Libretto Route 2015 Avellino 1

Page 1


“La felicità è tua, se soltanto guiderai correttamente la tua canoa”.


GIORNO 1

2015

ROUTE

+34 +20

Avellino - Firenze 2.8.2015

GIORNO 2

3 +35 +22

Firenze - località Poggiolo/Salaiole 3.8.2015

GIORNO 3

+32 +22

località Poggiolo/Salaiole - Barbiana 4.8.2015

GIORNO 4

8

14

+32 +21

Barbiana - Borgo S.Lorenzo 5.8.2015

21


GIORNO 1

Domenica - 2 Agosto

LITURGIA Signore, Insegnami la Route Signore, insegnami la Route: l’attenzione alle piccole cose al passo di chi cammina con me per non fare più lungo il mio; alla parola ascoltata perché non sia un dono che cade nel vuoto; agli occhi di chi mi sta vicino per indovinare la gioia e dividerla; per indovinare la tristezza e avvicinarmi in punta di piedi; per cercare insieme la nuova gioia. Signore, insegnami la Route: la strada su cui si cammina insieme: insieme nella semplicità di essere quello che si è insieme nella gioia di avere ricevuto tutto da Te insieme nel Tuo amore. Signore, insegnami la Route Tu, che sei La Strada e la gioia. Amen.

Canzone “La strada si apre”

3

Raggio che buca le nubi ed è già cielo aperto, acqua che scende decisa scavando da sé l’argine per la vita, traiettoria di un volo che sull’orizzonte di sera, tutto di questa natura ha una strada per sé. Attimo che segue attimo, un salto nel tempo passi di un mondo che tende oramai all’unità che non è più domani, usiamo allora queste mani, scaviamo a fondo nell’amore solo scegliendo l’amore il mondo vedrà… Che la strada si apre, passo dopo passo, ora su questa strada noi. E si spalanca un cielo, un mondo che Rinasce: si può vivere per l’unità. Segue una rotta in mezzo alle onde, uomo che s’apre la strada in una giungla d’idee seguendo sempre il sole quando si sente assetato deve raggiungere l’acqua, sabbia che nella risacca ritorna al mare. Usiamo allora queste mani, scaviamo a fondo nell’amore solo scegliendo l’amore il mondo vedrà…


“Mostrami, Signore, la tua Via, perché nella tua verità io CAMMINI”.


CARTOLINE DALLA ROUTE Firenze

Firenze è un comune Italiano di 381.037 abitanti, capoluogo della Toscana e centro della propria città metropolitana, con una popolazione di 1.012.180 ab. È l’ottavo comune italiano per popolazione e il primo della Regione Toscana. Nel Medioevo è stato un importante centro culturale, commerciale, economico e finanziario. Nell’età moderna ha ricoperto il ruolo di capitale del Granducato di Toscana, dal 1569 al 1859, con il governo delle famiglie dei Medici e dei Lorena. Fu capitale d’Italia dal 1865 al 1871, dopo l’unificazione del Paese (1861). Importante centro universitario e patrimonio dell’umanità UNESCO, è considerata il luogo d’origine del Rinascimento ed è universalmente riconosciuta come una delle culle dell’arte e dell’architettura, nonché rinomata come una delle più belle città del mondo, grazie ai suoi numerosi monumenti e musei – tra cui il Duomo, Santa Croce, gli Uffizi, Ponte Vecchio, Piazza della Signoria e Palazzo Pitti.

Curiosità Duomo, Palazzo Vecchio, Cappelle Medicee, Campanile di Giotto e chi più ne ha più ne metta: se dovessimo metterci a elencare tutti i monumenti e le attrazioni di Firenze - parlo solo di quelle principali - staremmo qui per giorni. Perché Firenze, nonostante le dimensioni piuttosto ridotte e a misura d’uomo, ha tanto da offrire. Non è che sia stata soprannominata culla del Rinascimento così a caso e non è considerata una delle città d’arte principali d’Italia per sbaglio, ma se chiese e musei dovessero alla lunga stufare, in alternativa si può andare alla ricerca di chicche e curiosità non molto conosciute ma altrettanto interessanti.

5

La Berta Ci troviamo a due passi dalla cattedrale, nella centralissima via de’ Cerretani. Prendete il negozio Promod come riferimento e guardate dritti davanti a voi: vedrete il fianco di una chiesa, Santa Maria Maggiore per l’esattezza. Osservate bene questo lato della chiesa, indirizzandovi verso l’alto: ad un certo punto spunta dal muro la testa pietrificata di una signora. Si tratta della Berta. Secondo una scuola di pensiero, pare che questa testa si trovi lì dal lontano 1326 per colpa (o per merito) dell’astrologo condannato al rogo Cecco d’Ascoli, in seguito a una maledizione da lui lanciata nei confronti di una donna che, negandogli dell’acqua,


gli aveva impedito di salvarsi dalle fiamme (aveva stretto un patto col diavolo). Un’altra scuola di pensiero identifica invece la Berta come una fruttivendola che regalò alla chiesa una campana per poter avvisare i lavoratori con i suoi rintocchi dell’apertura e della chiusura delle porte cittadine. Questo piccolo busto non è quindi altro che il segno del riconoscimento dei fiorentini nei confronti della Berta. Osservando attentamente la fiancata del duomo di Firenze si può scorgere la testa di un bovino, proprio in cima a una colonna portante, all’altezza di via Ricasoli. Che ci fa qui? Esistono due storie in merito, che mischiano verità e leggenda. La prima vuole la testa del bovino (una mucca?) come omaggio da parte dei costruttori a tutti gli animali da traino che furono impiegati nella costruzione di Santa Maria del Fiore. La seconda, decisamente più pepata, vede la testa del bovino (un toro) come testimonianza di un tradimento. Leggenda narra che un mastro carpentiere che lavorava nel cantiere della cattedrale avesse una relazione con la moglie di un fornaio la cui bottega si trovava proprio lì vicino. Quando il fornaio scoprì la relazione denunciò la moglie e l’amante al Tribunale Ecclesiastico e la storia tra i due dovette finire. Il mastro carpentiere però, che evidentemente non era carente in senso dell’umorismo, decise di piazzare la testa di un toro in un punto strategico della cattedrale affinché il fornaio, vedendola ogni giorno, si ricordasse nonostante tutto di essere un cornuto (e anche un po’ mazziato, aggiungerei). Il balcone rovesciato In Borgo Ognissanti, al civico 12, si nota un

