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IoArch 88 Jun-_ul 2020

PARKIPELAGO, COPENHAGEN

SPAZIO PUBBLICO GALLEGGIANTE

L’IDEA DI MARSHALL BLECHER E MAGNUS MAARBJERG: LUOGHI PER TRASCORRERE IL TEMPO ALL’APERTO SULL’ACQUA E RIFUGI NATURALI PER ALBERI E VITA SOTTOMARINA. ALLA PRIMA GIÀ REALIZZATA SI AGGIUNGERANNO ALTRE ISOLE ARTIFICIALI CHE POTRANNO ESSERE AGGREGATE PER OSPITARE FESTIVAL E EVENTI

render ©MIR (www.mir.no)

CPH-Ø1 (nella foto del titolo, ©Airflix), il prototipo di un futuro ‘parkipelago’, è già stato messo in acqua, suscitando la curiosità degli abitanti di Copenhagen.

L’esemplare in legno, costruito a mano nel laboratorio dello studio Fokstrot che ha messo a punto il progetto ideato con l’architetto australiano Marshall Blecher, ha una superficie di 20 mq e un albero di tiglio nel mezzo, un archetipo dell’isola disabitata raggiunta dal naufrago. E in fondo, se il naufragio è il risultato di una perdita, i cittadini che attraccano a CPH-Ø1 per trascorrervi del tempo libero un po’ naufraghi lo sono, dal momento che anche a Copenhagen, come nei centri storici di molte altre città, i processi di valorizzazione fondiaria aumentano la privatizzazione dello spazio e portano a una ‘gentrificazione’ che modifica la natura pubblica dei luoghi urbani.

Se con le isole artificiali aumentano gli spazi per il verde in città, sarà favorita anche la biodiversità: gradatamente le isole diventeranno rifugio anche per forme di vita sottomarina, alghe, pesci e molluschi che si aggrapperanno alle bottiglie di plastica che ne garantiscono il galleggiamento.

La prima isola per il momento è semplicemente una nuova attrazione, mèta di set fotografici, ma l’intero progetto – sviluppato in forma non-profit con il sostegno della Danish Arts Foundation e di un fondo per la rivitalizzazione culturale delle aree portuali di Copenhagen – è un’idea realmente innovativa di spazio pubblico. Le nuove isole che si aggiungeranno a CPH-Ø1 diventeranno ambienti per nuotare, giardini, caffè o saune galleggianti ancorate ai bordi dell’esteso waterfront urbano. Raggruppate insieme in occasione di concerti e festival diventeranno nuove piazze, dando origine a un innovativo modello di spazio pubblico.

Il principio, replicabile ovunque, si confronta anche con l’idea di ‘resilienza’ che le città devono essere in grado di sviluppare di fronte al cambiamento climatico e all’innalzamento del livello dei mari ■

render ©MIR (www.mir.no)

Marshall Blecher

Australiano di nascita, laureato all’Università di Sidney e con un master in architettura conseguito alla Reale Accademia Danese di Belle Arti, Marshall Blecher vive e lavora a Copenhagen, dove, insieme all’architetto Magnus Maarbjerg di Fokstrot, ha ideato il ‘Parkipelago’.

www.marshallblecher.com

Fokstrot

Fondato nel 2015, Fokstrot ha sede in un cantiere navale del porto di Copenhagen, in uno spazio che unisce lo studio di progettazione e un laboratorio artigianale. L’esperienza stessa dei tre fondatori – l’architetto Magnus Maarbjerg, il costruttore di yacht Lauge Falkentorp e lo scenografo teatrale Christian Lacoppidan – aiuta a comprendere il carattere non convenzionale dello studio, la vocazione alla sperimentazione e all’incrocio delle discipline. La comune passione per la vela aumenta l’interesse verso i temi di un’architettura legata all’acqua. N

on solo: i fondatori considerano i valori e le funzioni della marineria tradizionale di insegnamento nello sviluppo dei progetti: la buona costruzione e l’afflato sociale che consentivano di navigare a lungo e in acque sconosciute; l’essenzialità; la multifunzionalità dei mezzi a disposizione.

www.fokstrot.dk

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