RadiocorriereTv N.11 - anno 93

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Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 RadiocorriereTv SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA numero 11 - anno 93 11 marzo 2024
BRILLARE ©Maria Vernetti
ALDA
MERINI NATA PER
LAURA MORANTE

Nelle librerie e negli store digitali

ARBITRI, UN DISASTRO!

Dopo quanto accaduto nel week end della scorsa settimana ho pensato di tornare sul tema degli arbitri, come già feci nel 2021. Ma se in quella occasione cercai di capire e difendere il loro operato, parlando di argomento scivolosissimo visto che in questo Paese siamo tutti calciatori, allenatori e, all’occorrenza, designatori arbitrali, soprattutto se dobbiamo giustificare le sconfitte della nostra squadra del cuore, ma anche per quella cultura del sospetto che è molto ben radicata nei tifosi di calcio, oggi devo rivedere la mia posizione.

La classe arbitrale italiana non è cresciuta, anzi, siamo ai livelli più bassi della storia calcistica del nostro Paese. Ogni domenica gli errori, in alcuni casi orrori, commessi rischiano di far saltare l’intero sistema. E tutto questo sta comportando una frattura tra calciatori, allenatori, società e direttori di gara. Cosa ancora più grave, è che questo clima, non certo sereno, si ripercuote anche sulle giovani leve. C’è infatti una crisi di “vocazioni arbitrali” e i ragazzi non si avvicinano più a questo tipo di carriera.

Trasmissioni televisive, non calcistiche, hanno rappresentato una realtà complicata, disegnando strani intrecci, con allenatori che hanno pesantemente criticato l’operato dei 7, dico 7 arbitri in campo. E gli ultimi arbitraggi sicuramente gridano vendetta. Neanche il supporto delle immagini utilizzate poco o male riesce più a dare risposte chiare. Non sarebbe forse il momento di cambiare qualcosa e come negli altri sport di squadra con contatto fisico utilizzare sempre di più le immagini come supporto in tutte le controversie del campo? Non per togliere potere al direttore di gara, ma solo per una maggiore regolarità.

Troppo difficile vero? E allora mettiamoci l’anima in pace e andiamo allo stadio non per vedere una partita di calcio, ma per assistere all’assolo di chi, una volta in campo, complica le situazioni arrivando perfino a collezionare interrogazioni parlamentari, querele e class action di cittadini-tifosi. E pensare che il grande Aldo Biscardi sognava la moviola in campo come panacea a tutti i disastri arbitrali. Aveva però dimenticato l’uomo e, soprattutto, il suo operato con un fischietto in bocca.

Buona settimana.

Vita
strada
da
Fabrizio Casinelli

N. 11 11 MARZO 2024

VITA DA STRADA

3

JACOPO CULLIN

L’attore interpreta il personaggio del carabiniere Lello Esposito nella serie di Rai 1

“Le indagini di Lolita Lobosco”

14

Nel film tv di Roberto Faenza la vita della poetessa Alda Merini. Con Laura Morante.

Il 14 marzo su Rai 1

6

ADRIANO DE MAIO

Intervista al direttore di Cinema e Serie Tv della Rai

16

L'EREDITÀ

Su Rai 1 due nuove puntate speciali. Sabato 16 e 23 marzo in prima serata

22

ARIANE DIAKITE

Incontro con la cantanteballerina rivelazione della seconda stagione di “Viva Rai 2!”

28

ORIGINI

Un viaggio tra storia e archeologia. Francesco Gasparri e Valentina Caruso raccontano la loro esperienza in giro per l’Italia

24

VIVA RAI 2!

Il racconto della settimana appena trascorsa

32

Collaborano

Cinzia

Ivan

Tiziana

Vanessa

SOMMARIO RadiocorriereTv RadiocorriereTv radiocorrieretv RADIOCORRIERETV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 Numero 11 - anno 93 11 marzo 2024 DIRETTORE RESPONSABILE FABRIZIO CASINELLI Redazione - Rai Viale Giuseppe Mazzini 14 00195 ROMA Tel. 0633178213
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www.radiocorrieretv.rai.it
Geromino
Gabrielli
Iannarelli
Penelope Somalvico RadiocorriereTv RadiocorriereTv radiocorrieretv
FOLLE D'AMORE

AL CINEMA

Another End. Dal 21 marzo il nuovo film di Piero Messina

34

MUSICA

Levante, dieci anni in un live

42

TOUCH –IMPRONTA DIGITALE

Viaggio nel mondo della tecnologia con uno stile pop tutto al femminile. Dal 13 marzo su RaiPlay

36

CULTURA

L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai

50

COTB 2024

A John Musker il Pulcinella Award alla Carriera. La consegna a maggio a Pescara

38

PLOT MACHINE

Anteprima della puntata in onda su Rai Radio1

44

RAGAZZI

Su Rai Yoyo, in una serie animata, i popolari personaggi di Adriano

Carnevali

54

BASTA UN PLAY

La Rai si racconta in digitale

40

DONNE IN PRIMA LINEA

Sara Cortese, medico Capo della Questura di Pescara, racconta la sua esperienza con la Polizia di Stato

46

LE CLASSIFICHE DI RADIO MONITOR

Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay

56

CINEMA IN TV

Una selezione dei film in programma sulle reti Rai

58

I PROGRAMMI SONO DISPONIBILI SU
TUTTI

FOLLE D’AMORE

TV RADIO FILM TV
©Maria Vernetti

FOLLE D’AMORE

È stata una delle più grandi poetesse e scrittrici della storia dell'Italia moderna, originale, appassionata, unica. La vita straordinaria di Alda Merini si snoda nel film di Roberto Faenza, interpretato da Laura Morante, dal disagio psichico alla maternità, dagli amori impossibili fino all’accesso alla cultura e alla fama. Il ritratto di un’icona contemporanea inedito e appassionante, giovedì 14 marzo in prima serata Rai 1

“Io la vita l’ho goduta tutta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno. Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara”

ARipa di Porta Ticinese, sui Navigli, c’è un appartamento la cui porta è sempre aperta. A varcarla sono spesso intellettuali, cantanti, giornalisti, ma anche semplici curiosi. Sono tutti lì per lei, Alda: 70 anni, unghie smaltate, sigaretta sempre accesa, un caos in cui si trova a suo agio. Ma cosa la rende così speciale? La sua poesia, certo, ma forse anche la sua vita senza mezze misure, che è lei stessa a raccontare, con ironia e sagacia, a un giovane intellettuale, Arnoldo. Milano, dopoguerra. Alda è un’adolescente con una sensibilità spiccata e il dono di scrivere poesie, che la madre, donna severa, non comprende, e che il padre forse non incoraggia abbastanza. Il suo desiderio di continuare gli studi viene frustrato quando non viene ammessa al liceo classico: un’umiliazione che trasforma la sua vocazione per la poesia in ossessione. È una sua ex insegnante a darle l’occasione della vita: porta le sue poesie al critico Giacinto Spagnoletti, che ne rimane ammirato e la invita nel suo salotto letterario. Le poesie di Alda vengono lette e apprezzate e ben presto arrivano anche le prime pubblicazioni: il suo talento precoce e inspiegabile ne fa una vera enfant prodige. In quel circolo Alda trova anche il suo primo amore, lo scrittore Giorgio Manganelli. Dieci anni più grande di lei e sposato, ma ad Alda non importa: lo ama con tutta se stessa, con furore totalizzante e quello sarà per sempre il suo modo di amare. Incapace di starle accanto, Giorgio la lascia. Alda è disperata ma riesce a risollevarsi, come sempre farà nella vita. Incontra un altro uomo, diversissimo

RADIO 7

da lei per interessi e mentalità, ma che diverrà suo marito: Ettore Carniti. Alda prova ad essere moglie e madre secondo tradizione, ma la sua natura è diversa. Litigano spesso. A questo si aggiunge il fatto che l’attenzione del mondo letterario nei suoi confronti sta scemando e Alda non riesce a trovare nessuno che pubblichi le sue nuove raccolte. È così che pian piano precipita nella psicosi, fino al giorno in cui, dopo una grave crisi di nervi, il marito la fa ricoverare. Non immagina che Alda rimarrà in manicomio, tra un ricovero e l’altro, per ben dodici anni. Anni di buio, sofferenza, cure pesanti e perdita di contatto con il mondo. A salvarla sarà il rapporto con il Dottor Enzo Gabrici, lo psichiatra che l’ha in cura: è lui a spingerla a riprendere l’attività poetica dopo anni di silenzio, regalandole persino una macchina da scrivere. Scrivendo, attraverso le parole che bruciano la pesantezza della vita, Alda riesce a trasfigurare il dolore e la malattia e a vincerli. Rimasta vedova, Alda sposa il poeta Michele Pierri, che ha molti anni più di lei, e si trasferisce da lui a Taranto. Ma la felicità non dura a lungo, perché Michele muore poco dopo. Rientrata a Milano, Alda non si dà per vinta e si afferma come una delle figure di riferimento della vita culturale italiana.

La parola al regista, Roberto Faenza

Se è vero che Alda Merini ha ottenuto in vita molti riconoscimenti e attestati di stima in ambito letterario, è pur vero che la sua poetica, tutt’altro che popolare in senso stretto, ha conquistato il cuore di un vasto pubblico, anche nelle generazioni giovani. Ecco perchè è interessante raccontare come Alda sia riuscita a tradurre in versi un immaginario straordinariamente ricco e universalmente riconoscibile. La modalità scelta è quella di raccontarne la biografia nei suoi momenti salienti, per farla conoscere come donna e madre (molto amata dalle figlie, nonostante una condotta ben poco convenzionale), prima ancora che come poeta. Alda ha scritto poesie bellissime che hanno toccato il cuore e l’anima di tanti, seppur vivendo un’esistenza tormentata senza perdere l’ironia e la capacità di amare nonostante i ricoveri psichiatrici. In lei hanno convissuto l’inquietudine e la vis terapeutica della poesia. Anche per questo motivo è importante raccontare la sua storia al grande pubblico, specie in questo momento di grandi turbamenti. 

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RADIO ©Maria Vernetti

«Lei è nata poeta, la sua vocazione è nata praticamente insieme a lei» afferma l’attrice toscana che dà il volto, la voce e la vita della grande poetessa Alda Merini

UNA VITA PIENA D’AMORE

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MORANTE
LAURA
©Maria Vernetti

PIENA D’AMORE

La vita di Alda Merini è stata una tempesta... che viaggio è stato per lei?

Lei è nata poeta e, nonostante abbia avuto una vita attraversata da drammi - il manicomio, l’impossibilità di vivere la maternità, le figlie le sono state tolte, ma miracolosamente il suo rapporto con loro è sopravvissuto a questo buco nero -la sua vocazione non l'ha mai abbandonata. È stata la sua una vicenda drammatica, ma anche luminosa. Perché? Perché ha avuto la fortuna di incontrare, nell'ospedale psichiatrico, un medico che ha compreso l'importanza della scrittura per lei, non solo dal punto di vista terapeutico. Davanti a sé aveva un vero poeta.

Alda Merini ci ha portato a riflettere in modo diverso sulla malattia mentale…

Una sensibilità così accentuata, così acuta come quella di un poeta, forse predispone un essere umano a una certa diversità, a una maggiore vulnerabilità. Alda Merini oggi non finirebbe in un istituto psichiatrico, un manicomio si diceva e, probabilmente, quel marito che non sapeva come gestirla, sarebbe un po’ più disposto ad accettare le sue stravaganze, il suo rifiuto di allinearsi o adeguarsi a quello che era il modello femminile di quegli anni: moglie, madre che accudisce marito e figli.

Cosa rende questa poetessa così attrattiva tra i giovani?

