RadiocorriereTv SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA
Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997
numero 27 - anno 89 6 luglio 2020
Viaggio tra bellezza e seduzione
L
a musica, il cinema, il mondo intero, piangono il maestro Ennio Morricone, scomparso a 91 anni a Roma. Compositore, direttore d’orchestra, arrangiatore, amato a Cinecittà come a Hollywood, ha trasposto
radiso”, “Malena”, “Baarìa”, capolavori di Giuseppe Tornatore,
in note la magia del grande schermo ottenendo i più alti
Morricone, capace di fondere l’anima colta al gusto popola-
riconoscimenti, tra questi due premi Oscar, tre Golden Globe, sei premi BAFTA, dieci David di Donatello e altrettanti Nastri d’argento. Apprezzato dal pubblico e dalla critica, i suoi temi hanno accompagnato le scene girate dai più grandi registi, primo tra tutti Sergio Leone, per il quale musicò pellicole indimenticabili, dagli spaghetti-western “Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più”, “Il buono, il brutto, il cattivo”, al gangster-movie “C’era una volta in
epiche e indelebili per il colossal “Mission” di Roland Joffé, enigmatiche per lo spietato “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino. Un amore profondo per la musica, quello di Ennio re. Della sua svariata produzione fanno parte anche decine di colonne sonore composte per la televisione e canzoni tra le più amate dal grande pubblico, come la celeberrima “Se telefonando” interpretata da Mina. Nel corso della cerimonia di assegnazione della stella sulla Walk of Fame di Hollywood, avvenuta nel febbraio del 2016, Ennio Morricone affermò: “Devo cercare di realizzare una colonna sonora che
America”. Impossibile citare le tantissime colonne sonore
piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve
firmate, capaci di lasciare un segno indelebile nella storia
piacere anche a me, perché altrimenti non sono contento. Io
della musica contemporanea. Emozioni intime e struggenti
devo essere contento prima del regista. Non posso tradire
quelle evocate dalle partiture scritte per “Nuovo cinema Pa-
la mia musica”.
“La musica esige che prima si guardi dentro se stessi, poi che si esprima quanto elaborato nella partitura e nell ’esecuzione”
Ciao Maestro
Che sia una estate diversa da tutte le altre ce ne siamo accorti. Meno caciarona, passatemi il termine. Più timida. Ma è sempre e comunque la nostra estate. C’è una voglia di viverla, di prenderla a morsi, di conquistarla, di renderla diversa, forse perché dopo tre mesi passati a casa abbiamo la necessità di evadere, e non solo fisicamente. Abbiamo riassaporato quella libertà che non avremmo mai pensato di perdere. Senza concerti live, senza tour nelle piazze, tutto ci appare surreale. Ma a noi basta poco. Basta ascoltare qualche nota che arriva dalle Radio o dalle piattaforme digitali e subito ci sembra di sentire il rumore del mare, di respirare lo iodio, di vivere la nostra estate, anche se imbottigliati nel traffico cittadino tornato come una volta. Perché la forza della musica resiste e ai tormentoni estivi non sappiamo e non vogliamo rinunciare. Quei motivetti che intoneremo nelle prossime settimane e che diventeranno la colonna sonora dei nostri ricordi dell’estate 2020 girano già prepotentemente nelle nostre teste. E li ricorderemo anche quando qualche regista ci racconterà l’estate al tempo del Covid. Dovremo aspettare ancora per tornare a ballare, e non importa se non potremo abbracciarci saltando sudati tutti insieme. Impareremo piano piano a cambiare il nostro modo di vivere questa diversa normalità. E poi questa è l’estate di alcuni campioni del calcio che dopo aver deliziato folle oceaniche di tifosi adesso si dilettano in una partita questa volta musicale. È solo una questione di Bomber. Buona settimana
Fabrizio Casinelli
Vita da strada
È IL MOMENTO DEI TORMENTONI ESTIVI
SOMMARIO N. 27 6 LUGLIO 2020 VITA DA STRADA 3
SETTE STORIE ALESSANDRO BARACCHINI & BARBARA CAPPONI È partita il 29 giugno l’edizione estiva di “Unomattina”. Al timone del programma due volti delle testate giornalistiche della Rai 10
Monica Maggioni torna al giornalismo con un programma di approfondimento in onda il lunedì in seconda serata su Rai1 14
UNA VOCE PER PADRE PIO
GIORGIO PASOTTI Nell'eterna lotta tra il bene e il male, l'unica vera possibilità di salvezza per l'uomo è avere fiducia, credere in qualcosa, in qualcuno. Anche a costo di risultare "folli", come ci insegna padre Ivan in "Abbi Fede", diretto e interpretato dall’attore, disponibile su RaiPlay
Sabato 11 luglio su Rai1 torna il programma tra fede, solidarietà e spettacolo. Alla conduzione della ventunesima edizione Flavio Insinna con Nino Frassica e Nathalie Guetta
BRUNO VESPA Il popolare giornalista è in libreria con “Bellissime!”, il volume edito da Rai Libri dedicato alle donne dei sogni italiani dagli anni ‘50 a oggi
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RADIOCORRIERETV SETTIMANALE DELLA RAI RADIOTELEVISIONE ITALIANA Reg. Trib. n. 673 del 16 dicembre 1997 Numero 27 - anno 89 6 luglio 2020
DIRETTORE RESPONSABILE FABRIZIO CASINELLI Redazione - Rai Via Umberto Novaro 18 00195 ROMA Tel. 0633178213
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Capo redattore Simonetta Faverio In redazione Cinzia Geromino Antonella Colombo Ivan Gabrielli Tiziana Iannarelli
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Grafica Claudia Tore Vanessa Somalvico
ENZO AVITABILE Il compositore e sassofonista partenopeo, uscito da pochi giorni con il singolo “Simm’ tutt’uno”, è ospite di “Made in Sud” su Rai2 24
COSTANTINO DELLA GHERARDESCA Il noto presentatore torna a farci compagnia in questa estate particolare con un quiz innovativo, in onda dal lunedì al venerdì alle 14 su Rai2 32
FEDERICO QUARANTA Linea Verde si fa in due e diventa Tour e Radici: tra meraviglie bucoliche ed ecosostenibilità, la grande sfida del sabato
RAIPLAY La Rai si racconta in digitale 36
DONNE IN PRIMA LINEA Intervista a Tina Montinaro, vedova del caposcorta del giudice Giovanni Falcone
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LE CLASSIFICHE DI RADIO MONITOR Tutto il meglio della musica nazionale e internazionale nelle classifiche di AirPlay
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CULTURA L'arte, la musica, la storia, la danza, il teatro, i libri, la bellezza raccontati dai canali Rai 44
FELICITÀ LA STAGIONE DELLE BUONE NOTIZIE
Condotto da Pascal Vicedomini, è in onda il sabato su Rai2 30
CODICE LA VITA DIGITALE
Da martedì 7 luglio su Rai1 la quarta edizione del programma di approfondimento condotto da Barbara Carfagna
CINEMA IN TV Una selezione dei film in programma sulle reti Rai 54
UMBERTO BROCCOLI Dal dirigibile in volo su grandi e piccoli centri italiani il conduttore propone, tra presente e passato, un affresco radiofonico del Belpaese. “La radio in comune”, dal lunedì al venerdì su Rai Radio1
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MOOD Un viaggio tra musica, televisione e cinema. Dal 7 luglio, su Rai Premium in seconda serata 31
TUTTI I PROGRAMMI SONO DISPONIBILI SU
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RAGAZZI Tutte le novità del palinsesto Rai dedicato ai più piccoli 48
Le storiche copertine del RadiocorriereTv
SPORT Notti magiche
RADIO1 PLOT MACHINE Anteprima della puntata 40
ALMANACCO
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BRUNO VESPA
Il popolare giornalista è in libreria e negli store digitali con “Bellissime!”, volume edito da Rai Libri, dedicato alle donne dei sogni italiani dagli anni ‘50 a oggi. Un viaggio ironico e nostalgico lungo 70 anni nella storia mediatica e sociale del Paese. “Una bella donna è sempre una bella donna – dice l’autore – Ai tempi della Lollobrigida uscì il termine maggiorate, ma lì il chirurgo estetico non c’era. Adesso ci sono molte maggiorate che lo sono non per virtù e per merito della natura”
La seduzione in uno sguardo 8
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na lettura intrigante e leggera dopo la tragedia del virus. “Bellissime!” esce in un momento particolare, quello della ripartenza… Spero che possa dare un sorriso a tanta gente che
ha molto sofferto, sia direttamente, sia anche indirettamente. Gli italiani hanno vissuto molto male questa vicenda. Anche chi non è stato colpito in prima persona ha avuto tanta paura, paura che in molti non è scomparsa, al di là del disastro delle attività economiche. Un momento di spensieratezza forse non guasta. Come è cambiata la seduzione in questi 50 anni? Basta vedere un momento le foto di Gina Lollobrigida e quelle di Belén, credo che la differenza sia lì. Gina Lollobrigida aveva una storia, nel senso che ha frequentato personalità importanti, da Fidel Castro in giù e ha fatto film importanti, e Belén, tra l’altro una ragazza molto bella e molto simpatica, se non stesse sulle copertine dei settimanali o sui social, e se non ci fosse sempre un’attesa del prossimo fidanzato, probabilmente avrebbe un po’ meno da raccontare. Non è colpa sua, sono cambiati i tempi. Come sono cambiati i canoni di bellezza? Una bella donna è sempre una bella donna. Ai tempi della Lollobrigida uscì il termine maggiorate, ma lì il chirurgo estetico non c’era. Adesso ci sono molte maggiorate che lo sono non per virtù e per merito della natura. Da che cosa si fa sedurre Bruno Vespa? Basta uno sguardo, un sorriso. Non bisogna certo spogliarsi.
L’intelligenza è un elemento di seduzione? Già in uno sguardo si capisce se un uomo o una donna, ed è una cosa che vale evidentemente per i due sessi, è una persona intelligente oppure no, si intuisce. Ci anticipa un retroscena di “Bellissime!”? Una delle cose che mi ha divertito è stata quando nel 2011, per i festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia, in prima serata, ero seduto accanto a Sofia Loren. Mentre andava in onda la sigla, Sofia, che aveva un abito da sera, mi chiese se potesse tirarlo un pochino su, sulle ginocchia, io le dissi che con quelle gambe poteva fare ciò che voleva essendo ancora una splendida donna. Questo dimostra che si è mossa sempre con grande classe. La bellezza negli anni Cinquanta ci aiutava a sognare… Negli anni Cinquanta, quando uscì “Poveri ma Belli” avevo 13 anni e devo dire che Marisa Allasio mi faceva impazzire, aveva un bikini che valeva 500 nudi di oggi. Era molto più seducente. Basta vedere la calza di Laura Antonelli, fotografata sulla scala, e l’appena accennato cheek to cheek di Sofia Loren con Marcello Mastroianni… Nelle sue parole si legge un po’ di nostalgia… Di fatto sì, c’era più mistero. E l’erotismo ha bisogno del mistero, del detto non detto, del visto non visto, questo accade da sempre. Non a caso Salomè aveva sette veli, ne avesse avuto uno solo non sarebbe passata alla storia. A chi dedica questo suo lavoro? Alla bellezza e alle donne belle di ogni età.