balcone decisamente fuori dal comune, con tutti gli elementi architettonici al contrario. Il motivo di tale stranezza sembra essere un fraintendimento (più che altro un battibecco) tra il padrone di casa, tale Baldovinetti, che voleva un balcone bello e imponente e Alessandro de’ Medici, Signore di Firenze, che con un’ordinanza (1530) vietò elementi architettonici troppo vistosi e ingombranti dal momento che le vie della città erano piuttosto strette. Quel testa dura del Baldovinetti non ne voleva sapere di rinunciare al suo balcone, tanto che incominciò a stalkerare Alessandro de’ Medici chiedendogli ogni santo giorno la concessione di costruire il balcone. Quest’ultimo, esasperato, a un certo punto capitolò concedendo al Baldovinetti il nulla osta a costruire il balcone, ma a una condizione: che fosse costruito al contrario. Evidentemente Alessandro de’ Medici con questa mossa voleva scoraggiare il nostro ma, a quanto pare, non riuscì nel suo intento… Il diavolo del Giambologna In questo paragrafo scomodo nientepopodimenoche San Pietro Martire. Perché c’entra pure lui in tutta questa storia. In un angolo di palazzo Vecchietti, per la precisione tra via de’ Vecchietti e via Strozzi, si trova una scultura a dir poco grottesca che ritrae un diavoletto pArtabandiera. L’originale, che porta la firma del Giambologna, si trova ora al museo Bardini. La scultura è stata fatta erigere da Bernardo Vecchietti, proprietario del palazzo, nel punto in cui si verificò un episodio legato alla vita di San Pietro Martire. Questi, interrotto mentre predicava da un cavallo nero imbizzarrito che altro non poteva essere che il Diavolo, riuscì a immobilizzare l’animale con un gesto sacro. E a ricordo di ciò, è stato commissionato il diavoletto del Giambologna.


ANIMAZIONE Scoprire per crescere Una delle parole più cercate dagli italiani nel 2013 sul motore di ricerca Google è l’espressione “cambiare decisamente vita”, dove quel “decisamente” spiega tutta l’insoddisfazione di chi vive all’interno di idee, abitudini, schemi e luoghi che vorrebbe modificare. E non è un caso se in rete si moltiplicano i siti e i blog che spiegano come mollare tutto e cambiare vita. C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso… Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un’esistenza non convenzionale. Viaggiare significa innanzitutto scoprire; scoprire nuove culture, nuove usanze,. Ma soprattutto viaggiare soddisfa il bisogno più profondo dell’anima , quello dell’aprirsi ad un cammino che non sia quello di sempre. Quello di ogni giorno. Per cui sono almeno due i motivi che sottendono ad un viaggio, qualunque sia, vicino o lontano: uno è fatto di luoghi, persone, usi, costumi. L’altro è proprio tipico di una dimensione più interiore: quella parte di noi fatta di intuizioni, sensazioni, emozioni che vanno oltre il tempo ed il comune sentire. Quel che cogliamo d’ogni viaggio entra a far parte di una dimensione più ampia del semplice vivere. La memoria di ciò che vediamo durante il viaggio cede il posto alla critica, incrementando il nostro livello di esperienza e contribuendo a dare forma e colore al nostro io interiore.

7


GIORNO 2

Lunedì - 3 Agosto

LITURGIA Preghiera per il Grande Spirito Tatanka Mani “Oh Grande Spirito, la cui voce ascolto nel vento, il cui respiro dà vita a tutte le cose. Ascoltami; io hobisogno della tua forza e della tua saggezza, lasciami camminare nella bellezza, e fa che i miei occhi sempre guardino il rosso e purpureo tramonto. Fa che le mie mani rispettino la natura in ogni sua forma e che le mie orecchie rapidamente ascoltino la tua voce. Fa che sia saggio e che possa capire le cose che hai pensato per il mio popolo. Aiutami a rimanere calmo e forte di fronte a tutti quelli che verranno contro di me. Lasciami imparare le lezioni che hai nascosto in ogni foglia ed in ogni roccia. Aiutami a trovare azioni e pensieri puri per poter aiutare gli altri. Aiutami a trovare la compassione senza la opprimente contemplazione di me stesso. Io cerco la forza, non per essere più grande del mio fratello, ma per combattere il mio più grande nemico: Me stesso. Fammi sempre essere pronto a venire da te con mani pulite e sguardo alto. Così quando la vita appassisce, come appassisce il tramonto, il mio spirito possa venire a te senza vergogna.”

Canzone “Acqua siamo noi” Acqua siamo noi dall’antica sorgente vieniamo, fiumi siamo noi se i ruscelli si mettono insieme, mari siamo noi se i torrenti si danno la mano, vita nuova c’è se Gesù è in mezzo a noi. E allora diamoci la mano e tutti insieme camminiamo ed un oceano di pace nascerà. E l’egoismo cancelliamo un cuore limpido sentiamo e Dio che bagna dal suo amor l’umanità.

Nuova umanità oggi nasce da chi crede in lui, figli siamo noi se non siamo divisi da niente, vita eterna c’è quando lui è dentro a noi.