A differenza di quello che è accaduto con altri grandissimi poeti italiani, anche suoi contemporanei, penso per esempio a Giorgio Caproni, la vita di questa donna è stata raccontata, lei è apparsa in tv molto spesso, è un personaggio che tutti conoscono, alla fine, era diventata una sorta di popstar, qualcosa di molto raro per un poeta. Lei è riuscita ad avere una grandissima notorietà, a questo si aggiunge anche una vicenda umana davvero singolare, lei stessa era una donna magnetica, lei sue poesie sono tutte piene d'amore, aveva un’enorme mole di amore da distribuire, romantico, fisico, platonico, mistico…

Cosa le lascia questo film?

Ogni esperienza lascia qualcosa, a distanza di tempo lo si capisce meglio. All’inizio ero spaventata all'idea di interpretare un personaggio così importante, prima di tutto perché è una persona realmente esistita che ha avuto un impatto molto forte nella società e nel mondo culturale, poi perché i punti di contatto erano difficili da trovare, anche fisicamente. Non ci assomigliamo per niente, io sono toscana e lei milanese… mi sono chiesta come potessi essere Alda Merini. Alla fine, Roberto (Faenza, il regista) mi ha tranquillizzato, mi ha detto che non voleva una imitazione, ma un'interpretazione. Ho cercato la mia via, mi sono concentrata sul ritmo, sulla musicalità del suo eloquio, che è molto speciale. E così sono andata, un passo alla volta ho trovato una vicinanza, una credibilità, una maggiore spontaneità. Saranno gli spettatori a giudicare.

Qual è il brivido che una vita così piena può lasciare?

Credo che la poesia debba avere un ruolo di primo piano nella vita di ciascuno di noi, rispetto ad altre forme di espressione artistica ha qualcosa di più intimo, di più profondo. La poesia consente di rivelare la nostra sensibilità, ogni volta che noi siamo in grado di recepire il verso di un poeta, qualcosa di assopito si risveglia dentro di noi.

Cosa possiamo fare per mantenere viva la sua arte? Non smettere di leggerla.

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ROSA DILETTA ROSSI è Alda giovane

ALDA MERINI, NATA PER BRILLARE

Una donna libera, anche nei momenti bui della vita. Ci racconta come ha affrontato questo viaggio?

È stato un viaggio silenzioso, a tratti solitario, che ho cercato di intraprendere con i giusti tempi, senza fretta. Meritava l'attenzione di un tempo meno circoscritto. È stato un approccio nuovo per me, mi sono misurata con un corpo che cambiava, ho lasciato andare il mio corpo, cercando di far riconoscere meno il mio volto. Ho letto tantissimo, i suoi scritti, le sue testimonianze affinché il suo linguaggio diventasse, in qualche modo, il mio. I poeti hanno questa straordinaria capacità di parlare attraverso le immagini, una bellissima abitudine, perché queste restituiscono immediatamente una qualità delle cose completamente diversa, molto più profonda, molto più vibrante.

Alda Merini è nata il 21 marzo, nel giorno di inizio della primavera e nella giornata dedicata alla poesia… Il regalo più grande che ci ha fatto è stato la sua presenza nel mondo. Amava definirsi poeta, la più letta, la più acclamata, anche in vita, la più venduta, e anche la più citata, anche se spesso le attribuiscono frasi non sue. Le sue poesie sono un’eredità straordinaria, comprese quelle che ha scritto negli anni in cui è stata internata. Sono tutte incredibilmente ancora così dirompenti, non c’è una misura, sembra che arrivino dall'alto o dal basso. C’è sempre questa lotta tra il dionisiaco e l’apollineo, una continua concomitanza di due elementi tanto necessari, quanto opposti.

Che esempio di femminilità è stata?

Irriverente, a volte buffa, strabordante, erotica, passionale, sfacciata. La cosa incredibile è che è stata una donna che non si è mai misurata con i canoni imposti dalla società. E questo l’ha pagato a caro prezzo.

Cosa dobbiamo fare per meritarci Alda Merini oggi?

Leggerla, ascoltarla, impararla a memoria.

GIORGIO MARCHESI è Enzo Gabrici

L’AMORE, LA VERA CURA

Alda Merini rimase in manicomio per ben dodici anni, rischiando di perdere completamente il suo mondo interiore, la sua poesia. A regalarle una luce, una speranza fu il dottor Enzo Gabrici.

Il dottor Gabrici che aveva in cura Alda Merini le regala durante il suo ricovero una macchina da scrivere…

Un bellissimo gesto che, credo, rappresenti la chiave di volta, la sua salvezza, un successo per il medico e per la paziente. Quest’uomo le ha dato importanza, prima come essere umano, poi come paziente. Di quegli anni, Alda Merini diceva che dentro un manicomio una persona dimentica se stessa, ecco che quel gesto, non solo le ha dato la possibilità di utilizzare una macchina da scrivere, ma le ha regalato il desiderio di riappropriarsi della propria vita e del proprio mondo, quello della poesia, della fantasia e della creatività. Lei diceva che un poeta non può non sognare.

Chi era Enzo Gabrici?

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©Maria Vernetti

Fa parte di quei nuovi giovani neuropsichiatri, quelli della linea Basaglia (la legge che cambiò per sempre i manicomi). Ricordiamo che prima di Basaglia il problema mentale doveva essere semplicemente nascosto, i “matti” o i problematici andavano allontanati, non dovevano girare per le strade. Chiunque poteva denunciare, bastava la segnalazione di un vicino di casa, di un marito, di una moglie e si finiva in un manicomio, sottoposti a elettroshock, a pesanti costrizioni fisiche. Con la nuova generazione di medici e il ricorrere alla psicoanalisi, i momenti di difficoltà mentale di una persona potevano essere affrontati non solo con la chimica, con l’obiettivo di un ritorno a una vita “normale”.

Cosa le rimane di questa esperienza?

Mi ha colpito la modernità della donna Merini, che non era nata per essere quello che la società del tempo le chiedeva: una casalinga e una mamma. Era dotata di un’incredibile creatività, una sensibilità fuori dal normale. Credo che anche per noi oggi sia necessario cercare ciò che ci rende felici, quello che ci dà equilibrio, aiutare chi ci sta vicino a trovare la propria strada. Alda Merini ha lottato per farlo, per affermare quello per cui era nata.

ARNOLDO MOSCA MONDADORI

Poeta, editore, ma soprattutto grande amico di Alda Merini.

UN INNO ALLA VITA

«Roberto Faenza ha fatto un capolavoro. Io dovevo stare attento a custodire Alda. Lei è sempre presente. Questo film è un inno alla vita»

Chi era Alda Merini?

Era una donna, un’artista che veniva dall'alto, dal cielo, un'anima piena di luce, piena di profezie, che ha portato qui sulla terra la parola poetica. Sono quei grandi testimoni che non si possono mai dimenticare.

Qual è il modo giusto per raccontare un’anima di questo genere?

La Merini era una donna anche molto semplice, stava nelle osterie, trattorie, nei bar, lì prendeva le sue ispirazioni. Quando decidevano di fare un libro, per esempio il “Magnificat. Un incontro con Maria”, andava nei caffè per ascoltare quel che la gente aveva da dire, chiedeva consiglio agli operai. Amava “rubare” in giro la sua poesia. Questa era la sua bellezza, aveva una parte altissima che si perdeva nel mistero, e una più bassa che la portava tra la gente.

Cosa l’ha colpita del film?

Per la prima volta è stato fatto un racconto in cui non solo viene rispettata la natura di Alda, la sua spiritualità, ma è anche un racconto “semplice”, che può arrivare a tutti, agli adulti e ai bambini, a persone colte e a quelle con meno strumenti. È il film che Alda avrebbe voluto.

Qual è l’insegnamento più importante di Alda Merini?

L’umiltà. Nel tempo terribile che stiamo vivendo, quello della guerra, dal suo esempio, potremmo imparare a stare in silenzio, ad ascoltare l'umano e tutto il suo dolore, cercando nuovi interrogativi: cosa possiamo fare nel nostro piccolissimo per evitare le guerre quotidiane? Alda Merini era sempre in questo interrogativo: “Cosa posso fare io, in questo istante, per evitare che accada adesso un conflitto?”

RADIO CORRIERE 13
©Eleonora Ferretti

Nei panni di Lello Esposito per la terza volta in “Lolita Lobosco”, l’attore cagliaritano si racconta al RadiocorriereTv: «Un profondo senso di gratitudine per aver avuto la possibilità di interpretare un personaggio bello, divertente, capace di far ridere le persone». Il lunedì in prima serata su Rai 1

Buona, anzi, buonissima la prima… Ci siamo ritrovati tutti con lo stesso entusiasmo con cui ci siamo lasciati alla fine della seconda stagione, solo un po’ cambiati, cresciuti e con delle nuove, bellissime storie da raccontare. C'è chi diventa padre come me, chi avrà uno sconvolgimento totale della propria vita. Nuovi intrecci da non perdere. Per quel che mi riguarda, sono molto contento di approfondire alcune sfumature del mio personaggio che non conoscevo, Lello ci stupirà con la sua tenerezza e fragilità.

Come evolve il suo personaggio in questa terza stagione de “Le indagini di Lolita Lobosco”?

Diventa padre di due gemelli, è costretto a maturare per affrontare al meglio questo nuovo capitolo della sua vita. Il lavoro va bene, è riuscito a conquistare la fiducia di Lolita, che lo coinvolge sempre di più nelle indagini, affidandogli compiti importanti. La paternità lo rende felicissimo, le normali preoccupazioni di quando si hanno dei figli lo costringono a fare i conti con il suo lato più fragile.

Un sardo nei panni di un pugliese doc…

Sono veramente innamorato della Puglia, Lello è profondamente barese, la sua cultura, il suo background viene fuori in continuazione… creando anche molte situazioni comiche.

… e Lolita?

Questo vicequestore è sempre pronta a bacchettarlo, ma è ormai diventata una persona fondamentale nella sua vita. Si vogliono bene e alla fine arrivano anche i complimenti (ride)

Arrivati alla terza stagione, cosa le lascia questa esperienza? Un profondo senso di gratitudine per aver avuto la possibilità di interpretare un personaggio bello, divertente, capace di far ridere le persone.

Che rapporto ha quindi con il senso di "responsabilità"?

Esposito è sempre stato un personaggio molto responsabile, a maggior ragione ora che deve prendersi cura di due nuove vite. Farà un ulteriore step nella sua crescita personale.

RIDERE CHE PASSIONE

TV RADIO 14 JACOPO CULLIN

RIDERE PASSIONE

L'arte della risata. Dal teatro al piccolo schermo, come è arrivato a farne una professione?

Non me ne sono nemmeno accorto. Ho iniziato a sedici anni e da quando ne avevo diciotto son sempre riuscito a mantenermi con questo lavoro. All’inizio, facendo l’animatore turistico, stavo sui palchi dei villaggi, poi a teatro con i miei spettacoli comici e successivamente sul set. Un passaggio naturale che non ha una data o un momento preciso.

Come e quando nasce il suo sogno di attore?

Nasce dal desiderio di far ridere ed emozionare le persone, un desiderio che si è poi trasformato in sogno e adesso mi permette di vivere una splendida realtà.

Leggendo la sua biografia, a un certo punto arriva il ritorno in Sardegna. Qual è legame con la sua terra?

Fortissimo, sia con la terra che con i Sardi. Siamo una grande famiglia, e anche se gli spagnoli ci definivano “Pocos, locos y male unidos”, io sento invece una grande spinta dai Sardi. Come se fossi un loro parente, un cugino, un nipote, qualcuno per cui fare il tifo e di cui essere orgogliosi. E qui il senso di responsabilità si manifesta anche nel voler rendere orgogliose le persone.

Cosa sogna per il suo futuro Jacopo Cullin?

Di riuscire a essere sempre pronto ad accettare qualsiasi sfida con uno sguardo verso il futuro e tanta gratitudine verso il passato, per le opportunità che ho ricevuto.

