Autunno 2015
MAGAZINE LETTERARIO | READERSBENCH.COM
[Speciale Lucca Comics]
colophon
/kɒləˌfɒn,-fən/
sostantivo
Direttore editoriale: Clara Raimondi Vicedirettore: Diego Rosato Progetto Grafico e Impaginazione: Valeria Mosca Ufficio Stampa: Martina Nasato ufficiostampa@readers-bench.com Cover Artist: Adriana Farina Redazione// Simone di Biasio Emanuela Ciacci Marcello D’Onofrio Claudio Turetta Rocco Alessandro Mattei Nicoletta Tul Daniele Campanari Claudio Volpe Alessia Spinella Mattia Galliani Danylù Louliette Kazham Valentina Di Martino Jessica Marchionne Claudia Peduzzi Chiara Silva Si ringraziano: Adriana Farina Flavia Fiengo Giorgia Capurso e Simone Guarda (AUS+Galerie) Piero Balzoni Paolo Cabassi Biscuter
Note Legali//
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Sommario /som·mà·rio/ sostantivo
In copertina: Adriana Farina - “izanami izanagi.”
05]Editoriale
La nostra storia non finirà MAI
06]Cover Artist
di Ottobre
10]Speciale Lucca
Comics
12]Reader’s on Tour
Sopravvivere al Lucca Comics
14]Leggendo Film Io che amo solo te
16]Intervista
Flavia Fiengo
(a cura di Claudio Turetta)
20]Reader’s Kitchen 23]Intervista
Casa Galleria - Aus Gallery (a cura di Claudio Turetta)
26]Young writers 28]Intervista Come uccidere le aragoste
Intervista a Fabio Biccari di Meetale
(a cura di Daniele Campanari)
32]Intervista La cucina di Biscuter (a cura di Claudio Turetta)
34]Cose da Reader Spazio 1380 38]Recensione La casa di Parigi (a cura di Danylù Louliette Kazhan)
40]Halloween Recensioni Horror! 42]Speciale Matematica (a cura di Diego Rosato)
44]Poesia Fermate quel tempo (a cura di Simone di Biasio)
46]Teatro Danae Festival, XVII edizione (a cura di Lucia Piemontesi)
48]Umorismo Perchè ci serve ridere?!? (a cura di Diego Rosato)
53]Little Readers Recensioni per i piccoli 56]Last Reading Il liberatore dei popoli oppressi 58]Intervista Chirù è uno di noi (a cura di Diego Rosato)
(a cura di Clara Raimondi)
Editoriale [e-di-to-rià-le] sost., s.
Benvenuti Readers! Siamo online con un nuovo numero della vostra rivista, della webzine letteraria per eccellenza, di Reader’s Bench Magazine.
tanti spazi di approfondimento dedicata alla musica, all’arte, alla cucina, al cinema con l’arrivo nelle sale di Io che amo solo te di Luca Bianchini.
Una storia che è iniziata cinque anni fa e che, a quanto pare, non smette di stupire e di darvi appuntamento. Un’altra occasione per scoprire che cosa succede nel mondo letterario. Un’altra occasione per parlavi di letture imperdibili, di personaggi ed argomenti che dovete, assolutamente, conoscere. Un altro appuntamento con l’informazione che sta sempre dalla parte dei lettori.
Ma ci sarà anche tanto spazio per i nostri ospiti: Piero Balzoni, Flavia Fiengo e tanti altri.
La cover artist di questo numero è la straordinaria Adriana Farina che ha messo a disposizione della nostra rivista tutta la sua professionalità per realizzare un’illustrazione che, siamo sicuri, vi lascerà a bocca aperta. Il Giappone, dunque, come simbolo del Lucca Comics e dell’edizione 2015, già partita da qualche giorno e sulla quale abbiamo dedicato più di un articolo in questo numero.
E poi un intero speciale dedicato al mondo della matematica del nostro vicedirettore Diego Rosato, tante recensioni e suggerimenti per la lettura. Ma la grande novità di questo numero è che abbiamo una nuova editorial designer, Valeria Mosca, che ha curato l’impaginazione di questo numero. Valeria Mosca, insieme a me, ha fondato RB Media (www.re-media.it), l’agenzia di comunicazione che nasce da lavoro già svolto per Reader’s Bench, fornendo alle aziende tutto il supporto di cui necessitano per la comunicazione. Valeria ed io, insieme a tutto lo staff di Reader’s Bench, abbiamo grandi progetti per la panchina del lettore e per la rivista.
Una guida alle migliori uscite che Vi va di continuare a seguirci in le case editrici proporranno per questa avventura? questo evento ed una guida alla sopravvivenza per i fortunati, tra voi, che saranno presenti. Tante rubriche, come al solito, e
Io sono Clara Raimondi, Direttore editoriale di Reader’s Bench Magazine. Facebook, Twitter, Linkedin www.rb-media.it clararaimondi@readers-bench.com
La
nostra Storia
non finirà
mai
5
Ottobre [ Intervista
ad Adriana Farina ]
Ciao Adriana! Sei il cover artist di questo numero… ma forse questo lo sapevi già… Grazie per esserti prestata a questa pazza, folle impresa! Vogliamo conoscerti meglio, quindi presentati davanti a tutti i Readers!
e per tirare fuori le idee e le fantasie che avevo in mente. Ho sempre letto fumetti e osservato disegni e dipinti con grande ammirazione e voglia di creare.
In poche parole, chi sei? Ciao a tutti! Vorrei dire che sono quel che disegno ma penso restereste tutti con dubbi atroci, somiglierà di più a Meddy, la medusina sempre imbronciata, o a una di quelle creature così femminili? Nessuna di queste, ma voglio pensare di mettere tutta me stessa in quel che creo, soprattutto quando si tratta di miei progetti o miei personaggi. Come è nata in te la passione per il disegno, il fumetto e l’illustrazione? E sì vogliamo sapere tutto! Ho sempre disegnato, fin da piccolissima, per me è sempre stato un modo per esprimermi
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I
Per questo ho frequentato il Liceo Artistico, anche se ancora non sapevo bene come lo avrei fatto diventare un lavoro. E come la tua passione si è trasformata in un lavoro? Quale percorso ti ha portata a diventareti ha portata a diventare la professionista che sei? (Ti piace questo tono professionale?) Dopo aver partecipato a una fiera del fumetto ero galvanizzata, avevo appena finito il liceo e mi è sembrato il momento perfetto per scegliere che lavoro fare, così mi sono iscritta alla Scuola inter-
nazionale di Comics a Roma, bambini. È stata un’esperienza e, già mentre frequentavo, sono straordinaria, che mi ha fatta arrivati i primi lavori. crescere molto e che è durata anni. Poi ho lavorato in tante altre realtà Quali sono state per te le e tra queste, il periodo più lungo, è prime soddisfazioni in questo stato quello in cui ho lavorato per i campo e come nascono le tue fumetti delle Winx. Di quel perioprime collaborazioni. do posso dire che facevo fatica a Ce ne vuoi parlare? fare altro e un po’ mi dispiaceva, All’inizio speravo di poter ma anche lì ho potuto dimostrare creare qualcosa di mio e basta, a me stessa di poter lavorare molto poi ho incontrato quello che è e a lungo. Per Pulsa lavoro tutt’ora; diventato lo sceneggiatore di sono illustratrice per la rivista Yoga moltissimi miei lavori, con cui Journal, un vero viaggio anche collaboro tutt’ora: Massimiliano quello, bellissimo, nello yoga, che Filadoro. amo profondamente. Collaborando con lui ho capito che sarebbe stato meglio far Adesso per Bugs comics stai scrivere lui o altri sceneggiatori per arrivare con le strisce e specializ-zarmi nel racconto dei MoFtri. Chi sono? Come disegnato. Tutto questo perché è nato il pro-getto e questa considero i fumetti una cosa collaborazione? seria e penso che ci si debba impegnare molto per dare al Il progetto è nato grazie a lettore un mondo parallelo, Gianmarco Fumasoli, che ne fa che funzioni perfettamente. anche parte. Si era innamorato di altre strisce che facevo insieme Così ho iniziato a lavorare a Filadoro: i PupaSSi; ossia dei presto; prima nel fumetto con pupazzi disabili molto ironici che la Scuola Internazionale di usci-vano per SuperAbile, una Comics, in una pubblicazione rivista di settore dell’INAIL. curata da loro e, subito dopo, grazie a uno degli insegnanti di Quando Gianmarco si è messo allora: Gigi Piras (straordinario a lavoro sulla nuova uscita di fumettista della Disney), con Mostri, una rivista già uscita negli un’agenzia di Milano, Pulsa, per anni ’90 e messa a nuovo da lui e la quale, io e Filadoro, abbiamo Paolo Alti-brandi (sono gli Editori creato New Ort, per avvicinare della Bugs comics), ha pensato di chiamarci e chiederci se non i più piccoli al Biologico. New Ort veniva distribuito volessimo partecipare. Conosceva nei supermercati Esselunga, è già Filadoro per dei suoi lavori arrivato nelle mani di moltissimi su Splatter, la “cugina” di Mostri
di
Adriana 7
uscita qualche anno prima, e ci siamo fatti coinvolgere in questa nuova avventura. I MoFtri sono quindi venuti fuori dalle menti di noi tre: Massimiliano Filadoro, Gianmarco Fumasoli, e me. Forse nel cuo-re li avevamo già, c’è una parte tenera e piccola in ogni mostro, in fin dei conti; a noi piace metterla su carta e farla vivere. I MoFtri spesso prendono il sopravvento, sono vivi, hanno un loro carattere, decidono da soli come rispondere e come far andare una storia, una striscia. Spero proprio che vengano amati dagli altri come li amiamo noi, non abbiamo fatto altro che dare loro voce. Meddy coi suoi serpentelli arrabbiati, Dandy il vampiro pauroso, Frankie, il Frankenstein senza cervello perché glielo rubano per dispetto, RIP, lo zombie che è talmente piccolo che non riesce a uscire dalla tomba, e tanti altri. Come si può non amarli?! Siamo alle porte del Lucca Comics and Games, ti va di fare un pronostico per questa edizione e per i MoFtri? Spero che le frotte che arriveranno, passeranno anche per lo stand Giglio a darci un’occhiata! Abbiamo preparato anche le t-shirt con Meddy! Insomma, ce l’abbiamo messa tutta! E staremo a vedere. Non mi sbilancio, non ne ho idea, sono troppo coinvolta ed emozionata. Essere alla fiera di Lucca con dei personaggi creati da me non è minimamente paragonabile a tutte le volte in cui ci sono stata per disegnare personaggi di altri. E poi la rivista Mostri è davvero ben fatta, dentro ci sono disegnatori e sceneggiatori bravissimi, ve li nomino perché 8
tra qualche anno saranno famosissimi, qualcuno già ha preso il volo: Valerio Giangiordano, Cristiano Crescenzi, Antonio De Luca, Riccardo Latina, Alessio Maruccia, Massimiliano Filadoro, Andrea Guglielmino, Marco Scali, Gianmarco Fumasoli e Alissa Barone. E poi gli articoli di approfondimento di Luca Ruocco e di Andrea Guglielmino. E non dimentichiamo Giancarlo Caracuzzo con una storia inedita! Dai, andrà benissimo!
poco, bellissimo. Nel frattempo sfoglio altri fumetti, ma prima di dormire qualche pagina di Benni. E non vedo l’ora di cominciarne altri, ho una pila di Saramago da finire e uno di Giuseppe Genna, ma mica è facile leggerli, ci vuole un po’ più di concentrazione, che ora, prima di Lucca, non ho!
Per la domanda finale dovrai attendere ancora un po’ e nel frattempo vogliamo che tu ci racconti dei tuoi progetti per il futuro. Su che cosa lavorerai?
avaedeve.blogspot.it
Vorrei lavorare subito a quattro progetti, sperando di averne il tempo. Due fumetti, uno realistico e uno grottesco/ umoristico, da portare ad Angouleme alla ricerca di editori. Ho in cantiere anche un libro per bambini e infine mi piacerebbe fare di nuovo, come anni fa, un mazzo di Tarocchi. Insomma la voglia di fare è tanta, spero mi porterete fortuna!
