ATTENTI, NOI DUE
Nelle librerie e negli store digitali
MICROCAR CHE PASSIONE
Come tanti genitori anche io ho ricevuto la richiesta di acquisto di una microcar da parte di mia figlia. Opzione interessante per i giovani, soprattutto in contesti urbani o in situazioni che richiedono una mobilità economica e sostenibile.
La soglia dei 14 anni è un momento di svolta per tutti i ragazzi. Noi sognavamo il motorino, quel cinquantino da utilizzare per la nostra libertà, i nostri figli guardano invece queste piccole vetture che agevolmente, forse troppo, si muovono nel traffico.
Per lo più elettriche, riempiono le nostre strade. Passando di fronte agli istituti scolastici il numero di microcar di tutti i tipi parcheggiate è impressionante. Da un decennio a questa parte molte grandi case automobilistiche puntano su questo segmento, che secondo gli analisti è destinato a una ulteriore espansione. Si parla di un fatturato che nel 2030 potrebbe superare i 100 miliardi di euro.
Le nuove microcar sono talmente innovative, con design particolari e una manovrabilità elevata, che iniziano a piacere anche a noi adulti. Rigorosamente elettriche, potrebbero andare presto a sostituire lecitycar per una mobilità sempre più a misura di traffico.
Tecnicamente sono quadricicli, leggeri o pesanti in base alla potenza, sicuramente un’alternativa agli scooter.
Dal punto di vista del costo, queste piccole auto, anno dopo anno, vedono lievitare il prezzo. C’è da considerare che la manutenzione è molto inferiore a quella di alcune citycar, che invece si possono acquistare spendendo molto meno.
Tema sul quale si deve ancora lavorare è la sicurezza. Alcune microcar risultano avere sistemi di protezione limitati, per questo è importante che i ragazzi comprendano i rischi della strada e guidino in modo responsabile. È fondamentale che i giovani siano consapevoli di limitazioni e normative, questo per garantire la loro sicurezza, quella degli altri utenti della strada, e la tranquillità di tutti i genitori.
Buona settimana
Fabrizio CasinelliAmiche (e rivali): in gara il sabato sera su Rai 1 a “Ballando con le Stelle”, padrone di casa la domenica mattina a “Citofonare Rai 2”
PRIX ITALIA
Tre premi alla Rai, che vince con il film evento “Esterno notte”, la serie “Mare fuori” e il documentario “Plastica connection” 10
“La casa di tutti. Cerchiamo una connessione sana tra la politica e le persone”: al via “Avanti Popolo”, martedì 10 ottobre in prima serata su Rai 3 14
BLANCA CUORI
ITALIASÌ!
Anche alla sua seconda stagione, la serie tv in onda il giovedì in prima serata su Rai 1, conquista il pubblico. Ne parliamo con il cast 18
Al via la sesta stagione del programma condotto da Marco Liorni. Da sabato 14 ottobre alle 17.00 su Rai 1 32
TANGO
Divisi tra ragione e sentimento, i protagonisti della seconda stagione della serie si raccontano. La domenica in prima serata su Rai 1 26
Il ritmo della realtà: da lunedì 16 ottobre, in seconda serata su Rai 2, il nuovo programma condotto da Luisella Costamagna 33
Il film, che segna l’esordio alla regia della sceneggiatrice Carolina Cavalli, in esclusiva su Rai Play dal 14 ottobre
PLOT MACHINE
Anteprima della puntata in onda su Rai Radio1
46
TUTTO QUANTO FA CULTURA
Il mercoledì in seconda serata su Rai 2 l’appuntamento con il programma condotto da Lodo Guenzi
IL PALIO D’ITALIA
Dal 9 ottobre su Rai 3 il nuovo programma condotto da Angela Rafanelli. In onda alle 15.20 il lunedì, il martedì e il venerdì
ENZO TORTORA
Un documentario in prima visione per raccontare uno dei personaggi più amati dello spettacolo e del giornalismo. Venerdì 13 ottobre alle 21.20 su Rai 3
YOLO
Amori, lavoro e difficoltà dei Millennials. La nuova branded series disponibile su Rai Play dall’11 ottobre
TUTTI I PROGRAMMI
Levante celebra i suoi primi 10 anni di carriera
DONNE IN PRIMA LINEA
Miriam D’Anastasio, dirigente del Commissariato di Lanciano, racconta la sua esperienza in Polizia
CULTURA
L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai 54
HOME SWEET ROME
La storia di Lucy, una tredicenne americana che si trasferisce nella città eterna, nella nuova serie live action. Tutti i giorni alle 20.40 su Rai Gulp
58
Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay
CINEMA IN TV
Una selezione dei film in programma sulle reti Rai 62
AMICHE (e rivali)
Paola e Simona. In gara il sabato sera su Rai 1 a “Ballando con le Stelle”, padrone di casa la domenica mattina a “Citofonare Rai 2”. Il RadiocorriereTv incontra le due popolari conduttrici
Come è andata la partenza della terza stagione del vostro programma?
SIMONA: Assolutamente bene, c’era e c’è la felicità di ritrovarsi. Attraverso la nostra amicizia abbiamo creato una cosa molto divertente, uno show di intrattenimento leggero, puro al cento per cento, “Citofonare Rai 2” sta andando nella direzione che noi vogliamo.
Quali le novità?
PAOLA: Innanzitutto si comincia prima, alle 10.30. Con noi c’è Gene Gnocchi ospite fisso, che si è creato un ufficio speciale, l’ufficio “di Gene”. È lui a riferirci il sentiment del pubblico, anche se molto spesso le cose se le inventa (sorride). Con noi ci sono sempre Valeria Graci e Antonella Elia. Abbiamo anche un nuovo gioco musicale con la nostra band l’Isola delle rose.
Due amiche sempre più amiche, come si costruisce un rapporto professionale partendo dall’amicizia?
PAOLA: Con la stima reciproca e con il rispetto.
SIMONA: Con grande lealtà.
Cosa ha aggiunto questa esperienza al vostro rapporto?
SIMONA: Siamo sempre più unite, ci confidiamo, ci aiutiamo. Non parlo solo di lavoro, è un’amicizia vera, quasi una parentela.
PAOLA: Sicuramente conoscenza, perché la nostra è comunque un’amicizia fresca, di poco tempo. Una frequentazione assidua ci ha fatto conoscere molto meglio.
Che cosa avete scoperto, di più, l’una dell’altra?
PAOLA: Che Simona è esattamente quella che avevo immaginato. Una persona schietta e leale, una professionista molto seria e dedita al lavoro.
SIMONA: Che Paola è una persona molto buona, generosa, cosa che avevo già intuito.
Quando la si pensa diversamente, o qualcosa non va, cosa succede?
PAOLA: È normale non pensarla sempre allo stesso modo e in tal caso ci si confronta. Quando c’è l’educazione si parla e si individua la soluzione migliore.
SIMONA: Se c’è qualcosa che non va, ad esempio nel lavoro, ci sentiamo io e Paola, ne parliamo, poi condividiamo con tutto il gruppo.
In che cosa siete totalmente diverse?
SIMONA: Forse nella follia, ma lo siamo sempre meno. Quando abbiamo iniziato avevamo prerogative di carattere differenti.
Nel tempo ci siamo mischiate e unite: io ho dato a lei un po’ di follia, lei mi ha dato un po’ più di razionalità.
PAOLA: In video Simona ha più un’attitudine a mostrarsi, io sto più in difesa.
A cena insieme di che cosa parlate?
SIMONA: Non di televisione. Abbiamo tanto in comune, anche se lei è già nonna e io spero di diventarlo più tardi possibile (sorride).
PAOLA: Di figli, di famiglia, come accade tra le donne che vanno a cena da sole. Parliamo di tutto tranne che di lavoro.
Che cosa rimane dello stupore degli inizi della vostra carriera?
PAOLA: Tutto, quando parto con un nuovo progetto c’è lo stesso stupore di un tempo, sento le farfalle nello stomaco. Accade a ogni prima puntata (sorride). È adrenalina, è linfa vitale.
SIMONA: Sono ancora emozionata e curiosa di fare cose nuove. È tutto come all’inizio.
Cosa provate se vi ripensate agli esordi?
SIMONA: Che non ho mollato mai!
PAOLA: Mi faccio tanta tenerezza. Non ero ragazza, ma una bambina. Avevo 16 anni e all’epoca a quell’età si era veramente bambini. Mi ricordo spaurita, non conoscevo niente della vita, tutto era difficile.
In che cosa il mondo dello spettacolo vi ha deluso e vi ha sor-
preso?
PAOLA: Come in tutti i lavori si vivono momenti diversi, talvolta hai soddisfazioni altre hai delusioni. A stupirmi ancora oggi è l’ansia che provo prima di una prima. C’è ancora dopo quarant’anni, ma credo che se facciamo questo lavoro è anche per quell’energia lì.
SIMONA: Anche nelle delusioni ho sempre trovato il lato positivo, mi sono servite a crescere, a migliorare. Siamo un po’ un’azione in borsa, l’ho sempre avuto chiaro, possono esserci up e down (sorride). L’importante è essere sempre qui. Bene o male, anche quando non ero nella Tv generalista, ho sempre lavorato, e il pubblico mi ha seguito e voluto bene. Un grande orgoglio.
Che cosa significa confrontarsi con il pubblico della domenica mattina?
SIMONA: È un pubblico nuovo, che abbiamo scelto, è stato bello poter crescere e coprire una fascia difficile. Piano piano, con il lavoro e l’entusiasmo, siamo riuscite a riempire uno spazio che non c’era.
PAOLA: Quando scrivi un programma, e “Citofonare Rai 2” l’abbiamo scritto Serena Costantini e io, pensi sempre al pubblico a cui ti stai rivolgendo, cercando di arrivare con empatia e con il sorriso nelle case di chi ti guarda.
Da complici ad avversarie in pista… sta per arrivare “Ballando con le stelle”…
PAOLA: Esatto! C’è tanta ansia, ma ci sono anche entusiasmo e curiosità perché è una sfida nuova, che mi permette di mettermi in gioco in modo diverso rispetto a ciò che ho fatto fino ad ora.