Testimonianza San Francesco d’Assisi 10. Non voglio procedere in questa Enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel moemnto della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità. E’ il santo patrono di tutti quelli che studiano oe lavorano nel campo dell’ecologia, amato anche da molti che non sono cristiani. Egli manifestò un’attenzione particolare verso la creazione di Dio e verso i più poveri e abbandonati. Amava ed era amato per la sua gioia, la sua dedizione generosa, il suo cuore universale. Era un mistico e un pellegrino che viveva con semplicità e in una meravigliosa armonia con Dio, con gli altri, con la natura e con se stesso. In lui si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore. 11. La sua testimonianza ci mostra anche che l’ecologia integrale richiede apertura verso categorie che trascendono il linguaggio delle scienze esatte o della biologia e ci collegano con l’essenza dell’umano. Così come succede quando ci innamoriamo di una persona, ogni volta che Francesco guardava il sole, la luna, gli animali più piccoli, la sua reazione era cantare, coinvolgendo nella sua lode tutte le altre creature. Egli entrava in comunicazione con tutto il creato, e predicava persino ai fiori e li invitava a odare e amare Iddio, come esseri dotati di sua reazione. Se noi ci accostiamo alla natura e all’ambiente senza questa apertura allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati. Viceversa, se noi ci sentiamo intimamente uniti a tutto ciò che esiste, la sobrietà e la curascaturiranno in maniera spontanea. La povertà e l’austerità di san Francesco non erano un ascetismo solamente esteriore, ma qualcosa di più radicale: una rinuncia a fare della realtà un mero oggetto di uso e di dominio.

Il mio appello 13. La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare. Il Creatore non ci abbandona, non fa mai marcia indietro nel suo progetto di amore, non si pente di averci creato. L’umanità ha ancora la capacità di collaborare per costruire la nostra casa comune. Desidero esprimere riconoscenza, incoraggiare e ringraziare tutti coloro che, nel più svariati settori dell’attività umana, stanno lavorando per garantire la protezione della casa che condividiamo. Meritano una gratitudine speciale quanti lottano con vigore per risolvere le drammatiche consegueze del degrado ambientale nella vita dei più poveri del mondo. I giovani esigono da noi un cambiamento. Essi si domandano com’è possibile che si pretenda di costruire un futuro migliore senza pensare alla crisi ambientale e alle sofferenze degli esclusi.

9


“Ombre distese su cristalli bianchi, silenzio che riecheggia nelle valli innevate, pensieri che aleggiano sulle Silenziose e maestose montagne�.


Salmo 104 “Benedici il Signore, anima mia, Signore, mio Dio, quanto sei grande! Rivestito di maestà e di splendore, avvolto di luce come di un manto. Tu stendi il cielo come una tenda, cotruisci sulle acque la tua dimore, fai delle nubi il tuo carro, cammini sulle ali del vento; fai dei venti i tuoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i tuoi ministri. Hai fondato la terra sulle sue basi, mai potrà vacillare. L’oceano l’avvolgeva come un manto, le acque coprivano le montagne. Alla tua minaccia sono fuggite, al fragore del tuo tuono hanno tremato. Emergono i monti, scendono le valli al luogo che hai loro assegnato. Hai posto un limite alle acque: non lo passeranno, non torrneranno a coprire la terra. Fai scaturire le sorgenti nelle valli e scorrono tra i monti; ne bevono tutte le bestie selvatiche e gli ònagri estinguono la loro sete. Al di sopra dimorano gli uccelli del cielo, cantano tra le fronde. Dalle tue alte dimore irrighi i monti, con il frutto delle tue opere sazi la terra. Fai crescere il fieno per gli armenti e l’erba al servizio dell’uomo, perchè tragga alimento dellla terra il vino che allieta il cuore dell’uomo; l’olio che fa brillare il so volto e il pane che sostiene il suo vigore. Si saziano gli alberi del Signore, i cedri del Libano da lui piantati. Là gli uccelli fanno il loro nido e la cicogna sui cipressi ha la sua casa. Per i camosci sono le alte montagne, le rocce sono rifugio per gli iràci. Per segnare le stagioni hai fatto la luna e il sole che conosce il suo tramonto.

11

Stendi le tenebre e viene la notte e vagano tutte le bestie della foresta; ruggiscano i leoncelli in cerca di preda e chiedono a Dio il loro cibo. Sorge il sole, si ritirano e si accovacciano nelle tane. Allora l’uomo esce al suo lavoro, per la sua fatica fino a sera. Quanto sono grandi, Signore, le tue opere! Tutto hai fatto con saggezza, la terra è piena delle tue creature. Ecco il mare spazioso e vasto: li guizzano senza numero animali piccoli e grandi. Lo solcano le navi, il Leviatàn che hai plasmato perchè in esso si diverta. Tutti da te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno. Tu lo provvedi, essi lo raccolgono, tu apri la mano, si saziano di beni. Se nascondi il tuo volto, vengono meno, togli loro il respiro, muoiono e ritornano nella loro polvere. Mandi il tuo spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra. La gloria del SIgnore sia per sempre; gioisca il SIgnore delle sue opere. Egli guarda la terra e la fà sussultare, tocca i monti ed essi fumano. Voglio cantare al Signore finché ho vita, cantare al mio Dio finché esisto. A lui sia gradito il mio canto; la mia gioia è nel Signore. Scompaiano i peccatori della terra e più non esistano gli empi. Benedici il Signore, anima mia.”


Località Poggiolo-Salaiole Salaiole è una frazione del comune di Borgo San Lorenzo in provincia di Firenze, meglio nota come Poggiolo-Salaiole, in quanto composta da questi due abitati contigui.

