DA CASELLO A CASELLO
LA LENTEZZA NELL’ERA DEI VIDEOGAME
La nostra è una società ossessionata dalla velocità, dalla mancanza di tempo, dal fare sempre più cose contemporaneamente e nel minor tempo possibile. Siamo treni in corsa nel lavoro, negli spostamenti, nel mangiare, anche nelle relazioni sociali. E nell’era dei videogame, dove tutto è possibile all’istante, trionfa la lentezza dei giochi da tavolo.
Ribattezzati “board game”, per renderli almeno nel nome più attuali, scopriamo che in realtà non solo non sono mai “passati di moda”, ma crescono, si diffondono e si innovano. Se immaginate dadi, cartoncino e noia, state sbagliando di grosso. Scegliere con cura il gioco tra le scatole di cartone, aprire il tabellone, posizionare le pedine, i gettoni, lanciare i dadi, è una ritualità intramontabile. Nell’era della rivoluzione digitale, i board game offrono un’esperienza più ricca e complessa, in un settore che cambia ma che non tradisce i classici, in un revival che continua a trovare un posto sui tavoli delle nuove generazioni di giocatori in tutto il mondo. Oggi quasi trecento giochi da tavolo vengono utilizzati con una componente digitale. Resta però il trionfo della lentezza, il bisogno di aggregazione, il distacco dalla quotidianità frettolosa. “Monopoli”, “Risiko”, gli antichissimi dama e scacchi, ma anche “L’allegro chirurgo” piuttosto che “Scarabeo”, erano i giochi più diffusi, che hanno riempito i pomeriggi di pioggia di tante generazioni e che oggi rappresentano incredibilmente anche una passione della GenZ. Il mondo gira, il tempo scorre, ma ci siamo rincontrati tra quel “Vicolo stretto” e quel “Vicolo corto”, pronti per tornare alla partenza.
Fabrizio Casinelli
Vita da strada
SOMMARIO
L’ITALIA DA CASELLO A CASELLO
Su Rai Isoradio il programma con Manila Nazzaro e Gianmaurizio Foderaro. L’intervista del RadiocorriereTv
6
MASSIMILIANO GALLO
L’attore è il protagonista della seconda stagione di “Vincenzo Malinconico – Avvocato di insuccesso 2”. Da domenica 1° dicembre in prima serata su Rai 1
10
DOMENICO MODUGNO
In occasione dei 30 anni dalla scomparsa un documentario ripercorre la vita dell’artista. Mercoledì 27 novembre su Rai 1
14
67° ZECCHINO D’ORO
In diretta dall’Antoniano di Bologna torna con 14 nuovissimi brani il festival delle canzoni per bambini. Su Rai 1 dal 29 novembre
12
ROBERTA BRUZZONE
Dal 26 novembre in esclusiva su RaiPlay “Nella mente di Narciso” la docuserie di Rai Contenuti Digitali e Transmediali condotta dalla criminologa e psicologa forense
16
MARTA MAZZI
Incontro con l’attrice che nel “Paradiso delle Signore” su Rai 1 interpreta il personaggio della stilista Giulia Furlan
18
CHI VUOLE PARLARE D’AMORE?
È già disponibile su RaiPlay la nuova docuserie in cui i ragazzi si raccontano tra amori, sesso e relazioni
20
La Rai si racconta in digitale 22
PLOT MACHINE
Anteprima della puntata in onda su Rai Radio 1
L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai
NAPOLI NEW YORK
Nelle sale il nuovo film di Gabriele Salvatores tratto da una storia scritta da Federico Fellini e Tullio Pinelli
Un passo dalla vetta, un passo dalla vita. Massimiliano Ossini racconta l’ascesa in cordata alla seconda montagna della Terra 26
MUSICA
Attesa per le nuove le nuove date milanesi di Riccardo Cocciante 28
Dall’Islanda una nuova fiaba moderna e comica per i bambini è arrivata su Rai Yoyo (tutti i giorni alle 9.45) e in boxset RaiPlay
38
LE CLASSIFICHE DI RADIO MONITOR
Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay
CINEMA IN TV
Una selezione dei film in programma sulle reti Rai 42
DONNE IN PRIMA LINEA
Il vice questore Maria Carmen Petrone gruppo sportivo fiamme oro della Polizia di Stato racconta la sua esperienza come donna in Prima linea
NAZZARO & FODERARO
Manila e Gianmaurizio accompagnano gli ascoltatori di Isoradio con leggerezza e ironia in uno “show on the road” da sud a nord tra notizie, novità discografiche, ospiti e interazione con i viaggiatori. “Da casello a casello” ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 11.00
MANILA NAZZARO
Come sta vivendo quest’avventura quotidiana “Da casello a casello”?
Nel migliore dei modi. Il programma ha superato e anche di tanto, tutte le aspettative. Le interazioni con gli ascoltatori sono altissime e noi ci divertiamo molto.
Informazione, musica, notizie e territori. Un format da piacevole compagnia…
La nostra ora è molto divertente, a tratti surreale, ed è questo che fondamentalmente attrae tanto. Siamo riusciti in breve tempo a fidelizzare gli ascoltatori. Io sono la prima ad essere presa spesso in giro, ma questo mi diverte molto e credo che chi ci ascolta percepisca proprio la nostra leggerezza, la nostra ironia. Anche il linguaggio è quello più semplice, diretto e chiaro, quello quotidiano. Utilizziamo tanto i dialetti e chiediamo ai nostri radioascoltatori di condividere motti, proverbi. Non manca l’informazione con giornalisti che, dai territori, raccontano gli eventi più importanti. Qualche puntata fa abbiamo parlato dell’elezione di “Miss mucca” in Val d’Aosta (sorride), un particolarissimo concorso di bellezza che poi ci ha dato modo di entrare nelle tradizioni del luogo, nella cucina, nei prodotti tipici.
Con Gianmaurizio avete formato una coppia radiofonica inedita e molto armoniosa. Come lavorate insieme?
Sapevo che avrei lavorato con un grande professionista. Lo conosco bene sia professionalmente che umanamente perché collaboriamo in Rai Radio Tutta Italiana dove conduco “Mattina Italiana” con Julian Borghesian. Andare in onda con Gianmaurizio è davvero un onore. Lui è una voce storica di Radio Rai e c’è
L’ITALIA DA A CASELLO
CASELLO
CASELLO
solo da imparare. Sembra un professionista molto serioso, ma quando si accende il microfono arrivano tanta spensieratezza e quella leggerezza che insieme portiamo in radio. Ho iniziato dieci anni fa e mi sono ritrovata a vivere una grande passione. Non è un’alternativa, come si può pensare, per chi viene dalla televisione, ma è parte della mia vita.
Nel vostro programma ci sono anche i super ospiti con tante sorprese…
Cambiano giorno per giorno. Sono stati con noi grandi artisti come Zucchero, Alfa, abbiamo anche degli ospiti fissi come Anna Maria Greco che ogni lunedì fa il punto della situazione sull’attualità e sulla politica in quattro minuti, abbiamo Antonella Frontani, scrittrice editorialista che ogni mercoledì racconta due libri.
C’è una storia che vi hanno raccontato in queste settimane e che l’ha colpita di più?
Le storie che ci raccontano gli ospiti sono veramente tante. Fa sorridere anche il fatto che molti ascoltatori nei loro vocali ci chiedano, ad esempio, dove sia il chilometro 312 segnalato dall’info-mobilità. Lo fanno in maniera molto ironica. Ma dove sta? Ormai lo abbiamo fatto diventare un mood, un piccolo gioco di parole sul quale si crea tanta partecipazione.
Tante le novità discografiche in “Da casello a casello”. Lei che musica ascolta?
Amo tantissimo la musica italiana e in particolare Biagio Antonacci che spero di avere ospite nel programma. Conosco a memoria tutta la sua discografia. Mi piace tanto anche Zucchero e ascolto i cantautori. Ma sono anche incuriosita da giovani come Lazza, penso che ci sia anche molta qualità fra le tante nuove proposte. Credo che ci si debba aprire all’ascolto, non partire dai preconcetti.
Lei che viaggiatrice è?
