PORTFOLIO RH_VERSIONE ESTESA

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r a y n a

h a r i z a n o v a

architetto p o r t f o l i o

paesaggista

l a v o r i

s e l e z i o n a t i



rayna harizanova

harizanovarayna@icloud.com

<< visita i miei profili sociali >>

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c u r r i c u l u m a c a d e m i c

c

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v i t a e w o r k s

c o m p e t i t i o n s professional

works


REFERENZE studio massimo valente architetto www . massimovalente . eu m . valente @ awn . it

Sono nata in Bulgaria, dove ho vissuto fino all’età di 18 anni. Mi sono trasferita in Italia per iscrivermi alla facoltà di architettura de “La Sapienza” di Roma, dove ho conseguito con lode la laurea magistrale in Architettura del Paesaggio. Durante gli studi ho partecipato al concorso-workshop “Orto-giardino didattico” per la facoltà di architettura. Il progetto del mio team era il vincitore ed è stato recensito e pubblicato nella rivista AR (Architetti di Roma). Dal 2008 ad oggi ho collaborato come freelance presso lo studio Massimo Valente Architetto, svolgendo attività di consulenza in materia di paesaggi urbani pubblici e privati. Una delle esperienze lavorative più interessanti è stata la partecipazione a diversi concorsi internazionali, alcuni premiati, nei quali ho svolto molteplici incarichi di elevata responsabilità: supporto alla progettazione come esperto di paesaggio, definizione delle fasi di lavoro e della programmazione, assegnazione e supervisione del lavoro dei membri del team, elaborazione dei contenuti del bando di concorso, preparazione della documentazione richiesta per la partecipazione, supervisione della qualità grafica delle tavole, post-produzione grafica dei disegni 3D che ho realizzato individualmente. Il mio desiderio è di lavorare come architetto paesaggista all’interno di uno studio avviato con un grande team composto di diversi professionisti. Mi piacerebbe svolgere un lavoro di disegnatore e di grafica, in particolare, utilizzando Photoshop nella post-produzione dei render e AutoCad nel disegno bidimensionale. Mi interesserebbe poter ricoprire il ruolo di responsabile del coordinamento del team, magari in un contesto professionale più articolato e complesso. Ho collaborato, inoltre, a progetti di ristrutturazione di numerosi appartamenti, dove mi sono occupata, oltre della progettazione, anche della ricerca e della scelta dei materiali, della produzione dei disegni esecutivi, della direzione dei lavori di cantiere, della gestione delle pratiche catastali ecc.

preface


*I TITOLI DEI PROGETTI HANNO COLLEGAMENTO IPERTESTUALE

PREMI

ISTRUZIONE

2014

2012

laurea magistrale architettura del paesaggio

concorso internazionale per la va -

premio :

con lode

lorizzazione del parco delle mura di

università la sapienza di roma

piacenza

tesi : parco delle mura piacentine come un

studio massimo valente architect

progetto di paesaggio

consulente

gruppo di progettazione

2010

ring post - produzione

laurea breve progettazione e gestione dell ’ ambiente

2010

università la sapienza di roma e università la tuscia di viterbo tesi : percorso metodologico per il recupero

/

paesaggista

/

coordinatore

grafica

workshop orto - giardino per la fa coltà di architettura valle giulia lavoro di gruppo , cdl magistrale

ESPERIENZA PROFESSIONALE

LANGUAGE SKILLS

2008

italiano

consulente paesaggista collaboratore interior design consulente

/

paesaggista

gruppo di progettazione ring post - produzione

/

/

coordinatore

grafica

/

/

bulgaro

rende -

project management

autocad adobe photoshop

adobe illustrator

progetti più rilevanti :

adobe indesign

plovdiv central square concorso interna -

sketchup

zionale

/

giardino privato nei pressi del par -

co degli acquedotti di roma

/

roof garden

rhinoceros

3 ds

max

per hotel intercontinental de la ville a roma

envimet

/

ecotect

nuovo ingresso con ristorante per il museo

a cielo aperto di glentleiten concorso in ternazionale

/

/

inglese

SOFTWARE SKILLS

studio massimo valente architetto

valorizzazione del parco delle

mura di piacenza concorso internazionale

/

microsoft office i WEB i OS

sistemazione degli spazi pubblici di halte ceva champel hopital concorso internazionale

rende -

progetto vincitore :

delle coperture a tetto verde nelle aree urbane

dal

/

TOP 5

2010 - 2011 modellista plastici architettonici romatre project

curriculum vitae



parco pubblico per il borgo antico di monterano lavoro individuale, v anno cdl magistrale

