Atlante Re-Cycle – Preview

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 A TLANTE


Re-Cycle Italy Atlante A cura di Renato Bocchi, Lorenzo Fabian, Stefano Munarin Referenti capitoli Mauro Berta, Andrea Gritti (Infrastrutture del territorio) // Carlo Gasparrini [Drosscape] // Maurizio Carta [Human Smart City] // Vincenzo Gioffrè [Utopie del reale] // Mosè Ricci [Re-cycle Footprint] Progetto grafico Giulia Ciliberto Elaborazione mappe capitolo introduttivo Ettore Donadoni Editore LetteraVentidue Edizioni Corso Umberto I, 106 96100 Siracusa www.letteraventidue.com Formato 20x27 cm, 300 pagine, rilegatura filo refe ISBN 978-88-6242-200-0

Re-cycle Italy. Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio. Progetto di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin 2010-2011) Responsabile scientifico nazionale Renato Bocchi Unità di ricerca Università Iuav di Venezia Responsabile scientifico Renato Bocchi Università degli Studi di Trento Responsabile scientifico Giorgio Cacciaguerra Politecnico di Milano Responsabile scientifico Ilaria Valente Politecnico di Torino Responsabile scientifico Antonio De Rossi Università degli Studi di Genova Responsabili scientifici Mosè Ricci, Raffaella Fagnoni Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Responsabile scientifico Piero Ostilio Rossi Università degli Studi di Napoli “Federico II” Responsabile scientifico Carlo Gasparrini Università degli Studi di Palermo Responsabile scientifico Maurizio Carta Università degli Studi “Mediterranea” di Reggio Calabria Responsabile scientifico Vincenzo Gioffrè Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara Responsabile scientifico Francesco Garofalo Università degli Studi di Camerino Responsabile scientifico Pippo Ciorra www.recycleitaly.it


RE-CYCLE ITALY // ATLANTE

Caratteristiche editoriali

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Pur nella sua differente articolazione e nell’autonomia delle sue parti l’Atlante si compone di alcuni materiali comuni, uniformati per grafica e layout:

Frontespizi

Saggi

Schede

I  frontespizi  che  fungono da  cappello  introduttivo  ai cinque  capitoli  dell’Atlante  contengono,  nella pagina di sinistra, una mappa descrittiva o interpretativa alla scala italiana che riassume i temi affrontati all’interno della sezione e, nella pagina di destra, le informazioni generali relative ai contenuti del capitolo.

I saggi sono contributi lunghi che introducono e approfondiscono i temi generali affrontati all’interno dei singoli capitoli dell’Atlante. Di natura prevalentemente testuale e monografica, essi possono essere intervallati da alcune pagine contenenti fotografie, immagini e diagrammi posti a supporto delle relative argomentazioni.

Le schede sono richiami estremamente sintetici alle differenti ricerche che sono in relazione con il tema generale del capitolo. Sono composte da un’immagine, una breve nota e un rimando per approfondimento ai contributi già pubblicati all’interno dell collana Re-Cycle Italy edita da Aracne (Roma), consultabili presso www.recycleitaly.it

Mappe sinottiche

Carotaggi

Annessi digitali

Sono mappe a cura degli autori dei vari capitoli, descrittive o interpretative, alla scala italiana, dei temi che di volta in volta sono affrontati. Situandosi nei frontespizi di ogni capitolo sintetizzano e introducono ai temi del capitolo stesso. In esse sono anche ripresi i casi studio che verranno più esplicitamente trattati nelle pagine successive.

I carotaggi illustrano nel dettaglio i principali casi studio a cui il capitolo si rapporta. Possono fare riferimento a specifiche condizioni geografiche o ad approfondimenti tematici. In considerazione dell’eterogeneità dei materiali che tali contenuti presuppongono sono caratterizzati da un layout molto libero basato su una griglia a quattro colonne.

Sono  appendici  documentative  cui l’Atlante stesso fa riferimento, come approfondimenti dei casi richiamati nelle schede. I materiali digitali sono su piattaforma online e possono essere  sviluppati nel tempo in modo incrementale; si situano  presso il sito web www.recycleitaly.it e permettono di consultare le schede in formato digitale.


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Indice della pubblicazione

INDICE

Carotaggio // Infrastrutture dismesse e reti ambientali Il riciclo come strategia per le aree interne B. Coppetti, M. Bassanelli, G. Postiglione, C. Cozza

INTRODUZIONE

Carotaggio // Rigenerare territori fragli. Le reti infrastruttrali nei territori dell’abbandono E. Corradi, R. Massacesi

Progetto di nuovi cicli di vita per i territori italiani del XXI secolo R. Bocchi

Saggio // Almost all right. Il riuso dei luoghi della mobilità nei territori e nelle città metropolitane G. Ambrosini

Re-cycle Italy. Atlante L. Fabian, S. Munarin

Carotaggio // Riformare Milano | Riattivare l’esistente B. Coppetti Carotaggio // MetroGranda A. De Rossi, M. Barbieri, A. Delpiano, M. Giusiano

CAPITOLO 1 infrastrutture del territorio

Saggio // Territori del riciclo e sguardo fotografico: un rapporto dialettico A. Oldanii

Mappa sinottica

Schede

Saggio // Infrastrutture del riciclo, M. Berta, A. Gritti Saggio // Tassonomie dell’abbandono I. Valente

CAPITOLO 2 Drosscape

Saggio // Infrastrutturazione e progetto di ricostruzione A. De Rossi, C. Magnani

Mappa sinottica

Saggio // Il riciclo dell’urbanizzazione pedemontana A. Lanzani

Saggio // Recycling Drosscapes in Europe C. Gasparrini

Carotaggio // Forme del territorio della produzione: il nodo di Bergamo M. Bovati, A. Di Franco, A. Oldani, F. Zanni

Carotaggio // Drosscape. Strategie di riciclo nella Coda della Cometa di Roma P. Guarini