Nel periodo in cui concorrevo per Miss Italia, nel 1999, ho viaggiato tantissimo. Prima non lo avevo mai fatto, perché i miei genitori erano molto rigidi e timorosi, anche dell’autobus. Ho iniziato a spostarmi in tutta Italia e devo dire che non ho più smesso. La radio mi accompagna sempre e spesso faccio lunghi viaggi anche in macchina, mi piace guidare. Sono una ascoltatrice di radio e non delle playlist, anche se mio figlio diciottenne, in macchina, spesso tenta di imporle.
Dalla televisione alla radio, che esperienza è per Manila Nazzaro?
Il passaggio non è stato semplice perché è avvenuto in un momento molto articolato della mia vita. Avevo appena avuto la notizia che ero stata sostituita da Adriana Volpe in “Mezzogiorno in famiglia”. Di punto in bianco mi ero ritrovata senza un lavoro quando invece ero convinta di averne uno. Ero una mamma che cresceva i suoi figli da sola, era molto difficile in quel momento. Ebbi una chiamata da Radio Zeta e da lì è iniziato il
mio percorso. Federica Gentile di Rtl, oggi volto di Rai 2, mi ha insegnato tutto, da lei ho appreso ogni cosa. Fu inizialmente un salto nel buio. Mi dicevano che chi fa televisione può fare anche radio. A distanza di tempo ho capito che è una grande bugia perché forse è vero il contrario. La radio è uno strumento che necessita di altre caratteristiche. Non c’è la gestualità che aiuta e neanche la fisicità. La radio mi ha salvata da un punto di vista proprio profondo. Ho fatto anche televisione in questi anni, dei reality, ma c’era sempre la radio di mezzo. L’ho portata anche nella casa del “Grande Fratello”. Per me è un’amica sincera.
Quali sono i suoi prossimi progetti?
La radio occupa la maggior parte del mio tempo. Se dovessi pensare alla televisione mi verrebbe in mente un piccolo spazio. Nella mia vita ho comunque fatto una scelta che mi fa stare bene. La radio mi ha reso libera ed è ciò che non provavo in televisione. In radio non è preponderante l’aspetto fisico, ed esiste in un certo senso anche la meritocrazia: sono gli ascoltatori a decidere. In uno studio radiofonico noi donne siamo più libere di essere come siamo, mentre la televisione penso sia ancora maschilista.
GIANMAURIZIO FODERARO
Come sta vivendo quest’avventura quotidiana da “Casello a casello”?
Lavoro alla programmazione e ai palinsesti di Isoradio e penso che stare in un programma, condurlo, viverlo quotidianamente, mi permetta di capire meglio come migliorare il mio lavoro e quello degli altri. Fondamentalmente resto un conduttore e sto vivendo questo programma con grande trasporto e divertimento.
Informazione, musica, notizie e territori. Un format da piacevole compagnia…
Sì, e soprattutto tanto intrattenimento. Il format è nuovo e solitamente in una radio ci vuole del tempo perché un programma fidelizzi gli ascoltatori. Noi, fortunatamente, grazie anche alla notorietà soprattutto di Manila, siamo arrivati al pubblico molto presto con centinaia di interazioni social ogni giorno. Tra l’altro, con alcuni di questi messaggi audio confezioniamo una pre-sigla, che diventa la presentazione del programma contenente tutte le gag che giorno per giorno arrivano dagli ascoltatori. Questo sta piacendo tantissimo.
Un programma di intrattenimento ma non manca l’informazione sulla viabilità…
Sempre, certo. Abbiamo tra l’altro anche una rubrica di approfondimento giornalistico, una rubrica di libri, c’è Fabrizio Casi-
nelli che fa le classifiche, quindi abbiamo un gruppo di lavoro molto vario, anche se il programma è condotto da due voci.
Il tono è sempre molto divertente.
Assolutamente! Infatti, per usare un termine tecnico, è un infotainment.
Con Manila siete una coppia radiofonica inedita, molto armoniosa. Come lavorate insieme?
Siamo inediti, ma già conoscevo Manila perché lei conduce su Rai Radio Tutta Italiana, insieme a Julian Borghesian, un programma curato da me.
A proposito di palinsesti e di programmazione, Isoradio non è più soltanto per i viaggiatori ma un intrattenimento per tutti… Per me è una cosa importantissima, con la direttrice Alessandra Ferraro abbiamo insistito per cercare di recuperare la vera natura di questa rete, che è una radio di flusso. La musica è importante e i contenuti devono essere intrattenimento, molto veloce ed efficace, e informazioni sul traffico. Stiamo recuperando il viaggio, il territorio, senza pesantezze, perché gli ascoltatori in viaggio vogliono musica, informazioni sul traffico e intrattenimento.
Il suo debutto in radio è del 1977 in una piccola emittente calabrese. Una lunga storia…
Appartengo a quella generazione di radiofonici, ormai quasi sessantenni o giù di lì, che hanno fatto la storia delle radio private e poi sono passati ad altro. Ci sono illustri colleghi con cui abbiamo condiviso esperienze, da Fiorello a Carlo Conti, a Gerry Scotti, a Linus e ad Amadeus. La radio è nel nostro Dna, poi ognuno di noi l’ha personalizzata. Io appartengo a quella generazione, un po’ irripetibile, perché ci siamo inventati un mestiere e l’abbiamo fatto diventare format, costruendo cose che prima non esistevano e che adesso invece vengono studiate all’università. Di questo siamo tutti quanti orgogliosi, perché la radio è la base di tutto. Se sei un nativo radiofonico, lo rimani per sempre.
Giornalista, professore, conduttore, presentatore… cos’altro arriverà nella carriera di Gianmaurizio Foderaro?
Una casetta che sto costruendo vicino Tropea, in cui mi vedo pescatore. Ma ci vorrà ancora molto, molto tempo, perché finché mi diverto voglio continuare a fare quello che faccio. In questo lavoro bisogna divertirsi, nel momento in cui non ti diverti più è meglio che cambi. Purtroppo anche nel nostro mestiere la gente si diverte sempre molto meno, mentre io continuo a farmi un sacco di risate. Su Radio 1 con “Disco Sveglia” vado in onda con Gabriele Bròcani alle 5 di mattina e passo un’ora a ridere, tanto che mi sono venuti degli addominali invidiabili. Il microfono è per me un antidoto a tutto il resto.
IL PIÙ TORMENTATO DEGLI AVVOCATI
Tornano le avventure di Vincenzo Malinconico, l’avvocato depresso più simpatico d’Italia. In questa nuova serie - che si articola in quattro episodi da 100’, in onda da domenica 1˚ dicembre 2024 in prima serata su Rai 1 - Malinconico è ancora alle prese con le contraddizioni della legge italiana e del suo stesso cuore
Dopo una grossa batosta accusata nella prima stagione, Malinconico - nomen omen - sembra essersi infatti arreso all’idea che non capirà mai nulla dell’amore e della vita e che forse è meglio smetterla di farsi tante illusioni. In fondo sta per diventare nonno, con le donne ha chiuso e la sua carriera di avvocato non decollerà mai. Ma è davvero così? In realtà, una nuova proposta di lavoro potrebbe riaccendere in Malinconico il desiderio di affermarsi e di aiutare chi ne ha più bisogno, grazie ai suoi metodi poco ortodossi da avvocato-psicologo, supportato occasionalmente da amici poco raccomandabili, ma di buon cuore, come Tricarico. Non è però l’unica novità: a Salerno c’è una nuova giornalista, Clelia Cusati, una donna che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Proprio con lei, Malinconico si troverà a dover collaborare alla risoluzione di un caso particolarmente spinoso, che li unirà nonostante le loro palesi differenze. Anche in casa Malinconico soffierà forte il vento del cambiamento, sebbene certe cose non cambino mai, come la complicata famiglia di Vincenzo, composta dalla ex moglie Nives, che sembra determinata a volerselo riprendere, dai figli Alagia e Alf che, per motivi diversi, rappresentano sempre una sfida, e la suocera Assunta, in via di guarigione dopo una lunga malattia. In questa seconda stagione, Malinconico si troverà davanti a nuovi casi che talvolta lo coinvolgeranno in prima persona. Aiutato dal fido Tricarico e dalla fiera Clelia, cercherà quindi di giostrarsi in mille acrobazie, tra le complicazioni della vita e dell’animo umano, senza combinare troppi guai e cercando di capire, in fondo, quali sono “i valori che contano”. La seconda stagione di “Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso” - con Massimiliano Gallo protagonista, tratta dai romanzi “I valori che contano”, “Sono felice, dove ho sbagliato?” e dal racconto “Patrocinio gratuito” di Diego De Silva, editi da Einaudi - è coprodotta da Rai Fiction e Viola Film. Scritta da Diego De Silva, Massimo Reale, Pierpaolo Piciarelli, Gualtiero Rosella, Paola Mammini, Luca Miniero, con Giulia Bevilacqua, Francesco Di Leva, Teresa Saponangelo, Luca Gallone, Paola Minaccioni, Lina Sastri e la regia di Luca Miniero.