RADIO 15

La primavera del Cinema e delle Serie Tv

TV RADIO 16 ADRIANO DE MAIO
©Eleonora Ferretti

L’offerta di Rai 1 e Rai 2 mainstream, Rai 4 tra cinema d’autore e classici, serialità e tv movie, anticipata e commentata dal direttore Adriano De Maio

Adriano De Maio -

Direttore Cinema e Serie TV

Da dove nasce la sua grande passione per la televisione?

La televisione per me e per tanti colleghi è una “vocazione”, non si impara a scuola, la competenza si acquisisce sul campo. La televisione è la storia e la Rai fa la storia. Sono molto grato a questa azienda perché ho esaudito un sogno e mi ha dato tutto. Come direttore Cinema e Serie Tv, lavoro ad un settore su cui la Rai punta molto. Il Cinema non passa mai di moda e attraverso la mia squadra e i miei collaboratori esperti nella programmazione, Paola Tucci (Lunga serialità e Tv Movie), Leopoldo Santovincenzo (Film e serie di Genere), Cristina Cavaliere (Film e serie Mainstream), Stefano Francia di Celle (Film Classici e d’Autore), Luca Macciocca (Innovazione Prodotto), puntiamo al cinema italiano e internazionale, raccontando e ricordando. Così come per le serie, stiamo lavorando ad una ricerca che strizza sempre l’occhio al futuro.

70 anni di televisione. Cinema e serie tv come si inseriscono in questo momento storico?

La Rai ha una grande storia di produzione originale anche nel settore della rappresentazione cinematografica e televisiva, con gli sceneggiati e la grande fiction, e anche storicamente con la realizzazione di moltissimi grandi film. Ma c’è una lunga e importante tradizione di cinema di acquisto, che negli anni ha portato nelle case degli italiani il meglio di Hollywood e della produzione nazionale ed europea, con grandi autori e film di cassetta. Una stabile presenza di film sui nostri palinsesti c’è sempre stata, ma ricordo una svolta nel 1987 (io iniziavo in Rai) quando andarono via i grandi personaggi che si spostarono alla concorrenza (per poi tornare quasi tutti a casa). La Rai si trovò senza numeri uno per i varietà e quindi l’allora Direttore di Raiuno Giuseppe Rossini decise di controbattere acquistando, per la prima volta in un colpo solo, un grande pacchetto di cento film importanti per la tv pubblica.

Le serie tv continuano ad essere un fenomeno in crescita?

Il successo c’è e acquistiamo prodotti gradevoli che abbiano dei contenuti. Facciamo un utilizzo tattico e strategico del prodotto cinema che è una pausa di riflessione tra una fiction, un varietà e un approfondimento o una serata culturale, quindi cerchiamo sempre di scegliere film che abbiano un contenuto, una coerenza, che lascino qualcosa al pubblico, un messaggio, un sentimento.

RADIO 17

Dalla televisione allo streaming. Qual è il ruolo del digitale?

La maggior parte dei nostri film è sulla piattaforma RaiPlay dove a volte hanno più seguito che sul canale generalista. Il pubblico li va a rivedere ed è per questo che noi organizziamo dei cicli. C’è una grande collaborazione con RaiPlay e la maggior parte dei prodotti è anche lì.

Il futuro del cinema e della tv nelle programmazioni?

Il mio obiettivo è dare più spazio al cinema italiano e ai prodotti di Rai Cinema che sono molto belli. E per le serie televisive ho più volte usato una battuta: meno serie americane. Non ho pregiudizi verso il genere, che anzi va molto bene. Dobbiamo però dare più spazio a serie motivazionali dove chi guarda si riconosca e possa anche prendere ispirazione per la propria vita. Cercheremo di inserire serie anche europee e di altre nazionalità, senza pregiudizio, oltre il perimetro di quelle americane, ad esempio legal e medical con protagonisti giovani medici e avvocati in storie che lasciano un messaggio positivo capace di ispirare e far sognare. La tv è anche uno stimolo per i giovani e l’influenza dei social e della televisione ci richiama ad una grande responsabilità. Quanto ai film stiamo cercando di attualizzare il magazzino e legare le nostre programmazioni ad avvenimenti di attualità e ricorrenze istituzionali in collaborazione con Rai per la Sostenibilità.

La narrazione dunque è un punto di forza anche per le serie tv acquistate?

Dobbiamo contribuire al racconto del nostro Paese e seguire il presente. Non acquisire un prodotto e semplicemente collocarlo.

Offerta per cinema e tv nella primavera Rai

Rai 1 e Rai 2 mainstream: continuità e cambiamento Rai Uno è alla continua ricerca di equilibrio tra continuità e cambiamento, tradizione e innovazione, portando al centro dell’offerta i valori, il gusto, l’importanza del racconto. L’obiettivo è rivolgersi al pubblico ampio, che in primavera è stimolato da un’offerta molto competitiva e variegata.

Inserendosi sulla scia dell’intrattenimento e della fiction di produzione, il Canale offre il martedì molti film in prima visione rivolti ai target femminili, mentre tra i titoli italiani in prima visione, l’evento “Ennio” di Giuseppe Tornatore il 20/03. Un documentario allo stesso tempo capace di raccontare la vita privata di un genio della musica, premiato in tutto il mondo, e la storia del cinema italiano e internazionale segnate dalle meravigliose ed emozionanti colonne sonore Morricone. Con “La stranezza” di Roberto Andò Rai Uno rende omaggio alla tradizione del teatro italiano; un cast importante - composto da Toni Servillo, Ficarra e Picone - ravviva una commedia italiana dolceamara. Non possiamo non citare la prima visione di “Quasi Orfano” di Umberto Carteni, in cui Scamarcio veste i panni di un personaggio comico, interpretando un designer milanese che ha tagliato i rapporti con la sua famiglia di origini meridionali. Dalla Puglia si ripresentano all’improvviso i suoi parenti, travolgendogli la vita.

Il giorno di Pasqua propone un invito alla riflessione, raccontando la storia vera della celebre apparizione mariana e il peso di un destino in “Fatima” di Marco Pontecorvo con Harvey Kei-

TV RADIO 18

tel. A Pasquetta invece Rai Uno offrirà minuti di pura gioia e di buoni sentimenti con “Qua La zampa 2 – Un Amico è per sempre” in cui il cane Bailey, si reincarna per accompagnare l’amata bambina JC nella sua crescita. Mercoledì 3 aprile, in prima visione assoluta, un film con Vincent Riotta e Maria Grazia Cucinotta “Il meglio di te” di Fabrizio Maria Cortese, che racconta la storia d’amore di un uomo e una donna che si rincontrano dopo una separazione.

Per quel che riguarda i film in prima serata di Rai 2, proseguono in primavera gli appuntamenti dedicati al Grande Cinema Internazionale (il giovedì) e alle migliori Commedie Italiane (il venerdì) in prima visione.

Per immaginare un’offerta in grado di distinguersi nel panorama competitivo generalista, il giovedì punta su titoli dal grande impatto visivo ed emozionale, all’insegna dell’action, dell’avventura e di un alto tasso di adrenalina e che hanno come protagonisti star riconoscibili del grande schermo. “Jungle Cruise” è un omaggio ai classici Disney in live action, alle avventure incredibili dei viaggi fantastici verso l'ignoto e alle schermaglie comiche e sentimentali delle strane coppie. Trattandosi di una storia ispirata a un'attrazione da parco giochi, è anche uno straordinario caso di operazione disneyana. Interpretato da “The Rock” Dwayne Johnson ed Emily Blunt. Cambiamo pagina e continente sbarcando in Inghilterra. Con “Wrath Of Man”, il regista Guy Ritchie in ottima forma dirige un Jason Statham che praticamente non sorride mai. Con “L’uomo dei ghiacci” invece è il mostro sacro Liam Neeson a dover mostrare ancora una volta muscoli e invidiabile freddezza in un action senza un attimo di tregua. Due delle più luminose nuove stelle del cinema – Daisy Ridley (Star Wars) e Tom Holland

(Spider-Man) - movimentano l’action fantascientifico “Chaos Walking” che racconta di un futuro distopico in cui le donne sembrano essere tutte scomparse e gli uomini sono stati colpiti dal Rumore, una forza che permette loro di ascoltare i pensieri reciproci.

Per il cinema italiano Rai 2 può contare invece su titoli di impatto innovativo, che uniscono la tradizionale commedia a forme espressive più audaci e in continuo mutamento di genere. Tra questi “Il sesso degli angeli” penultimo fortunato film di e con Leonardo Pieraccioni, con una solare e divertente Sabrina Ferilli. Ma anche proposte produttivamente ambiziose quali “Freaks Out” di Gabriele Mainetti, film che mescola il racconto storico al fantasy e che ha saputo rinnovare profondamente la vena narrativa del nostro cinema. Un film con un grande cast che mette insieme Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto e Giorgio Tirabassi. “Diabolik” dei fratelli Manetti, il primo della trilogia dell’iconico principe del mistero con Luca Marinelli, Miriam Leone, Valerio Mastandrea. E poi “La mia ombra è tua”, storia on the road ad alto tasso di divertimento, con mattatore assoluto l’istrionico Marco Giallini oppure “La donna per me” commedia sentimentale con “sliding doors” che riesce a sorprendere e allo stesso tempo far riflettere soprattutto grazie allo straordinario lavoro di Andrea Arcangeli, Alessandra Mastronardi e di un inedito Francesco Gabbani.

Rai 4: esplorazione e grandi film di culto

Su Rai 4 la Direzione Cinema e Serie Tv prosegue l’esplorazione dei generi di riferimento del canale alternando i blockbuster americani, la produzione action corrente per il pubblico più fidelizzato e infine la scoperta, in prima visione assoluta, di

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piccoli e grandi film di culto provenienti dalle cinematografie di tutto il mondo, funzionali a fotografare lo stato dell’arte dei rispettivi filoni ma anche il loro futuro.

Per i film una stagione scoppiettante con moltissime prime visioni e prime visioni assolute in programma. Ad aprile sarà la volta di “The menu” di Mark Mylod, scatenato thriller culinario con un cast di prima grandezza, da Ralph Fiennes alle giovani rivelazioni degli ultimi anni Anya Taylor-Joy.

A maggio, in prima visione free, arriva la grande epopea vichinga con “The Northman” del regista di culto Robert Eggers: combattimenti all’arma bianca, magia e grandi scenari naturali per le fosche vicende del vendicatore Amleth. Per la prima volta sarà programmata anche la saga completa di “Predator”, dal classico capostipite all’ultimo spin-off: “Prey”; per gli aficionados si segnala anche il ritorno delle grandi star del cinema d’azione come Liam Neeson, Jason Statham, Denzel Washington, Donnie Yen, Mel Gibson, Dwayne Johnson, Scott Adkins e Sylvester Stallone.

Grande spazio in primavera al dark thriller contemporaneo con il terrificante “Talk to me”, diretto dagli youtuber australiani Danny e Michael Philippou, una piccola produzione che nella scorsa stagione ha conquistato a sorpresa i botteghini di tutto il mondo: in prima visione su Rai 4, a pochi mesi dall’inatteso e folgorante successo registrato anche nelle sale italiane. Dalla Danimarca arriva invece l’inquietante thriller “Speak no evil” di Christian Tafdrup e dalla Lituania, in prima visione assoluta il sorprendente slasher “Pensive” dell’esordiente Jonas Trukanas. Un ripescaggio di valore di un film passato quasi inosservato è infine il divertente “Finché morte non ci separi” (2019) di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett con Samara Weaving. Tra i cicli della primavera di Rai 4: da mercoledì 20 marzo comincia “Dalla Spagna con orrore”, quattro appuntamenti con il nuovo cinema gotico spagnolo in compagnia di maestri come Jaume Balagueró, Paco Plaza e Alex de la Iglesia; da lunedì 1°

aprile, arriva invece Orient Express, vetrina dei recenti e migliori action-thriller coreani e hongkonghesi in prima visione assoluta tra arti marziali, inseguimenti automobilistici e spericolati artificieri all’opera.