Bellissime! Che cosa unisce Gina Lollobrigida a Diletta Leotta, Sophia Loren a Valeria Marini, Claudia Cardinale a Marisa Allasio, Laura Antonelli a Belén, le sorelle Kessler a Edwige Fenech? La capacità di sedurre. Seduzione non è necessariamente fascino. Certamente è attrazione. Fonte di sogni e di fantasie. “Bellissime!”, edito da Rai Libri, è una cavalcata in sei tappe e diciotto storie attraverso settant’anni di seduzioni. Dal cinema in bianco e nero, con le sue raffinatissime sfumature di toni al colore che fece esplodere la sensua-
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lità fino alla sfacciataggine. Certo, Edwige Fenech è stata l’attrice più insaponata della storia, ma a Sophia Loren e Laura Antonelli bastò un gioco di calze per far impazzire il pubblico. E negli anni ‘70 un popolo intero di maschi fissò la sua agenda erotica al sabato sera per veder comparire le gambe delle Kessler. Oggi chi vuole ha la seduzione in tasca. Invece di telefonare guarda, ingrandisce, chatta. Il prossimo passo?
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©Assunta Servello
UNOMATTINA ESTATE
Un buongiorn È partita l’edizione estiva del programma che dà la sveglia agli italiani. Le notizie, gli approfondimenti, gli ospiti, i collegamenti, tutti i colori della cronaca. Il RadiocorriereTv incontra i conduttori Barbara Capponi, del Tg1, e Alessandro Baracchini, in prestito da Rai News
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osa avete provato, alle 7.10 del 29 giugno, quando sulle note della sigla di “Unomattina” è partita la vostra nuova avventura? BARBARA: Tanta soddisfazione, tanta felicità e allo stesso tempo una forte emozione. L’emozione di ritornare a casa, in un programma che conosco. ALESSANDRO: Una grande carica di adrenalina, forse troppa (sorride). Ero contento, ora continuo a sorridere, ma con più contenimento. Condurre “Unomattina” significa dare il buongiorno agli italiani… ALESSANDRO: Un grande onore. Ho fatto molte cose in Rai, dal caporedattore degli esteri al conduttore
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no col sorriso delle news, mi sono occupato degli approfondimenti, ma essere chiamato su Rai1 dal direttore Stefano Coletta, che tra l’altro non avevo mai incontrato o sentito, è stato una vera soddisfazione. BARBARA: La Rai mi ha dato l’opportunità di condurre un programma, come era già capitato con “La vita in diretta”, che conoscevo perfettamente nella struttura, nel suo Dna, avendoci lavorato sul campo, come inviata, in redazione. “Unomattina” la porto nel cuore.
mantenere alta l’attenzione nei confronti dei fatti
In questa estate diversa, come cambia l’approccio del giornalista nel racconto dei fatti? BARBARA: Abbiamo alle spalle mesi difficilissimi. Ci auguriamo che il peggio sia passato, ma dobbiamo
come quella sulla ripartenza culturale, della musica,
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dell’attualità, a partire dal monitoraggio della situazione sanitaria. È un’estate di ripartenza, di rilancio, in uno scenario di grande complessità. Il nostro è un racconto in chiave positiva, di speranza, che passa anche attraverso le opportunità che possono esserci. Nel corso dell’estate ci occuperemo molto di ambiente, delle scelte green, di mobilità sostenibile. La narrazione su queste tematiche sarà forte, così dei concerti, del teatro. ALESSANDRO: Il giornalista fa sempre il giornalista. Come tanti colleghi ho seguito, giorno dopo giorno 11
in diretta su Rai News, i momenti più drammatici. Era difficile trovare il registro giusto. Ci accusavano, come media in generale, di allarmismo, ma noi le notizie le dovevamo dare. Erano allarmanti le notizie, mai il nostro modo di darle. Ora viviamo un momento ugualmente molto delicato, per la pandemia che non è finita e per i disastri causati nella società, le difficoltà nel lavoro, nell’economia, nelle vite delle persone, anche a livello psicologico. La responsabilità di un giornalista è sempre quella di raccontare i fatti, la responsabilità di un comunicatore, soprattutto nel contenitore del mattino di Rai1, è quella di avere uno sguardo al positivo, sereno, nei confronti delle cose.
Cosa significa fare Servizio Pubblico oggi? BARBARA: Raccontare la realtà dando spazio a tutte le opinioni e alle idee, al confronto, senza mai perdere di vista chi ha una posizione diversa dalla nostra. Il confronto è importantissimo, significa pluralità, rispetto. La Costituzione è la stella polare che deve guidarci anche nel lavoro. ALESSANDRO: Avere senso di responsabilità, istituzionale e nei confronti del pubblico. Ci sono i soldi dello Stato, c’è il Parlamento che ha una commissione di vigilanza, c’è la gente che si crea un’opinione anche attraverso il nostro lavoro. 12
©Assunta Servello
Quando avete capito che il giornalismo sarebbe stato la vostra strada? ALESSANDRO: Mentre vivevo in Inghilterra e studiavo per un dottorato in letteratura sudafricana. Mi resi conto che quella materia mi piaceva tantissimo, ma mi interessava molto di più quello che stava accadendo in quegli anni in Sudafrica. Sapevo di essere interessato all’attualità internazionale per poterla raccontare, non per approfondirla con il lavoro accademico. Combinazione, la Rai fece un concorso, un’occasione eccezionale, arrivai sesto su 14 mila partecipanti e cambiò la mia vita. BARBARA: Ho iniziato da ragazzina. Mentre facevo il liceo classico ho avuto le prime collaborazioni con i quotidiani locali, poi ho iniziato con le tv private. Una passione che ho portato avanti di pari passo con l’università quando mi iscrissi a giurisprudenza. Superai l’esame per diventare avvocato perché, all’epoca, ero pubblicista e pensavo che il giornalismo sarebbe rimasto solo una passione. La Rai, la televisione, le vedevo troppo lontane.
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Avete preso le misure con gli orari un po’ proibitivi a cui obbliga la trasmissione? BARBARA: Ho la fortuna di essere mattiniera, lo ero anche da studentessa. Le ore di maggiore energia e concentrazione sono sempre state le prime del mattino. Reggo bene, svegliarmi presto non è un sacrificio. ALESSANDRO: Per recuperare faccio una bella pennichella dopo pranzo e la sera cerco di non fare tardi. Non ho mai fatto una vita così sana, dovrei continuare in questo modo anche al termine di questa esperienza (sorride). A che ora suona la sveglia? ALESSANDRO: Alle quattro e mezza, appena scendo dal letto preparo il caffè e con il telefonino controllo le notizie dell’ultima ora. BARBARA: Mi sveglio alle 4 e penso subito a fare colazione. Apparecchio la tavola, mi siedo, preparo la tazzona di caffè, latte, cereali, sempre molto abbondante, i biscotti. Tutto il resto viene dopo (ride). C’è una canzone che più di altre vi ricorda l’estate? BARBARA: Sicuramente “Tropicana” del Gruppo italiano, o “People from Ibiza” di Sandy Marton, sono entrambe hit degli anni Ottanta, quelli della spensieratezza. ALESSANDRO: Una scelta difficile, potrei dirti “Messaggio” di Alice, “Non sono una signora” di Loredana Bertè, “Into the groove” di Madonna, ma tra tutte scelgo “Australia” di Mango. Dal lunedì al venerdì al lavoro, come trascorrerete i fine settimana? ALESSANDRO: Al mare, sul litorale romano, dove ho preso un ombrellone. Andrò anche a trovare mia sorella a La Spezia, e non mi dispiacerebbe trascorrere un paio di giorni in Sardegna. BARBARA: Se ce la farò andrò nelle mie Marche, dove vive una parte della mia famiglia. I fine settimana saranno al mare tra Pedaso, Porto San Giorgio e San Benedetto del Tronto. Il viaggio, meglio quello reale o di fantasia? BARBARA: Entrambi. La fantasia è una grandissima alleata e risorsa, però il viaggio fisico mi manca. Spero di ripartire presto, e per ora dico Italia, Italia, Italia. ALESSANDRO: Viaggio con la fantasia, là, dove poi cerco di andare. 13
NOVITÀ
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accontare. Raccontare i fatti, le persone, i luoghi. Raccontare per capire. E’ quanto si propone “Sette Storie”, in onda il lunedì in seconda serata su Rai 1. Il nuovo programma è ideato e condotto da Monica Maggioni, che torna così al giornalismo, sua vera passione, dopo essere stata presidente della Rai e amministratore delegato di RaiCom. Il suo è uno sguardo insolito sulla realtà, che entra nelle questioni più complesse, indagando e analizzando le diverse situazioni per scavare fino al loro fondo. E a volte sorprendere. E’ accaduto nella prima puntata, durante la quale Monica Maggioni ha condotto lo spettatore in un viaggio nell’America di oggi, quella dilaniata dalla questione razziale, quella della rivolta, della tensione sociale e della rabbia. Quella in cui, mentre l’epidemia di Covid pare inarrestabile, crescono le proteste per gli abusi della polizia contro i neri e i bianchi si sentono assediati. Durante il viaggio, la giornalista ha dato voce anche ai “super cattivi”, “quelli che – per usare le sue parole – dicono cose che non ci piacciono per niente. Senza pregiudizi”. Abbiamo quindi ascoltato la voce del Ku Klux Klan, di chi teorizza la superiorità biologica della razza, i suprematisti bianchi, perché per capire bisogna conoscere. “La dimensione del racconto, entrare in una storia – ha ricordato Monica Maggioni – è quello che mi piace di più: mi interessa attraversare la realtà e farmi sorprendere, specie nei casi in cui io stessa voglio capire”. Sarà quindi così, anche nella seconda puntata, in onda lunedì 6 luglio, nella quale si parlerà di ponti. Ponti reali o ricostruiti, come quello di Genova, e ponti immateriali. La volontà della trasmissione è anche quella di riportare sullo schermo e approfondire le storie che, nelle settimane della pandemia, sono finite in secondo piano o non sono state raccontate fino in fondo. In Italia e nel mondo. Sette storie per sette puntate, costruite come un documentario e caratterizzate da un linguaggio che procede per assonanze e successioni. Nella squadra del programma, disponibile anche su Rai Play, oltre a Monica Maggioni, Roberto Fontolan, Anna Migotto e Marcello Sorgi. La regia è di Alessandro Capitani.