Un intervento di restauro del paesaggio a Monterano vuole contribuire a migliorare la qualità percettiva dei paesaggi del luogo fornendo alle varie tipologie di visitatori i mezzi informativi, le soste, i servizi utili, favorendo con questo la tutela dell’aspetto d’insieme dell’abitato, del suo contesto e dei processi naturali che vi avvengono incessantemente. I visitatori seguono percorsi diversi e sostano in punti anch’essi diversi, il desiderio è di rispettare l’esperienza differenziata di ognuno di essi. I visitatori, che potremmo definire ordinari, necessitano di essere accolti, informati e guidati. Loro seguono i suggerimenti lungo il percorso lento e assecondano le pause dedicate alle qualità principali del luogo. La progettazione della percorribilità e delle soste è l’oggetto di questo progetto, sostenendo l’idea concettuale del “ritmo” che determina i tempi e le distanze che dettano la visita dell’antico borgo di Monterano. La Riserva Naturale Monterano è stata istituita nel 1988. Dopo un ampliamento dei suoi confini nel 1993, copre oggi poco più di 1000 ettari di terreno. Il territorio della riserva è attraversato dal Fiume Mignone e dai suoi minori emissari, incluso nella lista dei Siti di Interesse Comunitario (SIC) nell’ambito della Rete Natura 2000. Il valore storico-archeologico del parco è rappresentato dal borgo disabitato di Monterano, con l suo acquedotto su ardite arcate le opere

Berniniane quali la fontana del leone, il palazzo ducale, il Convento di S. Bonaventura e il tessuto di edifici minori che nascondono nelle loro fondamenta antiche preesistenze etrusche. Oggi questo ricco patrimonio culturale, grazie alla presenza dell’area protetta, è oggetto di accurati restauri conservativi che contrastano l’incessante opera demolitrice del tempo. L’abitato di Monterano è stato abbandonato alla fine dell’800 e da allora mai più abitato dalla gente. Nel frattempo, la natura, in un processo a retrorso, ha iniziato a insediarsi all’interno delle abitazioni, delle chiese, delle piazze e ha ridato loro la vitalità che si era perduta. Oggi il borgo e la vegetazione che lo abita sono fusi uno nell’altro, si appartengono, come l’abitante alla sua abitazione. Questo aspetto rende il luogo incantevole e misterioso, solitario e nostalgico, E’ un luogo fuori dal tempo, “intrappolato” tra forre scoscese, intagliato dai fossi che scorrono alla base del suo maestoso piedestallo tufaceo. E’ un luogo tagliato dal mondo: due percorsi ripidi e un unico accesso pianeggiante consentono l’accesso rigorosamente pedonale, in bici o a cavallo. E’ un luogo lento. Visitando il posto ci si sofferma in contemplazione della peculiare simbiosi vivente tra uomo e natura. Gli scorci di paesaggio sono infiniti, alcuni favoriti, altri da lasciare alla scoperta dai più curiosi. I visitatori curiosi non seguono un percorso. Loro inseguono indizi.

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parco delle mura di piacenza come un progetto di paesaggio lavoro individuale, tesi di laurea magistrale

Il tema della riqualificazione delle mura storiche di Piacenza e delle aree di loro pertinenza è stato più volte affrontato dall’amministrazione della città attraverso diverse azioni che questo Master plan pretende migliorare e concretizzare attraverso la definizione del Parco delle Mura come: insieme di sistemi urbani e territoriali che fondono la città con la sua vocazione paesaggistica e il suo carattere geografico; collana di spazi pubblici luoghi di attivazione culturale; corridoio ecologico per riaffermare il rapporto tra la città il sistema fluviale. L’elaborazione del Master plan del Parco delle Mura di Piacenza (inteso come un piano di paesaggio) si propone di strutturare, in occasione della dismissione delle aree militari che fino ad oggi interrompevano la cerchia muraria, ma indipendentemente da questo evento, una mappa di spazi pubblici, strutture culturali e scenari di paesaggio che servano da base per una integrale percezione e fruizione di questo nuovo spazio urbano che avvolge il tracciato delle mura storiche. Si tratta di una riflessione sul rapporto che questo spazio stabilisce con il contesto urbano in una visione che inserisce il paesaggio come luogo fondamentale nella struttura della urbe: si pretende ottenere un modello di città che non si basi solo