Carotaggio // Il riciclo di un territorio distrettuale A. Lanzani, C. Mattioli, C. Merlini, C. Parenti, F. Zanfi, M. Zanini

Carotaggio // Napoli recycling and re(land)scaping the drosscape A. Terracciano

Saggio // Nuovi cicli di vita per i reticoli di strade M. C. Tosi

Carotaggio // Drosscape e rifiuti urbani M. di Venosa

Carotaggio // Il riciclo di un territorio distrettuale M. Aimini, L. Fabian, S. Munarin con il Re-cycle Veneto Lab

Carotaggio // I bacini estrattivi pugliesi: tra riciclo del paesaggio e riuso degli scarti P. Guarini

Carotaggio // Corsi d’acqua, processi urbani e progetti F. Frassoldati, A. Armando, M. Bonino

Schede

Saggio // Reti minori ed entroterra C. Andriani


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CAPITOLO 3 Human Smart City

Carotaggio // Il fattore umano nelle strategie di riciclo dei brownfield. La miniera di carbone di Arnao in Spagna F. Scaffidi

Mappa sinottica

Carotaggio // Blue policies per una nuova smart land F. Montagna

Saggio // Oltre la smart city: progettare la augmented city M. Carta

Schede

Saggio // Rappresentare il cambiamento V. Melluso Saggio // Metamorfosi urbani e politiche per i beni culturali A. Badami

CAPITOLO 4 Utopie del reale

Saggio // Rappresentare la smartness. Tempi, spazi ed energie della quotidianità urbana D. Ronsivalle

Mappa sinottica

Saggio // Impact Regenerative Design: paradigmi, strategie e mappature C. Nava

Saggio // Introduzione V. Gioffrè Saggio // Invasioni di campo. Progettare l’agricoltura tra utopia e normativa P. Misino

Carotaggio // Smart Community as Social Innovation and Recycle Process G. Mangano

Carotaggio // Disurbanismo veneto M. Aimini

Carotaggio // City-forming Roma: mappe di una città da ri-colonizzare A. Contato, B. Lino, C. Galati Tardanico, J. S. Oliva

Saggio // Fare paesaggi. Principi, dispositivi, procedure di ibridazione ai confini dell’urbanità G. Celestini, C. Sciarrone, D. Russo

Carotaggio // Hyper-metropolitan Palermo: mappature non convenzionali per gli scenari metropolitani del riciclo M. Carta

Carotaggio // Progetto di margine urbano: nuovi valori nella riscrittura del costrutto territoriale M. Morrica

Carotaggio // Palermo inversa, rappresentare i vuoti B. Lino

Saggio // Il riciclo dell’ordinario M. D’Annuntiis

Carotaggio // Mappe di Palermo città adattiva e tecnologica. Una sintesi metodologica D. Ronsivalle, J. S. Oliva, C. Galati Tardanico, C. Schifani

Carotaggio // “Anticipating the impossible” P. B. Barbarewicz, A Covatta

Carotaggio // Mappare la qualità della trasformazione urbana: un regolamento sostenibile dei cicli di vita urbana R. Riva Sanseverino Carotaggio // Sicani Smart Land M. Orlando Carotaggio // Amsterdam Smart City A. Contato Carotaggio // Rotterdam Smart Delta City J. S. Oliva

Carotaggio // Riciclo di struttre incompiute tecniche di riutilizzo dello scheletro edilizio L. Romagni) Carotaggio // Nuovi cicli di vita per il patrimonio abitativo della città pubblica a Pescara S. Ferrini Saggio // Città adriatica riciclasi L. Coccia Carotaggio // Periferia e pianificazione: realismo e illusione del progetto urbanio il riciclo per nuove identità G. Quattrone


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Carotaggio // Ri-costruire la residenza. E. Pedicone Saggio // Demalling Italy. Crisi e opportunità V. Santangelo Saggio // Relitti del turismo di massa. Riciclo delle strutture turistiche nel medio adriatico S. Cipolletti

INDICE

Carotaggio // Convenzione Comune-Università R. Fagnoni, C. Lepratti, M. Ricci, S. Pericu, C. Vannicola, C. Olivastri Carotaggio // Progetto “Mercato Aperto” R. Fagnoni, C. Olivastri, S. Pericu, E. Angella, N. Raffo Carotaggio // Tivoli l’altra Roma. Roma 20-25 M. Ricci

Carotaggio // Sinèddoche Utopia: a Consonno è sempre festa E. Angella

Carotaggio // Vi(n)coli. Strategia del limite nei vuoti urbani del centro storico di Genova S. Sangriso

Carotaggio // Misurati allagamenti C. Padoa Schioppa

Saggio // Ri/usare il Moderno. Ri/formare Matera M. Mininni, C. Dicillo

Saggio // Orizzonti di metodo per la rigenerazione urbana, alla ricerca di nuovi cicli di vita A. Bruschi

Saggio // Paesaggio agrario e paesaggio alimentare nella storia materana M. Favia

Saggio // Utopie del divenire nella nuova era dei cambiamenti climatici M. Manigrasso

Saggio // Oltre i Sassi, un Moderno trascurato E. Vadini, V. Fortini, G. Vicentelli

Saggio // Il progetto dei cittadini A. Paolella Carotaggio // Nuovi paesaggi urbani condivisi a Rosarno E. Nucera Carotaggio // Rizemul@b A. Di Lauro Schede

Capitolo 5 Re-Cycle Footprint

Saggio // Re-cycle | A territory-based approach J.Schröder M. Ferretti,, S. Hartmann, E. Sommariva Carotaggio // Recycle Hannover M. Ferretti,, S. Hartmann, E. Sommariva Saggio // Barcelona Re-citying. AC+. Agri-Cultures, Agro-Cities M. Gausa, N. Canessa, M. Marengo Saggio // Generatività R. Fagnoni Carotaggio // Urbact R. Fagnoni, S. Pericu, C. Lepratti, P. Alfaro D’Alençon, C. Olivastri