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Monica Maggioni torna al giornalismo con un programma di approfondimento in onda il lunedì in seconda serata su Rai 1. Uno sguardo insolito sulla realtà in Italia e nel mondo, il racconto di fatti, luoghi e persone
“Sette Storie” per capire 15
SERATA EVENTO
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T Sabato 11 luglio su Rai1 torna il programma tra fede, solidarietà e spettacolo. Alla conduzione della ventunesima edizione che quest’anno, per rispettare le misure restrittive dovute all’emergenza coronavirus, non andrà in onda da Pietrelcina ma da studi televisivi di Roma, Flavio Insinna con Nino Frassica e Nathalie Guetta
orna sabato 11 luglio, in prima serata su Rai1, “ Una Voce per Padre Pio”. Alla conduzione del programma, giunto alla ventunesima edizione, Flavio Insinna affiancato da Nino Frassica e Nathalie Guetta. Il programma, nato da un’idea di Enzo Palumbo, racconta storie umane, esperienze di devozione e di fede che rimandano all’insegnamento di Padre Pio: dare sollievo alla sofferenza umana. Questa, ai tempi del coronavirus, sarà un’edizione molto particolare che rispetterà le necessarie misure restrittive attualmente in vigore. Infatti, per la prima volta nella sua storia, andrà in onda da uno studio televisivo, gli Studios di via Tiburtina a Roma, e non da Pietrelcina, borgo natio del Frate e ambientazione abituale del programma. Anche in questo 2020, “ Una Voce per Padre Pio” riunirà i grandi nomi del mondo della musica e dello spettacolo: Arisa, Alessio Boni, Red Canzian, Gabriele Cirilli, Tosca D’Aquino, Fausto Leali, Rocio Morales Munoz, Francesco Pannofino, Romina Power, Ron, Andrea Sannino, Lunetta Savino, Alberto Urso e un immancabile coro di voci bianche. Al pianoforte M° Alterisio Paoletti. Tante le testimonianze di fede: da quella di Danielle, passata dall’abbandono alla sua nuova vita con una famiglia italiana, a quella del giovanissimo Antonio, guarito dopo un brutto incidente. Sempre molto attesi, poi, gli interventi di Padre Nazario Vasciarelli sul periodo in cui Padre Pio era sempre malato e quello di Mons. Dario Viganò che testimonierà la fede in Padre Pio nel Mondo. Ma “Una Voce per Padre Pio” è soprattutto solidarietà. E quest’anno più che mai. Al programma è infatti come sempre abbinata una campagna di raccolta fondi, sostenuta da Responsabilità Sociale Rai, a supporto dei progetti dell’Associazione “Una Voce Per Padre Pio Onlus”. Basterà comporre il numero di sms solidale 45531 per donare 2 euro con un sms da cellulare Wind3, Tim, Vodafone, Iliad, Postemobile, Coopvoce e Tiscali oppure 5 euro con una chiamata da Rete Fissa, Twt, Convergenze e Postemobile e, infine, da 5 a 10 euro da rete fissa Tim, Vodafone, Wind3, Fastweb, Tiscali. Introdotto da un servizio di Greta Pierotti, verrà testimoniato che “Una Voce per Padre Pio Onlus” sostiene “Progetto Italia” per dare continuità al programma “Aggiungi un posto a tavola”, in aiuto ai quartieri di Napoli Ponticelli-Barra e San Giovanni e alla città di Pompei, con la collaborazione di Don Giovanni Russo, Cappellano del Carcere di Secondigliano e Parroco della cittadina campana e “Fratello studio e sorella scuola”, per la scuola De Filippo a Napoli. Inoltre, “Una Voce per Padre Pio Onlus” promuove e supporta da anni “Obiettivo Africa” che nello specifico ha come “mission” la “Maison Padre Pio”, una casa famiglia residenziale che accoglie 28 minori, “Les Anges de Padre Pio”, un orfanotrofio residenziale che ospita 33 bambini, con una capienza massima di 70 minori, “Les Anges de Padre Pio II, casa residenziale che accoglie 40 persone diversamente abili, e “Aggiungi un posto a tavola Africa”, estensione del progetto italiano in Costa D’Avorio. “Una Voce per Padre Pio” è un programma di Ermanno La Bianca, scritto con Nicoletta Berardi, Achille Corea, Gianluca Guida e Francesco Milazzo. La regia è di Roberto Croce. 17
GIORGIO PASOTTI
Non rinuncia persone 18
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Nell'eterna lotta tra il bene e il male, l'unica vera possibilità di salvezza per l'uomo è avere fiducia, credere in qualcosa, in qualcuno. Anche a costo di risultare "folli", come ci insegna padre Ivan in "Abbi Fede", diretto e interpretato dall’attore, disponibile su RaiPlay
amo a essere migliori
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iorgio quale emozione si prova a lasciare "andare" la propria creatura? C'è stata e c'è ancora molta emozione. Sono felicissimo che "Abbi fede" sia riuscito finalmente a rag-
Sicuramente, non sai mai come va a finire. Per natura ho sem-
giungere il pubblico. Come succede con un figlio, anche per
del Covid ci ha costretto a vivere alla giornata, lasciandoci
la propria opera, è necessario che a un certo punto avvenga il distacco e inizi il suo viaggio in autonomia, sia consegnato alla gente. Attore e regista del film. Quale equilibrio ha trovato? È stato faticoso, senza dubbio, ma sono stato guidato dal rispetto e dalla grande dedizione al lavoro. Fare un film è sempre molto complicato, scriverlo, interpretarlo e dirigerlo toglie davvero molte energie e molto tempo alla tua vita. È come se ti assentassi dal mondo per un anno intero … al tuo ritorno ti ritrovi più appesantito, e anche un po' invecchiato (ride). E con qualche dubbio in più... 20
pre avuto più dubbi che certezze nella mia vita, mi spaventano molto le persone troppo sicure di sé. Questo film mi ha messo di fronte a tante domande e l'esperienza drammatica molta incertezza e ancora troppe questioni irrisolte. Quali sono i punti di incontro tra il suo film e lo scandinavo "Le mele di Adamo" che lo ha ispirato? Ho cercato di fare meno danni possibili. La grande differenza tra i due film è aver provato a dare al mio un carattere più italiano, lavorando molto sulla leggerezza e sull'ironia. La pellicola originale è molto più cupa, più thriller, la nostra versione invece più colorata e forse anche più folle. Ho estremizzato quegli elementi che meglio di altri possono essere recepiti dagli italiani, popolo aperto e libero, per natura più incline alla fantasia.
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Nel film indossa i panni di un prete. Le somiglia padre Ivan?
Viviamo un periodo molto nebuloso e cerchiamo risposte a
Per fortuna no (ride). Il mio Ivan dovrebbe essere una guida
domande molto severe. Sappiamo che qualcosa è cambiato
per questo gruppo di folli che lo circonda, in realtà è il più
e ora siamo costretti a trovare un modo per confrontarci con
matto tra i matti. È ossessionato dalla fede in Dio, tanto da
tutto questo. Una strada percorribile è "avere fede", e il film
essere quasi un estremista religioso. La sua incrollabile fede
vuole indurre a riflettere su questa possibilità, su un concetto
per l'ultraterreno, quella grande fiducia nell'altro, scardina le
molto profondo e personale che non riguarda esclusivamente
radicate convinzioni dei suoi inquilini. Tutti i personaggi sono
la sfera religiosa. Esistono tipi diversi di fede, la fede più pura,
"estremi", ben lontani da chi li ha interpretati. Basta pensare ad Adamo, la colonna portante della storia, un fascista violento agli antipodi rispetto a Claudio Amendola, che ha fatto uno
vera, è per me quella da dedicare al prossimo, alla natura. Oggi avere fede, avere fiducia in qualcuno o in qualcosa, ci aiuta ad andare avanti, a darci una speranza.
sforzo interpretativo notevole per allontanarsi radicalmente
E lei ha fede?
da se stesso. Ha messo in campo tutte le sue doti attoriali e
Credo in Dio, sono poco praticante perché per natura sono pi-
umane per donare al personaggio una realtà in un contesto
gro. Cerco di dare spazio alle persone che come me odiano la
spesso surreale. Devo dire che tutto il cast è stato meravi-
violenza, l'arroganza, la presunzione, e che hanno il desiderio
glioso.
di rendere questo mondo un posto migliore.
Cosa significa "avere fede" oggi?
Cosa troviamo nel microcosmo che racconta in "Abbi fede"?
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C'è il mondo con le sue contraddizioni, le sue follie e gli estre-
la propria morale, seguire degli ideali che proiettano verso il
mismi, c'è la nostra vita. Basta aprire un qualsiasi giornale per
bene. Anche nelle situazioni drammatiche dobbiamo tentare
renderci conto di quanto sia attuale quello che raccontiamo.
di tirare fuori il meglio.
La convivenza forzata di personaggi diversi, in un posto così sperduto, non è altro che la ripetizione di quello che succede nella società, nel bene e nel male. È un film che ha diverse chiavi di lettura e ciascuno può vederci quello che vuole. Spero che guardandolo le persone si divertano quanto io mio
Ne saremo capaci anche oggi? Ho molti dubbi, anche perché la storia ci insegna che l'uomo tende sempre a dimenticare facilmente, a recuperare i molti vizi della vita precedente, a perdere le poche virtù acquisite.
sono divertito con l'originale.
Abbiamo visto come in questi mesi la natura velocemente si
Padre Ivan guarda e vive la vita con ottimismo. Nel mondo reale
Temo che, se non ci fermiamo a riflettere profondamente sulle
quali sono i "trucchi" per vedere il bicchiere sempre mezzo pieno? L'eterna battaglia tra il bene e il male è una sfida sempre aperta, non c'è mai un vincitore assoluto. Difficile dire come
sia ripresa quello che arbitrariamente le avevamo sottratto. direzioni che la nostra vita sta scegliendo, andremo incontro a molte altre spiacevoli esperienze come quella del Covid.
una persona debba porsi per vivere la propria esistenza con
Con RaiPlay "il cinema non si ferma" e trova un nuovo luogo dove
ottimismo. In una intervista Alda Merini sosteneva che "l'in-
raccontare storie...
contro con il male" non produce sempre qualcosa di negativo.
La sala cinematografica è l'ambizione di qualsiasi regista, ma
Il dolore che lei ha subito e provato nella vita, le ha permes-
è vero che le piattaforme digitali allungano la vita dei film
so di indossare un mantello molto luminoso, quello dell'arte.
e raggiungono un pubblico più ampio. L'iniziativa a sostegno
Ciascuno di noi deve trovare il proprio equilibrio, rispettare
del cinema messa in campo da Rai Cinema e da RaiPlay, che
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ricordiamo è l'unica disponibile gratuitamente, numeri alla
bri? La beata ignoranza non ci porterà da nessuna parte, così
mano, ci dimostra che è la strada giusta.
come l'ostentazione della stessa serve solo ad addormentare
Il mondo dello spettacolo è messo a dura prova dalla pandemia, cosa si aspetta dal futuro?
il cervello. Al contrario, l'arte serve a stimolare un pensiero, un dibattito, un confronto. Siamo pronti a rinunciare a tutto
Come tutti mi auguro di tornare a lavorare presto. Si dovrà
questo?
ripensare tutto, non solo come girare nei set. È obbligatoria
L'arte aiuta anche a costruire i propri sogni...
una riflessione sui contenuti, perché il cinema non deve più considerarsi mero intrattenimento, ma farsi portatore di valori, strumento di servizio culturale. Non dimentichiamo l'in-
Senza dubbio. Se privi l'uomo della possibilità di sognare, rimane molto poco.
segnamento del maestro Ermanno Olmi, il quale sosteneva
Ha vissuto il lockdown a Roma con il cuore che batteva per la
che l'arte deve aiutare l'uomo a stimolare un pensiero, una
sua Bergamo...
riflessione.
È stato molto difficile perché i miei affetti, la mia famiglia,
Cosa possono fare gli artigiani dello spettacolo per valorizzare il proprio mestiere?
molti dei miei più cari amici vivono a Bergamo. Lì tutti hanno perso qualcuno per il virus, io stesso ho visto andare via con
Si è troppo spesso portati a pensare che l'arte non sia un
il camion militare mia zia. Lontano da casa è stato pesante,
bene necessario nella vita di una persona, ma la realtà ci
perché era molto forte il senso di impotenza. Sono però or-
dice esattamente l'opposto e l'emergenza sanitaria ce lo ha
goglioso dei bergamaschi che, ancora una volta, hanno sapu-
confermato. Come avremmo potuto "alleggerire" le nostre
to reagire, non si sono pianti addosso e hanno affrontato il
giornate durante il lockdown senza il cinema, la musica, i li-
proprio dolore con dignità e con senso di comunità.
