Lettera ai miei tre uomini - Stereotipi di genere nei libri illustrati per bambini

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le relazioni degli leggendo affetti

Lettera ai miei tre uomini Stereotipi di genere nei libri illustrati per bambini

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Ho sempre pensato che qualsiasi situazione o criticità dovesse essere affrontata condividendo convinzioni, ipotesi e idee anche opposte. Il mio professore di filosofia medioevale mi ha illuminato sulla necessità di affrontare le situazioni come in una ipotetica disputa dove le due parti si potessero contendere alla pari. Affrontando il tema degli stereotipi di genere nei libri illustrati per bambini, ho allora cercato di pormi dai due punti di vista maschile e femminile, poiché gli stereotipi giocano un ruolo fondamentale nella costruzione dell’immaginario sia delle bambine che dei bambini: uguali ma diversi. È necessario un cambiamento culturale in relazione a una concezione dilagante che dovrebbe preoccupare le donne e far interrogare gli uomini di

trice e non posso non vedere l’assoluta necessità di affrontare e condividere con i miei tre uomini quel problema che deliberatamente la società sembra voler nascondere o trascurare. Come affrontare un tema così difficile da dichiarare e così complicato da affrontare con i miei due figli di sei e dodici anni? Naturalmente il mio pensiero, quasi in automatico, si rivolge al mio caro e prezioso libro: «come sempre nei libri potrò sicuramente trovare un aiuto». Questa volta, ahimè, nella scelta devo stare più attenta del solito; ancora una volta non posso permettermi di non selezionare con attenzione e di non leggere i libri, prima di proporli ai miei bambini. Vivo con tre uomini, il mio Quante insidie e quanti compagno e i miei due figli; stereotipi tra le pagine di penso al mio ruolo di com- innocenti albi illustrati. pagna, mamma ed educa- Non ho difficoltà nel trovaqualsiasi età e in qualsiasi parte della mondo. Pensando agli stereotipi di genere, spesso negativi soprattutto per il femminile, credo che il contributo di tutti gli adulti sia fondamentale; il contributo di uomini e di donne, di mamme e di papà, di maestre e di maestri. Si può definire lo stereotipo una corazza che ci impedisce di accedere alla complessa realtà, sempre piena di sfumature e a volte di paradossi. Lo stereotipo è proprio una sorta di difesa contro la complessità. Lo stereotipo porta all’assopimento dell’energia creativa perché spinge a percorrere sempre gli stessi circuiti senza cercare risposte libere e creative.


re modelli stereotipati tra le pagine di brevi romanzi per adolescenti dove le differenze fra maschi e femmine sono molto evidenti e pericolose anche agli occhi dei non esperti. Vago in preda allo sconforto fra gli scaffali adorati di una Biblioteca Ragazzi, fortunatamente non quella di BarchettaBlu. Mi soffermo fra gli scaffali dedicati ai più piccoli. Ecco gli albi illustrati. Essi rappresentano un materiale pedagogico usatissimo nei nidi, nelle scuole d’infanzia ed elementari e nelle famiglie. Attraverso le immagini, le storie parlano anche di identità sessuale; più spesso di quel che sembra, i racconti caratterizzano in maniera sessista i ruoli delle donne e degli uomini nella famiglia e nella società. Essendo molto presenti nella vita scolastica e familiare delle bambine e dei bambini, mi accorgo che i libri rappresentano uno dei veicoli principali di trasmissione dei modelli socialmente accettati. A volte negli albi si riscontra una mancanza di modelli non stereotipati a cui le bambine possano identificarsi. Indispensabile quindi è imparare a decodificare le immagini destinate a bambine e bambini, sapendo che non stiamo affrontando una tematica seconda-

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ria ma fondamentale nella costituzione di una visione non sessista della famiglia e della società. Ho sempre sottolineato come bambine e bambini si possano identificare nelle storie dei libri. Quale delusione quando, sfogliando le pagine colorate, ho visto con insistenza la rappresentazione di una donna che si deve occupare del lavoro domestico e di un uomo che lavora fuori casa e guadagna il denaro. Con l’eccezione della mamma, si ritrovano donne frivole e meno istruite degli uomini; anche gli uomini, se pur rappresentati come forti, eroici e disinteressati, si vedono comunque privati

di capacità di attenzione, pazienza e consolazione, esclusive per le donne. C’è una specie di perversa simmetria che attribuisce a un sesso alcune caratteristiche che vengono rifiutate per l’altro; secondo questo schema della complementarietà, se le bambine sono affettuose e sensibili, ai bambini non rimane altro che essere aggressivi e violenti; se i bambini sono coraggiosi, alle bambine non rimane che essere timide e passive. A volte certi libri trasmettono, alle bambine e ai bambini che li leggono, un modello nel quale le bambine vengono private di autonomia e di qualità positive.