Per le serie, prosegue con le stagioni VII e VIII la programmazione del giovedì dell’ormai classica “Hawaii five-o”. Si conclude inoltre, la domenica, la seconda stagione in prima visione assoluta di “I fiumi di porpora-la serie” con le indagini nella provincia francese più dark del commissario Pierre Niemans e della giovane investigatrice Camille Delaunay. La serie riprenderà in autunno con le nuove stagioni 3 e 4.

Cinema d’autore e classici: intrattenimento e grande qualità

La Linea di programmazione della Direzione “Cinema e serie TV”, dedicata ai classici ed ai film d’autore, sta preparando diverse iniziative orientate all’intrattenimento di grande qualità. Rai 3, la cui offerta generalista si basa sul principio del giusto compromesso tra alta qualità e gradimento del pubblico, è particolarmente attenta ai temi sociali. In prossimità della Festa del Lavoro, il 30 aprile andrà in onda il film “Tra due mondi” diretto da Emmanuel Carrère, con Juliette Binoche nei panni di una scrittrice che, per scrivere un romanzo ambientato nel mondo precario del lavoro e documentarsi, decide di lavorare come “infiltrata” in un’impresa di pulizie di traghetti. Per la “Giornata Internazionale contro l'omofobia, la lesbofobia, la transfobia e la bifobia” (17 maggio) verrà trasmesso l’ultimo capolavoro di Gianni Amelio, “Il signore delle formiche”, che racconta le vicende giudiziarie realmente accadute ad Aldo Braibanti, intellettuale perseguitato per il suo orientamento sessuale. Non mancheranno anche la leggerezza, rappresentata dalla commedia romantica di produzione italiana “Blackout Love” con Anna Foglietta, e la tensione con il thriller d’autore, interpretato da Eric Bana, “Chi è senza peccato – The dry” (15

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marzo), programmato in occasione dell’uscita al cinema il 14 marzo del suo sequel (Force of nature – Oltre l’inganno). Rai Movie, il canale totalmente dedicato al cinema nella sua sempre ricchissima offerta di film classici e film contemporanei, propone diversi cicli interessanti. "Strani Mondi" è l'appuntamento in prima serata del martedì con il cinema di fantascienza che ci porta in viaggio nello spazio fra universi lontani. La prima serata del venerdì è invece dedicata ai grandi film di guerra del cinema con un ciclo di nove titoli con importanti star. Si va dai classici sulla Seconda guerra mondiale a film di avventura ambientati nello stesso periodo, senza dimenticare titoli sui conflitti più recenti, come la guerra in Bosnia. Ci sarà un breve incontro con la più iconica delle dive di Hollywood, entrata nella leggenda anche a causa della morte prematura. Tre titoli molto diversi per mostrare come Marilyn fosse, al di là della bellezza, un'attrice versatile che non avuto il tempo di esprimere tutto il suo potenziale. Si parte con il dramma "Niagara" (17 maggio), che la vede nei panni di una femme fatale destinata a un epilogo tragico, per continuare con l'avventuroso western "La magnifica preda" (24 maggio), reso celebre anche dalla canzone "River of No Return". Il ciclo si chiude con la commedia romantica "Facciamo l'amore" (31 maggio). Infine, altre iniziative importanti sono previste sul piano del cinema classico e dei documentari. Rai Storia, a partire dal 2 marzo, tramette il sabato in prima serata (alle 21:10), il ciclo “Roberto Rossellini. I capolavori restaurati”, 13 capolavori di uno dei grandi maestri del cinema per la prima volta in TV nella loro veste restaurata che ridona splendore e bellezza originale alla fotografia e al sonoro. La collezione di 13 titoli è tutta disponibile su RaiPlay. Da un capolavoro assoluto come “Roma città aperta” al documentario-intervista a Salvador Allende, passando per pietre miliari del cinema italiano come “Paisà” o “Germania anno zero”. Prossimamente su Rai 3, in seconda se-

rata, in prima visione assoluta il documentario di Alex Infascelli “Kill me if you can” sull’incredibile storia di Raffaele Minichiello, giovane reduce dal Vietnam protagonista del primo e più lungo dirottamento aereo della storia.

Serialità e TV Movie: le prime visioni assolute

L’obiettivo di Rai 2 è sempre quello di proporre il più possibile titoli in prima visione assoluta, spaziando tra generi diversi (action, poliziesco, medical) per accontentare i vari gusti del pubblico e potersi meglio difendere dalla concorrenza sempre più vasta e competitiva. Questo ha contribuito a creare un pubblico fidelizzato che dimostra di apprezzare e premiare questa scelta.

La domenica le serie previste sono “9-1-1” - stagione 5 e “91-1: Lone Star” - stagione 3. Proseguono i salvataggi estremi, le situazioni di pericolo intrecciate alle vicende personali dei soccorritori protagonisti delle due serie. Mercoledì “Delitti in paradiso”- stagione 13 (a partire dal 3 aprile): tornano i casi di una delle serie più amate dal pubblico di Rai 2. A seguire sarà la volta di “The good doctor” stagione 7 (a partire dal 29 maggio). Si tratta del gran finale dell’amata serie “medical”. Da sabato 9 marzo, in prima serata, è in onda “Le indagini di Sister Boniface” stagione 1. Lo spin-off della serie Padre Brown, che mescola commedia e giallo, ha per protagonista un’energica suora cattolica che collabora nelle indagini su omicidi e crimini con la polizia locale. A giugno, in prima visione assoluta, “I casi della giovane miss Fisher” stagione 2, serie poliziesca tutta al femminile, ambientata nella Melbourne degli anni 60’. Dal 16 aprile i nuovi episodi, sempre in prima visione assoluta, delle due serie procedural poliziesche di successo: “FBI stagione 6” e “FBI International” stagione 3. Per le altre fasce orarie, si segnala in prima visione la serie americana “Blacklist”, stagione 10, prevista dal 16 marzo il sabato in fascia preserale. 

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TV RADIO L’EREDITA’

In prima serata con Marco Liorni

Su Rai 1 due nuove puntate speciali. Sabato 16 e 23 marzo alle 21.30

“L’

Eredità”, il game show condotto da Marco Liorni, che sta registrando ascolti record, torna su Rai 1 con due nuove prime serate in programma sabato 16 e 23 marzo 2024 alle ore 21.30. "Serata Sanremo” sarà il tema della puntata di sabato 16 marzo, l’occasione per celebrare i successi della celebre manifestazione canora che da 74 anni raccoglie davanti al piccolo schermo tutta la famiglia. Sabato 23 sarà il momento di "Viva la Rai”, saranno ripercorsi i 70 anni della tv di stato i suoi protagonisti e le tappe salienti di un percorso che ha fatto la storia del costume e dello spettacolo italiano. I protagonisti dei due prime time saranno concorrenti speciali appartenenti al mondo della tv e della musica, che giocheranno e si sfideranno per conquistare il montepremi finale. L’eventuale vincita sarà interamente devoluta in beneficenza a due diverse associazioni. Non mancheranno poi gli ospiti, le sorprese e i colpi di scena che andranno ad arricchire gli ingredienti che quotidianamente contribuiscono a rendere il programma un appuntamento fisso per tanti italiani, tra cui naturalmente, l’imperdibile Ghigliottina.

RADIO
@Eleonora Ferretti

SIAMO chi siamo stati

TV RADIO ORIGINI
@Guberti

Francesco Gasparri e Valentina Caruso sono i conduttori dell’appuntamento settimanale con la nostra storia. Il RadiocorriereTv li ha intervistati. Il programma è in onda la domenica alle 15.00 su Rai 2 e il sabato alle 11.25 su Rai 1

Cosa significa raccontare le nostre origini al pubblico televisivo?

VALENTINA: Parlare con un linguaggio vicino alle persone che ci ascoltano. Si tratta principalmente di archeologia, una materia che va spiegata con parole semplici. Non ci piacciono i paroloni accademici (sorride). Significa anche raccontare la nostra storia, conoscere ciò che facevano i nostri antenati, i popoli e le civiltà che hanno vissuto in Italia prima di noi. Ci piace raccontare la vita quotidiana. Nelle scorse puntate, ad esempio, siamo andati a Rimini, alla Casa del chirurgo, a vedere gli strumenti che utilizzava un chirurgo di epoca romana. Faceva già operazioni molto difficili e con una situazione igienica molto diversa dalla nostra: l’anestesia, ad esempio, non esisteva, e venivano utilizzate delle erbe per stordire. Quello di “Origini” è un viaggio nella quotidianità di chi ci ha preceduto nei secoli, nei millenni.

FRANCESCO: Abbiamo cercato semplicità nell’approccio, perché cultura e territorio devono arrivare a tutti. Il tentativo è quello di utilizzare un linguaggio accattivante, al tempo stesso mostrando bellissime immagini, visioni aeree realizzate con i droni. Abbiamo utilizzato anche droni sottoterra per esplorare il sottosuolo, parlo di Roma come di Orvieto sotterranea o delle miniere della Toscana. Il nostro non è un classico programma di territorio, ma di cultura che parla anche di territorio. Partiamo da un’idea, una tradizione di un luogo, e la raccontiamo. Abbiamo raccontato le vie del ferro in Toscana. Siamo partiti dall’Isola d’Elba, ci siamo allargati e siamo arrivati fino alla provincia di Pistoia. Abbiamo seguito una narrazione.

Storia, archeologia, che rapporto avete con questi mondi?

FRANCESCO: Ho un interesse personale nei confronti della storia, della cultura, dell’arte e dell’archeologia. Mio padre, da grande appassionato, sin da piccolo mi tirava per le orecchie e mi portava per musei e parchi archeologici. Questo sentimento che ho introiettato è rimasto vivo. Ho poi collaborato con il ministero dei Beni culturali, esperienza che mi ha dato occasione di approfondire alcuni temi artistici. E poi posso dire che il territorio sia il mio pane quotidiano, perché per hobby faccio l’agricoltore.

VALENTINA: Sono laureata in archeologia, una passione nata quando ero bambina. I miei genitori mi portavano in giro per i siti archeologici, studiavo sui libri di storia, mi affascinava tutto ciò che era antico, ero appassionatissima di egittologia, scrivevo in geroglifico. A nove anni decisi che l’archeologia sarebbe

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stata la mia strada. Diventando giornalista ho cominciato a raccontarla insieme ai beni culturali, alla storia.

Valentina, cosa le sta insegnando “Origini”?

VALENTINA: Che abbiamo avuto un passato ricco e importante di cui dobbiamo andare orgogliosi. Ma questo già lo sapevo. Scopri anche quanti esempi possiamo prendere dal nostro passato, per vivere il nostro presente ma anche il futuro. La storia è ciclica, tutto si ripete nel corso del tempo.

Francesco, che valore ha per lei la scoperta?

FRANCESCO: Nasco viaggiatore, continuo a non fare vacanze ma viaggi, sempre alla ricerca di una scoperta. Perché scoprire significa emozionarsi. Ho bisogno che questo accada tutti i giorni in quello che faccio, che si tratti del giardinaggio o della storia, dell’agricoltura o della lettura, di guardare un film. In trasferta approfitto dei momenti di pausa per esplorare i luoghi in cui mi trovo. Ho bisogno di trovare stimoli e per farlo devi essere sempre in movimento, anche mentale.

Da Rimini a Orvieto, dai Campi Flegrei all’area di Venezia. Sono ormai decine le località raggiunte dal programma, quali sono i luoghi e le storie che vi hanno colpito di più?