sulla pura dimensione spaziale, ma anche sulla qualità temporale integrandone l’aspetto territoriale affinché la Cultura favorisca la crescita della Città e il suo rapporto con il Paesaggio. Il Master plan afferma che uno dei punti indissolubili è il binomio tra Cultura e Città attraverso lo Spazio Pubblico come luogo di attivazione culturale all’aria aperta e la connessione tra i servizi disponibili. Elementi di polarità mettono in relazione il nuovo parco con i sistemi territoriali, dove itinerari paesaggistici culturali percorrono la campagna della zona; una serie di servizi specifici di quartiere dettagliano l’integrazione degli ambiti urbani esterni al Centro Storico alle attività della città trasformandosi in “lampade” culturali della periferia. La creazione dello Spazio Pubblico come un elemento di unione tra i servizi e i luoghi destinati ad eventi culturali all’aperto, segue la tradizione consolidata di Piacenza per poter creare un modello sostenibile di città dedicata ai pedoni e alle biciclette. Una rete di percorsi dedicati alla mobilità dolce costeggia, attraversa e avvolge i 6 km del tracciato murario. Il Parco delle Mura si inserisce in questo contesto come un corridoio culturale ma anche ecologico per riaffermare definitivamente il rapporto della citta e i cittadini con il sistema fluviale.

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parco urbano

con mercato rionale, teatro all’aperto, biopiscina, servizi sportivi e centro di riciclo

lavoro di gruppo, iv anno cdl magistrale

analisi della sostenibilita’ realizzata con i programmi ecotect e envimet: diagrammi del percorso solare e dell’ombreggiamento simulazione micro-climatica

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parco delle mura di piacenza lavoro di gruppo, concorso internazionale capogruppo e progettista: arch. massimo valente

/ coordinatore gruppo di progettazione / / rendering post - produzione

consulente paesaggista grafica

Arginare, limitare, proteggere, sono bisogni archetipici che hanno spinto l’uomo a delimitare lo spazio. Tracciare un perimetro è il primo gesto fondativo del rituale che porta all’abitare, ovvero a plasmare, ordinare, conoscere, annettere culturalmente il proprio ambiente. Che sia un fossato o un muro, il limite separa l’ambiente costruito dai domini di natura, dal selvatico, dallo spazio sconosciuto ma è anche una soglia che unisce e mette in relazione ciò che è dentro con ciò che è fuori. Gli spazi liminali, sono sempre fecondi di possibilità: il Sahel e le contaminazioni culturali che qui avvengono, gli ecotoni, sempre più biodiversi delle due tessere di paesaggio che separano, ne rappresentano alcuni esempi dimostrazione. L’idea alla base del progetto riconosce questa molteplicità attitudinale delle mura, manufatto funzionalmente anisotropo che non si comporta omogeneamente lungo il perimetro ma come superficie attiva e proiettiva di quanto accade, via via, in prossimità. La loro valorizzazione è intesa come estrinsecazione delle vocazioni latenti e rafforzamento di quelle in essere ed è per questo che essa si realizza con interventi talvolta antipodiali. Talvolta le mura si comportano come quinta di un nuovo grande spazio dello stare, la grande piazza dell’area ex ACNA, altrove se ne sottolinea la direttrice lineare che, per proprietà geometriche intrinseche, è evocativa dell’andare e si trattano come quinte percettive della percorrenza dinamica dalla strada. É questo il caso del nuovo parco lineare delle mura, che risulta essere una cerniera tra città e parco fluviale. Questo è, per eccellenza, lo spazio dell’andare; andare che si svolge a varie velocità e che, in funzione di esse è articolato. Una serie di “canali” (pavimentazioni scure e riflettenti sulle