In ogni caso, la questione più importante è che presentare modelli rigidi significa imbrigliare la libera personalità. Infatti la creatività nei comportamenti deriva dalla possibilità di riferirsi a modelli variegati che permettano a bambine e bambini di inventarsi e ricostruirsi in modo originale durante tutta la vita. Purtroppo a volte gli stereotipi si instaurano molto facilmente e non altrettanto rapidamente si demoliscono. Alcune ricerche dimostrano come a volte lo stereotipo superi la realtà. Bambine e bambini a cui è stata fatta vedere un immagine di un orso con il


grembiule, hanno dichiarato di aver visto una mamma orsa alle prese con le pulizie, ammettendo contemporaneamente nella maggior parte dei casi che la loro mamma, lavorando fuori casa tutto il giorno, non si occupi esclusivamente delle faccende domestiche. Ne consegue che, a volte, nell’immaginario delle bambine e dei bambini permanga una particolare idea che il lavoro domestico sia davvero un ambito di competenza femminile e che sia accettabile un padre che, arrivato del lavoro, si metta in poltrona a leggere il giornale, anziché aiutare nello svolgimento della vita domestica e familiare. Il modo in cui le bambine vengono rappresentate in alcuni albi è fortunatamente differenziato, ma purtroppo viene rappresentata nella stessa percentuale una bambina con un carattere intelligente quanto ubbidiente e servizievole. Esistono comunque molti libri per bambine e bambini che contrastano gli stereotipi di sesso, razza, classe, età. Il tentativo è quello di

proporre storie e immagini come spazi di crescita che non risentano a priori di stereotipi legati a differenze di genere; gli stereotipi infatti possono precludere alle bambine e ai bambini la possibilità di una libera e creativa scelta nel gioco e nelle relazioni. A rappresentare gli albi illustrati che cercano di andare oltre gli stereotipi di genere, raccontando di una principessa che vuol fare le dottoressa, ho scelto la storia di Zog. Si racconta la divertente avventura di un draghetto un po’ imbranato che frequenta senza troppo successo la scuola per draghi. Per fortuna la sua amica Sabrina lo aiuta. Ha inizio un poco probabile duello fra Zog e il cavaliere Ubaldo, per aggiudicarsi la principessa Sabrina; lei però interviene e li blocca entrambi: «Ma ecco che in mezzo si mette Sabrina. Per dindirindina! State a sentire, perché ho delle cose importanti da dire! La principessa da grande non farò, io ho studiato e dottore sarò. Il mondo è strapieno di botte e ferite, che vanno trattate, curate, guarite! Mi piace, fa Ubaldo. Ti voglio aiutare! ti porterò io dalla gente da curare».

Anche in questo caso viene rappresentato con ironia il desiderio di superare i rigidi ruoli di principe e principessa. Invece, quando i libri propongono alle bambine modelli poveri e falsati rispetto alle reali possibilità, invitano al tempo stesso i bambini, privi di modelli femminili attivi, a non concepire l’esistenza di donne che possano ricoprire ruoli diversi da quello ancillare o consolatorio. Per fortuna esistono anche molti libri che rappresentano con semplicità e ironia un mondo dove i ruoli siano interscambiabili e dove la diversità rappresenti una ricchezza di volta in volta “utilizzabile”. Si possono ripensare immagini simboliche ricche di nuove relazioni e comportamenti: mamme al computer o alle prese con una riunione di lavoro e papà che cucinano o stirano; bambini che da grandi sognano di fare i maestri e bambine che desiderano fare le astronaute. La costruzione della propria identità personale passa attraverso processi di identificazione di genere; in modo naturale le bambine e i bambini si autodefiniscono e si riconoscono nelle categorie dei maschi e delle femmine e ne apprendono precocemente gli schemi di

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comportamento, i valori e i modelli sociali. Per questi motivi i bambini assorbono i modelli loro proposti fin dalla nascita. Segnalo a questo proposito, il sito dell’associazione europea Du côté des filles, creata in Francia nel 1994

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strumenti di sensibilizzazione diretti a case editrici, illustratrici e illustratori, genitori, organismi istituzionali. Fin dalla sua creazione, l’associazione ha svolto un programma di ricerca europeo sugli albi illustrati e contemporaneamente ha