La prima puntata
Malinconico, distrutto per la fine della relazione con Alessandra Persiano, è sul divano di casa sua. Improvvisamente, il campanello suona: è Venere D’Asporto, una ragazza brillante e spiritosa che fa la prostituta. Venere sta fuggendo da una retata in una casa di appuntamenti che si trova nel palazzo. I due, nonostante le iniziali resistenze di Malinconico, stringono un rapporto confidenziale e, quando inizia a ricevere delle strane minacce, Venere si rivolge proprio a lui. Venere ha una bambina, Gioia, alla quale vuole regalare il futuro migliore e Malinconico, che nel frattempo ha accettato un nuovo lavoro presso il rifondato studio Lacalamita, riesce a convincere la ragazza a smettere di fare la prostituta e, chiedendo aiuto a Nives, la fa assumere come segretaria. Tutto sembra andare per il meglio fino a quando, dopo una misteriosa telefonata, Venere dice a Malinconico che ha un’ultima cosa da fare. Ma prima che Malinconico possa scoprire di cosa si tratti, Venere viene trovata morta su una spiaggia.
67° ZECCHINO D’ORO
In diretta dall’Antoniano di Bologna torna con 14 nuovissimi brani il festival delle canzoni per bambini. Su Rai 1, con la conduzione di Carolina Benvenga e Lorenzo Baglioni e la direzione artistica di Carlo Conti. Venerdì 29 e sabato 30 novembre alle ore 17.05 e domenica 1° dicembre alle 17.20
Nell’anno in cui si celebrano sia i 70 anni della Rai sia quelli dell’Antoniano di Bologna, torna il tradizionale e imperdibile appuntamento con lo “Zecchino d’oro”, giunto alla 67ª edizione. Il programma andrà in diretta su Rai 1 con le prime due puntate venerdì 29 e sabato 30 novembre, dalle ore 17.05 alle ore 18.45, e con la finale, che
decreterà la canzone vincitrice tra le 14 in gara, domenica 1° dicembre, dalle ore 17.20 alle ore 20.00. Conduttori delle semifinali Carolina Benvenga e Lorenzo Baglioni, alla guida della finale ci sarà invece il Direttore Artistico dello Zecchino d’Oro Carlo Conti. A votare le canzoni saranno come da tradizione una giuria di grandi, composta da ospiti e amici dell’Antoniano, e una giuria di bimbi, a cui si aggiungerà il voto del Piccolo Coro dell’Antoniano. I voti verranno poi sommati a quelli della finale di domenica 1° dicembre. Le 14 nuove canzoni sono firmate da 36 autori, sia esperti di musica per bambini sia attori, insegnanti, scrittori, produttori e grandi artisti, tra cui Red Canzian, Luca Argentero, Johnson Righeira, Piero Romitelli, Andrea Mingardi, Enrico Galiano, Massimo Zanotti, Giulia Luzi, i Thru Collected, Max Elias Kleinschmidt. A interpretare i brani
in gara, sempre dal vivo, 19 piccoli cantanti provenienti da 11 regioni d’Italia (Abruzzo, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Puglia, Reggio Calabria, Sardegna e Sicilia) accompagnati dal Piccolo Coro dell’Antoniano diretto da Sabrina Simoni. Quest’anno lo “Zecchino d’Oro” valorizza ancora di più la sua natura crossmediale con progetti che coinvolgono diversi canali, tradizionali e digital, firmati Rai. All’interno della compilation tre bonus track, tra cui una cover di “Zum Zum Zum”, la celebre sigla di “Canzonissima ‘68”, in una versione speciale interpretata dal Piccolo Coro dell’Antoniano proprio per celebrare la ricorrenza dei 70 anni della Rai e di Antoniano. Del brano è stato realizzato un cartone animato che sarà all’interno della nuova serie di cortometraggi animati delle 14 tracce in gara, realizzati da Rai Kids e Antoniano. Il corto-
metraggio animato “Zum Zum Zum” sarà visibile in anteprima esclusiva su RaiPlay dal 27 novembre. I cortometraggi animati delle 14 tracce in gara saranno a disposizione degli utenti su RaiPlay dopo le dirette del 29 e del 30 novembre su Rai 1 e successivamente trasmessi su Rai Yoyo. Le canzoni animate di Rai Kids e Antoniano hanno coinvolto numerosi studi di animazione e giovani talenti in tutto il territorio nazionale. Anche quest’anno RaiPlay propone un’offerta di contenuti speciali per entrare nel clima della tre giorni di canzoni e divertimento del 67° Festival dello Zecchino d’Oro. Tra questi una novità, il Casting, ovvero sette brevi appuntamenti che mostrano per la prima volta il ‘dietro le quinte’ delle audizioni per i piccoli aspiranti solisti del Festival, condotte all’insegna del gioco e della musica. In anteprima, in più, saranno disponibili le presentazioni dei cantanti in gara e dei piccoli performers che interpreteranno i brani in competizione nella Lingua Italiana dei Segni. Tutte le puntate, in diretta su Rai 1 ed in streaming su Rai Play, saranno come sempre complete di sottotitoli attivabili sulla pagina 777 di Televideo. La puntata finale di domenica 1° dicembre sarà completa anche di audiodescrizione. Sempre su Rai Play – su un Canale dedicato – la finale del 1° dicembre sarà inoltre accessibile con i sottotitoli in chiaro e con il coinvolgimento di 9 bambini della scuola integrata bilingue per sordi e udenti – Istituto Tommaso Silvestri / Magarotto di Roma – che canteranno in LIS, dall’Antoniano, le 14 canzoni in gara. Tutti i servizi di accessibilità sono a cura di Rai Pubblica Utilità. Sempre a cura di Rai Pubblica Utilità anche le “clip” delle canzoni in gara ‘cantate’ nella Lingua dei Segni Italiana da 14 bambini performers– solisti e coro – Istituto Tommaso Silvestri / Magarotto di Roma. Tra le novità nche un podcast dedicato alle canzoni di questa edizione, “Le favole dello Zecchino d’Oro”, in cui i brani dello Zecchino d’Oro prenderanno nuova vita e diventeranno delle favole, lette da due bambini del Piccolo Coro insieme a Nunù, da ascoltare e condividere in famiglia. Oltre al vincitore ufficiale dell’edizione, che sarà annunciato da Carlo Conti nella serata finale, ci sarà anche il “Premio Rai Radio Kids”, che verrà attribuito alla canzone più adatta all’ascolto in radio. Per annunciare e far conoscere al pubblico il premio, nelle due prime serate è previsto un collegamento con lo studio di Rai Radio Kids, dove si troveranno Marco di Buono e Arianna Ciampoli, conduttori del “Il Buongiorno di Radio Kids”. Dal 1954 l’Antoniano di Bologna è al fianco di adulti e bambini in difficoltà, attraverso numerose attività e servizi, tra cui la storica mensa, che ancora oggi offre 600.000 pasti all’anno e un Centro Terapeutico, a sostegno di ragazzi e bambini con fragilità. Anche quest’anno lo Zecchino d’Oro sostiene, inoltre, Operazione Pane, la campagna di Antoniano volta a raccogliere fondi a sostegno delle 20 mense francescane presenti in Italia e delle 5 attive nel mondo (1 in Siria, 3 in Ucraina e 1 in Romania) tramite il numero solidale 45538. Basta inviare un sms da cellulare o telefonare da rete fissa per aiutare mamme, papà e bambini e donare un pasto a chi è in difficoltà.