SIMONA: Siamo avversarie per modo di dire. Certo, anche se ci vogliamo bene, la competizione c’è, con grande affetto, grande amore.
Cosa vi ha convinte a partecipare, a fare fatica in sala prove per tante settimane?
SIMONA: Milly! È stata fondamentale, me ne ha parlato durante “Il cantante mascherato”, ha avuto l’idea di mettere le componenti di una coppia l’una contro l’altra.
PAOLA: Milly mi ha convinto a mettermi di nuovo alla prova con me stessa. Per quanto riguarda la fatica non mi spaventa, è l’ultimo dei miei pensieri.
Cosa temete di “Ballando”?
PAOLA: Di non essere in grado di ballare, ad esempio… vedendo che non l’ho mai fatto nella mia vita (sorride). Non mi spaventa mostrare quello che veramente sono, con le mie fragilità, le mie insicurezze. Fa parte di un processo di consapevolezza che credo fondamentale. Quando ti conosci così bene da non temere il giudizio degli altri hai raggiunto un obiettivo importante.
SIMONA: Non temo niente, devo solo stare attenta a gestire bene le energie. Ho paura di farmi male, non sono più quella
di vent’anni che faceva l’ISEF e praticava tanti sport contemporaneamente.
Che spazio ha la Tv nella vostra vita?
PAOLA: Un lavoro bellissimo che ho il privilegio di fare, ma non viene prima dei miei affetti, della mia famiglia.
SIMONA: È il mio lavoro principale pur non essendo l’unico. Con il mio compagno Giovanni Terzi abbiamo una società di produzioni che realizza documentari, attività che mi dà grande soddisfazione.
Che cosa dite a voi stesse quando vi guardate allo specchio…
SIMONA: Mi dico che non ho mollato mai. Crederci sempre arrendersi mai è il claim della mia vita.
PAOLA: Mi do una pacca sulla spalla e mi dico brava, perché ho fatto tanta strada in salita, anche con me stessa, e ho retto botta comunque. Sono qui oggi con il sorriso, l’entusiasmo, la conoscenza e la consapevolezza.
Quale giravolta siete pronte a fare nella vostra vita?
PAOLA: Vivo molto il presente e sono per il qui e ora. Sono pronta a tutte le giravolte che la vita mi presenterà e che avrò voglia di fare.
SIMONA: Ogni giravolta. Ho sempre gettato il cuore oltre l’ostacolo. Può andar bene o può andar male, ma dopo non ho rimpianti.
TRE PREMI ALLA RAI
Il Servizio Pubblico italiano vince con il film evento “Esterno notte”, la serie “Mare fuori” e il documentario “Plastica connection”. La presidente Marinella Soldi: «Orgogliosi dei riconoscimenti conquistati»
Con ben tre premi, tra cui quello del Presidente della Repubblica, la Rai chiude la 75° edizione del Prix Italia a Bari con un grande risultato, il migliore dal 2001. «La qualità dei prodotti candidati al Prix Italia 2023 – commenta la Presidente della Rai Marinella Soldi – è stata straordinariamente alta e questo rende Rai ancora più
orgogliosa dei tre premi conquistati, tra cui, per la prima volta, il Premio del Presidente della Repubblica. Un film-evento d’autore, una serie che è un fenomeno tra i giovani, un documentario d’impatto capace di indagare in profondità: i tre titoli vincitori - prosegue la Presidente Soldi - mostrano come la Rai sia capace di produrre una gamma ampia di contenuti rilevanti e apprezzati dal pubblico, per ogni tipo di pubblico».
Il Servizio Pubblico - arrivato con cinque produzioni tra le ventisette finaliste - vince il Premio Speciale in Onore del Presidente della Repubblica con la fiction “Esterno notte” di Marco Bellocchio, scritto da Marco Bellocchio, Stefano Bises, Ludovica Rampoldi, Davide Serino. Una serie Rai prodotta da Lorenzo Mieli per The Apartment (Fremantle Group) con Simone Gatto-
ni per Kavac Film, in collaborazione con Rai Fiction, in coproduzione con Arte France.
La Giuria - composta da Paola Corvino (Produttrice, Intramovie), Graham Ellis (Controller Production of BBC Audio), Lia Furxhi (presidente Centro Nazionale del Cortometraggio), Aldo Grasso (critico radiotelevisivo), Walter Iuzzolino (presidente Prix Italia 2023) - ha assegnato, all’unanimità, l’ambìto riconoscimento alla produzione giudicata migliore tra le ventisette finaliste con la seguente motivazione: “Questo programma rappresenta l'apice dell'eccellenza nella narrazione audiovisiva di oggi, con scrittura e recitazione impeccabili e una regia sublime. È stato inoltre ampiamente apprezzato in quanto storia del passato che parla al presente con voce chiara e autorevole, senza mai prendere posizioni scontate. Infine, ma non meno importante, il programma ha dato vita a una serie di personaggi memorabili e profondamente commoventi, raccontati attraverso dettagli e momenti di vita quotidiana che hanno catturato l'attenzione”. Altro riconoscimento di prestigio arriva per Rai nella categoria Digital Fiction con “Mare Fuori”, il più grande successo di Rai-
Play che ha ottenuto oltre 200 milioni di visualizzazioni. Una produzione Rai Fiction e Picomedia da un’idea di Cristiana Farina, scritta con Maurizio Careddu e la regia di Ivan Silvestrini. La serie si aggiudica il premio “per la sua capacità nell'accorciare le distanze tra i giovani e i media di servizio pubblico, grazie alla sua estrema qualità, proporzionale all'impatto che ha avuto”. Il Premio Speciale Prix Italia-Ifad-Copeam - che competa il palmarès di questa 75° edizione - è stato assegnato a “Plastica Connection”, di Teresa Paoli, giornalista e film-maker, inviata di “PresaDiretta”. Questo Premio speciale - giunto alla seconda edizione con lo scopo di creare consapevolezza sui temi della sostenibilità e, in particolare, sulla sicurezza alimentare - è andato all’inchiesta della Paoli che aveva come obiettivo quello di promuovere la consapevolezza dell’impatto ambientale della plastica sulla vita del pianeta. “La giuria ha particolarmente apprezzato l'approccio sistemico a un tema ambientale particolarmente rilevante, analizzato con accuratezza in tutti i suoi aspetti”.
Tutti i premi
Radio & Podcast
Nella categoria Radio & Podcast Music vince “Fairlight CMI: The Sound You’ve Never Heard Of (Fairlight CMI: il suono che non avete mai sentito)”, regia di James Vyver, una produzione ABC, Australia. “Campo” di Friederike Wigger, della tedesca ARD, si aggiudica invece la categoria Radio & Podcast Drama, raccontando di un gruppo di donne che cercano sottoterra i loro cari scomparsi per mano dei potenti cartelli della droga in Messico. Infine, nella categoria Radio & Podcast Documentary and reportage, affermazione per Radio France con “Inside Kaboul (Dentro Kabul)”, progetto podcast in nove episodi di Caroline Gillet che segue le vite parallele di due giovani donne afghane.
Tv
Sono Germania, Danimarca e Polonia ad aggiudicarsi i premi della sezione Tv al 75° Prix Italia, a Bari. Il film documentario “Cunningham” - una produzione tedesca ARD, con la regia di Alla Kovgan, che riporta in vita le leggendarie coreografie di Merce Cunningham grazie agli ultimi membri della sua compagnia - si aggiudica il Premio nella categoria TV Performing Arts. Nella categoria TV Drama, si afferma invece “Huset (Prigioniero)”, storia di quattro agenti penitenziari in un vecchio e logoro carcere danese, diretta da Frederik Louis Hviid e Michael Noer
- della danese DR. Nella categoria TV Documentary, infine, la Giuria premia “Pisklaki (Gli scriccioli)” - storia di un originale trio di giovani che deve entrare nell’età adulta prima dei loro coetanei, diretto da Lidia Duda e prodotto da TVP, Polonia.
Digital
Nella categoria Digital Factual vince “The Papageno ProjectStories of Life with Suicidal Feelings (Il Progetto PapagenoStorie di vita con sentimenti suicidi)”, una produzione di NHK, Giappone, con Hattori Natsuko come content manager. Il progetto fa riferimento alla ricerca sull’effetto Papageno, in base al quale la condivisione di storie di persone che provano sentimenti suicidi funge da deterrente per altre. “Mare Fuori” - successo senza precedenti di RaiPlay, che vanta oltre 200 milioni di visualizzazioni, prodotto da Rai Fiction e Picomedia, e diretto da Ivan Silvestrini - si aggiudica invece la categoria Digital Fiction. Nella categoria Digital Interactive, infine, si aggiudica il premio “Cómo el machismo marcó nuestra adolescencia (In che modo il sessismo ha plasmato la nostra adolescenza?)”, progetto interattivo che ritrae la violenza simbolica nei confronti delle donne durante gli anni decisivi in cui uomini e donne formano la loro personalità. Il progetto della spagnola RTVE è diretto da Juan Manuel Cuéllar Bermejo con Paloma Torrecillas come Project Manager.
Nelle librerie e negli store digitali
LA CASA di tutti
ottobre in prima serata su Rai 3
Per la prima volta alla conduzione di un programma che racconta la politica, la società. Che narrazione sarà?
Sarà un programma di infotainment che racconta la politica, la società, la cronaca. Tutto quello che riguarda il nostro Paese, dove a essere protagonista tornerà a essere il popolo, la gente comune. Un programma di racconto, realistico, pluralistico. “Avanti popolo” sarà la casa di tutti dove non porterò in scena le idee personali legate alle mie esperienze, ma il mio ruolo di conduttrice, che è anche un po’ di arbitro, tra il popolo che ha perso i luoghi del confronto con la politica o i protagonisti della vita pubblica, e quei protagonisti.
Cosa ti ha spinto ad accettare questa sfida?