Grazie Adriana! Ma grazie a voi!!!
www.facebook.com/ adriana.farina.gdk bugscomics.com/ MoFtri
La domanda delle domande è, naturalmente sulla panchina del lettore, che cosa stai leggendo in questo periodo? Ahhh, che dolore! Vorrei leggere molto di più! Sto leggendo un fumetto di Dal Prà e Mandrafina, La guerra dei Maghi, uscito da
[www.adrianafarina.it]
(servizio a cura di Clara Raimondi)
Speciale Lucca Comics non è solo l’evento culturale più importante in Italia (e, forse, anche d’Europa), è l’appuntamento che diversi Readers aspettano con trepidazione tutto l’anno. E’ l’occasione per incontrare i propri autori/illustratori preferiti, per ottenere una dedica, per acquistare numeri in edizione variant ma soprattutto è lo snodo fondamentale per scorpire, in anteprima, le uscite dei prossimi mesi. Tante e tutte davvero importanti le uscite per questa edizione, scopriamole insieme. La serie ideata da Roberto Recchoni ed Emiliano Mammuccari, Orfani, è arrivata alla terza serie, l’ultimo numero avrà una cover variant realizzata, in esclusiva, da Leo Ortolani, il papà di Rat-Man e sarà venduta in esclusiva solo durante i giorni di Lucca Comics nello stand Sergio Bonelli Editore. Recchioni, insieme ad Uzzeo, Monteleone e Gualtieri sarà anche presso il Padiglione Giglio, stand E338 insieme a Il collettivo romano per presentare, tra gli altri: Un libro scomodo di Riccardo 10
Torti. Gualtieri, Monteleone e Ceregatti propongono invece Quasi super, mentre Mauro Uzzeo ci propone il suo primo romanzo, Non ti stavo cercando. Ma Lucca Comics non è, come ben sapete, solo uscite editoriali. Gipi, Gian Alfonso Pacinotti, dopo il successo di Unastoria, che ha rischiato di entrare nei finalisti del Premio Strega, grazie ad una campagna di crowfounding ha realizzato un gioco da tavolo intitolato Bruti. Durante questa edizione di Lucca Comics and Games sarà possibile non solo recarsi alla mostra ispirata al gioco all’interno del Padiglione Games ma sarà possibile, allo stand Bruti, incontrare Gipi e partecipare ad alcune sessioni di gioco. Il numero 3127 di Topolino avrà anch’esso una copertina variant molto speciale, in grado di illuminarti al buio. Sarà possibile acquistare questo numero al costo di 5 euro presso lo stan Panini Comics. Vi informiamo inoltre che, sempre durante i giorni di Lucca e sempre presso Panini, sarà possibile acquistare una versione tutta pink di Topolino Magazine con le storie di Marco Bosco e
Silvia Ziche. Vogliamo, finalmente, parlare delle uscite Bao Publishing? Chanbara, creata da Roberto Recchioni e Andrea Accardi, con La redenzione del samurai e I foro del massacro uscirà per la prima volta a colori, con una sopraccoperta in pergamena e con extra inediti, prezzo? Venticinque euro! Incendi estivi di Giulia Sagramola sarà un’altra novità Bao a Lucca, un graphic novel intenso, maturo che non vediamo l’ora di leggere. E poi ci sarà Zero e se volete, sfogliando la rivista, troverete anche una bella recensione de L’elenco telefonico degli accolli.
E Tunuè? Sarà a Lucca nello stand E101-102 in Piazza Napoleone anche se, a dire il vero, la casa editrice è già presente nel capoluogo toscano con la mostra dedicata a Tony Sandoval all’interno del Palazzo Ducale che sarà possibile visitare fine alla fine della manifestazione. Tante e diversificate le proposte per questa edizione: iniziamo con
la pubblicazione de La scimmia di Hartlepool di Jérémie Moreau, una favola tragicomica per schierarsi contro la guerra ed il razzismo, per la gioia dei più piccoli e per la collana Tipitondi torna anche Gud con Timothy Top e per quelli in crisi di astinenza il numero 30 di Monster Allergy, Il cimitero dei domatori.
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Reader’s on Tour
[come sopravvivere al Lucca Comics]
Quando questa guida alla sopravvivenza sarà online, cari Readers, l’edizione 2015 di Lucca Comics sarà iniziata da almeno due giorni. Orde di appassionati di fumetti & Co si saranno già diretti verso il capoluogo toscano e saranno già in coda per la dedica tanto agognata. Questa guida alla sopravvivenza si rende, comunque, necessaria per chi, come noi, si recherà all’evento culturale più importante d’Italia (e sì avete letto bene, consideriamo Lucca Comics un evento imperdibile e
di grande rilevanza), il sabato e amplificato nei giorni più intensi la domenica. Un vero e proprio quelli, appunto, di sabato 31 e bagno di sangue per cui siamo domenica 1 novembre. lieti di dare un contributo. Gli spostamenti saranno, Una giornata a Lucca Comics come al solito, favoriti anche inizia sempre prestissimo di da Happy Bus, il servizio che assicura un viaggio sicuro, solito all’alba. con partenza dalle maggiori Il mezzo più comodo città italiane. per raggiungere la città è Ma Lucca Comics, a meno che sicuramente il treno. non siate cosplayer, prevede un Per l’occasione saranno più di abbigliamento comodo, con un 82 i treni straordinari messi a assetto in grado di fronteggiare disposizione da Trenitalia sulle qualsiasi imprevisto. linee che collegano tra di loro le E’ d’obbligo avere con sè uno maggiori città della Toscana. Un impegno serio che sarà zaino in grado di contenere l’immancabile ombrello (per chi è affezionato sa che Lucca sotto la pioggia non da scampo), uno giubbotto in grado di proteggerci dalle intemperie, viveri e acqua perché se c’è una cosa impossibile da fare a Lucca è mangiare. Così preparati sarete pronti ad affrontare le file interminabili e nulla potrà sconfiggervi. Scaricate l’app e già da adesso preparate un percorso di quello
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Parcheggio Tagliate-Circonvallazione Mura
Parcheggio a pagamento, navetta gratuita; anche trasporto disabili: a cadenza continua, dalle 8.30 alle 20.00 (sabato 31 fino alle 22.00), dal parcheggio a Porta Santa Maria.
Polo Fiera-Piazza della Pace (lato Games): Parcheggio a pagamento-navetta gratuita: ogni 15 minuti, dalle 8.30 alle 22.00 (sabato 31 fino alle 23.30).
Parcheggi scambiatori Capannori:
attivo solo 31 ottobre e 1 novembre.
Capannori Frizzone-Lucca
Parcheggio a pagamento-navetta gratuita dalle ore 07.30 alle ore 12.30 ogni 20 minuti dalle ore 12.30 alle ore 18.30 ogni 60 minuti dalle ore 18.30 alle ore 22.30 ogni 20 minuti dalle ore 22.30 alle ore 01.30 ogni 60 minuti
Capannori Centro (piazzale Aldo Moro)
[luccacomicsandgames.com]
parcheggio gratuito-navetta a pagamento) dalle ore 7.30 alle ore 22.00 (domenica 1 fino alle ore 20.00) ogni 30 minuti.
[LE NAVETTE]
che, assolutamente dovete vedere. Se avete a disposizione solo una giornata non potete perdere tempo ma dovete concentrarvi su quello che aspettate di vedere o di acquistare da mesi. Fondamentale e sottolineano fondamentale avere bene in mente il calendario con le presenze negli stand dei nostri autori preferiti. Restate incollati alle pagine delle case editrici in questi giorni per restare sempre aggiornati sui cambiamenti al programma. Le cartine e le informazioni dei volontari, stanchissimi, saranno preziose ma più di tutto sarà fondamentale il vostro istinto e soprattutto, se per voi è la prima volta, la capacità di perdersi e di fari trascinare dalla folla durante quella che sarà una giornata che non dimenticherete facilmente.
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[ Luca
Bianchini
è scrittore, autore, sceneggiatore, una delle firme più note di Vanity Fair ma soprattutto è uno che sa comunicare.]
Con lui l’idea dello scrittore rinchiuso nello studio, circondato da libri, scartoffie, tazze e tazzine, con il muso davanti al pc, si allontana immediatament, per far posto ad un’immagine di autore moderno che sa cosa vuole e dove poter arrivare. Luca Bianchini è glamour, simpatico e soprattutto sorride. Direte voi: Certo che sorride, dopo il successo del suo Io che amo solo te (Mondadori, 2013, ndr), come dargli torno? Effettivamente Bianchini è ormai nell’Olimpo degli autori più apprezzati e di successo del nostro paese. Dopo il successo di Io che amo solo te (che è stato anche uno delle prime uscite per la collana Flipback di Mondadori), arriva il momento, per Bianchini, di stendere la sceneggiatura tratta dal suo romanzo. Un periodo intenso dal quale nasce la collaborazione con Marco Ponti, il regista, che termina con la scelta di un cast stellare: Michele Placido, Maria Pia Calzone, Luciana Littizzetto per uno storia che, sicuramente molti di voi conosceranno, ma che è doveroso
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LEGGENDO FILM
IO CHE Amo
LUCA BIA
o SOLO TE
ANCHINI
ripercorrere.
ma soprattutto vero. Tinteggiato di quei colori, umori, tipici Chiara e Damiano sono giovani, della cultura del sud al quale, belli e si stanno per sposare. Il loro inevitabilmente, appartiene. matrimonio diventa per la piccola città di Polignano un vero e proprio Bianchini ha saputo raccontare evento: Damiano, infatti è figlio di la sua terra d’origine il Sud in Don Mimì, il re della patata, ricco modo pieno, un romanzo da non imprenditore agricolo. farsi scappare e che, in occasione del film, arriva in libreria con un Tutti gli occhi del paese saranno nuova copertina in richiamo alla puntati sui giovani sposi ma anche locandina del film. sui loro genitori. Chiara è figlia di Ninella, una vecchia fiamma di La pellicola, che è gia nella sale Don Mimì e forse il suo unico, dallo scorso 22 ottobre, ha avuto grande amore. un grande seguito sui media. Tra i preparativi e le inevitabili crisi familiari, il sentimento che lega da tempo Ninella e Don Mimì tornerà a galla.
Bianchini nell’attesa del box office ha però già provveduto a riempire le librerie con il suo ultimo romanzo: Dimmi che credi al destino (Mondadori, 188 pagine, Un romanzo in cui la 17 euro). caratterizzazioni dei luoghi e dei personaggi è talmente riuscita che Una storia dedicata ad Ornella, il lettore si trova immerso nella cinquantenne proprietaria di una storia tanto da tirare fuori il vestito libreria italiana a Londra. Il destino buono dalla naftalina per il grande la riporterà in Italia in compagnia evento. della fedele amica Patti. Le dinamiche familiare, così Una storia di rinascita a metà tra il come i dialoghi, sono resi alla grigiore londinese e la luce del bel perfezioni ed Io che amo solo te paese. risulta fin dalle prime pagine un libro coinvolgente, divertente, 15
Intervista [in-ter-vì-sta] s.f.
Partiamo con la classica di arte cercando di avvicinare tutte domanda: come è nata l’idea di le eta; quindi coltivare l’arte per Memorie Urbane? rendere fertile il nostro territorio. Naturalmente oggi il progetto di Memorie Urbane Nasce nel 2011 museo a cielo aperto ha acquisito da un idea di Davide Rossillo un importanza notevole, con 10 presidente di turismo creativo. città coinvolte nelle varie edizioni L’obiettivo del progetto era di e piu di 150 interventi, d’altronde portare allo scoperto la pratica la nostra associazione Turismo artistica contemporanea ed in Creativo nasce con il desiderio di particolare l’arte urbana ponendola progettualità turistica alternativa allo stretto contatto con il territorio e memorie urbane ne rappresenta con il fine di stimolare un vero e una delle più riuscite proprio processo di interazione. Il nome scelto memorie urbane rievoca quanto la “Memoria” e’ Flavia Fiengo considerata un punto di partenza per un innovazione al futuro. Lo scopo del festival è rivalutare alcune zone della città degradate, può anche essere una piccola spinta per rilanciare il turismo di tale zone? L’obiettivo del festival e’ quello di riscoprire la citta’ attraverso l’arte urbana contemporanea che diventa uno strumento per dare risalto a spazi che pur essendo parte del contesto, solitamente sono trascurati, abbandonati o privi di una riqualificazione Parliamo di riqualificazione artistica, ma anche di stimolo alla critica e sopratutto certo proporre una nuova maniera di fare turismo ovvero portare il basso lazio e farlo diventare meta di appasionati 16
Perchè la scelta della street art e non quella di semplici mostre in spazi chiusi? La scelta della steetart perche’ come abbiamo gia detto in precedenza e’ stata utilizzata come mezzo di interazione tra il contesto e le persone che ci vivono. In cinque anni di festival hanno avuto modo di interagire con noi ad oggi hanno avuto modo di interagire persone di tutte le eta’ dai bambini ai più anziani. La gente ha avuto modo di vedere dei muri realizzati
passeggiando, fermandosi ad osservare e formando cosi una propria idea critica, e questo e’ quello che desideravamo una vera e propria interazione.
