Sentalp sommer 2015 it

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RACINES VAL R I D A N N A VAL R A C I N E S VAL G I OVO VIPITENO C A M P O D I T RE N S P R AT I - VAL D I V I Z Z E

VA C A N Z E E T E M P O L I B E R O I N A LTO A D I G E

C O L L E I S A RC O VAL D I F LE RE S B RE N N E RO

» sette in un colpo Un percorso da sogno in un paesaggio montano solitario

» tesori nascosti

Intervista con Andreas Gartner, esperto di minerali

» come un vero pilota professionista Sfrecciando in discesa sulle mountain cart

ESTATE 2015


ESTATE 2015

Cari lettori,

(da sinistra) Josef Turin, Manuela Stuefer e Thomas Gschließer, Associazioni turistiche di Vipiteno, Colle Isarco e Racines

non è necessario spostare le montagne per guardare il mondo con occhi nuovi. A volte basta cambiare prospettiva. Anche per le montagne è così. Le si può scalare arrampicandosi, circumnavigarle a piedi o con i mezzi, sorvolarle e superarle, o semplicemente osservarle, dal fondovalle o con un binocolo. Qualunque sia il vostro approccio, vi stupirete: ogni volta vi appariranno diverse. Nel Giro dei Sette Laghi di Ridanna, annunciato nella nostra storia di copertina, potrete toccare con mano le impressionanti cime delle Alpi dello Stubai. I monti cambiano, in continuazione, proprio così come noi uomini, e ciascuno con i propri segreti. Così accade anche per il Monteneve di Ridanna. In questo numero vi accompagneremo nell’affascinante mondo sotterraneo, dove per secoli i minatori hanno estratto minerali. Anche i monti della Val di Vizze celano un aspetto mistico. Sapevate, ad esempio, che vi si trovano oltre 80 cristalli e minerali variopinti, nascosti nell’oscurità della viscere della terra? Non nasconderemo invece il segreto del vero Schüttelbrot fatto in casa, il tradizionale pane croccante, peraltro assai apprezzato come merenda dagli alpinisti. Vi sveleremo inoltre i dettagli della parete d’arrampicata “Stohlwond” di Racines. Per coloro che amano l’avventura, a Ladurns sono pronte invece le “mountain cart” a tre ruote, per discendere a valle a tutta velocità! Non occorre sempre salire in alta quota per toccare il cielo con un dito. Al Santuario di pellegrinaggio di Maria Trens sembra che i desideri di innumerevoli pellegrini siano stati ascoltati. E coloro che visiteranno con curiosità e attenzione Vipiteno, non mancheranno di trovare qualche splendido esemplare d’arte sacra e altri tesori culturali.

» premessa

ALTO ADIGE

Quale che sia la prospettiva da cui scoprirete le nostre aree vacanze, a voi l’augurio di trascorrervi un soggiorno ricco di emozioni e avventure!

ITALIA Le Associazioni turistiche di Racines, Vipiteno e Colle Isarco

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AUSTRIA Brennero

S. Antonio Masseria

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Colle Isarco > Val di Fleres > Brennero

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Val Sarentino Bolzano

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Racines > Val Racines > Val Ridanna > Val Giovo

Bressanone - Bolzano

>06 | sette in un colpo Solo chi riesce ad alzarsi dal letto di primo mattino e possiede un minimo di resistenza fisica, può godersi appieno l’impressionante giro dei Sette Laghi in Val Ridanna. Un’indimenticabile esperienza fra i monti della Val Ridanna.

>26 | come un vero pilota professionista Da tempo l’area sciistica ed escursionistica di Ladurns è una meta imperdibile anche d’estate. Si sale in seggiovia, si scende a gran velocità: le mountain cart senza motore garantiscono fantastiche avventure d’estate per giovani e meno giovani.

>12 | tesori nascosti Formazioni rocciose assai speciali, formatesi nell’arco di milioni di anni, ospitano dei giacimenti di minerali unici nel loro genere fra i monti della Val di Vizze. Intervista ad Andreas Gartner, entusiasta collezionista di minerali e titolare del negozio di pietre “Krystallos” a Vipiteno.

>28 | o maria, aiutaci! Fermarsi e pregare o ringraziare: da secoli il Santuario di pellegrinaggio di Maria Trens attira innumerevoli devoti d’ogni dove che giungono alla “Madonna di Trens” con le loro vicissitudini.

>16 | monteneve avventuroso Attrezzati di casco, torcia e stivali di gomma, seguiamo a 2.000 m le impronte dei minatori di Monteneve che qui per secoli hanno cercato argento, piombo e zinco. Un’affascinante avventura nel sottosuolo. >20 | cultura ad ogni angolo La città alpina di Vipiteno è ricca di tesori culturali di cui a prima vista nemmeno ci si accorge. Visita culturale guidata attraverso uno dei borghi più belli d’Italia. >24 | ”stohlwond”, il paradiso degli arrampicatori sportivi La “Stohlwond”, con settori verticali e strapiombanti, si sviluppa da un alpeggio verdeggiante in fondo alla Val Racines. La formazione rocciosa su placche in gneis e scisto offre svariati percorsi d’arrampicata.

» orientamento

Vipiteno > Città di Vipiteno > Campo di Trens > Prati > Val di Vizze

Mules

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» indice

>32 | scuotere, non mescolare! L’uomo non vive di solo pane, eppure... con le migliori intenzioni è difficile resistere al delizioso profumo del pane fresco! Come nasce lo Schüttelbrot, gusto e tradizione di un pane croccante. >34 | corone per il bestiame A fine settembre circa 500 pecore e 70 mucche ritornano dagli alpeggi, fiere dello scalpitio dei loro zoccoli e dei loro campanacci attorno al collo. La transumanza a Ridanna è una delle più grandi e spettacolari di tutto l’Alto Adige. >38 | eventi Concerti e mostre, feste e mercati, sport e intrattenimento: tutti gli appuntamenti da non perdere sono riportati alle pagine 38 e 39.

CULTURA E TRADIZIONE DA VEDERE DA SAPERE VIVERE LA NATURA STORIA ATTIVITÀ E MOVIMENTO PIACERI FAMIGLIA EVENTI

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Al risveglio del sole, si arrampica in alto. Senza corda, in solitaria, su pareti verticali, come se fosse una passeggiata del mattino. Maestoso getta il suo sguardo sul proprio regno, ruminando tranquillo dai promontori più soleggiati. Uccidere uno stambecco era un tempo il sogno di ogni cacciatore. La tradizione popolare gli attribuiva persino dei poteri magici. Le sue corna dovevano tenere lontano il male, il suo sangue curare le vertigini, il suo cuore donare forza, il suo tallone accendere l’amore. 200 anni fa il “re delle Alpi” rischiava quasi di estinguersi. Ma egli sopravvisse grazie al re Vittorio Emanuele che fece proteggere gli ultimi esemplari sul Gran Paradiso. Da questa riserva si diffusero gradualmente sempre più esemplari. A Racines, Vipiteno, Colle Isarco e nelle valli laterali circostanti vivono oggi circa 300 stambecchi. Essi adorano farsi ammirare e fotografare dalla gente di passaggio. Come veri re, per l’appunto.

Testo Renate Breitenberger | © Foto Associazione Cacciatori Alto Adige, Peter Unterhofer

» il re delle alpi

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» Sette in

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un colpo Un percorso da sogno in un paesaggio montano solitario Testo Karl Polig Foto Alex Zambelli

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SOMMER 2014

Solo chi riesce ad alzarsi dal letto di primo mattino e possiede un minimo di resistenza fisica, può godersi appieno l’impressionante giro dei Sette Laghi in Val Ridanna. Un pizzico di esperienza di tour in montagna, calzature robuste e abbigliamento anti-intemperie e sarete pronti per vivere un’indimenticabile esperienza fra queste montagne. Si parte dalla bella Val Ridanna, dentro nel suo fondovalle presso il Museo delle Miniere di Ridanna-Monteneve. La salita faticosa attraverso la stretta Valle di Lazzago può essere accorciata di due ore servendosi del bus navetta; in ogni caso occorre prenotarlo per tempo al Museo delle Miniere. Entusiasti, giungiamo in bus sull’alpeggio del Moarberg a ben 2.100 m. Ad ogni passo ritroviamo i resti dell’epoca in cui l’attività mineraria era assai fiorente. Per molti secoli i minatori instancabili hanno estorto alle viscere della montagna argento, piombo e zinco. Dopo una breve sosta in baita si parte con la vera e propria escursione. Seguiamo la segnaletica in legno, ci fermiamo al segnavia n. 33 e marciamo per riscaldarci sull’ex linea del tutto in piano su cui soleva transitare il tram con i cavalli. Un tempo queste linee facevano parte del più grande impianto di trasporto mondiale in superficie su rotaia e servivano per il trasporto di minerali. Presto inizia la salita alla “Moarer Egete”, come chiamano gli abitanti di Ridanna la valle d’alta montagna, unica dal punto di vista paesaggistico, caratterizzata da pietre bianche, un

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ruscello cristallino dal dolce mormorio ed un manto vegetale di colore verde vivo. Il sentiero ci porta al Lago di Massaro (Moarer Egetsee) a quasi 2.500 m. Vale la pena fare una breve deviazione per il Piccolo Lago di Massaro (Kleiner Moarer Egetsee), la cui sponda è decorata con un morbido manto di erioforo bianco. Ci fermiamo per una breve sosta; del resto abbiamo già camminato per un’ora e mezza. Tuttavia il tempo è volato, mentre i nostri occhi continuavano a cogliere scorci da favola. Un campo di detriti bianchi accecanti e il paesaggio alle sue spalle si specchiano nel lago. Come un libro illustrato! Il piacere della natura allo stato puro ci dona la forza per affrontare il tratto più faticoso del giro. Procediamo su un sentiero piuttosto ripido, inizialmente su un bianco campo di detriti, fino al Passo dell’Erpice, il punto più elevato della nostra escursione (2.681 m). L’incredibile tonalità delle Rocce Bianche del Massaro (Moarer Weißen), costituite da pallide rocce dolomitiche, attrae magicamente i nostri sguardi verso ovest. A nord spicca una piramide rocciosa, buia e simmetrica: la Parete Alta (Hochgewänd, 3.190 m). Già dopo 100 m troviamo una biforcazione e dobbiamo decidere. Il sentiero più breve (segnavia 33) è molto bello e ci porta in lieve discesa al Lago Torbo (Trüber See) che già avvistiamo da qui. Tuttavia, perché dobbiamo accontentarci del sentiero “molto bello”, se oltre possiamo avere ancor di più? Il sentiero più lungo (segnavia 33a) richiede un po’ più di resistenza e dispendio di tempo, ma è senz’altro molto più affascinante e magnifico dal punto di vista paesaggistico. A chi può, consiglia-


