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FILIPPO CAPRIOGLIO

di Luigi Prestinenza Puglisi

Filippo Caprioglio, nato nel 1971, condivide con i migliori architetti della propria generazione una doppia formazione. Quella italiana: ha studiato in un liceo classico e si è laureato allo Iuav di Venezia, che in quegli anni era una delle migliori università del Paese. Quella all’estero: ha poi conseguito il M-Arch II presso la School of Architecture - Syracuse University. Facoltà con la quale ha continuato a collaborare, come professore, iniziando una attività accademica che lo ha portato ad altre università negli Stati Uniti e recentemente anche in Cina.

La doppia formazione credo che sia una delle chiavi interpretative per avvicinarsi ai suoi progetti nei quali convivono la misura italiana, fatta di attenzione maniacale per lo spazio e per il dettaglio e un approccio internazionale che rende il discorso libero da incrostazioni provinciali. Motivo per il quale non è difficile trovare nella sua opera riferimenti a quello o a questo architetto italiano, ma sempre in punta di matita, appena quel tanto che apre in chi lo guarda una catena di rimandi formali, ma che rimangono quasi in un secondo piano se non sullo sfondo, tanto da non schiacciare l’opera nella sua freschezza e originalità.

Vi è poi, come dicevamo, un’influenza americana, fatta di riferimenti ai nuovi maestri dell’architettura internazionale e in particolare a Steven Holl, un architetto da Caprioglio particolarmente ammirato. La ragione risiede, credo, nell’approccio non esclusivamente visivo. Holl, infatti, ha fondato la propria ricerca figurativa nella valorizzazione di tutti i sensi e in particolare della dimensione tattile. L’architettura infatti non va contemplata esclusivamente attraverso lo sguardo, tenendosi a una certa distanza da questa, quella che appunto genera la contemplazione. Va toccata, accarezzata e perché questo avvenga progettata pensandola non come un’idea ma come un oggetto con i suoi materiali, i suoi giochi di luci e di ombre, la sua ruvidezza

Dai grandi complessi pubblici all’edilizia privata, il lavoro dello studio Caprioglio Architects ha condotto, nel suo percorso temporale, interventi che hanno qualificato il proprio territorio, il Nord Est e arricchito la ricerca tecnica e formale di cui l’architettura contemporanea ha fatto la propria bandiera. www.caprioglio.com

L’APPROFONDITA RICERCA

FORMALE, LA CONSAPEVOLE

VARIETÀ MATERICA E LA

FORTE COMPENETRAZIONE

NEL PAESAGGIO PLASMANO

E RENDONO DISTINTIVI GLI

ORIGINALI SPAZI PUBBLICI E

RESIDENZIALI DELLO STUDIO

CAPRIOGLIO ARCHITECTS e, insieme, le sue parti lisce e infine con i suoi suoni: immaginando anche il rumore dei passi che risuonano negli spazi. Particolarmente attivo nella progettazione di residenze unifamiliari, alcune delle quali hanno ottenuto riconoscimenti internazionali, Caprioglio non ha esitato a intervenire anche nel recupero edilizio di contesti delicati. Mi riferisco per esempio allo Spazio Berlendis a Venezia. Un intervento minimale particolarmente complesso perché vicino allo Squero Fassi lungo Rio dei Mendicanti nel Sestiere di Cannaregio, cioè uno degli storici cantieri per la costruzione di barche in legno, oltretutto immortalato dai quadri del Canaletto. Ne è venuta fuori una eccellente galleria per l’arte, aperta alla città, in cui miracolosamente convivono la storia con i segni della contemporaneità a partire dalla porta d’acqua realizzata con un ampio infisso vetrato a bilico, che la Soprintendenza ha approvato riconoscendone le qualità e insieme la discrezione.

Si commentano quasi da sole le ville unifamiliari che abbiamo scelto per illustrare questo profilo: le scelte di Caprioglio sono infatti sempre chiare, esplicite, coraggiose, non affette da manierismi. Una sola osservazione, e riguarda la varietà nell’uso dei materiali. La villa di Mogliano Veneto, per esempio, ricorre all’intonaco e si caratterizza per un felice gioco di volumi che apre vedute sul paesaggio circostante. La casa a Cittadella ricorre invece ai mattoni che servono a chiuderla su un lato e a direzionare le aperture verso l’altro. La casa a Pordenone mette in opera, infine, materiali più freddi e richiama l’edilizia della Mitteleuropa con la sua copertura metallica. Segno che non esiste una ricetta che vale una volta per tutte. Ogni edificio non solo si colloca in un contesto diverso ma contribuisce a determinarne uno nuovo che, per essere efficace, non può rispondere a regole fissate a priori ■

Le caratteristiche tecniche delle pareti e i rinforzi a soffitto dello Spazio Berlendis consentono l’installazione di opere di grande formato e di pesi importanti (ph. ©Silvia Longhi).