L’ITALIANO che incantò il mondo
In occasione dei 30 anni dalla scomparsa di Domenico Modugno, un docu evento diretto da Maite Carpio ripercorre la vita dell’artista. Mercoledì 27 novembre su Rai 1
Il 6 agosto 1994 finiva la vita avventurosa di un ragazzo intraprendente che dal sud scappò al nord in ricerca di fortuna e arrivò più lontano di quanto avesse mai immaginato. Voleva fare l’attore e invece... ha rivoluzionato la canzone italiana. Era il 1958 quando, una canzone scritta da un paroliere alle prime armi in collaborazione con un giovane artista in ascesa, trionfa al Festival di Sanremo. I due sono Franco Migliacci e Domenico Modugno e la canzone è “Nel blu dipinto di blu”. Inconsapevolmente, quel brano portò la musica italiana oltre il vincolo del belcanto e il suo interprete e autore,
Domenico Modugno, si trovò catapultato nello stardom americano vendendo oltre 22 milioni di copie nel mondo e vincendo due Grammy. Modugno e la sua “Volare” esprimevano una nuova promessa di benessere e felicità, facendo sembrare tutto possibile e con questa canzone iniziò a cambiare la percezione dell’Italia nel mondo. Tuttavia, sarebbe davvero ingeneroso ricordare un artista dotato di un talento prodigioso, solo per questo immenso successo. Domenico Modugno, l’italiano che incantò il mondo, per la prima volta racconta tutta la sua vita e la continua lotta per non essere solo Mister Volare. A lui dobbiamo la nascita della canzone d’autore, cioè quella capacità di far coincidere poesia e musica, ma il mondo del cantautorato, da lui fondato, è stato poco generoso con questo padre fondatore che si trovò spesso a lottare contro la censura e il
mondo
rischio di passare di moda. La sua carriera, come la sua vita, furono un susseguirsi di sfide, cadute e rinascite, soprattutto perché nel ventennio tra i ‘60 e i ’70, il mondo fu travolto da grandi cambiamenti culturali e sociali e i gusti del pubblico cambiavano a grande velocità. Nel documentario si racconta anche un Domenico Modugno che non si fermò mai e continuò a scrivere, comporre e recitare, aprendosi anche al cinema al teatro. Collaborò con Garinei e Giovannini, Eduardo De Filippo e Strehler. Il pubblico lo amò per i suoi sceneggiati televisivi, tra tutti resta l’immortale Scaramouche. Un gigante come artista e come uomo, perché confrontandosi con la malattia, costretto a una lunga riabilitazione motoria dopo essere stato colpito dall’ictus nel 1984, decise di impegnarsi in politica con il partito radicale, dedicandosi a battaglie per i diritti dei disa-
bili e per l’ambiente. Il documentario racconta la storia di un italiano che ha fatto sentire orgogliosi tutti noi, perché in lui vedevamo riflessa la nostra parte migliore. Attraverso filmati provenienti da vari archivi nazionali e internazionali e riprese evocative girate nei luoghi che a Modugno sono stati più famigliari, come Polignano a mare dove è nato, San Pietro Vernotico e Roma dove ha vissuto, la regista Maite Carpio ha ricostruito la storia alternando colore e bianco e nero, con una fotografia calda e intimista per coinvolgere lo spettatore e farlo entrare nella storia senza troppe mediazioni. Grazie alle testimonianze di quanti lo hanno conosciuto, amato o ne hanno raccolto l’eredità, si vuole restituire il ritratto insieme personale e storico dell’uomo e dell’artista che ha segnato la storia del nostro Paese a trent’anni dalla sua scomparsa.
ROBERTA BRUZZONE
Dal 26 novembre in esclusiva su RaiPlay la docuserie di Rai Contenuti Digitali e Transmediali condotta dalla criminologa e psicologa forense. Il programma in otto puntate propone un intenso viaggio nella mente del narcisista partendo da quattro efferati casi di cronaca nera: “Benno Neumair, il delitto di Bolzano”, “l’omicidio di Sarah Scazzi”, “il delitto di Temù”, piccolo e tranquillo paesino della Lombardia e “il caso TramontanoImpagnatiello”
Dottoressa Bruzzone, come nasce l’idea di questo programma?
Da un’attività che porto avanti da molti anni focalizzata a individuare precocemente segnali di un manipolatore affettivo di matrice narcisistica. Il programma raccoglie anni di esperienza sul campo e utilizza casi noti di cronaca come spunto per poter spiegare al pubblico chi sono i manipolatori affettivi di matrice narcisistica e cosa osservare nei loro comportamenti. Questo non solo nelle relazioni strettamente affettive, ma in ogni tipologia di relazione in cui può esserci un manipolatore: la famiglia, gli amici, il gruppo dei pari. È una sorta di manuale di sopravvivenza affettiva, il programma vuole raccontare per prevenire.
Chi è il narcisista?
Un parassita, un soggetto totalmente interessato a nutrire i propri bisogni e i propri obiettivi e che per farlo non ha scrupoli nell’utilizzare chiunque gli capiti a tiro.
Cosa accomuna i casi trattati dal programma?
Il filo rosso è proprio quello della personalità narcisistica dei protagonisti. Anche se a un occhio inesperto possono apparire personalità diverse, in realtà la dimensione narcisistica è presente in tutti. Sono casi che ci danno la possibilità di esplorare le varie tipologie e le varie maschere con cui un narcisista può manifestarsi.
Come è possibile riconoscere questo disturbo in una persona?
Il narcisismo maligno, quindi il disturbo narcisistico di personalità, è chiaramente un disturbo psichiatrico, che per poter essere diagnosticato deve soddisfare determinati criteri che vengono tutti esplicitati nel programma. I casi che abbiamo scelto riguardano soggetti che hanno i tratti principali di questo disturbo. Narcisisti non si nasce ma si diventa. Soprattutto a causa di una serie di esperienze nella fase dell’attaccamento, i primi tre anni di
vita, che non sono andate evidentemente nel verso giusto, non consentendo al soggetto di sviluppare empatia e portandolo a sviluppare un’idea distorta di sé. Risultato è l’adozione di un falso sé, per proteggersi dall’angoscia di sentirsi inadeguati, di essere guardati in maniera negativa, malevola. Per smascherarli bisogna studiare il modo in cui queste persone stanno in relazione: il narcisista punta al controllo totale della vita della vittima, che in quel momento non sa ancora di essere tale. L’aspetto del controllo è spesso ammantato da cura, attenzione, amore.
C’è un tratto comune tra le vittime?
Abbiamo scelto di rappresentare storie molto diverse tra loro per fare comprendere come non ci sia una vittima tipo. Nonostante molte persone abbiano fragilità che le predispongono maggiormente all’incontro con un narcisista, chiunque può cadere in questo tipo di trappola.
È più comune che il narcisista pianifichi il proprio crimine o che agisca istintivamente?
Pianifica e lo fa in maniera precisa. Non è un caso che molti di questi soggetti costruiscano vere e proprie liste della spesa da un punto di vista omicidiario. È un atteggiamento estremamente preciso, tutto deve andare esattamente secondo i loro piani perché la pianificazione per il narcisista è anche un modo per pregustare l’esito finale. Per questo motivo spendono molto tempo a progettare l’omicidio, perché già ne pregustano le conseguenze.
C’è un consiglio da dare a chi ritiene di essere vittima di una situazione di questo genere?
Chiedere aiuto a un professionista che sia documentalmente formato in questo tipo di ambito. Non è detto che rivolgendosi ai professionisti della salute mentale ci si trovi davanti a una persona in grado di affrontare queste tematiche. È una specializzazione specifica nell’ambito della psicologia e della psichiatria.
Da tempo ha intrapreso la via della divulgazione… Ci credo fortemente perché sto vedendo in giro il disastro. Complice anche una certa inadeguatezza genitoriale, c’è un’esplosione di personalità caratterizzate da funzionamento narcisistico. La possibilità di incrociare il cammino di un soggetto del genere è elevata.
Cosa la affascina di un caso?
La sua complessità. Quando entrano in campo numerosi ingredienti, e sono tutti da decodificare, è lo scenario che maggiormente mi stimola.
Da dove si comincia?
Dall’inizio della storia e dalla scena del crimine, contemporaneamente. Si trovano gli elementi che hanno portato a quel tipo di etologo. Quando questi sono chiari, non è così complesso attribuirli ai vari soggetti in campo.
