la protagonista del documentario di Giuseppe Sansonna.
Domenica 11 giugno ore 22.00
Prima della Prima
Il trovatore
Al Teatro Municipale di Piacenza l’opera di Giuseppe Verdi. Regia di Stefano Monti e direzione di Matteo Beltrami. Prima visione.
Venerdì 9 giugno ore 22.05
Teatro
L'amore è un gambero
I trucchi per affrontare al meglio tutte le fasi di una storia sentimentale raccontati da Riccardo Rossi.
Sabato 10 giugno ore 21.15
THE JUNGLE BOOK SAFARI
Mowgli, Baloo, Baghera e i loro amici ci accompagnano alla scoperta del mondo animale nella nuova serie ispirata al celebre libro di Rudyard Kipling. Da venerdì 9 giugno, tutti i giorni, alle ore 13.20 su Rai Gulp
Arriva su Rai Gulp e RaiPlay una nuova serie ispirata dal celebre “Il libro della giungla” di Rudyard Kipling. Appuntamento da venerdì 9 giugno, tutti i giorni, alle ore 13.20 con “The Jungle Book Safari”. Mowgli, Baloo e Baghera, amati personaggi del cartone animato “Jungle Book” ci accompagnano alla scoperta del mondo animale con sorprendenti incursioni nella natura ripresa dal vero. Un programma educativo e divertente allo stesso tempo per intrattenere e informare grazie a immagini bellissime e spiegazioni semplici e dirette. In ogni episodio Mowgli e le sue guide sapienti parlano di abitudini, comportamenti e caratteristiche dei loro amici animali, trovando sempre il modo di incuriosire il loro pubblico. Per esempio, chi è il miglior saltatore? La rana o il canguro? Imparare qualcosa di nuovo o rinfrescare la memoria sarà piacevole non solo per i più giovani.
“Il libro della giungla (The Jungle Book)” è una raccolta
di storie, opera dello scrittore inglese Rudyard Kipling del 1894. La maggior parte dei personaggi sono animali come la tigre Shere Khan e l'orso Baloo, anche se il personaggio principale è il ragazzo o "cucciolo d'uomo" Mowgli, che viene allevato nella giungla dai lupi. Le storie sono ambientate in una giungla in India; un posto menzionato ripetutamente è "Seonee" (Seoni), nello stato centrale del Madhya Pradesh. Uno dei temi principali del libro è l'abbandono seguito dalla promozione, come nella vita di Mowgli, che riecheggia l'infanzia di Kipling. Il tema si riflette nel trionfo di protagonisti, tra cui Rikki-Tikki-Tavi e La foca bianca, suoi loro nemici, oltre a quello di Mowgli. Un altro tema importante è quello della legge e della libertà; le storie non riguardano il comportamento animale, tanto meno la lotta darwiniana per la sopravvivenza, ma gli archetipi umani in forma animale. Insegnano rispetto per l'autorità, l'obbedienza e la conoscenza del proprio posto nella società con "la legge della giungla", ma le storie illustrano anche la libertà di muoversi tra mondi diversi, come quando Mowgli si sposta tra la giungla e il villaggio degli uomini. I critici hanno anche notato la natura selvaggia essenziale e le avventure senza legge nelle storie, che riflettono il lato irresponsabile della natura umana.
