Il catalogo dei genitori - seconda puntata

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Marina Zulian responsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu

Cronache dalla barchetta Il catalogo dei genitori - Seconda puntata 20

Procedendo nella ricerca di albi illustrati, storie e racconti sulla genitorialità, mi sono imbattuta in un piccolo libro della casa editrice Sinnos. In Qui con me si racconta di come, con la propria mamma, il bambino non ha paura, di come la mamma le sta accanto, di come ci sia un legame stretto che però lascia liberi. E’ un legame uguale fra tutte le madri e tutti i figli del mondo, siano essi ragni, camaleonti, balene o esseri umani. Sfogliando queste delicate pagine all’interno di un

gruppo di genitori alla ricerca di libri su mamme e papà, ci sembrava di aver trovato il libro giusto. Ma ecco nel retrocopertina in agguato la parola critica, la frase problematica, il concetto inaspettato: Ogni cuore di mamma batte per il proprio piccolo, il quale, ancora cucciolo o già cresciuto, sarà unito a lei per l’eternità. E’ un legame sanguigno, Abbiamo allora cercato antenero, sincero, cora fra gli scaffali della diretto. E’ un legame biblioteca e ci siamo imindissolubile e forte, battuti in un grande libro un istinto innato e a fisarmonica lungo 4 meprimordiale. tri. L’insolito formato e le Nel gruppo ci siamo guar- colorate illustrazioni handati perplessi e abbiamo no fatto riscuotere a quecon forza affermato che sto libro un grande succesnon è proprio e sempre so. Ma quello che più ci è così. piaciuto sono i testi di SaCosa può provare un bam- bina Colloredo: si tratta di bino abbandonato senten- un dolce dialogo tra piccolo do parlare di legame san- e mamma Tucano. Finalguigno indissolubile? mente non ci si sofferma


su come e quando si sono incontrati il cucciolo e la mamma, ma si racconta semplicemente di quando il curioso tucano fa molte domande alla sua mamma attraverso il gioco del se fossi. E ci è molto piaciuto come la mamma risponda a tono sottolineando sempre come da quel momento lei sarebbe stata qualcuno o qualcosa in relazione proprio al suo caro cucciolo. E se fossi una nuvola, tu cosa saresti? Sarei il vento, rispose la mamma, per poterti spettinare. E se fossi un serpente? Sarei il ramo con cui puoi giocare. E se fossi una cascata? Sarei la pietra che ti fa cantare. … E se fossi un albero? Sarei la pioggia che grande ti fa diventare. E se fossi una banana? Sarei il sole che ti fa maturare. Della stessa serie un racconto sulla figura del papà in sedici pagine cartonate e plastificate con brevi frasi di due o tre righe ciascuna. Il libro a fisarmonica di grande formato (25x38), ha illustrazioni a tutta pagina e a libro aperto si può formare una specie di

scenario continuo di due metri. Papà Famondo è la storia di un omone spavaldo con due grandi mani che sapevano creare tutte le cose del mondo; egli voleva persino creare un bambino! Ma un bambino non cresce sugli alberi come le arance e neppure si può costruire con lamiere e bulloni; un bambino nasce dall’amore. Un giorno l’omone felice disse a se stesso: È ora che io faccia un bambino!

Poiché era un bravo falegname, prese sega e martello e fece un bel pupazzo di legno. Lo guardò, aspettò, lo riguardò, e disse: Questo non è un bambino. Allora, poiché era anche un bravo contadino, arò, seminò, annaffiò, aspettò, potò, e crebbe un bell’alberello di mandarino. Lo guardò, lo annusò, si compiacque del profumo ma poi disse:

È un po’ meglio perché è un essere vivo, ma non è un bambino. Siccome era anche un bravo meccanico, prese lamiere e bulloni, bielle e pistoni e pezzi di macchine varie e fece un piccolo robot. Questo era meglio del mandarino perché camminava, ma non sapeva dove andare. Insomma: non era un bambino. Allora l’uomo, essendo un bravo pittore, fece un ritratto, ma non era un bambino. Essendo un bravo musicista fece un concerto, ma non era un bambino. Essendo un bravo poeta fece un poema, ma non era un bambino.

A quel punto si sedette scoraggiato, si guardò le mani e disse: Eppure io sapevo fare tutto! Venne la moglie e vedendolo triste lo consolò, lo baciò, lo abbracciò, e fecero un bambino. Allora Papà Famondo si alzò felice e baldanzoso, prese sega e martello e fece

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tanti giocattoli di legno che mostravano il mondo in piccolo per far giocare e ridere il suo bambino. Nel gruppo di genitori ci siamo chiesti cosa fare con tutti quei libri dedicati ai neonati e alle loro mamme, che parlano dell’indissolubile legame che unisce una madre al proprio figlio, quando ci si trova davanti ad un bambino che è stato abbandonato proprio dalla mamma e dal papà. Prima di tutto, ci siamo detti che avremmo potuto cercare gli albi illustrati che parlano di amore incondizionato e quindi adatti a tutte le situazioni della vita. E naturalmente riguardanti sia la figura della mamma che quella del papà.