Spazio Berlendis, Venezia

La versatilità di una scatola neutra

A Venezia, il restauro dell’ex falegnameria facente parte del complesso dello Squero Fassi, detto Squero Vecio, tra i più antichi della città, ha portato alla nascita di un ambiente concepito per ospitare eventi culturali, esposizioni d’arte, performance, musica. Un manufatto con le caratteristiche di un padiglione ma situato nel cuore della città, una scatola neutra che lascia spazio all’opera artistica senza porsi in competizione.

Il rispetto del contesto urbano si unisce a una forte matrice di contemporaneità espressa nelle scelte di materiali e finiture come il pavimento in cemento con finitura artigianale in resina. Anche la porta d’acqua è di una tipologia del tutto inedita per la città, un segno totalmente e volutamente contemporaneo pur nel rispetto della tradizionale funzione.

La piscina esterna a s oro visibile da ogni punto della casa, con i rilfessi dell’acqua si pone essa stessa come elemento d’architettura in continuità con l’abitazione. A sinistra, sezione e pianta del piano terra. Sotto, la grande vetrata dell’area living e lo spazio a doppia altezza caratterizzato da una scultura luminosa e da cui si diparte la scala in acciaio e vetro (ph. ©Walter Dabalà).

Casa F+T+3, Mogliano Veneto (Treviso)

Bianco rigore geometrico

Obiettivo del progetto la realizzazione, a fronte della totale demolizione del fabbricato esistente, di un edi cio di chiara matrice contemporanea con linee compositive e geometrie molto essenziali, tese a una purezza formale rafforzata dal cappotto esterno dipinto integralmente di bianco. L’edi cio posto su due livelli è, al piano terra, funzionalmente concepito con un ingresso da cui si accede all’area living e alla cucina, che riveste un ruolo molto importante in quanto vero fulcro e volume di cerniera alla L del fabbricato. Il living è spazialmente de nito dalla luce naturale che ne pervade l’ambiente attraverso i grandi serramenti scorrevoli e ssi. La doppia altezza de nisce l’area centrale caratterizzata da una scultura luminosa disegnata ad hoc. Al primo piano, dal corridoio di distribuzione alla zona privata si diparte anche una passerella in acciaio a vetro che conduce allo studio.

Località Mogliano Veneto (Treviso)

Progetto Filippo Caprioglio – Caprioglio Architects

Progetto strutturale Gianfranco Rigato, Luca Vanzella

Progetto del paesaggio Laura Cocchis

Cronologia 2018-2021

Casa P+E+3, Cittadella (Padova)

Le mura fuori le mura

Un nuovo edificio concepito per dialogare con il contesto circostante, in particolare con ciò che rappresentano le celebri mura di Cittadella sia in termini di materiale sia di funzione. L’architettura dell’abitazione si caratterizza per due importanti setti murari rivestiti con laterizio faccia a vista a definire i prospetti nord ed est differenziando completamente la percezione dei due lati dell’abitazione che a sud e a ovest si aprono invece sul giardino, con vista sulle mura storiche della città e di parte del torrione di porta Bassano. La scelta del laterizio come materiale principale è rimarcata anche dal suo uso all’interno dell’abitazione quale elemento distintivo per entrambi i livelli della casa e lungo cui si sviluppano i percorsi.

Località Cittadella (Padova) Committente Privato

Progetto, DL e coordinamento Filippo

Caprioglio – Caprioglio Architects

Progetto strutturale Edi Morandin

Progetto paesaggistico Pamela Nichele Cronologia 2018-2020

Anche la partitura della forometria è volutamente in assonanza con gli elementi che caratterizzano le mura di cinta di Cittadella (ph. ©Paolo Monello.

La configurazione spaziale del piano terra trova il suo fulcro nell’ampio spazio cucina organizzata con isola centrale e il grande tavolo da pranzo (ph. ©Paolo Monello.