quali scorre un film d’acqua) che si comportano come vettori prospettici, scansiona la percezione del parco e delle mura dalla strada, il loro ritmo è tarato sulla velocità dell’auto dalla quale essi si percepiscono. Tra un canale e l’altro il miscuglio di semina, e quindi la texture dei prati varia, ricordando il ritmo degli ordinamenti colturali della vicina campagna. Il parco, pensato come un luogo di passaggio e filtro verso il parco fluviale, non esclude la sosta ed il passeggio che si svolge su di una percorso che sottolinea, attraverso compressioni e dilatazioni, le geometrie spigolose dei bastioni richiamando gli antichi fossati. Lungo il percorso l’allontanamento/avvicinamento, l’intercettazione di alcune piazza d’acqua, la vegetazione, diversificano la percorrenza alla velocità pedonale, con una partitura più ritmata di quella data dai grandi pattern di prato tarati sulla percezione, in auto, dalla strada. I canali si comportano anche come connettori morfologico-funzionali tra città e fiume, quasi come fossero suoi filetti fluidi infrantisi sull’argine naturale a partire dal moto turbolento di piena. Seguendo i canali si arriva dalla città (sono presenti anche nell’area ex ACNA) al parco delle mura, al parco di campagna sino al Waterfront in un sistema che ricorda l’andamento effettivo degli antichi canali che, a partire dal fiume, alimentavano il contado periurbano fino a penetrare intra moenia. Il trattamento dell’area con vincolo di inedificabilità dell’ex ACNA, si propone di restituire alla socialità la dismessa zona industriale qui ,spazi gli relazione altrove confinati, si dilatano scenicamente nella grande piazza che affaccia sulla quinta muraria.

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plovdiv central square

lavoro di gruppo, concorso internazionale capogruppo e progettista: arch. massimo valente

/ coordinatore gruppo di progettazione / / rendering post - produzione

consulente paesaggista grafica

The design concept comes out from the stratification of three layers, added to the hystorical ones of the city: the Archeological layer and the underpass, the Square layer and the New project layer. The relation between the town and its history is heightened thanks to a slopes, that connect the contemporary layer to the preexisting ones . The forum is related with the square through green terraced steps which help the downhill, rest and socialization too. A huge wooden “pool” works as an infrastructure, link the east-west parts of the city and becomes the new “decumano”. The crossing transverse is extolled by the new design of the park’s boundary, which becomes a filter between the green area and the mineral one, encouraging its use as a city’s pedestrian network. The square has been redesigned preserving its empty aspect for its further use for big events and suggesting the possibility of unearth the rest of the forum. The new layer is a “crepidoma”, a historical memory which defines the boundaries of the square. The element, which belongs to this layer, are rai-

sed in order to generate new viewpoints, a “quiet places”, where socialize and have a rest. Next to the post office, they absolve also to another function: enhancing the commercial front. The slopes and the “matrix lines” suggest and strengthen the directions, as long as the circular seats refers to the traditional Bulgarian dance. The project of the party house is only a proposal. The cultural and informative functions are integrated with the commercial and the restoration ones and they mark in a positive way the social value of the space. The entrance level becomes totally open to the square, which “flow” into the building, generating a covered public space. The huge glass façade at the mezzanine level gives an amazing viewpoint on the square, at the same time the cantilevered volume is featured by a glass surface, which works as a huge interactive board “Learning Plovdiv”. The roof should be designed as a roof garden. The real new layer is a glass cube on the top of the building, that helps to piece together the hystorical texture of the city from a favored viewpoint and should accommodate a library related with the exhibition hall.

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nuovo ingresso con ristorante per il museo all’aperto di glentleiten lavoro di gruppo, concorso internazionale capogruppo e progettista: arch. massimo valente

/ coordinatore gruppo di progettazione / / rendering post - produzione

consulente paesaggista grafica

L’idea progettuale prende spunto dal legame con la tradizione, dall’inevitabile rapporto che si instaura tra il vecchio ed il nuovo e che si traduce nel ruolo centrale attribuito alla SUDHAUS. La SUDHAUS è IL FULCRO che tiene unite, all’interno del Foyer, tutte le funzioni ed è sempre visibile ai vari livelli, sia da dentro che da fuori, ed anche durante la notte questa appare come un faro nel territorio per mezzo della lanterna che si sviluppa a partire dalla quota dell’ultimo solaio illuminando tre lati dell’edificio che rimangono vetrati favorendo il percorso del sole e garantendo un effetto camino ai fini della ventilazione. Il progetto è un semplice volume rettangolare che nasce dalla morfologia del territorio ruotato di circa 15° rispetto all’asse Nord-Sud, planando sulle curve di livello assecondando il loro proprio orientamento. Sul lato Sud un grande tetto verde si fonde con il territorio confinante; la gerarchia di quota consente di abbracciare con un colpo d’occhio tutto il museo all’aperto, diventa lo spunto per sdraiarsi a terra magari a prendere un caldo sole da Sud e suggerisce l’ampliamento della superficie della BIERGARTEN che è collegata al complesso per mezzo di un piano mezzanino. La terrazza verde è anche lo spunto per iniziare il percorso culturale sul tema della birra attraverso la coltivazione della materia prima, l’orzo e il luppolo, rispettivamente utilizzati a pattern di maturazione in orizzontale e come pianta rampicante sulle facciate dell’edificio che rimangono scoperte sul lato Est, verso il Granaio. Sul lato Nord l’edificio sembra