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del ghiacciaio, scendiamo verso valle al bacino del mo in ogni caso di seguire il nostro esempio e di ghiacciaio dell’Aglsboden superiore. I crinali spogli scegliere la variante più lunga. e levigati lungo il sentiero sono a testimoniare Dopo una breve discesa troviamo ai nostri pieche qui, non tanto tempo fa, il terreno era coperto di il Lago dell’Erpice di Dentro (Hinterer Senner di ghiaccio. Anche i possenti blocchi di pietre che Egetsee), splendidamente immerso nello spoglio giacciono quasi in piano furono trasportati qui un ma pacifico silenzio dell’incantevole paesaggio tempo dal ghiacciaio che scorreva ostinato e che d’alta montagna. Il nostro sentiero ci porta oltre, in oggi si è ritirato lontano. Un ponte fisso ci permette lieve discesa verso nord, sempre ad un’altitudine di di attraversare senza problemi il ruscello rumoregpoco più di 2.500 m. Quassù non incontriamo molte giante, impresa altrimenti imanime, ma in compenso un possibile, soprattutto in piena gregge di pecore curiose che » Quassù non incontriamo estate, quando si sciolgono i si avvicinano belando forte. Ci molte anime …« grandi ammassi di neve. Al di annusano aspettando ansiosotto del Rifugio Vedretta Piana (Grohmannhütte) se. Chissà che nel nostro gruppo non ci sia anche un attraversiamo in una forra l’imponente Rio Fernerpastore che, di tanto in tanto, controlla se è tutto a bach. Anche qui l’acqua non è nitida, bensì torbida posto e cosparge un po’ di sale su una roccia liscia con tonalità lattee, causate da finissimi granelli di che poi le bestie non mancheranno di ripulire? sabbia che il ghiacciaio erode dalle rocce. Alla nostra destra invece tanti piccoli laghetti senza Per l’ultima volta saliamo a zig-zag finché il nostro nome allietano i nostri occhi e il nostro spirito. Per sentiero sotto il Rifugio Vedretta Piana (2.254 m) dare sollievo ai nostri piedi affaticati possiamo sfocia nel sentiero n. 9. In ogni caso vale la pena rinfrescarli nelle loro acque cristalline secondo il sostare presso l’accogliente rifugio di Rosi e Hans, metodo Kneipp. prima di scendere definitivamente a valle. Chi Raggiungiamo il punto forse più bello di tutta dispone ancora di forze sufficienti, può cimentarsi l’escursione poco prima della salita al Lago Torbo, nella salita al Lago del Forno (2.456 m); del resto l’ultimo e il più grande del nostro giro. Non vi è posto si tratta di uno dei più bei laghi montani dell’Alto migliore per una sosta rigenerante, per ammirare Adige! Dopo un’ora di cammino e buoni 500 metri tutt’attorno ed inspirare appieno il magico silenzio di dislivello in discesa, la malga Aglsboden invita ad di quassù. Nell’aria frizzantina delle montagne si un’ulteriore sosta per recuperare le energie. Alla fine volatilizzano ora anche gli ultimi residui della nostra del terreno alluvionale pianeggiante sull’Aglsboden frenesia. si innalza un muro spesso e possente leggermente Passato il Lago Torbo, il cui nome è dovuto prearcuato fatto di grossi cubi in pietra, un’opera sumibilmente alla colorazione lattea dell’acqua 

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pionieristica per la protezione dall’acqua alta, eretta già nel 1880. Il muro respinge le enormi masse d’acqua, solo una quantità tollerabile d’acqua può fluire senza impedimenti attraverso un tunnel scavato lateralmente fra le rocce. Di frequente, nel corso della storia, la Val Ridanna è stata così protetta da

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inondazioni funeste. Subito alla sinistra di questa diga inizia, quale ciliegina sulla torta, la salita attraverso la gola Burkhardklamm. L’ardito tracciato ci consente un contatto ravvicinato con le acque selvagge del Rio Fernerbach che da qui, con incredibile fragore, precipita spumeggiante verso valle. Le tonde rocce levigate uniformemente sono la prova di come la forza indomabile della Natura non sia affatto da meno del lavoro artistico di uno scultore di pietre. Giunti all’estremità inferiore della gola, al Furtboden attraversiamo nuovamente il corso d’acqua e lo seguiamo sulla sua destra orografica lungo un sentiero ben realizzato. All’ombra di un bosco di abeti ci portiamo lentamente a valle e ritorniamo, fisicamente stanchi ma spiritualmente rinfrescati, al nostro punto di partenza presso il Museo della Miniera. Il viavai a valle ci obbliga a richiudere il nostro libro illustrato che avevamo aperto all’inizio del giro, pieni di attese. Ma se per un istante, in silenzio, chiudiamo gli occhi, con il pensiero riusciamo a tornare nel mondo meraviglioso dei Sette Laghi, ovunque ci troviamo. 


V a l l e

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Lago del forno | 2.465 m

Rifugio Vedretta Piana | 2.254 m

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Malga Aglsboden | 1.717 m

Parete Alta | 3.190 m Lago Torbo | 2.370 m

Laghi dell’Erpice | 2.640 m

Lago dell’Erpice di Dentro | 2.640 m

Lago di Massaro | 2.500 m

Malga Moarberger | 2.113 m

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L a z z a g o

PARTENZA / ARRIVO > MUSEO DELLE MINIERE, MASSERIA | 1.417 m

» dati dell‘escursione Percorso circolare ai Sette Laghi Punto di partenza: 1.417 m Dislivello: 1.440 m Punto più alto: 2.707 m Lunghezza: 20,7 km Durata: 8 ore Difficoltà: facile, alcuni punti ripidi ed esposti! È necessaria una buona condizione fisica! Stagione consigliata: luglio, agosto, settembre

Altri laghi da vedere Lago di Pontelletto (1.850 m) Punto di partenza: parcheggio AVS/Lechnerhof (1.100 m) presso Le Cave (tra Mules e Mezzaselva) Segnavia n. 14 - Dislivello: 750 m Tempo di percorrenza in salita: 2 ore Difficoltà: facile Lago But (2.340 m) Punto di partenza: Vallettina in Val Racines (1.480 m) Segnavia n. 12 - Dislivello: 900 m Tempo di percorrenza in salita: 2½ ore Difficoltà: da facile a media Lago Sandes presso il Rifugio Calciati al Tribulaun (2.365 m) Punto di partenza: parcheggio presso la località Sasso in Val di Fleres (1.460 m) Segnavia n. 8 - Dislivello: 900 m Tempo di percorrenza in salita: 3 ore Difficoltà: da facile a media

Lago del Forno (2.465 m) Punto di partenza: parcheggio presso il Museo della Miniera di Ridanna (1.420 m) Segnavia n. 9 - 9A - Dislivello: 1.000 m Tempo di percorrenza in salita: 3 ore Difficoltà: da facile a media Laghi del Passo di Vizze (2.237 m) Punto di partenza: 4º tornante della strada del Passo di Vizze oppure località Sasso in Val di Vizze Segnavia n. 3 - Dislivello: 450 m dal 4º tornante o 750 m da Sasso Tempo di percorrenza in salita: 1,5 ore dal 4º tornante o 2,5 ore da Sasso Difficoltà: da facile a medio Lago Selvaggio (2.533 m) Punto di partenza: Flanes di Sotto (Campo di Trens) Segnavia n. 2 - Dislivello: 1.250 m Tempo di percorrenza in salita: 4 ore Difficoltà: medio

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SOMMER 2015

» tesori nascosti Minerali straordinari fra i monti della Val di Vizze Intervista Barbara Felizetti Sorg Foto Andreas Gartner

Il solo pensiero della Val di Vizze fa esultare qualsiasi appassionato di minerali. Formazioni rocciose assai speciali, formatesi nell’arco di milioni di anni, ospitano dei giacimenti di minerali unici nel loro genere. Intervista ad Andreas Gartner, entusiasta collezionista di minerali e titolare dell’esclusivo negozio di pietre “Krystallos” a Vipiteno.

Scorcio panoramico dal Ghiacciaio Stampfl fino alle Dolomiti

» Sentalp: Signor Gartner, quali tesori speciali si celano nelle viscere dei monti della Val di Vizze? Andreas Gartner Forme geometriche affascinanti, colori splendidi e una materia chiara e trasparente sotto forma di cristalli e depositi minerali riposano probabilmente in massa nell’oscurità delle viscere della Terra. Purtroppo buona parte di questi tesori è per noi irraggiungibile. » Grazie allo zircone, la Val di Vizze può vantare anche una pietra preziosa. AG Sì, lo zircone che si trova da noi appartiene alle pietre preziose riconosciute e un tempo, quando

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ancora non esistevano gioielli con pietre sintetiche, veniva utilizzato nella gioielleria quale miglior sostituto del diamante. Proprio come il diamante, anche lo zircone ha un’eccellente rifrazione e brillantezza. Anche la sua durezza ne fa una preziosa pietra gioiello. Per tale motivo esso viene denominato anche “diamante tirolese”. Il numero degli zirconi rinvenuti da noi è tuttavia esiguo; anche le dimensioni dei singoli cristalli sono modeste. Per tali motivi ci siamo risparmiati probabilmente una vera e propria attività estrattiva del minerale, con gli effetti che essa comporta. Eppure si tratta di un giacimento unico nel suo


ESTATE 2015

Aggregato storico di cristallo di rocca di Max Obermüller (†1975), uno dei pionieri della Val di Vizze – Collezione Hans Obermüller

AG Da questo punto di vista vi sono notevoli differenze fra gli 80 minerali circa trovati finora in Val di Vizze. Esistono minerali assai rari, le cui dimensioni partono da un decimo di millimetro fino a massimo qualche millimetro. Pertanto è possibile riconoscerli bene soltanto per mezzo di un microscopio, ma non per questo sono meno interessanti delle nostre pietre giganti. Fra queste vi sono principalmente dei fieri esemplari di cristallo di rocca e della sua variante, il quarzo fumé. Si tratta di cristalli singoli di notevoli dimensioni che non di rado superano il mezzo metro e che talvolta possono pesare fino a 100 chili. Fra questi estremi vi sono tante altre pietre di diversi centimetri che, a dispetto delle dimensioni modeste, sono altrettanto degne di nota. Si tratta perlopiù di composizioni alquanto bizzarre di più cristalli, anche di diversi minerali, nella loro matrice naturale. Sono i cosiddetti aggregati minerali, ammirabili in molte collezioni pubbliche e private.

genere nelle Alpi, tanto da diffondere il grado di notorietà del “diamante tirolese” ben oltre le nostre montagne. Soltanto nel 2013 i collezionisti sudtirolesi sono riusciti ad aggiudicarsi il primo premio ad uno degli eventi più importanti al mondo nel settore, la fiera “Mineralientage” di Monaco di Baviera. Furono esposte anche alcune delle mie rarità della Val di Vizze, fra cui ad esempio un “diamante tirolese” dell’alta Val di Borgone (Burgumer Hochtal). » Quali sono le dimensioni su cui si aggirano i minerali rivenuti finora in Val di Vizze?

» Perché proprio la Val di Vizze è considerata una “miniera d’oro” per i collezionisti di minerali? AG Quando si formò la composizione mineralogica delle Alpi, un processo durato milioni di anni, nella pietra insorsero delle crepe in cui, sotto l’influsso di un’elevata pressione e di alte temperature, poterono formarsi i minerali più svariati con forme cristalline proprie. Negli ultimi secoli in Val di Vizze e nella vicina Zillertal furono fatti dei rinvenimenti molto speciali che continuarono a stupire gli appassionati e gli esperti del settore. Molti di questi rinvenimenti unici nella storia sono esposti oggi nei famosi musei di tutta Europa, fra cui il Museo di Scienze Naturali di Bolzano. Tali rinvenimenti non hanno nulla da invidiare ad altri reperti internazionali di prim’ordine e ancor oggi sono degli oggetti d’esposizione 

Andreas Gartner presso un punto di ritrovamento di cristallo di rocca in fondo alla Val di Vizze

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ESTATE 2015

Notevole cristallo di fluorite del Ghiacciaio Stampflkees sul Monte Schrammacher – Collezione A. Gartner Aggregato con rara genthelvite del Passo di Vizze – Collezione S. Lahntaler

molto apprezzati in tutte le mostre. In breve, la molteplicità dei giacimenti, abbinata ai singoli ritrovamenti di qualità eccellente, fanno apparire la Val di Vizze una vera e propria miniera d’oro. Naturalmente solo apparire, perché ciò non significa che tali tesori siano accessibili senza problemi.