Località Pordenone

Committente Privato

Progetto architettonico Filippo Caprioglio – Caprioglio Architects

Progetto strutturale Federico Onisto, Claudio Genero

Impianti Studio Sutto

Lighting design Guido Granara

Fine lavori Dicembre 2016

Casa M+ML+R, Pordenone

Ricomposizione formale e materica

La ristrutturazione e l’ampliamento di un edificio residenziale degli anni Sessanta a Pordenone ha radicalmente modificato i caratteri formali e compositivi dell’abitazione esistente, trasformandola in un edificio contemporaneo attento alle prestazioni energetiche. Il progetto ha previsto la ricomposizione forometrica di tutte le facciate senza alterare la sagoma originale dell’edificio, se non per il prospetto sud, dove è stata concepita un’estrusione della facciata tramite un serramento ripartito su tre livelli. L’architettura è rivestita con un intonaco di colore grigio antracite, in nuance cromatica con lo zinco titanio prepatinato della copertura e con i serramenti in alluminio con finitura antracite. La copertura, con travi a vista, ha un manto esterno di lastre di zinco titanio.

L’operazione di ridistribuzione forometrica e di partizione interna ha consentito la riorganizzazione degli spazi (ph. ©Paolo Belvedere).

Il corpo di fabbrica è su tre livelli (piano terra, primo e sottotetto), oltre a un piano interrato per il garage, collegati tra loro da un piccolo ascensore interno (ph. ©Paolo Belvedere).

Sopra, le due abitazioni sono collegate da un deck in legno. Accanto, l’involucro della dependance in listelli di legno di larice bruciati a fiamma e oliati. La copertura è in pannelli in alluminio Prefa, giuntati a listello con sezione 80x80 mm. A destra, L’assonometria rivela la prefabbricazione multipiano che costituisce il nucleo interno dell’abitazione (ph. ©Alessandra Chemollo).

FIN DALL’INVOLUCRO, IL

PROGETTO DELLO STUDIO

TRAVERSO-VIGHY PER

UN’ABITAZIONE PRIVATA CON DEPENDANCE IN

OLANDA DENUNCIA LA

RICERCA DI TECNICHE

COSTRUTTIVE (FINALMENTE)

EVOLUTE, PERSEGUÌTA IN UN DIALOGO TRA PROGETTO E FABBRICAZIONE, CON SOLUZIONI OFF-SITE DI ASSOLUTO RILIEVO

LA CASA SULL’AMSTEL

L’Olanda è terra rubata al mare e il sito di Amstelhoek, prima periferia di Amsterdam dove sorge questa residenza privata, non fa eccezione: una torbiera collocata al di sotto della quota del fiume e dei canali che lo circondano. Perciò la prima strategia è stata quella di realizzare una platea in cemento armato su palificazioni vibroinfisse, sulla quale poggiano i due volumi dell’abitazione principale e della piccola – 50 metri quadrati in tutto – dependance ad essa collegata da un deck sospeso che poi si prolunga in una passerella pedonale fino al molo per imbarcazioni sull’argine dell’Amstel.

Ma la caratteristica principale del progetto, che per morfologia e materiali sposa i caratteri

Traverso-Vighy Architetti Giovanni Traverso (Bolzano, 1969) e Paola Vighy (Vicenza, 1969) si laureano presso l’Università Iuav di Venezia e perfezionano i loro studi presso The Bartlett, University College of London. Nel 1996 fondano a Vicenza lo studio associato traverso-vighy. I progetti dello studio seguono un percorso coerente che porta alla realizzazione di edifici leggeri, basati su sperimentazione, prefabbricazione ed economia di risorse, collaborando con la produzione industriale e artigianale locale e cercando di stabilire un equilibrio tra sapienza tradizionale e ottimizzazione tecnologica. www.traverso-vighy.com del luogo e instaura ottime relazioni visive con il paesaggio, è la prefabbricazione, con un’idea di costruzione leggera e totalmente reversibile. Una scelta costruttiva e architettonica che coinvolge, oltre alle componenti impiantistiche, il fit-out degli interni, che diventa anche arredo. E una scelta progettuale impegnativa, che ha comportato la costante collaborazione di tutti i soggetti coinvolti: progettisti, fabbricanti, costruttori e montatori.

Di fatto, solo l’involucro esterno dell’edificio principale – un involucro open space in acciaio e vetro, con pannelli sandwich a vista, anch’esso prefabbricato – è stato costruito in Olanda, mentre al suo interno è stato realizzato un edificio multipiano in Clt prodotto in Italia e montato in loco, che contiene tutte le funzioni, sia abitative sia impiantistiche.