Mappa sinottica

Carotaggio // Marchio di qualità Re-Cycle Italy R. Fagnoni, S. Pericu, E. Angella, C. Olivastri, N. Raffo

Saggio // Re-cycle Footprint M. Ricci

Carotaggio // PABLL–BCN M. Gausa

Carotaggio // L’Italia dei vuoti / L’italia delle opportunità M. Ricci, S. Favargiotti, C. Rizzi, J. Sordi

Carotaggio // Barcelona Multi-String City Gic-Lab, Actar Arquitectura, Intelligent Coast Group

Carotaggio // Analisi del Ri-ciclo di vita dei rifiuti C&D A. Del Borghi, C. Strazza, M. Gallo

Carotaggio // Torre Baró: Dallo spazio collettivo al paesaggio produttivo IAAC Global Summer School 2014

Carotaggio // Genova Re-Cycle Footprint: condivisione C. Olivastri

Schede


RE-CYCLE ITALY // ATLANTE

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Progetto di nuovi cicli di vita per i territori italiani del XXI secolo Renato Bocchi [...] L’ Atlante che ora qui presentiamo non è tanto un atlante in senso geografico e cartografico (anche se cerca di restituire un quadro veritiero e riassuntivo dei fenomeni in atto): è piuttosto – a mo’ del glorioso Atlante della Storia d’Italia Einaudi 1 – una ricognizione mirata, in cinque capitoli distinti, sui temi e i metodi che la strategia dei “nuovi cicli di vita” propugnata dalla nostra ricerca può proporre alla cultura architettonica ed urbana. Come il famoso Atlante Mnemosyne di Aby Warburg, “non costituisce né un compendio dottrinale né un manuale, né un dizionario sistematico né un archivio, né una sintesi ricapitolativa né un’analisi, né una cronaca né una spiegazione unilaterale. E’ un saggio, nel senso banale della parola – saggiamo per vedere se questo o quello funziona o no, se ci porta chiarezza o ci confonde, e in ogni caso per tentativi reiterati – così come nel senso epistemo-critico che gli attribuirono Benjamin e Adorno” 2. I cinque capitoli tematici, assieme con le ricerche sul campo che ne sondano l’operatività, tracciano sostanzialmente cinque linee di pensiero e di investigazione che attraversano l’arcipelago delle undici unità di ricerca universitarie di Re-cycle Italy 3 e compendiano la vasta produzione di idee e di esplorazioni analitiche e progettuali già depositata in corso d’opera nei circa trenta quaderni della collana Re-cycle Italy 4, cui rinviano le schede in calce ai capitoli stessi in forma di un regesto ragionato di quella produzione, nonché l’ampio lavoro di messa a punto di categorie teoriche sul tema del riciclo in architettura e in urbanistica raccolto nel volume Recycled Theory: dizionario illustrato 5. Riassumo qui – pescando direttamente dagli scritti che seguono – tali cinque linee di lavoro, da leggersi a loro volta nelle loro potenziali euristiche sovrapposizioni. 1. Infrastrutture del territorio Si può ormai ritenere oggi chiusa la fase espansiva dello sviluppo urbano e del conseguente consumo del suolo, in cui gli atteggiamenti progettuali sono stati malauguratamente improntati ad uno sfrenato «inseguimento incrementale della dispersione insediativa», alla realizzazione di «mega-opere fuori dai quadri programmatori» e alla «dismissione di capitale fisso territoriale ritenuto improduttivo» (De Rossi-Magnani). Sul terreno è rimasta l’eredità di un insieme insediativo informe, in cui «il concetto di spazio si è perduto». Si sente la necessità di restituire al territorio una infrastruttura che supporti un vero e proprio progetto di ricostruzione: «L’infrastrutturazione è in grado di raccontare non solo ciò che è accaduto ma di aprire prospettive alle ipotesi di riuso. L’idea di infrastrutturazione si propone dunque come processo progettante; sviluppa una visione sistemica degli elementi in gioco» (ibidem). Il nuovo ciclo di vita da innescare richiede questa visione sistemica, infrastrutturante

1. Cfr. Storia d’Italia. VI. Atlante, Einaudi, Torino 1976. 2. Georges Didi-Huberman, Atlas. Inquieta Gaya Ciencia, in: Atlas. Como llevar el mundo a cuestas?, catalogo della mostra, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, tfEditores, Madrid, 2010-11. 3. La rete Re-cycle Italy consta di 11 unità di ricerca operanti presso l’Università Iuav di Venezia (capofila), coord. Renato Bocchi, il Politecnico di Torino, coord. Antonio De Rossi, il Politecnico di Milano, coord. Ilaria Valente, l’Università di Genova, coord. Mosè Ricci, l’Università di Trento (coord. Giorgio Cacciaguerra, l’Università di Camerino, coord. Pippo Ciorra, l’Università di Chieti-Pescara, coord. Francesco Garofalo, l’Università di Roma Sapienza, coord. Piero Ostilio Rossi, l’Università di Napoli Federico II, coord. Carlo Gasparrini, l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, coord. Vincenzo Gioffrè, l’Università di Palermo, coord. Maurizio Carta. 4. Cfr. la collana Re-cycle Italy, edizioni Aracne, Roma, 201316, consultabile anche on-line al sito: www.recycleitaly.it. 5. Cfr. il volume Recycled Theory. Illustrated Dictionary/ Dizionario illustrato, Quodlibet, Macerata 2016.


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6. Cfr. Aldo Bonomi e Roberto Masiero, Dalla Smart City alla Smart Land, Marsilio, Venezia 2014, ma anche il più recente libro degli stessi autori, con Federico Della Puppa, La società circolare. Fordismo, capitalismo molecolare, sharing economy, DeriveApprodi, Roma 2016.