Un po’ perché sono una folle con elementi di razionalità (sorride). La sfida l’ho accettata perché, nel bene e nel male, fa parte della mia esistenza. Ho vissuto sfidando innanzitutto me stessa, e continuo a farlo buttando il cuore oltre l’ostacolo. In virtù anche della mia precedente esperienza, amo il racconto della vita reale, ascoltare le persone, mi piacerebbe tanto poter condurre delle battaglie che, attraverso il Servizio Pubblico, possano diventare anche delle piccole soluzioni. So che sarà una goccia nell’oceano, ma tutti dovrebbero dare il proprio contributo. Quando mi è stato proposto mi sono tremate le vene, e ancora mi tremano. Entro in punta di piedi cercando di fare una cosa completamente diversa, la mia ansia è anche sinonimo di grande rispetto per il pubblico di Rai 3.
“Avanti popolo” sembra essere anche un’esortazione. Come vedi oggi il rapporto tra i cittadini e la politica?
Come sigla del programma abbiamo scelto “Amen”, la canzone di Francesco Gabbani, il cui testo dice “E allora avanti popolo, che spera in un miracolo”. C’è ancora un popolo che ci crede, che va a votare, che pensa che le cose possano cambiare, che vuole essere protagonista. Questo nasce dal fatto che abbiamo perso i luoghi del confronto, non solo con la politica. Siamo tutti parte dell’evoluzione culturale del Paese, nell’esserne parte siamo tutti complici e protagonisti. Il problema è che mentre prima, anche rispetto alla politica, c’erano le piazze, le sezioni, i circoli, le case del popolo, le segreterie politiche, oggi tutto questo non esiste. Certo, abbiamo la piazza virtuale dei social, ma lì non metti la faccia, non ti incontri con gli occhi, non è carne viva. Tanto è vero che abbiamo il problema che molte persone si nascondono dietro quello schermo, poi quando le incontri, gli rispondi, ci interloquisci, cambiano anche idea perché
«Il programma sarà un luogo di incontro e confronto. Cerchiamo una connessione sana tra la politica e le persone». Parte “Avanti Popolo”, martedì 10
si sentono considerate. Anche con i social, spesso si esprime, con i cosiddetti haters, un malessere che non trova sfogo in altri luoghi. Questo vorrei portarlo in televisione nel rispetto di tutti, sia della politica sia del popolo, cercando di creare una connessione sana.
Si dice che giovani e politica non siano mai stati così distanti. È davvero così?
Dobbiamo capire che sono cambiati i linguaggi, gli strumenti. I ragazzi si sentono spesso non considerati, talvolta delegittimati. I giovani hanno un linguaggio che devi intercettare, e non parlo solo della politica. C’è un’intera generazione che vorrebbe essere ascoltata e io credo che sia arrivato il momento di farlo. Non abbiamo le soluzioni in tasca per ogni cosa, ma già
l’ascolto renderebbe tutto più semplice nel circuito malato che si è generato oggi.
Come spieghi la politica a tua figlia?
Nelle azioni quotidiane. Gea è una bambina molto interessata, ti può parlare di reddito di cittadinanza o di altri problemi, però ha il privilegio di stare in una famiglia in cui la politica è pane quotidiano. Cerco di spiegargliela attraverso i valori. Non è facile, guardiamo il Tg, documentari, e parliamo di ciò che viene raccontato. Con Gea guardiamo “Mare fuori” e attraverso quella serie le racconto dove inizia il male e dove finisce, come ci si riabilita. Cerco di farle capire come la politica sia nella vita di tutti noi, la facciamo in ogni nostra azione. Quando getti una carta o una gomma per strada hai fatto una scelta: non rispet-
tare l’ambiente, la collettività. Stare in società significa seguire le regole, rispettando gli altri.
La politica vista da fuori, la politica vista da dentro. Cosa cambia?
Cambia che sono diventata una conduttrice con un master in politica e questo per certi versi è un vantaggio. Mi porta anche tante polemiche, tanto pregiudizio, ma tra i miei tanti scopi ci sarà quello di dimostrare agli altri che saprò essere equidistante da tutto e saprò usare il vantaggio di avere visto la politica da vicino per farla capire anche agli altri, rispettando le differenze.
Un’intervista impossibile, chi vorresti di fronte a te?
Come politico Obama. Lui è un “yes we can”, è una cultura che cambia, un’America che riprende forma. Al di là delle ideologie, è un po’ una speranza. È un po’ come Giorgia che fa cadere il
tetto di cristallo e dimostra che una donna può governare un Paese, come Elly leader delle opposizioni. Noi immaginiamo e desideriamo ciò che vediamo.
La tua carriera televisiva procede a gonfie vele. Te lo aspettavi?
Non me l’aspettavo e speriamo che queste vele non si sgonfino (sorride).
A cosa penserai, martedì sera, un istante prima di andare in onda?
Alle parole di Gea. Quando è iniziata “Estate in diretta” mi ha detto “mamma, quando si accende la telecamera giocatela tutta, non ti hanno scelto per caso”. Questo mi ha fatto calare la tensione. Insieme a Gea penserò alle persone a casa, sono le uniche alle quali vorrò parlare.
SI TORNA A BALLARE SOTTO LA PIOGGIA
Se la prima volta di “Blanca” è stata di prova, un momento di grande sperimentazione tecnica, la seconda stagione è una ricetta riuscita veramente. E il pubblico che segue la storia il giovedì in prima serata Rai 1 lo ha confermato
IAN MICHELINI, REGISTA
Cosa significa per un regista dirigere ancora una volta una serie di grande successo come “Blanca”?
Significa avere la responsabilità di lavorare ancora meglio, abbracciare totalmente il progetto e portare fino in fondo le scelte fatte nella prima stagione, alzando sempre più l’asticella. La prima volta è stata di prova, la seconda è una ricetta riuscita veramente.
Quale sarà l’evoluzione della protagonista?
Blanca cresce e imparerà in qualche modo a essere donna, sorella, amica vera, “madre”. Questa ragazza sarà costretta a passare dall'essere una ragazza coraggiosa, simpatica, cinica a donna e abbracciare, ancora di più, quei suoi difetti che la rendono così particolare. Crescere non significa migliorarsi come persone, ma avvolgere il proprio essere fino in fondo, facendo i conti con i propri limiti.
Cosa le lascia questo lavoro?
Tanta voglia di ricominciare un'altra volta, perché ho lavorato con persone interessanti, piene di talento, penso a Maria Chiara, a Enzo Paci e a Giuseppe Zeno. È stato un set divertente, aperto alle improvvisazioni, musicale perché fortemente connotato dalla musica.
A proposito di musica…
Anche quest’anno i Calibro hanno fatto un lavoro straordinario, abbiamo anche prodotto un nuovo disco e un vinile. La colonna sonora ha lo stesso mood della prima stagione, ma totalmente rinnovato, quindi nuove canzoni, nuovi brani, reinterpretazioni di quelli vecchie. Ci siamo divertiti a fare un “Blanca” 2.0, ma ancora meglio.
GIANNETTA è Blanca
Blanca ci ha insegnato ad avere sempre “fame di vita”. Come evolverà il personaggio?
La fame di vita di questa ragazza sarà sempre presente, ma sarà la stagione della maturità, della crescita, nella quale è costretta a prendere decisioni importanti e ad assumersi delle responsabilità verso il lavoro, ma anche nel suo privato. Dovrà cominciare a mettersi da parte per gli altri.
Quali le principali novità?
Come tutti i supereroi che hanno subito un fortissimo trauma, per andare avanti devono trovare la forza di rinascere dalle loro ceneri, e Blanca ci riuscirà, acquisterà più forza, acuirà le sue capacità. Dal punto di vista tecnico, nella serie ritroviamo la ca-
mera nera, ma con una nuova forma di proiezione nei contesti, quasi reale. Uno degli elementi di novità è la bomba, un effetto visivo, sonoro e di calore molto importante. Tutto questo per Blanca sarà una nuova challenge, per usare un linguaggio moderno (ride).
Cosa ha significato per lei questo ruolo?
Blanca ha risvegliato la mia parte più istintiva, dormiente da un po’ anche a causa di quello che negli ultimi anni è successo a tutti noi. Mi ha aiutato ad avere un contatto nuovo con quella parte del mio carattere più aperta al rischio, che per troppo tempo era stata soffocata.
PIERPAOLO SPOLLON è Nanni
Come ritroviamo Nanni?
Peggio, molto peggio (ride). Nanni esce dal carcere ma, invece di una rieducazione, vive una condizione di annullamento umano. Si rende conto di quello che ha fatto, ma al tempo stesso sente di aver subito un torto nel passato, quando ha scontato una pena di quindici anni da innocente. Dovrà rinascere dalle sue ceneri come una fenice.
Come farà?
Come Blanca, anche lui è affamato di vita, riparte da zero, mattoncino dopo mattoncino, scontrandosi contro i pregiudizi della società, che preferisce etichettare le persone invece di conoscerle nel profondo. Nanni si ritrova solo, abbandonato, ma la vicinanza anche di una sola persona può completamente cambiare il gioco.
Blanca è stata un volano anche per la sua carriera. Come gestisce tutto questo successo?
Sono in quella fase della carriera in cui le persone mi riconoscono per strada, ma non sono preso d’assalto, una celebrità ancora a misura d'uomo. Sono felice quando la gente parla con me e mi confida le emozioni che ha provato quando recito. Fortunatamente non c'è una morbosità nei miei confronti, se potessi, firmerei per questo per tutta la vita, amo il contatto con la gente, chiacchierare e dire le stupidaggini. Ma forse, non essendo io un grande sex symbol, non avrò mai quel problema, anzi no, non è vero che non sono bello, è che non voglio avere quel successo (ride)
è l’Ispettore Liguori
Una nuova bellissima avventura…
… un ritorno pieno di entusiasmo! Quando sei consapevole di aver preso parte a un progetto che il pubblico ha amato molto, riproporlo è sicuramente uno stimolo in più, per noi attori, ma anche per tutti coloro che hanno creduto nella serie. Non possiamo garantire per il risultato, ma possiamo affermare che tutti ci abbiamo messo passione e ancor più consapevolezza. Nella prima stagione, grazie a un regista geniale come Ian Michelini, abbiamo sperimentato, in questa seconda sono certo che il pubblico sarà coinvolto ancora di più nelle novità.