La frazione è situata nella parte meridionale del territorio comunale, costituendo quindi una delle vie d’accesso al Mugello, in quanto raggiungibile da Firenze lungo la via Faentina, dalla quale la via delle Salaiole inizia sul lato destro poche centinaia di metri dopo l’abitato di Mulinaccio (frazione del comune di Vaglia), per poi concludersi, dopo aver superato l’omonimo abitato, al km 0 della via Sagginalese (SP41) in prossimità di Borgo San Lorenzo. La breve salita delle Salaiole, che si trova fra l’abitato e l’innesto con la via Faentina, è conosciuta fra gli amatori del ciclismo mugellani per la sua durezza. Contatti Base regionale Toscana Le Salaiole, loc. Poggiolo-Salaiole 50032 Borgo San Lorenzo (FI) +39 338 98 40 262 lesalaiole@gmail.com

425 Hm

2 Bft, N

2 h 30 m

25 km


ANIMAZIONE Vivere alternativamente La testimonianza di una comunità che sperimenta la vita alternativa: Damanhur. In Valchiusella in provincia di Torino è presente la Federazione di Damanhur, l’esperienza di vita comunitaria più autorevole esistente in Italia. Nacque nel 1976 ad iniziativa di Oberto Aiuraudi, meglio noto con il nome damanhuriano di ‘Falco Tarassaco’; un ricercatore spirituale che insieme ad un gruppo di amici avviò un esperimento di vita e lavoro comunitari. Oggi Damanhur è organizzata secondo i criteri tipici di uno stato, con una propria Costituzione di 21 articoli e con il proprio territorio nel quale vi sono le Case in cui risiedono i Nuclei, gruppi di 10-12 persone che vivono l’esperienza comunitaria attraverso luoghi privati quali le stanza da letto e spazi comuni come bagno,cucina, sala da pranzo. Oggi, Damanhur, conta circa 700 abitanti. Esiste una moneta complementare usata come forma di scambio: il credito. Nella Federazione sono attuati mezzi produttivi di agricoltura e allevamento finalizzati all’autosostentamento, tutto ciò accompagnato da un totale rispetto e valorizzazione dell’ambiente, delle risorse naturali, dell’ecologia, con lo sviluppo di risorse energetiche ecocompatibili accompagnati dal rigoroso commercio equo e solidale. Nella federazione non esiste una religione bensì una spiritualità universale, ossia l’accettazione e il riconoscimento di tutte le religioni come vere; infatti i cittadini hanno realizzato il Tempio dell’Uomo,il quale, scavato nel ventre di una montagna, presenti vari ambienti denstinati al culto nonchè opere artistiche che rendono questo tempio unico nel suo genere a livello mondiale. Tra i tanti esperimenti damanhuriani vi sono le costruzioni di edifici in materiali ecologici come le case di paglia e terraccotta,nonchè le case sugli alberi. Quando gli abitanti acquistano la cittadinanza cambiano il loro nome acquisendone uno dal mondo animale e uno dal mondo vegetale.

13


GIORNO 3

Martedì - 4 Agosto

LITURGIA Preghiera Dio dei nostri padri grande e misericordioso Signore della Pace e della Vita Padre di tutti. Tu hai progetti di pace e non di afflizione condanni le guerre e abbati l’orgoglio dei violenti. Tu hai invitato il tuo figlio Gesù ad annunciare la pace ai vicini ed ai lontani a riunire gli uomini di ogni razza ed ogni stirpe in una sola famiglia. Ascolta il grido unanime dei tuoi figli, supplica ancorata di tutta l’umanità

Canzone “L’unico maestro” Le mie mani, con le tue, possono fare meraviglie possono stringere e perdonare e costruire cattedrali. Possono dare da mangiare e far fiorire una preghiera. Perchè tu, solo tu, solo tu sei il mio maestro e insegnami ad amare come hai fatto tu con me, se lo vuoi io lo dico a tutto il mondo che tu sei, l’unico maestro sei per me. Questi occhi, con i tuoi, potranno vedere meraviglie, potranno piangere e luccicare, guardare oltre ogni frontiera. Potranno amare più di ieri se sanno insieme a te sognare. Perchè tu, solo tu, solo tu sei il mio maestro e insegnami ad amare come hai fatto tu con me, se lo vuoi, io lo grido a tutto il mondo che tu sei, l’unico maestro sei per me.

mai più la guerra avventura senza ritorno, mai più la guerra spirituale di lutti e di violenze; mai questa guerra del Golfo Persico, minacce per le tue creature, in cielo, in terra, in mare. In comunione con Maria, la madre di Gesù, ancora ti supplichiamo: parla ai cuori del responsabili delle sorti dei popoli, ferma la logica della ritorsione e della vendetta, gesti generosi ed onorevoli, spazi di dialogo e di paziente attesa più fecondi delle affrettate scadenze di guerra. Concedi al nostro tempo Giorni di pace Mai più guerre Amen Giovanni Paolo II

Questi piedi, con i tuoi possono fare strade nuove, possono correre e riposare, sentirsi a casa in questo mondo. Possono mettere radici e passo a passo camminare. Perchè tu, solo tu, solo tu sei il mio maestro e insegnami ad amare come hai fatto tu con me, se lo vuoi io lo grido a tutto il mondo che tu sei, l’unico maestro sei per me. Tu sei il capo, noi le membra, diciamo un’unica preghiera, Tu sei il maestro noi, testimoni della prola del vangelo. Possiamo vivere felici in questa chiesa che rinasce. Perchè tu, solo tu, solo tu sei il mio maestro e insegnami ad amare come hai fatto tu con me, se lo vuoi, io lo grido a tutto il mondo che tu sei, l’unico maestro sei per me.