Progetto di nuovi cicli di vita per i territori italiani del XXI secolo

(con l’obiettivo di concepire un paesaggio non più come mero espediente estetizzante ma come vera e propria infrastruttura) e ripropone inequivocabilmente una “questione morfologica” per il progetto: «un nuovo sguardo che ritrovi orizzonti di senso nell’ottica della ricostruzione» (ibidem). L’obiettivo di costruzione di questi nuovi «telai infrastrutturali del territorio» implica che l’azione di ripensamento delle stesse aree dismesse e abbandonate, di cui è costellato il terreno dopo la stagione dell’espansione indiscriminata, avvenga non tanto quale opera di mera tecnica di riuso o rigenerazione di specifici tessuti insediativi quanto come rimessa in sesto di profonde “relazioni fra le cose”, «ragionando sul nesso tra tempi della dismissione e tempi del progetto» (Valente) e lavorando su veri e propri processi di “ricomposizione” (quali quelli proposti per esempio da Lanzani per le urbanizzazioni pedemontane lombarde o emiliane o da Tosi per i reticoli della pianura veneta) ed esplorando le potenzialità di riattivazione e ri-articolazione sistemica che possono ancora rintracciarsi in infrastrutture obsolete e abbandonate quali per esempio le ferrovie dismesse (come proposto da Andriani per l’Abruzzo o dall’unità veneziana per il Veneto). 2. Drosscape L’eredità scompaginata lasciataci dalla fase espansiva di cui si è sopra detto ha bisogno di una capacità di sguardo “altro”, che consenta di vedere le potenzialità latenti di «quell’arcipelago di spazi aperti contaminati dalle scorie del metabolismo urbano e industriale» (Gasparrini) che costituisce nei nostri territori urbanizzati - i casi delle aree metropolitane di Roma e Napoli sono particolarmente significativi in tal senso - la «geografia del drosscape» e disegna una vera e propria “città inversa”. Saper vedere e ricomporre un disegno dotato di senso e di efficacia, a partire da questa “città inversa”, è il compito che il ri-ciclo o la ri-generazione urbana si debbono dare: di nuovo è la ricerca di un progetto sistemico -«una visione sistemica delle modificazioni strettamente connessa ai processi dissipativi del metabolismo urbano» (ibidem) - ma fondato di necessità non tanto su uno scenario prefigurato globalmente quanto sulla costruzione di un processo virtuoso di ri-composizione - «processo ideativo e costruttivo a geometria variabile» (ibidem) - secondo un’idea di progetto che sia al contempo “stratigrafico-relazionale” e “resiliente-adattiva”. Si tratta perciò di far riemergere i «caratteri geostrategici delle città», indagando la «centralità delle strutture blue, green e slow come telaio paesaggistico» e «sollecitando i diversi pattern urbano-ambientali (acqua, verde, strade, energia, aree di scarto e rifiuto) verso processi di riciclo» (ibidem). 3. Human Smart City La strategia per l’innesco di nuovi cicli di vita per i territori metropolitani proposta dalla nostra ricerca si è anche voluta confrontare con l’emergere in questi anni di una nuova parola d’ordine, ispirata alle nuove tecnologie informatiche e digitali: smart city; con tutte le accezioni interpretative che ne sono derivate: in particolare la versione smart land proposta in Italia –con speciale riferimento al caso veneto – da Bonomi e Masiero 6. Il concetto qui sviluppato di Human Smart City (sperimentato in primo luogo sulla complessa realtà


RE-CYCLE ITALY // ATLANTE

metropolitana di Palermo, nell’ambito degli studi per un suo nuovo piano strategico) si propone come «una piattaforma costitutiva per l’alleanza tra il paradigma del ri-ciclo, gli strumenti della smart-city e le pratiche di cittadinanza attiva per alimentare il fattore umano della città intelligente» (Carta). Il tentativo è di andare oltre l’obiettivo – spesso interpretato in forme troppo tecnocratiche – della smart city, per progettare una augmented city, «intesa come un dispositivo spaziale/culturale/sociale/economico per migliorare la vita urbana contemporanea» (ibidem), cercando di comporre la dimensione artificiale con quella naturale della città, in vista di una vera e propria “metamorfosi” (Melluso) della città esistente. Si lavora pertanto non solo sulla costruzione di scenari aggiornati della vita urbana in un sistema di relazioni complesso ed efficiente, ma anche su «un nuovo progetto della conoscenza orientato verso modelli circolari contro lo spreco delle risorse» 7. In tal senso si privilegia decisamente l’innesco di azioni dal basso e di pratiche di cittadinanza attiva che sappiano utilizzare le nuove tecnologie avanzate in un processo aperto quali “tecnologie abilitanti” (Nava) per un progetto di rigenerazione. 4. Utopie del reale La già citata necessità di comporre – nelle strategie di rigenerazione urbana – una visione complessiva (capace talvolta anche di prefigurazioni utopiche) con il realismo di efficaci azioni capillari “dal basso”, misurate sull’oggettiva carenza di risorse economiche, ha disegnato per la ricerca un atteggiamento di “utopia del reale” che la avvicina per molti versi a illustri esempi di sperimentazione prodotti in fase novecentesca da architetti del Team X, quali Giancarlo De Carlo, Aldo van Eyck o soprattutto Alison e Peter Smithson, quando tentarono di unire nel loro lavoro la dimensione “eroica” con quella del “quotidiano”, elaborando le teorie del progetto as found 8, o da ancor più spinte sperimentazioni della cultura architettonica dell’avanguardia di fine secolo rappresentata da personaggi quali Cedric Price 9, tesa ad unire un innovativo uso delle tecnologie con una concezione del progetto visionaria e fortemente rivolta al sociale. Si cerca allora di costruire – sulla base dell’individuazione di «un vasto repertorio di luoghi che hanno terminato il loro ciclo di vita, talvolta sbagliati, sovradimensionati, danneggiati o incompiuti […] macerie della modernità […] autostrade non finite, porti insabbiati, centri commerciali o sportivi o turistici abbandonati […] - nuovi immaginari a partire dal cortocircuito tra uno slancio innovativo, necessario per superare la crisi della città contemporanea, e il radicamento ai luoghi e alle storie, un approccio visionario e prefigurativo ma contestuale e adattivo; utopie del reale per fare emergere il fantastico e il poetico nei luoghi dell’ordinario e del quotidiano» (Gioffrè). In questo lavoro sulle “eccedenze” e sugli “eccessi” dei processi di produzione capitalistica delle passate fasi di sviluppo incontrollato, «il riciclo, senza un vero e proprio ciclo che lo precede legittimandolo, finisce per assumere un riflesso paradossale ma anche un significato autonomo (distinto dal ciclo produzione-consumo-riciclo)» (D’Annuntiis). «L’azione del riciclo dovrà dunque operare delle precise scelte, selezionare in modo strategico alcuni manufatti col ruolo di catalizzatori di un processo rigenerativo, che non dovrà esaurirsi in punti circoscritti… Presupporrà sistemi aperti, progetti in divenire, capaci di innescare processi trasformativi di manufatti e contesti» (Coccia).

