Anno 30 - N° 6 - € 0,50
Giugno 2011
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Intervista a Daniele Riva, Presidente di Confartigianato Imprese Lecco
Artigiani, c’è voglia di reagire Daniele Riva, 50 anni, titolare di un’impresa lecchese di carpenteria metallica, è stato eletto alla presidenza di Confartigianato Imprese Lecco lo scorso febbraio, dopo un impegno pluriennale nel Comitato di presidenza e alla guida della categoria dei Fabbri Carpentieri. Presidente Riva, quali sono i punti chiave del suo programma di lavoro all’indomani della sua elezione alla guida di Confartigianato Imprese Lecco? Innanzitutto vi sarà una sempre maggior attenzione alle istanze dei nostri oltre 4.500 associati, la metà di tutte le imprese artigiane lecchesi. Ci impegneremo ancor di più nel raccogliere le sollecitazioni che riceviamo dalla base, dando voce alle esigenze delle diverse categorie. Fra le questioni al centro del nostro interesse, specialmente in questa delicata fase congiunturale, vi è l’attività sindacale a tutela delle imprese artigiane, un motivo in cui affondiamo le nostre profonde radici, ma spesso poco conosciuto dagli imprenditori. L’esempio di Rete Imprese Italia, che attualmente vede il nostro presidente nazionale Guerrini impegnato al vertice, sta dimostrando quanto sia vantaggioso confrontarsi unitariamente, facendo gruppo rispetto al Governo, alle parti sociali, alle banche, agli istituti previdenziali. La stessa logica vale a livello locale, e infatti la presenza dei delegati di Confartigianato Imprese Lecco all’interno dei vari organismi del territorio è capillare: in Camera di Commercio, nei tavoli di lavoro istituiti dalle Amministrazioni pubbliche, dall’INPS, dall’INAIL, dall’Agenzia delle Entrate, nell’Ente Bilaterale dell’Artigianato e nelle sue articolazioni provinciali e regionali. Cercando di condensare i punti più significativi del lavoro che ci attende, penso poi alla formazione, tema sul quale siamo e saremo sempre in prima linea, e agli interventi nel settore dell’istruzione professionale e tecnica. Potenzieremo gli sforzi nel campo della competitività e dell’internazionalizzazione, così come nelle azioni a favore dell’aggregazione tra imprese, sulla scia degli incoraggianti risultati ottenuti dalle esperienze dei gruppi che, all’interno dell’Associazione, hanno sviluppato un percorso che le ha portate lontano. Vorrei poi stimolare un’attenzione specifica al mondo
del sociale, aiutando progetti che non si limitino a semplici sovvenzioni da parte dell’Associazione, ma riescano a sfruttare il potenziale delle nostre professionalità, mettendole al servizio di coloro che necessitano di aiuto. Tra le priorità dell’azione di Confartigianato, ha prima accennato alle battaglie sindacali a tutela delle piccole imprese. Quali sono le urgenze che affronterete nei prossimi mesi?
Ci attende una stagione caratterizzata da grandi mutamenti, ma anche dal riproporsi di vecchie questioni che saremo costretti a fronteggiare per rivendicare il diritto a lavorare in un contesto che favorisca la produttività delle nostre imprese. Insisteremo con la richiesta di misure di detassazione, di riforme che garantiscano una reale liberalizzazione, di azioni per ridurre il peso
della burocrazia. L’Ufficio studi di Confartigianato ha calcolato che occorrono 285 ore-lavoro solo per pagare tasse e imposte, in pratica quasi due mesi lavorando otto ore al giorno! Inoltre, si è allargato ancora di più il divario tra la pressione fiscale in Italia e quella del resto d’Europa: nel 2005 era dello 0,2% al di sotto della media dell’area euro, nel 2009 la superava del 4,1%. La semplificazione burocratica, per noi, significa uno Stato “leggero” che si fida dei cittadini e libera gli imprenditori da vincoli ed adempimenti che costano oltre 20 miliardi l’anno. Semplificazione significa analizzare preventivamente l’impatto delle norme sulle imprese e applicare criteri di proporzionalità e gradualità in base alla dimensione d’impresa e al settore di attività quando si introducono nuovi obblighi. Altra nota dolente, i costi. Le imprese continuano a pagare i costi più alti d’Europa, ad esempio, per energia, assicurazioni, smaltimento rifiuti. Le imprese lombarde pagano l’energia elettrica 1.459 milioni di euro in più rispetto ai competitor europei e questo si traduce per ogni impresa in un maggior costo di 1.620 euro. È stata stilata anche una statistica dei tempi della giustizia civile: a Lecco occorrono 1296 giorni per concludere un procedimento, cioè tre anni e mezzo, con enorme spreco di tempo e denaro. Tutto ciò con le conseguenze che tutti noi non solo immaginiamo, ma viviamo direttamente sulla nostra pelle di imprenditori. Pensa che il federalismo potrà rappresentare un’opportunità per risolvere questi problemi? Continueremo a guardare con attenzione al federalismo fiscale, ma avvertiamo sempre più forte il rischio che i principi della riforma vengano travolti dalla loro attuazione, generando ancora maggiore complessità nella gestione dei tributi e un ulteriore aumento delle tasse. Lo abbiamo denunciato quando abbiamo criticato la reintroduzione della tassa di soggiorno e il meccanismo dell’IMU, l’imposta municipale che avrebbe tutte le caratteristiche di una patrimoniale e che, se venisse confermata, colpirebbe segue a pagina 2