Testimonianza Don Milani La scuola di Barbiana ... Però chi era senza basi, lento o svogliato si sentiva il preferito. Veniva accolto come voi accogliete il primo della classe. Sembrava che la scuola fosse tutta solo per lui. Finchè non aveva capito, gli altri non andavano avanti. I bocciati Alla fine delle elementari 11 ragazzi (su 32) hanno già lasciato la scuola per colpa delle maestre. “La scuola è aperta a tutti. Tutti i cittadini hanno diritto a otto anni di scuola. Tutti i cittadini sono eguali”. Ma quegli 11 no. Neanche uno di loro è figlio di signori. La cosa è così evidente che fa sorridere. Gli 11 ragazzi che sono andati a lavorare nei cinque anni delle elementari avevano dai 7 ai 14 anni. La maggioranza erano contadini o comunque gente che vive in case isolate dove c’è sempre qualche facenda da dare anche ad un bambino piccolo. Lo Stato si è scordato di loro. Non li scrive più nel registro scolastico e non li scrive ancora in quello delle forze di lavoro. La professoressa della scuola media: “Quando li presi in prima erano dei veri analfabeti. Ora invece mi fanno i compiti tutti corretti”. Di chi parla? Dove sono i ragazzi che prese in prima media? Sono rimasti solo quelli che scrivevano corretto anche allora e forse anche in terza elementare. Quelli che l’hanno imparato dalla famiglia. Gli analfabeti che aveva in prima media sono ancora analfabeti. Se li è solo levati davanti agli occhi. Voi dite di aver bocciato i cretini e gli svogliati. Allora voi sostenete che Dio fa nascere i cretini e gli svogliati nelle case dei poveri. Ma Dio non fa questi dispetti ai poveri. E’ più facile che i dispettosi siete voi. (Don Milani - Lettera ad una professoressa - ed. LEF, Firenze)

Cantico Geremia 31, 10-14 Ascoltatemi popoli, la parola del Signore annunziatela alle isole lontane e dite: “Chi ha disperso Israele lo raduna e lo custodisce come fa un pastore con il gregge”, perchè il Signore ha redento Giacobbe, lo ha riscattato dalle mani del più forte di lui. Verranno e canteranno inni sull’altura di Sion, affluiranno verso i beni del Signore, verso il grano, il mosto e l’olio,

15

verso i nati dei greggi e degli armenti. Essi saranno come un giardino irrigato, non languiranno mai. Allora si allieterà la vergine alla danza; i giovani e i vecchi gioiranno. Io cambierò il loro lutto in gioia, li consolerò e li renderò felici, senza afflizioni. Sazierò di delizie l’anima dei sacerdoti e il mio popolo abbonderà dei miei beni.


“E allora il maestro deve essere per quanto può, profeta, scrutare i segni dei tempi, indovinare negli occhi dei ragazzi le cose belle che essi vedranno chiare domani e che noi vediamo solo in confusoâ€?.


Barbiana Barbiana (frazione di Vicchio) è un piccolo borgo sperduto sui monti. Vicchio è un comune italiano, della provincia di Firenze, situato nella valle del Mugello, in Toscana. Vicchio è stata la patria natale di due pittori che hanno fatto grande l’arte figurativa: Giotto e il Beato Angelico. Barbiana non è un paese, non è nemmeno un villaggio. Barbiana è una chiesa con la canonica. Le case, una ventina in tutto, sono sparse nel bosco e nei campi circostanti, isolate tra loro. Quando il 7 dicembre 1954 arrivò a Barbiana il parroco don Lorenzo Milani, non c’erano strade, acqua, luce e scuola.

Contatti Fondazione Don Lorenzo Milani Loc. Barbiana, 9 50031 Vicchio Mugello (FI) +39 055 418 811 contatti@donlorenzomilani.it

17

471 Hm

2 Bft, NE

3 h 30 m

11 km


ANIMAZIONE Forza di volontà come forza motrice Il test psicologico si propone di cogliere, attraverso la combinazione dei colori e dei tratti raffigurativi dentro forme geografiche, i processi spontanei del soggetto, consentendo così di delineare indirettamente le caratteristiche strutturali della vita psichica. Guarda la foto in basso e scegli l’immagine che per prima attira la tua attenzione.

1) La tua forza di volontà è soddisfacente La tua forza di volontà sembra adeguata e nella media, senza tuttavia distinguersi eccessivamente; ti piace elaborare progetti esistenziali e profesisonali, ma non sempre riesci a concretizzarli nel modo auspicato. I tuoi conoscenti ti reputano una persona costante ed affidabile che tuttavia può mostrare qualche mancanza nei momenti di difficoltà. Sei consapevole che con un impegno maggiore e costante potresti raggiungere risultati insperati. 2) La tua forza di volontà è discreta Generalmente non ti tiri indietro quando si tratta di portare avanti un progetto; sei solo un po’ pigra e questo ti porta a rallentare negli impegni….insomma come si suol dire sei un motore diesel: non ti predisponi nell’immediato ma quando inizi un progetto, lo porti a termine. Meno costanti a portare a termine impegni quali dieta, palestra…..ecco in quel caso pecchi un po’.


3) La tua forza di volontà è elevata Portare avanti i tuoi programmi nella vita privata e lavorativa è una costante imprescindibile, tanto da non tollerare gli ostacoli e provare spesso anche a prevenirli. Le difficoltà non ti scoraggiano ed al contrario possono caricarti maggiormente aiutandoti nel raggiungere i tuoi obiettivi. Questo tuo atteggiamento può risultare tuttavia motivo di scontro con gli altri, soprattutto in presenza di caratteri simili al tuo.

come previsto. La tua grande forza di volontà è affiancata da un punto di vista attento e razionale; prima di intraprendere un progetto, valuti prima i pro e i contro. Hai la capacità di saper dire no, quando c’è in ballo qualcosa al di sopra delle tue possibilità. La tua forza sta nella costanza e nella voglia di migliorarsi sempre.