Brasile. Adesso parliamo di te. Com’è nata la tua passione per la fotografia? La passione per la fotografia e’ stata trasmessa da mia madre quando ero piccola. Sono stata cresciuta proprio con la cultura della fotografia.
Qual’è la storia che ti ha colpito maggiormente? Non ho una storia in particolare che mi abbia colpito. Ogni muro ha una sua storia Ogni artista pure. Ognuna diversa dall’altra. Ogni volta che interagisco con un nuovo artista e’ sempre molto emozionante! C’è stata delusione?
invece
Scattare, fermare i ricordi e stampare. Mettere tutto su carta. Ho imparato ad usare la mia prima macchina analogica all’eta’ di 13 anni in vacanza, perche’ volevo fotografare degli amici al mare.
qualche
Con il tempo ho portato avanti questa cosa senza capire pero’ quanto fosse grande l’amore che provavo per la fotografia.
La maggior soddisfazione che porta un progetto come questo di Memorie Urbane?
L’ho scoperto solo un bel po’ di anni dopo a 20 anni, quando mi e’ stata regalata la mia prima reflex digitale e da li non mi sono piu fermata.
Nessuna delusione
Come fotografa posso dire di essermi presa delle bellissime soddisfazioni in tutti questi anni. Aldila’ del rapporto finale che si crea proprio con l’artista e la rete di contatti che ti mette a disposizione, avendo a che fare con artisti provenienti e conosciuti in tutto il mondo ovviamente la cosa piu bella e’ la possibilita’ di rendere visibili le foto scattate. Essere contattata da riviste internazionali e ed pubblicata pubblicata su di essi, e’ sempre un piacere!Si tratta di una vera e propria vetrina sul mondo come successo ultimamente sono stata contattata da un editrice brasiliana per una mia foto di Martin Whatson scattata nel 2014 che a breve sara’ pubblicata come copertina di un libro scolastico in
Dopo essermi laureata ho studiato alla scuola romana di fotografia, vari corsi, tirocinio formativo in un studio fotografico ed adesso cammino per la mia strada. Grazie a Memorie Urbane ho scoperto quanto amo la fotografia di strada, il reportage. Vuoi parlarci di qualche tuo progetto personale?
ALLA SCOPERTA DI
E’ appena terminata l’esposizione del mio ultimo progetto fotografico chiamato “perfetti amanti”. Si tratta di un fotoromanzo in bianco in e nero ambientato negli anni 60 a Gaeta. La scelta del fotoromanzo cade in 17
un momento particolare della mia Ultima domanda, cosa ti riserba vita in cui avevo bisogno di il futuro? Per te e Memorie raccontare una storia. Urbane? Per quanto riguarda il nostro Inspirata dalle foto dei grandi festival, attualmente siamo in fotografi ho messo in scena una vacanza! vera e propria storia d’amore Ci siamo presi un po di ferie interpretata da due bravissimi da luglio in quanto quest’anno attori con l’intenzione di provocare abbiamo iniziato prima degli altri delle emozioni forti. anni cioe ad aprile e ovviamente c’e’ molto lavoro da fare! Le foto devono emozionare sempre ed e’ stato bello quando Sicuramente passato il caldo per di fronte alle immagini del meta’ settembre faremo qualche progetto, le padrona mi hanno intervento extrafestival per poi detto delle emozioni che stavano chiudere e riaprire l’edizione provando. In quel momento ho direttamente nel 2016. pensato che e’ stato un progetto davvero riuscito. Per quanto riguarda me, ho intenzione di andare qualche L’ho esposto per la prima volta a mese fuori per cercare di ampliare Roma a febbraio e adesso a gaeta, la rete lavorativa e per allargare prossimanente vorrei portarlo il mio bagaglio di esperienze, anche a Firenze. ovviamente con l’intenzione di Parlaci di un fotografo che ti ha maggiormente colpito e ha “segnato” la strada. Il mio percorso fotografico e’ stato sicuramente segnato da i grandi fotografi. Sono legata alla fotografia bianco e nero e a tutti i suoi maestri. Cartier-Bresson, Elliott Erwitt, l’italiano Berengo Gardin e molti altri sono per me fonte di ispirazione tutti i giorni. Paradossalmente piu’ andiamo avanti e piu la fotografia si evolve, e piu’ io cerco di tornare indietro. Con tutti i mezzi tecnologici attualemente per fare fotografia, tra telefoni, instagram, filtri e filtrini se potessi scegliere tornerei in camera oscura per quel poco che ho avuto modo di provare.
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tornare sui muri a scattare per il nostro festival che Attuallmente e’ il festival di streeart piu famoso in Italia.
[flaviafiengo.tumblr.com/] (servizio a cura di Claudio Turetta)
KITCHEN [cu-ci-nà-re] v.
Lo sentite il suono, in lontananza, di campanelli e cori festosi? O vi sembra più il rumore di uno spignattamento continuo e irrequieto? Natale è alla porte e con esso sono già pronti gli scaffali pieni zeppi di libri di cucina. Pare, e i dati non possono smentirci, che sia ancora quello ambientato tra fornelli e che racconta di ricette in famiglia il regalo più gettonato a Natale. Una tradizione che non decresce e a cui, cuochi nostri e d’oltralpe, non possono e non vogliono rinunciare. Come spiegarsi un fenomeno del genere? Non vi bastano l’ossessione italiota per cibo & Co e i dati auditel di trasmissione come Mastechef e il successo stellato alla Cannavacciulo? Una cosa è certa: gli italiani sono ossessionati dal cibo e questo, naturalmente, si ripropone in libreria. Quali saranno, allora, i libri in cucina di cui sentiremo parlare nei prossimi mesi?
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Iniziamo con Comfort Food che è arrivato in libreria da pochissimi giorni, dell’amatissimo Jamie Oliver che arriva in libreria con TEA (300 pagg, 33 euro) per raccontare, in 100 ricette, i piatti più amati, quelli che non vediamo l’ora di preparare, nel fine settimana a casa. I comfort food sono quelli che ci consolano in un periodo grigio, quelli che ci ricordano l’infanzia e che fanno bene allo spirito più che allo stomaco. Ricette di famiglia, ricordi che si mischiano anche con i piatti del mondo. Arricchito dalle foto che hanno fatto la fortuna dei suoi libri, Comfort Food è pronto a scalare le classifiche dei libri più venduti e se non ne aveste abbastanza sappiate che dal libro è nata una serie di episodi tv che potete vedere tutti i giorni su LaEffe alle 17.50. A Gipsy in The Kitchen è il blog
di Alice Agnelli che dal mondo della moda si è traghettata a quello dei fornelli con grande successo. Glamour e buon cucina hanno trovato il connubio perfetto ed Alice è diventata non solo un’importante influencer ma anche un’autrice di libri, con il suo Ricette dal Cuore per La Tana del Bianconiglio (160 pagg, 22,50 euro)
Marco Bianchi è diventato papà e di nuovo autore di un libro dedicato al cibo sano. Il suo viaggio alla scoperta delle ricette del benessere inizia con una sua personale rivisitazione delle ricette tradizionali italiane ne La mia cucina italiana (Mondadori, 300 pagg, 17 euro). Siamo sicuri che il successo sarà, di nuovo, garantito.
L’altra grande protagonista è Antonella Clerici che con il suo Almanacco (Rizzoli, 396 pagg, 12,67 euro) realizza un’agenda per la casa ricca di consigli, suggerimenti e ricette! Sono più di 190 quelle proposte dalla regina della TV e ad altrettanti sono i trucchi, le curiosità che troverete in ogni pagina che vi accompagneranno per tutto il 2016.
Chiudiamo le porte della Reader’s Kitchen con la regina della cucina: Benedetta Parodi ed il suo Ricette in Famiglia (Rizzoli, 407 pagg, 17,92 euro), raccolta di 150 nuove soluzioni in cucina, fotografate dalla giornalista e che raccontano la vita di una famiglia movimentata e sempre alle prese con i fornelli.
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La stampante del largo formato (monocromatica e a colori) pi첫 veloce di sempre, con un risparmio di oltre il 50% sui costi di produzione.
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Intervista [in-ter-vì-sta] s.f.
Ciao Giorgia, Raccontaci cosa vi ha spinto ad aprire una galleria d’arte. La nostra è una casa galleria, un art work space, dal 2009 un centro di creazione e produzione delle arti contemporanee. L’idea nasce ispirandosi ai metodi espositivi degli anni ’70 e all’indiscutibile abbattimento dei costi di una galleria. Questo ci consente di lavorare con i nostri artisti in maniera libera e dare loro la totale libertà di decifrare un reale ed effettivo costo del loro impegno e lavoro. La scelta di aprire le porte della nostra casa agli artisti è un ulteriore motivo di critica che facciamo alla città di Latina, che nonostante un invidiabile patrimonio architettonico di possibili spazi espositivi, nessun curatore o critico d’arte può gestire per via di bandi o esperienze tecniche specifiche. Purtroppo ribadiamo tale discorso da diversi anni, ma non cambia nulla. Chissà se un giorno qualcuno ci ascolterà! La cosa che può stupire è che Latina, è una città acerba a livello artistico, ed aprire una galleria d’arte Forse proprio questo suo aspetto acerbo, anche se non proprio ci sono alcune realtà private che sanno raccontare l’arte contemporanea, è giusto alimentare e far crescere intellettualmente. 23
Crediamo di poter avere anche un aspetto didattico e formativo, lo capiamo grazie alle persone che ci seguono da anni e ci ringraziano, non tanto per aver organizzato una mostra d’arte, ma per il modo, la maniera e il metodo.
vivere di sola eredità culturale che ha ritrovato, ma che non sa valorizzare, aggiornare, mantenere e soprattutto raccontare.
L’eccellenza nel nostro paese è molto alta e per questo che la sfida di ogni giorno deve essere quella di A noi interessa che l’artista venga mettersi in gioco e non piangersi compreso, capito e giudicato, non addosso! vogliamo che mai nessuno esca dalla nostra AUS+Galerie e dica Qual’è l’artista che la famosa frase “potevo farlo maggiormente vi ha colpito, anch’io!” . sia come opera che come storia che ha dietro. Non è un paradosso che in Italia, la patria del Sicuramente è nostro vanto Rinascimento, l’arte sia tanto raccontare la storia di ALO è bistrattata? stato un artista che, posso solo dire da quale regione proviene, Non penso che l’arte in Italia sia dall’Umbria nel 2009 ci ha subito bistrattata! E’ che forse manca di seguito e apprezzato, nello sforzo quel respiro internazionale, che e nell’intento che ha AUS+Galerie. hanno invece le città nord europee. Lo abbiamo presentato con una Immagino che un paese non debba personale ed è subito piaciuto a
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tutto il nostro pubblico. Ovviamente, come molti, è partito per l’Inghilterra e ha incominciato a lavorare su strada, replicando i suoi ritratti su tavola. Ebbene lì è stato notato e lo scorso anno è stato presentato dalla Saatchi Gallery di Londra, con tutti i suoi lavori sold out ancor prima di inaugurare la mostra! Questo è un nostro vanto! La maggiore soddisfazione da quando c’è AUS+Gallerie? Ogni volta che apriamo casa agli artisti è una grande soddisfazione, curarli, conoscerli, intervistarli, instaurare con loro un dialogo, una conoscenza, capire cosa raccontare e cosa poter valorizzare della loro arte. Abbiamo la fortuna di godere a pieno dell’intimità di un’artista
anche grazie al fatto che siamo all’interno di uno spazio espositivo domestico e non in un gelido spazio galleristico. Ci soddisfa accogliere il pubblico e raccontargli tutto sull’artista presente in mostra.
Tra fotografia, pittura….