Per esempio, nel libro Il papà che aveva dieci bambini si racconta, come dice il titolo, di un papà che aveva molti bambini. Il racconto è un po’ di parte, ma è una dedica ai papà che si prendono cura con amore e dedizione ai propri figli. Così come per la descrizione della figura materna è importante anche evidenziare come quella paterna stia assumendo in alcuni casi un ruolo diverso. Questo papà ogni mattina prepara la colazione e fin dal mattino è disponibile ad ascoltare le mille do-

mande e richieste dei bambini. Papà mi leggi una storia? Papà mi scappa la pipì! Papà posso andare a giocare? Papà la mamma non mi fa vedere i cartoni! Papà corriamo? Papà mi porti con te a fare la spesa? Papà, lasciami in pace! Papà puoi venire per favore? Papà posso mettermi la gonna rosa? Mi fa male, papà! Papà mi scappa la pipì! Papà cosa c’è da mangiare? Giochiamo papà? Papà vieni tu a prendermi a scuola? Papà andiamo a dormire? Il papà presentato in questo bel libro legge, gioca e soprattutto si vede che non vuole solo crescere i propri bambini ma vuole soprattutto crescere con loro.

111111111111 111111111111 111111111111 Questa è la storia bellis- seconda dell’occasione! sima della mia mamma Con la sua folta chioma la albero. La mia mamma è mamma protegge. come un albero bello e placido. Quando mi siedo accanto a lei sento un venticello leggero e tutt’intorno a noi vedo un grande prato verde. Ogni mamma è un albero, forte e robusto capace di of- Quando c’è il temporale frire con i suoi rami un po- (cioè se piove davvero o se sto in cui riposare, un luo- ci arrabbiamo) mi metto al go per rifugiarsi ed essere riparo sotto la sua chioma: Anche in Una mamma al- protetti: salice, quando ti li sotto cadono solo delle bero, la mamma è rappre- abbraccia, quercia quando goccioline rade e io ascolto sentata come un punto di ri- si è tristi, ogni mamma sa quella voce per fare la pace ferimento in ogni occasione. essere un albero diverso, a ... Quando cerco una tana,


la mia mamma albero scava un buco nel suo tempo e io mi posso fare un nascondiglio dentro quella terra. Con le sue radici lunghe e forti aiuta a crescere. Sicuramente le brevi strofe poetiche e le illustrazioni semplici ma evocative sono riuscite a trasmetterci il senso dell’amore incondizionato e della protezione di una mamma; ma anche in questo caso la poesia viene meno pensando alla fatica e alla difficoltà che ogni mamma incontra nella gestione del quotidiano.

Ci siamo allora avventurate in un altro piccolo libro con tanti disegni e poco testo. Molto meno poetico dei precedenti, decisamente meno impegnativo, ma sicuramente più realistico. Simpatico e divertente mette in luce in modo non banale come una mamma debba essere in grado di svolgere molte funzioni e possa essere usata in molti modi. 31 usi per una mamma

potrebbe sembrare un libro ideale per i bambini, invece è anche per gli adulti e dimostra tutte le vesti che cambia una mamma durante la propria giornata. Mi sono riconosciuta in tutte le illustrazioni come mamma tuttofare: Orologio, quando al mattino scandisco i minuti per prepararsi ad andare a scuola Scuola Guida, quando insegno ad andare in bicicletta Medico, quando metto il cerotto sul ginocchio Sedia a sdraio, quando mio figlio si distende addosso a me Voltapagina, Metro, Avversaria, Enciclopedia, Apribottiglie … Amica

Anche nel racconto Il distributore di mamme, di Emanuela Nava si parla di molte mamme. Forse è un po’ inquietante il grande distributore di vetro e me-

tallo che custodisce tutte le mamme che un bambino può desiderare: Mamme cuoche. Mamme musiciste. Mamme da compleanno. Mamme da buona notte. Mamme fate. Mamme streghe. Mamme maestre. Mamme belle da acquistare solo per sé.Mamme brutte da acquistare per fratelli e sorelle. Mamme web. Mamme per tutte le occasioni. 23

La stessa autrice, ha scritto anche uno dei libri che ci è piaciuto di più: Mamma Nastrino Papà Luna. Finalmente si parla di mamme che lavorano mentre i figli crescono. Mamme che si appassionano a ciò che fanno durante la giornata mentre i bambini non sono con loro. Mamme che sono comunque legate ai loro bambini e li aiutano a superare l’irrefrenabile desiderio dei