MARTA MAZZI
Porto in TV le sfide di
Nella serie del pomeriggio di Rai 1 l’attrice interpreta il personaggio della bella e determinata stilista della Galleria Milano Moda, in forte competizione con Il Paradiso delle Signore. L’intervista del RadiocorriereTv
Ci racconta l’incontro con la sua Giulia Furlan?
Quando ho saputo di avere ottenuto il ruolo ero particolarmente felice, ottenere una parte nel mio lavoro è sempre un terno al lotto (sorride). All’inizio ho avuto una sorta di pregiudizio nei suoi confronti, sapendo anche che il pubblico parteggia per il Paradiso delle Signore e non per la Galleria Milano Moda. Con il tempo ho cercato di comprenderla e così ho imparato a darle umanità. Ho cercato di capire che cosa ci fosse nel suo vissuto e devo dire che questo è stato lo switch che mi ha aiutato a comprenderla. Lei mi piace, mi diverte, anche quando la trovo stratega, un po’ acida.
Mi fa sorridere, la vedo un po’ come una bambina capricciosa che ha bisogno di essere compresa. Ho imparato a capire i suoi bisogni, considerando per di più che negli anni Sessanta non era facile per una donna avere un ruolo come il suo.
Che ricordo ha del primo giorno sul set?
Il primo giorno di lavoro sul set non si scorda mai (sorride). Avevo molte scene da girare, feci la prima con Gloria (Radulescu) e Flavio (Parenti), diretti dal regista Salvatore Romano, che ha dato una direzione al mio personaggio. Mi sentivo un po’ la “nuova”, ma il clima fu da subito così familiare da farmi sentire a casa. Agli studi del “Paradiso delle Signore” ci sono tanta passione e un’atmosfera piacevole.
Come ha vissuto, da attrice, l’incontro con gli anni Sessanta?
Li adoro da un punto di vista estetico, la moda era bellissima, raffinita. Mi piacciono il trucco e le acconciature di quel periodo: ogni giorno, prima delle riprese, mi affido ammirata ai
di Giulia
professionisti che si prendono cura di noi per farci fare un salto indietro nel tempo. Sono contenta di interpretare Giulia e proprio in quel periodo della nostra storia, perché mi piace l’idea di dare volto a una donna che lotta per i propri obiettivi, per la propria indipendenza.
Che rapporto ha con la moda?
In realtà nel mondo della moda ci sono nata, mio padre è uno stilista (sorride). Nella mia famiglia la moda è il pane quotidiano e io sono un po’ la pecora nera, con la passione per il canto, per la recitazione. Il karma ha voluto che mi fosse affidato proprio il ruolo di una stilista. Lo confido a voi per la prima volta…
E la sua famiglia cosa dice…
Non potevano essere più felici ed entusiasti. Al di là del ruolo, che piace molto, sono sereni del fatto che io sia impegnata in un progetto così importante.
Unendo finzione e realtà, se potesse dare un consiglio alla sua Giulia cosa le direbbe?
Di aprire il suo cuore. Le suggerirei di pensare a costruirsi una famiglia, di cercare equilibrio. Da amica le direi di godersi di più la vita, che può essere anche più semplice di come lei la vede.
“Il Paradiso delle Signore” è una scuola per ogni attore, cosa le sta insegnando?
Mi sta dando continuità: questo è il lavoro vero. Mi sta dando anche soddisfazione e allenamento. Il “Paradiso” è una palestra incredibile.
Con quale occhio riguarda le puntate del “Paradiso”?
All’inizio non riuscivo a guardarmi serenamente nelle puntate in onda, ero sempre molto critica. Nel corso delle settimane ho imparato a seguire e a vivere la storia: vedo Giulia e non più Marta. Davvero una bella sensazione.
Il mondo sentimentale
DEI GIOVANI
sentimentale GIOVANI
È già disponibile su RaiPlay “Chi vuole parlare d’amore?” la nuova docuserie di Rai Contenuti Digitali e Transmediali in cui i ragazzi si raccontano tra amori, sesso e relazioni
Qual è la verità sull’amore e sul sesso tra i ragazzi? Quali sono i loro desideri e i loro timori? Da martedì 19 novembre in esclusiva su RaiPlay, la nuova docuserie “Chi vuole parlare d’amore?”, racconta quello che le madri immaginano e quella che è invece, la realtà sentimentale dei figli. Isabel Achaval e Chiara Bondì – due registe che sono anche amiche e mamme - non riuscendo a saperne molto dalle figlie adolescenti, vanno in giro per Roma alla ricerca di ragazzi che vogliano parlare con loro dell’amore: come si innamorano, cosa cercano in una relazione, come si approcciano alle prime esperienze sessuali e cosa è rimasto invariato rispetto a quel che loro ricordano e cosa invece, è cambiato? Le due registe non hanno idea di come i ragazzi reagiranno alle loro domande e se riusciranno a trovare il giusto canale comunicativo. Attraversando la Capitale in lungo e largo, incontrano i ragazzi alle uscite dei licei, nei luoghi di studio, nelle piazze dove si incontrano. “La docuserie racconta la scoperta delle emozioni più intime nella fase dell’adolescenza – dice Maurizio Imbriale, direttore di Rai Contenuti Digitali e Transmediali –per invitare i giovani a parlare dei propri sentimenti, ad aprirsi e normalizzare alcuni temi considerati ancora oggi dei tabù, che spesso inibiscono i rapporti tra i giovani o alimentano insicurezze personali difficili da gestire.” Il programma in cinque puntate parte dai racconti dei “Primi Amori”, con tutta la loro potenza e forza vitale; passa poi agli “Amori Difficili”, per capire quali sono le complicazioni che vivono oggi i giovani; nella terza puntata si concentra su “La Scoperta del Sesso” - che include una lezione di educazione sessuale dove i ragazzi hanno potuto esprimere ogni loro curiosità – nella quarta affronta le “Questioni di Identità”, ovvero quelle legate al genere, all’orientamento sessuale o il rapporto con il digitale; per finire nell’ultima, parlando di “Futuro”, con il desiderio e la poesia, quale strumenti principali per educare ai sentimenti. Protagonisti assoluti della serie sono i ragazzi e le loro voci, ma in ogni puntata ci sarà anche l’intervento di un esperto: lo psichiatra e psicoanalista Vittorio Lingiardi, le scrittrici Maria Grazia Calandrone e Viola Ardone, il filosofo Matteo Nucci, la ginecologa Veronica Sabelli, l’ostetrica e divulgatrice Violeta Benini e la professoressa Giulietta Stirati.
SCRAPPER
Dopo la morte della madre, Georgie, una dodicenne sognatrice, vive da sola nel suo appartamento nella periferia di Londra, riempiendolo di magia. Improvvisamente, il padre riappare dal nulla con l’evidente intenzione di occuparsi di lei, ma Georgie è determinata a mantenere la sua indipendenza e rifiuta i maldestri tentativi che il padre compie per prendersi cura di lei. Disponibile anche in lingua originale. Una esclusiva della piattaforma digitale Rai. Regia: Charlotte Regan.
CODICE. LA VITA È DIGITALE
Il digitale non ci aiuta solo a capire il mondo e noi stessi, ma a trasformarlo e a trasformare il modo in cui capiamo le cose. Affianca i medici, sostituisce i manager, diventa un mentore nella nostra vita quotidiana, cambia la nostra sessualità; sfuma il confine tra civile e militare, tra giornalismo e intelligence. Quali sono le rotte del mondo connesso e qual è il progetto umano nell’Era digitale? Regia: Luca Romani. Conduce: Barbara Carfagna.
Basta un Play!
METTI
UNA NOTTE
Mentre è intento a fare da babysitter a Linda, ma anche alla sua eccentrica nonna Lulù, il giovane entomologo Martino riceve una telefonata da Tea, il suo antico amore. La ragazza è in pericolo. Ma nel salvataggio è costretto a portarsi dietro nonna e bambina, in una rocambolesca notte romana. Avventure in giro per Roma con la regia di Cosimo Messeri. Interpreti: Cosimo Messeri, Cristiana Capotondi, Amanda Lear, Elena Radonicich, Giovanni Ludeno.