OCORRIERE
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SECONDA ENZO AVITABILE SERATA
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OCORRIERE
Il ritmo è vita Tradizione e contaminazione. Nella sua musica Napoli incontra il mondo e i suoi suoni, alla ricerca di radici comuni. Il compositore e sassofonista partenopeo, uscito da pochi giorni con il singolo “Simm’ tutt’uno”, interpretato con Jovanotti, è ospite di “Made in Sud” su Rai2
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C
ome sta vivendo, da musicista, questa ripartenza? Una ripartenza particolare, che segue un momento inconsueto. La musica ha avuto una battuta d’arresto molto evidente, dobbiamo però pensare alla tragedia, alle vittime, al pericolo che ancora incombe. Ci avviciniamo progressivamente a una ricostruzione, a una formula di vita nuova. Che ruolo ha avuto la musica nei mesi del suo lockdown? È stata un veicolo straordinario, si è ritornati all’essenza del messaggio. Ho fatto dei videoclip amatoriali con due telefonini, ci siamo resi conto che c’era voglia di comunicare e di farlo con ciò che in quel momento si aveva a disposizione. La musica è importante, riesce a riposizionarci rispetto a temi che potrebbero essere retorici e che in realtà sono temi conduttori: salvare il mondo, il rispetto della vita e degli altri. Tutto questo attraverso la parola e il suono, legati cuore a cuore. La musica ci fa mettere ordine attraverso un’emozione forte, sincronizzando mente e cuore. Un musicista molto amato ospite di un programma cult. Come nasce l’incontro con “Made in Sud”? “Made in Sud” è per me una famiglia. Nando Mormone e Mario Esposito hanno voluto fare un omaggio alla mia vita in musica, così abbiamo deciso di realizzare una serie di incontri chiamandoli “Baby Groove”, un groove che non invecchia ma che è consapevole del suo passato, una sorta di passato con gli occhi del futuro. Incontro Clementino, Speranza, Jovine, Rocco Hunt. Un’esperienza importante, che coincide con l’uscita del singolo realizzato con Lorenzo Jovanotti, che nasce da una jam session con Manu Dibango, i Bottari di Portico e Ackeejuice, andata in scena al Jova Party di Castelvolturno. Il brano “Simm’ tutt’uno” è un inno alla vita, vita che nasce comunque e ovunque, come direbbe il poeta curdo Rafiq Sabir. Quanto l’incontro con culture e suoni lontani ha influito sul suo fare musica? Sono fortemente napoletano, molto legato alla mia identità culturale, quando la perdo sono determinato a ritrovarla, però amo perdermi nel suono, nelle parole e nelle conoscenze dei popoli del mondo. Credo molto nella world-culture, dove ognuno conserva la sua identità, ma in realtà porta a casa ciò che impara in giro e porta nel mondo ciò che impara a casa sua. Sembrerebbe un gioco di parole, ma alla fine non lo è. Mi piace questo suono che trascende se stesso. Ogni uomo, ogni musicista è un microcosmo, la contaminazione è un valore.
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Jovanotti la definisce un viaggatore della musica, un grande cerimoniere del battito universale. Quando lo sente questo battito? Quando canto, quando suono, quando sto sul palco, quando c’è un mare di gente e quando ci sono solo due persone, è una cosa che sento fortemente. Lorenzo è uno dei grandi sciamani della musica, mi ha sempre accolto. È un musicista alla ricerca, lontano dagli stereotipi, non puoi ingabbiarlo. È un’anima che vola, che esprime, un altro grande cittadino del mondo. Quando ha capito che la musica sarebbe stata la sua strada? Lo intuisci, la musica è una specie di fede che ti aiuta anche quando hai paura. È un percorso di povertà, al di là di ogni stereotipo, è un percorso “out of sight”, come diceva il mio amico James Brown. I “fuori di vista” lavorano tanto e lo fanno per portare avanti un messaggio. Non nascondiamo certamente di essere felici quando raggiungiamo dei risultati, ma ogni giorno, anche per un artista, è un giorno nuovo e si è sempre in bilico… Il vero musicista non vive di solo palco e applausi… Tutti gli uomini, in questo momento storico, sono in bilico. La domanda che mi pongo è una: ma non è che la vita è questa sorpresa costante, questo gioco del cadere e rialzarsi? Il mondo cerca in questo momento di rialzarsi, le certezze che avevamo l’anno scorso oggi non ci sono, è sempre tutto molto relativo. Ecco perché mi piace “Simm’ tutt’uno”, perché invito ad affrontare insieme questa realtà. “Simm’ tutt’uno” è anche legato all’unità cosmica: l’albero, la goccia d’acqua, il fiume. Salvando ciò che ci circonda, salviamo noi stessi e viceversa. Che cos’è Napoli per un artista? La mia città è tutto, è Pergolesi e Paisiello, è Cimarosa e Benedetto Croce, è la scuola pittorica di Posillipo. Credo che questo sia un supporto straordinario per chi si vuole muovere in una ricerca di comunicazione. A chi deve dire grazie Enzo Avitabile? Nella vita di tutti i giorni devo dire grazie alla mia famiglia, al mio manager, al mio produttore, a chi lavora con me, a coloro che non ci sono più. Ringrazio anche il Signore, senza di lui non ci sarebbe nulla di tutto questo. Qual è l’elemento di connessione tra la musica e la comicità? Tutto si collega attraverso il ritmo, il ritmo dell’universo, elemento fondamentale in qualsiasi forma di spettacolo. Le arti si susseguono e si scambiano costantemente, suscitando emozioni e dando vita a una sorta di poliritmia. “Made in Sud” è poliritmia: ci sono il testo, il suono, la parola, il gesto e la danza, intesa come movimento costate di tutte queste parti.
TV RADIO
OCORRIERE
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FEDERICO QUARANTA
©Assunta Servello
Linea Verde si fa in due e diventa Tour e Radici: tra meraviglie bucoliche ed ecosostenibilità, la grande sfida del sabato. “Mi seguirà anche Decanter – dice al RadiocorriereTv il conduttore - e sarà un esempio di crossmedialità, di rapporto intenso ed intelligente tra radio e televisione, tra Rai1 e Rai Radio2, due modi diversi per raccontare valori comuni”
Territorio e agricoltura,
le mie passioni
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TV RADIO
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a mezzogiorno del 4 luglio è tornato nelle case di milioni di telespettatori. Com’è la sua nuova "Linea Verde"? È un doppio appuntamento del sabato, cominciamo
a mezzogiorno per venti minuti con "Linea Verde Tour", poi fino alle tredici e trenta con "Linea Verde Radici". La differenza è che la prima è una trasmissione realizzata con RaiCom, in convenzione con le Regioni Alto Adige e Basilicata. Racconteremo le meraviglie bucoliche e naturali di queste due regioni, insieme al cuoco Peppone e a Giulia Capocchi, bella e brava. Tornerà ad esplorare il meraviglioso territorio italiano. Dove ci porterà di preciso con "Linea Verde Radici"? È un programma realizzato con la collaborazione di Enel e Poste Italiane e andiamo in giro per tutta l’Italia alla ricerca delle eccellenze rurali, ma anche dei valori umani. Nella nostra Italia, Paese antico, riscoprire le radici aiuta ad affrontare il futuro. Natura, economia, turismo, tradizioni, ecosostenibilità ed enogastronomia. Qual è la chiave giusta per affrontare temi così impor-
tanti? I valori. Il lockdown ci ha messo di fronte ad una situazione inaspettata. Ci siamo fermati a causa di un evento eccezionale e abbiamo riscoperto la normalità. Abbiamo passato gran parte degli ultimi anni a cercare di essere anormali, disumani, e poi un virus ci ha costretti tutti a casa e ci ha fatto riscoprire il valore della semplicità, spesso dimenticata perché coperta da egocentrismi e da egoismi. Andiamo in giro per l’Italia proprio per mostrare a tutti quanti valori semplici ma profondi ci siano nell’Italia rurale. Come si lega la televisione alla natura? Benissimo! Sono soprannominato il cantastorie del territorio. La natura è la nostra madre. Noi siamo parte di essa. La parola uomo ha la stessa radice latina della parola humus. Quindi noi siamo esseri territoriali, siamo figli della madre. La natura è uno spettacolo quotidiano al quale purtroppo ci stavamo e ci stiamo disabituando e allora io non faccio altro che scoprire ogni giorno delle manifestazioni incredibili, potentissime, poetiche, romantiche e le racconto più con la pancia, luogo dell’anima, che con il cervello, luogo della ragione. Racconterà piccoli borghi e luoghi incontaminati. Pensa che in questo momento storico, i luoghi meno conosciuti dal turismo di massa, saranno i più ricercati? No, anche se lo dicono, non credo. L’abbandono delle civiltà contadine e rurali è una perdita di identità, anche se già da un po’ di tempo c’è un ritorno alla provincia, inteso come valore positivo. E noi andiamo proprio alla ricerca di questi valori, che però non sono una moda post covid, ma piuttosto una tendenza che diventerà una costanza.
OCORRIERE
In "Linea Verde Radici" affronta anche un viaggio nel tessuto industriale e produttivo, messo duramente alla prova dall’emergenza sanitaria Covid-19. Com’è nato questo progetto? È un progetto voluto da Rai che vuole raccontare un territorio dando l’opportunità alle aziende di far conoscere delle vocazioni, come quella verde, importantissima, che svolge anche una funzione sociale nel nostro Paese. Sono stato in alcuni borghi in Trentino, direttamente cablati con la fibra ottica, gratuitamente. Ciò dimostra che il fatto di essere sperduti in una valle meravigliosa, a stretto contatto con la natura, non vuol dire rinunciare al futuro e al progresso. Questo è un caso di armonia tra il futuro, il presente e quelli che sono i valori da riscoprire. Sono esempi come questi che io, insieme agli autori Francesco Lucibello e Andrea Caterini e al regista Gianmarco Mori, vogliamo far diventare argomenti di "Linea Verde". Una grande sfida. Una sfida che diventa crossmediale… Sì, perché mi seguirà anche "Decanter" che conduco su Radio2, durante il quale ogni sera racconterò quello che vedo e quello che vivo girando "Linea Verde". Un esempio di crossmedialità, di rapporto intenso ed intelligente tra radio e televisione, tra Rai1 e Rai Radio2, due modi diversi per raccontare valori comuni. Un programma di qualità, condotto con stile Spero di mantenere questo stile, anche se a volte il mio atteggiamento è considerato presuntuoso. Sono determinato e voglio fare bene, mi impegno fino allo spasimo. Amo l’agricoltura e i territori, li vivo con passione. La qualità e il lavoro pagano sempre. Le scorciatoie possono anche agevolarti per un periodo, però poi, come diceva mio nonno che era contadino, ognuno cade del proprio peso. Nel programma racconta anche miti e leggende. Ce n’è una che l’ha particolarmente colpita? Ce ne sono tantissime ed ogni giorno ne scopro di nuove. La leggenda fa parte della storia di un luogo. In particolare, mi vengono in mente il lago della Mefite in Irpinia o il lago di bauxite vicino a Otranto, dove si racconta una storia struggente di una ragazza, la più bella del paese, innamorata di un giovane del luogo. Un amore avversato da un demone uscito da questo lago, che fa di tutto per colpire la fanciulla fino a farla suicidare e lei, pur di relegare questo demone all’inferno per sempre, viene trasformata in fonte, occludendo la bocca degli inferi di questo lago. Il valore della leggenda è il valore metafisico del racconto. Dopo "Linea Verde", che terminerà a settembre, quali progetti ha? Il mio progetto principale è "Decanter", che continuerò a fare con grandissimo impegno. C’è inoltre un grande progetto su Rai2 per prendere le redini di un programma storico, "Sereno Variabile", condotto dall’immenso Osvaldo Bevilacqua. A luglio, poi, in seconda serata su Rai2, per quattro mercoledì, vi terrò compagnia con una sorpresa… 29
NOVITÀ
Felicità la stagione delle buone notizie
SECONDA SERATA
CODICE
La vita è digitale
Un nuovo tv magazine popolare per le famiglie, ricco di testimonianze e contributi dei grandi protagonisti dello spettacolo. Condotto da Pascal Vicedomini, è in onda su Rai2 da sabato 11 luglio alle 10.15
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n programma di intrattenimento leggero, con tanti approfondimenti di alto profilo nella società italiana ed internazionale. “Felicità la stagione delle buone notizie", condotto da Pascal Vicedomini, tutti i sabati fino al 12 settembre, è un’occasione per comunicare “positività” tra la gente, rilanciando in maniera brillante il cinema, la musica, la tradizione popolare, il turismo e la cultura nazionale. Uno strumento di evasione e di intrattenimento, all’indomani della pandemia globale. Pascal Vicedomini ci accompagna tra gli artisti, gli opionion-maker e i trend-setter dello spettacolo, dello sport, del life-style e della comunicazione, impegnati nella “ricostruzione” del sentimento positivo e della gioia di vivere degli spettatori.