VALENTINA: Impossibile fare una classifica. Nei Campi Flegrei siamo andati nel Rione Terra, nei sotterranei, visitando l’antica

Pozzuoli che oggi si trova sotto i palazzi cinquecenteschi. Siamo stati a Roma, museo a cielo aperto per eccellenza, alla Villa dei Quintili, a Ostia antica, siamo andati nel Tofet di Sant’Antioco in Sardegna, antico cimitero per i bambini nati morti o morti nei primi anni di vita, siamo andati anche al Museo archeologico di Bolzano dove c’è Ötzi, la mummia del Similaun.

FRANCESCO: Ogni esperienza è a sé. In Italia la scoperta e la bellezza sono dietro l’angolo. All’età di vent’anni andai da solo in Messico, con l’obiettivo di raggiungere una piramide, in mezzo alla foresta, ai confini con il Guatemala. Mi ero impuntato (sorride). Fu molto faticoso e una volta arrivato alla meta mi chiesi come mai avessi fatto quello sforzo. Mi torna in mente tutto questo ogni volta che, dietro casa, trovo luoghi meravigliosi, senza togliere nulla a quella piramide. Dalle cave di Carrara al Guerriero di Capestrano, all’entroterra del Molise. Vai al sito archeologico di Sepino in provincia di Campobasso e ti chiedi perché tu debba andare dall’altra parte del mondo. Quell’esperienza in Messico non mi diede la stessa emozione che mi ha dato Sepino.

Valentina, cosa unisce tutti questi mondi?

VALENTINA: Una cultura passata che ci insegna a capire che il mondo antico non era nemmeno così antico (sorride). Se penso a Ötzi, alla sua figura, penso a un uomo che già riusciva a

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vivere in condizioni terribili di freddo, a tremila metri d’altezza. L’uomo, anticamente, era già avanti. Li definiamo primitivi ma si impegnavano a trovare e a fabbricare ciò che gli serviva. Oggi usiamo tanta tecnologia e ne siamo forse un po’ troppo invasi. Un tempo l’uomo si ingegnava molto di più: non che ora non accada, penso ad esempio a chi crea i computer, ma la massa oggi è forse più pigra.

Francesco, immaginati per un istante cronista nel passato. Se avessi una macchina del tempo dove ti faresti trasportare?

FRANCESCO: Sicuramente nell’antica Roma, ma anche a Gerusalemme ai tempi delle Crociate per vedere la convivenza delle tre religioni abramitiche e godere di quella contaminazione continua. E poi nell’antica Grecia, a Sparta. Sono sempre stato affascinato dalla battaglia delle Termopili. Il nome Leonida è uno di quelli a cui sono più legato e mi piacerebbe, un giorno, dare questo nome a mio figlio.

Le andrebbe di proporre ai lettori un breve itinerario che ci porti alle origini della sua Isola?

VALENTINA: Parto dal santuario di Monte d’Accoddi, a dieci chilometri da Sassari, che ha una forma di una ziggurat mesopotamica. Un tronco di piramide a gradoni con rampa d’accesso

non può che portarci in Mesopotamia. È un sito di 5 mila anni fa. Consiglierei poi di vedere Cagliari sotterranea, con le bellissime cripte che divennero anche rifugio nel periodo di guerra, il Pozzo Sacro di Santa Cristina a Paulilatino, di epoca nuragica, i Giganti di Mont’e Prama, le grandi statue dell’età del ferro. Quindi il villaggio nuragico di Barumini, insieme al Nuraghe di Santu Antine, che rappresenta la perfezione nuragica. Bisogna anche fare un salto alle rovine romane di Nora, un’antica città fenicio-punica, con il doppio porto. Questo per citare solo alcuni luoghi spettacolari.

Cosa vi piacerebbe lasciare al pubblico che vi segue?

FRANCESCO: L’obiettivo dei programmi di territorio non è fine a se stesso, ma come dice il direttore Angelo Mellone (Day Time Rai) è quello di fare in modo che le persone escano di casa e si mettano in viaggio, raggiungano i luoghi personalmente. In 55 minuti dobbiamo dare la spinta a prendere la macchina, la nave, il treno, l’aereo, senza limitare l’esperienza a un singolo sito archeologico, ma a un itinerario. È una sorta di consiglio di viaggio.

VALENTINA: Emozioni. Vorrei anche che le persone fossero invogliate a mettersi in viaggio, alla scoperta di siti che raccontiamo loro. 

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Con Luca e Fiore… ho colto l’attimo

TV RADIO ARIANE DIAKITE

La sua voce ha fatto il giro del mondo, il suo sguardo, la sua arte e la sua simpatia hanno già conquistato il pubblico di “Viva Rai 2!”. Nata in Sicilia, romagnola d’adozione, per anni corista di Laura Pausini, è oggi tra i protagonisti dello show di Fiorello. Al RadiocorriereTv l’artista confida: «Grazie a Rosario e Tommassini mi sono messa completamente in gioco. Ora sono aperta al mondo»

Come nasce la sua passione per la musica?

Ero piccolina, ho sempre ascoltato e amato la musica. Poi, alle scuole elementari, ho incontrato una suora meravigliosa, Suor Filena, che capì che avevo un talento. Iniziai a cantare in chiesa e nel tempo decisi di studiare canto, anche grazie al sostegno dei miei genitori. Cominciai con il musical, poi capii che l’afro, il funky e il soul erano il mio mondo.

Un giorno, sulla sua strada, l’incontro che le ha cambiato la vita…

Ho iniziato a 18 anni quando Laura Pausini mi scoprì. Iniziai a fare il suo tour mondiale, un sogno, anche perché il massimo che avessi fatto sino ad allora era andare a Cesenatico (sorride), dove cantavo negli stabilimenti balneari. Fu meraviglioso trovarmi, da un giorno all’altro, sul palco di Laura. Da lì ho continuato a cantare, a fare musica, e con tantissima fatica ho cercato di rendere questo il mio lavoro.

Che cos’è il talento?

Qualcosa che qualcuno, dall’alto, che non definisco, ti ha dato. Un dono che devi riuscire a condividere con gli altri, e questo viene naturale. Ma il talento da solo non basta, è necessario studiare molto.

Il suo viaggio verso “Viva Rai 2!” è passato dal palco di Laura Pausini…

Lo scorso anno, nel corso dell’anteprima del tour mondiale di Laura, ho incontrato un personaggio meraviglioso, Luca Tommassini, che conoscevo solo attraverso la televisione. Abbiamo subito avuto grande sintonia e dopo un po’, senza che me lo aspettassi, mi chiese se mi andasse di fare “Viva Rai 2!”…

Quale fu la sua risposta?

Ma tu sei fuori! (ride). Gli dissi di non essere una ballerina ma una cantante. Lui rispose che invece ce l’avrei fatta.

Quindi accettò…

Grazie anche all’aiuto, alla spinta della Pausini, decisi di fare questa esperienza. Ho provato, e mi sono trovata a ballare con nove ballerini professionisti, è davvero un’esperienza indimen-

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ticabile. Lo vedo dal mio corpo e dal mio modo di essere, è stata una palestra di adattamento. Come la sta cambiando questa esperienza?

Ero consapevole di saper cantare, di essere una performer sul palco. Ma qui sono venuta al buio. I mesi passavano e io cercavo di trovare una mia dimensione nel programma. “Viva Rai 2!” mi ha cambiato come donna, ho cominciato ad avere consapevolezza del mio corpo, della mia presenza, delle mie qualità che non erano solo quelle canore. Devo dire grazie a Fiorello, che ha visto qualcosa in me, grazie a Luca Tommassini che ha visto in me molto di più rispetto a quello che pensavo di saper fare. Per fortuna nella mia vita ho sempre incontrato persone che hanno visto prima di me. Abituata a palchi importanti, come è stato l’incontro con quello televisivo?

È completamente un altro mondo, ma sempre molto interessante. All’inizio ho cercato di capire come dovessi stare davanti alla telecamera, il pubblico non ce l’hai di fronte, ma è a casa e lo devi immaginare. Al tempo stesso, è stato bello vedere tutto quello che c’è dietro alla Tv, che è un mondo. Per fare 45 minuti di diretta, serve tantissima energia.

A “Viva Rai 2!” è ballerina e cantante. Come va con le sue colleghe Beatrice DeDo e Serena Ionta? Con loro c’è un bellissimo rapporto, i nostri generi sono tra loro molto diversi e lavorare insieme è un completarsi. Mi piace fare musica con loro e con il maestro Cremonesi. Sto imparando anche molto da loro…

Parliamo di Fiorello… È energia e improvvisazione ai massimi livelli. Credo di non avere mai visto un artista tanto poliedrico. Mi ha insegnato a stare sempre sul pezzo, a non adagiarmi, a saper fare tutto. Fiorello ti spinge a dare sempre il cento per cento.

Quanta ironia c’è nella sua vita?

Tantissima. Lavoro seriamente, ma senza mai prendermi sul serio. L’ironia è l’energia che mi spinge ad andare avanti, senza però mai smettere di guardarmi intorno, proprio come fa Fiore. Nella vita ci sono il sorriso e anche amare verità, bisogna andare avanti sorridendo.

Che cosa si dice di questo successo a casa sua a Forlì?

Che ho avuto grande coraggio, nessuno si aspettava questo risultato, nemmeno io del resto. Sono

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tutti molto contenti, erano abituati ad ascoltarmi nelle vesti serie di cantante (sorride)… adesso mi vedono tutte le mattine in Tv. Ancor più contenta è la mia bambina di cinque anni, Marianne.

Cosa dice di mamma?

È molto contenta, mi vede in modo diverso. Adesso abbiamo l’interesse comune per la danza, le piace vedermi ballare. Mi ha insegnato anche i passi di alcune coreografie di brani in voga, come “Tuta Gold” di Mahmood (sorride).

Le propongo un gioco, che brano dedicherebbe a Fiorello, Biggio e Casciari?

A Fiorello sicuramente “I will always love you” di Whitney Houston, perché lui si commosse la prima volta in cui mi sentì cantarla. (Ariane inizia a cantare)

And I will always love you

I will always love you

You

My darling, you, mm, mm

Vedo ogni giorno quanto Fiore ami il suo lavoro, spero di avere anche io sempre la stessa sua passione, anche in futuro.

Passiamo a Biggio…

A lui dedico “Sei nell’anima” di Gianna Nannini… Sei nell'anima

E lì ti lascio per sempre

Sei in ogni parte di me

Ti sento scendere

Fra respiro e battito

Scelgo questa canzone perché dopo San Marino (conduzione del programma “Una voce per San Marino”) io ce l’ho nel cuore (sorride). Servono professionalità e coraggio per fare una serata meravigliosa come l’ha fatta lui. E poi perché Fabrizio è una bellissima persona.

Infine, c’è Casciari…

Mi piace tantissimo, è puro, è così come lo vedete. Mi ispira sincerità, felicità… propongo un bis di canzoni, “Sincerità” di Arisa e “Felicità” di Albano e Romina. Felicità

È un bicchiere di vino con un panino, la felicità...

Guardi in direzione futuro, che cosa vede?

Dopo questa esperienza non so cosa farò. So solo di avere gli strumenti per affrontare qualsiasi cosa e per questo sono aperta al mondo. Qualsiasi cosa arriverà vorrà dire che dovrò farla. Proprio come è accaduto con “Viva Rai 2!”.