Lo stesso è stato fatto, compreso però anche l’involucro esterno, per la dependance, ampliamento dello spazio residenziale dedicato alla musica, alla lettura e ad ospitare amici: la tecnica costruttiva è sempre in Clt (Cross Laminated Timber, che in Italia chiamiamo comunemente X-Lam) e risulta estremamente leggera, controventata da esili contrafforti interni e da un tirante di rinforzo sulla facciata vetrata. Anche qui, le soluzioni di arredo sono integrate nelle lavorazioni a controllo numerico della struttura: fresature per i ripiani metallici della libreria, l’incasso delle barre Led per l’illuminazione nei pannelli di copertura, lo spazio a scomparsa della cucina nel sottoscala. La dependance comprende anche, integrato sulla facciata cieca a nord-ovest e protetto e mitigato dal rivestimento ispezionabile in listelli di legno, un vano tecnico con centrale termica e pompa di calore per entrambe le unità abitative.

L’intero edificio è stato premontato a Schio (Vicenza) in modo da mettere a punto tutte le soluzioni impiantistiche e di isolamento e per testare l’installazione di serramenti e sistemi di illuminazione. Anche l’impianto idraulico della centrale termica è stato completamente prefabbricato e preventivamente ancorato ad uno dei pannelli strutturali dell’edificio. Il sistema di coibentazione della copertura è stato realizzato per moduli, integrando il sistema di ventilazione e le doghe in lamiera Prefa della copertura.

L’intera struttura lignea interna, così come le pareti ventilate esterne in legno di larice, sono state trattate con una tecnica di bruciatura/ spazzolatura ed oliatura giapponese denominata yakisugi, che evita l’utilizzo di sostanze chimiche, per migliorare la resistenza meccanica e la protezione dall’ambiente umido esterno ■

In alto a sinistra, il retro della dependance. Sotto, anche il piccolo bagno è interamente prefabbricato (ph. ©Alessandra Chemollo).

L’interno della piccola dependance e le piante delle due abitazioni (ph. ©Alessandra Chemollo).

Stratigrafia solaio copertura della dependance:

- lamiera in alluminio Prefa

- materassino lamiera

- Osb 20 mm

- murali 40 mm

- membrana in goretex nastrato

- doppio strato isolante in lana di poliestere su murali incrociati 90x90 mm

- barriera al vapore

- X-Lam 120 mm

Sfiato Per Tetto Ventilato

parapassero parapassero grondaia inox + strato impermeabilizzante in RubberGard Epdm

Stratigrafia parete laterale

- rivestimento esterno in tavole di larice 25 mm

- struttura murale 50x50 mm

- membrana in goretex nastrato

- doppio strato isolante in lana di poliestere su murali incrociati 70x70 mm

- barriera al vapore

- X-Lam 120 mm

ALPEWA www.alpewa.com

Interamente prefabbricata in X-Lam, la dependance dotata di bagno, piccola cucina a scomparsa e soppalco pensata come ampliamento dello spazio residenziale e per ospitare amici è rivestita con una parete ventilata di listelli di legno di larice bruciati a fiamma e oliati. Il sistema di coibentazione e di rivestimento della copertura è stato realizzato per moduli prefabbricati, integrando il sistema di ventilazione e i pannelli in alluminio con giunto a listello –materiale assai diffuso in Nord Europa – del rivestimento esterno. Installati in stabilimento in Italia da Progetto G Lattoneria, i pannelli in alluminio Prefa di colore marrone P10, posati su moduli prefabbricati con giunzioni di tipo a listello (listelli 80 x 80), sono stati forniti da Alpewa, al pari delle membrane impermeabilizzanti in RubberGard Epdm che proteggono le grondaie e i piani esposti dell’annesso vano tecnico.

CREDITI

Località Amstelhoek, Olanda

Progetto architettonico traverso-vighy architetti

Giovanni Traverso e Paola Vighy con C. Saggio

M. Guerra, J. Vantini

Progetto strutturale Alberto Crosato

General contractor Cortese

Strutture in X-Lam Woodcape

Impianti Trevisan Impianti

Impermeabilizzazioni e lattoneria Alpewa

Installatore Progetto G Lattoneria di Gianluca Pinato Resine e calci rasate Francesco Censi

Kitchen Zerogloss

Lighting Erco

Progetto architettonico involucro abitazione principale

Bkvv architecten: Dieter Block

General contractor involucro abitazione principale Hardeman Systeembouw

Completamento 2022

Stratigrafia e sezione della dependance.

Insieme a un tirante di rinforzo sulla parete vetrata, il soppalco agisce da controvento.

Due volumi rivestiti in legno accolgono la zona notte; la struttura in pietra ospita la zona ingresso (ph. ©Moreno Maggi).

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