Q di Luther Blisset, Una banda di idioti di John K. Toole, La trilogia Non posso sceglierne una, della città di K. di Àgota Kristòf, Il ovviamente tutto è legato tamburo di latta di Günter Grass, all’emozione che si prova di fronte L’uomo senza qualità di Roberto alle arti visive contemporanee. Musil e tutto Samuel Beckett. Che libri leggete?
Ci soddisfa combinare sempre momenti performativi che si creano soprattutto durante il giorno dell’inaugurazione, grazie alla musica, alle performance live, all’atmosfera tipicamente AUS. E qualche artista che ci consigliate che dobbiamo seguire?
Secondo voi, la sinergia fra più realtà può permettere alla città Le nostre letture vertono una crescita socio-culturale? soprattutto nel settore artistico, anche se spesso poi si sceglie un Certamente, ovvio peccato che libro in base alla circostanza che spesso nella nostra città non si si vive in quel momento o cosa e riesca proprio neanche a impostare chi vogliamo sentir raccontare. A nessun tipo collaborazione. meno che sia un libro consigliato o un regalo! Cosa vi riserva il futuro?
Consigliateci cinque libri da Tutti gli artisti che presenteremo leggere assolutamente. nella prossima stagione espositiva!!!!! Giorgia, che tipo di espressione artistica preferisci?
Sperimentazione, ricerca e metodologia.
[facebook.com/ AusGalerie-HOME-Gallery-Latina-Italy/] [www.ausgalerie.com/]
(servizio a cura di Claudio Turetta)
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Young Writers [giovani - scrittori]
Dopo Reader’s Bench, come alcuni di voi sapranno già, è nata l’esigenza di creare un blog e poi una rubrica dedicati agli Young Writers, gli scrittori alle prima armi che, indipendentemente dalla loro età, si trovano davanti ad annose domande a cui rispondere. Chi leggerà il mio libro? Troverò qualcuno interessato a pubblicarmi? Per rispondere a tali questioni, impresa a cui nemmeno il caro Amleto si presterebbe, sono nati diversi portali che tentano di coprire il gap creato dalla vecchia retroguardia. Uno di questi è Meetale che ho conosciuto grazie a Fabio Biccari, uno dei fondatori, che che con coraggio ha deciso di spiegarci il mondo di Meetale
Ciao Fabio! Benvenuto sulla panchina! Come nasce e chi sono i fondatori di Meetale?
Questo ci ha permesso di studiare le esigenze dei nostri utenti nei minimi dettagli per tutti questi anni ed ora sappiamo cosa vogliono i Meetale nasce nel 2010 dall’idea meetaler di oggi è di domani. di voler offrire una casa a tutti gli scrittori, l’idea era ed è quella di Sul portale, peraltro davvero creare un luogo di confronto dove ben fatto, sembra tutto facile: far crescere scrittori e perché no ci si iscrive, si carica la propria nuove correnti ed idee. opera e la cosa grandiosa è che in qualche modo ci si mette Nel corso degli anni sono nati in vetrina aspettando che si diversi siti che cercano di offrire venga notati dalla community servizi e sostegno agli scrittori, o meglio ancora da una casa che cosa ha di diverso Meetale editrice. Mi sbaglio? e quale soluzioni propone ai suoi utenti? Meetale è soprattutto una vetrina ma non basta pubblicare il libro per Perché bere la Coca-Cola o la essere notati. Bisogna diventare Pepsi? Entrambe sono simili parte attiva della community, come prodotto ma totalmente condividere i propri lavori sui vari differenti. Noi abbiamo portato social network, confrontarsi con l’innovazione, siamo stati presi gli altri autori. Oramai da qualche come punto di riferimento sotto anno i meetaler si sfidano in molti aspetti. Meetale non ha olimpiadi letterarie mettendosi in finanziatori e non ha mai variato gioco, quello è il momento migliore i suoi obbiettivi perché non deve di far comprendere quanto vali, sottostare alle leggi di mercato. non solo come scrittore ma anche come persona, giudice, amico. Riuscite ad occuparvi di tutto, persino nella trasformazione del formato che riuscite a rendere leggibile su qualsiasi dispositivo e tutto il ricavato va allo scrittore… Come è possibile? Dov’è l’inganno?
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Gli scrittori sono stati derubati abbastanza, bisogna ridare valore al mercato dell’editoria e per farlo bisogna scardinare alcuni concetti di base. Mi dicevi che diversi sono i casi di scrittori che, attraverso Meetale, ce l’hanno fatta. Ti va di raccontarci le loro storie? Raccontare tutte le storie degli scrittori che sono riusciti a pubblicare grazie a meetale mi permetterebbe di scrivere un libro. Posso darti i casi più eclatanti e le storie più interessanti, come Nicky Persico (vincitore del Giallo Garda con Spaghetti Paradiso) che pur essendo stato pubblicato da Baldini & Castoldi continua ad avere i suoi racconti su meetale, o Marta Tempra che oramai passa da un premio letterario all’altro. Abbiamo anche scrittori che vogliono sentirsi liberi come Patrizio Pinna. Oramai da anni case editrici di varie dimensioni si affacciano su meetale per scovare
talenti, altre invece invitano i loro formato con cui viene presentata giovani scrittori a mettersi in gioco. la storia. Ho scritto diversi articoli per questa rubrica andando ad analizzare la struttura che regna sovrana nel mondo dell’editoria italiana. Che cambiamenti registri o registrate voi di Meetale? Che consigli di sentiresti di dare ad uno Young Writer? Prima di tutto non abbiate paura che vi rubino il libro o racconto, pubblicate, pubblicate, pubblicate, all’editore interessa tutto il pacchetto, quindi anche voi. Secondo cosa, umiltà, mettetevi in gioco e imparate ad accettare le critiche. Il senso, e questo si percepisci navigando sul sito, è quello di un gruppo che sostiene e da sostegno. Quanto credi sia importante?
Hai letto, ultimamente qualche racconto sul sito che ti è piaciuto? Non vogliamo sapere di chi sia ma solo che cosa ti ha colpito. Che cosa ti piace e non ti piace della scrittura di oggi? Si ho letto molti racconti su meetale e ammetto che considero alcuni di loro geniali. Una cosa che ho notato nei meetaler è il loro volersi mettere in gioco, la voglia di sperimentare, ricercando nuove strutture, forme o semplici formattazione. Vige la creatività, la libertà di espressione senza legarsi alle regole editoriali. È creatività pura. Si ho letto molti racconti su meetale e ammetto che considero alcuni di loro geniali.
[www.meetale.com/]
La rete è editoria, cambia solo il 27
Intervista [in-ter-vì-sta] s.f.
A guardarlo attraverso lo schermo del computer Piero Balzoni sembra un tipo bizzarro. Non dico esteticamente, perché così è proprio una persona normale, ma per effetto di questa proiezione che porta dritti alle aragoste. Si chiama Come uccidere le aragoste il romanzo d’esordio dello scrittore romano. Un romanzo che mi dice che Roma non è carina. Bizzarro, sembra.
In questo tuo libro si racconta di tale Luca Amodio che sembra abbandonare tutto per una vendetta bizzarra. A me sembra un folle. Anche a me. Se dovessi incontrarlo per strada mi ficcherei il portafogli nelle mutande. Però sbaglierei, perché a quanto ne so questo Luca
Amodio non è uno scriteriato, ha chiaro il suo obiettivo. E il suo obiettivo non siamo io e te, che notoriamente non abbiamo una lira, ma le persone che il denaro ha reso vuote e anestetizzate a qualunque sentimento, alla compassione, al senso di umanità. Queste persone sono insensibili anche all’espressione più semplice e animalesca che conosciamo: il dolore. Ed ecco, Luca mi pare uno che magari non ha ancora messo bene a fuoco le dinamiche di relazione tra gruppi, però almeno parte da un concetto che secondo me è condivisibile. E poi chi potrebbe biasimarlo? Suo fratello è stato messo sotto da un Suv che poi è scappato via lungo la tangenziale. Io che farei al posto suo? Stai denunciando qualcosa? Tutti i libri secondo me denunciano qualcosa. Solo che nella migliore delle ipotesi noi non sappiamo quel che stiamo per denunciare prima di iniziare a scrivere. A me pare l’unico modo per produrre una storia interessante. Insomma, se si parte da una tesi, si rischia di avere già le soluzioni a portata di mano e secondo me nessuno spera di trovarsi tra le mani un romanzo in cui, ad esempio, a pagina uno sai già chi è l’assassino. Il Tenente Colombo ci riusciva, è vero. Però in generale nessuno vuole
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il libretto delle istruzioni dentro alla scatola. A meno che uno non voglia costruire un mobile di Ikea. Ma ormai ce ne sono di semplicissimi da costruire anche senza istruzioni. Io per esempio li adoro. È un romanzo thriller? Purtroppo no. Se fosse un thriller avrei la possibilità di presentarmi come “il caso editoriale della settimana” e vendere di botto almeno un paio di migliaia di copie. Ma non è solo per questo che lo dico purtroppo. Dico purtroppo perché scrivere Come uccidere le aragoste a me è costata moltissima fatica, intendo sul piano emozionale. Ho dovuto mettere dentro una mole assurda di pensieri intimi di cui mi vergogno un po’, o molto. Un thriller è struttura. Puoi dire “oggi penso a come risolvere questo step narrativo di quà, domani chiudo questo buco di trama di là” e intanto puoi uscire a cena con gli amici senza temere di essere preso per un pazzo.
tigre o un coniglio, senza niente in mezzo. Le aragoste, come tutti gli appartenenti al phylum dei cordati, hanno un sistema nervoso elementare, diviso in cordoni, che non gli consente di provare emozioni. Neppure le più semplici.
al terzo capitolo) posso dirti che l’editore è arrivato quando non lo cercavo più. Non perché mi fossi arreso, bensì perché ho scoperto che il modo migliore per arrivare a un editore è confrontarsi con i concorsi per narrativa. Ma posso dirti la verità? Trovare un editore Sul tuo blog c’è una pagina a non è difficile. Quel che è davvero puntate in cui racconti come difficile, e per questo ringrazio hai fatto a trovare un editore. Giulio Perrone e tutta la sua casa Allora, come lo hai trovato? editrice, è trovare un editore che creda nel tuo romanzo. Tu stai parlando della rubrica Come ho trovato un editore (su www. Ho un’idea quasi certa sul fatto comeucciderelearagoste.it). Per di chi sia Mister G, ma vorrei non anticipare niente sulla rubrica che lo dica tu. Allora, chi è (che vi invito a seguire, siamo già Mister G?
L’aragosta è una metafora per dire altro? Tutti gli animali sono metafore per dire altro. Nel romanzo ce ne sono molte. Qualcuno ha detto che l’uomo è un animale disadattato e io ci credo per davvero. Se abbiamo davanti un elefante, sappiamo come si comporterà in quanto elefante, stesso discorso per la puzzola, la marmotta, il drago di Komodo e qualunque altra specie. Soltanto se ho davanti un essere umano non potrò mai prevedere come si comporterà. Nella quarta edizione di MasterChef c’era un tizio convinto di essere o una 29
Non posso dirtelo. Ma guarda non perché tema l’inquietudine caratteriale di Mister G ma perché i tempi non sono maturi. Voglio dire, mi rovineresti il capitolo di martedì prossimo! Però voglio dirti anche quando lo rivelerò: alla festa di presentazione del libro, giovedì 15 Ottobre ore 21 presso l’Apartment Bar di San Lorenzo.
che non è sulla mappa di Waze. Però se scopro come ti fa, prometto che te lo dico. Sempre sul tuo blog dici che è una storia di Roma ma Roma non è carina..
A te pare carina? Giusto ieri ho visto in televisione un reportage su un ragazzo in sedia a rotelle che pretendeva di andare da solo ad allenarsi al campo sportivo. Ha rischiato tre volte di rovesciarsi per terra a causa delle buche, per poi trovare l’ascensore della metro chiuso e chiedere umilmente il favore di essere trasportato di sotto da tre persone. Stessa Diciamolo, i premi letterari ti storia per uscire dalla metro. Se accadesse a me, forse m’incazzerei, ma hanno aiutato... se quel ragazzo fosse mio fratello è sicuro che farei una strage. La verità è che vivere a Roma vuol dire augurarsi che non ti accada mai nulla di Ce ne sono di ogni e quasi tutti grave. sono fuffa, ma mi credi se ti dico che sono indispensabili? Perché sono un banco di prova, perché fai esperienza ed esperienza vuol (servizio a cura di Daniele Campanari) dire anche rileggere ottantaquattro volte il tuo testo da solo in una stanza entro una data prefissata. Come uccidere le aragoste ha vinto diversi premi letterari e l’ultimo mi ha portato all’incontro con il mio editore dunque sì, i premi mi hanno aiutato. Ma perché siano davvero utili devi vincerli e valutare cosa ti propongono. Per poi avere il coraggio talvolta di rifiutare, com’è successo a me.