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7. Jakob Rutqvist, Peter Lacy, Beatrice Lamonica, Circular Economy. Dallo spreco al valore, Egea, Milano 2016. 8. Cfr. Alessandra Como, Things need to be ordinary and heroic at the same time, in: “Critic all”, proceedings, Madrid 12-14 June 2014, p.69. Nel saggio l’autrice riporta la frase pronunciata in and early 50s, we used to talk about objects as found: that is anything and everything can be raised by un’intervista da Alison e Peter Smithson cui si ispira il titolo. Gli Smithson aggiungono: «In the late 40s association to become the poetry of the ordinary». L’idea dell’as found – nota l’autrice del saggio derivava dal fotografo Nigel Henderson, come spiegato dalla stessa Alison Smithson: «In architecture, the ‘as found’ aesthetic was something we thought we named in the early 1950s, when we first knew Nigel Henderson and saw in his photographs a perceptive recognition of the actuality around his house in Bethnal Green. […] We meant the ‘as found’ to refer to all those marks, that constitute ‘remembrances’ within a place, marks that are to be read as a means of finding out how the existing built fabric of the place had come to be as it was. […] Thus, the ‘as found’ provided a new way of seeing the ordinary, an openness as to how prosaic ‘things’ could energize our inventive activity». Cfr. Alison e Peter Smithson, The ‘as found’ and the ‘found’ , in David Robbins (ed), The Independent-Group: Postwar Britain and the Aesthetics of Plenty, 1990. 9. Mi riferisco ai numerosi progetti non realizzati di Cedric Price – primo fra tutti il Fun Palace – a loro volta influenzati dagli esperimenti di Buckminster Fuller, che hanno notoriamente costituito un riferimento importante


Progetto di nuovi cicli di vita per i territori italiani del XXI secolo

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anche per le prime sperimentazioni di Piano e Rogers ed in particolare per il progetto del Centre Pompidou a Parigi.++ 10. Cfr. il già citato volume, a cura di Sara Marini e Giovanni Corbellini, Recycled Theory. Illustrated Dictionary/Dizionario illustrato, Quodlibet, Macerata 2016. 11. Cfr. il volume Re-cycle Agenda, a cura di Enrico Fontanari e Giuseppe Piperata, Il Mulino, Bologna 2016.

5. Recycle Footprint «Riciclare vuol dire creare nuovo valore e nuovo senso – ribadisce e riepiloga nel quinto capitolo Mosè Ricci - Un’azione ecologica che spinge l’esistente dentro il futuro trasformando gli scarti in figure di spicco. Per gli interventi di riciclaggio il cambiamento è il valore. L’aspetto innovativo della condizione contemporanea risiede nel considerare strategica questa politica per l’architettura, per la città e per i paesaggi derelitti. Il paradigma del riciclo si contrappone a quelli della nuova costruzione […]. Il re-cycle footprint consiste nell’impronta del riciclo […] Le impronte da riciclo rappresentano l’impatto sull’ambiente dei precedenti cicli economici di sviluppo edilizio espresse come quantità di edifici, terreni, paesaggi abbandonati, devastati, in dismissione o in disuso. Al tempo stesso sono vuoti da riempire. Opportunità per sviluppare la vita sociale in un ambiente urbano più generoso di spazi a disposizione e più ricco dei significati che il tempo ha ad essi conferito» (Ricci). Nell’ambito di questi processi di riciclo si può annoverare anche un profondo ripensamento del rapporto fra aree agricole ed aree urbane, secondo un «progetto di paesaggio che propone ecosistemi in tensione fra città e campagna» (Mininni) e attribuendo un «ruolo agli spazi agricoli e forestali come elemento fondamentale di una nuova forma sostenibile di città dis-densa» (Gausa). L’Atlante si offre dunque come uno spazio di metodo, di riflessione e di dialogo ad ampio spettro, applicato a vari contesti territoriali italiani, che cerca di verificare sperimentalmente i concetti teorici discussi nel Dizionario illustrato 10 e che prelude a pratiche gestionali e di governance specificamente affrontate e discusse nel terzo prodotto della ricerca: Re-cycle Agenda 11.


INFRASTRUTTURE DEL TERRITORIO

Le energie della Valle del Piave Elisa Beordo, Stefano Munarin Il ri-ciclo della ferrovia Venezia-Cortina per lo sviluppo di nuove forme di turismo, anche grazie all’innovazione tecnologica. La ferrovia come motore capace di riattivare relazioni ed energie sopite lungo la valle del Piave. L. Fabian, S. Munarin, E. Donadoni (a cura di), Recycle Veneto, 2015, pp. 50-67.

Il sistema ferroviario e lo sviluppo urbano del territorio ostiense Enrica Corvino Il contributo, analizzando l’evoluzione del sistema ferroviario nel territorio tra Roma e il mare, evidenzia l’influenza dell’infrastrutturazione nell’espansione urbana, individuando le potenzialità dei drosscapes a ridosso delle linee ferroviarie R. Secchi, M. Alecci, A. Bruschi, P. Guarini (a cura di), Drosscape. Progetti di trasformazione nel territorio dal mare a Roma, 2016, pp. 239-246.