Nelle librerie e negli store digitali
per Radiocorriere TV
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I FILM DELLA SETTIMANA
CINEMA IN TV
Alice è sposata con Thomas, lavoratore apprezzato dalla sua comunità; insieme con il figlio Romain di otto anni vivono un’esistenza serena nella provincia francese. Le loro vite vengono sconvolte quando Thomas, l'uomo della sua vita e padre di suo figlio, è sospettato di essere Antoine Durieux-Jelosse, il famigerato assassino scomparso quindici anni prima, dopo aver ucciso tutta la sua famiglia. Il capo della polizia Sophie Lancelle non ha mai rinunciato alla sua incessante ricerca dell'uomo che ha commesso quel crimine efferato. È determinata a dimostrare, qualunque cosa accada, che Thomas è l'uomo ricercato da tempo. Preso nell'ondata di dubbi e sospetti, da parte della moglie e di Sophie, a Thomas non resta che dichiararsi innocente. Ma è davvero così? Il tv movie in prima visione, ispirato a fatti realmente accaduti, mette in luce l’ambiguità dei personaggi coinvolti: Thomas è un onesto padre di famiglia ingiustamente perseguitato oppure uno spietato assassino? Il capitano Lancelle è una poliziotta integerrima oppure una persona disposta a fare qualunque cosa per ottenere il risultato?
In un’epoca in cui l’uomo tende a influenzare la natura al di là della propria consapevolezza, si ha l’esigenza di riscoprire le relazioni che possono rafforzare e approfondire il legame tra la natura, il mondo animale e l’essere umano. Dodici registi di fama internazionale indagano su questi rapporti, spaziando dalla diffusione della vita animale alla conservazione dell’ecosistema. Il progetto ha lo scopo di sfruttare l’arte cinematografica anche per sensibilizzare su argomenti come il cambiamento climatico, i rischi per le risorse idriche e la perdita di biodiversità. Tra i 12 brevi cortometraggi, proposti in prima visione, “Domestication” di Isabella Rosellini, che ci porta alla scoperta della sua fattoria raccontando la storia dell’addomesticamento animale e le cause della mancanza di biodiversità nell’agricoltura dei nostri giorni. Ad aprire la raccolta il fiorentino Clemente Bicocchi con “Crepuscolo”, che trasforma la migrazione di un gregge di capre in fantascienza ispirandosi a un racconto di Isaac Asimov.
Karla, che lavora come cameriera in un piccolo bar, è divorziata e mamma di un bambino di sei anni, Frankie. Sembra una giornata come tutte le altre: Karla porta suo figlio al parco e, mentre il piccolo gioca, risponde al telefono al suo avvocato che la sta aiutando nella battaglia legale per l’affidamento del bambino. E’ proprio in quel momento che assiste al rapimento di Frankie che viene caricato a forza su un auto. Nonostante il panico, la donna reagisce: capisce che la polizia non potrebbe mai arrivare in tempo, sale quindi sulla sua auto e incomincia un forsennato inseguimento decisa anche a rischiare la sua vita pur di non perdere di vista suo figlio. I criminali non immaginano di essersi messa contro la donna sbagliata. Da sola e senza l’aiuto delle forze dell’ordine la coraggiosa Karla, tra varie peripezie, riesce ad arrivare al covo dei rapitori scoprendo che quello di suo figlio è l’ennesimo di una serie di sequestri compiuti da un’organizzazione criminale che tiene prigionieri altri bambini…
Guia è una giovane donna italo-spagnola dal carattere deciso e determinato, che lavora tra Milano e Parigi come direttrice di una prestigiosa rivista internazionale di moda. La sua vita cambia improvvisamente quando muore il padre e lei eredita la grande masseria di famiglia che si trova in Puglia, il luogo dove da bambina trascorreva le sue estati. Guia parte per assistere al funerale e per trovare un buon acquirente per la sua proprietà. Al suo arrivo, però, troverà nella masseria il cugino Pino, affetto da un lieve ritardo mentale e Renzo, un affascinante contadino vedovo, che da sempre si occupa della tenuta e che vive nella dependance insieme a suo figlio Tony. Guia vuole liberarsi al più presto della tenuta, ma col passare dei giorni si rende conto che la sua vita è perfetta solo in apparenza e finisce per apprezzare sempre più la semplicità della masseria e del paesino che la ospita. Anche il suo rapporto di amore-odio con Renzo cambia, e potrebbe anche cambiare il corso del suo destino… Nel cast Raoul Bova, Liz Solari e Nino Frassica.
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