OGM TRAVELS
In un ipotetico lontano futuro, un improbabile trio gestisce l’unica agenzia di viaggi rimasta sulla Terra. Elvis, panda dalle orecchie oversize, e Olivia, grintosa cavia peruviana, sono gli orgogliosi proprietari della OGM Travels. Ad assisterli c’è il fidato Johnson, un tranquillo e motivato cetriolo di mare. Trainati da un incondizionato entusiasmo, i due titolari sono sempre alla ricerca di potenziali clienti, ai quali mostrare quanto la Terra sia meravigliosa e quanto meriti di avere un posto speciale nella galassia, trascinandoli in assurde imprese. Regia: Alessandro Belli..
NAPOLI NEW YORK
Nelle sale il nuovo film di Gabriele Salvatores tratto da una storia scritta da Federico Fellini e Tullio Pinelli, con Pierfrancesco Favino Dea Lanzaro Antonio Guerra
Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine e Celestina tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda. Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina emigrata mesi prima. I due bambini si uniscono ai tanti emigranti italiani in cerca di fortuna in America e sbarcano in una metropoli sconosciuta, che dopo numerose peripezie, impareranno a chiamare casa. Con il film “Napoli New York” Gabriele Salvatores porta sullo schermo una storia scritta da Federico Fellini e Tullio Pinelli. “Quando
ho letto questo ‘trattamento-sceneggiatura’ di circa 80 pagine, la meraviglia è diventata desiderio e spinta creativa – dice il regista – è una bellissima storia ambientata alla fine degli anni ’40 a Napoli, poi su un piroscafo in viaggio per New York e infine nella grande metropoli americana. I protagonisti sono due scugnizzi napoletani, di 12 e 9 anni, senza famiglia né domicilio stabile, che si imbarcano come clandestini per andare in America a raggiungere la sorella della bambina e cercare una nuova vita. Il viaggio, l’altrove, la solidarietà sono temi che ho spesso trattato nei miei film. Ho anche spesso lavorato con i bambini ed è una cosa che mi ha sempre dato gioia. I bambini non ‘recitano’, vivono davvero quello che stanno facendo in un ‘gioco’ molto serio. Non è un caso che in inglese o francese ‘recitare’ si dica ‘to play’ o ‘jouer’: giocare!”. Nel cast del film, coprodotto da Rai Cinema, Pierfrancesco Favino, Dea Lanzaro,
YORK
Antonio Guerra, Omar Benson Miller, Anna Ammirati, Anna Lucia Pierro. “Mi sono trovato davanti a una storia avventurosa, divertente, commovente che ci racconta, tra l’altro, come una volta eravamo noi i ‘migranti’, gli ‘stranieri’, i ‘diversi’ (un tema molto attuale!) – prosegue Salvatores – La storia è stata scritta alla fine degli anni ’40. Prima, cioè, che Fellini mettesse a punto la sua personale poetica che lo ha reso famoso nel mondo, al punto che la parola ‘felliniano’ è diventata indicativa di un preciso immaginario. Qui, invece, il racconto si organizza, in maniera tradizionale, nei classici tre atti e, anche se si può parlare di realismo magico, la storia non contiene gli elementi surreali e onirici che hanno caratterizzato la produzione successiva del Maestro ed è stata scritta in un momento di passaggio per il nostro Cinema: tra il neo-realismo, la commedia all’italiana e i primi tentativi di un cinema più ‘fantastico’”. “Napoli-New York” è
ispirato a una storia vera “raccontata come una favola – conclude il regista – oppure, se volete, come una favola molto legata alla realtà. Una storia scritta benissimo, con grande bravura nel tenere desta l’attenzione dello spettatore con continue svolte e colpi di scena. Un film ‘classico’ potremmo dire, ma con un’anima molto moderna (…) Questo film mi ha dato la possibilià di mettere a frutto una serie di esperienze fatte in questi anni: dal lavoro con i bambini, all’uso “poetico” degli effetti speciali (soprattutto per la ricostruzione di New York), all’impiego della musica in termini narrativi e non solo come commento (musica originale, ma anche canzoni d’epoca, napoletane e americane).
La ‘reinvenzione’ di New York, per cui abbiamo integrato scenografia e architetture reali con interventi al computer è quindi, come detto, una visione ‘soggettiva’ e non oggettiva e realistica. Come dicono gli americani: ‘More than reality’”.
Un passo dalla vetta, un passo dalla vita. Massimiliano Ossini racconta l’ascesa in cordata alla seconda montagna della Terra. Il volume edito da Rai Libri è disponibile anche negli store digitali
Imponente e misterioso non è solo una montagna, ma un simbolo della sfida dell’uomo ai propri limiti. Il volume di Rai Libri è il racconto appassionato e appassionante del viaggio con il quale Massimiliano Ossini ha documentato in prima persona la spedizione di alpiniste italiane e pakistane che ha scelto di sfidare gli 8611 metri della seconda montagna della Terra. A settant’anni dalla storica prima ascensione del K2, l’autore si è messo in cammino per un’avventura ricca di emozioni, per un confronto diretto con quella che, per la sua difficoltà tecnica e l’alto tributo di vite umane, è chiamata “la Montagna Selvaggia”. Una piramide perfetta, che da sempre attrae e intimorisce chiunque osi sognarne la conquista: ogni passo verso la vetta è una lotta contro il freddo, il vento, la fatica, ma
K2
anche contro l’incertezza e la paura. Ossini affida alle pagine del libro le sue emozioni più intime e quelle della squadra con la quale affronta la salita, tra rocce e polvere, acqua e ghiaccio. Perché come la vita stessa insegna, non è solo il traguardo a contare, ma il percorso, i compagni di cordata, la capacità di fermarsi e osservare con occhi nuovi il mondo che ci circonda. “K2” di Massimiliano Ossini, edito da Rai Libri, è in vendita nelle librerie e negli store digitali. Massimiliano Ossini è nato a Napoli nel 1978 e vive fra Ascoli Piceno e Roma. Conduce, tra i tanti, “Linea Verde” su Rai 1, “Sei più bravo di un ragazzo di quinta?” su Sky, “Uno Mattina Verde” su Rai 1, “Mezzogiorno in famiglia” su Rai 2, “Uno Mattina Estate” su Rai 1, il “Festival di Castrocaro” e “Toubuk Festival” entrambi sulla prima rete Rai. Dal 2014 conduce “Linea Bianca”, mentre dal 2022 la trasmissione “Uno Mattina”. Non solo, conduce trasmissioni di divulgazione ambientale in prima serata, come “E se domani” su Rai 3 e “Kalipè” su Rai 2. Nell’editoria, diverse le pubblicazioni tra cui con Rai Libri la trilogia di “Kalipè”.
Nelle librerie e negli store digitali
50 ANNI di “Anima”
Dopo il successo del live all’Arena di Verona, cinque nuove date in primavera al Teatro Arciboldi di Milano, per celebrare la carriera di uno dei più prolifici artisti e compositori europei
Dopo lo straordinario trionfo all’Arena di Verona lo scorso 29 settembre, Riccardo Cocciante dà appuntamento al suo pubblico a marzo a teatro a Milano per festeggiare il 50° anniversario dell’album “Anima”. I cinque live saranno una nuova occasione per celebrare la carriera del compositore e immergersi in un viaggio musicale attraverso le sue intramontabili composizioni, accompagnato da una super band. Riccardo Cocciante ha recentemente raggiunto anche nuovi traguardi musicali con il brano “Era già tutto previsto”, presente nella colonna sonora del film di Paolo Sorrentino “Parthenope”, che nelle scorse settimane ha dominato la classifica delle canzoni più virali su Spotify in Italia, mantenendosi attualmente in Top 10. Un ulteriore riconoscimento è arrivato anche per uno dei brani più apprezzati dal pubblico, “Margherita”, è stato certificato disco di platino. Cocciante, canta non solo in italiano, ma anche in spagnolo e francese e nella sua carriera ha realizzato, per ognuna di queste tre lingue, produzioni diverse. In molti paesi, alcuni dei suoi più grandi successi sono ormai diventati classici. Con più di 40 album al suo attivo, innumerevoli concerti, una ricca lista di collaboratori musicali di prestigio, indimenticabile resta Notre Dame de Paris: una nuova forma d’opera popolare contemporanea che affonda le proprie radici nella grande tradizione europea del dramma in musica e si mescola alle tecniche moderne dei concerti e delle regie degli spettacoli live, come Giulietta e Romeo e Piccolo Principe.