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Da martedì 7 luglio su Rai1 la quarta edizione del programma di approfondimento condotto da Barbara Carfagna. Nella prima puntata si affronta il tema delle identità
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orna su Rai1, martedì 7 luglio in seconda serata, “Codice”, il programma di approfondimento digitale condotto da Barbara Carfagna, giunto alla quarta edizione. Nella prima puntata, dal titolo “Uno, nessuno … Digitale” si partirà da un tema molto attuale: l’identità nel digitale. Oggi ci si interfaccia con i computer e la propria identità non è più una sola, legata a nome e cognome, o al passaporto digitalizzato. Tutti, infatti, costruiscono ogni giorno identità diverse attraverso la mail, o ne “fabbricano” di anonime – anche in serie - usando i social. Ma non solo: entrando a far parte di nuovi gruppi si fa della propria identità una caratteristica comunitaria e, partecipando on line ad eventi e conferenze, tutti creano delle identità del tutto temporanee. Con la potenza di calcolo attuale, poi, è possibile creare e analizzare i “doppi digitali”, in tutto e per tutto corrispondenti agli originali: vale per gli oggetti, le persone, le merci, e perfino per le città intere. Grazie a tutto questo, si affaccia così sul “mondo digitale” un nuovo orizzonte: quello della profilazione dei gruppi, che apre nuovi mercati e genera, grazie all’analisi dei big data, una modernissima, e del tutto nuova, capacità persuasiva che agisce sugli insiemi di individui, tutti interconnessi e appartenenti alla comunità “onlife”. “Codice” è un programma di Barbara Carfagna e Giuseppe Giunta, con la regia di Luca Romani. Sul canale YouTube della Rai si possono vedere ed ascoltare le interviste integrali in inglese. È possibile rivedere la puntata di Codice sulla piattaforma raiplay.it
TV RADIO
MODA E DINTORNI Un viaggio tra musica, televisione e cinema. Dal 7 luglio, su Rai Premium in seconda serata, le nuove puntate del programma
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opo una cavalcata attraverso stili e mode dagli anni Cinquanta al 2010, in questa edizione, Eva, iconica conduttrice digitale di “Mood”, con la voce di Domitilla D’Amico, andrà a caccia di archetipi nel divertente mondo della musica, della televisione e del cinema. Gli eroi e le eroine, le guardie e i ladri, i bulli e le pupe, i matrimoni e le corna. Un itinerario in quattro puntate, curato da Paolo Logli, ma anche un gioco sul filo della passione per tutte le forme di spettacolo sull’onda del divertimento e dell’ironia. “Bulli e pupe”. Ci sono uomini e donne per tutti i gusti, nei racconti del cinema, delle canzoni, della tv. Bulli e Pupe è il racconto delle mille maschere che uomini e donne indossano, non necessariamente nella finzione, ma anche nella vita di tutti i giorni. “Matrimoni e corna”. Visto che di archetipi si tratta, il matrimonio è di certo il più vecchio del mondo, pieno di sfumature, sottocategorie, parodie, eccezioni, storie ridicole. Così come è un archetipo il tradimento, che non è, come si potrebbe pensare, il suo opposto, ma il suo pendant: esiste un matrimonio di successo che non si sia dovuto misurare con le corna?
Mood
OCORRIERE
“Guardie e ladri”. Fin da tempi immemorabili c’è stato qualcuno che ha tentato di portare via qualcosa di prezioso, e qualcun altro che ha cercato di mettergli il sale sulla coda. Guardie e ladri, archetipi contro, una diarchia indissolubile che ha prodotto nei decenni figure indimenticabili, veri e propri capisaldi della finzione. “Eroi ed eroine”. Di eroi nel tempo ce ne siamo raccontati parecchi. Eroi senza macchia e senza paura, eroi noiosi e pronti alla predica, eroi per caso, eroi civili ed eroi dello sport. Ma anche eroine, super donne o donne di ogni giorno. Gli eroi sono il simbolo della loro epoca. Per questo a volte li ammiriamo, e altre volte, semplicemente, ci fanno ridere.
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COSTANTINO DELLA GHERARDESCA
Resta a ca 32
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Il noto presentatore torna a farci compagnia in questa estate particolare con un quiz innovativo, in onda dal lunedì al venerdì alle 14 su Rai2. “Entro nelle case degli italiani e li faccio competere, uno contro l’altro”, racconta al RadiocorriereTv, specificando con soddisfazione che il montepremi sarà devoluto in beneficenza
asa e vinci!
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orna in televisione con un quiz che arriva direttamente a casa delle famiglie italiane. Sarà un’estate in poltrona? Sì. Ci saranno, oltre alle famiglie, anche gruppi di persone, spesso di coinquilini. Io entro nelle loro case in
collegamento. Competeranno l’una contro l’altra per vincere un premio che andrà in beneficenza a “Terre des Hommes”, un’organizzazione che aiuta bambini in tutto il mondo. Quanto è importante oggi il fine della beneficenza? È molto importante perché migliora il mondo. Io mi considero una persona egoista, ma non a tal punto da ignorare certe problematiche. È solo lei a fare le domande ai concorrenti? Molte domande sono proposte da esperti su vari temi: Marco Carta per Sanremo, Gabriele Corsi per i cartoni animati, Lory Del Santo per il cinema, Carmen Di Pietro per la letteratura, Elsa Fornero per l’economia, Vera Gemma per la seduzione, Giancarlo Magalli per la storia della tv, Enzo Miccio per il galateo, Nicole Rossi per lo slang giovanile e Federico Russo per il calcio. Nei suoi programmi ha sempre fatto dialogare mondi diversi. Anche questo è un modo per fare della tv un momento di incontro? Assolutamente sì. È molto importante avere una televisione pluralista, che deve rappresentare tutte le sfaccettature della società. Come mai il simbolo del programma è un porcellino? Trovavamo sessista mettere una valletta donna. In tv ha sempre portato programmi molto innovativi, quanta parte di lei c’è? Tutto! Io ho studiato filosofia e credo che la televisione debba essere più che innovativa, contemporanea. E deve adattarsi ai cambiamenti. Quanto sono importanti i desideri del pubblico nella scelta dei suoi programmi? Sono molto importanti, così come lo sono i loro interessi quotidiani e le loro passioni. Cerchiamo sempre temi che gratifichino la curiosità del pubblico. È molto dedito al lavoro, ma in realtà dà l’impressione di non fare nulla. Qual è il segreto? Il segreto è che non bisogna mai mostrare che si è stressati. I miei amici che lavorano troppo, si lamentano sempre che sono molto nervosi. E mettono ansia. Io non voglio farlo né con il pubblico, né con gli amici, né con le persone che mi circondano. Da settembre la vedremo anche a “Ballando con le stelle” su Rai1. Come si sente? Bene e ne sono entusiasta. Adoro Milly Carlucci, che tra l’altro è molto preoccupata che io non sia atletico e che abbia preso peso in questi mesi. Ho anche un problema ad una gamba, perché una volta sono finito sotto una frana e un’altra volta sono caduto in
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OCORRIERE
una piscina vuota. Milly ha trovato un ortopedico per me. Farò del mio meglio e voglio vincere. Quanto è importante il coraggio nella vita? È la qualità che ammiro di più in una persona in assoluto. Ha scritto “La religione del lusso”. Ci spiega in sintesi il contenuto del libro? Il lusso di cui parlo io è il lusso dell’arte e dell’estetica, dello spazio e del tempo, per allontanarsi dalla quotidianità e per istruirsi. Solo quando una persona viene educata e si informa riesce ad avere gli strumenti culturali per trovare del bello e del lusso anche del quotidiano. Nel suo libro riflette sulle cause del difficile momento che stiamo attraversando. Come uscirne? Innanzitutto bisogna combattere i pregiudizi verso il progresso. Viviamo in un mondo fatto di scambio di informazioni, di dati e di merci. La globalizzazione non è da combattere, ma fa parte del nostro futuro. È ottimista? Mi sento un ottimista. Ma per ottenere i risultati bisogna accettare i cambiamenti e adattarsi. È un dispensatore di perle di saggezza? Non voglio essere presuntuoso, ma spero che la gente percepisca le mie intenzioni al di là del lato comico, ad esempio del libro o del mio modo di intrattenere. Irriverente, sarcastico, esuberante… aggiunga un aggettivo negativo e uno positivo per definirla? Egoista. Coraggioso. Le cose che ama di più sono la televisione, la musica folk e …? Il cibo napoletano, il cinema russo e la filosofia più di tutto. Siamo in estate, tempo di vacanze, un’estate diversa. Come la definisce? Non farò vacanze e non ne sono molto felice! Quindi un tasto dolente… Ha viaggiato moltissimo, soprattutto per lavoro, attraverso regioni culturalmente diverse. Qual è il luogo che preferisce? Sono innamorato dell’India e voglio scrivere un libro sulla storia di questo Paese. Qual è il ricordo più divertente e quello più spaventoso dei suoi viaggi? A 17 anni ho contratto una terribile malattia in Nepal, perché sono caduto nelle fogne a cielo aperto. Il ricordo più bello è nell’isola di Java, dove appena calava il sole uscivano tutti pipistrelli dalla jungla e il cielo diventava nero e rosso. Uno spettacolo unico. A cosa non rinuncia mai quando viaggia? Non rinuncio al mio beauty e al wifi! 35
LA PIATTAFORMA RAI
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INTO THE DARK
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n prima visione esclusiva per l'Italia, su RaiPlay arriva la prima stagione della serie antologica horror legata al tema delle festività. Prodotta dalla BlumHouse, i primi tre film di “Into the Dark – Nel buio” sono disponibili dal 16 luglio, successivamente tre uscite da tre film ciascuna il 30 Luglio, il 13 Agosto ed il 27 Agosto. Ogni blocco rappresenta idealmente una stagione dell’anno. Tra i titoli: IL CORPO - Ambientato durante la notte di Halloween, un serial killer, alle prese con il cadavere della sua ultima vittima, finisce per errore in un party a tema. IN CARNE E OSSA - Nella ricorrenza del giorno del Ringraziamento, una ragazza agorafobica scopre che il padre nasconde un segreto proprio dentro casa. LA CASA SULL'ALBERO Durante l'International Women's Day, uno chef di grande successo si ritira per un weekend nella casa d'infanzia dove conosce un gruppo di ragazze pronte a fargli pagare alcuni crimini commessi in passato. SPLENDIDA AMERICA - Ambientato durante l'Independence Day, il film mette perfettamente in scena il sogno americano, così come sicuramente non era mai stato raccontato prima. IL BALLO DELLA PUREZZA - Per la festività che celebra padri e figlie, un giuramento spietato fa riemergere un antico demone malvagio, Lilith.