Paesaggi dell’insterilimento: nuovi cicli di vita attraverso infrastrutture deboli Ilaria Valente La realizzazione dell’alta velocità ferroviaria e il potenziamento della rete autostradale, ha determinato la progressiva inaccessibilità di vaste aree del Paese, con l’indebolimento delle reti ferroviarie minori e del servizio ferroviario locale. E. Corradi, R. Massacesi (a cura di), Infrastrutture minori nei territori dell’ abbandono. Le reti ferroviarie, 2016, pp. 61-63.

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Verso un’estetica del Transformer Lina Malfona Quali sono le possibilità e i limiti di una città che rilegge il suo tracciato urbano in termini di flussi, mobilità e tecnologia delle comunicazioni? Quali le implicazioni e gli esiti sull’architettura? A. Capanna, D. Nencini (a cura di), Progetti di riciclo. Cinque aree strategiche nella Coda della Cometa di Roma, 2016, pp. 77-83.

Infrastructure code. Per un nuovo assetto di territori minori dell’abbandono Emilia Corradi Il testo indaga alcuni principi sui quali è possibile impostare un percorso di ricerca critica più ampio e approfondito sui temi del riciclo e delle “ri-trasformazioni” di territori e paesaggi delle infrastrutture in contesti fragili. E. Corradi, R. Massacesi (a cura di), Infrastrutture minori nei territori dell’ abbandono. Le reti ferroviarie, 2016, pp. 25-34.

Un suolo e una natura da riscoprire e da riformare Arturo Lanzani

Fare paesaggio muovendo dagli spazi del lavoro Chiara Merlini

Strategie per una nuova mobilità Federica Amore

Assegnando agli spazi aperti un ruolo strutturante è possibile costruire nuove sequenze di centralità dentro e fuori dall’urbanizzato, creando valore per il patrimonio edilizio nonchè nuove occasioni per le pratiche del tempo libero e del benessere.

Interpretando e indirizzando alcune  dinamiche  di  evoluzione  spaziale  della filiera produttiva nel distretto ceramico è possibile ristrutturare le aree industriali e costruire nuovi qualificati paesaggi del lavoro.

Un concezione multiscalare della mobilità, per un luogo in cui far convivere flussi di attraversamento  e  paesaggi agricoli da tutelare. Convertire le aree in disuso adiacenti le strade per farne gli apparati di infrastrutture territoriali e locali.

A. Lanzani, C. Merlini, F. Zanfi (a cura di), Riciclare distretti industriali/Recycling industrial districts, Aracne Editrice, Roma, 2016, pp. 67-103.

A. Lanzani, C. Merlini, F. Zanfi (a cura di), Riciclare distretti industriali/Recycling industrial districts, Aracne Editrice, Roma, 2016, pp. 123-157.

R. Secchi (a cura di), Isola Sacra. Territorio fragile e strategico, 2016, pp.267-290.


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DROSSCAPE

Dross-Mapping. Le terre dei mostri Piero Ostilio Rossi

Paesaggi rifiutati e sottovalutati Vito Cappiello

Drosscapes come tema di progetto Orazio Carpenzano

Come rappresentare le moderne “terre dei mostri”, paesaggi dell’abbandono e dello scarto che infestano le aree periurbane? Né le aerofotogrammetrie, né le tavole tematiche dei piani regolatori e nemmeno le immagini satellitari riescono infatti a restituire una raffigurazione convincente di questa città inversa.

Il litorale Domizio è parte del complesso di apparati dunali e spiagge, depressioni retrodunali, dune antiche e terrazzi marini, pinete, ma anche di insediamenti di seconde case (prive di effetto urbano), di grandi impianti infrastrutturali, di discariche spesso abusive, di residui di agricoltura, e di attività al limite della legalità.

L’assunzione dell’esistente come come materiale di progetto, strategie di rimontaggio, definizione di processi di riconoscimento,  ricomposizione, rifigurazione del già scritto e possibili strategie di modificazione per nuovi e inediti assetti.

R. Pavia, R. Secchi, C. Gasparrini (a cura di), Il territorio degli scarti e dei rifiuti, 2014, pp. 35-45.

S. Marini, V. Santangelo (a cura di), Viaggio in Italia, 2013, pp. 79-85.

Territori fragili, territori duttili Stefania Camplone

La città dei cassonetti Rosario Pavia

Il concetto di territorio può declinarsi rispetto ai concetti di fragilità e duttilità dei materiali: è fragile se il sistema delle relazioni collassa improvvisamente; è duttile, invece, se le caratteristiche ambientali e morfologiche si deformano sotto la spinta delle esigenze di coloro che lo abitano.

Nella filiera per la raccolta differenziata dei rifiuti un ruolo di rilievo va assegnato allo spazio condominiale: primo nodo della filiera del ciclo dei rifiuti. Il contributo avanza alcune ipotesi di progettazione integrata degli spazi condominiali da destinare alla raccolta differenziata.

S. Marini, E. Santangelo (a cura di), Recycland, 2013, pp. 151-154.

M. Carta, B. Lino (a cura di), Urban Hyper-Metabolism, 2015, pp. 85-90.

Introduzione Roberto Secchi La ricerca fa riferimento a tre temi: i drosscapes, individuati, descritti e fatti oggetto di ipotesi  di  trasformazione; il progetto di riciclo; la direttrice d’intervento, che sottolinea la volontà di ripristinare il prezioso rapporto di Roma con il mare.

A. Capanna, D. Nencini (a cura di), Progetti di riciclo. Cinque aree strategiche nella Coda della Cometa di Roma, 2016, pp. 15-26.

R. Secchi, M. Alecci, A. Bruschi, P. Guarini (a cura di), Drosscape. Progetti di trasformazione nel territorio dal mare a Roma, 2016, pp. 9-25.