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bambini di essere vicini a loro. Questo libro in realtà contiene due storie diverse ma entrambe pensate per parlare ai bambini in modo semplice e chiaro del rapporto fra genitori e figli. Una storia è intitolata Mamma Nastrino e l’altra Papà Luna; per leggere la seconda storia è necessario capovolgere il libro. In particolare le due tenere storie narrano dello speciale legame che c’è tra

una mamma e il suo bambino e tra il papà e la sua bambina. Il legame rimane molto forte anche quando i protagonisti sono lontani fisicamente. Questo forte e indissolubile legame è rappresentato da un invisibile ed elastico nastro che parte dal cuore della mamma e arriva a quello della bambina in ogni occasione. Inutile aggiungere che anche noi adulti siamo figli e che spesso abbiamo genitori lontani da noi ma che,

Tutte le mamme del mondo. Tutte. Hanno i nastrini. Tutte le mamme, anche quelle che vivono in cielo, che fanno le pilote d’aereo o le astronaute. Le mamme viaggiatrici che scalano le montagne o si avventurano da sole tra i ghiacci polari. … Le mamme brutte col naso da strega. Le mamme belle, bianche, nere, rosse, gialle, verdi e blu. Le mamme a strisce e a punti. Tutte le mamme del mondo hanno i nastrini. Tanti nastrini lunghi e colorati che legano i loro cuori a quelli dei loro bambini. Nastrini invisibili, di stoffa molto elastica, che possono allungarsi, allungarsi, allungarsi ... accorciarsi, accorciarsi, accorciarsi ... Se la mamma vola a New York e il bambino viaggia nel deserto di Timbuctu. Se la mamma corre in cucina e il

in qualche modo, sentiamo sempre vicini. La storia di Emanuela Nava e le immagini di Desideria Guicciardini sono incredibilmente esaustive. Quando mio figlio era più piccolo e tutte le mattine lo accompagnavo alla scuola d’infanzia, ripensavamo spesso al disegno di quel lunghissimo nastrino che lega mamma e bambino quando la prima è al lavoro e il secondo a scuola e ciò tranquillizzava entrambi.

bambino si rifugia sotto le coperte Se la mamma lavora, lavora, lavora e al bambino vengono i puntini delle coccinelle, il raffreddore degli elefanti, la tosse degli asini. Se la mamma resta a casa e il bambino va a scuola, il primo giorno, otto ore che sembrano otto anni Il tamburo del cuore batte: tu tum tu tum pronto pronto. L’altro tamburo risponde: tu tum tu tum eccomi, un po’ di pazienza! Mamma e bambino si parlano. Da cuore a cuore. In una lingua misteriosa che solo loro capiscono. - Mamma, mi vuoi bene? - Si, come da qui a Marte - Io di più. Come da qui al negozio di pizze. I nastrini sono infrangibili Niente può tagliarli ... dividerli ... o annodarli. I nastrini legano mamma a bambino con il loro alfabeto segreto.


Nella seconda storia è la luna a fare da tramite tra i bambini e il papà, anche quando questi è lontano o non c’è. I papà affidano alla luna i loro racconti per far giungere la loro voce ai bambini, finché dura la separazione, che non è mai per sempre. Il dialogo d’amore anche se a distanza non è meno intenso. I papà possono andare in Africa a dorso di cammello o in America a ballare con gli indiani; non importa quanto siano lontani, perché il loro cuore è sempre in un posto: a casa, dai loro bambini! L’autrice suggerisce che non c’è distanza che non possa essere colmata tra chi si vuole bene e che, prima o poi tale distanza si annulla e si scioglie in un abbraccio, in una festa, in un nuovo incontro. Il linguaggio è semplice, ma incisivo e spiritoso e si integra in modo naturale e poetico con le illustrazioni. Gli spunti di discussione quando si legge questo li-

bro sono davvero tanti, ma in generale questa storia rappresenta un inno all’autonomia. All’autonomia delle mamme, che non si esauriscono in un ruolo a senso unico bensì lavorano, viaggiano, cucinano (tutto ciò nelle forme più svariate e originali) senza però perdere mai di vista il legame con i loro bambini. I nastrini della mamme sono strumenti della relazione funzionali alla libertà di entrambi e quindi anche all’autonomia di bambine e bambini. E a loro volta i papà trovano il modo di tenere vivo, e sempre presente, il legame con i figli, che li cercano quando sono lontani. I papà per interposta persona, grazie alla mediazione della luna, narrano le loro storie ai bambini. Si crea così una vicinanza che anche se non è fisica ma fatta di emozioni, di attese e di vissuti, rafforza i legami famigliari in modo fortissimo. … continua

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Bibliografia Qui con me. C. Dattola, Sinnos Editrice, 2006 Solo per amore. S. Colloredo, Carthusia, 2009 Una mamma albero. L. Panzieri, lapis Edizioni, 2007 31 usi per una mamma. H. Ziefert, Salani Editore, 2004 Il papà che aveva dieci bambini. B. Guettier, Ape Junior, 2000 Mamma nastrino Papà luna. E. Nava, D. Guicciardini, Piemme, 2001 http://www.emanuelanava.it/ mammanastrino.html


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