LUCA ARGENTERO
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maggio alla versatilità di uno dei più bravi attori delle ultime generazioni. Cinque i titoli proposti: “Nelle tue mani”, tratto da una storia vera; la serie di successo “Sirene”, girata a Napoli; "Il campione e la Miss”, in cui Argentero presta la sua maschera a Tiberio Mitri, campione di boxe del secondo Dopoguerra; “Mala Vita” e “La Baronessa di Carini”, con sullo sfondo la Sicilia e le sue tradizioni.
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TV RADIO
asta un Play! IL TEATRO DI PIRANDELLO
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rande spazio al drammaturgo, scrittore e poeta insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1934. Per la sua produzione, le tematiche affrontate e l'innovazione del racconto teatrale è considerato tra i più importanti letterati del XX secolo. RaiPlay ripropone una selezione delle opere più significative: UN ATTORE IN CERCA D'AUTORE, affascinante itinerario, geografico e culturale che permette di conoscere i luoghi frequentati da Pirandello; NOVELLE PER UN ANNO, un racconto al giorno per un progetto ambizioso portato avanti fino alla morte dello scrittore nel 1936. (Su RaiPlay è disponibile una parte di quelle storie); L'UOMO DAL FIORE IN BOCCA, atto unico degli anni Venti interpretato da Michele Placido; SEI PERSONAGGI IN CERCA D'AUTORE, il testo più noto di tutto il teatro del Novecento.
OCORRIERE
CALCIO, LE SFIDE STORICHE DELLA NAZIONALE
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a storia del calcio attraverso le sfide storiche della Nazionale: con l'Inghilterra, che ha visto l'Italia spesso prevalere, con il Brasile, la più sentita nella storia del nostro calcio, con la Francia, la più recente, e infine con la Germania, l’avversario per eccellenza.
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n racconto emozionale che vuole coinvolgere l’ascoltatore nel cuore del pomeriggio. Ritorna “La radio in comune”… Ripercorro un po’ la formula consolidata in decenni di trasmissioni radiofoniche di “Con parole mie”, le cui puntate riscuotono ancora successo nei podcast in rete. È uno stile nel quale si riconoscono anche oggi migliaia di persone. Metto insieme l’esperienza fatta con Luca Bernardini, che è il regista del programma anche quest’anno, il metodo e la necessità odierna di stare a distanza. Lo facciamo con un dirigibile, che ci consente di stare lontani e al tempo stesso vicini, in viaggio sulla nostra Italia. La chiave di lettura forte è data dalle opinioni di tutti i viaggiatori che, nel corso dei secoli, si sono inebriati del nostro Paese, il più bello del mondo. Il messaggio, nemmeno tanto subliminale, è quello di starcene in Italia, oggi, ma anche quando tutto quanto sarà finito (sorride).
@Eleonora Ferretti
UMBERTO BROCCOLI
Una sorta di “Grand tour” percorso dal cielo. Quali saranno le novità? Leggeremo “Le metamorfosi” di Ovidio, poeta latino di Sulmona dei tempi di Augusto, un messaggio diretto ai nostri giorni. Non mancheranno le incursioni nel passato radiofonico, punteremo molto su una trasmissione di cui si è parlato poco, pur essendo uno dei più grandi successi radiofonici di sempre insieme a “I quattro moschettieri”, del 1936: “Gran varietà”, in onda tra il 1966 e il 1979 e diretto da Federico Sanguigni. Gran timoniere di quel programma cult, fintamente in onda in diretta dalla sala A di via Asiago, e che invece era completamente realizzato in montaggio, fu Johnny Dorelli. Una trasmissione rigorosamente “finta”, quando di certo non si montava con il computer, e che ospitò, nel corso delle stagioni, i più grandi nomi dello spettacolo, da Sordi alla Loren. Qual è la radio che le piace? La radio che fa la radio. Con stacchi musicali, sottofondi, musica scelta a tema. Devi portare l’ascoltatore per mano, se in Tv c’è un ascolto ipnotico, la radio ti fa partecipare. Penso alla canzone di Eugenio Finardi, “La radio”: “Amo la radio perché arriva dalla gente, entra nelle case e ci parla direttamente. E se una radio è libera, ma libera veramente, mi piace ancor di più perché libera la mente”. È la radio che mi hanno consentito e mi consentono di fare dirigenti come Roberto Sergio, Luca Mazzà, Simona Sala e Ivano Liberati, persone che dimostrano intelligenza radiofonica. Un viaggio sensoriale per una radio che sollecita tante emozioni… La radio è radio, non amo la radio-visione, perché esiste già il mezzo, si chiama televisione, non so se l’ha sentita nominare 38
Un via immagina di parole
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(sorride). La radio deve fare immaginare, è il teatro della mente. Io parlo, tu ti fai la tua scenografia, la tua ambientazione, la musica ti aiuterà, in tutto questo la telecamera non c’entra niente.
Dal dirigibile in volo su grandi e piccoli centri italiani il conduttore propone, tra presente e passato, un affresco radiofonico del Belpaese. “La radio in comune”, dal lunedì al venerdì alle 17.05 su Rai Radio1
aggio ario e lieve e musica
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Che rapporto ha con il viaggio? Ho viaggiato molto per l’altra mia vita lavorativa, quella di sovrintendente, e l’ho fatto soprattutto in altre nazioni. Devo dire, con molta franchezza, che amo il viaggio della mente. C’è chi dice che se la vita è un viaggio, viaggiare è vivere due volte, anche se questo non significa che io debba prendere per forza un treno o un aereo. Puoi viaggiare con la mente. Penso a Salgari, che non è mai stato nei luoghi che ha raccontato e li descrive come se ci fosse stato. Uno dei più grandi complimenti lo ebbi dopo la caduta dell’Unione Sovietica. A quei tempi facevo una trasmissione che si chiamava “Scoperta dell’Europa” e descrissi un tramonto al Cremlino. Lo scrissi per me stesso, poi in radio lo feci a braccio, con la musica di sottofondo. L’ ambasciatore russo in Italia mi chiamò per complimentarsi. Quali parole utilizzerebbe per convincere un marziano a venire in Italia? Parole che non hanno riscontro visivo, utilizzerei il profumo del mirto di Sardegna, la freschezza della bora di Trieste, cose che non puoi vedere, ma che devi sentire con altri sensi, come la levigatura delle statue dei nostri musei, il calore della sabbia delle nostre coste, la sensazione di tuffarsi nelle acque di colore blu duro della Liguria o in quelle smeraldine della Sardegna. Il dirigibile è un mezzo che per sua natura procede con lentezza, quali sono i tempi giusti per il viaggio? Amo la bicicletta, anche se adesso ci vado pochissimo. Con la bici ti fermi, bevi alla fontanella, osservi. Dobbiamo recuperare la lentezza anche perché la velocità ci è intorno. Non significa perdere tempo, dobbiamo riacquistare il senso del passo dopo passo. Il dirigibile è un mezzo lento, distaccato ma presente, che mi consente di vedere le cose dall’alto, perché dall’alto ha tutto un’altra dimensione. Ha un augurio per il nostro Paese in questa estate particolare? Veniamo da mesi in cui c’è stata tanta retorica, giustificata, però in questo caso mi soccorre la storia: l’Italia è sempre venuta fuori. Nelle ultime puntate de “I fatti vostri”, ho parlato moltissimo degli anni del Secondo dopoguerra, 1946-1948. Le case non c’erano più, erano state distrutte, tutti ci improvvisavamo carpentieri e tiravamo su il tetto, oggi le case le abbiamo. L’Italia ce l’ha sempre fatta. 39
RADIO1 PLOT MACHINE
"Fu un pomeriggio che non finiva mai..."
È
questo l’incipit della puntata di lunedì 6 luglio alle 23.05 su Radio1 con Vito Cioce e Marcella Sullo. Ospite in collegamento telefonico la scrittrice Barbara Bellomo. Scrivi subito il tuo Miniplot come commento al post che trovi in alto sulla pagina Facebook Radio1 Plot Machine oppure invialo dalle 23 di stasera al numero 335/6992949. I Miniplot più originali saranno letti durante la trasmissione. Vuoi partecipare al Concorso Rai dei Racconti Radio1 Plot Machine? Scrivi il tuo racconto in 1500 carattere sul tema LA MASCHERA e invialo al sito plot.rai.it dove troverai il Regolamento ufficiale e tutte le informazioni.
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DONNE IN PRIMA LINEA
Per amore della legalità, per amore di un uomo Affronta il mondo a testa alta e porta l’universo nel suo cuore: Tina Montinaro, vedova di Antonio, caposcorta di Falcone ammazzato nella strage di Capaci, è integerrima e ha solidi principi. “L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai”: la frase di Audry Hepburn la descrive bene
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oncetta Mauro Martinez Montinaro, meglio conosciuta come Tina, porta con classe i segni del tempo. Il suo dolore, la sua forza, la sua bellezza non è mai sfiorita, perché il suo cuore si nutre d’amore.
Un amore vero, senza fine, quello di Tina Montinaro moglie di Antonio, caposcorta del giudice Giovanni Falcone ucciso nella strage di Capaci 28 anni fa. Il 23 maggio 1992 vennero uccisi dalla mafia il giudice Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro. Da allora, Tina ha deciso di essere in prima linea: è rimasta a vivere a Palermo con i suoi figli Gaetano e Giovanni, da anni gira l’Italia per sensibilizzare i giovani nella lotta contro la mafia. È una
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delle promotrici dell’associazione “Vittime di mafia”, presiede l’associazione “Quarto Savona Quindici”, nome in codice della scorta del giudice Falcone saltata in aria a Capaci. Tina Montinaro assunta nel 1997 nei ranghi dell’amministrazione regionale, dove ha ricoperto il ruolo di funzionario direttivo, si occupa dal 21 dicembre 2018, per conto del ministero dell’Interno dipartimento pubblica sicurezza, di mantenere la memoria dei caduti di polizia nei settori più attivi della società civile, tra cui scuola, sport, giovani ed associazionismo. Da quel giorno la sua sede ufficiale di lavoro è la caserma Lungaro, il cui piazzale ospita la Teca con la “Quarto Savona Quindici”, la Croma su cui viaggiava il marito. Sono trascorsi 28 anni dalla strage di Capaci, anni in cui non ha mai smesso di lottare contro la mafia, divulgando messaggi di giustizia e legalità, indossando con eleganza il suo dolore. Dove ha trovato tanta forza? Ho avuto un grande marito, un ragazzo che a soli 24 anni decise di scortare il grande magistrato Giovanni Falcone. Mio marito era consapevole dei rischi che correva, ma nonostante tutto non ha mollato. Sono orgogliosa di lui, ho intrapreso questa strada affinché non venisse dimenticato il sacrificio di
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Antonio. I mafiosi hanno ucciso mio marito non me. In questi
del Protocollo si è rafforzato un rapporto di collaborazione
lunghi 28 anni ci sono stati momenti bui, di dolore profondo
che ha lo scopo di promuovere la cultura della legalità. È
per me e per i miei figli, ma la morte porta via la persona, non
bello rincontrare nel tempo allievi delle scuole di polizia, ai
l’amore che provi per lei.
quali il messaggio è rimasto nel cuore.