Che ritmo ha questa seconda stagione?
Un ritmo legato al battito della vita, inclusivo e che si concede delle improvvisazioni. Ha a che fare con l’impellente necessità
da parte di Blanca di riappropriarsi della propria esistenza, al di là dei suoi limiti. È cieca, ma questo non è mai stato un motivo per abbattersi o arrendersi, la sua storia è un vero e proprio inno alla vita.
Come verrà trascinato Liguori nel mondo di Blanca?
Liguori sarà sempre più immerso nel suo mondo fino a far emergere un conflitto importante dovuto all’istinto di protezione che sente nei confronti di questa ragazza che, con la sua continua voglia di mettersi in gioco, combinerà grandi casini, davanti ai quali Liguori può solo alzare le mani e dire “forse avevi ragione tu”. La linea narrativa orizzontale sarà decisamente particolare, c’è grande attrazione sentimentale tra i personaggi, ma anche stima reciproca. Vedremo come sapranno gestire la complessità.
SARA CIOCCA è Lucia
Nella prima stagione il suo personaggio ha imparato a ballare nella pioggia con Blanca, cosa succede in questo nuovo viaggio?
I sentimenti e il cuore si sono rafforzati grazie a Blanca, ora Lucia troverà ancora più conforto, stimolo e sicurezza nella sua grande passione, la chitarra. Anche per me la musica è una delle grandi salvezze della vita, non ne posso fare a meno.
Cosa rappresenta Blanca nella vita di questa ragazza?
Grazie a Blanca, Lucia scopre cosa significa avere accanto una madre, una persona che ti sprona e ti aiuta a seguire le proprie passioni, i propri sogni. Per lei sarà l’amica più fedele e sincera.
Che rapporto ha con Maria Chiara Giannetta?
Nel momento in cui si entrava in scena c'era molta musica, armonia, abbiamo trovato l’intesa immediatamente. Il momento più bello, quello prima dello stop quando ci abbandonavamo alle improvvisazioni, liberando quello che c'era veramente dentro di noi. Da Maria Chiara ho imparato tantissimo, è una grande donna, ma soprattutto una grande amica.
e negli store digitali
Divisi tra ragione e sentimento, i protagonisti della seconda stagione ancora ambientata a Le Molinette, nella Torino degli anni Sessanta, si raccontano al Radiocorrieretv. Il pubblico può seguire le loro vicende la domenica in prima serata su Rai 1
AL CUOR
CUOR non si comanda…MAI
MATTEO MARTARI è
Alberto Ferraris
Come si dividerà il suo personaggio tra ragione e sentimento?
Il dottor Ferraris è un uomo sopraffatto dalla ragione ma che, come spesso accade, non può sottrarsi alle ragioni dettate dal sentimento. In questa seconda stagione il nostro Alberto vivrà molto in bilico tra testa e cuore, è il suo destino.
Nella serie il racconto di anni pieni di poesia…
Siamo alla fine dei Sessanta, anni che entrano prepotentemente nelle vite dei personaggi, si respira un’aria magica, tutti abbiamo potuto apprezzare quella grande attenzione al dettaglio, così magistralmente riprodotta in scena dalle maestranze. Ci si è presi cura di ogni piccolo particolare per rendere la
narrazione sempre più credibile e aiutare cast e spettatori a lasciarsi avvolgere da questa atmosfera.
Come spiega il successo internazionale di “Cuori”?
Raccontiamo bene un Paese che puntava all’eccellenza, nel caso specifico quella del reparto di cardiochirurgia de Le Molinette, una realtà all’avanguardia. Dietro questo successo c’è però anche la grande capacità italiana di raccontare le storie d’amore.
Come ci si prende cura del proprio “cuore”?
Dal punto di vista medico… con uno stile di vita sano, una buona alimentazione e attività fisica (ride). Umanamente, avendo il massimo del rispetto verso se stessi.
DANIELE PECCI è Cesare Corvara
L’immagine dell’Italia viaggia nel mondo grazie alla serialità…
Con “Cuori” stiamo raccontando un periodo storico piuttosto felice dell'Italia, florido, pieno di speranza e di eccellenze, di voglia di fare e di sperimentazione. La serie ha mostrato al mondo la grandezza di un ospedale, all'avanguardia per quello che riguardava il trapianto di cuore, la creazione della macchina cuore polmone. In questo modo siamo riusciti ad approfondire un pezzo importante della nostra storia, un’operazione molto interessante per comprendere che tipo di Paese siamo e siamo stati.
Come evolve il personaggio del dottor Corvara?
Non è certo un periodo facile per lui, da una parte rimane lo scienziato che abbiamo conosciuto nella prima stagione, pro-
iettato nello studio, attento al suo ospedale, dall’altra ritroviamo un uomo che deve fare sempre di più i conti con la malattia, con la perdita dell’amore. Dovrà imparare a ripartire da zero, nella vita come nella professione. Sarà una bella avventura umana, credo che per lo spettatore sarà interessante vedere come risalirà la china.
Come si “cura” il cuore?
Questa è la domanda delle cento pistole… Non saprei, probabilmente lasciando entrare solo le cose belle, dando spazio al positivo. A volte però, come nel caso di Corvara, potrebbe non essere sufficiente perché, per quanto lui eccella nella professione, l’incontro con l'amore di una donna molto giovane lo espone a pericoli, a situazioni che lo rendono sempre più vulnerabile.
ANDREA GHERPELLI è Mosca
Un racconto sempre un po’ in bilico tra i battiti del cuore e le ragioni della testa…
Tra cuore e testa c’è una continua invasione di campo, non esiste mai una separazione netta, a volte si riesce a tenere a casa il cuore, altre si esce completamente dai binari. Mosca questo lo sa bene, deraglia spesso, un comportamento, purtroppo per lui, molto spontaneo. Dovrà però accorgersi che bisogna farsi scrupoli delle proprie azioni.
Come considera il periodo storico che racconta la storia?
Sono anni pieni di poesia, caratterizzati da uno spiccato senso del bello, un’epoca che si racconta anche attraverso le musiche
e nella quale si assecondava il desiderio di abbattere le distanze. La gente aveva la necessità di guardarsi a fondo, di toccarsi, di animare il proprio cuore, qualcosa che stiamo perdendo, oggi siamo più propensi a dare spazio ai social network, invece di vivere la magia di un incontro.
Cuori e l’amore del pubblico internazionale…
Questa è una storia che non ha confini, è soltanto ambientata in Italia, ma è costruita con ingredienti che fanno parte dell'essere umano. Il cuore, d'altra parte, si sa, è uno zingaro e va.
BIANCA PANCONI è Virgina Corvara
Bentornata “Virginia”…
Il pubblico ha ritrovato una ragazza più matura e sicura di sé, non più la ragazzina “ribelle” che non sapeva quale direzione prendere nella sua vita. In questa seconda stagione si percepisce il forte desiderio di ricominciare.
Come manifesta questa sua nuova consapevolezza?
Virginia è apparsa fin da subito come un personaggio all'avanguardia, nello stile e dell’atteggiamento. Dopo una delusione sentimentale ha il coraggio di lasciare Torino e, per sette mesi, si trasferisce a Parigi per studiare. Al suo ritorno in Italia è una ragazza più consapevole delle sue capacità, meno attenta all’abbigliamento e più concentrata sul proprio sviluppo intellettuale.
SUL PODIO con Marco Liorni
Al via la sesta stagione del programma che ha per protagoniste le persone comuni. Da sabato 14 ottobre alle 17.00 su Rai 1
Torna l’appuntamento con il podio del pomeriggio di Rai 1: a partire da sabato 14 ottobre, alle 17.00, Marco Liorni conduce la nuova e rinnovata edizione di “ItaliaSì!”, lo show di Rai 1 con storie, volti, emozioni, problemi e soluzioni, ma soprattutto il luogo dove sono protagoniste le persone comuni, pronte a condividere la propria vita davanti al pubblico e agli ospiti in studio, chiamati a supportare chi sale sullo speakers’ corner. Il programma va in onda dallo storico Studio 1 di via Teulada. Al centro della scena in ogni puntata c'è il podio dove chiunque può salire e dire qualcosa a tutti. Tante e varie le storie da raccontare ogni settimana: da struggenti dichiarazioni d’amore a richieste d'aiuto di chi ha un problema enorme e non sa come venirne a capo, da persone che vogliono far valere un proprio diritto a chi vuole dire qualcosa a qualcuno ma non riesce a trovarlo, da chi vuole condividere le proprie passioni a chi ha vissuto un grande para-
dosso, da chi vuole presentare una geniale idea a un personaggio noto che racconterà quali persone vuole mettere sul podio della propria vita. Si consolida quest'anno lo spazio dedicato ai contest. Coppie nonni-nipoti, amici a quattro zampe, mogli e mariti, padri o madri con i figli, persone che vogliono cambiare il loro aspetto ma soprattutto se stessi, si sfidano sul podio. Ma, nel pieno dello spirito di “ItaliaSì!”, questi contest sono gare dove vincono non tanto i più bravi o i più belli, ma quelli che colpiscono di più per la propria storia e le proprie motivazioni. Come d’abitudine, il programma termina con uno spazio legato all’attualità che fa il verso al costume social di dare opinioni su tutto e tutti; l’ospite è chiamato a ‘dover’ esprimere immediatamente un'opinione su notizie e fatti d’attualità presentati a sorpresa. Al termine della sequenza di notizie si giudica la sua abilità nel sentenziare su tutto e tutti. Marco Liorni tiene come sempre le redini del programma che in realtà è un unico grande racconto: un flusso continuo e inarrestabile di emozioni, ricordi, sorrisi, fotografie e, perché no, sogni. Per salire sul podio è necessario scrivere a italiasi@rai.it o telefonate allo 06/36869161
TANGO, il ritmo della realtà
Politica, economia, cronaca: da lunedì 16 ottobre, in seconda serata su Rai 2, al via il programma condotto da Luisella Costamagna. Con lei, Saverio Raimondo e Francesco Pannofino
"Tango", ogni lunedì in seconda serata, è il nuovo programma di Rai 2, che aprirà la settimana seguendo il ritmo complesso dell'attualità: i temi caldi della politica, dell'economia, della cronaca, della società e del costume, senza rinunciare a un filo di leggerezza. Luisella Costamagna torna con molte sorprese, tra cui due prestigiosi compagni di viaggio, Saverio Raimondo e Francesco Pannofino. Talk, inchieste filmate, testimonianze e faccia a faccia con i protagonisti.