[www.comeucciderelearagoste.it]
Dici di aver scritto solo racconti e una novella prima arrivare al romanzo. Dal punto di vista tecnico di scrittura, come è avvenuto questo passaggio? Ancora una volta devo ringraziare Mister G. Lui si è innamorato dei miei racconti per poi dirmi “Naturalmente i racconti non mi interessano, prova a scrivere un romanzo”. Piuttosto che offendermi, ho preferito accettare la sfida. Io credo che a differenza dei racconti, per scrivere un romanzo ti serva soltanto una cosa: l’idea fissa. Quella non te la puoi inventare, arriva da un posto 30
Ingenuity and innovation are the key weapons to keep pace with the times. Every day Mappi International invests in research and development, in order to offer you the most suitable machinery to your needs... ... And this is not a tale.
Intervista [in-ter-vì-sta] s.f.
nei romanzi di Montalban, ma purtroppo anche questo è accaduto ben prima che conoscessi le avventure di Pepe. Mi sono comunque ripromesso di ritornarci ed in quel caso ovviamente il tour Carvalho sarà una priorità.
Subito a bruciapelo, è nata prima la tua passione per la cucina o prima quella per i romanzi di Montalban?
Sicuramente è nata prima la passione per la cucina, questa risale al periodo del l’adolescenza quando aiutavo mia madre a fare i ravioli e i vari dolci del periodo carnevalizio in Sardegna. Come hai scoperto Montalban e la saga di Pepe Carvalho?
Nasce per caso, come tutti gli “innamoramenti”: mia moglie mi chiede se voglio leggere un libro di un certo Manuel Vázquez Montalbán dal titolo “La rosa di Alessandria”. Li mi sono imbattuto nella coppia Pepe Carvalho - Biscuter dove il secondo è una sorta di factotum, segretario, detective e cuoco. Il romanzo è costruito con un perfetto intreccio tra l’elemento “giallo”ela vivacerappresentazione di paesini ormai “globalizzati dalla forte immigrazione e di quel mondo irreale che noi chiamiamo “progresso”, enclavi irreali e socialisti rampanti, terre dimenticate, depravazione, indifferenza. Il tutto condito dalle ricette del goloso detective 32
Molte cose che mangia Pepe Carvalho, sono prodotti tipici della Spagna. Pensi che sia anche un atto d’amore verso la Spagna?
In molti romanzi gialli i detective amano sicuramente la buona tavola, basti pensare al commissario Maigret o a Nero Wolf; sicuramente, da questo punto di vista, Pepe Carvalho Hai mai visto la fiction che fece la ha una marcia in più perchè le pietanza , cucinate direttamente Rai qualche anno fa? da lui, oppure da Biscuter, sono Se ricordo bene fu il trampolino di lancio di una delle più “migliori”(ironico) attrici italiane. No non la vidi perchè il mio “innamoramento” è postumo, certo mi son perso l’interpretazione di Valeria Marini, penso di poterla comunque superare. Sei mai stato a Barcellona? Hai fatto un itinerario sui luoghi di Pepe Carvalho?
Si sono stato a Barcellona per cui conosco l’ambiente descritto
[www.lacucinadibiscuter.com/] a cura di: Claudio Turetta
fermamente legate alla tradizione Catalana , e sono descritte con accuratezza ( quelle non cucinate direttamente dai nostri protagonisti sono invece inerenti ad altre regioni spagnole oppure internazionali).
accostamenti di sapori e modalità lunga estate calda del commissario di cottura. Charitos” di Petros Markaris Quale libro della saga di Carvalho in onore al popolo greco che preferisci? proprio in questa calda estate sta “combattendo” un braccio di ferro La bella di Buenos Aires, l’ultimo non indifferente con l’Unione libro edito in Italia a dieci anni Europea. dalla morte di Manuel Vázquez Cosa ne pensi dei blog di cucina? Montalbán occorsa nel 2013. E’ ora di pranzo, cosa ci cucini di buono?
Alcuni sono molto interessanti, altri sono abbastanza ripetitivi e privi di “amore” per il cibo e i rispetto per le tradizioni, altri ancora hanno solo lo scopo del “contenitore” contenere il numero massimo di ricette senza guardare ai contenuti. La cucina, negli ultimi anni, è servita in tutte le salse, televisive e non, questo l’ha sicuramente resa tanto alla portata di tutti quanto spesso banale e discutibile per
Questo romanzo racchiude quasi tutti i temi presenti negli altri romanzi come la buona cucina, Pepe Carvalho detective poco eroe e Biscuter il consigliere il pseudointellettuale, colui che cerca di essere “il modernizzatore”.
Sicuramente un primo piatto di Spaghetti all’Annalisa di Pepe Carvalho, rivisitati alla Biscuter. Per secondo un pagello al mirto in crosta di papavero. Un contorno di Pisto Manchego de la tierra. Come dolce proporrei una Coppa Inoltre in questo romanzo è di crema pasticcera e frutta di presente quel velo malinconico stagione alla Biscuter. tipico degli argentini con una riflessione su cosa rappresenti la Grazie Biscuter, a presto! memoria e come questa debba, nonostante tutti gli sconvolgimenti della vita, debba essere preservata, avere il ricordo dei luoghi, dei sapori, dei profumi è essenziale. Ovviamente la città di Barcellona si fa specchio a tutto ciò, una città crepuscolare che sta diventando la città del design mentre, un po’ dappertutto, spuntano nuovi delitti. Che libri ci consigli?
Sicuramente “ La bella di Buenos Aires” di Montalban oppure “La 33
Cose da Reader [tool and stuff] a cura di Clara Raimondi
Il potere della rete è immenso, quasi incontrollabile, quasi magico ed alcuni giorni, sulla home di Facebook, ti arrivano meraviglie, immagini di posti, in questo caso negozi (anche se un po’ riduttivo), che sembrano usciti dal mondo delle favole.
un sapore, e dei colori ancora più belli di quando erano nuovi!
Io e il mio amico Giovanni Cantarella lavoriamo insieme dall’epoca dell’università Cattolica di Milano, abbiamo studiato Economia e commercio, nel ormai Per una come me, con lo spirito lontano 2004 decidiamo di aprire da rigattiera ed appassiona di uno Spazio dedicato al mondo del modernariato lo spazio 1380 a vintage.
Milano e OYA, gestiti da Paolo Cabassi, sono la quinta essenza della Dai mobili agli arredi ai libri, dai bellezza allo stato puro. primi del novecento fino agli Veri e propri spazi creati per sognare, immaginare e fare un tuffo nel passato. Non conoscete questi due punti vendita? Volete saperne di più sulle soluzioni di arredamento vintage? Fortuna che in questo numero di Reader’s Bench Magazine abbiamo, guarda il caso, proprio lui Paolo Cabassi!
anni 70, di tutto di più ! Oggetti e arredi in legno, in bachelite, in abs, in plastica, in corda o materiale vinilico... Non solo per venderli, ma anche per noleggiarli a Film, pubblicità, tv, etc...
La passione per questo mondo ci è nata alla fine degli anni 90, in seguito a viaggi di lavoro all’estero. Abbiamo iniziato ad acquistare per arredare le nostre case, poi le case Come nasce 1380 e OYA (Open non bastavano più a contenere gli Your Art)? oggetti e i mobili. Come hai ben scritto tu il nostro lavoro, il mondo del vintage, è fatto per appassionati , anzi super amanti di tutti i begli arredi del passato che sopravvivono al tempo, e invecchiando, come il vino buono, migliorano, prendono 34
Così, abbiamo iniziato a proporre gli arredi su internet, negli USA, è pian piano questo è diventato il nostro lavoro. La prima vendita online l’abbiamo fatta nel 1999... a Miami, una signora ha comprato un separè anni 60 decorato con
disegni optical., ed è rimasta Si arriva per passione e anche dopo entusiasta ! Da quel momento non un lungo percorso di vita in cui si ci siamo più fermati! sono avvicendati anche incontri deludenti. Era quello che io ed il Lo spazio 1380, chiamato così mio amico Giovanni volevamo perchè la superficie è di 1.380 metri fare e, grazie ai nostri spazi, ci quadrati, contiene circa 5.000 siamo riusciti! arredi. Diviso in tre sezioni, una relativa ai noleggi e due dedicate La passione per i mobili di epoche anche recenti e soprattutto per alla vendita degli arredi.
Ad esempio se diversi art buyer per la settimana della moda mi chiedono arredi industriali in metallo , è presumibile che dopo poco inizi la modo di tali arredi. Infatti questi posizionano gli arredi nei loro show room, dove passano giornalisti, attori e così via... e generano la richiesta, per emulazione.
l’usato sta prendendo sempre più Nel 208 apriamo lo spazio piede, a volte, anche con risultati Tre e solo tre caratteristiche di chiamato OYA, dove al vintage si deludenti. La filosofia di 1380? 1380, perché venire e cosa trovare: Come vi ponete all’interno del mixa l’arte contemporanea. trend del momento? • la scelta notevole sia di prezzo
Questo spazio è situato in una che di tipologia palazzina a due piani, con la Proponiamo dei classici come facciata in mattoncini e grandi sedie del cinema, banchi da lavoro, • la possibilità di farsi fine-stre tipo docks inglesi. tavoli industriali, poltrone berger personallizzare o restaurare gli o chesterfield che sono degli arredi evergreen e nello stesso tempo Qual è il percorso personale che ti ha spinto ad aprire due spazi di cerchiamo di prevenire le mode. • la possibilità di fare un viaggio questo genere, insomma, come si Questo grazie alle indicazioni che nel tempo ci vengono date dagli art buyer. arriva a vedere mobili vintage?
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All’interno, complice le foto condivise da voi, si intravedono meraviglie anche per i Readers. Come arrederesti il salotto, con annesso angolo lettura, di un divoratore di libri?
più orgoglioso?
Brionvega di Castiglioni rr 126 Limited Edition. Fuciliera inglese in piuma di mogano di 4 metri, le lampade ad arco originali anni 60, le sedie del cinema di svariate tipologie, gli arredi della vecchia Un salotto lo arrederei con grandi palestra, le più di 200 lampade librerie in larice di metà ottocento vintage. della merceria Gianduja di Torino, una bella poltrona in pelle anni 60, Vogliamo saperne di più sulle e un piccolo tavolino con ruote prossime novità, sugli eventi che dove appoggiare i libri, e una bella organizzerete e avete mai pensato lampada a piantana con lume ad organizzare incontri con autori regolabile per la luce. e lettori? Le prossime novità prevedono una Quali sono i pezzi all’interno degli ristrutturazione dello spazio 1380 spazi da te gestiti che ti rendono per renderlo ancora piu accogliente
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e funzionale, la creazione di uno spazio per scambiare i libri, e magari nello spazio oya ospitare incontri con autori e lettori, non dimentichiamo che abbiamo circa 4000 libri vintage nei nostri spazi!