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Il buongiorno con il sorriso

Fiore, Biggio, Casciari e tutto il cast di “Viva Rai 2!” protagonisti dal glass del Foro Italico a Roma, e dal lunedì al venerdì la Tv si colora di sorriso

Se un ragazzo incontra una ragazza… The Kolors

TV RADIO 32 VIVA RAI 2!
BigMama Maria, e un mondo tutto rosa Anche Wonder Trans balla Tuta Gold Scoop n.2! Biggio intervista anche Michelangelo
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Che ritmo con BigMama Batman e la Tuta Gold Omaggio a Chaplin Alberto Matano secondo l’ignoranza artificiale Scoop! Biggio intervista Clint Eastwood

ANOTHER END

Un film di fantascienza e una grande storia d’amore. Dal 21 marzo nelle sale la pellicola di Piero Messina coprodotta da Rai Cinema interpretata da Gael García Bernal, Renate Reinsve, Bérénice Bejo e Olivia Williams

Applaudito a Venezia e a Berlino, arriva nelle sale il film di Piero Messina coprodotto da Rai Cinema. Gli occhi svuotati di Sal (Gael García Bernal) sembrano vivere solo di ricordi da quando ha perduto Zoe (Renate Reinsve), l’amore della sua vita. Ricordi, come frammenti di uno specchio infranto che non è possibile ricomporre. Sua sorella Ebe (Bérénice Bejo), che guarda al fratello con crescente preoccupazione, gli propone di affidarsi ad “Another End”,

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una nuova tecnologia, che promette di alleviare il dolore del distacco riportando in vita, per breve tempo, la coscienza di chi se n’è andato. È così che Sal ritrova Zoe ma nel corpo di un’altra donna. Un corpo sconosciuto in cui lui misteriosamente riconosce la moglie. Ciò che si era spezzato sembra improvvisamente ricomporsi. Ma è una gioia fragile, effimera, insidiosa. Può l’amore davvero sopravvivere come un segreto custodito nei corpi? “Sono partito da un’immagine: due corpi immobili, all’apparenza estranei, che si guardano nel silenzio di un risveglio – afferma il regista Piero Messina –. Nel peso di quell'immobilità, e nel mistero racchiuso in quel guardarsi, c'è tutto quello che avrei voluto raccontare in questo film”. Il cortocircuito messo in atto dalla tecnologia di “Another End”, prosegue il regista,

“che promette di separare i corpi dalle coscienze, mi ha fatto interrogare, infatti, su ciò che ci lega alle persone che amiamo. Ciò che di esse crediamo di sapere, le parole, i ricordi, ma anche qualcosa che viene prima, e che sopravvive in noi quando tutto sembra finire. Qualcosa che col tempo, silenziosamente si compie nei corpi ed ha a che fare con la loro presenza. Abdicare a questa dimensione dell'esistere, è la pericolosa illusione a cui si abbandonano i personaggi del mio film. “Another End” per me è innanzitutto una storia d'amore, colta nel momento della separazione, quando paradossalmente, nell'assenza del distacco, un legame si fa più presente”. Dell' amore che vive nelle parole ma che soprattutto vive e cresce in silenzio, di nascosto. Come un segreto del corpo. 

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TOUCH – IMPRONTA

TV RADIO NOVITA’ ©Eleonora Ferretti

DIGITALE

Viaggio nel mondo della tecnologia con uno stile pop tutto al femminile. Una produzione

Rai Contenuti Digitali e Transmediali.

Dal 13 marzo su RaiPlay

Suggestivi reportage dall’Italia e dall’estero presentati da una squadra di giovani inviate: “Touch - Impronta Digitale”, dal 13 marzo tutti i mercoledì su RaiPlay, vuole raccontare in chiave “pop” le innovazioni apportate dalla tecnologia nella vita quotidiana. Sedici puntate dedicate ad altrettanti temi di attualità, per capire con il pubblico, come il mondo stia cambiando e quali sono le tendenze future per quel che riguarda viaggi, alimentazione, salute, educazione, sport e moda. "In Touch ci immergiamo nel cuore dell'innovazione, guidati da sette giovani donne, di cui una creata con l’Intelligenza Artificiale, che portano una prospettiva unica nel racconto della tecnologia – dice Maurizio Imbriale Direttore Rai Contenuti Digitali e Transmediali. Con questo programma non solo vogliamo sottolineare l’impegno della Rai verso la produzione interna e l'alfabetizzazione digitale, ma anche verso le pari opportunità nel settore STEM. Attraverso storie dall’ Italia e dall’estero, miriamo a sorprendere e ispirare, senza mai dimenticare la centralità dell’essere umano. Con Touch vogliamo far capire che oggi conoscere la tecnologia non è un'opzione ma una necessità, e vogliamo farlo senza lasciare indietro nessuno”. Alla guida di “Touch- Impronte Digitali” c’è Fjona Cakalli, imprenditrice e divulgatrice di tecnologia tra le più autorevoli in Italia, che accompagna puntata dopo puntata, gli spettatori in giro per il mondo, in visita ai distretti dell’innovazione più all'avanguardia. Insieme a lei, sei reporter, tutte rigorosamente donne: l’influencer Momoka Banana che si cimenta con le intelligenze artificiali e le tecnologie di frontiera; Noemi Marà, che testa in prima persona i più recenti sistemi di realtà virtuale e aumentata; la “creator” Sara Busi e la “cosplayer” Antonella Arpa, in arte Himorta, che parlano di nuovi mestieri in un mercato del lavoro in continua evoluzione; la filosofa Lucrezia Ercoli, ideatrice di PopSophia, il festival del contemporaneo, che fornisce una chiave di lettura ironica e ragionata al tema di puntata. E infine Iaia, inviata virtuale, realizzata dalla redazione di Touch attraverso l'intelligenza artificiale, che racconta tutte le ultime novità dal mondo tech. All'interno del format, infine, in uno spazio dedicato ai più importanti influencer, creator e imprenditori del digitale, il pubblico scoprirà i segreti del loro successo e cosa c’è dietro alla loro immagine pubblica, veicolata attraverso i social.

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A John Musker il Pulcinella Award alla Carriera

Al regista di “La Sirenetta” e di tanti capolavori Disney l’ambito riconoscimento di Cartoons On The Bay. La consegna a maggio a Pescara

In oltre quarant’anni di attività nel campo dell’animazione ha firmato capolavori Disney come “La Sirenetta”, “Aladdin”, “Hercules”, fino ai più recenti “La principessa e il ranocchio” e “Oceania”, ottenendo due candidature all’Oscar. Al regista e sceneggiatore americano John Musker “Cartoons On The Bay –

International Festival of Animation, Transmedia and Meta-Arts”, promosso dalla Rai e organizzato da Rai Com con la direzione di Roberto Genovesi, assegnerà il premio Pulcinella Award alla Carriera nel corso della 28esima edizione che si terrà a Pescara dal 29 maggio al 2 giugno. Nato a Chicago nel 1953, Musker esordì nel 1981 come animatore in “Red e Toby – Nemiciamici”. A “Cartoons on the Bay 2024”, dove sarà protagonista di una retrospettiva e di una master-class, il regista presenterà in anteprima italiana “I’m Hip”, suo ultimo lavoro entrato nella shortlist dell’Academy nella categoria Cortometraggi animati. 

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Nelle librerie e negli store digitali

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IL SEGRETO DI DAVIDTHE STEPFATHER

Al suo ritorno a casa dalla scuola militare per ragazzi problematici, il giovane Michael Harding, deve fronteggiare una novità inaspettata: sua madre Susan ha conosciuto, e rapidamente sposato, il suo nuovo compagno David. Il neo marito-patrigno sembra la persona più servizievole del mondo, ma Michael comincia ad indagare sulla sua vera natura, giungendo ad una sconvolgente verità. Remake del cult del 1987. Regia: Nelson McCormic.

Basta

QUELLI DELLA NOTTE

RAI: i primi 70 anni. Renzo Arbore ospita nel suo caotico salotto una surreale congerie di personaggi: da Frate Antonino da Scasazza (Nino Frassica) all'arabo Harmand (Andy Luotto), dalla centralinista Simona Marchini alla cugina zitella Marisa Laurito. Alle loro improbabili digressioni si alternano le esibizioni dell'allegra e sgangherata New Patetic Elastic Orchestra. In onda su Raidue dal 29 aprile 1985. Regia e conduzione di Renzo Arbore. 

TV RADIO 40 LA PIATTAFORMA RAI
Il segreto di David - The Stepfather

Basta un Play!

LA LUCE NELLA

MASSERIA

Matera, 1963. Pinuccio ha undici anni e con i suoi occhi guarda la sua famiglia e il suo mondo semplice e rurale cambiare in fretta con l'arrivo di nuove tecnologie come la televisione. L'avvento della tv diventa un momento epocale. Regia: Riccardo Donna, Tiziana Aristarco. Interpreti: Domenico Diele, Aurora Ruffino, Giovanni Limite, Giusy Frallonardo, Carlo De Ruggieri, Renato Carpentieri. Nella sezione dedicata alle serie italiane.

IL MONDO DI LEO

Leo è un bambino allegro e testardo: se potesse, mangerebbe solo gelato! Leo è un bambino con autismo: sono tante le cose che ama, come indossare magliette rosse a righe con i pantaloni azzurri e andare in bici, ma sono tante anche le cose che non gli piacciono, dalla puzza di smog al rumore degli allarmi. Con la bassottina Lola e l'inseparabile peluche Babù, Leo vive magiche avventure che gli permettono di superare difficoltà e paure. Una serie animata attenta ai temi dell'inclusione e dei BES. Regia: Dario Piana..

RADIO CORRIERE 41

MUSICA

TV RADIO

Levante, dieci anni in un live

La poliedrica cantante siciliana torna dal vivo con “Live nei teatri”. Si esibirà nelle canzoni che hanno segnato i primi dieci anni della sua carriera. Insieme alle immancabili hit live, verranno proposte alcune perle che mancano in scaletta da tempo, rivisitate grazie all’aggiunta di strumenti come il violino e il contrabbasso elettrico, capaci di portare i brani su tappeti armonici più vicini al trip-hop che al sound originale

Dalla data zero di Isernia è partito il tour che porterà la cantautrice, autrice e scrittrice, in giro per i maggiori teatri italiani, passando per Livorno, Firenze, Torino, di cui la prima data è già sold out, Milano, Rende, Palermo, Catania, Bari, Pescara, Roma, Ancona, Bologna, Assisi, Pisa, Napoli, Padova, Brescia, Genova, Trento e Udine. “Live nei teatri”, ha aperto le danze nel capoluogo molisano e continuerà ogni sera in uno spettacolo inedito che sceglie di sviluppare alcune suggestioni visive e musicali del concerto all’Arena di Verona in un abito rinnovato che, come solo in teatro può accadere, offre un contatto più stretto, intimo e accogliente. Levante sarà accompagnata dalla sua band di sempre (Alessio Sanfilippo alla batteria, Alessandro Orefice alle tastiere, Matteo Giai al basso, Eugenio Odasso alla chitarra, Lorenza Giusiano e Elisa Semprini ai cori) offrendo al suo pubblico le immancabili hit live e alcune perle che mancano in scaletta da tanto. Alcune canzoni sono state rivisitate grazie all’aggiunta di strumenti come il violino e il contrabbasso elettrico, che le portano su tappeti armonici più vicini al trip-hop che al sound originale. Il teatro sarà la casa dove Claudia Lagona (questo il vero nome di Levante) darà voce all’ultimo album “Opera futura” e ripercorrerà, insieme al pubblico, anni di costruzione, che coincidono con la pubblicazione dei suoi 5 dischi, dei suoi 3 libri, di colonne sonore, concerti in Italia e all’estero. In scaletta anche l’ultimo singolo “Mi Manchi”, appena pubblicato in versione live dall’Arena di Verona. Questi appuntamenti saranno un vero e proprio passo verso il futuro per Levante: il 2023 è stato un anno straordinario per l’artista che in “Levante ventitré - Anni di voli pindarici” ha voluto condividere con il suo pubblico attraverso documenti inediti, foto e video, stralci di momenti intimi e preziosi strappati dal dietro le quinte, riflessioni, retroscena, riti scaramantici, momenti di gioia ma anche momenti di smarrimento dell’anno passato. 