» Esistono nelle nostre aree vacanze altre zone di risorse minerarie? AG In linea di massima in tutte le nostre aree vacan“Giada di Borgone”, vesuvianite ze possiamo trovare campioni e tracce di minerali. di Borgone in Val di Vizze, nella Tutto il nostro “sottosuolo” è difatti costituito da foto trasformata in gioiello minerali che si nascondono sotto il manto vegetale. Compaiono nei letti dei fiumi, dove, ad esempio, proprio in quel momento alcuni bambini entusiasti stanno iniziando la loro prima ricerca insieme ai genitori. Si rinvengono perlopiù miche, granati, piccoli cristalli di feldspato, quarzo o calcite nascosti negli interstizi della ghiaia del fiume. Alcuni giacimenti significativi si trovano a Racines, dove, fra gli altri, sono stati trovati persino dei giacimenti pegmatitici con pietre preziose come ad es. il berillo. Ancor oggi, in Val Ridanna e in Val di Fleres è possibile trovare dei minerali pri»Tutto si fa trovare su questa Terra, basta solo mari e secondari non smettere di cercare.« su antiche disca(Filemone, 4° secolo a.C.) riche. Anche più a sud, nei pressi di Le Cave, esistono dei minerali degni di nota; i bambini apprezzano in particolar modo i piccoli “ricci di cristallo di rocca”, piuttosto frequenti nella Valle Bergl. Pertanto, chi è interessato ha numerose possibilità di tentare la fortuna. » Lei è stato attratto sin da piccolo dal fascino dei minerali. Che cosa l’affascina di questa attività faticosa e talvolta anche pericolosa? AG Collezionare minerali è una caccia al tesoro, un’attività con un enorme valore aggiunto per la propria vita. Cacciatori di tesori si nasce. Oppure ci si deve far trascinare da qualcuno che ha questa passione dentro. In qualche modo è come già dentro

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di noi. Non tutti osano trovare dei tesori, né tutti si assumono le fatiche e i pericoli che ciò comporta. Per tale motivo ci vuole anche gusto dell’avventura e un pizzico di temerarietà. E naturalmente la voglia di scoprire realmente la natura e i suoi segreti. » Di quale, fra i Suoi rinvenimenti, va particolarmente fiero? AG Di certo i grandi cristalli di rocca che ho trovato in gioventù insieme a mio padre Arthur, che ormai non c’è più, sono tuttora i fiori all’occhiello della mia ricca collezione. Sono fra i miei favoriti, anche soltanto per il loro valore affettivo. » Sembrerebbe che i minerali posseggano poteri energetici e curativi. Che cosa ne pensa? AG Per esperienza diretta e sulla base di molti feedback positivi dei miei clienti, posso confermare che le pietre possono avere determinati effetti benefici. Tuttavia il loro effetto è più lento, ma più profondo, rispetto ai medicinali tradizionali e comunque è più diffuso a livello psicosomatico, da cui del resto proviene la maggior parte dei problemi. Essi agiscono dunque alla base, all’origine del problema. Per tale motivo le pietre si prestano bene ad essere abbinate ad altri rimedi, in quanto possono accompagnare e sostenere positivamente un processo di guarigione. Esiste una vastissima letteratura, statisticamente pregevole, sulle pietre curative più note ed i loro effetti. Il buon Dio avrà avuto i suoi buoni motivi per averle create! I minerali e gli elementi al loro interno esistevano sin dall’inizio della nostra genesi. La vita fece la propria comparsa soltanto molto più tardi. Dunque gli elementi e i


minerali che tengono insieme la materia fino ai giorni nostri e la guidano con le loro leggi devono necessariamente contenere delle forze primordiali. Inoltre i minerali rivestono un ruolo importante anche nella vita pratica. La misurazione del tempo e la tecnologia dei computer, ad esempio, si basano sul silicio; a tale scopo i primi chip furono realizzati in cristallo di rocca. Anche la tecnologia dei cellulari, oggi così diffusa, si basa su “rari minerali della Terra”, rinvenibili anche in Val di Vizze, così come il citato cristallo di rocca. Questi pochi esempi ci dimostrano quanto si possa mettere in moto con i minerali, e le possibilità sono ancora molte di più. » Quali effetti vengono attribuiti ai minerali della Val di Vizze? AG Una pietra che ho imparato ad apprezzare molto soltanto di recente e che ho particolarmente a cuore, è la “Burgumer Jade” (Giada di Borgone), una vesuvianite dell’alta Val di Borgone che deve a me il suo nome. Poiché tale minerale è molto simile alla giada preziosa ed è meno conosciuto, ho scelto tale denominazione per il suo utilizzo quale gioiello di pietra. Anche solo per la sua nascita estremamente complessa, milioni di anni fa nelle viscere più profonde della Terra, la vesuvianite rappresenta un minerale molto speciale e pertanto raro da trovare. Per tale motivo possiamo definire senz’altro questa pietra un gioiello prezioso dei nostri monti, che racchiude in sé e riflette l’essenza del nostro mondo montano. Anche solo le sue delicate gradazioni in tutte le tonalità possibili del verde, associate alle sue inclusioni di sfumature marrone-grigio-nero, ricordano la natura meravigliosa che ci circonda. È probabile che ciò smuova qualcosa in molte persone a livello interiore, il che non necessita di ulteriori spiegazioni. Andare in risonanza con questa pietra è presto fatto. Sono soprattutto gli appassionati della montagna e della natura a raccontarmi spesso della sensazione particolare, ma piacevole, che provano nell’osservare o portare questa pietra. Ed è proprio questo l’aspetto che trovo affascinante di questa pietra e che apprezzo particolarmente, ovvero il fatto che essa avvicini nuova-

mente l’uomo alle forze della natura.

Disposizioni sulla raccolta di minerali La raccolta di minerali è regolamentata dalla legge ed è consentita esclusivamente a coloro che sono in possesso dell’autorizzazione rilasciata dalla Provincia Autonoma di Bolzano. Chi fosse interessato, può consultare le disposizioni pubblicate sul sito della Federazione Provinciale Circoli Mineralogici e Paleontologici dell’Alto Adige (www.mineralien-suedtirol.it)

» Già da secoli la Val di Vizze è un’apprezzata zona di ritrovamento. I monti della Val di Vizze ci riservano ancora delle sorprese? AG A tal proposito posso raccontarvi che nel 2005 abbiamo documentato in dettaglio una nuova scoperta sensazionale rinvenuta in Val di Vizze nella rivista specialistica di lingua tedesca “Lapis”. Si tratta del minerale raro denominato genthelvite, dal meraviglioso colore blu zaffiro. È un nuovo ritrovamento a tutti gli effetti nell’intero arco alpino; possiamo considerare i singoli ritrovamenti fra i migliori al mondo di questo minerale. Il ritrovamento avvenne già nel 1994 ma a lungo non si riconobbe la sua attribuzione. Soltanto nel 2004 ho commissionato delle analisi scientifiche e l’esito non ha mancato nemmeno stavolta di stupire gli esperti del settore. 

Sulle tracce dei minerali La nostra esperta vi accompagna nel mondo delle pietre della Val di Vizze. Esplorate insieme il magico ambiente montano della Val di Vizze e scoprite i segreti delle pietre locali. Periodo: ogni mercoledì da luglio a settembre Inizio: ore 9:00 Ritrovo: Hotel Hofer, S. Giacomo in Val di Vizze Durata: circa 5-6 ore Note: si raccomandano calzature adeguate, zaino con provviste e abbigliamento pesante. Iscrizioni e informazioni presso l‘Associazione turistica di Vipiteno Tel. +39 0472 765 325, info@infovipiteno.com

» contatti Il negozio di pietre “Krystallos” a Vipiteno, in via Città Nuova 37, propone un ampio assortimento di pietre particolari, molte delle quali sono state lavorate e trasformate in raffinati gioielli, altre mantenute nella loro forma naturale, altre ancora trasformate in piacevoli sculture. www.krystallos.it

Cristallo di rocca con inclusione di clorite dello storico giacimento minerario Gliedergang in Val di Vizze – Collezione A. Gartner

Federazione Prov.le Circoli Mineralogici e Paleontologici dell’Alto Adige

Krystallos

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SOMMER 2015

» monteneve avve Sulle orme dei minatori di Monteneve

Testo Barbara Felizetti Sorg Foto Mondo delle Miniere Ridanna-Monteneve | Barbara Felizetti Sorg

Dinanzi a noi si apre un vero e proprio labirinto fatto di gallerie, corridoi e pozzi, per un percorso totale di oltre 140 chilometri. Perfettamente attrezzati con casco, torcia e stivali di gomma, seguiamo a 2.000 m le impronte secolari dei minatori di Monteneve. Un’affascinante avventura nel sottosuolo. Un forte segnale acustico seguito da una spinta al trenino: si parte! “E non dimenticate: testa, mani e piedi devono rimanere nel trenino”, ci ricorda Albin, la guida che ci accompagna in que-sto tour avventuroso all’interno della miniera di Monteneve. Mio figlio Raphael si stringe forte a me. La situazione lo rende un po’ circospetto. “Ci hanno lavorato veramente delle persone qui?”, mi chiede con sguardo incredulo. Io stessa stento ad immaginarmelo. Del resto dovevano essere a migliaia i minatori che per secoli hanno cercato minerali, argento e piombo, e successivamente anche zinco, nel labirinto delle

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gallerie di Monteneve. “Secondo fonti scritte, già nel 13° secolo si praticava qui l’attività mineraria”, spiega Albin. “E non risale nemmeno a tanto tempo fa la chiusura dell’attività. Soltanto nel 1985 furono dimessi gli ultimi operai.” Questa mattina abbiamo già testato la nostra idoneità al percorso all’interno della galleria dimostrativa di Masseria, ma addentrarsi in una galleria vera è tutt’altra faccenda. In ogni caso non bisogna soffrire di claustrofobia. Non appena entriamo nella galleria Poschhaus, percepiamo subito le dure condizioni di lavoro che regnavano nel sottosuolo; non a caso ci avevano consigliato un abbigliamento pesante per questo tour. La temperatura comincia ad essere decisamente più fresca, in compenso l’umidità sale sopra l’80 percento; sulle armature in legno realizzate per sostenere le pareti della galleria si sono già formati degli spessi strati di muffe bianche. E presto giungiamo nell’oscurità della galleria, finché non perdiamo l’orientamento, seppur dotati di torcia sul casco.