SERVIZIO PUBBLICO
LA CULTURA a tutto tondo
Il mercoledì in seconda serata su Rai 2 l’appuntamento con Lodo Guenzi e “Tutto Quanto Fa Cultura”: la musica, il teatro, la televisione, l’arte originale di oggi, di ieri e di domani
"Tutto Quanto Fa Cultura" è un viaggio con il cinema come filo conduttore, attraverso arte, musica, teatro, televisione e letteratura per interrogarci sul presente e cogliere lo spirito del nostro tempo. Insomma, la cultura in tutte le sue espressioni. Un cammino che intende percorrere chilometri di conoscenza, idee, immagini, genialità, conquiste, stravaganze e tutto quanto
è possibile fantasticamente concepire, realizzare e celebrare. L’intento è quello di spaziare dai luoghi rappresentativi della cultura conosciuti a quelli inimmaginabili, originali, nuovi e persino futuristici. Lodo Guenzi, con ironia e delicatezza d’animo, conduce una trasmissione dove la narrazione di fatti, appuntamenti e consigli, si mescola a quella più raccolta, quasi intimistica, dei racconti e delle vedute personali. Insieme a Lodo, la giornalista e scrittrice Cristina Battocletti, il docente di storia ed economia dei media Massimo Scaglioni, la giornalista di Rainews 24 Laura Squillaci e le attrici Alessandra Cosimato e Alessandra Mosca Amapola. Una trasmissione ricca di interviste a ospiti esperti, e protagonisti del mondo della cultura, contributi filmati, momenti di riflessione, aggiornamenti culturali.
librerie e negli store digitali
IL PALIO D’ITALIA
Ogni settimana due paesi si sfidano tra ricette tradizionali, quiz di cultura popolare e giochi d’altri tempi. Dal 9 ottobre, alle 15.20 su Rai 3, al via il programma condotto da Angela Rafanelli, in onda il lunedì, il martedì e il venerdì
Dal 9 ottobre arriva su Rai3 “Il Palio d’Italia”, il nuovo programma condotto da Angela Rafanelli che ogni settimana fa sfidare due piccoli borghi della stessa area geografica, per raccontare la cultura e le tradizioni del territorio italiano. In onda il lunedì, il martedì e il venerdì alle 15.20, il programma - prodotto da Stand by me per la Direzione intrattenimento Day Time - è un racconto di viaggi, di storie, di paesi e di paesani, di sapori d’altri tempi e di antichi costumi. Trentatré puntate da venticinque minuti l’una in cui Angela Rafanelli andrà alla scoperta delle meraviglie nascoste del nostro Paese, regalando un racconto del territorio allegro e curioso, grazie al meccanismo di gioco che ogni settimana metterà in sfida due piccoli paesi. Le squadre, composte da tre abitanti ciascuna, si sfideranno sul campo dell’enogastronomia, della tradizione e del folklore. Dalle ricette tipiche (nella pun-
tata del lunedì) ai quiz sulla storia e sugli usi e costumi del paese ospitante (martedì) passando per i giochi popolari come la corsa con i sacchi, il tiro alla fune e gli scacchi giganti (venerdì). La gara avrà luogo in un territorio neutro, l’arena del Palio, un terzo paese della stessa zona, dove tre “giudici” locali valuteranno di volta in volta le diverse prove e stabiliranno quale dei due paesi porterà a casa la coppa del Palio. Il teatro delle tre puntate della prima settimana sarà la Valle d’Itria, in Puglia: a Ceglie Messapica (BR) si sfideranno Locorotondo e Cisternino. Tra trulli, masserie e magnifiche piazze, i due borghi si daranno battaglia a colpi di cucina locale, conoscenza delle tradizioni e della cultura della zona e si affronteranno in un epico faccia a faccia nel gioco più tradizionale e divertente, quello del tiro alla fune, impegnando forze… e rinforzi! Ospite di questa settimana sarà Cesare Fiorio, ex pilota di rally e direttore sportivo della Ferrari in Formula1 negli anni ’80, che da vent’anni si è ritirato in Puglia, dove ha aperto una meravigliosa Masseria.“Il Palio d’Italia” è a cura di Francesco Sturlese. Scritto da Giuseppe Bosin, Simona Iannicelli, Sara Lorenzini, Luca Pellegrino, con Francesca Frizzi e Michele De Angelis. Produttore esecutivo Stand by me Claudia Santilio. Regia di Jovica Nonković. Delegata Rai Elena Ferrara Granai.
Nelle librerie e negli store digitali
ENZO TORTORA.
Ho voglia di immaginarmi
Venerdì 13 ottobre in prima serata su Rai 3 il racconto di uno dei personaggi più amati dello spettacolo e del giornalismo. Con gli interventi di Massimo Bernardini, Francesco Rutelli, Riccardo Bocca, Ricky Tognazzi, Amadeus, Enzo Decaro, Massimo De Cataldo, Vittorio Feltri. La regia è di Tommaso Cennamo
L’originalità, seppur drammatica, della storia di Enzo Tortora è data dalla assurda combinazione di tre elementi: il caso fortuito, la vendetta, l’approssimazione. Un minuzioso incastro che ha cambiato radicalmente la vita di uno degli uomini più in vista del nostro Paese. Il caso giudiziario, infatti, ormai tristemente noto come “il caso Tor-
tora”, ha completamente oscurato la figura del professionista ancora oggi considerato uno dei padri fondatori della televisione italiana. Approcciarsi a Enzo Tortora richiede una visione ampia, a 360 gradi, del suo personaggio, ed è importante nella narrazione seguire la sua carriera artistica, fagocitata dalla cronaca giudiziaria, proprio perchè la grande visibilità, arrivata da questa, ha reso poi “il caso Tortora” una vera bomba mediatica.“Portobello” segna l’apice del suo successo televisivo. La trasmissione batte ogni record di share realizzato fino a quel momento, sino alla soglia dei 26 milioni di spettatori, circa il 47 per cento dell'intera popolazione. Tortora è nelle case di tutti gli italiani. Il conduttore fu ingiustamente accusato da un pentito, arrestato il 17 giugno 1983 e imputato per associazione camorristica e traffico di droga. Inizia un assurdo calvario giudiziario associato ad una spietata campagna mediatica in cui è evidente lo squilibrio tra innocentisti, pochi a dire il
altrove
vero, rispetto alla maggioranza dei colpevolisti. Con una struttura che si snoda su due linee di racconto parallele, lo show man e il presunto spacciatore affiliato alla camorra, entriamo e usciamo dalle vicende della sua vita, rivivendo i momenti salienti della sua carriera da un lato e del tremendo pasticcio giudiziario di cui è stato vittima dall’altro. «A mano a mano che mi addentravo nella vita di Enzo Tortora appariva sempre più chiaro che dietro al clamore dell’assurda vicenda giudiziaria si stagliava un uomo di pensiero, profondamente originale e umano – afferma il regista Tommaso Cennamo – Il nostro intento, con questo documentario, è mantenere viva la memoria di una delle parentesi più vergognose della storia del nostro Paese, ripercorrendo i fatti con lo sguardo del presente in cui purtroppo di errori giudiziari se ne contano, solo in Italia, una media di tre al giorno. Scandendo i vari passaggi della vicen-
da giudiziaria il racconto approfondisce una serie di tematiche che hanno caratterizzato questo assurdo caso di malagiustizia: Innocentisti e colpevolisti, il Paese si era letteralmente diviso. L’informazione, con un feroce accanimento della stampa che lo ha dichiarato colpevole fin dall’inizio. L’approssimazione delle indagini. La responsabilità dei magistrati, usciti indenni dalla vicenda nonostante gli errori commessi. L’impegno politico di Tortora con le sue battaglie per una giustizia giusta». I materiali di repertorio e i vari archivi fotografici hanno un ruolo fondamentale dal punto di vista visuale e di contenuti. Senza questi contributi preziosi sarebbe impossibile una narrazione chiara della vita di Enzo Tortora, caratterizzata nel bene e nel male da una grande mediaticità. Il documentario in prima visione, introdotto da Antonio Di Bella, è in onda su Rai 3 venerdì 13 ottobre alle 21.20.
AMANDA
«Non mi succedevano cose belle perché non avevo nessuno a cui raccontarle» dice la protagonista del film che segna l’esordio alla regia della sceneggiatrice Carolina Cavalli. La pellicola, che porta ancora una volta sul grande e piccolo schermo il talento di Benedetta Porcaroli, in esclusiva su RaiPlay dal 14 ottobre
Amanda, 24 anni e di famiglia borghese, o, per usare le sue parole, “ricca e liberale”, da quando ha memoria, non ha mai avuto un’amica. È una ragazza sveglia, sagace, avrebbe a disposizione molte risorse, ma non compie alcuno sforzo per inserirsi nella società come i suoi coetanei. Vive una vita da “esclusa”, non riesce neanche a reggere il confronto con la sorella maggiore, apparentemente più inquadrata, in realtà sempre sull’orlo di una crisi di nervi. «Quando ho scritto Amanda non è che avessi delle intenzioni particolari, se non quelle di scrivere una bella storia» afferma la regista, che aggiunge: «Non so bene se Amanda parli di solitudine o di amicizia. Fondamentalmente parla di Amanda, che
è molto sola e vuole un’amica a tutti i costi». Se decide di partecipare a un rave, la giovane ci va con la colf sudamericana: «So come essere sola in una stanza piena di gente che non è da sola», ripete. A un certo punto però qualcosa nella sua mente scatta e decide di avvicinarsi a Rebecca (Galatea Bellugi), figlia di una cara conoscente della madre, Viola (Giovanna Mezzogiorno). Amanda sceglie la sua nuova missione: convincerla che sono migliori amiche. Impresa non facile, perché la sua coetanea da anni è barricata nella sua camera… Ma qualcosa lentamente comincia a cambiare e, quando conosce un tipo che le piace, Dude (Michele Bravi), riflette: «Non mi succedevano cose belle perché non avevo nessuno a cui raccontarle».