Drosscapes Vincenzo P. Bagnato, Francesco Marocco, Sabrina Scaletta

Green (+) blue. Towards a new land/water network of drossape Sabrina Sposito

Le cave pugliesi come drosscapes sono testimonianze di processi di continua alternanza tra materia e paesaggio. Il riciclo qui è autoriale, perché l’azione umana (architettonica o artistica) vi introduce nuovi significati. Ma è anche politico, perché basato su nuovi valori socio-culturali.

Il territorio è un intreccio di linee fisiche che corrono sulle superfici e le incidono, e linee ideali lungo le quali materia, energia e sapere si muovono ciclicamente. Queste linee sono le infrastrutture che intermediano le relazioni tra le componenti dell’habitat urbano.

S. Marini, S. Roselli (a cura di), Re-cycle Op_position II, Roma, 2014, pp.186-187.

S. Marini, S. Roselli (a cura di), Re-cycle Op_position I, 2014, pp. 186-192.


HUMAN SMART CITY

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Costa sud Palermo. Processi di riciclo territoriale Massimo Angrilli

Total Recycle Design/ Total Recycle Process Consuelo Nava

Il testo descrive il contributo progettuale della sede di Pescara realizzato nel corso del workshop PMO/Re-verse Hyper-cycling “Costa sud”, che si è svolto presso la scuola di architettura di Palermo.

«(…) questa forma di costruzione del basso, innesca per il potere di riciclo stesso un fenomeno di retroazione in cui il primo obiettivo è quello dell’autosufficenza energetica e materiale, il secondo della resilienza».

M. Carta, B. Lino (a cura di), Urban Hyper Metabolism, 2015, pp.184-187.

Iper-strategie del riciclo: cityforming protocol Maurizio Carta La rigenerazione urbana per l’attivazione di nuovi cicli vitali ha bisogno di azioni programmatiche animate da fasi incrementali con progressivo radicamento e consolidamento delle trasformazioni nel protocollo progettuale definito “cityforming”. M. Carta, B. Lino (a cura di), Urban Hyper Metabolism, 2015, pp. 157-170.

S. Marini, S. Roselli (a cura di), Re-cycle Op-position I, 2014, pp. 135-141.

La prospettiva “rururbana” nello sviluppo regionale: risorse, opportunità e nodi per le aree interne della Sicilia Ignazio Vinci Con il cambiamento degli stili di vita lo spazio rurale non è più subalterno, ma è un ambiente produttore di beni sofisticati con forti rifluenze sul reddito, sulla coesione sociale e sulla human smartness della rururbanità dei territori interni. M. Carta, D. Ronsivalle (a cura di), Territori Interni, 2015, pp. 55 - 63.

Appunti su bricolage, riciclo, merz-bau e pratiche urbane dal basso Renato Bocchi «(…) riaprire il dialogo dell’azione progettuale con il tessuto sociale e territoriale, (…) ma proprio nel senso dell’innesco di “azioni” sperimentali che aprono la strada a un rinnovamento “creativo” delle situazioni urbane e territoriali”. A. Paolella (a cura di), People meet in the re-cycled city, 2014, pp. 15-19.

From Unitary Urbanism (UU) to Convivial City (CC) Chiara Rizzi «(…) This refrain conveys very well a new sensibility for urban life. This research of “salvation” in every context and in every action is both political and socio-cultural issue and reveals the emergence of a new aesthetic sensibility», C. Nava (a cura di), The Laboratory_city, 2016, pp. 282-287.

Zero esternalità per la pianificazione integrata Daniele Ronsivalle

Core values for re-cycle social innovators Raffaella Fagnoni

«(…) la terra di mezzo tra strategie territoriali, strumenti operativi di destinazione d’uso dei suoli e processi di valutazione ambientale non si relazionano mai tra loro, vivendo spesso una condizione di indifferenza o di conflittualità».

«There is an emerging social space, in which it’s possible to design for people and with people; to design for change and with change, to produce solutions and also meanings, to investigate how to design from the interaction between a practice».

M. Carta, D. Ronsivalle (a cura di), Territori Interni, 2015, pp. 43-51.

M. Ricci, J. Schröder (a cura di), Towards a proactive manifesto, 2015, pp. 38-45.


UTOPIE DEL REALE

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Rischio totale Vincenzo Gioffrè

Au bon marchè Marco d’Annuntiis

Sottolinea l’emergenza sociale in determinate parti del territorio nazionale legate alla bassa qualità della vita nelle aree di recente urbanizzazione. Il riciclo diventa quindi una prassi non necessaria ma imprescindibile, in grado di definire nuovi immaginari per i paesaggi del quotidiano. S. Marini, S. Roselli (a cura di), Re-cycle Op_position II, Roma, 2014, pp. 18-22.

Fatti senza interpretazioni Giulia Menzietti

True-topia non esiste, eppure è lì, con una grandissima quantità di materiali in disuso, disponibili al riciclo; si tratta di un tassello di città costruito sull’artificio, in cui finzioni e dislocamenti restituiscono un falso assolutamente simile alla realtà. G. Menzietti (a cura di), True-Topia. Città adriatica riciclasi, 2014, pp. 47-49.

Oggetti edilizi inerti, spesso banali per localizzazione e forma, senza alcuna memoria da alimentare o cancellare, privi di tracce di significati e relazioni precedenti, per i quali il ri-ciclo assume un riflesso paradossale e nuovo, un significato autonomo ed assoluto, costituendone esso stesso il primo utilizzo e la dotazione di senso iniziale.

L’agricoltura multifunzionale per nuovi paesaggi urbani e periurbani condivisi Elisabetta Nucera

Le cave e il riciclo dei materiali inerti provenienti da costruzione e demolizione Paola Guarini

L’importanza dei paesaggi di margine risiede nella possibilità che offrono di sperimentare nuove forme di sviluppo e di aggregazione sociale, secondo modelli agrourbani che coniugano consuetudini urbane con pratiche rurali, basandosi su una rilettura in chiave multifunzionale delle attività agricole.