Il trenino elettrico della miniera impiega 20 minuti per raggiungere il giacimento di minerali

nturoso

Il vecchio trenino della miniera, invece, non si disorienta e continua il proprio viaggio con movimenti repentini. Soltanto dopo tre chilometri e mezzo si arresta, consentendoci di scendere. “Qui ci troviamo nel cuore di un deposito di minerali, a 450 metri sotto la superficie della Terra”, spiega Albin. La nostra avventura in miniera può dunque iniziare. Attrezzati con imbragatura e un dispositivo di sicurezza, percorriamo non meno di 60 metri di dislivello su una ripida scala in ferro che ci porta attraverso un pozzo di ventilazione, creato un tempo per l’apporto di aria, nella galleria Karl. Ora sì che il tour si fa avventuroso sul serio perché la galleria è molto stretta. Armati di coraggio, procediamo nell’acqua ghiacciata con i nostri stivali di gomma. “La galleria Karl non dava alla luce soltanto minerali, ma fungeva anche da galleria di drenaggio”, spiega la nostra guida, “in quanto raccoglieva l’acqua che si accumulava nelle gallerie sovrastanti, facendola defluire all’esterno.” Inaugurata nel 1750, dopo ben 90 anni per ultiPunta e mazzetta: attrezzi e simboli dei minatori

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marla e rinvenire la vena mineraria, la galleria prese il nome dall’allora Principe Arciduca Ferdinando Carlo che aveva commissionato la costruzione della galleria. Nel frattempo mio figlio ha cominciato a prenderci gusto. Con gli occhi che gli brillano, assilla la guida con le sue infinite domande. Quali utensili utilizzavano i minatori al lavoro? Come riuscivano a sopportare le condizioni di lavoro in questi angusti cunicoli? I minatori potevano tenere per sé i loro tesori? Utilizzavano anche degli esplosivi? Ridendo, Albin risponde con pazienza alle domande di Raphael. Ora dobbiamo salire ancor più su. Saliti su una scala in ferro alta otto metri, si apre dinanzi a noi il mondo moderno dell’attività mineraria: le gallerie, realizzate appena dopo il 1967, sono larghe e alte. Con le nostre torce illuminiamo un’ampia cavità che si apre improvvisamente davanti a noi. Ma come si faceva un tempo per illuminare? Anche qui Albin ha la risposta pronta, accompagnata persino da un piccolo esperimento. Da una bottiglia egli versa dell’acqua su un pezzetto di carburo, in passato utilizzato a lungo per illuminare, e accende un accendino. “Ora però qualcosa andrà storto”, ride Rapahel. “Non brucerà più, se gli versi sopra dell’acqua.” Ma ecco che in quel momento si sente un forte scoppio e una fiamma chiara illumina la galleria. Ma com’è possibile? È una domanda che continuiamo a porci anche quando scendiamo nella galleria Poschhaus, al termine di 300 gradini. Tuttavia, senza le indicazioni esperte di Albin, non avremmo mai trovato risposta. Nel frattempo ci siamo abituati al sentore di muffa all’interno della galleria. È proprio questo il momento giusto per iniziare a calarci nei panni dei minatori al lavoro. Attrezzati di punta e mazzetta, iniziamo la nostra ricerca di minerali. Le vene di piombo e zinco brillano alla luce delle nostre torce. Soltanto ora  KULTUR & TRADITION SEHENSWERTES WISSENSWERTES NATURERLEBNISSE GESCHICHTE AKTIV GENUSS FAMILIE HIGHLIGHTS

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ci rendiamo conto, seppur in minima parte, di come dovesse essere faticosa l’estrazione di minerali nell’epoca preindustriale. Possiamo infilarci in tasca i nostri ritrovamenti. Dopo tutta la fatica che abbiamo fatto per estrarre i minerali, le tasche ci appaiono più leggere. “Metterò questi minerali nella mia camera”, grida entusiasta Raphael, illuminando con la torcia un frammento di galena che ha estratto a fatica da una vena mineraria. Il nostro stupore è grande quando ritorniamo alla nostra “stazione sotterranea”. Per tutto il tempo non ci siamo nemmeno accorti di aver seguito un percorso circolare. Il trenino già ci aspetta. Con il suo strepitio ci riporta alla luce del giorno. Pioviggina quando sbuchiamo

fuori. Non ce ne eravamo affatto accorti mentre percorrevamo il nostro tour avventuroso fra le gallerie. “All’interno della montagna le condizioni sono sempre le stesse durante l’anno, anche d’inverno”, ci spiega Albin. Eh sì, quassù d’inverno c’è tantissima neve, del resto ci troviamo ad un’altitudine di 2.000 metri. In ogni caso, d’estate il tour rappresenta un programma ideale in caso di cattivo tempo. Nel bus che ci riporta a valle Rapahel osserva ancora tutto orgoglioso i propri tesori luccicanti. “Ahah, e queste pietre sono state lavorate poi nel grande impianto di trattamento dei minerali che abbiamo visitato questa mattina prima di iniziare il nostro tour nelle gallerie”, pensa fra sé e sé. Il rumore delle presse e dei frantoi di pietre risuonano ancora

Discesa su 300 gradini fino alla galleria Poschhaus

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Rieccoci all’aperto – Raphael nel vagone di un trenino dismesso


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fra i suoi pensieri. Come i grandi ammassi di pietre abbiano poi percorso il lungo tratto da Monteneve a Masseria, è un’altra storia.  Altri percorsi guidati Monteneve compatto per chi visita per la prima volta il Mondo delle Miniere di Monteneve-Ridanna. Periodo: da aprile a inizio novembre, programma di guide ridotto a dicembre. Inizio: ore 9.30, 11.15, 13.30, 15.15. Durata: 1,5 – 2 ore Per i gruppi è necessaria la prenotazione. Agibile anche per visitatori disabili! Il Mondo delle Miniere di Monteneve per escursionisti allenati. Periodo: da metà giugno a ottobre (prevalentemente da gio. a dom.). Inizio: ore 7.30, durata: 10 ore. È necessaria la prenotazione.

Monteneve avventuroso Dopo la visita guidata “Monteneve compatto” e una breve pausa pranzo, vi sarà fornita l’attrezzatura completa (stivali, giacca, casco con torcia) e sarete portati a quota 2.000 m a bordo di un autobus. Da lì entrerete con il trenino originale della miniera nella galleria Poschhaus, dove vi attende un avventuroso percorso circolare! Il ritorno avviene nuovamente a bordo del trenino e del bus. Un’avventura speciale adatta anche ai bambini dai 6 anni in su e alle scolaresche. Periodo: a seconda della situazione neve, da metà maggio a fine ottobre (prevalentemente da gio. a dom.). Inizio: ore 9.30 o su appuntamento Durata: 7 ore, senza “Monteneve compatto” 4 ore È necessaria la prenotazione.

Mondo delle Miniere di Ridanna-Monteneve

CULTURA E TRADIZIONE DA VEDERE

» contatti Monteneve Junior per bambini, scolaresche e famiglie. Periodo: da aprile a inizio novembre. Durata: 2 – 3 ore. È necessaria la prenotazione. Agibile anche per visitatori disabili!

Nell‘acqua fredda della galleria Karl

Mondo delle Miniere di Ridanna-Monteneve Masseria 48, 39040 Ridanna Tel. +39 0472 656364, Fax +39 0472 656404 www.ridanna-monteneve.it ridanna.monteneve@museominiere.it

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» cultura ad ogni Visita culturale guidata per Vipiteno, la città dei Fugger Testo Susanne Strickner Foto Associazione turistica Vipiteno | Markus Feichter | Marion Lafogler | Michael Mair

Sapevate che a Vipiteno, fino al 20° secolo, esisteva un guardiano che dalla Torre delle Dodici vegliava sulla città? Vi siete mai domandati perché sul pilastro di sostegno dell’arcata dei Portici spiccasse la testa scolpita di un turco? La città alpina di Vipiteno è ricca di tesori culturali di cui a prima vista nemmeno ci si accorge. Abbiamo destato la vostra curiosità? Aggregatevi allora alla visita guidata della città!

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Si parte dall’emblema della città, la Torre civica di Vipiteno alta 46 m, altresì nota come Torre delle Dodici, che veglia sul viavai di Piazza Città e divide il centro storico in Città Vecchia e Città Nuova. Eretta tra il 1468 e il 1473 sulla porta cittadina, la torre fu realizzata con blocchi di granito grigio. Il fronte meridionale presenta una lapide commemorativa in marmo dorato apposta nel 1478 a memoria del Duca Sigismondo, il quale pose la prima pietra per la Porta civica nella Torre delle Dodici. L‘odierno aspet-


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angolo

ma imperiale austriaco fu ricollocato appena nel 1994. La torre è aperta soltanto durante il periodo natalizio ed ospita una mostra di presepi dalla prima domenica d’Avvento fino all’Epifania. Una zona pedonale ricca di storia Si narra che la Piazza Città fosse stata concepita in origine non quale tipica piazza centrale della città, bensì quale area priva di edifici realizzata per difendere meglio la Città Nuova. Con il tempo ne risultò il nucleo centrale, particolarmente adatto a soddisfare le esigenze della vita sociale. Gli edifici sul lato orientale della piazza ospitarono in passato l’antico municipio e i locali adibiti a magazzino (il cosiddetto Ballhaus) per la merce in transito. Sul lato settentrionale trovano collocazione l’antico ospizio e la Chiesa di Santo Spirito, detta anche chiesa dell’ospedale, dall’aspetto poco appariscente, la quale cela tuttavia al suo interno un importante ciclo di affreschi tardogotici del maestro Giovanni da Brunico (XV secolo). Passata la Torre delle Dodici, entriamo nella Città Nuova, fiera delle proprie magnifiche facciate, dei frontoni merlati e dei cosiddetti erker (o bovindi).

to della Torre con il tetto a doppia falda e frontoni di pietra gradonati, ricostruito dopo che un incendio aveva distrutto l‘originaria guglia in legno, risale al 1867. “Fino al 20° secolo vi abitava un guardiano della città che batteva le ore e avvisava la popolazione vipitenese in caso di incendio, tempesta, inondazioni e guerre”, spiega la guida. La torre ospita anche una piccola cella di prigione. Distrutto sotto il Fascismo, l’ornamento costituito dallo stemma di Vipiteno, dall’aquila del Tirolo e dallo stem-

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Un tempo quest’area era cinta da delle mura con cinque porte, di cui tre ancora in piedi: la Porta civica o Porta Brennero nella Torre delle Dodici, la Porta Inferiore o Porta Bressanone all’estremità meridionale e la Porta Ungerhauser o di Vizze. Per motivi di difesa, le case furono erette vicine, una accanto all’altra, separate da vicoli angusti, talvolta costruite le une sulle altre, di dimensioni ridotte e profonde fino a 60 metri, spesso dotate di cortili a lucernario coperti o aperti. Fra i monumenti tirolesi spicca la residenza Jöchlsthurn, sul lato occidentale di Città Nuova, purtroppo non accessibile al pubblico. Proseguendo per qualche passo, troviamo a destra la casa del giudice minerario nel cui erker è murata una cosiddetta Erzstufe (una pietra triangolare). “Tutte le case che avevano a che fare con l’attività mineraria presentano una pietra di questo tipo”, spiega la guida. D’ora in avanti ci impegniamo ad osservare meglio gli edifici, riconoscendo in alcuni tale simbolo. Degne di nota sono anche le antiche insegne delle osterie lungo la via pedonale di Vipiteno. Molte di esse sono tuttora ben conservate, seppur alcuni edifici non ospitino più da tempo le osterie. Ciascuna insegna aveva un proprio significato, ad esempio la luna e le stelle indicavano gli orari di apertura della locanda fino a tarda sera. Tesori culturali a vista d’occhio Si prosegue verso il Municipio in stile tardogotico dinanzi al quale ci saluta un’imponente statua in marmo bianco di Giovanni Nepomuceno, santo protettore contro le alluvioni. Essa fu eretta nel 1739 affinché proteggesse la città dalle devastanti