Amori, lavoro e difficoltà dei Millennials. La prima branded series prodotta da QMI per Rai Contenuti Digitali e Transmediali. Dall’11 ottobre su RaiPlay
La generazione dei Millennials, nelle sue gioie e difficoltà lavorative, sentimentali ed esistenziali, è protagonista della “branded series” “YOLO – You Only Love Once”, disponibile su RaiPlay da mercoledì 11 ottobre. Presentata in anteprima alla 80a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia nel nuovo spazio "Brand come Autori”, nato dalla collaborazione delle Giornate degli Autori con QMI, la serie originale in 6 episodi da 10 minuti circa ciascuno è diretta da Michele Bertini Malgarini e vede nel cast Ludovica Martino, Lorenzo Adorni, Mikaela Neaze Silva, Alberto Paradossi, Ugo Piva ed Eugenia Costantini. La storia è quella di una relazione “tira e molla” ai tempi dei social nel quartiere romano del Pigneto, tra Laura, chef ambiziosa e determinata che fatica a emergere in un mondo prevalentemente maschile, ed Edoardo, food blogger disoccupato che recensisce i piatti che vede dalle vetrine, ironico e positivo ma anche pigro e imbranato, in cerca di un proprio posto nel mondo. I due si incontrano, si conoscono, forse si piacciono, ma il destino si diverte ad allontanarli e ad avvicinarli ciclicamente. Tutto nasce da un appuntamento al buio fra Giulio e Milena, una ragazza conosciuta su
un’app di appuntamenti. Per evitare un primo incontro troppo impegnativo, lei propone un’uscita a quattro, in cui entrambi possono portare qualcuno: Giulio sceglie il suo migliore amico Edoardo, mentre Milena si fa accompagnare da Laura. Un alterco fra Giulio e Milena interrompe però sul più bello la serata e anche la promettente amicizia fra Laura ed Edoardo. Il ragazzo riuscirà poi a trovare faticosamente il contatto social di Laura e fissare un nuovo appuntamento, che si rivelerà un flop, ma per uno scherzo del destino, a una festa sul terrazzo condominiale i due si incontrano ancora: Laura è lì col suo nuovo fidanzato Roberto, Edoardo è in compagnia di Federica. Nonostante la freddezza iniziale, complice un gioco di società, fra i due ragazzi c’è un riavvicinamento che porterà a sviluppi inattesi e imprevedibili. “YOLO – You Only Love Once” affronta con ironia e leggerezza temi come amore, amicizia, convivialità ma anche l’instabilità economica, i dubbi esistenziali e le difficoltà sentimentali dei trentenni di oggi. E’ una serie Philadelphia prodotta da Giovanni Cova per QMI per la Direzione Rai Contenuti Digitali e Transmediali che vede la collaborazione di Rai Pubblicità. “Il branded entertainment” rappresenta oggi una leva di comunicazione sempre più apprezzata dai brand per dialogare con il proprio pubblico di riferimento e per condividere con lui i propri valori in maniera inedita e diretta, offrendo così importanti risorse e stimoli al mercato audiovisivo, ai suoi comparti produttivi, creativi e artistici.
e negli store digitali
dal 17 ottobre
STARSTRUCK
Jessie è una ragazza neozelandese, vive nel cuore di Londra ed è alla ricerca del suo posto nel mondo. La sua vita cambia quando, durante una festa di Capodanno, si imbatte in Tom. Quella che sembra l'avventura di una notte, diventa una storia molto più complicata nel momento in cui si rende conto che Tom è una famosa star del cinema e che prova per lui dei sentimenti molto profondi. Regia: Karen Maine, Jamie Jay Johnson. Interpreti: Rose Matafeo, Nikesh Patel, Emma Sidi. Un’esclusiva della piattaforma Rai.
LA DONNA DELLA DOMENICA
Nella torrida estate del '73, la città di Torino fa da scenario ad un terribile delitto: l'architetto Garrone, "parassita" e cronico imbroglione, odioso e aggressivo, viene assassinato brutalmente con un "oggetto artistico". Nella rosa dei sospettati c'è anche Anna Carla Dosio, seducente e misteriosa dark lady, che diventa l'oggetto proibito dei desideri del bel Commissario Santamaria che, ben presto, si troverà a dover scegliere tra il senso del dovere e la passione per l'avvenente donna, verso cui sembrano convergere tutti gli indizi di colpevolezza. Ispirato all'omonimo romanzo di Carlo Fruttero e Franco Lucentini. Regia: Giulio Base.
Basta un Play!
JAMES CAMERONVIAGGIO NELLA FANTASCIENZA
Il regista e premio Oscar James Cameron esplora il mondo del cinema fantascientifico attraverso interviste e interventi di registi, attori e produttori. L'evoluzione della fantascienza da genere di nicchia a grande fenomeno popolare, capace d'influenzare l'immaginario collettivo anche ben oltre la letteratura, il fumetto e il cinema. Da "Star Wars" ad "Avatar", da “Alien” a “E.T.”, fino a "The Hunger Games" e "The Walking Dead", la fantascienza è diventata una pietra angolare della cultura pop. In “James Cameron, viaggio nella fantascienza”, il regista James Cameron racconta la storia di come il cinema ha raccontato gli alieni. Nella piattaforma, tra le docu-serie.
CUORE DI FARFALLA
Per Josef, nato con una rara malformazione cardiaca, nulla è mai stato facile. La solitudine sembra l'unico rifugio anche alla vigilia di un nuovo anno scolastico, già di per sé pieno di difficoltà: la costrizione del busto che deve portare per proteggersi, le larghissime maglie che indossa per coprirlo e l'offensivo soprannome "palloncino" che gli dà una banda di ragazzini capeggiati dal prepotente Benas. Questo finché l'amicizia con Rugilé lascia intravedere un orizzonte diverso. Il film è tratto dal libro di Modesta Jurgaitytė. Regia: Inesa Kurklietyte.
“...E SI SIEDE NELLA MACCHINA SPENTA.”
E’
qquesto il FINALE per scrivere il Miniplot della puntata di lunedì 9 ottobre. Alle 23.30 con Vito Cioce e Marcella Sullo. Ospite la scrittrice SARA LORENZINI, che ha pubblicato il romanzo “La ballata delle figlie” (Castelvecchi Editore). Scrivi subito il tuo Miniplot (con il prequel del finale) con un commento al post che trovi in alto sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine oppure invialo dalle 23 di stasera al numero 335/6992949. I Miniplot più originali saranno letti durante la trasmissione. Se vuoi partecipare alla Gara dei Racconti di Radio1, invia entro domenica 15 ottobre il tuo inedito (massimo 1500 battute, spazi inclusi) nella sezione Novità del sito www.plot.rai.it. Il tema è IL MERCATO. Vengono selezionati 2 racconti per ciascuna puntata, letti dalle voci di Radio1 Rai e poi votati sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine. Live streaming e podcast sull’app RaiPlaySound.
I 10 ANNI DI LEVANTE
Un concerto all’Arena di Verona per celebrare il suo primo decennio di carriera e un tour nei teatri nel 2024. La cantautrice siciliana ha dato voce e immagine al suo album “Opera Futura” che porterà, con i suoi 4 dischi precedenti, in tutta Italia, a partire da Livorno nel prossimo mese di marzo
Concerto all’Arena di Verona per Levante, in una splendida serata di luna piena, che ha festeggiato così i suoi primi 10 anni di carriera. L’artista, che ha debuttato nel 2013 con “Alfonso”, ha dato voce e corpo al suo ultimo album “Opera Futura”. E non poteva essere che l’Arena di Verona il luogo migliore dove portare, dal vivo e nella sua interezza, questo disco che segna il preludio del nuovo tour che partirà nella primavera del 2024 e che si chiamerà “Opera Futura Live nei Teatri”. In oltre due ore di concerto, la cantautrice, autrice e scrittrice siciliana ha ripercorso con il pubblico questi primi 10 anni di musica, anni importanti di costruzione, anni che coincidono con la pubblicazione di 5 dischi: “Manuale Distruzione” del 2014, “Abbi cura di te” del 2015, “Nel caos di sostanze stupefacenti” del 2017, “Magmamemoria” del 2019 e l’attuale “Opera Futura”. Levante ha anche pubblicato 3 libri: “Se non ti vedo non esisti” del 2017, “Questa è l’ultima volta che ti dimentico” pubblicato nel 2018 e “E questo cuore non mente” del 2021, a cui si sono aggiunte colonne sonore, concerti in Italia e all’estero e tante collaborazioni. 35 brani in scaletta scelti con la cura e l’attenzione di chi ha voluto raccontare una storia, la propria, e regalare al pubblico un viaggio di parole, suoni, immagini. 4 atti per ripercorrere attraverso le 4 stagioni la storia di Levante, un mondo, come ha evidenziato, fatto di amore, rispetto, comprensione, complessità, istinto, ricerca. Durante la serata si sono alternati sul palco amici come il cantautore Alberto Bianco, al fianco di Levante per i suoi primi due album e sul palco dell’Arena per “Nuvola”, e amiche come Angelica, Ginevra, Emma Nolde, Erica Mou e Veronica (la Rappresentante di Lista) che hanno raggiunto Levante sulle note di “Gesù Cristo sono io”, in un atto di vera sorellanza artistica. Ad accompagnare Levante sul palco una band che per l’occasione è diventata, così come l’ha definita, “una famiglia allargata”. Le parole di Levante per questa occasione si sono fatte anche corpo grazie alle coreografie curate da Macia Del Prete e al corpo di ballo. È il momento ora di aprirsi al futuro e a quello che attenderà Levante in un nuovo viaggio in direzione del suo pubblico. Il tour partirà il 13 marzo 2024 dal Teatro Goldoni di Livorno.
