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«IL MONDO È NOSTRO»
Mi dicevo “stai zitto e sorridi”», aveva spiegato in una intervista al Corriere della Sera parlando proprio di questo esperimento musicale nel quale ha riversato le sue esperienze. Questo bel “ragazzo” 43enne oggi può finalmente dire di sentirsi sereno e vivere con consapevolezza e gioia gli importanti sogni finora realizzati, ma il percorso che lo ha condotto fin qui non gli ha risparmiato momenti “oscuri”, di quelli che a volte lasciano “cicatrici” nell’anima. La sua è stata una vita in salita. Prima il rapporto conflittuale con il peso (da 111 chili scende a 70), quindi il non detto della sua omosessualità: da una parte i discografici che premono per affiancargli una donna dello schermo, una fidanzata di comodo; dall’altra il suo rifiuto fino alla decisione del coming out a trent’anni. Tiziano è stato capace di riconoscere e metabolizzare la propria fragilità, in curiosa antitesi con quel cognome che rimanda al metallo per eccellenza più duro. E in questi ultimi anni si è davvero mostrato in tutte le sue fragilità. Il suo è stato un coming out totale, come quando (in una intervista del 2020, sempre al Corriere) confessava: «Non sono mai stato il primo della classe, ero anonimo, non bello, per niente atletico, anzi grasso, timido, i ragazzi mi chiamavano ciccione, femminuccia, sfigato. Aspettavo che qualcuno intervenisse per difendermi, ma non succedeva mai. Vivevo perennemente frustrato, incazzato e anche umiliato. Poi ho cantato per la prima volta e il mondo è cambiato. La musica era l’unica cosa che avevo, un canale per esprimermi in un mondo nel quale non mi riconoscevo». Ha avuto anche una di - pendenza dall’alcol, da cui è riuscito a uscire. Sempre nel 2020, in ottobre un numero del settimanale 7 del Corriere si apriva con la lunga, coraggiosa e toccante lettera scritta dallo stesso Tiziano Ferro, in cui il cantautore raccontava la sua esperienza - «l’alcolismo ti guarda appassire in solitudine, mentre sorridi di fronte a tutti»per aiutare chi vuole uscire dall’abisso della dipendenza come lui stesso è riuscito a fare. e le “incide” con un registratore. «Registravo melodie, canzoni. Già mie, non cantavo quelle degli altri. Alla fine del mio album “Nessuno è solo” c’è una ghost track, due registrazioni che risalgono al 1986, 1987. Avevo sei, sette anni». Tiziano attraversa un’adolescenza difficile: è timido, viene spesso emarginato dai compagni di classe, soffre di bulimia con conseguente sovrappeso. Trova uno sfogo nella musica e inizia a partecipare a cor-
La vita e la carriera
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Tiziano Ferro nasce a Latina nel 1980. All’età di 5 anni, riceve come regalo di Natale una tastierina giocattolo: è il suo primo incontro con la musica. Inizia subito a scrivere le sue canzoni, compone con mezzi molto semplici le varie basi si privati di chitarra, canto, pianoforte, batteria. All’età di sedici anni, entra nel Coro Gospel di Latina, dove si appassiona alle atmosfere e ai ritmi della musica nera americana. Successivamente, tra il 1996 e il 1997, partecipa ad un corso a distanza per doppiatore ci-