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inondazioni dei fiumi vicini. Acquistato dal Consiglio comunale di Vipiteno nel 1468, il municipio rappresenta un’ulteriore tappa certamente degna di essere visitata. Veniamo a sapere che le stanze interne furono trasformate sotto la direzione lavori di Lienhard Jöchl, secondo il progetto di Jörg Kölderer, il quale vanta fra le proprie opere anche il Tetto d’oro di Innsbruck; l’artistico erker angolare che si estende per tre piani, fu realizzato nel 1524 con l’impiego del marmo di Racines. Il dettaglio curioso ed esotico costituito dalla testa in pietra di un turco sul pilastro di sostegno dell’arcata dei portici è stato collocato in memoria della morte del padre di Kölderer nella guerra contro i turchi. Giunti al primo piano del municipio, si accede alla preziosa sala consiliare in stile gotico, completamente rivestita in legno in cui a tutt’oggi si tengono regolarmente le sedute del Consiglio comunale. Gioiello della sala consiliare è il lampadario a soffitto con la figura di Lucrezia, (in gergo popolare tedesco „Lüsterweibchen“ = donnina della lumiera). Fra i diversi tesori del Municipio si conta anche la stele di Mitra (copia della lastra originale conservata nel Museo Archeologico dell‘Alto Adige) nel cortile interno, pietra di culto del dio Mitra persiano d’epoca romana, rinvenuta nel 1589 in una caverna nei pressi di Mules. La nostra guida ci consiglia caldamente anche una visita alla chiesa parrocchiale che sorge all’uscita meridionale della città, denominata “Nostra Signora della Palude”, nonché al vicino Museo Multscher e Museo Civico all’interno della Casa della Commenda. “Una tappa da non perdere se si desidera visitare in dettaglio la graziosa città di Vipiteno.”

Quanto si può scoprire in un solo pomeriggio su una piccola città di montagna! Di certo ne è valsa la pena. Non a torto, Vipiteno è stata premiata di recente quale uno dei borghi più belli d’Italia! 

Visite guidate alla città Da aprile a ottobre, ogni martedì alle ore 16, si svolge una visita guidata della città di Vipiteno (durata circa 1 ora, senza la chiesa parrocchiale). Il punto di ritrovo è davanti all’Associazione turistica in Piazza Città. Su richiesta è possibile fissare altri orari o guide a tema.

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Museo civico e Museo Multscher Via della Commenda 11, 39049 Vipiteno Tel. +39 0472 766 464 – museo@vipiteno.eu aperto da aprile a ottobre, mar. – sa. ore 10.00 –13.00 e ore 13.30 –17.00. Giorni festivi chiuso.

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» “stohlwond”, il paradiso degli

arrampicatori Incroci di braccia nella Schweinebucht e “lolotte” nella Gamspromenade Testo Karl Polig Foto Manuel Senettin | Urban Schwitzer | Pauli Trenkwalder | Matthias Polig

Matthias Polig sulla via “Joo guete Nacht” (8a+) e sulla “Zwi Zwa Zwergentor” (6c+) Markus Hofer sulla “Is weiße fin Speck” (8a) e sulla “Kante” (6a+)

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La “Stohlwond”, con settori verticali e strapiombanti, si sviluppa dai prati verdeggianti di un alpeggio in fondo alla Val Racines. La formazione rocciosa su placche in gneis e scisto offre svariati percorsi d’arrampicata. Markus Hofer e Matthias Polig, appassionati arrampicatori, trascorrono innumerevoli ore e giornate sulla parete di roccia, sempre alla ricerca di nuove sfide allettanti. Le vie già aperte sono oltre 70, di tutti i gradi di difficoltà. Ma loro sono certi di trovare ancora qualche “chicca” nuova. Il linguaggio specialistico dell’arrampicata sportiva internazionale è alquanto singolare e colorito. In tedesco, si parla ad esempio di “crociata” non solo in ambito religioso in epoca medievale, bensì anche per

la tecnica d’arrampicata. In italiano sono semplicemente gli “incroci”, le prese in cui si incrociano le braccia. E poi ancora, l’espressione tedesca “Ägypter” non è soltanto l’abitante dell’Egitto, ma la posizione laterale con ginocchio piegato al massimo, nota in italiano con il nome di “lolotte”, che invece deriva dal francese. Ma come sono venuti in mente a Markus e Matthias i nomi stravaganti delle vie e dei settori che essi hanno attribuito alla “Stohlwond”? Si va dalla “Schweinebucht” (Baia dei maiali) alla “Gamspromenade” (Passeggiata del camoscio), dalla “Hennenstoll” (Stalla delle galline) all’“Alpenzoo” (Zoo delle Alpi) e persino alla “Bockhaisl”, che non indica altro che il “pensatoio” degli stambecchi. Le cenge sotto le pareti strapiombanti sono difatti un apprezzato riparo per questi ruminanti. La maggior parte dei nomi è stret-


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sportivi

tamente correlata alla prima apertura. “Is weiße fin Speck“, ad esempio, è stato il primo progetto difficile che Markus sia riuscito a chiudere. A detta dell’apritore, tale via è adatta soltanto a chi è in grado di mangiare tutto il grasso dello speck - “das Weiße vom Speck” - ovvero a chi ha fatto il pieno di energia pura. La via “wet, wet, wet“ trae invece il proprio nome dalla pioggia scrosciante dei ruscelli che precipitavano dall’alto e che Markus, appeso alla parete, non riuscì ad evitare. La sfida di riuscire poi a superare delle vie non ancora percorse porta peraltro ad una vera e propria ossessione. “Per oltre 100 giorni ho stretto i denti sull’“Arthrose”, racconta Matthias. “E finora non sono ancora riuscito a farla tutta. Ma giungerà il momento in cui sarò abbastanza forte da spuntare anche questa via.” 

» info Di lunedì la parete è chiusa. È inoltre scontato che non si dovrebbe accedere ai prati circostanti per rispetto del lavoro del contadino che non è proprio contento di vedere la propria erba calpestata. Il sentiero che porta alla parete e il piazzale al di sotto sono stati predisposti dall’AVS Ratschings. » Per tutti i dettagli sulla parete d’arrampicata, consultare il sito www.vertical-life.info. È possibile visualizzare ulteriori informazioni e luoghi d’arrampicata con l’app gratuita Vertical-Life (codice di abilitazione: Stohlwond)!

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» come un vero pilota professi Sfrecciando in discesa sulle mountain cart Testo Susanne Strickner Foto Associazione turistica Colle Isarco

Si sale in seggiovia, si scende a gran velocità: da tempo l’area sciistica ed escursionistica di Ladurns è una meta imperdibile anche d’estate. Con le mountain cart senza motore arriva in Val di Fleres un nuovo sport, all’insegna del divertimento, che garantisce fantastiche avventure d’estate per giovani e meno giovani. Il divertimento estivo su ruote a contatto con la natura non è necessariamente associato alla tradizionale bicicletta o mountain bike: lo dimostrano le nuove mountain cart a tre ruote introdotte di recente che permettono di sfrecciare dalla malga di Ladurns fino a valle. Gli innovativi mezzi sportivi sono stati concepiti dall’ingegnere tedesco Josef Jeßberger di Rosenheim e ricordano nell’approccio le

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go kart. Prive di motore, le mountain cart non causano rumori né gas di scarico. E considerato che le cart sfrecciano soltanto sulle strade forestali esistenti, il divertimento è anche in armonia con la natura. Il divertimento nella guida e la stabilità sono garantiti dal baricentro posto in basso nelle mountain cart. Le ruote robuste e i freni a disco idraulici con sistema frenante a doppio circuito garantiscono la vostra sicurezza perché mantengono le cart sulla carreggiata in ogni condizione atmosferica. Poiché durante la guida delle mountain cart non vengono sollecitate le ginocchia, i dischi intervertebrali o altre articolazioni, si tratta di uno sport adatto a tutte le età! Ladurns è stata la prima area escursionistica d’Italia ad introdurre questa nuova attrattiva.


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mezzo dalla stazione a monte. Fantastico! Veloci e liberi come il vento, si sfreccia a valle, e il tutto senza motore, senza scarichi, senza rumori. Giunti quasi a valle dopo una scarsa mezz’ora, mi ritrovo a pensare già alla corsa successiva. È come slittare d’estate: una fantastica sensazione che mi spinge a riprovare ancora una volta, e poi due, poi tre, rapita dall’entusiasmo di sfrecciare giù a valle a bordo del mio compagno a tre ruote. Gli appassionati delle avventure in slitta d’inverno non mancheranno di apprezzare anche le mountain cart d’estate. 

onista Volando giù a valle Chi non vorrebbe sentirsi una volta nella vita come un vero pilota professionista? Io perlomeno ho voluto provarci e sono andata a Ladurns per sfrecciare sui nuovi mezzi “volanti”. Il noleggio della stazione a valle ha a disposizione 20 mountain cart con tanto di caschi. Giunti sulla malga di Ladurns con la seggiovia, si parte subito lungo la strada forestale di 6,5 km che d’inverno funge da pista di slittino. Una pendenza dal 3 al 10 percento rende emozionante e adrenalinica sin dall’inizio l’avventura attraverso i boschi profumati di conifere fino a valle. Dodici curve, un sottopassaggio e due gallerie completano il divertimento. “Più veloce, papà, più veloce, iuhuuuuu!” sento gridare i bambini di una famiglia che sto rincorrendo con il mio

» il piacere di guidare profilo del tragitto > Lunghezza: 6,5 km dalla malga di Ladurns al parcheggio della stazione a valle > Dislivello: 590 m > Pendenza: 3 – 10 percento > 12 curve > 1 sottopassaggio > 2 gallerie > 20 – 30 minuti di discesa

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Punto di noleggio delle mountain cart Rent and go Sportservice Erwin Stricker Tel. +39 0472 770560 Stazione a valle di Ladurns

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Fermarsi, meditare, pregare per una preoccupazione che si ha a cuore o pronunciare un sentito ringraziamento: da secoli il Santuario di pellegrinaggio di Maria Trens attira innumerevoli devoti d’ogni dove che giungono alla “Madonna di Trens” con le loro vicissitudini. La chiesa è in ogni caso un vero e proprio gioiello anche per gli appassionati dell’arte. Un giorno un contadino trovò fra i detriti di una frana una statua della Madonna completamente intatta. Con cura egli portò a casa la statua che venerò devoto insieme alla famiglia. Il mattino successivo però il pio contadino non credette ai suoi occhi: la statua era sparita! Che qualche ladro sfrontato si fosse messo all’opera? Dopo una lunga ricerca disperata, egli ritrovò infine la statua nella cappella del paese, accanto alla chiesa. In un batter d’occhio l’evento miracoloso fu sulla bocca di tutti, e ben presto giunsero alla “Madonna di Trens” numerosi credenti per cercare consolazione e aiuto. Le fonti tacciono fermamente sulla data esatta in cui iniziarono i pellegrinaggi a Maria Trens. Di certo è che nel 1345 la corte papale di Avignone concedette un’indulgenza per la costruzione di una chiesa dedicata alla Madonna che già 100 anni dopo fu assai apprezzata fra i pellegrini. Nel XV secolo l’edificio sacro fu ampliato in stile tardogotico, 300 anni più tardi fu affrescato nel corso di una barocchizzazione dal pittore viennese

» o maria, aiutaci! In pellegrinaggio a Maria Trens Testo Barbara Felizetti Sorg Foto Alex Zambelli | Anton Salcher

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Adam Mölck; i dipinti ritraggono perlopiù scene di vita di Maria. L’odierna immagine miracolosa della Madonna fu realizzata attorno al 1470 da un intagliatore sconosciuto appartenente al gruppo del noto maestro di Ulm Hans Multscher; dall’inizio del XVIII secolo viene venerata all’interno di un cappella laterale eretta allo scopo (“Cappella delle Grazie”). La figura della Madonna intagliata in legno di cirmolo, con diadema e mantello decorato con motivi floreali, tiene fra le braccia il Bambin Gesù che con fare giocoso afferra con la mano sinistra il velo bianco della Madre, mentre la mano destra è protesa verso i pellegrini.