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LA GARA DEI ROMANZI

Lunedì 11 marzo Radio1 Plot Machine in onda alle 23.30 con Vito Cioce e Cecilia Mosetti. Con una nuova sfida della Gara tra due romanzi inediti degli ascoltatori di Radio1 che vengono giudicati dalla scrittrice Patrizia Rinaldi, arbitro del contest. Partecipa alla Gara e invia la sinossi in 1500 caratteri della tua opera inedito al sito plot.rai.it nella Sezione Novità. Il Romanzo Vincitore di tutta la Gara sarà scelto dalla Giuria tra quelli che si saranno aggiudicati le singole puntate. In palio per l'Autore la partecipazione a una puntata speciale come protagonista. Live streaming e podcast sull’app RaiPlaySound.

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La

dottoressa Sara Cortese, medico Capo della Questura di Pescara, racconta la sua esperienza con la Polizia di Stato

Un percorso professionale iniziato nel 2002 anno in cui, conseguito il diploma scientifico, si è iscritta alla facoltà di medicina e chirurgia presso l’università di Chieti. Dopo la laurea e il superamento dell’esame di Stato, ai fini dell’abilitazione professionale, ha intrapreso la strada della specializzazione e nel 2015 é diventata specialista in allergologia e immunologia clinica. Negli ultimi mesi del periodo formativo specialistico, venendo a conoscenza del bando di concorso per la carriera dei medici della Polizia di Stato, ha presentato domanda e così, superate le selezioni previste, dopo pochi mesi dalla discussione della tesi finale è entrata in polizia. “È arrivata l’opportunità concreta di entrare nell’Amministrazione di cui dal 2016 e sono orgogliosa di far parte”- afferma la dr.ssa Sara Cortese. Oggi il suo ruolo è quello di Dirigente dell’Ufficio Sanitario Provinciale della Questura di Pescara. In quanto medico, si occupa di tutti gli aspetti che ruotano intorno alla sfera sanitaria, da quelli medico-legali a quelli sulla sicurezza negli ambienti di lavoro; dall’attività di prevenzione alla tutela del benessere del personale della Polizia di Stato. Le donne della Polizia di Stato dedicano il loro impegno quotidiano al servizio della comunità, con una sensibilità straordinaria e ci sono episodi che rappresentano in pieno la loro mission.

Perché ha deciso di indossare la divisa della Polizia di Stato? Non c’è un motivo preciso per cui inizialmente ho scelto di vestire la divisa della Polizia di Stato; quello però che posso dire con assoluta certezza è che oggi la indosso con orgoglio e fierezza. Sono sempre stata abituata a portare il camice per lavorare e vestire la divisa della Polizia mi faceva uno strano effetto i primi tempi. Poi ho realizzato e benché siano capi d’abbigliamento ben diversi l’uno dall’altro, in comune hanno un aspetto: identificare coloro che si pongono al servizio del prossimo. E io ho scelto proprio questo, sia come medico che come poliziotta.

C’è un episodio emblematico che l'ha messa a dura prova come poliziotta e come donna? e qualche episodio che ricorda con piacere?

Sì , c’è un episodio che mi ha messa duramente alla prova, un episodio che oltretutto difficilmente dimenticherò proprio per l’intensità con cui l’ho vissuto; si tratta, peraltro, di un episodio accaduto recentemente, che vede protagonista un giovane ra-

SEMPRE ALLA GENTE

TV RADIO 46 DONNE IN PRIMA LINEA

VICINA GENTE

gazzo di 22 anni il quale ha minacciato di suicidarsi restando in piedi sul cornicione del balcone della propria abitazione al quinto piano, per tre lunghi giorni e due interminabili notti. Mi sono ritrovata coinvolta in questa delicata e stancante operazione di polizia che non ha avuto sosta né attimi di tregua perché non ci si poteva permettere di perdere una vita. Sono intervenuta dapprima nel mio ruolo di medico della Polizia, perché tra i miei compiti d’ufficio vi è anche quello di essere di sostegno psicologico per gli operatori di polizia ed in un secondo momento, quello che mi ha provata come donna, in qualità di mediatrice. Si, perché dopo tante ore in cui i colleghi hanno tentato di far desistere il ragazzo, si è ritenuto opportuno fa intervenire me, figura femminile e medico. E così, in punta di piedi ho provato ad entrare nel suo, ho cercato in tutti i modi di agganciare la sua attenzione e portarla su di me, su Sara in quanto “persona”, per infondere in lui sicurezza e conquistare la sua fiducia. Non posso negare che sia stata dura, soprattutto perché all’inizio non voleva sentire ragioni, ho dovuto fare un passetto alla volta per scalfire quella sua corazza, per limare quel suo atteggiamento apparentemente oppositivo ma che nascondeva solo una grande sofferenza ed insicurezza. E così, alle sue domande provocatorie, “quando finisci il turno così vai via?”, “tu sei solo un’esca, io non ti apro” ho sempre risposto con dolcezza, sottolineando che fossi lì per lui e che sarei rimasta a fargli compagnia anche tutta la notte se me lo avesse permesso. Ed è andata proprio così; la sua diffidenza è rimasta ma allo stesso tempo, avvertivo che aveva voglia di comunicare. Abbiamo parlato tanto quella notte fino a che il mattino seguente è scattato in lui qualcosa, mi ha chiesto “cosa vuoi che faccia?”. Senza mai perdere il suo sguardo l’ho invitato a scendere dalla ringhiera e a entrare in casa; avremmo sicuramente parlato meglio al caldo, dietro la porta. Finalmente, nel fidarsi di me, non solo si è avvicinato all’ingresso, ma ha anche aperto per permettermi di entrare. Abbracciarlo è stata un’emozione forte; ce l’avevamo fatta, io e lui. Episodi che ricordo con piacere ne ho tanti in Polizia, dai tempi del corso ad oggi. Sicuramente, nonostante le innegabili difficoltà degli anni della pandemia, ho il piacevole ricordo del centro vaccinale che aprimmo a Pescara e la cui gestione mi fu affidata per garantire la vaccinazione alle categorie fragili. Anche in quell’occasione la soddisfazione più grande fu proprio quella di avvicinare la Polizia di Stato alla cittadinanza.

Sempre più ‘giovani scelgono di entrare in Polizia. Perché secondo lei?

Si tratta senza dubbio di un aspetto a mio avviso importantissimo, perché i giovani “devono” entrare, la Polizia ne ha bisogno per affiancare il personale presente e permettere un graduale passaggio del testimone. Sicuramente credo che la possibilità di ottenere una posizione lavorativa stabile sia tra i motivi che può spingere un giovane, uomo o donna che sia, ad intraprendere il percorso in Polizia, ma d’altro canto voglio augurarmi che ci sia anche una scelta di vita. Per un giovane che

RADIO 47 SEMPRE

si appresta ad accedere al mondo degli adulti e che ha bisogno di certezze e punti di riferimento, il periodo storico-politico che stiamo attraversando non è sicuramente il migliore. Entrare a far parte della Polizia rappresenterebbe senza dubbio la possibilità per rafforzare la propria identità sociale e sottolineare quel senso di appartenenza al nostro Paese, che nonostante i mille difetti resta sempre straordinario.

Lei è un medico che ha giurato di curare, perché è entrato nella

Polizia di Stato?

Perché entrando nella Polizia di Stato ho messo la mia professione, per la quale avevo già assunto un impegno consapevole prestando il giuramento d’Ippocrate, al servizio di tutti i poliziotti, di coloro che quotidianamente sono impegnati a garantire e tutelare i diritti dei cittadini. Il 1° febbraio 2017, in presenza dei miei affetti più cari e dinanzi ai rappresentanti delle Istituzioni, ho scelto di rinnovare la mia promessa di fedeltà e lealtà.

Difficile coniugare carriera e famiglia?

Sono mamma di 3 splendidi bambini e quindi non posso negare la presenza di qualche difficoltà prevalentemente di tipo organizzativo nel conciliare la vita lavorativa con quella familiare; quando ho intrapreso questa carriera, peraltro, sono stata assegnata ad Ancona per cui dovevo uscire di casa molto presto al mattino, rientrando in tarda serata. Ho avuto la fortuna, in quegli anni, di avere un marito ed una famiglia che mi hanno sempre sostenuta ed aiutata, alleggerendo i carichi e le preoccupazioni che una mamma inevitabilmente ha. Questo mi ha permesso di dedicarmi fin da subito, con dedizione al mio servizio nella Polizia di Stato.

Qual è il segreto per Esserci Sempre?

Il segreto è mettere la giusta dose di passione in ciò che si fa; esserci sempre significa saper sacrificare in parte anche se stessi, per essere al fianco di chi ne ha bisogno. Un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la sua carriera.

Vorrei fare una premessa: ricordo che fin da giovane, nell’immaginarmi adulta, mi vedevo medico e così quando tentai il concorso ero talmente determinata che non avevo minimamente preso in considerazione un’alternativa, qualora il test d’ingresso per medicina fosse andato male. Per fortuna poi non ce ne fu bisogno, ma quel test l’avrei tentato nuovamente, pur di raggiungere l’obiettivo desiderato. Questo per dire che non esiste un consiglio tecnico per intraprendere questa carriera piuttosto che altre; l’unico suggerimento che mi sento di dare ai giovani è uno, fondamentalmente e molto semplice: impegnarsi per “riconoscere” e “raggiungere sempre” ciò che realmente si vuole. Il lavoro grande che ognuno deve fare su se stesso, per me è racchiuso proprio lì, nel capire cosa può renderci felici, a costo di sbagliare, a costo di dover tornare indietro, a costo di dover ammettere di aver sprecato del tempo, purché alla fine ci si senta soddisfatti. Quando finalmente tra le mani avrete quello che più desiderate sarete disposti a lottare per tenerlo e a sacrificarvi per non perderlo; sarà in quel momento che vi accorgerete di aver investito su di voi nel migliore dei modi. Quindi, non abbiate paura di fare le vostre scelte, purché siano quelle in cui credete. 

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RADIO 49 Nelle librerie e negli store digitali

SALVATRICE. SANDRA MILO SI RACCONTA

La storia dell’attrice recentemente scomparsa raccontata da Giorgia Wurth su Rai Storia

Tra successi, amori, sconfitte, incontri, processi, luci, silenzi e kebab, il ritratto di una donna che tutti credono di conoscere, ma che in pochi hanno capito davvero. È la storia di Sandra Mila quella che Giorgia Wurth racconta in “Salvatrice. - Sandra Milo si racconta”, in onda sabato 16 marzo alle 22.30 per il ciclo “Documentari d’autore”. Tra successi, amori, sconfitte, incontri, processi, luci, silenzi e kebab, il ritratto di una donna che tutti credono di conoscere, ma che in pochi hanno capito davvero.

TV RADIO 50 DOCUMENTARI D’AUTORE

La settimana di Rai Storia

Un omaggio a Franco Basaglia (1924 - 1980)

L'intervista sul disagio mentale realizzata da Sergio Zavoli

Lunedì 11 marzo alle 17.45 in prima visione

“a.C.d.C.”

La navigazione egizia del Mar Rosso

Hatshepsut, la seconda donna faraone dell’antico Egitto, ha organizzato una flotta per raggiungere la mitica Terra di Punt, nell’odierno Corno d’Africa.

Giovedì 14 marzo alle 21.10

Grandi della Tv

Franca Valeri e Gino Bramieri

Con Edoardo Camurri proseguono i festeggiamenti per il 70° anniversario della TV Rai.

Domenica 17 marzo, dalle 17.30 alle 20, e lunedì 18 marzo alle 21.10

Passato e Presente Operazione Lebensborn, la purezza della razza

Negli anni ’30, il regime nazista decide di avviare una serie di iniziative per incrementare la nascita di bambini.

Martedì 12 marzo alle 13.15 su Rai3 e alle 20.30 su Rai Storia

Il declino di Hitler Operazione Barbarossa

Ritorno al 22 giugno 1941 giorno decisivo dell’intera Seconda guerra mondiale.