[www.1380.it/]
Recensione [re·cen·sió·ne/] a cura di Danylù Louliette Kazhan
La casa di Parigi Pubblicato nel 1935, questo romanzo si colloca nel panorama della letteratura inglese, suscitando l’ammirazione della stessa Virginia Woolf. Elizabeth Bowen raggiunge la propria maturità artistica proprio con questo romanzo, nel quale si intravede quella che è la situazione sociale dell’Inghilterra e della Francia dell’epoca. Personaggi composti e posati, che
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siano essi adulti o bambini. Soprattutto character pensanti, fatti di emozioni, di pensieri, di aspettative e paura, di debolezze, di etichette. La cosa che mi ha colpita maggiormente infatti, durante il mio viaggio all’interno delle pagine di questo romanzo, è stata proprio l’abilità di Elisabeth di esplorare l’animo umano con un’accuratezza degna di nota. E’ vero che si sente quella “pesantezza” tipica della letteratura del novecento, soprattutto della prima metà, dove tutto andava spiegato, descritto, dettagliato, quasi si avesse paura che al lettore potesse sfuggire qualcosa. Così le spiegazioni di Elisabeth tediano un poco, soprattutto quelli relativi agli ambienti. Lei deve descriverti tutto nei minimi particolari, non ti da tregua, tu non puoi immaginare nulla! A tal proposito mi viene in mente un altro libro che ho finito di leggere
qualche giorno fa: La vita è Altrove di Kundera, scritto più o meno nello stesso periodo (ambientato ovviamente in Cecoslovacchia) dove però ho riscontrato lo stesso problema: spiegazioni noiosissime di ambienti e situazioni che ti fanno venire voglia di saltare al periodo successivo dove con tutta probabilità ancora troverai residui della descrizione di quella camera da letto o del tragitto che ha fatto il personaggio per arrivarci, dovendo subire e sorbire la dettagliata visione della tappezzeria, dei quadri nel corridoio, del tipo di porte, del suono che ne consegue nell’aprirla (è già questo lo reputo un particolare più interessante), di come sono fatti i cardini e di quante viti ci sono infilate. Comunque a parte questa piccola parentesi, il resto del libro risulta molto interessante. La vicenda principale si svolge nel corso di una giornata: il presente,
rovinerei altrimenti la lettura del romanzo, ci tengo a ribadire ancora una volta, la sapiente abilità che l’autrice ha dimostrato nell’esplorazione dell’ animo umano.
che lascia il posto alla seconda parte del libro: il passato, dove approfondiamo la conoscenza di alcuni dei protagonisti svelando molti misteri. La casa di Parigi è un luogo, dove mote vite di intrecciano, iniziano e finiscono. La signora Fisher e la signorina Fisher, che solo nella seconda parte del libro verrà chiamata Naomi, uscendo così da un certo anonimato, sono il fulcro attorno al quale ruota tutto. La casa è loro, e la usano come pensione per giovani studentesse straniere, o meglio veniva usata a quello scopo nel “passato”. Nel presente è abitata dalle due donne, ed è teatro per un giorno, di una vicenda che lega i fili tra il passato e il presente. Spettatrice inconsapevole è Hernietta, una ragazzina inglese che viene ospitata per una giornata dalla signorina Fisher che, molto
Indaga, sviscera, porta sotto la luce del sole tutti quei meccanismi che si innescano durante il dialogo interiore che ognuno di noi ha e di cui chi più, chi meno è cosciente. Forse troviamo anche un po’ di lei all’interno delle pagine: Karen studia alla scuola d’Arte di Parigi, anche la scrittrice aveva frequentato una scuola d’Arte, è irlandese e lei parla dell’Irlanda, amica della nonna di Hernietta, descrivendo il viaggio che Karen non ha saputo dirle di no. fa dalla zia Violet che vive a Cork, Quel giorno però un altro proprio dove l’autrice ha vissuto bambino si trova in quella casa e per un periodo. si tratta di Leopold, capriccioso e viziato seppure molto intelligente. E’ risaputo che gli scrittori I bambini si incontrano e mettono un po’ di se stessi e della conversano in maniera molto propria esperienza all’interno dei lucida, anche se si creano tra propri romanzi, e quando questo loro degli attriti: la compostezza accade si innesca la magia. Spesso inglese di Henrietta si scontra con è da questo piccolo escamotage l’eccessiva sicurezza di Leopold, che io mi rendo conto se un cresciuto in Italia da americani, che romanzo a parte raccontare una sfoggia quel tipico atteggiamento storia, e nei casi più fortunati avere di quelle persone a cui tutto è dei contenuti e insegnare qualcosa, dovuto. emana anche quelle vibrazioni Lui aspetta sua madre, non si particolari, in grado di farti sono mai incontrati, un mistero affermare: si, è vero. Può essere aleggia dietro alla sua nascita e successo, può succedere. verrà svelato solo nella seconda parte del libro, nel “passato” che rivelerà realmente i caratteri delle Fisher (portando i lettore a odiarle entrambe, almeno questa è stata la mia reazione). Faremo la conoscenza di Max, di Rey e di Karen. Non voglio svelare nula di più in merito a questi personaggi, 39
Halloween
[letture del terrore] Per una vera serata all’insegna della paura e delle terrore che cosa c’è di meglio di un pomeriggio od un’intera serata trascorsa in compagnia delle pagine più paurose del periodo? Lasciate stare le serate a tema, i travestimenti grotteschi, solo noi di Reader’s Bench vi forniamo le indicazioni per un vero Halloween. Le istruzioni sono semplici, andare
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in libreria ed acquistate: Teatro Lontano dalle atmosfere urbane grottesco di Thomas Ligotti (Il e quotidiane che caratterizzano Saggiatore, 281 pagg, 16,15 euro). l’opera di Stephen King, Ligotti fa sua la lezione dei maestri del passato Autore di culto della letteratura e mette il lettore di fronte a un americana contemporanea, restio orrore che non ha forma né volto alle attenzioni dei media ma né contorno, un orrore che non si autenticamente seminale - suoi può dire, a stento pensare, e che gli incubi che hanno ispirato la ha nell’indeterminatezza la radice prima stagione di True Detective della presa angosciante che esercita -, Thomas Ligotti è considerato sulla nostra immaginazione. In l’unico successore di Edgar “Teatro grottesco” l’orrore nasce Allan Poe e H.P. Lovecraft. da seminterrati in cui il buio e l’umido hanno prodotto una vita brulicante che aspetta di insinuarsi nel nostro mondo; da isolate fabbriche nelle cui viscere si producono artefatti meccanici dagli scopi imperscrutabili; da catene di montaggio in cui la presenza di misteriosi supervisori è così schiacciante da trasformare l’uomo in ingranaggio; da cittadine in cui la vita è una messinscena e solo quanto accade sui palcoscenici di una fiera itinerante è reale. Gli abitanti di questo mondo dalla mente impazzita e il cuore selvaggio si muovono in retrobottega fiocamente illuminati, in gallerie d’arte dall’aspetto sinistro, al centro di paludi dove sopravvivono culti antichi e innominabili, tutti alla ricerca disperata di un senso che sembra alla loro portata e che, pure, è preclusa.
Non è ancora disponibile in libreria ma lo sarà presto Sette Colpi di Judith Winter, un esordio letterario che sbarcherà in Italia grazie a Booksalad (300 pagine, 15 euro). Una lettera anonima chiama Christina Höffgen e suo marito in un capannone abbandonato. Pensano a uno scherzo, ma il cadavere segato in due che rinvengono non lascia dubbi: si trovano di fronte a un crudele assassino. Quello che né loro né la Polizia Criminale di Francoforte
hanno ancora scoperto è che questa è già la quarta vittima di un serial killer ossessionato nell’organizzare gli omicidi fino all’ultimo dettaglio. Il caso è affidato alle due ambiziose detective Emilia Capelli e Mai Zhou, che prima di indagare dovranno trovare un modo per superare la loro reciproca antipatia e diffidenza. Ma il tempo stringe perché si trovano dinnanzi un serial killer che prova piacere nel mettere in scena ogni omicidio con un tema diverso. Ed è sempre a caccia.
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Speciale [spe·cià·le/]
È da poco stato tempo di premi Nobel, quel premio prestigioso di cui si parla un pochino in TV e che dopo qualche giorno è già dimenticato dai più, ma non dall’editore che ha la fortuna di avere in catalogo l’autore che ha vinto quello per la letteratura. Eppure oggi non voglio parlare di letteratura, ma di scienza, e parlare del grande assente alle premiazioni dell’Accademia Svedese, la matematica. Sebbene non pochi matematici abbiano vinto il Nobel (credo che il più famoso sia John Nash, anche se col volto di Russell Crowe), essi hanno raggiunto l’agognato traguardo per il loro contributo alla chimica, alla fisica o all’economia. Perché non esiste un Nobel per la matematica? Secondo alcune malelingue perché l’ingegner Nobel, inventore della dinamite che volle investire i suoi lasciti in un premio, quasi a scusarsi dell’uso bellicoso che l’uomo faceva di quell’invenzione che nelle sue intenzioni doveva servire a migliorare la vita dei minatori, aveva qualche problema di natura sentimentale per colpa di una mogie infedele e un fascinoso matematico. A dire il vero non è neanche sicuro che Alfred fosse sposato (e c’è chi dice che allora di amante si 42
trattava) e più probabilmente il motivo di tale scelta è da ricercare in una sua lettera divulgata dopo la sua morte, in cui l’ingegnere afferma di aver voluto premiare le scienze pratiche, quelle che effettivamente hanno un risvolto nella vita quotidiana. Da grande ammiratore della matematica non sono molto contento di questa sua scelta, ma dato il clima che si respirava all’epoca, posso anche comprenderlo: quando Nobel scrisse quella lettera, la matematica stava subendo un fortissimo impulso, ma tutti questi progressi ancora non sia erano ben integrati con le altre scienze, risultando quindi quasi una speculazione filosofica, più che una vera scienza. Oggi sappiamo che non è così. La matematica non è solo una scienza, ma per molti versi la Scienza, lo strumento fondamentale per investigare la natura, lo spartito su cui la fisica suona la sua musica, la base fondamentale dell’informatica in una società detta “dell’informazione”: scusate se è poco.
combinatorio ai bosoni e ai polimeri, primo fra tutti la Medaglia Fields, non a caso detta “il Nobel dei matematici”. E non fate quella faccia storta: sì, lo so che a scuola per molti di voi la matematica era un incubo, che le tabelline erano noiose e che proprio non avete capito a che cavolo serve integrare un’esponenziale (a meno che non avete studiato, per esempio, telecomunicazioni), ma vi posso garantire che la matematica è molto di più e, se solo si introducesse un pochino di matematica ricreativa nelle scuole primarie, probabilmente avremmo qualche matematico in più e qualche astrologo in meno. Non è certo la prima volta che vi parlo di argomenti del genere e potete star certi che tornerò sull’argomento. Nel frattempo vi lascio con le recensioni di due volumi pubblicati dalla Dedalo Edizioni: • “Siamo tutti matematici” di Robin Jamet • “Il diavoletto di Maxwell” di Ghose Partha
Il primo più affine alla Va detto che la vita del matematica pure, il secondo matematico non è tuttavia invece per quelli più pragmatici fatta di frustrazioni e rinunce: e più “fisici”. esistono comunque altri validissimi premi, per chi Chissà che non vi venga voglia preferisce l’analisi e il calcolo di un po’ di logaritmi...
[ UNA TRAMA CHIAMATA MATEMAT1CA] Lo speciale a cura di Diego Rosato
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Poesia
[po·e·sì·a/] a cura di Simone di Biasio
Fermate quel tempo! «Me la immagino uguale la mia faccia,/ a fissare dal vetro/ il mondo che fa paura/ Stelvio mi accolse nella sua casa e si avvicina, e io fermo per timore / che napoletana di spalle. Mi diede lasciare la mia casa/ mi facesse scordale spalle per qualche minuto. Io re/ chi mi voleva bene». sedevo dietro la sua scrivania che sembrava più da medico che da letterato e leggevo il suo Ho capito che allora mi aveva “Mattinale”, una sorta de “Il confessato in quel modo, Mattino” in versione poetica: immobile, la sua poesia. quei versi erano per me notizia. Lo guardavo, immobile alla finestra; lui non ricambiava. Aveva inserito nello stereo un cd di un gruppo rock a me sconosciuto e si era fermato davanti al vetro; oltre il vetro un piccolo parco di grossi pini. Oggi apro il suo libro, a due anni di distanza, primo testo il seguente:
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Me l’aveva consegnata non come ad un ospite qualunque, ma a qualcuno cui poteva dare le spalle, regalarle davvero per donare la vista oltre il corpo. Lui sì, Di Spigno è immobile, ma la vita si sposta di stazione in stazione.
ha ironizzato sul nome del poeta (che dovrebbe chiamarsi Stelvio Di Sdegno), io direi che questo libro avrebbe dovuto intitolarsi, magari, “Fermate quel treno!”. Una antologia del pendolare, una raccolta di versi in stazione, di fermate del treno umano, ritardi accumulati, maleodori. Un grido lancinante lanciato da più parti:
«Ma intanto passano i treni e gli anni./ Io ricordo tutto e niente. L’altra domenica,/ però, quando ho visto i nuovi quindicenni/ che hanno preso il mio posto nel coro/ della chiesa, sono uscito dal sagrato, ho finto/ un malessere, mi sono appartato e, lo dico/ senza vergogna, ho pianto le peggiori lacrime/ dai tempi del Da una parte, dunque, la prima primo vagito». volta nella sua casa; dall’altra la prima volta nella sua seconda È un bardo, Stelvio, del dell’arte di casa, la poesia di questo volume pendolarismo, appena edito da Marcos y pendolare, di oscillare tra una Marcos: “Fermata del Tempo”. stazione e l’altra, di ordinare i versi E se il prefatore Umberto Fiori minutamente: tra uno spazio e
cinta di monti, e protese. Il treno non produce vento, spostamento, anni, tempo? Lo ricorda anche de Libero che, come Di Spigno, gridava “Vecchiaia fermati” e scriveva: «Tu gonfia di geloni cammi-na più lenta,/ non affrettarti, il cuore ti minaccia,/ il fiore che sta per sbocciare lasciami/ godere e tutte le botti del mio vino.// Vergognati d’inseguirmi così nuda,/ sfasciata all’inguine e in cenci i tuoi seni,/ addosso ti cucirò una bella gioventù/ e per allegro marito la mia ombra./ Fermati, vecchiaia, riposa laggiù, / contentati di strappare i miei ritratti / e io attenderò che passi tutto il fiume / della vita per ve-nire alla tua riva».
l’altro ci sono tempi definiti.
una poesia».