galleggiare impennandosi verso la preesistenza dello STARKERER che rappresenta l’unico vero elemento con il quale questo vuole comunicare. Per il resto l’edificio è principalmente introverso, completamente interrato dalla parte del museo che si fonde con il terreno adiacente e prende luce naturale per mezzo di ferite e lucernai derivati da movimenti di terra del piano coperture. Il lato di ingresso è scavato nel volume prevalentemente pieno rivestito in legno e coerentemente con lo Zeitgeist si presenta come qualcosa di nuovo, facilmente riconoscibile ma introverso. Da qui il percorso è spontaneo verso il bancone del foyer per poi piegare in direzione Nord uscendo verso il lato dello Starkerer. L’ingresso principale è alla quota intermedia di 768,00; Questa scelta consente di avere porzione della copertura in connessione con il terreno a quota 771,00 ed allo stesso tempo consente di ritagliare una porzione di edificio al livello seminterrato (764,50). La rotazione del volume rispetto all’allineamento stradale determina due ampi spazi pubblici di raduno/ attesa che accolgono il visitatore all’arrivo dal parcheggio o dalla fermata dell’autobus, spostata in posizione più baricentrica, e che di converso raccolgono i visitatori anche nella fase di uscita dalla visita. I due edifici si guardano o meglio nel rispetto del Vergangenheitsbewältigung è il nuovo edificio che guarda lo Starkerer per mezzo di un’ampia vetrata a tutt’altezza volutamente orientata per irrorare lo spazio con una seducente luce da NORD.

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tousepayssage sistemazione degli spazi pubblici di halte ceva champel lavoro di gruppo, concorso internazionale capogruppo e progettista: arch. massimo valente

/ coordinatore gruppo di progettazione / / rendering post - produzione

consulente paesaggista grafica

L’obiettivo del concorso è la riqualificazione del Plateau Champel per garantire il corretto funzionamento degli accessi alla nuova stazione CEVA e con questo riqualificare anche gli spazi pubblici attorno. Le banchine del treno della stazione CEVA Champel Hôpital si trovano a 25 metri sotto il livello del suolo. Questa stazione è sotterranea con più accessi da Plateau Champel (quota 408) e un accesso da viale Beau-Sejour (quota 391). L’accesso dal viale Beau-Sejour prevede la progettazione di un tunnel di circa 220 metri di lunghezza che collega gli edifici ospedalieri direttamente con l’interno della stazione a livello del mezzanino senza cambiamenti di quota. Quest’accesso non solo collega gli ospedali universitari di Ginevra con la stazione di Cham-

pel Hôpital, ma anche il centro della città: Cluse-Roseraie, Plainpalais, Jonction. L’”Emergenza” della stazione CEVA Champel Hôpital sorgerà sopra il Plateau Champel, spazio verde nel cuore del quartiere da più di 100 anni. La realizzazione della stazione CEVA ha comportato la scomparsa del parco esistente e l’obiettivo primario del concorso è di ridefinire questo spazio. Le nuova stazione deve essere integrata nella logica progettuale dello spazio, diventare la base per una nuova riconfigurazione urbana e contribuire a definire l’identità contemporanea del luogo. Il sito deve essere ripensato come connubio tra parco e spazio urbano e deve favorire la vita sociale del quartiere.

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roof garden hotel intercontinental de la ville a roma progetto assegnato capoprogetto: arch. massimo valente ruolo : garden designer

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giardino privato nei pressi di parco degli acquedotti di roma progetto realizzato capoprogetto: arch. massimo valente ruolo : garden designer

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interior design ristrutturazione di un appartamento progetto realizzato capoprogetto e progettista: arch. massimo valente ruolo: collaboratore interior design

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rendering post-produzione 첫

programmi impiegati: adobe photoshop










rayna harizanova

harizanovarayna@icloud.com

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