Lunedì 25 novembre alle 23.05 andrà in onda Radio1 Plot Machine, il programma di scrittura interattiva condotto da Vito Cioce e Marcella Sullo. Ospiti il giornalista e scrittore Giovanni Grasso, direttore dell’Ufficio Stampa del Quirinale, autore del romanzo “L’amore non lo vede nessuno” (Rizzoli), e i giovani imprenditori Alessio Ruggiero e Antonio Roberto che con la community “Libri sottolineati” hanno fatto esordire in Italia i reading party. Scrivi subito il tuo Miniplot (vedi incipit qui sotto) con un commento al post che trovi in alto sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine oppure invialo dalle 23 di stasera con un whatsapp, scritto o in voce, o con un sms al numero di Radio1 335/6992949. I Miniplot più originali saranno letti durante la trasmissione.
DONNE IN PRIMA LINEA
CON LA POLIZIA NEL DNA
Una iniezione di ricordi, emozioni e valori: la Polizia di Stato regala momenti indimenticabili, come il 70° anniversario del Gruppo Sportivo Fiamme Oro, celebrato con un evento al Palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma
Il percorso straordinario del Gruppo Sportivo Fiamme Oro, ma anche l’impegno degli atleti nella promozione dei valori sportivi e della legalità. All’iniziativa, importante occasione di incontro tra istituzione e sport, hanno partecipato il Ministro dello Sport Andrea Abodi, il Ministro per le disabilità Alessandra Locatelli e il Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Vittorio Pisani. Presenti oltre 500 atleti delle Fiamme Oro, molti dei quali hanno conseguito medaglie alle Olimpiadi e Paralimpiadi di Parigi 2024 e oltre 4000 giovani tesserati. Imponente il medagliere delle Fiamme Oro che vanta 110 medaglie olimpiche, 66 paralimpiche, 221 titoli mondiali e 30 titoli mondiali paralimpici. Nell’ultima edizione dei Giochi olimpici 2024, gli atleti cremisi hanno qualificato ben 100 atleti e conquistato 18 medaglie (5 ori, 6 argenti e 7 bronzi), contribuendo significativamente all’intero medagliere ottenuto dall’Italia (45% del medagliere totale ed al 40% degli ori). Tra gli obiettivi istituzionali delle Fiamme Oro rientra la promozione della pratica sportiva per i giovani. Infatti, da diversi anni, il Gruppo Sportivo gestisce strutture sportive nella disponibilità della Polizia di Stato nell’ambito delle quali sono state costituite delle Sezioni giovanili: 39 in tutto, dislocate sull’intero territorio nazionale, con 26 discipline sportive praticate e circa 4000 al-
lievi tesserati. Il vice questore Maria Carmen Petrone del Gruppo sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato racconta la sua esperienza di donna in Prima linea.
Perché ha scelto di entrare in Polizia?
La Polizia di Stato fa parte da sempre della mia vita, praticamente sin da quando sono venuta al mondo. Sono nata 58 anni fa molto prematuramente e sin da subito in pericolo di vita, tanto da essere battezzata immediatamente dal Cappellano di una clinica romana. La clinica, carente di specifica assistenza, a me in quel momento indispensabile, è stata costretta a farmi trasportare al Policlinico Umberto I, proprio attraverso un’ambulanza con i colori della Polizia di Stato. Il ricordo di questo evento ha da sempre caratterizzato lo stretto rapporto viscerale connesso alla mia stessa esistenza, che mi lega alla Polizia. A questo episodio va aggiunto che il mio papà è stato Sovrintenente Capo della Polizia di Stato e io sono cresciuta ascoltando, rapita, i suoi racconti sui servizi svolti, arricchiti da tantissime descrizioni e particolari; con i miei occhi da bambina il lavoro nella Polizia dava l’opportunità al mio papà di vivere ogni giorno un’avventura diversa, ma sempre bellissima. Quindi, anche io, da grande, avrei voluto vivere le sue avventure. Credo di essere nata con la Polizia di Stato nel D.N.A., non avrei potuto svolgere nessun altro lavoro con la medesima passione e dedizione. Ho, quindi, orientato sin dal conseguimento del diploma, prima, e della laurea, successivamente, il percorso di studi alla realizzazione del mio grande sogno e mi ritengo privilegiata di averlo potuto coronare.
Qual’è il suo incarico attuale?
Attualmente ricopro l’incarico di Vice Direttore dell’Ufficio Gruppi sportivi della Polizia di Stato “Fiamme Oro”.
Cosa vuol dire appartenere alle Fiamme Oro?
Mi ritengo onorata di essere parte della famiglia “Fiamme Oro”, ormai da ben 9 anni. Far parte di questo Gruppo sportivo consente di veicolare i valori identitari della Polizia di Stato attraverso la pratica sportiva, infatti gli allenamenti insegnano agli atleti a non arrendersi, superare i propri limiti, rispettare gli avversiari e compendere che ogni vittoria, grande o piccola che sia, richiede dedizione ed impegno. E disciplina, rispetto e lealtà sono le fondamenta di tutto, valori che non solo proteggono l’integrità dello sport, ma che aiutano a costruire una società più giusta e sicura. Questa, in particolare, è la mission delle 39 Sezioni giovanili istituite dalle Fiamme Oro sull’intero territorio nazionale, soprattutto nelle aree socialmente disagiate ad alto tasso di devianza minorile ed abbandono scolastico. Attraverso le nostre Sezioni giovanili, offriamo ai ragazzi un’alternativa concreta alla strada, creando spazi sicuri e positivi, curati da Tecnici del Gruppo sportivo, che costituiscono veri e propri presidi di legalità nelle aree più difficili del nostro Paese.
MARATONA PUCCINI
Oltre 24 ore di musica nel centenario della morte del compositore toscano. La propone Rai Cultura da venerdì 29 novembre su Rai 5, con una programmazione che culmina, alle 21.15, nella diretta differita dal Teatro alla Scala dove l’Orchestra e Coro e il Coro di Voci Bianche dell’Accademia Teatro alla Scala, con la direzione musicale di Riccardo Chailly, eseguono celebri brani del compositore
La maratona comincia alle 10 con la “Madama Butterfly” dal Teatro alla Scala di Milano. Direttore Riccardo Chailly. Alle 12.45 in “Il secolo d’oro del melodramma italiano. Bel canto - Puccini e i suoi contemporanei”
Anna Moffo parla dell’opera lirica italiana e del successo che gode nel mondo. Alle 17.50 messa in onda del concerto che l’OSN della Rai dedica al grande compositore. Alle 19.25 il programma “Visioni” contribuisce alle celebrazioni partendo dal racconto del giovane Giacomo Puccini. Alle 20.15 è la volta dello speciale “Giacomo Puccini I paesaggi dell’anima”. Alle 21.15 il concerto di brani celebri pucciniani dalla Scala di Milano. Alle 23 ancora “Il codice Puccini”, alle 23.55 spazio alla “Turandot”. Alle 2.55 “Manon Lescaut”, alle 5.10 è proposta la storica edizione del 1955 di “Gianni Schicchi” con la direzione di Antonino Votto e la regia di Anton Giulio Majano. Alle 6.00 “Edgar”, alle 8.55 “La Bohème”.