Non riesce sempre a lasciarsi cullare: immaginatelo con lo sguardo fisso su quei vetri del regionale talmente sporchi da poterci vedere riflessa, al massimo, la propria ombra. Anche così si fa un quotidiano viaggio con se stessi e si sconta la propria presenza ingombrante, i propri passi non obliterati, il proprio corpo mutilato multato.
Solo una poesia? Davvero solo Stelvio riporta: una poesia? Perlomeno questo è un andirivieni: «Gli anni mi si siedono davanti./ Sui sandali, vestiti da padroni./ Parlano» «Fuoco nell’aria mista a sale e a corpi anche «nel silenzio infinito della catena terrestri/ e incostanti. Pedalare, cammid’oro/ che portava mio nonno e che ora nare, sterzare con l’auto/ per Gaeta, porto io». Formia, Minturno. (...) tra le rotonde e le Il libro si chiude con questi versi, spiagge con nomi/ cali-forniani, anche la con questo discorso della badante fine perde l’orientamento». L’estate contro in famiglia: l’inverno, l’attesa contro il piacere, andare contro partire. Ma che fare? «Qualcuno «”chiamatemi quando viene sera:/ il mio dice che anche questa è vita», scrive numero l’ho lasciato a Elvio,/ so che pè riferendosi alla madre che ha «cercato di fuori, ma vedrete che torna”». amare» (qui ho pianto, io “senza vergogna”). Elvio è Stelvio senza il suo prefisso “st”, “sta”. Sta Elvio, il Stelvio ha scelto di rimanere nel suo stare è però un treno che sta golfo. Che sia di Napoli o di Gaeta accanto al tuo e non sai se è l’altro poco importa, ma è esattamente che abbandona la stazione o il tuo nel luogo in cui «Le parole si che ti porta lontano. È questa una svelano con gli anni. Prima/ sono poesia al passato, imperfetto per vento che tace». essere precisi.
«Nella teoria del verde dopo il verde,/ arriva questo treno che batte ogni paese:/ Sezze, Fondi, Itri. Campi, bestiame, cimiteri.// Si riavvicina pericolosamente/ al golfo di Gaeta che ci attende inutilmente». Perché ci attende inutilmente? È forse l’inutilità che attende, e la paura:
«Qui fallisci e vai via. Espulso dalla tribù. Non hai/ diritto di replicare. E Magari perché protette da quella dire che il fallimento/ ha la stessa scatola cranica della morte. (...) Ma questa è solo
Il grido in versi di Stelvio Di Spigno
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Teatro
[te·à·tro/] s. maschile
Quest’anno a Danae Festival non mancano le novità, ma forse è meglio precisare cosa sia Danae Festival.
quest’anno, è multidisciplinare, come riconosciuto dal Ministero. Nella vasta e ampia programmazione disponibile sul sito, due sono gli spettacoli che pongono al centro il libro e la storia della letteratura, trasfigurandoli in un linguaggio teatrale e coreografico.
shaskepriana dell’Amleto, ma fa emergere l’Amleto che risiede in ciascuno di noi. Le domande esistenziali del personaggio letterario sono anche le nostre, così come il suo esitare appartiene alla natura umana, quindi a noi. In un rapporto intimo spettatore-attore, la performance, intorno ad un tavolino di un bar il Cafè Gorille, si addentra confidenzialmente nel mondo di Amleto, che anche noi abitiamo inconsapevolmente.
Si tratta di un progetto internazionale nato nel 1999, a cura del Teatro delle Moire e diretto da Alessandra De Santis e Attilio Nicoli Cristiani, volto a rendere visibili esperienze Il primo si intitola Hamlet Private artistiche nuove della scena ed è prodotto da Scarlattine Teatro, realtà lombarda artefice contemporanea. di molteplici progetti non solo Si svolge in diversi luoghi nazionali. significativi della città di Milano e quella che inizierà martedì Come preannuncia il titolo, lo Una insolita lettura dei tarocchi 27 ottobre sarà la diciottesima spettacolo – se così si può definire- diviene quindi un pretesto per edizione di un Festival che, da trae ispirazione dalla tragedia interrogare il nostro io, attraverso
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una trama che attraversa le fredde terra della Norvegia e della Danimarca per riportarle al contesto dell’hic et nunc. Il secondo spettacolo, Emily il buonumore è un dovere etico, è la prima tappa di un percorso che la coreografa Milena Costanzo ha creato intorno alla vita e alle opere della poetessa Emily Dickinson. E’ questa la prosecuzione di un lavoro che vede al centro le figure di altre due donne carismatiche, oltre alla Dickinson: la scrittrice statunitense Anne Sexton e la filosofa francese Simone Weil.
In questa fase viene toccata la ricerca di una tensione poetica famiglia, iniziale contesto in cui che appartiene all’inesprimibile”. si è potuta sviluppare, in segreto, la poderosa opera della poetessa. Insomma, oggi più che mai si parla di crossmedialità, ma Il lavoro nelle parole della l’arte è sempre stata uno statuto coreografa, vincitrice nel 2011 inclusivo, mai esclusivo, in del Premio Ubu: “Abbiamo grado di abbracciare e inglobare tutti assolutamente bisogno di qualsiasi forma di espressione bere il tè, uccidere le mosche e di sentimenti ed emozioni, in perderci in chiacchiere leziose grado di parlare dell’uomo e di partecipando, con amore, al coinvolgerlo nel suo discorso. sempiterno copione dell’orrida e meravigliosa commedia umana.
[www.danaefestival.com]
Tra ispirazioni Bergmaniane e reazioni “british style” si aprono e si chiudono porte su passato e futuro, su ferite e risate alla
a cura di Lucia Piemontesi
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Umorismo [Speciale/] di Diego Rosato
Prendete una giornata uggiosa, fuori dalla finestra piove incessantemente da giorni. La ragazza cui chiedete di uscire da mesi vi ha dato di nuovo il due di picche, anzi avete pure il sospetto che si veda con qualcuno e voi non potete certo farci nulla. Oppure immaginate di aver trovato un nuovo lavoro, in una nuova città, con nuove prospettive, che però non cancellano quella paura dell’ignoto, quell’ansia di ciò che deve ancora accadere e quel senso di abbandono per tutto ciò che ci si lascia alle spalle.
Umberto Eco, sapete bene di cosa sto parlando) e anche nella letteratura è spesso additato come un genere di serie B, nonostante alcuni grandissimi autori non abbiano disdegnato di ricorrervi per impreziosire le loro opere (cito su tutti il sommo Michail Bulgakov).
ribaltamento della normalità. Sono solo esempi, quelli che uso più di sovente, quando voglio far ridere i miei amici (che non di rado mi accusano di scherzare troppo e di non far capire mai agli altri quando sono serio), ma, sa per caso voleste migliorare un pochino la vostra comprensione dei meccanismi usati per far ridere gli altri, potete consultare il catalogo dell’editore Sagoma, di cui abbiamo già parlato qualche tempo fa, e che pubblica alcuni volumi, come il Manuale di scrittura comica - step by step, che possono aiutarvi a capire come ridere e far ridere meglio.
L’umorismo è infatti, soprattutto nella sua forma più raffinata, l’ironia, un’arma potentissima, che non disdegna di spingersi fino all’attacco violento del sarcasmo e alla lotta politica con la satira. Come pure è uno dei migliori lenitivi per i problemi (almeno quelli meno pressanti) Infine pensate semplicemente a della vita quotidiana. Oppure potete leggere i libri di tutte quelle volte a fine giornata chi sa far ridere sul serio. In attesa che vi è sembrato di aver sprecato Far ridere non è poi così che in Italia sbarchi il nuovo libro un piccolo pezzetto della vostra semplice o almeno non per tutti. di Christopher Moore, il seguito vita. Spesso bisogna saper cogliere di “Un lavoro sporco” dal titolo un’occasione al volo, perché, se “Secondhand souls” (“Anime Ecco, è per questo che serve passa il momento, passa anche di seconda mano”, NdT), nel ridere. Perché, diciamoci la verità, l’effetto sorpresa di cui spesso la prossimo articolo vi parlerò di un a tutti capitano le giornate storte risata ha bisogno. libro dolce-amaro che è giunto e c’è sempre un buon motivo per Il mezzo più utilizzato dalla scandinavia a raccontarci le staccare il cervello e abbandonarsi dall’umorismo è la straniamento, disavventure di un uomo buono a una buona risata. l’inclusione in un contesto in un mondo di cattivi. Eppure storicamente la risata ordinario di un elemento non è sempre ben vista (se avete completamente fuori luogo. Vi lascio con un aneddoto. Pare letto “Il nome della rosa” di Altrimenti si può ricorrere a un che una volta abbiano chiesto ad 48
Albert Einstein quale fosse per lui fosse fare del bene a quelle persone dal cui sorriso dipende la nostra il senso della vita e lo scienziato, felicitĂ . come sempre mai banale, dopo aver sottolineato che fosse strano come piĂš o meno tutti, nonostante la nostra esistenza non sia che un battito di ciglia, pensino che abbia un senso, disse che secondo lui il senso della vita
Quindi facciamoci del bene, cercando di (far) ridere un po’ di piÚ.
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Umorismo [Speciale/] di Diego Rosato
A proposito dello speciale sull’umorismo che trovare in queste pagine, vorrei chiamare in cattedra per una lectio magistralis Zerocalcare e il suo ultimo libro, “L’elenco telefonico degli accolli”. Come già fu per “Ogni lunedì su due”, il fumettista romano ha raccolto gli ultimi lavori pubblicati (successivi al suddetto primo volume) sul suo blog, incorniciandoli in una nuova storia che fa da filo conduttore al volume. Storie sulle ansie di tutti i giorni, sui paradossi della vita moderna e sulle manie tipiche della mia generazione, soprattutto della falange con tendenze nerd. Forse anche più del solito. Sono un lettore veloce. Normalmente leggerei un libro di duecento pagine in un pomeriggio scarso, eppure con le storie del fumettista di Rebibbia è praticamente impossibile: non c’è tavola su cui il lettore riesca a non fermarsi per ridere. Perfino quando mi imbatto nei post che ho già letto sul blog e ricordo bene, non posso evitare 50
di rileggerlo e ridere di nuovo a crepapelle. E, se anche è vero che l’autore non presta tante attenzioni alle anatomie, non si può non apprezzarne l’incredibile capacità di rappresentare banalità quotidiane come grandi temi universali (ovviamente di ironia si tratta), utilizzando i personaggi più improbabili, eppure azzeccatissimi, per metterle in scena. Oltre all’edizione regular, l’editore ha anche pubblicato una variant, la “Armadillo War Edition”, con copertina di Leo Ortolani e numerazione limitata a 5555 pezzi, ma dubito che il giorno dopo la data in cui è stata resa disponibile in preordine ne fosse rimasta una sola copia. Immagino che dovrete accontentarvi dell’edizione regular, della fantastica, divertentissima e sempre originale edizione regular. E, ricordate: la vita è come un lungo sentiero da percorrere sulle uova con i propri fardelli, cercando di evitare gli accolli.