Da anni parla ai giovani di tutta Italia, nelle scuole, nelle univer-
Quanto è importante inculcare il valore del volontariato per tene-
sità, in tutti i settori della società civile: una missione d’amore
re lontano i giovani dalle sirene della malavita?
per il prossimo, nel ricordo di suo marito…
Il volontariato è importante se fatto con il cuore. I giovani,
Il mio impegno è quello di informare i ragazzi, nelle scuole,
sono spesso disorientati, non sempre percepiscono la presenza
nelle università, spiegando loro cosa è successo nel nostro
dello Stato, in alcune realtà diventa più difficile che in altre,
Paese e facendo capire loro da che parte stare, determinate cose
ma non impossibile. L’amore per il prossimo, l’aiuto verso chi
non devono più accadere. A Palermo capita spesso di andare
è in difficoltà, è un valore che si può inculcare con il tempo e
anche nelle scuole elementari. I bambini fanno tante domande
la pazienza, ma non deve esserci confusione. La scarcerazione
e lanciano segnali forti. A Natale scorso abbiamo chiesto a una
dei boss ha creato enorme sofferenza in noi, che abbiamo perso
classe di scrivere delle letterine a Babbo Natale, poi in questura
i nostri cari e chiediamo giustizia, ma anche tanta confusione
c’è stata la consegna dei doni, alla quale ha partecipato tutta
nella società. Il volontariato crea aggregazione, spirito di
la
loro
squadra e aiuta i nostri
letterine i bambini non
scuola. Nelle
giovani a vivere e vedere
avevano chiesto giocattoli
gli aspetti della vita con
ma
astucci,
una prospettiva diversa. I
aveva
giovani devono mettersi
quaderni,
libri,
qualcuno
chiesto di poter stare
in gioco, ognuno di noi
con la propria famiglia
deve fare la sua parte,
unita avendo i genitori
una
detenuti. Fare rete tra
anche
Istituzioni sul territorio è
di
Ci
importante
attraverso
il
volontariato.
fondamentale
importanza.
parte
Da qualche tempo è anche
sono
membro di “DonatoriNati
realtà in cui c’è tanto da
Polizia di Stato”, perché ha
fare, ma anche tanto da imparare dai bambini:
scelto di aderire a questa
sono il nostro futuro. Le
associazione?
mafie sono ormai in tutta Italia e i giovani devono
DonatoriNati Teca con la "Quarto Savona Quindici", la Croma su cui viaggiava Antonio Montinaro
un’associazione che si occupa
capire l’importanza dello
è
di
donazioni
studio: la cultura rende liberi. Da 25 anni vado nelle scuole non
di sangue, fondata da appartenenti alla polizia di Stato,
per insegnare qualcosa, ma per far capire come stanno le cose.
presente in tutta Italia.
Dal 21 dicembre 2018 è entrata in polizia con un protocollo firmato dal presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, e dal capo della polizia e direttore generale pubblica sicurezza, prefetto Franco Gabrielli. Lei si occupa per conto del ministero dell’Interno di mantenere costante la memoria dei caduti in Polizia nei settori più attivi della società civile…
Nel tempo anche tanti cittadini si
sono avvicinati a questa realtà. Sono sempre stata donatrice di sangue e di piastrine. Credo fermamente in questo gesto di solidarietà. Mio marito ha dato la vita per questo Paese, a noi cosa costa donare il sangue per salvare una vita? Un poliziotto o una poliziotta che dona il sangue fa un gesto che onora ancora di più la sua divisa, è giusto seguire questo esempio.
È stato un riconoscimento importante e un grande privilegio
Un messaggio alle donne: quale contributo possono dare nella
per me: da sempre ho cercato di comunicare ai giovani, nelle
lotta alla criminalità?
scuole di polizia del territorio, i valori di mio marito, correttezza,
Ognuno deve fare la propria parte, donne e uomini.
orgoglio di appartenenza, dignità. Ho sempre sentito la polizia
Naturalmente le donne sono anche mamme ed educatrici
di Stato come una famiglia, sento i ragazzi molto vicini. Il
e possono fare tanto per migliorare la società, parlando ai
capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, uomo di infinita
propri figli e tenere lontano i giovani da ambienti malavitosi.
sensibilità, ha colto questo aspetto importante e con la firma
Tutti dobbiamo impegnarci.
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SALMAN RUSHDIE
Intrigo internazionale Trent’anni dopo la Fatwa, un ritratto intimo e un’intervista esclusiva all’autore de “I versi satanici”, nel documentario firmato dal regista William Karel. Lunedì 6 luglio alle 21.15 su Rai 5
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rent’anni dopo la Fatwa pronunciata dall’ayatollah Khomeini contro l’autore de “I versi satanici”, il regista William Karel disegna un ritratto intimo di uno degli scrittori più significativi di oggi, vincitore del Booker Prize, nel documentario “Salman Rushdie – Intrigo internazionale” in onda lunedì 6 luglio alle 21.15 su Rai5. Basato su archivi personali e con un’intervista esclusiva allo scrittore nella sua casa di New York, il film ripercorre la vita e le opere di Rushdie e analizza il ruolo dei romanzieri nell’era delle fake news. Dalla giovinezza multiculturale a Bombay agli studi a Cambridge, fino agli anni di clandestinità forzata dopo la fatwa, Rushdie mette a fuoco l’America di oggi. Dopo la fatwa Rushdie è vissuto recluso, sotto scorta e sotto falsa identità; ha dovuto traslocare 56 volte, subendo 20 attentati. Da più di vent’anni vive a New York.
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TV RADIO
La settimana di Rai 5
Ghiaccio bollente Janis: Little Girl Blue La storia di un’icona del rock, Janis Joplin, con un contributo di Gianna Nannini che la scelse come argomento della sua tesi di laurea Lunedì 6 luglio ore 23.45
Ghiaccio bollente The Accidental Photographer: Henry Diltz, il fotografo Rock È stato il fotografo ufficiale del leggendario festival musicale di Woodstock nell’agosto 1969 Giovedì 9 luglio ore 23.15
Ghiaccio bollente Crosby, Stills, Nash & le leggende di Laurel Canyon La creatività musicale e poetica che ha contraddistinto il manipolo di musicisti vissuti nel celebre quartiere di Los Angeles Martedì 7 luglio ore 23.30
Art Night Il mistero di Modì Ogni genere di truffa ha accompagnato il nome di Modigliani, truffe che hanno tratto in inganno anche i critici più affermati Venerdì 10 luglio ore 21.15
Ghiaccio bollente Bruce Springsteen in His Own Words Un documentario dal taglio intimista in cui l’artista si racconta al regista Nigel Cole attraverso la lettura di alcuni passi della sua autobiografia Mercoledì 8 luglio ore 23.00
Stardust Memories: Il teatro di Eduardo De Filippo Non ti pago (1964) Un omaggio allo scrittore, commediografo e attore di teatro che ha attraversato da protagonista il Novecento italiano Sabato 11 luglio ore 17.15
Save the date Lo speciale “Tra poeti e scrittori nei luoghi del cuore FAI” con Giorgio Pasotti per raccontare i luoghi di un’Italia da scoprire Domenica 12 luglio ore 20.30
OCORRIERE
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ITALIANI
Nobel Minds In prima visione su Rai Storia, martedì 7 luglio alle 21.10, la storia di tre studenti, futuri Premi Nobel per la medicina: Luria, Dulbecco e Montalcini, legati dal rapporto con il loro mentore, il professor Giuseppe Levi, direttore dell’istituto di anatomia di Torino
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el 1919, a Torino, il professore Giuseppe Levi assume la direzione dell’Istituto di anatomia e sarà in quell’istituto che si incontreranno i destini di tre studenti, futuri premi Nobel per la medicina: Salvatore Luria, premio Nobel nel 1969, per le ricerche sulla moltiplicazione e mutabilità dei virus, Renato Dulbecco, per aver scoperto gli oncogeni, geni che provocano il cancro, nel 1975. E Rita Levi Montalcini, premiata nel 1986 per aver scoperto il fattore di crescita del sistema nervoso centrale. Storie raccontate da “Nobel Minds” in onda in prima visione martedì 7 luglio alle 21.10 su Rai Storia per “Italiani”, con l’introduzione di Paolo Mieli. I tre scienziati resteranno legati per sempre al loro mentore. Impossibilitato a fare ricerca nel suo paese, Salvatore Luria raggiunge gli Stati Uniti, spinto dal
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forte vento innovativo che soffia a favore della ricerca scientifica in quella terra promessa, ed ha in tasca due lettere di presentazione, una di Giuseppe Levi che è un’autorità scientifica di fama internazionale, ed una di Enrico Fermi, premio Nobel per la fisica nel 1938, anche lui oltreoceano perché la moglie è ebrea. Verrà poi raggiunto da Renato Dulbecco, le cui aspirazioni trascendono lo stretto ambito della ricerca scientifica in Italia. La collaborazione scientifica di Bloomington tra Luria e Dulbecco, darà vita ad altri eventi e coincidenze straordinari che continueranno anche quando Dulbecco lascerà Bloomington per percorrere altre strade. I laboratori di Luria e Dulbecco infatti conosceranno altri scienziati destinati al Nobel: Max Delbruk, Alfred Hershey, David Baltimore, Howard Temin. Il racconto è arricchito dalle testimonianze di Andrea Grignolio, docente di storia della medicina e bioetica dell’Università San Raffaele di Milano e dell’ITB-CNR; Pietro Calissano, neurobiologo ed ex collaboratore di Rita Levi Montalcini; Alessandro Bargoni professore di Storia della medicina all’Università di Torino; Cesare Montecucco patologo e neurobiologo, Professore emerito del dipartimento scienze biomediche Università di Padova.