Chissà quante persone si sono rivolte per tutti questi secoli alla Madonna di Maria Trens con le loro preoccupazioni e paure. Pene dell’anima e del corpo, malattie e morte: i numerosi quadri votivi nella chiesa, testimonianza artistica di una profonda devozione popolare, non offrono che un piccolo spaccato delle vicissitudini che i credenti hanno portato dinanzi alla Madonna. Nella vita ecclesiastica delle nostre aree vacanze, il pellegrinaggio al Santuario di Maria Trens riveste a tutt’oggi un ruolo importante, ad esempio in occasione della cosiddetta Gerichtskreuzgang, la rogazione che si tiene il 1° maggio di ogni anno, quando centinaia di credenti dei dintorni di Vipiteno si ritrovano qui per raggiungere la chiesa, cantando e pregando, lungo la

via di pellegrinaggio ristrutturata nell’anno 2000. In passato sembra che alcuni pellegrini avessero percorso l’ultima salita verso la chiesa persino in ginocchio, per accentuare maggiormente le loro preghiere. Tutto ciò rende Maria Trens un luogo spirituale molto speciale, una vera e propria fonte energetica anche per i non pellegrini. 

» info Coloro che desiderano effettuare una visita guidata al Santuario di Maria Trens, possono contattare la signora Helene Benedikter, “Hotel Post” di Campo di Trens, tel. +39 0472 647124.

Sentieri di pellegrinaggio e meditazione nelle nostre aree vacanze Le ultime due tappe del Cammino di Santiago europeo vanno da Fortezza a Brennero (tempo di percorrenza: 9 ore). Dal portale della chiesa parrocchiale di „Nostra Signora della Palude“, il sentiero di meditazione del Padrenostro porta alla chiesa di S. Giacomo di Tunes (tempo di percorrenza: 45 minuti). Il sentiero di pellegrinaggio di Trens parte da Castel Pietra a sud di Vipiteno fino ad arrivare al Santuario di Maria Trens (tempo di percorrenza: 1 ora). Il sentiero di pellegrinaggio può essere inserito anche in un percorso circolare che parte dal Santuario di Maria Trens, passa per l’Alta Via di Trens (segnavia n. 24 e 24B) fino a Castel Pietra (tempo di percorrenza: 3 ore). Dalla chiesa parrocchiale di Maria Trens un sentiero di pellegrinaggio (segnavia n. 2A) passa a Valgenauna e Novale Basso attraverso il “Regno celeste” (segnavia n. 3A), dove probabilmente è stata trovata la stele di Mitra, fino alla chiesa di Sant’Osvaldo a Mules. Da qui, passando per Valgenauna (segnavia n. 3B), si ritorna a Maria Trens (tempo di percorrenza: 3 ore).

Le 15 stazioni della via crucis da Stilves a Bad Möders, raffiguranti la storia della Passione di Cristo, invitano alla preghiera e alla contemplazione (tempo di percorrenza: 45 minuti).

Pellegrinaggi in programma • Rogazioni del 1° maggio • Pellegrinaggio delle donne, 1° ottobre

Da Stilves un antico sentiero della chiesa (Kirchweg) porta al Passo Pennes passando per la località di Dosso. La via di pellegrinaggio fu utilizzata da generazioni dai pellegrini della Val Sarentino per giungere al Santuario di Maria Trens e alla parrocchiale di Stilves. La via crucis di Colle Isarco parte dalla salita principale verso la parrocchiale del paese fino alla chiesetta di Maria Ausiliatrice a Fleres di Fuori. Intenzionalmente si è rinunciato ad una segnaletica della via, in quanto i pellegrini, così come nella vita di tutti giorni, devono cercare e trovare la giusta via (tempo di percorrenza: 1 ora).

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Tra Brennero e Fortezza i pellegrini più allenati potranno percorrere in bici una parte della pista ciclabile dei pellegrini da Rosenheim a Roma, completamente nuova in questo tratto.

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» scuotere, non mescolare! Schüttelbrot – il buon pane croccante di lunga tradizione Testo Barbara Felizetti Sorg Foto Alex Zambelli

L’uomo non vive di solo pane, eppure... con le migliori intenzioni è difficile resistere al delizioso profumo del pane fresco! Nessun altro alimento è sinonimo di tradizione e legame con il proprio luogo d’origine nonché di gusto e varietà di sapori come il pane.

cresceva abbondante anche alle quote più alte. L’avreste mai detto che un tempo il pane con farina di frumento giungeva sulle tavole soltanto dei cittadini benestanti e delle corti? I poveri contadini di montagna invece dovevano accontentarsi del pane di segale. Mentre in passato i contadini si ritrovavano soltanto due volte all’anno per fare il pane, oggi Non a caso il giorno della preparazione del pane i panettieri ci viziano ogni giorno con creazioni di rappresentava per i contadini una data importanpane appena sfornato. Rosette croccanti o delite nel corso dell’anno. Quando dal grande forno ziosi panini integrali, alle erbe, con frutta o noci: la in pietra accanto alla fattoria saliva il fumo, era fantasia del panettiere non ha limiti. giunto il momento. In genere si ritrovavano più Nelle nostre aree vacanze troverete una specialità: vicini di casa per impastare enormi quantità di il tradizionale pane farina ed ottenere » Non c’è cibo da re più squisito del pane. « croccante denomigrandi forme di pane nato Schüttelbrot. Si da cucinare nel forno mangia a merenda, con speck, salsicce affumicate caldo finché non assumevano un aspetto dorato e formaggio o semplicemente spalmandoci sopra il e croccante. Il pane scuro di segale si prestava in burro, accompagnato da un bicchiere di vino rosso. modo particolare, in quanto, appena sfornato era Da tempo esistono anche per lo Schüttelbrot naturalmente squisito, ma essiccato all’aria poteva delle creazioni singolari. Per i più golosi questa essere conservato a lungo. Inoltre la sobria segale

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schiacciata secca è arricchita con dolci pezzetti di cioccolato oppure, al contrario, una delicata cioccolata fondente racchiude pezzetti croccanti di Schüttelbrot. Un piacere sublime che non si può non far sciogliere in bocca ...! La preparazione dello Schüttelbrot non è molto semplice e richiede una certa abilità anche al panettiere esperto. I panetti fatti con farina di segale, un po’ di farina di frumento, acqua, lievito, sale e spezie vengono disposti uno ad uno su un tagliere in legno rotondo, leggermente infarinato che il panettiere fa ruotare velocemente. Nel mentre egli scuote ciascun panetto un po’ in aria fino a raggiungere lo spessore desiderato. Nel forno caldo, dove sparisce ogni residuo di umidità, si ottiene infine una schiacciata croccante. Se il pane è stato anche scosso effettivamente a mano, lo si riconosce facilmente dal suo “cuoricino”, una macchia scura al centro della schiacciata, dalla sua forma irregolare e naturalmente dal suo inconfondibile sapore. Buon appetito! 

Panificio Brunner Ridanna, Masseria | Tel. +39 0472 656204 Panificio Pasticceria Häusler Vipiteno, Città Nuova | Tel. +39 0472 765189 Panificio Pardeller Vipiteno, Città Nuova | Tel. +39 0472 765227 Vipiteno, Città Vecchia | Tel. +39 0472 764778 Panificio Pasticceria M.P.M. Colle Isarco, Via Roma | Tel. +39 0472 633011 Panificio Volgger Val di Vizze, San Giacomo | Tel. +39 0472 630120 Panificio Wako Val di Vizze, Prati | Tel. +39 0472 767640

CULTURA E TRADIZIONE DA VEDERE DA SAPERE VIVERE LA NATURA STORIA ATTIVITÀ E MOVIMENTO PIACERI

Panificio Walcher Fritz & Co. Campo di Trens, z. a. | Tel. +39 0472 647134

FAMIGLIA EVENTI

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ESTATE 2015

» corone per il bestiame La transumanza a Ridanna: l’ultimo grande evento dell’estate sugli alpeggi Testo Renate Breitenberger Foto Alex Zambelli

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Il loro ritorno a casa risuona in tutta la vallata. A fine settembre circa 500 pecore e 70 mucche ritornano dagli alpeggi, fiere dello scalpitio dei loro zoccoli e dei loro campanacci attorno al collo. La transumanza a Ridanna è una delle più grandi e spettacolari di tutto l’Alto Adige. L’orologio non gli serve. Il bestiame sa perfettamente quando è ora. Allo sciogliersi della neve sui prati montani, l’istinto lo spinge ad uscire dalla stalla e salire sull’alpe finché non si è cibato di tutta l’erba che c’è e le giornate tornano ad accorciarsi. Ecco che allora gli prudono gli zoccoli e vuole tornare nella sua dimora invernale. Così avviene ogni anno. Un vento freddo attraversa la vallata. Il sole getta i limpidi raggi sull’aspro alpeggio Moarerberg. Sulle Cime bianche di Telves, sulla Cima del Tempo e sul Monte Muro fiocca la prima neve. L’autunno fa il proprio ingresso in Val Ridanna, ma il bestiame lo sa già da giorni. Le mucche da latte e i giovani bovini sono nervosi. Un paio di vitellini saltano qua e là irrequieti, muggendo chiassosi e scuotendo le loro teste. Anche le pecore belano nervose nel gregge. “Se ne tornano a casa”, spiega il malgaro Sepp Kruselburger. “Bisogna trattenerle, altrimenti scappano giù!” Gli animali ben sanno cosa li aspetta. Oggi 70 mucche e 500 pecore abbandoneranno la loro dimora estiva, ovvero l’alpeggio Moarerberg in Val Lazzago sopra Ridanna, dove per quattro mesi hanno trascorso le notti a cielo aperto, cibandosi da mattina a sera dell’erba nutriente di montagna e di erbe aromatiche e dormendo distese sui prati. I malgari hanno trasformato il prezioso latte fornito dalle vacche in burro e formaggio. 130 mucche sono già tornate nelle loro stalle tre settimane prima. Con i suoi 9.000 m2, il Moarerberg è l’alpeggio più

vasto della Val Ridanna. Ogni anno nove contadini di Ridanna ed altre parti dell’Alto Adige fanno brucare l’erba al loro bestiame dalla malga Stadlalm a quota 1.600 metri fino al Moarerberg (2.500 m). Tre settimane prima del rientro a casa, i pastori riportano il bestiame alla malga Stadlalm, per acclimatarsi prima di proseguire nella discesa a valle. Il ritorno a casa: un evento speciale. 30 anni fa Sepp e suo fratello ebbero l’idea di portare a valle il bestiame non in sordina, bensì adornato a festa come usavano i loro antenati, e di riconsegnarlo in pompa magna ai rispettivi padroni. Oggi la transumanza a Ridanna è una delle feste più spettacolari della Provincia e una delle più grandi in valle, anche grazie a Manfred Frötscher, il presidente della banda musicale di Ridanna, che ogni anno, l’ultimo sabato di settembre, organizza un sontuoso corteo seguito dalla festa. Belle strigliate, le vacche avanzano con i loro campanacci messi a lucido sulle cinghie di cuoio elegantemente ricamate. Sepp appende un campanaccio di cinque chili ad un giovane bovino, che si spaventa perché all’alpeggio non lo portava. Oggi però chiunque dovrà percepire che si tratta di un giorno speciale. Quest’anno “Elfi” può vantarsi di essere una delle circa 20 mucche “incoronate”. Ogni giorno ha fornito 25 litri di latte, come nessun’altra sull’alpe. Porta sulla fronte una corona con l’effigie di Cristo, i suoi occhi risplendono fieri. “Anche le bestie amano apparire belle”, sorride Sepp. Un tempo i contadini realizzavano da soli le corone, oggi se le fanno prestare dai vicini della Val Passiria. La corona ornamentale è un raffinato intreccio di erica, carlina bianca e mirtilli rossi, rose alpine e pino mugo, completato da rametti, fili d’erba e nastri, una croce o un’immagine sacra per chiedere la benedizione del Cielo e un cuore di ringrazia- 