Caparbietà, grande impegno, preparazione, forte passione ma anche equilibrio e rigore: Miriam D’Anastasio, dirigente del Commissariato di Lanciano, si racconta
Un “Esserci Sempre” che si rinnova ogni giorno e che porta avanti con orgoglio in ogni ruolo: la dottoressa Miriam D’Anastasio, dirigente del Commissariato di Lanciano, racconta la sua esperienza in prima linea con la Polizia di Stato. Laureata in giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Macerata, ha prestato servizio quale volontario in F.P. nell'esercito per un anno durante il quale ha conseguito, presso l'Università "La Sapienza" di Roma, un Master in "Criminologia, Security, Intelligence". E' entrata nel ruolo dei Commissari della Polizia di Stato nel 2009. Assegnata alla Questura di Lodi quale Dirigente dell'Ufficio Immigrazione, nel 2011 è stata trasferita alla Questura di Pavia ove ha diretto l'Ufficio del Personale e l'U.P.G.S.P.. Ruoli, esperienze che la rendono entusiasta e felice della divisa che indossa con spirito di sacrificio e grande senso di appartenenza alla grande famiglia della Polizia di Stato. Un sogno diventato realtà, una divisa che sognava di indossare da quando aveva 15 anni.
Dottoressa, dirigente del Commissariato di Lanciano, ci descrive la sua carriera? Che realtà ha trovato a Lanciano?
Da circa un mese dirigo il Commissariato di P.S. di Lanciano dopo aver ricoperto l’incarico di Dirigente della Squadra Mobile della Questura di Chieti negli ultimi sei anni di cui uno trascorso anche a capo della Divisione Anticrimine. In precedenza, ho diretto l’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico nelle Questure di Teramo e Pavia, mentre i primissimi passi in Polizia li ho percorsi presso la Questura di Lodi a capo dell’Ufficio Immigrazione. Tornando al mio attuale incarico, ho avuto già modo in passato di conoscere il territorio frentano e diverse sue sfaccettature, avendo condotto alcune delicate attività investigative che riguardavano proprio queste aree. Ho ricevuto una calorosa accoglienza sia dalle istituzioni che dalla cittadinanza, che testimoniano una importante vicinanza alla nostra amministrazione. Lanciano è una realtà vivace, con radici storico-culturali profonde, un importante polo industriale nel suo comprensorio, nonché un territorio con una forte vocazione turistica che negli ultimi anni ha notevolmente accresciuto la propria identità.
Dottoressa perché ha deciso di entrare in Polizia?
La scelta di diventare commissario è nata un po’ per caso figlia, inizialmente, di una “fascinazione cinematografica” grazie alla quale scoprii a 15 anni cosa sarei voluta diventare. A colpirmi fu il ruolo della protagonista, un’aspirante agente dell’FBI che con caparbietà, forza nervosa e segnali da interpretare riesce a trovare la chiave giusta per penetrare nella mente di un sanguinoso criminale. Da qui la suggestione che mi portò a seguire la mia aspirazione ad entrare in Polizia, tanto forte da avermi sostenuto negli anni di preparazione universitaria, post univer-
IL BELLO di lavorare IN SQUADRA
BELLO lavorare SQUADRA
sitaria, fino ad arrivare al superamento del concorso. Ho scoperto subito dopo che non mi sbagliavo!
Cosa vuol dire per lei indossare una divisa?
Cercare, con il mio esserci ogni giorno, di onorarla. E’ un privilegio potermi nutrire quotidianamente del mio lavoro fatto di bisogni, istanze, necessità che vengono veicolate dalla cittadinanza, dalle altre istituzioni, dagli enti con cui si collabora, dalle agenzie educative e cercare di finalizzarle verso soluzioni positive. Per farlo è necessario coinvolgere i propri collaboratori in un lavoro corale: le attività delle forze di Polizia, per essere davvero incisive, devono essere condivise da ciascun operatore della sicurezza perché così si ottengono risultati più significativi. Sentire sulla propria pelle di essere al servizio del cittadino dà la forza di essere sempre in prima linea e di cercare di fare quel qualcosa in più, in ogni circostanza. E in un contesto come quello in cui opero si avverte, differentemente da realtà più grandi, in maniera ancor più forte e tangibile il legame con il tessuto sociale.
Cosa ama di più del suo lavoro?
La possibilità di poter lavorare in Squadra: i volti, le voci, i mille umori, le sfide, le delusioni, le infinite soddisfazioni: tutto parte da qui. Lavorare avendo con sé uomini e donne con cui andare “a segno”, la ricchezza di poter condividere progettualità, strategie, azioni nei variegati settori in cui si snocciola la nostra quotidiana azione.
Cosa vuol dire per lei essere donna in prima linea?
A prescindere dall’essere donna, il valore dell’impegno quotidiano, costruito con un costante lavoro di ascolto, preparazione e capacità di intervenire in maniera proattiva sono alla base del mio agire. Sono cresciuta in contesto familiare dove le donne sono sempre state “protagoniste”, figure con forte temperamento e personalità, impegnate per vocazione, per necessità per capacità e che mi hanno insegnato a respirare il senso della libertà declinato come conquista personale.
Lavoro e famiglia, binomio difficile da gestire?
E’ innegabile che si tratti di un aspetto delicato ed impegnativo al tempo stesso. Ci sono momenti di intenso lavoro che lasciano davvero pochi margini per dedicare attenzioni all’aspetto privato. Sono mamma di due bimbe che stanno crescendo, tuttavia, nella consapevolezza dell’importanza dell’impegno quotidiano e del senso di responsabilità che ciascuno di noi ha nel fare al meglio la propria parte, per i piccoli il valore dell’impegno scolastico per gli adulti quello lavorativo. Indubbiamente io sono in una condizione privilegiata potendo godere di un appoggio significativo in ambito familiare che mi permette di svolgere con maggiore serenità il mio incarico, sicura di poter contare su una solida rete domestica.
Un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere il concorso in Polizia.
Caparbietà, grande impegno, preparazione, forte passione ma anche equilibrio e rigore. Questi elementi devono contraddistinguere chi opera nelle istituzioni, per il Paese e per la collettività al servizio dei quali siamo chiamati ad agire.
ITALIA. VIAGGIO NELLA BELLEZZA
SOTTO IL SUOLO DI ROMA
Grazie all’archeologia preventiva continuano ad emergere nuovi tesori. Lo racconta lo speciale in onda in prima visione lunedì 9 ottobre alle 21.10 su Rai Storia
“Roma non fu costruita in un giorno”, non è solo un vecchio adagio che invita alla perseveranza, ma una realtà storica stratificata presente già a pochi centimetri dal suolo cittadino. Lo racconta “Sotto il suolo di Roma” in onda in prima visione lunedì 9 ottobre alle 21.10 su Rai Storia per “Italia. Viaggio nella bellezza”. La maggior parte degli scavi che indagano la città eterna, non sono scavi di ricerca, ma vengono eseguiti sotto il regime dell'archeologia preventiva. Vengono fatti cioè in relazione all'esecuzione di grandi opere pubbliche o private e rivelano, talvolta, tesori inaspettati. Dal teatro di Nerone nei
giardini di Palazzo della Rovere, alla statua a forma di Ercole a Parco Scott, dal tempietto votivo nella periferia di Torrenova, ai tesori degli Horti Lamiani conservati al Museo del Ninfeo, fino al volto aureo di Roma, emerso dagli scavi durante i lavori per la metro C: scoperte eccezionali che dimostrano come l’archeologia preventiva sia in grado di svelare quanto è ancora nascosto sotto il suolo di Roma. Nello Speciale intervengono Daniela Porro (Soprintendente Speciale di Roma), Alessio De Cristofaro (funzionario archeologo Soprintendenza Speciale di Roma ), Marzia Di Mento (archeologa), Paolo Liverani (storico), Mirella Serlorenzi (direttrice Museo Ninfeo) Francesca Paolillo (funzionario archeologo Parco Archeologico Appia Antica) Federica Acierno (archeologa) Federica Fabbri (archeologa)
Cristina D’agostini (funzionaria archeologa Soprintendenza Speciale di Roma), Simona Morretta (funzionaria archeologa Soprintendenza Speciale di Roma).
La settimana di Rai Storia
Storia delle nostre città Cremona
Terra natìa del grande liutaio Antonio Stradivari, la città ha un legame indissolubile con la musica, promosso da musei dedicati e da mirabili iniziative culturali.
Lunedì 9 ottobre ore 22.10
5000 anni e più. La lunga storia dell'umanità
Elizebeth Smith Friedman. La signora dei codici
L’affascinante storia della crittoanalista che ha lavorato per il governo degli Stati Uniti.
Martedì 10 ottobre ore 21.10
Passato e Presente
Charles Lindbergh, l'aviatore che trasvolò l'Oceano
Nel 1927, a 25 anni, compie in solitaria un’impresa che non era mai riuscita a nessuno: la trasvolata dell’Atlantico, da New York a Parigi, senza scalo.
Mercoledì 11 ottobre ore 20.30
1492
Un anno che è diventato, per convenzione, lo spartiacque tra il Medioevo e l’età moderna. Uno speciale firmato Alessandro Barbero con Davide Savelli.
Giovedì 12 ottobre ore 21.10
Alla scoperta del ramo d’oro
Italo Calvino
In occasione del centenario della nascita, Rai Cultura ripropone la puntata dedicata a uno degli scrittori italiani più amati e studiati nel mondo. Domenica 15 ottobre ore 17.50
Il ragazzo con il libro sotto il braccio
Quella di Nildo Menin è una storia taciuta per anni e infine consegnata alla memoria storica, da un nonno al nipote Simone. Prima visione.
Venerdì 13 ottobre ore 21.10
Documentari d’autore
Il viaggio dell’angelo
Sergio e Vladimir in viaggio nei luoghi della guerra nei Balcani. Un ‘road-documentary’, diretto da Sergio Leszczynski.