Venerdì 15 marzo alle 21.10

Passato e Presente

L’America di Elvis Presley

Mito assoluto degli anni 50, Elvis Presley è considerato tra i musicisti più innovativi e rivoluzionari del Ventesimo secolo.

Mercoledì 13 marzo alle 13.15 su Rai 3 e alle 20.30

Passato e presente

Il caso Moro e i partiti

Il 16 marzo 1978, a Roma, in via Fani, un commando delle Brigate Rosse sequestra il presidente della Democrazia Cristiana.

Sabato 16 marzo alle 20.30

RADIO CORRIERE 51
“…e fuori nevica”

Prosegue il ciclo teatrale che Rai Cultura dedica a Vincenzo Salemme. Sabato 16 marzo alle 21.15

PProtagonisti della commedia, registrata nel 1996, sono tre fratelli, che si rincontrano dopo la morte della madre per la lettura del testamento: Francesco detto Cico, autistico che si rivela molto acuto, Enzo, cantautore depresso, uscito di casa a 18 anni e mai più tornato, e Stefano Righi, lavoratore indefesso che è sempre stato vicino alla madre e a Cico ma sta entrando in depressione per colpa

della fidanzata, con la quale si dovrebbe sposare a breve. Enzo e Stefano, per avere accesso all’eredità materna, devono però accettare di farsi carico di Cico. Il loro compito si rivela tutt'altro che facile e la convivenza dei tre uomini è ricca di sorprese e malintesi. “… e fuori nevica” è una commedia di Vincenzo Salemme, regia teatrale Vincenzo Salemme, regia televisiva Tullia Ferrero con Carlo Buccirosso, Maurizio Casagrande, Nando Paone, Vincenzo Salemme, musiche Antonio Boccia, scene Tonino Festa, costumi Silvia Polidori, foto di scena Gianluca Gallucci. 

TV RADIO 52 TEATRO

La settimana di Rai 5

Cinema

Il cattivo poeta. Sergio Castellitto nei panni di d’Annunzio

1936, Giovanni Comini viene incaricato di sorvegliare d’Annunzio, sfavorevole all’alleanza con Hitler. Diretto da Gianluca Iodice.

In onda lunedì 11 marzo alle 21.15

Sinfonica

Le nove sinfonie di Beethoven - n 6, 9

Claudio Abbado dirige i Berliner Philharmoniker.

Giovedì 14 marzo alle 21.15

Art Rider

Da Sant'Ambrogio a Monte Rubello

Il Piemonte e le suggestioni de “Il Nome della Rosa” di Umberto Eco.

Martedì 12 marzo alle 19.25

Opera

Falstaff

Dal Teatro Comunale di Ferrara Falstaff di Verdi diretto da Claudio Abbado.

Venerdì 15 marzo alle 21.15

Little Satchmo, la figlia segreta di Louis Armstrong

La storia commovente e delicata di Sharon Preston-Folta, figlia segreta del leggendario trombettista.

Martedì 12 marzo alle 22.45

Apprendisti Stregoni “A proposito di Roberto De Simone”

Un tributo con il repertorio delle Teche Rai.

Sabato 16 marzo alle 23.10

Donne e Opera

Norma

Nell’ambito della programmazione

dedicata alla Festa della Donna, Rai Cultura propone il melodramma di Vincenzo Bellini.

Domenica 17 marzo alle 10.00

RADIO CORRIERE 53

RAGAZZI I RONFI

TV RADIO

Su Rai Yoyo, in una serie animata, i popolari personaggi di Adriano Carnevali

Dopo oltre quarant’anni dalla loro creazione, i Ronfi di Adriano Carnevali diventano finalmente una serie animata. La serie, prodotta da Rai Kids e Gertie, con la partecipazione di Something Big (F), è in onda tutti i giorni, alle ore 9.10, su Rai Yoyo. È inoltre disponibile in boxset su RaiPlay. I personaggi sono piccoli roditori antropomorfi con enormi orecchie pendenti dal carattere pigro e presuntuoso. I sonnacchiosi roditori creati da Carnevali nel 1981 sulle pagine del Corriere dei Piccoli si animano per la prima volta con tutti i loro comportamenti tipici, una spiazzante parodia del mondo degli umani, e si esprimono in un buffo grammelot ronfesco concepito appositamente per la serie TV. A disturbarne i pisolini, come sempre, ci sarà Lupo, all’eterno inseguimento di una bistecca di Ronfo, ma anche un inedito e buffo Panda che cercherà invano di scuoterli dal loro perenne torpore. Inoltre, uccellini, castori e tutte le altre creature che popolano il bosco nato dalla fantasia di Adriano Carnevali. La canzone d’apertura e le musiche sono firmate da Vince Tempera, grande compositore noto per le sigle di “Atlas Ufo Robot”, “Capitan Harlock” e “Anna dai Capelli Rossi”, direttore d’orchestra, produttore e arrangiatore, autore di colonne sonore e pianista storico di Francesco Guccini.

RADIO
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TV RADIO 56 generale italiani
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Radiocorriere
indipendenti IT - All Radio (Tutte le emittenti) Airplay Fri 01 - Thu 07 Mar 2024 Compared with Fri 23 - Thu 29 Feb 2024 Pos LW Pk Wks Artist Title Owner Plays Prev 1 3 1 4 Kolors, The Un ragazzo una ragazza WMG 4,264 4,205 2 2 1 4 Mahmood Tuta Gold UMG 4,391 4,521 3 1 1 4 Annalisa Sinceramente WMG 4,696 4,765 4 5 4 4 Ghali Casa mia WMG 3,986 4,038 5 7 5 4 Emma Apnea UMG 3,563 3,556 6 4 1 4 Angelina Mango La noia WMG 4,447 4,538 7 6 5 4 Geolier I P' Me, Tu P' Te WMG 3,014 3,158 8 9 8 3 Dua Lipa Training Season WMG 2,845 2,387 9 16 9 1 Beyoncé Texas Hold 'Em SME 2,361 2,033 10 10 10 2 Alfa Vai! Ind. 3,183 3,092 IT - Indipendenti (per passaggi) Airplay Fri 01 - Thu 07 Mar 2024 Compared with Fri 23 - Thu 29 Feb 2024 Pos LW Pk Wks Artist Title Owner Plays Prev 1 1 1 4 Alfa Vai! Ind. 3,183 3,092 2 2 1 11 Zerb & Sofiya Nzau Mwaki Ind. 2,344 2,503 3 4 3 8 Jennifer Lopez feat. L.. Can't Get Enough Ind/SME 2,300 2,291 4 3 3 4 Negramaro Ricominciamo tutto Ind. 2,157 2,378 5 7 5 4 Ricchi e Poveri Ma non tutta la vita Ind. 2,110 2,097 6 5 4 4 Diodato Ti muovi Ind. 2,091 2,274 7 6 1 17 Peggy Gou feat. Lenny .. I Believe In Love Again Ind. 1,909 2,168 8 8 2 19 Bob Sinclar & Matia Ba.. Ti Sento Ind. 1,125 1,341 9 9 9 4 Sangiovanni Finiscimi Ind. 899 1,063 10 10 1 Dotan Louder Ind. 761 0
- Artisti Italiani Airplay Fri 01 - Thu 07 Mar 2024 Compared with Fri 23 Pos LW Pk Wks Artist Title Owner 1 3 1 4 Kolors, The Un ragazzo una ragazza WMG 2 2 1 4 Mahmood Tuta Gold UMG 3 1 1 4 Annalisa Sinceramente WMG 4 5 4 4 Ghali Casa mia WMG 5 7 5 4 Emma Apnea UMG 6 4 1 4 Angelina Mango La noia WMG 7 6 5 4 Geolier I P' Me, Tu P' Te WMG 8 8 8 3 Alfa Vai! Ind. 9 10 9 4 Rose Villain Click Boom! WMG 10 10 1 Lazza 100 messaggi UMG
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I FILM DELLA SETTIMANA

CINEMA IN TV

Atterrati a Mosca con la prospettiva di vendere un'innovativa applicazione per telefoni cellulari a dei magnati russi, i due giovani programmatori Sean e Ben scoprono che un collega svedese si è appropriato dell'idea e ha concluso l'affare prima di loro. Per consolarsi, decidono di passare la serata in uno dei locali più glamour della capitale, dove stringono amicizia con due turiste americane. Fra una vodka e l'altra, all'improvviso la città viene paralizzata da un gigantesco black out e dal cielo cominciano a scendere degli strani fasci di luce. Una volta toccata la terra, questi bagliori si fanno invisibili e iniziano a disintegrare uno ad uno tutti gli umani che si trovano di fronte, seminando in tutta la città panico e distruzione.

Il film segue la storia di una donna ferita e intrappolata in un reparto ospedaliero isolato che tenta disperatamente di sfuggire ad alcuni feroci criminali giunti lì per ucciderla. Una giovane di nome Madison Taylor (Nicky Whelan) si è appena trasferita a San Juan, Porto Rico, nel tentativo di superare la recente morte di sua madre. Una sera, mentre sta andando a buttare la spazzatura, è testimone dell'assassinio di un uomo da parte di due poliziotti corrotti, Pierce (Tito Ortiz) e Tull (Texas Battle), che finiscono per colpire anche lei. Quando si sveglia in ospedale, scopre di essere stata posta sotto la protezione del rispettato tenente di polizia Steve Wakes (Bruce Willis) per un motivo ben preciso: la pallottola conficcata nella sua gamba è l'unica prova in grado di incastrare i due poliziotti corrotti o far sì che nessuno li trovi mai.

TV RADIO 58
L’ORA NERA – MARTEDÌ 12 MARZO ORE 21.10 ANNO 2011 – REGIA CHRIS GORAK TRAUMA CENTER – MERCOLEDÌ 13 MARZO ORE 21.20 ANNO 2019 – REGIA MATT ESKANDARI

Mistero con il giallo campione d’incassi. Tratto dall’omonimo classico letterario di Agatha Christie, già portato al cinema nel 1974 da Sidney Lumet, il film diretto e interpretato da Kenneth Branagh vanta un cast di star che comprende Penélope Cruz, Willem Dafoe, Judi Dench, Johnny Depp, Michelle Pfeiffer e Daisy Ridley. Il celebre detective Hercule Poirot è in viaggio da Istanbul verso Londra sull’Orient Express dove conosce l’uomo d'affari Samuel Ratchett, che desidera assumerlo come sua guardia del corpo durante i tre giorni di viaggio, poichè ha ricevuto delle anonime lettere minatorie. Poirot declina l’offerta, ma durante la notte Ratchett viene misteriosamente assassinato e il detective si vedrà costretto a indagare. Chi sarà il colpevole tra i numerosi viaggiatori del treno?

Aaron Falk, agente federale, torna nella cittadina natale dopo un'assenza di oltre vent'anni per partecipare al funerale dell'amico Luke, che avrebbe ucciso la moglie e il figlio prima di suicidarsi a causa della devastazione dovuta alla siccità che da un decennio interessa la zona. Accettando con riluttanza di indagare su quanto avvenuto, Falk riapre una vecchia ferita: la morte della diciassettenne Ellie Deacon. Non passerà molto prima che intuisca come i due crimini, seppur avvenuti in epoche diverse, siano strettamente connessi. Adattamento cinematografico del pluripremiato romanzo del 2016 “Chi è senza peccato”, scritto da Jane Harper.

RADIO CORRIERE 59
ASSASSINIO SULL' ORIENT EXPRESS – GIOV 14 MAR ORE 21,10 – ANNO 2017 – REGIA KENNETH BRANAGH CHI È SENZA PECCATO – VENERDÌ 15 MARZO ORE 21.20 – ANNO 2020 – REGIA ROBERT CONNOLLY

ALMANACCO DEL RADIOCORRIERE

CONSULTA L'ARCHIVIO STORICO DEL RADIOCORRIERE TV ALLA PAGINA radiocorriere.teche.rai.it

marzo

1994

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