CULTURA E TRADIZIONE DA VEDERE DA SAPERE VIVERE LA NATURA STORIA ATTIVITÀ E MOVIMENTO PIACERI FAMIGLIA EVENTI

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mento per aver passato indenni l’estate. Del resto non si è mai abbastanza immuni dalle avversità. Un giorno tre delle 160 vacche di Sepp si ammalarono contemporaneamente e dovettero essere riportate a valle. Un’altra, con la pioggia, è scivolata sul muschio di una pietra, rompendosi la nuca. Anche una grandinata o una nevicata improvvisa oppure un’aquila a caccia di prede chiedono ad ogni buona occasione il loro tributo. “Ci vuole fortuna, fin sopra i capelli”, spiega Sepp. Questo è uno dei motivi per cui la transumanza è un evento importante per i contadini, i malgari e i pastori. È una vera e propria festa di ringraziamento nei confronti del Signore. Un pastore getta al bestiame qualche palata di mangime, che lo tranquillizza. Ora è importante che gli animali rimangano pacati. “Se iniziano ad agitarsi, può risultare pericoloso”, spiega Sepp. La discesa dura tre quarti d’ora. Alle 11 ci siamo. La mandria e il gregge si raccolgono e iniziano a scendere. Prima le mucche di colore bianco e marrone, grigio, bianco nero e marrone, poi le pecore, bianche, marroni, nere e a chiazze. Accompagnate dal forte scampanellio, procedono sulla strada forestale fino a Masseria. Alcune mucche cominciano a spingere. Un gruppo di pastori con i caratteristici pantaloni Lederhosen, i grembiuli

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blu e le camicie a quadri, oltre alla malgara Maria nel tipico Dirndl e vari aiutanti volontari controllano che gli animali non “impazziscano”, stando ben attenti a non finire sotto i loro zoccoli. Il bestiame deve procedere lento per giungere indenne a valle. Le 300 capre, anch’esse ospiti dell’alpeggio nel periodo estivo, sono rimaste alla Stadlalm, perché troppo selvagge, secondo Sepp. Sembra che una volta abbiano quasi disgregato l’intera mandria a causa del loro repentino saltellare qua e là. In un secondo momento verranno riportate nelle loro stalle. È mezzogiorno, quando il trenino del Museo della Miniera di Masseria passa per il paese. “Tembl Hermann”, un verace abitante della val Ridanna con tanto di cappello e bretelle in legno, conduce la transumanza. Dietro di lui, i pony portano i simpatici carretti in legno a bordo dei quali salutano contenti i bambini nei caratteristici pantaloni in cuoio e le bambine con trecce adornate e fiori autunnali nei capelli. Un grosso carro trasporta gli antichi utensili per fare il burro: una centrifuga per scremare il latte, una botte in legno in cui la panna veniva battuta per essere trasformata in burro e svariate forme in legno per il burro, le cosiddette Modeln con decorazioni in filigrana. Segue dietro un “carro di zitelle” con il simpatico carico a bordo.


ESTATE 2015

Mentre i contadini e il loro bestiame rientrano con calma nelle loro fattorie, una grande festa saluta la fine dell’estate all’alpeggio. Gli stand dei contadini vendono burro e formaggi, ma anche frutta, verdura e marmellate fatte in casa. Un uomo intreccia delle ceste, una contadina tesse la lana, un ricamatore decora con maestria i portafogli in cuoio. Alcune contadine cucinano i deliziosi krapfen della Val Ridanna, spingono l’impasto per il pane in un forno in pietra e poco dopo sfornano panini fumanti. A suon di musica si balla e si festeggia fino a sera. I deliziosi spuntini di malga placano la fame. A fine giornata, Sepp e Manfred sono esausti ma contenti. Tutto è andato bene. Gli animali sono giunti nelle stalle in tempo, dove saranno protetti dalla prima neve. Nessuna mucca è impazzita, nessun ornamento si è danneggiato. E i visitatori sono soddisfatti, così come lo è il bestiame. Finché a primavera non gli torna a prudere sotto gli zoccoli ... 

Migliaia di spettatori applaudono ai bordi delle strada, scatti di foto qua e là. I lama bianchi e marroni alzano le orecchie, ragazze e ragazzi procedono in sella a cavalli dalle briglie variopinte, nel mezzo avanzano l’asino “Charlie” e il mulo “Seppl”. Un uomo con la camicia sgualcita porta sulle spalle una gerla piena di fieno, simbolo dell’abbondante raccolta, un altro una falce. Dietro si scampanella e si scalpita a più non posso. Le mucche muggiscono con assoli o in coro, le campane fanno din-don, del letame fumante cade a terra, mentre il gregge di pecore lanuginose avanza belando. All’improvviso uno schiocco. Quattro uomini con i Lederhosen sferzano le Goaßln, le caratteristiche fruste intrecciate in cuoio, dai rumori assordanti. Un tempo questa usanza, denominata in tedesco “Goaßlschnölln” era un modo per comunicare tra i pastori sugli alpeggi. Dalle frustate si passa alla melodia di strumenti a fiato. I musicisti della banda musicale di Ridanna accompagnano gli animali a tempo su un prato tagliato dove il corteo mano a mano si disperde. Il bestiame procede tranquillo, perché sa bene che presto sarà a casa. Vacche e pecore vengono spinte nei recinti e attribuite ciascuna ai rispettivi proprietari che le riconoscono a colpo d’occhio dalla marcatura e le spingono sui camion.

Transumanze a Fleres, Val Giovo e Ridanna Quando il bestiame torna a casa, in valle si festeggia: con musica folcloristica, balli a ritmo sostenuto e cucina casalinga. Il 19 settembre un centinaio tra mucche e vitelli addobbati a festa scenderanno dalla malga Furt a S. Antonio a Fleres dove a partire dalle ore 11 potranno essere ammirati sulla piazza del paese. Il 26 settembre toccherà alle pecore discendere dalla malga Furt a Fleres di Dentro. In Val Giovo la festa della transumanza si terrà il 20 settembre. Circa 90 bovini che hanno trascorso l’estate sulle malghe Bergalm, Ontrattalm e Bärenfiechtalm, si ritrovano adornati a festa al Sennerhof (Jaufentalerhof) verso le ore 12.

CULTURA E TRADIZIONE DA VEDERE DA SAPERE

La transumanza più spettacolare si svolge a Ridanna. Circa 500 pecore e 70 mucche scendono dalla malga Stadlalm a Masseria dove alle ore 12 inizia il variopinto corteo di ringraziamento per il raccolto.

VIVERE LA NATURA STORIA ATTIVITÀ E MOVIMENTO PIACERI FAMIGLIA EVENTI

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» Montagna e fiore ESTATE 2015

» Si va alla Sagra di Ridanna! Trebbiare il grano, affilare le falci, cucinare il pane: il 30 agosto Ridanna si trasformerà in un grande villaggio contadino come ai tempi dei nostri nonni. Dopo uno storico corteo di festa, gli allegri concerti sui prati di Masseria e le gustose specialità della cucina di Ridanna daranno vita alla tipica atmosfera da sagra. I bambini potranno divertirsi saltando sul fieno e cavalcando i pony.

Dal 17 al 26 luglio, Colle Isarco e i suoi dintorni saranno all’insegna dei fiori, delle erbe aromatiche e delle montagne. Escursioni, conferenze, corsi di cucina: il programma di “Montagna e fiore” è colorito tanto quanto l’argomento. La settimana tematica sarà inaugurata sul piazzale delle feste di Colle Isarco con un menù speciale accompagnato da musica dal vivo. L’evento clou nonché conclusivo sarà la grande festa delle erbe aromatiche di Ladurns, con prelibatezze culinarie e musicali.

» Festa della transumanza Quando il 26 settembre 500 pecore e 70 mucche lasceranno la loro dimora estiva in malga per tornare a valle, sarà giunta l’ora della grande festa di ringraziamento dei contadini. La transumanza a Ridanna è una delle più grandi e spettacolari di tutto l’Alto Adige e attrae innumerevoli visitatori d’ogni dove, con le sue musiche tradizionali e le gustose specialità. Il mercato contadino propone inoltre alcuni deliziosi prodotti tipici della Val Ridanna da portare a casa.

Ridanna Mareta

» Serate estive in castello Anche quest’anno il Castel Wolfsthurn di Mareta ospiterà concerti serali estivi di prima categoria. Nell’esclusivo ambiente della sala da ballo barocca alcuni protagonisti musicali di fama come Johannes Pramsohler (violino) e Chris Haller (sassofono) suoneranno i loro strumenti offrendo piaceri d’ascolto senza eguali. Alcuni spuntini conta-dini soddisferanno anche i piaceri del palato.

Diverse malghe nella Val Racines

» C’è festa in malga! Ma non solo una! Dall’11 al 26 luglio alcune gustose specialità culinarie, accompagnate da musiche travolgenti, trasformeranno l’estate in montagna a Racines in un appuntamento imperdibile dell’estate escursionistica. L’evento avrà inizio con una tipica cena tirolese, cui seguiranno nei giorni successivi tradizionali pietanze contadine e delicate ricette allo yogurt servite presso tutte le baite, in compagnia di piacevoli melodie. Un mercato contadino proporrà raffinati manufatti artigianali. Il calendario aggiornato degli eventi è disponibile presso le associazioni turistiche.

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freund.bz

» Vipiteno all’insegna del blues

highlights

Dal 4 al 10 maggio, Vipiteno torna ad essere la metropoli alpina del blues dove si daranno appuntamento i protagonisti del blues d’alto calibro. L’evento clou della settimanaFRESCHI. PERCHÉ NATI QUI. sarà il concerto degli Incredible Southern » Lo yogurt sulla bocca di tutti Blues Band & Friends. Le star Dal 5 luglio al 2 agosto lo yogurt di Vipiteospiti di fama internazionale no tornerà ad essere sulla bocca di tutti. In entusiasmeranno con una messa programma vi sono visite guidate alla Latteria gospel di grande coinvolgimento, di Vipiteno, giornate d’avventura ed emozioni per concludere poi la settimana musiin fattoria, la corsa in montagna a Monte cale con il brunch per la Festa della Mamma. Cavallo per conquistare l’agognato “Trofeo dello yogurt” e tante altre avventure. Anche la cucina ha di che offrire: dalla colazione alla cena, numerosi esercizi gastronomici non mancheranno di servire fantasiose creazioni a base di yogurt.