Le interferenze e i legami che intercorrono tra le aree di cava e il riciclo dei materiali inerti sono molteplici. Aumentare il riciclo dei materiali provenienti da costruzione e demolizione ridurrebbe notevolmente il prelievo da cava, con evidenti benefici di carattere ambientale.

S. Marini, E. Santangelo (a cura di), Recycland, 2013, pp. 88-91.

A. Paolella (a cura di), People meet in the re-cycled city, 2014, pp. 99-103.

A. Capanna, D. Nencini (a cura di), Progetti di riciclo. Cinque aree strategiche nella Coda della Cometa di Roma, 2016, pp. 100-109.

Urbs in horto: una visione per la città diffusa Paola Viganò

Strategie per la città e l’agricoltura. Appunti per progetti adattivi e reversibili Gianni Celestini

Le aree dello scarto: studio delle relazioni spaziali Giambattista Reale, Damiano Cerrone, Maurizio Alecci

Per l’area periurbana di Reggio Calabria si sperimenta la costruzione di una sequenza di spazi liberi con specifiche capacità funzionali ed ecologiche. Un mix di sistema urbano ed agricolo interdipendenti, per dare vita ad un paesaggio composito di agricoltura, natura e servizi.

Questo studio ha lo scopo di comprendere e restituire le caratteristiche spaziali e relazionali delle aree dove il metabolismo urbano tende ad addensare scarti e rifiuti. Definiamo città inversa l’insieme di queste aree, essenziali all’attuale vita urbana ma spesso ignorate dalla pianificazione.

P. Misino, M. Manigrasso (a cura di), Orditure del terzo spazio. Dal consumo di suolo al riciclo delle aree produttive agricole, 2013, pp. 105-117.

R. Pavia, R. Secchi, C. Gasparrini (a cura di), Il territorio degli scarti e dei rifiuti, 2014, pp. 127- 139.

Dalle sfumature della crisi emerge la necessità di una reinterpretazione complessiva del territorio diffuso, sempre a partire da una riflessione sui suoi caratteri e sulle relazioni complesse che si definiscono tra ambienti eterogenei, dove agricoltura e produzione industriale si toccano e si interpenetrano. L. Coccia, A. Gabbianelli (a cura di), Riciclasi capannoni, 2015, pp. 134-141.


FOOTPRINT

Re-cycle footprint_Impronta da riciclo Mosé Ricci «(…) la pratica del riciclo degli spazi e dei tessuti urbani è necessariamente contestuale ed adattiva. Non si può attuare con tecniche stereotipate o con strumenti tradizionali. Ogni luogo e ogni caso prevedono un progetto diverso». S. Marini, V. Santangelo (a cura di), Nuovi cicli di vita per architetture e infrastrutture della città e del paesaggio, 2013, pp. 40-45.

Un moderno pretesto Alberto Bertagna «Se il riciclo di ciò che non è più necessario è il nuovo mantra di una contemporaneità che all’indomani della crisi si è scoperta a dover immaginare uno spazio di sopravvivenza per il progetto, la non-necessarietà del riciclo sembra oggi un nonsense, [...] o un assioma strumentale imbracciato da interessi particolari». A. Bertagna, M. Giberti (a cura di), The Unnecessary Recycling, 2015, pp. 17-20.

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Hannover Recycle Footprint Emanuele Sommariva «Nell’area metropolitana di Hannover, diverse aree sottoutilizzate (come ad esempio il porto fluviale di lindener Hafen, o il deposito tramviario Üstra glocksee) condividono con l’ex-stabilimento della Continental il medesi- mo destino di dismissione e, in maniera analoga, costituiscono un’opportunità per contribuire al riciclo di brani significativi della città». S. Marini, V. Santangelo (a cura di), Viaggio in Italia, 2013, pp. 197-200.

3 decalogues for a new informational era Manuel Gausa «The equation “city + development + society” declines today as “interaction + innovation + integration” or, better, as “(inter)urban quality (interactive)” + “economic development (innovative)” + “environmental sensivity (integral)” + “socio-cultural affirmation (integrative)”». M. Ricci, J. Schröder (a cura di), Towards a pro-active manifesto, 2015, pp. 46-55.

Recycling Genoa: from waste to footprint Sara Favargiotti

Re_form Matera. Re_using the modern Maria Valeria Mininni

«The footprint is a descriptive and interpretive inquiry, addressed to a vision of change that coincides with the rethinking of the existing. In fact, during this phase, the research have been included not only the areas already abandoned but also those areas which are in a process of abandonment or transformation over the next five years».

«[...] in Matera, before thinking of giving a new life cycle to materials, there is the legacy of the Modern, not entirely exhausted an calling for a critically reading, beyond historiagraphical rethorics and rather towards design, focussing on the possibilities of growth and development, not only shrinking».

M. Ricci, J. Schröder (a cura di), Productive Grounds. Transalpine trajectories, 2014, pp. 24-29.

M. Ricci, J. Schröder (a cura di), Productive Grounds. Transalpine trajectories, 2014, pp. 195-203.

L’incompiuto e la rovina Ludovico Romagni Confrontarsi con la fine o il mancato inizio dell’uso di un’architettura ci porta a sviluppare un ragionamento sul rapporto tra progetto e tempo che investe diverse condizioni dell’opera: il concetto di non finito, l’opera compiuta, la sua rovina. U. Cao, L. Romagni (a cura di), Scheletri. Riciclo di strutture incompiute, 2016, pp. 15-26.

Dispositivi, processi, visioni: strategie operative di riciclo urbano. Jeannette Sordi «Recycle Genova guarda alla dismissione del patrimonio industriale ferroviario come una potenziale infrastruttura urbana leggera ed ecologica [...]. Il progetto delle infrastrutture è stato fin ora concepito come un motore di sviluppo: condizione sufficiente e necessaria per creare urbanizzato e metropoli». E. Corradi, R. Massacesi (a cura di), Infrastrutture minori nei territori dell’ abbandono. Le reti ferroviarie, 2016, pp. 111-116.



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