Una fortunata catastrofe. Si racconta di una famiglia di topini in cui la mamma si occupa tutto il giorno della casa e dei figli, mentre il padre lavora in ufficio e quando torna si mette in poltrona con le pantofole e il giornale. La sera, durante la cena, il papà racconta le sue avventure di viaggiatore e la mamma corre Bibliografia tra la tavola e i fornelli. J. Donaldson, A. Scheffler, Zog, Emme Edizioni, Un giorno, mentre il papà 2010 è fuori, la casa viene allaA. Abbatiello, La cosa più importante, Fatatrac, gata, tutto viene trasporta1998 to via e la mamma salva i figli trasformando il tavolo A. Turin, Una fortunata catastrofe, Motta Junior, in una zattera. Da quel mo2000 mento non deve più occuA. Turin, La vera storia dei bonobo con occhiali, parsi di lavori domestici e Motta Junior, 2000 passa il tempo a esplorare S.Y. Bridges, Il sogno di Rossocililiegia, Motta i dintorni con i bambini. Yunior, 2005 La sera il papà non ha più T. Blundell, Attenti alle ragazze, Emme Edizioni, dove sedersi, non ha più 2002 un giornale da leggere... rinuncia a tutto ma non G. Montes, M. Rojas, Fatecontromostri alle prelibate zuppe che gli mostricontrofate, Salani, 2003 preparava la mamma. DeH. Bichonnier, Pef, Il mostro peloso, Emme cide allora di cimentarsi lui Edizioni, 2004 stesso ai fornelli e quando mamma e bimbi tornano Siti interessanti dalle perlustrazioni fa trovare loro una cenetta favowww.ducotedesfilles.org losa. L’alluvione si è quindi www.comune.torino.it/quantedonne dimostrata una fortunata catastrofe che ha provocato il cambiamento. con l’obiettivo di elaborare partecipato a operazioni di Naturalmente oltre ai libri, un programma per elimina- sensibilizzazione e di for- sono molto significativi i re il sessismo dal materiale mazione. Nel sito si possono gesti quotidiani, compiuti educativo, di promuovere trovare ampie bibliografie anche senza una esplicita rappresentazioni antisessi- e nella sezione dei racconti volontà di insegnamento. ste nel campo dell’educazio- non si può perdere l’anima- Non si tratta solo di argine, di produrre e diffondere zione dell’illuminante libro nare la disuguaglianza di


Marina Zulian esperta nella ideazione, progettazione e gestione di servizi per l’infanzia, per le famiglie, per le scuole. Responsabile della BibliotecaRagazzi di BarchettaBlu. Consulente in progetti di lettura e di psicomotricità. Mamma di Tommaso e Giuliano

genere, di diminuire la fatica fisica e psicologica delle bambine e delle madri, ma si tratta soprattutto di liberare energie positive e dare accesso alle possibilità di usufruire di contenuti emotivi e cognitivi ricchi e creativi da parte delle nuove generazioni. Contenuti che permettono di capire come la diversità e la complessità non tolgano ma aggiungano alla qualità della propria vita. Partendo dai libri per bambine e bambini si fonda così la speranza di crescita di una nuova generazione di donne e di uomini legati a un nuovo e più equilibrato concetto di genere. Non auspico una utopistica armonia di genere, ma, tra tutti i mondi possibili, credo in una dimensione in cui donne e uomini condividano difficoltà e ricchezze e compartecipino alla gestione competente della quotidiana complessità. Forse non basta genericamente parlare di pari opportunità: per esempio è necessario coinvolgere bambine e bambini sulla

bellezza e importanza del lavoro di cura e sulla necessità che tutti si sentano coinvolti con sentimenti reali e profondi. Per guardare alle differenze come ricchezza, c’è un albo con grandi e divertenti illustrazioni adatto a bambini di tre anni: La cosa più importante, di Antonella Abbatiello. Qual è la cosa più importante per un animale del bosco? La lunga proboscide, il collo lungo, gli aculei? Tutti, ma proprio tutti, hanno delle caratteristiche che li rendono importanti ed essenziali alla vita del bosco. Tutti, nella loro diversità e nella loro bellezza, possono apprezzare ciò che sono e ciò che li caratterizza. Un invito alla libera esplorazione della propria identità e al rispetto degli altri. In conclusione, così come nelle società occidentali, a volte anche nei libri per l’infanzia le donne sono rappresentate come vittime predestinate della violenza del maschio; di un maschio che per contrapposizione è

descritto come un conquistatore, condannandolo, sin dalla più tenera infanzia, a essere un arrogante prevaricatore. Quindi la strada da percorrere è in due sensi e la battaglia per la protezione della donna dalla violenza e dallo stereotipo ha una simmetrica battaglia per la creazione di modelli maschili nuovi e creativi. Infine, chiedo ai miei tre uomini, anzi a tutti gli uomini, di cooperare affinché il processo investa entrambi i sessi e inizi da ciascuno di noi; in caso contrario qualsiasi processo è destinato al fallimento. Da parte mia, io cerco di affrontare le situazioni senza preconcetti con i miei amatissimi due figli maschi e con il mio amato compagno, e mi gusto i favolosi pranzetti che spesso lui ci prepara.

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