6) La tua forza di volontà è scarsa Non sembri predisposta e capace di portare a termine gli obiettivi che ti prefiggi, tanto da fartene una ragione e perdere finducia in te stessa. Di rado riesci a mantenere le promesse e gli 4) La tua forza di volontà è troppa impegni presi e spesso finisci per farti distrarre La tua forza di volonta rasenta l’ostinazio- da altre attività che al momento ti sembrano ne, cerca di essere meno rigida nelle cose più soddisfacenti. che fai; è normale non poter rispettare passo dopo passo tutto quello che ti sei prefissata; non credi di pretendere troppo da te? Meglio ridimensionare le tue ambi- Dalle risposte date, probabilmente sei consazioni e soprattutto cerca di accettare che pevole di questo tuo lato negativo, non resta non è sempre possibile prevedere e com- che partire da qui per migliorare questo aspetto battere gli eventi che possono accadere. importante e dare una svolta alla tua esistenza. Cerca di perseverare nei tuoi obiettivi ed Il tuo problema principale è che non credi in te impegni in modo più rilassato e di capire stessa e questo ti porta a perdere ogni stimolo. che a volte gli imprevisti della vita quoti- Prova a migliorare l’autostima di conseguenza diana non ti cambieranno la vita. migliorerà la tua forza di volontà. 5) La tua forza di volonta è regolare ti piace elaborare progetti e iniziative e di solito riesci a portare a termine il tutto

19


Zanardi: quando la forza di volontà ti porta oltre il limite Tutti i commentatori concordano nel dire che Alex ha vissuto almeno tre vite: la prima comeautomobilista nelle categorie Cart, Formula3 e F1, giovane promessa dello sport; la seconda, dopol’incidente, quando torna in pista e vince il Campionato Italiano di Turismo (due volte); la terza, dedicata a una nuova passione, la bicicletta, che l’ha portato alla vittoria alle Paralimpiadi di Londra di due giorni fa. A noi piace pensare, però, che la vita di Alex sia una, perché segnata da una grande, incredibile forza di volontà. Sempre, in qualunque occasione: non si tratta di retorica, ma di risultati; concreti e tangibili. “Mi considero uno che ha avuto tanto nella vita e continuo ad aggiungere. Di questo non posso che ringraziare la Dea bendata” (Ricordatelo, la prossima volta che sarete tentati di non essere grati di ciò che avete.) È una storia nota. Il 15 settembre 2011, in Germania sul circuito dell’EuroSpeedway Lausitz, Alex Zanardi perde le gambe in un tragico incidente. Ne seguirà una riabilitazione che lui stesso racconta così: «La mia gara ora è al centro protesi di Budrio, a far funzionare un paio di gambe in cui non scorre sangue, ma fanno un male boia, che sono fredde come il metallo, ma che fanno sudare come se la strada fosse sempre in salita, che mi permettono di avanzare, ma mi fanno cadere». “Ora se mi faccio male di nuovo mi basta una chiave a brugola per tornare a posto.” Ecco il commento che il pilota affidò ai cronisti nel 2003, pochi mesi dopo il suo ritorno in pista.

Dopo l’incidente e una riabilitazione massacrante, Alex ritrova la forza non solo di tornare alla sua vita normale, ma di superare i suoi stessi limiti. Non si arrende e, da una tragedia, fa nascere una storia diincredibile successo: il Campionato Italiano Turismo, le vittorie europee, la visibilità in tv (è uno dei personaggi italiani più amati all’estero) e le Paralimpiadi. Sorridere delle proprie disgrazie significa ridimensionarle, impedire che ti aggrediscano, che t’invadano, ti immobilizzino. Ah, dimenticavo: una volta al Letterman Show (notissimo programma satirico USA), Alex si divertì a raccontare come sia comodo potersi “smontare” le gambe. Ecco come si trasforma una disgrazia in una possibilità di riscatto. Zanardi ha 45 anni e ha cominciato ad allenarsi in bici appena due anni fa: al Giornale di RadioRai ha raccontato di quando, all’inizio degli allenamenti “mi divertivo su quella bicicletta strana dall’assetto diabolico”, che si ribaltava sistematicamente. Un balzo in avanti notevole in appena due anni. Un successo in cui pochi credevano (almeno all’inizio): una follia appunto, un modo di pensare diverso, controcorrente. “Stay foolish” (restate folli), diceva un altro che di successi se ne intendeva… Mai fermarsi dopo una grossa difficoltà? Ne abbiamo già parlato. Ora vogliamo dirvi di come non bisogna mai fermarsi quando si ottiene un successo: sentirsi arrivati, per Alex Zanardi è quasi una bestemmia. Dopo l’oro Parolimpico, Alex ha la forza di dire: “Adesso dovrò inventarmi un’altra impresa.”


GIORNO 4

Mercoledì - 5 Agosto

LITURGIA Preghiera Messaggio di tenerezza “Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata. E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme: le mie e quelle del Signore. Ma in alcuni tratti ho visto una sola orma, proprio nei giorni più difficili della mia vita. Allora ho detto: “Signore io ho scelto di vivere con te e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me.

Perchè mi hai lasciato solo proprio nei momenti più difficili?” E lui mi ha risposto: “Figlio, tu lo sai che io ti amo e non ti ho abbandonato mai: i giorni nei quali c’è soltanto un’orma sulla sabbia sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”.

Canzone “Il canto dell’amore” Se dovrai attraversare il deserto non temere io sarò con te se dovrai camminare nel fuoco la sua fiamma non ti brucerà seguirai la mia luce nella notte sentirai la mia forza nel cammino io sono il tuo Dio, il Signore.

darò acqua nell’aridità perchè tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai perché tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai.

Sono io che ti ho fatto e plasmato ti ho chiamato per nome io da sempre ti ho conosciuto e ti ho dato il mio amore perchè tu sei prezioso ai miei occhi vali più del più grande dei tesori io sarò con te dovunque andrai.

Io ti sarò accanto sarò con te per tutto il tuo viaggio sarò con te io ti sarò accanto sarò con te per tutto il tuo viaggio sarò con te.