TV RADIO
La settimana di Rai Storia
Passato e Presente Raffaello l’arte e le idee Un grande del Rinascimento cresciuto ad Urbino e approdato a Roma poco più che ventenne. Con Paolo Mieli e il professor Villari Lunedì 6 luglio ore 20.30
a.C.d.C. La via della seta Rivoluzioni L’ultimo episodio del viaggio proposto sulla rotta commerciale più famosa della Storia introdotto dal professor Alessandro Barbero Giovedì 9 luglio ore 21.10
Genius Sarnoff vs Farnsworth La nascita della televisione: immaginata da contadino dell’Idaho che vede la propria idea sottratta da un magnate delle telecomunicazioni Martedì 7 luglio ore 22.10
Americans 1943-1945 Napoli a stelle e strisce Quando era governata dagli Alleati, Napoli divenne un vaso di Pandora aperto all’improvviso e il suo porto era il più importante del mondo Mercoledì 8 luglio ore 22
MARE NOSTRUM Livorno
Documentari d’autore Via della conciliazione
La storia della città labronica, che non ha mai abbandonato la sua vocazione marinara Venerdì 10 luglio ore 21.40
La storia, ormai poco nota, della costruzione della celebre arteria nel centro di Roma Sabato 11 luglio ore 22.55
Passato e presente La rivolta di Reggio Calabria I giorni di devastazione e scontri, con morti, feriti e arresti, vissuti dalla città dal luglio 1970 al febbraio 1971 Domenica 12 luglio ore 20.30
OCORRIERE
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RAGAZZI
Shaun, vita da p
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Arriva su Rai Yoyo, in prima visione, la sesta stagione della serie animata inglese. Tutti i giorni alle 14.35 e alle 22.30 sul canale 43 del digitale terrestre
pecora
OCORRIERE
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orna su Rai Yoyo la pecora più divertente del mondo dell’animazione. Si tratta della serie “Shaun, vita da pecora”, di cui il canale della direzione Rai Ragazzi propone in prima visione la sesta stagione. L’appuntamento è tutti i giorni, alle ore 14.35 e alle 22.30 sul canale 43 del digitale terrestre. “Shaun, vita da pecora” è una serie animata inglese in stopmotion prodotta dalla Aardman. La serie è nata a seguito dei fortunati cortometraggi animati sulla coppia dell’inventore Wallace e del suo valido assistente, il cane Gromit, con i quali la Aardman ha vinto per due volte l’Oscar. La pecora Shaun era un personaggio minore di uno dei cortometraggi e, nel corso del tempo, ha ottenuto una popolarità crescente come soggetto di merchandising, soprattutto scolastico: astucci, zainetti, ecc. La prima serie con Shaun protagonista ha ottenuto un tale successo da procurare agli autori un premio Emmy e da incentivare la prosecuzione della produzione. Gli episodi sono privi di dialogo, gli animali si esprimono attraverso i propri versi e i personaggi umani, visti dal punto di vista degli animali, emettono solo grugniti e borbottii incomprensibili. Shaun è una pecora fuori dal comune, che non solo non segue il gregge, ma anzi lo trascina ogni giorno in nuove imprese. La serie si svolge in una piccola fattoria della campagna inglese, dove la vita quotidiana scorrerebbe tranquilla se non fosse movimentata da Shaun, che coinvolge gli animali da cortile in progetti incredibili, con la frustrazione e, talvolta la complicità, del cane da pastore Bitzer, che dovrebbe mantenere l'ordine, e la totale inconsapevolezza dell'agricoltore, che non ha alcuna idea di quanto accada nella sua fattoria, anche perché una fortissima miopia spesso gli confonde la percezione della realtà. Per fortuna la curiosità e l’intraprendenza di Shaun, oltre a causare guai, portano sempre a una soluzione geniale. Come ha spiegato il creatore Nick Park, Shaun deve tutto a Wallace e Gromit. “Wallace e Gromit sono la mia famiglia, sono come dei figli, non posso fare a meno di loro” aveva dichiarato l’autore inglese “Penso che staranno sempre con me. Quando li vedo sulle copertine dei giornali sono veramente orgoglioso dei miei bambini che vanno in giro per il mondo. Wallace & Gromit sono stati la mia tesi di laurea alla scuola di cinema di Londra. Avevo l'idea di un inventore che voleva andare sulla luna e costruiva un razzo in cantina. Aveva bisogno di un assistente e all' inizio ho pensato ad un gatto, ci sono ancora dei disegni, ma poi ho pensato che fosse meglio un cane, si manipola con più facilità. Ho reso Wallace un goloso di formaggio perché lo volevo mandare sulla luna e come sappiamo tutti, la luna è fatta di formaggio”.
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SPORT
I
NOTTI MAGICHE
l 9 giugno 1990, in uno stadio Olimpico ristrutturato e stracolmo, la nazionale italiana fece il suo esordio contro l’Austria, ai mondiali di calcio in cui era padrona di casa e favorita per la vittoria finale. Tra i 22 convocati c’erano campioni del calibro di Vialli, Mancini, Baresi, Maldini, Baggio. Ma il destino, per scrivere il tratto più consistente di una pagina di storia magica, in tutte le sue declinazioni, scelse un ragazzo di Palermo, con un solo anno di serie A, seppur positivo alle spalle: Salvatore Schillaci. I titolari scelti dal CT Azeglio Vicini non incidevano: Vialli era l’ombra di sè stesso, Carnevale nervoso e inconcludente. Dalla panchina gli subentrò Schillaci e al minuto 78, svettò tra due marcantoni austriaci colpì perfettamente di testa, infilando il portiere avversario. Fu impossibile rimandarlo in panchina, complice anche il perfetto assortimento con Baggio e il tocco magico di Totò, uno di quei momenti in cui un attaccante appena sfiora il pallone, segna. Andò in rete contro Cecoslovacchia Uruguay e Eire. L’Italia lasciò Roma dopo 5 vittorie su 5 partite e nessun gol subito, merito della difesa di ferro composta da Baresi, Maldini, Bergomi e
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Ferri a presidio della porta difesa da Zenga. Ma al San Paolo di Napoli la magia si trasformò in sortilegio. Qui, l’avversario, Diego Armando Maradona era di casa e qualcosa di simile a una divinità. Segnò ancora Schillaci, colpendo la palla male, fortunosamente, ma il tocco magico compensò. La finale sembrava a un passo ma il primo gol subito, da parte dell’argentino Claudio Caniggia, fu esiziale. Si andò ai supplementari e poi ai calci di rigore. L’Italia perse e non tornò a Roma per la finale, dove andò invece l’Argentina del diabolico Maradona, subissata dai fischi del pubblico. Il terzo posto conquistato a Bari contro l’Inghilterra e il meritato titolo di capocannoniere per Schillaci non cicatrizzarono una ferita sportiva, oggi rimarginata ma ancora evidente. L’Italia mancò il quarto titolo mondiale terminando il torneo imbattuta e incassando solamente due gol. Perché la magia, come sostiene Paulo Coelho, è un ponte tra il visibile e l’invisibile, capace di insegnare lezioni da entrambi i mondi. E qualcosa di invisibile e avverso, quella notte del 3 luglio di 30 anni fa, a Napoli, si mise decisamente di traverso tra gli azzurri e la coppa.
(M.F.)
Tutta la forza che ho è un libro per chi pensa di non farcela o per chi pensa di avercela fatta 51
CLASSIFICHE AIRPLAY per Radiocorriere TV generale
italiani
indipendenti
emergenti
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TV RADIO
uk
stati uniti
europa
OCORRIERE
america latina
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I FILM DELLA SETTIMANA
CINEMA IN TV Lo sceneggiatore Paul vive isolato nella sua vecchia casa in un bosco, dove sta cercando di scrivere l’opera che spera rilancerà la sua carriera. Da quando la moglie lo ha lasciato, infatti, è vittima di un grave blocco creativo. Un giorno nella sua vita irrompe Jack, un vagabondo con zaino in spalla, fresco di prigione. Per sdebitarsi dell’aiuto che Jack gli ha offerto durante una lite con un camionista, decide di offrirgli ospitalità per la notte. All’inizio i due vanno d’accordo, tanto che Paul lo invita a rimanere per tutto il tempo che vuole in cambio di piccoli lavoretti che devono essere fatti in casa. Jack suggerisce a Paul di scrivere una storia sulla loro convivenza e questa idea diventa una vera ossessione per Jack che, di fatto, prende in ostaggio Paul per obbligarlo a scrivere. Nel frattempo, la polizia locale, sta indagando per individuare un pericoloso serial killer… Il thriller, diretto da Brian Goodman, è interpretato tra gli altri da Antonio Banderas e Jonathan Rhys Meyers nel ruolo dei due protagonisti.
LUNEDÌ 6 LUGLIO ORE 22.15 ANNO 2010 – REGIA DI NINA DI MAJO
Nanà ha 40 anni, è single, vive con il suo gatto Marcel e gestisce insieme all'amica Benedetta una piccola libreria a Firenze. Nanà, primogenita di una ricca famiglia,non è mai stata fortunata in amore, al contrario di sua sorella. Nonostante ciò, è contenta della sua vita e non cerca niente di più. L’organizzazione del matrimonio di sua sorella Beatrice, carina, spigliata ed egoista stravolgerà le sue abitudini e insinuerà in lei una serie di dubbi, che mineranno le sue certezze sull'amore. Il futuro genero non le sta particolarmente simpatico, anche se ha già conquistato tutta la famiglia. E’ proprio con lui, l’ambizioso Alessandro, che Nanà dovrà collaborare in vista delle nozze. È la commedia, diretta da Nina Di Majo, in onda per il ciclo “Nuovo Cinema Italia”. Il film, candidato al Nastro d'Argento 2010 per le categorie miglior attrice protagonista (Margherita Buy nel ruolo di Nanà) e non protagonista (Luciana Littizzetto nel ruolo di Benedetta), ha nel cast anche Fabio Volo, Francesca Inaudi e Marisa Brerenson.
LUNEDÌ 6 LUGLIO ORE 21.20 ANNO 2017 – REGIA DI BRIAN GOODMAN
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TV RADIO
Adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Giancarlo De Cataldo e Carlo Bonini, “Suburra” è un film su Roma e il potere. Anzi, i poteri: quello politico, quello religioso e quello criminale. Il film racconta i sette giorni che precedono la fine di un periodo della Repubblica italiana, nel 2011, quando si immagina che proprio in quel periodo anche Papa Ratzinger prenda la storica decisione di abbandonare il ruolo di pontefice. Tra personaggi della malavita, politici corrotti ed escort si snoda il “romanzo criminale”, in cui spicca un gangster noto come il "Samurai" che desidera trasformare il lungomare di una piccola cittadina vicino Roma in una nuova Atlantic City. Un politico corrotto, appassionato di giovani prostitute e cocaina, lo protegge con l'aiuto di un potente cardinale. Tutti i boss della mafia locale hanno accettato di collaborare per tale comune obiettivo. La pace, però, non può durare a lungo e una feroce guerra tra bande rivali minerà il sogno del Samurai… Nel cast, Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi.
MARTEDÌ 7 LUGLIO ORE 21.15 ANNO 2014 - REGIA DI ZHANG YIMOU
Una storia dolorosa che comincia durante la Rivoluzione Culturale e arriva ai giorni nostri, firmata da uno dei più celebri registi del cinema cinese contemporaneo, Zhang Yimou. È il film, disponibile anche in lingua originale, in prima visione assoluta e senza interruzioni pubblicitarie, tratto dal romanzo della scrittrice Geling Yan. Nella Cina della seconda metà del Novecento, la riforma promossa da Mao è già pienamente effettiva. Lo sanno bene Lu Yanshi e Feng Wanyu, marito e moglie separati dall'intervento della polizia politica, che spedisce l'uomo, un insegnante, nei campi di lavoro. Quando la Rivoluzione Culturale è ormai agli sgoccioli Lu Yanshi viene liberato e rimandato a casa, ma i traumi di una lunga separazione uniti al tradimento vigliacco della figlia della coppia (che consegnò il padre ai suoi carcerieri) hanno compromesso definitivamente la salute mentale della moglie, che non lo riconoscerà mettendolo alla porta. Estraneo in seno ad una famiglia distrutta, Lu Yanshi è però deciso a far rivivere il loro passato e a risvegliare i ricordi.
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VENERDÌ 10 LUGLIO ORE 1,00 ANNO 2015 – REGIA DI STEFANO SOLLIMA
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ALMANACCO DE 1930
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Questo libro è un viaggio nello spazio e nel tempo alla ricerca delle meraviglie italiane 58 50