editoriale
di Anna Guerrieri
Adozioni internazionali e politica È dei giorni scorsi la notizia della nomina della nuova vicePresidente della Commissione Adozioni Internazionali, la dott.ssa Silvia Della Monica. Si tratta di una nomina importante che verrà accompagnata dalla nomina di vari altri commissari decaduti nei mesi scorsi, tra cui un commissario familiare. La dott.ssa Della Monica viene dalla Magistratura ma non da quella minorile, è stata Consigliera della Corte di Cassazione. È stata eletta al Senato nella XVI legislatura nelle file del Partito Democratico nel 2008. Ha fatto parte della II commissione permanente (Giustizia) e della Giunta del Regolamento; è stata inoltre vicepresidente del Consiglio di garanzia, come si può leggere in Wikipedia. Quello che conterà, per chi le adozioni le ha a cuore, sarà il suo lavoro in Commissione, come verrà impostato e come si esplicherà. Attendiamo con attenzione di vederla all’opera e attendiamo la nomina degli altri commissari. In questi mesi molti hanno vissuto la sensazione di uno “sbando” sul tema delle adozioni internazionali. Forse era inevitabile, stante la situazione contingente della Commissione con tutti gli avvicendamenti e la situazione politica Italiana, forse non è nemmeno la prima volta che accade. Tuttavia è stata una percezione forte e spesso spossante. Viene da chiedersi quale sia l’attenzione reale alle famiglie che adottano all’estero, quali siano gli obiettivi e le progettualità sul tema. In meno di due anni si sono avvicendate due Presidenze differenti alla Commissione Adozioni Internazionali, i fondi e gli investimenti per le adozioni sono apparsi drasticamente calati e nei paesi esteri è sostanzialmente e rapidamente accaduto di tutto. Adottare all’estero è apparso più complesso e irto di incognite di un tempo. Nei mesi di Novembre e Dicembre abbiamo assistito alla situazione delle coppie partite alla volta di Kinshasa dopo
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che un Ministro di un governo Italiano, nel suo ruolo di Presidente della Commissione Adozioni Internazionali, si era recato nel paese al fine di garantire la situazione all’interno di un “blocco” annunciato dal paese estero. Abbiamo quindi visto una delegazione Italiana governativa partire a sua volta per la Repubblica Democratica del Congo e tornare senza un nulla di fatto. Abbiamo assistito al rientro delle coppie senza i figli e le abbiamo viste porsi in attesa di poterli andare a riprendere senza certezze sui tempi. Avere la consapevolezza che, a tutt’oggi, queste stesse coppie non ricevono alcun sostegno per la situazione creatasi, che il sostegno per il mantenimento dei figli lasciati in Congo è a carico loro, che sono ancora alle prese con le questioni legate ai mesi di “maternità” usati per poter stare più di due mesi a Kinshasa, ed infine che sono state a carico loro anche le spese di spostamento per un incontro a Roma su invito della Presidenza (ormai decaduta per fortuna) della Commissione, lascia senza fiato. Questa è l’assenza
di intervento e di progettualità istituzionale che si è palesata ampiamente nei mesi scorsi. Ora siamo già oltre. In questi giorni è anche apparsa l’indicazione che la Presidenza della Commissione resta in capo alla Presidenza del Consiglio dei Ministri nella persona di Matteo Renzi, come per default è a meno di deleghe più mirate. Dire che serve una Presidenza interessata al tema, con una comprensione di quel che significa famiglia che accoglie un bambino dall’estero, con una consapevolezza di cosa significhi stato di abbandono, che abbia una strategia politica sul tema, che preveda investimento, ricerca, prospettiva sulla situazione suona quasi patetico, viene davvero male dirlo, perché è “ovvio”. Da oggi guarderemo con attenzione a quanto accadrà in attesa di “fatti”. Come associazione familiare noi vogliamo, esigiamo dalla politica, e non solo per le adozioni internazionali, che ci sia attenzione al tema famiglia. I bambini in stato di abbandono in Italia e all’Estero hanno diritto ad avere una famiglia. Il riconoscimento di questo diritto sta nella realizzazione delle famiglie per adozione. Noi siamo lo strumento concreto attraverso cui la negazione di un diritto viene capovolta. È grazie a noi che viene contenuto il “danno” fatto a tanti bambini e tante bambine. La politica che vuole occuparsi dei cittadini ha il dovere di occuparsi di questo tema non solo per giocare a scacchi con i posti di potere ma per realizzare obiettivi di benessere per tutti i cittadini. Aspettiamo che la Presidenza della Commissione Adozioni Internazionali porti avanti un impegno reale a favore delle famiglie adottive Italiane.
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