Non pensare alle cose di ieri cose nuove fioriscono già aprirò nel deserto sentieri

21


“Benvenuti agli uomini di buona volontà”.


Testimonianza Capi La cosa che ci distingue dagli altri e che ci accomuna come scout è il non essere adulatori. Potrei parlarvi con poche parole, non essendo molto loquace, ma so che con poche parole non si può contenere quello che ho dentro. Per quello che ho detto prima di non essere un adulatore ti dico che nonostante non ho percorso tutto il sentiero scout a fianco di tutti voi oggi con la vostra testimonianza, il vostro camminare insieme, oggi, mi fanno capire quanto avevo perso; poichè sono un bambino prodigio sicuramente durante questi anni ho recuperato tanto, ho saputo rubare il vostro modo di porvi. Non sarò stato un buon Capo Catechista perchè ho accettato la fede come dono di Dio. Non saprò mai dare delle spiegazioni o fare riferimenti bliblici, ma il solo rispettare i Comandamenti Cristiani e poi la legge scout mi auguro anzi ho la certezza di essere sulla strada giusta. Strada che vorrei continuare a percorrere insieme, come capo gruppo o come semplice riparatore o pulitore sedi non mi interessa. Il Servizio, il Donarsi, L’amare mi rende libero, e puro davanti a Dio. Grazie per aver innescato la miccia della preghiera, ti confesso oggi sono tornato a casa molto ma molto più sereno di come sono partito, questo è un buon segno. Grazie dal vecchio Lupo Solitario che è in me, ma pronto a difendere la sua CUCCIOLATA. Da una corrispondenza privata di Gianni - Giugno 2014

Salmo 133 Canto delle ascensioni. Di Davide. Ecco quanto è buono e quianto è soave che i fratelli vivano insieme! E’ come olio profumato sul capo, che scende sulla barba, sulla barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste. E’ come rugiada dell’Ermon, che scende sui monti di Sion. Là il Signore dona la benezione e la vita per sempre

23


Borgo San Lorenzo A circa trenta chilometri di distanza dal capoluogo toscano,Borgo San Lorenzo è situato in quella regione che attraversa l’alto e medio corso del Sieve, la zona denominata Mugello, del quale ne è considerato il capoluogo. Il nome deriva da una delle più antiche pievi romaniche, costruita sulle rovine di un tempio romano del IV secolo. Le testimonianze del passato sono evidenti anche nella zona circostante, dove sono presenti resti archeologici di epoca etrusca.

Contatti Convento Frati Minori Cappuccini Via dei Cappuccini, Borgo San Lorenzo FI +39 055 845 9385

220 Hm

3 Bft, N

2 h 15 m

10 km


ANIMAZIONE

Era una bella mattina di fine novembre. Nella notte aveva nevicato un poco, ma il terreno era coperto di un velo fresco non più alto di tre dita. Al buio, subito dopo laudi, avevamo mangiato in un piccolo ristorante a valle. Poi ci eravamo messi in viaggio verso le montagne, allo spuntar del sole. Come ci inerpicavamo per il sentiero scosceso che si snodava intorno al monte, vidi l’abbazia. Dico che in certi punti, dal basso, sembrava che la roccia si prolungasse verso il cielo, senza soluzione di tinte e di materia, e diventasse a un certo punto mastio e torrione (opera di giganti che avessero gran familiarità e con la terra e col cielo). Tre ordini di finestre dicevano il ritmo trino della sua sopraelevazione, così che ciò che era fisicamente quadrato sulla terra, era spiritualmente triangolare nel cielo. Nell’appressarvici maggiormente, si capiva che la forma quadrangolare generava, a ciascuno dei suoi angoli, un torrione eptagonale, di cui cinque lati si protendevano all’esterno - quattro dunque degli otto lati dell’ottagono maggiore generando quattro eptagoni minori, che all’esterno si manifestavano come pentagoni. Otto il numero della perfezione d’ogni tetragono, quattro il numero dei vangeli, cinque il numero delle zone del mondo, sette il numero dei doni dello Spirito Santo. Per la mole, e per la forma, l’Edificio mi apparve come più tardi avrei visto nel sud della penisola italiana Castel Ursino o Castel dal Monte, ma per la posizione inaccessibile era di quelli più tremendo, e capace di generare timore nel viaggiatore che vi si avvicinasse a poco a poco. E fortuna che, essendo una limpidissima mattinata invernale, la costruzione non mi apparve quale la si vede nei giorni di tempesta. Non dirò comunque che essa suggerisse sentimenti di giocondità. Io ne trassi spavento, e una inquietudine sottile. Dio sa che non erano fantasmi dell’animo mio immaturo, e che rettamente interpretavo indubitabili presagi iscritti nella pietra, sin dal giorno che i giganti vi posero mano, e prima che la illusa volontà dei monaci ardisse consacrarla alla custodia della parola divina. John Watson, 17 novembre 1855 “Fra realtà ed illusione” Tutti sanno quanto sia difficoltoso trovare una camera d’albergo libera quando la si cerca all’ultimo momento. Avevamo avuto un incidente automobilistico, ma non pareva interessare a nessuno e nessuno si turbava nemmeno alla vista della ferita allo zigomo della mia giovane moglie.— Tutto esaurito, — rispondevano i portieri degli alberghi, sorridendo come se ci provassero gusto. Ci trovavamo quindi a girovagare in una città sconosciuta, lontani da casa e dagli amici, al calar della sera. Non mi preoccupavo per me, ma non volevo che Eve dovesse passare tutta la notte su una panchina. Camminavamo sempre più esausti e in zone sempre più periferiche, quando mia moglie si immobilizzò indicandomi una vecchia costruzione. Era un edificio cadente di quattro piani, e al secondo spiccava il magico cartello: “Camere da affittare”.Raggiungemmo l’ingresso correndo, ma prima che potessimo suonare il campanello la porta si aprì come se fossimo attesi, e un uomo pallido con una zazzera grigia, vestito con ricercatezza, stava davanti a noi. Balbettai la mia richiesta, lui annui e si avviò verso l’interno della casa, ancora più squallido dell’esterno. Salimmo al quarto piano, entrammo in una stanza anonima, poi l’uomo che si era presentato come il signor Melkin ci lasciò soli. Ci avrebbero dato anche la cena? Sentendo delle voci da basso, scesi e mi ritrovai in un’ampia sala dov’erano riuniti degli individui piuttosto eleganti, tanto che mi vergognavo del disordine dei miei vestiti.— Siete in gran forma, sapete? — mi disse il signor Melkin. Tacqui, perché lui certo non lo era, anzi. Quando volle presentarmi agli altri, mi scusai del mio aspetto:— Perdonate, ma ho perso la mia giacca nell’incidente d’auto di stamattina, — dissi.— Sappiamo, — fece sorprendentemente il signor Melkin. — Come è accaduto a lui del resto, — aggiunse accennando a qualcuno, in un angolo buio.