“L’elenco telefonico degli accolli” di Zerocalcare, Bao publishing, 200 pag, 17.00 euro (19,00 in edizione variant)
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Little Readers [Piccole letture/ori]
Torna un nuovo numero di Reader’s Bench Magazine e con lui anche un nuovo appuntamento per i Little Readers, i piccoli lettori sempre alla ricerca di novità. Un appuntamento anche per mamma e papà che non sanno mai cosa comprare ai loro piccoli in libreria. Le uscite di questa rubrica sono diverse, dedicate a diverse fasce d’età e tutte molto interessanti. Suggerimenti utili che possono guidarvi nelle scorribande in libreria con i vostri bambini.
Iniziamo questa carrellata con la nuova edizione, interamente illustrata, di Harry Potter e la pietra filosofale (245 pagg, 24,65 euro). Jim Kay realizza un vero e proprio capolavoro, trasformando in immagini ricche di atmosfera il primo capolavoro della Rowling. Sotto la matita di Kay prendono vita i personaggi, i luoghi e l’atmosfera dei racconti del mago più famoso della letteratura. Questo piccolo gioiello è arrivato in libreria il 22 ottobre e grazie a Salani siamo convinti che diventerà uno dei bestseller dei prossimi mesi. Un libro da comprare e da regalare a Natale anche ai più grandi (età di lettura dagli 8 anni in su). 53
Chi di voi, non più Little Reader, ricorda di aver avuto tra i suoi libri, in gioventù, una copia de Il Manuale di Nonna Papera? E sì perché se c’era un libro che prima o poi dovevi avere, soprattuto se eri una bambina curiosa, era proprio questo! Un classico intramontabile, paragonabile sono al Manuale delle giovani Marmotte, è appena sbarcato in libreria grazie a Disney Libri (245 pagg, 8,42 euro). La ristampa di un classico che raccoglie per migliori ricette targate Disney. Età di lettura dai 6 anni.
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Le emozioni sono le protagoniste del nuovo film e, naturalmente del nuovo libro, Inside Out (Disney Libri, 120 pagg, 8,42 euro. Cinque capitoli per altrettante cinque emozioni: , Gioia, Tristezza, Paura, Rabbia e Disgusto che si presentano ai Little Readers. Età di lettura da 5 anni. Una delle difficoltà maggiori per i genitori è il momento di far addormentare i più piccoli. Uno psicologo svedese ha elaborato una tecnica che premete al bambino di addormentarsi più facilmente e dormire meglio. Una favola diversa dalle alte che rilassa e comanda il subconscio del bambino che fa scattare in lui la necessità di dormire. Questo nuovo metodo è racchiuso nel coniglio che voleva addormentarsi di Carl-Johan Forssén Ehrlin, Mondadori, 28 pagg, 12, 67 euro.
Last reading [ultima chiamata] a cura di Diego Rosato
“Un uomo che voglia fare in tutte le parti professione di buono, conviene che rovini”: così scriveva secoli fa Niccolò Machiavelli e l’impressione è che la disamina sia ancora valida. Per supportare di questa tesi, non voglio annoiarvi con un resoconto di squallidi fatti di cronaca, ma anzi farvi sorridere (sebbene un po’ amaramente) con l’ultimo romanzo di Arto Paasilinna, edito da Iperborea, dal titolo “Il liberatore dei popoli oppressi”.
e la normalità, intrisa di cinismo, del suo mondo. A partire dal primo ostacolo (un direttore di banca ben disposto a concedergli un prestito per una vacanza, ma non per una missione umanitaria), la storia è un susseguirsi di difficoltà plausibili, eppure surreali, se accostate allo spirito di protagonista. Senza trascurare quel pizzico di intrigo e di sentimento che trasformano il volume in qualcosa di molto più di un romanzo satirico.
Un uomo nel fiore degli anni che ha passato perlopiù a interessarsi di cause umanitarie, destreggiandosi tra il suo lavoro di glottologo e una intima amicizia con un’insegnante di musica, compende che scrivere lettere non è più sufficiente e, constatato che finora non ha ottenuto risultati, decide di partire per portare personalmente aiuto a chi ne ha bisogno. Sarà l’inizio di un viaggio al limite del grottesco.
Lo narrazione procede come un resoconto in terza persona, apparentemente distaccato e formale, direi neutrale, forse per dare maggior risalto al fervore del protagonista, e mi ha ricordato un po’ lo stile di Tabucchi nel suo “Sostiene Pereira”, con forse un pizzico di scorrevolezza in più.
Un gran bel libro di amara ironia e forza contro le avversità; una storia con un finale lieto, ma non troppo, in fin dei conti giusto così; Questo libro parla di uno una scrittura di garbato senso scontro, quello tra la passione del dello humor e stile né pesante, né protagonista per il genere umano banale. Consigliato a tutti. 56
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Intervista [in-ter-vì-sta]
a cura di Clara Raimondi
adolescenti come mia sorella Sara, così vicina e così lontana a me, i ragazzi come quelli che tutti i giorni incontro sull’autobus. Chirù è uno di questi ragazzi, Chirù è uno di noi.
Voi e la vostra generazione! I giovani d’oggi! Quante volte abbiamo sentito esclamazioni di questo genere? Quante volte noi stessi siamo stati vittime di questo tipo di discriminazione. Ho voluto, per una volta, conoscere, nel profondo il cuore e la mente di un “giovane”, un ragazzo appena diciottenne come Chirù Casti. Il suo profilo, tra le mie amicizie su Facebook, mi è saltato subito agli occhi. Chirù Casti ha 18 anni, frequenta il conservatorio di Cagliari, riempie la sua bacheca di scatti rubati della sua città, di pensieri profondi, riflessioni sulla famiglia, le amicizie e la vita. Leggendo i suoi stati lunghissimi e profondi, sembra di avere tra le mani quella gioventù che hai perso da tempo, la speranza che ti accompagnava ogni giorno e che, oggi, alla soglia dei miei trent’anni, sembra svanita nel nulla. Ho voluto intervistarlo per conoscerlo meglio e con lui spero, o forse mi illudo, di conoscere anche tutti gli adolescenti di oggi. Gli 58
interessante al di là delle cose che si aspetta che faccia, tipo studiare, riordinare, arrivare puntuale e cose simili. Di cosa penso importa poco, ecco perché FB è importante: lì io dico cose che nessuno ascolterebbe, se non i miei amici, e finisce che gente che non ho mai visto sa più cose di me di mia madre che mi vede tutti i giorni, ma a cui quella roba non la direi mai. Infatti mi fa ridere questa cosa del reale e del virtuale: se c’è un posto dove io sono virtuale è fuori da FB, non dentro.
Chirù, grazie per esserti accomodato sulla nostra panchina del lettore. Quando ti ho contattato eri quasi stupefatto, mi hai detto: “Che c’entro io?” e adesso che sai tra queste pagine, voglio che ti presenti ai nostri lettori. Sulla tua bacheca si aggrovigliano pensieri ed immagini, che cosa ti permette di fare Facebook, come raccoglie Le tue parole e le immagini le tue emozioni? diventano, se lette una dopo l’altra, un racconto delle tue giornate, Grazie di questa attenzione, la dei momenti della tua vita ed trovo un po’ strana perché in realtà ogni tanto nascono riflessioni fuori da FB nessuno pensa che gli profonde sui rapporti con tua adolescenti siano di qualche interesse, madre e con tuo padre. Che cosa a me nessun adulto mi considera rende difficili, oggi, i rapporti tra
genitori e figli?
che ti lega a Luca? Come si riesce domani? Credi agli incontri che a restare amici in un mondo che cambiano la vita? Non ne ho idea, so però cosa rende porta sempre più all’isolamento? difficili i rapporti tra me e i miei: le Mi auguro musica, e di vivere di loro aspettative. Sanno sempre cosa è L’amicizia è tutto. A volte è l’unica musica. Chi sarà il Chirù di domani meglio per me prima e meglio di me. cosa che mi salva quando tutto il non lo so, so cosa non voglio che resto crolla. Luca mi capisce, c’è sia: non voglio che sia imprigionato Qualunque cosa o dica non conta: non sempre, non sempre capisce ma in posti e lavori dove non sarà felice, capisco niente, vivo di emozioni, non comunque ascolta ed è l’unico da cui non voglio che sia uno sfigato che so decidere, sono inaffidabile, molto non mi sento giudicato. non ha creduto abbastanza nei suoi meglio affidarmi al loro giudizio, che desideri da riuscire a realizzarli. Non il mondo lo sanno loro come va. Se L’amore è il dono prezioso che voglio che sia solo. Che gli incontri dessi retta a loro, oggi sarei iscritto ognuno di noi ha il dovere di cambiano la vita voglio crederlo, in farmacia, indirizzo “infelicità conoscere e scoprire. Tu in questa anche se io di incontri così non ne ho applicata”. Mio padre voleva fare il ricerca sei solo all’inizio, oppure fatti ancora. medico e ha fatto il farmacista perchè hai già intravisto uno spiraglio? in famiglia la farmacia c’era già; a Che cos’è o cosa è stato l’amore L’ultima domanda la riservo per volte ho l’impressione che lui voglia per te fino a questo momento? la tua passione per la lettura, vedermi sacrificare il mio sogno di anche qui un passione diversa dai suonare in nome del buonsenso, Una fregatura. Una cosa che ti toglie tuoi coetanei (e se non fosse per le come ha fatto lui, perchè se per caso il fiato, ma poi non te lo restituisce. immagini che ti ritraggono con il suonassi e riuscissi a vivere bene di Credo di star amando, ma non di joystick in mano, farei fatica a darti quello, sarebbe la dimostrazione che essere riamato, quindi conosco diciotto anni). Ho letto che ami anche lui avrebbe potuto inseguire il solo metà della storia. Rifammi la Zerocalcare e che stai leggendo suo sogno, anzichè accontentarsi. E’ domanda quando trovo una che mi l’ultimo di Niccolò Ammaniti. un ragionamento un po’ incasinato, ami quanto la amo io. Come è nata la tua passione per ma spero di essermi spiegato. la lettura? Che cosa trovi tra le Sogni, speranze e delusioni si pagine dei tuoi libri preferiti? Amicizia e soprattutto amore, ripetono con costanza nella vita di Credi (ti sto citando in questo sono questi gli altri temi che ognuno di noi ed in special modo momento) che se uno dovesse vengono fuori dai tuoi “stati” e nella vita di un giovane violista vederti, solo, in compagnia di quindi non solo famiglia. Che come te. Che cosa ti auguri per una birra ed un libro, si farebbe valore ha, per esempio, l’amicizia il tuo futuro? Chi sarà il Chirù di , si farebbe un’idea parecchio 59
sventurata della gioventù di oggi? La mia passione è nata perché una volta in un libro ho letto una cosa bellissima che pensavo da sempre, ma che non avevo mai trovato le parole per dire. Le aveva trovate quello scrittore. Da lì ho continuato e mi sono appassionato anche a cose che non ho mai pensato, a storie che non ho mai vissuto nè vorrei vivere. Mi piace viaggiare con la fantasia anche in posti dove non andrei mai, per esempio nei posti dei gialli, tipo Millenium o Hunger Games. I miei amici comunque non leggono e pensano che leggere non sia interessante. Pazienza, ognuno sceglie cosa gli piace, a me piace questo. Grazie ;) Grazie a te Chirù, sono certa che ci incontreremo presto.
*Michela Murgia sta portando avanti un esperimento mai tentato prima. Ha creato un profilo per Chirù Nasti, il personaggio del suo prossimo romanzo in uscita il prossimo 10 novembre (per Einaudi). Chirù ha 18 anni, è di Cagliari, frequenta il conservatorio. La sua vita è piena di passioni e spesso si tinge di quei toni aspri e decisi, tipici di una vita da adolescente, di una vita che sta per sbocciare.. Chirù non è ancora arrivato in libreria e eppure esiste già in rete. Tutto quello che troviamo sulla sua bacheca anticipa quanto leggeremo tra le pagine del romanzo. Chirù incontrerà Eleonora il 10 novembre, ma lui ancora non lo sa. Nel frattempo ha deciso di rispondere alle nostre domande.
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STAY PULP WEIRD ZINE: il blog delle “cose” strane. Bizzarro, kitsch, weird, creepy, vintage, street-art, design, natura, musica, POP kulture e molto altro!