Colle Isarco

» Il 175° anniversario della Banda musicale di Prati Con una grande festa la Banda musicale di Prati celebrerà il proprio 175° anniversario. Dal 17 al 19 luglio il parco comunale di Prati si trasformerà in un prato variopinto addobbato a festa. Venerdì suonerà la banda di fiati “Blaskapelle Gehörsturz”, sabato l’atmosfera sarà allietata dai “Fritzner Musikanten” e dalla banda d’intrattenimento “Die Stockhiatla”. La domenica sarà all’insegna dell’apertura ufficiale dell’evento.

» Orfeo Music Festival

Prati

Vipiteno

Dal 6 al 18 luglio, in occasione della 6a edizione dell’Orfeo Music Festival a Vipiteno, oltre 100 studenti e professori di musica presenteranno una serie di concerti di prim’ordine. Considerato uno dei festival di musica classica più antichi d’Europa, ogni anno il camp riunisce musicisti d’alto calibro che per 14 giorni suonano insieme in master class, scambiandosi le loro esperienze.

» Arrivano i canederli La Festa dei Canederli di Vipiteno è diventata ormai un cult che vede trasformarsi l’intera via pedonale in un ristorante a cielo aperto di prima categoria. Il 13 settembre una dozzina di ristoratori prepareranno oltre 25.000 canederli in circa 30 varianti squisite. I canederli saranno serviti ad una tavolata lunga 400 m che si snoda attraverso la Via Città Vecchia e la Via Città Nuova. Successivamente sarà premiato il più veloce “impastatore di canederli”.

» Shopping sul “Tappeto rosso” Per quattro sabati, dal 19 settembre al 10 ottobre, lo shopping a Vipiteno si trasformerà nuovamente in un palcoscenico: sulla via pedonale sarà steso il “Tappeto rosso” che condurrà i visitatori di negozio in negozio, accompagnati da musica, gastronomia e intrattenimento. Tutti coloro che effettueranno degli acquisti nel medesimo giorno presso tre negozi aderenti all’iniziativa riceveranno un piccolo presente.

» Al lume delle lanterne Il centro storico di Vipiteno torna a risplendere al lume di molte lanterne, ogni mercoledì dal 22 luglio al 12 agosto e il finesettimana del 22 e 23 agosto. Gruppi di danze folcloristiche oltre a gruppi e bande musicali trasformeranno la zona pedonale di Vipiteno in una via di festa all’insegna della musica. Le feste delle lanterne saranno accompagnate dall’atmosfera gioiosa e golosa di prelibatezze culinarie e prodotti di autentico artigianato.

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FEUERSTEIN 3267 m

WILDER FREIGER CIMA LIBERA 3418 m

ZUCKERHÜTL PAN DI ZUCCHERO 3507 m

HOHER ZAHN 2924 m

WEISSWAND 3016 m

SCHNEESPITZE 3166 m

MÜLLER-HÜTTE RIF. CIMA LIBERA 3145 m SONKLARSPITZE 3471 m

GSCHNITZER TRIBULAUN 2945 m BECHERHAUS RIF. BICCHIERE 3196 m

HOCHGEWAND

MAGDEBURGER HÜTTE RIF. CREMONA 2423 m

TEPLITZER HÜTTE RIF. VEDRETTA PENDENTE 2586 m

TRIBULAUN-HÜTTE RIF. CALCIATI AL TRIBULAUN 2368 m

SCHNEETALSCHARTE

HOCHECK

PFURNSEE

SIEBEN SEEN

ROSSLAUF

GROHMANN-HÜTTE RIF. VEDRETTA PIANA 2254 m

WETTERSPITZE

STEIN SASSO 1418 m ST. ANTON S. ANTONIO 1246 m

MOARERBERGALM

PFLERSCHTAL VAL DI FLERES

ALLRISSALM

ZERMAIDSPITZE 2798 m

LANDESBERGBAUMUSEUM MUSEO PROVINCIALE DELLE MINIERE

HOHE FERSE 2600 m

KLEINE KREUZSPITZE

OB

PORTJOCH MAURERSPITZE

HOHE KREUZSPITZE 2743 m

OBERNBERGER TRIBULAUN 2780 m

PFLERSCHER TRIBULAUN 3096 m

TELFER WEISSEN

LADURNS

MAIERN MASSERIA 1378 m

HOCHSPITZE

GOS COLL 1

LOTTERSCHARTE

RIDNAUN RIDANNA 1320 m

ROSSKOPF MONTE CAVALLO 2189 m

MAREITER STEIN SCHLOSS WOLFSTHURN CASTEL WOLFSTHURN

FLADING VALLETTINA

MAREIT MARETA 1070 m

RIDNAUNTAL VAL RIDANNA

SAXNER 2331 m

RATSCHINGSTAL VAL RACINES P ARDAUN PRATONE

BICHL COLLE 1260 m

TELFES TELVES

STANGE STANGHE 970 m

THUINS TUNES

GASTEIG CASATEIA 968 m

R. REIFENEGG

GILFENKLAMM CASCATE DI STANGHE

ST V

SC

KALCH CALICE 1443 m

JAUFENT VAL GIOV

PLATSCHJOCH

ST. LEONHARD IN PASSEIER S. LEONARDO IN PASSIRIA

ST. ANTON S. ANTONIO

JAUFENPASS PASSO GIOVO 2099 m

MITTERTAL SCHLUPPES CASALUPA

OBERTAL

MERAN MERANO

JAUFENSPITZE SENNERBERG

HOCHPLATTSPITZE 2545 m

ONTRATTBERG WEISSHORN CORNO BIANCO 2705 m

RIPRODUZIONE VIETATA - TUTTI I DIRITTI RISERVATI

VIPITENO | CAMPO DI TRENS • PRATI - VAL DI VIZZE 1 Castel Tasso 2 Chiesa di Santo Spirito in Piazza Città 3 Parrocchiale “Nostra Signora della Palude“ 4 Santuario di Maria Trens - Percorso di pellegrinaggio

5 Municipio di Vipiteno

6 Museo Civico e di Multscher presso la sede dell‘Ordine Teutonico

7 Torre delle Dodici 8 Stalattiti della Valle di Borgone 9 Funivia del Monte Cavallo

RACINES | VAL RIDANNA • VAL RACINES • AL Chiesetta dei minatori di S. Maddalena a Ridanna AM Museo provinciale della caccia e della pesca Castel Wolfsthurn a Mareta

AN Il mondo delle miniere di Ridanna/Monteneve Museo delle miniere Alto Adige

AT Sentiero Dolomieu

AO Cascate di Stanghe

AK Percorso Kneipp

AP Cascate Burkhardklamm AQ Il Rifugio Bicchiere e il Rifugio Cima Libera: i due rifugi più alti del Sudtirolo

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SCHRAMMACHER 3411 m

N

H. RIFFLER 3234 m

ZILLERTAL KRAXENTRAGER LA GERLA 2999 m

BERNBERGERSEE

HOHER LORENZENBERG

FLATSCHSPITZE

EDELRA RIP. PONTE DI GLIEDERSCHARTE

PFITSCHTAL VAL DI VIZZE

ROLLSPITZE

STEIN SASSO

ENZIAN-HÜTTE RIF. GENZIANA 1894 m

ZIROGER ALM MALGA DI ZIRAGO

ST. JAKOB S. GIACOMO 1446 m

AMTHORSPITZE CIMA GALLINA GRABSPITZE

HÜHNERSPIELHÜTTE RIF. CIMA GALLINA 1868 m WEISSSPITZE

RAD

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SSENSASS LE ISARCO 1098 m

ROTES BEIL GRINDLBERG SEE

BRIXNER HÜTTE RIF. BRESSANONE 2307 m

AUT

TORWANDSPITZE

SAUN MT. SONNO

WEITENBERG

WEITENBERGER SEE

KEMATEN CAMINATA 1441 m

CIMA BIANCA

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HOCHFEILER-HÜTTE RIF. GRAN PILASTRO 2700 m

EUROPA-HÜTTE RIF. EUROPA

WOLFENDORN SP. DI LUPO

BRENNER BRENNERO 1370 m

VORDERE WEISSKARSPITZE 3269 m

PFITSCHER-JOCH PASSO DI VIZZE 2276 m

WILDSEESPITZE

INNSBRUCK

BRENNERBAD TERME DI BRENNERO 1308 m

ROTBACHL-SPITZE

HOHE WAND CRODA ALTA 3289 m

WILDE KREUSPITZE PICCO DELLA CROCE 3132 m

SENGESSPITZE

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WIESEN PRATI 948 m

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PFUNDERER HOHENWEG

VALSER TAL VAL DI VALLE

SENGESTAL

SCHLOSS SPRECHENSTEIN CASTEL PIETRA

TERZING VIPITENO 948 m

CHLOSS REIFENSTEIN CASTEL TASSO

TAL VO

SIMMELE-MAHDALM 2012 m

TULFER

SCHMUDERS SMUDRES

FANEALM

AFENS

PRANDNER ALM

HOCHFEILE GRAN PILAST 3510 m

HOCHFERNER 3470 m

HINTERE WEISSKARSPITZE 3395 m

TRENS 940 m ELZENBAUM PRUNO STILFES STILVES 962 m

GOSPENAID ZINSELER CIMA DI STILVES 2422 m

VALGENÄUN

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FLANS FLAINES RITZAIL 1498 m

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MAULS MULES 945 m

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SPINGESER ALM 2135 m

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GANSKRAGENSPITZE

PENSER JOCH PASSO DI PENNES 2214 m BOZEN BOLZANO

VALSER JÖCHL 1920 m

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GRASSTEIN LE CAVE

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MITTEWALD MEZZASELVA

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AR Gola Achenrainschlucht

BO Rovina di Castel Strada

BQ Seggiovia di Ladurns

AS Sentiero panoramico della Val Giovo

BP Sala Ibsen

BR “Inferno di Fleres“

BT Funivia di Racines BK MondoAvventuraMontagna Racines

BL Sentiero a piedi scalzi Racines BM Sentiero delle malghe di Racines BN Giardino delle rocce

Note editoriali sentalp Vacanze e tempo libero in Alto Adige - 3a edizione estate 2015 Editore Associazioni turistiche di Racines, Vipiteno e Colle Isarco Redazione Barbara Felizetti Sorg, Renate Breitenberger, Susanne Strickner, Karl Polig | WippMedia srl Concetto grafico e layout freund grafic design, freund.bz Traduzione Elena Carnibella, carnibella.it Fotografie Associazione Cacciatori Alto Adige/Peter Unterhofer, Associazioni turistiche di Racines, Vipiteno e Colle Isarco, Markus Feichter, Barbara Felizetti Sorg, Andreas Gartner, Marion Lafogler, Michael Mair, Mondo delle Miniere Ridanna-Monteneve, Matthias Polig, Anton Salcher, Urban Schwitzer, Manuel Senettin, Pauli Trenkwalder, Alex Zambelli Carta panoramica ©CORMAR di Athesia Druck srl (BZ) Tiratura 10.500 in tedesco, 10.500 in italiano Stampa Athesia Druck srl (BZ)

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