Sabato 14 ottobre ore 22.40
VAJONT, l’orazione civile di Marco Paolini
A 60 anni dal disastro che provocò la morte di 2000 persone, la riproposizione di un racconto che ricorda, denuncia e commuove. Lunedì 9
ottobre alle 21.15 su Rai 5
Dal monte Toc una frana gigantesca precipita nel bacino della diga del Vajont, provocando un’onda che scavalca gli argini e spazza via cinque paesi dal Veneto e dalla faccia della terra. Quattro minuti d’orro-
re, duemila morti. È il 9 ottobre 1963, il disastro del Vajont è una tragedia annunciata: causata dalla natura ma “preparata” dall’irresponsabilità degli uomini. In occasione del 60° anniversario, Rai 5 alle 21.15 ripropone l’orazione civile dell’attore e regista Marco Paolini trasmessa in diretta su Rai 2 nel 1997 direttamente dal luogo della catastrofe che fu seguita da tre milioni e mezzo di telespettatori. Un racconto che ricorda e denuncia, spiega e commuove, trasforma la tragedia della storia in uno spettacolo dolente e appassionato, contemporaneo e civile.
La settimana di Rai 5
Dorian, l'arte non invecchia
Mino Maccari
Pittore, incisore, caricaturista, ma anche giornalista, scenografo e illustratore. Un ritratto arricchito dalla voce del protagonista.
Lunedì 9 ottobre ore 19.25
Johnny Clegg, The White Zulu
Un ritratto del cantore di Nelson Mandela, che ha saputo coniugare impegno politico, lotta all’apartheid e ricerca musicale.
Martedì 10 ottobre ore 22.50
Art Night
Formidabile Boccioni
Visionario, geniale, inquieto: l’artista ha rivoluzionato la scultura moderna e ha tradotto la poesia in arte dando forma e materia al Futurismo.
Mercoledì 11 ottobre ore 21.15
Hui He, un Soprano dalla Via della Seta
Un road movie musicale ambientato tra i grandi teatri d'Opera Occidentali e le città cinesi di Xi'an, Ankang e Beijing. Giovedì 12 ottobre ore 21.15
Opera
Le nozze di Figaro
Dal Teatro Comunale di Firenze, il capolavoro di Mozart nell'allestimento del 1979 firmato da Antoine Vitez con la direzione di Riccardo Muti.
Venerdì 13 ottobre ore 21.15
Teatro 456
Quarto appuntamento del ciclo "Sei pezzi facili", le pièce teatrali di Mattia Torre messe in scena per il piccolo schermo con direzione artistica e regia di Paolo Sorrentino.
Sabato 14 ottobre alle 21.15 su Rai 5
Messico selvaggio
Dal deserto alla costa, fino alla foresta pluviale, la ricca biodiversità del Paese genera una feroce competizione tra gli animali. In gioco ci sono la vita o la morte.
Domenica 15 ottobre ore 21.15
Home sweet Rome
Una nuova serie live action in 13 episodi che racconta la storia di Lucy, una tredicenne americana che si trasferisce nella città eterna con il padre, un professore di archeologia sposato con una pop star italiana. Tutti i giorni alle 20.40 su Rai Gulp
(disponibile su Rai Play)
Che cosa vuol dire per una tredicenne americana trasferirsi in Italia e venire a studiare a Roma? E’ la storia di “Home Sweet Rome”, la nuovissima serie internazionale per ragazzi in onda tutti i giorni alle 20.40 su Rai Gulp e disponibile su RaiPlay. Girata a Roma in lingua inglese, la serie live action in 13 episodi è una coproduzione italo-canadese, coprodotta dall’italiana Red Monk Studio con la First Generation Films, e ha unito cinque broadcaster internazionali: Rai Kids per l’Italia, WildBrain dal Canada, HBO per gli Stati Uniti, BBC per l’Inghilterra e Das Erste in Germania. La storia, ideata da Michael Poryes, creatore della popolarissima serie Hannah
Rome
Montana, vede una tredicenne americana, Lucy (Kensington Tallman), che si traferisce a Roma con il padre, professore di archeologia, in seguito al matrimonio di quest’ultimo con una pop star italiana, Francesca (Eleonora Facchini). Per Lucy comincia una nuova vita, si sente un pesce fuor d’acqua e deve affrontare le difficoltà di un’adolescente alle prese con un Paese diverso, una nuova scuola e nuovi amici. A Roma, tuttavia, scoprirà di avere un talento musicale e comincerà a muovere i primi passi in quella direzione, aiutata dalla matrigna famosa. Il tutto a sei mila miglia di distanza da Kyla, la sua migliore amica nell’intero mondo. “Home Sweet Rome” è una serie Made in Italy aperta al mercato
internazionale. Alla sua produzione ha lavorato un team di sceneggiatori italiani e canadesi, mentre la regia è stata affidata a due registe italiane e un italo-canadese. Per la serie sono state scritte coinvolgenti canzoni originali, distribuite anche sulle principali piattaforme digitali. “Home Sweet Rome” è prima di tutto una storia di crescita personale, una serie tv sulla capacità di affrontare le sfide dei cambiamenti, piena di musica e divertimento. Per la platea dei ragazzi di tutto il mondo è anche una rappresentazione del fascino di Roma e di quanto può essere bello e stimolante venire a studiare in Italia.
per Radiocorriere TV
IT - Indipendenti (per passaggi)
I FILM DELLA SETTIMANA
CINEMA IN TV
Ridley Scott e Maurizio Gucci: uno dei più grandi autori di cinema e uno dei più grandi creatori di moda della nostra contemporaneità s’incontrano in questo film in prima visione. È il 1970 quando l’erede di una delle più importanti firme dello stile italiano incontra la sua futura moglie: Maurizio Gucci e Patrizia Reggiani si sposeranno pochi mesi dopo contro il volere della famiglia di lui. Con gli anni la donna acquisisce sempre più potere sul coniuge e sull’azienda, fino a decidere di commissionare l’omicidio del marito, nel 1995. Un film corale e sontuoso, nello stile del regista di “Blade Runner” e “Il gladiatore” che stavolta punta il suo occhio sull’Italia e il mondo dell’alta moda. Rai 1 inaugura con “questo film una grande stagione di cinema, con tante prime visioni e l’accento su qualità e appeal del prodotto: Lady Gaga, Adam Driver, Al Pacino e Jeremy Irons, un cast stellare per un prodotto scintillante dell’eccellenza hollywoodiana.
Il film horror diretto da Nia DaCosta è un reboot e allo stesso tempo un sequel del cult firmato da Bernard Rose nel 1992. L’artista Anthony si trasferisce con la sua compagna in un lussuoso appartamento a CabiniGreen, un quartiere riqualificato di Chicago dove molti anni prima si era consumato un terrificante episodio di cronaca. Tra quei palazzi aleggia ancora la leggenda metropolitana di Candyman, uno spirito inquieto con uncino al posto della mano destra che si materializza quando si pronuncia cinque volte il suo nome davanti a uno specchio. Anthony, alla ricerca dell’ispirazione per la sua nuova collezione di dipinti, rimane affascinato dalla storia di Candyman e decide di evocarlo. Grosso errore… Tratto dal racconto di Clive Barker “The Forbidden”, “Candyman” ha segnato l’immaginario popolare horror degli anni ’90 affrontando temi di una certa rilevanza sociale come il degrado delle periferie e il razzismo e creando anche il primo boogeyman afroamericano. Ed è proprio per approfondire questi temi che il produttore Jordan Peele, celebre regista di “Get Out – Scappa”, “Noi” e “Nope”, ha deciso di riportare al cinema la tragica e affascinante storia di Candyman.
Il film racconta una pagina della storia dell'automobilismo sportivo: Carroll Shelby è il pilota che nel '59 ha vinto la 24 ore di Le Mans, la più celebre e ardua delle gare automobilistiche. Quando scopre di non poter più correre per una grave patologia cardiaca, si dedica a progettare e vendere automobili. Con lui c'è il suo fedele amico e collaudatore Ken Miles, dotato di uno spiccato talento per la guida, ma anche di un carattere complicato. Nel 1966 entrambi vengono ingaggiati dalla Ford per produrre un’auto che sia in grado di competere con i rivali della Ferrari, da sempre vincitori della competizione. Miles, alla guida del mezzo ottiene tempi record, ma per via del suo carattere difficile è mal visto dai pezzi grossi della compagnia. Velocità, intelligenza, pericolo: la storia di un'amicizia vera, ma anche quella di una sfida epocale, tra USA e Italia, tra Ford e Ferrari. Il film ha vinto due Oscar, per il montaggio e il montaggio sonoro. Nel cast Christian Bale, Matt Damon, Jon Bernthal, Caitriona Balfe, Noah Jupe, Josh Lucas, JJ Feild, Tracy Letts, Ray McKinnon, Marisa Petroro.
Il tema del “colpo grosso”, in cui un progetto criminale è rappresentato nella prospettiva dei malviventi, viene affrontato in questa commedia virata al femminile. La vicenda si svolge negli anni Ottanta a Gaeta, dove quattro amiche esasperate da problemi economici e familiari intravedono una via d’uscita dalle loro tribolazioni proprio nel crimine. Rapineranno, travestite da uomini, la banca del paese. Il colpo riesce così bene che le amiche si sentono ispirate a proseguire nella loro carriera di malviventi. Ma a Gaeta arriva, per indagare, il commissario Morandi. E le cose, per le brave ragazze, si complicano. Questa godibile commedia è ispirata a una storia vera, quella di una “pink gang” che aveva portato a termine un po’ di colpi nel Sud della Francia, all’inizio degli anni Novanta. Il tema sociale e della condizione femminile, ieri e oggi, s’interseca bene al tono scanzonato che ispira il filone del criminale dal cuore d’oro, assai prolifico nel cinema italiano. Qui abbiamo un cast femminile ben assortito in cui nessuna attrice ruba la scena all’altra, mentre spicca, fra gli attori, oltre a Luca Argentero coi baffoni, il piccolo e divertente ruolo assegnato a Max Tortora.
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