La settimana di Rai 5
FILM
Parlami di Lucy
Dramma psicologico raccontato dal film di Giuseppe Petitto. el cast Antonia Liskova, Michael Neuenschwander. Inn onda lunedì 25 novembre alle 21.15
Opera
Muti prova Nabucco
Magistrale retroscena del Nabucco di Verdi attraverso lo sguardo e l’esperienza di uno dei più grandi direttori d’orchestra del mondo. Giovedì 28 novembre alle 21.15
Sui binari dell’Antico Egitto
Assuan
Nella città che ha fornito il granito per la vasta collezione di antichi monumenti del Paese. Martedì 26 novembre alle 20.20
Opera
Simon Boccanegra
È firmata dal grande regista inglese Richard Jones l’opera di Giuseppe Verdi che inaugura la Stagione 2024/25 dell’Opera di Roma. In onda mercoledì 27 novembre alle 21.15
Opera
Dal grande gala “... a riveder le stelle”
Le celebri arie di Giacomo Puccini. Regia di Davide Livermore, dirige Riccardo Chailly. Venerdì 29 alle ore 13.15
Beethoven - Liszt
Nona Sinfonia
La Sinfonia n.9 op. 125 di Beethoven trascritta da Liszt. Registrazione live dal Teatro Ristori di Verona. Sabato 30 novembre ore 19.00
Torres dei Paine
Patagonia Selvaggia
All’estremità meridionale del Cile, il
Parco Nazionale Torres Del Paine offre alcuni dei paesaggi più belli della Patagonia. Domenica 1° dicembre alle 21.15
Dacia Maraini. La violenza
La scrittrice va alla scoperta di documenti sulla condizione della donna, soggetto vessato per antonomasia, che aiutano a capire le diverse declinazioni della violenza: da quelle più subdole a quelle più esplicite. Lunedì 25 novembre alle 15.00 su Rai Storia
“Dacia Maraini. La violenza” è una puntata del programma “Una giornata particolare” riproposta da Rai Cultura lunedì 25 novembre alle 15.00 su Rai Storia in occasione della Gior-
nata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Documenti sulle mutilazioni dei genitali femminili, sui femminicidi, sui matrimoni precoci e riparatori, ma anche storie di donne coraggio, ribellatesi alla mafia o alla propria condizione di subordinazione e poi barbaramente uccise. Una violenza che però non risparmia nessuno e che non colpisce solo le donne, ma riguarda anche uomini, grandi e piccoli, potenti, gente comune e volti noti. Una carrellata di storie e di violenza: dall’omicidio di Pier Paolo Pasolini, ai bambini thailandesi che vivono in situazioni di estrema povertà e costretti a prostituirsi, così come le centinaia di migranti ridotti in schiavitù e a cui sono negati i più basilari diritti umani.
La settimana di Rai Storia
Passato e Presente
La violenza contro le donne
Silvia Salvatici e Paolo Mieli approfondiscono la storia della violenza domestica contro la donna e del percorso giuridico per perseguirla, dal dopoguerra a oggi. Lunedì 25 novembre alle 14.15 su Rai Storia
Italiani
Alberto Moravia
Scrittore e intellettuale impegnato, Alberto Moravia è stato tra i più autorevoli testimoni degli eventi politici e sociali che hanno caratterizzato la nostra storia. Giovedì 28 novembre alle 12.15
Binario cinema
Lo sbarco di Anzio Ambizioso war movie su un episodio cruciale per la Liberazione italiana. Regia di Edward Dmytryk e Duilio Coletti, con Robert Mitchum, Peter Falk, Giancarlo Giannini. Domenica 1° dicembre alle 21.10
Italiani
Don Luigi Sturzo
Il 18 gennaio del 1919, un sacerdote siciliano, con il suo “Appello ai liberi e forti” e la fondazione del Partito Popolare, dà vita al cattolicesimo politico italiano del Novecento. Martedì 26 novembre alle 12.00
Passato e Presente
Giacomo Puccini, il sogno della musica
Il compositore è stato, insieme a Giuseppe Verdi, il maggiore interprete del melodramma italiano. Venerdì 29 novembre alle ore 13.15 su Rai3 e alle ore 20.30
Athanasius Kircher, l’uomo che sapeva tutto Un sapere enciclopedico Astronomo, letterato, matematico, egittologo, geologo, ottico, poliglotta, Athanasius Kircher incarna in un’unica persona il sapere enciclopedico. Mercoledì 27 novembre alle 12.15
Cinema Italia Il Commissario Pepe
Tratto dall’omonimo romanzo pubblicato nel 1965 da Ugo Facco De Lagarda, e sceneggiato da Ettore Scola (che firma anche la regia). Sabato 30 novembre alle 21.10
I TULIPOP
Dall’Islanda una nuova fiaba moderna e comica per i bambini è arrivata su Rai Yoyo (tutti i giorni alle 9.45) e in boxset RaiPlay
La fantastica isola di Tulipop, ispirata al ricco patrimonio, al folklore mistico e ai paesaggi iconici dell’Islanda, è la casa di un gruppo di cinque amici molto diversi ma ugualmente adorabili – Fred, Bubble, Gloomy, Maddy e Mr Tree – insieme a una moltitudine di creature magiche e stravaganti. L’isola è punteggiata da cascate, aspre montagne, sorgenti termali e iceberg, oltre a foreste incantate, paludi fungose, dune rimbalzanti, prati magici, spiagge scintillanti multicolori e grotte sotterranee. Tutto ciò è popolato
da una moltitudine di creature magiche e stravaganti, dagli Yodelotti che cantano a piccoli Alberi loquaci fino a teneri mostriciattoli marini! Ogni episodio di sette minuti inizia con gli amici che scoprono una nuova sorpresa nell’isola di Tulipop, in continuo cambiamento. La sorpresa potrebbe essere una creatura magica, una terra fantastica o persino un oggetto mistico – tutti ispirati a fiabe, creature magiche o terre immaginarie. Gli amici vivono in un mondo incantato, ma le storie sono sempre riconoscibili e comprensibili per i bambini casa. Un litigio con un amico può essere facilmente risolto con una conchiglia magica parlante. Un amico solitario può essere rallegrato da alcuni simpatici alberi loquaci. Persino un troll potrebbe arrivare a una festa di compleanno. Tulipop è un luogo dove tutto può succedere e spesso succede
Nelle librerie e negli store digitali
CLASSIFICHE AIRPLAY per Radiocorriere TV
I FILM DELLA SETTIMANA
CINEMA IN TV
Stati Uniti, 2020. Si fa festa per la partenza del primo terzetto di astronauti diretto a Marte. Su una piattaforma orbitante Woody e Jim osserveranno il lavoro di Luke e della sua squadra. 13 mesi dopo solo Luke sopravvive a una tempesta di sabbia scaturita da una montagna che il gruppo voleva esplorare alla ricerca di acqua. Woody, sua moglie Terri, Jim e il tecnico Phil scendono sul pianeta quasi un anno dopo. Ma una serie di piccole falle conduce all’abbandono dell’astronave e al sacrificio di Woody. Su Marte i sopravvissuti trovano uno scarmigliato Luke che li conduce dinanzi a un’enorme scultura di un volto. Segno inequivocabile della presenza di un’altra civiltà.
Nel 2016, durante un dibattito con Donald Trump, Megyn Kelly, anchorwoman di Fox News, rete televisiva espressione della destra conservatrice americana, incalza il futuro Presidente a proposito della sua misoginia, e per questo viene attaccata dagli ascoltatori e dal presidente del network, Roger Ailes. Nello stesso periodo, la presentatrice Gretchen Carlson, sensibile ai temi del femminismo in un ambiente poco incline a valorizzare le donne, viene licenziata da Ailey e poco dopo fa causa all’ex capo per molestie sessuali, dando così inizio alla bufera giudiziaria che travolgerà l’uomo e porterà al suo licenziamento. Sull’onda del caso, anche Megyn Kelly accusa ufficialmente Ailey, mentre la giovane giornalista Kayla Pospisil, trova il coraggio di lasciare il suo posto.
Lo sniper Quinn McKenna impegnato in una missione in Messico si trova improvvisamente di fronte a un Predator. Riesce a impadronirsi del suo casco e di un copri braccio che invia al proprio domicilio come prova dell’incontro con l’alieno. Quando il pacco arriva è il figlio Rory, che soffre di una forma particolare di autismo, ad aprirlo e a mettere in funzione un dispositivo molto particolare. Intanto il Predator, che potrebbe non essere solo, fa sentire la sua presenza.
Adonis è prossimo a ritirarsi, gli manca solo di vincere un ultimo incontro per uscire di scena nel modo più glorioso e poi dedicarsi alla famiglia e proteggere la propria salute dalle fratture e dalle contusioni del ring. Del resto, anche sua moglie, prossima a rischio di perdere l’udito come del resto la figlia non udente, ha lasciato la carriera di cantante e ora si limita a produrre i successi discografici di altri. Quando però Adonis incontra Damian, suo vecchio amico dei giorni in cui viveva in una casa famiglia, realizza di avere con lui un debito da pagare. Damian, infatti, era andato in galera nel corso di una rissa che proprio lui aveva scatenato, inoltre Adonis non gli è stato vicino negli anni di carcere. Damian sembra chiedere l’impossibile: un incontro di pugilato per il titolo dei pesi massimi.