25


Lo guardai, e mi parve che avesse il volto sfigurato, e fosse pieno di ferite ancora fresche. Doveva essere l’effetto della luce. Ma anche gli altri non erano una compagnia allegra. Grigi e con lo sguardo privo di espressione. Così eleganti, come mai erano finiti in quella pensione? Eh, pensai,come noi, non avranno trovato di meglio. Il mio appetito aumentava, cosi osai chiedere:— Sarebbe possibile mangiare qualcosa?— Signor Drew, — ribatté Melkin severamente,— scherzi di questo tipo non ci piacciono. Scherzi?, avevo una fame da morire. Avrei portato Eve fuori a cena Ma quando salii in camera, la trovai sconvolta. — Johnny, — disse, — quando te ne sei andato è successa una cosa stranissima: mi sono ritrovata davanti due donne,tristi ed eleganti, e una ha detto all’altra: “Questa è la signora Drew, quella dell’incidente!” Mi hanno osservata tutte e due intensamente, poi hanno commentato in coro: “Però, siete in grandissima forma!”— E allora? Lo sei, — scherzai abbracciandola.— Ma, Johnny, quando si sono voltate, ho visto che una di loro aveva un buco intesta, grande che ci si poteva infilare un pugno !— Tutta immaginazione. Non pensarci. Vieni, che usciamo a mangiare qualcosa. n fondo alle scale incontrammo il signor Melkin.— Usciamo un attimo a cercare un ristorante, —gli dissi. — Torneremo appena mangiato. Di nuovo mi fissò severamente. — Continuate a scherzare? — sibilò. Scossi la testa e aggiunsi: — E poi dobbiamo comprare il giornale della sera. — Signor Drew, non vi capisco proprio. Comunque sappiate che il portone è chiuso. Quanto al giornale, posso darvi il mio — . Lo tolse da un cassetto e me lo porse. La prospettiva non mi allettava, ma Eve mi trascinò su per le scale. — Sempre meglio che dormire su una panchina, via! E quello lascialo perdere, è solo un originale. Sospirai, e appena in camera mi misi a scorrere il giornale, quando un trafiletto mi colpi fino a farmi star male. Diceva:

<< DUE MORTI IN UN INCIDENTE STRADALE 9 agosto. I coniugi Drew provenienti dalla California sono deceduti oggi uscendo di strada con la loro macchina sulla Gormley Highway.>> Sconvolto, non ebbi la presenza di spirito di nascondere in tempo il giornale. Eve me lo strappò di mano, lesse e gettò un grido. Io invece ero ammutolito e non riuscivo nemmeno a spiegarle che certo si trattava di un equivoco, che il giorno dopo avremmo spiegato tutto alla Polizia. Sentimmo bussare. Scattai in piedi. Era Melkin, che mi fissò gravemente.— Mi sento costretto a spiegarvi alcune cose, — disse con una voce priva di espressione. — Questa, vedete, non è una casa come le altre. Era così pallido, che la sua pelle aveva riflessi azzurri. Lo interruppi.— Io non intendo contravvenire alle regole della pensione, — dissi sorridendo ingenuamente. — Ma è successa una cosa per cui dovremmo uscire qualche minuto. È accaduto un equivoco assai spiacevole; dobbiamo assolutamente far chiaro sulla faccenda e puntai il dito sul giornale, sul trafiletto che annunciava la nostra “morte”.Se credevo di averlo impressionato, mi sbagliavo. Si limitò a fissarmi ironicamente.— Avete davanti a voi me e mia moglie in carne e ossa, — continuai, — quindi è evidente che devo recarmi alla Polizia per smentire la notizia. Presi poi Eve per mano e mi avviai alla porta con fare minaccioso. Sono un tipo robusto, e pensavo che l’avrei scostato facilmente. Lui fece una smorfia. — Non potete nulla contro un morto, lo sapete, — disse. —E, in ogni modo, non vi è concesso di uscire. (…) To Be continued…


Ronta Ronta è una località turistica che si trova nel comune di Borgo San Lorenzo ed è situata ai piedi della catena degli Appennini, nella valle del torrente Ensa, affluente del fiume Sieve. Negli anni venti del Novecento fu aperto un stabilimento idroterapico, che oggi non esiste più, grazie al quale la località divenne una apprezzata stazione climatica. A Ronta si trovano alcune ville, la villa Edlmann, la villa Liccioli, del 1232, la villa Gerini, del Settecento, la villa Pananti Moretti che ricorda in una lapide il poeta Filippo Pananti, la Chiesa di San Michele e, presso il cimitero, la pieve romanica.

Contatti Rifugio Valdiccioli loc. Valdiccioli 50032 Borgo San Lorenzo (FI) +339 7722208 info@rigufimugello.it

27

880 Hm

2 Bft, SO

2h

13 km




Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.